Giovanna contro Tutti

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Giovanna's

GIOVANNA CONTRO TUTTI


In copertina: Amazzone morente a cavallo - Napoli, Museo Archeologico (Collezione Farnese) Collaborazione e grafica di Lino Smith. ©Giovanna S. – 2015 Nota

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UUID: 45b79a88-ff25-11e6-9416-0f7870795abd Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write http://write.streetlib.com


RINGRAZIAMENTI ... e una Disfida!

Cari lettori, se siete qui è per decidere se accettare o ricusare questa sfida “all’ultima pagina”. Ecco che cosa propongo ai più coraggiosi, anche agli scrittori, per non dimenticare che, prima di tutto, siamo lettori: una caccia al Libro; libri che ho attentamente celato, in una piccola serie di brevi poesiole. Alcuni sono facilmente individuabili, altri più ostici, ma vi assicuro che “con i potenti mezzi del web”, se volete, potete giocare tutti, perché gli indizi (o per dirla in breve, i Link) sono estremamente “esaustivi”. E allora dico grazie a tutti coloro che vorranno giocare questa tenzone oppure a chi avrà piacere di passare qualche minuto tra queste pagine... Buon divertimento e auguri: spero che il Labirinto Letterario vi ricordi le vostre belle letture o, magari, ve ne faccia scoprire altre che andranno ad arricchire la vostra collezione di emozioni.

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Le stanze del labirinto letterario

CO​MIN​CIA​MO IL VIAG​GIO...

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Sono L'In​ci​pit, Mi Ri​co​no​sci? Ca​pi​tan Fra​cas​sa? Na​tu​ral​men​te No Me​glio Tor​na​re Coi Pie​di Nel​l'ac​qua... Sfi​do L'A​stro​no​mo Quan​te Arie... Quan​ta Aria... Non Chia​ma​te I Vi​gi​li...

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UNA PAU​SA E VIA: SE​CON​DA PAR​TE

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Sia​mo Seri, Per Fa​vo​re Sto​rie Di Fa​mi​glie Ma Che Tipo Sa​ran​no Solo Voci? Hic Sunt Leo​nes (Tra L'al​tro) Non Po​te​va Man​ca​re...

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Co​min​cia​mo Il Viag​gio...

Nel primo nodo, di benvenuto si nascondono ben tre libri, di cui uno assai famoso. Basta indovinare quello, per “avere licen‐ za” di passare alla “stanza” successiva e continuare questa sfi‐ da... al​l'ul​ti​ma pen​na!

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Sono L'In​ci​pit, Mi Ri​co​no​sci? Sal​ve, io sono l’In​ci​pit, e sono ap​pe​na nato! Voi m’a​ve​te evo​ca​to... e io sono ar​ri​va​to. Come? Io non vi ba​sto: e cosa aspet​ta​va​te? E cosa vo​glio? Nien​te... e tut​to, lo sa​pe​te! Pos​so re​sta​re or​fa​no, sul fo​glio bian​co, ste​so, op​pu​re es​se​re ric​co, eroe o vil​ i​pe​so. Nel​le ta​sche ho di tut​to: ri​cor​di del pas​sa​to, astro​na​vi fu​tu​re o un pre​sen​te com​pli​ca​to... C’è una don​na che pian​ge, una gas​sa d’a​man​te, la per​ga​me​na sto​ri​ca e un kil​ler ti​tu​ban​te. Con me ho por​ta​to pure un con​su​len​te e un gat​to, un fio​re di​sprez​zat​ o, un amo​re di​sfat​to: “Ma, al​lo​ra, che ti pia​ce?” “Mi piac​cio​no le rose!” “E sot​to il bracc​ io mio, Mar​ghe​ri​ta il suo pose.” In​som​ma... sono l’In​ci​pit: che cosa devo fare? Mi ri​chia​ma​te sem​pre, e ades​so? Ve ne vo​le​te an​da​re? Non sta​te lì, im​pa​la​ti con sguar​do va​cuo e scioc​co: At​ten​ti, lo sa​pe​te: “Al fin del​la li​cen​za... Io toc​co!”

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Ca​pi​tan Fra​cas​sa? Na​tu​ral​men​te No Oggi la mia av​ven​tu​ra la vivo col Ba​ro​ne: di bal​le ne rac​con​ta... il vec​chio fan​fa​ro​ne, ep​pu​re, tra le fa​vo​le e le sto​rie im​pos​si​bi​li, con​ser​va un cer​to fa​sci​no di mon​di ir​rag​giun​gi​bi​li. Sem​pre az​zi​ma​to e lu​ci​do, col suo fare ga​lan​te con​qui​sta bel​le Dame, con quel cuo​re mi​gran​te. Un sor​ri​so a Se​le​ne pel suo vez​zo​so neo, a Ve​ne​re poi am​mic​ca fa​cen​do il ci​ci​sbeo ed io che sono at​ten​to, non pas​so mai per fes​so, mi godo le si​gnor​ e, che “ab​bor​do”... di ri​fles​so. Esper​to è di cu​ci​na, ne sa di Astro​no​mia e pure sul​la Luna fa la ga​stro​no​mia. Ma​neg​gia la sua spa​da da ca​va​lie​re in​do​mi​to non teme mai la Mor​te e a me, mi dà di go​mi​to. Quand’El​la s’av​vi​ci​na, lui ride men​tr’io vi​bro: cosa ci può mai fare? E’ uno spet​tro da li​bro! Che fai let​to​re? Ti​tu​bi o in​do​vi​ni? Io mi av​vio, e ti aspet​to nel pros​si​mo li​bro.

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Me​glio Tor​na​re Coi Pie​di Nel​l'ac​qua... Vado in giro sen​za meta, sono un po’ di​soc​cu​pa​to, ar​ri​va​to in fine al por​to, un in​gag​gio ho ri​me​dia​to. Ma che nave è que​sta mai? L’e​qui​pag​gio è scal​ci​na​to: un no​stro​mo brut​to e scu​ro gira sem​pre tut​to ar​ma​to. Gran si​gno​re il Ca​pi​ta​no, col dot​to​re ed il suo moz​zo, la ca​bi​na la di​vi​do con un uomo nero e toz​zo. Giun​ti al​fin con l’e​qui​pagg ​ io in un’I​so​la sper​du​ta si ri​bel​la quel​la ciurm ​ a e il ca​rat​te​re suo muta. C’è bat​ta​glia, sca​ra​muc​cia sul ve​lie​ro: tut​ti ar​ma​ti, già si schie​ra​no to​nan​ti, sono or​ren​di, son Pi​ra​ti! La can​zon del​l’Uo​mo Mort​ o mi rie​cheg​gia per la te​sta; son con​vin​ti, son de​ci​si: vo​glion fare a noi la fe​sta. Il buon Jim è cer​ta​men​te un ra​gaz​zo co​rag​gio​so: vin​ce​re​mo noi, non loro. Sal​ve​re​mo cer​ta​men​te tut​ta l’I​so​la e il Te​so​ro!

Sta​vol​ta è sta​to fa​ci​le, at​tra​ver​sa​re il La​bi​rin​to... sei rin​‐ fran​ca​to? Al​lo​ra, avan​ti!

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Sfi​do L'A​stro​no​mo Mi mi​su​ro, me lo sen​to, con un li​bro un poco paz​zo, il si​gno​re con gli oc​chia​li, che qui sce​se con il raz​zo. Il dott​ o​re è as​sai sor​pre​so, ind ​ e​ci​so sul sus​sur​ro, men​tre i mat​ti son con​vin​ti: Ecco l’Uc​cel​li​no Az​zur​ro! Ora san​no tut​ti quan​ti che un do​lo​re l’ha sban​da​to, non è Alie​no ma ter​re​stre e una stra​ge ha sop​por​ta​to; il suo so​gno e il suo can​do​re, il man​gia​re tan​ta frut​ta, sono solo il pa​ra​ven​to di una sto​ria tri​ste e brut​ta. Fat​to sta che, tra le Stell​ e, se la cava a tut​to spia​no e di stuc​co la​scia tut​ti: lo scien​zia​to ed il pro​fa​no. Ora al viag​gio si prep ​ a​ra, per tor​na​re al mon​do stra​no, dove i Soli sono due ed Amor re​gna so​vra​no, dove il male non si fa, sen​za in​fa​mia, sen​za scor​no, loro san​no che la vita è una an​da​ta ed un ri​tor​no. Cose... da un al​tro Mon​do, di​re​te voi, ep​pu​re c’è... c’è dav​‐ ve​ro un li​bro così. Ho vi​sto per​si​no il film!

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Quan​te Arie... Quan​ta Aria... Guar​da, ar​ri​va da lon​ta​no una Lady af​fa​sci​nan​te è se​gui​ta da uno stuo​lo ma non cer​ca al​cun aman​te. Fe​del​ is​si​ma al ma​ri​to che però, per cer​ti ver​si, sem​bra celi nel suo cuo​re des​ i​de​ri più per​ver​si. Pare che, se​gre​ta​men​te, a una don​na na​vi​ga​ta ha pro​mes​so pro​te​zio​ne e per​fi​no l’ha pa​ga​ta; è “far​fal​la” chiac​chie​ra​ta, scal​tra più d’u​na me​ge​ra, un pe​ri​co​lo in​com​ben​te per la gio​va​ne sin​ce​ra. “E la pa​ghi al​lo​ra cara quel ma​ri​to stol​to e inet​to...” ma non ha ca​pi​to nien​te: è la gio​va​ne in di​fet​to! Ge​lo​sia le spezz ​ a il cuo​re e con​fon​de la sua men​te si ab​ban​do​na alla cor​ren​te... e com​met​te un gran​de sba​glio: solo il cuo​re di una mam​ma sal​ve​rà Lei e il Ven​ta​glio. E’ il mo​men​to per la don​na: farà i con​ti col pas​sa​to! Per l’a​mo​re pria ne​ga​to al di​let​to ha ri​nun​cia​to... e la fi​glia, fi​nal​men​te, dal​lo scan​da​lo ha sal​va​to. An​che que​sto bel rac​con​to è pas​sa​to per la “pel​li​co​la”, sa​‐ pe​te? Cer​to! Cam​mi​nia​mo già da un po’... per non stan​‐ car​mi trop​po, me ne vado in un po​sto dove i Li​bri non ci son pro​prio più! Op​pu​re si sono na​sco​sti... ma dove, dove? Ac​ci​den​ti!

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Non Chia​ma​te I Vi​gi​li... Ah, son stan​co alla buon ora: sono un In​ci​pit, che cre​di? A per​cor​re​re sei nodi m’è ve​nu​to male ai pie​di. Ecco sied ​ o su quel cep​po... ma chi scen​de quel​la chi​na? Ah... son li​bri, li co​no​sco, pure sen​za co​per​ti​na. Li de​cla​ma​no nel bo​sco, di na​sco​sto dai Pom​pie​ri, che han bru​cia​to, tra le pa​gi​ne, una vec​chia pro​prio ieri. Il Go​ver​no ha già de​ci​so: non ti devi con​cen​tra​re, vivi nel​la tua igno​ran​za e, se i li​bri fan pen​sa​re... guar​da alla te​le​vi​sio​ne che pro​gram​mi che ti dò e dei clas​si​ci d’au​to​re ne fa​re​mo un bel falò. Oh Poe​ta, che nel ven​to la​sci que​sta Pro​fe​zia, ti ri​vol​ti nel​la tom​ba a ve​der la sor​te mia: di “vir​tu​te e ca​no​scen​za” que​sto mon​do si è pri​va​to, pure un In​ci​pit, an​che bel​lo... ri​mar​rà di​soc​cu​pa​to? Que​sto li​bro mi pre​oc​cu​pa... ma noi, let​to​ri e scrit​to​ri, ven​de​re​mo cara la pel​le e non ci la​sce​re​mo ab​bat​te​re tan​‐ to fa​cil​men​te, giu​sto? Al​lo​ra, ami​ci, se​gui​te​mi il la​bi​rin​to con​ti​nua... in nuo​vi Li​vel​li.

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Una Pau​sa E Via: Se​con​da Par​te

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Sia​mo Seri, Per Fa​vo​re Que​sta vol​ta è tut​to nuo​vo, be​ne​det​ti miei let​to​ri, non sarà una pas​seg​gia​ta: per bec​car​mi, son do​lo​ri! Ri​co​min​cia la ten​zo​ne che ter​rà tut​ti im​pe​gna​ti, sia con l’i​Pho​ne in va​can​za che in uf​fi​cio in​daf​fa​ra​ti. Ora ini​zia il no​stro viag​gio nei Li​vel​li più pro​fon​di scen​de​re​mo e sa​li​re​mo at​tra​ver​so gli al​tri mon​di. Mon​di stra​ni, al​tri Uni​ver​si, Di​men​sio​ni pa​ral​le​le, pre​sen​ta​te con giu​sti​zia da quel Mo​na​co fe​de​le. Non ro​man​zo, né in​ven​zio​ne, tro​ve​re​te al mio co​spet​to ma pro​mes​sa ve​ri​tie​ra, di un gran sag​gio sul con​cet​to del​la mor​te e del​la vita, che non sono come pen​si ma di​ver​si, e son svel​ a​ti at​tra​ver​so tut​ti i “Sen​si”. E’ poe​ti​co e so​gnant​ e l’ar​go​men​to mol​to ar​ca​no fa ri​flet​te​re sul mon​do e su noi: “Che cosa sia​mo?” Una la​cri​ma so​ven​te scap​pa al​l’oc​chio del let​to​re, per​ché al​tis​si​mo è il con​cet​to ri​ve​la​to dal​l’A​mo​re. An​che quan​do è più po​ten​te il mar​tel​lo del do​lo​re, sem​bre​reb​be che la pro​va ven​ga pro​prio dal Si​gno​re. Che ci cre​di op​pu​re no, che tu vo​glia dis​sa​cra​re, è im​pos​si​bil​ e ne​gar​lo: que​sto li​bro fa pen​sar​ e! Come pas​sa il Tem​po... sem​bra qua​si sen​za fine. Ave​te in​do​vi​na​to? Sie​te cu​rio​si? Bene... Pro​ce​dia​mo! 11


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Sto​rie Di Fa​mi​glie In que​st'o​pra m'in​cam​mi​no, sono sol... ra​gion per cui devo star​ci mol​to at​ten​to: que​sti Se​co​li son bui. Dura mol​to que​sta sto​ria ed ab​brac​cia le fa​mi​glie, in​tri​ca​ti sen​ti​men​ti: con​tro i pa​dri stan le fi​glie. Quan​do il ma​schio, pri​mi​ge​nio, ha il ca​sa​to e pure l'o​ro, esse van​no nel con​ven​to, a spiar di die​tro al Coro. I più dol​ci (quel​li buon ​ i) dal​la sor​te: solo pene; men​tre il bie​co si fa Ve​sco​vo e non fa di cer​to bene. Or​di​sce tre​sche e mi​sfat​ti, sot​to alla vol​ta ce​le​ste, mal​va​gio e inar​re​sta​bi​le, farà i con​ti con la Pe​ste. Più for​tu​na​ti gli al​tri, si in​trec​cia​no ne​gli anni: l'ar​chi​tet​to e la mo​na​ca, che cura as​sai ma​lan​ni. Un pon​te croll​ a​to, se​gna il de​sti​no del Vil​lag​gio; men​tre un mi​li​te ot​tu​so, cade per man del sag​gio. E' un af​fa​re com​pli​ca​to che di​ven​ta un'av​ven​tu​ra, gra​zie al​l'In​ci​pit, con de​lit​to, che ai ra​gaz​zi fa pau​ra. Il se​gre​to è as​sai tre​men​do e na​sco​sto nel De​sti​no, tut​ti e quat​tro li ha se​gna​ti per la vita ed il cam​mi​no. E si... la vita è lun​ga e il do​ma​ni non è no​stro. “Chi vuol es​se​re lie​to sia!” dice il Sa​vio... sì... ma il Paz​zo che dice?

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Ma Che Tipo Ma la​scia​mo​ci alle spal​le que​sto cupo Me​dioe​vo e, tra​va​li​can​do il tem​po, al Rin​no​vo, brin​do e bevo. Qui mi spet​ta di di​rit​to di lan​cia​re un gri​do e un laz​zo, pos​so far ciò' che mi pare, che m'im​por​ta? Sono paz​zo! Ah, pren​de​te le di​stan​ze? Mi la​scia​te fol​le... Fate! Io però ve lo di​mo​stro che an​che voi non ra​gio​na​te, e che il mon​do gira stor​to, quel che è giu​sto non si sa, quel che sem​bra eva​ne​scen​te si di​mo​stra poi real​tà. Cer​te azio​ni, de​gne solo del​le idee d’un men​te​cat​to, ora por​ta​no alla glo​ria, or pre​lu​do​no al mi​sfat​to. Que​sto vale per i ma​schi e alle don​ne, cosa deg​gio? "Sei crea​tu​ra di​ver​ten​te, at​traen​te, dice il sag​gio, se per caso o per for​tu​na il po​ter ti ca​sca in mano tu dan​neg​gi il mon​do in​te​ro, peg​gio as​sai d'un ura​ga​no.” Per fi​ni​re, ami​ci miei, su go​de​te​vi la vita, guar​da​te: umo​ri​smo e con​tro​sens​ o son le cose più scon​ta​te, an​che quan​do as​sai se​ve​ri si pre​sen​ta​no i re​gnant​ i l'a​ned​do​ti​ca e le co​mi​che li col​pi​scon tut​ti quan​ti. Per​ché scri​vo que​ste cose? Per​ché son con​va​le​scen​te ed il Moro mi pro​teg​ge: non po​te​te far​mi nien​te! Dite la ve​ri​tà: sta​vol​ta in​do​vi​na​re è sta​ta una pas​seg​gia​ta! Per​si​no di​ver​ten​te. Sem​bra in​cre​di​bi​le, sa​pen​do chi l’ha 14


scrit​to e in qua​le epo​ca... ep​pu​re... sem​bra ieri.

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Sa​ran​no Solo Voci? Mam​ma mia che pa​ro​lo​ni che ci at​ten​do​no al mo​men​to, c'è chi stril​la: "Apò​fe​nia!", chi è con​vin​to del por​ten​to. Cer​to è che il pro​fes​so​re pas​sa or​mai tut​ta la not​te a spia​re ,a re​gi​stra​re, tra stra​ni cir​cui​ti e val​vo​le rot​te. Ha in​ven​ta​to an​che un cong ​ e​gno, per​lo​me​no lui lo dice, che lo met​te ora in con​tat​to con quel Mon​do di Eu​ri​di​ce, che non tor​na “in​die​tro tutt​ a”, no​no​stan​te il suo ra​gaz​zo ogni stra​da pro​va e ten​ta, e di​ven​ta pure paz​zo. E' pa​ci​fi​co il suo tec​ni​co e giam​mai lo con​trad​di​ce par che il gros​so del la​vo​ro spet​ti pro​prio al que​sto “vice”; as​sai bra​vo è sto' si​gno​re nel​le sue re​gi​stra​zio​ni col mi​cro​fo​no che adat​ta, fa la gio​ia dei buon​tem​po​ni. Sono in tan​ti: sono pron​ti a sen​ti​re dap​per​tut​to ogni voce e pure i suo​ni di chi è vit​ti​ma di un lut​to. L'ar​go​men​to è sem​pre ar​ca​no, no​no​stan​te sian pas​sat​ i tan​ti lu​stri, non sap​pia​mo se son sta​ti i tra​pas​sa​ti... a par​la​re nel​la not​te o sol​tan​to gli svi​ta​ti! Una sto​ria sem​pre at​tua​le, ogni tan​to pren​de pie​de e la gen​te è com​bat​tu​ta: Non è vero ma ci cre​de! Che vo​le​te ora da me? E' "un'In​co​gni​ta" il per​ché... Brrr... ho an​co​ra i bri​vi​di ad​dos​so! Que​ste sto​rie di fan​ta​‐ 16


smi non fan​no per me. Che ne dite? Tor​nia​mo le​sti alla luce del sole? Ora ci inol​tre​re​mo nel mon​do a tin​te for​ti del​la Pas​sio​ne.

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Hic Sunt Leo​nes (Tra L'al​tro) E’ una saga que​sta vol​ta che ri​chie​de l’at​ten​zio​ne: una gio​va​ne fran​ce​se con la te​sta nel pal​lo​ne, vede in​fran​to, im​man​ti​nent​ e, il suo bel so​gno d’a​mo​re che’ l’a​man​te suo bel​lis​si​mo vola, e tor​na dal Crea​to​re. Nel​la pan​cia ha il suo bam​bi​no, non si per​de di co​rag​gio bel​la, in​ge​nua ma te​na​ce s’av​ven​tu​ra per un viag​gio che la por​ta as​sai lon​ta​no, più di quan​to cre​de lei, so​prav​vi​ve ad ogni ol​trag​gio gra​zie ai pic​co​li Pig​mei. Quan​te poi ne pas​sa an​co​ra in​se​guen​do quel suo so​gno con la for​za e l’e​spe​rien​za sop​pe​ri​sce a ogni bi​so​gno. L’a​vrà vin​ta per for​tu​na è ne esce tra​sfor​ma​ta: è una don​na, fi​nal​men​te, mol​to sag​gia, eman​ci​pa​ta. Bat​te i fur​bi, i tra​di​to​ri e li at​ter​ra tut​ti quan​ti, e di​ven​ta la “Si​gno​ra” pro​prie​ta​ria dei Dia​man​ti. E chis​sà che nel​la sto​ria, dopo l’on​ta e il di​so​no​re, si ri​pren​da il suo de​sti​no e rit​ ro​vi il vero Amo​re. Ter​mi​nia​mo il La​bi​rin​to con un tuf​fo nel pas​sa​to. Un pas​sa​to re​mo​to, qua​si fia​be​sco, che ci stu​pi​sce per la sua ric​chez​za.

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Non Po​te​va Man​ca​re... Non un li​bro pone fine al mio gio​co tra gli scrit​ti; un com​po​ni​men​to stra​no, pur ac​cam​pa i suoi di​rit​ti, per​ché esso è par​te “sco​mod ​ a” del​lo Scrit​to più fa​mo​so, ac​cet​tar​lo non è fa​ci​le per​ché il te​sto è as​sai “for​mo​so”. Que​sta splen​di​da poe​sia è un “og​get​to” un po’ com​ples​so e alla chie​sa, lo sap​pia​mo, è in​di​ge​sto tut​to il ses​so! Ero​ti​smo raf​fi​na​to, per l’att​ e​sa tre​pi​dan​te del​l’A​mo​re che, tra​va​li​can​do i mon​ti, si con​giun​ge al suo Si​gno​re. Giam​mai ver​si più fel​ i​ci de​scris​se​ro l’am​ples​so e la vo​glia de​gli Aman​ti di tro​var​si in pio con​ses​so. La bel​lez​za è esa​spe​ra​ta fino a vet​te ina​spet​ta​te e de​scrit​ti son gli abb ​ rac​ci con pa​ro​le dol​ci e ala​te. E' fi​ni​ta la tenz ​ o​ne ed il guan​to io l'ho lan​cia​to ora toc​ca al​l'in​tel​let​to del​l'a​mi​co en​tu​sia​sma​to: "Vuoi rac​co​glier​ e la sfi​da mi​su​ran​do​ti col ver​so? O ri​ma​ni am​mut​ o​li​to con lo sguar​do vuo​to e pers​ o?"

E con que​sto vi sa​lu​to: a Oc​ci​den​te por​go il viso... ed at​ten​do an​ch'io un Aman​te che mi doni il suo sorr​ i​so. G. S.

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