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GLI APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI AI QUALI NON PUOI MANCARE

The international appointments that you can’t lose

MARZO | MARCH 2023

Scopri tutti gli eventi esports qui:

Enada Primavera, Fiera di Rimini www.gioconews.it/eventi.aspx

14 – 16

Deal 2023 (Dubai Entertainment, Amusement & Leisure Show)

Dubai World Trade Centre, Dubai, Emirati Arabi www.dealmiddleeastshow.com

15 – 17

Raapa Expo 2023 (Amusement Rides and Entertainment Equipment)

Pav 57, Vdnh, Mosca, Russia www.raapa.ru/en/exhibition/

21 – 23

Asean Gaming Summit 2023

Shangri-La at the Fort, Manila, Filippine www.aseangaming.com

27 – 30

Amusement Expo International 2023

Las Vegas Convention Center, South Hall 1 Las Vegas, Nevada, Stati Uniti www.amusementexpo.org

27 – 30

Indian Gaming Tradeshow & Convention 2023 San Diego Convention Center California, Stati Uniti www.gatexpo.net/en

29 – 30

Gat Expo 2023 – Gaming & Technology

Cartagena, Colombia https://sigma.world/eurasia/

29 – 30

Prague Gaming & Tech Summit ’23

Vienna House Andel’s, Praga, Repubblica Ceca https://hipther.com/events/prague/

30 – 31

BiG Africa Summit Esperors Palace, Johannesburg, Sud Africa www.bigafricasummit.com

2 – 13

Sharkbay 300k Gtd Grand Casino Bendern, Liechtenstein www.eurorounders.com

9 Women in Games Careers, Development & Networking Expo online www.womeningames.org/events/women-in-games-careers-networking-expo-2/

11 – 12

TORNEO FLIPPER SPORTIVO

Fee Pinball Tournament

Feexpo, Fiera di Bergamo www.ifpaitalia.com/evento/fee-pinball-tournament/?instance_id=92

13 – 20

Eureka Poker Tour

King’s Resort, Rozvadov, Repubblica Ceca www.eurorounders.com

14 – 16

TORNEO FLIPPER SPORTIVO

Jersey Jack Pin fest at Enada

2 a edizione

Enada Primavera, Fiera di Rimini www.ifpaitalia.com/evento/jersey-jack-pin-fest-at-enada-2-edizione/

20 marzo - 2 aprile

Estrellas Poker Tour

Casino Gran Madrid, Madrid, Spagna www.pokerstarslive.com

31

TORNEO ESPORTS

Tekken World Tour 2023 online https://tekkenworldtour.com/

30 marzo – 1 aprile

ReMida Deep Spring Edition

Perla Resort, Nova Gorica, Slovenia www.eurorounders.com facciamoci qualche altro amico.

I fatti certi: 1.

Il vino fa male. Anche quello buono, anche quello “organico” e anche in dosi basse e moderate (purtroppo gli studi dimostrano che è così). 2. Anche il gioco fa male, ma solo quando è associato a un comportamento compulsivo. Nessuno ha mai sostenuto che giocare e perdere cifre modeste faccia male alla salute (a parte i preti, ma finalmente le loro opinioni sono irrilevanti).

Il vino, a ragion di logica, dovrebbe essere disincentivato più del gioco, tassato più del gioco e la pubblicità vietata più del gioco.

Da quando sono nel gaming ho sentito spesso argomentare che il gioco dovrebbe aspirare ad avere un trattamento simile al vino. E mi sono arrabbiato perché no, it doesn’t make sense. Però c’è una verità in quella posizione. Perché nelle scorse settimane tutti i partiti - non so se mi spiego: tutti - hanno approvato una risoluzione contraria all’etichettatura sui rischi del vino chiesta dall’Irlanda per un’applicazione in Irlanda. La risoluzione “impegna il governo a contrastare in ogni sede, ne rafforza l’azione e gli dà un mandato più forte ad agire presso la Wto e la Corte di Giustizia Ue”. Per essere certo di essermi spiegato bene: non vogliono che in Irlanda possano scrivere sull’etichetta una cosa vera.

Di fronte a questo la politica italiana - tutta! - ha avuto la reazione tribale degli ultras quando l’arbitro fischia un rigore netto contro. Sono state messe in campo le brutte bestie del nazionalismo e della tradizione. “Nessuna etichetta potrà mai mettere in discussione la qualità di un prodotto #madeinitaly

COQ AU VIN (VINO E GALLINE)

ammirato ed esportato in tutto il mondo”. (Gian Marco Centinaio, ex ministro Agricoltura, Lega.)

“Il vino è parte integrante della nostra cultura ed equipararlo al fumo è pura follia” (Diego Fusaro, influencer marxista, poster boy dei terroristi russi.)

Poi sono arrivati i lobbisti in eccesso di zelo: “Il vino in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi.” (Ettore Prandini, direttore Coldiretti.)

Generatori automatici di opinioni da bar: “Ma anche se ti bevi tre litri d’acqua, stai male, evidentemente. Che cosa facciamo? Mettiamo sulle bottiglie della Levissima che è potenzialmente pericolosa?” (Matteo Salvini, who else?)

Nuovi dorotei ma senza il dono della sintassi: “Quello che chiediamo è un’etichetta che specifichi non che il vino fa male, va bene anche per l’alcol, dove si specifica quello che fa come danni l’eccesso e eventualmente quello che fa di positivo” (Francesco Lollobrigida, FdI). L’industria vinicola può fare marketing quasi come gli pare, mettere Brad Pitt nella pubblicità del Miraval, sponsorizzare le cafonate di capodanno sulla Rai e Mediaset, avere marchette infinite su Linea Verde e derivati, per non parlare - ovviamente - di fondi europei, crediti agevolati per l’agricoltura, sovvenzioni pubbliche per fiere, promozione all’estero, regime privilegiato per consorzi, cooperative e società agricole. Tutto lecito e giustissimo. Ma in cambio, lo Stato non ottiene nemmeno che l’industry accetti un avviso di salute pubblica su un’etichetta in Irlanda. Se ora iniziassi il paragrafo che ho in mente, e che inizia con “Invece, il gioco…” otterrei solo di montarvi la bile a maionese; che è ciò di cui son specialisti i politici di cui sopra, e che io non voglio fare, perché un politico, per fortuna, io non lo sono mica. È più utile dire un’altra cosa, secondo me: cioè che c’è un’area del mondo del gioco che condivide già col vino la presbiopia della politica, ed è il gioco che viene inquadrato come funzionale alla loro tenace ostilità al presente (quel presente che vedono male, confuso, come i presbiti vedono da vicino) in favore del passato (che vedono chiaro e soave, come i presbiti vedono benissimo il lontano). Casi in punto: l’accanimento terapeutico sui casinò pubblici, le assurde deroghe per le lotterie e il lotto rispetto al regime degli altri giochi, la venerazione necrofila per il Totocalcio, la nostalgia vitellona per l’ippica. Per i politici se i giochi sono vecchi non sono cattivi, non fanno male. Come il vino. Sono cattivi solo i giochi nuovi. Senza dubbio fra trent’anni avremo i politici difensori dei bingo, delle Vlt delle galline, delle ricariche dai tabaccai, del blackjack di playtech (ma solo desktop, per il mobile reggerà ancora l’adagio del “casinò in tasca”) e per il poker, uf, faranno il torneo ufficiale tra parlamentari (e giocheranno sit and go 10-max coi bui lunghi come ai bei tempi). Dobbiamo solo aspettare, come il vino in cantina, di diventare storia.

Uno dei temi attuali oggetto di conversazione, è scaturito da un intervento di Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, durante il quale ha utilizzato il termine permacrisis: neologismo che vuole indicare un periodo esteso di instabilità e insicurezza, che è stato definito “parola del 2022”. Nel nostro settore conviviamo con instabilità e insicurezza da sempre: aspetti che per altro non solo legati a momenti di incertezza di mercato, ma spesso - forse troppo spesso - a tempeste normative e cambi delle regole del gioco mentre si sta giocando. Anche perché il mercato, a voler essere sinceri, si sta comportando bene, con numeri che, a detta degli stessi operatori, ricordano il periodo pre-pandemia (chissà se esiste già un acronimo tipo a.C. o d.C.). Sicuramente sono cambiate abitudini e frequenze di consumo, sia per il retail tradizionale che per quello legato al tempo libero. Il concetto di “crisi” va quindi interpretato non come una situazione in cui emergenze continue si susseguono senza tregua e su più fronti, ma ritornando al significato etimologico originale della parola, un termine agricolo che indica un’attività di separazione del grano dalla pula. Quindi “crisi” diventa separazione, scelta, una nuova modalità, una svolta.

Partiamo da qui per ribadire, repetita iuvant, che è quindi decisamente più corretto parlare di nuovi parametri di normalità, piuttosto che di periodi negativi perduranti, prima di tutto perché, come abbiamo già detto, non è poi tutto così nero, poi per non permettere uno scarico di responsabilità verso entità terze, giustificando oltretutto la mancanza di reazioni energiche. Primo passo, conoscere veramente il target di riferimento. E spendiamoli due soldi

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