OMEOPATIA E PREPARAZIONE ATLETICA DELLO SPORTIVO Dott.ssa Giuliana Comin MSc Medico Chirurgo – Omeopata Responsabile Ambulatorio Omeopatia Clinica ASTREA Medical Center, Faenza (RA) Ε-mail: giuliana.comin@gmail.com
La preparazione atletica dello sportivo è costituita da un complesso di elementi che hanno come obiettivo finale di portare lo sportivo ad un equilibrio psico-fisico e mentale per affrontare una determinata gara. In questo percorso lo sportivo si trova ad affrontare uno stress psicofisico elevato che coinvolge vari apparati ed organi. Questo capitolo ha come obiettivo di analizzare 1. gli interventi dell’ omeopatia al livello psico-neuro-endocrino-immunologico (PNEI) dello sportivo durante la sua preparazione atletica, 2. le modalità attraverso le quali si inserisce il supporto omeopatico come tappa necessaria nella preparazione atletica ed infine 3. Di presentare al lettore sintetica rassegna dei rimedi omeopatici che possono essere usati nella traumatologia degli sportivi. Questi 3 obiettivi riguardano un campo molto vasto della medicina omeopatica, per cui ho cercato di sintetizzarli in modo comprensibile, senza dilungarmi nelle particolarità che ovviamente però giocano anch’esse un ruolo importante per lo sviluppo degli inconvenienti che si riscontrano nell’ambito sportivo. Il sistema PNEI è composto da 4 sistemi fondamentali (figura 1): tutti e quattro i sistemi che lo compongono sono di basilare importanza per raggiungere e mantenere l’omeostasi dell’organismo, ovvero il suo stato di equilibrio e di benessere. È noto da molte ricerche che l’esercizio fisico è una della cause di modificazioni di questo sistema.
Figura 1. I componenti del sistema PNEI. L’efficienza del Sistema Immunitario (S.I.) che come vediamo dallo schema è intimamente connessa con l’efficienza del sistema psico-neuro-endocrino è deputata alla difesa dell’organismo dalle aggressioni sia esterne che interne. Il S.I. risente però, a causa delle molteplici interrelazioni con il resto dei sistemi in causa, dell’influenza di disparati fattori esogeni ed endogeni. Quindi , oltre alla reazione agli stimoli antigenici, il S.I. è in grado di attivarsi anche in seguito a stimoli psico-neurologici attraverso sostanze secrete dai neuroni, dette neuropeptidi, oltre che da stimoli endocrini, attraverso la produzione di ormoni secreti dall’ipotalamo e dall’ipofisi. Il S.I. e il sistema nervoso centrale sono costantemente in comunicazione, poichè le cellule immunitarie portano all’apparato neurologico, attraverso i neuropeptidi, le informazioni che hanno captato durante il monitoraggio dell’organismo. I neuropeptidi sono molecole che vengono intercettate e rilasciate dalle cellule nervose, endocrine ed immunitarie. Ecco perchè tutto questo sistema è di basilare importanza per l’ omeostasi, cioè lo stato di equilibrio dell’intero organismo. Inoltre queste connessioni tra i sistemi di regolazione del corpo umano, ovvero il sistema immunitario, endocrino e quello nervoso e la loro connessione con la psiche, cioè l’identità emozionale e cognitiva che contraddistingue ciascuno di noi, assumono un ruolo chiave nella comprensione dei meccanismi dello stress al quale è soggetto lo sportivo. L’attività sportiva, sia a livello amatoriale che quello agonistico, induce l’organismo a far fronte a richieste energetiche superiori alla norma e spesso al di sopra delle proprie possibilità. In questa condizione di stress psicofisico si determinano sbilanciamenti di tipo ormonale legati
pricipalmente all’aumento del cortisolo con il conseguente incremento dei radicali liberi a livello muscolare e tendineo, cardiovascolare, respiratorio, psichico ed energetico. Nella mia professione valutando alcuni atleti lungo un percorso di mesi di attività fisica, ho potuto approfondire l’influenza dell’attività agonistica sportiva sull’asse psico-neuroendocrino-immunologico e quindi sull’equilibrio psico-fisico, e conseguentemente ho applicato l’approccio omeopatico per poter portare quest’asse ad un livello ottimizzato prima di ogni gara. A titolo di esempio pratico cito alcuni riferimenti di atleti che usano l` omeopatia nella loro preparazione atletica prima di ogni gara. Usein Bolt noto vincitore americano di 3 medaglie d`oro ai 100, 200, e 400 metri nelle Olimpiadi del 2016, è seguito dal medico della Nazionale Tedesca di calcio Hans Wilhaim Muller, medico omeopata e specialista anche in Medicina dello Sport. Da segnalare che Bold era già in cura omeopatica dall’ età di 16 anni in quanto affetto da scoliosi che gli provocava dolori dorsali e tendenza a traumatismi di vario tipo. Inoltre molti altri sportivi dell’atletica leggera, calcio e non solo usano l’Omeopatia e ottengono risultati sempre piu’ strepitosi. Vi riporto alcuni esempi di calciatori come Michael Owen, Ronaldo, Steven Gerrard, Boris Becker, e molti altri atleti. L’approccio omeopatico nell’ ambito sportivo infatti è molto diffuso all’ estero. In Germania da uno studio eseguito nella clinica Universitaria di Koblens è stato registrato che il 92% dei giocatori di calcio usano l’ Omeopatia sia a livello preventivo che di cura. D’ altro canto anche la squadra Nazionale Francese di calcio già dal 1993 usa l’omeopatia nella sua preparazione atletica. Il medico della squadra Jean Marcel Ferret dice in una sua intervista : “Noi Medici dello Sport non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle meraviglie terapeutiche dell’ omeopatia . Come medico dello sport ho capito quasi subito che solo con gli antiinfiammatori e i miorilassanti offrivo ben poco ai giocatori. Il rimedio omeopatico agisce rapidamente, non ha effetti collaterali e riequilibria tutti i piani della persona cioè la sua unità psico-fisica. I giocatori sono altamente allenati e perciò costituiscono una popolazione ad alto rischio in quanto il loro sistema immunitario e psico-fisico è molto stimolato per cui presenta difetti di reazione. Dobbiamo proteggere la loro salute, accompagnando i loro rendimenti e limitando i rischi al massimo. Per potere ottenere ciò abbiamo dato emfasi alla prevenzione e in questo campo l’omeopatia gioca un ruolo fondamentale, perchè tiene in considerazione la personalità e le predisposizioni per ogni giocatore a livello individuale .” In Francia e in Germania l’ Omeopatia è usata moltissimo a livello sportivo e questi 2 Stati rappresentano i due Paesi europei dove l’inserimento dell’ omeopatia nella preparazione atletica dello sportivo è di primaria importanza. Abbiamo visto dunque che l’attività sportiva, sia a livello amatoriale che agonistico induce l’organismo ad uno stress psicofisico. Questo stress è dovuto ad una serie di stimoli, definiti stressori, che vengono percepiti dall’organismo e pertanto ne segue una serie di reazioni
fisiologiche che hanno il compito di produrre una risposta all’agente stressante. La risposta fisiologica si concretizza nel rilascio di alcuni neurotrasmettitori e ormoni. Ricordo che una condizione patologica è il risultato dell’interazione tra una causa scatenante o stressante, che può essere di origine fisica, chimica, psichica, virale o batterica , il patrimonio genetico e la capacità reattiva dello sportivo a seguito della precedente esposizione a stressori di varia natura, e che è l’espressione del livello di salute dell’organismo, il quale emerge dalla raccolta dell’ anamnesi. Che una condizione patologica derivi da questi fattori è importante a sapersi perchè la risposta neuro-ormonale allo stress sarà uguale per tutti gli sportivi ma l’impatto che avrà su ogni sportivo sarà differente perchè dipenderà dal corredo genetico e dalla capacità reattiva di ogni sportivo. Lo stress quindi va visto come una condizione patologica globale dell’organismo, un problema che riguarda la sua interezza, i cui sintomi possono essere sia locali che generali, ma in ogni caso costituiscono l’indicatore di un profondo squilibrio della regolazione psico-neuro-endocrinoimmunologica dell’essere vivente. Il concetto chiave quindi è quello di rimettere ordine nella capacità di autoregolazione dell’organismo, la cosidetta omeostasi. L’omeopatia, che non sopprime i sintomi ma cura le cause che portano allo squilibrio del suddetto sistema è quindi la terapia di scelta per lo stress dello sportivo. L’organismo dunque, in presenza di un fattore stressante conseguente allo stress indotto dall’allenamento e in generale, da un lavoro fisico prolungato, agendo contemporaneamente sul sistema nervoso, endocrino ed immunitario, inizialmente induce la liberazione di catecolamine (adrenalina e noradrenalina,) e successivamente, di ACTH ipofisario (ormone adreno-corticotropo), che a sua volta stimola la secrezione, da parte del surrene, di cortisolo e di aldosterone. In seguito poi all’ aumento del cortisolo dovuto allo sforzo fisico prolungato, si ha una elevata produzione di radicali liberi. Gli effetti delle catecolamine sono legati ad una maggiore rendita dell’organismo che si trova sottoposto ad un’intensa attività fisica, provocando pricipalmente un aumento della frequenza cardiaca, un aumento del flusso ematico verso i muscoli, il miocardio e il cervello ed un’alterazione del metabolismo, spinto verso il mantenimento di alti livelli glicemici. L’aldosterone provoca ritenzione idrica, nello sforzo da parte dell’organismo di ripristinare il corretto livello volemico. Infine, l’aumento del cortisolo ha come principale conseguenza la soppressione delle difese immunitarie, che non sono preoccupanti se durano per brevi periodi, ma diventano però un serio problema in caso di stress eccessivo o cronico, come spesso avviene negli sportivi. La prolungata riduzione delle capacità difensive moltiplica dunque la probabilità di contrarre malattie infettive.
Diventa evidente da quello che ho descritto prima, che una preparazione omeopatica personalizzata al terreno costituzionale dei singoli sportivi durante il loro allenamento, ottiene un assetto ormonale adeguato che porta ad un equilibrio psicofisico dei singoli atleti sull’asse psico-neuro-endocrino-immunologico poichè una sola carenza a livello di questo sistema, può vanificare mesi di preparazione atletica e di sacrifici. D’ altro canto l’attività sportiva può avere sul sistema PNEI effetti sia positivi che negativi aumentando, in quest’ultimo caso, la suscettibilità alle malattie infettive. La relazione tra esercizio fisico e la suscettibilità alle infezioni è stata modellata sotto forma grafica come una curva a “J” (figura 2). Questo modello suggerisce che, mentre nell’ attività fisica moderata il sistema immunitario e neuro endocrino aumenta le proprie potenzialità rispetto all’inattività, nell’attività fisica intensa la sua azione diminuisce.
Figura 2. Rischio di comparsa di malattie infettive in base al tipo dell attività fisica. Prove epidemiologiche hanno dimostrato che c’è un’associazione tra attività fisica moderata e il decremento di infezioni. D’altro canto, recenti studi, hanno mostrato come atleti che compiono attività competitive di resistenza come maratone, oppure gare ravvicinate (partite di calcio), incrementino i rischi di acquisire infezioni nelle settimane successive alla competizione. Molti studi, infatti, hanno confermato che le funzioni delle cellule immunitarie sono temporaneamente soppresse a seguito di una sessione di esercizio acuto di alta intensità, e che gli atleti che si adoperano in periodi di attivita’ prolungate ed intense, sono più propensi allo sviluppo di infezioni come ad es.tonsilliti,raffreddori, otiti, etc. Si assiste quindi ad un calo generalizzato dell’attività del sistema immunitario e neuro-endocrino nella fase post-esercizio o dopo gara, che viene definito come “open window”, e si può osservare in varie condizioni di stress fisico, ovvero a seconda dell’ attività sportiva e del modo in cui essa viene esercitata. La fase di “open window” ha una durata molto variabile, su tempi oscillanti tra le 3 e le 72 ore, in funzione dello stato immunitario e del substrato costituzionale del soggetto e si concretizza in un elevato rischio di infezioni in corso di allenamento intensivo. Naturalmente gli episodi infettivi a cui un atleta può andare incontro quando il suo allenamento è prolungato e ad alta intensità può essere controllato da un adeguato recupero
fisico e da un intervento omeopatico. È evidente che i processi infettivi sono nocivi non solo nell’imminenza delle competizioni, ma anche durante la fase di preparazione, perchè alterano un programma di lavoro accuratamente preparato per mesi o addirittura per anni, come avviene nel caso dei Giochi Olimpici. Dalla mia esperienza ma anche dalla bibliografia internazionale le manifestazioni cliniche possono essere rappresentate da infezioni di varia natura per lo più virali, che vanno da forme banali quali quelle erpetiche, a malattie delle prime vie respiratorie, quali tonsilliti, otiti etc. fino a forme più gravi. Caratteristiche di queste condizioni morbose sono spesso la lenta risoluzione e la tendenza alle recidive, per cui lo sportivo può rischiare di compromettere il suo programma di preparazione. Il modo migliore per ridurre lo stress psico-fisico dello sportivo dovuto ad uno squilibrio, come abbiamo visto, dell’asse psico-neuro-endocrino-immunologico e quindi dell’intero organismo è l’inserimento dell’omeopatia nella preparazione atletica, sia come intervento preventivo che porterà anche ad una riduzione della frequenza e dell’intensità delle infezioni acute poichè il sistema PNEI verrà rinforzato, sia come intervento acuto per risolvere qualunque tipo di traumatismo. Le cause che aumentano lo stress psico-fisico sono il superallenamento, il recupero postallenamento insufficiente, gli allenamenti in concomitanza di malessere psico-fisico, l’alimentazione inadeguata, l’attività extra sportiva troppo stressante, la cattiva qualità del sonno e un riposo insufficiente (figura 3).
Figura 3. Stress psicofisico e omeopatia
L ‘omeopatia interviene terapeuticamente in tutte le cause presentate sopra , ovvero migliora il metabolismo (equilibrando il sistema PNEI), permette una risposta personalizzata del carico di lavoro imposto dall’allenatore, potenzia il livello di concentrazione permettendo regolarità alle prestazioni richieste o programmate, controlla costantemente l’andamento delle prestazioni dello sportivo, ottiene il miglior recupero attivo post-allenamento , aumenta e migliora la durata e la qualità del sonno e riduce la produzione di radicali liberi prodotti dai lunghi ed intensi allenamenti. L’approccio omeopatico dovrà prevedere una prima visita dettagliata per l’inquadramento psico-fisico dello sportivo e delle sue predisposizioni genetiche. Le tempistiche delle successive visite omeopatiche sono stabilite in collaborazione con lo sportivo ed il suo allenatore in base/ al suo livello di salute, al tipo di gara e alla sua durata, per poter ottimizzare i rendimenti. Nello specifico la seconda visita consiste nella valutazione e controllo dei gap del sistema PNEI da ottimizzare e una terza visita è necessaria per il perfezionamento nei punti dove si osservano deficit particolari da rimediare. SINTETICA RASSEGNA DEI RIMEDI OMEOPATICI NELLA TRAUMATOLOGIA DELLO SPORTIVO Gli eventi traumatici occupano un posto molto importante nel bagaglio culturale del medico specialista in Medicina dello Sport. La medicina omeopatica come prima ho riferito, ha una vasta gamma di rimedi che sono molto utili per affrontare la traumatologia dello sportivo. Il modo di affrontare tali eventi deve sempre prevedere un intervento rapido, deciso e possibilmente molto efficace; le tecniche terapeutiche tradizionali sono divenute molto sofisticate, ma non sempre molto efficaci. Lo sportivo può andare incontro a qualunque tipo di traumatismo, contusioni, distorsioni, lussazioni, stiramenti o strappi muscolari, tendiniti, borsiti, crampi, ferite e fratture. Premesso che per ogni trauma importante si ricorre al Pronto Soccorso, la somministrazione di rimedi omeopatici prima, durante e in seguito agli interventi tradizionali accelererà il processo di guarigione. Ho diviso questa parte che riguarda la traumatologia in categorie, in modo da renderla comprensibile e vi presenterò, per ogni rimedio omeopatico, le caratteristiche semeiotiche principali in base alle quali è indicato. DISTORSIONI E LUSSAZIONI 1. Arnica. La sua assunzione è indicata, secondo la legge della similitudine, in ogni trauma con contusioni ed ematomi e in molte patologie conseguenti al trauma (cefalee, disturbi della memoria, difficoltà di concentrazione).Il soggetto che richiede questo rimedio non sopporta il dolore, si sente tutto ammaccato e se giace su un letto questo gli sembra troppo duro. Caratterisica è che ha paura di essere toccato e persino di essere avvicinato nelle parti dove ha dolore, per cui peggiora col minimo contatto. La sintomatologia migliora con applicazioni fredde. E’ il rimedio che viene somministrato specificatamente anche nell’
ifèma, ovvero la presenza di sangue nella camera anteriore del bulbo oculare, nell’epistassi dopo una contusione al viso o al naso, nell’ artrite post-traumatica, nella dolorabilità muscolare dopo sforzi muscolari intensi e nelle lombalgie da sforzo. Nel caso che non si ricorra al medico omeopata in linee generali vi ricordo che l’azione antalgica di questo rimedio spesso sarà il più valido segnale di durata dell’effetto, e ci indicherà precisamente il momento di ripeterlo. Inoltre l’arnica non si deve mai somministrare a livello topico qualora sussistano escoriazioni o ferite della cute. 2. Ruta graveolens. E’ indicato per distorsioni e lussazioni dove ci sia contusione o lesione del periostio e dei tendini, in particolare nelle sedi dove l’osso è vicino alla superficie cutanea,come nella tibia, nei malleoli, nella cresta iliaca e nell’olecrano (gomito del tennista). Subito dopo una distorsione, il primo rimedio sarà l’arnica, ma nel caso che persista indolenzimento della parte colpita o si formino dei noduli tendinei (es. ganglio ai polsi) bisogna somministrare ruta. 3. Rhus-toxicodendron. Questo rimedio ha relazione col tessuto fibroso soprattutto delle articolazioni e dei tendini che sono dolenti e rigidi. Quindi viene usato nelle distorsioni e nelle lussazioni dopo che arnica abbia migliorato i sintomi della contusione ma persiste dolorabilità dell’articolazione. Le caratteristiche del dolore sono il suo peggioramento all’inizio del movimento articolare, e anche peggioramento con l’umido, col freddo, con le correnti d’aria e con lo sforzo. Miglioramento del dolore invece si ha col tempo caldo e secco, con applicazioni calde e col movimento. 4. Bryonia alba agisce pricipalmente sulle membrane sierose e sinoviali delle articolazioni e sui muscoli.Il dolore che presenta il soggetto peggiora col minimo movimento anche passivo e migliora con la pressione della parte lesa, per cui il soggetto migliora tenendo immobile la parte dolente. 5. Ledum palustre è indicato in distorsioni e lussazioni acute o recidivanti, qualora ci sia sospetto di infiammazione in atto che si manifesta con freddezza, pallore o cianosi della parte lesa. C’è un miglioramento della sintomatologia con le applicazioni fredde ed aggravamento col calore locale e col movimento. CONTUSIONI, STIRAMENTI e STRAPPI MUSCOLARI 1. Arnica 2. Bellis perennis è indicato per traumi addominali o pelvici profondi.Spesso si può osservare anche un notevole ingrossamento dei linfonodi prossimali al trauma. Il soggetto sente freddo e la sintomatologia peggiora con applicazioni fredde sulla parte lesa e con le bevande fredde. E’ il primo rimedio da considerare in caso di traumi che interessano il tronco, il seno, il bacino o in caso di traumi all’addome quando la parete rimane integra e gli organi interni sono intatti ma sono estremamente dolenti.
3. Bryonia alba. E’ indicato in traumi di minore o maggiore gravità che riguardano in particolare le membrane sierose e sinoviali Il paziente vuole stare immobile perchè il minimo movimento, anche passivo, peggiora la sintomatologia che al contrario migliora con la pressione sul trauma o giacendo sulla parte dolente. 4. Ledum palustre è indicato per contusioni violacee e nella fase iniziale di infiammazioni articolari accompagnate da edema pallido e da una sensazione di calore locale anche se al tatto la parte interessato è fredda, e quando il dolore migliora con applicazioni fredde. 5. Hypericum perforatum.E’ indicato innanzitutto quando un nervo, o una regione ricca di fibre nervose sono stati traumatizzati, quindi interessa i traumi delle dita delle mani e dei piedi, della lingua, dei genitali, del coccige e della colonna vertebrale.Il dolore è lancinante, a fitte e risale lungo il tragitto del nervo. 6. Hamamelis è indicato per ecchimosi e contusioni che si gonfiano da continuo versamento ematico, per epistassi che durano a lungo dopo contusione al viso o al naso. 7. Ruta graveolens è indicato in contusioni del periostio, specialmente dove l’osso è vicino alla superficie cutanea ovvero nella tibia nei malleoli, nella cresta iliaca e nell’olecrano e quando i dolori che sono taglienti e brucianti, possono persistere per mesi dopo il trauma.
TENDINITI BORSITI E FASCITE PLANTARE 1. Bryonia alba è indicata nell’ infiammazione acuta di un tendine con dolore che peggiora al minimo movimento anche passivo, ma migliora con la compressione della parte lesa e con applicazioni fredde . 2. Phytolacca decandra è indicata quando il dolore e l’infiammazione riguardano il sito di attaccamento del tendine all’osso. Il dolore migliora con applicazioni fredde mentre peggiora col caldo a livello locale e anche con il movimento e durante le ore notturne.E’ un rimedio importante per la fascite plantare, condizione molto frequente negli sportivi. 3. Rhus -toxicodendron 4. Ruta graveolens è indicata per tendiniti e borsiti da sforzi ripetuti la cui sintomatologia migliora con applicazioni calde e peggiora col tempo freddo ed umido. Lo sportivo avverte una sensazione di indolenzimento e di forte rigidità nei muscoli e nei tendini, oppure ha l’impressione che i tendini siano troppo corti, indolenziti, in particolar modo i flessori. 5. Sanguinaria canadensis è specifica per borsite e tendinite della spalla destra quindi nella periartrite scapolo-omerale destra. Il dolore migliora con applicazioni fredde e peggiora durante le ore notturne. CRAMPI 1. Magnesia phosphorica viene prescritta per tutti i crampi, anche da sforzo prolungato, e contratture che possono colpire gli atleti.Si osserva necessita’ di muoversi continuamente a causa del dolore.La sintomatologia peggiora con applicazioni fredde e
migliora con applicazioni calde ma anche con la pressione o col massaggio.I dolori sono di tipo crampiforme ma mai brucianti.Dx 2. Cuprum metallicum e’ indicato per crampi soprattutto nei piedi e nelle gambe che insorgono stirandosi o durante il sonno. FERITE 1. Calendula officinalis. E’ il rimedio specifico per ogni ferita sia per prevenire l’infezione sia per i primi stadi di un’infezione con presenza di pus biancastro.In ferite aperte sanguinanti calendula somministrata in forma di tintura (pura o diluita 25gtt.in un bicchiere di acqua tiepida) o pomata ferma il sanguinamento, esercita un’azione antalgica e promuove il processo di cicatrizzazione. 2. Hypericum perforatum si usa nelle ferite di aree ricche di innervazione quali la lingua, le dita delle mani e dei piedi, i genitali e il coccige.I dolori sono laceranti, più severi di quello che ci si può aspettare dalla lesione. E’ anche un rimedio che, qualora indicato, previene il tetano. E’ usato anche nella abrasione corneale. 3. Arnica è indicata nelle ferite di qualunque tipo qualora i margini siano ecchimotici o contusi. FRATTURE 1. Aconitum si somministra subito dopo qualunque trauma qualora la paura e lo shock siano i sintomi salienti. Da tener presente che oltre al miglioramento psichico si dà anche l’avvio al processo di guarigione del trauma,in quanto l’omeopatia agisce su tutto l’organismo. 2. Arnica nelle prime ore dopo un trauma e quindi anche nelle fratture deve essere somministrata di routine. 3. Bryonia alba è un rimedio indicato qualora il minimo movimento peggiori il dolore mentre la pressione esercitata sulla lesione e le applicazioni fredde lo migliorino. 4. Hypericum perforatum è indicato se la frattura interessa le dita o il coccige/ e nelle fratture composte è il rimedio di elezione. 5. Symphytum promuove la formazione del tessuto osseo nelle fratture.Deve essere data quando la frattura è stata ingessata oppure nelle fratture che fanno difficoltà a guarire (Calc-p e tutte le calcaree, Sil) o che non possono essere ingessate come ad es. le fratture costali o del coccige. LESIONI ALLA COLONNA VERTEBRALE 1. Arnica alternata a Hypericum perforatum TRAUMA CRANICO Dare subito Arnica. In seguito potrebbero essere necessari altri rimedi ma essendo situazioni complesse e’ necessario l’intervento di un medico omeopata esperto.
Concludendo, il modo migliore per ridurre lo stress psico-fisico dello sportivo, dovuto come abbiamo visto ad uno squilibrio del sistema psico-neuro-endocrino-immunologico è l’inserimento dell’omeopatia nella preparazione atletica, sia come intervento preventivo che come intervento acuto nel risolvere qualunque tipo di traumatismo, in quanto risponde alle necessità particolari di ogni sportivo, essendo una medicina altamente personalizzata. Vorrei inoltre sottolineare che la somministrazione dei rimedi omeopatici nella traumatologia dello sportivo, e soprattutto le necessità di somministrazione di diversi rimedi, vanno somministrati dal medico che valuta lo sportivo nel momento del trauma e che ha le competenze in merito.