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Come si cambia (per non morire)

CI SONO TRE TIPI DI AZIENDE: QUELLE CHE DETERMINANO IL CAMBIAMENTO, QUELLE CHE LO GESTISCONO AL MEGLIO, QUELLE CHE SI CHIEDONO COSA SIA SUCCESSO.

a cura di Michele Bragantini per fare delle ricerche di mercato serie che ci permettano di conoscere davvero i nostri clienti, quello che vogliono, che cercano, come lo vogliono, quanto spesso e quanto quello che vogliono deve costare. L’Italia evidenzia un mercato retail maturo, alla ricerca di nuove formule per diventare attrattivo, scenario che comprende anche il nostro settore. Conoscere vuol dire acquisire nuovi standard di competitività, convincersi che oggi non basta solo sapere cosa proporre, livello al quale dobbiamo onestamente ammettere di esserci spesso fermati. Oggi le polarità commerciali parlano sommariamente di leisure, con il rischio di una tendenza alla semplificazione, alla riduzione a imprecisate forme di sedicenti modelli di svago o di aggregazione sociale. Ma ci sono casi virtuosi, Centri commerciali che attraverso opportune survey, tracciano attendibili modelli di consumatori e centrano l’offerta leisure con efficacia, con risultati che fanno riflettere anche chi, come chi scrive, fa questo lavoro da anni ed a volte pensa, ahimè, di sapere già tutto. Il nostro valore si esprime quindi nella lettura dei dati certi, nell’interpretazione corretta di nuovi modelli e nella conseguente capacità di elaborare efficaci leve strategiche di marketing, di gestione, di mix di offerta. Un’analisi profonda e professionale, tornando a bomba, permette di individuare strade e formule nuove che ci permettano di essere performanti nel momento della svolta. Ma non basta. Quanto abbiamo visto finora è un procedimento complesso, che ha necessità di informazioni, di capacità di analisi e di una metodica ed attenta applicazione. Ha bisogno di una squadra preparata, in grado di rendere concreti i pensieri e trasformali in azione con coerenza. Le informazioni diventano quindi un valore condiviso, gli obiettivi strategici dell’azienda un patrimonio comune del gruppo di lavoro, assicurando l’impresa che l’equipaggio remi compatto, tutti nella stessa direzione. E come in tutti i team che si rispettino, l’affiatamento tecnico e la sincronizzazione fanno la differenza e determinano il successo, che si raggiunge con l’allenamento. Nel nostro caso, vorrei sostituire la parola “allenamento” con “condivisione e formazione”. Sulla condivisione non mi soffermerei, mi sembra palese come sia indispensabile condividere con il team, gli obiettivi che si intendono raggiungere. Sulla formazione mi citerei: e spendiamoli due soldi per formarci e formare i nostri collaboratori.

Michele Bragantini | Si forma in marketing e business administration. Attualmente è uno degli amministratori di Robox, holding del Gruppo Marai e presidente di Optima Gaming Service. È inoltre attivamente coinvolto nell’industria dei centri commerciali, membro del Cncc (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali), coordinatore della commissione Food & Leisure. Svolge attività di advisor per catene retail ed è vicepresidente di due consorzi.

Gli scenari cambiano, come abbiamo visto, gli strumenti di lavoro si evolvono, le tecnologie si perfezionano: tutti elementi che necessitano di piani di formazione continua, qualificata e mirata, con programmi gestiti da professionisti che conoscano il settore e aiutino l’impresa a implementare i risultati. Il 2023 offrirà interessanti possibilità, ma solo a chi sarà preparato a coglierle.

BaBu: sono queste due le sillabe - prese dal suo cognome e da quello di suo marito Alberto (Barbiero) – che compongono il nome del locale con cui Beatrice Busatta ha conquistato il titolo di miglior “Pasticciere emergente 2023” per la guida del Gambero Rosso. Il (primo) coronamento di un percorso , che ha visto i loro destini incrociarsi – in un corso di formazione in alta pasticceria alla Cast alimenti, scuola fondata da Iginio Massari e da Vittorio Santoro, e poi in uno stage con Denis Dianin – più volte fino a sfociare nell’agosto 2021 all’apertura del “loro” locale, che si propone di rivisitare in chiave contemporanea la tradizione della pasticceria italiana e francese con un’offerta dolce/salato che copre tutto l’arco della giornata.

“Ho sempre avuto una grande passione per il cibo, il buon cibo. Nel periodo universitario ho approfondito questa passione, indirizzandomi sempre più verso il mondo dolce, e alla fine della triennale mi sono decisa a fare il passo di iscrivermi a Cast alimenti perché il lavoro per il quale studiavo era troppo statico e ripetitivo per la mia indole, mi annoiava. Qui è scoppiato l’amore e non ho più cambiato strada”, esordisce

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