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Merito e investi menti
Merito e investimenti
di Michela Carboni
nche all’ippica spetta un posto, seppur piccolo, nella legge di Bilancio 2022. Nel testo campeggia infatti un riferimento al settore, dopo l’accoglimento dell’emendamento in materia proposto dai senatori di Italia viva Davide Faraone e Donatella Conzatti per l’istituzione di un fondo presso il ministero delle Politiche agricole, con risorse per 3 milioni di euro per il 2022 e 4 milioni di euro per il 2023, “al fine di garantire il funzionamento degli impianti ippici di recente apertura”. Anche il Movimento Cinque stelle aveva presentato una proposta di modifica al testo, che faceva riferimento all’ippica, firmata dal senatore Gabriele Lanzi, la quale è stata però respinta. Si trattava di un emendamento che interveniva sul programma di spesa dello Stato di previsione del ministero delle Politiche agricole “al fine di aumentare le risorse destinate al settore ippico, prevedendo anche per il 2022 il medesimo stanziamento del 2021”, ricorda Lanzi. “Del tutto inopinatamente, infatti, il disegno di legge di bilancio ha previsto un’ulteriore riduzione del 15 percento delle risorse che rischia di avere gravi conseguenze per molte società di corse, ma anche ripercus-
Asioni sociali sui lavoratori e sugli operatori del settore. Dobbiamo fare di tutto affinché le risorse stanziate per questo settore siano congrue, proprio per questo mi sono già attivato con il ministro affinché ciò avvenga e si evitino nuovi tagli”. Il settore da tempo chiede al Governo degli interventi mirati per un suo rilancio. Cosa ne pensa e come il Governo dovrebbe intervenire? “La filiera ippica merita massima considerazione. Negli ultimi anni è stata troppo a lungo dimenticata e anche penalizzata a causa di alcune scelte non proprio oculate fatte dei predecessori dell’attuale ministro Stefano Patuanelli. È proprio con lui che stiamo cercando di avviare un percorso condiviso che parta proprio dall’ascolto delle istanze degli operatori del settore e che potrà condurre ad una riforma organica in grado di dare un vero e proprio rilancio alla filiera”. In che modo andrebbe rivista la governance del settore? “Chiaramente nell’ambito dell’auspicata riforma organica del settore non potrà mancare anche un nuovo assetto della governance che sia in grado di prendere
Il senatore pentastellato Gabriele Lanzi sostiene che la filiera ippica merita massima considerazione e una riforma strutturata
N O AL B L O C C O D E L L E C O R SE
“Siamo disponibili a continuare l’attività di organizzazione delle corse nei prossimi mesi di gennaio e febbraio”. È questo, in sintesi, il messaggio inviato al sottosegretario del ministero delle Politiche agricole, Francesco Battistoni, dalle società di corse aderenti al Gruppo ippodromi associati, nonché al Coordinamento ippodromi, all’associazione nazionale ippodromi e dalle società Snaitech Spa per gli ippodromi di Milano e Montecatini e la società Valentinia per l’ippodromo di Pontecagnano. Tale dichiarazione segue quelle rese dal sottosegretario Battistoni nel corso dell’incontro con la filiera tenutosi lo scorso 17 dicembre, nel quale ha assicurato che “il Mipaaf provvederà, indipendentemente dallo stanziamento che sarà previsto nella legge di Bilancio 2022, ad incrementare i fondi sul capitolo 2297 (destinato al pagamento dei servizi resi dalle società di corse) mediante atti formali dell’ente, nella misura necessaria a garantire ad ogni società di corsa le medesime spettanze dell’anno 2021, l’incremento del capitolo 2297 sarà effettuato utilizzando fondi appostati su altri capitoli di competenza del Mipaaf” e che si concretizzeranno in “una serie di iniziative (Direzione generale dell’ippica, riduzione dei tempi di pagamento dei premi, ecc.) finalizzate al miglioramento dello stato del settore”.
decisioni importanti, con la massima competenza e quanta più autonomia possibile, al fine rendere l’ippica un’attività attrattiva anche nei confronti dei più giovani, contrastando con fermezza ogni pratica scorretta che rischia di comprometterne la credibilità e lo spirito competitivo”. Gli ippodromi a suo avviso come andrebbe ripensati e rilanciati? “Merito e investimenti: queste sono le due direttrici che andrebbero premiate maggiormente anche nell’ottica della distribuzione delle risorse assegnate al settore. Servono impianti efficienti in grado di offrire servizi e di ospitare anche importanti eventi europei, oltre che, come anticipato, di essere aperti anche ai più giovani, tramite gare ufficiali a loro dedicate”. Sono un volano per il turismo? “Assolutamente. Prima ho parlato di eventi europei. Lo scorso novembre sono stato all’ippodromo di Modena che ha ospitato il Gran Premio Unione Europea di trotto, che ha visto grande partecipazione e in un clima festoso e gradevole grazie alle tante iniziative proposte dalla modenese”. I comuni in che modo possono incentivare gli ippodromi per coinvolgere anche le famiglie ed essere un punto di riferimento per le città? “Prima di tutto è necessaria un’attività promozionale sul territorio che il comune può sicuramente effettuare tramite interventi ad hoc, ma al contempo serve che venga rimpolpato quel tessuto sociale in grado di educare i nostri giovani ad attività sane e stimolanti. In questo, sono tutte le istituzioni ad avere una grande responsabilità e devono fare la loro parte”. Crede che occorra anche una modifica delle scommesse ippiche? “Qualche giorno fa, proprio durante un incontro con il presidente dell’ippodromo Ghirlandina di Modena, Alessandro Arletti, parlavamo del fatto che la tassazione sulle scommesse ippiche sia la più alta in assoluto. Fermo restando che bisogna muoversi nell’ambito del gioco responsabile, non va affatto bene se consideriamo che quando si fa una scommessa si punta non solo sulla corsa, ma indirettamente si finanzia il settore e quindi il fantino, la crescita del cavallo. A differenza di quando si scommette su eventi internazionali o giochi multimediali che nulla portano di indotto. Servirà anche intervenire su questo tema, fermo restando che anche quello dei flussi delle scommesse deve assumere un peso nella definizione del riparto delle risorse tra i vari ippodromi”.
Lui chi è?!?
Gabriele Lanzi nasce a Sassuolo (Modena) il 7 ottobre del 1957. Ha lavorato a lungo nel settore ceramico come operaio e impiegato presso Marazzi Group e successivamente Panariagroup, dove è giunto ad occupare la posizione di quadro dirigente. Il 2 giugno 1994 viene nominato Cavaliere della Repubblica Italiana su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In occasione delle elezioni politiche del 2018 viene eletto senatore nel collegio plurinominale EmiliaRomagna - 02 con il Movimento Cinque Stelle. Ha contribuito attivamente alla crescita di quest’ultimo nel modenese sin dalla fondazione nel 2009, in quanto responsabile dell’organizzazione e della nomina dei rappresentanti di lista. Dal 21 giugno 2018 è membro della 10ª Commissione permanente industria, commercio e turismo. Dal 3 luglio 2018 fino al 9 novembre 2021 ricopre il ruolo di segretario del gruppo Movimento 5 Stelle. Dal 1 agosto 2019 all’8 giugno 2020 è membro della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”. Subentra temporaneamente in due occasioni al sottosegretario di stato Gianluca Castaldi in qualità di membro della 6ª Commissione permanente finanze e tesoro (dal 23 settembre 2019 al 30 settembre 2019) e della 3ª Commissione permanente affari esteri ed emigrazione (dal 3 febbraio 2020 al 10 febbraio 2020).
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GABRIELE LANZI
PH. JAMIE STREET, UNSPLASH Sergio Milesi, amministratore delegato della società Led Srl, fa il punto sul settore e sottolinea come la pandemia stia mettendo alla prova un'industria già in difficoltà
LA DURA VITA DELL’AMUSEMENT
IL
SERGIO MILESI mondo del puro intrattenimento, lo abbiamo detto più volte, non se la passa bene e la pandemia non ha fatto altro che rafforzare lo stato di crisi in cui versa ormai da troppo tempo. A fare il punto della situazione è Sergio Milesi, amministratore delegato della società Led Srl, il quale sottolinea: “L’intrattenimento svolto nelle sale giochi, che sono oggi dei centri divertimenti al coperto ‘indoor’, ha subìto un’importante trasformazione negli ultimi decenni. Fino alla fine degli anni ‘90 le sale giochi fiorivano in tutta Italia, poi l’avvento degli apparecchi con vincita in denaro e delle consolle e Pc che permettevano il gioco da casa, ha di fatto fermato lo sviluppo delle attività di intrattenimento delle sale giochi. Il settore amusement si è poi concentrato nei centri di divertimento per le famiglie e ha ripreso vita offrendo un divertimento non solo tramite i videogiochi, ma inserendo altre forme di intrattenimento. Il periodo che stiamo vivendo in seguito alla pandemia ha messo in seria crisi il settore, che ha subito una chiusura totale di oltre undici mesi a partire da marzo 2020”. Quali sono le richieste che occorre avanzare in ambito politico? “Bisognerebbe cambiare l’approccio normativo, che per evitare che gli apparecchi videogiochi a gettone fossero utilizzati per il gioco d’azzardo illegale, ha reso complicato l’importazione e l’installazione di tutti quei videogiochi o simulatori, tramite l’omologazione e certificazione. Apparecchi che, per competere con il mercato dell’home entertainment, oramai hanno dimensioni e costi tali che, oltre a non essere economici, non permettono la trasformazione per l’utilizzo di tali giochi per il settore del gioco d’azzardo illegale”. In che modo a suo avviso va tutelato il comparto? “Il comparto potrebbe essere tutelato più facilmente se l’installazione degli apparecchi da intrattenimento fosse autorizzata solamente all’interno di spazi di una certa dimensione, che detengano una licenza articolo 86 Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps), e non in esercizi commerciali al dettaglio, edicole, aree aperte al pubblico e circoli privati. In questo modo sarebbe facilitato anche il controllo del rispetto delle normative e dell’utilizzo degli apparecchi, visto il numero limitato di attività idonee all’installazione degli stessi”. Le misure per il contrasto del Covid che ricadute hanno avuto sul settore? “Le normative in questo periodo emergenziale hanno ridotto drasticamente l’affluenza della clientela. Dal suo riavvio, avvenuto a luglio 2021, il settore sta subendo oltre il 30 percento del calo dei ricavi, senza una riduzione dei costi fissi, con l’aumento anche dei costi energetici dettati dal periodo”. In che modo le sale giochi possono attirare nuovo pubblico? “Le sale giochi devono diventare dei centri di intrattenimento per famiglie, devono essere progettate per ospitare persone di diverse fasce d’età, bambini e adolescenti e fornire esperienze di divertimento attraverso diverse attrazioni: videogiochi, bowling, biliardi, aree giochi e zone per la realtà virtuale (Vr), arene laser e tutte le nuove forme d’intrattenimento che il mercato offre. Devono essere dotate di tutti i servizi di accoglienza e ristorativi per la clientela. Le sale giochi devono offrire una vasta gamma di attività di intrattenimento per tutte le età ad un costo per persona inferiore rispetto a parchi di divertimenti tematici. Importante per consolidare i risultati, è la gestione del marketing e della fidelizzazione della clientela tramite programmi di affiliazione che devono premiare tutti gli avventori”. A livello normativo cosa va cambiato? “A livello normativo vanno cambiate tutte le norme che limitano l’importazione e l’installazione degli apparecchi di intrattenimento. Norme troppo complicate anche in seguito all’attuazione dell’ultimo decreto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che obbliga l’omologa di tutti i giochi che si trovano in circolazione e di futura installazione”. Come è iniziato il nuovo anno per il settore del gioco senza vincita in denaro? “Il 2022 ha avuto un pessimo inizio. L’ultimo decreto del Governo, che ha inserito nuove regole per l’accesso della clientela e il dilagare della nuova variante del virus che sta fermando moltissime persone a casa, rende sempre più problematico il prosieguo delle attività”.
di Michela Carboni
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