Vivere lavagno maggio 2012

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Periodico trimestrale - Anno 3 - Numero 1 - Maggio 2012 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno Reg. Trib.VR n° 1871 - Redazione e progetto grafico Federico Zenari - Stampa Arti Grafiche Studio 83 Srl, Vago di Lavagno (VR)

Siamo cosĂŹ distanti da Ca' del Bue?

Nel 2012 ancora problemi di connessione adsl a Lavagno

A Mezzane la piazza si rinnova

C'era una volta: il tram di Vago e l'arrivo della televisione


2 Attualità L'editoriale Siamo da sempre molto attenti a recepire le esigenze del nostro territorio e abbiamo sempre prestato attenzione all’uso delle nuove tecnologie. Noi tutti lavoriamo giornalmente con il nostro computer, cerchiamo notizie, scarichiamo video e musica, ricette di cucina e indirizzi di medici da internet, che con le sue infinite applicazioni sta letteralmente cambiando il mondo. Il suo accesso purtroppo è da qualche mese problematico per i nuovi abitanti arrivati a Lavagno ultimamente. Nella nostra comunità si avverte anche la voglia di avere informazioni oggettive su tanti aspetti del viver quotidiano, per esempio le tecniche di smaltimento dei rifiuti, capire se sia meglio l’inceneritore o le discariche e quali siano i pericoli nascosti per la nostra salute. Il cittadino vuole essere parte attiva della società, vuole essere ascoltato, veder impiegati proficuamente i soldi che versa per onorare i suoi contributi fiscali allo stato. Desidera che la cosa pubblica sia gestita in modo virtuoso! Si devono riscoprire le virtù civili se vogliamo uscire da questa crisi economica e sociale che ci avvolge. Sì, perché, se rispolveriamo il significato greco del termine “virtù”, vediamo che significa capacità dell’uomo di eccellere in qualcosa. Veder praticata l’eccellenza nella gestione della cosa pubblica oggi è forse il sogno proibito di noi“ very normal people”. Maria Grazia Belli Presidente Università Popolare di Lavagno

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Internet, questo sconosciuto Numerosi cittadini non possono ancora collegarsi alla rete

Vino e oltre Villa Erbice a Mezzane di Sotto, sede dell'omonima azienda agricola

A

Lavagno internet rimane un miraggio. Da molti mesi è impossibile per i cittadini stipulare nuovi contratti per avere l'accesso al web. La centrale telefonica di Vago è satura, non ci sono fisicamente connettori liberi per nuovi allacciamenti. In un articolo apparso su "Lavagno Informa" il 4 dicembre 2011 Luca Camponogara, consigliere comunale, affermava che la centrale sarebbe stata riqualificata per l'inizio del 2012. Oggi il problema c'è ancora. Il 14 marzo abbiamo spedito una mail a Telecom Italia per avere informazioni su un eventuale soluzione. Qualche giorno dopo Damiano Caramia, responsabile dell'ufficio stampa nord-est di Telecom Italia, ha assicurato che a fine aprile i lavori sarebbero stati eseguiti.

Ricontattato per avere ulteriori notizie, Caramia ha confermato che i lavori di desaturazione sono in atto e che entro la fine del mese la maggior parte dei cittadini di Lavagno avranno accesso ai servizi adsl. Nei successivi mesi la possibilità verrà data a tutti. Il problema riguarda tutta Italia. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato entro il 2013 la data entro cui eliminare il deficit infrastrutturale italiano che limita l'accesso al web dei cittadini o ne rallenta la navigazione. La riuscita del progetto permetterà il rilancio dell’economia del Paese, «poiché i benefici di questi investimenti hanno dirette ricadute su cittadini e imprese». Staremo a vedere. Federico Zenari


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Le società che ci collegano alla rete

Attualità 3

Abbiamo interpellato le aziende che portano internet nel nostro paese

Alternative Alcuni ripetitori Wi-fi che prmettono l'accesso a internet senza cavo telefonico.

La

rete telefonica italiana è sotto accusa. Gli investimenti necessari a potenziarla per avere un accesso al web più veloce non ci sono. Telecom Italia, azienda proprietaria della rete nazionale, con molta calma sta provvedendo a migliorarla. Molto spesso il doppino in rame telefonico deve compiere diversi chilometri per collegare la nostra casa alla centrale più vicina. Durante il percorso il segnale perde potenza. Altra causa di rallentamenti nella connessione è l'intenso traffico sulla rete. La saturazione delle centrali Telecom è un problema diffuso in tutta Italia. Esistono alternative. Anche il territorio di Lavagno, infatti, è coperto da una rete radio, che consente una connessione permanente a larga banda via etere, anziché con il tradizionale cavo. Braies è una piccola azienda di Vago, nata dalle ceneri della Civicnet qualche

anno fa. Secondo Alessandro Chiecchi della Braies «al momento non esiste una tecnologia migliore del ponte radio per portare internet. Bastano infatti poche antenne sulle colline per coprire vaste aree. L'antenna principale si trova sul tetto dell'Holiday Inn, a San Martino Buon Albergo, ed è collegata alla fibra ottica che corre lungo le autostrade. Non ci sono cavi di rame che disperdono il segnale. Il Wi-fi non è una tecnologia sostituiva alle carenze di Telecom, ma sta prendendo il posto dei tradizionali fornitori adsl. La nostra rete si estende da Conca dei Parpari a Boschi Sant'Anna». Anche Alessandro Zenari di Wolnet conferma la loro presenza sul territorio di Lavagno. «Copriamo tutto il Comune e cerchiamo di collaborare con gli altri fornitori della stessa tecnologia. Il nostro interesse è cercare di dare un servizio ai clienti dei fornitori che utili-

lizzano ancora il doppino di rame». Lessinianet fa capo alla Cooperativa Sociale Galileo di Verona e offre servizi adsl e telefono a Lavagno, così come Eolo della NGI, controllata da British Telecom, mentre altre come Verona Wireless giungeranno a breve. «I punti forti di questo servizio - continua Chiecchi di Braies - sono la velocità costante di trasmissione, i costi contenuti e l'assistenza immediata. Il sistema, che prevede l'installazione sul tetto della propria casa di una piccola antenna ricevente, è sicuro e richiede una minima assistenza, che viene garantita tutti i giorni dell'anno.» E le antenne che trasmettono? Dove si trovano? Sono pericolose per la salute? «Assolutamente! - dice Alessandro Zenari di Wolnet - Le apparecchiature wireless, per disposizione normativa, operano con valori di emissione elettromagnetica molte volte inferiori a quelle di un telefono cellulare e, inoltre, il raggio d'azione è più limitato. Le antenne si trovano su punti elevati, come le colline o i fari dei campi da calcio.» In molti paesi europei la connessione wireless viene offerta gratuitamente nelle città; anche a Verona e a San Martino Buon Albergo esiste la possibilità di connettersi gratuitamente alla rete Guglielmo. La diffusione di internet è fondamentale e obbligatoria per un rilancio di un'economia oramai in piena recessione. È giunto il momento di avere il coraggio di pretendere miglioramenti in tal senso anche nei piccoli centri rurali come Lavagno. Federico Zenari


4 Interviste

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Il sindaco: "Su Ca' del Bue non do giudizi" Il fronte dei Comuni contrari all'inceneritore continua ad allargarsi L'inceneritore di Ca' del Bue è stato uno dei temi caldi della campagna elettorale nei Comuni vicini a Lavagno che sono andati al voto. Sono sempre di più infatti i sindaci che aderiscono al fronte di coloro che sono contrari all'impianto di smaltimento dei rifiuti. Ai Comuni di San Martino Buon Albergo, San Giovanni Lupatoto e Zevio si sono aggiunti anche quelli di Bovolone, Erbè, Castel d’Azzano, Povegliano, Vigasio e Buttapietra. Ci siamo chiesti perchè a Lavagno questo problema non sia molto sentito. Siamo davvero così distanti da Ca' del Bue? Alcuni studi testimoniamo che gli effetti dell'inceneritore si farebbero sentire a diversi chilometri di distanza dall'inceneritore "incriminato". Abbiamo quindi interpellato il sindaco di Lavagno, Simone Albi, che è stato molto disponibile a rispondere ad alcune nostre domande. Il primo cittadino però ha messo le mani avanti: «Su Ca' del Bue garantiamo la massima informazione, ma non mi esprimo. Saranno i cittadini a giudicare». Qualcosa però traspare riguardo alla sua posizione: «Teniamo conto che c'è sempre più rifiuto», afferma Albi. Signor Sindaco, i comuni limitrofi a Lavagno hanno preso una posizione in merito all'apertura o meno dell'inceneritore di Ca' del Bue. Quale è la posizione della sua amministrazione? Fare politica su un argomento del genere è molto difficile. Da un punto di vista scientifico non ci sono certezze che l'inceneritore faccia male, nè che non provochi disturbi alla salute. Ci sono, infatti, validi studi che confermano entrambe le posizioni. Lavagno ha scelto di garantire la massima informazione. Recentemente abbiamo ospitato l'associazione Salute Verona, che si oppone all'apertura di Ca'del Bue. Sarei altrettanto felice se venissero anche Comune di Verona, AGSM e AMIA. Chiunque è libero di venire per portare informazioni. Sarà poi il singolo cittadino ad esprimere un giudizio. Perchè gli altri comuni hanno preso delle nette posizioni? Verona non vuole buttare via i soldi già spesi per l'inceneritore; è stato fatto un investimento che deve rendere. L'obiettivo è chiudere le discariche e bruciare i rifiuti, ricavandone energia. Anche con una differenziata spinta, rimane circa 20% di rifiuto da smaltire. L'anno scorso alla discarica di Torretta di

Legnago sono stati accumulati 100 mila tonnellate di rifiuti. Se chiudiamo le discariche, bisogna far funzionare un inceneritore. La questione va, però, valutata da un punto di vista più ampio: qual è la politica energetica che vogliamo per la provincia di Verona? Teniamo conto che c'è sempre più rifiuto. Non c'è il rischio, aprendo Ca' del Bue, di svilire la raccolta differenziata spinta? Il Comune di Verona, infatti, utilizza ancora i vecchi cassonetti e per rendere produttivo l'inceneritore sembra che ci vogliano almeno 600 mila tonnellate di rifiuti all'anno. Probabilmente in questo momento Verona non ha alcun interesse ad applicare una differenziata spinta. A Lavagno il passaggio da raccolta classica a differenziata spinta non ha portato alcun risparmio in termini economici, perchè se è vero che ci costa meno smaltire il rifiuto in discarica, visto che le quantità sono diminuite, è altrettanto vero che i costi di raccolta porta a porta sono aumentati, perchè i camion devono fare più chilometri per più volte alla settimana. Ma in termini ambientali il bilancio della scelta compiuta è assolutamente positivo. La tassa comunale, inoltre, è calata e da quattro anni è sempre la stessa. Qual'è la politica energetico-ambientale di Lavagno? Cerchiamo di rendere tutti gli edifici comunali autonomi dal punto di vista elettrico e termico: ci sarà una installazione massiccia di pannelli fotovoltaici e di caldaie a basso consumo. Federico Zenari


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Una biblioteca in...fermento La struttura, inaugurata di recente, offre diverse attività

Aula studio La biblioteca ha alcuni spazi anche per gli studenti

Il 24 settembre 2011 è stata inaugurata

la nuova sede della Biblioteca Comunale di Lavagno in via G.Bertoni 18. Dopo alcuni mesi di attività il bilancio è sicuramente positivo. Questi nuovi spazi hanno favorito un aumento non solamente del numero di iscritti ma anche di servizi e attività proposte ad utenti e cittadinanza. Oltre alla postazione inter-

Attualità 5

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net e al tradizionale servizio di prestito libri, ottimizzato dal fatto che la biblioteca è parte da diverso tempo del Sistema Bibliotecario Provinciale, sta nascendo anche la sezione DVD che avrà piena funzionalità nelle prossime settimane. Il programma 2012 è ricco e vario. Anche quest'anno sono state organizzate le

serate InCONtro, rivolte a tematiche sociali, storiche e scientifiche. Inaugurate gli scorsi mesi con vari eventi: dall'incontro dedicato allo scrittore Emilio Salgari alla presentazione e visita della mostra “Il Settecento a Verona”, assieme all'Università Popolare, e dal progetto “Nati per leggere”, nei prossimi mesi nuovi appuntamenti attendono bambini, ragazzi e adulti. Il 18 maggio si terrà una serata di presentazione dell'ultimo libro del prof. Giuseppe Corrà “Oltre il cielo del mio paese” accompagnato da un documentario di M.V.Quattrina. Domenica 3 giugno la biblioteca aprirà le porte per un'intera giornata di festa, ricca di iniziative. Per bambini e ragazzi, dopo l'appuntamento con “Scientificando”, continueranno diversi progetti, dalle Olimpiadi del libro all'incontro con l'autore, organizzati in collaborazione con le scuole elementari e medie. Sono state create, infine, una mailing list e una pagina Facebook per aggiornare gli utenti in tempo reale su tutte le iniziative e le ultime novità editoriali in arrivo. Cecilia Cavedini

Giubbino e paletta, i volontari sorvegliano le strade Ogni giorno presidiano gli attraversamenti pedonali nei pressi delle scuole

Sorveglianza Nella foto i volontari con la presidente dell'Università popolare.

Con l’allegro spolverino giallo fosforescente, l’immancabile paletta per segnalare di fermarsi, un bel sorriso simpatico, ogni giorno dell’anno scolastico, con silenzioso impegno e con tanta volontà, Lorenzo, Mary, Alfredo, Sara e Sofia sono pronti ad aiutare e a collaborare con bambini, genitori e anziani. Dopo il buon servizio di sorveglianza agli attraversamenti stradali davanti alla

scuola elementare di Vago e sulla regionale 11, svolto da Sofia e Sara, socie volontarie dell’Università Popolare di Lavagno, l’anno scorso, l’operato sociale dell’Università Popolare dal gennaio 2012, si è esteso alla sorveglianza sulle vie di accesso alla scuola elementare di San Pietro. Incontriamo davanti alla scuola Lorenzo, il veterano di questo servizio, in quanto mette a disposizione

il suo lavoro di volontariato da parecchi anni, davanti alle scuola di San Pietro e svolge altri importanti servizi a favore della collettività anche con gli Alpini di San Pietro. Coordina un po’ i colleghi, dando loro consigli utili per fronteggiare le varie emergenze. Al pomeriggio, davanti al municipio, incontriamo invece Alfredo, che ci racconta della sua vita, in gran parte dedicata al volontariato: i tanti anni passati come volontario della Croce Verde di Verona e quelli come autista di pulmini per i ragazzi diversamente abili. Ha fatto del volontariato una necessità di vita, infatti anche ora che si è trasferito solo da un paio d'anni a San Pietro di Lavagno, non ha saputo resistere ad offrire il suo tempo libero agli altri. Mary, la signora che sorveglia le striscie pedonali vicino al bar Benny Bar, allegra e frizzante, con la battutina sempre pronta, ci confida di essere molto appagata della gentilezza dei genitori e degli alunni, che la salutano e a volte la ringraziano. Alice Turri


6 Mezzane

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Mezzane, a buon punto i lavori della piazza L'intervento, finanziato anche grazie a dei fondi regionali, costa circa 300mila euro

Lavori in corso La piazza principale di Mezzane si rifà il "trucco".

L'amministrazione guidata dall’avvocato Antonio Domenico Sella, dopo il suo insediamento nel giugno 2009, si è attivata per ottenere il finanziamento regionale necessario alla sistemazione della pavimentazione della piazza, che, realizzata quasi 35 anni fa, presentava diversi problemi. L’intervento non è di poco conto: infatti si è considerato necessario anche ridefinire tutti gli impianti sotterranei, che risalivano all’epoca della prima pavimentazione, se non addirittura precedenti. Così lo scorso 23 gennaio sono iniziati i lavori, grazie al finanziamento della Regione Veneto, che copre parte dell’importo di spesa complessivo di 300.000 euro. Si tratta di un progetto ambizioso, come ci hanno spiegato l’assessore Giovanni Carrarini ed il consigliere Gaetano Passigato, che prevede appunto la manutenzione straordinaria di Piazza IV Novembre, con il rifacimento della pavimentazione, degli impianti sotterranei e dello spazio verde che circonda il monumento ai caduti, ma che ha come sviluppo anche l’adeguamento del parco a nord del Municipio. Quest’area, infatti, sarà resa fruibile ai cittadini mediante l’apertura di nuovi ingressi, la realizzazione di percorsi pavimentati, l’installazione di un adeguato impianto di illuminazione e con i necessari complementi di arredo. Inoltre, si prevede di realizzare l'adeguamento del giardino a sud del Municipio, per migliorare l'accesso agli spazi pubblici che si trovano in quell’area. Una volta concluso l’intervento, tutta l’area della piazza e degli spazi del Municipio avranno quindi un nuovo e ordinato aspetto. Germano Burro


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Mezzane 7

La piazza è da sempre luogo di incontri Da contrada del XII secolo a piazza IV Novembre del 1921 è sempre stata il centro di tutto

Scatto d'epoca Un'immagine di repertorio della piazza IV Novembre

La definizione “piazza” che diamo ad

uno spazio ampio aveva un tempo un valore ancora più forte, in una società che, a differenza dell’attuale, trovava solo nei luoghi comuni un punto forte di aggregazione; questo avveniva in modo ancora più evidente nelle piccole realtà rurali, come nel caso di Mezzane. Qui dal medio evo la popolazione viveva sparsa in diverse contrade, come Villa, Guala, Fratta, Casale, Malavicina, Casoni (nomi attestati negli archivi parrocchiali sin dai più antichi documenti) e appunto, appena più grande delle altre, la Piazza, definita semplicemente così. La contrada Piazza era infatti lo spazio dove, sin dal XII secolo, sorgeva la vecchia pieve romanica di Mezzane, affrescata nel Cinquecento dal Farinati, che è stata in parte abbattuta, per i gravi problemi di umidità di cui soffriva, negli anni settanta dell’Ottocento, per utilizzare i materiali nella costruzione del nuovo tempio, realizzato in posizione più decentrata rispetto al nucleo urbano. Rimangono resti dell’area absidale della vecchia pieve nelle volte della Trattoria La Torre, mentre verso nord, dove sorge l’attuale abitazione Perdonà, era stato realizzato a partire dalla fine del Seicento, ma concluso solo nella metà dell’Ottocento, l’edificio in stile classico dell’Oratorio di San Carlo. Anche l’edificio della Torre, simbolo del Comune, aveva un tempo funzione religiosa, essendo il vecchio campanile romanico, così trasformato dopo che nel 1891 un terremoto ne aveva danneggiato la parte cuspidale.

Inoltre nell’area sorgeva il vecchio cimitero, che solo nei primi decenni dell’Ottocento viene spostato fuori dall’area abitata, nel rispetto delle disposizioni di legge che erano derivate da un famoso editto di Napoleone. Così la struttura odierna della piazza si è andata definendo soltanto a partire dal 1880 in poi: a quella data, infatti, risale la costruzione del vecchio Municipio sull’area absidale della Pieve romanica, fino a qualche hanno fa sede delle scuole e oggi sede di alcune associazioni locali. A questo primo edificio, affiancato sui due lati dalla torre e dall’oratorio, destinato ad abitazione solo nei primi anni del Novecento, si contrappongono sul lato a nord tre abitazioni d’uso civile, costruite in una medesima epoca e secondo un uniforme criterio architettonico, stabilito da un apposita commissione comunale alla fine di quel decennio. Possiamo quindi immaginare l’aspetto della piazza alla fine dell’Ottocento, come nell’immagine riprodotta in una delle più antiche cartoline di Mezzane. Sul lato a sud sorgeva all’epoca un muro di recinzione del brolo della Villa Maffei, che viene abbattuto nel 1926 per far posto

alla Casa del Fascio, realizzata con il contributo delle famiglie del paese nell’arco di due anni di lavoro. L’edificio, che dopo la seconda guerra mondiale è divenuto sede Municipale, è stato dedicato al patriota Remigio Pozza, come si legge in una targa posta a fianco dell’ingresso principale, ucciso dalle truppe tedesche in ritirata nell’aprile del 1945 in contrada Malavicina. L’ultimo lato che ha conosciuto una trasformazione in epoca recente è quello a ovest, dove in realtà passa la strada ma che era delimitato all’esterno dal muro di recinzione del giardino di Villa Maffei, abbattuto e sostituito con l’attuale cancellata circa cinquanta anni fa. Risale infine all’amministrazione Provolo, tra il 1975 ed il 1980, la realizzazione dell’attuale pavimentazione in porfido. Nei secoli la piazza, che ha acquistato il nome di IV Novembre soltanto dopo la realizzazione nel 1921 del monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, ha visto succedersi diverse manifestazioni: dalla fine dell’ottocento ha ospitato la fiera mensile e, nella stagione di raccolta, il mercato delle ciliegie, che si espandeva per tutte le vie del paese; inoltre è servita anche come luogo di ritrovo pubblico, per le ricorrenze civili, i comizi politici, le feste di paese e il semplice incontro. Si può quindi dire che ha un grande significato l’intervento che in questi mesi si sta realizzando per riqualificare l’area della piazza IV Novembre, che rappresenta davvero il centro della vita civile del Comune di Mezzane. Germano Burro


8 Associazioni

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Dal 1994 l'Aido a Lavagno L'associazione sensibilizza alla donazione degli organi

La sensibilizzazione alla donazione degli organi è un nobile atto, molto importante, che può salvare la vita a tanti. In Italia ci sono circa 9mila persone in attesa di una donazione per poter effettuare un trapianto d’organo, ci racconta Dino Zarantonello, nostro concittadino che ha subito una operazione di trapianto d’organo, complessa, che si definisce nel linguaggio medico “trapianto combinato” di rene e pancreas.

«La cultura della donazione degli organi in alcuni paesi europei, è vissuta positivamente», afferma Dany Chiocchetta che è socia dell’Aido dal 1981, «infatti in Austria e in Spagna ogni cittadino è potenzialmente donatore di organi, se non vuole esserlo , è sufficiente che lo dichiari. In Italia è il contrario, noi non siamo donatori di organi se non lo chiediamo esplicitamente. Iscriversi all’Aido, l’Associazione Italiana che promuove la donazione di organi ,è gratuito». Anche a Lavagno ci sono gli amici dell’Aido, precisamente dall’estate del 1994.

Dany Chiocchetta Segretaria ed organizzatrice dei corsi dell'Università Popolare di Lavagno (tel. 329 6040157)

Li incontreremo nel mese di maggio davanti alle chiese del nostro paese,che offrono una rosa, versando per questo fiore una offerta libera, contribuiremo a diffondere la cultura della donazione degli organi che questa associazione porta avanti. Se si vuole parlare con loro si può telefonare a Luigi Ridolfi tel.045 982040 o a Gerardo Fumagalli tel.045 8740166.

Officina Fotonica promuove la sala musica L' Associazione culturale Officina Fotonica dal 2007 mette a disposizione una sala musica insonorizzata. La strumentazione all'interno consiste in un impianto voce (mixer e casse), un amplificatore per basso elettrico, un amplificatore per chitarra elettrica, una batteria acustica, un proiettore video e anche un frigorifero. L'obiettivo dell'associazione è creare spazi e momenti di condivisione e collaborazione, soprattutto tra i giovani. Per questo si è scelto di far pagare prezzi bassissimi per l'affitto della sala: 3 euro all'ora per gruppi musicali di cui almeno uno dei componenti sia residente a Lavagno, 5 euro all'ora per tutti gli altri. In collaborazione con l'Università Popolare di Lavagno si organizzano ogni anno corsi di chitarra elettrica e batteria. Grazie alla convenzione col Comune, che fornisce gratuitamente l'uso della stanza nella palazzina degli spogliatoi di Via Brolo Vecchio, Officina Fotonica ha creato un luogo dove è finalmente possibile esprimersi in piena libertà.

Musica. Renè Montresor, maestro del corso di chitarra elettrica, durante un concerto.

Nel 2012 Officina Fotonica tornerà a partecipare attivamente alla Sagra del Patrono di Lavagno, occupandosi della

direzione artistica e della gestione della strumentazione musicale. F.Z.


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Associazioni 9

L'attività della Schola Cantorum Il gruppo corale è composto da una trentina di persone

Scacciapensieri

Musica religiosa Il Coro nel Duomo di Galatina, provincia di Lecce.

La

Schola Cantorum “S. Pietro Apostolo” di Lavagno, venne fondata nel 1906 dal Parroco del tempo don Vischi. Costituita dapprima solamente da voci maschili, si aggiunsero in seguito le voci bianche e, dagli anni ’60, le voci femminili. Ha sempre curato prevalentemente il repertorio di musica sacra per solennizzare le maggiori festività del ciclo liturgico e i momenti più significativi della comunità locale. Attualmente si compone di 30 elementi equamente distribuiti tra voci maschili e voci femminili. Il repertorio si è gradualmente arricchito e spazia dal periodo del gregoriano, della lauda, della grande polifonia rinascimentale e della coralità tedesca, per arrivare a compositori più recenti (Perosi, Casimiri, Zardini, Donella, Frisina…..).

Nel 2006 la Schola Cantorum ha celebrato solennemente il suo centenario animando una Santa Messa all’altare della Cattedra in San Pietro a Roma, presieduta dal Cardinale Comastri, e partecipando alla successiva udienza papale in sala Nervi. Nel corso di annuali viaggi in Italia e all’estero ha cantato nel Duomo di Barcellona, a Budapest, in Santo Stefano a Vienna, a Passau con il sostegno del grande organo di 17.000 canne, nel Santuario di Altötting, nella Basilica superiore di S. Francesco ad Assisi, nel Monastero di Montecassino, nella Cattedrale di Amalfi, a Berlino, a Cracovia, ecc. Dal 1978 la Schola è diretta da Bruno Menaspà; collaborano all’organo Giorgia Zenari, Maddalena Prassini e Monica Furlani. Dal 1996 il presidente del coro è Carlo Santi.

Dallaverde, da sempre per la tua auto Nel 1970 Gelino Dallaverde apre la sua autofficina e carrozzeria in Via Meucci a San Martino Buon Albergo, dopo aver lavorato anni in un distributore di carburante. Negli anni Novanta tocca ai figli Damiano e Loris assumersi l'onere di portare avanti l'attività di famiglia. Nel 2000 Loris si dedica all'autofficina carrozzeria, mentre Damiano inaugura la demolizione e smaltimento delle automobili in località Porcilana. Entro la fine del 2012 i due rami aziendali saranno riunificati nella nuova sede, che aprirà sempre in località Porcilana. L'autofficina è in grado di eseguire qualsiasi intervento che riguarda la carrozzeria, la meccanica, l'elettronica e i pneumatici. Si tratta di un centro assistenza autorizzato Fiat, Renault e Dacia, che offre un servizio completo anche nella gestione dei sinistri, dall'apertura della pratica alla liquidazione finale, grazie alle convenzioni con le più importanti compagnie assicurative e di noleggio auto. La Carrozzeria Dallaverde Auto è anche centro autorizzato Euroglass ed offre la riparazione di parabrezza scheggiati, la sostituzione di vetri auto di ogni marca, l'oscuramento dei vetri e l'intervento a domicilio con l'officina mobile.

Circa 8 milioni di italiani soffrono di Attacchi di Panico. Nelle grandi città inoltre sono più presenti, come è emerso da una ricerca condotta sulla popolazione di Roma dall’Istituto di Neuroscienze globale e dall’Istituto di sondaggi Swg di Trieste. Un romano su quattro ha infatti attacchi di panico cronici. Le cause specifiche variano, ma alla base vi sono quasi sempre tensione e stress elevati, più presenti nelle metropoli. Chi ne soffre si spaventa molto perché è un esperienza inattesa, spesso accompagnata da paura di perdere il controllo, di svenire, di morire o di impazzire. Ma individuando le cause dello stress e adottando precise strategie terapeutiche, con l’aiuto di uno Specialista e non con “cure fai da te”, si riesce a spezzare il circolo vizioso che alimenta l’attacco e si ritorna a “vivere”. Alice Turri


10 Tradizioni

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Quando la crisi stimola la creatività

Einstein: «La vera crisi è la crisi dell'incompetenza». Nuove sfide ci attendono

Nel periodo del miracolo economico italiano, tra gli anni 50 e gli anni 60 la televisione e l'automobile sono stati i simboli principali del rinnovamento e dello sviluppo del nostro paese. Proprio in questo periodo i cambiamenti sono stati molti e sono state molte le piccole attività artigiane che si sono sviluppate a tal punto da trasferire il “mestiere” dalla piccola bottega ad aziende strutturate. A Lavagno, infatti, troviamo casi importanti come quello della SAVER nella minuteria meccanica, della SPAC nella produzione di sottopiedi e della MOBU (ora CIZO) nella costruzione e commercializzazione di impianti zootecnici. Confrontando i racconti legati a questo momento storico, quando i giovanissimi potevano costruire un'attività di tipo industriale, con la situazione attuale, risulta importante capire da dove siamo venuti per interpretare il futuro nel breve. L'Italia, uscita profondamente ferita dalla Seconda Guerra Mondiale, riuscì in fretta a mettere le basi per restaurare il proprio sistema economico, aiutata dal governo Americano e dalla congiuntura favorevole per l'Europa stessa. Erano anni in cui il PIL raggiungeva livelli record come quello del +6,3% nel 1963 e alcuni settori industriali progredivano di oltre l'80% annuo. Questa grande accelerazione positiva sul versante economico e sociale ha anche provocato uno sradicamento completo dal vecchio al nuovo, da una società prevalentemente agricola alla società dei consumi. In questi mesi sono continue le notizie preoccupanti che riguardano lo Spread, il nostro livello C'era una volta Una cartolina storica che mostra la linea tramviaria di Verona. di debito pubblico, la tenuta del sistema monetario europeo e del sistema bancario stesso. Molti citano Albert Einstein: «Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi, però, nel tempo porta anche progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella Viaggiando in treno ci si trova ormai in scompartimenti in crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. cui ognuno è concentrato sul proprio “apparecchio”. Il mio Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'. vicino sta guardando un film al computer, le due studentesse Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta ascoltano una canzone a tutto volume condividendo gli auriil suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle so- colari, due manager in giacca e cravatta discutono di lavoro luzioni. La vera crisi è la crisi dell'incompetenza. L'inconve- davanti ai loro computer consultando un iPad e in molti sono niente delle persone e delle Nazioni è la pigrizia nel cercare impegnati in telefonate, sms, cuffie e caricabatterie. Guardo soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza questa scena e poi ritorno ai miei appunti e ai miei pensieri. sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non L'altro giorno in paese mi parlavano del vecchio tram che da c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, per- Porta Vescovo fermava anche a Vago. Nel ripensare ai racché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di conti di quei viaggi in tram e nel guardarmi intorno in questo crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il vagone moderno capisco che il tempo è proprio passato e conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta che siamo in un mondo completamente cambiato. Quando per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non il tram correva lungo la statale, e per correva si intende che voler lottare per superarla». Ci sono nuove sfide che attendo- raggiungeva al massimo i 30 chilometri all'ora, erano viaggi no l'intera comunità e solo il prossimo futuro ci potrà dire se che ricordano i film Felliniani, in cui la gente fumava, cantasaremo stati in grado di affrontare questa crisi con la stessa va a squarciagola e ogni tanto ci si concedeva anche qualche sapiente ingegnosità dei nostri padri. Se da un lato il periodo bicchierino di vino. Alla sera era il tram che portava a casa è difficile, dall'altro esiste una prospettiva positiva legata alla i lavoratori dalla città. Sembra che durante una nevicava il “decrescita felice” che vede in questa crisi un'opportunità. tram viaggiò nella bufera ed entrò pure la neve, come se non In quest'ottica occorrerebbe ridurre le esasperate esigenze di fosse bastato il freddo che c'era. «Tutto cambia» cantava consumo a cui siamo abituati per portare ad una maggiore Mercedes Sosa, in queste due immagini di un treno moderno condivisione tra le persone e ad un rapporto di maggior ri- e del nostro vecchio tram un piccolo spunto di riflessione sul spetto ed armonia verso il pianeta che ci ospita. cambiamento che c'è stato e che stiamo vivendo. Paolo Marocchio Paolo Marocchio

Una riflessione sui treni di ieri e di oggi...


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Tradizioni 11

L'arrivo sconvolgente della televisione a Lavagno

Sopra Una delle prime televisioni nei bar. Sotto Vita quotidiana nel viaggio lungo una via metropolitana.

Siamo alla fine degli anni 50 il tramonto dà le sue ultime pennellate di colore alla nostra valle che sembra immergersi nella memoria del suo passato e nelle novità del suo presente. I paesani, che hanno sempre amato trascorrere la serate invernali in compagnia e in luoghi chiusi, trovano nella televisione un mezzo nuovo per continuare la loro antica abitudine. Sono diventati fedelissimi a questo genere di passatempo e l'espressione dei volti attenti davanti allo schermo lo conferma. Ma gli anziani non mollano, un bicchiere di vino rosso e un mazzo di carte sono cose insostituibili e più genuine, in loro compagnia il tabacco è più buono e un grattacapo più gradito. Nella versione romanzata potrebbe iniziare così la storia della televisione, lo schermo luminoso che oggi è in tutte le case e in quasi tutte le stanze. Con un semplice gesto del telecomando possiamo accedere ai nostri programmi preferiti: dal Tg della sera alla partita di Coppa, dalla serie televisiva americana ai talk show. Fino a qualche tempo fa si sentiva «Stasera non c'è niente in televisione», mentre oggi, con il Digitale terrestre, l'offerta è notevolmente aumentata. Siamo abituati a vederla accesa quasi sempre e in molte case è compagna immancabile di pranzi, cene e soprattutto della sera quando, seduti comodamente sul nostro divano, ci facciamo coccolare ed accompagnare nel mondo dei sogni. Ma quando è arrivata la televisione? La prima trasmissione RAI è datata 3 Gennaio 1954 e la copertura nazionale viene garantita nei primi due anni. L'elevato costo di un televisore, stimato in circa 12 mensilità di un reddito medio dell'epoca, porta ad un lento affermarsi di questo nuovo mezzo di comunicazione relegandola ad un bene posseduto dalla classe benestante e da qualche Bar. Nel paesi del nostro Comune la prima televisione sembra sia arrivata a Vago, più precisamente nell'osteria “Il mondo di Qua e il Mondo di là”; dopo poco tempo arriva a San Pietro a “La Pesa”, l'odierno Benny Bar allora gestito da Cambioli e qualche anno più tardi anche da Dal Dosso. "La Pesa" era un'osteria a gestione familiare, tipico e importante luogo di ritrovo dove si scambiavano opinioni, magari accompagnati da qualche “goto”. Con l'arrivo della televisione il bar diventò il luogo di condivisione per avvenimenti che accadevano lontano, in diretta si assisteva tutti insieme alle partite di calcio, alle manifestazioni importanti ed ai principali eventi sportivi, politici e di cronaca. Dobbiamo immaginarci un bar fumoso, frequentato dagli uomini del paese, da qualche bambino e, raramente, da qualche donna attratta dalle trasmissioni del pomeriggio. Il parroco cominciò a vedere di traverso questa nuovo macchinario perché la televisione nel bar vicino alla Chiesa poteva portare ad una evidente concorrenza. Spesso ho sentito frasi come «All'inizio non avevamo dato molta importanza alla televisione, ma dopo è cambià tutto». La televisione era carica di novità e nuovi valori ed è stata sicuramente una portatrice di speranza per un paese che cercava di dimenticare la dura realtà della povertà e la tragedia della seconda guerra mondiale. La televisione è diventata lentamente compagna fondamentale e un po' invadente nell'intimità di tutte le famiglie. Paolo Marocchio


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