GIVI Magazine - May 2009

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GIVI MAGAZINE _ Numero 1 _ Marzo 2009 _ Autorizzazione rilasciata dal Tribunale di Brescia N. 17 del 27/02/2009 info.magazine@givi.it

lifestyle _ design _ idee _ market

INCONTRIAMO LA IENA! ANDARE IN BIANCO AI CONFINI DEL TEMPO NELL’ENTROTERRA LIGURE


SOMMARIO il personaggio

04 INCONTRIAMO LA IENA! le interviste

06 GIOCARE D’ANTICIPO gli eventi

08 WEEK-END DA GRAN PREMIO 12

le filiali

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shopping

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la parola ai concessionari

IL MERCATO TEDESCO: - CUORE + TESTA ANDARE IN BIANCO UNA DONNA ALLA GUIDA il nostro itinerario

20 AI CONFINI DEL TEMPO NELL’ENTROTERRA LIGURE la parola all’esperto

26 PERCHE’ SCEGLIERE UN CASCO GIVI le nostre risorse

28 UN LEGAME LUNGO 28 ANNI trick

32 FISSAGGIO E SMONTAGGIO ALLA VELOCITA’ DELLA LUCE


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lifestyle _ design _ idee _ market

GIVI MAGAZINE Numero 1 Marzo 2009 Autorizzazione rilasciata dal Tribunale di Brescia N. 17 del 27/02/2009 GIVI srl Via S. Quasimodo, 45 25020 Flero (Brescia) www.givi.it Direttore Responsabile: Giampaolo Meda Redazione: Giampaolo Meda Annalia Martinelli Michele Losito Emanuela “Dutch” Conti Progetto grafico: Ufficio Comunicazione

info.magazine@givi.it

Mio padre fondò GIVI quando ero piccola. Sono cresciuta dentro e con l’azienda. Oggi, a 39 anni, sono responsabile commerciale e in questo ruolo ho deciso di creare un magazine rivolto ai nostri rivenditori e agli appassionati di moto in genere. Fin qui, direte, niente di originale. Una figlia che da grande lavora nell’impresa paterna e un magazine per le due ruote. Dove sta la novità? La novità, credo, sta nel fatto che non vogliamo parlarvi affatto di moto. O almeno lo faremo, ma solo apparentemente. Mi spiego. Nel 2008 GIVI ha compiuto 30 anni e festeggiando l’anniversario abbiamo avuto modo di ripensare ai valori che hanno sostenuto la mia famiglia nel portare avanti l’impresa, fino a portare il marchio quasi in tutto il mondo. La passione di mio padre per le motociclette e la velocità, infatti, fu solo l’ispirazione. E gli accessori per le moto sono ‘solo’ il prodotto. E’ evidente anche ai non esperti di imprese, economia, marketing, etc, che un successo che resiste dal 1978 e tutt’oggi persiste, nonostante le varie crisi verificatesi negli anni, si fonda su qualcosa, un fattore x contro cui il tempo e le sue aggressioni evidentemente sono impotenti. Io, mentre mi formavo professionalmente fianco a fianco di mio padre, credo di aver risolto l’equazione. Si tratta di amore. O se volete di un sogno. Che poi è lo stesso. E’ lo sguardo che mira lontano, lontano, dentro se stessi, e proietta in un progetto concreto la misteriosa forza creatrice che ogni uomo ha in se’, ma non tutti hanno la fortuna di riconoscere, saper realizzare e coltivare. E’ ciò che ha mosso, mi sembra, tutti i veri imprenditori. Coloro che, non per ricchezza né per ambizione e men che meno per desiderio di potere, hanno costruito, ma appunto soprattutto per amore. E che si tratta di amore lo si capisce perché è un elemento che attrae, tiene insieme, proprio come una calamita. Cementa con la forza della fiducia. Trascina le persone, dipendenti, fornitori e collaboratori, fidelizza i clienti che lo percepiscono nella cura del prodotto e del servizio. Al di là molto di più e molto meglio della più perfetta strategia di marketing elaborata a tavolino. Ecco di che cosa vi parleremo, dunque. Di amore. Della cura che ogni singolo componente di un casco racchiude per la sicurezza e il comfort di chi lo indosserà, della passione che la moto suscita in certe persone molto più dell’auto, perché la moto è anche una sfida e un simbolo di libertà; della bellezza di un viaggio sulle due ruote lungo strade assolate, di una sosta gustosa intorno a una tavola imbandita, di una emozione su due ruote fissata per sempre in un quadro, in un libro. Perché il sogno non finisca e ci porti, insieme, sempre più lontano.

Hendrika Visenzi


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magazine

l’intervista

di Emanuela “Dutch” Conti

INCONTRIAMO LA IENA! Con estremo piacere diamo il via a questa rubrica ospitando un personaggio tra i più eclettici e originali del mondo dello spettacolo: Claudio “GREG” Gregori. L’intervista è stata realizzata ad un giorno dalla prima teatrale “Far West Story” al Teatro Brancaccio di Roma, commedia divertente e piena di gag, che lo vede impegnato con il suo inseparabile amico e collega Lillo. Ciao Greg, grazie per averci permesso di partire alla grande con il primo numero del nostro Magazine, che naturalmente ti ha riservato la copertina! In questa rubrica ospiteremo personaggi noti che però siano anche motociclisti o scooteristi, per stimolarli a raccontare la loro passione per le due ruote e come, secondo loro si potrebbe migliorare il fattore “sicurezza”. Sappiamo tutti che chi si muove in città in moto o scooter è sempre a rischio. Tu che lo fai abitualmente che cosa cambieresti e soprattutto, ti sei mai trovato in situazioni pericolose? Si e fortunatamente è andata sempre bene. I rischi sono tanti. C’è chi attraversa la strada senza guardare o chi apre la portiera della macchina quando meno te lo aspetti, o ancora taglia la strada senza mettere la freccia. Muoversi in una citta come Roma è un rischio anche a piedi, figuriamo in sella a una due ruote, dove l’equilibrio è instabile: potresti trovarti a terra al minimo urto e non è piacevole. Non puoi permetterti mai un attimo di distrazione! Nonostante tutto la moto o lo scooter rimangono i mezzi ideali nelle grandi metropoli. Impossibile farne a meno. Ora hai un motorino, ma ami le moto, quindi c’è una passione e non soltanto una scelta di un mezzo di trasporto che possa svicolare in mezzo al traffico. Che cosa pensi del dualismo “motociclista/ scooterista”?

Purtroppo c’è una grande distinzione tra motociclista e scooterista. Il motociclista ha un suo credo, una sua disciplina. Normalmente quando incrocia un “collega” su strade extraurbane gli lampeggia, lo saluta. Il vero motociclista sa andare bene su due ruote, è attento alla velocità in città e corre soltanto in pista, sempre con le giuste protezioni, e non coinvolge il prossimo a sua insaputa. Lo scooterista, mi dispiace dirlo, è troppo spesso un improvvisato, una persona che ha scelto le due ruote per via del traffico intenso e non per passione. La velocità dei nuovi maxiscooter è impressionante: ti schizzano a destra e sinistra in un lampo mentre tu, che sei in moto, non li senti nemmeno arrivare! Beh, ci sono anche tanti bravi scooteristi. E molti utilizzano lo scooter durante la settimana magari per andare in ufficio e poi si divertono con la moto nel weekend. Visto che hai chiarito senza possibilità di fraintendimento di essere un motociclista al 100%, quali modelli incontrano iì tuoi gusti al momento? Esteticamente, ed anche per una mia formazione culturale, prediligo le americane, le Harley-Davidson insomma. Ma allo stesso modo mi piacciono le inglesine della Triumph. Al momento giro con questo motorino di poche pretese, ma sufficiente per gli spostamenti che dovrò fare nei prossimi mesi qui a Roma. Tra qualche tempo arriverà anche la moto vera.


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Ci siamo frequentati per tre quattro anni come amici e poi, dopo la chiusura della casa editrice, trovandoci disoccupati, abbiamo deciso di formare un gruppo con altri due colleghi. Il nome del gruppo era: Latte e i Suoi Derivati. Nel 1992 abbiamo mosso i primi passi e da lì è partito tutto. Il nostro gruppo si esibì inizialmente nella capitale, poi nel territorio laziale e infine in tutta Italia. Nel 1995 il direttore del Teatro Vittoria in Roma ci chiese di scrivere uno spettacolo per la TV. La cosa andò avanti e le nostre apparizioni televisive vennero notate dal team delle Iene che ci vollero nel programma. Tu sei anche un bravo musicista da quanto sappiamo. Sì è vero. Lavorare con Lillo è fantastico, ma amo molto anche lavorare come musicista e mi ritaglio spazi dove posso comporre. Lillo invece ama molto fare regia, ad esempio ora ha scritto e diretto uno spettacolo per due attrici. Quindi riusciamo anche a fare progetti differenti e separati. Forse è questa alchimia a farci apprezzare dal pubblico. Anche se va detto che abbiamo avuto una buona dose di culo… ups!

All’impegno al Teatro Brancaccio Greg, insieme a Lillo, aggiunge l’impegno la serie di 610 (sei uno zero), le fortunate trasmissioni radiofoniche in onda su Radio 2. Nelle prossime settimane ritroveremo il duo nuovamente alle IENE. Per saperne di più: www.greglillo.it

Parliamo un po’ di te, sei un personaggio pieno di impegni. Ora torni anche a fare la Iena. Dove trovi il tempo di fare tutto? Sono dell’idea che il tempo per fare delle cose che interessano fortemente si trova sempre. Basta organizzarsi… beh forse sacrificando un po’ il sonno. Personalmente ho capito che cinque ore per notte mi bastano, specialmente se ogni tanto ci aggiungo anche la meditazione. A quale progetto stai lavorando ora? Ti vedremo impegnato con Lillo? Certo! Proprio con Lillo siamo al Brancaccio di Roma con la commedia “ Far west Story”. È il terzo genere che affrontiamo a teatro. Il primo è stato il “giallo alla Agatha Christies”, il secondo un “horror” e ora siamo approdati al Western! L’idea ha origine da un mio duplice desiderio: vestire i panni del cowboy, una voglia che mi porto dietro da ragazzino, come molti credo, l’altro motivo è dettato dalla voglia di scrivere una narrazione da film western, compresa la colonna sonora. La storia è piuttosto classica e parla di una mappa rubata, di un cattivo che tiene sotto torchio il paese con gli sgherri, e di due eroi che arrivano in soccorso di due donzelle al cui padre il cattivone ha sottratto la famosa mappa. C’è il duello, la sfida sotto al sole, la sparatoria tra i canyon, il cercatore d’oro. Non manca nulla! Anche musiche e balletti in stile Oklahoma! Parlaci di come è nato l’iddilio lavorativo con Lillo. Con Lillo ci siamo conosciuti nel lontano 1985 nella redazione di un giornale a fumetti. Io vi lavoravo come dipendente fisso e lui come freelance, disegnatore di tavole. Siamo diventati subito amici. Avevamo la stessa predisposizione per un certo tipo di umorismo “yankee”.

Greg conosci il marchio GIVI? Si tratta di un’azienda molto attenta alla sicurezza ed al comfort di chi utilizza moto e scooter. Da qualche anno il marchio ha introdotto una nuova gamma di caschi tra i quali anche questo che hai davanti. La sua particolarità è quella di essere versatile, nel senso che si adatta alla stagione. D’estate monti la mentoniera aperta o la togli del tutto trasformandolo in un jet. Per l’inverno c’è la mentoniera chiusa che trasforma il casco in un integrale a tutti gli effetti). Si chiama X01 ed è omologato sia come jet che come integrale. Cosa ne pensi? Intanto te lo lasciamo, così potrai giudicarlo sul campo. Conosco da anni il marchio GIVI. E chi non lo conosce? L’attenzione alla forma dei suoi prodotti è davanti agli occhi di ogni motociclista. Quanto al casco, i modelli capaci di andare oltre la capacità di salvarti la vita in caso di caduta sono molti. Parlo di maggior comfort, visibilità e stile. L’X01 fa parte di questa categoria. Sono curioso di provarlo. Mi sembra davvero geniale. Credo che la mentoniera aperta eviti il classico appannamento. Lo proverò senz’altro. Hai qualche messaggio da dare ai ragazzi che corrono troppo in moto e in scooter? È difficile spiegare a chi è molto giovane i rischi che corre. Tutt’ora, anch’ io che ho 45 anni, se vedo un marciapiede sono portato a salirci sopra, come quando vedo i gradini. Sono fortemente tentato di saltarli... e non mi arrischio per paura di farmi male: un pensiero che non mi sfiorava assolutamente quando avevo 20 anni. Se non ti sei mai fatto male ti senti invincibile. Lo pensavo anch’io ma un giorno mi ruppi un menisco incrociato… Quello che posso dire è che in moto o scooter il grado di attenzione deve sempre essere alto. Nel traffico i disattenti e gli automobilisti stupiti, pronti a farti cadere, sono sempre in agguato. Hai qualche messaggio per i nostri politici che fanno davvero pochissimo per il popolo dei motociclisti? Bisogna essere categorici e rigorosi nel portare avanti messaggi che puntino sulla sicurezza. Ed inoltre occorre maggior attenzione alla manutenzione delle strade, un supporto autostradale analogo a quello offerto agli automobilisti e poi guard rail pensati per chi viaggia su due ruote. Che cosa pensi delle donne in moto? Le centaure sono ormai diventate moltissime. Le donne in moto sono l’esatto opposto delle donne al volante! Scherzi a parte, quelle che conosco guidano la moto tutte molto bene.


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le interviste di Annalia Martinelli

GIOCARE D’ANTICIPO Farsi raccontare la GIVI dal suo Presidente è sempre stata impresa ardua. Questa volta però l’abbiamo messo all’angolo. In esclusiva per il nostro Magazine ecco il “Visenzi pensiero”.

Presidente, come le venne in mente questo marchio? “Volevamo un nome semplice, ma incisivo, facile da pronunciare e da ricordare e pensammo alle mie iniziali: GI VI. Infatti, suona bene, è ben riuscito. La prima valigia che sviluppammo fu la E34 e ‘vide la luce’ nel 1979. Il fondatore dell’ “azienda delle valigie e dei caschi per le moto” ci riceve nella sua stanza al 1° piano dello stabile che ospita uffici e centro studi e design, a Flero, 4 o 5 chilometri da Brescia. Mr Visenzi ci viene incontro amabile sulle scale; vestito sportivamente, in pullover, sembra di passaggio tra una gita in moto e l’altra. Invece, se gli chiedi che cosa fa quando non lavora, se ha un hobby, ti risponde senza esitazione “il lavoro! A parte una barchetta a vela sul lago.” Questa è una delle rare interviste rilasciate in trent’anni di attività. L’uomo è di poche parole, ma di gesti e fatti molto incisivi. Mai casuali, come capita ai motociclisti veri quale rimarrà lui, con tanto di medaglia d’argento ai Mondiali del 1969, a 28 anni, “con una Yamaha 350”, precisa fiero. Giuseppe Visenzi, insomma, è uno che sa che per una svista di un secondo, si può morire “e oggi – sottolinea - in moto bisogna stare molto attenti, perché c’è tanto traffico e soprattutto le donne, quando sono ferme agli incroci guardano sempre dalla parte sbagliata”. Maschilista? No, non si direbbe. In azienda tra i suoi fedelissimi ci sono donne e uomini. E GIVI Italia presto sarà nelle mani sia del figlio Vincenzo sia della figlia Hendrika, “io, infatti, – precisa- mi voglio dedicare alle filiali estere, che ho curato con passione. GIVI è in tutto il mondo dalla Nuova Zelanda alla Russia, dall’Australia al Sudafrica, all’Asia. In Malesia, grazie a una operazione di merchandising, è il marchio del made in Italy per eccellenza. Anche in Brasile 15 anni fa abbiamo avviato una joint venture di notevole successo”. Sulla sua scrivania, in primo piano, c’è un saggio dal titolo “Fare affari in Cina”. Più chiaro di così! “Sì, la Cina è interessante. Ci siamo già stati, ma era troppo presto. Adesso abbiamo richieste che stiamo valutando”.

Lei ha sempre giocato d’anticipo? “In moto è il segreto per salvarsi. Prevedere gli errori degli altri”. E portare attrezzature sicure è importante? “Certo, bisogna affidarsi a brand conosciuti, di fiducia. In Italia, per chi va in moto, non siamo più di 4 o 5”. Anche a chi non è un patito del genere, GIVI comunica sicurezza e solidità, con il reparto ricerca e sviluppo, l’area per l’impact test dei caschi, gli scaffali con tutti i modelli creati nel tempo. GIVI è tra le rare aziende italiane a poter vantare anche dei brevetti, come “il sistema di fissaggio e di ancoraggio del bauletto alla piastra”, ci spiega più tardi Renato Maccarinelli, un tecnico che lavora con Giuseppe Visenzi dal 1978: “Era l’uovo di Colombo, ma cambiò la vita dei motociclisti semplificando l’uso del bauletto. Per il futuro, siamo impegnati a semplificare l’uso dei caschi.” Semplificazione, un’altra parola chiave in GIVI. Perfino la crisi, per Visenzi, non è un dilemma. Si è fermata alle porte di Flero, presidente? “Quest’anno chiudiamo in crescita, ma il 2009 sarà duro. Poi, però, passerà. Tutte le crisi passano. L’importante è tenere. E saper affrontare il cambiamento”. Beh, questo è il problema! Qual è la sua strategia? “Dobbiamo fare i conti con il mondo, bisogna darsi da fare, essere efficienti e flessibili, non arroccarsi sulle posizioni acquisite”. Il nostro Paese ne sarà capace? “Gli italiani sanno risparmiare e devono continuare a farlo, ma bisogna anche stimolare i consumi altrimenti la macchina si ferma, non ci sono soluzioni. E le aziende devono ridurre i costi, sacrificando la marginalità. Noi abbiamo raggiunto limiti impensabili, ma l’importante è non fermarsi. Io mi dico: se riesco a far girare la moto senza perdere


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“il segreto per salvarsi? prevedere gli errori degli altri”

Nella foto di apertura, la famiglia Visenzi al completo. In alto, Giuseppe Visenzi ai tempi in cui correva in pista.

è già un buon motivo per rimanere sul mercato. La crisi non durerà tutta la vita. Nel 2010 si parla già di ripresa. Intanto dobbiamo cambiare abitudini, modelli”. E l’innovazione? “Abbiamo appena acquistato due macchinari ad altissima tecnologia. Uno è un laser rivoluzionario per sagomare forme non piane, l’altra è un’attrezzatura di ultima generazione per lo stampaggio della plastica”. L’edificio GIVI di Flero è in parte coperto da pannelli solari: caso o necessità? “Necessità. – sottolinea inarcando anche le sopracciglia - Il fotovoltaico serve per pulire l’ambiente e risparmiare, è un investimento da attuare in modo massiccio”. Il signor Visenzi l’ambiente lo ama davvero. Basta vederlo nei rari momenti di riposo, quando inforca la sua Honda SH e parte per un giretto. Che cosa c’è di bello nel muoversi in moto? Solo il pensiero incrina l’aplomb e la parola gli esce come un respiro: “La libertà!”. La chiacchierata volge al termine. Ero stata cortesemente avvisata, una mezzoretta, poi altri incontri, impegni. Non c’è tempo da perdere con la pubblicità: trent’anni di successi non ti capitano per pura fortuna. A proposito, presidente, la fortuna c’entra? “Sì, - dice con una voce grave, come quando si fa il bilancio di una vita – siamo stati fortunati ad avere con noi persone valide, veramente in gamba!”. E l’imprenditore che ruolo ha? “Deve avere costanza, perseveranza e puntare sempre sul cliente. Quando abbiamo cominciato, c’erano solo gli accessori Krauser e il

mercato era in piena evoluzione. Oggi è difficile capire che cosa vuole il cliente, occorre stare attenti alle sue esigenze. Il 2009 sarà più difficile del 2008, lo sappiamo tutti, per questo dobbiamo dare più sostanza a minor costo”. Grazie, presidente. Solo un’ ultima domanda. Ricorda il momento più bello e il momento più brutto di questi trent’anni? “Mah…quello bello, fu quando dopo 3 o 4 anni sono arrivati i primi risultati economici. Momenti brutti mai, difficoltà sì, tutti i giorni, ma fanno parte della vita”. Dove abita? “A una decina di chilometri, in città. Abbiamo sempre abitato vicino all’azienda che prima era in viale Piave, a Brescia, poi a Fornaci (hinterland di Brescia), quindi qui, a Flero”. E quella foto alle sue spalle, accanto all’attestato di Cavaliere della Repubblica? Gli occhi brillano: “Ero con Hirohito Honda, nel ’72” . Ne approfitto per una incursione nel privato: ricorda quando chiese la mano a sua moglie? Non gli dispiace, anzi, sorride soddisfatto: “Sì, certo. E’ olandese, ci siamo conosciuti ai tempi dell’agonismo. Le chiesi di sposarmi nel 1964. Lei lontana, io in Italia, non si poteva andare avanti molto… parlavamo in inglese…poi Willy ha imparato l’italiano in venti giorni, invece io l’olandese non l’ho mai imparato”. Dov’è adesso? “Di là – dice col tono dell’ovvietà, accennando a una stanza vicina- Si occupa da sempre della contabilità”. Grazie presidente, complimenti e auguri per il 2009!


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gli eventi di GP Meda

WEEK-END DA GRAN PREMIO PER UN EMOZIONANTE TRAGUARDO Una festante kermesse, con centinaia di invitati, ha colorato di rosso la pista di Sepang per celebrare i 30 anni della GIVI. Perché la Malesia? Continuate a leggere… Il marchio GIVI è noto il tutto il mondo motociclistico… ma in Malesia lo è in misura inaspettata. I giovani malesiani non si limitano ad apprezzarne i prodotti, come qui da noi. Per loro il brand GIVI è sinonimo di moda trendy. La richiesta di “indossare” il marchio è stata tale da costringere l’azienda a mettere in circolazione una linea di prodotti per la persona, dalla scarpa all’orologio, alla t-shirt, che va letteralmente a ruba. La situazione è davvero incredibile ed in parte probabilmente spiegabile da fatto che GIVI è presente in Malesia da ben 15 anni, e che attualmente occupa il 14simo posto tra le aziende più importanti del Paese ed il 1° posto tra quelle italiane presenti. Una posizione privilegiata che la pone sempre in primo piano a livello mediatico. Probabilmente questa visibilità, nel tempo, ha concorso a creare una sorta di grande affezione al marchio. La voglia di “made in Italy” ha fatto il resto. La scelta della Malesia per i festeggiamenti del trentennale ha origine anche da un’altra circostanza: la tappa del circus della MOTOGP. Lo scorso 19 ottobre, di fatto, il circuito di Sepang non è stato teatro soltanto della penultima gara del campionato 2008. I 60.000 presenti non hanno potuto evitare di notare che un altro evento di grande importanza colorava il paddock e gli spalti. Una grande macchia rossa costituita da centinaia di magliette e bandierine con il marchio GIVI. Gli invitati, su richiesta di GIVI ASIA, sono arrivati a Sepang in sella a moto e scooter: un lungo serpentone partito dalla città e capitanato da Hendrika Visenzi (Vice Presidente di GIVI ITALIA) On Hai Swee (titolare

di GIVI MALESIA) e Joseph Perucca (Overseas operational manager). Al circuito, GIVI dominava il Welcome Center con il proprio motorhome, una elegante esposizione di motociclette accessoriate ed uno spettacolo realizzato dagli attori del “movie” sponsorizzato da GIVI. Altra sopresa! Parliamo di un vero film prodotto per le sale del sud-est asiatico, nel quale il marchio ha una presenza importante. Difficilmente lo vedremo proiettato in Europa ma rimane un ulteriore inedito aspetto dell’azienda che sveliamo per la prima volta su questo Magazine. Le iniziative legate alla gara sono state diverse. Dalla grande tribuna in corrispondenza della griglia di partenza a disposizione in esclusiva dei clienti invitati da GIVI alle iniziative messe in atto con la collaborazione del Team LCR di Lucio Cecchinello, che non saranno sicuramente sfuggite agli afecionados della MOTOGP. Parliamo del logo applicato sulla tuta e sulla moto di Randy De Puniet, attuale pilota del team Cecchinello. Quest’ultimo (vedi foto) insieme al grande Noboru “Nobby” Ueda, si sono presentati al box con le tute che indossavano ai tempi in cui correvano nel team GIVI. La festa è continuata sotto le torri di Kuala Lumpur, con una cena di gala per circa 400 invitati che ha visto la presenza anche dell’attuale ambasciatore italiano in Malesia. Più delle parole sono le immagini a parlare; guardandole si intuisce l’entusiasmo che muove chi lavora con GIVI, che lo fa sentire parte di una famiglia. Un patrimonio da tenere molto stretto.


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A chi non conosce l’impegno di GIVI nel mondo delle gare ricordiamo che il capostipite del marchio, Giuseppe Visenzi è stato pilota professionista per diversi anni. La sua passione per la velocità è stata sempre viva, anche dopo l’abbandono dei campionati per passare alla produzione di valigie da moto. Chi segue questo sport si ricorderà certamente del Team GIVI HONDA LCR, uno dei migliori del Motomondiale 125 alla fine degli Anni 90, formato da tecnici al vertice e da piloti capaci di conquistare il podio. Come il fortissimo Lucio Cecchinello (Campione Europeo nel 1995 con il record di vittorie assolute e caso unico in quel panorama in quanto pilota e manager allo stesso tempo) e come l’amatissimo (anche da noi) Noboru Ueda, pilota giapponese due volte vice Campione del Mondo. I due correvano su HONDA RS 125, moto per la quale avevano contribuito allo sviluppo insieme al reparto corse HRC. La collaborazione tra GIVI e Cecchinello, come ben sapete, prosegue anche ai giorni nostri sulle moto di Randy De Puniet.


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magazine

gli eventi

....in Malesia il brand è sinonimo di moda trendy....

Istantanee da Sepang. Tutti gli invitati alla festa di GIVI “come da regolamento� hanno raggiunto il circuito in moto o scooter: un lungo e coloratissimo serpentone partito da Kuala Lumpur. Dopo la gara, cena di gala sotto le altissime torri della capitale malese


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le filiali di GP Meda

La presenza diretta su più mercati permette a GIVI di monitorarne gli andamenti, estrapolare dati e analizzare i gusti dei motociclisti. Un feedback importante che contribuisce a fare scelte corrette e in linea con le richieste del pubblico.

DER DEUTSCHE MARKT - CUORE + TESTA Avremmo potuto dire anche “- moto + scooter” oppure “-.passione + pragmatismo”. Ma non anticipiamo nulla. A titolo di esempio, e per meglio farvi comprendere l’importanza di questi “report”, abbiamo posto una serie di domande a Monica Di Paolo, responsabile della filiale GIVI DEUTSCHLAND, con l’intento di far emergere le differenze sostanziali tra il mercato italiano delle due ruote e quello tedesco. Monica quali sono e dove hanno sede i dealer tedeschi più importanti? Al momento potrei citare: “CSS Roller Scholz” di Berlino, un centro che vende attraverso sei negozi. Ci sono poi il concessionario Suzuki “Böwadt & Hansen” di Jarplund-Weding (nord Germania) e il rivenditore di accessori BMW “Motorradzubehör Hornig” di Eschlkam (area Norimberga). Segue il dealer Honda di Löchgau (zona Stoccarda) “Auto und Zweirad-Fachgeschäft Trinkner”. C’è qualcosa che accomuna questi negozi? Sì. Tutti i dealer citati hanno aperto on-line shop in internet che funzionano alla grande e generano buona parte del loro fatturato. In generale le vendite on-line (non solo per GIVI) sono cresciute molto negli ultimi anni. eBay in Germania ha 20 milioni di membri (1 ogni 4 persone) e un fatturato di circa 500 milioni di euro. Parliamo più in generale del mercato. Come va la vendita degli scooter in Germania rispetto a quello dei motocicli? I dealer specializzati nello scooter e nell’accessoristica dedicata crescono di numero di anno in anno. Questo trend è sicuramente dovuto all’aumentare dei costi del carburante anche se questa tendenza sembra ormai rientrata. Nel 2008 in Germania è stato venduto l’8% in più di scooter di 125 cc e ben il 47% in più di modelli sopra i 125

cc. Le nuove immatricolazioni sono state 37.000. Non abbiamo dati relativi alla vendita dei cinquantini. Al contrario, il fatturato moto è in calo da alcuni anni. Nel 2008 sono state immatricolate in tutto 94.000 nuove moto (-7,5% rispetto all’anno precedente). Anche da noi i maxi scooter si sono presi una bella fetta di mercato. Quanto ai modelli credo però che i gusti dei tedeschi non vadano nella stessa direzione di quelli italiani. Il motociclista tedesco è meno attento alle mode. Nel senso che ha priorità e parametri di scelta differenti e non si innamora facilmente al primo sguardo. Per i tedeschi sono molto più rilevanti fattori quali la funzionalità, il comfort ed il prezzo. Tra i modelli di motociclette più vendute in Germania ci sono da anni la Honda CBF e la Suzuki Bandit. Il colore più diffuso per l’abbigliamento e i caschi è da sempre il nero. Nel 2008 il bianco ha trovato un leggero spiraglio... Questo significa che l’attenzione posta da GIVI al dettaglio alle tendenze non viene rilevata nel giusto modo? Purtroppo è così. Da anni organizziamo corsi tecnici sui prodotti per i nostri dealer anche se purtroppo la partecipazione non è sempre positiva. A questo punto è inevitabile chiederti qual è la quota di GIVI in Germania, magari differenziandola per tipologia di prodotto. Non possiamo definirla con precisione. Attualmente abbiamo più di 1.400 clienti attivi (che ordinano con regolarità). Per quanto riguarda le valigie Monolock® siamo i leader assoluti, mentre per le Monokey® ci ritroviamo a fronteggiare la concorrenza di Hepco und Becker. Con la gamma caschi abbiamo raggiunto un buon livello di notorietà tra i dealers e ci aspettiamo a breve anche un maggior riscontro da parte del pubblico. Parliamo del rapporto con gli utenti BMW. Entriamo in un campo minato. Si tratta di un rapporto molto difficile.


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TOP TEN IMMATRICOLATI 2008 01. 02. 03. 04. 05. 06. 07. 08. 09. 10.

BMW R1200GS Honda CBF 600 Suzuki GSF 1250 Yamaha FZ6 Honda CBR 1000RR Honda CBF 1000 BMW F650GS Yamaha FZ1 Suzuki GSR 600 BMW F800GS

La sede della filiale GIVI DEUTSCHLAND. A sinistra Monica Di Paolo, GIVI Germany Branch Manager

nel 2008 in Germania è stato venduto l’8% in più di scooter di 125 cc e ben il 47% in più di modelli sopra i 125 cc.


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le filiali

La filiale GIVI DEUTSCHLAND opera sul territorio tedesco dal 2000. In alto: Romeo Voss, GIVI Germany Sales manager Sotto: Andrea Brandl, GIVI Germany Local Manager

Sicuramente potremmo fare molto di più ma la stessa BMW costringe i propri rivenditori ad acquistare quasi esclusivamente gli accessori originali. Non fatemi aggiungere nulla sulla qualità! Monica, per concludere potresti riassumerci qualche ulteriore dato che aiuti i nostri lettori ad inquadrare meglio il mercato motociclistico d’oltralpe e la penetrazione di GIVI in Germania? Proviamo. In Germania operano circa 4.000 dealer di cui 3.000 inseriti nei nostri database. Di questi, come già anticipato, 1.400 ordinano regolarmente. Credo sia interessante il dato relativo alle vendite dei Quads e ATV: circa 40.000, di cui 10.000 pezzi importati direttamente dalla Cina. La regione con il maggior numero di immatricolazioni 2008 e allo stesso tempo con il maggior incremento rispetto al 2007 è stata la Baviera (35.215 nuove immatricolazioni), seguita dal Nordrhein-Westfalen (30.452) e dal Baden-Württemberg (22.092).


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shopping di Melania Costanzi

ANDARE IN BIANCO È speciale, affascinante, elegante. Promette ottimismo. Rappresenta la somma dei principali colori che l’occhio umano percepisce. Aiuta ad esprimere la pulizia delle forme e fa percepire una maggior spazialità dei volumi. Il bianco è davvero di gran moda quest’anno.

Il bianco si fa spazio anche tra le due ruote Le maggiori Case costruttrici lo hanno incluso tra le colorazioni di alcune moto e scooter 2009 e anche GIVI sta portando avanti con convinzione questa “wave”. Nel suo catalogo figurano caschi in tinta pearl white (in foto gli innovativi caschi X01 con mentoniera sostituibile e XPlus con sistema di apertura unico sul mercato, entrambi omologati come jet e integrale). A lato fa bella mostra di sé la valigia posteriore V46, con cover naturalmente bianca come le sovrastrutture della Monster sulla quale è collocata in compagnia di un set “morbido” da viaggio, sempre firmato GIVI.

IN PREGIATO VITELLO Newk Couture 09: Scarpe da ginnastica Lotto con tomaia in pregiato vitello rigorosamente bianco, con disegno microforato sulla punta. Estrema ricercatezza per i dettagli, come il mitico giglio di Firenze.


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la parola ai concessionari di Michele Losito

Il punto di vista di Mariachiara Conte, motociclista per passione (guida una Ducati 749…) e titolare di uno dei negozi moto più frequentati nel genovese. E’ questo il primo di una serie di reportage che toccheranno zone diverse della Penisola allo scopo di dare voce ai rivenditori GIVI e allo stesso tempo acquisire informazioni su itinerari per il mototurista

UNA DONNA ALLA GUIDA L’arrivo al negozio “Chiara Motoricambi” è dei più agevoli; le sue vetrine si affacciano infatti su Via Mascagni, una direttrice che attraversa Genova Sestri in direzione del centro città. Il centro si presenta subito arioso e ordinato, con una vasta scelta dei marchi di abbigliamento tecnico e poi accessori per moto e scooter. La titolare è Mariachiara Conte, una simpatica signora, che ci dà subito lo spunto per iniziare un piacevole scambio di opinioni sul mondo della moto genovese. Mariachiara. Una donna titolare di un negozio per motociclisti? “Certo, perché anch’io sono una vera motociclista! Guido da tantissimo tempo; prima solo in fuoristrada poi, quando è diventato troppo difficile poter mettere le due ruote fuori dall’asfalto, mi sono dedicata alle ‘pieghe’ su strada e ora posseggo una splendida Ducati 749”. Come la vedono i clienti? In fondo la moto è ancora un oggetto prettamente maschile, non c’è il rischio di qualche pregiudizio? “In realtà, i miei clienti sanno che la mia esperienza è fatta “sul campo”. Questo negozio festeggia a gennaio i 16 anni di attività, ma prima di aprirlo ho lavorato in un altro storico negozio di Genova, dove i motociclisti hanno imparato a conoscermi”. Un’esperienza almeno ventennale, quindi, che la rende una profonda conoscitrice del mondo a due ruote genovese. Come sono, allora, questi motociclisti? “Sono di tutti i tipi! Anche se essendo Genova una grande città, molto trafficata, è lo scooter a farla da padrone. Per quanto riguarda i miei clienti posso dire che sono motociclisti attenti alla sicurezza e alla qualità dei prodotti che scelgono per la propria moto”.

Entrando nel suo negozio si notano subito i bauletti GIVI. Da quanto tempo lavora con questa azienda? “Posso dire da sempre. GIVI è il riferimento nel mondo degli accessori moto per il turismo e ho sempre lavorato bene con loro. Quella che vede è però solo un’esposizione provvisoria, in futuro vorrei dare più spazio a questo tipo di prodotti”. È la stessa GIVI ad averle proposto di creare una zona dedicata o è una sua idea? “È una mia idea, anche se GIVI mi ha proposto di creare un’area con l’immagine dell’azienda. Questo negozio è in continua crescita e non è detto che in futuro decida di creare una zona ad hoc. D’altro canto, prodotti come i bauletti o gli accessori per moto e scooter vanno ‘spiegati’ al cliente, per cui una zona dedicata non potrebbe che essere utile”. Che cosa apprezzano maggiormente di GIVI i suoi clienti? “La forza dell’azienda sta nel marchio e nella sua lunga tradizione. Chi vuole una coppia di borse o un bauletto per la propria moto entra in negozio e chiede direttamente GIVI. Questo è un valore aggiunto che indica che il marchio ha sempre lavorato bene e in modo coerente. Direi che i prodotti più apprezzati sono il classico top case e le borse semirigide laterali. Questo perché il settore scooter qui da noi sta andando molto forte; in più le persone preferiscono avere accessori che non modifichino troppo l’estetica del mezzo”. È perciò d’accordo con la recente linea dell’azienda che punta ad un utente più metropolitano? “Direi di sì, la percentuale di scooter sul totale circolante qui a Genova è molto alta e gli utenti chiedono prodotti di qualità e sempre più pratici e


INFO CHIARA MOTORICAMBI VIA MASCAGNI 39N 16154 GENOVA GE Tel: 010 6041573 Fax: 010 6593757

utilizzabili ogni giorno”. Come viene vista la nuova linea di caschi GIVI? Cosa le piace dell’ultima produzione? “Sono sincera, per ora ho venduto principalmente i caschi della linea Jet, mentre l’integrale e i nuovi modulari presentati in fiera (all’EICMA di Milano, N.d.R.) li espongo in negozio da poco tempo. I caschi Jet sono stati apprezzati dalla clientela, anche se la concorrenza di marchi storici nel settore è davvero forte. Il nuovo modulare mi sembra un ottimo prodotto, realizzato secondo gli standard GIVI, ma credo che in questo segmento la competizione sia ancora più accesa che non fra i Jet…”. Vista la sua lunga esperienza nella vendita di prodotti GIVI, ha qualcosa che vorrebbe dire all’azienda, magari un consiglio di cui tener conto? “GIVI è diventata negli anni leader nel settore degli accessori da turismo. Il consiglio che posso dare è quello di andare avanti così, mantenendo alto il livello di attenzione al cliente e di servizio, per esempio fornendo sempre con tempestività gli accessori specifici per ogni nuovo modello di moto o scooter introdotto sul mercato. E sono davvero tanti ogni anno! Per quanto riguarda il settore dei caschi, non posso che ribadire l’attenzione alla qualità e la necessità di comunicare al meglio questa nuova area di mercato in cui si sono impiegati e cosa li differenzia dalla concorrenza. Pensa, quindi, che la competizione nel settore dell’accessoristica da moto non sia basata solo sul prezzo di vendita? “Ovviamente il cliente quando entra in negozio è portato a chiedere di

visionare i prodotti dal prezzo più basso. Poi, davanti a un’alternativa fra un prodotto economico – seppur di qualità – e un altro più costoso ma ancora più ricco di contenuti, la maggior parte delle volte opta per il più caro e completo”. Un cliente esigente o solo attento alle mode? “Un cliente evoluto, che usa la moto o lo scooter ormai da molti anni. Qui a Genova molti sono così, attenti a cosa acquistano e alla ricerca di prodotti che durino nel tempo e siano utili allo scopo per cui vengono scelti. D’altra parte, a Genova muoversi su due ruote è quasi una necessità…” Dalle sue parole sembra che il futuro della moto sia comunque positivo, anche grazie al sempre crescente bisogno di muoversi velocemente nel traffico congestionato delle città. Cosa fa l’Amministrazione cittadina per favorire l’uso della moto? “Fa quel che può, anche se ancora di più è riuscita a fare un’associazione di motociclisti che si chiama ‘Due Ruote in Città’ (www.dueruoteincitta. com) e di cui fa parte anche Robin, amico, cliente e ovviamente motociclista che vi darà qualche consiglio su come trascorrere un weekend in moto nell’entroterra ligure”. Mariachiara, lei non viene con noi? “Verrei volentieri! Ma purtroppo con il negozio il tempo per i giri in moto è sempre ridotto. Pensi che qualche volta dedico alla mia passione addirittura la pausa pomeridiana. Chiudo a metà giornata e, casco in testa, vado a divertirmi sulle curve a cui sono più affezionata, per poi essere di nuovo in negozio per l’orario di riapertura!”. Ringraziamo Mariachiara per l’accoglienza e partiamo subito per il nostro tour nell’entroterra ligure...

www.chiaramotoricambi.it

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il nostro itinerario di Michele Losito

Proporre un itinerario turistico in moto nei freddi mesi invernali? Sì se la meta scelta è la Liguria, o meglio l’entroterra alle spalle di Genova. Questo lembo d’Italia, stretto fra il mare e le montagne, è reso speciale da un clima generalmente mite, con temperature sopportabili anche in febbraio

AI CONFINI DEL TEMPO NELL’ENTROTERRA LIGURE Affrontiamo con questo spirito l’itinerario che ci viene proposto da Mariachiara di Chiara Motoricambi di Genova, con l’indispensabile aiuto di Robin, cliente, esperto motociclista e conoscitore delle strade che disegnano tortuose un merletto di “pieghe” a pochi chilometri da Genova. Il freddo è pungente, ma un abbigliamento adeguato riesce a farci assaporare in tutta la loro bellezza i posti che andremo via via a toccare nel nostro tour “guidato”. La temperatura crolla repentinamente non appena il sole va a riposo quindi il nostro consiglio è quello di prevedere la sosta per le notte intorno alle 17.00. Il percorso, che prevede la partenza da Genova, nel nostro caso dal negozio Chiara Motoricambi a Genova Sestri, è un anello ideale con tante curve, bellezze naturalistiche e qualche borgo ricco di fascino e di storia da visitare,. Ci dirigiamo quindi verso Ponente, sul lungomare, puntando la ruota anteriore verso l’Appennino e seguendo la Strada Provinciale per Ovada: c’è parecchio vento e decidiamo quindi di aspettare le ore più calde facendo subito una deviazione verso Acquasanta. Seguiamo una strada tortuosa e, infine, davanti a noi scorgiamo un paesino che sembra quasi magico per come appare circondato da alte montagne che sfiorano i 1.000 metri. La nostra prima tappa è una piccola stazione termale (ora chiusa per ristrutturazione), le cui acque sulfuree sgorgano anche dalla chiesetta posta al centro dell’unico incrocio del paese. Lasciamo la moto e per sgranchirci le gambe visitia-

mo prima il Santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta, sorto prima del 1400 per i pellegrini che qui si fermavano per le cure termali, poi il Museo della Carta – una ex cartiera del 1756 denominata Sbaragia – e la “curiosa” Neviera: un silos in pietra per la conservazione della neve e la produzione del ghiaccio, considerata dagli esperti la più antica d’Europa.

PANORAMA MOZZAFIATO AL PASSO DEL FAIALLO

Riprendiamo il percorso e raggiungiamo velocemente un tratto ricco di curve e dall’asfalto perfetto al bivio tra il Passo del Faiallo e il Tunnel del Turchino. Qui vale la pena sostare per rifocillarsi al Ristorante da Mario, dove un arzillo signore ci accoglie e ci fa da oste, proponendoci il meglio della sua cucina tipicamente casalinga; a fine pasto non riusciamo a resistere alla tentazione di una marquise al cioccolato fatta in casa: una vera delizia! Il suggerimento dei motociclisti di Genova è azzeccatissimo, il prezzo è veramente conveniente e, non dimentichiamolo, il ristorante è anche la sede del Motoclub Passo del Turchino, altra fonte inesauribile di informazioni a carattere motociclistico per questa zona. A metà giornata riprendiamo la moto e, proprio di fronte all’entrata del ristorante, è il momento di decidere come proseguire l’itinerario, il


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sole invernale illumina la strada, non fa ancora freddo, così decidiamo di salire verso il Passo del Faiallo (1.061 mt) Che la Liguria sia una parentesi di terra fra il mare e gli Appennini è cosa risaputa ma in pochi altri posti lo si nota come sul passo del Faiallo. Ce ne rendiamo conto solo adesso, mentre la moto si inerpica in una successione di curve assolutamente “gustose”, dove le uniche cose da tener presenti sono la carreggiata un po’ stretta e i rivoli d’acqua che ogni tanto solcano l’asfalto, dovuti alla neve ai lati della strada che si scioglie ai raggi di un caparbio sole. Per fortuna il traffico è inesistente, per lo meno in questo periodo dell’anno. Partendo dal Passo del Turchino (532 mt) la strada passa davanti al Sacrario dei Martiri del Turchino, e bastano pochi altri chilometri per capire cosa ci aspetta più avanti: una strada suggestiva che ci porterà al Faiallo tagliando la ripida parete meridionale del Bric del Dente (1107 mt). Il panorama più suggestivo lo si gode a poco dalla sommità, dove da una piazzola si ammira questa stretta e profonda vallata che si stende verso est a perdita d’occhio. Si riconoscono il ponente genovese, oltre il centro città e il monte Fasce, ma anche il promontorio di Portofino. Nelle giornate particolarmente limpide, però, ci dicono che si può scorgere anche l’isola Palmaria, la Corsica e, proseguendo per 100 mt sino al tornante successivo, il gruppo del monte Bianco a nord. Una volta arrivati sul passo del Faiallo, il luogo è attrezzato con barbecue per fare picnic nelle calde domeniche estive e si trova l’Albergo Faiallo, le cui specialità sono le focaccine farcite con affettati. Una tappa obbligata. Da qui si entra nella Provincia di Savona e la strada continua più larga e con dolci curve, passando per Vara Superiore e Vara Inferiore sino alla frazione di San Pietro d’Olba. A questo punto si può scegliere: a destra il Sassello, a sinistra la “Millecurve” Tiglieto-Rossiglione, noi A destra: l’alto e originale “camino torciglione” di Campo Ligure. Sotto: una sosta lungo la strada. Il panorama fa dimenticare l’aria pungente dell’inverno.


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il nostro itinerario

In alto: Oltre 200 pezzi di arte orafa, provenienti da tutto il mondo, sono esposti al Il Museo della Filigrana di Campo Ligure. A lato, la nostra moto davanti alla facciata dello splendido Santuario di Acquasanta. Al paesino merita una sosta anche il Museo della Carta. Nell’altra pagina: il santuario di Nostra Signora della Guardia, ai Piani di Praglia e una immagine della scala a chiocciola di Palazzo Rosso a Genova.

ovviamente preferiamo la Millecurve...

DIREZIONE “MILLECURVE”!

Lungo questo percorso passiamo per la più interna delle frazioni del Comune di Urbe, Acquabianca, il cui nome evidenzia la trasparenza del Rio Baracca e del Rio Carpescio, affluenti dell’Orba. Da Acquabianca, percorrendo un’antica Strada del Sale, a tratti ancora fortemente acciottolata, si arriva all’antico nucleo storico di Gattazzé, ora in estrema rovina. Comprendeva la grande palazzina di caccia dei Marchesi Raggi della Badia di Tiglieto, le numerose cascine e soprattutto l’elegante Cappella circolare interamente in pietra. In pochi chilometri si arriva a Urbe, nel cui territorio si trovano boschi di castagno e quercia, tanto vasti che, negli Anni 40 e 50, la raccolta e l’essicamento delle castagne impegnavano tutta la popolazione nella stagione autunnale. Ancora oggi, nelle frazioni di Vara Inferiore e Vara Superiore, nel mese di ottobre si svolgono le tradizionali sagre delle castagne, un momento dell’anno perfetto anche per ripercorrere questo itinerario.

ATTRAVERSO LE “VALLI DEL LATTE”

Proseguendo, prima di giungere a Tiglieto facciamo una brevissima escursione all’Abbazia di Santa Maria alla Croce, dobbiamo infatti lasciare la moto e arrivare a piedi fino al sagrato. L’abbazia fu fondata dai monaci cistercensi nel 1120 e rappresenta una delle prime comunità di questo ordine di monaci al di fuori dei confini francesi. La costruzione è splendida con la neve che la circonda e il chiostro perfettamente conservato. Dopo esserci immersi in questa oasi di pace riprendiamo la nostra Honda e seguendo il nostro itinerario attraversiamo i comuni che insieme costituiscono Le Valli del Latte. Un territorio, questo, ricco di corsi d’acqua alle spalle di Genova, che in autunno si tramuta in un arcobaleno di calde tonalità dal giallo, al rosso, al marrone. Tragitti interamente percorribili in moto per raggiungere luoghi di grande bellezza artistica e naturale e, soprattutto, consentono di recarsi proprio dove il latte viene prodotto e lavorato, a contatto con la sua cultura, la sua storia e la sua gente. Giunti a Tiglieto il percorso si snoda lungo la

Val Gargassa verso Rossiglione. La Val Gargassa è una tra le zone più selvagge e attraenti dell’Appennino genovese. Le limpide acque del torrente omonimo attraversano le Rocce Nere, tra zone boscate e aree di conglomerato che offrono l’aspetto di un canyon. Al centro della valle il nucleo abbandonato di Veirera. A Rossiglione abbiamo giusto tempo per scendere dalla moto e guardare il Museo Passatempo dove ci sono intere sale dedicate a Moto Guzzi e Vespa, un vero piacere per due mototuristi infreddoliti come noi!

LA COLORATA CAMPO LIGURE

Per oggi abbiamo un’ultima tappa Campo Ligure, uno dei borghi più belli d’Italia, dove ogni casa sembra dipinta da un artista e dove il Castello di Spinola la fa da padrone dall’alto della rocca che domina il borgo. In periodo natalizio questo piccolo gioiello nasconde anche una piacevole sorpresa, un pinocchio meccanico! Lasciamo la moto ed entriamo in una deliziosa pasticceria proprio davanti alla salita che porta al Castello e al camino torciglione. Qui ci spiegano che Campo Ligure è famoso per il suo presepe meccanizzato - che vale la pena di visitare - ma soprattutto per la filigrana. Ultima tappa prima di regalarci un buon pasto caldo è proprio il Museo della Filigrana, l’arte orafa che consiste nel lavorare finissimi fili di metallo prezioso per produrre oggetti dal disegno lieve e ricercato. I migliori elaborati provenienti da ogni parte del mondo sono esposti nel museo di Campo Ligure e ogni pezzo racchiude in sé molto più di una preziosa decorazione, riflettendo le tradizioni, i costumi, la religione e l’economia di ciascun Paese d’origine. Con il sole che scompare velocemente dietro i monti più alti, la temperatura scende inesorabilmente, decidiamo quindi di cercare un posto dove passare la notte. Rimontiamo sulla fida Honda CB600 F e ci dirigiamo verso il Parco Naturale Capanne di Marcarolo; la strada è incredibile – ancorché abbastanza stretta – e il paesaggio incantevole: boschi e pinete si susseguono e quando ci fermiamo con la moto per ammirare il nostro percorso la vista è mozzafiato. Il ghiaccio fa


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MEMO UFFICIO TURISTICO _ Ufficio IAT Valli Stura e Orba di Campo Ligure - Tel. 010 921055 MUSEO CIVICO “A.TUBINO” - MASONE _ Il Museo Civico occupa i tre piani di un ex convento secentesco. La raccolta comprende materiali che raccontano la storia della Valle Stura. Piazza Castello, 2 - Tel. 347 1496802 - Orario: sab. e dom. 15-18; gli altri giorni su prenotazione telefonica MUSEO DELLA FILIGRANA - CAMPO LIGURE _ Via della Giustizia, 5 _ Tel. 010 920099 _ Orario: da martedì a domenica 15.3018; sabato e domenica anche mattino, 10.30-12 PINOCCHIO MECCANIZZATO e CASTELLO SPINOLA - CAMPO LIGURE _ In un suggestivo scenario, all’interno del castello medioevale che dall’alto domina l’operoso borgo di Campo Ligure, è stata allestita la fiaba di Carlo Collodi rappresentata in forma meccanica. Castello Spinola - Fino a ottobre - Orario: sabato e domenica 15-19; per visite in altri giorni rivolgersi all’ufficio IAT, tel. 010 921055 PASSATEMPO “Moto Cicli Oggetti del 900” - ROSSIGLIONE _ Passatempo è un museo privato frutto della passione collezionistica della famiglia Minetti/Pizzorno. _ Via Sciutto, 3 - Località S.Anna Per informazioni e per prenotare le visite guidate, tel. 010 9239921 ABBAZIA SANTA MARIA ALLA CROCE - TIGLIETO _ Monastero Cistercense _ Via di Case Sparse, 19/a _ tel. 010 929419 _ Visite guidate dal 15 giugno al 15 settembre dalle ore 16.00 alle 19.00 _ www.tiglieto.it

apparire gli alberi di cristallo e la foschia a fondo valle rende il tutto ancora più magico. Con la sera scende anche qualche fiocco di neve e le strade non perfettamente pulite ci consigliano di fermarci al più presto. L’Agriturismo Bertin, alcuni km prima del Parco, fa al caso nostro e offre il tipico piatto locale, la revzöra, ovvero la classica focaccia ligure impastata con la farina di mais e la bazzurra, una zuppa preparata con latte e castagne, due ingredienti basilari di questo territorio, a sottolineare una tradizione gastronomica semplice ma saporita. La pute, per esempio, è una polenta cotta nel brodo vegetale. Una volta veniva tagliata a fette e inzuppata nel latte, oggi la si serve anche accompagnata da verdure. La seconda parte del viaggio attraversa l’area del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, i Laghi del Gorzente e i Piani di Praglia: una parte di territorio verde tra le più amate dai genovesi, che qui trovano temperature estive decisamente miti (siamo a 800 metri di altitudine), mentre il paesaggio invernale appare quasi surreale. Per chi desidera camminare, o ama fare trekking, ci sono bellissimi sentieri: i due più noti sono l’Alta Via dei Monti Liguri e il Sentiero Naturalistico dei Laghi del Gorzente. Il primo è molto lungo, mentre il secondo è un anello di 13 km che richiede cinque ore di cammino, attraversando l’altopiano

ESCURSIONISMO NELLE VALLI Tutto il territorio delle Valli Stura e Orba presenta un ambiente naturale di grande pregio e offre la possibilità di escursioni a piedi, in mountain bike e a cavallo. Vaste aree sono inserite nei Parchi Naturali Regionali del Beigua e delle Capanne di Marcarolo. Di particolare interesse l’area protetta della Valle Gargassa. Gli appassionati di equitazione possono trovare, nei pressi di Masone, due maneggi di ottimo livello. Parco del Beigua Tel. 019 84187300 - Parco Naturale Capanne di Marcarolo Tel. 0143 684777 PALAZZI DEI ROLLI _ Bookshop Tel. 010 2759185 _ www.rolliestradenuove MUSEI DI STRADA NUOVA _ Tel. 010 2476351 _ www.stradanuova.it ACQUARIO _ Tel. 010 2345678 _ www.acquariodigenova.it PALAZZO DUCALE _ Fondazione per la Cultura _ Piazza Matteotti _ 16123 Genova _ Tel. 0105574000 _ www.palazzoducale. genova.it/ PALAZZO REALE _ via Balbi 10 _ 16126 Genova _ Tel. 0102710236 _ www.palazzorealegenova.it/


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il nostro itinerario

per poi raggiungere il Lago Lungo e il Lago Bruno. Arrivati ai Piani di Praglia, chi vuole qualcosa di meglio di un panino per mangiare può ricorrere ai ristoranti della zona. Proseguendo sulla strada asfaltata un paio di chilometri dopo l’inizio del sentiero, si trovano ben due locali e aree attrezzate. Il primo, e più visibile, è la trattoria La Chëlinna e, poco più avanti, proseguendo per settecento metri in una diramazione laterale sulla destra, il Ristorante Pino. Siamo quasi arrivati all’ultima parte del nostro percorso in moto. L’ultima tappa è il Santuario di Nostra Signora della Guardia in cima al monte Figogna, la cui storia inizia il 29 agosto 1490 con l’apparizione della Vergine a un pastore. L’attuale complesso è però ottocentesco, ma merita una visita anche per la vista che offre sulla valle e sul mare. Ora ci attende “Zena”, o Genova, con la Lanterna e i suoi caruggi: non vediamo l’ora di arrivare e concederci una cena da Maxila (a base di carne) oppure alla Trattoria da Nanni (pesce). Il nostro suggerimento, se siete a Genova e volete perdervi, è di gironzolare naso all’aria nei caruggi della città, visitando la zona dei Palazzi dei Rolli, dove si trovano quarantadue edifici costruiti tra il Cinquecento e il Seicento, appartenenti alle nobili famiglie della Repubblica. Si trovano in Strada Nuova e Strada Nuovissima, ovvero le attuali via Garibaldi e via Cairoli, oggi patrimonio dell’UNESCO grazie ai loro meravigliosi palazzi. Genova si visita tranquillamente a piedi e la moto potete lasciarla al sicuro in uno dei garage sotterranei della città.

I ROLLI DI GENOVA

I rolli - termine derivato dalla parola rotoli - vennero costituiti a partire dal 1576 su disposizione del Senato della Repubblica aristocratica rifondata dal principe e ammiraglio Andrea Doria, che attraverso la sua riforma costituzionale aveva instaurato il dominio oligarchico e il conseguente inserimento della sovranità genovese nell’orbita della Spagna. La minuziosità con cui i Rolli furono ideati e compilati solo pochi de-

cenni dopo la grande ristrutturazione urbanistica decisa da Doria che riguardò in particolare fra il 1536 ed il 1553 le mura trecentesche - costituisce ancora oggi una precisa e documentata testimonianza di quella che fu la Genova del “Secolo d’oro”. Il fastoso percorso di via Garibaldi (strada Nuova del secolo XVI) sbocca a ponente nella Via Cairoli/Strada Nuovissima (secolo XVIII) che è attigua alla storica Via Lomellini, dove meritano una sosta il Museo del Risorgimento (Casa di Giuseppe Mazzini) e il complesso barocco della Chiesa e Oratorio dedicato a San Filippo Neri. Superata Piazza della Nunziata, caratterizzata dalla scenografica Basilica della SS. Annunziata del Vastato che è spettacolare per ampiezza, tesori d’arte e decori, ecco che si apre allo sguardo la prospettiva monumentale di Via Balbi (secolo XVII); giusto a metà di questa famosa strada è situato il Palazzo Reale, già Balbi Durazzo, prezioso e accogliente Museo Nazionale. Scendendo lungo il mare arriviamo tra i caruggi verso il Porto Antico, il monumentale ingresso a Genova dal mare, in un percorso che costeggia l’antico approdo del Mandraccio e si snoda sulle pendici del colle di Castello, per vie lunghe e strette impreziosite da sorprendenti dimore storiche e da case-torri, fino a raggiungere la Cattedrale. Così apparve la città all’imperatore Carlo V quando nel 1529 si recò a Genova per incontrare Andrea Doria. Attraverso questo dedalo di vie Carlo V e il suo corteo raggiunsero Palazzo Ducale, oggi sede di mostre e vernissage importanti.

I Laghi del Gorzente. Fanno parte del bacino artificiale della riserva idrica dell’Acquedotto di Genova. Le loro acque attraversano l’Appennino all’interno di una galleria ed arrivano alla centrale idroelettrica di Gallaneto dopo un salto di 352 m.


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FOOD AND SLEEP le soste consigliate

Un tour non solo mototuristico, ma anche enogastronomico, un mix di sapori tra Liguria e Piemonte dove il raffinato pesce in crosta di pane, come lo abbiamo assaporato nella bella “Zena”, come viene anche chiamata Genova, si confronta con la cacciagione e la polenta delle trattorie dell’Appennino. Il nostro itinerario di 140 km circa ci ha portato quindi ad assaporare differenti specialità a base di pesce, tipiche della costa ligure, e piatti dell’entroterra, frutto della tradizione contadina, mai sopita. Una cucina che unisce ai funghi, le erbe aromatiche, le acciughe salate, le olive e i pinoli che si accompagnano a paste e focacce. In questa zona di confine si possono così assaporare gnocchi al pesto o farinata di ceci e nelle pasticcerie canestrelli, savoiardi e particolari amaretti di pasta di mandorle. Senza dimenticare i vini. Col pesce non abbiamo potuto resistere ad un classico Pigato del Ponente, mentre per la cacciagione ci siamo fatti consigliare dall’oste per un corposo Barbaresco le cui zone di produzione arrivano fino alla provincia di Savona. Tra gli altri vini tipici della zona si può però provare il Rossese d’Acquadolce o il Dolcetto d’Ovada. Ecco allora alcuni suggerimenti e idee per tutti i gusti e per tutte le tasche.

INFO ACQUASANTA Azienda Agrituristica La Grilla _ via Giutte, 55 _ 16010 Acquasanta _ Mele (GE) Tel. +39 010.63.81.20 _ lagrilla@libero.it _ www.acquasantaonline.it/grilla.php?id=index&rid=grilla CAPANNE DI MARCAROLO Baita Rio del Gorzente _ Bar, Ristorante, Area Attrezzata _ SP 165 Guado del Gorzente _ Bosio (AL) _ baitariogorzente@gmail. com Cell. +39 349.87.03.184 Rifugio escursionistico “Cascina Foi” _ Bar _ Ristorante _ B&B _ trekking someggiato _ fraz. Capanne di Marcarolo _ www. cascinafoi.it _ info@cascinafoi.it _ cell. +39 333.98.65.198 _ camere a partire da € 30,00 Trattoria degli Olmi _ fraz. Capanne di Marcarolo _ 15060 Bosio _ Tel. +39 014.36.84.010 CAMPOLIGURE Agriturismo “BERTIN” _ via Valle Ponzema, 175 _ Tel. +39 010.92.71.020 cell. +39 347.46.88.390 _ www.agriturismobertin.it L’Antico Borgo B&B _ P.za Vittorio Emanuele II 8/2 _ 16013 Campo Ligure (GE) _ Cell. +39 347.96.46.288 _ +39 347.82.37.246 _ www.bblanticoborgo.beepworld.it _ Camere a partire da € 40,00 Osteria Vallebona _ via Valle Pònzema _ Tel. +39 010.92.02.30 CERANESI Ristorante Bar Pino _ località Piani di Praglia _ Tel. +39 010.72.14.10 Trattoria la Chëlinna _ località Piani di Praglia _ Tel. +39 010.72.14.26 FADO Hotel Fado ‘78 _ via Fado 82, 16010 Mele (GE) Tel. +39 010.69.71.060 _ www.fado78.it Ristorante Mario _ via Fado 309 _ 16010 Mele (GE) Tel. +39 010.63.18.21 _ Camere a partire da € 40,00 GENOVA Maxelâ Genova _ Vico Inferiore del Ferro, 9 _ 16100 Genova _ Tel. +39 010.2474209 _ genova@maxela.it Trattoria Barisone _ via Siracusa 2/r _ 16100 Genova _ Tel. +39 010.60.49.863 _ chiuso la domenica Trattoria da Nanni _ Via Zaccaria 12 _ Genova Pegli _ Tel. +39 010.69.75.012 _ Chiuso il martedì MASONE Il Giardino Fiorito _ Bed & Breakfast di Chiara Macciò via dei Carlini 21 _ 16010 Masone (GE) _ Tel. +39 010.92.63.31 _ Cell. +39 347.30.00.946 _ www.bbilgiardinofiorito.it PASSO DEL FAIALLO Albergo Ristorante del Faiallo _ Via Faiallo 25 _ Località Faiallo _ 17048 Urbe (SV) Tel. +39 019.73.31.01 ROSSIGLIONE La Maliarda B&B e Parco Avventura _ Via Valle Gargassa 136A _ 16010 Rossiglione (GE) Tel. +39 348.58.22.602 _ Cell. +39 010.92.39.018 _ info@lamaliarda.com _ www.lamaliarda.com _ Camere doppie a partire da € 65,00


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la parola all’esperto di Giampaolo Meda

PERCHé SCEGLIERE UN CASCO GIVI? Una azienda leader nella produzione di valigie da moto decide di produrre caschi. Quale connessione esiste tra queste due tipologie di prodotti? GIVI è in grado di dire qualcosa di nuovo in questo settore? Lo abbiamo chiesto ad Andrea De Santis, responsabile industrializzazione, produzione e qualità caschi . Andrea, partiamo dalle motivazioni che hanno spinto l’azienda ad impegnarsi anche nel settore caschi. Non bastavano le borse e valigie da moto? Che tipo di rapporto c’è tra queste due famiglie di prodotti. Certo, se messi a confronto con l’età di molti nostri concorrenti siamo indubbiamente giovani come produttori di caschi. Ma ci avvaliamo di una esperienza trentennale nell’uso dei materiali e nelle tecnologie applicate alle materie plastiche. Un “biglietto da visita” che pochi possono vantare. Vorrei aggiungere che il nostro essere giovani ci ha permesso di partire con una visione meno classica e di conseguenza di sperimentare e di apportare cambiamenti significativi su di un panorama che per anni ha proposto soltanto colorazioni e grafiche. Stabilito che, in effetti, i due prodotti sono più vicini di quanto si possa pensare… perché il motociclista dovrebbe puntare l’attenzione su di un casco GIVI? I punti a nostro favore sono molti. Prendiamo la sicurezza: GIVI ha investito molto in questa direzione, prima di tutto costruendo un laboratorio interno, facsimile di quello ministeriale per le omologazioni, con le stesse macchine per testare già dalla progettazione la “conformità’” dei nostri caschi. I test sono molto severi: i nostri prototipi vengono sottoposti a prove d’impatto (nei 6 punti chiave), a prove di scalzamento, per assicurarsi che il casco rimanga ben saldo sulla testa nella posizione di sicurezza, e test di stiramento per controllare la resistenza del cinturino di ritenzione. In altre parole siamo assolutamente certi che il nostro prodotto è totalmente sicuro. Inoltre, tutti i nostri caschi sono omologati in Italia, senza le scorciatoie burocratiche che a volte sono percorribili all’estero. Siamo tra i pochi produttori di caschi che possono vantare l’omologazione P/J ovvero la doppia omologazione sullo stesso casco, sia in versione jet/aperto che in versione integrale. Infine vorrei porre l’accento sulla scelta della componentistica e sulla cura per il dettaglio. Ulteriori aspetti che riteniamo di seguire al meglio. Non smetteremo mai di ricordare che i nostri caschi sono “ made in Italy” al 100%. Quanti possono affermare la stessa cosa? In percentuale, quanti addetti del reparto R&D di GIVI sono motociclisti? La stragrande maggioranza. La nostra passione per i mezzi a due

ruote è una componente importante. Siamo piuttosto critici: se un prodotto non ci convince del tutto, lavoriamo fino allo stremo per migliorarlo. Soprattutto sotto il profilo del comfort, che deve essere sempre sopra la media. Gli ultimi modelli presentati sono assolutamente innovativi. Parliamo dell’X01 con mentoniera intercambiabile e dell’ XPlus, l’apribile con mentoniera applicata alla visiera. Entrambi omologati come integrali e come Jet. La domanda è: il mercato è sempre scettico verso i prodotti non convenzionali, soprattutto quando si parla di sicurezza. E’ un preconcetto? Assolutamente sì. Le novità creano interesse ma spesso, al momento della scelta, si preferisce la “vecchia strada”. I nostri ultimi prodotti sono particolarmente radicali ma offrono la stessa protezione di un integrale convenzionale. Del resto se così non fosse come potremmo ottenere l’omologazione P/J dal Ministero dei Trasporti? Ribadisco che GIVI ha una tecnologia che pochissimi altri produttori di caschi si possono permettere. Puntiamo a far cambiare sostanzialmente il modo di valutare i parametri di sicurezza/protezione ed offriamo plus che altri caschi non hanno, come la doppia omologazione, la leggerezza, un alto comfort, la formula “2 caschi in 1”… Da esperto del settore e da abituale motociclista vorrei da te un elenco di fattori assolutamente da valutare al momento di scegliere di un nuovo casco. Magari prendendo in considerazione sia l’integrale che il JET. Dando per scontato che la sicurezza è il primo requisito, i punti salienti da tenere in considerazione sono: la leggerezza, perché un casco, portato soprattutto nei lunghi tragitti non deve affaticare il collo e le spalle; la perfetta calzabilità: la taglia corretta deve assicurare sia il comfort che la stabilità in testa del casco; L’ampiezza della visuale, la manovrabilità della visiera e delle prese d’aria. E ancora la qualità delle finiture e dei materiali, utilizzati, anche per i piccoli componenti. Ovviamente tutto questo all’interno di un rapporto prezzo/prestazioni che si sposi con la propria disponibilità finanziaria. Che cosa non coglie il motociclista nei caschi di GIVI? Credo la praticità d’utilizzo, la reale totale sicurezza ed il piacere di possedere un prodotto che qualitativamente non darà mai problemi. Per chiudere ti chiediamo qualche anticipazione. State lavorando a qualche progetto particolare? Il team di GIVI sta lavorando all’uscita dell’ ultimo nostro nato, l’ X05.

“la nostra passione per i mezzi a due ruote è una componente importante...”


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la parola all’esperto

Nella pagina precedente, una zona del laboratorio GIVI dove si effettuano severi test di conformità sui prototipi. A fianco: il nuovo XPlus omologato come integrale e jet. Sotto, un momento del controllo qualità e un angolo del magazzino spedizioni.

Si tratta di un demi-jet piccolo, leggero, con visiera a scomparsa, che soddisferà qualsiasi esigenza di personalizzazione da parte dell’ utente. Infatti il casco nasce con cover e fasce intercambiabili realizzati con colori e materiali differenti. Difficile trovarne due uguali. Siamo davvero al punto estremo della personalizzazione. E non è finita. L’X05 porta anche la novità della taglia unica. Non vediamo l’ora di ammirarlo in versione definitiva. Lo stand GIVI del Salone di Milano ospitava in effetti una teca con qualche esemplare di preserie: ma da quella prima anticipazione al prodotto che andrà al pubblico ci sono di mezzo un lungo lavoro. L’X05 si merita senza dubbio una “monografia” sul prossimo numero del nostro magazine. Non perdetelo!


info@givi.it _ www.givi.it

TRE CASCHI IN UNO. UN CASCO UNICO X.01 L’INTEGRALE CHE CAMBIA FACCIA AGLI INTEGRALI

Calotta in policarbonato LEXAN

Dalla XS alla XL

1490 gr.

Visierino parasole fumè integrato

Visiera trasparente antigraffio

omologazione i n t e g ra l e / j e t

Interno antiallergico, removibile, anti-sudore con schiuma a memoria sulle gancette

Cinturino con fibbia micrometrica, omologato, sistema antiscalzamento

THE ITALIAN SIGN OF MOTODESIGN

Cambio di configurazione estate/inverno (kit dotazione di serie)


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le risorse

di Annalia Martinelli

“Sono legata da un affetto particolare alla givi...”

UN LEGAME LUNGO 28 ANNI Maddalena Bodei, 55 anni, lavora in GIVI fin dalla nascita dell’azienda. La sua storia, quindi, è la storia dell’impresa e dei suoi valori, primo fra tutti, le persone.

“Sono legata da un affetto particolare a GIVI, non solo perché l’ho vista nascere, ma anche perché allora eravamo tutti giovani, il titolare, il signor Visenzi, la moglie, i suoi figli, che oggi sono bravi manager e all’epoca erano bambini”. Chi parla è Maddalena Bodei, 55 anni, segno zodiacale Scorpione, ufficialmente ‘Responsabile Ufficio logistica’ di GIVI. In realtà la signora Maddalena per tutti in ufficio è “la Lena che sa tutto perché è qui da sempre”. E il suo non è un caso isolato in GIVI, dove la gestione manageriale non esclude la fedeltà alle persone, così come la conduzione familiare è il punto di forza per una presenza significativa sul mercato globale. Un esempio rilevante per altro della comunità di business dell’Italia del Nord Est che magari coltiva con orgoglio l’inflessione dialettale, ma sa benissimo fare affari con Dubai. Insomma, lo ‘zoccolo duro’ della nostra economia che funziona. Dunque nel trentesimo anniversario di GIVI, la storia di Lena è un altro modo per raccontare la storia di GIVI, delle sfide affrontate e vinte, delle strategie di sviluppo che sono tutt’uno con la scelta di fondo di porre sempre al centro dell’attenzione “la persona’: nei rapporti interni, nelle relazioni verso il mercato, nel pensare e realizzare prodotti sicuri, comodi ed efficaci. La incontriamo naturalmente in azienda. Lena, ricorda il primo giorno? “Era il I6 gennaio 1981. Avevo 28 anni, ero sposata ed avevo un bambino di 5 anni. Poi è arrivata una bambina, che ora va all’università. Studia lingue orientali a Venezia. Mio marito si ammalò

presto, a 40 anni, io ne avevo 36. GIVI ci ha aiutato molto, anche finanziariamente. Non ho mai dovuto chiedere niente. Il signor Visenzi capiva. Sono cose che non si dimenticano. Mio marito mi diceva: ‘Tu hai due amori, GIVI e GIVI!’. All’inizio non avevo problemi perché lui non lavorava più e faceva da mamma e papà, poi quando si è aggravato mi hanno dato tutti permessi necessari per accompagnarlo dai medici, quando è mancato mi hanno aiutato in tutti i modi. Oggi sono nonna di due bimbi, di 4 anni e 3 mesi, e comincio a sentirmi un po’ stanca, ma amo sempre il mio lavoro! Guai a non venire in ufficio!”. “Entrai come impiegata – ricorda “la Lena” – . Abitavo a Brescia. Mi occupavo dalla scheda cliente fino alla contabilità esclusa, perché quella non l’ho mai voluta imparare. Adesso siamo un centinaio e io sono un po’ un jolly: seguo merci, magazzini, spedizioni, listini. Dal 1983 abito a Mazzano, a 25 km. La mattina arrivo alle sette e mezza, ma il viaggio non mi pesa, perché vengo con piacere. Ho un rapporto bellissimo con i titolari e con i colleghi non ho mai avuto screzi. Il segreto? Mah! Sono riservata…”. Dov’è il suo ufficio? “Condivido con altri un open space. A me hanno dato la scrivania accanto alla finestra, così mi gestisco i ragazzi che fanno le spedizioni, per parlare con loro basta affacciarmi”. Lena, le teorie predicano sistemi sempre più elaborati di incentivazione per stimolare la partecipazione dei dipendenti. Che cosa ne pensa?


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“Con GIVI abbiamo fatto una al mare in pullman per i 30 anni. E’ stato bello passare il tempo con i colleghi senza parlare di lavoro. Poi abbiamo le cene aziendali: prima delle vacanze e a Natale. Andiamo al ristorante. Il signor Visenzi non manca mai. GIVI ci ha offerto anche corsi di formazione. Ho tentato di imparare l’inglese, studiavo fino alle tre di notte ma non sono portata. Ultimamente mi sto prendendo qualche soddisfazione: il signor Visenzi in persona mi ha consegnato una targa con parole molto importanti, ha detto che me la meritavo perché ho dato tanto all’azienda. Mi ha portato in palmo di mano. Come si svolge la giornata in GIVI? Avete una mensa? “C’è una cucina dove si può mangiare insieme. Le mamme con bambini piccoli hanno orari ridotti. GIVI è attenta alla famiglia e ai suoi bisogni. Dopo la morte di mio marito sono caduta in depressione e stavo bene solo qui, entravo in GIVI e non pensavo più a niente. Così piano piano ne sono uscita, ho ripreso i contatti con vecchi amici e oggi vado a ballare.” Liscio? “Liscio e fox trott. Ho cominciato a frequentare una scuola per conoscere gente e mi sono appassionata”. Oltre al lavoro e al ballo, quali sono i suoi interessi?

“Non ho tempo di leggere i giornali, né di vedere la tv. Al cinema non mi piaceva andare perché si fumava e mi dava fastidio, poi quando mio marito non è stato bene, non potevamo uscire la sera perché era sempre molto stanco. Prima andavamo a sciare insieme. Adesso il ballo mi basta.” Nemmeno un attore preferito? “Brad Pitt!” Che cosa si aspetta dalla vita? “Mi sono sposata a vent’anni. Non sono pentita. Lo rifarei. A quel tempo l‘educazione era severa, i giovani non avevano libertà. Certo, come ho detto, comincio a essere un po’ stanca. A 60 anni vorrei andare in pensione. Tutto finisce prima o poi. Ma so che qui in GIVI avrò sempre degli amici”. Il ricordo più bello in azienda? “I primi anni: me la sentivo mia. Ancora oggi a volte i colleghi mi dicono: “Guarda che non è la tua’”. Ha mai chiesto un aumento? “Mai, me lo hanno sempre offerto e quello che mi proponevano mi andava bene, non ho nulla da ridire su questo”. Lena, e ora che c’è la crisi? “Bisogna tirarsi su le maniche e lavorare di più!”.


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tip & tricks

di Alessandro Bonfardini

FISSAGGIO E SMONTAGGIO ALLA VELOCITA’ DELLA LUCE! Il nuovo sistema di supporto per valigie laterali PLXR si monta o smonta in soli 30 secondi! A permetterlo sono gli elementi denominati Rapid fitting, dotati di speciali viti “a mezzo giro”. La nuova proposta di GIVI permette di conciliare l’esigenza di avere spazio a bordo per i bagagli con la voglia di preservare l’estetica del proprio mezzo. Di ritorno dal weekend, sarà sufficiente impugnare la chiave personalizzata GIVI e ruotare di mezzo giro le viti speciali del supporto valigie per far tornare la moto, in un batter d’occhio, al suo stato originale.

STEP 1

STEP 2

STEP 3

STEP 4

Il montaggio o smontaggio del telaio avviene velocemente con semplici passaggi.

Ruotare la chiave in senso antiorario, ripetere l’operazione per tutte le viti speciali presenti.

Inserire la speciale chiave GIVI nella testa delle viti.

A questo punto è possibile la rimozione del supporto.


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Poggia-schiena morbido opzionale

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Doppia luce stop kit opzionale

Apertura e sgancio innovativo sistema di apertura e sgancio facilitati, azionabile con una sola mano

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Solo 1390 gr. -15% rispetto ad un normale casco apribile

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