Lo speciale Moonfall

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Foto Nasa.


L L’editoriale

a cinematografia, la sua dimensione tra immaginario e realtà che ne ha fatto lo strumento per proiettare al di fuori dei nostri occhi le nostre sensazioni, i nostri sogni e le nostre paure, rappresenta spesso una fonte di ispirazione per idee, decisioni e, a volte, persino scelte di vita futura, soprattutto nei ragazzi. La fantascienza, più di ogni altro genere cinematografico, è capace di proiettarci nel futuro e di stimolare il nostro immaginario… desiderando di poterlo realizzare, abitare, vivere questo spettacolare mondo del domani. Da bambino, poi da ragazzo, con la testa già persa nel buio stellato del cosmo, guardavo capolavori come Il Pianeta proibito, Blade Runner e Alien e sentivo crescere dentro di me il desiderio di poter lavorare, un giorno, nel settore spaziale: per costruire quelle astronavi, realizzare quelle architetture extraterrestri che sfilavano di fronte ai miei occhi sullo schermo incantato della sala di proiezione. È poi successo, anche se la realtà è sempre più limitata dell’immaginazione! La Luna, in ogni caso, è sempre stata il luogo preferito dei miei viaggi mentali ispirati dal cinema e i film di fantascienza hanno fortemente ispirato la scienza e le tecnologie legate all’esplorazione lunare. A cominciare dal romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna che ha dato spunto, un secolo dopo, alle missioni Apollo. Oggi abbiamo molte pellicole di fantascienza dedicate alla Luna che anticipano, come in Moonfall, le tecnologie spaziali del futuro a difesa della Terra o nelle quali si parla di basi lunari come avamposti dell’umanità, come se ancora una volta la fantasia volesse precorrere quella che è o sarà la realtà di domani. Anche l’Agenzia Spaziale Italiana sta guardando ai futuri insediamenti sulla superficie del nostro satellite e in orbita intorno ad esso, sfruttando la capacità industriale nazionale e il lungo avviamento del nostro Paese nel settore dell’esplorazione spaziale che ci ha portato a realizzare diversi moduli abitabili della Stazione Spaziale Internazionale, un ruolo unico tra le nazioni europee che partecipano a questo affascinante progetto internazionale. Anche per la prossima esplorazione lunare, il programma Artemis, stiamo per realizzare quel futuro che fino a poco tempo fa era solo appannaggio della magica finzione costruita esclusivamente per le sale cinematografiche. E l’Italia ne è già parte! Ecco che noi, le agenzie spaziali, l’industria di settore, i ricercatori e gli scienziati, con il nostro ingegno e con il nostro lavoro magicamente trasformeremo ancora una volta la fantascienza in realtà.

Dalla fantascienza alle missioni spaziali di Giorgio Saccoccia Presidente Dell’Agenzia Spaziale Italiana

l’Agenzia Spaziale Italiana sta guardando ai futuri insediamenti sulla superficie del nostro satellite e in orbita intorno ad esso.

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Il sommario PAG 3 - L’EDITORIALE

PAG 10-11 - IL FILM

Dalla fantascienza alle missioni spaziali di Giorgio Saccoccia

PAG 6-9 - IL REGISTA

Intervista a Roland Emmerich Il lato nascosto della Luna PAG 16-17 - L’ASTRONAUTA

Patrick Wilson.

Michael Massimino “L’Ottavo” astronauta italiano

Tutto su Moonfall La storia e i protagonisti del film diretto da Roland Emmerich che lascerà gli spettatori con il fiato sospeso PAG 12-13 - I PROTAGONISTI

Patrick Wilson (Brian Harper)

PAG 18-19 - LA GEOLOGA

Mika McKinnon Tanta scienza dentro il film 4 ❍ Moonfall

PAG 14 - I PROTAGONISTI

PAG 15 - I PROTAGONISTI

Halle Berry (Jocinda Fowler)

John Bradley (KC Houseman)


PAG 26-29 - LE MISSIONI

PAG 20-23 - COSA DICE LA SCIENZA

Luna, il prossimo avamposto dell’umanità PAG 30-31 - INFOGRAFICA

L’Italia sulla Luna PAG 32-35 - MOON KIT

Base Luna Il nostro laboratorio verso lo spazio profondo PAG 36-39 - DA SAPERE

Eclissi.

La Luna in testa Un po’ di storia e di scienza di Ettore Perozzi

Curiosità spaziali

PAG 24-25 - L’AUTO

PAG 40-42 - LETTERATURA

Lexus e il cinema una storia spaziale che continua con Moonfall Speciale del Giornale dello Spettacolo in collaborazione con Spazio 2050, rivista dell’Agenzia Spaziale Italiana e di Globalist Direttore: Gianni Cipriani

“Che fai tu, Luna in ciel?” Art director: Paola Gaviraghi Coordinamento: Marco Spagnoli In collaborazione con Unità Multimedia ASI- Responsabile G. Pulcrano. Coordinamento scientifico:

Manuela Proietti - Unità Multimedia ASI. Testi di Ettore Perozzi - Asi Giulia Bonelli, Barbara Ranghelli, Giuseppe Nucera - Redazione web ASI.

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Il lato nascosto della Luna

Intervista a Roland Emmerich Se il film avrà successo ci saranno altri due Moonfall così come sto pensando ad un terzo Independence Day.

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T

rent’anni dopo il suo esordio hollywoodiano nel 1992 con Universal Soldier – I nuovi eroi, Roland Emmerich torna – ancora una volta – nello spazio per raccontare una storia legata alla Luna in cui il satellite che conosciamo ha una storia completamente diversa a quella che abbiamo sempre saputo. “Mi ero detto che dopo 2012 avrei smesso di fare disaster movies” dice il regista Roland Emmerich “Poi, però, ho trovato un libro che mi ha obbligato a pensare diversamente alla Luna e alla sua storia e così è nato Moonfall. Una classica storia dove un gruppo di persone coraggiose, pur avendo i propri cari sulla Terra, decide di volare sulla Luna e salvare il mondo.” Cosa l’ha ispirata in particolare? La nozione secondo cui questo satellite che la Terra conosce così da 200.000 anni è, invece, ‘artificiale’. L’ho trovata subito un’idea interessante soprattutto quando scopriamo che mentre sta cadendo verso la Terra è qualcosa di costruito da qualcuno. Nel film quello che “sa tutto”, questa volta, non è uno scienziato, ma un cospirazionista… Ho voluto assecondare il mio lato un po’ ambiguo scegliendo il pazzo del gruppo come colui che aveva ragione. Alla fine non è così matto e dimostrerà un fondo di saggezza soprattutto quando devono volare dentro la Luna. Per me questo è il momento più importante di Moonfall. Fino ad allora tutto è stato una corsa contro il tempo, così, invece, il racconto cambia diventando qualcosa di differente. In realtà i protagonisti dei miei film sono soprattutto persone abbastanza normali che si ribellano a quanto sta accadendo intorno a loro e soprattutto non accettano le bugie dei governi. Sono gente comune a diventare eroi. Il mio cinema è per le famiglie, soprattutto, perché racconta storie di famiglia. Nel suo cinema sono, però, gli scienziati a rivestire sempre un ruolo importante. Cos’è una fascinazione per la saggezza? Esattamente. Lei ha ragione: mi hanno sempre interessato le persone sagge. Nutro un grande interesse per il raziocinio e per le persone che guardano con preoccupazione e curiosità al bene del mondo. Sono un lettore molto avido. Lei ha già dichiarato di volere continuare ad esplorare questo tipo di racconto… Assolutamente. Anche se la storia è compiuta sono pronto a completare l’arco del racconto con altri due film che potrei girare in un colpo solo. Mi piacerebbe una trilogia per Moonfall come la prima di Star Wars con L’Impero colpisce ancora a fare da ‘cliffhanger’, ovvero a lasciare il pubblico con il fiato sospeso. Del resto lei fino ad oggi ha fatto un solo sequel dei suoi film… È vero, ma ora che la 20th Century Fox è stata venduta alla Disney ho intenzione di chiedere loro se sono interessati ad un terzo capitolo. Il secondo non è stato un enorme successo quindi non sono sicuro accetteranno. Il mondo sta uscendo lentamente dalla Pandemia, nel suo film la Luna sta cadendo fuori dall’orbita: un disastro dopo l’altro…

Moonfall è un po’ una ‘controprogrammazione’ rispetto a tutti i problemi che abbiamo qui sulla Terra: il Covid, il cambiamento climatico, le tensioni tra Russia e Ucraina, gli altissimi costi dell’Energia…credo che sia importante offrire alle persone la possibilità di ‘scappare dalla realtà’ per un paio d’ore. Quando ho scritto questo film il Covid non esisteva e solo tre mesi in produzione abbiamo dovuto fermare tutto per quasi sei mesi. Abbiamo girato il film tra restrizioni molto severe e quindi lo spettatore potrà ritrovare anche la mia voglia personale di fuga dalla realtà che tutti abbiamo conosciuto negli ultimi due anni. Devo dire, però, che io resto estremamente preoccupato per il riscaldamento globale nei cui confronti nessuno sembra davvero fare nulla di concreto. Eppure nel suo cinema c’è sempre grande spazio per un lato umoristico… Lo humour gioca un ruolo fondamentale nella mia vita e quindi anche nelle cose che faccio. È il mio stile di fare film e io stesso non mi prendo troppo sul serio. Come potrei? Come facciamo ad essere seri facendo film riguardo a noi e a ciò che siamo e realizziamo?

Nutro un grande interesse per il raziocinio e per le persone che guardano con preoccupazione e curiosità al bene del mondo.

Come spettatore non sopporto le storie che si prendono troppo seriamente…certe volte mentre siedo in una sala cinematografica mi dico “Dio mio! Che cosa sto vedendo? Massù!!!” Sono molto sospettoso dei film che non fanno ridere nei primi dieci minuti o almeno nel primo rullo… la vita è una mescolaza di dolore e risate. Il cinema deve provare a raccontare qualcosa che assomiglia alla nostra esistenza. Qual è la sua fascinazione personale nei confronti della Luna? La Luna ha una grande influenza su di noi: le maree, il ciclo delle donne, il vino… mi piace il fatto che l’uomo abbia sognato sin da subito la possibilità di raggiungerla: con i sogni, i poemi, i racconti, il programma Apollo l’uomo ha sempre voluto ‘toccare’ la Luna, mentre io con il film racconto l’incubo della Luna che può cadere sull’umanità annientandola… Perché le piace tanto la fantascienza? Perché è sempre determinata da un concetto. Spesso semplice e seducente. È molto visuale e come spettatore sono sempre stato attratto dalle immagini molto forti e piene di fascino. Inoltre, mi permette di contrabbandare idee importanti per il pubblico sotto la patina di storie spetMoonfall ❍ 7


Moonfall di Roland Emmerich. foto Reiner Bajo e Courtesy of Lionsgate.

tacolari. L’Alba del giorno dopo è un puro film politico legato al cambiamento climatico che mi è stato permesso di fare solo perché l’ho fatto assomigliare molto a Independence Day. Cosa l’affascina di questo tipo di cinema così spettacolare? Proprio la possibilità di creare dei mondi. Nel passato remoto così come nel futuro sei molto libero nel tuo racconto. Io ho creato una sorta di template personale per fare il cinema che mi interessa a Hollywood. Ovviamente quando crescevo non c’era un cinema come esiste quello della Marvel, quindi sono stato io stesso a cercare un mio approccio personale al racconto fantastico e fantascientifico. 2012 è stato l’ultimo film che ho realizzato di questo tipo e oggi, con Moonfall torno ad 8 ❍ Moonfall

affrontare questo genere dopo che mi ero detto che quello sarebbe stato l’ultimo film di quel tipo. Poi ho letto il libro Who built the moon? che mi è servito come ispirazione per questa storia. Ci ho messo tre anni eppoi mi sono arreso: dovevo fare questo film. La sua è anche una grande fascinazione per il futuro… Mi piace pensare a quello che accadrà domani. È sempre stato così anche se il mio non è un cinema ‘futuristico’ perché quel tipo di storie mi sembra sempre molto artificioso. Il libro che adorerei portare sullo schermo è Forever War ovvero Guerra Eterna. È stao opzionato dalla Warner, ma spero in futuro di poterlo acquisire e produrlo io. Una storia antimilitarista scritta dal reduce del Vietnam Joe Hadelman su una guerra scatenata per sbaglio contro una razza extraterrestre e


che dura per oltre mille anni attraverso fase diverse della storria dell’umanità del futuro. Disastri, Guerre, Alieni, Mostri, Rivoluzioni...il suo cinema è popolato da incubi... Soprattutto da minacce rapportate a epoche e storie diverse. Come essere umano sono e resto estremamente preoccupato da quello che leggo e da quello che vedo come il cambiamento climatico. I suoi film, a differenza di quanto dicono a Hollywood, hanno un messaggio… È vero e credo che se così non fosse sarebbe sbagliato. Il messaggio di Moonfall è che noi veniamo da qualche parte come razza umana e che non dobbiamo ripetere gli errori del passato. Una lezione che vale anche nel nostro mondo, oggi.

In 2012 lei ha cinematograficamente distrutto San Pietro facendo fare un orribile figura ad un Primo Ministro italiano, bassino, calvo e circondato da qualche donna… Piccole licenze che ci prendiamo come registi...(ride). Questo perché, ero davvero convinto che dopo quel film il mio cinema sarebbe cambiato e per questo ci ho messo “tutto” quello che mi interessava e divertiva. Cosa che è successa, ma poi le storie mi hanno attirato di nuovo verso la fantascienza. Lei ha girato tanti film “sullo” Spazio, ma con il supporto tecnologico adeguato di ESA e NASA farebbe un film “nello” Spazio? Con la storia giusta, certamente sì. n Marco Spagnoli Moonfall ❍ 9


La storia e i protagonisti del film diretto da Roland Emmerich che lascerà gli spettatori con il fiato sospeso

TUTTO SU

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C

osa accadrà in Moonfall? Nel film vedremo la Luna che, spinta una forza misteriosa, viene sbalzata fuori dalla sua orbita per dirigersi in rotta di collisione con la Terra. A poche settimane dall’impatto fatale che annienterà il mondo, l’ex astronauta e dirigente NASA Jocinda ‘Jo’ Fowler (attrice premio Oscar® Halle Berry per Monster’s Ball, 2001) ha però un’idea per salvare il pianeta. Ma c’è un problema, anzi un grandissimo problema: nessuno le crede. A parte due persone, ossia Brian Harper (interpretato da Patrick Wilson), un uomo che appartiene al suo passato, e un simpatico complottista di nome K.C. Houseman (interpretato da John Bradley). I tre improbabili eroi si lanceranno in una disperata missione spaziale lasciandosi alle spalle, forse per sempre, i loro affetti più cari, per cercare di scoprire l’incredibile segreto che riguarda l’unico satellite “naturale” della Terra.

L’ANTEFATTO STORICO

LL

All’inizio degli anni ‘60, il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy spiegò agli americani l’importanza di andare sulla Luna. Non perché fosse facile, ma proprio perché era molto difficile. Le speranze e i sogni che Kennedy nutriva a riguardo, divennero realtà nel 1969, grazie alla missione lunare Apollo 11. Sulla scia di quello storico evento, Moonfall ipotizza che la storica impresa lunare in realtà celava un segreto che nel 2022 avrebbe provocato la caduta della Luna sulla Terra. In Moonfall l’umanità si confronta con il lato oscuro della Luna: intere città vengono evacuate perché solo le alture offrono una remota possibilità di sopravvivenza, mentre i disordini civili infuriano, provocando distruzione ovunque. È la sesta volta nella storia, che la Terra è minacciata dal pericolo concreto di estinzione. E quindi… n R. G.

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I protagonisti

Halle Berry (Jocinda Fowler)

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alle Berry interpreta il ruolo protagonista della vice direttrice della NASA Jocinda Fowler. Parlando del film l’attrice premio Oscar ha descritto il suo personaggio come quello di una persona “molto intelligente, che deve farsi largo in un mondo di uomini”. Ha poi aggiunto: “Una donna non potrà mai occupare una posizione del genere alla NASA a meno che non sia estremamente brillante e sicura di sé. Fowler è molto caparbia: è riuscita a resistere e a sopravvivere in un ambiente difficile. Adoro i personaggi come lei, una donna brillante e capace nel suo lavoro e al tempo stesso una madre amorevole”. Inizialmente questo ruolo era stato concepito per un uomo: “Dobbiamo ringraziare Roland (Emmerich, ndr) per aver compreso la possibilità di affidare il personaggio principale a una donna, conservandone lo stesso impatto”. Ha poi concluso Halle Berry: “Il pubblico viene trascinato in un grande spettacolo in cui riesce a identificarsi. Abbiamo spesso fantasticato sulla fine del mondo e abbiamo provato ad immaginare come potrebbe essere e se riusciremmo a sopravvivere. Per me, inoltre, la grande attrattiva era lavorare Roland 12 ❍ Moonfall

Halle Berry con Patrick Wilson.


Emmerich: nessuno conosce questo genere di film meglio di lui. È stato magnifico poter collaborare con un regista che ammiro da sempre e far parte di una storia di questa portata”. Attrice premio Oscar® Halle Berry (Jocinda Fowler) ha lavorato nella sua carriera in una moltitudine di ruoli di grande spessore e di recente ha arricchito la sua straordinaria filmografia con il titolo di ‘regista’. Per la sua brillante performance in Monster’s Ball – L’ombra della vita, ha vinto l’Academy Award® come Migliore Attrice, diventando la prima donna nera a ricevere questo premio prestigioso. La sua interpretazione le è valsa numerosi altri riconoscimenti come migliore attrice, fra cui il SAG, l’Orso d’Argento, e il premio del National Board of Review. Berry si è inoltre aggiudicata l’Emmy®, il Golden Globe®, il SAG® e il NAACP® Image Award per la sua straordinaria interpretazione nel telefilm HBO Introducing Dorothy Dandridge (Vi presento Dorothy Dandridge), da lei prodotto. È stata nominata ai Golden Globe® come Migliore Attrice per il suo ruolo in Frankie & Alice. n R.G Moonfall ❍ 13


Patrick Wilson.

I protagonisti

Patrick Wilson (Brian Harper)

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atrick Wilson (Brian Harper) è un apprezzato e premiato attore che vanta una vasta filmografia. Nel corso degli anni, ha interpretato ruoli protagonisti nei maggiori musical di Broadway e in blockbuster spettacolari. Di recente ha ultimato le riprese dell’atteso Aquaman 2. Al fianco di Jason Momoa nel ruolo protagonista, Wilson interpreta il fratellastro cattivo di Orm. Presto esordirà nella regia con Insidious, il quinto sequel del franchise horror di cui sarà anche protagonista e le cui riprese inizieranno nella primavera del 2022. Patrick ha raggiunto il pubblico mainstream con il ruolo di Ed Warren nel franchise The Conjuring, uno dei cinque film del mistero campioni di incassi di tutti i tempi. The Conjuring 2 (The Conjuring – Il caso Enfield), distribuito nel 2016, ha incassato 40 milioni di dollari nel suo weekend di uscita nelle sale. Nel 2015 ha interpretato il ruolo di Lou Solverson nella serie TV Fargo, al fianco di Kirsten Dunst, Jesse Plemons e Ted Danson. La performance di Wilson ha ottenuto nomination ai Critics’ Choice awards, ai Gold Derby e ai Golden Globes® come Migliore Attore di una Miniserie.n R.G 14 ❍ Moonfall

John Bradley.


I protagonisti

John Bradley (KC Houseman)

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ohn Bradley (KC Houseman) è un attore inglese noto soprattutto per il ruolo di Samwell Tarly, un beniamino del pubblico, nella premiata serie di HBO Game of Thrones (Trono di spade). Nel 2019, per la sua stagione finale, la serie ha stabilito il record di 32 nomination e 12 Emmy® awards. Dalla premiere del 2011, Trono di spade ha ottenuto 160 candidature agli Emmy® portando a casa un totale di 59 premi. John è apparso nella commedia romantica Marry Me - Sposami, di Universal Pictures, al fianco di Jennifer Lopez e Owen Wilson; il film è uscito nelle sale l’11 febbraio 2021. John ha ritrovato i produttori e gli organizzatori generali di Trono di spade, David Benioff & Dan Weiss per una serie di fantascienza su Netflix dal titolo Three-Body Problem, interpretata da Eiza Gonzalez e Liam Cunningham. Recentemente è apparso al fianco di Stanley Tucci e della star di Trono di spade Natalie Dormer, nel film horror Patient Zero, che segue le vicende di un gruppo di sopravvissuti alla ricerca di un antidoto per contrastare un virus altamente contagioso che trasforma i contagiati in una nuova specie umana super intelligente e famelica n R.G Moonfall ❍ 15


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Michael Massimino

“L’Ottavo” astronauta italiano N

ato da genitori italo-americani di origine siciliana; padre di due figli, l’astronauta Michael Massimino che da qualche anno ha anche la cittadinanza italiana è molto orgoglioso delle sue origini: “Tutti i miei nonni sono emigrati negli Stati Uniti dalla Sicilia: tre arrivavano da Palermo, mio nonno paterno era invece di Linguaglossa, provincia di Catania. Anche i genitori di mia moglie sono emigrati da San Giuseppe Iato, vicino a Palermo. Portare il telescopio di Galileo nello spazio è stato, dunque, un modo per onorare le mie origini.” Dice Massimino, laureatosi in ingegneria industriale alla Columbia University nel 1984. Nel 1986 è entrato al Massachusetts Institute of Technology, dove nel 1988 ha conseguito la laurea magistrale e nel 1992 il dottorato in ingegneria meccanica. Nel 1996 è stato selezionato come astronauta dalla NASA ed è stato nello spazio nel 2002 con la missione dello Space Shuttle Columbia STS-109 e nel 2009 con la missione dello Space Shuttle Atlantis STS-125. Nel corso di quest’ultima missione Massimino è stato il primo astronauta ad usare ufficialmente Twitter nello spazio. Ha interpretato sé stesso in sei episodi a partire dalla quinta stagione della sitcom The Big Bang Theory, ambientati anche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, sulla quale lavorava assieme al personaggio di Howard Wolowitz. “Un’esperienza indimenticabile” ricorda Massimino che vive a Houston in Texas. Cosa pensa di Moonfall? Quando l’ho visto finito sono rimasto molto compiaciuto, perché l’ho trovato interessante e divertente. Soprattutto perché ho visto utilizzato di nuovo lo Space Shuttle che mi ha reso particolarmente caro sia Moonfall che la sua storia. Sono felice che in Moonfall si riveda questa macchina senza la quale non sarebbe mai stato possibile raggiungere una serie di successi molto importanti per l’umanità. Molti nel mondo, tra cui in Italia l’ingegnere Ernesto Vallerani, si sono sempre detti contrari alla rinuncia

allo Shuttle e allo studio del cosiddetto Spazio Plano… Lo Space Shuttle è stato usato per trent’anni e non sono sicuro che sia mai stato apprezzato quanto meritasse davvero…senza lo Shuttle oggi non esisterebbero la ISS, la Stazione Spaziale Internazionale e tantomeno il telescopio Hubble. È stato un grande successo che ha portato molte persone a diventare astronauti. Qualcuno dice che è stato un programma NASA ‘terminato’ troppo presto… Non saprei dire con certezza se questa affermazione sia vera: forse è finito al momento giusto, ma noi dobbiamo ancora realizzare quanto sia stato utile e importante. Moonfall ha il grande merito di ricordarcelo. Qual è la sua fascinazione personale per la Luna e per il cinema legato allo Spazio ? Appartengo anagraficamente a quella generazione che da bambini era rimasta incollata alla Tv per seguire Neil Armstrong, ma il vero motivo per cui sono diventato astronauta è stato l’avere visto nel 1984, mentre mi trovavo al College il film di Philip Kaufman Uomini Veri -The

Ho scelto di diventare astronauta ispirato da un film e spero che Moonfall possa fare lo stesso per le nuove generazioni di donne e uomini dello Spazio.

Right Stuff basato sul libro di Tom Wolfe. Lo Spazio mi aveva sempre affascinato, ma è stata la visione di quel film a farmi decidere di tentare di diventare un astronauta. Ho studiato molto e mi sono preparato su quello che stava succedendo nel programma spaziale americano. Credo che il merito di film come Moonfall è quello di riuscire ad ispirare le persone ed educarle nel rapporto con lo Spazio. Non è una storia vera, certo, ma ha un grande potere evocativo ed immaginifico rispetto al fascino e alle possibilità offerte dall’esplorazione umana dell’Universo. Lei, al momento, è “l’ottavo astronauta italiano”… Io sono ufficialmente un astronauta degli Stati Uniti d’America che ha anche acquisito la cittadinanza italiana da cinque anni. Quindi – in un certo senso – lei ha ragione: sono un astronauta e sono un italiano. Ora, però, può mandare la sua application all’Agenzia Spaziale Europea che gestisce gli astronauti continentali… Sono in pensione, ma – si sa – di questi tempi non si sa mai. Ovviamente mi piacerebbe tornare su nello Spazio quindi se qualcuno mi vuole diciamo che sono ‘interessato’ perché andare nello spazio è un’esperienza sempre straordinaria e affascinante. n Marco Spagnoli Moonfall ❍ 17


Intervista alla geologa Mika McKinnon

Tanta scienza dentro il film M

ika McKinnon è una geologa canadese che ha conseguito il Bachelor of Science in Physics presso l’Università della California, Santa Barbara nel 2005, e il Master of Science in geofisica presso l’Università della British Columbia. Diventata esperta di disastri per il Federal Emergency Management Agency (FEMA) ha iniziato una fruttuosa collaborazione con Hollywood come consulente scientifica: ha collaborato a Stargate: Atlantis, Stargate: Doomsday: 10 Ways the World Will End, No Tomorrow, Madam Secretary e Star Trek: Discovery. “C’erano sette consulenti scientifici in Moonfall con diverse specializzazioni” – spiega MkKinnon – tra cui un medico, un astrofisico e un astronauta che lavoravano per rendere questo film scientificamente il più accurato possibile. Quindi quello che dovevo fare era essere più o meno come un tutor di scienze individuale, per cui la domanda era, ‘va bene, ecco la trama di base - la luna si sta schiantando sulla Terra - questo il tuo punto di partenza di base: insegnaci tutta la scienza correlata a questa possibile situazione. Così ho avuto modo di parlare di cose come le 18 ❍ Moonfall

missioni Apollo, quando abbiamo iniziato a spedire oggetti sulla Luna per averne un’idea geofisica approfondita. E una delle frasi che ho usato, mentre raccontavo queste storie è ora usata come una battuta nel film!” Quindi ha lavorato a stretto contatto con Emmerich… Diciamo che gli ho fatto da tutor individuale, perché Roland è ossessionato con la scientificità dei suoi progetti. Abbiamo studiato e analizzato insieme tutte le possibilità visive e narrative offerte dalla sua premessa della Luna che sta venendo giù sul nostro pianeta. Un qualcosa che se avvenisse (ricordo a tutti che è impossibile qualcosa del genere accada naturalmente) sarebbe su una scala mai vista in termini di disastri. Una catastrofe senza precedenti. Quale era la sua preoccupazione principale nel raccontare una storia che cambia così radicalmente la nostra percezione della Luna e le analisi portate avanti dagli astronauti durante il progetto Apollo, ma anche dai Russi con le sonde Luna e dai Cinesi con le sonde Chang’E?


La realtà è sempre più strana della nostra immaginazione e gli scienziati non sono così creativi come lo è da sempre l’Universo

Se la Luna fosse stata davvero diversa da come la conosciamo o pensiamo da sempre che sia, ce ne saremmo accorti il giorno in cui Neil Armstrong ha messo piede sul suolo lunare. Non ci sono segreti per la geofisica: i fatti non possono essere né camuffati, né nascosti vista la tecnologia oggi a nostra disposizione che ci permette, ad esempio, dagli Stati Uniti di percepire se succede qualcosa in Corea del Nord. Nel caso di Moonfall dove le premesse sono che la Luna sia un manufatto di qualche genere e sia vuota, fantascienza e scienza non possono coesistere, perché la massa lunare gioca un ruolo molto importante nella nostra vita sulla Terra e il suo essere cava è impossibile per molti motivi. Come scienziata non teme che un film del genere possa alimentare il complottismo presente su internet? No, perché credere a qualcosa che non è vero è una scelta. Un film è un’opera di finzione con alcune licenze, ma non si propone come la realtà dei fatti bensì ad una forma di entertainment che il più delle volte ci aiuta a porci le domande scientifiche giuste e nel caso dei film sui disastri ci insegna come comportarci in eventuali situazioni

estreme. Per noi scienziati la sfida quotidiana è avere a che fare con persone che credono fermamente a cose che possono avere una qualche base scientifica, ma che poi vengono distorte e portate a conclusioni assurde, sbagliate, pericolose. La fisica e la meccanica non sono facili da capire, ma certamente semplici nella loro natura, soprattutto per quello che riguarda la tipologia di alcuni eventi come i terremoti. Certamente in alcuni casi è veramente frustrante avere a che fare con l’idiozia di certa gente. Basti dire a quelli che credono che il programma Apollo sia stato un cover up del governo che realizzare e produrre tutti quei filmati e quelle foto legate alla Luna sarebbe costato molto di più che andare veramente sulla Luna così come abbiamo fatto, peraltro imparando così tanto da situazioni che non potevamo prevedere prima di partire. Questa gente non solo dice sciocchezze, ma insulta lo sforzo e l’impegno di tante persone per esplorare l’universo che ci circonda. La realtà è sempre più strana della nostra immaginazione e gli scienziati non sono così creativi come lo è da sempre l’Universo. n Marco Spagnoli Moonfall ❍ 19


LA

LUNA

IN TESTA

Un po’ di storia e di scienza

È

possibile che un giorno la Luna ci piombi addosso? Da questo interrogativo prende il via la trama di Moonfall con l’inaspettato riavvicinamento del nostro satellite alla Terra. Trovare una giustificazione scientifica plausibile è davvero difficile, dato che la gravitazione non si può spegnere e se anche ci riuscissimo, la Luna tirerebbe dritto e si perderebbe nelle profondità del cosmo. Perché è proprio quella forza a curvare continuamente la sua traiettoria, costringendola a girare attorno al nostro pianeta. In un certo senso la Luna cade continuamente verso la Terra, come una pietra lanciata verso l’orizzonte, ma con una tale velocità da “superare gli orizzonti terrestri e passare nello spazio” (così Newton immaginò quello che per noi è realtà ogni volta che assistiamo al lancio di un razzo). Per farla ricadere bisogna azzerare quella velocità, ma se per un satellite artificiale basterebbe un motore a razzo, per frenare un corpo celeste massiccio come la Luna ci vuole ben altro... In effetti, per quanto sembri che non abbia più segreti, la Luna non cessa mai di sorprenderci. Nemmeno oggi che progettiamo di tornare in forze sulla sua superficie. E seppure in chiave dichiaratamente fantasiosa, la visione 20 ❍ Moonfall

di Moonfall può suscitare il medesimo stupore che nei secoli e i millenni ha accompagnato le scoperte scientifiche che girano attorno al nostro satellite. Prendiamo gli antichi Caldei – un popolo che migrò in Mesopotamia verso la fine dell’impero Babilonese circa 2500 anni fa. Erano degli accaniti osservatori del cielo, anche se la calura del deserto innescando turbolenze nell’aria non era certo ideale per le osservazioni astronomiche. Ma un oggetto ingombrante come la Luna non creava problemi per cui gli astronomi caldei si dedicarono con passione e certosina pazienza a mettere nero su bianco (cioè a incidere su tavolette d’argilla in caratteri cuneiformi) la fenomenologia lunare: gli orari di levata e tramonto, il succedersi delle fasi e il sopraggiungere delle eclissi. Fu un’opera titanica e concettualmente molto moderna, dato che si trattò a tutti gli effetti della creazione di una banca dati. Fu così, guardando e riguardando le loro tabelle, che i Caldei si accorsero che le eclissi di Luna si ripetevano esattamente nella stessa sequenza a intervalli di 18 anni e 11 giorni. L’esistenza di questo ciclo lunare, dimostratosi valido anche per le eclissi di Sole e conosciuto con il nome di Saros, dava agli astrologi caldei un potere enorme. In un’epoca


La Luna è un satellite molto grande rispetto al pianeta che la ospita. Qui transita davanti alla Terra mostrando il suo nato nascosto. Foto Nasa

La superficie densamente craterizzata della Luna è una preziosa testimonianza dell’intenso bombardamento meteoritico che ha caratterizzato le prime fasi di formazione del nostro sistema planetario.

in cui religione e superstizione regnavano sovrane l’improvviso tingersi della luna di rosso o l’oscurarsi del sole erano carichi di significati politici e sociali e poterli predire aveva degli indubbi vantaggi per i governanti. Immaginate allora lo stupore di un genio assoluto come Isaac Newton quando, più di 2000 anni dopo, si trovò nei guai proprio cercando di applicare la sua più grande scoperta, la Gravitazione Universale, al calcolo dell’orbita lunare. La Luna era sempre leggermente spostata rispetto alle sue previsioni, e questo lo irritò al punto da dichiarare che il problema lunare gli faceva venire il mal di testa per cui non ci avrebbe più pensato. E accettò il posto di Direttore della Zecca Reale dedicandosi a battere moneta con uguale ingegno (fu lui a inventare la zigrinatura sul bordo delle monete per evitare che venissero “limate” del materiale prezioso da cui erano composte). Oggi sappiamo che l’attrazione del Sole fa oscillare l’orbita lunare continuamente, al punto che solo dopo i fatidici

Sulla superficie lunare non è raro imbattersi in cavità sotterranee che potrebbero essere usate come ambienti naturali per la colonizzazione umana.

Tra i crateri lunari compaiono strutture geologiche di vario tipo: fenditure nella crosta e formazioni di origine vulcanica come ad esempio i “lava tubes” – i canali di scorrimento della lava esposti a seguito del crollo della parete superiore.

Moonfall ❍ 21


18 anni e 11 giorni il nostro satellite inizia a ripercorrere la stessa traiettoria nello spazio – per questo le eclissi si ripetono dopo un ciclo di Saros. Ma con i mezzi disponibili all’epoca di Newton (carta e penna) il calcolo accurato delle perturbazioni dell’orbita lunare era un’impresa impossibile e per quasi due secoli rimase un problema centrale per la meccanica celeste. Ma oltre ai mal di testa, la Luna aveva procurato a Newton anche una delle più importanti conferme della sua teoria della gravitazione. Se tutti i corpi dotati di massa si attraggono irresistibilmente in proporzione inversa al quadrato delle distanze ciò significa poter ricondurre a un unico principio due fenomeni apparentemente così diversi come il moto dei corpi celesti e l’innalzarsi delle maree. La superficie della Terra immediatamente sotto la Luna, a causa della sua maggiore vicinanza, viene attratta più del centro del pianeta o degli antipodi. La rigidità delle rocce si oppone al sollevamento ma le acque oceaniche si gonfiano in direzione della Luna e man mano che la Terra gira sotto la Luna, provocano l’andirivieni delle maree. Un ragionamento impeccabile ma, lo abbiamo già detto, la Luna riserva sempre delle sorprese: a ben guardare le maree non sono sincronizzate con la culminazione del nostro satellite in cielo, ma lo seguono con ritardi variabili a seconda di dove ci si trova sul globo terrestre. Il motivo è la complessa interazione della massa fluida degli oceani con gli ostacoli frastagliati rappresentati dai continenti. Rendersene conto è stato però anche l’inizio di un problema ben più ampio che riguarda la distanza della Luna. L’orbita lunare è abbastanza eccentrica e di conseguenza la sua distanza dalla Terra oscilla ogni mese tra i 360.000 km al perigeo (il punto più vicino alla Terra) e i 400.000 km all’apogeo (il più lontano). Oltre a questa variazione periodica si è scoperto che la Luna si allontana lentamente ma inesorabilmente dalla Terra. È una conseguenza diretta del gioco incrociato delle maree. La massa d’acqua che si protende verso la Luna, opponendosi alla rotazione del nostro pianeta, lo rallenta per l’attrito generato sui fondali oceanici mentre allo stesso tempo spinge la Luna ad allontanarsi. La conseguenza osservabile è che il giorno terrestre si allunga e la distanza del nostro satellite aumenta. Si tratta di quantità piccolissime: due millisecondi al secolo nel primo caso, quattro centimetri all’anno nel secondo, ma che possiamo oggi misurare con estrema precisione. Ad esempio sparando un raggio laser in direzione dei riflettori installati sulla superficie lunare e osservandone il bagliore con un telescopio da terra. Dal tempo impiegato dalla luce per andare e tornare dalla Luna possiamo così calcolarne istantaneamente la distanza. È una tecnica che si chiama Lunar Laser Ranging ed è una delle specialità del Centro di Geodesia Spaziale dell’ASI che si trova a Matera, uno dei pochi al mondo ad essere equipaggiato in tal senso. Ma se la Luna si allontana vuol dire che in passato doveva essere più vicina. In effetti studiando l’alternanza nella deposizione dei sedimenti presso la foce di un fiume in una regione del continente australiano, la baia di Elatina, 22 ❍ Moonfall

Gli antichi Caldei scoprirono che le eclissi di Luna si ripetevano a intervalli di 18 anni e 11 giorni: tale ciclo, noto con il nome di Saros, regola anche le eclissi di Sole.


La geometria delle Eclissi di luna e di Sole.

L’interazione mareale tra Terra e Luna rallenta la rotazione della Terra e allontana la Luna.

Mentre la Luna si appresta a oscurare il disco del sole proiettando la sua ombra sulla Terra si può distinguere la sagoma della Stazione Spaziale Internazionale transitare poco al di sotto di alcune macchie solari..

è stato possibile dimostrare che nel tardo Precambriano, circa 680 milioni di anni fa, la distanza della Luna era del 4% inferiore rispetto a oggi, mentre il giorno terrestre durava poco meno di 22 ore. Si sarebbe tentati a questo punto di mandare ancora più indietro l’orologio per vedere quanto la Luna si sia avvicinata in passato. È una curiosità che ha accomunato astronomi, letterati e… registi! Italo Calvino nelle sue Cosmicomiche immagina un tempo in cui la Luna sfiorava il mare, così vicina da attrarre un flusso di piccoli animali marini che salivano verso la sua superficie in un trionfo di riflessi argentati. Nel corto della Pixar ideato da Enrico Casarosa, la Luna è a portata di una semplice scala di legno alla cui sommità la gravità ci capovolgerà dolcemente. Purtroppo quando gli astronomi hanno tentato di dare un minimo di fondamento scientifico a questi scenari si sono trovati davanti a una realtà ben diversa. Invertendo la freccia del tempo hanno ottenuto il risultato di far cadere la Luna sul nostro pianeta un po’ troppo rapidamente (astronomicamente parlando), il che ha a sua volta delle implicazioni sulla sua origine: corpo celeste catturato dalla Terra, formatosi insieme al nostro pianeta o in seguito a un megaimpatto con un planetoide vagante? Evidentemente c’è qualcosa che dobbiamo ancora capire. n Ettore Perozzi Moonfall ❍ 23


LEXUS EunaILstoria CINEMA spaziale

che continua con Moonfall S

e finora Lexus, il brand premium del Gruppo Toyota, ci ha abituato a esperienze incredibili a bordo dei propri modelli iconici, per poi esplorare anche yacht e skyjet, questa volta preparatevi ad un viaggio veramente “fuori dal mondo”. Lexus è infatti il partner automobilistico ufficiale di Moonfall e ha un ruolo centrale in tutta la pellicola. File rouge delle ultime presenze di Lexus sul grande schermo è il nuovo Lexus NX che dopo aver accompagnato le gesta dei super eroi Marvel Studios in “Eternals” torna protagonista con un ruolo fondamentale in “Moonfall”. Lo stile audace di NX, la tecnologia intuitiva e la sensazione di guida connessa lo rendono il partner perfetto per questa avventura epica. La seconda generazione del SUV di lusso di Lexus, attualmente disponibile in tutta Europa, inaugura il prossimo capitolo del brand Lexus. Introduce nuove direzioni nel design degli esterni e dell’abitacolo, nuovi propulsori, tra cui il primo elettrico ibrido plug-in di Lexus, nuove tecnologie di connettività e di sicurezza e un balzo in avanti nelle prestazioni dinamiche, che offrono una relazione diretta e più gratificante tra guidatore e vettura. Il marchio Lexus è presente in tutto il film: il nuovo NX è guidato dal personaggio di Charlie Plummer, Sonny Har24 ❍ Moonfall

Il nuovo Lexus NX.

per, in una scena d’azione di tre minuti. Il SUV di lusso Lexus GX fa la sua apparizione come il veicolo governativo utilizzato per trasportare il personaggio di Halle Berry, Jo Fowler. Inoltre, il personaggio di Michael Peña, Tom Lopez, è un rivenditore Lexus e il film include una scena presso la sua concessionaria. Prosegue quindi in grande stile il legame di Lexus con la magia del cinema, accumunati dallo stesso spirito di voler offrire un’esperienza unica e indimenticabile attraverso elementi a volte impercettibili, ma che costituiscono il tratto peculiare e distintivo del prodotto finito. Cura per i


dettagli, attenzione ai particolari, maestria artigianale, soluzioni innovative e visionarie, sono infatti gli ingredienti essenziali per riuscire a trasmettere emozioni autentiche, uniche, memorabili. Lexus su questa visione ha costruito una storia di innovazione tecnologica e di design – da un lato, introducendo e rendendo popolare la tecnologia ibrida nel mercato delle automobili di lusso e, dall’altro, sviluppando un approccio allo styling dei veicoli distintivo. In termini di vendite è Leader globale nella vendita di vetture elettrificate nel mercato premium con oltre 2 milioni di unità.

Lo stretto rapporto di Lexus con la “settima arte” ha visto collaborazioni con alcuni dei registi e delle pellicole cinematografiche più pioneristiche e innovative, a partire dal recente “Eternals” del premio Oscar Chloé Zhao, fino ad arrivare ad altre pietre miliari del cinema: da “Minority Report” di Steven Spielberg a “Valerian” di Luc Besson, da “Men in Black” a “Black Panthers”, tutte opere che hanno saputo delineare una nuova visione del futuro. L’impegno di Lexus nel mondo del cinema – che da anni è presente alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ai David di Donatello, ai Nastri d’Argento e alla Festa del Cinema di Roma - ha vissuto uno dei suoi momenti topici lo scorso anno con la partecipazione alla produzione del docufilm sulla vita di Gigi Proietti “Luigi Proietti detto Gigi” ideato e diretto da Edoardo Leo, Lexus brand Ambassador. Il documentario è prodotto da Fulvio, Federica e Paola Lucisano con Paola Ferrari e Edoardo Leo, produzione Italian International Film e Alea Film con Rai Cinema in associazione con Politeama e in collaborazione appunto con Lexus. È anche attraverso queste collaborazioni che Lexus conferma il suo impegno e la sua presenza a 360 gradi nel mondo del cinema e dello spettacolo, mondi affini ai propri valori e da cui trae ispirazione. Moonfall ❍ 25


LUNA IL PROSSIMO

AVAMPOSTO DELL’UMANITÀ

Gli ‘ingredienti’ di Artemis, il nuovo programma di esplorazione lunare 26 ❍ Moonfall


L

a Luna è sempre più vicina. E non come nello scenario apocalittico descritto da Moonfall: nel giro di pochi anni l’essere umano tornerà davvero sul nostro satellite. Ecco i principali ‘ingredienti’ di Artemis, il programma di esplorazione spaziale che renderà la Luna il prossimo avamposto dell’umanità.

Artemis: sulla Luna per restare

Nel 1972, esattamente 50 anni fa, partiva la missione Apollo 17. L’undicesima con equipaggio del programma lunare targato Nasa. E l’ultima: da quel momento in poi, nessun essere umano ha più messo piede sul nostro satellite. Oggi la Luna è di nuovo al centro dell’esplorazione spaziale, ma si tratta più che altro di un ritorno al futuro. Il nuovo programma Artemis è profondamente diverso dal suo predecessore Apollo, per almeno tre ragioni. Prima di tutto, si tratta di un’impresa internazionale. Se il primo allunaggio è stata l’avventura di un’unica superpotenza, il ritorno sulla Luna vede una stretta collaborazione tra nazioni. Il traino resta quello degli Stati Uniti, ma il contributo dei paesi partner (tra cui l’Italia) è fondamentale. Il secondo elemento di differenza sta nel nuovo ruolo delle aziende spaziali private, SpaceX in testa. Infine, c’è il punto forse più cruciale: il programma Artemis intende portare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna con l’ambizione di restare. Non più missioni lampo, ma un programma serrato che a lungo termine dovrebbe rendere il nostro satellite abitato tutto l’anno. Esattamente lo stesso principio che ha guidato l’impresa della Iss, la Stazione Spaziale Internazionale: chi ha 22 anni o meno, può affermare che per tutta la sua vita lo spazio è stato costantemente abitato da astronauti, senza neanche un giorno di pausa. Con Artemis, dall’orbita bassa si passerà all’orbita cislunare e alla superficie della Luna. E la presenza di colonie permanenti sul nostro satellite ci sembrerà un giorno del tutto normale.

Il sistema di lancio

Per un programma ambizioso come Artemis serviva un razzo altrettanto potente. Per questo la Nasa ha messo a punto Sls, acronimo di Space Launch System: un colosso di 98 metri, capace di trasportare un carico di 130 tonnellate. Non solo l’equipaggio, dunque, ma anche tutto quello che servirà per attrezzare e rendere abitabili l’orbita cislunare e la superficie del nostro satellite. L’aspetto di Sls ricorda un po’ il suo predecessore Saturn V, il vettore che ha garantito il successo delle missioni lunari Apollo. Ma dal punto di vista tecnologico lo Space Launch System è più simile allo Space Shuttle, l’altrettanto storico sistema di lancio della Nasa pensionato nel 2011. Come lo Shuttle, l’Sls utilizza due booster aggiuntivi a propellente solido, oltre a quattro motori RS-25. Il Lunar Gateway con la capsula Orion in avvicinamento. Nasa

L’astronave

La punta di diamante dello Space Launch System è la naMoonfall ❍ 27


La capsula Orion e il modulo di servizio europeo.

Lo Space Launch System in rampa di lancio.

vicella destinata al trasporto dell’equipaggio. Il suo nome è Orion, ha le dimensioni di una piccola casa e può ospitare fino a sei astronauti. Per realizzare la navetta, la Nasa si è affidata all’azienda Lockheed Martin, che ha costruito anche il modulo abitativo. Mentre l’Agenzia Spaziale Europea, con un grande contributo dell’Italia, è responsabile del modulo di servizio, chiamato Esm (da European Service Module, appunto). Si tratta di una componente essenziale della navicella, che fornirà all’equipaggio tutti gli elementi vitali per soggiornare nel modulo abitativo di Orion: acqua, aria, propulsione, elettricità, regolazione della temperatura. Esm si estende per 4 metri di diametro e di altezza, ed è fornito di 4 pannelli solari larghi 19 metri, progettati per generare una quantità di energia corrispondente a quella che serve per alimentare due abitazioni. Il modulo abitativo e il modulo di servizio costituiscono i ‘due piani’ dell’astronave che porterà gli astronauti verso la Luna. Integrata sul razzo all’inizio del 2022, Orion è in attesa degli ultimi test in vista del suo debutto previsto entro la prossima estate.

Starship

Il colossale sistema di lancio messo a punto dalla Nasa e dai suoi partner internazionali è abbastanza potente da 28 ❍ Moonfall

La Starship HSL della SpaceX.

trasportare equipaggio e attrezzatura verso la Luna, e un giorno verso Marte. Ma non è adatto alla discesa sul nostro satellite: per questo c’è Starship. Avrete sentito parlare del progetto visionario di Elon Musk, patron di Tesla e SpaceX, che punta a rendere l’essere umano una specie multiplanetaria. Bene, Starship è la chiave per il successo di questo progetto. Il sistema Starship è composto dall’omonima navetta, utilizzata per il trasporto di astronauti su e giù dalla Luna (e un giorno da Marte), e dal razzo Super Heavy. Parole chiave? Riutilizzabilità e velocità, due elementi che nei progetti di Musk permetteranno di rendere i viaggi spaziali economicamente sostenibili. Secondo i piani, i futuri equipaggi raggiungeranno l’orbita cislunare con Orion, mentre scenderanno sulla superficie lunare con Starship. Ma sarà possibile anche una tappa intermedia: il Lunar Gateway, futura stazione spaziale in orbita intorno alla Luna.

Avamposto lunare

Il Lunar Gateway sarà la prima stazione in orbita lunare. Ispirata alla Iss, sarà la ‘casa’ degli astronauti che viaggeranno verso il nostro satellite. Da qui gli equipaggi potranno raggiungere con la navetta Starship la superficie lunare, che a lungo termine sarà a sua volta equipaggiata con strut-


Il modulo Esa I-Hab realizzato in Italia.

ture permanenti. Ma, proprio come è oggi per la Stazione Spaziale Internazionale, il Gateway sarà anche un laboratorio dove svolgere esperimenti in assenza di gravità. L’Agenzia Spaziale Europea è il partner della Nasa di maggior peso per la realizzazione del Gateway. E, in Europa, il principale contributo alla stazione lunare è quello italiano. Thales Alenia Space ha firmato con la statunitense Northrop Grumman un contratto per lo sviluppo, nei suoi stabilimenti di Torino, della struttura e dei sottosistemi del modulo Halo dell’avamposto. E alla stessa azienda l’Esa ha affidato lo sviluppo dei componenti I-Hab ed Esprit. C’è poi l’ambizioso progetto Monlight dell’Agenzia Europea, che punta a creare servizi lunari di comunicazione e navigazione: Thales Alenia Space Italia, insieme a Telespazio, sta lavorando a uno studio di fattibilità per mettere a punto il futuro sistema di comunicazione Terra-Luna che sarà cruciale per l’intero programma Artemis. Ancora, dal nostro paese arriva lo sviluppo di un innovativo strumento che aiuterà nel posizionamento delle future sonde lunari e dello stesso Lunar Gateway: è Lugre (Lunar Gnss Receiver Experiment), ricevitore Gnss messo a punto dall’Agenzia Spaziale italiana in partnership con la Nasa e realizzato dall’italiana Qascom. L’Italia finanzia anche la progettazione del Multi Purpose Module, una struttura pressurizzata che offre molteplici

sviluppi: da ‘ascensore’ per scendere dal Gateway al Base Camp lunare, a habitat lunari, sia stanziali (shelter) che mobili (rover pressurizzato), nonché cargo per la logistica lunare.

I, II, III… Luna

La domanda che resta è: quando? Ancora non abbiamo date precise, ma secondo la Nasa manca poco, almeno per l’avvio ufficiale di Artemis. Nel complesso, tre saranno le tappe fondamentali del programma lunare. La prima missione, entro l’estate del 2022, è Artemis I: un volo unmanned che metterà alla prova Sls e appunto Orion, in una spedizione che vedrà il sorvolo ravvicinato del nostro satellite. La missione prevede anche il rilascio di 10 cubesat, tra cui l’italiano ArgoMoon, unico europeo tra i progetti selezionati dalla Nasa sviluppato per Asi da Argotec, che documenterà lo stato di salute del secondo stadio del razzo dopo il distacco dalla navetta Orion. Se tutto andrà come previsto seguirà Artemis II, primo volo di Orion con astronauti a bordo, che entreranno in orbita lunare prima di fare ritorno a Terra. L’allunaggio spetterà invece ad Artemis III: dai tempi dell’Apollo, prima missione che vedrà la (ri)conquista della Luna. ª Giulia Bonelli Moonfall ❍ 29


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BASE LUNA Il nostro laboratorio verso lo spazio profondo

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L’

Uomo è ormai a un passo dal ritorno sulla Luna, l’unico corpo celeste su cui abbiamo messo piede oltre alla Terra. La Luna sarà la destinazione di Artemis, programma della Nasa che a breve vedrà la sua prima missione. Dallo Space Launch System alla navicella Orion, compreso il Lunar Gateway, dal punto di vista infrastrutturale la nostra prossima esplorazione lunare è già pronta. La vera sfida sarà tornare sulla Luna per rimanerci. Il progetto per una colonia lunare, però, è ancora tutto da scrivere. Se molte sono le criticità ancora da risolvere per realizzarlo, molte di più saranno le opportunità che il primo campo base sulla Luna offrirà: dallo studio degli effetti dell’ambiente spaziale sull’uomo, passando per l’esplorazione dei lava tunnel e lo sviluppo di sistemi biorigenerativi per arrivare allo sfruttamento delle risorse in situ: il Moon Camp sarà il primo laboratorio scientifico su suolo extra-terrestre da cui sviluppare le future missioni interplanetarie.

La scienza intorno alla Luna

La prima spinta a esplorare la Luna è l’opportunità di studiarla da vicino. Non conosciamo, infatti, esattamente come si sia formata. Tra le diverse teorie, si ipotizza che sia nata da una gigante collisione avvenuta 4,4 miliardi di anni fa tra una giovanissima Terra e un corpo dal nome Theia delle dimensioni di Marte. Questo, tuttavia, non è l’unico interrogativo aperto. Grande interesse riserva anche lo studio del campo gravitazionale lunare, che risulta strettamente connesso con quello terrestre. Future esplorazioni lunari saranno quindi finalizzate al suo studio diretto, tramite avamposti di ricerca in superficie e osservazioni radar in orbita. Le perturbazioni e le anomalie gravitazionali che la Luna presenta potrebbero essere, inoltre, la vera causa dei moonquakes, i terremoti lunari rilevati già dai sismografi delle missioni Apollo. Eventi da indagare visto che la Luna è priva di una reale tettonica a placche, a differenza della Terra. Verificare e aggiornare la modellistica con cui spieghiamo questa attività sismica sarà tra le prossime domande di ricerca.

La superficie lunare, un vero campo di ricerca La superficie della Luna è studiata da secoli dalla Terra e da 50 anni indagata dalle navicelle orbitali. Un mondo affascinante si cela, però, nel sottosuolo lunare. Di grande interesse sono i canali sotterranei formati miliardi di anni fa attraverso flussi di lava. Accessibili tramite collassi della superficie, rappresentano un potenziale habitat ideale per i futuri coloni lunari. Questi cunicoli fornirebbero un riparo dagli sbalzi di temperatura, dalle radiazioni e dal rischio di bombardamento da meteoriti. Sono diverse le opportunità scientifiche che si stanno 34 ❍ Moonfall

sviluppando in questo ambito. Tra questi vi è Daedalus, un progetto guidato dall’Università di Würzburg e selezionato dall’Agenzia Spaziale Europea per uno studio di fattibilità. Il robot sferico del diametro di 46 cm, calato nelle caverne lunari, realizzerà una loro mappatura tridimensionale grazie alla camera a 360 gradi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf ) di Padova. Un sistema di sensori rileverà anche i livelli di radiazione e temperatura, informazioni fondamentali per la costruzione di un insediamento umano sulla Luna. «Serve un monitoraggio di tutto l’ambiente radioattivo con dosimetri per misurare le radiazioni assorbite dagli uomini, oltre a realizzare protezioni quali schermature o campi magnetici artificiali», sostiene Barbara Negri, responsabile dell’Unità Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana e tra gli organizzatori del workshop Una Roadmap per la Luna: Scienza e tecnologia, tenutosi a inizio febbraio a Roma.

Un banco di prova per la sostenibilità degli insediamenti Sul nostro satellite sperimenteremo soluzioni ai problemi fondamentali per garantire la nostra permanenza su corpi celesti distanti. Se la Luna è raggiungibile in pochi giorni, il Pianeta Rosso, con una distanza minima di 55 milioni di km, necessita un viaggio di almeno 6 mesi. Condizioni che rendono impensabile un approvvigionamento diretdiret to dalla Terra di beni primari e la necessità, quindi, di


trovare sistemi biorigenerativi di supporto alla vita. L’estrazione in situ di risorse utili risulta fondamentale. Prime fra tutte acqua e ossigeno. Una plausibile soluzione è stata proposta dal Politecnico di Milano che, in collaborazione con Ohb-Italia e col contributo di Asi, ha sviluppato una tecnologia dimostrativa che permette l’estrazione dell’ossigeno dalla regolite, la sabbia lunare, e in seguito produce acqua. Il progetto rientra nel programma Isru (In situ resource utilisation) di Esa e necessiterà di test e esperimenti concreti direttamente in ambiente lunare. Una delle più grandi sfide sarà, inoltre, quella di sviluppare sistemi per la produzione e l’immagazzinamento di energia solare sulla Luna. «Sappiamo che sulla faccia della Luna dove si concentreranno le attività umane vi sono 14 giorni in cui riceve la luce solare e 14 che invece è al buio, però al momento non ci sono sistemi di batterie in grado di accumulare energia solare per un periodo così lungo», afferma Negri.

Una palestra per il corpo… L’esistenza da oltre due decenni della Stazione Spaziale Internazionale, laboratorio scientifico situato nell’orbita terrestre bassa, ha permesso la produzione di una significativa quantità di ricerche sulle conseguenze fisiche che gli astronauti manifestano a seguito di prolungate esposizioni a condizioni di microgravità. Dal declino neuromuscolare, all’anemia spaziale e i cambiamenti nel nostro sangue, fino alla tendenza del nostro

corpo a smantellare lo scheletro in assenza di gravità, sono diverse le problematiche per la salute degli astronauti esposti a condizioni extraterrestri per molto tempo. L’esperienza della Iss ha acceso i riflettori sulla rilevanza di questo tema, in vista del ritorno dell’essere umano sulla Luna e dello sbarco del primo equipaggio su Marte. Il nostro satellite naturale sarà la palestra per monitorare e allenare la fisiologia umana negli ambienti spaziali estremi. Abbiamo l’idea che l’Uomo possa vivere al di fuori del nostro pianeta, sulla Luna avremo veramente la possibilità di provarlo.

…e per la mente degli astronauti Una delle grandi differenze rispetto alla Iss è la distanza visiva con la Terra. Mentre la stazione orbitante è a circa 400 km di altezza, permettendo dalla sua cupola una visione ravvicinata del nostro Pianeta, la Luna si trova a oltre 380.000 km. Questo implicherà la perdita del contatto emotivo, cognitivo e psicologico dal pianeta natale. Sulla Luna testeremo la reale adattabilità dell’uomo ad ambienti extraterrestri. Sono numerosi le simulazioni di missioni interplanetarie dove, all’interno di finte basi situate in zone remote della Terra, vengono testate le conseguenze psicologiche dell’isolamento prolungato. Il progetto internazionale Sirius e il progetto Mars500 di Esa hanno rilevato che le missioni interplanetarie tenderanno ad aumentare la propria autonomia rispetto ai team di controllo di missione sulla Terra. Emerge cioè il fenomeno psicologico del “distacco”, una specie di “autonomizzazione” dell’equipaggio che aumenta, da un lato, la coesione e la capacità di affrontare la missione, ma, dall’altro, il rischio di una deriva patologica: un radicale autoisolamento. Ci sarà quindi la necessità di addestramenti diversi e selezioni ad hoc degli astronauti, perché si dovranno cercare persone in grado di resistere psicologicamente ad ambienti decisamente estremi.

La necessità di un avamposto spaziale autosufficiente Non solo gli equipaggi, ma anche i sistemi su cui si baseranno le future colonie lunari saranno autonomi. Avere delle tecnologie che permettano una certa automazione è, infatti, fondamentale, sia per campi base già sviluppati sulla superficie, ancora di più nella prima fase di accesso alla Luna. In questo senso, l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo cruciale, offrendo la possibilità di missioni precursori in cui la costante presenza umana non sarà necessaria. «La Luna è il vero laboratorio per testare in condizioni reali tutto quello che ci servirà per andare oltre. Un precursore per quella che sarà poi la vera sfida: portare l’Uomo su Marte», conclude. n Giuseppe Nucera Moonfall ❍ 35


Curiosità Spaziali

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Le missioni Apollo Uno dei massimi traguardi della specie umana è quello di essere riusciti, dopo aver esplorato la Terra per millenni, a lasciare il pianeta e camminare su un altro corpo celeste. Questo fu il Programma Apollo: sette missioni e dodici uomini partiti dalla Terra per viaggiare nello spazio fino a raggiungere la Luna, atterrare e tornare a casa sani e salvi. In questa breve descrizione c’è tutto: secoli di scienza, tecnologia, sfida, sforzo, collaborazione, passione, sacrifici e un grande coraggio. Oltre 400mila persone hanno collaborato al Programma a vario titolo, culminato nel primo sbarco del luglio 1969, Apollo11 e concluso con Apollo17, nel dicembre del 1972. Gli astronauti lassù hanno condotto esperimenti, misurazioni, raccolto campioni, esplorato, fornendo una mole di dati che stiamo analizzando tuttora. Non andò tutto bene, ci furono imprevisti, guasti ed errori con profondi momenti di tensione culminati con Apollo13, in cui gli astronauti - gli unici del programma a non aver toccato il suolo lunare furono a un passo dalla morte. Dopo Apollo la Nasa usò sonde robotiche per studiare la Luna, ma siamo quasi pronti per un ritorno in grande stile. Stavolta costruiremo una stazione in orbita lunare e un campo base sul satellite. E da lì, guarderemo al prossimo obiettivo: Marte.

Buzz Aldrin sulla Luna durante la missione Apollo 11.

Rocco Petrone

Petrone. Foto Nasa.

Rocco Petrone non è solo un pioniere del programma spaziale statunitense ma un simbolo del “sogno americano”, dove chiunque dal nulla può raggiungere il successo. E’ infatti figlio di emigrati italiani. Rimasto orfano molto presto, è costretto a lavorare per mantenere la famiglia, ma non abbandona gli studi perché ha un sogno: entrare nell’esercito americano. Ci riesce e diventa esperto di missili balistici tanto che Wernher Von Braun lo nota e nel 1960 lo chiama alla Nasa per dirigere lo sviluppo del Saturn V, il più potente razzo mai costruito. Il lavoro è sfiancante ma Petrone rispetta rigorosamente i tempi e viene promosso a Direttore delle Operazioni di Lancio. La voce del conto alla rovescia che sentiamo nel video della partenza dell’Apollo11 è la sua. Poi è direttore dell’intero programma Apollo e nel 1975 anche del rendez-vouz tra la navicella statunitense Apollo e la capsula russa Soyuz. Petrone è stato un protagonista della conquista più grande dell’esplorazione umana: la Luna. Senza il suo contributo questa storia non sarebbe stata la stessa. Moonfall ❍ 37


Sls Vs Saturn V: lanciatori a confronto

Una navetta spaziale con astronauti a bordo pesa varie tonnellate, soprattutto se deve ospitare anche carburante, acqua, sistemi e attrezzatura per compiere una missione lunare. Vincere la gravità terrestre con un oggetto così pesante richiede un razzo molto potente. Ai tempi del programma Apollo, Wernher Von Braun progettò il Saturn V, che ha servito egregiamente, ma oggi la Nasa è più ambiziosa. Per il programma Artemis è stato concepito un lanciatore ancora più potente: lo Space Launch System (Sls), pensato per la Luna, ma anche per Marte e oltre. L’Sls è più versatile del predecessore e si presenta in tre varianti con diverse capacità di carico. In una versione c’è persino un vano che può contenere una mini base da montare sulla Luna. Il nuovo razzo ha una maggiore spinta ed è progettato per portare fino a 46 tonnellate di carico in direzione della Luna. Oltre ai booster a carburante solido l’Sls monta quattro motori RS-25, quelli dello Space Shuttle, rielaborati per adattarsi alla nuova configurazione. Come fu il mitico Saturn V, il nuovo lanciatore è un vanto dell’ingegneria umana, pronto per scrivere la storia dell’esplorazione spaziale.

Wernher von Braun, nel suo ufficio di direttore del centro di volo spaziale della NASA, il 1° maggio 1964.

La nave spaziale di Elon Musk

La sede di SpaceX.

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Una rivoluzione importante nel sistema di lancio dei razzi in questi anni è senza dubbio il recupero dei booster di SpaceX. Già routine per la flotta Falcon, si esprimerà al massimo per Starship, la navetta prototipo in grado di portare un carico di ben 100 tonnellate sulla Luna. Il suo booster Super Heavy, un cilindro di acciaio alto 70 metri e dal peso di 120 tonnellate, una volta scarico ricadrà sulla Terra, ma invece di atterrare da solo verrà afferrato al volo, a pochi metri dal suolo, da un braccio meccanico! Fino a pochi anni fa sembrava fantascienza, come in effetti molti altri progetti ambiziosi e futuristici su cui lavora Elon Musk. La sua SpaceX è la prima azienda privata che si pone traguardi simili a quelli di agenzie spaziali del calibro di Nasa, Esa, Cnsa e Roscosmos. La sua città su Marte, ad esempio, supera ogni progetto finora concepito. Starship è il mezzo con cui s’intende raggiungere questi traguardi. Oltre al recupero del booster, che abbatte i costi dei lanci fino al 60%, potrà trasportare 100 passeggeri ogni viaggio, offrendo una versatilità che ha spinto la Nasa ad avviare una proficua collaborazione.


Turisti spaziali Nel 2001 l’imprenditore Dennis Tito comprò un volo di andata e ritorno più soggiorno sulla Stazione Spaziale Internazionale, diventando il primo turista spaziale della storia. Oggi, varie aziende private offrono voli suborbitali a turisti facoltosi, tra questi c’è chi non si accontenta più e vuole spingersi oltre. E’ il caso di Yusako Maezawa fondatore del più grande sito di abbigliamento su misura, che dopo aver visitato la stazione orbitante, ora punta alla Luna. L’imprenditore giapponese ha già selezionato i suoi compagni di viaggio e il prossimo anno, dopo una lunga preparazione a terra, partiranno alla volta della Luna a bordo di un’astronave Starship della SpaceX. Se un’esperienza nello spazio rientra anche nei vostri sogni (e nel vostro budget) potreste considerare i pacchetti della Space Adventures, un’agenzia di turismo spaziale. Basta scriver loro per accordarsi sul tipo di viaggio: ammirare l’alba della Terra vista dalla Luna, essere il primo cittadino privato a compiere una passeggiata spaziale o visitare la Iss. A questo punto manca solo un albergo. L’azienda americana Orbital Assembly Corporation ha già pronto il progetto: una ruota panoramica in orbita bassa, che ricorda la stazione spaziale di 2001: Odissea nello spazio. Atteso per il 2027, l’albergo, alimentato da pannelli solari, ospiterà fino a 280 turisti e 122 membri del personale; si chiamerà Voyager e sarà fornito di ristorante, bar, sala concerto, palestra e cinema. Sono già in vendita pacchetti da 5 milioni di dollari per tre giorni vacanza!

La Luna si allontana dalla Terra alla velocità di 3,8 centimetri all’anno.

Il miliardario giapponese Yusaku Maezawa che ha già prenotato un viaggio per la Luna.

La gravità lunare

Meno male che c’è la Luna, senza di lei chissà se esisteremmo! Una fortuna, perché la Terra è l’unico tra i pianeti del Sistema Solare ad avere un satellite così grande, una questione fondamentale per la nostra esistenza. La sua forte gravità, ad esempio, stabilizza il nostro asse di rotazione e impedisce che l’obliquità, ovvero l’inclinazione dell’asse terrestre rispetto all’orbita, cominci a oscillare paurosamente tanto da far arrivare i poli… all’equatore! I cambiamenti climatici sarebbero così rapidi da impedire persino lo sviluppo della vita. Invece grazie alla Luna e alla stabilità delle stagioni, è favorita l’esistenza di moltissime specie animali e vegetali. La gravità lunare, col suo effetto simile a una calamita, genera inoltre imponenti maree, capaci di innalzare il livello del mare fino a 20 metri e la dura crosta terrestre anche oltre i 30 centimetri! Gli attriti delle maree hanno rallentato la rotazione del pianeta fino alle 24 ore di oggi, consentendo l’evoluzione di cicli biologici - come la sintesi clorofilliana - e garantendoci una vita meno frenetica! Ma le cose in futuro cambieranno, anche se lentamente. Attualmente la Luna si allontana dalla Terra alla velocità di 3,8 centimetri all’anno. Tra miliardi di anni la Luna sarà così lontana che la sua gravità non avrà più effetti? Secondo alcuni scienziati il suo comportamento non è così scontato …Staremo a vedere! n Barbara Ranghelli Moonfall ❍ 39


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in dal momento in cui l’essere umano ha sollevato lo sguardo al cielo, la luna ha suscitato in lui rapinosa curiosità e arcano mistero. Quell’astro affascinante ha in qualche modo ispirato ogni sua attività cognitiva – religione, filosofia, arte, scienza. Se il sole è stato assunto quale simbolo di infallibile luce che illumina la mente e svela verità nascoste, la luna rappresenta ciò che resta celato, che sfugge alla comprensione razionale. L’universo letterario, che di immagini, metafore e vivide suggestioni è intessuto, ne ha fatto un’incantevole musa, eleggendola a emblema della fantasia e dell’avventura, della brama di conoscenza e del desiderio di evasione, culto di amore armonico e raffigurazione dell’inconscio, sede di irrisolti interrogativi e meta di meravigliosi viaggi, simbolo di vita, ciclicità e trasformazione. Nelle opere d’ogni tempo e luogo i riferimenti alla luna sono dunque virtualmente infiniti. Omero le innalzò il suo Inno a Selene: “Muse dal dolce canto, figlie di Zeus Cronide, esperte di canzoni, celebrate Selene dalle ampie ali: dal suo capo immortale un chiarore si diffonde nel cielo e avvolge la terra, è una grande bellezza si mostra quando risplende la sua luce”. Esiodo ne narrò la genesi nella mitica Teogonia riconoscendole ascendenza divina, lo scrittore, retore e sofista Luciano di Samosata le dedicò un intero “romanzo”, raggiungendola con un viaggio fantastico a cavallo di una nave volante e immaginandone gli abitanti – gli “Arborei”, forse i primi extraterrestri, con i quali scoppierà la prima “Guerra stellare” letteraria –, l’immensa Saffo la immortalò con le sue liriche, nel suo Volto della luna Plutarco se ne lasciò ammaliare, rendendola occasione d’un

brillante trattatello cosmologico e mitologico – solo per citare i più alti esempi. Nella nostra lingua, la prima di innumerevoli occorrenze della parola “luna” appare nel Cantico delle creature di Francesco da Assisi, con il verso “Laudato sì, mì signore per sora Luna e le stelle”, e di lì a breve il sommo Dante discetta delle sue oscure macchie con Beatrice nel II canto del Paradiso, Petrarca ne fa metafora della propria malinconia col verso “Io aspetto tutto’l dì la sera, che’l sol si parta, e dia luogo a la Luna”. Ormai, l’astro è pronto per entrare da protagonista nelle nostre lettere: il cosmico e “lunare” Ariosto vi getta il senno smarrito dell’eroe Orlando, spedendovi a recuperarlo il fedele Astolfo a cavallo dell’ippogrifo, destriero alato che occhieggia al maestro Luciano. Ma è nel Seicento, il secolo in cui germoglia la scienza moderna, che la luna assume nuova e più raziocinante luce, inondando di sé la cultura europea. In un racconto, Somnium, con-

Le suggestioni lunari nell’universo letterario

“CHE FAI TU,

LUNA IN CIEL?”


siderato il primo esempio di letteratura fantascientifica, mirabile sintesi tra fantasia narrativa e trattato scientifico, Keplero immagina un giovane islandese che vi approda grazie alla madre strega e ai consigli d’un demonio. Invero notevole lo sforzo immaginativo, con tanto di abitanti e loro abitudini: a tutt’oggi tra le più belle pagine di narrativa scienze fiction, per quanto pervase dall’intento divulgatorio. Il terreno è arato, e nei Paesi dove la conoscenza scientifica era in vertiginoso aumento, come in Gran Bretagna, in breve fiorisce un’autentica letteratura lunare: L’uomo sulla Luna del vescovo anglicano Francis Godwin, ritenuto il primo romanzo sf della letteratura inglese, il cui eroe vi viene trasportato dalle sue anatre, a cui segue il Discorso su un mondo nuovo del dottor John Wilkins, membro fondatore della Royal Society, il quale escogita un piano per inviare gli umani sulla luna in un

carro aperto con un paio di ali, immaginando che l’astronave sarebbe decollata da terra come un magnete opposto e atterrata sulla Luna, dove ne avrebbe incontrato gli abitanti. La Francia non è da meno, e lì appare il geniale L’altro mondo. Gli stati e gli imperi della luna di Cyrano de Bergerac. Anch’egli atterra sulla luna, dove opera un clamoroso capovolgimento di cui si gioverà Jonathan Swift coi viaggi del suo Gulliver: i Seleniani, quadrupedi che si nutrono di nebbia e usano la poesia come moneta di scambio, lo considerano più scimmia che uomo, gl’intentano un processo e lo condannano. Per sua fortuna (?) tornerà sulla Terra, dove tra letteratura e luna l’amore vigoreggia. In effetti, già Galileo Galilei l’aveva già posta al centro dei suoi interessi nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, trasponendo in accenti letterari la meraviglia e lo stupore provato. Dopo di lui, Leopardi le si rivolgerà come ad un’amica, confidente ed amata nel giovanile idillio Alla Luna, intessendo poi con essa un dialogo struggente nelle vesti dell’umile pastore-filosofo del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia. Sono gli ultimi conati romantici, poiché il secolo del positivismo, l’Ottocento, è ormai maturo per nuove riflessioni. Comincia in modo ironico Edgar Allan Poe con uno dei suoi mirabili racconti, L’incomparabile avventura di un certo Hans Pfaall, il cui protagonista racconta di un escamotage utilizzato per fuggire dai suoi creditori… rifugiandosi sulla Luna. Ma è l’immaginifico Jules Verne ad avvicinare la modernità coi fantascientifici viaggi di Dalla Terra alla Luna e Intorno alla Luna, nel primo dei quali con dovizia di particolari si descrive la ricerca di finanziamenti per un viaggio interstellare a bordo di un razzo sparato dalla Florida. I tre proto-astronauti


ci proveranno, riuscendo soltanto ad entrare nell’orbita lunare: uno dei tanti fallimenti ipotizzati dalla letteratura. All’alba del Novecento, H.G. Welles si cimenta con I primi uomini sulla Luna, dove uno squattrinato e uno scienziato pazzo riescono ad arrivarvi ingerendo una sostanza inventata dallo scienziato capace di schermare la gravità, ma solo per scoprire, anche loro, che la luna è abitata. I tempi sono maturi, e la fantascienza novecentesca se ne appropria definitivamente. Troppi gli autori che hanno messo al centro delle loro prove narrative la luna: basti ricordare Isaac Asimov, che in Pendolarità immagina una futura spedizione negli anni Settanta osteggiata da una setta di fanatici religiosi che si oppongono alla profanazione del cielo; e Arthur C. Clarke, il cui famoso Preludio allo spazio racconta gli antefatti del primo viaggio sulla luna, compiuto sempre negli anni Settanta. Curioso notare come molti scrittori hanno collocato in un futuro più remoto la realtà del primo allunaggio. Anche da noi ci si dà da fare, nel “secolo breve”: il poco noto Tommaso Catani, amico del più celebre Collodi, insegnante di storia naturale e sacerdote, vi ambienta a fini divulgativi due romanzi, Rosellino nella Luna e Pinocchio dalla Terra alla Luna; un autore attento al simbolismo e al lato nascosto della psiche umana, Pirandello, scrive Un cavallo nella luna, Male di luna, e Ciaula scopre la luna, e dalla luna viene terrorizzato Anguilla, il protagonista dell’ultimo romanzo lasciatoci da Pavese, La luna e i falò. Tommaso Landolfi ne fa il simbolo d’una sua peculiare poetica dello smarrimento e dell’insondabile, Calvino la definisce astro narrante e vocazione profonda della letteratura italiana, Camilleri ne La rivoluzione della Luna riprende la tipica associazione tra quell’astro e l’elemento femminile, affidando alla protagonista, Eleonora di Moura, la possibilità di rinnovare la società in un solo mese lunare. E si potrebbe continuare, a lungo. Un’ultima considerazione: la scienza, con le sue conquiste, non ha ucciso la fantasia. Per chi ci ha preceduto, per noi e per chi ci seguirà, rimane ben vero quel che scrisse Ungaretti all’indomani dell’allunaggio: “E la luna rimarrà la Luna e ci saranno sempre giovani che al suo lume appartati si sorprenderanno a dire parole felici”. A ciascuno, dunque, la sua luna. n Giuseppe Costigliola




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