SCOOrdINaTI 31 NEWS NUMERO
Settembre / Ottobre 2013
Magazine bimestrale a diffusione telematica a cura della Redazione del Motoclub Scoordinati, consultabile on-line al sito www.mcscoordinati.com. Non in vendita. No scopo di lucro.
Editoriale Senza parole… (a cura di Giovanni Yoyo Iodice)
sommario
Una Pistata Scoordinata Circuito dell’Isam (a cura di Diego Grapin Vulpiani) Il Futuro Passato delle moto Suzuki Nuda (a cura di Giovanni Yoyo Iodice) Reportage WSBK Gli ultimi entusiasmanti Gp della WSBK (a cura di Giovanni Yoyo Iodice) Inserto WSBK Tom Sykes (a cura Giovanni Yoyo Iodice)
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Perché Kawasaki Una scelta del cuore (a cura del Giovanni Yoyo Iodice) La storia di Halloween Storie e Leggende (a cura del Cristiana Nanà Supergirl Estel) La cuncina di Nanà Delizie Culinarie Scoordinate (Cap. 5) (a cura del Cristiana Nanà Supergirl Estel) Moto History Ducati 851 (a cura di Giovanni Yoyo Iodice) Carlos Checa L’addio del Campione? (a cura di Giovanni Yoyo Iodice) Drift o Derapata? Approfondimento tecnico (a cura di Giovanni Yoyo Iodice) Il Castello di Arquata del Tronto Un viaggio tra miti e leggende (a cura di Giovanni Yoyo Iodice) News dal mondo Scoperta un’altra Terra? (a cura di Giovanni Yoyo Iodice)
Mondo Motori La piega e le forze (a cura di Giovanni Yoyo Iodice)
VISITE SUL NOSTRO SITO WEB - WWW.MCSCOORDINATI.COM AGGIORNAMENTO AL 30 OTTOBRE 2013 ALLE ORE 14:53
342.615 (+ 31.876 in 2 mesi)
NUMERO PRECEDENTE PUBBLICATO IL: 30 AGOSTO 2013 NUMERO DI LETTORI/VISITATORI: 460 VISITE REGIONI ITALIA: LOMBARDIA, LAZIO, TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, SICILIA, EMILIA ROMAGNA + 3 LETTORI DALLA RUSSIA 9 LETTORI DALLA GERMANIA
E’ un’opera che toglie il fiato, una delle strade più incredibili che siano mai state progettate e costruite. Si trova nel nordovest della Cina nella provincia di Hunan. La strada è lunga 11 Km ed è formata da 99 tornanti che raggiunge la cima della montagna e porta i visitatori alla grotta di Tianmen, un buco naturale nella montagna ad una altezza di 131,5 metri. Il suo dislivello è di tutto rispetto, passando da 200 a 1.300 s.l.m.
Un salto in Cina…
a cura di Maximiliano Vittorini
Le parole del presidente
"Gli aggettivi per definire il mio stato d'orgoglio verso tutti voi non ha eguali . Aver sentito in questi giorni un così forte senso di appartenenza, di aggregazione e spirito di gruppo verso questo club, verso tutto il Motoclub Scoordinati, mi riempie il cuore di gioia. Ringrazio tutti i partecipanti di oggi per essere venuti numerosi al Motoraduno "La cioccolata si mette in moto", grazie in particolare a quei soci (Andreina ed Ottavio in primis) che durante l'anno hanno partecipato ai vari Motoraduni sparsi per l'Italia. La vostra presenza ha fatto si che il Motoclub Scoordinati è arrivato x la 2° volta 1° in una tappa TTN Nazionale e 2° nella Classifica generale Nazionale con pochissimi punti di scarto dal 1°. Sono veramente orgoglioso di questo 2° posto, primo perché dietro di noi ci sono Motoclub che hanno oltre 20/30 anni di storia e poi perché vedere il nostro nome la su in alto ad una classifica nazionale... Beh con solo 5 anni di vita, io penso che sia un grande successo, un successo di tutti noi... Gli Scoordinati, nessuno escluso.. Grazie a tutti per la vostra fiducia a nome mio e di tutto il Consiglio Direttivo. Il Presidente, Maximiliano Vittorini
Così scrive la Federazione Italiana Motociclista:
"Una breve nota a margine delle classifiche pubblicate: se tali rimarranno, dobbiamo constatare il sorpasso avvenuto domenica scorsa da parte del Moto Club Scoordinati, a spese del Moto Club Dragone, che si è difeso benissimo, ma non è bastato. Quindi, un meritatissimo 1° posto al Moto Club Gottlieb Daimler che, salvo le riserve di cui sopra, è Campione Nazionale 2013, e poi una formidabile coppia rappresentanti del mototurismo del Centro Italia, nell’ordine Lazio e Marche.
All’ultima prova il “nuovo” Moto Club Castelli del Casentino di Bibbiana si inserito nei primi dieci, complimenti anche a loro!"
editoriale A volte non servono parole per esprimere quello che già un’immagine riesce a trasmettere. Questo è il mio Editoriale di questo bimestre, breve,, intenso, diretto e profondo…
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
a cura di Diego Grapin Vulpiani
Una pistata Scoordinata Una splendida giornata di sole ha fatto da cornice ad uno di quei momenti che non si dimenticano!!! Hai presente quando c'è il sole, gli amici sono di quelli buoni e la moto fa puntualmente tutto quello che gli chiedi, insomma uno di quei giorni in cui tutto si incastra perfettamente. Ma andiamo con ordine; arriviamo in pista più o meno x le 9:30, e già si contano parecchi Bikers che stanno girando, i gazebi, camioncini, carrelli etc, insomma l'aria è quella, e fa tanto racing che a noi ci piace tanto!! Troviamo il nostro posticino dove sistemare due furgoni un paio di macchine ed un carrello. Devo dire in un attimo montiamo i nostri gazebi e ci mettiamo le nostre moto; cassette attrezzi, taniche benzina, termocoperte, sdraiette etc.. Quanto ce piace!! Insomma sarà la voglia di girare che momenti entro in pista nudo! A parte gli scherzi mi stavo motando addosso tanto che stavo per entrare con il casco slacciato e senza guanti!! che RINCOGLIONITO!! Provo a guadagnare uno straccio d'accordo con il mio karma ed entro!! Era un bel pò che non mi infilavo la tuta e quindi un paio di giri li butto li a buffo, tanto per.. poi un paio di
razzi mi fischiano accanto alle orecchie.. SVEGLIAAA!! Con circospezione mi trovo un gruppetto avanti a me che sembrava si divertisse senza esagerare, così mi accodo e comincio a prendere ritmo proporzionalmente al sorriso da Ebete che piano piano mi riempiva il casco!! Ok ci siamo!! è ora della pasticca!! Sicuramente li davanti avevo dei gran chiodi, ma resta pur sempre il fatto che superarne due in staccata e subito un terzo interno in uscita di curva mi ha dato una gran carica, ma di quella giusta, tanto che sentivo di migliorare ad ogni giro restando pur sempre nei miei parametri di sicurezza. In tutta la giornata mai un lungo se non staccatone tali da lasciare il buco a terra!! Mi spiego? tutto perfetto!! In pomeriggio sono riuscito a girare anche con i nostri e sono sicuro che tutti ce semo talmente tagliati dalle risate che ci si appannavano le visiere!! Bene! ULTIMO GIRO!!: Ragazzi un paio di giri da bravi bambini che vi faccio il filmino! Sono dentro e già me li son persi tutti; dove ca…o stanno?? Rallento e dopo un paio di minuti me passano davanti Maurizio Multi e Alessio Ktm, mentre vedo in lontananza arrivare Spiderman e il Compare. Arpiono Alessio e facciamo un paio di giri a vena
chiusa da sturbo e intanto arriva quel c...c.... di Spideman che me passa. ma non mi stacca!! CHE FIGATA!! 3 - 4 giri cosi e mi faceva male lo stomaco tanto ridevo finché al curvone se fa sotto il Compare che, da merda quale è, avrebbe voluto farsi riprendere mentre mi passava esterno gomito a terra... ma sta soddisfazione non glie l'ho data! e siccome non ero ancora contento subito dopo te passo pure Spiderman sull'erba!! Usciamo tutti due giri dopo la bandiera a scacchi!! Fosse stato per me non saremmo usciti mai!! Che giornata splendida! Grazie a tutti!!
p.s. ma qualcuno ha fatto foto, filmini, qualcosa?? La mia on board non ha funzionato! che sfiga…
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Il futuro PASSATO delle due ruote... Era il 1987 quando Suzuki provò ad immaginare quella che sarebbe stata la Moto di 25 anni dopo. Che il Designer abbia forzato la mano è evidente, ma nel complesso l’idea di moto HiTech non si discosta poi molto dalle nostro Superbike attuali.
La Nuda (questo è il nome scelto per la Concept), monta il motore della GSX-R 750 dell’epoca capace di una velocità massima di 280 Km/h e, particolarità di questa Concept, era l’adozione di soluzioni mono-braccio sia all’anteriore che al posteriore, entrambe poste sul lato sinistro della moto dove veniva trasmessa la trazione che era quindi integrale.
Certo, pensare che questa Concept era data 1987 un po’ di brividi addosso li mette, soprattutto se si prendono in considerazione le linee dell’epoca, in basso un esempio.
Nuda al buio sembra davvero un Samurai arrabbiato, con quei due occhi diabolici all’insù che danno un’espressione unica al frontale della Suzuki. Peccato sia un esemplare unico… almeno cosi in Suzuki hanno sempre affermato…
Ma la domanda che dobbiamo porci è, se la Nuda fosse disponibile, ci andreste in strada? Personalmente mi ci tufferei sopra, ma più realisticamente credo che la maggior parte dei motociclisti di oggi abbiano bisogno di più comfort e sicurezza…
Non si può non riflettere sul motivo per il quale Suzuki non si sia imbattuta nella produzione dell’avveniristica Nuda. Forse con quella linea e tutta quella tecnologia la Nuda avrebbe potuto aggredito il mercato e le comunità? Probabilmente ancora abituate a certe linee, a certi progetti… O molto più probabilmente il
costo per la realizzazione di una moto simile era sproporzionato per il mercato dell’epoca. Forse realizzandola per la produzione di serie avrebbe obbligato i vertici Suzuki ad imporre un prezzo di acquisto vicino agli allora 80 milioni di lire….
andata in produzione, avrebbe radicalmente cambiato il concetto di moto per gli anni che seguirono, cambiando forse la tecnologia attuale. Resta il fatto che di Nuda c’è ne una sola, probabilmente, unico meraviglioso, straordinario e storico esemplare.
Tutti interrogativi mai svelati, ma che probabilmente se fosse Qui a sinistra un rarissimo spaccato della Nuda. L’immagine mostra la sistemazione del 4 cilindri in linea Suzuki e la complicato disegno avveniristico del telaio. Peccato che la sezione sia del lato destro e non sinistro, lato dove passano i mono-bracci.
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
P
CLASSIFICA GARA 1
PUNTI GARA
CLASSIFICA GARA 2
GP USA 2013
1°
SYKES
25
LAVERTY
2°
DAVIES
20
GIUGLIANO
3°
LAVERTY
16
MELANDRI
Stavolta a gettarsi giù dal mitico cavatappi di Lagna Seca sono stati i piloti del Mondiale WSBK e non il Motomondiale.
4°
MELANDRI
13
SYKES
5°
GUINTOLI
11
GUINTOLI
6°
GIUGLIANO
10
CLUZEL
7°
CLUZEL
9
ELIAS
8°
ELIAS
8
HAYDEN
9°
BADOVINI
7
SALOM
10°
AITCHISON
6
FABRIZIO
11°
SALOM
5
HASLAM
12°
YOUNG
4
YOUNG
13°
FABRIZIO
3
AITCHISON
14°
SANDI
2
ESLICK
15°
IANNUZZO
1
CANEPA
Sono state due manche elettrizzanti con colpi di scena a non finire e qualche bandiera rossa di troppo a causa di cadute che hanno devastato gli airfrense… Tom Sykes qui ha accumulato il suo vantaggio in classifica massimizzando in gara 1 con la vittoria e contendo in gara 2 con un 4° posto. Di contro le Aprilia vedono ora un nuovo antagonista per Sykes con un Laverty capace di giungere 3° in gara 1 e vincere gara 2, sorpassando in classifica mondiale il suo compagno di squadra Guintoli che, a causa delle bandiere rosse, ha visto svanire la possibilità di vincere gara 1. Da incorniciare la prestazione di Davide Giugliano che dopo aver conquistato la Superpole chiude il Gp di Laguna Seca con un ottimo podio in gara 2. Buone anche le prestazione delle BMW che pur non al massimo limitano i danni sia con Davies che con Melandri.
P
CLASSIFICA MONDIALE
PUNTI
1°
SYKES
361
2°
LAVERTY
338
3°
GUINTOLI
337
4°
MELANDRI
319
5°
DAVIES
259
6°
BAZ
180
7°
FABRIZIO
177
8°
REA
176
9°
GIUGLIANO
169
10°
CLUZEL
160
11°
CAMIER
114
12°
BADOVINI
114
13°
NEUKIRCHNER
84
14°
HASLAM
83
15°
SANDI
47
16°
ELIAS
38
17°
AITCHISON
29
18°
IANNUZZO
26
19°
CLEMENTI
18
20°
CANEPA
12
21°
SALOM
12
22°
LUNDH
10
23°
HAYDEN
8
24°
LAI
8
25°
YOUNG
8
26°
RETERBERGER
7
Due belle Photo Action del Gp di Laguna Seca, in alto la Ninja ZX-10R di Tom Sykes impegnato in un giro durante le Prove del Sabato. In basso il duo che sta entusiasmando questo finale di stagione con Eugene Laverty su Aprilia impegnato a tenere dietro un sempre veloce Tom Sykes su Kawasaki. Dietro di loro simbolica l’immagine di Guintoli che arranca senza poter mai entrare nella lotta per la vittoria. Peccato che le bandiere rosse di gara 1 abbiano interrotto la sua fuga.
a cura di Giovanni Yoyo Iodice a cura di Giovanni Yoyo Iodice
P
CLASSIFICA GARA 1
PUNTI GARA
CLASSIFICA GARA 2
GP MAGNY COURS 2013
1°
SYKES
25
SYKES
2°
GUINTOLI
20
LAVERTY
3°
LAVERTY
16
GUINTOLI
4°
GIUGLIANO
13
GIUGLIANO
5°
MELANDRI
11
DAVIES
Stavolta nulla ha potuto interporsi tra Sykes e la conquista di entrambe le manche del Gp di Magny Cours. L’anno scorso questa pista regalava il titolo a Biaggi per solo 0,5 punti su un incredulo Sykes.
6°
PIRRO
10
PHILIPPE
7°
FABRIZIO
9
MELANDRI
8°
HASLAM
8
ELIAS
9°
BADOVINI
7
LANZI
10°
LANZI
6
BADOVINI
11°
SALOM
5
SALOM
12°
SANDI
4
AITCHISON
13°
PHILIPPE
3
SANDI
14°
LAI
2
CLUZEL
15°
IANNUZZO
1
LAI
A distanza di 1 anno il britannico torna a Magny Cours e mette in riga tutti ipotecando il titolo 2013. Dietro di lui Guintoli e Laverty si sono scambiati le posizioni sul podio, e se non fosse stata per una bandiera rossa un po’ troppo frettolosa quando mancavano 5 curve a Sykes per terminare gara 2, i due dell’Aprilia sarebbero scesi giù dal podio a causa di una doppia caduta che ha visto entrambi a terra alla curva Adelaide e forse (ma togliamo pure il forse) il titolo costruttori sarebbe stato ancora in lizza tra Kawasaki ed Aprilia…
Polemiche a parte, il Gp ha visto un bravissimo Giugliano terminare 4° in entrambe le manche ed un Pirro che sulla Panigale è riuscito a portare a casa un buon 6° posto, salvo poi volare via (8° pilota quest’anno su una Ducati) in gara 2. Il divario del capoclassifica si fa importante, e per una volta Sykes sembra non volere correre rischi!
P
CLASSIFICA MONDIALE
PUNTI
1°
SYKES
411
2°
LAVERTY
374
3°
GUINTOLI
373
4°
MELANDRI
339
5°
DAVIES
270
6°
GIUGLIANO
195
7°
FABRIZIO
186
8°
BAZ
180
9°
REA
176
10°
CLUZEL
162
11°
BADOVINI
127
12°
CAMIER
114
13°
HASLAM
91
14°
NEUKIRCHNER
84
15°
CHECA
80
16°
SANDI
54
17°
ELIAS
46
18°
AITCHISON
33
19°
IANNUZZO
27
20°
SALOM
22
21°
CLEMENTI
18
22°
PHILIPPE
13
23°
LANZI
13
24°
CANEPA
12
25°
LAI
11
26°
PIRRO
11
a cura di Giovanni Yoyo Iodice a cura di Giovanni Yoyo Iodice
P
CLASSIFICA GARA 1
PUNTI GARA
CLASSIFICA GARA 2
GP JEREZ 2013
1°
LAVERTY
25
LAVERTY
2°
MELANDRI
20
SYKES
3°
SYKES
16
GUINTOLI
4°
GUINTOLI
13
ELIAS
Per coronare il sogno di vincere il Mondale WSBK 2013 a Tom Sykes occorreva un 4° posto in gara 1 con la vittoria di Laverty, è cosi è stato almeno in parte.
5°
ELIAS
11
DAVIES
6°
GIUGLIANO
10
CAMIER
7°
DAVIES
9
LANZI
8°
CAMIER
8
CLUZEL
9°
FORES
7
AITCHISON
10°
AITCHISON
6
GIUGLIANO
11°
CLUZEL
5
NEUKIRCHNER
12°
BARRIER
4
PARKES
13°
BADOVINI
3
BARRIER
14°
NEUKIRCHNER
2
FABRIZIO
15°
LANZI
1
SANDI
In parte perché si andato a vincere copione, ma Tom festeggiare il meritatissimo titolo finendo 3°.
Laverty è come da ha voluto suo 1° sul podio
Tra di loro un marco Melandri che con una caviglia dolorante e gonfia a lungo ha duellato con Laverty sino all’ultima curva dove ha perso la leadership subendo un capolavoro di sorpasso all’esterno dall’Irlandese. Gara 2 parte con Sykes in testa e Laverty subito dietro, ma nel corso della gara, complice anche una trazione migliore dalle curve lente da parte dell’Aprilia, Laverty torna a vincere portando a casa una meritata doppietta, peccato che il prossimo anno si ritrovi senza una moto ufficiale… Moto che con ogni probabilità andrà ad un italiano…che sia Melandri…? Ennesima mossa businesspolitico. Mi trova in disaccordo che un remissivo e mai combattivo Guintoli abbia già il posto con l’Aprilia ufficiale e chi ha vinto 9 gare quest’anno sia senza contratto… se non altro singolare….
P
CLASSIFICA MONDIALE
PUNTI
1°
SYKES
447
2°
LAVERTY
424
3°
GUINTOLI
402
4°
MELANDRI
359
5°
DAVIES
290
6°
GIUGLIANO
211
7°
FABRIZIO
188
8°
BAZ
180
9°
REA
176
10°
CLUZEL
175
11°
CAMIER
132
12°
BADOVINI
130
13°
HASLAM
91
14°
NEUKIRCHNER
91
15°
CHECA
80
16°
ELIAS
70
17°
SANDI
55
18°
AITCHISON
46
19°
IANNUZZO
27
20°
LANZI
23
21°
SALOM
22
22°
CLEMENTI
18
23°
PHILIPPE
13
24°
CANEPA
12
25°
LAI
11
26°
PIRRO
10
GP JEREZ 2013 Bravissimo Elias a giungere prima 5° poi 4° nel Gp di casa con la sua Aprilia ancora acerba dei suoi sviluppi. Speriamo di rivederlo in sella anche il prossimo anno! Male invece Giugliano, che ha lottato con le gomme sia in gara uno che in gara due, sembrava di assistere ad una gara di Supermotard tanto erano le derapate che ad ogni giro era autore Davide.
di vista. Congratulazioni Tom per il titolo, e brava Aprilia per il mondiale costruttori. Un altro anno ricco di entusiasmanti colpi di scena è passato, e già noi tutti facciamo il Countdown per Phillip Island 2014. Per adesso è tutto… chiudo i reportage SBK 2013 con la gioia nel cuore ed il sorriso sulle gote! Meglio di così non si poteva concludere! Grazie…
CONCLUSIONI by Giovanni Yoyo Iodice
Chiacchiere a parte questo è stato l’anno della verdona, l’anno in cui spettri e fantasmi si sono dileguati per lasciare il sorriso ad un Tom Sykes capace di cucirsi addosso come una seconda pelle la ZX-10R e portare a casa Akashi un titolo piloti che mancava ormai da ben 20 anni. Scott Russell può esser finalmente un bel ricordo (sempre un magnifico ricordo datato 1993), per lasciare spazio ad un presente tutto in verde! A volte i sogni si realizzano, e dopo la beffa dei 0,5 punti dello scorso anno, questa edizione consegna a Cesare quello che anche la scorsa edizione avrebbe dovuto essere di Cesare… ma questo è un mio personale punto
Tom Sykes
a cura di Giovanni Yoyo Iodice contributo Paolo Gozzi
Sykes Season 2013 Vittorie: 9 Superpole: 9 2째 posti: 4 3째 posti: 5 Giri Veloci in gara: 13 Punti: 447 (+23 su Laverty 2째)
Sbk World Champion 2013
Dopo 20 anni Kawasaki torna al titolo
A caldo non è stato di molte parole Tom Sykes dopo la conquista del suo 1° titolo iridato della Superbike, arrivato con il terzo posto di gara 1 a Jerez de la Frontera. Ci sarà modo di ripercorrere con più calma la stagione trionfale del portacolori della Kawasaki, che ha riportato la "verdona" al titolo a 20 anni da quello di Scott Russell, ma intanto era doveroso dare spazio alle sue prime parole da campione. "E' stato veramente fantastico vincere il Campionato del Mondo Superbike 2013. E' stata una
stagione stupenda per me e per la Kawasaki. Non ho veramente parole per descrivere quello che sto provando ora, quindi voglio solo provare a godermi questo momento. La gara non è stata facile, ho provato a gestire al meglio la moto e le gomme, ma devo dire che sono veramente contento" ha detto "The Grinner" una volta raggiunto il parco chiuso.
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Perché mi piace l’urlo del 4 cilindri in linea, ma voi direte… anche Honda, Yamaha e Suzuki hanno lo stesso motore, si ma non è lo stesso suono. Sto parlando di urlo, non di rombo o di suono motoristico, ma di urlo vero e proprio. Quando si deve manifestare un attimo di gioia o di paura è l’urlo che manifesta tale concezione, solo l’urlo esibisce la volontà di esprimere l’allegria od il terrore per qualcosa o per qualcuno. Beh quel qualcosa è una Kawasaki, capace di far venire i brividi a chi la guida e stupore per chi la vede passare. Certo non posso avere la presunzione di parlare per il mondo intero, ognuno ha le sue passioni, ognuno è libero di scegliere cosa piace e cosa non, ma qui si sta parlando delle mie sensazioni, quindi l’urlo è la mia personalissima sensazione di gioia quando vedo o guido una Kawasaki. Agonisticamente parlando invece sono stati anni difficili per gli amanti della Casa di Akashi, anni nei quali siamo stati costretti a vedere altre case costruttrici issarsi sul gradini che contano del podio, anni nei quali tra scherni e prese in giro bonarie, abbiamo dovuto mandar giù bocconi amari e chiuderci in un intimo dispiacere nel vedere la moto che ami, lottare di volta in volta per il 10° piazzamento e magari gioire per un 4° o 5° posto… Era il 1993 ed io, non ancora maggiorenne, vedevo uno Scott Russell vincere il Campionato del Mondo piloti delle derivate di serie in sella ad una Kawasaki ZXR 750, moto che successivamente volli a tutti i costi e che oggi custodisco gelosamente nella mia piccola collezione. All’epoca, benché il verde iniziava ad insinuarsi nelle mie prospettive motociclistiche, non riuscivo a capire l’importanza di un traguardo del genere, traguardo che oggi sento più calorosamente vicino, tanto da festeggiarlo come fosse lo Scudetto della mia squadra del cuore… Sono stati anni nei quali la Verdona è stata pilotata da miti come: l’inossidabile Robert Phillips, il campione Scott Russell, il matto Aaron Slight, il perfetto Doug Chandler, il primo vincitore in sella ad una Ninja, Adrien Morillas nel 1988, il combattivo Anthony Gobert, il sempre generoso Akira Yanagawa, Chris Walker, l’incredibile Hitoyasu
Izutsu che vinse a Sugo entrambe le manche come wild card. Fino a giungere ai giorni nostri con il simpaticissimo Mario Sanchini, Fonsi Nieto, Regis Laconi, lo sfortunato Chris Vermeulen, il giovanissimo Loris Baz ed il nuovo campione del mondo Tom Sykes, senza mai dimenticare il sorriso di Joan Lascorz che ha illuminato il box di Jerez mentre il suo excompagno di team vinceva il suo 1° World Title Sbk. Una moto, un team ed una realtà che negli anni ha sempre visto l’impegno di persone che si sono spinte al di là di qualsiasi ostacolo, a volte anche troppo. Ricordiamo anche i modelli di transizione che si sono succeduti come la ZX-10R del 2009 con problemi di assetto o come la versione del 2004, assolutamente velocissima con gli stessi problemi di tenuta. Ma anche capolavori di meccanica e tecnologia come la ZX-7RR, moto che fu consumata fino all’osso tanto da gareggiare dal 1997 sino al 2003, e l’ultima nata di casa Akashi la nuova ZX-10R versione 2011, una moto che oggi raccoglie i frutti di tanto duro lavoro. Perché Kawasaki? Perché quando ne acquisti una sei consapevole del fatto di comprare un pezzo di storia ed ingegneria, fatta di valori umani ma anche di energia mentale e fisica, costruita da un popolo che sa cosa sia il significato delle parole tradizione e rispetto. Perché si è consapevoli che la Mission di Kawasaki è affrontare nuove sfide a testa alta ed esser guidato da forti aspirazioni e grandi obiettivi, guadagnando la fiducia della comunità. Dove il semplice tecnico che sta assemblando una moto è consapevole del fatto che potrebbe essere per te, agendo quindi come un angelo custode nei tuoi confronti. O più semplicemente quando hai una Kawasaki, ne vorresti avere due, tre, quattro…
Sono conscio del fatto di aver per passione una delle cose più belle che esistano a questo mondo, l’andare in motocicletta, e sono orgoglioso di farlo di volta in volta su una Kawasaki. Chi mi conosce sa benissimo che questa mia passione non è nata per caso, ma questa è un’altra storia…
Con questo volevo solamente farvi conoscere un pezzettino del mio mondo (fatto anche di musica, di cinema, di giornalismo…), nella fattispecie il mondo Kawasaki, fermo restando l’apprezzamento per molte altri capolavori a due ruote come ad esempio: la Honda 750 RC45, la mitica e pericolosa Yamaha R7, le intramontabili Ducati 851 e 916, la Bimota YB4. la Suzuki Katana 1100 ecc ecc… Concludo nel ricordarvi che se un giorno doveste sentire un urlo in strada, probabilmente o vi stanno rubando la macchina o c’è una Kawasaki nei dintorni…
Bella pè me, bella pè voi, bella pè tutti!
a cura di Nanà Supergirl Estel
Alle origini di Halloween
Halloween Le primissime origini di Halloween si possono ricercare in riti antichi legati ai cambi di stagione, nelle feste del raccolto, e nei culti agresti in cui si tentava esorcizzare quelle paure ancestrali che accompagnavano delle antiche civiltà basate sull’agricoltura: paura di perdere i figli, di perdere il raccolto, terrore delle calamità naturali. Queste antiche tradizioni in cui l’uomo tentava di familiarizzare con cose come la morte, l’aldilà, l’ignoto sono senz’altro all’origine della storia di Halloween. Arriva l’inverno… buon Sahmain! Samhain (“fine dell’estate”) è un’antica festa celtica che può considerarsi la prima edizione della festa di Halloween. Le celebrazioni del Samhain affondano le loro radici nell’antica religione celtica dei druidi. Si trattava di rituali che celebravano la fine della stagione estiva e l’inizio dell’inverno. L’associazione di Halloween con la notte e le tenebre probabilmente è legata proprio all’atmosfera dei mesi invernali, ovvero della stagione più buia dell’anno. Ognissanti ovvero… All Hallows! Quando nell’alto medioevo il cristianesimo si diffuse nelle terre celtiche (Irlanda, Bretagna) e divenne la religione ufficiale della maggior parte dell’impero Romano, una serie di editti papali istituirono un giorno di festa della chiesa, Ognissanti (o Tutti i Santi) da celebrare il 1 ° Novembre di ogni anno. La chiesa cattolica avrebbe contribuito a dare il nome della festa: “Tutti i Santi”, infatti, si diceva All Hallows in Bretagna (Hallow significato proprio sacro o di colui che è santo). Non si sa con certezza se fosse nelle intenzioni della Chiesa sovrapporre questa nuova festa alle celebrazioni pagane di Sahmain, ma di fatto fu così. Poco dopo venne istituita la festa “gemella” di Ognissanti, ovvero il Giorno dei Morti, celebrato il giorno successivo (2 novembre). La data è stato posta accanto a quella di Ognissanti per enfatizzare l’idea che i santi possono intercedere per conto dei morti. Nel frattempo da più parti si iniziava a festeggiare anche la vigilia di Ognissanti (31 Ottobre) ovvero la All Hallows Eve (che sarebbe
diventato “Halloween”).
a cura di Nanà Supergirl Estel
La storia della zucca
Il simbolo universale di Halloween è la zucca intagliata con la faccia. Questo è probabilmente il segno più popolare associato alla festa. Deriva da una leggenda che parla dell'incontro fra un uomo e il diavolo. Si racconta che un irlandese ubriaco di nome "Stingy Jack" vendette l'anima al diavolo per pagare i suoi debiti di gioco. Lo incontrò nella notte di Halloween e gli offrì da bere. Il diavolo accettò a condizione che Jack pagasse. Dopo aver bevuto Jack mise in dubbio che il diavolo fosse in grado di trasformarsi in qualsiasi cosa volesse. In questo modo lo imbrogliò e lo fece trasformare in una moneta per pagare la bevanda. Prima che il diavolo riuscisse a riprendere la sua forma normale Jack prese la moneta e la mise in tasca vicino alla croce d'argento per impedirgli di ritornare come prima. Per liberarsi il diavolo fece un accordo, promettendo a Jack che l'avrebbe lasciato in pace per un anno se lo liberava. Jack acconsentì pensando che avrebbe avuto tutto il tempo per cambiato vita e che il diavolo l'avrebbe allora lasciato in pace. Ma poi non si curò della sua risoluzione né di sua moglie, né dei poveri e non andò mai in Chiesa, come aveva pensato. Così che il diavolo ritornò l'anno successivo a Halloween per prendersi Jack. Ma anche questa volta Jack riuscì con uno stratagemma a ingannare il diavolo, facendogli promettere di lasciarlo in pace per dieci anni. Ma l'anno dopo morì. Gli fu negato l'accesso al paradiso, e così si diresse verso l'inferno. Ma il diavolo, furioso della sconfitta subita, gli impedì l'accesso al regno delle tenebre e lo spedì sulla terra a peregrinare come un' anima in pena poiché l'aveva ingannato. Mentre Jack vagava nelle tenebre per la terra cercando un posto per riposare, mangiò una rapa. Il diavolo gli lanciò un pezzo di carbone ardente dalle fiamme dell'inferno; Jack, disperato per la sua ricerca, prese il carbone e lo mise nella rapa per illuminare il suo cammino. Da allora, quando si vedono i fuochi fatui nelle zone paludose, c'è l'usanza di dire che sia Jack con la sua lanterna ("Jack-O-Lantern") alla ricerca di un luogo di riposo. Più tardi la rapa fu sostituita dalla zucca.
a cura di Crstiana Nanàsupergirl Estel
CAPITOLO 5
FRITTELLE DI ZUCCA ZUCCHERINE Ingredienti (dosi per 6 persone) 500 g di polpa di zucca a cubetti, 2 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di burro fuso, 2 uova sbattute, 125 g di farina, Olio d’oliva x frittura
Fare bollire la zucca fino a quando è ben cotta. Scolatela, riducetela in purea e mescolatela con lo zucchero, il burro e le uova. Per ultima aggiungete la farina, date una bella mescolata, e fate cuocere ancora fino a quando l'impasto si stacca dalle pareti della pentola. Coprite la pasta con la pellicola trasparente e fate riposare per circa 1h.
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Riscaldate l'olio, circa 1 litro, nella apposita casseruola dei fritti fornita di cestello. Quando è ben caldo ma non bollente prendete con un cucchiaino un po' di pasta
e, aiutandovi con un altro cucchiaino, fate cadere la pasta nell'olio. Le frittelle si gonfieranno e si gireranno da sole. Il segreto sta nel friggerle poche per volta e sempre in abbondante olio. Appena saranno diventate ben gonfie e dorate, scolatele con l'apposito cestello e appoggiatele su della carta assorbente. Spolverare a piacimento con zucchero a velo o con miele. Vanno servite calde o anche tiepide.
VELLUTATA DI ZUCCA E… PATATE Ingredienti (dosi per 2 persone) 4 piccole patate 300 gr di zucca pulita (piccolo segreto per togliere la buccia dalla zucca cuocerla in forno caldo per pochi minuti), 2 spicchi d'aglio, 1 cipollotto rosso di tropea, 1 lt d'acqua, 10 gr di burro o un bicchiere di latte, sale, olio extra vergine q.b, pepe misto in granuli, 1 noce tritata, Parmigiano q.b.
Sbucciare patate e zucca e tagliarli a pezzi. Mettere un giro d'olio nella pentola e a fuoco basso fare insaporire con gli spicchi d'aglio schiacciati e la cipolla tritata finemente. Aggiungere le patate e la zucca a dadini Far rosolare qualche minuto, poi aggiungere l'acqua e il sale , chiudere con il coperchio e cuocere 20 minuti.
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Non appena le verdure saranno cotte, (prova forchetta), frullare con il frullatore ad immersione o con un mixer. Regolatevi
per la morbidezza che gradite, semmai aggiungete un pochino d'acqua o di latte se è troppo densa. Aggiungete la noce di burro, e sui piatti prima di servire spolverata di pepe, il trito di noci un pizzico di olio a crudo e parmigiano a piacimento. A piacimento potete inserire dei crostini di pane tostati al forno per circa 5 minuti.
3 a cura di Cristiana Nanàsupergirl Estel
Gnocchi di Zucca Ingredienti per 4 persone:
500 gr di polpa di zucca, 100 g di farina, 1 uovo sale.
Procedimento: 1) Iniziate con il preparare la zucca: pulitela molto bene, tagliatela a fettine (alte circa 1 cm) e mettetela in una teglia da forno precedentemente rivestita con carta di alluminio. 2) Infornate la zucca a 180° per circa 20/30 minuti. 3) Una volta che la zucca sarà cotta, lasciatela intiepidire fuori dal forno e passatela poi nel passaverdure (nel caso ne foste sprovvisti cercate di sminuzzarla e tritarla il più finemente possibile con l’ausilio di una forchetta).
4) Passiamo all’impasto: unite alla zucca la farina e l’uovo e iniziate ad amalgamare il tutto. 5) Impastate bene con le mani sin quando il composto non sarà più appiccicoso: qualora continuasse ad essere ancora umido aggiungetevi la farina, ma con parsimonia. Più farina andrete a mettere, meno sentirete il gusto della zucca nel piatto finale. 6) Preparate gli gnocchi facendo prima dei cilindri con la pasta ottenuta (ruotandoli su di un piano con l’aiuto delle mani) e poi tagliandoli a piccoli pezzi della dimensione
di una nocciolina arrotolandoli con la punta della forchetta. 7) Mettete a bollire l’acqua, salatela, e mettete gli gnocchi una porzione per volta: quando questi saranno tornati in superficie scolateli con l’aiuto di una schiumarola (scola pasta di piccole dimensioni) e metteteli in una terrina dove poi li condirete a vostro piacimento. Io li mango con Burro e Salvia.. Spolverasti con un mixer di grattugiato. Devo dire ottimi per le mie papille gustative e per Jack O’ Lantern!
MOTO HISTORY a cura di Giovanni Yoyo Iodice
DUCATI 851
Da sempre, ma non sempre, nel mondo delle due ruote vengono prodotte motociclette la cui bellezza e carica carismatica desta anche il più perplesso degli appassionati. Motociclette che da sempre suscitano ammirazione e contemplativo incanto solo a guardale. Una di queste è senza alcun dubbio la Ducati 851. La 851 è un modello di motocicletta presentato dalla casa nel 1987 e progettato dall'ing. Massimo Bordi. Fu il primo modello presentato dopo l'acquisizione della Ducati da parte della Cagiva, avvenuta nel maggio 1985. La moto avrebbe dovuto chiamarsi Ducati 850, ma tale nome fu modificato in 851 su suggerimento del vice direttore tecnico Gianluigi Mengoli per evitare sgradevoli assonanze con l'utilitaria Fiat 850.
I fratelli Castiglioni, proprietari della Cagiva, decisero di effettuare nuovi ed importanti investimenti per rilanciare il livello tecnico del marchio e soprattutto per correre ai ripari e poter competere con le case giapponesi. Si avallò quindi la realizzazione di un nuovo motore a 4 tempi, nella configurazione di bicilindrico ad L con distribuzione desmodromica e raffreddato a liquido. Questo segnò l’inizio della ascesa Ducati nel mondo delle corse e della produzione di serie.
Molti sono stati piloti che hanno portato al limite la 851, nelle competizioni della WSBK.
Piloti come, Marco Lucchinelli, che la portò al suo esordio nel 1988, o come Raymond Roche, che diventò campione del mondo 1990 vincendo in sella alla 851 ben 9 gare, e per finire il funambolo Giancarlo Falappa che regalava spettacolo ad ogni Gp in battaglie epiche al limite del regolamento.
Successivamente la 851 fu sostituita dalla nuova 888 anche se conservò l’80% delle soluzioni tecniche del modello precedente, della serie, squadra che vince non si cambia, in questo caso… si cambia poco!
Fine
Specifiche tecniche Motore: Bicilindrico 4 tempi a V di 90° longitudinale raffreddato a liquido di 851cc Alesaggio x corsa: 92,0 x 64,0mm Distribuzione: DOCH Desmodromica a 4 valvole per cilindro Coppia max: 8,7Kgm a 8.000rpm Avviamento: Elettrico Rapporto di Compressione: 11:1 Cambio: Sequenziale a 6 rapporti Frizione: Multidisco a secco con comando idraulico Alimentazione: Iniezione elettronica indiretta Weber Alfa/n, 1 iniettore per cilindro Telaio: Tubolare a traliccio in tubi tondi d’acciaio al cromo-molibdeno Freni: Anteriore doppio disco Brembo da 320mm, posteriore disco singolo Brembo da 245mm Pneumatici: Anteriore 120/70ZR17, posteriore 180/55ZX-17 di tipo Michelin su cerchi Marchesini Velocità massima: 240Km/h
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Carlos Checa, nato a Sant Fruitòs de Bages il 15 Ottobre del 1972, un uomo che ha dato tanto al motociclismo, un pilota che ha sofferto ma anche vinto molto, un uomo che con ogni probabilità lascerà il mondo delle corse. La notizia è arrivata proprio alla vigilia dell’ultimo Gp del mondiale WSBK in quel di Jerez, e mentre esce questo Magazine, da semplice rumors, la notizia potrebbe ufficializzarsi nel definitivo ritiro dalle corse per lo spagnolo. Ancora ricordo quel lontano 1993 dove si affacciò ancora giovanissimo, nel Motomondiale disputando una gara delle allora 125 nel Gp di Europa e ben 6 apparizioni nella 250. Dal quell’anno in poi la Honda lo mise sotto contratto e gli offri la possibilità di guidare una 250 per tutto il 1994 e 1995. Dal 1996 al 1998 su Honda e successivamente dal 1999 fino al 2001 su Yamaha, in sella alle allora scorbutiche e potenti 500 conquistò 2 vittorie, 12 secondi posti e 2 terzi. Nel 2002 la classe 500 si trasformò in Motogp e Carlos Checa, sempre in sella alla Yamaha, portò a casa altri risultati importanti, senza dimenticare i due podi conquistati in sella ad una nuovissima Ducati Desmosedici nel suo ultimo anno di Motogp. Nel 2008 cominciò la sua nuova avventura in sella ad una Superbike, anni nei quali Carlos cavalcò la Honda Ten Kate e successivamente la Ducati, prima Althea Racing e poi l’ultima sfortunata stagione in Ducati Alstare. In questi anni Carlos disputa 150 Gp vincendone 24 ed ottenendo ben 49 podi, con 31 giri veloci in gara e 10 pole position. Numeri che lo hanno portato nel 2011 a vincere il suo 1° e meritatissimo titolo del Mondiale WSBK. Inutile dire che ci mancherai, ma a volte gli addii, specie nei motori, sono momentanei… Arrivederci Campione, e grazie per tutto quello che hai dato al motociclismo!
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a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Beh, iniziamo subito col dire che sono due filosofie di pensiero, o tecniche motoristiche molto vicine e simili tra loro. Unica differenza è che il Drift viene effettuato a bordo di un’automobile a trazione posteriore o integrale, mentre la derapata è esclusiva opera di maestri pittori che dipingono virgole nere su tela asfaltica in sella ad una due ruote. Ma quale delle due manovre risulta più facile? E’ indubbio che sia la Derapata che il Drift richiedano molta esperienza ed abilità nella loro realizzazione, personalmente posso dire che il Drift è forse la manovra che più risulterebbe agevole da realizzare, in quanto la componente equilibrio/mezzo/pilota è molto meno presente rispetto alla Derapata. Infatti questo tipo di manovra risulterebbe (il condizionale è d’obbligo), molto più ardua con 180/200 cv che spingono tutti su di una sola ruota e questo nella sola fase di accelerazione. Si perché la Derapata può avvenire anche immettendosi in una curva e non solamente uscendone col gas a martello facendo fumare la ruota
E’ PIU’ FACILE DRIFTARE O DERAPARE? posteriore mettendo la motocicletta di traverso. L’entrata di traverso (nelle massime competizioni velocistiche a due ruote), avviene giungendo in prossimità della curva e pinzando in modo molto energico col freno anteriore, le forcelle che non riescono ad assorbire tutta l’energia cinetica che viene prodotta vanno a «pacco» ovvero si abbassano fino al loro massimo sforzo di assorbimento, in questa fase la coda della moto tende ad alleggerirsi e a perdere grip mettendo di traverso la moto. Stessa manovra realizzabile con un Motard ma con velocità nettamente inferiori ed un uso, in questo caso, più frequente del freno posteriore che aiuta nella fase in ingresso di traverso del mezzo. Anche in auto è facilmente realizzabile una manovra del genere, ma stavolta si deve giocare molto con sterzo, marce in scalata e freno a mano per mettere volutamente di traverso un mezzo meccanico, decisamente più pesante rispetto ad una motocicletta.
In accelerazione l’auto viene controllata con il classico controsterzo in modo da recuperare la spinta laterale che subisce il posteriore dovuto alle ruote che in quel momento stanno pattinando. Personalmente ho provato entrambe le manovre, con la differenza che la derapata è stata assolutamente non voluta e dopo aver (diciamo derapato) per alcuni centimetri, me la son fatta ampiamente addosso, anche se è stata una gran figata. Cosa che invece non è avvenuta con una Jaguar S-Type di un mio carissimo amico, sfruttando i 300 e più cavalli in un parcheggio vuoto e completamente a mia disposizione, da sballo! In entrambi i casi è un vero piacere, per noi amanti dei motori, poter assistere a questo tipo di evoluzioni, vedere Nick Apex Brocha e Jim Gurthrie (senza dimenticare il mitico Ken Block), per credere! VIDEO
In auto una cosa fondamentale è la consapevolezza di bruciare letteralmente gli pneumatici, quindi metter mano al portafogli, specie qui in Italia, è una necessità. Forse i giapponesi in questo sono molto più fortunati di noi Italiani, nel senso che un treno di Toyo Tyres, Yokohama, Bridgestone o Dayton (sottomarca della Bridgestone) costano mediamente dal 25 al 40% in meno rispetto al costo che possiamo trovare noi…
Nella MotoGp cosi come la SBK questo tipo di manovra oggi è facilmente realizzabile da molti piloti veloci, ma soltanto 15 anni fa questa era opera esclusiva di pochi eletti, uno di questi era, Gary Mc Coy! In una intervista dell’epoca riuscì addirittura a dire: «credetemi, non lo faccio apposta e che quando comincio a derapare mi viene istintivo rimanere col gas aperto piuttosto che chiuderlo…»
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
CASTELLO DI ARQUATA
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
In uno dei miei viaggi fuori porta improvvisati, ultimamente sempre meno a causa di impegni vari, mi sono imbattuto in un luogo dove storia, mistero e leggenda si incontrano come un’ affascinante predestinazione. Scendendo da Castelluccio di Norcia, ho preferito dirigermi verso la vicina via Salaria per far ritorno a casa, qui con grande stupore, si è aperto dinnanzi agli occhi un’imponente altura medievale dal singolare fascino, il Castello di Arquata. Il nome Arquata deriva molto probabilmente dal termine arx (altura fortificata), ciò a ribadire la caratteristica del Borgo di essere un centro di controllo a difesa del territorio. Arquata sorge in una posizione strategica, in quella fascia di confine che tutt’ora fa da cerniera tra: Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo, estendendo il suo territorio sino all’interno dei due parchi nazionale; quello dei Monti Sibillini e quello del gran Sasso. Un luogo dove mistero e magia si incastrano in un connubio incantato, mentre l’importanza storica ha ancora il suo enorme peso, dove le grandi e solide mura non sono state minimamente scalfite dagli ultimi terremoti che si sono manifestati nella zona. Zona che custodisce segreti e leggende di ogni tipo e rara bellezza. Si narra anche di avvistamenti Ufo, di fantasmi che dimorano nella torre più alta del castello e di piccole alchimie che alimentano il viaggio spazio-temporale di questo luogo. Erano le 18:00 del pomeriggio quando, in dolce compagnia, ci siamo diretti verso il Castello, un’ora nella quale il sole comincia a lasciar spazio alle ombre del crepuscolo, mentre una nebbiolina da sottobosco cominciava ad alzarsi a mezz’aria creando un’atmosfera unica nel suo oscuro e misterioso presagio.
Una volta arrivati la gentilissima Guida Turistica del posto (Maria Cristina Baldassarre) ci ha introdotti nel Castello dove, con esaustive parole, ha narrato
anni ed anni di storia e misteriose leggende che ancora oggi dimorano nel castello. Il discorso si fece piuttosto interessante quando ci raccontò di una esperienza alquanto singolare accaduta proprio tra le fredde mura del castello. Non molto tempo fa, con strumenti sofisticatissimi, una troupe di «cacciatori di fantasmi», rilevò un aumento di calore proprio nella piccola stanza che dimora nella parte più alta del Castello, il tutto mentre nella zona c’erano pochi gradi centigradi appena sopra lo zero… Si narra infatti che la Regina dell’epoca (Giovanna D’Angiò II) fosse stata rinchiusa in quei 12 metri quadrati lontano da occhi e parole indiscrete e che ogni visitatore che avesse fatto lei visita, fosse stato poi gettato dalla rupe.
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Non si hanno notizie certe ma tradizione popolare vuole che le vicende della Rocca di Arquata si intrecciassero con quelle della Regina del Regno di Napoli Giovanna D’Angiò, che l’avrebbe ricostruita quando Arquata era l’ultimo baluardo di confine del Regno di Napoli. La Regina avrebbe soggiornato nella Rocca dal 1420 al 1435. Regina di Napoli per circa ventuno anni, fu una donna sensuale, affascinante, ma anche di sinistra fama e di costumi a dir poco facili, ebbe due mariti e diverse avventure occasionali con prestanti giovanotti ai quali, una volta regalata un'infuocata notte d'amore, riservava atroce destino, lasciandoli cadere infatti in mortali trabocchetti da lei stessa predisposti.
Un luogo assolutamente da visitare, per coglierne la vera essenza di un luogo senza tempo e nel contempo lasciarsi contagiare da centinaia di anni dove storia e leggenda ancora una volta prendono vita nel presente.
Andando via dal Castello, su consiglio della Guida Turistica, abbiamo percorso un tratto della vecchia via Salaria, una strada che lentamente sta regredendo alla natura, a tratti inesistente ma incredibilmente affascinante. La cosa singolare è che anticamente questa originaria via, portava sino a Roma…. Munirsi di Quad o Enduro per credere…
Per ulteriori informazioni sul Castello di Arquata del Tronto vi consigliamo di visitare i siti: www.comune.arquatadeltronto.ap.it www.arquatadeltronto.com Telefoni utili: 0736/80.91.22 0736/80.82.47 Email: infoproloco@gmail.com
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a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Iniziamo subito col dire che la straordinarietà di questo Magazine consiste proprio nella divulgazione e conoscenza di argomenti diversi tra loro, evitando così di creare un magazine monotematico e fine a se stesso. Detto questo una notizia che ha destato il mio interesse è stata la scoperta di un nuovo pianeta… Un pianeta simile, molto simile alla nostra Terra per dimensioni e costituzione fisica. E' una scoperta in gran parte italiana e molto importante. Il suo nome è Kepler 78b, dista 600 anni luce dal nostro pianeta, ha una temperatura media di 22C° ed è provvisto di un’atmosfera che potrebbe ospitare la vita, oltre alla ricca presenza di H2O.
La sua ubicazione è nella zona di cielo della costellazione del Cigno, nella cosiddetta cintura verde, ovvero quella porzione di spazio in cui le condizioni favoriscono lo sviluppo della vita.
E' stato scoperto due anni fa e studiato nei mesi scorsi grazie al telescopio spaziale Kepler della Nasa, e alle osservazioni dalla Terra con il TNG, il telescopio Nazionale Italiano Galileo, posto alle isole Canarie. La scoperta è così importante che la rivista Nature ha dato una corsia preferenziale per la pubblicazione dei risultati, che appaiono nel suo numero odierno, e a quanto pare la scoperta è altrettanto importante e meritevole da esser pubblicata anche sul nostro amato Magazine.
Da una ricostruzione della Nasa si può vedere chiaramente l’ellisse disegnata da Kepler-22b attorno alla sua stella. La prossimità è incredibilmente simile a quella terrestre, della serie né troppo lontano (temperature troppo fredde), né troppo vicino. Questo permette appunto una temperatura media attorno di 22 C°, del tutto simile a quella terrestre. Inoltre sembra ci sia anche un’atmosfera e dell’acqua, fonte necessaria per lo sviluppo ed il proliferare della vita. Sempre analizzando lo schema in alto e prendendo per buono le proporzioni dei vari
pianeti, si possono notare le dimensioni generose di Kepler-22b simili a quelle del gigante Giove. Quindi non resta che costruire una Super Mega Galattica Nave Spaziale e raggiungere la nuova dimora che potrebbe ospitare, perché no… una seconda casa…
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Mondo Motori Una regola basilare della piega in moto è lo spostare il corpo fuori dalla moto con il fondoschiena per metà fuori dalla sella ed il ginocchio/gamba ad uscire dalla posizione interna della pedana a favore del lato da curvare. Forse Colin Edwards, nella foto a sinistra, ha esagerato nella manovra! Scherzi a parte, la tecnica del curvare in moto (piega) è molto affascinante, ad alcuni viene semplicemente spontaneo, ad altri meno, altri ancora hanno addirittura il terrore, fatto sta che se non si riesce nella manovra si rischia di andare dritti per la tangente, con la conseguenza di finire fuori strada. Nel corso in pista organizzato dal nostro amico DoctorOne presso la struttura di Battipaglia (Sele) o Anagni (Isam), la scuola di pilotaggio Tuttinpista prima di far entrare i propri iscritti in pista, esegue un approfondito Briefing per spiegare nella pura e mera linea teorica la giusta posizione da perseguire una volta che si è in prossimità di una curva. Lo schema a fianco semplifica il concetto, anche se va detto e ricordato che la pressione dei piedi, con il carico delle gambe e corpo sulle pedane, e fondamentale per ottenere un Grip migliore. Uno dei tanti piccoli segreti è entrare in pista con la moto provvista di specchietti retrovisori, se in fase di curva ci si specchia anche solo per un attimo nel retrovisore la posizione ottenuta è quella giusta.
Ma come si misura in gradi una piega? Beh, considerando il piano orizzontale della sede stradale posto a 90° e quello verticale (a moto dritta) posto a 0° la risultante è molto facile da ottenere. (vedi schema per un esempio)
Quali e qaunte forze intervengono in una piega? Tante, forse nemmeno il più esperto pilota le conosce tutte, ed è incredibile pensare che i piloti della MotoGp e SBK aggirano queste forze in modo semplicemente fantastico. Oddio non che le aggirino nella mera materia fisica, anche perché al fisica è pur sempre la fisica e nulla o poco si può obiettare contro. Ma in una piega si devono affrontare forze quali: la forza centrifuga, l’angolo di rollio, il carico verticale, la forza peso, il tutto correlato a componenti e variabili quali: l’attrito, la reazione del pneumatico, la temperatura, I’ asse di simmetria della moto. Insomma un lavoro mica da ridere, una manovra che può regalare entusiasmanti momenti di adrenalina ma se si esagera può anche mollarvi in pieno godimento (come la foto in basso). Credo l’aver esagerato abbia portato inevitabilmente ad una perdita di Grip della ruota anteriore…
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Da quest’anno il gioco interno del Motoclub Scoordinati, riferito al Mondiale WSBK 2013, raddoppia il divertimento! Il già noto Fanta Scoordinati Superbike sarà accompagnato da un altro intrigante gioco; il Fanta Scoordinati Team Manager. I due intrattenimenti sportivi a due ruote, viaggeranno in parallelo per tutta la durata del mondiale WSBK 2013, e non saranno cumulabili tra loro in termini di punteggio. Ma se nel FSS si potrà accedere e schierare in qualsiasi momento (ad
ogni gara), nel FSTM è previsto l’invio di un unico pronostico., pronostici giunti in Redazione entro il limite massimo di tempo; che ricordiamo è stato Venerdì 22 Febbraio ore 20:30.
partecipanti, sono disponibili i Regolamenti per la partecipazione ai due giochi ai link sotto indicati. REGOLAMENTO FSS 2013 REGOLAMENTO FSTM 2013
La partecipazione in massa, circa 20 giocatori, al FSTM, arricchirà le nostre Domeniche Sportive a due ruote fino a Novembre. Qui di seguito sono riportate le due Classifiche aggiornate all’ultima gara utile prima dell’’uscita di questo Magazine. Per
trasparenza
ed
utilità
dei
a cura di Giovanni Iodice (Yoyo)
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Fanta
Fanta
Team Manager
Superbike
Nel prossimo numero saranno resi noti gli ultimi aggiornamenti e di conseguenza i vincitori dei due giochi interni al Motoclub Scoordinati. Ringrazio fin d’ora tutti i soci che grazie alla loro presenza hanno reso piu’ avvincente lo svolgimento del gioco stesso. Grazie
CHILOMETRAGGIO 2013 Conteggio chilometrico aggiornato a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Il conteggio chilometrico qui presente consiste nella somma dei chilometri effettuati per singolo Socio del Motoclub Scoordinati. Il Calendario comprende: uscite, gite sociali e Motoraduni presenti nel Calendario Turistico Scoordinati 2013 (TTS), appositamente redatto dal nostro addetto al Turismo Claudio «Capitan Uncino» Negri e Alessandro «Desmosandro» Carpani in
collaborazione con il Consiglio Direttivo del Motoclub Scoordinati e la partecipazione di alcuni Soci. Il Calendario può essere visionato all’apposita sezione denominata Eventi e Gite del nostro sito Web www.mcsccordinati.com A fine anno motociclistico, che coinciderà con la scadenza di quello solare, il Motoclub Scoordinati
premierà i primi 3 classificati, per ogni categoria (Uomini, Donne e Zavorrine/i), che avranno accumulato più chilometri durante l’anno. Un modo carino per premiare gli sforzi chilometrici dei Bikers e delle loro due ruote.
NUMERI DEL MC SCOORDINATI Iscritti al nostro Motoclub
a cura di Giovanni Yoyo Iodice
Ogni Motoclub che si rispetti deve sempre avere un obiettivo ben preciso. Il nostro, senza troppi giri di parole, è quello di continuare a valorizzare ogni singolo Socio che entra a far parte in questa numerosa famiglia.
I numeri sono sempre stati dalla nostra parte, sia per numero di uscite sociali, sia per quanto concerne il chilometraggio, sia per numero di iscritti che ogni anno sono sempre maggiori.
Dar valore al singolo, porta conseguentemente un bene per il gruppo, e questo lo si vede ogniqualvolta organizziamo qualcosa, che siano uscite, cene, gite o la preparazione del nostro Motoraduno.
L’obiettivo è quello di riuscire ad unire sotto la stessa magica passione gente di ogni ceto sociale, di ogni etnia e di riunirli in un unico e rispettoso serpentone che si snoda per le strade d’Italia.
Qui non si è mai in competizione, ma ognuno può dare il proprio contributo, per la causa, e la causa siamo e saremo sempre noi. Motoclub Scoordinati.
STRUTTURA DEL MC SCOORDINATI Organizzazione del nostro Consiglio Direttivo
MAXIMILIANO MAX214 VITTORINI (Presidente) Email: max214@libero.it Telefono: 339/3674434 MANSIONI: Organizzazione Logistica e Manageriali; Responsabile Convenzioni; Intermediario FMI; Intermediario Presidenza di altri Motoclub; Organizzazione Eventi; Supporto Tecnico TTS; Responsabile Tesseramento Soci; Intermediario con gli Sponsor; Potere decisionale doppio nel CD.
MARCA MOTOCICLISTICA: Ducati
GIOVANNI GIANDARK AMICO (Vice-Presidente) Email: yumanirvana.g@libero.it MANSIONI: Traffic Manager; Intermediario con gli Sponsor; Addetto agli articoli sportivi (motovelocitĂ ) del Forum; Consulenza Interna, Organizzazione Logistica; Capo della Sicurezza. MARCA MOTOCICLISTICA: Ducati
FRANCESCA PORCU (Segretaria) Email: francesca_porcu@yahoo.it MANSIONI: Segreteria e Tesoriere del Motoclub Scoordinati; Tenuta del registro Verbali d'Assemblea e Consiglio Direttivo; Revisore Conti e Bilancio. MARCA MOTOCICLISTICA: Ducati
GIOVANNI IODICE (Responsabile ai mezzi di Comunicazione) Email: redazionescoordinati@libero.it MANSIONI: Redattore Scoordinati News; Grafiche Ufficiali del Motoclub; Aggiornamenti Sito Web, Responsabile FSS e FSTM (giochi interni); Responsabile Scoordinati United (squadra di calcio); Articoli Ufficiali Motoclub; Aggiornamento TTS; Montaggi Video (Yes video production team), Responsabile Gadget Scoordinati. MARCA MOTOCICLISTICA: Kawasaki
STRUTTURA DEL MC SCOORDINATI Organizzazione del nostro Consiglio Direttivo
ELISABETTA ELIDUCATI CONTE (Revisore Conti) Email: eliducati620@libero.it MANSIONI: Revisore Conti del Motoclub, Consulenza Interna, Intermediario Attività Solidali, Responsabile ed Organizzatrice dello Scoordinati Flashmob Dance (corpo di ballo del Motoclub). MARCA MOTOCICLISTICA: Ducati
CLAUDIO CAPITAN UNCINO NEGRI (Responsabile al Turismo) Email: cla.negri@alice.it MANSIONI: Responsabile ed Organizzatore TTS (uscite turistiche); Esperienza nel settore Turismo (Itinerari e percorsi); Collaboratore Web; Supporto Fotografia alla fotografa ufficiale (Delfina); Consulenza Interna. MARCA MOTOCICLISTICA: BMW
ALESSANDRO DESMOSANDRO CARPANI (Turismo e Consulenza) Email: generalsandro@hotmail.com MANSIONI: Collaboratore al Turismo; Consulenza Interna; Collaboratore Scoordinati News e Slide di presentazione eventi; Attività extra (maestranza).
MARCA MOTOCICLISTICA: Ducati
MICHELA PESCIOMANCINO PETRACCA (Comunicazione Interna ai Soci) Email: pesciomancino@hotmail.it MANSIONI: Intermediario con i Soci del Motoclub; Consulenza Interna; Responsabile alla comunicazione interna (notifiche, reclami, richieste ecc...); Organizzazione eventi; Collaboratore Logistica. MARCA MOTOCICLISTICA: Suzuki
Ovunque tu sia, qualsiasi moto tu abbia, ricordati Non sei solo! NORME COMPORTAMENTALI ON THE ROAD MOTOCLUB SCOORDINATI 1.
Ogni Socio del Motoclub è responsabile in solido di danni arrecati a cose o persone, è quindi consigliabile tenere un comportamento disciplinato e corretto durante le manifestazioni e/o percorsi organizzati.
2.
In fase di sorpasso di un altro Biker, sono tassativamente proibiti i passaggi radenti ad alta velocità e soprattutto a destra.
3.
Segnalare al Biker che ci segue eventuali pericoli lungo la strada previo alzata di mano o fuoriuscita della gamba dalla moto. Gamba destra se un pericolo proviene da destra (es: auto ferma ad un incrocio, ciclista, pietrisco ecc), viceversa se il pericolo viene da sinistra.
10. Come da Codice Stradale, il sorpasso di un veicolo, anche tra motociclette, deve essere eseguito rispettando la distanza laterale della moto che ci precede (almeno 1,5 mt.). 11. E’ proibito il sorpasso del serpentone (gruppo) ad alta velocità. Si consiglia di effettuare un sorpasso alla volta a velocità consone alla strada, al gruppo e all’andatura che si sta tenendo. 12. Rispettare la puntualità negli appuntamenti, negli orari e con il pieno di benzina già fatto. In caso di ritardo avvisare tempestivamente l’organizzatore di turno dell’Uscita Sociale.
4.
In fase di allungo dal gruppo attendere quest’ultimo in prossimità del primo incrocio principale utile, questo per ricompattare il serpentone evitando problemi di smarrimento.
13. Nel parcheggiare la vostra moto assicurarsi di aver posizionato bene il cavalletto, questo per evitare un effetto domino con le moto parcheggiate accanto nel caso di caduta.
5.
E’ vietato effettuare sorpassi in curva od in prossimità di essa (staccata), questo per evitare cambi repentini della linea di traiettoria di chi ci precede con conseguenti frenate al limite della sicurezza.
14. Rispetto per sé stessi, Rispetto per il Biker accanto, Rispetto per il Passeggero, Rispetto per la moto! a)
Evitare di andare oltre il proprio limite fisico e mentale. Massimo riguardo e attenzione al Biker accanto. Ricordati che se sei in due, devi pensare per due persone. Se credi che le moto abbiano un’anima, allora credi anche possano soffrire…
6.
La testa del gruppo deve sempre attendere la coda del serpentone in prossimità degli incroci principali.
b) c)
7.
Il penultimo della fila del serpentone deve sempre sincerarsi della presenza dell’ultimo (coda).
d)
8.
Nel traffico gettare lo sguardo sempre due o tre auto davanti a voi, il pericolo viene sempre da lontano.
9.
In viaggio in caso di caduta (scongiuri dovuti) o problematica alla moto, è nostra abitudine fermare il gruppo per soccorrere il Socio. Se il problema è risolvibile si riparte, altrimenti si formeranno 2 gruppi, il primo continuerà il giro, il secondo rimarrà sul posto fino alla risoluzione del problema.
La mancata osservazione delle Norme sopra indicate comporterà in primo luogo ad un Ammonimento, in secondo luogo all’Allontanamento definitivo dal Motoclub Scoordinati.
Queste sono regole comportamentali che il MC Scoordinati adotta da quando è stato costituito (Dicembre 2008), ogni membro è consapevole e responsabile delle proprie azioni e delle conseguenze che può portare. Qui si va in moto non in bicicletta, la sicurezza quindi viene prima di tutto. In passato le Regole Comportamentali sopra riportate non erano Vincolanti, ma dal 2012 il Consiglio Direttivo, in accordo con la Presidenza, ha deciso di renderle obbligatorie in seguito a spiacevoli situazioni/inconvenienti che si sono purtroppo verificati, pertanto, per una migliore convivenza all’interno del Motoclub, si consiglia calorosamente di osservarle. Non pecchiamo di presunzione, ma se sei giunto sino a noi e sei un nuovo iscritto un motivo deve pur esserci.
Qui sei tra amici centauri non solo tra motociclisti.