Anno 3 n 2 vivere lavagno luglio 2

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Periodico trimestrale - Anno 3 - Numero 2 - Luglio 2012 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno Reg. Trib.VR n° 1871 - Redazione e progetto grafico Federico Zenari - Stampa Pixartprinting Srl Quarto d'Altino (VE)

Il Forte di San Briccio. Il sogno diventa realtà?

A ottobre la grande Sagra di San Francesco a Vago

Frizzi e lazzi al campus estivo delle medie

Dalle orchestrine al beat e al rock 'n' roll


2 Attualità L'editoriale Cari lettori, sono passati due anni da quando abbiamo stampato il primo numero di Vivere Lavagno, che è uscito proprio a fine giugno del 2009. Si dice che l’ampio consenso ricevuto della nostra rivista, caratterizzata dal desiderio di fare esclusivamente informazione locale, sia sotto gli occhi di tutti. I pareri favorevoli dei nostri concittadini si devono al rigore intellettuale della ricerca ambientale, alla semplicità del linguaggio con cui comunichiamo le notizie di varia umanità che raccogliamo, unitamente alla vibrante creatività di tutti coloro che scrivono in queste pagine. Un sincero ringraziamento ai numerosi sponsor che, pubblicizzando le loro aziende, finanziano l’informazione e la cultura che questa nostra rivista cerca di promuovere. Questa edizione ospita alcuni articoli dedicati al Forte di San Briccio, un importante manufatto di architettura militare che ha plasmato per decenni il ritmo della vita del colle di San Briccio, di cui si è parlato molto e che potrà continuare a rappresentare un elemento importante di crescita e sviluppo culturale e sociale per il nostro paese di Lavagno, grazie ad un’importante progetto di valorizzazione che l’Amministrazione comunale sta portando avanti per poterlo acquisire gratuitamente. Si può leggere la versione digitale di questa rivista consultando il sito www. viverelavagno.it, costantemente aggiornato da Federico Zenari. Maria Grazia Belli Presidente Università Popolare di Lavagno

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Albi: "Il forte è un patrimonio"

Per il sindaco deve diventare uno "strumento di aggregazione"

San Briccio La porta di accesso alla piazza d'armi del Forte

Cari concittadini, sento il gradito dove-

re di ringraziare la professoressa Maria Grazia Belli per lo spazio che ha ritenuto di destinarci su questo numero di Vivere Lavagno. Qualora questa collaborazione abbia a proseguire anche per il futuro, come mi auguro, sarà mia cura favorire il coinvolgimento della popolazione di Lavagno, anche attraverso questo prezioso informatore, sui problemi all’ordine del giorno di questa Amministrazione che, credetemi, sono tanti. In questo numero non vi racconterò delle difficoltà finanziarie in questo Comune; mi limito soltanto a ricordare lo sforzo che questa Amministrazione, supportata gratuitamente da preziosi collaboratori (l'ingegnere Massimo Merzari, l'architetto Fortunato Dal Ben, il dottor Stefano Ridolfi e il signor Renzo Zerbato), sta facendo per acquisire definitivamente e in modo gratuito la proprietà del Forte di San Briccio. Hanno provato in tanti, purtroppo senza risultati positivi, ma ora sappiamo che la nostra ri-

chiesta è stata accettata dal Ministero incaricato della cessione e siamo in attesa di sottoscrivere la convenzione per il trasferimento. Venerdì 8 giugno nella sala civica di San Pietro ho visto tantissimi cittadini partecipare sentitamente alla presentazione del volume voluto dall’Amministrazione Comunale di Lavagno “All’ombra del forte – San Briccio: fatti, storie e racconti”, autori Renzo Zerbato e Giuseppe Corrà. Ciò mi ha fatto immenso piacere. È stato confermato che il forte di San Briccio rappresenta sempre non soltanto un valore patrimoniale e storico, ma anche e soprattutto un grande “strumento” di aggregazione comunitaria. Se questa volta tutto andrà per il verso giusto, la prossima volta potremo ritrovarci a festeggiare l’importante evento a San Briccio, dentro il forte. Nell’attesa, un cordiale saluto e buone vacanze a tutti. Simone Albi Sindaco di Lavagno


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"All'ombra del forte" di San Briccio

Attualità 3

Nel libro di Giuseppe Corrà vengono ripercorsi fatti ed episodi dell'edificio militare

All'interno Ciò che rimane del Museo delle arti e tradizioni contadine.

Una storia all’ombra del forte quella recente di San Briccio. Un forte realizzato, a partire dal 1883, dall’Esercito Italiano sulla sommità del colle su cui sorge il paese e rimasto in mano ai militari fino all’8 marzo 1979 quando se ne sono andati ufficialmente. Una presenza ingombrante, che, nel bene e nel male, ha condizionato profondamente la vita della tranquilla ed amena località collinare negli anni più recenti. A questa realtà, all’interazione fra la presenza del forte e la vita della popolazione di San Briccio Renzo Zerbato e Giuseppe Corrà hanno dedicato il volume fresco di stampa “All’ombra del forte”, pubblicato dal Comune di Lavagno presso le Arti grafiche studio 83 di Vago. Un libro nato da una necessità: quella di corredare con una breve storia del forte la domanda inoltrata per ottenerne l’attribuzione gratuita al Comune di Lavagno. Ma, nel corso d’opera, il racconto si è allargato grazie alla scoperta di numerosi documenti e di testimonianze raccolte intervistando quanti le vicende del forte le hanno vissute in prima persona. Così nel libro si è arrivati a ricostruire fedelmente come doveva esse-

re la prebenda parrocchiale della vecchia chiesa a cui si accedeva attraverso un’erta scalinata, che testimoni del tempo hanno definito più adatta a scalatori provetti che a persone dirette alle funzioni religiose. Attraverso i documenti cartacei del passato e le testimonianze odierne sono ritornate alla luce le vicende vissute dalle donne e dagli uomini del piccolo paese, ricco di una grande storia passata. Così sono ritornati in vita profili umani e scene che ancora oggi profumano di terra mescolata al basalto vulcanico. Figure pregne del sudore e della fatica necessaria per salire quella lunga scalinata che portava alla vecchia chiesa parrocchiale inerpicata sul colle vulcanico. “Ombre” di contadini che presidiano ancora i loro pezzi di terra espropriata. Voci portate dal vento che non cessano di chiedersi perché i militari si siano impadroniti di una parte importante del loro patrimonio e delle loro radici. Uomini e donne ai quali trema ancora la voce nel rivivere quei giorni in cui avrebbero potuto finire sotto le macerie di un mostro pronto ad esplodere. Anche giornate di gioia, di festa, di processioni sono ritornate in vita grazie a questa ricerca dedicata a tutti gli abitanti di San Briccio e dell’intero Comune di Lavagno Il tutto con un linguaggio volutamente semplice in modo da poter essere accessibile a tutti in quanto questa storia appartiene all’intera comunità, appartiene a quell’Angela Zumerle che credeva di possedere degli appezzamenti di terra che l’esercito le chiedeva. Ma le “carte” che lei esibiva per essere risarcita dello sfratto non erano in regola. Appartiene anche a quei due personaggi che, sconvolti dalla tremenda grandinata dell’8 agosto 1945, ebbero l’ardire di gridare la propria disperazione ad un Cielo che appariva tanto lontano ed indifferente di fronte alla loro tragedia. Un atteggiamento blasfemo il loro o simile a quella invocazione disperata con cui gli apostoli risvegliarono Gesù mentre dormiva durante la burrasca scoppiata sul lago di Tiberiade? Storie di vita vera quelle vissute all’ombra del forte anche da chi con quei giovani militari ebbe l’ardire di pensare che fosse possibile realizzare un progetto di vita, di creare una famiglia. Un progetto andato in porto nonostante tante difficoltà e tanti ostacoli. La vita reale di persone autentiche condensata nel volume è fatta anche di tutto questo.


4 Interviste

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Ecco cosa il Comune ha fatto per entrare in pos

Dalla lettera all'Agenzia del Demanio alla stesura del programma di valorizzazione del Forte Il 23 dicembre 2010, con lettera protocollo n. 534, il Comune di Lavagno ha inoltrato una richiesta all’Agenzia del Demanio e al Ministero per i beni e le attività culturali per acquisire in proprietà l’immobile appartenente al Demanio statale – denominato Forte di San Briccio, sito in San Briccio di Lavagno (Verona) soggetto alle disposizioni di cui alla Legge 5 maggio 2009 n. 42 e s.m.i. (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione). Il testo della richiesta si trova riprodotto al termine dell’intervento del Sindaco Simone Albi, sul libro voluto dall’Amministrazione comunale di Lavagno: “All’ombra del forte – San Briccio: fatti, storie e racconti” autori Renzo Zerbato e Giuseppe Corrà. Il programma di valorizzazione dell’immobile è stato presentato dal Comune l’11 agosto 2011 prot. n.10560 in quanto necessario per dimostrare la capacità di recuperare e favorire la massima valorizzazione funzionale del forte a vantaggio diretto e indiretto della collettività. Il programma prevede, nell’arco di sette anni a partire dalla cessione del forte, la realizzazione prioritaria delle opere che consentiranno il ripristino dello stato originale del manufatto, nel rispetto delle caratteristiche fisiche, morfologiche, ambientali, paesaggistiche, culturali e sociali dei beni oggetto del trasferimento, compresi i vincoli posti a tutela degli stessi. Il programma contiene altre attività funzionali al recupero conservativo dell’opera e alla sua fruibilità a favore delle attività associative, ricreative e culturali della popolazione locale. Si prevedono, ad esempio, i seguenti sviluppi ricreativoculturali per le associazioni locali: biblioteca, programmi di qualità, mostre temporanee o permanenti, spettacoli all’aperto, feste tradizionali, ospitalità a visite scolastiche guidate e gastronomia locale. Incoraggia, inoltre, la creazione di sinergie operative con gli enti locali per programmi integrati di attività cul-

Tanto da recuperare I cortili interni del Forte di San Briccio sono ora invasi da una fitta vegetazione selvatic

turali e ricreative. Al completamento del programma potranno essere messe in cantiere quelle opere che consentano la possibilità di utilizzo di tutto il complesso in termini anche di promozione dell’integrazione con le infrastrutture e i settori produttivi collegati e/o collegabili. Le pertinenze esterne alla cinta muraria hanno un notevole valore ambientale e paesaggistico e sono, in sostanza, già dotate di alcune infrastrutture (stradine e sentieri in mezzo al verde) che potranno essere utilizzate già al termine del disboscamento della vegetazione in eccesso e dell’adeguamento delle strade bianche esistenti al fine di realizzare un anello ciclo pedonale attorno al forte. Ciò che fa ben sperare è che questo programma di valorizzazione ha ottenuto il parere favorevole del Ministero per i beni e le attività culturali di concerto con l’Agenzia del Demanio in data 20 dicembre 2011. Il piano di recupero e valorizzazione, presumendo la consegna del manufatto entro il 2012, durerà fino al 2019: Nel 2013 avranno inizio le prime opere per il ripristino delle condizioni originali del manufatto. Entro il 2015 saranno realizzati più della metà

degli interventi di ripristino e valorizzazione. Tra il 2016 e il 2019 si provvederà ai restanti interventi di edilizia compatibile, come pure al completamento degli impianti e alla sistemazione delle aree esterne. La realizzazione di alcuni interventi, non strettamente legati alle attività di recupero e valorizzazione del bene, è opzionale e dipenderà dalle disponibilità economiche del comune. Nell’arco dei sette anni, il progetto prevede un impegno di spesa quantificato prevalentemente da mano d’opera di volontari, da forza lavoro occasionale e gratuita e da contributi del Comune di Lavagno e di terzi. Potranno essere preIl Forte La collina su cui sorge la struttura domina le valli circostanti.


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Attualità 5

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ssesso dell'immobile. Ora tocca al Demanio

e, in attesa della risposta definitiva che trasformerebbe il sogno in realtà

ca, che ne oscura la bellezza storica.

se in considerazione concessioni temporanee a pagamento di spazi interni agli enti che ne faranno richiesta. Se tutto andrà bene, come abbiamo ragione di sperare, tra qualche mese saremo chiamati a sottoscrivere l’accordo di valorizzazione, comprendente il programma, presso il Ministero per i beni e le attività culturali e l’Agenzia del Demanio. Tale accordo prevede alcune condizioni. Il comune di Lavagno è tenuto a garantire la conservazione del bene assumendosi l'onere dell'attuazione degli interventi di recupero e successiva manutenzione, diretti alla conservazione e rifunzionalizzazione del compendio, effettuati sulla base di adeguate indagini conoscitive (storiche, stratigrafiche, metriche, strutturali, materiali e funzionali), i cui progetti dovranno essere preventivamente sottoposti all'approvazione della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici ai fini del rilascio del nulla osta, ai sensi dell'art. 21 del D.Lgs 42/2004. Le destinazioni d'uso proposte devono risultare nella loro materiale attuazione compatibili con il carattere storico-artistico del bene che non dovrà comunque essere destinato ad usi, anche solo temporanei, non compatibili. Ogni variazione di destinazione d'uso, anche minima rispetto a quanto previsto dal programma di valorizzazione,

anche qualora non comporti modifiche alla consistenza materiale del bene, dovrà essere preventivamente autorizzata dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici. Il Comune dovrà aver cura del bene trasferito in modo da scongiurare ogni tipo di pericolo per la conservazione derivante da incendi, furti, vandalismi, mancata manutenzione; dovrà, inoltre, assicurare il decoro del bene e degli spazi esterni anche con opportune forme regolamentari. Il Comune di Lavagn, in quanto soggetto beneficiario del trasferimento, è tenuto a far rispettare integralmente gli obblighi fissati nell’accordo di valorizzazione ai soggetti terzi eventualmente coinvolti, la cui attuazione resta in ogni caso sotto la sua piena, esclusiva e diretta responsabilità. Gli impegni, le prescrizioni e le condizioni dell’Accordo di valorizzazione, costituiscono obbligazione ai sensi dell’articolo 1456 del codice civile ed oggetto di apposita clausola risolutiva espressa. Esse saranno altresì trascritte nei registri immobiliari. L'Amministrazione provvederà a trasmettere, entro il 31 dicembre di ogni anno, per l’intera durata di attuazione del programma, una dettagliata relazione che illustri alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici e alla competente Soprintendenza, lo stato di avanzamento dell’iniziativa, con rife-

rimento al cronoprogramma contenuto nella documentazione allegata. Il Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici territorialmente competente, qualora verifichi l’inadempimento delle obbligazioni, fermo restando l’esercizio dei poteri di tutela, dà comunicazione delle accertate inadempienze alla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici e alla Filiale dell’Agenzia del demanio, ai fini della risoluzione di diritto dell’atto di trasferimento. Il Comune di Lavagno, in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Verona, Rovigo e Vicenza, si attiverà per organizzare gli interventi previsti dal Piano di valorizzazione, in parte mediante affidamenti diretti a ditte specializzate ed in parte (ove possibile) tramite un’associazione di volontariato, interessata e competente al ripristino alla conservazione e alla valorizzazione culturale e ricreativa del forte. A codesta associazione il Comune affiderà, in concessione temporanea e regolamentata, la gestione del bene mantenendo i diritti d’indirizzo, controllo e revoca della concessione. Renzo Zerbato collaboratore del Sindaco arch. Simone Albi nella realizzazione del Piano di valorizzazione del forte di San Briccio

All'interno La piazza d'armi del Forte con il famoso scivolo per lo scorrimento dei cannoni.



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Tutti in festa a S. Francesco

La Festa di Vago è in programma dal 4 all'8 ottobre

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Cambio della guardia alla Banca Rurale

Banche La filiale della Cassa Rurale di Vago

Luciano Vincenzi è il nuovo direttore La piazza La Piazza San Francesco di Vago attende la Metal invasion 2012

Il comitato Vago x Vago torna a organizzare la Sagra di San Francesco, che si terrà dal 4 ottobre all'8 ottobre 2012. Con grande entusiasmo e partecipazione l'associazione sta già preparando anche quest'anno la tradizionale festa della frazione di Lavagno in collaborazione con altri gruppi. Giovedì 4 ottobre avrà luogo la cena delle associazioni di Vago e della comunità, con l'intrattenimento musicale a 360° by Adrian Cruz. Venerdì 5 si scatenerà la Metal Invasion: in collaborazione con Baricentro si esibiranno Shelter of Leech, Alcstones, Absinth Aura e gli Arthemis, i quali presenteranno ufficialmente il nuovo CD “We fight”. Sabato 7 ottobre i toni si abbasseranno leggermente col il Rock Invasion: Ecromad (tribute band AC/DC) e Juliet Kiss (tribute band Kiss). Infine Domenica 07 Ottobre alle ore 10 ci sarà l'VIII Bici-

clettata in collaborazione con Motus, alle ore 16 la sfilata delle Majorettes di Lavagno e del Corpo Bandistico "Carlo Montanari". A seguire la Country Invasion: Dj Jordy e animazione by Maestra Vania. La Sagra di San Francesco completa la "trilogia" delle feste paesane di Lavagno, insieme alla Sagra del Patrono di San Pietro a giugno e a Vino in Corte di San Briccio, che avviene a settembre. L'organizzazione di tali eventi è complessa ed impegnativa, soprattutto se anno dopo anno si vogliono proporre novità e offrire nuovi stimoli. Manca, però, una collaborazione tra i vari comitati, le frazioni rimangono chiuse in se stesse. A Lavagno ci sono pochissimi spazi aggregativi, ma le piazze esistono e non vengono mai sfruttate. Che aspettiamo? Federico Zenari

Torna il doposcuola delle medie Dalla metà di settembre 2012 ripartirà il Doposcuola delle Medie nella sede dell’ex biblioteca di Vago, con il trasporto dalla Scuola Media di San Pietro, nei giorni di martedì, giovedì e venerdì, dalle 13 alle 16. Obiettivo dell’iniziativa è aiutare gli alunni a svolgere i compiti scritti e studiare gli argomenti assegnati, utilizzando un metodo di studio personalizzato. Novità del prossimo anno scolastico è la creazione di un “mini laboratorio di metodo di studio”. Ci sono i computer necessari per le ricerche su Internet con relativa connessione ADSL . L’attività didattica sarà svolta privilegiando il rapporto individuale con i ragazzi. Una volta alla settimana ci sarà una mezz’ora di gioco-strutturato con” I Giochi in Lingua”, una divertente opportunità per rinforzare le proprie competenze in inglese e tedesco. Lo spazio dell’ex biblioteca che ospita il doposcuola è molto confortevole, luminoso, affacciato sul giardino della scuola elementare e confina con il campo da calcio, ideale per giocare un po’ dopo il pranzo prima di mettersi a fare i compiti. Gli alunni possono pranzare in mensa o portarsi il pranzo”al sacco” da casa. La gestione didattica e l’organizzazione è curata dall’Università Popolare di Lavagno in collaborazione con il Comune. Per info Alice Turri tel. 3470161607 Maria Grazia Belli tel. 3459147814

della filiale di Vago della Cassa Rurale di Vestenanova. Subentra a Maurizio Zanoli, direttore per 10 anni e sempre vicino alle iniziative culturali dell’Università Popolare di Lavagno, una volta all’anno anche come docente. Ora dirigerà l’agenzia di Montorio della Banca. Luciano Vincenzi è cresciuto, dal punto di vista lavorativo, nel mondo del Credito Cooperativo, rivestendo il ruolo di direttore presso le filiali di Illasi, Tregnago e Montecchia. Incontrandolo, nel suo ufficio di Vago, subito gli abbiamo rivolto una domanda di rito, chiedendo un suo parere sullo stato di salute delle banche. Lui ci ha rassicurato sull’andamento regolare e sui buoni risultati del Credito Cooperativo di Vestenanova. Infatti nel mare agitato del mondo bancario, questa Cassa Rurale veleggia con sicurezza, perché fedele ai principi fondanti del suo statuto che le assegna il compito di erogare credito alle piccole realtà economiche del territorio di propria pertinenza: piccoli artigiani, imprenditori agricoli, operatori commerciali, famiglie. Essendo una azienda commerciale, deve per sua natura produrre reddito, erogando credito e servizi finanziari, ma è attenta, proprio per statuto, ad attuare una crescita responsabile e soprattutto sostenibile. Alla nostra richiesta di una sua valutazione sulla situazione socio-economica che ha trovato a Vago, Vincenzi la definisce «una realtà economicamente vivace, ricca di imprese commerciali ed industriali, una vantaggiosa posizione geografica vicina alla città, dotata di una bella ed importante presenza della componente famiglie, ricca di associazioni e con una forte e positiva presenza del mondo del volontariato».


8 Università

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A Vago il campus estivo L'iniziativa è rivolta ai bambini dagli 8 ai 12 anni

Piscine Una delle attività più gettonate del campus estivo dell'Università Popolare.

Sport, giochi in lingua straniera e orienteering, ma anche compiti delle vacanze al Campus Estivo di Vago. Obiettivo dell’iniziativa è organizzare il tempovacanza dei nostri ragazzi della fascia di età dagli 8 ai 12 anni. Dal lunedì al venerdì per tutto il mese di luglio sono proposte attività educative come il gioco degli scacchi, il teatro su semplici testi in lingua inglese, con scenografie e costumi, l'orienteering per imparare a orientarsi. E ancora: giochi da tavolo in lingua attraverso cui ripassare l’inglese e il tedesco divertendosi. Si farà teatro, curando tutta la recitazione, ma anche la realizzazione delle scenografie pittoriche. Non mancherà il tempo per svolgere i compiti scritti dati per casa e studiare gli argomenti assegnati, utilizzando un efficace metodo di studio personalizzato. Ci sono i computer necessari per le ricerche e l’attività didattica è svolta privilegiando ora il rapporto individuale con i ragazzi in alcune materie, ora il lavoro di gruppo per altre. Dopo la pausa del mese di agosto, durante la prima settimana di settembre sarà particolarmente curata la conclusione dei compiti delle vacanze Lo spazio base del campus è l’ex biblioteca comunale a Vago, annessa alla scuola elementare. È un luogo confortevole, luminoso, affacciato sul giardino della scuola elementare. I ragazzi si portano il pranzo”al sacco” da casa. La gestione didattica e l’organizzazione è curata dall’Università Popolare di Lavagno in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Per maggiori informazioni contattare Maria Grazia Belli tel. 3459147814

Dany Chiocchetta Segretaria ed organizzatrice dei corsi dell'Università Popolare di Lavagno (tel. 329 6040157)


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Così nacque il capitello di via Mazzini L'idea fu della famiglia di Silvino e Laura Antonini

Religiosità Un'immagine della statua

di “Maria, Stella dell'Evangelizzazione”.

Quando si pensa ad un pellegrinaggio

i fedeli sanno che faranno molta strada per venerare Maria, ma chi avrebbe immaginato che anche Maria avrebbe percorso così tanti chilometri per essere venerata? Una decina di anni fa, dall'idea della famiglia di Laura e Silvino Antonini, nacque il desiderio di realizzare un capitello in via Mazzini. La scelta sull'icona arrivò su suggerimento di Mons. Guido Todeschini, ispirandola a “Maria, Stella dell'Evangelizzazione”, titolo che Papa Giovanni Paolo II diede al dipinto della Madonna, benedetta nel 1992 da Lui stesso e affidata poi a Telepace, quale sua “Patrona Celeste”, e custodita poi nel Santuario a Lei dedicato di Cerna (VR). Dall'idea, si doveva passare alla realizzazione, ed ecco che arrivò un secondo suggerimento da un volontario, Roberto

Dallora, dell'Associazione 3A Don Bosco, che è nata nel 1979 come punto di riferimento italiano della “Cooperativa Artesanal Don Bosco di Chacas”, ovvero la Familias de Artesanos, e che sostiene le spedizioni in America Latina del movimento denominato Operazione Mato Grosso (O.M.G.), un movimento di volontariato educativo missionario, nato nel 1967 dalla volontà del Padre missionario salesiano Ugo De Censi. Le attività delle diverse missioni sono dislocate in Perù, Ecuador, Brasile e Bolivia, dove a tutti i ragazzi e i giovani viene data la possibilità di frequentare gratuitamente scuole in cui viene insegnato loro un mestiere, anzi un'arte, come l'arte del legno, del cucito e tessitura, scultura in marmo, pietra e vetro, pittura, e tanto altro, per offrire loro poi un lavoro e una speranza di vita. Ad uno

Dalla Verde, autodemolizioni e ricambi L'autodemolizione & soccorso stradale Eurocar di Dalla Verde Damiano è un centro di raccolta all'avanguardia con trattamento dei veicoli fuori uso previsto dalla legge. Effettua la messa in sicurezza dei veicoli, utilizzando isole di bonifica di ultima generazione per la promozione del riciclaggio. Si recuperano vetri, paraurti e gomme per tutelare l'ambiente. L'impianto, inoltre, è dotato di una superficie impermeabilizzata in cemento attrezzata con sistema di convogliamento acque meteoriche con impianto di depurazione con pozzetti e vasche di decantazione. Si offre ai clienti un'ampia gamma di ricambi ed una consulenza seria e specializzata. Si tratta di un ottimo servizio col miglior rapporto possibile tra prezzo, qualità e rapidità. Si effettua il ritiro e la radiazione dei veicoli al P.R.A. e viene fornito un soccorso stradale 24/h per privati e convenzionati (Europ Assistance, Vai, Mondial, Filo Diretto, Arval).

Associazioni 9 di questi ragazzi è stata affidata l'immagine di “Maria, Stella dell'Evangelizzazione”, affinché ne seguisse il lavoro dall'inizio alla fine e ne realizzasse la “sua opera d'arte”, unica ed originale, in pietra peruviana S. Francisco, scolpita a mano, come è nella filosofia dell'Associazione. Il capolavoro, una volta finito, raggiunge dopo diverse ore Lima, a spalla o a dorso d'asino per i sentieri delle Ande, tra strade sterrate attraverso passi che raggiungono 5.000 metri, e poi, da dove la strada è carrozzabile, in camion fino alla città, dove viene imbarcato, raggiungendo l'Italia dopo un viaggio che dura 1-2 mesi e lungo più di 11.000 km. La nostra Madonna è arrivata così via nave, in tre grandi blocchi, ed è poi stata posata direttamente dai volontari che ci hanno seguito dall'Italia al Perù per la nascita e realizzazione della statua. Durante la cerimonia, il 21 Maggio 2005, fu benedetta da Mon. Guido Todeschini, Don Agostino Martinelli (parroco) e Don John Tenamwenye. La statua di “Maria, Stella dell'Evangelizzazione” non rappresenta, quindi, solo un semplice capitello della Madonna, ma è un'opera d'arte unica, un'opera di carità, un gesto d'amore, un aiuto per i più bisognosi. Chiara Antonini

Circolo degli Scacchi Con l’inizio del nuovo Anno Accademico 2012/2013 dell’Università Popolare aprirà a settembre il Circolo degli Scacchi con giochi, tornei e un corso di formazione.


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Quando le "orchestrine" animavano San Pietro I gruppi facevano le prove sotto le elementari e suonavano alle feste della parrocchia amici di Pal”, Pal era l'esilarante giornalista Palissandro Giacinto Livingstone, il personaggio comico del giornaletto a fumetti “Forza John” che i ragazzi divoravano immergendosi in avventure leggendarie. Da quel momento in poi erano loro i protagonisti con la propria musica. Alla chitarra e voce Giuseppe Corsi, al clarinetto Giancarlo Maschi successivamente batterista, al sax e voce Bruno Carraro e alla fisarmonica Aldo Furlato. Poi si è unito al gruppo un cantante estremamente carismatico detto “el Kiria” e ogni tanto si univa anche il mitico sassofonista Cisco Lapolla. Facevano le prove sotto le scuole elemetari di San Pietro, proprio vicino la chiesa, e suonavano alle feste della parrocchia, all'ultimo di Carnevale, per il veglione dei capodanno e ogni tanto nel teatrino parrocchiale della vecchia chiesa del Vago. Le canzoni erano gli obbligatori tanghi e walzer ma non mancavano le nuove canzoni americane cantate in italiano dei nuovi miti come Neil Sadaka e Paul Anka, la piu nostrana “Rose Rosse” o l'immancabile cavalcata chitarristica “Apache” degli Shadows. Era una delle tante orchestrine nata dalla passione e poi, come è accaduto a tanti gruppi «...emo barufà...e se semo divisi». Paolo Marocchio

Anni '50 Un'orchestrina che proponeva musica da ballo

Negli anni 50 erano molte le orchestrine che suonavano musica da ballo e in questo articolo vi presento due di quelle che si sono formate dalle nostre parti. I Blustar era una formazione nata proprio negli anni 50 formata dal trombettista Mario Favalezza, alla fisarmonica Pino Boldrin, al basso Spadi e con loro un bravo batterista/cantante di San Michele. Come molte altre era una formazione nata in maniera “casalinga”, ci si trovava tra gente della stessa zona che sapeva suonare e si facevano delle prove per poter imbastire un repertorio. I Blustar suonavano ogni tanto a “La Valle”, un bar sulla statale di Arbizzano gestito da due donne che il sabato si trasformava in una vera e propria balera. Le musiche erano tanghi famosissimi come “A media Luz” e la “Cumparcita”, ma anche canzoni come l'immancabile “Rosamunda” e ovviamente walzer e repertorio da ballo. I musicisti erano prevalentemente di formazione classica sapevano leggere la musica e molto spesso conoscevano questi repertori a memoria. Pino mi racconta che il gruppo aveva uno stemma fatto da sua mamma che si attaccavano sulla giacche con dei bottoncini, il logo Bluestar era simile a quello di una famosa marca di benzina ed era il loro segno identificativo. Un'altra orchestrina nata in quegli anni era “Gli amici di Pal” in inglese “The friends Pal”. Spinti dalla voglia di fare qualcosa all'età di 17 anni, tre ragazzini e amici di San Pietro andavamo tutte le domeniche con la corriera “a imparar la musica” da un Maestro di Verona, uno che suonava sax e la chitarra in un gruppo. Poi finalmente ha preso vita l'orchestrina con il nome gli “Gli


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Tradizioni 11

Quando la musica da ballo E negli anni Sessanta la faceva da padrone arrivò l'ondata Beat Quando si parla di orchestra inevitabilemente si pensa all'or- Nel 1964 arriva in Italia la grande onda del Beat con gruppi chestra della musica classica o si pensa anche alle orchestre spettacolo del ballo liscio. Negli anni 50 fino alla metà degli anni 60, avvicinarsi alla musica non classica significava molto spesso avvicinarsi a formazioni musicali come quella dei Blustar con l'immancabile fisarmonica, una batteria una chitarra e qualche strumento solista solitamente un fiato. Erano orchestrine nate molto spesso per suonare la musica da ballo e principalmente quello che viene con semplicità chiamato “il liscio”. Gli strumenti erano prevalentemente acustici e nei concerti si uilizzava un'amplificazione esterna con microfo-

ni, la fisarmonica era l'unico strumento a tastiera perchè il pianoforte era ovviamente difficile da trasportare ed organi e tastiere elettriche erano ancora troppo costosi. Dall'America arrivavano i nuovi ritmi come il Rock'n'Roll ma la svolta epocale fu nella metà degli anni 60 con l'esplosione della Beatlesmania. Magicamente e velocemente nacquero ovunque gruppi musicali di ragazzi molto giovani, si affermarono i complessi di tre chitarre e batteria proprio come i quattro ragazzi di Liverpool. In Italia, come in tutto il mondo, nacquero schiere di complessini che proponevano il nuovo rock all'inglese ma in italiano e così arrivarono le chitarre elettriche ed anche a Verona i “complessini fracassoni” suonavano e risuonavano nelle cantine. La mitica “Verona Beat” dove i “complessi nascevano come funghi”, eravamo nei magici anni 60 del boom economico e il mondo giovanile trovava nuova energia e nuovi ideali con la convinzione di poter cambiare il mondo in un mondo migliore. Sembra di vedele ancora le cantine e le soffitte con ragazzini rock che imparavano e suonavano la nuova musica, la febbre del beat nel 65 ha fatto però terra bruciata delle vecchie orchestrine. All'inizio i gestori dei locali approfittarono dell'ingenuità e della passioni dei giovani beat, i gruppi portavano musica, festa e gioventù ma i soldi per loro erano notevolmente inferiori alla paga di una orchestrina da ballo. Nel mitico locale gestito dall'Estroso Alvaro “Le Rocce Rosse” di Ponte Florio a Montorio per esempio l'orchestrina che suonava solitamente è stata immediatamente sostituita dai nuovi complessi di giovani diventando uno dei tanti locali del Beat Veronese insieme al Tonale in Borgo Trento, alla Grottina di Poiano, al Toresela Piper, al Pip's di Peschiera, alla Lanterna di San Giovanni Lupatoto, molti concerti si tenevano anche nei teatri di tutta la provincia che si trasformarono in importanti luoghi per concerti e manifstazioni beat. P.M.

come gli Equipe 84, i Dik Dik, i Pooh , i Nomadi. La scena Veronese ha offerto importanti gruppi a livello nazionale come i Kings, i Memphis, i Condors, Alpha Centauri e molti altri, si parla di circa 300 complessi nella nostra provincia e molti dei quali hanno inciso dischi di alto livello. Nella nostra zona erano importanti I Principi ed i Corvi, a San Bonifacio c'erano i Wolfs ed i Sabres. I Corvi erano formati da Maurizio Ponti alla chitarra solista, Pino Boldrin alla tastiera (che ha suonato anche nei Principi, Smog, Becchini e Superbi), Renato Burti al basso, Dario Tambara chitarra accompagnamento, Elvelio Zangrandi alla batteria e l'inconfondibile voce di Arturo Battocchia (Ren Boys e Totem). Il complesso dei Corvi ha suonato per qualche anno è ha dovuto cambiare nome in Goldman dopo poco tempo per il cambiamento di alcuni elementi ma soprattutto per l'ascesa al successo dei piu noti Corvi, il gruppo di Parma che con la canzone “Ragazzo di strada” si è fatto conoscere al Cantagiro ne 1966. I nostri Corvi suonavano spesso al Tonale e per loro come per altri la possibilità di tradurre la passione musicale in un lavoro è stata una tentazione mai presa in seria considerazione perchè per molti di quei ragazzi prima c'era il lavoro e poi c'era la passione per la musica. Nel prossimo numero di Vivere Lavagno andremo a scoprire la storia dei Principi e delle loro avventure in Germania. Paolo Marocchio


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