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Un anno da (non dimenticare
SE IL 2020 ERA STATO DEFINITO L’ANNUS HORRIBILIS DEL GIOCO PUBBLICO, IL 2021, PURTROPPO, NON È ANDATO MEGLIO, ANZI. NON PER GLI APPARECCHI DA INTRATTENIMENTO, ALMENO, E PER LE VLT IN PARTICOLARE, COME SPIEGHIAMO, NUMERI ALLA MANO, IN QUESTE PAGINE.
di Alessio Crisantemi
Che anno è stato, il 2021, per il comparto degli apparecchi da intrattenimento? Difficile dirlo, in maniera sintetica e senza cadere nella retorica. A livello del tutto generale, abbiamo ascoltato i bilanci tratti dai rappresentanti della filiera che, nelle prime pagine della rivista, hanno commentato, a vario titolo, la stagione di mercato più difficile della storia che si sta per concludere col mese corrente. Nella speranza generale che si possa voltare pagina non soltanto sul calendario, passando al nuovo anno, ma anche dal punto di vista dell’andamento dei consumi e delle condizioni di lavoro più in generale. Sì, perché oltre alle considerazioni più “politiche” e istituzionali (e forse anche prima di queste), per gli addetti ai lavori ci sono le valutazioni di carattere economico e finanziario da fare. E in questo caso, più che le sensazioni, a parlare sono i numeri, che non lasciano scampo, né tanto spazio alle interpretazioni. Tralasciando i bilanci complessivi di una stagione (disastrosa) compromessa per buona parte dalla pandemia e dalla chiusura dei locali, ci concentriamo in questa fase nel valutare l’andamento del settore nei mesi di attività, in modo da verificare se l’andamento del mercato risulta essere in linea con quello delle passate stagioni. Anticipando la risposta che, purtroppo, risulta essere negativa. Stando alle elaborazioni di Gioco News sui dati provenienti ai principali concessionari italiani che qui proponiamo in anteprima, in effetti, emerge come nel periodo di piena ripartenza del settore, cioè quello compreso tra luglio e settembre (l’unico, peraltro, che consente un confronto tra gli ultimi due anni, a causa dei due periodi di lockdown che hanno tenuto fermi i locali da marzo a giugno del 2020 e dal successivo ottobre fino a giuno 2021), la raccolta dell’intero segmento (Awp + Vlt) è stata di 7,885 miliardi di euro, cioè pari al 2,70 percento in meno rispetto all’anno precedente (anch’esso compromesso dal lockdown) e inferiore di ben il 28,4 percento rispetto al 2019, cioè prima del coronavirus. Provocando una parallela e inevitabile riduzione anche per le entrate erariali, diminuite dal 3,3 percento rispetto all’anno precedente e del 18,2 percento rispetto al pre-pandemia.
TOT. APPARECCHI Raccolta Spesa Erario
AWP N. apparecchi Raccolta Spesa Erario
LUG-SET 2019 LUG-SET 2020 LUG-SET 2021 Δ 21/20 Δ 21/20
11.013 8.104 7.885 -2,70% -28,40% 2.483 2.057 2.020 -1,80% -18,60% 1.614 1.366 1.321 -3,30% -18,20%
244.860 221.000 223.700
1,20% -8,60% 5.424 4.413 4.175 -5,40% -23,00% 1.710 1.500 1.446 -3,60% -15,40% 1.172 1.052 1.002 -4,80% -14,50%
VLT N. apparecchi Raccolta Spesa Erario 57.370 56.140 55.900
-0,40% -2,60% 5.589 3.691 3.710 0,50% -33,60% 773 557 574 3,10% -25,70%
442 314 319 1,60% -27,80%
Elaborazioni GiocoNews.it su dati provenienti dai principali concessionari italiani. (Numero apparecchi indicato in unità; raccolta, spesa ed erario in milioni di euro)
Ma se il calo è da ritenere più “moderato” per le slot “da bar”, che risultano indietro come raccolta di circa il 5,4 percento rispetto allo scorso anno e del 23 percento rispetto al 2019, ad accusare il colpo peggiore sono sempre le videolottery, che risultano indietro di oltre il 33,5 percento nella raccolta rispetto al periodo pre-Covid. Ed è facile comprenderne le ragioni. Quello che descrivono i dati, in estrema sintesi, è un trend fortemente negativo ad agosto, quando si è raggiunto addirittura un picco del meno 40 percento sulla raccolta delle Vlt, per quello che è stato definito “effetto green pass”, con le visite nei locali fortemente scoraggiate dal nuovo requisito reso obbligatorio dalla legge a partire dal sei del mese. Tale effetto, tuttavia, è stato in gran parte smaltito e assorbito a settembre, quando c’è stata una lieve ripresa: dopodichè si è tornati ai livelli precedenti, di un “meno” 20 percento, sempre sulle videolottery, che rappresenta ormai un trand consolidato dopo l’introduzione della tessera sanitaria, a partire dal 2020. Discorso a parte, ma non troppo, è da fare per le Awp dove la situazione è leggermente migliore, in quanto in questo segmento, oltre a non esserci l’obbligo di tessera sanitaria ed essendo fruibili in ambienti generalisti, c’è anche la possibilità di intrattenersi con spese minori, che diventa un fattore rilevante in periodi di crisi economica diffusa. A dare una lettura più approfondita dei numeri è Matteo Marini, amministratore delegato del concessionario Admiral Gaming Network che spiega: “Quello che possiamo dire, in estrema sintesi e senza tanti giri di parole è che il 2020 e il 2021 sono stati due anni a dir poco drammatici per il settore degli apparecchi, a differenza di altri segmenti del gioco, come per esempio l’online, che abbiamo visto crescere esponenzialmente”. Per quanto riguarda la differenza tra i due prodotti “terrestri”, Marini evidenzia che “la perdita di spesa sugli apparecchi come effetto combinato di tessera sanitaria, leggi regionali e disponibilità economica è ormai da ritenere strutturale, guardando i dati di queste due stagioni e guardando i diversi trend di slot e Vlt. Ma provando a guardare al gioco da un’altra angolazione, diventa evidente che il settore degli apparecchi si conferma un ‘bene’ di consumo alla pari di tutti gli altri, che segue quindi le stesse dinamiche economiche, smontando quella tesi diffusa e mai dimostrata seconda la quale in tempi di crisi di giocherebbre di più”. Ma cosa si dovrebbe o potrebbe fare per risollevare le sorti di una filiera così fortemente compromessa da questa situazione? “Per arginare la crisi servirebbe non solo il riordino di cui si parla da tempo, andando a risolvere l’annosa questione territoriale, ma servirebbe più in generale un diverso approccio e una maggiore attenzione al comparto, tenendo conto della realtà del mercato e della sua variazione negli anni”, spiega ancora Marini. “Il riordino, pertanto, deve essere impostato attraverso uno sguardo di insieme del sistema gioco e del sistema paese, valutando gli aspetti cardine alla base dell’esistenza del comparto, che sono espressione dei valori costituzionali, cioè la tutela della legalità, la sicurezza e salute dei cittatini, ma anche la tutela delle imprese che hanno creduto e investito nel sistema messo in piedi dallo stato nel creare un mercato sicuro e regolato che rappresenta un valore che non può essere disperso”.
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Per saperne di più su “effetto green pass” e andamento della raccolta: