Giro Autunno 2016

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Anno XII - Numero 3 - edizione autunno 2016 - free press

Eventi & Turismo

in Friuli Venezia Giulia e dintorni

Speciale / Special

Ognissanti feste e tradizioni All Saints’ Day festivities and traditions

Tourism & Things to Do in Friuli Venezia Giulia and surrounding areas


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First Wo First Words

There they are in wait, ready to strike as you get back from the holidays. There, when you have to get back to the reality of everyday life and responsibility. They are what we call the post vacation blues, a syndrome characterised by: feeling mopey, uninterested, being unable to sleep well and to concentrate. Let’s be honest, feeling a little down after getting back home after the holidays, cannot be compared to a proper syndrome or to extreme stress. Post vacation depression does not exist! And although people are increasingly lamenting that they suffer from this syndrome, it should be clarified that the slight discomfort we experience when our break away from work is over, does not classify as a syndrome in medical manuals, and many researchers believe it to be an exaggeration, far from real depression. Of course we feel slightly down as the holidays draw to an end! Having to unpack, wash a mountain of laundry and necessarily reorganise schedules and new feelings cannot be uplifting. Lazing by the blue sea or on fresh green grass, without worrying about time and upcoming commitments, is undoubtedly more relaxing than a busy day at work. At the end of our holidays, as we get back into the rhythm of everyday life, we should however, cherish having relaxed and recharged our energy, and look back on all the good memories ... and finally, start planning our next trips and days out. Have a nice Giro! Giusy Mancini

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GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016


ords Prima

È lì in agguato. Aspetta che rientriamo dalle vacanze. O che, più semplicemente, finiscano le ferie e si prospetti il ritorno al lavoro e alle attività quotidiane. Il suo nome è post vacation blues, che tradotto in italiano suona come sindrome da rientro o stress post vacanza: l’umore è in calo e per qualche giorno arrivano apatia, problemi di sonno e difficoltà di concentrazione. Ma, diciamo la verità, il sentirsi un po’ giù per la fine delle ferie è cosa ben diversa da una sindrome o da uno stress. E infatti la depressione post ferie non esiste! E sebbene sempre più spesso si senta di persone afflitte da questa sindrome, chiariamo che quella sensazione che abbiamo quando finiscono i giorni di pausa dal lavoro una sindrome non è, non figura nei manuali dei disturbi certificati e molti ricercatori la considerano un’esagerazione e un mito ben distante dalla depressione. È vero, quando i periodi di riposo sono agli sgoccioli capita di sentirsi un po’ giù di tono; certamente la prospettiva delle incombenze che ci aspettano a casa non è delle più attrattive, con bagagli da disfare, lavatrici da fare e ore da trascorrere riordinando giornate, sensazioni e ricordi. Ma è anche vero che starsene a panciolle davanti a distese blu o verdi, senza orari e impegni incombenti è, di per sé, più rilassante di una giornata zeppa di impegni. Alla fine delle ferie possiamo riprendere a lavorare e tornare alla vita quotidiana con le nostre molteplici attività, ricaricandoci con i bei ricordi delle vacanze... magari programmando le prossime uscite fuori porta e le giornate di relax. Buon Giro! Giusy Mancini

Prima GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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M A R E A D R I AT I C O

Il turismo del futuro? Parte dai residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza. Tourism of the future? It starts from the locals, their quality of life, the way they care for the land they live in and how they strive for happiness. Tourists will be allured as a consequence.

Carlo Petrini - Slowfood

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GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016


autumn Autunno 2016 Autunno autumn

Sommario 02 Prima 06 Profumi e gusti d’autunno sul Carso 12 Sapori del Carso 14 Gusta i sapori della tradizione con SAF 17 18 21 21 24 26 28

Speciale Ognissanti: feste e tradizioni * La “mia” notte dei morti * Antiche feste e tradizioni da riscoprire * Alle radici di antiche tradizioni * Notti magiche * Tradizioni che rivivono * Le feste

34 La Festa della Zucca di San Martino 38 Messerschmidt a Palazzo Coronini 39 I castelli di Strassoldo eccezionalmente visitabili 40 Nordic Walking: storie di persone 46 Romans, 183a Sagra dal Dindiat 48 Messaggi dalla Grande Guerra 58 Geoturismo 64 La Festa della Zucca a Venzone

Contents 02 Prima 06 Flavours and Fragrances of Autumn of the Karst 12 Flavours of the Karst 14 Get a taste of Friuli with SAF 17 18 21 21 24 26 28

Special: All Saints’ Day: festivities and traditions * The Night of the Dead “My Style” * Ancient festivities and traditions to rediscover * At the heart of ancient traditions * Magical nights * Traditions that revive * The Festivals

34 San Martino Pumpkin Festival 38 Messerschmidt at Palazzo Coronini 39 The Strassoldo Castles open their doors 40 Nordic Walking: sharing life stories 46 Romans, 183rd Turkey Festival 48 Messages from the Great War 58 Geotourism 64 The Venzone Pumpkin Festival Editore: Giro Direttore editoriale: Franco Fabbri Direttore responsabile: Giuseppina Mancini Registrazione:Tribunale di Trieste n. 1105 del 11.04.2005 - Iscrizione ROC n. 18304 Redazione: Via Galilei, 55 - Terzo di Aquileia (Ud) tel. 0431/35708 - e_mail: news@girofvg.com - www.girofvg.com Progetto e realizzazione grafica: GAM Grafica di Andrea Macelloni, Terzo di Aquileia (Ud) tel. 347.0821078 - gamgrafica74@gmail.com Stampa: Poligrafiche San Marco - Cormons (Go) Info sito Internet: www.girofvg.com - e_mail: giro@girofvg.com Pubblicità: +39 329 4321888 e_mail: giro@girofvg.com

Le cose gratuite sono quelle che costano di più. Come? Costano lo sforzo per capire che sono gratuite.

Cesare Pavese - Il Mestiere di vivere - 21/01/1940

All that is free, costs the most. How is that? Striving to understand that it is free is how much it costs.

Hanno collaborato: Maria Stella Cinque, Maurizio Clicech, Sebastiano Clicech, Dida, Franco Fabbri, Mariolina Favero, Davide Macor, Elena Mancini, Giusy Mancini, Marco Pascoli, G. Rossi, Claudio Salvalaggio. Traduzioni: Maura Tomasi – maura.tomasi@gmail.com Foto: Archivio Giro, Archivio Museo della Grande Guerra di Ragogna, Archivio PromoTurismo FVG - POR FESR 2007-2013 [A.A.T.FVG], Archivio Sapori in Cantina, Archivio URES, fotografi citati • foto di copertina: nyul

Cesare Pavese - The Business of Living: Diaries (published in English as The Burning Brand) GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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FLAVOURS AND FRAGRANCES OF AUTUMN

Profumi e gusti d’autunno

La gastronomia del Carso tra ulivi e viti di Maurizio Clicech

Ci sono luoghi particolarmente legati a determinate stagioni, tanto da divenirne, durante il lento corso del tempo, vere e proprie icone. Scontato forse il moderno connubio estatespiaggia affollata, piuttosto che inverno-piste da sci, un po’ meno evidente quello più antico tra autunno e frantoio. La Bianchera, Belica in sloveno, è la varietà di olivo che meglio si è adattata al clima rigido e variabile del territorio triestino e istriano. Pianta rustica e dalla crescita disordinata (se non curata) sembra rappresentare il territorio che la sostiene, con la sua vitalità estrema, la sua generosità di frutti, la sua robustezza oltre ogni aspettativa, tanto che solo il rigidissimo inverno del 1929 riuscì a minarne la sopravvivenza, parliamo però di temperature che per alcuni giorni non salirono mai oltre i meno nove gradi centigradi in città, con la presenza di vento a 150 km/h… Cultivar selezionata da ben prima della conquista romana, la Bianchera trova nell’autunno inoltrato il momento in

Flavours and Fragrances of Autumn Karst gastronomy amidst olive groves and vineyards by Maurizio Clicech

There are certain places that are so particularly linked to a season as to become its icon. The modern assumptions, summer equals lively, buzzing beaches, and winter equals white snowy ski slopes may immediately pop into your mind, while the more ancient and rural association between autumn and olive groves, presses, and olive oil might not be so obvious. Bianchera, Belica in Slovene, is a variety of olive tree that has best adapted to the harsh and variable climate of the Triestine and Istrian lands. This rustic plant, which when not looked after tends to sprawl untidily, could very well represent the land it grows on. It is grown for its extreme vitality, generosity of fruit, and its robustness beyond any expectation – only the unsurpassed harsh winter season of 1929 actually made its survival difficult, but indeed we are talking about temperatures which for several days never rose above minus nine degrees Celsius, and winds that gusted up to 150 km/h…

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Profumi e gusti d’autunno


PROFUMI E GUSTI D’AUTUNNO

cui i frutti hanno la giusta maturazione. La raccolta delle olive inizia così a partire dagli ultimi giorni di ottobre e può arrivare fino a fine novembre. I frutti vengono subito conferiti al frantoio per la spremitura. L’olio che ne deriva, chiaro e fragrante, secondo gli esperti ricco di polifenoli a bassa acidità, è di un fruttato intenso, amaro e alquanto piccante con note erbacee e di carciofo crudo, è alla base della cucina locale, dopo essere stato il primo ingrediente del famoso garum prodotto anche nei molti opifici esistenti su tutta la costa dal Timavo a Pola, e destinato alle tavole degli antichi romani, e forse, prima ancora dei greci. Piatti ricchi e poveri, contadini o dalle assonanze continentali, caratterizzati dagli ingredienti del territorio che ne esaltano l’appartenenza, sono diventati in molti casi il biglietto da visita di Trieste e del suo circondario. Anche se l’iconografia moderna ha scelto solo pochi piatti da ricondurre alla tradizione triestina, in realtà esiste una ricchezza ed una varietà di ricette davvero importante. Le contaminazioni culturali non si contano, come la varietà di ingredienti richiesti, autoctoni o meno, o le interpretazioni più o meno familiari, ma l’insieme armonizzato da scelte razionali, porta alla creazione di una dieta variata e completa.

For the Bianchera, a cultivar selected long before the Roman conquest, late autumn is the time when its fruits are ripe at their best potential. Olive picking begins at the end of October and continues through to the end of November. Once the olives are picked, they are taken to the mill for pressing. The oil that runs off the press is clear and fragrant, and in the words of the experts, low in acidity and rich in polyphenols; it has an intense fruitiness and a distinct bitter-spicy character with herbaceous notes of raw artichoke. It is an integral ingredient of the local cuisine, and was the backbone ingredient of the very popular garum, produced also in many factories along the coast from the Timavo river to Pula and destined for the tables of the ancient Romans, and earlier still, the Greeks. Rich and poor dishes that developed out of peasant origins, or dishes that are the expression of continental cuisine, inspired by local ingredients that enhance their roots, in many cases have become, in a manner of speaking, the calling card that Trieste and its hinterland present outside. Although in modern iconography only few dishes have been chosen to represent the Triestine traditional cuisine, there is actually a much wider variety of recipes available. Cultural contaminations are numerous, as is the variety of ingredients – both locally sourced and not – and, despite many family variations, the local cuisine is varied and nutritionally complete. GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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PROFUMI E GUSTI D’AUTUNNO - FLAVOURS AND FRAGRANCES OF AUTUMN

In un famosissimo libro di cucina triestina del 1927 e recentemente ristampato, Maria Stelvio raccolse quasi 1200 ricette che andavano dalla preparazione dei grassi lavorati alla produzione dei liquori fatti in casa. Sfogliandolo si notano molte preparazioni sicuramente superate dai tempi e dalla disponibilità di prodotti industriali, ma anche spunti per un nuovo sperimentare culinario nel segno della riscoperta di antichi sapori. Un antico piatto praticamente scomparso è sicuramente la polenta di grano saraceno, o saresin in dialetto. Questo piatto era in passato comunissimo, tanto da finire anche nelle leggende carsiche: pare che lo Škrat, un folletto burlone che vive nelle grotte, trascorra il proprio tempo mangiando in continuazione questa polenta da una scodella di coccio. Per questo non bisogna mai buttare sassi nelle grotte: se si colpisse la scodella dello škrat, egli si adirerebbe, rapendo il colpevole, del quale non si saprebbe mai più nulla. Torniamo al grano saraceno: è in realtà un legume, la cui pianta dalla crescita rustica si adatta bene alle condizioni sfavorevoli del Carso. Si può utilizzare direttamente in seme in ottime zuppe, o sotto forma di farina in altre preparazioni, tra cui la famosa polenta. Ci sono molte

In a very popular book on Triestine cuisine of 1927, and recently reprinted, Maria Stelvio collects nearly 1200 recipes that range from how to prepare cooking-fats to how to make homemade liqueurs. Leafing through the book you can find a couple of preparations that time and availability of more convenient industrial products have outdated, but you can also pick up some interesting hints to experiment when preparing dishes that accent ancient flavours. An ancient food that had almost disappeared is buckwheat polenta, or polenta de sarasin as it is called in the local dialect. In the past, this food was so common as to be often mentioned in the legends of the Triestine karst: the Škrat, a mischievous sprite who dwells in the karst caves spends most of his time enjoying his polenta, eating it out of a crock bowl. Never through a stone down a Karst crevice, because if it lands in the Škrat›s bowl he gets really angry and kidnaps the poor wrongdoer, who disappears never to be found again. But, let’s go back to the buckwheat: it has nothing to do with wheat, as it is actually a rapid-growing rustic legume that well adapts to the unfavourable conditions of the Karst. The grain works wonderfully in soups, while the flour can be used in many recipes among which the locally most com-

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cucine regionali italiane che lo utilizzano in piatti tipici, e nella vicina Slovenia è presente in molte ricette tradizionali. Grazie alle moderne discipline alimentari prive di ingredienti di origine animale è stato praticamente riscoperto per innumerevoli preparazioni, e lo si trova ormai con relativa facilità anche nella grande distribuzione.

mon, polenta. The local cuisines of several regions in Italy use buckwheat as an ingredient in their typical dishes, as do many traditional recipes of nearby Slovenia. Because of contemporary no-animal-product food disciplines buckwheat has been brought back to popularity, and can now quite easily be found on the shelves of our supermarkets.

Ma l’autunno è anche sinonimo di vendemmia. Da sempre i dintorni di Trieste sono stati coltivati a vigne, spesso in coabitazione con gli ulivi, posti a dimora all’inizio ed alla fine dei filari di viti. Ogni casa contadina tradizionalmente produceva il suo vino di casa, chiamato domacio dallo sloveno domače - “casereccio, nostrano”- senza troppo badare al tipo di uva che veniva usata, e non sempre il risultato era all’altezza delle aspettative, ma nonostante ciò il vino domacio divenne sinonimo di genuinità. Ma l’alto valore delle piantagioni permise in tempi relativi recenti la valorizzazione di vitigni autoctoni, quali la Vitovska, la Malvasia Istriana, il Terrano del Carso, varietà di Refosco dal peduncolo rosso, la Glera, che “esportata” in veneto ha dato origine al Prosecco, vino frizzante omonimo del paese carsico nei cui terrazzamenti

Autumn also stands for grape harvest. The areas around Trieste have always been planted with vineyards, often interspersed with olive trees at the end of the vine rows. Each farm family would produce their own wine, called domacio from the Slovenian domače, “homemade, local” – without bothering too much about which variety of grapes went into the wine. And even though the final result was not always up to expectations, domacio became the synonym of genuine product. In relatively recent years, the worthiness of the vineyards led to an enhancement of some native varieties, such as Vitovska, Malvasia Istriana, Terrano del Carso – a variety of Refosco dal penduncolo rosso – not to mention Glera, a variety which was “exported” to Veneto giving origin to Prosecco. This well known sparkling white, owes its name to the sun-drenched terraced Karst hills that gently

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PROFUMI E GUSTI D’AUTUNNO

esposti a Sud e degradanti nell’Adriatico è stata selezionata e coltivata in epoche davvero remote. Ne abbiamo citati solo alcuni, forse i più famosi, ma il solerte ed appassionato lavoro dei vignaioli di Trieste e del Carso sta riportando in vita sapori che sembravano scomparsi, e che in futuro potranno venir apprezzati anche da tutti i buongustai. E dopo la produzione del vino, nell’economia contadina in cui nulla viene sprecato, ecco comparire le grappe, un tempo distillate in casa, la cui produzione adesso è disciplinata e controllata da leggi e regolamenti a tutela della qualità del prodotto finale. Nei rioni e nelle frazioni periferiche a spiccata vocazione agricola, il tempo d’autunno aveva i profumi del mosto prima, delle vinacce messe ad essiccare poi, quindi del fuoco di legna che riscaldava gli alambicchi da cui, in un tripudio di essenze, goccia dopo goccia, la grappa, trapa in dialetto triestino, scendeva ormai distillata. E con l’avvento delle stagioni fredde, le campagne assumevano l’aspetto mesto della terra incolta e già rivoltata, mentre i falò di stoppie riempivano le serate con i loro fumi acri di resine e fieno. L’autunno è la stagione in cui nei buffet, le tipiche tavole calde triestine, si riaccende la caldaia, l’attrezzo deputato a lessare la mitica porzina, ovvero la coppa di maiale lessata lentamente nel sapore del lauro e appena salata, accompagnata nella cottura da altre carni ed insaccati locali. Un assaggio che non può proprio venir tralasciato. A questo punto, buon appetito!

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degrade southwards into the Adriatic Sea, where in ancient ages it was selected and grown. We have only mentioned a couple of varieties, and perhaps those that are more widely recognised, however, many passionate and hardworking winemakers of Trieste and the Karst are striving to revive ancient varieties that have almost disappeared so they can once again be enjoyed by wine and food lovers. In a rural economy where nothing was to be wasted, farmers would produce homemade grappa from what was left after the production of wine. Nowadays, such production is regulated and controlled by laws and regulations that guarantee the quality of the end product. In the hamlets of the rural hinterland, autumn days were filled with the heady smell of must first, then that of drying grape pomace, and finally with the scent of the wood fire burning under the stills from which the distilled grappa, or trapa as it is called in Triestine dialect, slowly dripped in an explosion of essences. As winter progressed, the fields lay bare and weary, their soils already tilled, while stubble burning would fill the evening air with the pungent smoke of blazing straw and resin. It is in autumn that in the characteristic old-world fast food counters, locally called buffet, the kettles are on full steam and loaded with porzina, lightly salted pork shoulder slowly boiled in stock and bay leaves, served with pork cutlets and sausage. Definitely a food experience that cannot be missed! Buon appetito! Enjoy!

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SAPORI DEL CARSO - FLAVOURS OF THE KARST - 2016

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pori del Carso bre 2016 torna Sa m ve no e 5 al e br azione che tutela Dal 15 otto osissima manifest st te gu et la ric a, lle as de Kr i ia – Okus e, la memor ri della tradizion empo ofpromuove i sapo Carso, e nel cont l de li ca lo ti ot od pr i e tradizionali culinaria. abile esperienza delle a fre un’indimentic e saranno i menù izi questa 15 ed on di ienre ed to gr ut in nd da co o o at Il fil festa, costell di a m cli ica il m rio no za gastro feste. E prop forte della sapien e i in no nu so ge si e ie sa ici ti sempl gnose mas pore che le inge rie sa to di at ca tr ric lle e ne a o antic ricreat generazioni, sarà tramandate per o. rs del Ca me ente carsolini, co aderenti a Sapori locali, rigorosam a ali e on m izi sie ad as tr ti e, ot iel I prod d’oliva e m ne gi er av tr ex oi sp ol e di vini, formaggi, i, saranno inoltr dolciumi e salum locali ed 16 in o tit es caffè, cioccolato, all ”, del prodotto tipico eparenibili nell’“Angolo e le pasticcerie pr mentre i panifici ti, en er ad i ciz er es ni tradizionali. proranno dolci e pa Curiosi di Natura omia: le guide di on tr as . og ici en om lo Non so enogastron ri naturalistici ed porranno itinera ttori ed eventi su: gli esercizi, produ menù, indirizzi de su i on azi orm inf Maggiori rso.net res.it. www.saporidelca . 040 67248, www.u DGZ di Trieste, tel e presso l’URES-S tori dell’Ulizzata dagli opera Okusi Krasa è rea – združenje o rso rsk Ca da del spo ri go elno L’iniziativa Sapo a – Slovensko dež Venezia ven uli slo a Fri a mic om no ton nione regionale eco che da Regione Au Spirit Slovenia. è resa possibile an ia ed nz ), ge GZ ll’A da -SD e ES e (UR di Triest ra di Commercio Giulia, dalla Came

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Karst 2016 Flavours of thtueral locally sourced : na Festivity menus and the bined with flair ingredients com n of the Karst culinary traditio

returns a - food festival rso - Okusi Kras Ca lebral ce de a ri is po It Sa . e 16 Th November 20 h 5t to r uce, be od to pr from 15th Oc es and local od, old folk recip fo al e. on nc iti ad rie tr tion of culinary expe an unforgettable ival is Festivwhich promises th edition of the fest 15 e th of e adhering to the The main them and restaurants rie to at tr joyful e Th . ity menus create the same od festival will re fo ed to o ag rs an Ca l m de st ri Sapo ives of the pa ew us ho r ve cle e ue tions; a tr kaatmosphere th rough the genera th n w do adind ha d s, and ancient tr achieve an products, colour e in nu ge of e op leidosc aring. Karst area such tion in food prep products of the al on iti d ad tr of e virgin olive oil an A wide rang res meats, extra cu d s, an se te ee ola ch oc s, as wine e blends, ch otto with special coffe od er pr th l ge de to y olo ne ng ho the “A ailable to buy at s and cakes will be av restaurants, café 16 e th in ed at loc ts eads in br po al les loc tipico” sa fantastic the festival, while s of to op g sh rin ry he st ad pa s shop bakeries and e th in ld so be and cakes will also the area. lendar of events ine: indeed, the ca nw d ga an or s od ur fo to ly e in Not on , food and w re tu na ed id gu includes various Natura. ised by Curiosi di ts at

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SAPORI DEL CARSO - FLAVOURS OF THE KARST - 2016

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15° EDIZIONE: 2016 e r b m e v o n 5 e 15 ottobr a I locali aderenti - Okusi Krasa Sapori del Carso at adhere s and shops th The restaurant rso - Okusi Krasa to Sapori del Ca

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Dolegna del Collio - Ph M. Verin


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OGNISSANTI

feste e tradizioni ALL SAINTS’ DAY

festivities and traditions

Labili confini... Ephemeral Borders...

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“Poche parole e tante tradizioni”

La “mia” notte dei morti di Davide Macor

Il mio Friuli Venezia Giulia è una terra fatta di poche parole e tante tradizioni legate al territorio e che, spesso, si tramandano di generazione in generazione da tempo immemore. Già perché noi siamo geograficamente posizionati in un punto di inevitabile passaggio dove, nel corso dei secoli, sono state tante le popolazioni che, per una ragione o per l’altra, hanno contribuito allo sviluppo e alla diffusione di credenze, leggende e tradizioni che si sono poi tramandate fino ai giorni nostri. Pensiamo, ad esempio, agli abitanti della natura come le streghe, le fate e gli elfi: io a tutt’oggi sono ancora convinto che vivano felici tra Bosco Romagno – località Spessa, Cividale del Friuli – e Treppo Grande, luogo dove sono cresciuto nella casa di campagna di famiglia. Perché? Semplice me l’ha detto uno dei custodi di quelle tradizioni e di quei ricordi che si chiamano nonni. Già, io ho decisamente avuto la fortuna di avere delle nonne che mi hanno fatto capire che cos’è il Friuli, partendo da quello che eravamo e arrivando fino al presente più attuale. Ora, giustamente, vi chiederete il perché di tutto questo discorso e la risposta è bella che pronta: io a fine ottobre, da sempre, non riesco a capacitarmi del come noi friulani – e italiani in generale - attendiamo con ansia e trepidazione Halloween, una festa bella, sia chiaro, ma pur sempre d’importazione e, di fatto, ignoriamo quello che abbiamo in casa: la nostra storia.

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The Night of the Dead “My Style” by Davide Macor

Friuli Venezia Giulia, as I know it, is a land where actions matter more than words, and where the local traditions are handed down, with great pride, from one generation to the next. Geographically the region is positioned at the gateway between Southern and North-Eastern Europe, and along the centuries many populations passed through leaving their own beliefs, legends and traditions. A particular cultural heritage that has reached us through the centuries. Just think of the many creatures that dwell in the woods: witches, fairies and elves. I for one still like to believe that these magic creature happily live in the woods between Bosco Romagno - Località Spessa, in Cividale del Friuli, and Treppo Grande, where I spent my childhood in the countryside. Why? Simple. My granddad, one of the best custodians of our ancient traditions told me all about them. I was lucky enough to have grandparents that taught me about Friuli and its traditions, from those of the past to the most recent ones. You might be wondering why I am telling you all this. In this case too, the answer is simple. I just don’t understand why, nowadays, people in Friuli – and in Italy in general – get all excited about Halloween! It is a fun festivity, of course, but it has little to do with us. We have our own traditional festive ways of celebrating the dead, though often we ignore it.


Chiesa di San Simeone

Tarcento, panorama

COME QUALI TRADIZIONI?

È risaputo, ad esempio, che nella notte tra il primo e il secondo giorno di novembre i defunti escono dalle loro tombe e vagano in cerca delle proprie case. Ancora oggi in quella notte a Ribis di Reana del Rojale - dove ho avuto il piacere di vivere per un breve periodo della mia vita - gli anziani mettono alla finestra un lume per agevolare le anime nella ricerca della loro vecchia casa. Approfondendo, poi, la cosa ho scoperto che in molti, per quella nottata, lasciano acqua e cibo in cucina, al fine di metterli in condizione di “vivere” ancora una volta le comodità di casa propria. Vivendo in campagna, poi, sono sempre rimasto affascinato dalle piccole chiesette disperse nel bel mezzo dei campi – questo mi ha anche portato a sposarmi in una di queste, ma questa è un’altra storia – così, in gioventù, tra una passeggiata e l’altra con la nonna ho avuto il piacere di capire la doppia funzionalità di queste splendide costruzioni isolate: da una parte era un modo come un altro per garantire la possibilità di una veloce preghiera di ringraziamento da parte dei contadini per il raccolto stagionale, dall’altro, per l’appunto, mette i defunti nelle condizioni di potervisi recare nella notte di inizio novembre, per pregare e sparire in tranquillità alle prime luci dell’alba.

FOR EXAMPLE?

Well, according to tradition, the dead leave their graves during the night between the 1st and the 2nd of November, and wander the villages looking for their homes. Still today, in Ribis di Reana del Rojale – where I lived for a short period of my life – the elderly set a candle on the windowsills to illuminate the way for the dead. When I asked about this tradition I discovered that many families also leave some water and food for the dead, to help them feel at home. Growing up in the countryside, I have always been fascinated by the tiny churches you find here and there in the fields in the middle of nowhere – so much as to have chosen one of these as the venue for my marriage ceremony. On my walks with my grandmother I learnt about the reasons why these beautiful little churches were built in those peculiar place far from the villages: on the one hand they were used for a quick prayer of thanksgiving for the harvest, on the other they were there for the dead to visit them at night at the beginning of November, and undisturbed leave in the early hours of the morning. There are other traditions connected to the night of the dead my gran told me about which I still remember. There is one peculiar

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to Gemona, along the foothills, and involves the church dedicated to Saint Simeon which is located on the homonymous hill: the elderly believe that “you must visit the church in your lifetime otherwise you will have to visit it when you are dead”. Many claim to have seen skeletons walking up the hill to reach the church holding a candle to illuminate the way. Not to mention the many gifts offered to the dead with great respect. Gifts that range from loaves of rich bread, corn, beans and vegetable soups, as the poorer peasants would do. It is OK to dress up as witches, skeletons and zombies, but the mysterious atmosphere of the night of the dead, and the idea of helping the spirits find their homes is equally thrilling, an makes you feel part of something uniquely Made in Friuli Venezia Giulia.

Di tradizioni legate alla notte dei morti, raccontate dalla voce di mia nonna, ne ricordo ancora molte. Una di quelle più curiose è ambientata nella zona di Gemona, nella pedemontana friulana, e riguarda la chiesa di San Simeone, ubicata sull’omonimo monte: gli anziani sentenziano, da sempre, che “se non la visiti da vivo sarai costretto a farlo da morto”. Così sono in tanti a sostenere di aver visto degli scheletri risalire la montagna con solo una candela ad illuminar loro il cammino. Vogliamo, poi, parlare delle offerte che vengono rispettosamente date ai defunti? Una varietà di cibo incredibile: dal pane prodotto con le più disparate farine, fino alle pannocchie e a delle minestre di legumi e ortaggi, normalmente queste erano usate dalle famiglie più povere. Insomma, vestirci in maschera ci può anche stare, ma respirare la tranquillità notturna della notte dei morti e agevolare i defunti nel lor vagare sono due cose altrettanto stimolanti e, almeno dal mio punto di vista, aiutano a far parte di un certo tipo di modo di vivere, come dire, made in Friuli Venezia Giulia.

essione Raffigurazione anime in proc

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Labili confini

Antiche feste e tradizioni da riscoprire

Ephemeral Borders

Ancient festivities and traditions to rediscover

Alle radici di antiche tradizioni di Mariolina Favero

Sul crinale dell’autunno, quando le brume scandiscono giornate sempre più brevi segnando l’alternarsi di luce e buio, ci sono giorni carichi di un antico fascino. Sono i giorni a cavallo del primo di novembre. Questa data è stata celebrata per millenni come il capodanno del semestre invernale e secondo molti studiosi è patrimonio comune alle civiltà dell’emisfero boreale dall’Oceano Indiano alla Persia, a tutto il bacino del Mediterraneo e fino al Mare del Nord. Era – ed è - convinzione diffusa e radicata che in tale data i morti tornino sulla terra, non per far paura ai vivi ma per portar loro doni e ricevere offerte o preghiere che plachino la loro inquietudine. E di retaggi culturali e folclorici legati a questa antichissima tradizione parliamo. Tradizioni locali che si perdono nella notte dei tempi e che sopravvivono ancor oggi, nonostante l’incombente rischio di venir soppiantate da rituali e nomi globalizzati. Perché quell’Halloween travestito da carnevale novembrino non è una festa tutta importata dagli Stati Uniti o dalle isole britanniche: alcuni di quei rituali affondano le radici nelle antiche tradizioni popolari comuni anche a noi. Seguiteci in questo viaggio, ci saranno tante cose da scoprire e riscoprire!

At the heart of ancient traditions by Mariolina Favero

On the cusp of Autumn, when the mist curls up in the cold mornings and the days grow shorter and shorter, the atmosphere is filled with ancient charm. The Eve of the 1st November. This date has been celebrated for millennia as the beginning of the winter season, and according to many scholars it has been a common custom for all the civilisations of the northern hemisphere from the Indian Ocean to Persia, from the Mediterranean Sea to the North Sea. It was – and still is – a rooted popular belief that in that day the souls of the dead return to the living not to scare them but to bring gifts and receive offerings and prayers to calm their restlessness. It is about ancient cultural heritage and folklore we are going discover in this journey together. Many local traditions go back into the mists of time and are still alive today, though risking to get sent to oblivion by globalised rituals. Halloween dressed up as a November carnival is not totally imported from the United States: indeed, some of its rituals originate in our own ancient folk tradition. Follow us on our exploration, there are lots of things to discover and re-discover!

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Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire di cosa parliamo. Scorriamo la linea del tempo fino a quando su un’ideale mappa vediamo buona parte dell’Europa abitata da popolazioni di origine celtica, che tra la fine ottobre e l’inizio di novembre festeggiavano, solennemente e con abbondanza di rituali, la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. La festa di Samhain (che si può pronunciare all’incirca come sauin) era importantissima, un capodanno che segnava la fine del raccolto e quindi la fine di un ciclo agricolo e l’inizio del successivo. Collocato a cavallo tra il ciclo concluso e quello a venire, il capodanno celtico era un giorno magico, in cui i confini del mondo dei vivi e di quello dei morti diventano più labili, permettendo ai morti di ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita e ai vivi di rendere loro omaggio, anche attraverso il fuoco sacro. La festa, profondamente radicata alla cultura agraria, sopravvisse ai nuovi colonizzatori dell’Europa, al cambio di lingue, di vessilli e di domini: era assodato che in quei giorni i morti tornavano a far visita ai vivi. E con il trascorrere dei secoli, passando da una religione all’altra, assistiamo a qualche sovrapposizione di feste nei calendari. Vediamo cosa è successo. Nel VII secolo il Cristianesimo calendarizzò la festa di Tutti i Santi il 13 maggio. Teniamo a mente che i santi cristiani, in quanto tali, erano trapassati. Per questo la data scelta per la solennità non era casuale: coincideva con il ciclo festivo dei Lemuria, l’antica festa religiosa romana dedicata ai Lemuri, gli spiriti dei morti, che si celebrava proprio il 9, l’11 e il 13 maggio e durante la quale il pater familias gettava alle sue spalle alcune fave nere per il numero simbolico di nove volte, recitando formule propiziatorie che invitavano gli spiriti degli antenati ad uscire dalla casa.

Let’s go back in time to understand what we are talking about. Looking at the timeline we realise that most of Europe was inhabited by Celtic peoples who, between the end of October and beginning of November, solemnly celebrated the end of summer and the beginning of winter. The festivity, called Samhain, was very important and marked the beginning of a new year, the end of harvest and the natural cycle of nature. Celebrated on the cusp between the old cycle and the new cycle of nature, the Celtic new year’s day was considered a magical day, a moment when the dead could return to their homes also through the sacred fire. The festivity, deeply rooted in the folk culture, survived the new colonisers of Europe and their new languages. Whatever the language or religion there was still a day when the dead would visit the living. And as the centuries went by religions changed from one creed to another and the calendar of the rituals overlapped. Let’s see what happened. In the 7th century AD, the Christian calendar set the 13th May as All Saints’ Day. Keep in mind that the Christian saints, had already died. The date chosen for the festivity was not at all causal: it coincided with the festivities of the the Lemuria, the ancient roman religious festivity dedicated to the Lemures, the spirits of the dead, celebrated on the 9th, 11th and 13th May, during which the pater familias threw a handful of black broad beans over his shoulders for nine times while reciting propitiatory formulas to invite the spirits of the ancestors to leave the house.

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Intanto le tradizioni pagane del primo novembre legate al culto dei morti erano più che mai vive e la Chiesa non vedeva di buon occhio rituali popolari così trascinanti. Pare quindi che proprio per innestare le festività religiose su culti già molto radicati, nel IX secolo spostò Ognissanti al primo di novembre, sfruttando (e cercando così di soppiantare) la grande festa del capodanno celtico e del suo scenario ultraterreno. Ma per il popolo era necessario anche commemorare adeguatamente i morti, non solo con riti pagani. Ecco che nel 998 l’abate francese Odilone di Mercoeur istituì in tutti i conventi cluniacensi l’ufficio dei defunti a inizio novembre, e dato che il primo giorno del mese ormai era già stato “occupato” dalla festa di Tutti i Santi, la commemorazione dei defunti “slittò” al giorno successivo, ossia il 2 novembre. In breve il rito si estese a tutta la Chiesa occidentale, diventando, per quella data, il Giorno dei Morti. Con buona pace del calendario astronomico, delle ricorrenze collegate al ciclo agrario e delle festività ecclesiastiche. Le tradizioni plurisecolari sono dure a morire. E così ancora oggi, nell’arco temporale che va dal 31 ottobre al 2 novembre, si trovano un po’ ovunque feste locali e tradizioni che esprimono diversi modi di sentire la festa dei defunti, voce di plurisecolari rituali in cui si ricordano i morti, si sconfigge la paura del trapasso e si festeggia la vita alle soglie dell’inverno.

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Cimitero di Sant’Anna - Trie

The pagan traditions were well alive and the rituals regarding the dead were part of the practice of the Church, who however, was not happy to have to deal with such transporting popular rituals. In order to have its religious festivity merge into the more felt popular festivity, in the 9th century, the Church shifted the date celebrating All Saints to the 1st November, with the intention to supplant the Celtic new year rituals. The people, however, believed it necessary to adequately commemorate the dead not only through their ancient pagan rituals. So in 998, a French abbot named Odilone of Mecoeur, established, in all the Cluniac monasteries, a special service for the dead at the beginning of November. And because the 1st day of the month was already dedicated to celebrating all Saints, the commemoration of the dead was celebrated on the 2nd November. The rite rapidly spread in the whole western Church, becoming traditionally known as the Day of the Dead. This was indeed a clever way to put together the astronomical calendar, the rituals connected to the natural cycle of nature and the religious festivities. Century-old traditions are hard to die. Still today, during the days from the 31st October to 2nd November, there are local festivals and traditions that evidence the different ways the Day of the Dead is traditionally felt.

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Marano Lagunare

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Notti magiche

Magical nights

In Friuli Venezia Giulia è molto sentita la commemorazione dei defunti del 2 novembre e accanto ad essa ci sono echi di antichi festeggiamenti in cui il sacro e il profano vanno a braccetto nel periodo “magico” che va dal 31 ottobre al 2 novembre. Sono tracce di antichi riti pagani, in particolare del capodanno celtico, con cui condividono il rispetto e l’ospitalità nei confronti delle anime dei defunti, che suscitano nei vivi un sentimento ambivalente di rispetto a paura. Sono credenze arcaiche che sopravvivono (a volte a stento, ma ognuno di noi si può fare propulsore di queste tradizioni) con rituali tenaci legati al rapporto profondo fra defunti e fecondità della terra, tipico della cultura contadina e con la convinzione radicata che quello dei defunti è un mondo vicino e parallelo a quello dei vivi. Ecco così che queste notti “magiche” si popolano di strane figure e luci che arrivano dal regno dei morti. E di giorno i vivi si scambiano cibi in ricordo dei propri cari. In tutto quel Friuli figlio della cultura agraria, si ritiene ad esempio che nella notte a cavallo fra l’1 e il 2 novembre i morti vadano a bussare alla porta dei vivi per chiedere suffragi per la loro anima nelle

In Friuli Venezia Giulia the tradition of celebrating the dead on the 2nd November is still very strong, and the festivity also entails some of the “magical” ancient rituals. There are traces of ancient pagan rites, particularly the Celtic new year’s celebrations mixed with the respect for the dead, creating a mixed sentiment of respect and fear. They are some archaic beliefs concerning the respect for the dead, and the fertility of the land that still survive in the folk rituals, and a strong conviction that the world of the dead is close and parallel to that of the living. And so it is, that these “magical” nights are populated by strange figures and lights that come from the kingdom of the dead. During those days families exchange visits and food in commemoration of their dead. In the areas of Friuli where the folk culture is still very much alive, popular belief has it that during the night between the 1st and 2nd November the dead come knocking at the doors requiring prayers and masses for the souls in Purgatory. To help the dead find their family homes, during the night of All Saints, everyone sets a candle


pene del Purgatorio. Per permettere loro di ritrovare la via di casa, la sera di Tutti i Santi viene tenuta accesa una candela, mentre sull’uscio o in cucina vengono lasciati una bacinella con dell’acqua e un pezzo di pagnotta (per dissetare e sfamare i defunti in visita). E spesso si lasciano il fuoco acceso e le porte accostate. In alcune località rivierasche, la sera di Tutti i Santi non si scopava la casa per il timore di scopar via anche le anime dei defunti in visita, a Marano Lagunare due vecchi del luogo giravano per le vie del paese pregando e nell’isola di Grado la sera si cambiavano le lenzuola per permettere ai defunti di tornare a dormire nei propri letti. Dalle Alpi al mare era poi diffusa la credenza che la notte del primo novembre le anime andassero in pellegrinaggio nei santuari e nelle chiese lontane dai centri abitati, rischiarando il cammino con un moccolo di cera attaccato alla falange dell’indice della mano destra, con una scheggia di pino resinoso o una piccola fiaccola, e concludendo il loro viaggio scomparendo al canto del gallo o al levar della bella stella.

on the windowsill to illuminate the way for the dead, and leaves some food and water at the door to make them feel welcome. Some even keep a warm fire burning and the house doors ajar. In some localities on the coast, in the evening of All Saints people would not clean the house for fear of dusting away the souls of the dead visiting the house. In Marano Lagunare traditionally two elderly people would walk up and down the town reciting prayers, and in Grado people would change bed sheets so the visiting dead could rest in freshly made beds. From the Alps to the sea there was a very strong belief that during the night of the 1st November the souls of the dead would go on a pilgrimage of the churches far from the village centres; they would illuminate the way with a wax candle-end and a little flame attached to the finger of their right hand and silently disappear when the cock sang and the the great star rose.

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Favette triestine

Ampezzo, Not dalis muars

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Tradizioni che rivivono

Traditions that revive

Fin qui abbiamo parlato del fermento che caratterizza i defunti e le loro anime nel giorno dei morti e nei giorni che lo precedono. E i vivi? Cosa facevano e cosa fanno i vivi in quei giorni in regione? I cibi rituali per questa festa sono a base di farinacei e di fave, il legume che si riteneva potesse mettere in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti. Tradizionalmente ogni famiglia dispensava al popolo una quantità di pane a seconda della propria agiatezza, perpetuando l’antichissimo uso delle limosine ai poveri. A Udine, ad esempio, Ostermann ci racconta che a fine Ottocento nel dì di Ognissanti era in uso l’andare a pan dai muarz: le famiglie borghigiane benestanti fabbricavano in casa un pane speciale di granoturco o davano qualche pannocchia ai poverelli. E nelle località del litorale i coloni ricevevano dal padrone delle focacce. Fino a pochi decenni fa, nelle Valli del Natisone si donavano pagnottelle o pannocchie. Nel Medio e nel Basso Friuli, in quello occidentale e nelle aree rivierasche lo scenario rituale era il medesimo: le offerte di grano erano deposte in cesti lasciati all’ingresso della chiesa, oppure si metteva davanti all’uscio di casa un sacco di pannocchie e i più bisognosi ne raccoglievano una da ogni sacco, o ancora, oltre il pane di farine miste si distribuivano minestre ai poveri. Non solo elemosine: nelle Valli del Natisone, così come in diversi paesi del Friuli Occidentale, le famiglie si scambiavano il pane dei morti, un pane speciale, scuro, fatto di farina di granturco e altro, o pannocchie di mais, in una sorta di reciproca questua: tra il 30 ottobre e il 2 novembre ogni famiglia mandava qualcuno nei borghi del paese a raccogliere il pane di casa in casa, e in cambio del dono pregava le anime dei defunti della famiglia. Il pane era distribuito e parimenti richiesto, in un reciproco gesto di comunione. Queste

Up to here we have only considered the thrill surrounding the souls of the dead coming for a visit in the Day of Dead. But what about the living souls? What are they up to during those festive days? The food served for All Saints’ Day and the Day of the Dead are mainly made from wheat and broad beans as it was believed they helped in the process of getting in touch with the souls of the dead. As a tradition every family would donate bread to the less fortunate, in quantities according to their wealth, to perpetrate the ancient customs of giving charity to the poor locally known as limosine In Udine, for example, V. Ostermann, a scholar of folklore who wrote at the end of 19th century, tells us that during All Saints’ Day there was the custom of baking a special bread containing maize flour and offering it to the poor people of the village. In the localities near the coast, the farmers would receive rich bread from the landowners. Up until a few decades ago, in the Natisone River valley people would exchange loaves of bread and corncobs. In the mid and low areas of Friuli, in the western edge and the coast, the rituals were basically the same: offerings of maize were set in baskets and left at the church entrance doors or on the roads in front of the houses, and the poorer people could come and get some for themselves. Some families would also offer bread and soup to the poor. The custom was not only giving charity to the poor, indeed, in the Natisone River valley and in several villages in the west of Friuli, families would exchange the bread of the dead souls, a special brown bread made with maize and other flours, and corn cobs as a sort of offering. On the 30th October and 2nd November a member of the family would go collect the bread at friends’ houses and in exchange they would pray for the salvation of the family’s dead souls.


offerte non erano considerate un’elemosina; ognuno assaggiava il pane altrui, simbolo di vita ed elargito in nome dei defunti, per le cui anime poi pregava. Anche le zucche rivestivano un ruolo simbolico per la festa dei morti. In alcune zone, dopo averle svuotate per cucinarne la polpa, venivano dipinte e usate come lanterna per le candele, le quali rappresentavano la resurrezione. In altre località invece, le muars (letteralmente i morti) sono le zucche, scavate e intagliate, che venivano portate di casa in casa dalle famiglie del paese, per rinsaldare il legame con le tradizioni dei propri avi. Nella festa c’era, e c’è, anche un lato dolce. Sempre Ostermann ci racconta che in Friuli alle soglie del XX secolo nel giorno della commemorazione dei defunti “in qualche paese, specie nelle città e nei grossi borghi, si mangiavano certi pasticcini che si fanno dai ciambellai, detti favetis dei muarz (ndr favette dei morti) che forse per l’omonimia sostituiscono i pasti delle fave cotte imbandite nell’agape d’altri tempi.” Oltre alle favette, l’area pordenonese offre ancor oggi gli ossi de mort, golosi biscotti denominati proprio ossi di morto. Le favette, in versione dolce, sono comunissime in Veneto, in Friuli e, in una versione tutta particolare, anche a Trieste. Sì, perché a Trieste - dove le tradizioni legate a questo periodo sembrano sopite – ci sono vivissime tracce di questi antichi costumi. Si tratta delle fave dei morti o fave triestine. E così, nei giorni attorno alla festa di Ognissanti, i banchi di panetterie e pasticcerie si riempiono di favette a base di mandorle, zucchero e uova, morbide, piccole, dolci e golose e di color marrone, rosa e bianco. Favette che spesso si regalano, e sono un dono particolarmente gradito e apprezzato. Come rilevava già il gastronomo Pellegrino Artusi sul finire dell’Ottocento, queste pastine preparate per la commemorazione dei morti fanno le veci della fava d’orto, che a sua volta nell’antichità più remota si offriva alle Parche, ad Ade e Persefone.

The bread was offered and begged for, in a reciprocal gesture of communion. These offering were not considered charity; each took bread from friends as a symbol of life and donated bread in the name of the souls of the dead to be saved through prayer. Also pumpkins had a symbolic meaning during the festivity of the dead. In some areas of the region, pumpkins were carved and used as lanterns, as a symbol of resurrection. In other localities of the region the muars (Friulan for the dead) were represented by the pumpkins, which were exchanged among the families of the village as a gesture of friendship and respect for the ancestors. Of course, as for all festivities there were also sweet treats. In his writings Ostermann tells us that in Friuli, at the threshold of the 20th century on the day of commemoration of the dead, “in some villages or neighbourhoods of the larger cities, it was customary to eat typical little ball-like biscuits known as favette dei muarz whose name perhaps recalls the broad bean dishes served at the agape of ancient times.” Besides the Favette, in Pordenone you may be offered gli ossi de mort (dead man’s bones), delicious biscuits. Favette are very common in Veneto and Friuli, and in Trieste they have their own particular version of this cookie. Indeed, in Trieste – where traditions connected to this particular festivity seem fading away – this traditional custom is well alike and kicking. Fave dei morti or better, Fave Triestine. During the period around All Saints’ Day, the bakeries and pastry shops are filled with favette the wonderful biscuits made with almonds, sugar and eggs. Small, soft and sweet they come in three different colours: brown, pink and white. Receiving a bag of Favette is always a very welcome gift in Friuli. As Pallegrino Artusi, a famous Italian gastronomist, notes at the end of the 19th century, the biscuits made to commemorate the dead recall the broad beans offered to the Parcae, to Ade and Persephone.

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ti Rivignano, Fiera dei San

Chiopris, Vilie

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dai Sants

Le feste

The Festivals

E poi ci sono le feste che si tengono oggi in Friuli Venezia Giulia, l’eco di ciò che rimane delle riunioni pagane ideate per riunirsi, ricordare e festeggiare tutti assieme. Plurisecolare è la Fiera dei Santi di Rivignano, nella Bassa friulana, e le sue origini sono lontane nel tempo, quando le anime dei morti apparivano ai vivi ed era comune parlare degli abitanti invisibili del territorio, come striis (streghe, in friulano), orcui (orchi) e cjalcjùts (una sorta di folletti) o aganis, le bianche ed irraggiungibili streghe buone che apparivano spesso lungo i corsi d’acqua che qui abbondano. È una festa che dura diversi giorni e ha il suo culmine il 2 novembre, giorno in cui ovunque si celebra il ricordo dei morti, che rappresenta l’origine della Fiera dei Santi di Rivignano, poiché qui storicamente alla tristezza e al silenzio si sostituisce una grande festa, con balli, musiche ed un grande mercato che riempie le strade del paese costituendo, quindi, una peculiarità a livello nazionale. Dal 2011 si tiene anche il Festival Mondiale della Canzone Funebre, una serata musicale dove l’ironia sull’oblio tra la vita la morte è protagonista.

There are a couple of festivals that are still held in Friuli Venezia Giulia today, which are the echo of what remains of the ancient pagan meetings to celebrate the coming of winter together. An age-old festival is the Fiera dei Santi (Saints’ Fair) in Rivignano. The origins of this particular festival go back to a time when people believed that the souls would appear to the living, when it was not strange to mention the striis (witches, in Friulan), orrcui (ogres) and cjalcjùts (sprites) or aganis, the white-clothed good witches who often appeared along the rivers and streams. The festival, which lasts a couple of days, culminates on the 2nd November when the dead are celebrated. At the Fiera dei Santi in Rivignano, silence and sadness give way to joy, music, dancing and a busy street market filled with lots of interesting goods and food. A particular festival dedicated to funeral music has been held since 2011. Irony and humour are the real protagonists of this evening of music to celebrate the passage from life to death.


Ampezzo, Not dalis muars

Ci sono anche altre interessanti feste, rilanciate da appassionati che hanno riscoperto le antiche tradizioni locali. La not dalis muars ad Ampezzo – tra le montagne della Carnia -, ad esempio, la festa che nella notte del 31 ottobre rievoca il capodanno celtico. Il nome della festa si traduce letteralmente con “la notte dei morti”, ma ad Ampezzo le muars sono le zucche scavate e intagliate, di antichissima origine. Al calare del sole, dietro i monti che circondano Ampezzo, nei cortili e nelle contrade del centro storico, illuminati soltanto da fiaccole, fuochi e favolosi spettacoli di luce dei giocolieri e dei mangiafuoco, si possono ammirare i giochi di luce prodotti dalle zucche intagliate esposte lungo tutto il percorso, avvolti dalla musica e dagli invitanti profumi delle pietanze preparate nei diversi cortili, circondati da fantastiche figure in un’atmosfera surreale. A Chiopris Viscone, nella pianura friulana, le zucche intagliate si chiamano invece musons e sono le protagoniste di La Vilie dai Sants (la Vigilia dei Santi), la festa di origine celtica tramandata fino ai giorni nostri. Il 31 ottobre, dopo il tramonto del sole, lungo le vie del paese vengono esposte le zucche intagliate (spesso opere d’arte), in un’atmosfera suggestiva di tenui luci poste all’interno delle opere, e a fine serata le zucche più belle e originali vengono premiate. Negli ultimi anni sono fiorite inoltre altre feste che celebrano il periodo magico tra il 31 ottobre e il 2 novembre, come La Nuét dai Spirits – La notte degli spiriti - ad esempio, a Tramonti di Sotto, nella pedemontana pordenonese, La Fieste de crepe a Colloredo di Prato o “F.Û.C.S.”, Fuochi-Uomo-Culto-Spiriti a Udine.

There are some other interesting festivals where the ancient local traditions are once again revived. La not dalis muars in Ampezzo – in the mountains of Carnia – for example, is the festival held on the 31st October to commemorate the Celtic New Year’s Eve. The name of the festival translates to “the night of the dead”, but in Ampezzo muars are actually the carved pumpkins or ancient tradition. As the sun goes down behind the mountains behind Ampezzo, in the courtyards and the streets of the old town centre, are lighted by torches alone. Fireworks, spectacular light shows put on by jugglers and fire-eaters, and the lanterns made out of pumpkins can be admired during the festival. And still music, lovely food and drinks liven up the courtyards of the town, creating a particularly surreal atmosphere. In Chiopris Viscone, in the Friulana plain, carved pumpkins are called musons (big faces) and are the true protagonists of Vilie dai Sants (All Sant’s Eve) festival, a tradition of Celtic origin, handed down to us today. On the 31st October, after sunset, the carved pumpkins (often very artistic) are displayed along the village streets creating a very suggestive atmosphere. The highlight of the festival is the Best Pumpkin Competition that rewards the most beautiful pumpkins.

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Lancio das cidulas_ph_

Ulderica Da Pozzo (PO

R FESR 2007-2013)

E tra i monti della Carnia, il 30 e 31 ottobre a Pesmolet di Lauco si rinnova il tradizionale Lancio das cidulas o tîr des cidulas. La cerimonia prevede l’accensione di un falò sulle alture e il lancio dal pendio di piccoli dischi di legno (le cidulas) arroventati, accompagnati da una dedica con voce stentorea. Il rituale, dalle origini quasi sicuramente celtiche, si chiude poi con musica e balli. Alla fine di questo viaggio abbiamo scoperto che le antiche tradizioni del Friuli Venezia Giulia, al pari di altre importate, per Ognissanti pullulano di spiriti di morti che tornano sulla terra, lumini accesi alle finestre, questue alle porte delle case, zucche intagliate e illuminate, dolcetti preparati, regalati e richiesti, … Quindi festeggiate questo periodo, festeggiate con gioia! E ai corregionali va l’esortazione a riappropriarsi delle nostre vecchie usanze, chiedendole ai nonni e insegnandole ai figli!

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In recent years other festivals to celebrate the magical period between the 31st October and 2nd November have been started: the La Nuét dai Spirits - The Night of the Spirits - in Tramonti di Sotto, in the area near Pordenone, La Fieste de crepe in Colloredo di Prato or “F.U.C.S.”, Fuochi-Uomo-Culto-Spiriti in Udine. And in the mountains of Carnia, on the 30th and 31st October, in Pesmolet di Lauco there is the traditional Lancio das cidulas or tîr des cidulas. The ceremony consists in lighting round disks of wood (the cidulas) in a grand bonfire on the mountain slopes and throwing them in the air shouting a love dedication. This ritual, surely of Celtic origins, ends with music and dances. By the end of this journey into the traditions of Friuli Venezia Giulia, we have discovered a wide range of customs and rituals followed for All Saints’ Day. We have learnt about the souls of the dead that return to the living guided by the candles left on the windowsills, and still, about the offerings, the carved pumpkins, traditional cookies that are prepared and exchanged among friends ... These are days to be celebrated, celebrated with joy! It is a wise thing to revive the old traditions, learning about them from our elderly and passing them on to our children!


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Mettendo in quella notte sulla via un lume acceso, presso uno specchio od un secchio d’acqua, vi si potrà mirare per entro il passaggio di tutta la processione dei defunti. V. Ostermann – La Vita in Friuli

In the magic night, if you set a candle in front of a mirror or a pale of water, you can see the procession of the souls of the dead.

Chiopris, Vilie dai Sants

V. Ostermann - La Vita in Friuli

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PROFUMI E GUSTI D’AUTUNNO - FLAVOURS AND FRAGRANCES OF AUTUMN

GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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LA FESTA DELLA ZUCCA DI SAN MARTINO - SAN MARTINO PUMPKIN FESTIVAL

Zucche a San Martino Erbe, come nel medioevo

Erbe, come nel medioevo

La Festa della Zucca di San Martino

C’è un piccolo borgo incastonato nella pianura friulana che si addossa attorno a una chiesetta di origine romanica. San Martino è il nome del paesino ed anche il santo a cui è dedicata la chiesa, un piccolo gioiello del patrimonio artistico regionale che conserva ricchi affreschi del XV e XVI secolo. E proprio attorno a questa chiesa nella seconda metà di ottobre si svolge l’ormai tradizionale Festa della Zucca. Per la 18ª edizione della festa, in una scenografia dedicata alle zucche, sabato 15 e domenica 16 ottobre le vie del borgo saranno il palcoscenico della rievocazione storica che quest’anno graviterà attorno all’affascinante mondo delle erbe in epoca medievale: erbe in medicina, in cucina, nella cosmesi, nell’arte, negli addobbi... insomma nel loro poliedrico utilizzo.

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GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

Lots of Herbs as in the Middle Ages

San Martino Pumpkin Festival

There is a small village in the heart of the Friulan plain clustered around a little Romanesque church. San Martino is the name of the small village and also of the saint whom the church honours; a little gem of the regional artistic heritage which shrines 15th- and 16th-century frescoes. It is around this church that during the second half of October the traditional Pumpkin Festival is celebrated. The 18th edition of the festival features a scenery with lots of pumpkins; on Saturday 15th and Sunday 16th October the village streets will become the stage of a historical reenactment, which this year will celebrate the intriguing realm of the herbs used in the Middle Ages. Herbs that were used for medical purposes, in food, cosmetics, as


LA FESTA DELLA ZUCCA DI SAN MARTINO - SAN MARTINO PUMPKIN FESTIVAL

L’idea in più?

in zucca di San Martino Andare alla festa della bicicletta e in bicicletdamente raggiungibil San Martino è como il tratto che re rre rco labili può pe ta. Chi ama le piste cic o a Terzo di n Aquileia e Grado fin collega Palmanova co me, in poco fiu cciato si insinua sul Aquileia e quando il tra no. Chi rti Ma n Sa raggiungere più di un chilometro re nel iva arr ece inv ò rrate pu preferisce le strade ste via r gnano, passando pe piccolo borgo da Cervi o da Aquileia attraver, sir Caiù e Borgo Forna Rosso. sando la località Ponte

Scopriremo così che le erbe sapientemente coltivate dai monaci negli orti dei semplici, essiccate e conservate nel silenzio delle mura conventuali in locali chiamati officina (da qui il nome di piante officinali) erano alla base dei primi farmaci, i semplici, ossia rimedi come cataplasmi, tisane, tinture, sciroppi. Sarà un tripudio di gusti il piatto speciale a base di selezionate erbe che verrà servito durante la festa, e ci farà capire come, proprio le erbe, fecero scoccare la scintilla creatrice dell’arte culinaria, dapprima facendo diventare consuetudine il somministrare medicamenti con il cibo, e poi facendo acquistare sapore e colore a pietanze altrimenti insipide.

Something extra?

no Pumpkin Festival Going to the San Marti by bicycle le. You can San Martino by bicyc You can easily reach nnects Palcycling track that co choose to follow the it reaches ce On and Grado. manova to Aquileia the river ng alo s run track Terzo di Aquileia the no. If tre there is San Marti and at about a kilome the ch rea can u ling yo you prefer off-track cyc o an gn rvi Ce m fro ng starti venue of the festival rgo Bo d ough Caiù an del Friuli, and pass thr through Ponte Rosso. eia uil Aq m Fornasir or fro

sources of colour in art and ... well, in all sorts of useful ways. Discover how the monks masterfully grew the herbs in the gardens of simples, how the herbs were collected and dried in dark workshops called officinae (the adjective officinalis, is used in botanical Latin to mean used in medicine) within the silent walls of the monastery, and how they became the base ingredients of the first pharmaceuticals – the simples – including remedies, poultices, tisanes, tinctures and syrups. The taste buds of the festival goers’ will be delighted by the special herb-based dish served during the celebra-

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Erbe non solo nel piatto, ma anche sui banchi del mercato medievale, dove i tessuti tinti con le antiche tecniche formeranno un inaspettato arcobaleno. E proprio a proposito di tessuti, durante la festa verrà riproposta la lavorazione e la filatura della ginestra. Sì, proprio quella ginestra che, tra maggio e giugno, con la sua esuberante fioritura rallegra di un giallo intenso le vallate, profumando pendii e pianori. Le donne sceglievano gli esemplari più forti per iniziarne la lunga lavorazione: dai telai uscivano poi teli per sacchi, stuoie, cordame, ma anche tessuti per i contadini con i quali realizzare coperte, lenzuola biancheria per la casa e abiti di vario genere. “La canapa è da signori et il lino è pregiato come la seta; la ginestra né campi è da noi contadini che non habemo nulla”. In un clima di festa e magia, tra originali merci esposte sui banchi del mercato medievale, degustazioni nelle lo-

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dove mangiare? Ristorante Pizzeria ALL’ANFORA Via Julia Augusta 3 Terzo di Aquileia (UD) t. +39 0431 31188 www.allanfora.it Chiuso · Closed: Mercoledì - Wednesday

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GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

tions. Indeed, it will appear clear how herbs sparked culinary creativity, initially simply to administer medicine with the food, then by using them to add colour and flavour to otherwise insipid ingredients. Herbs will be found not only in the food specialities but in the Medieval style market stalls used as natural dyes on fabrics, creating an unexpected full rainbow of colours. Speaking of fabrics, a workshop will be held where you can learn how broom can be used as spinning fibre. No mistake, we are speaking of broom, the generous herbaceous plant that blooms between May and June and with its vibrant yellow colour and overwhelming scent livens up the fields of the plains and the hills. Back in time the women would collect the stronger plants and start a very elaborate process: the loom produced fabric for sacks, rugs, ropes as well as a finer cloth the peasants would use to make blankets, sheets, linens and clothes. “Hemp is for the gentlemen and flax is as precious as silk: broom fibre that comes from


cande allestite per l’occasione, spettacoli itineranti, cortei e rievocazioni storiche in costume, animazione e spettacoli a tema si potrà gustare un’atmosfera tutta particolare, con l’opportunità di incontrare dame e cavalieri, arcieri, armigeri, saltimbanchi, artigiani, speziali e scrivani… Al calar del sole spazio alle fiaccole e allo spettacolo di fiamme e fuoco. E la zucca? La zucca sarà il fil rouge della festa: sarà protagonista negli addobbi dell’intero borgo e sui banchi del mercato che offriranno dolci e pane dal colore dorato e dal delicato, inconfondibile, gusto di zucca. E non mancheranno le visite guidate agli affreschi all’interno della chiesa medievale di San Martino, un piccolo gioiello del patrimonio artistico del Friuli.

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PIS fields is just right of us peasants who have no money to spare”. Wandering the stalls of the medieval market, tasting the traditional food, at the inns specially set up for the occasion, participating in the workshops and watching the performances and historical parades you will be plunged into a special atmosphere where meeting noble ladies, knights, archers, armiger, acrobats, artisans, apothecary and scriveners is just part of the fun … At nightfall out come the fire performers and acrobats and put up a spectacular fire show. Pumpkins? Pumpkins are the common threadof the festival: they decorate the streets of the village, are the main Procedia m all’a gg cartogra o ingredient the many specialities you find at the stalls: fie a brev iornamentoin delle i interval inviare ev li. Preghi nostre entuali correzio amopumpkin L’opera fabulous, tasty cakes and breads that look a woni clie ni è copert a in ogni a giro@girofvg. nti di d’autore com. sua part . Ogniderful utilizzo golden colour. You can also take a guided tour of the e è severa da i di contrario ritti mente vi ai diritti etato e l’autoriz d’auin pu zazione torethe medieval church of San Martino, beautiful le per le specifica nibifrescos soprattu gg e, salvo dell’ tto per rip memor roduzion editore. Ciò va izzazionsmall theleartistic heritage of Friuli. i, imitaof i ed el gems zioni,

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Programma della festa e info Programme of the festival and info: www.amicidelborgo.it

la trovi su www.store.girofvg.com in edicola, in libreria e negli infopoint di Turismo FVG di tutta la regione GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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PALAZZO CORONINI

DUE TESTE DI CARATTERE di Messerschmidt in mostra a Palazzo Coronini-Cronberg

Two Character Heads by Messerschmidt on exhibition at Palazzo Coronini-Cronberg Il Palazzo Coronini Cronberg sorge nel centro di Gorizia, nell’antico borgo di Grafenberg, circondato da un pittoresco parco di gusto romantico. Appartenuto per secoli alla famiglia Strassoldo e acquistato da Michele Coronini nel 1820, l’edificio, dove nel 1836 morì il re di Francia Carlo X di Borbone, nel 1990 è divenuto sede della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg per volontà del suo ultimo proprietario, il conte Guglielmo. Passeggiando attraverso le 15 sale che compongono il percorso museale sembra di tornare d’incanto indietro nel tempo, grazie all’atmosfera calda e suggestiva delle sale con arredi cinque e seicenteschi del piano terra, ai sontuosi salotti settecenteschi, alle sale impero e agli ambienti ottocenteschi del piano nobile. Dal mese di novembre a Palazzo Coronini sarà possibile visitare il nuovo allestimento permanente dedicato alle opere più importanti delle collezioni Coronini, le due teste di carattere dello scultore Franz Xaver Messerschmidt. Realizzate tra il 1775 e il 1783, appartengono a una serie di opere che l’artista creò per esorcizzare le visioni da cui era perseguitato a causa di un disturbo mentale. Ricercatissime per la straordinaria modernità della loro forza espressiva, le 38 teste di carattere di Messerschmidt finora ritrovate sono divise tra i principali musei di tutto il mondo e quelle Coronini sono le uniche visibili in Italia.

Palazzo Coronini Cronberg is set in scenic Romantic-style gardens nestled in Grafenberg, an ancient borough in the centre of Gorizia. The villa, which had been owned by the Strassoldo family for centuries, was acquired by Count Michele Coronini in 1820 and was chosen by the King of France, Charles X of the House of Bourbons, as the place where spend his last days. Indeed, he died in Gorizia in 1836. In 1990 the villa became the headquarters of the Palazzo Coronini Cronberg Foundation following the will of its last owner, Count Guglielmo Coronini Cronberg. As you move through the fifteen rooms of the museum, you have the feeling of travelling in time; from the charming warm atmosphere of 16th- and 17th-century interiors, going on to the sumptuous 18th-century drawing rooms, up to the Imperial-style decoration of the rooms on the main floor. Opening to the public in November is a new permanent exhibition of the most important works from the Coronini collection: two of the famous character heads by German-Austrian sculptor Franz Xaver Messerschmidt. Made between 1775 and 1783, the works belong to the series of busts with faces contorted into extreme grimaces the sculptor produced as he fell into mental illness. Sought after for their extraordinarily modern expressive strength, the 38 character heads by Messerschmidt – up to now found – are scattered in museums throughout the world. The two heads belonging to the Coronini collection are the only ones that can be seen in Italy. Orari di apertura Villa: ottobre-marzo su prenotazione Parco: tutto l’anno dall’alba al tramonto Opening times Villa: October-March upon booking Gardens: Open all year from dawn until dusk

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GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

Ingressi / Admission prices Parco: gratuito. / Gardens: Free Villa: € 5,00 / Gratuito per bambini fino ai 10 anni, disabili Ridotto studenti: € 3,00 Supplemento visita guidata: € 3,00 Villa - Adults: € 5,00 / Children up to 10 years old and disabled visitors: Free / Concessions and students: € 3,00 Additional fee for guided tours - € 3,00

Informazioni / Information Viale XX Settembre 14 – Gorizia - Tel. 0039.0481.533485 www.coronini.it


FRUTTI, ACQUE E CASTELLI - FRUITS, WATERS AND CASTLES

Strassoldo frutti, acque e castelli

In autunno: frutti, acque e castelli I castelli di Strassoldo eccezionalmente visitabili

Gli antichi castelli di Strassoldo di Sopra e di Sotto, racchiusi in un borgo medievale immerso in parchi secolari, sabato 22 e domenica 23 ottobre spalancheranno i loro portoni e saranno eccezionalmente visitabili. Ritorna infatti la manifestazione “In autunno: frutti, acque e castelli”, un magico intreccio tra storia fantasia e ambiente naturale. Artigiani, antiquari, decoratori e artisti d’eccellenza, tra addobbi e musica antica, renderanno ancora maggiore la suggestione di questi luoghi. Sarà il momento ideale per fare acquisti natalizi originali, senza per questo spendere cifre esose. E nelle aree verdi del castello di Sopra ci saranno ottimi vivaisti con piante insolite, rose e antiche specie da frutto. Il week-end propone anche visite guidate al parco del castello di Sotto e al borgo castrense, musica antica, visite a siti limitrofi e curati angoli enogastronomici. L’evento si terrà anche in caso di pioggia in quanto organizzato negli interni. L’affascinante evento, patrocinato dal FAI (il Fondo per l’Ambiente Italiano), è nato per far conoscere due antichi manieri privati, cuore del romantico borgo di Strassoldo. L’entrata alla manifestazione è a pagamento poiché si tratta di un’iniziativa di “fundraising” volta alla conservazione di questo importante patrimonio storico.

In Autumn: Fruits, Waters and Castles The Strassoldo Castles will exceptionally open their doors

Enclosed in a medieval walled village, amidst century-old gardens, the ancient castle of Strassoldo di Sopra and that of Strassoldo di Sotto, will exceptionally open their doors to the public on Saturday 22nd and Sunday 23rd October. The castles will be the venue for the prestigious “In Autumn: fruits, waters and castles”. Amidst a pristine natural setting and surrounded by ancient music, the works of craftspeople, antiquarians, decorators and exceptional artists will enhance the allure of this location. The lawns of Castello di Sopra will be the perfect stage for creative nursery gardeners to present unusual plants, roses and ancient fruit trees. The entertainment of the weekend will also include guided tours of the gardens of Castello di Sotto and the village surrounding the castles, ancient music, visits to nearby locations, talks on gardening, and tantalising food and wine corners. The event will take place rain or shine as it is organised indoors. This prestigious event, under the patronage of the FAI (Fondo Ambiente Italiano, usually referred to in English as the Italian National Trust), was first organised to make the two privately owned castles nestled in the heart of Strassoldo known to a wider audience. Admission to the event is charged. Tickets will be the fundraising tools for the conservation of this important heritage site.

Info, prezzi e programma completo:/ Information, tickets and programme: www.castellodistrassoldo.it - www.castellodistrassoldodisotto.it Castelli di Strassoldo di Sopra e di Sotto - Cervignano del Friuli (Ud) - Strassoldo - Via dei Castelli - Tel. +39 0431 93217 GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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Nordic Walking

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NORDIC WALKING

Storie di persone People stories

Nordic Walking: storie di persone di G. Rossi

Il nordic walking è una disciplina che nasce negli anni Trenta nei paesi del nord Europa, dove veniva usato per l’allenamento estivo dei sciatori di fondo. Una decina d’anni fa è stato ristudiato e adattato al modo di camminare delle persone. Gli studiosi sono riusciti a individuare e riunire sette movimenti che reimpostano e amplificano il movimento naturale e quando la tecnica viene usata nel modo corretto si ottiene un coinvolgimento muscolare del 90%. Da qualche anno troviamo anche in città i montanari che camminano; io sono una di questi. Le prime volte che camminavo con i bastoncini da nordic walking (diversi da quelli da trekking in montagna) mi sentivo dire: “Ma hai perso la neve?” oppure “Dove hai lasciato gli sci?”. Oggi è aumentato il numero di persone che partica il nordic walking: si cammina in campagna, al mare, al lago, in città e si incontrano nuovi sostenitori più o meno giovani, più o meno solitari, più o meno appassionati. C’è chi cammina solo in vacanza e chi pratica costantemente questo sport e non ne può fare a meno. C’è chi cammina di giorno e chi cammina in notturna. Stare assieme alla gente ti rende meno isolato. Capita spesso di intraprendere una camminata con persone mai viste e di finire l’attività conoscendo i fatti più intimi della loro vita. C’è chi ti confida di aver una malattia, chi di aver affrontato una separazione, chi ha problemi con i figli, chi ha problemi con il lavoro,… Tra i camminatori gira il detto “Il nordic walking è un’attività che si può fare parlando ma non cantando”.

Nordic Walking: sharing life stories by G. Rossi

Nordic Walking was first practiced in Northern European countries in the 30s as a summer training exercise for crosscountry skiers. Several years ago it was reconceptualised and adapted to how people normally walk. Experts have managed to identify and assemble a range of seven movements that follow and enhance the natural flow of walking, and when the technique is correctly applied walkers engage up to 90 per cent of their muscles. Over the last few years, it is not uncommon to spot mountain hikers walking in the city streets and I, for one, am one of them. The first times I went hiking using Nordic-walking poles – which are very different from mountain-trekking poles – I got comments like, “Where did you leave the snow?” or “You forgot your skis”. The number of people that practice Nordic Walking has increased hugely over recent years: many enthusiasts enjoy walking in the country, at the seaside or along the lake shores, though you can often spot young and older recently-converted enthusiasts coming along on the city streets. There are people who only go Nordic walking on holiday, others instead, practice this sport regularly and cannot do without it. And still, some people love walking during the day, others embrace night walking. Sharing your passion with others helps you feel less isolated. I often happen to go walking with people I have never met GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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NORDIC WALKING

Nel tempo di una camminata le persone hanno uno spazio per parlare, per ascoltare e per confrontarsi con gli altri. Ad una camminata hanno partecipato un padre ed un figlio; si sono messi a parlare per due ore di fila e anche se non usavano una buona tecnica, non sono stati fermati perché interromperli era come violare il loro tempo per parlare. Sono diventata istruttore di nordic walking in un momento triste della mia vita. Dopo otto mesi di ospedale ferma nel letto e con il morale a terra, il camminare con i bastoncini è stata la novità che mi ha rigenerato. Ho rivissuto i momenti di quando facevo atletica leggera. I bastoncini hanno aiutato l’equilibrio e la ripresa del tono muscolare è avvenuta lentamente. Rimanere chiusi in una stanza per tanti mesi riduce l’ampiezza visiva; l’aria fresca e gli spazi aperti hanno ridonato le proporzioni giuste al mondo. Tutto ciò ha reso il nordic walking la mia passione. E ho scoperto che il nordic walking può essere praticato anche in ambiti insospettabili. Sono un’insegnante di scuola superiore e non avrei mai pensato di utilizzare a scuola il nordic walking.

Lignano Sabbiadoro

before, and by the end of the walk I feel they have shared some pretty intimate details of their life with me. Some talk about their experience with illness, others about how they managed their separations or how they deal with their problems with their children or with work ... There is an expression we walkers use “Nordic walking allows you to talk, but not sing the words to your favourite song”. During a walk people create an atmosphere where it is easy to talk, listen and share ideas. I was once leading a group walk and there were a father and son who could not stop talking to one another and though their walking technique wasn’t really good I felt I could not interrupt them; it would have been a violation of their special time together. I became a Nordic walking instructor during a very challenging period of my life. I had spent eight months in a hospital bed and my morale was at rock bottom, and walking with poles was a new experience that revived me. I had the same feeling of when I did athletics as a young girl. Walking with poles helped my balance issues and I gradually regained muscle strength. The long months spent indoors had affected my visual perception: wide-open spaces and lots of fresh air allowed me to put things back into the right prospective. This life-changing experience made Nordic walking my passion.

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NORDIC WALKING

Fiera di Udine

15/16 ottobre 2016 orario 9/18

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Dolomiti Friulane

I discovered that Nordic walking could be practiced in unexpected places. As a high school teacher I would never have imagined using Nordic walking with my students. One year, I found myself working with a class that had problems socialising, which reflected on the dynamics and performance at school. After having tackled the group dynamics from a psychological point of view, the PE teacher and I decided to take the kids for a long walk around the ramparts of the city walls of Palmanova. Being both their class teacher and a Nordic walking instructor I felt fully committed. It turned out to be the perfect occasion to develop a closer relationship with our students and, to our surprise, at a certain point they were even singing songs together. Finally, at the end of the school year I was deeply touched when the whole class hugged and kissed me goodbye with tears in their eyes, asking me to organise another walk with them. I strongly invite professional walkers to overcome the idea that Nordic walking is suitable only for adults. It offers a great chance to connect with teenagers. I believe we should pass on the passion we feel for a sport to those who have yet to discover it. To add an amusing note, we once had a couple disappear on a walk. It was a fine day of spring and my walking group and I were on a walk in a park known as Parchi del Beato

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rif. Giro

Mi sono trovata ad insegnare in una classe che non riusciva a trovare l’unione, e di conseguenza la serenità di gruppo necessaria per affrontare al meglio il percorso scolastico. Dopo aver affrontato le dinamiche di gruppo dal punto di vista psicologico si è deciso, su invito della docente di scienze motorie, di fare una camminata su percorso storico delle mura di Palmanova. In qualità di istruttore e di docente sono stata coinvolta. Abbiamo avuto l’occasione di conoscere più da vicino i nostri studenti. Durante una pausa li abbiamo sentiti cantare in gruppo. Alla fine dell’anno scolastico, mi hanno regalato un momento commovente: in gruppo hanno salutato e piangendo mi hanno chiesto di ritornare con loro; desideravano rifare la nostra camminata. Invito i walkers di professione a superare l’idea che il nordic walking sia un’attività per soli adulti. Ci sono molte occasioni nelle quali si può lavorare anche con i ragazzi. È nostro dovere trasmettere loro la passione per una tecnica che li può accompagnare anche nelle difficoltà della vita.


NORDIC WALKING

Palmanova

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E poi ci sono gli aneddoti divertenti, come quello della coppia scomparsa. Alla fine della primavera ero a camminare tra Martignacco e Pasian di Prato nei parchi stabili del beato Bertrando, insieme al mio gruppo di cammino. Ad un controllo della presenza dei partecipanti, mancava all’appello una coppia. Con preoccupazione iniziamo la ricerca e ritorniamo sui nostri passi. Ritroviamo i compagni gai come i bambini con le mani nella marmellata: erano in prossimità di un roveto con le mani e i baffi sporchi di more. Istantaneamente tutti i membri del gruppo si avvicinarono ai gelsi e mentre mangiavano more bianche e rosse dicevano di provare le sensazioni di quando erano bambini e una cascata di ricordi seguì la fuga della coppia. Il nordic walkig è anche questo. Non si tratta solo di benessere fisico ma anche di benessere psicologico. Si riscoprono sapori, rumori, storie e persone. Diversi sono i modi per praticare nordic walking in Friuli Venezia Giulia: si possono seguire i corsi organizzati dalle varie associazioni di istruttori che potranno insegnarvi a inserire il 4x4 nelle vostre passeggiate oppure ci si può iscrivere ai gruppi di cammino che si creano sul territorio. La scelta del percorso dipende dal tempo a propria disposizione: se ci si può prendere una giornata si può pensare di usare i percorsi tracciati della pedemontana, del mare o della montagna, se invece ci si può permette qualche ora, si può optare per un percorso di un paio di ore vicino a casa, risparmiando quindi il tempo per il trasferimento. Tra le aree attrezzate citiamo il Nordic Life Park di Andreis, l’Anello di Nordic Walking del Parco Storico dei Bastioni della Città Fortezza di Palmanova e il Nordic Walking Park Monfalcone.

Bertrando located between Martignacco and Pasian di Prano. At a certain point of the walk, I turned around to check if all the members of the party were following and I found out that a couple was missing. With a little apprehension we backtracked our steps hoping nothing serious had happened. And there they were candidly popping berries in their red-stained mouths enjoying every minute of it, like a couple of mischievous children. We all immediately joined in the fun and of course ransacked the mulberry tree. The delight of the white and black mulberries brought us all back to sweet childhood memories. This is definitely something you can expect when you go Nordic walking. It is not only about keeping fit, it has a lot to do with psychological well being too. Walking allows you to perceive various scents, hear the noises of nature and listen to the stories of interesting people. The are several opportunities to practice some Nordic walking in Friuli Venezia Giulia: you can either join one of the many courses organised by the various associations and learn the correct techniques with experienced instructors, or become a member of a walking group. You can choose the route according to the time and experience you have: if you have a full day, go walking on the paths along the foothills, or down at the coast, while if you only have a couple of hours choose a short walk in the countryside at your doorstep saving on the transfer time. Here are a couple of Nordic walking facilities that are worthy of note: the Nordic Life Park in Andreis, the Anello di Nordic Walking of Parco Storico dei Bastioni delle Città Fortezza di Palmanova (circular walk along the rampart walkway around Palmanova) and the Nordic Walking Park Monfalcone.

Chi volesse utilizzare il nordic walking come aiuto per trovare la forma, può contattate l’istruttore Rossi G. dell’associazione sportiva Libertas: gr.posta@gmail.com

If you want to try Nordic walking to lose weight, contact G. Rossi, an expert trainer of Associazione Sportiva Libertas, at gr.posta@gmail.com

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PROFUMI E GUSTI D’AUTUNNO - FLAVOURS AND FRAGRANCES OF AUTUMN CROCIERE CON PRANZO/CENA nella laguna di Marano e Grado per riscoprire la stagionalità del pesce e le radici culturali del popolo lagunare. Partenze da Marano Lagunare e Aquileia.

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A LITTLE HISTORY AND INTERESTING FACTS ABOUT THE FIERA DI SANTA ELISABETTA

Romans

183a Sagra dal Dindiat -

183a Sagra dal Dindiat

183rd Turkey Festival

Il clima a Romans d’Isonzo inizia a farsi elettrizzante in vista della fiera di Santa Elisabetta, con moltissime realtà della comunità impegnate a preparare, assieme a Comune e Pro Loco, il ricco programma dei tradizionali festeggiamenti di quella che a tutti gli effetti è una delle manifestazioni più antiche del territorio provinciale e non solo. La Fiera di Santa Elisabetta di Romans d’Isonzo, conosciuta anche come “Sagra dal Dindiat” (Sagra del tacchino), vanta 183 anni di storia ben portati, grazie all’attenta conservazione di quelle che furono e tutt’ora sono le caratteristiche di una fiera storica, istituita in epoca asburgica nel 1834: il grande mercato per le vie del paese, le mostre degli animali, la rievocazioni della cultura contadina e, grande e autentica singolarità della fiera romanese, la spettacolare pesatura in piazza “del tacchino gigante”, a ricordare, assieme alle altre manifestazioni più tradizionali, il rito dello scambio dei prodotti agricoli e del commercio di animali. L’origine rurale e le caratteristiche ancora vive della tipica fiera pae-

The atmosphere in Romans d’Isonzo is starting to buzz with anticipation as the organisers of the Santa Elisabetta festival, supported by the Local Council and Pro Loco tourist board, are getting set to launch a rich programme of events and traditional celebrations. Indeed, this festival is one of the oldest of the district, and not only. The Fiera di Santa Elisabetta of Romans d’Isonzo, also known as “Sagra dal Dindiat” (Turkey Festival), has flourished for the last 183 years thanks to the keeping of the old traditions of the origins of the celebrations. The festival was established in 1834 during the Habsburg time and features a street fair, an animal show, traditional cultural re-enactments and the spectacular peak event held in the central village square, the weighing of the “giant turkey”. The rural origins and the strong sense of

Storia e curiosità della fiera di Santa Elisabetta

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A Little History and Interesting Facts about the Fiera di Santa Elisabetta


STORIA E CURIOSITÀ DELLA FIERA DI SANTA ELISABETTA

sana, non hanno però impedito all’evento novembrino, che quest’anno abbraccerà il fine settimana dal 17 al 20 novembre, di offrire un ricco panorama collaterale di attività culturali e ricreative. Il tutto in un crescendo a partire dalla settimana che precede l’evento e fino al clou di domenica 20 novembre. Alle 15 di domenica, il momento attesissimo dal pubblico con la pesatura in piazza dei “tacchini giganti” messi in gara dagli allevatori locali a contendersi l’ambito trofeo e, chissà, il record di peso, ancora fermo alla considerevole misura di 32,4 chilogrammi di qualche anno fa. È, dunque, grazie a queste connotazioni tra tradizione e presente, che la plurisecolare manifestazione riesce a mantenere inalterato il suo fascino, offrendo al pubblico grande spettacolo e divertimento. Info e programma: www.comune.romans.go.it Fiera di Santa Elisabetta - Sagra dal dindiat, Romans d’Isonzo Anche quest’anno la fiera ha una dimensione particolarmente adatta ai bambini con spazi appositamente dedicati ai più piccoli e dislocati in più punti del paese: nell’area antistante la palestra, in piazza Candussi e negli spazi di casa Candussi – Pasiani. Importante anche la collaborazione con le scuole del territorio impegnate, in un concorso che vede coinvolti i ragazzi delle scuole medie, nell’ideazione del piatto ricordo della manifestazione, mentre i più piccoli partecipano all’esposizione degli animali da cortile. Diversi gli eventi culturali, le mostre di pittura e di scultura nel centro culturale di casa Candussi Pasiani, spettacoli musicali e teatrali, gare e tornei sportivi. Non mancheranno le attrazioni del luna park (area sportiva) così come la presenza di forniti chioschi enogastronomici con le pietanze tradizionali della fiera, a cura di diverse realtà associative del paese.

tradition of the village festival have not hindered the organisers of the celebrations, held from 17th to 20th November, to offer an interesting calendar of new fringe events. The excitement starts to build up from the week before the final grand event of Sunday 20thNovember. The most anticipated competition kicks off at 3pm when the “giant turkeys”, brought in by the local farmers, are weighed to determine the winner of the much-desired trophy. The unbroken record of a couple of years ago is 32,4 kilograms. It is thanks to the combination of old traditions and modern customs that this age-old festival manages to keep the fascination alive today, attracting crowds of people for the great show and amusement. Calendar of events and information: www.comune.romans.go.it Fiera di Santa Elisabetta - Sagra dal dindiat, Romans d’Isonzo The family-friendly festival has great, dedicated entertainment areas for children in different spots of the festival grounds: the area in front of the sports centre, Piazza Candussi and at Casa Candussi - Pasiani. The kids of the local middle school are involved in a competition to design a ceramic plate especially created for the festival, while the younger primary school children will take part in the farmyard animal show. There is also a full calendar of cultural events ranging from art exhibitions, concerts, theatre shows and sports competitions. There are rides and attractions for everyone in the fun fair area (sports centre grounds) and traditional food and drinks at the kiosks along the streets.

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PALA ARREX‐JESOLO

Cima Freikofel, fregio siglato dalla 12. Compagnia Alpina del Battaglione Tolmezzo, 8. Reggimento

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NOVEMBRE

Messaggi dalla Grande Guerra

Alla riscoperta dei graffiti della Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia di Marco Pascoli esperto storico sui siti della Grande Guerra

4 TRIESTE 5 UDINE

MAGGIO 2017

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SALA TRIPCOVICH

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MAGGIO 2017

TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE

Il Friuli Venezia Giulia raccoglie il territorio che, assieme alle contermini alture slovene e all’area veneta del Piave - Monte Grappa - Altipiani, ha visto le più importanti battaglie della Grande Guerra sul fronte italo-austriaco. Di conseguenza il territorio è uno dei più ricchi, a livello europeo, di testimonianze belliche ancor oggi in parte visitabili: trincee, gallerie, postazioni d’artiglieria, strade, casermaggi e... graffiti. Proprio su quest’ultima tipologia di patrimonio storico-culturale, vogliamo catturare la vostra attenzione. Per “graffiti di guerra” s’intende l’insieme di scritte, incisioni, lapidi ed epigrafi realizzate dai soldati durante un conflitto, quello 1915-18 nel caso di specie. In circa trent’anni di ricerca, tra l’alta montagna e il Carso ne sono emerse migliaia e ancora oggi se ne reperiscono di sconosciute. Italiane e austro-ungariche, germaniche, inglesi e francesi, queste epigrafi - importantissime per il loro significato storico - sono elementi che ci portano le voci dei milioni di soldati europei che un secolo fa si confrontarono nelle regioni nord-orientali d’Italia. Molti graffiti presentano un taglio ufficiale (segnalano reparti e date, commemorano conquiste, eroi e sepolture), altri, spontaneamente incisi da ufficiali e


MESSAGGI DALLA GRANDE GUERRA - MESSAGES FROM THE GREAT WAR

Messaggi dalla Grande Guerra

Messages from the Great War Graffiti from the Great War in Friuli Venezia Giulia

Friuli Venezia Giulia together with the bordering Slovenian highlands and the highlands of the Piave - Monte Grappa were the theatre of the most important battles on the Italian-Austrian front of the Great War. As a consequence, today, it is one of the most interesting region in Europe for war heritage sites, which include trenches, galleries, gun posts, military roads, barracks furniture and fittings, and ... graffiti. It is on this particularly important record of cultural and historical heritage, that I want draw your attention. “War graffiti” are all the inscriptions, bas-relief scratchings, etchings, gravestones and epigraphs made by the soldiers during the 1915-1918 Conflict. A considerable collection of graffiti has been found, in about thirty years of research and explorations on the mountains and the Karst lands, and the process is an ongoing discovery. Whether they are Italian, Austro-Hungarian, German, English or French all these inscriptions – equally historically very important – are a record of the voices of the millions of European soldiers who, a century ago, confronted each other in the north-eastern regions of Italy. Many graffiti have an official character – they bear the name of the unit and

“Mamma ritornerò” lungo la mulattiera di salita al Freikofel - Pal Grande

by Marco Pascoli history expert on First World War battlefields

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MESSAGGI DALLA GRANDE GUERRA - MESSAGES FROM THE GREAT WAR

Il Museo della Grande Guerra di Ragogna, centro della catalogazione dei graffiti della Grande Guerra

Monumentale raffigurazione del Maggiore Heinrich Walter - Lesachtal, Wolayer Tal

Museo all’aperto del comprensorio difensivo della Dolina del XV Bersaglieri_ph L. Fontana

soldati sulla roccia o nel cemento delle trincee, comunicano nomi, pensieri, provenienze, auspici. Gli esempi scorrono dal Sempre avanti Savoia! leggibile in una cavernetta sopra Vermegliano sul Carso al Maledizione e vendetta al tradimento nemico echeggiante dalla base di una ex teleferica militare austro-ungarica poco lontano da Passo Pramollo, dai ripetuti W la pace (che potevano procurare, all’autore, sanzioni da parte della giustizia militare) ai tanti artistici fregi raffiguranti gli orgogliosi stemmi dei reggimenti che hanno fatto la storia d’Europa. Itinerari di visita ai graffiti della Grande Guerra Sebbene parte significativa dei graffiti si conservi al di fuori dei tracciati turistici ed escursionistici, proponiamo alcuni itinerari che conducono presso notevoli e suggestivi elementi epigrafici riconducibili al confitto 1915-1918. Ricordiamo che le epigrafi sono tutelate dalla legislazione nazionale e regionale, donde è penalmente vietato asportarle o danneggiarle. Gli itinerari vanno intrapresi con mezzi adeguati: calzature, abbigliamento, prudenza, attenzione al meteo, scorta d’acqua e cibo, cartografia. E magari con l’accompagnamento di un esperto storico. Museo della Grande Guerra di Ragogna e campo trincerato austro-ungarico La prima tappa che suggeriamo per affrontare il tour dedicato all’epigrafia bellica è situata a San Giacomo di Ragogna. Si tratta del Museo della Grande Guerra che, tra i diversi temi, dedica una sezione permanente ai graffiti e gestisce il progetto Catasto dei graffiti della Grande Guerra - www.graffitidiguerra.it.

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a date; they commemorate achievements, heroes and casualties – others, are a spontaneous expression by officers and soldiers who scratched the stones and cement in the trenches leaving there names, thoughts and hopes. Examples range from Sempre avanti Savoia! (an Infantry war cry used before ordering an attack) that can be seen in a cave near Vermegliano on the Karst, to Maledizione e vendetta al tradimento nemico (Damnation and vengeance for traitors) found scratched on the platform of a former Austro-Hungarian military cableway, not far from Passo Pramollo, to the many W la pace (Long live peace), signs, that could get the author of such inscriptions in big trouble with the military justice, and finally to the many proud representations of the coats of arms of the regiments that made the history of Europe. Itineraries to explore the graffiti of the Great War Although a significant number of graffiti are located out of the tourist beaten track here are a few options that bring you to some extremely poignant inscriptions ascribable to the 19151918 Conflict. The graffiti are part of the regional and national heritage, and any damage or theft is strictly punished by law. To enjoy the experience always be sure to have the right clothes and equipment: comfortable walking boots, water, food, a map, caution and an eye on the weather forecast. The best option is to be accompanied by a history expert guide. Museum of the Great War of Ragogna and an Austro-Hungarian trench network Start the itinerary by taking a tour of the war inscriptions located in San Giacomo di Ragogna. The Museum of the Great War has a section specifically dedicated to the war graffiti and is the leader in an important survey project the Catasto


MESSAGGI DALLA GRANDE GUERRA - MESSAGES FROM THE GREAT WAR

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Artistica epigrafe dei Cavalleggeri sul Monte Sei Busi

La profetica epigrafe del 1912 di Forcella Clautana

MESSAGGI DALLA GRANDE GUERRA - MESSAGES FROM THE GREAT WAR

Presso il Museo, aperto tutto l’anno nei pomeriggi di martedì, giovedì, sabato e domenica (info: www. grandeguerra-ragogna.it), si possono chiedere informazioni sui percorsi e prenotare visite con esperti specializzati sui siti della Grande Guerra. Dopo la visita al museo e al cippo che ospita, dal posteggio imbocchiamo il tracciato - privo di difficoltà - che in circa due ore ci porta sulle Rive del Tagliamento. Seguendo le marcature, s’individuano tre epigrafi austro-ungariche risalenti al 1918 che recano l’indicazione del Corso per Truppe Tecniche della 6a Armata, i cui allievi edificarono le postazioni difensive a guardia dei guadi sul maggior fiume friulano mentre i combattimenti coinvolgevano l’area del Piave. Forcella Clautana Peculiare è l’itinerario escursionistico che ci porta sulla Forcella Clautana, al limitare dei comuni di Claut e Tramonti di Sopra, nelle Dolomiti Friulane. Partiamo in automobile da Claut e, percorrendo tutta la Val Cellina, ci dirigiamo al posteggio sito poco prima di Casera Casavento. In quel di Lesis attraversiamo un ponte risalente al 1911 con il fregio degli Alpini e lo Stellone d’Italia. Da Casera Casavento, seguendo a piedi l’antica carreggiata, in un’ora e mezza di salita raggiungiamo l’alto valico. Qui, un’iscrizione scolpita nel 1912 dall’8° Alpini recita: Ove in queste valli grido di guerra risuoni, su questa via dagli alpini dischiusa, si alzi il canto della Vittoria. Alla luce della battaglia del 7 novembre 1917, quando il Tenente Erwin Rommel qui subì (per sua stessa ammissione) la propria prima sconfitta in un assalto, sorprende il carattere profetico rivelato da questi versi giunti fino a noi.

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dei graffiti della Grande Guerra - www.graffitidiguerra.it. The Museum is open all year round on Tuesday, Thursday, Saturday and Sunday afternoons, and you can find information on itineraries tours with a professional history guides on First World War battlefields on www.grandeguerra-ragogna.it. After visiting the museum and the memorial stone located just outside, take the path that leads to the Tagliamento riverbanks after an easy 2-hour walk. Follow the signs on the path which indicate three Austro-Hungarian inscriptions of 1918 showing the name of the Engineering Troop Course of the 6th Army, whose trainees built the defence posts guarding the river fords of the main Friulan river while the battles raged on the Piave River battlefields. Forcella Clautana The itinerary that leads to Forcella Clautana, on the edges of Claut and Tramonti di Sopra in the Friulian Dolomites, is quite a peculiar one. Leaving Claut behind, we drive along the whole Val Cellina valley and park our car just before reaching Casera Casavento. At Lesis we cross a bridge dating back to 1911 and which bears the coat of arms of the Alpine Troops and the Italian emblem, which comprises a five-pointed star. From Casera Casavento, we hike up the dirt trail and reach the high-pass. Here, we can see an inscription carved in 1912 by the 8th Regiment of the Alpine Troops. It reads: Ove in queste valli grido di guerra risuoni, su questa via dagli alpini dischiusa, si alzi il canto della Vittoria. (Wherever a cry of war resounds in these valleys, may cheers of Victory rise upon this route opened by the Alpine soldiers). In light of the outcomes of the battle of 7 November 1917, when the Lieutenant Erwin Rommel endured (by his own admission) his first defeat in an assault action, the words of the inscription sound rather prophetical.


Sulle pareti della cavernetta comando del III Battaglione/21° Reggimento Fanteria sopra Vermegliano

MESSAGGI DALLA GRANDE GUERRA - MESSAGES FROM THE GREAT WAR

Monte Sei Busi Se c’è una collina davvero ricca d’iscrizioni della Grande Guerra, questa è il Monte Sei Busi sul Carso sovrastante Redipuglia, famigerato e leggendario scenario delle prime sei battaglie dell’Isonzo (giugno 1915 - agosto 1916). L’itinerario, che non propone dislivelli rilevanti e in una sua prima frazione si svolge entro un ben curato museo all’aperto, parte dal posteggio dell’area della Dolina dei Bersaglieri. Lungo il circuito tematico tocchiamo diverse doline, tra cui la maggiore, quella dei cinquecento, con il locale posto di medicazione avanzato dove troviamo cippi, fregi e targhe. Percorrendo il trincerone italiano verso Doberdò, ci imbattiamo in numerosi graffiti italiani, tra i quali i reiterati auspici W la Pace e le testimonianze artisticamente notevoli lasciate dai fieri cavalieri appiedati e dai reggimenti di fanteria. Tra queste spicca quello appena sopra Vermegliano, lasciato dal 21° della Brigata Cremona, arricchito dal battagliero Sempre avanti Savoia!. Va tenuto presente che lunghi tratti della trincea non sono inclusi in sentieri marcati, quindi occorre esplorarli con cautela e solo se esperti di camminate fuorisentiero. Poco lontano ci aspetta, per una sentita visita, il Sacrario di Redipuglia con le attigue realtà museali. Info e visite guidate: www.prolocofoglianoredipuglia.it Valli del Natisone e Monte Kolovrat Le vallate che confluiscono nel solco del Natisone furono sede d’importanti impianti logistici della 2a armata italiana, impegnata sul fronte dell’alto-medio Isonzo dal maggio 1915 all’ottobre 1917. E tra il 24 e il 27 ottobre 1917, fu proprio in questi territori che si sviluppò l’offensiva austro-germanica di Caporetto, imponendo il successivo abbandono del Friuli da parte del Regio Esercito Italiano.

Monte Sei Busi Monte Sei Busi, overlooking Redipuglia, the infamous theatre of the first six battles of the Isonzo (between June 1915 and August 1916) in the Karst area, features a significant amount of graffiti that date back to the Great War. The track, which does not involve too much up or downhill walking, starts at the car park of Dolina dei Bersaglieri and partly runs through the well appointed open-air museum. Walking along the paths of the museum we reach the dolines, among which the most important is that known as dei cinquecentowhere a medical unit was located. Here there are several interesting memorial stones, inscriptions and plaques. Walking along the Italian trench towards Doberdò, you can spot numerous Italian graffiti. Lots of inscriptions bear the words W la Pace and there are remarkably artistic graffiti left by proud cavalrymen deployed as foot fighters and by the infantry regiments. One of these graffiti, which is particularly noteworthy, was left just above Vermegliano by the 21st of the Cremona Brigade, and featured the battle cry Sempre avanti Savoia!. Long portions of the trenches are not included in the marked trails, and must be explored with great caution and only by off-track expert hikers. Not far away is the Redipuglia War Memorial, which deserves a special visit. Information and guided tours: www.prolocofoglianoredipuglia.it The Valleys of the Natisone River and Mount Kolovrat The valleys that merge on to the Natisone valley were the location of many support and logistic units of the 2nd Italian Army, deployed at the upper section of the Isonzo River from May 1915 to October 1917. The Austro-German offensive of Caporetto took shape, between the 24th and 27th GIRO AUTUNNO - AUTUMN 2016

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Fontana di guerra a Biacis, Pulfero

MESSAGGI DALLA GRANDE GUERRA - MESSAGES FROM THE GREAT WAR

Fonte Vittorio Emanuele - Monte La Cima, Drenchia

Fontana con effigi satiriche dei Sovrani degli Imperi Centrali - Biacis, Pulfero

Da Cividale partiamo in macchina alla volta del museo all’aperto della Grande Guerra del Kolovrat e di quattro eccezionali fontane del 1916 con epigrafi: due a Biacis (Pulfero), una delle quali propone in chiave satirica i volti dei sovrani degli Imperi Centrali, una a Peternel (Drenchia) e una a Monte La Cima (Pulfero) dedicata al re Vittorio Emanuele. Giunti a Passo Solarie, posteggiamo le auto e visitiamo il sovrastante museo, sconfinando in territorio sloveno. Rientrando a Cividale sostiamo a Blàsin (Savogna), per cercare l’affresco a tema religioso dipinto dai soldati, e poco prima di Azzida, dove il cippo della Brigata Sassari recita: Qui attendò il più bel battaglione del mondo. Info: www.nediskedoline.it Linea dei Plans in Val Dogna Sulle cime della Val Dogna durante la Grande Guerra i soldati degli opposti schieramenti si affrontarono per oltre due anni, mantenendo le posizioni su cime superiori ai 2000 metri anche nelle rigidissime stagioni invernali. Un complesso fortificato facilmente visitabile che conserva molteplici graffiti è la Linea fortificata dei Plans, che si trova ben segnalata nella parte alta della vallata, e in particolare il possente trinceramento corazzato italiano lungo la Costa Brusinizze.

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Dettaglio: Francesco Giuseppe I, Imperatore d’Austria e Re di Ungheria - Biacis, Pulfero

October 1917, in this very area, forcing the Italian army to retreat from Friuli. Leaving Cividale behind we reach the open-air Great War Museum of Kolovrat by car, and on route we can see four exceptional drinking water fountains built in 1916: two fountains in Biacis (Pulfero), one of which bears the faces, satirically depicted, of the sovereigns of the Central Empires, one fountain in Peternel (Drenchia) and one in Monte La Cima (Pulfero) dedicated to King Victor Emmanuel. Once we reach Passo Solarie by car, we visit the open-air museum crossing the border into Slovenia. Driving back to Cividale we stop in Blàsin (Savogna), to view the religious-themed fresco painted by soldiers, a memorial stone near Azzida, made by the Sassari Brigade reads: Here, the best Battalion in the world waits. Information: www.nediskedoline.it The Line of Plans in Val Dogna During the Great War, the soldiers of opposite armies fought against each other for over two years on the slopes of the mountains above Val Dogna, to keep the positions at 2000 metres asl, even in extremely cold weather. Many graffiti can be found at the fortified complex on the Linea dei Plans, in the upper side of the valley. Also noteworthy is the fortified trench along Costa Brusinizze.


MESSAGGI DALLA GRANDE GUERRA - MESSAGES FROM THE GREAT WAR

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Profilo di alpino sulle rocce di Selletta Freikofel

Monte Cuelat, Freikofel_ph G. Menis

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Monte Freikofel Per chi ama il dislivello, irrinunciabile è la salita al Monte Cuelàt/Freikofel, nella zona di Timau (dove visitiamo il museo e il sacrario) e che qui suggeriamo con partenza dalla località Laghetti. Questo itinerario riservato a escursionisti allenati ed esperti. Lungo la mulattiera di guerra per Casera Pal Grande di Sotto emerge uno dei più toccanti graffiti conosciuti: Mamma ritornerò sono le parole incise sulla roccia da un fante della Brigata Catania. Risalendo l’accidentata cresta della Selletta Freikofel sino alla vetta quota 1757 m, percorriamo un luogo in cui le opposte linee si fronteggiavano a qualche decina di metri e in cui numerosi sono i graffiti, come quello dell’alpino decorato e immortalato nella roccia. La vetta riserva un catalogo assai ampio e vario d’iscrizioni, tra cui spicca la singolare individuazione del pisciatoio. Il versante austriaco del monte è meno facile da visitare a causa della vegetazione, tuttavia non mancano interessanti testimonianze, riferite soprattutto ai fanti carinziani.

Monte Sei Busi, Trincea Giraud, Raffigurazione inneggiante alla pace - Dettaglio foto a destra

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Mount Freikofel For those who enjoy extreme uphill hiking, Monte Cuelàt/Freikofel, near Timau is a must, including a visit of the museum and war memorial. The starting point for the hike is Località Laghetti. This trail is suitable for very fit, expert hikers. Along the military mule tracks to Casera Pal Grande di Sotto you can see one of the most touching graffiti: Mamma ritornerò (Mother, I will return). These words were scratched on a rock by a foot soldier of the Catania Brigade. Climbing up the difficult Selletta Freikofel crest up to the top at 1757 metres asl, we find ourselves where the opposite front lines were only about ten metres from one another. Here, there are many, many graffiti. One in particular, shows the profile of an Alpine soldier carved in the rock. The summit also features a range of inscriptions, among which the pisciatoio (urinal). The Austrian slopes of the mountain are difficult to reach because of the vegetation, there are however, some interesting graffiti made by Carinthian infantrymen.


mostra tematica

1 ottobre 2016 - 8 gennaio 2017

CASTELLO DI DUINO (Duino Aurisina, Trieste) Sala Rilke

INFO +39 040 208 120 +39 388 644 911 4 castellodiduino.it gruppoermadavf.blogspot.it

entusiasmi

fuga diserzione

famiglia

Irredenti Grande Guerra Volontari

cultura

euforia Promosso da

Con il sostegno di

Con il patrocinio di

Con la collaborazionedi


Duino Aurisina_ph Marco Milani_Archivio PromoTurismo FVG

Dolomiti Friulane, Grotte di Pradis

GEOTURISMO - GEOTOURISM

Mare o montagna? Il Geoturismo ha la soluzione! di Claudio Salvalaggio

Ma mettete via paletta e secchiello, le conchiglie che troveremo non si raccolgono così facilmente. Svuotate le spiagge estive, prima che la neve ricopra tutto con il suo candido manto, l’autunno è la stagione adatta per dedicarsi al geoturismo, ovverosia il turismo geologico, nonché per programmare tante uscite nelle prossime stagioni. Di tutte le scienze naturali la geologia ha uno strano fascino, il suo oggetto di studio non è nel campo degli essere viventi, ma in quello dei fattori ambientali. Ogni ecosistema è composto, infatti, da una componente vivente che non è altro che flora e fauna, e da una componente non vivente legata al luogo in cui l’ecosistema preso in considerazione si trova. Questi fattori ambientali “abiotici” sono l’aria, l’acqua, la luce, il clima e, ovviamente, il suolo, sia dal punto di vista del terreno, che delle rocce. Per capirci, una foresta di montagna in alta quota può essere un ecosistema diverso anche se a parità degli altri fattori cambiano le rocce che compongono il suolo: se il terreno è acido o neutro per esempio, potremmo trovare mirtilli o rododendri nel primo caso, pino mugo nel secondo e a cascata saranno diversi gli animali che si nutrono di quei vegetali e così via.

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Mare o montagna?

Mountains or Seaside? Geotourism is the answer! by Claudio Salvalaggio

Set aside your bucket and spade because the shells you will be collecting aren’t easy to find. As summer comes to a close and lazing on the beach is no longer an option, and while waiting for the first snow to cover the mountain tops, autumn is the best season to do some geotourism and plan for future trips. Among the various natural sciences geology has always had great appeal for the general public. Geology does not study living things but the properties of earth materials. Each ecosystem is made up of living components, plants and animals, and non-living components, which determine the type of environment that will develop in a certain area. These “abiotic” environmental elements include air, water, light, the climate, and of course, soil and rocks. Same altitude high-mountain forests can be very different depending on the composition of their soil and rocks. For example, where the soil is particularly acidic or neutral, you will find blueberries and rhododendrons thriving in the former, and dwarf pine growing in the latter. Naturally, the species of animals feeding on the plants will also be different. Soil is but the top layer of the enormous bedrock we live on!


Il terreno però è solo letteralmente la punta dell’iceberg di pietra su cui viviamo! Laddove si riescono a vedere le rocce che lo compongono allora sì che ci appare in tutta la sua complessa grandiosità. Sappiamo già benissimo che il Friuli Venezia Giulia è una regione ad altissima biodiversità, ma forse non tutti sanno che ha anche una straordinaria geo-diversità! Alcuni anni fa la Regione ha raccolto i luoghi più significativi per la geologia sul nostro territorio e li ha catalogati secondo il loro grado di importanza: Internazionale, nazionale, regionale. Il frutto di questo lavoro è diventato il volume “Geositi del Friuli Venezia Giulia”; sul sito regionale è possibile scaricarne la versione elettronica in pdf. Sfogliando il libro scopriamo come la genesi delle montagne friulane sia di natura marina, antichi sedimenti di calcare e molluschi e coralli e minerali e sabbie e dinosauri! Dinosauri fossili di cui possiamo vedere il corpo intero, come “Antonio” presso il Villaggio del Pescatore a Duino, un dinosauro “da spiaggia”, nel senso che abitava su piccole isole che fornivano i vegetali di cui si nutriva. Degli antichi sauri si possono vedere le impronte, rimaste impresse nella roccia come se fosse il cemento fresco di un marciapiede qualsiasi, sia a Casera Casavento nel parco delle Dolomiti Friulane, che in val Dogna, dove si possono vedere anche i nidi di questi lontanissimi progenitori degli attuali coccodrilli! Nel mare finivano anche piccoli animali terrestri, caduti in acqua dopo la morte o annegati, come alcuni pterosauri (i rettili volanti), i resti di alcuni di essi sono visibili al Museo Geologico della Carnia di Ampezzo.

Canin - Foran dal Mus_ph Claudio Salvalaggio

Dolomiti, Campanile di Val Montanaia_ph M.Verin_Archivio PromoTurismo FVG

GEOTURISMO - GEOTOURISM

And the moment we manage to see the layers of rock that have formed over the millennia, that is when we get a glimpse of its mighty majesty. Friuli Venezia Giulia is regarded as having high biodiversity value, but probably not everybody knows that it also has an extraordinary geodiversity value! A couple of years ago the regional survey office catalogued the most significant areas of the region in terms of geology, ranking them according to their importance as: international, national and regional. The result of this work is a book called “Geositi del Friuli Venezia Giulia “ (Geosites of Friuli Venezia Giulia); a pdf version of the publication can be downloaded from the website of the Regional Government. Leafing through the book you understand how the Friulan mountains rose from the sea, given the ancient limestone sediments, fossils, molluscs, corals, sand minerals and dinosaurs! Indeed, a whole skeleton of a dinosaur, nicknamed “Antonio”, can be seen at Villaggio del Pescatore in Duino. It was a “beach-type” dinosaur, as it inhabited little islands near the coast where it found a rich source of plants to feed on. Sets of dinosaur footprints can be spotted on slabs of rock, as if imprinted in wet cement, both at Casera Casavento in the Dolomiti Friulane Regional Park and in the Val Dogna valley, where nests of prehistoric progenitors of today’s crocodiles were also found. Evidence shows that sometimes land-based animals would fall into the sea and drown, like the case of some pterosaurs – flying reptiles – whose fossils are on display at the Geological Museum of Carnia in Ampezzo.

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Guide Aigae

ph M. Verin

Lago Volaia da Sappada

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Il mare che sarebbe diventato il Friuli Venezia Giulia era molto simile a quello delle attuali barriere coralline e agli isolotti delle Bahamas dalle acque azzurrissime e per via dei vari movimenti tettonici, si trovava anche in una fascia tropicale del pianeta all’epoca, ma già quella volta c’era un punto più alto degli altri in questo strano fondale, un punto che poi, quando la zolla tettonica africana avrebbe “cozzato” contro quella europea è stato proiettato a migliaia di metri più in alto, diventando il Monte Coglians, che racchiude al suo interno fossili tra i più antichi del mondo, parliamo di 400 milioni di anni fa, era Paleozoica, periodo Devoniano (per comparazione, il dinosauro Antonio è vissuto nel Cretacico, per cui “solo” un centinaio di milioni di anni prima di noi). Per trovare delle scogliere coralline come quelle del Coglians bisogna viaggiare e viaggiare lontano, gli unici posti simili sono in Marocco, Nevada o nel Tien-Shan in Asia centrale e in nessun altro luogo al mondo! E la lista di tante unicità continua, dalla montagna che è il mare preistorico fino al mare attuale, dove le isole di Grado e di Sant’Andrea proteggono la preziosa laguna di Marano, ai fondali delle trezze di Grado dove i moderni coralli stanno abitando i “grebani” ovvero le rocce, gli scogli che affiorano tra la sabbia isontina o tilaventina (cioè del Tagliamento). È strano pensare che un giorno anche gli esseri viventi di questa nostra era possano diventare dei fossili, ma è inevitabile. Non abbiamo ancora neanche accennato alle altre trasformazioni geologiche più recenti o ancora in atto: vogliamo parlare di carsismo?

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The sea that would become today’s Friuli Venezia Giulia region was very much similar to the sea with coral barriers and islands of the Bahamas; and because of the tectonic plate movements the area was included in the tropical belt of the planet of the time. The strange seabed featured rock projections, the highest of which would be forced upwards for thousands of metres, as the African tectonic plate collided with the European plate creating what would become Monte Coglians, the highest mountain of the Carnic Alps. The mountain contains some of the oldest fossils in the world, preserved in its rocks. And with the word oldest we mean some 400 million years ago during the Paleozoic era, Devonian period – as a comparison, Antonio the dinosaur lived during the Cretaceous period, “only” 100 million years before we humans came along. To find coral barriers like those that characterised the Coglians, today, you have to travel a long way, to Morocco, Nevada or into the Tien-Shan mountains in Central Asia!

Villaggio del Pescatore, dinosauro Antonio


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Come il presidente del Collegio delle Guide Speleologiche del FVG Alessandro De Santis, non si stanca mai di ricordare: “Il nome stesso del fenomeno geologico carsico deriva dal nome del nostro territorio, le basi della speleologia moderna sono state gettate a Trieste, siamo nella Mecca della speleologia e molti non lo hanno ancora capito!”. Che si chiami Carso, Karst o Kras in effetti è proprio qui che il fenomeno del discioglimento del calcare a opera dell’acido carbonatico naturalmente presente nella acqua piovana raggiunge mete inarrivabili sia nel cosiddetto carsismo di superficie come nei campi solcati di Monrupino, nelle doline di Polazzo, ma anche al di fuori delle provincie di Trieste e Gorizia, per esempio sul Monte Cjastelat (PN) si trovano delle fenditure enormi scavate solo dalla pioggia, sia nel carsismo ipogeo o di profondità che ha creato la Grotta Gigante o la grotta delle Torri di Slivia per citare gli esempi più turistici, ma anche gli abissi del Foran dal Mus sul Canin meta di esplorazioni speleologiche anche da

Laguna di Grado e Marano, a nord dell’isola di S. Andrea

The list of such unique features continues from the mountains – the prehistoric sea – down to the seaside where the islands of Grado and Sant’Andrea protect the precious Marano Lagoon and to the rock formations emerging from the sea in front of Grado, where today’s corals grow. It is strangely fascinating to think that the living beings of today will become tomorrow’s fossils. I guess this is unavoidable. Speaking of geological eras, we haven’t even talked about the most recent changes; changes that are in progress at the moment: the Kast phenomena. Just as Alessandro De Santis, Chairman of the Speleological Guides Board of Friuli Venezia Giulia, always likes to repeat: “Karst phenomenon derives its definition from the Karst highlands in our region, and the foundations of modern speleology were laid in Trieste; this means Friuli is the mecca for speleology studies, though still few people realise it”. Whatever you call this area, Carso, Karst or Kras it is here that the particular karstic phenomena occur. The phenomena of the limestone dissolving due to the action of the carbonate acid present in rainwater can be seen in remote sites on the Karst highlands as well as the furrowed fields of Monrupino and the dolines of Polazzo. Other examples are found further away from Trieste and Gorizia, on Monte Cjastelat near Pordenone: here there are deep crevices carved by rainwater. The Grotta Gigante or Torri di Slivia caves, just to mention the most famous ones, are examples of underground karstic phenomena, as is the Foran dal Mus karstic basin on Mount Canin. These are all sought-after destinations for speleologists who want to

RICK WAKEMAN

9 UDINE

FEBBRAIO 2017

TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE

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Laguna di Grado e Marano, isole di Martignano e di S. Andrea

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completare, dove si arriva a mille metri di dislivello negativo all’interno di una grotta! Un mondo quello compreso tra stalattiti e stalagmiti che ha sempre affascinato e in qualche caso terrorizzato l’uomo comune, ma questa sorta di amore/timore ha fatto sì che nascessero molti associazioni speleologiche e che la nostra Regione fondasse uno dei tre collegi di guide speleologiche in Italia proprio per garantire la professionalità di chi accompagna gli escursionisti in profondità. Per cui se amate la vista di aspre cime, la scoperta del mare in montagna, il rumore dei fiumi carsici che gorgogliano nelle profondità, toccare con mano le impronte dei dinosauri o le immersioni sotto le falesie o al largo in mare, il buio silenzioso degli antri, il geoturismo è proprio quello che fa per voi!

explore the caves and crevices that extend into the ground for up to one thousand metres. A fascinating underground world made of stalactites and stalagmites that has always inspired fear in the layman. This particular curiosity-versus-fear impulse perhaps is the reason why several caving associations were established in Friuli Venezia Giulia, as well as one of the three Italian Speleological Guides Boards, to guarantee the professionalism of the cave guides. Finally, if you are enjoy the unearthly sceneries of soaring mountain peaks, discovering marine traces in the mountains and the gurgling sound of underground rivers; if you want to experience touching the footprints of dinosaurs, diving down into cliff caves, the darkness and silence of deep caves, geotourism is the right choice for you.

Chi vuole avvicinarsi all’affascinante mondo del geoturismo, può affidarsi all’accompagnamento delle guide speleo per le grotte e delle guide naturalistiche in superficie. Inoltre può visitare il Museo Geologico della Carnia (Ampezzo) e, per programmare delle uscite in autonomia durante la bella stagione, può mettere in calendario, ad esempio, le visite al Geoparco della Carnia (con sede a Timau), al sentiero Geologico del Foran dal Mus nel Parco Prealpi Giulie, al sentiero dei fossili a Preone e al piccolo Museo del Territorio di Dogna con i nidi di dinosauro.

If you want to learn more about the fascinating world of geotourism, join one of the many guided nature or cave tours led by professional naturalist guides. Visit the Geological Museum of Carnia in Ampezzo and plan a couple of day trips to explore the Geoparco della Carnia (Geopark) in Tamau, the path known as Sentiero Geologic del Foran dal Mus of the Parco Prealpi Giulie nature reserve, the so called fossil path in Preone and the Museo del Territorio museum in Dogna, which houses fossils of dinosaur nests.

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PROFUMI E GUSTI D’AUTUNNO - FLAVOURS AND FRAGRANCES OF AUTUMN

La Festa della Zucca a

Venzone

Signore e Signori, Sua Maestà la Zucca!

La Festa della Zucca a Venzone

Antichi racconti narrano di Venzone come di una cittadina fortificata con maestosi palazzi e uno splendido duomo sul cui campanile mancava, per carenza di pecunia, un’adeguato globo d’oro. L’artista che la realizzò, avvisato che avrebbe riscosso solo un terzo della somma pattuita, nottetempo sostituì la bella palla lucente con una fresca zucca ben dipinta. All’inizio nessuno se ne accorse, ma poi la palla mutò di forma e colore, finché cadde giù dal campanile spappolandosi. Per la beffa, sospinta ai quattro venti, i venzonesi vennero chiamati cogoçârs, ossia “quelli della zucca”. Il 22 e 23 ottobre a Venzone torna la festa che interpreta goliardicamente le antiche cronache e ruota attorno a Sua Maestà La Zucca: nel centro storico della cittadina medioevale appaiono musici, giocolieri, nobildonne, cavalieri e strani personaggi e all’imbrunire le tenebre vengono rischiarate dalle fiaccole e torce. E poi zucche dappertutto: decorate, premiate e misurate con lo zuccometro; nelle pietanze servite da osti in costume nei cortili dei palazzi trasformati in taverne e nei dolci e nel pane in vendita nelle bancarelle.

Ladies and Gentleman, I present to you, His Majesty, the Pumpkin!

The Venzone Pumpkin Festival According to old folk-tales Venzone was once a superb walled city dominated by stately buildings and a magnificent cathedral, which however, could not boast a nice golden globe because there was too little money left to build a proper one. The coppersmith who was appointed with the job, discovering he would earn a mere third of the promised amount decided to secretly swap the shiny copper dome with a beautifully painted pumpkin. Nobody noticed the difference, but alas, soon the grand dome started to change colour and shape, and eventually fell heavily from the tower smashing on the ground. News of the prank travelled quickly and the people of Venzone were mocked as cogoçârs, (those fooled by a pumpkin). Coming up on the 22th and 23th of October, the fun packed festival dedicated to His Majesty, the Pumpkin. During the celebrations the centre of this medieval town comes alive with minstrels, jugglers, noblewomen, knights and other peculiar figures, and as night falls the streets are lit by up by torches and lanterns. Pumpkins are everywhere: decorating the streets, in line for the contest for largest pumpkin – the zuccometro (the pumpkinmetre), in a variety of dishes served in the courtyards-turned-tavern by local hosts dressed in period costumes, and also in the cakes and breads in the bakers’ stalls lining the streets. Programma della festa e info: / Programme of the festival and information: www.venzoneturismo.it Ufficio IAT-Pro Venzone – Tel +39 0432 985034

in partnership con

Comune di Venzone

Pro Loco Pro Venzone

Festa della Zucca - Venzone


VENZONE 22 - 23 ottobre 2016

Festa della ZUCCA TRENI SPECIALI E BUS NAVETTA GRATUITI / DEDICATED TRAINS AND FREE SHUTTLE BUS

Bus navetta gratuito (a spola continua dai parcheggi alla festa; sabato dalle 13.00 alle 23.00; domenica dalle 10.00 alle 21.00) e treni speciali sulla linea Udine-Carnia-Tarvisio con fermata a Venzone, a soli 250 metri dal centro storico. There is a free shuttle bus running all day from the parking area to the venue of the festival; Saturday from 1pm to 11pm; Sunday from 10am to 9pm, as well as dedicated trains on the Udine-Carnia-Tarvisio line that stop in Venzone, at only 250 metres from the old town centre.



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