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SURFING

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Mauritius

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PERCHÉ CAVALCARE L’ONDA NON È SOLO UNO SPORT MA UN MODO DI INTENDERE LA VITA.

di Virginia Ludovisi

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Anche se non ha mai cavalcato l’onda, Jim Heimann, antropologo, brillante illustratore e collezionista, la cultura del surf è come se l’avvesse vissuta in prima persona, sin da quando dodicenne, trascorreva le sue giornate ammirando il popolo del surf sulle spiagge della California del Sud dove è cresciuto. E Heimann non ha alcun dubbio che proprio gli anni della sua formazione, i mitici Sessanta, siano da considerare la golden age di uno sport destinato a divenire una vera filosofia di vita, contagiando i differenti ambiti artistici e creativi. Nulla deve essere sembrato allora più naturale all’executive editor di Taschen America, che confezionare per la sua casa editrice “Surfing. 1778–2015”, un maestoso volume di ben 600 pagine in cui condensare, attraverso un racconto per immagini dal forte impatto visivo

– più di 500 le foto raccolte in due anni e mezzo di accurate ricerche – oltre duecento anni di storia e cultura dello sport dei Re. E mai definizione sembrerebbe essere più indovinata, considerando che è alle isole Hawaii che ottocento anni fa il surf ha assunto una sua identità culturale, e che i Re dell’arcipelago ne fecero ben presto lo sport ufficiale. Da allora la tavola è divenuta a tutti gli effetti un modo di intendere la vita, e va da sè che è proprio questo aspetto che sin da subito ha affascinato Heimann, che ha pensato bene di celebrarne le grandi imprese, dentro e fuori dall’acqua, dai grandi reef del mondo al surf inteso come lifestyle. Il tutto suddiviso in cinque capitoli scanditi da un ordine cronologico e accompagnati da brevi saggi firmati dai più esperti giornalisti ma non solo, perchè il surfing ha fatto breccia anche

Although he has never ridden the wave, Jim Helmann, an - thropologist, brilliant illustrator and collector, seems to know the surf culture very well, ever since the age of twelve, spent his days watching the surf guys on the Southern California beaches where he grew up. And helmann has no doubt that right the years of his formation, the legendary sixties, have to be considered the golden age of a sport destined to became a real philosophy of life, influencing different artistic and creative areas. Nothing must have seemed more natural then for the executive editor of Taschen American, who created for his publishing house “Surfing. 1778-2015”, a majestic volume of 600 pages in which collect, through a story in Images with a strong visual Impact - more than 500 pictu- res collected in two and a half years of painstaking re - search - more than two hundred years of history and culture of the sport of Kings. And never definition would seem more right, considering that was in the Hawaii islands that eight hundred years ago the surf achieved a cultural identity, and that the Kings of archipelago soon made it the official sport. Since the the board has become a way of understan - ding life, and it precisely this aspect that has fascinated Heimann, who wanted to celebrate the big adventures, in and out of water, of the great reef of the surf world understood as lifestyle. All divided into five chapters marked by a chronological order and accompanied by brief essays by the most experienced journalists, but not only, because surf has also made inroads in sul terreno dell’illustrazione, come della musica, del cinema, del design e della moda. E a proposito, fa notizia che lo sport dei Re abbia contagiato per così dire, anche Victoria Beckham. L’ex Posh ormai ben salda alla guida del suo omonimo brand di moda, per la collezione primavera estate 2016 presentata a New York, non rinuncia a belle stampe dal tocco artistico ispirate proprio al surf. “Di ogni mio viaggio assorbo tutto”confida la signora Beckham, cavalcando l’onda di uno stile più che mai contemporaneo, nel segno di una femminilità in perfetto equilibrio tra eleganza e praticità. Non stupisce poi sapere che addirittu- ra la surfista neozelandese Danielle Clayton abbia fondato un suo marchio Salt Gypsy, lanciando il leggins da onda, in lycra/spandex con filtri UV e ad asciugatura rapida per proteggere il corpo dal sole, così come dalle insidie del reef e dalle punture di meduse. Chissà cosa ne penserebbe oggi il Capitano James Cook, che nel 1778 fu il primo occidentale ad assistere a un’esibizione di surf navigando verso Tahiti. “La ragione di questa pratica sta nel divertimento – scriveva - non si tratta di prove di abilità e con buone onde è comprensibile come deve essere piacevole”. Nasceva così la tribù del surf. the field of illustration, music, film, design and fashion. And by the way, it is in the news that the sport of Kings has charmed even Victoria Beckham. The former Posh now firmly at the helm of her own fashion brand, for the Spring Summer 2016 collection presented in New York, does not give up beautiful artistic prints inspired by the surf. “I absorbs everything of all my travels” confides Ms. Beckham, riding the wave of a contemporary style, in a sign of femininity in a perfect balance between elegance and practicality. It’s not a surprise then to know that even the New Zealand surfer Danielle Clayton has founded her own brand Salt Gypsy, launching the wave leggings, in lycra/spandex with UV filters and quick-drying to protect the body from the sun, as well as from the reef pitfalls and from jellyfish stings. Who knows what would think today Captain James Cook, who in 1778 was the first Westemer to witness a surfing exhibition sailing to tahiti.

“The reason of this sport is fun - he wrote - is not about tests of skill and with good waves is understandable how it should be plea-sant”. Thus was born the surfing tribe.

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