Colori // pittura & musica

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PITTURA

GIANNI BERGAMELLI RINO CARRARA CALISTO GRITTI TRENTO LONGARETTI MINO MARRA ATTILIO STEFFANONI

&MUSICA

& GIANLUIGI TROVESI MARCO REMONDINI STEFANO BERTOLI

ANTONIA ABBATTISTA F I N O C C H I A R O VOCE NARRANTE



COMUNE DI ALBINO Con il patrocinio

ATENEO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI DI BERGAMO


PITTURA

&&MUSICA Organizzazione Associazione Culturale Orchestra Salmeggia Con il patrocinio di

Main sponsor

Sponsors

Divisione Nuova MAA

Agenzia Generale Maffeis&Capelli, Nembro (Bg)

Sponsor tecnico

Inoltre si ringrazia per la decorazione floreale e il rinfresco

Un grazie di cuore all’Amministrazione Comunale di Albino Assessorato alla Cultura Sig.ra Patrizia Azzola Dott.ssa Marialuisa Madornali Sig. Andrea Fassi

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&MUSICA

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PITTURA


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La capacità di unire linguaggi artistici differenti è profondamente radicata nella tradizione lombarda. Pensiamo, ad esempio, a quella mirabile commistione di musica e immagini che va in scena quotidianamente nei nostri teatri lirici anche grazie al sostegno di Regione Lombardia.

In questo filone bene si colloca la mostra in programma ad Albino che vede la partecipazione di pittori e musicisti già apprezzati dal pubblico. Ancora una volta, dunque, in Lombardia le arti andranno a braccetto alla ricerca della bellezza e dell'emozione.

Agli artisti e agli organizzatori esprimo il plauso di Regione Lombardia per questa iniziativa che arricchisce il panorama culturale del nostro territorio, offrendo ai cittadini la possibilità di approfondire la conoscenza del linguaggio artistico dei nostri giorni.

Roberto Formigoni Presidente della Regione Lombardia

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UNA PROPOSTA MODERNA IN UN SOLCO ANTICO

La musica incontra l’arte, le note magiche di Gianluigi Trovesi avvolgono la creatività di maestri della pittura come Longaretti, Marra, Gritti, Carrara, Steffanoni, Bergamelli: su questo percorso comune si accendono emozioni uniche, rare, da vivere. Sono momenti scanditi da grandi sensibilità e da tocchi di estro, ciascuno con il proprio sentire. Ecco allora colori che esprimeranno figure e forme, note che dal pentagramma diventeranno suoni: e insieme daranno vita alla bellezza e al godimento interiore che ciascuno prova in una mostra e in un concerto. Se poi i due mondi si fondono in una proposta unica come questa della città di Albino, il risultato non potrà essere che di una proposta assolutamente da cogliere e da vivere. ”Un paese ci vuole…” scrisse Cesare Pavese e questo paese, che si presta meravigliosamente per questo incontro di arte e musica, è Albino, che è terra d’arte e di musica di antica e solida tradizione. Con questa iniziativa Albino si riaggancia a due grandi figure del suo passato come il pittore Giovanni Battista Moroni, nato nella frazione di Bondo Petello e come Federico Gambarelli, che prima di abbracciare la vocazione sacerdotale, calcò come tenore con grande successo, teatri prestigiosi in Italia e all’estero. Anche l’Orchestra da camera di Nembro, che già si è circondata di solida fama con le sue esibizioni in Italia e su scala internazionale, porta il nome di un pittore seriano come Enea Salmeggia (1546-58?-1626), un manierista che dalla frazione sperduta sui monti sopra Nembro ha saputo arrivare ad una notorietà dilatatasi dai suoi tempi sino alla modernità. Le personalità che sono state invitate a dar vita a questo evento sono di particolare spicco e anch’esse hanno tenuto e stanno tenendo alto il nome di Bergamo ben al di là dei confini della nostra provincia. Non posso che compiacermi con la Città di Albino e l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo per questa iniziativa. I promotori si muovono in un solco antico, continuando una tradizione di vita culturale particolarmente qualificata e lungimirante, che sempre ha caratterizzato la vita albinese. È stato così nei tempi lontani e ed è così nel presente, con una proposta che fa della città uno dei veri fulcri pulsanti sotto tutti gli aspetti in una valle già di per se stessa molto viva come è quella del Serio.

Valerio Bettoni Presidente della Provincia di Bergamo

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COMUNE DI ALBINO

È con vivo piacere che l’Amministrazione comunale ha accolto il progetto “COLORI Pittura & Musica” presentato dall’associazione culturale Orchestra Enea Salmeggia. Presso l’Auditorium Città di Albino verrà proposto dal 3 al 19 aprile un evento all’insegna dell’incontro e scambio fra artisti bergamaschi di grande levatura culturale. Le musiche, composte ed eseguite dal noto jazzista Gianluigi Trovesi, sono state ispirate alle opere di importanti pittori della nostra provincia: Trento Longaretti, Mino Marra, Callisto Gritti, Rino Carrara, Attilio Steffanoni, Gianni Bergamelli.

Il progetto ben si coniuga con la polifunzionalità architettonica degli spazi dell’Auditorium: il foyer e la sala mostre ospiteranno l’esposizione collettiva e all’interno, nella sala concertistica, Gianluigi Trovesi eseguirà le musiche originali, composte per l’occasione, e presentate nel giorno dell’inaugurazione, venerdì 3 aprile 2009, alle ore 20,45.

Ci auguriamo che l’evento rappresenti l’occasione per promuovere una nuova stagione espositiva per la Città di Albino, anche grazie a questa struttura culturale, l’Auditorium Città di Albino, inaugurata nell’aprile 2008 e messa a disposizione degli artisti e delle associazioni del territorio. Colgo l’occasione per ringraziare l’Assessore alla Cultura Patrizia Azzola e gli amici dell’Orchestra Enea Salmeggia, in particolare Gianni Bergamelli che hanno predisposto questo progetto.

Dr. Piergiacomo Rizzi Sindaco di Albino

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La presente iniziativa scaturisce dalla sensibilità dell’animo del maestro Gianluigi Trovesi, famoso musicista di jazz, il quale, dopo essere stato meritatamente aggregato alla Classe di Lettere ed Arti dell’Ateneo di Bergamo, ha ritenuto, nello spirito che affratella gli artisti di ogni disciplina e con un tratto di ammirevole disponibilità, di ispirarsi alle opere dei consoci pittori della Classe medesima per comporre alcune musiche originali.

Il nuovo auditorium della città di Albino viene inaugurato con una singolare manifestazione, che ospita la mostra degli illustri artisti Gianni Bergamelli, Rino Carrara, Calisto Gritti, Trento Longaretti, Mino Marra e Attilio Steffanoni ed insieme il concerto del trio composto da Gianluigi Trovesi, Marco Remondini e Stefano Bertoli. Sarà così possibile ammirare le opere che hanno ispirato il maestro Trovesi e ascoltare le musiche da lui composte. La professoressa Antonia Abbattista Finocchiaro, anch’ella accademica atenaica, ha redatto per la circostanza il testo di commento alle opere appositamente presentate dai sei suddetti artisti.

Questa interessante e singolare iniziativa, che raduna in modo tanto significativo alcuni accademici della Classe che ho l’onore di rappresentare, non può che suscitare il più vivo compiacimento perché contribuisce ad attestare il prestigioso senso della presenza e la straordinaria vitalità dell’antica, insigne e gloriosa istituzione accademica che dà lustro alla terra bergamasca.

Umberto Zanetti Direttore Classe Lettere e Arti dell’Ateneo di Bergamo

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CO L O R I Pittura & Musica

L’arte esercita un’affascinante attrazione e qualifica l’impresa che si impegna nella promozione e nel sostegno, anche economico, della stessa e delle sue manifestazioni pubbliche.

Nel ruolo di Presidente della società Eurospa Servizi Immobiliari (affiliata al Gruppo UNIRE Franchising Immobiliare), sono lieto di poter contribuire come sostenitore principale all’evento culturale “COLORI Pittura & Musica” che la città di Albino propone, non solo al proprio territorio, ma a tutta la provincia di Bergamo. Considero un onore sostenere la performance degli artisti dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo; i pittori Trento Longaretti, Gianni Bergamelli, Mino Marra, Rino Carrara, Callisto Gritti, Attilio Steffanoni, con l’esposizione delle loro più significative opere ed il jazzista Gianluigi Trovesi con il suo Trio, che presenterà in concerto, le sue composizioni originali ispirate alle opere dei suddetti artisti.

Sostenere pertanto un evento che entrerà nella storia della cultura, non solo locale, per la sua originalità e per lo spessore artistico degli artisti dell’Ateneo, sarà un vanto non solo per la nostra azienda, ma anche per la città di Albino.

Domenico Armati Presidente Eurospa Servizi Immobiliari

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METTERSI IN GIOCO d i A n t o n i a A b b a t t i s t a Fi n o c c h i a ro - Voce Narrante

Si può non fare. Si può continuare a vivere e lavorare, a cercare strade e pratiche artistiche senza chiedere o volere confronti destabilizzanti o semplicemente fastidiosi. Si può evitare. Scansando circostanze che indurrebbero a più profonde discese nel sé e a imbarazzanti mutazioni. Si può subire. Magari solo qualche volta, per necessità e senza entusiasmo, senza rimetterci troppo in ansia e coerenza. Oppure si può decidere di mettersi in gioco intenzionalmente, apertamente, innocentemente. Ma con la consapevolezza di intraprendere una delle avventure più entusiasmanti e misteriose che l’essere umano possa condividere con i suoi simili: il dialogo. Che significa, per un artista autentico, la assoluta chiarezza delle proprie posizioni, la trepidazione del confronto con i colleghi, la curiosità per l’opinione degli osservatori, il coraggio dell’apertura al fruitore. Un lavorìo interiore che ciascuno degli artisti presenti in questa iniziativa conosce da decenni - essendo tutti ormai dei veterani del mondo dell’arte - e che ciascuno avrebbe avuto i titoli per ignorare, senza togliere o aggiungere nulla ad una carriera per tutti più che brillante. Ma il tarlo della novità, l’emozione di una avventura diversa, la sfida di un confronto che solletica il coraggio, e soprattutto il rapporto con un’arte “sorella“come la musica, ha pungolato la curiosità del vero ingegno artistico, che si è reso intelligentemente e simpaticamente disponibile ad una chiacchierata multidisciplinare. Pigmalione della situazione il geniaccio già di per sé irrequieto di Gianni Bergamelli, che ha chiamato “in gioco“ cinque artisti di vaglia come Rino Carrara, Calisto Gritti, Trento Longaretti, Mino Marra e Attilio Steffanoni (e meno male che esiste l’ordine alfabetico, altrimenti fermeremmo qui il nostro scritto, presi dalle ambasce di un elenco che non sapremmo più come gestire…) Bergamelli, “sesto fra cotanto senno“, chiede a ciascuno di offrire un’opera significativa della propria produzione all’ispirazione di un musicista, il quale attivi i suoi “strumenti“ espressivi su sollecitazione delle emozioni che le tele gli suscitano. Un’impresa titanica, a dire il vero, visto lo spessore degli autori “in gioco“. Ma il ruolo di mediatore culturale, di benefico virus contaminatore, di direttore delle relazioni fra arte e musica viene affidato ad un altro artista dal calibro indiscusso: Gianluigi Trovesi. Sarà lui, il brillante e dolcissimo esecutore jazz, il creatore bizzarro e provocatore di una musica in cui il colore

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abita da sempre, e che dialoga già con la melodia e l’improvvisazione, a inventare questa nuova forma d’arte a cavallo tra pittura e musica. L’eleganza sinuosa e sorridente di Trovesi, dovrà prodursi nella realizzazione di testi musicali che, partendo dalle tematiche proposte dai pittori, voleranno verso nuove emozioni, nuovi mondi interpretativi, inediti prolungamenti di immagini. E soprattutto sarà lui a condurre noi, spettatori volenti e volontari, osservatori curiosi e aperti, in questa sperimentazione. Noi, niente più che voci narranti di un’esperienza tutta da inventare e da vivere, in un momento della vita di ciascuno, pronti a farci coinvolgere e a “metterci in gioco“ a nostra volta in questa serissima e ludica circostanza. Tecnicamente sarà una performance, l’azione circostanziata e multidisciplinare di un gruppo di artisti in dialogo tra loro, ciascuno con il proprio linguaggio, ciascuno con una emozione diversa, ciascuno con la proposta tematica che in questo momento gli sta più a cuore, tutti pronti alla visione e all’ascolto di un prodotto artistico che sarà diverso dalle singole postazioni di partenza, e che pure le comprenderà tutte. Toccherà dunque al folletto creativo di Trovesi, trovare (e che altra parola sarebbe possibile?) il filo conduttore dell’opera brillante e rigorosa di Mino Marra, che si misura con un astrattismo tanto meditato e strutturato quanto dall’apparenza sciolta e narrativa. Il ritmo dei camminanti di Trento Longaretti, che questa volta hanno la cultura dell’errante popolo ebreo, i suoi simboli, la sua innocenza nel volto di un bambino, in quello di un vecchio, e nella tenerezza dell’agnello sacrificale. Lo scorrere lento dell’ago di Rino Carrara, che mentre rivendica quietamente il suo bisogno di manualità primigenia, lascia festanti lacerti colorati nell’imperturbabile e ariosa trama della sua tessitura vitale. Le ragioni profonde del misterioso contrasto tra un universo animato da lune, fiori e farfalle di Gianni Bergamelli, e la tristezza sconsolata del suo pierrot, gigante buono tra cielo e terra. L’emozione cromatica ed esistenziale dell’uomo che attraversa i fiocchi di neve, e cammina chiuso in se stesso, davanti allo sguardo di Attilio Steffanoni. Il palpito e il respiro del rosso di Calisto Gritti che si confronta con una trama di emozioni diverse, e vince con forza la battaglia della vita. Cosa si diranno, tutte queste intelligenze, come si intrecceranno, tutte queste sensibilità, come dialogheranno tra loro, i linguaggi che saranno stati scelti… Tutto si consumerà nel corso della performance. E noi, occhi osservanti, orecchi in attesa, recettori comunicanti, come contribuiremo alla costruzione di questo evento: certo guarderemo, e ascolteremo, e ci emozioneremo, e poi capiremo. E dopo saremo tutti diversi. Ci metteremo tutti in gioco, tutti insieme, in quel vitale e divertente gioco che può diventare l’espressione artistica.

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PITTURA GIANNI BERGAMELLI

RINO CARRARA

CALISTO GRITTI

TRENTO LONGARETTI

MINO MARRA

ATTILIO STEFFANONI

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GIANNI BERGAMELLI Bergamo / I talia / 1930

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Negli anni sessanta si dedica professionalmente alla pittura coltivata negli anni giovanili e approfondita negli anni durante le tournée concertistiche. La prima mostra personale viene tenuta a Milano nella storica “GALLERIA DI VIA DELLA SPIGA”; ne seguirono molte altre in varie città italiane: Bologna, Venezia, Torino, Lecco, Brescia. Firenze, Verona, Roma. All’estero espone al National Museum of Fine Arts della Valletta (Malta), allo Staats und Universitatsbibliothek di Amburgo, alla Ziege Gallery di Monaco di Baviera e alla Gallery 113 di Chicago. A Bergamo da anni espone periodicamente al Centro Culturale San Bartolomeo. Sue opere fan parte di prestigiose collezioni private e pubbliche , tre opere sono in permanenza acquisite dalla GAMEC (Galleria d’arte moderna e contemporanea) di Bergamo. Ha partecipato a varie manifestazioni artistiche conseguendo numerosi riconoscimenti e ad importanti rassegne internazionali di pittura, tra le quali “Jeunes artists, aujourd’hui” (Parigi anni ‘70) e “La macchina della memoria” immagini da “De Umbris Idearum” di Giordano Bruno (Roma 1984). Interessante l’esperienza presso l’ospedale psichiatrico di Limbiate (Milano) dove, con lo scultore Valerio Miroglio, lavora con i ricoverati a un dipinto di 25 metri, divenuto in seguito mostra itinerante nelle principali città italiane. Promuove in particolari occasioni la manifestazione ARTE PER…” con esposizione di sue opere, con concerti finalizzati alla promozione e al sostegno della “Lega Italiana per la lotta contro i tumori” e dell’Associazione a tutela dell’infanzia NEPIOS Onlus. È stato promotore nel 1985, con la prestigiosa collaborazione del prof. Francesco Rossi, della grande mostra “PRIMA della PITTURA - ENEA SALMEGGIA” all’Accademia Carrara di Bergamo. Nel 1990 costituisce a Nembro, con il sostegno indispensabile di Mons. Aldo Nicoli, l’Associazione “AMICI di SANTA MARIA” finalizzata al restauro e al completo recupero della locale quattrocentesca Chiesa di S. Maria in Borgo, ancora oggi meta di appassionati d’arte e storia locale. SCRITTI E TESTIMONIANZE Vittorio Feltri, Giulio Carlo Argan, Lino Luzzari, Beppe Viola, Franco Fayez, Franco Cerri, Umberto Zanetti, Paolo Arzano, Ernesto Treccani, Davide Cugini, Trento Longaretti, Franco Passoni, Luigi Tallarico, Marco Lorandi, Gianluigi Trovesi, Claudio Angeleri, Gianni Basso, Claudio Rizzi, Valerio Miroglio, Mario Pezzotta, Bruno Ambrosi, Alfonso Gatto, Giancarlo Fusco, Sandro Angelini, Tino Buazzelli, Mario Radice, Herbert Albrecht, Achille Pace, Barbara Mazzoleni, Attilio Pizzigoni, Luca Citron.

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Gianni Bergamelli è un sax Claudio Rizzi, 1995 Gianni Bergamelli è un sax. Miopia o interpretazione, io lo vedo così. Un sax è luccicante perché limpido, sincero, pronto a emettere la verità del suono. Un sax è così, un po’ contorto, un po’ arrotolato su se stesso, come se si difendesse dall’esterno, se si caricasse interiormente di forza, di carattere, di personalità. Un sax è fermo immobile; ma quando si dà vita anima e incanta il pubblico. Un sax è nell’ombra, o nella custodia: poi, quando si accende il faro occhio di bue, diviene protagonista e palcoscenico. Gianni è sax. Lo so che lui è un pianista. Ma è sax. Un sax che dipinge come sa fare un sax quando esce dalla custodia, un sax che suona il pianoforte perché è un artista e vive di musica. Anche nella pittura. Perché si nasce. Divenire è solo un complemento. Hello sax!

I Pittori / Gianni Bergamelli

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01. pierrot lunaire / 2009 / cm 100 x 100 / tecnica mista su tavola

I Pittori / Gianni Bergamelli

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02. pianoforte e ottone / 2009 / cm 100 x 40 / tecnica mista su tavola

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03. suonare suonare e poi fiorire / 2009 / cm 100 x 40 / tecnica mista su tavola

I Pittori / Gianni Bergamelli

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04. strumento in si bemolle / 2009 / cm 100 x 40

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05. I remember new orleans / 2009 / cm 100 x 40 / tecnica mista su tavola

I Pittori / Gianni Bergamelli

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RINO CARRARA Bergamo / I talia / 1921

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Ha partecipato intensamente alla vita artistica milanese degli anni ’50, ’60 e ’70, legato in stretti vincoli di amicizia con Birolli, Fontana, Dadamaino, Castellani, Dangelo, Manzoni e ambiente gravitante intorno al Bar Giamaica. Gli anni cinquanta sono caratterizzati da numerose mostre personali e collettive. Nel 1959 organizza la prima mostra di Lucio Fontana a Bergamo presso la Galleria La Torre nella quale Carrara esporrà con l’amico e maestro. Negli anni sessanta Carrara vive una crisi personale che lo vede mettere in discussione quanto fatto in precedenza, l’informale divenuto sterile maniera in tutta Europa e il diffondersi di arte tecnicamente riproducibile (mec-art e fotografia) lo convincono a ricercare nuove strade, abbandona i tradizionali strumenti del dipingere e identifica nel recupero della manualità artigianale un nuovo linguaggio come possibile via di salvezza per l’artista e l’uomo, inizia così la storia dei fili, intessuti e trapunti su tele dalle grandi campiture monocrome. Dalla fine degli anni sessanta in avanti esporrà con regolarità in varie città: Milano, Roma, Parigi, Bologna, Genova e Bergamo nella quale l’artista si è trasferito dal 1975. Scrive Carrara all’amico Franco Russoli nel 1975 “Mi interessa un fatto di recupero della natura, come difesa dell’uomo dalla società odierna. Un recupero della mano dell’uomo nel fare, un recupero artigianale; in contrasto con l’utilizzo in voga oggi dei mezzi meccanici in arte, foto, multipli, il bel fare”. Dagli anni ottanta è presenta a tutte le principali fiere d’arte con stand personali: Arte Fiera a Bologna, Fiera Internazionale di Basilea, Artissima a Torino, MiART Milano. Nel 1998 ha tenuto presso la Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Bergamo-GAMeC un’ antologica “L’attività artistica 1956/1997” ordinata da Vittorio Fagone, con l’intervento di Gillo Dorfles. Dal 2005 ha due opere in permanenza all’Istituto Italiano di Bruxelles. Hanno scritto di lui: L. Budigna, M.Valsecchi, E. Tadini, F. Russoli, M. Lorandi, G. Mascherpa, E. Fuentes Goyanes, G. Di Genova, G. Dorfles, V. Fagone, M. Cresci, M.C. Rodeschini, S. Nava, E. Grazioli, F. Noris, E. De Pascale, S. Raimondi.

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Un viaggio (con filo rosso) nei labirinti di Rino Carrara Stefano Raimondi Analizzare oggi il percorso artistico di Rino Carrara, ricco di pittura informale, fili intrecciati, labirinti e violenze,può sembrare abbastanza semplice; molto è stato scritto e altrettanto è stato detto di questo artista diventato “Maestro”. … Nella serie dei “mossi” i fili e i tessuti gialli, blu, azzurri, rivestono a monocromo la superficie della tela mentre nei “labirinti” compare un filo-guida di colore diverso, che, come il più famoso dei labirintici fili rossi, quello che Arianna dona a Teseo per uscire dal labirinto del Minotauro, ci accompagna - o dovrebbe accompagnarci, visto che anch’esso a tratti si interrompe o inabissa - all’interno di uno spazio increspato, apparentemente frammentato in geometrie chiuse e morbide. Ma altri due sono i colori che ritornano, con numerose variazioni sul tema. I rossi e i bianchi di Rino Carrara sono magneti per l’occhio curioso, si esaltano in colorazioni sature, intense, a tratti fluorescenti e ultraterrene. Potrebbero benissimo galleggiare in uno spazio buio, con una forte e sottile luce perimetrale che metta in risalto la natura di «phantasmata», rendendoli opere ponte tra percezione e pensiero, ambivalenti e sfuggenti al tempo stesso. le opere di Rino foto di Uliano Lucas

Carrara non hanno infatti la concretezza chiara e limpida della percezione e d’altra parte non offrono per intero la natura concettuale del pensiero. Il rosso e il bianco non sono colori docili e gentili, non vogliono ingraziarsi lo spettatore, la bellezza non è nell’occhio di chi guarda. Sono piuttosto campionature forti, veneziane, che richiamano, per analoga intensità psicologica, gli indimenticabili rossi e bianchi predominanti nell’arredamento e negli abiti del film Sussurri e Grida, diretto da Ingmar Bergman nel 1975. Rimane, alla fine di questa esplorazione, un filo rosso da raggomitolare, per trovare non un’uscita ma una nuova entrata, per un labirinto e per una persona, così facile da incontrare ma così difficile da esaurire, su cui molto è stato detto e molto di nuovo continueranno a dire.

I Pittori / Rino Carrara

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01. labirinto bianco e nero 598 / 2008 / cm 100 x 100

I Pittori / Rino Carrara

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02. disegno colorato nell’aria 181 / 1984 / cm 193 x 100

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03. mosso 253 su fondo nero / 1987 / cm 70 x 100

I Pittori / Rino Carrara

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04. labirinto in bianco 601 / 2008 / cm 137.5 x 137.5

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05. fili bianchi / 1982 / cm 225 x 141

I Pittori / Rino Carrara

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CALISTO GRITTI Bergamo / I talia / 1937

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Fino alla metà degli anni settanta svolge con il padre una preziosa attività di restauro di quadri e affreschi. Nel 1967 vince un concorso interno a Brera per una cattedra di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico statale di Bergamo, dove insegna fino al 1982. Dal 1980 al 2000 insegna tecniche calcografiche presso l’Accademia di Belle Arti di Bergamo e dal 1997 al 2003 insegna presso l’Università Professionale della Svizzera Italiana a Lugano. Nel 1962 incide più di settecento lastre e partecipa alle più importanti Biennali Internazionali di grafica. A Grenchen in Svizzera, alla Graphotek di Berlino, a Ljublijana, a ListoWel in Irlanda, a Fredrikstad in Norvegia, A Cracovia, al premio Biella, a Skopje, a Bilbao e Ferrol in Spagna, alle Biennali di Tenno e a numerose Triennali dell’incisione a Milano. Ha conseguito diversi premi nazionali e internazionali tra i quali il Premio U.M.A.M per la pittura alla IX Biennale internazionale d’arte di Menton in Francia e il secondo premio per l’incisione alla III Biennale internazione di grafica di Fredrikstad, dove è presente con una personale di incisioni alla IV Biennale. Nel corso degli anni gli vengono assegnati diversi premi a concorsi di “ex libris”, tra i più recenti dei quali il primo premio al concorso internazionale del 1999 “L’uomo del nuovo millenio”, il premio al Concorso Internazionel “Giulio II”,Albissola m. nel 2004 e il primo premio al Concorso Internazionel “Premio Remo Palmirani” nel 2006 a Soncino. Ha allestito settantasette mostre personali di pittura e di grafica in Italia e all’estero: in Svezia, in Germani, in Yugoslavia, in Norvegia presso il Kunstnersenter di Fredrikstad e di Stavanger e recentemente presso la Biblioteca “Salita dei Frati” a Lugano. Nel 1986 la Galleria Civica d’Arte Moderna di Gallarate gli dedica una mostra antologica con opere di pittura dal 1959 al 1986. Nel 1995 espone una antologica di incisioni presso Palazzo Sormani a Milano. Nel 1998 la “Galleria d’Arte Moderna e Contemporaneo di Bergamo” gli ha dedicato una mostra antologica dell’opera incisoria, catalogo Skira. Il corpus di oltre 400 delle sue incisioni è così entrato a far parte delle collezioni dell’”Accademia Carrara”. Nel 2002 viene invitato a partecipare alla mostra “Arte a Bergamo 1960 – 1969” al Palazzo della Ragione, e “Arte a Bergamo 1970 – 1980”.

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Calisto Gritti. Le strategie del sogno. Enrico De Pascale Protagonista da più di un quarantennio della scena artistica bergamasca, dove ha raccolto riconoscimenti critici ai più alti livelli – dalla personale alla GAMeC di Bergamo (1998) alla partecipazione alla mostra storica Arte e Bergamo 1970-81 (2003) – Calisto Gritti è più che mai impegnato nell'esplorazione della propria originale vena creativa. Sostenuto dalle sue straordinari abilità e conoscenze tecniche, coltivate fin dagli esordi nella pratica quotidiana della pittura, dell'incisione e della modellazione (oltre al restauro pittorico),l'artista conferma la vitalità della propria ricerca esplorando con modalità sempre diverse la potenzialità espressive del segno, del colore, della materia. Costantemente in bilico tra realtà e immaginazione, tra figura e astrazione, la sua ricerca è una “colta” e appassionata indagine sulle radici del linguaggio visuale, un itinerario che si snoda sul filo della memoria e dell'esperienza tra i topoi più significativi del paesaggio quotidiano ma anche dalla tradizione storico-artistica passata e recente. Le vicende del suo ormai lunghissimo iter pittorico se da un lato rivelano un'intensità poetica di qualità rara, misurata dall'unità di forma e tecnica, di stile ed espressione, dall'altro testimoniano la curiosità indefessa del suo sguardo prensile e la fertile attività della sua immaginazione. Stimolato dalle potenzialità espressive dei materiali, di cui conosce, come un antico alchimista,ogni più segreta proprietà (luce, colore, densità, qualità tattili, sedimentazioni storiche e culturali ecc.), Gritti mette in scena i suoi sogni e le sue visioni intrecciando fantasia e rigore, capriccio e regola, caos e ordine. Tutta la sua produzione passata e recente, al di là delle scelte linguistiche di volta in volta impegnate – dal realismo esistenziale all'informale, dalla neofigurazione con venature surreali all'astrazione lirica – evoca infatti un atteggiamento di inesauribile stupore per il quotidiano spettacolo del mondo, per la multiforme e ramificata realtà dei fenomeni. Di fronte alle meravigliante e proteiforme vitalità della natura, che percepisce come un inestricabile groviglio di mostruosità e bellezza, di buio e luce, di vita e morte, lo sguardo di Calisto Gritti non è mai neutro bensì (come per altri versi Calvino, Gadda e Perec) coniuga la fantasia onnivora e cumulatrice del visionario con l'acutezza catalogatoria dell'entomologo. La dialettica di immagine e segno, di natura e cultura , e in definitiva di arte e vita, è di scena anche nelle più recenti Sculture, che rivisitano in chiave fantastica e onirica l'antica tipologia dell'obelisco, del menhir, del segno plastico e scattante che perentoriamente si erge verso l'alto, collegandosi il basso e l'alto, la terra e il cielo. Fedele al suo temperamento poetico, Gritti reinterpreta il tema fuori da ogni retorica, coniugando l'intensità del proprio acuminato osservare, capace di enucleare dal profondo la verità più riposte e marginali (foglie, animali, membra, uccelli, sorrisi, rocce, volti, sussurri) con la sensibilità di una tecnica prodigiosa, in grado di ricavare dal legno, dallo stucco e dal bronzo le più impensabili suggestioni formali, plastiche e cromatiche. Come un processo di germinazione fantastica e di proliferazione inaudita, le forme si abbarbicano alle superfici, le eccitano, le smuovono, le animano dall'interno, innescando associazioni impreviste che servono a rinominare la struttura di partenza e a stimolare interrogativi inattesi sui rapporti tra memoria e verità, tra storia collettiva e individuale, tra civiltà e natura. Ancora una poetica della rovina, forse; un'apologia lieve e crepuscolare del frammento e della rovina come sintesi di ordine e disordine, di conservazione e sparizione: l'irresistibile tentazione del tempo a non lasciare alcuna traccia dietro sé.

I Pittori / Calisto Gritti

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01. margini rosso / 1985 / cm 120 x 90 / tecnica mista

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02. margini azzurro / 1993 / cm 90 x 130 / tecnica mista

I Pittori / Calisto Gritti

COLORI

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03. frammenti / 1992 / cm 140 x 100 / affresco

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04. situazione / 1994 / cm 140 x 100 / olio

I Pittori / Calisto Gritti

COLORI

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TRENTO LONGARETTI Tre v i g l i o / B e r g a m o / I t a l i a / 1 9 1 6

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Si è diplomato al Liceo Artistico di Brera a Milano, inseguito si è iscritto alla facoltà di Architettura del Politecnico e all’Accademia di Brera scegliendo poi quet’ultima. A Brera è stato allievo di Aldo Carpi. Carpi è per Longaretti “maestro di vita ancor prima che di pittura”. Nel suoi corso vi sono anche Cassinari, Bergolli, Morlotti, Dobrzansky, valenti e Kodra. Gli anni dell’Accademia sono ricordati come anni di intenso lavoro e di fondamentale maturazione non solamente dall’artista, ma anche da Carpi, Morlotti, carrà e Poivene. Nel ’36 inizia la carriera esponitiva partecipando ai “Littoriali dell’Arte” e a numerose collettive a Milano, Genova, Bergamo. Nel ’39 (anno di diploma a Brera) si aggiudica il premio Mylius e il premio Stanga. Sono di questi anni le frequentazioni dell’ambito di “Corrente” (dove netra in contatto con Guttuso, Morlotti, Birolli, Sassu, Vedova). Ma sono anche gli anni della guerra trascorsi tra Slovenia, Sicilia e Albania (le immagini belliche e il profondo rifiuto della violenza sono temi che l’artista non abbandonerà più). Nel ’42 è presente alla Biennale di Venezia (vi riotrnerà nel ’48, nel ’50, nel ’56) e partecipa alla “Mostra degli artisti in armi” al Palazzo delle Esposizioni a Roma. La prima personale è dell’anno seguente alla Gallerai La Rotonda di Bergamo, con presentazione di Raffello Giolli. Dal ’45 si dedica all’insegnamento e alla realizzazione di opere sacre. Nel ’52 è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma. L’anno seguente vince il concorso nazionale per la direzione dell’Accademia Carrara di Bergamo Cattedra di Pittura succedendo ad Achille Funi. Per venticinque anni dirige l’Accademia e nel ’78 lascia spontaneamente l’incarico. Le sue opere sono conservate, tra l’altro, in Vaticano, a Milano in Duomo, nella Basilica di S.Ambrogio e nella Galleria d’Arte Sacra Contemporanea, nel Duomo di Novara, nella Pinacoteca Carrara di Bergamo, nel Museo d’Arte Moderna di Basilea e alla Galleria d’Arte Moderna di Hamilton. Intensissima l’attività espositiva che lo vede allestire importanti personali e collettive in Italia e all’estero. Nel ’99 la Casa di Mantegna di Mantova gli ha dedicato una fondamentale antologica. Lo stesso anno ha avuto l’onore di esporre a Ginevra nel Palazzo delle Nazioni Unite. Nella primavera del 2002 un’importante antologica presso la Società promotrice delle Belle Arti di Torino ha celebrato “una vita per la pittura” mettendo in mostra dipinti realizzati tra il 1930 e il 2002. nello stesso anno ha esposto anche un’importante antologica alla Villa Reale di Monza con la presentazione di Gianfranco Bruno. Nel gennaio 2003 è stata realizzata una mostra antologica nel Palazzo Veneziano a Malborghetto (Udine) in occasione delle Universiadi 2003. Nel maggio 2003 è stata allestita nel Museo Civico di Treviglio la Mostra “Ebraismo immaginario e Giramondo - Opere di ricerca”.

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Un pittore bergamasco guarda il mondo ebraico Trento Longaretti Nato e cresciuto in terra lombarda di antiche radici tradizionali in quella «bassa bergamasca» avulsa da insediamenti e lagmi ebraici, può sembrare strano un mio particolare interesse per il mondo ebraico, per le figure che lo possono simboleggiare. Forse il senso misterioso, arcano, dell’ «ebreo errante», della diaspora millenaria di quel popolo, l’immagine biblica assorbita nell’infanzia, tutto questo, probabilmente, è sfociato nel desiderio di inserire nella mia pittura, figurativa e imperniata sull’uomo e sul suo destino, temi «ebraici» e ad essi vicini. Come spiegarmi, diversamente, quel Vecchio ebreo in grigio dipinto nel 1967 o quelle costanti figure di vecchio consunto, errante, accompagnato nella pietà da un bambino, metafora di una speranza mai estinta? E quelle figure alte, scure nero-grigio-viola, con il vivo rosso di un violino, nate proprio con il pensiero volto all’ebreo, ideato così, forse letterariamente, immagine severa e malinconica, chiusa, pensosa. Eppure, di tanti ebrei conosciuti nella mia vita o che tuttora frequento, nessuno poteva essere accomunato a quella mia immagine-simbolo; credo anzi che non esita nemmeno, nella realtà, ma che molto probabilmente si tratti di una mia invenzione poetica. In Joseph Roth, e soprattutto nel suo libro Job, in quel piccolo mondo di poveri ebrei, nel cuore della vecchia Europa, fra Russia e Polonia, mi è sembrato ora di trovare un’assonanza di simpatia e di malinconica pietà, come uno sprofondarsi nelle vicende generazionali, millenarie, del susseguirsi di infinte vite con la paziente e umile accettazione di un destino perennemente doloroso. Omaggio a Joseph Roth come omaggio a un popolo di figure fantastiche dallo scrittore e dal pittore, che, anche se lontanissimi di origine e di cultura, forse hanno in comune una pietas radicata nella natura stessa dell’uomo. Sono lieto di quest’occasione di propormi, all’attenzione di quanti si interessano all’arte e alla cultura in generale con opere pittoriche su «temi ebraici» perlomeno vicini, nel mio intento, al mondo ebraico, inteso poeticamente, credo, e senza pretese di approfondimenti dottrinali o letterari, da pittore quale sono.

I Pittori / Trento Longaretti

COLORI

pittura&musica


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01. vecchio ebreo / 1962 / cm 70 x 50 / olio su tela

I Pittori / Trento Longaretti

COLORI

pittura&musica


02. musicante ebreo e bambino / 1999 / cm 52 x 66 / olio su tela

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03. musicante ebreo e paggetto / 2000 / cm 60 x 80 / olio su tela

I Pittori / Trento Longaretti

COLORI

pittura&musica


04. natura morta ebraica in grigio / 2000 / cm 50 x 70 / olio su tela

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05. figura ebraica e bimbo con capretto / 2001 / cm 89 x 73 / olio su tela

I Pittori / Trento Longaretti

COLORI

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MINO MARRA G a l a t i n a / Le c c e / I t a l i a / 1 9 3 8

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Ha conseguito il diploma di licenza presso l’Accademia di belle Arti di Bergamo e il diploma di maestro d’Arte presso l’Istituto Adolfo Venturi di Modema. Dal 1964 al 1975 docente alla scuola del nudo dell’Accademia Carrara. Già insegnate dal 1959, nel 1974 vince un concorso a Brera e gli viene assegnata la cattedra di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Bergamo dove insegna fino al 1990. Interrotta l’attività di insegnante, si dedica esclusivamente alla pittura, all’incisione e all’arte applicata all’architettura, ricevendo committenze in Italia e all’estro. Dal 1959 partecipa attivamente alla vita artistica nazionale con mostre personali (una cinquantina), esposizioni collettive (oltre trecento) e concorsi aggiudicandosi diversi premi. Nel 1983 gli viene confermata la nomina ad honorem di Accademico effettivo dell’Accademia delle Arti dell’incisione di Pisa. Riceve l’invito alla V e alla VI Triennale dell’Incisione alla Permanente di Milano nel 1986 e nel 1989 e nello stesso anno l’invito alla XXXI Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano. Nel 1996 è invitato alla mostra «Maestri e Artisti - 200 anni dell’Accademia Carrara», Chiesa di S. Agostino (Bg). nel 1998 partecipa alla I Biennale d’Italia di arte contemporanea Trevi Flash Museum, Palazzo Lucarini, Tevi (Pg).

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Mino Marra Bruno Talpo, 2007 … Mino Marra esprime in queste opere convincenti e seducenti l’apice della sua esaltante vicenda artistica, dimostrandosi un pittore di primissimo piano nella storia dell’arte bergamasca e italiana del nostro secolo. Marra dimostra il pieno possesso degli strumenti espressivi. Le sue opere, quelle di più grande formato in particolare, sono veicolo di emozioni e sensazioni coinvolgenti e stupefacenti sia nell’eccezionalità delle opere grafiche e delle acquaforti impeccabilmente eseguite, che nella pittura che non si risolve mai in un esercizio virtuoso della tecnica pittorica, ma è ricerca profonda del «SENSO DELLA VITA», come titolava una grande tela, dipinta a olio e esposta nel 1986 al teatro Sociale di Bergamo.… … Mino Marra ha saputo interpretare, nel suo lungo itinerario di ricerca artistica, lo spirito dei tempi, dal suo esordio, quando il segno fluido interpretava la figuralità dell’immagine caricandola di un’etica sociale che non abbandonerà mai. Seguirà la celebrazione della bellezza femminile classica, con la potenza edonistica della sue «Cariatidi» che costituiscono una rivelazione dell’alta qualità espressiva dell’artista. Le «Case di memoria» sono profonde introspezioni sul trascorrere del tempo e sulla cognizione del dolore, esprimono il senso spirituale dell’Arte. Da questo pessimismo l’artista esce riscoprendo la dimensione della natura in «Paesaggio umano».

I Pittori / Mino Marra

COLORI

pittura&musica


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01. paesaggio umano: colline contigue / 2008 / cm 180 x 265 / tempera su tavola

I Pittori / Mino Marra

COLORI

pittura&musica


02. paesaggio umano: colline contigue / 2008 / cm 100 x 100 / olio su tela

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03. paesaggio umano: colline contigue / 2008 / cm 100 x 100 / olio su tela

I Pittori / Mino Marra

COLORI

pittura&musica


04. paesaggio umano: nuvole sulle colline contigue / 2007 / cm 100 x 184 / olio su tela

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05. paesaggio umano: colline contigue / 2008 / cm 138 x 150 / tempera su tavola

I Pittori / Mino Marra

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ATTILIO STEFFANONI Bergamo / I talia / 1938

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Ha frequentato l’Accademia Carrara a Bergamo e la Scuola di Incisione di Johnny Friedlaender a Parigi. È stato docente di tecniche calcografiche all’Accademia Carrara di Bergamo.

Attilio Steffanoni Flaminio Gualdoni Attilio Steffanoni è una figura importante per comprendere gli snodi dell’arte italiana recente. Dal debutto, alla fine degli anni cinquanta, egli ha elaborato una autonoma via espressiva in cui i portati della migliore pittura di realtà nutrita di un’eco profonda dell’antico si incrociavano con le suggestioni della cultura pop, in una visione formalmente serrata ed essenziale, ma allo stesso tempo percorsa da una vena dolente e meditativa.

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01. passeggiata nella neve / 1999 / cm 102 x 72 / acrilico su carta intelata

I Pittori / Attilio Steffanoni

COLORI

pittura&musica


02. guanto rosso / 2005 / cm 72.5 x 91.5 / acrilico su tela

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03. vaso / 1992 / cm 80 x 80 / acrilico su carta intelata

I Pittori / Attilio Steffanoni

COLORI

pittura&musica


04. Mosca - sera in Piazza Rossa / 1996 / cm 70 x 95 / acrilico su tela

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05. personaggio / 2007 / cm 50 x 50 / acrilico su tela

I Pittori / Attilio Steffanoni

COLORI

pittura&musica


PROGRAMMA CONCERTO Au d i t o r i u m Città di Albino

Venerdì 3 aprile 2009, ore 20.45 Musiche composte ed eseguite da Gianluigi Trovesi, Marco Remondini e Stefano Bertoli Voce recitante Paolo Zambon > Intorno a…pierrot lunaire > Intorno a…labirinto bianco e nero 598 > Intorno a…vecchio ebreo > Intorno a…margini rosso > Intorno a…paesaggio umano: colline attigue > Intorno a…passeggiata sulla neve

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MUSICA GIANLUIGI TROVESI

MARCO REMONDINI

STEFANO BERTOLI


GIANLUIGI TROVESI C l a r i n e t t i s t a , s a s s o fo n i s t a e c o m p o s i t o re

“Gianluigi Trovesi ha raggiunto con la sua musica il più difficile degli obiettivi, non solo per un jazzman, o un musicista in generale, ma per un artista in qualsiasi disciplina. È infatti riuscito a creare un mondo musicale che è immediatamente riconoscibile ed allo stesso tempo completamente originale. Ispirandosi a una diversità di fonti del tutto personale, e attraverso un processo di maturazione in cui i più comuni passaggi della carriera di un artista sono stati affrontati in ordine inverso, Trovesi ha raggiunto la propria maturità espressiva relativamente tardi. Ma oggi il suo stile di compositore e la sua voce strumentale lo collocano al livello dei musicisti che hanno praticamente definito il concetto di un ”jazz europeo” ispirato alla tradizione americana senza esserne una sua pedissequa imitazione.” Dopo il diploma in clarinetto e gli studi di armonia contrappunto e fuga con il maestro Vittorio Fellegara, inizia la sua attività in complessi di musica accademica, da ballo e jazz. Con il suo Trio (dal 1978) ed il suo Ottetto (dal 1991) si afferma in ambito internazionale come leader e compositore, sviluppando un linguaggio che mescola il jazz a reminiscenze di varie musiche popolari e colte europee, e che lo rende immediatamente riconoscibile ed al tempo stesso completamente originale. La Sua musica è stata trattata in due tesi di laurea: >

’Gianluigi Trovesi : l’identità, la creatività il jazz di uno dei protagonisti della "musica attuale" italiana’ (Dott. Luigi Sforza, Relatore Prof. Giampiero Cane, DAMS di Bologna, a.a. 1998/99).

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’Gianluigi Trovesi: Ein Musiker im Spannungsfeld Zwischen Jazz, imaginärer Folklore und Alter Musik’ ( Dott.ssa Annette Maye, Relatore Prof. Claudio Puntin, Hochschule für Musik Köln, S.S. 2004).

Per meriti artistici viene insignito: ”UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA” (”motu proprio” ) Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi nel 2001) ”CHEVALIER DE L’ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES”(République Française - Ministère de la Culture et de la Communication nel 2007) ”COMMENDATORE DELL’ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA” (Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napoletano nel 2007). Alcune delle più importanti orchestre jazz europee lo invitano, come direttore, per eseguire concerti basati su sue composizioni: WDR Big Band di Colonia, con cui ha realizzato ”Dedalo” (2001-2002); Orchestra Internazionale di Guimarães (Portogallo, 2003); Bergen Big Band (Norvegia, 2004); Bruxelles Jazz Orchestra (Belgio, 2006). Il Festival di Barga Jazz, specializzato nell’arrangiamento per orchestra jazz, dedica una intera edizione a lui ed alle sue musiche (2001).

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Il debutto discografico (”Baghèt”, Premio Speciale della Critica Discografica Italiana) avviene nello stesso anno in cui vince il Concorso Nazionale per 1° Clarinetto e Sax Alto per l’orchestra della Rai di Milano (1978). Ulteriori premi e riconoscimenti: >

Miglior musicista del jazz italiano nel Referendum Top jazz della rivista Musica Jazz (1988, 1992, 1998, 2000)

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5 stelle (massimo riconoscimento) sulla rivista americana Down Beat per ”From G To G” (1993)

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Miglior disco dell’anno per la Associazione della Critica Discografica tedesca con ”Dedalo” (2003)

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Miglior disco di jazz italiano nel Referendum Top jazz della rivista Musica Jazz con ”Dances” (1985), ”From G To G” (1992), ”Les Hommes Armès” (1996), ”Fugace” (2003)

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Miglior gruppo di jazz italiano nel Referendum Top jazz della rivista Musica Jazz: Ottetto (1993, 1996)

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Premio ”Django d’or“ come miglior musicista italiano (1999, 2001)

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Miglior musicista di jazz italiano Premio Radio Uno Jazz (RAI) nel 1983

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Miglior disco nel referendum della rivista Musica e Dischi con ”Dances” (1985), ”From G To G” (1992) # Premio Iseo Jazz (2006) # 1° Premio nazionale ”Classic Voice” per il disco classico e ”Besten Liste” critica discografica tedesca per il disco ”Vaghissimo Ritratto”

Ha composto per lo scrittore e poeta Stefano Benni (”Baldanders”, 2004) e firmato (con Gianni Coscia) la colonna sonora dei film:”Mi piace lavorare (mobbing)” di Francesca Comencini, interpretato da Nicoletta Braschi, (2003); ”Liscio” di Claudio Antonini con Laura Morante (2007). Ha tenuto concerti in Europa, Medio Oriente, Stati Uniti, Canada, America Centrale, Cina, India e Australia, incidendo numerosi dischi e collaborando con importanti musicisti italiani e stranieri.

I Musicisti

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MARCO REMONDINI V i o l o n c e l l i s t a - e l e t t ro n i c s

Diplomato in violoncello nel 1990 presso il Conservatorio di Frosinone, ha iniziato la propria carriera jazzistica nel 1991, entrando a far parte del quartetto TRAPEZOMANTILO di Mauro Negri. Con questo gruppo realizza ben 4 dischi accolti entusiasticamente dalla critica, vince il Concorso Nazionale JazzContest al Capolinea di Milano nel ’91 e si esibisce nei maggiori festivals italiani. Nel 1991 viene chiamato da Gianluigi Trovesi a far parte del suo ottetto. Con questo gruppo realizza due produzioni discografiche premiate dalla critica internazionale e si esibisce in tour in tutto il mondo (Cina, Canada, Germania, Svezia, Francia, Belgio, Inghilterra, etc.). È considerato uno dei massimi violoncellisti in Italia. Lavora inoltre in progetti teatrali di prosa, danza, poesia collaborando con l’attore/pittore Gianni Franceschini, la scrittrice/attrice Paola Giacometti e la danzatrice Chiara Olivieri. Con la Scraps Orchestra, nata da un’idea di Stefano Boccafoglia, incide due CD (Naviga l’ego e Organi in movimento) e vince il Premio Recanati 1999 per la canzone d’autore. Recentemente ha realizzato un CD con il proprio gruppo "Asymmetrique" dal titolo Depistaggi con il trombettista Pino Minafra, il chitarrista Simone Guiducci e il batterista Riccardo Biancoli.

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STEFANO BERTOLI Pe rc u s s i o n i s t a

Laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Pavia nel 1986 con una tesi di analisi del linguaggio pubblicata dalla casa editrice Liviana di Padova, si avvicina alla musica improvvisata versa la metà degli anni settanta. Da allora ha compiuto numerose esperienze, allargando progressivamente il proprio raggio d’azione. Ha studiato alla scuola di G. Cazzola e di A.Golino, frequentando inoltre i corsi di musica di insieme tenuti da Franco D’Andrea. Dal 1984 al 1994 ha partecipato attivamente al gruppo di sole percussioni “Dadadang“, diventandone direttore musicale e prendendo parte a numerosi festival in Italia ed all’estero. Tra essi ricordiamo “Tambours 89“ a Parigi, evento musicale internazionale con la partecipazione di 260 percussionisti provenienti da tutto il mondo. Sempre come percussionista vanta numerose collaborazioni, interagendo anche nell’ambito della danza, della poesia e del teatro. Si è infatti esibito al fianco della ballerina americana Terry Weckl, dello scrittore e giornalista Vittorio Franchini ed ha scritto ed interpretato le musiche dello spettacolo “Iliade Ripresa“ di “Assondelli & Stecchettoni“. Dall’88 al 93 è stato membro dell’Alma Quartet di A. Nacci, partecipando a diverse importanti rassegne. Attualmente suona in trio con Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia, con l’orchestra “Ensemble Mobile“, con il sassofonista Guido Bombardieri, con il gruppo Softly Funky, il settetto Sequence e con il chitarrista canadese David Occhipinti, collaborando inoltre con molti altri musicisti italiani (R. Bonati, L. Minetti, M.Gotti, W.Tononi, C.Guarino, E.Rocco....). Fa inoltre parte dell’orchestra E. Salmeggia diretta da Bruno Tommaso della Unit Eleven, della New Project Orchestra e della Crescendo Big Band di Sandro Cerino. Partecipa inoltre come solista al progetto “Trovesi all’Opera“ con Gianluigi Trovesi, Marco Remondini e la Filarmonica Mousikè diretta dal maestro Savino Acquaviva, è membro stabile del gruppo di sole percussioni “Odwalla“ e fa parte del gruppo “Sonata Islands“ del flautista compositore Emilio Galante. Stefano Bertoli ha tenuto numerosi concerti in Italia ed all’estero. Tra essi ricordiamo : Italian Jazz All Stars (Bergamo 89), Bergamo Jazz ’96 e 2001, Tambours 89 a Parigi, Siena, Clusone, Iseo, Ravenna, Franciacorta, Ivrea, Como, Palermo, Milano, Ferrara, Roma, Bruxelles, Charleroi, Londra, Berlino, Anversa, Groningen, Beirut, Moers, Barcellona, Nuoro, Cagliari…. Dal 1989 si dedica all’attività didattica, insegnando in diverse scuole popolari di musica. E’ stato inoltre segretario di JAM Associazione Musicisti Bergamaschi, che si dedica allo sviluppo ed alla diffusione della musica improvvisata ed attualmente è direttore artistico della rassegna “Suonintorno Note Inconsuete“, nonchè dell’omonima scuola di musica. Ha suonato fra gli altri con : Gianluigi Trovesi, Gianni Coscia, Giorgio Gaslini, Enrico Rava, Paolo Fresu, Franco D’Andrea, Tino Tracanna, Rudy Migliardi, Sandro Cerino, Giulio Visibelli, Bruno De Filippi, Roberto Nannetti, Sergio Gistri, Antonio Farao’ , Marco Micheli, Paolino Della Porta, Rita Marcotulli, Markus Stockhausen, Salvatore Bonafede...

I Musicisti

COLORI

pittura&musica


REALIZZAZIONE GRAFICA Studio Russo Graphic Design (Gorle / Bg) Art_Giovanna Russo

ALLESTIMENTO Enzo Ghirardelli

ALLESTIMENTO GRAFICO Foto Quaranta

STAMPA Finito di stampare nel mese di marzo 2009 presso Litostampa Istituto Grafico (Bergamo)

TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, archiviata su supporto magnetico, elettronico o digitale, o pubblicata in alcuna forma o maniera, sia essa elettronica o meccanica, senza la preventiva autorizzazione scritta dell’autore.

PRINTED IN ITALY



COMUNE DI ALBINO Con il patrocinio

ATENEO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI DI BERGAMO


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