Vivere lavagno aprile 2013

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Periodico trimestrale - Anno 4 - Numero 1 - Aprile 2013 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno Reg. Trib.VR n° 1871 - Redazione e progetto grafico Federico Zenari - Studio 7 Publish, Caselle di Sommacampagna (VR)

o gn o v a Ve l La a re h e e ! ve n c e s Vi a a ro n Ve

or

Gas e luce: cosa fare per risparmiare?

"Gente I corsi ee Territori" il programma del pag.6-7 nuovo anno pag 3

L'inventore di Castagnè pag.9

teatro di Velo Veronese I IlPrincipi pag.10-11


2 Energia L'editoriale Capiamo insieme le componenti che determinano i valori delle bollette delle utenze domestiche che in questi tempi di crisi assorbono parecchie risorse del bilancio familiare. In questo numero ci occupiamo del gas e dell'elettricità. Proviamo a dare un’occhiata alle nuove regolamentazioni. Raccontiamo poi i nostri progetti nel sociale, che abbiamo portato avanti in questo primo squarcio di 2013, nel campo della cultura e della formazione. Il primo dedicato alla fascia adulta e più grandina di età della nostra gente, con il progetto di alfabetizzazione informatica “Nonni su Internet“ che si svolge in 12 lezioni, alla Scuola Media di Lavagno, in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale e il patrocinio del comune di Lavagno. Si rivolge agli "over 60", ma anche a coloro che a questo importante traguardo di vita ci stanno arrivando. Da febbraio abbiamo attivato un servizio specialistico di supporto psicologico e scolastico rivolto ai pre-adolescenti in difficoltà scolastica o con malessere psicologico residenti nel Comune di Lavagno, grazie al contributo della Fondazione Cariverona e su segnalazione degli insegnanti della Scuola Secondaria di primo grado e dei servizi sociali del Comune di Lavagno. Il nostro giornale si arricchisce anche del lavoro di un nuovo collaboratore dalla Lessinia; si parla in questa edizione di Velo Veronese. Troverete tante notizie interessanti anche sull’Associazione di Volontariato “All’ombra del Forte”. Maria Grazia Belli Presidente Università Popolare di Lavagno

Aprile 2013 Vivere Lavagno

Consumi, ecco le prospettive

Nel 2013 il mercato subirà profonde trasformazioni

Luce a gas Contatori gas in un condominio. Siamo ancora schiavi delle importazioni estere.

Nel 2013 il mercato italiano dell'energia subirà alcune profonde trasormazioni. Già dal prossimo aprile la bolletta del gas dovrebbe allegerirsi del 6-7%. Saranno gli effetti della riforma delle condizioni economiche del servizio tutela gas, promossa dall'Autorità per l'Energia. A settembre si compirà anche il divorzio tra Eni S.p.A. e Snam S.p.A. Quest'ultima trasporta e distribuisce gas in tutte le case. Dopo lo scorporo altre aziende energetiche potranno fare il loro ingresso nel mercato italiano. La concorrenza in linea teorica dovrebbe abbassare i prezzi. In questo numero tentiamo di mostrare alcuni aspetti poco conosciuti del mondo dell'energia. Cosa sono il libero mercato ed il mercato vincolato? Chi comanda nel fornire la luce ed il gas? Da cosa è composta la bolletta che paghiamo? Cosa succederà nei prossimi mesi? Ma, soprattutto, cosa possiamo fare per risparmiare denaro? Prima di rispondere dobbiamo fare una premessa. Stiamo sperperando tutte le fonti tradizionali di energia. Il nucleare è morto. Stiamo investen-

do poco sulle fonti rinnovabili. Paghiamo più di altri paesi la mancanza di un programma energetico nazionale efficace. È una situazione inaccettabile. Durante le ultime elezioni politiche nessuna forza politica ha affrontato il problema energetico italiano. L'Italia ogni anno spende circa 66 miliardi di euro per importare combustibili fossili. Purtroppo a casa nostra il dibattito verte ancora su come riuscire ad avere approvigionamenti a prezzi convenienti. Ma l'Europa è già oltre. Essa punta a una transizione energetica: passare dai grandi sistemi centralizzati di produzione ad un nuovo sistema di microgeneratori locali. Gli impianti fotovoltaici ne sono un esempio. In 40-50 anni si coprirà l’80% del consumo finale lordo di energia con energia da fonte rinnovabile. La UE ha emanato alcune direttive per imporre agli Stati menbri cambiamenti graduali. La più importante è la 28/2009, che obbliga a ridurre i consumi e ad aumentare le energie rinnovabili entro il 2020. Difficilmente l'Italia ce la farà. Sarà allora costretta ad appianare il proprio debito attraverso l’acquisto di energia da fonte rinnovabile da quegli Stati che avranno maturato crediti superando gli obiettivi previsti. Le alternative esistono, le tecnologie sono già sviluppate. Manca solo la volontà politica di affrontare un problema non più rimandabile. Federico Zenari


Energia 3

Aprile 2013 Vivere Lavagno

Mercato libero e vincolato, quali sono le differenze? Le forniture di energia elettrica sono state oggetto di grandi cambiamenti

Elettricità La centrale idroelettrica di Carona.

Le

forniture di energia elettrica e di gas sono state oggetto negli anni scorsi di grandi cambiamenti. Dal 1° gennaio 2003 tutti i clienti finali, domestici e non, possono scegliere il proprio fornitore di gas naturale. Per quanto riguarda l'energia elettrica la liberalizzazione del mercato è iniziata il 1° luglio 2007. Se non abbiamo scelto un nuovo fornitore, continuiamo a pagare in base alle condizioni economiche definite dall’Autorità con i prezzi aggiornati ogni tre mesi. È il mercato vincolato (o di maggior tutela), a cui possiamo sempre tornare anche dopo essere entrati nel

mercato libero. Il libero mercato consente un risparmio di circa il 10% sulla bolletta, anche se in Italia i costi sono superiori del 30% rispetto alla media europea. Le cause sono gli elevati costi di distribuzione, di misura, di trasporto e di stoccaggio e la forte tassazione. In cinque anni il 23,9% degli italiani è passato al libero mercato dell'energia elettrica, mentre il 2,3% è rientrato nel vincolato. Sulla base dei dati raccolti dall’AEEG (Autorità Energia Elettrica Gas), nel 2011 il prezzo medio sul mercato libero per l’approvvigionamento di energia elettrica è risultato pari a 90,19 €/MWh (incluse esclusivamente le componenti riferite a energia, dispacciamento, perdite di rete, sbilanciamento e costi di commercializzazione della vendita). Per quanto riguarda invece le vendite relative al servizio di tutela, il prezzo medio si è attestato sui 97,05 €/ MWh. Il mercato della tutela vede la società Enel Servizio Elettrico come il principale esercente (85.2%); seguono Acea Energia (4.6%), A2A Energia (3,7%) e Iren Mercato (1.4%). Gli altri operatori hanno quote inferiori all’1%.

Nel mercato libero la quota cumulata dei tre principali operatori (Enel, Edison ed Eni) è stata pari al 37,1% nel 2011, di cui il 19,7% è il contributo del principale operatore, Enel. Inoltre, la tariffa bioraria, introdotta nel 2010, negli ultimi mesi non assicura più un risparmio nelle ore serali. Da un'inchiesta de "Il Salvagente", quotidiano online dei consumatori, emerge che il risparmio notturno si aggira appena sull'1% della bolletta. Gli impianti tradizionali, a causa della concorrenza dell'energia solare, spesso restano spenti durante il giorno e devono rifarsi con prezzi più alti alla sera. In merito alla vendita di gas, invece, i clienti del mercato con prezzi di riferimento hanno pagato il gas in media 52,59 c€/m3 per consumi inferiori ai 5000 m3 all'anno, mentre quelli del libero mercato 53,08 c€/ m3. Sembra, quindi, che solo i grossi consumatori di gas abbiano reali vantaggi da fornitori del mercato libero del gas. F.Z.

Ecco cosa paghiamo in bolletta Servizi di vendita: attività svolte dal fornitore per l'acquisto e la commercializzazione della materia prima gas naturale. Comprende tre diverse voci di spesa: la componente energia (40% del totale), la commercializzazione all'ingrosso e vendita al dettaglio. Servizi di rete: sono pagati in base a tariffe stabilite dall'Autorità per tutti i clienti, sia del mercato libero che nel servizio di tutela. Due diverse voci di spesa: il trasporto/ stoccaggio e la distribuzione locale. Imposte: imposta sul consumo (accisa), addizionale regionale, imposta sul valore aggiunto (IVA). Servizi di vendita: prezzo dell'energia, prezzo commercializzazione e vendita, prezzo del dispacciamento (attività per il mantenimento in costante equilibrio del sistema elettrico). Servizi di rete: sulle attività di trasporto si paga una tariffa fissa determinata dall'Autorità. Con essi si pagano anche gli oneri generali di sistema (incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate, promozione dell'efficienza energetica, oneri per la messa in sicurezza del nucleare e compensazioni territoriali etc.). Imposte: imposta nazionale erariale di consumo (accisa) e imposta sul valore aggiunto (IVA)


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Aprile 2013 Vivere Lavagno

Mercato del gas, scatta l’attesa riforma

Da ottobre cambierà il modo di determinare il costo finale. Ma la riforma non convince.

Consumi energetici Un metanodotto per il trasporto del gas.

Dal 1° aprile 2013 scatta la riforma delle condizioni economiche del servizio di tutela gas, promossa dall'Autorità per l'Energia. Si tratta di un percorso in tre tappe. Tra il 1° aprile e il 30 settembre 2013 diminuiranno i contratti take or pay, contratti pluriennali legati al prezzo del petrolio. Aumenteranno, invece, i contratti spot, che al momento sono sottovalutati rispetto al petrolio a causa del proliferare di giacimenti di gas non convenzionale (soprattutto gli Shale Gas statunitensi). Oggi, infatti, la perforazione orizzontale e la fratturazione idraulica hanno reso l’operazione di estrazione di questi gas economicamente conveniente. L'Autorità prevede sconti sulla bolletta intorno al 6-7%, visto anche il calo della domanda a causa della crisi economica. Dal 1° ottobre cambierà il modo di determinare le diverse componenti del prezzo finale, relative alla materia prima, alla commercializzazione all'ingrosso e al dettaglio. Il prezzo della materia prima sarà determinato dalle negoziazioni nel mercato a termine italiano, che partirà a breve e sarà regolato dal Gestore dei mercati energetici (GME). Il GME organizzerà e gestirà il mercato del gas secondo criteri di neutralità e concorrenza tra i produttori. Infine, nell'ottobre 2014 nasceranno nuovi strumenti per tutelare i clienti da variazioni di prezzo troppo elevate e repentine. Grazie a volumi di gas resi di-

sponibili dai venditori e da altri soggetti interessati, le tutele potranno essere utilizzate dai clienti del servizio di tutela e anche da quelli del mercato libero. Ma non è tutto oro quello che luccica. Federutility e Anigas lamentano il fatto che la riforma scatterà a metà anno termico, quando i contratti di fornitura saranno già stipulati. Inoltre, perchè i margini di vendita devono essere ancora fissati dall'Autorità e non si passa ad un sistema di soli prezzi liberi? Per avere un parere più competente abbiamo intervistato Vincenzo Pappalar-

do, responsabile commerciale di Gritti Gas, e Andrea Valbusa, agente commerciale della stessa azienda. «Il venditore - dice Pappalardo - può intervenire sul costo della componente energia, che è circa il 40 % della bolletta. Ma se le altri parti della bolletta, le tasse e i costi di trasporto e stoccaggio, aumentano (basti pensare all'iva), il risparmio che un fornitore può assicurare rispetto ad un altro si riduce ad un paio di centesimo per metro cubo. In definitiva, si risparmierebbero qualche decina di euro.». Quindi, più che credere a sconti meravigliosi è meglio valutare la qualità del servizio: l'assistenza al cliente è fondamentale, così come la tempestività e la correttezza delle fatture. La riforma presenta ombre e luci. «Come è possibile - continua Pappalardo - inoltre determinare possibili vantaggi sul prezzo se ancora non esiste la borsa del mercato del gas? È ancora presto parlare di benefici della riforma.». Se le tasse che gravano sulle bollette sono destinate a crescere, le piccole aziende distributrici rischiano di scomparire. Solo le multinazionali, le aziende a partecipazione statale e le municipalizzate possono sopravvivere. L'impressione è che la riforma sia stata stilata senza ascoltare tutti i protagonisti del mercato del gas». F.Z.

Consigli per gli acquisti... di luce e gas Scegliere i migliori fornitori di luce e gas non è semplice. Le offerte sono molte, spesso non proprio comprensibili e trasparenti. Possiamo decidere di rimanere nel vecchio regime e usufruire del servizio di tutela (alle condizioni economiche e contrattuali fissate dall’AEEG) oppure passare al mercato libero e scegliere il proprio fornitore. Passare da un fornitore all'altro non comporta costi aggiuntivi. Gli sconti si applicano alla componente energia, ma non alle altre voci della bolletta (imposte, IVA, oneri per il trasporto ecc.). In linea di massima, le tariffe web sono più economiche rispetto a quelle tradizionali; quelle a prezzo bloccato sono subito più care, ma proteggono se le materie prime subiscono un aumento del costo. L'Autorità per l'Energia aiuta il consumatore a scegliere le migliori tariffe di luce e gas. Sul suo sito web è presente una sezione in cui è possibile, in base ai propri consumi, sapere quali sono i migliori fornitori del nostro territorio. Le aziende fornitrici si iscrivono al sito e comunicano le offerte. Per questo non sono presenti tutte le proposte. Il sito permette di confrontare le offerte di risparmio col prezzo che si paga nel mercato tutelato. L'offerta del libero mercato non può superare tale prezzo. Se ci facciamo fare un preventivo da una qualsiasi azienda, cerchiamo di fornire il nostro consumo annuo e confrontiamolo con il prezzo del mercato tutelato.


Marzo 2013 Vivere Lavagno

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Risparmio 5


6 Attualità

Aprile 2013 Vivere Lavagno

La Green Economy sbarca sui banchi di scuola L’associazione “Gente e Territori” ha tenuto una lezione speciale

A scuola Caterina Compri spiega la Green Economy agli studenti della scuola secondaria di Lavagno.

L'associazione culturale "Gente e Territori" ha incontrato sabato 23 febbraio i ragazzi delle classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado L. Milano, a San Pietro di Lavagno, sul tema della Green Economy, a conclusione delle attività nell’ambito della settimana della scienza “Green School”. I relatori dell’associazione che sono intervenuti alla conferenza sono stati Caterina Compri - amministratore comunale di San Martino Buon Albergo e referente Commissione Cultura Gente e Territori - e Marco Natali - referente Direttivo "Gente e Territori". Attraverso la proiezione di video e documentari il concetto di sviluppo sostenibile quale processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di migliora-

mento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello locale che globale è stato spiegato. Si tratta di un processo che lega la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni ed evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri. «È importante che voi ragazzi prendiate coscienza di essere i pilastri portanti della vostra collettività e che maturiate un senso di responsabilità sociale. Prendetevi cura dell’ambiente in cui vivete e delle persone che vi sono accanto. Nella vostra quotidianità sono tanti gli accorgimenti che potete adottare per ridurre gli sprechi di energia, non dimenticarsi

le luci accese o fare una buona raccolta differenziata», ha spiegato Caterina Compri. Gente e Territori sta promuovendo il concetto “Green Italy” in diversi ambiti e su diversi livelli in quanto rappresenta uno stile di vita e una reale opportunità per imprese e cittadini. «Voi ragazzi, che vi state affacciando ad una scelta di orientamento scolastico futuro, considerate le nuove professioni che stanno nascendo intorno all’ambiente green come l’energy manager, l’agricoltore bio, il disegnatore industriale per la sostenibilità e l’efficienza e il comunicatore ambientale. Sono già tante le aziende in Italia che hanno scelto di essere green con buone prospettive di sviluppo», ha aggiunto Marco Natali.


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Attualità 7

Nonni in internet Fiore

all’occhiello della programmazione culturale e formativa dell’Associazione di Promozione Sociale "Università Popolare di Lavagno" per l’anno 2012-2013 è il progetto di alfabetizzazione informatica "Nonni su Internet". Il progetto si articolerà in 12 incontri di 2 ore ciascuno, alla Scuola Media di Lavagno in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale e il patrocinio del comune di Lavagno. È iniziato il 6 febbraio e si concluderà l’8 maggio. Questa proposta didattica originale e simpatica si rivolge ai cittadini "over 60", ma in qualche caso, sono stati ammessi anche coloro che a questo importante traguardo di vita ci stanno arrivando. Ad aiutare gli utenti del corso diretto dal professor Francesco Battaglia ci sono i ragazzi della scuola media in qualità di tutor. La necessità di saper usare il computer è molto sentita da tutte le fasce di età della popolazione, perché ormai ogni azione di vita quotidiana è subordinata in qualche modo all’uso dell’informatica. Sono sei anni che l'Università propone corsi di informatica di vario livello, diretti alla popolazione di fascia adulta e della terza età, anche come strumento per riconvertirsi al mondo del lavoro. Questa opportunità è stato molto sfruttata, soprattutto dal pubblico femminile.

La via Cara Oggi

l’antica via Cara è una strada panoramica percorribile a piedi o in mountain bike che divide la Valle di Mezzane da quella di Illasi. L’insegnante Fausta Croce il14 febbraio ne ha parlato alla sala civica di Vago, illustrandone il percorso con "riflessioni" storiche, naturalistiche e antropologiche. La più antica strada del nostro bellissimo territorio, Lavagno nel passato ha avuto grande importanza. L'antica Via Cara è di origine sicuramente preromana ed era utilizzata e valorizzata per collegare la pianura padana alle terre del Nord Europa. Fausta Croce farà da guida ad una passeggiata naturalistica intorno alla metà di aprile, periodo dell’anno in cui sui nostri prati c’è la massima fioritura, a cui possono partecipare tutti coloro che sono interessati. Info 345 9147814

Dany Chiocchetta Segretaria ed organizzatrice dei corsi dell'Università Popolare di Lavagno (tel. 329 6040157)


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Mezzane 9

Aprile 2013 Vivere Lavagno

L’ingegnere che sviluppa progetti di sostenibilità

Le ultime creazioni di Stefano Scipioni sono un essiccatore solare e una bici elettrica

Verdura e pesce La serra Aquaponics di Stefano Scipioni a Castagnè.

A Castagnè, frazione di Mezzane, c'è chi passa dalle parole ai fatti. Il nostro sistema economico è impostato su un benessere illimitato. Ora i limiti sono più che evidenti. Inquinamento, alti costi per l'energia, sprechi di risorse, impoverimento del suolo. Cosa si può fare per evitare il suicidio collettivo? Stefano Scipioni è un ingegnere elettronico che da anni coltiva e sviluppa progetti tecnologici per la sostenibilità ambientale. L'ultima creazione è un essicatore solare, costruito con materiali di recupero. L'apparecchio permette di essicare verdure ed altro in breve tempo, utilizzando solo energia solare. Stefano sta anche realizzando una serra Aquaponics, una combinazione di acquacoltura (allevamento pesci in vasche) e idroponica (coltivazione di ortaggi con le radici in acqua, non nel terreno). E' un modo sostenibile e raf-

finato di produrre cibo, perché i pesci e le piante lavorano in armonia: i rifiuti prodotti dal pesce forniscono le sostanze nutritive per le piante e le piante assorbono le sostanze nutritive lasciando pulita e rinnovata l'acqua per i pesci. Non è necessario aggiungere acqua nel sistema, perchè la stessa acqua ricircola in continuazione (a parte piccole quantità per compensare l'evaporazione). L'acqua per il sistema proviene

cresceranno non verrà mai rivoltata, ma si farà una pacciamatura (significa fare uno strato di materiale degradabile che fornisce nutrimento al terreno e blocca la crescita delle erbacce). Un altro progetto realizzato è la costruzione di una bicicletta elettrica. Si tratta di una recumbent trike, un triciclo reclinato. L'assetto reclinato fornisce una postura naturale che elimina ogni tipo di indolenzimento o irritazione. Il telaio è stato acquistato in Germania e modificato. Stefano ha dotato il mezzo di pedalata assistita con motore elettrico, completamente a norma (non c'è acceleratore, velocità inferiore ai 25 hm/h). La trike ha un sensore di torsione, che sente la coppia applicata al pedale ed è più efficace dei soliti sensori di frequenza. La bicicletta viene usata tutti i giorni da Castagnè allo stadio di Verona e ritorno. La batteria è tarata per assicurare questa distanza. Il mercato delle bici elettriche è esploso negli ultimi anni. Alcune aziende faticano a soddisfare gli ordini. L'obiettivo di Stefano non è guadagnare dai suoi progetti, ma condividere le esperienze e le conoscenze. Creare dei gruppi di lavoro a cui fornire le sue ca-

Energia solare L'essicatoio sostenibile.

Meno fatica La bicicletta elettrica si Stefano è più efficace di tante altre.

da una vasca interrata che raccoglie l'acqua piovana. La serra permette di avere ortaggi e pesce da mangiare senza consumo di acqua. L'introduzione delle trote, inoltre, che vivono in acque fredde, consente di risparmiare l'energia che altrimenti servirebbe per scaldare l'acqua. Gli ortaggi vengono bagnati da irrigazione a goccia. La terra su cui

pacità e competenze potrebbe essere un buon traguardo da raggiungere. Potrebbe anche essere una soluzione per chi vede imminente la fine delle risorse naturali e l'esplodere di conflitti sempre più frequenti. Ma potrebbe anche essere un nuovo modo di vivere per chi cerca un modo più tranquillo di esistere. Federico Zenari


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Aprile 2013 Vivere Lavagno

Il teatro di Velo verrà messo a nuovo

L’associazione “Le Falie” sta raccogliendo i fondi con diverse iniziative

Il teatro Facciata del Patronato dei Caduti di Velo Veronese, a destra si nota la scalinata della chiesa.

Dopo anni di progetti, false speranze e cavilli burocratici, finalmente i lavori per il rifacimento interno del Teatro Parrocchiale di Velo Veronese sono in procinto di partire. La data d’inizio esatta ancora non la si conosce, ma ormai tutte le formalità e le pratiche sono state compiute ed a breve il cantiere inizierà, proseguendo per tutto il 2013 e per i primi mesi del 2014. L’immobile, dove ha sede la sala teatrale, risale esattamente a sessantasei anni fa, il 15 aprile 1947, quando le più importanti autorità ecclesiastiche e politiche della zona posarono solennemente la prima pietra. L’idea di realizzare un luogo ricreativo destinato ai parrocchiani venne all’allora parroco don Marcellino Orlandi, che intitolò l’edificio ai sessanta combattenti defunti durante le due guerre mondiali chiamandolo “Patronato dei Caduti”. Tutti i giovani e gli uomini del paese risposero all’appello; lavorando gratuitamente nella “Vigna” (nome simbolo del cantiere); con l’aiuto dello stesso prete e sindaco gli operai compirono la missione in breve tempo. Le persone che non poterono lavorare con le braccia mandarono quelle poche lire che possedevano in più come offerta alla parrocchia. Piccole donazioni giungevano dalla stragrande maggioranza

dei vellesi, da benefattori di Verona e provincia, da compaesani migrati in alte zone d’Italia e dall’estero, tanto che tre fratelli spedirono denaro dalla Francia. La costruzione fu così realizzata tra la chiesa e la casa parrocchiale; larga circa venti metri per undici di altezza (la facciata a sud alta circa diciotto metri poggia direttamente sulla strada che entra nel centro abitato), venne costruita in stile monumentale con pietra della Lessinia. Al secondo piano vennero ricavate delle sale per il catechismo mentre al piano terra, venne costruito il cosiddetto salone d’onore, affacciato sul

sagrato della chiesa mediante un portico con arcate a tutto sesto, dove oggi ha sede il teatro. La sala venne per decenni utilizzata come cinema e fu frequentata sino agli anni ottanta poi cadde in abbandono. Vent’anni fa, lo scrittore, commediografo e regista Alessandro Anderloni, assieme a don Luigi Sartori, con l’aiuto di volontari, s’interessarono al complesso e lo rimisero in sesto. “La Madona l’ha portà la luce” è il titolo del primo spettacolo messo in scena in una sera dell’anno 1993, dove si raccontava del pellegrinaggio a Velo avvenuto

Dentro il teatro La sala teatrale durante uno spettacolo musicale qualche anno fa.


Velo Veronese 11

Aprile 2013 Vivere Lavagno

nel 1950 della Madonna de La Salette e dell’accoglienza che la popolazione fece alla statua della Vergine. Settanta persone, dal bambino di cinque anni al nonno anziano, rievocarono quell’evento sul palcoscenico davanti ad un pubblico formato da un intero paese, che seduto in platea, si rivedeva com’era stato e com’era ancora. Da allora il piccolo palco ha visto circa nove rappresentazioni dell’associazione culturale “Le Falìe”, gruppo che comprende la compagnia di teatro popolare e di musica con il coro polifonico e che promuove festival cinematografici, mostre di fotografia e d’arte e progetti teatrali svolti sia in Italia sia all’estero. Disegnato dallo Studio tecnico Albi, il programma di ristrutturazione rivolto ad una parte del piano terra e del piano seminterrato del Patronato, prevede la realizzazione di nuovi servizi igienico sanitari, sia per la sala teatrale, sia per i nuovi camerini che verranno ricavati da vecchi sgabuzzini ubicati al piano inferiore della sala. L’intervento più im-

sotto la nuova platea e rivolta verso la saletta attigua al teatro, mentre al piano mezzanino, sul loggione, verrà rimodernato lo spazio regia con strumentazioni d’avanguardia. Il palco in legno non verrà toccato, verranno solamente installati meccanismi per l’automatizzazione del sipario. Il teatro sarà adeguato alle recenti normative antincendio e alle barriere architettoniche. I finanziamenti al progetto provengono in buona parte dalla Fondazione Cariverona, dal Comune di Velo Veronese, dalla Provincia di Verona, dalla Regione Veneto; collaborano inoltre la Parrocchia di Velo e altri enti associativi della zona. L’associazione culturale “Le Falìe” sta inoltre istituendo numerose iniziative per recuperare denaro: ad esempio, lotterie e raccolte fondi, come quella intitolata “Dona una poltrona”, che permette ad un privato di acquistare simbolicamente un posto a sedere nel nuovo teatro in cambio di una donazione. ( Per chi fosse interessato può rivolgersi a:

Il progetto Sezione interna del nuovo teatro di Velo Veronese.

portante avverrà sulla platea dove una diversa distribuzione dei posti a sedere si compirà con la costruzione di una nuova tribuna a gradoni, sostenuta con una struttura in metallo rivestita in legno, che parte dal livello del palcoscenico e collega il loggione attuale. I posti a sedere si ridurranno dai duecento attuali a circa 145, con poltroncine ribaltabili a gravità. Appena messi a punto nuovi impianti di riscaldamento e di ventilazione con il conseguente adeguamento dell’impianto elettrico attuale, verranno montate nuove contro soffittature e un moderno sistema di insonorizzazione e di ampliamento acustico con pannelli fonoassorbenti. Una piccola biglietteria, verrà posizionata

"Le Falìe", tel. 045/7835566, www.lefalie.it). C’è ancora molto lavoro da fare, ma quando le persone si mettono insieme per realizzare un obiettivo comune si ottengono sempre risultati interessanti, particolarmente importanti in un periodo difficile come l’attuale, caratterizzato da un degrado morale e culturale che imperversa nella nostra società, da cui sembra non esserci via d’uscita nell'immediato. Riccardo Tezza

Rassegna di Canto Corale

Anche quest'anno si terrà a Verona il consueto Concorso Internazionale di Canto Corale, giunto al suo 24° compleanno. La rassegna ospita oltre 1000 cantori e vede la presenza di una giuria di 7 esperti di fama internazionale. L'iniziativa è promossa dall'Associazione Gruppi Corali Veronesi, il cui presidente è il nostro concittadino Lino Pasetto. Il concorso avrà luogo dal 3 al 6 aprile presso il Teatro Nuovo di Verona. Sempre a Verona, e precisamente alla Gran Guardia il 13 e 14 aprile 2013, l'Associazione organizzerà la 9° Mostra - Fiera della Coralità. I cori invitati potranno allestire un proprio spazio espositivo dove presentarsi e mettersi in mostra. Quelli che si presenteranno al completo potranno esibirsi.


12 Eventi

Gli eventi all'asilo nido Biancaneve

Spazio a misura L'interno dell'asilo nido Biancaneve dove si terranno gli incontri

L'asilo nido Biancaneve di S. Pietro di Lavagno organizza una serie di incontri

aperti al pubblico su temi riguardanti il rapporto genitori-bambini. Grande è l’attenzione che l’asilo nido Biancaneve dedica ai bambini. L’organizzazione del nido assicura positive risposte ai bisogni del bambino con un progetto Psico-Pedagogico Innovativo, che riconosce ogni bambino protagonista del suo processo evolutivo. A partire dal mese di marzo sono iniziati, all’interno del nido, dei corsi aperti a tutti grandi e piccini: “Gioca yoga” per bambini dai 2 ai 3 anni, dai 3 ai 5 anni, dai 6 ai 11 anni e per ragazzi dai 12 ai 16 anni; “Inglese con Creative Language” per bambini e per adulti; “Stretching dei meridiani” per adulti; “Parola di mamma” dedicato a mamme con bambini dai 0 ai 6 mesi;. Sabato 27 aprile dalle ore 10 alle 12 ci sarà “conTATTO”, incontro di Massaggio Infantile, con insegnante A.I.M.I., e Sostegno alla Genitorialità dedicato a mamme e papà di bimbi dai 0 ai 12 mesi (info dottoressa Marisol Trematore 347/1349912 marisol.trematore@gmail.com). Dal mese di maggio l’Associazione Culturale “Continuando a Crescere” organizza: il 27 maggio: “I COLORI DELL’AUTOSTIMA”; il 14 maggio: “ S.O.S. ADOLESCENTI: pillole di emergenza per genitori”; il 23 maggio: “COMUNICAZIONE EFFICACE in famiglia e nella Vita”; il 30 maggio: “ANSIA, PAURA E STRESS” Info: tel. 045/983043, www.nidobiancaneve.it, continuandoacrescere@libero.it.

Maer Tende presenta Wedding Maer 2013 Artigiani di qualità, nati per il piacere di creare un ambiente di vita confortevole con proposte originali di tendaggi da interno ed esterno. Il fiore all'occhiello è la sartoria che con creatività,impiegando tessuti pregiati, in tendenza con la moda del momento, dà vita a soluzioni personalizzate e studiate su misura. La MAER TENDE ogni anno propone le migliori collezioni di tessuti ed accessori che vengono proposte nelle grandi fiere europee del settore. L'azienda offre anche tendaggi da esterno, dalla classica tenda a bracci, alle coperture di ultima generazione ,sapientemente proposte in base alle esigenze. MAER TENDE si propone con soluzioni accattivanti anche nel settore tappezzeriarifacimento imbottiti(divani, cuscini, copriletti, trapunte, tovaglie, etc...) dando così vita ad ambientazioni uniche e raffinate. NOVITA’ 2013: WEDDING MAER nasce dall’amore per il particolare che fa la differenza che ha spinto la figlia Alice con la cognata Elisa a creare, per i novelli sposi, una linea di allestimento-cerimonie, sia per i matrimoni religiosi che civili; idee originali e sfiziose a cornice di un sogno. Vi aspettano nel loro show-room, certi di poter offrire un servizio all'altezza delle vostre aspettative. MAER TENDE Viale del Lavoro 41 Centro Commerciale VR Est, San Martino B.A., tel. e fax 045 995451, www.maertende.com, info@maertende.com

Aprile 2013 Vivere Lavagno

Il servizio di supporto psicologico del doposcuola delle scuole medie. L'Università Popolare di Lavagno da due anni ha esteso i suoi ambiti di interesse all’educazione dei ragazzi, in particolare di quelli in età preadolescenziale. Le nuove generazioni, infatti, se adeguatamente seguite, ascoltate, capite e motivate sono una grande risorsa per la società. Dall’anno scolastico 20112012 l'Università coordina e gestisce il servizio di doposcuola, rivolto agli studenti frequentanti la secondaria di I° grado dell’Istituto Comprensivo Statale “Don Lorenzo Milani” di San Pietro di Lavagno. Il doposcuola è uno spazio in cui i ragazzi vengono seguiti in orario extra-scolastico sia per lo svolgimento dei compiti, sia in attività psico-educative e ricreative. Da febbraio 2013, grazie al contributo della Fondazione Cariverona, accanto a questa attività è stato sviluppato un servizio specialistico di supporto psicologico e scolastico individualizzato, rivolto a preadolescenti in difficoltà scolastica o con malessere psicologico residenti nel Comune di Lavagno. I ragazzi vengono accolti su segnalazione degli insegnanti della scuola e dei servizi sociali del Comune di Lavagno e seguiti da personale specializzato.


Aprile 2013 Vivere Lavagno

Eventi 13

“All’ombra del forte”

L'incontro Due momenti della presentazione dell'associazione a San Briccio.

Si è tenuta a San Briccio il 20 marzo la presentazione ai cittadini di Lavagno dell'associazione culturale "All'ombra del Forte". L'evento è stato importante perchè importante è l'obiettivo che l'associazione dovrà raggiungere:il recupero del Forte di San Briccio. Il passaggio di consegne dell'immobile storico dal Demanio al Comune di Lavagno è avvenuto da poco tempo, ma l'associazione ha bisogni di un direttivo che inizi a lavorare. Per questo sono aperte le iscrizioni: tutti possono partecipare, versando una quota di 5 euro (10 per avere anche il libro di Corrà-Zerbato "All'ombra del Forte").Terminato ilperiodo di iscrizioni, si provvederà ad eleggere il nuovo direttivo. Dove è possibile compilare l'iscrizione? Presso: • la Biblioteca Comunale in Via Bertoni, 18 a Vago (lunedì-martedì-mercoledì-venerdì dalle ore 15 alle 19); • presso Lino Pasetto a San Briccio: • presso il Municipio, ufficio URP (Signora Bruna) a San Pietro; • Cartolibreria Emmeci a San Pietro.


14 Tradizioni

Aprile 2013 Vivere Lavagno

I ricordi di cosa si mangiava nei campi L'uccisione del maiale era una delle feste più importanti della corte

Nei campi se campa Attilio mostra cosa era la fatica del lavoro nei campi qualche decennio fa. Il cibo non mancava, anche se scarso.

Nei ristoranti tradizionali troviamo le pietanze tipiche della nostra zona come la pastisada de caval, i bigoli col musso, polenta, gnocchi e pearà. Ma come si mangiava veramente nei nostri campi negli anni 50? «A colasion na scodela de late de vacca e un paneto, late bon! E pan fato in casa»; se avanzava dalla sera prima, la prelibatezza era la polenta brustolà nel latte. Parola di Attilio, cresciuto in una famiglia contadina a Caldierino. A mezzogiorno in punto tutti a tavola, la famiglia era sempre riunita perché nei campi a mezzogiorno si mangia, l'era una tradision! A pranzo c'era sempre la minestra di verdure o il minestrone di fagioli, legumi vari o con le onnipresenti verze invernali. Ogni tanto c'era anche il brodo, quando si uccideva una gallina, con le taiadele fine fine fatte in casa. Di secondo il maiale la faceva da padrone immancabile con una fetta di pane. Il maiale «l'era el companadego della fameia par tutto l'anno», in dicembre nel periodo di Santa Lucia se fasea el mascio e l'uccisione del maiale era una delle feste più importanti della corte. Quando tel copai te vardavi subito se el gavea grasso e lardo parchè l'era el conser, era lo strutto che sciolto nei piatti lasciati a riscaldare sulla polenta serale el fasea un bel poceto belo soffice. Durante l'inverno si consumavano la mortadela (salsiccia), el codeghin, el sondale (lo strutto) e la moretta (la carne della testa) che erano carni che si conservavano solo nel periodo freddo altrimenti le fasea el ransìn. Quando arrivava l'estate erano pronti i salami che si erano stagionati nella moscarola e dovevano bastare fino al dicembre successivo. Si cenava al calar del sole, in inverno verso le 18-18,30 e d'estate si mangiava nella corte con le altre famiglie con lunghe tavolate fuori e si faceva tardi, fino al rosario della sera,

che si recitava tutti insieme. Tutte le sere si mangiava la polenta, cucinata sul camino nel stagnar, ribaltata sulla panara e tagliata a fette per tutti con il filo di refe. E con la polentina c'era l'onnipresente maiale o qualche animale di corte come conigli, galline o faraone. La carne di manzo è arrivata in zona molti anni dopo quando passava nelle corti la Lisetta della carne, era una donna che passava con i scartossi contenenti pezzi di manzo come la testa, la corradina e altro. Alla domenica c'era sempre il brodo e la pearà e poi si mangiava una gallina o un'anara, metà a pranzo e metà alla sera sulla gradela. si mangiavano anche tortellini, gnocchi, lasagne e maccaroni al torchio e con lo strutto si facevano poi le fogasse, che era il dolce tipico Poi c'era il vino, e con i risciacqui delle uve si faceva in seconda battuta el vin piccolo ed infine con un terzo passaggio la graspìa, che faceva a malapena 3 o 4 gradi. Sempre dalle uve, ovviamente, si faceva l'aceto e qualcuno distillava grappe. Nei campi «i à sempre magnà parchè na patata, un sacco de farina par far el pan e la polenta la ghera sempre, na galina, un cunel, el mascio i ghe sempre stà. Le galine le fasea l'ovo, con le vache in stalla te gavei el latte e te fasei el burro...te ghe sempre da magnar nei campi. Un'erba nell'orto la vien sempre su! E quando te ghe tre bestie in corte sa è te serve altro par vivar? Quel poco che te meti in boca! E l'era sano! Le galine le te fasea l'ovo, le vacche le te fasea el latte, el mascio el te fasea el conser. Te ghe sempre da magnar nei campi...» e come una magica tiritera, o uno remoto scioglilingua, la frase sembra ripetersi all'infinito, perché sono gestualità e abitudini di sussistenza che appartengono all'essere umano dalla rivoluzione neolitica e che abbiamo perduto o ci hanno tolto quasi del tutto negli ultimi 50 anni. Paolo Marocchio


Tradizioni 15

Aprile 2013 Vivere Lavagno

La quotidianità negli anni Cinquanta La vita nelle case di campagna quando mancavano le comodità di oggi

Una volta La monega scaldava il letto.

Quando mi sveglio al mattino, mi lavo

la faccia, vado in cucina, accendo la luce sul fornello, preparo la moka e la metto sul gas, apro il frigo per prendere del latte e mi appoggio al termosifone per riscaldarmi un pochino prima del caffè. Questa veloce scena racconta la nostra quotidianità e sottende la nostra posizione di utenti e consumatori di acqua, gas ed energia elettrica. Non ci accorgiamo più cosa c'è sotto ai semplici gesti come l'accensione di una lampadina o del gas. Attilio, che è nato nel 1943, ci racconta che negli anni '50 nelle case di campagna mancavano tutte queste comodità; con modalità più antiche si faceva tutto lo stesso. «Quando ghe ne parlo ai me

neodi ghe par che ghe conto na barzeleta». La luce era garantita dalle lanterne e lucerne a petrolio. In casa c'era una lucerna grande al soffitto, quelle piccoline, che si usavano per andare nelle altre stanze, e la lanterna, per intenderci quella con il manico, che serviva per muoversi nel buio della corte o per andare a controllare gli animali nelle stalle. Dobbiamo immaginarci che la sera fuori era tutto completamente buio o illuminato dalla luna; nelle case la luce fioca illuminava a malapena i piatti per la cena e a fatica si riusciva a leggere. In cucina c'era l'immancabile camino e la stùa (cucina economica), alimentati a legna, che erano le due fonti di calore e i luoghi per la preparazione di cibi caldi. Il fornello a gas con le bombole si è diffuso solamente negli anni '60 cambiando radicalmente il modo di cucinare. Un altro elettrodomestico fondamentale in ogni casa è il frigo. Le esigenze di allora erano adeguate alle tipologie di alimenti, si mangiavano sempre prodotti freschi di giornata e le uniche cose che avevano bisogno di essere conservate erano le carni del maiale. In ogni casa la stanza a nord, la camara de drio, era posizionata la moscarola,

che serviva per stagionare i salami e per proteggerli. In inverno le case erano gelide con spifferi che passavano dagli infissi e l'umidità nelle stanze. Il luogo caldo era sempre la cucina, dove i fuochi garantivano l'ambiente più confortevole. Alla sera, prima del rosario, le mamme raccoglievano le braci e andavano a preparare i letti, infilavano la monega sotto le coperte e poi inserivano la fogara con le braci che scaldava i letti, donando un pochino di tepore nelle camere gelide, e come se stasea ben in leto! Lo scaldaletto era costituito dalla monega (detta anche el prete), la struttura in legno che ricorda una doppia slitta e che serviva ad alzare le coperte, e dalla fogara, che era il recipiente in terracotta che conteneva le braci. Successivamente la fogara è stata sostituita dai più comodi scaldaletto in rame, che ricordano dei serbatoi ovali. Per il riscaldamento con la caldaia a gas bisognerà aspettare la fine degli anni '60; in quegli anni compaiono anche le stufe a cherosene e le case si sono adeguate ai comfort che tutti noi conosciamo. P.M.

Il rituale del caffè fatto con la moka La prima caffettiera fu brevettata nel 1933 da Alfonso Bialetti La

Piccoli piaceri La moka è in tutte le case.

preparazione del caffè è in molte culture motivo di orgoglio regionale, se non addirittura nazionale come il caffè napoletano, il caffè marocchino ed il nostro espresso. Ogni giorno nelle nostre case la preparazione della moka segue piccoli rituali contrassegnati da orgoglio familiare; c'è chi riscalda le tazzine vicino al fuoco, chi preme il caffè ben bene, chi tiene il caffè in frigo per garantirne l'aroma e così via. La moka è un'oggetto che abbiamo in casa e che fa parte della nostra quotidianità ma non esiste da sempre. Come noi la conosciamo è entrata nelle case molto tardi (la Bialetti è stata brevettata nel 1933) ed è entrata lentamente nell'uso di tutti gli italiani, andando ben oltre i confini nazionali, anche se recentemente sta incontrando la concorrenza delle nuove macchine da espresso.

Mi raccontano che dalle nostre parti il caffè è sempre stato un lusso e, quindi, erano molto diffusi il caffè d'orzo o altri surrogati, come quello di cicoria della Miscela Frank. Nelle cucine di campagna il caffè, l'orzo o i semi di cicoria venivano tostati con la bala, un arnese metallico formato da due coppe combacianti, e due lunghi manici che le tenevano chiuse a mo' di pinza. La bala la si teneva sul fuoco per il tempo necessario e poi si passava al macinacaffè, quasi sempre riposto sulla trave del camino, per ridurlo in polvere. Tel masenavi e tel fasei nela ramineta con l'acqua; il caffè andava per un po' di tempo sulla stufa e poi la bevanda andava filtrata ed era finalmente pronta. La Moka? La moka lè vegnua dopo... Paolo Marocchio


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