Perugia prenderà il volo?

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Attualità

Aeroporto: Perugia prenderà il volo? La nuova, deserta, tratta per Roma Fiumicino alimenta i dubbi sulla funzionalità dell’aeroporto. Una svolta è attesa dai passeggeri che sceglieranno l’aereo per andare in vacanza di Davide Giuliani

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inquantaquattro partenze a settimana, altrettanti arrivi, sei nazioni raggiungibili senza scali: sono questi alcuni dei numeri del nuovo piano voli dell’aeroporto “San Francesco d’Assisi”. Lo scalo perugino prova a rispondere in questo modo a uno dei problemi principali della regione: l’isolamento che da anni rende difficile raggiungere l’Umbria. A un mese dalla presentazione delle nuove tratte, però, più che le destinazioni europee, la prima cosa che attira l’attenzione nell’elenco delle partenze è il collegamento con Roma Fiumicino: tre voli al giorno, sette giorni su sette, tutti targati Alitalia. Una soluzione eccessiva, soprattutto se si considera la distanza della Capitale (appena 170 km) e la disponibilità di alternative dal centro di Perugia, come la linea ferroviaria o i pullman che arrivano direttamente allo scalo romano. Preferire l’aereo agli altri mezzi, poi, non è certamente più economico. Per coprire la tratta, infatti, la compagnia di bandiera chiede una tariffa minima di 79,58€: un’opzione che non prevede né la possibilità di rimborso né quella di cambio prenotazione e che supera di molto i 22€ necessari per il biglietto dell’autobus. Nemmeno i tempi di percorrenza sono a favore di questa scelta: se ai 50 minuti di durata effettiva del volo si aggiunge l’ora e mezza per il check-in, il vantaggio rispetto alle altre soluzioni è pressoché nullo. «La vera convenienza di questi voli –

6 | 30 aprile 2015

spiega una dipendente della SASE, la società che gestisce l’aeroporto umbro – è per quanti fanno scalo a Fiumicino per poi raggiungere altre destinazioni». Difficile tuttavia pensare che questi utenti siano sufficienti a riempire i 180 posti disponibili ogni giorno. Un’impressione che riceve conferma immediata dalla stessa dipendente, che ammette come la biglietteria (dove si trovavano non più di una decina di persone) era sicuramente più affollata rispetto ai voli per Roma.

Tra le destinazioni 2015 anche Brindisi, Monaco e Tirana. I low cost restano i voli più frequentati «Alcuni scelgono di raggiungere la Capitale in aereo piuttosto che in macchina perché hanno una sorta di blocco psicologico legato al traffico», afferma un suo collega, senza però essere troppo ottimista sulla bontà di questo collegamento. «Il colpo sarebbe se chi utilizza Fiumicino come scalo, comprasse biglietti Alitalia anche per la seconda parte della tratta. Spesso però si scelgono altri vettori per motivi economici». Per fortuna, però, il piano voli per l’estate 2015 non fa affidamento solo sul quotidiano collegamento con Roma. Tra le nuove destinazioni per questa stagione, infatti, figurano anche Monaco di

Baviera (servito da Lufthansa), Tirana (Blu Express) e Brindisi, una meta da anni promessa soprattutto ai tanti studenti fuori sede e presa in carico da Ryanair. Secondo le stime, quest’ultima tratta dovrebbe interessare più di 40mila viaggiatori all’anno, una cifra che rappresenterebbe da sola il 10% dell’obiettivo fissato per il 2017 dall’ultimo business plan. Le perplessità sui voli gestiti dalle grandi compagnie vengono così meno di fronte alle operazioni di quelle low cost, come testimonia un altro dipendente SASE: «Ryanair riempie quasi sempre i propri posti. Certo, dipende dalla stagione». Grandi aspettattive accompagnano i voli charter per quest’estate: Palma di Maiorca, Rodi e Monastir le tratte su cui si attendono più viaggiatori, mete a cui potrebbe essere aggiunto un nuovo volo per Barcellona, provato nel periodo di Pasqua. Se si considerano i primi due mesi del 2015, gli investimenti fatti sembrano ripagare, visti i 15576 passeggeri transitati, +5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dati che, tuttavia, non sono sufficienti a togliere i dubbi sull’effettiva utilità della struttura, che occupa il trentaseiesimo posto (su 39) tra gli scali italiani e per il cui rinnovo sono stati spesi quattro anni fa 42 milioni di euro. Una somma che invita a riflettere, soprattutto quando si passa per i corridoi troppo spesso deserti del terminal.


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