La vendetta dei libri

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ς Vendetta annunciata


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©Giovanna S. - 2014 UUID: cc5eec32-88d4-11e3-846a-27651bb94b2f Questo libro è stato realizzato con BackTypo un prodotto di Simplicissimus Book Farm


ς Vendetta annunciata

La protagonista di questa storia si chiama Giovanna Hybris. Nella trama della tragedia, la “hýbris” è un evento accadutonel passato che influenza in modo negativo gli eventi del presente. È una “colpa” dovuta a un’azione che vìola leggi divine immutabili, ed è la causa per cui, anche a distanza di molti anni, i personaggi o la loro discendenza sono portati a commettere crimini o subire azioni malvagie. Al termine “hýbris” viene spesso associato, come diretta conseguenza, quello di "némesis". Significa "vendetta degli dei", "ira", "sdegno"e che quindi si riferisce alla punizione giustamente inflitta dagli dei a chi si macchia di tracotanza. Giovanna’S

Gregorio de Santis, faceva del suo meglio per non guardare verso la donna che, imperterrita, aspettava in sala d'attesa da quasi due ore. C'era qualcosa in quella persona che lo rendeva sgomento. Forse era per l’atteggiamento deciso, forse per le gambe tornite da matrona, stipate violentemente nelle calze nere molto velate, forse, infine, a causa del gigantesco trolley laminato d’alluminio, del tutto fuori posto in quel contesto generale.


Lei, quando poteva, lo guardava, sfidandolo apertamente ma col sorriso sulle labbra. Non in modo insolente ma con ferma determinazione. Era davanti alla porta quando Veronica aveva aperto i battenti, alle 9 circa, e la segretaria, non le aveva permesso di entrare fino alle 9,20. Non per cattiveria ma erano anni che nessuno si presentava così presto e senza appuntamento. Una casa editrice è un ufficio anonimo, tranquillo; non è la sede di un giornale o un crogiolo letterario. In una casa editrice c'erano solo contabili e un proprietario che cercava di far quadrare i conti. Solo di pomeriggio si prendevano appuntamenti con qualche scrittore. O era uno di rilievo, importante, ossequiato, oppure uno di quelli pronti a finanziare il progetto in proprio. Il resto, gli scribacchini, non potevano nemmeno bussare. - Spedisca il suo lavoro, signore, le faremo sapere entro tre mesi. Le opere non vengono restituite, sia chiaro! - questa fredda e rapida risposta avrebbe potuto essere registrata, tante erano le volte che Veronica l'aveva pronunziata. Ora, seduta su uno sgabello da due ore, a pochi passi dalla segretaria, stava la donna decisa, non senza una certa maleducazione, a osservare e ad ascoltare ogni brusio della vita quotidiana segreta, della de Santis Editore. Veronica non sapeva cosa fare... Gregorio non si decideva a riceverla. Alla fine, per non far esplodere la tensione ormai palpabile, alle 12 quasi, chiamò Veronica e quella venne fatta passare. - Cosa posso fare per lei? - disse Gregorio, nel più dolce, e dissuadente, dei modi. Era una vecchia volpe. Il tailleur grigio della signora e la calza con la riga a piombo, provocavano un effetto ancestrale sulla sua libido sopita, ma il vecchio de Santis era prima uno spilorcio avido, e dopo un uomo. Se n'era ripassate troppe per cadere nella trappola! O meglio, a esser sinceri, "una vera trappola" non era mai stata tesa.


Davanti a lui c'era una bella donna, slanciata, professionale, corretta e persino affascinante nella sua sobrietà, ma si leggeva nella sua espressione una determinazione decisa che ben poco lasciava alla civetteria. - Proprio non saprei, dottor de Santis: ero di là che pensavo proprio questa cosa. Sa, quando ho deciso di venire, avevo le idee confuse ma ero certa che qui, nel Sancta Sanctorum, respirando l'odore vivo della carta... - la donna si afflosciò teatralmente sulla seggiola - Niente, giuro, non ho ancora nessun idea... spero che sarà lei, con la sua esperienza, a illuminare me. - Sorrise talmente bene da sembrare sincera. Gregorio si sentì un po' a disagio, sensazione a cui non era abituato. Guardò Veronica, cercando di non farsene accorgere; la segretaria era tesa quanto lui e fingeva di battere al PC, pigiando sempre sullo stesso tasto. - Ehm, io non credo di seguirla... - esordì, per prendere tempo, sapeva che quella non era donna da sbagliare "indirizzo" - Insomma, vediamo di capirci, lei vuole sottopormi un manoscritto? Qualcosa di suo... una raccolta di poesie... perché, veda, se è così... - Assolutamente no, dottore, non sono sprovveduta fino a questo punto. - la signora sorrise ancora una volta, e stavolta anche il resto dello staff, insieme a Veronica, iniziava a incuriosirsi rispetto a quella tipa che, era evidente, stava cercando di friggere il Gran Capo! "Tocca a me!" pensò lo scaltro editore "Tu sei furba, amica, ma sotto la pancetta e la giacca di cammello lisa, sono un gran figlio di puttana. Vengo dal marciapiede figliola... Vediamo un po' che asso nascondi nella manica!" - Ah, finalmente! - disse de Santis con tono mellifluo, fingendo di rilassarsi sulla vecchia, prestigiosa poltroncina. Intanto gettava un occhio all'appunto di Veronica sul foglietto: Giovanna Hybris. - Lei mi toglie un gran peso dallo stomaco, mia cara Giovanna sorrise - Lei non sa: è diventata una battaglia schivare i nuovi "talenti". Il dramma è che non si combatte solo con i liceali: sono irruenti, sono emotivi... "transeat". Ma qui si è passato il segno... oggi tutti scrivono, persino i vecchi, persino i moribondi. Date una


tastiera a qualcuno e vi coprirà il pianeta di parole... - rise ancora e poi piazzò il suo affondo: - Non parliamo poi della prosa e della poesia romantica: non c'è donna dai trenta in su, che non cerchi di sbolognare a un povero Editore il suo carico di delusioni amorose e di disillusioni. Intendiamoci, Giovanna, la posso chiamare così? niente contro le signore ma noi non siamo psicoanalisti, né cartomanti. Bene: mi dica tutto, adesso, sono veramente curioso e mi consideri già a sua disposizione - concluse con un accenno di inchino con la testa, mostrando la pelata semi calva. Tutto l'ufficio tirò un respiro di sollievo: il vecchio aveva ripreso il timone e schiacciato la vittima: facendo finta di coccolarla tra le braccia "paterne". "Tipico del maiale" percepì la segretaria. Adesso inizia la fase due: la prende dal tappeto e le da qualche speranza. Veronica non aveva bisogno di controllare, sapeva che "il vecchio" iniziava a sbirciare seni e cosce della "troia" e che ci avrebbe provato: invito con tanto di dopopranzo. "Pomeriggio libero" pensò gaia. Lei, con lui, l’aveva finita da un pezzo: non la meritava, il verme! - Caro Gregorio, possiamo darci del tu? - rispose la Hybris senza scomporsi ma accavallando le gambe. Fece frusciare la seta delle calze sotto la gonna elastica e fasciante. Il gioco; la donna e il desiderio diedero alla testa all'editore. Per un attimo sentì il sangue scorrere caldo, nelle vene, e si pentì di aver sospeso da mesi l'assunzione del Cialis. Maledetto coglione del suo amico dottore! "Lo vuoi capire che di un aiuto, blando e continuo, non me ne faccio un cazzo? Chi dovrei insidiare, la sera: mia moglie? Vecchia portaerei che arriva alla fonda, con in testa bigodini rossi in un campo giallo sbiadito? Pare un Arcimboldo. Poi, mi 'eccita' con l'ultimo Burraco o con le nuove spese per la villa di nostra figlia? Ci vuole il Viagra, ecco cosa ci vuole: imbecille! Rapido, maledetto, efficace!" e mentre il suo animo scoppiettava come una padella di Pop-corn, de Santis unì, angelico, le due mani grassocce sul ripiano


della scrivania, per garantire, alla sua nuova conoscente, tutta l'attenzione di cui era capace. - Veda... oh, scusa: Vedi, non ti nascondo che anch'io amo scribacchiare qualcosa (e chi non scrive , oggi?), ma quel materiale ve l'ho già spedito (come ho fatto con altri); sono tre anni che invio manoscritti, ovviamente senza successo né un minimo di attenzione! – Non che Gregorio non se l’aspettasse: ma adesso che la gonna della Hybris, nella rilassante atmosfera dello studio, era salita lentamente verso una balza di merletto nero, era pronto a stampare persino "La vispa Teresa". Così, non fece una piega e finse di seguire, con estremo interesse, i vaticini della donna. - Allora mi son detta: se nessuno mi dà udienza è probabile che abbiano dei problemi, che non sentano o, peggio, che non si rendano conto del baratro cui un casa editrice onesta sta andando in contro! Allora ho deciso di rendermi utile... per la "causa", diciamo. Erano quasi le 13. Gregorio, stanco di dividere quella scaramuccia col suo team, li spedì in pausa pranzo, compresa Veronica, che, avrebbe voluto protestare. - Sei sempre più intrigante, Giovanna: ti faccio portare dei toast? disse gironzolando per l'ufficio e mettendosi a proprio agio. Lei ringraziò senza scomporsi, chiese solo un the e una barretta energetica. - Uhm, fammi capire allora - l'uomo si mise comodo su un piccolo sofà; almeno da li si godeva la Hybris in tutto il suo attillato splendore - Hai spedito delle opere. Giusto? - lei assentì. - Adesso non mi hai portato niente? - lei lo guardò falsamente stupita: - Prego? – Gregorio riprese, guadagnandosi un vantaggio: - Voglio dire, non hai niente di tuo... mi piacerebbe leggerti personalmente. –


- Ah, capisco. Grazie, la tua fiducia mi onora. - Giovanna sorrise radiosa e ingenua. - Niente, niente... allora? - il vecchio immaginò che quel vuoto insperato si sarebbe potuto riempire facendo ben altro ma non osò spiattellarlo al momento. Voleva capire quanto di "puttana" c'era in quella enigmatica signora. - Peccato non avere niente da leggere! - concluse de Santis. - Ma ci mancherebbe: al contrario. Ho portato un sacco di cose: ecco ho tutto qui dentro, almeno il grosso. – Gregorio tornò sulla difensiva: - Ora non ti seguo più. - disse stranito. Vuoi vedere che la signora era pazza? Non è raro nel mondo degli artisti (o pseudo tali): menti originali, esasperate, che invece di evolversi nel genio, tracollano nella follia. Giovanna non si curò dei timori dell'editore, senza remore, spalancò il suo trolley, che come un coccodrillo che ha fatto indigestione, restituì alla luce migliaia di fogli di carta, assemblati alla rinfusa in una serie di mazzette. - Ecco, è tutto qui... questa è la parte più emblematica del materiale... almeno, secondo me. Gregorio era preoccupato e curioso. - Sono nomi, tutti nomi, milioni (solo italiani, ovvio)! - posò sulla scrivania tre enormi raccolte: - Questi sono 20 Liners - continuò a distribuire blocchi ovunque Questi sono di Meetale; ecco gli Zeugma; The incipit. Poi ecco, piattaforme internazionali: sono comunque pericolose (ci scrivo anch'io!). Intendo Scribd, Issuu, Calàmeo, Cowbird. E qui non ci sono i Blog e le Pagine Personali... altro che trolley, ci sarebbe voluto un TIR. - la Hybris si finse stanca e stramazzò sul divano. Di certo aveva tirato una bordata, lui sentiva puzza di "polveri" ma non trovava il "proiettile". Dove diavolo voleva andare a parare, la matta? - Oh, Gregorio, vedo che non capisci: io non sono qui per me, caro, ma per te! Non ti sei accorto che sei finito? – - Prego? - ora l'editore sudava, a disagio.


- Certo "Greg" - riprese Giovanna - non senti? Tutta questa gente scrive gratis. GRATIS! Non si paga niente, Greg! E non solo: questi si divertono. Quel ch'è peggio: sono contagiosi. Si espandono, infettano di passione tutti intorno a loro. – Gregorio si accasciò, la parola "gratis" lo aveva colpito al cuore. - Vedi Greg, voi siete come i pizzicagnoli, ora. Tirate avanti, ma solo gli Iper sopravvivranno! O raccogli fondi, e di corsa, per una grossa operazione, per promuovere un "libro soprammobile" imperdibile, o finisci schiacciato. Persino quelli che pagavano per pubblicare non si faranno spolpare più. Che se ne fanno di 100 copie nel ripostiglio, quando, giocando sul web, possono essere letti da migliaia di amici? Che ne dici, caro Greg? Vuoi salvartelo il culo... amico? – Tre mesi dopo la New Greg & Co. usciva con “50 sfumature del Tubo” di Giovanna Hybris, un successo internazionale, programmato da una delle più grandi case pubblicitarie del mondo. La battaglia era vinta, ma la guerra? Probabilmente no!

FINE

©Giovanna S. - 2014 UUID: cc5eec32-88d4-11e3-846a-27651bb94b2f Questo libro è stato realizzato con BackTypo un prodotto di Simplicissimus Book Farm


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