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Pubblicazione Trimestrale 67a Edizione - Dicembre 2011
ISSN 1824-5765 08 I Borghese e l’Antico. Dal Museo del Louvre i capolavori dell’arte antica appartenuti alla collezione Borghese The Borghese Family and Antiquity. Masterpieces of ancient art from the Musée du Louvre that once belonged to the Borghese collection 16 “Mutable Spirit”, Marmomacc Meets Design 2011
Editore / Publisher Editorial and Advertising Office G&M Associated Sas Via Caracciolo n° 26 20155 Milano - Italy Tel. & Fax +39 02 314460 www.gmassdiamante.com info@gmassdiamante.com Direttore Responsabile: Renata Marchi Progettazione, Grafica, Traduzioni a cura di: G&M Associated Sas
Diamante Industriale / Industrial Diamond 25 Caratterizzazione microstrutturale di una lega metallica 25,2%Fe 49,5%Cu - 24,1%Co ottenuta con metallurgia delle polveri Microstructural characterization of metallic alloy 25.2%Fe - 49.5%Cu 24.1%Co obtained by the technique of powder metallurgy 31 Indagine sulla spruzzatura termica, cinetica e ibrida per la deposizione di rivestimenti abrasivi di diamante a legante metallico Investigation of thermal, kinetic and hybrid spraying for the manufacturing of metal-bonded diamond abrasive coatings 41 Caratterizzazione di utensili diamantati prodotti mediante sinterizzazione (SPS) e consolidamento (SPC) a plasma pulsato Characterization of diamond tools fabricated by Spark Plasma Sintering and Spark Plasma Consolidation 51 Progettazione di una nuova configurazione di taglio per ottimizzare l’utilizzo di segatrici a catena in cava Design of a new cutting configuration to optimize the cutting operations of chain saw machines in quarries
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Hanno collaborato: O. Cai F. Dagrain M. Ferreira M. Filgueira A. Knote J. Nebel W. Theisen W. Tillmann e gli Autori citati. Stampa: Lazzati Industria Grafica S.r.l., Casorate Sempione (Va) Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 454 del 18 novembre 1993 Registro Operatori di Comunicazione n° 4373 del 21 novembre 2001 (ex Registro Nazionale della Stampa n° 454 del 18 ottobre 1993). Spedizione in abb. postale 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96
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Eventi / Events 60 Smart choice for entry big but changing market: Stonetech 2012 Shanghai 63 A Marmomacc +8% le presenze estere da oltre 130 Paesi +8% for international attendance at Marmomacc from more than 130 Countries 68 XXII Rapporto sul settore lapideo mondiale XXII World Marble and Stones Report 72 BolognaFiere: buon risultato per SAIE 2011 74 Made expo 2011: segnali positivi per il fututo delle costruzioni MADE expo 2011: positive signals for the future of building
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Ermafrodito dormiente Replica antica di un originale greco del 150-140 a.C. ca. attribuito a Policleto. Marmo lunense - Lunghezza 169 cm, larghezza 89 cm. Paris, Musée du Louvre © 2011 Musée du Louvre, Thierry Ollivier
The Borghese Family and Antiquity Sixth event of the Galleria Borghese’s “Ten Great Exhibitions”: masterpieces of ancient art from the Musée du Louvre that once belonged to the Borghese collection by MondoMostre
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rom December 7, 2011 until April 9, 2012, the Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Roma, headed by Rossella Vodret, will present an exhibition entitled The Borghese Family and Antiquity, organized by the Galleria Borghese with the exceptional cooperation of the Musée du Louvre in Paris. The most important masterpieces of ancient art that once belonged to the Borghese collection and now constitute the core of the collection of antiquities of the Musée du Louvre will return to their original home. The Borghese Family and Antiquity is curated by Anna Coliva (Director - Galleria Borghese), Marie-Lou
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IL SESTO APPUNTAMENTO ALLA
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GRANDI MOSTRE”
I Borghese e l’Antico Dal Museo del Louvre i capolavori dell’arte antica appartenuti alla collezione Borghese a cura di MondoMostre
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al 7 dicembre 2011 fino al 9 aprile 2012 la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Roma, diretta da Rossella Vodret, presenta la mostra “I Borghese e l’Antico”, organizzata dalla Galleria Borghese con la collaborazione eccezionale del Museo del Louvre. I più importanti capolavori dell’arte antica appartenuti alla Collezione Borghese, oggi nucleo essenziale della raccolta di antichità del Museo del Louvre di Parigi, tornano nella loro sede originaria. La mostra è curata da Anna Coliva, Direttore della Galleria Borghese, Marie-Lou Fabrega Dubert, Chargée de mission Département des Antiquités grecques, étrusques et romaines Musée du Louvre, Jean-Luc Martinez,
Directeur Département des Antiquités grecques, étrusques et romaines - Musée du Louvre e Marina Minozzi, Storico dell’arte direttore coordinatore - Galleria Borghese; coordinata da MondoMostre e resa possibile dal sostegno di Arcus, Enel, BNL BNP Paribas, Ferrero e Air France. Evento eccezionale e unico, la mostra celebra il patrimonio storico-artistico italiano in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Torneranno alla Galleria Borghese per la prima volta dopo 200 anni, 60 opere illustri come il Vaso Borghese, con scene dionisiache, l’Ermafrodito dormiente restaurato da un giovanissimo Bernini, il Sileno e Bacco bambino, Le tre Grazie e il celebre Centauro cavalcato da Amore, che mai prima d’ora avevano lasciato il Museo parigino.
Sileno e Bacco fanciullo Particolare I-II sec. d.C, replica da un originale di Lisippo (seconda metà IV sec. a.C). Marmo, h. 190 cm Paris, Musée du Louvre © 2011 Musée du Louvre, Thierry Ollivier
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Per quattro mesi la Galleria Borghese ospiterà i capolavori della più grande e importante raccolta di antichità esistente al mondo, restituendo alla collezione formata dal cardinal Scipione Borghese all’inizio del Seicento, la sua sede d’origine. Il patrimonio archeologico dei “marmi Borghese”, oggi gloria classica del Louvre, costituisce una delle più “sensazionali vendite mai avvenute”. Nel 1807 Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte, accettò di vendere alla Francia 695 pezzi tra statue, vasi e rilievi, per volontà del cognato Napoleone che perseguiva il proposito autocelebrativo di dotare la capitale del suo impero del museo pubblico più importante delle arti universali – il Museo del Louvre, già Musée
Vaso Borghese Scuola neo-attica 40-30 a.C. Marmo pentelico - 172 cm. Paris, Musée du Louvre, © 2003 Musée du Louvre, Etienne Revault
Central des Arts -, che tra il 1803 e il 1815 prende il nome di Musée Napoléon. Incaricato da Napoleone di stimare la collezione Borghese in vista del suo acquisto, Ennio Quirino Visconti, antiquario di fama, fu il responsabile dell’acquisizione più importante della storia delle raccolte d’arte antica del Louvre. L’idea che animò il progetto è espressa bene da Denon, direttore dei Musei imperiali, che sapeva come blandire l’orgoglio dell’imperatore: in tutte le lettere che gli invia sull’argomento non trascura mai di associare le belle arti al prestigio imperiale: “il secolo di Napoleone deve essere il secolo delle belle arti come è quello degli eroi”, scrive all’imperatore, “il più potente protettore delle belle arti, primo sovrano d’Europa”.
La scelta privilegiata dell’arte antica doveva dunque contribuire al prestigio dell’imperatore che si dichiarava erede della romanità. Era nelle intenzioni di Visconti e Denon scartare le opere “moderne” nella convinzione che solo l’arte antica potesse arricchire la scienza e formare il “vero gusto”. La volontà di Napoleone di acquisire la collezione Borghese risponde alle aspettative scientifiche dell’antiquario Visconti di favorire il progresso della scienza (attraverso lo studio delle opere acquisite), di contribuire alla formazione degli artisti attraverso lo studio dei modelli antichi, ma soddisfa anche il gusto del pubblico e contribuisce dunque ad affermare l’identità dei cittadini e dell’imperatore come eredi della classicità. Le opere partirono per Parigi in due fasi ben documentate dai materiali conservati presso gli Archivi nazionali di Parigi e la Biblioteca di Besançon. Le opere più belle partono immediatamente con due convogli via terra; la seconda parte, che doveva essere inizialmente trasferita via mare, raggiunse il Museo
Fabréga-Dubert (Chargée de mission - Département des Antiquités grecques, étrusques et romaines - Musée du Louvre), Jean-Luc Martinez (Directeur Département des Antiquités grecques, étrusques et romaines Musée du Louvre), and Marina Minozzi (Director-Coordinator Art Historian - Galleria Borghese); coordinated by MondoMostre; and made possible by the support of Arcus, Enel, BNL BNP Paribas, Ferrero, and Air France. An exceptional and unique event, the exhibition celebrates Italy’s historical and artistic heritage in connection with the 150th anniversary of Italian Unification. For the first time after 200 years, 60 wellknown works will return to the Galleria Borghese, including the Borghese Vase, with Dionysian scenes; the Hermaphroditus Asleep, which was restored by Bernini when he was very young; the Silenus and the Infant Bacchus;
Centauro cavalcato da Amore Replica romana dell’epoca di Adriano di un originale del II secolo a.C. Marmo, h. 147 cm. Paris, Musée du Louvre © 2011 Musée du Louvre, Thierry Ollivier
solo nel 1811 con un trasporto anch’esso via terra, reso possibile dall’intervento del commissario francese, Pierre-Adrien Pâris, nominato dal Ministro francese dell’Interno e incaricato dell’imballaggio e della spedizione degli oggetti acquisiti. Il valore commerciale dei pezzi calcolato inizialmente da Visconti è di circa 6 milioni di franchi ma la somma finale che viene pattuita effettivamente per la vendita risulta di 13 milioni di franchi. Tale incremento di prezzo, che raddoppia in meno di un anno dalla valutazione alla firma del contratto di vendita, si spiega con alcune considerazioni. Per prima cosa il principe Camillo non ha alcuna fretta di vendere e, dunque, deve essere incoraggiato a compiere l’operazione. Inoltre, nel prezzo della vendita sono da considerare le eventuali operazioni di restauro, dopo gli invasivi interventi per la rimozione delle sculture e dei rilievi dall’architettura della Villa. La somma pattuita viene di fatto solo in parte corrisposta: dei 13 milioni di franchi ne sono versati
The Three Graces; and the famous Cupid Astride a Centaur, which has never before left the Parisian museum. For four months the Galleria Borghese will host the masterpieces of the largest and most important collection of antiquities in the world, thus returning the collection established by Cardinal Scipione Borghese to its original home. The archeological heritage of the “Borghese marbles”, which is now the classical glory of the Louvre, constituted one of the most “sensational sales ever made”. In 1807, Camillo Borghese, Pauline Bonaparte’s husband, agreed to sell 695 sculptures, vases, and reliefs to France as insisted by his brother-in-law, Napoleon, who was pursuing his self-laudatory goal of endowing the capital of his empire with the most important public museum of universal art: the Musée du Louvre, formerly the Musée Central des Arts, which between 1803 and 1815 was called the
Musée Napoléon. Entrusted by Napoleon with the task of appraising the Borghese collection in view of its purchase, Ennio Quirino Visconti, a famous antiquarian, was responsible for the most important acquisition among all the Louvre’s collections of ancient art. The idea that inspired the project was well expressed by Denon, the director of the imperial museums, who knew how to flatter the emperor’s pride. In all the letters on the subject that he sent the latter he never neglected to associate the fine arts with the imperial prestige, writing the emperor (“the most powerful patron of the fine arts and the leading ruler of Europe“) that “the century of
Napoleon must be the century of the fine arts, as it is that of heroes”. Thus the privileged choice of ancient art was to contribute to the prestige of the emperor, who proclaimed himself the heir of the Roman spirit. Visconti and Denon intended to reject “modern” works, convinced as they were that only ancient art could enrich scholarship and mould “true taste”. Napoleon’s determination to acquire the Borghese collection corresponded to the antiquarian Visconti’s scholarly expectations of encouraging the progress of scholarship (through the study of the works acquired) and contributing to the education of artists through the study of the ancient models, but also satisfied
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sul Quirinale, furono ben presto trasferite, quasi per intero, nella villa suburbana, completata nel 1613 e concepita dal cardinale appositamente per l’esposizione delle sue collezioni di pittura e scultura. L’importanza delle sculture negli intenti decorativi del nuovo edificio appariva evidente fin dall’esterno della palazzina: le statue e i rilievi costituivano il prezioso ornamento delle facciate e scandivano il disegno dei viali e dei piazzali antistanti la “Villa Burghesia”. Anche alla fine del Settecento, quando la Villa Borghese fu rinnovata per volere del principe Marcantonio Borghese, furono le opere di scultura a determinare i punti focali dell’allestimento. L’architetto Antonio Asprucci dispose i maggiori capolavori della celebre collezione Borghese secondo un nuovo criterio espositivo ponendoli al centro di ogni sala e raccordando l’intero tema decorativo dell’ambiente, dalle pareti alla volta, al nucleo Ritratto di Lucio Vero Testa del 180 d.C. circa, busto iconografico del gruppo moderno di Carlo Albacini, XVIII scultoreo. Si creò così l’asec. Marmo, h. 80 cm. spetto con cui il Museo Paris, Musée du Louvre
8, la cifra restante sarà solo parzialmente coperta dalla cessione del feudo di Lucedio, presso Vercelli in Piemonte, dove Camillo si trasferisce come governatore generale dei dipartimenti transalpini dell’impero francese. La formazione della raccolta Borghese di antichità si deve al cardinale Scipione Borghese, nipote di Paolo V, che acquista, a breve distanza di tempo, due collezioni: la prima nel 1607, quella di Lelio Ceoli, collocata nel palazzo eretto dal Sangallo in via Giulia; subito dopo, nel 1609, si assicura quella formata dallo scultore Giovanni Battista Della Porta. A questi due primi nuclei si aggiungono ben presto altre opere di straordinaria importanza, acquisite da altre collezioni o pervenute attraverso ritrovamenti fortuiti. Le sculture, inizialmente destinate alla residenza in Campo Marzio e a quella di Borgo, nonché alla villa
appare ancora oggi nel suo splendore di marmi, pietre dure e mosaici. Tra la fine del 1807 e il 1808, in seguito alla cessione a Napoleone Bonaparte, le sculture archeologiche della Villa furono trasportate a Parigi. La perdita di questa straordinaria collezione ebbe un impatto fortissimo sulle coscienze del tempo. Antonio Canova, che sulle sculture della Villa aveva condotto il suo appassionato studio dell’antico, l’avrebbe definita nel 1810 davanti a Napoleone “una incancellabile vergogna” per la famiglia che possedeva “la villa più bella del mondo”. Il Cardinal Casoni cerca in tutti i modi, rifacendosi alla legislazione pontificia, di salvare la collezione Borghese dall’acquisizione napoleonica. Il tentativo non ha, tuttavia, alcun esito data la situazione politica che fa registrare, in quel giro d’anni, un assoluto predominio dei Francesi a Roma. Camillo dopo la “sciagurata” vendita cercò di ripristinare, per quanto possibile, la collezione attraverso il recupero di reperti archeologici provenienti da scavi e acquisti, alcuni di note-
© 2008 Musée du Louvre, Daniel Lebée et Carine Déambrosis
the public’s taste and thus contributed to establishing the identity of the citizens and the emperor as heirs of the classical spirit. The works were shipped to Paris in two stages, which are well documented by the material housed in the National Archives in Paris and the Library of Besançon. The finest woks left in two convoys by land, while the others – which initially were to be transported by sea – arrived at the museum in Paris only in 1811, also by land. The second shipment was made possible by the action of the French commissioner, Pierre-Adrien Pâris, who was appointed by the French Minister of Home Affairs and entrusted with the packing and shipment
of the objects acquired. The commercial value of the objects initially calculated by Visconti was about 6 million francs, but the final sum actually established for the sale was 13 million francs. The increase in the price, which doubled in less than a year from the estimate to the signing of the sale contract, can be explained by a few observations. First of all, Prince Camillo was in no hurry to sell and thus had to be encouraged to enter into the transaction. Furthermore, the sale price had to include the restoration work necessary after the invasive work to remove the sculptures and reliefs from the Villa’s architecture. The sum agreed on was in effect only partly paid. Of the 13 million francs, 8 were paid, while the remaining sum was to be only partially covered by the transfer of the Lucedio estate in Piemonte, near Vercelli, where Camillo moved as the governor general of the
vole importanza, come il Fauno Danzante restaurato da Bertel Thorvaldsen. Le nuove acquisizioni operate nel corso dell’Ottocento costituiscono l’attuale collezione archeologica conservata presso la Galleria Borghese. La vicenda della vendita della collezione Borghese fu così scioccante da suscitare una nuova consapevolezza del rischio incombente sulle opere d’arte italiane e pose le basi dei primi veri provvedimenti di tutela del patrimonio artistico nazionale, come l’editto del cardinal Pacca emesso nel 1820 e ripreso da numerosi governi preunitari. La scelta delle opere si incentra sulle sculture più celebri della collezione Borghese che ritroveranno la loro collocazione nella sala che ne celebrava l’importanza, secondo i criteri ricostruibili per i diversi allestimenti. Al piano terreno la mostra riproporrà l’allestimento tardo-settecentesco realizzato dall’architetto Antonio Asprucci. Attraverso il ricorso ai disegni di Charles Percier, restituiti mediante grandi riproduzioni, le sculture saranno collocate rievocando
transalpine departments of the French empire. The establishment of the Borghese collection of antiquities is attributed to the Cardinal Scipione Borghese, the nephew of Paul V, who purchased two collections within a short period of time. The first was Lelio Ceoli’s, which he acquired in 1607 and housed in the mansion built by Sangallo on Via Giulia, followed immediately, in 1609, by the sculptor Giovanni Battista Della Porta’s. Initially meant for the Borghese palazzo in the Campo Marzo and the one in Borgo, as well as their villa on the Quirinal Hill, the sculptures of these two collections were soon almost entirely moved to their villa outside the city walls beginning in 1613. The importance of the sculptures in the decoration of the new building was evident right from its exterior, as the statues and reliefs constituted the precious ornamentation of the façades and lined the paths and
Venere marina 160 d.C. circa, replica della Venere Capitolina, da un originale del III sec. a.C. Marmo, h. 180 cm. Paris, Musée du Louvre © 2006 Musée du Louvre, Daniel Lebée et Carine Deambrosis
squares facing the “Villa Borghese”. At the end of the eighteenth century, when the Villa Borghese was renovated by Prince Marcantonio Borghese, it was again the sculptures that determined the focal points of the arrangement. The architect Antonio Asprucci arranged the most important masterpieces of the famous Borghese collection according to a new criterion of display, placing them in the middle of each room and linking the entire decorative theme of the setting, from the walls
to the ceiling, to the sculptural group. Thus he created the look with which the museum still appears today, with his magnificent marbles, semi•precious stones, and mosaics. Following their sale to Napoleon, between the end of 1807 and 1808 the sculptures were transported from the Villa to Paris. The loss of this extraordinary collection made a very strong impression at the time. Antonio Canova, who had enthusiastically studied Antiquity, is said to have told Napoleon in 1810 that it was
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l’aspetto della Villa come si presentava alla fine del Settecento. Per il periodo della mostra sarà dunque possibile fare un vero e proprio “salto indietro nel tempo”, agli anni in cui tutta Europa guardava alla Villa Borghese come al nuovo modello di esposizione e interpretazione dell’antico. Al primo piano della Villa sarà rievocato l’allestimento del Seicento, quando le opere di scultura erano esposte insieme ai dipinti, in una suggestiva sequenza di immagini. Alcuni dei capolavori, come le Tre Grazie e il Centauro cavalcato da Amore torneranno nelle sale che per oltre un secolo e mezzo furono ad essi intitolate. Il catalogo è pubblicato da Skira.
“an indelible shame” for the family that owned “the most beautiful villa in the world”. Referring to papal legislation, Cardinal Casoni tried every possible way to save the Borghese collection from being sold to Napoleon. However, his attempt was unsuccessful, because the political scene in Rome was totally dominated by the French at that time. After the “calamitous” sale, Camillo tried to revive the collection as much as possible with archeological finds from excavations and purchases, some of which were of considerable importance, such as the Dancing Faun, which was restored by Bertel Thorvaldsen. The new acquisitions made during the nineteenth century constitute the current archeological collection housed in the Galleria Borghese. The vicissitude of the sale of the Borghese collection was so shocking that it led to greater
awareness of the risk threatening Italian works of art and laid the foundations of the first real measures for protecting the national artistic heritage, such as Cardinal Pacca’s edict, which was issued in 1820 and adopted by many governments before the unification of Italy. The selection of the works in the exhibition focuses on the most famous sculptures of the Borghese collection, which will be displayed in the room that celebrated their importance, according to the criteria that can be reconstructed for the different arrangements. On the ground floor the exhibition will present the arrangement conceived by the architect Antonio Asprucci in the late eighteenth century. Through the drawings of Charles Percier, of which large reproductions will be displayed, the
sculptures will be placed so as to evoke the Villa as it appeared at the end of the eighteenth century. During the exhibition it will be possible to really “jump back in time”, to the years in which all of Europe looked to the Villa Borghese as the new model for displaying and interpreting Antiquity. The second floor of the Villa will present the 18th-century arrangement, in which the sculptures were displayed together with paintings in a fascinating series of images. Several of the masterpieces, such as the Three Graces and the Cupid Astride a Centaur will return to the rooms that bore their names for over a century and a half. The catalogue is published by Skira.
“Mutable Spirit”, Marmomacc Meets Design 2011 Il nuovo tema ha caratterizzato la quinta edizione di Marmomacc Meets Design. “Spirito” come soffio, essenza, carattere, individualità. “Mutante” ad identificare la capacità necessaria di evolversi, trasformarsi, adattarsi A CURA DI
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l marmo muta. Materiale naturale e “alchemico”, si forma e si trasforma, evolve in lentissima genesi, assume proprietà e caratteristiche dell’ambiente dove nasce, assorbendone e rappresentandone individualità e unicità. Resistente e stabile, è stato storicamente associato a durata e prestigio, diventando materiale d’elezione di architettura e scultura, alla ricerca dell’immortalità. Oggi tecnologie sempre più avanzate, anche digitali, ne riscoprono l’essenza intimamente, insospettabil-
mente adattabile. Il marmo dunque muta ancora. Lo fa questa volta a livello percettivo, rendendosi duttile ad accogliere quello specchio flessibile di un mondo in continua evoluzione che è il design. Moduli, complementi, superfici vengono riletti dalla sensibilità dei progettisti allo scopo di affinare logiche sempre più attente anche alle tematiche della sostenibilità. Se da un lato, infatti, il marmo continua a imporre la sua personalità, chiedendo di accostarsi alle proprie caratteristiche con una profonda
“Mutable Spirit” Marmomacc Meets Design 2011 The new theme characterised the fifth edition of Marmomacc Meets Design. “Spirit” as the breath, essence, character, individuality. “Mutant” to identify the necessary capacity to evolve, transform, adapt by Umbrella Press Office, photos by © Alberto Parise
T e specifica conoscenza, dall’altra propone infinite variabili - di colore, consistenza, impatto che rendono possibili altrettante declinazioni. È allora che interviene il fondamentale potenziale di sperimentazione e innovazione offerto dal design. Nasce da qui la sfida proposta quest’anno da Marmomacc Meets Design a progettisti e aziende, “Mutable Spirit”: essere tanto flessibili da esaltare il marmo come materiale mutante e mutevole. Rendendolo, con il loro lavoro, concretamente “mutabile”. Mutable Spirit come essenza del marmo, materiale strettamente legato alle origini, elemento naturale da sempre legato alla storia dell’uomo: in costante evoluzione, per rispondere a creatività e progettualità presenti e future. Senza mai tradire la propria individualità.
he mutability of marble. A natural yet “alchemic” material, formed and transformed, evolving through extremely slow genesis, taking on properties and characteristics typical of the environment where it originates, absorbing and representing individuality and uniqueness. Hard-wearing and stable, marble was historically associated with durability and prestige, becoming the favoured material for architecture and sculpture in the search for immortality. Today, increasingly advanced technologies - including digital systems - are rediscovering its intimate, unsuspected and adaptable essence. Marble, inasmuch, is still changing. And this time is does so at a perceptive level, becoming ductile in order to welcome that flexible mirror of a world - design - experiencing continual evolution.
Modules, accessories and surfaces are reviewed thanks to the sensitivity of designers in order to refine logics that are also increasingly attentive to sustainability topics. If, on the one hand, marble is still able to impose its personality, demanding that we should approach its characteristics with deep and specific knowledge, on the other hand it propose infinite variables - of colour, consistency and impact that make all kinds of other interpretations possible. It is here that the fundamental potential for experimentation and innovation offered by design intervenes. This is the background to the challenge suggested this year by Marmomacc Meets Design for designers and companies. Mutable Spirit: become so flexible as to exalt marble as a mutating and mutable material. Make marble effectively “mutable” through their work.
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RAFFAELLO GALIOTTO PER LITHOS DESIGN
Portare il design al servizio dell’architettura è la nuova sfida di Lithos Design. L’azienda presenta un progetto architettonico all’avanguardia proponendo una suggestiva composizione di elementi lapidei modulari (concio-base) producibili in serie e diversamente componibili tra di loro per la costruzione di pareti, angoli, aperture, architravi. L’installazione propone la realizzazione di un “edificio tipo” ottenibile dall’impiego seriale dei conci-base. Il mood che ne esce è improntato ad una forte naturalità e matericità assicurate grazie all’impiego di un materiale come il Travertino, un marmo poroso, stratificato, solido, particolarmente adatto anche per l’utilizzo esterno. Progetto tutto italiano dalla scelta del materiale al concept, dallo studio e realizzazione della tecnologia alla produzione, Materia Litica è anche una sfida alla sostenibilità del marmo: la forma è studiata in funzione del minimo scarto di produzione, inoltre, il concio-base è stato studiato per essere smontato, riutilizzato e riedificato come il marmo degli edifici antichi. Partner dell’installazione: Travertino Sant’Andrea.
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Il tema Mutable Spirit è stato interpretato sotto il segno di due concetti-chiave: metamorfosi e metafora. Il marmo, come elemento naturale, viene tratto fuori dalla natura (meta-forein), lavorato dall'attività umana, per diventare opera. Questo processo è una vera trasformazione, una metamorfosi, in cui il marmo muta grazie allo spirito creativo dei designer e delle tecnologie, acquistando proprietà e caratteri prima impossibili da immaginare. La materia litica viene sgretolata, alleggerita, cesellata, modulata in infinite forme e soluzioni, diventando altro. Il mito di Apollo e Dafne, che dà il nome all’opera, rappresenta perfettamente la mutazione di spirito e natura: l'albero marmoreo, con le sue fronde leggere ed eteree che sfidano l’opacità del materiale, ospita al suo interno uno spazio umano. La natura si trasforma e rivive attraverso la tecnica. Dove c’è natura c’è mutazione, dove c’è mutazione, c’è spirito.
KJETIL THORSEN PER PIBAMARMI
Grandi blocchi lapidei sezionati e scavati, diaframmi porosi permeabili alla vista, piani pavimentali morbidi e lievemente incoerenti. Sono questi i temi formali e materici attorno ai quali si è sviluppato il concept espositivo di Snøhetta per il padiglione Pibamarmi alla fiera Marmomac di Verona. Secondo Kjetil Thorsen, socio fondatore dello studio di Oslo, la pietra deve dimostrare l’identità versatile e polivalente insita nel suo “codice genetico”: aldilà delle idee più convenzionali radicate nel pensiero comune, la materia lapidea può infatti declinare immagini e sensazioni di levità e morbidezza, che nei contrasti di formati e spessori trovano un’immediata e suggestiva evidenza. Volumi ciclopici, texture leggere composte da anelli e cilindri litici, superfici orizzontali formate da inerti di vari calibri, accoglieranno così il visitatore nel nuovo padiglione Pibamarmi, in uno spazio che esplorerà gli antipodi di una litosfera sempre più centrale per gli interessi del design contemporaneo.
PATRICIA URQUIOLA PER BUDRI
È una sinergia, una fusione tra diversi materiali: le proprietà del vetro, la sua leggerezza e la trasparenza vengono trasferite al marmo, che muta nella sua essenza. Pareti traslucide sulle quali si adagiano in modo irregolare e tridimensionale pezzi, per la precisone sfridi e residui di lastre pretagliate di marmi colorati, intarsiati in cornici modulari, formano il perimetro dello stand. Il marmo acquista un rapporto inconsueto con l’ambiente che lo circonda, integrandosi con materiali amorfi come il vetro o organici come il legno e le resine. Forte è la connotazione giapponese riconoscibile nell’uso di pannelli modulari e paravent divisori, tavoli e oggetti bassi.
DIAMANTE Applicazioni & Tecnologia
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PIETRO FERRUCCIO LAVIANI PER CITCO
Citco si presenta al Marmomacc di Verona 2011 con una serie di interessanti novità sfidando ancora una volta le proprie capacità produttive e presentando una collezione con tratti e lavorazioni veramente uniche. Il rimando alle pietre preziose come fonte di ispirazione per accentuare il lusso e la preziosità del dettaglio. L’inserimento della luce sul retro dei pannelli dove, assottigliando il marmo in alcuni punti, la materia riluce conferendo sofisticati bagliori. L’unicità delle realizzazioni, non solo studiate ad hoc per ciascun cliente ma anche difficilmente riproducibili per la complessità, le alte performance e le qualificate maestranze che occorrono per realizzarle. In ultimo nel mix di materiali che si accompagnano al marmo - tra questi ottone, acciaio e plexiglass - risiede il cuore e l’originalità del progetto Citco.
PHILIPPE NIGRO PER TESTI FRATELLI
Modulare e componibile, la libreria Niche è pensata come una grande e profonda scatola in cui, come negli antichi camini del Medioevo, la persona possa camminarci dentro e, volendo, posizionarci un piccolo mobile per sedersi e leggere oppure una scaletta per accedere ai ripiani alti. L’idea è di accoppiare alla pietra lavorata con spessori minimi un altro materiale, il legno, che conferisca un maggiore aspetto di domesticità alla composizione: la pietra, materiale principale e strutturale, è usata per i montanti verticali mentre il legno di rovere per le parti orizzontali e i ripiani. La preoccupazione principale è stata quella di far risaltare la bellezza e la matericità della pietra usando varie profondità delle spalle per avere il più possibile la pietra a vista, irregolarità che conferisce ritmo all’insieme.
SETSU E SHINOBU ITO PER GRASSI PIETRE
Partendo dall'idea che la pietra, materiale costruttivo e decorativo per eccellenza, venga utilizzata in maniera da coniugare la funzionalità e la decorazione delle pareti, è stato sviluppato un sistema di moduli, uguali per dimensioni e modalità di installazione ma declinabili secondo diverse destinazioni d'uso (rivestimento, pensili, sedute, illuminazione...) e finiture. Il set creato per questo allestimento richiama gli ambienti di una SPA, il cui perimetro sinuoso e continuo spinge ad avvicinarsi, interagire e toccare, per rendersi conto del caratteristico calore e dell'estrema capacità di adattarsi a ogni contesto, tipica della Pietra di Vicenza.
MARCO PIVA PER REGIONE PUGLIA
Due tunnel di ingresso identificano un percorso dinamico, che conduce gradualmente il visitatore all’anima della materia. Lo stand è stato immaginato come un percorso emozionale, tattile e visivo, alla scoperta delle texturizzazioni delle pietre indagate, dove forte è il gioco tra lo spirito della materia naturale, grezza, e la sua simultanea mutevolezza, consentita dalle evoluzioni intercorse per rispondere a sempre nuove esigenze creative e progettuali. Un viaggio tra le vibrazioni intrinseche della pietra, con i suoi movimenti, i suoi grafismi e le sue ombre. La forma è studiata per avere due pareti interne su entrambi i lati del percorso, per un totale di quattro pareti principali. Quattro, come il numero delle principali aree di estrazione del marmo di Puglia (il bacino della pietra di Apricena, il bacino della pietra di Trani, il bacino della Pietra di Lecce, l’area estrattiva di Fasano). All’esterno, il rivestimento è tecnico, come a protezione dell’anima materica del progetto.
DIAMANTE Applicazioni & Tecnologia
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GIUSEPPE FALLACARA PER POLITECNICO DI BARI Il progetto consiste nella realizzazione di un mock-up in scala reale di una porzione di facciata lapidea apparecchiata con conci poligonali, secondo la tassellazione di Penrose, parzialmente decorati con figure umane in bassorilievo e parzialmente lisci. Esso è un frammento di muro spiraliforme di grandi dimensioni che conforma il progetto di un impianto termale fruibile da non vedenti nel parco urbano Vàrosliget a Budapest. Le peculiarità fondanti del lessico ornamentale del progetto sono determinate dalla dialettica tra decorazione/struttura, decorazione/funzione, decorazione/tatticismo. Il prototipo è finalizzato da un lato alla dimostrazione della migliore performance meccanico-strutturale e decorativa di una specifica disposizione irregolare di conci nella compagine muraria, e dall’altro ad esaltare le qualità tattili e percettive del decoro lapideo.
MICHELE DE LUCCHI E ANGELO MICHELI PER STONE ITALIANA Legno grezzo e tessuto sono i materiali che compongono la piccola architettura che ospita i materiali della Stone Italiana. Le pareti sono un intreccio di legno e il loro tamponamento è in tulle, è una architettura leggera, una architettura senza colore, sono i materiali esposti che colorano con la loro varietà cromatica il luogo espositivo. La morbidezza del tessuto e la naturalezza del legno sono una cornice adeguata al prodotto presentato nelle sue diverse finiture e possibilità di utilizzo. I grandi tavoli da lavoro con appoggiata la materia che compone i diversi prodotti nelle loro molteplici colorazioni sono la tavolozza che anima l’atelier “Stone”.
RICCARDO BLUMER PER TRENTINO PIETRA Un tessuto in cubetti di Porfido del Trentino si avviluppa a guisa d’armatura intorno ad un organismo sferico pneumatico gonfiato ad aria, la cui membrana plastica in poliuretano trasparente è tesa al massimo della sua plasticità. La pietra diventa base decorativa dell’organismo, texture in addensamento e rarefazione dalle sfumature di colore che variano tra il giallo verdognolo e il violetto e attraverso cui si scorge la materia trasparente e luminosa sottostante, una medusa corazzata. La massa inerte dei quasi trecento chili del Porfido pesa sul gonfiabile ed è contrastata dalla sua spinta pneumatica. La configurazione geometrica dell’armatura della medusa è quella triassiale dei tessuti industriali che, disponendo le loro fibre lungo tre direzioni inclinate, diventano particolarmente resistenti. I cavi metallici tesi creano gli intrecci, addensandosi in corrispondenza delle due estremità per poi diradarsi nella parte centrale, così da sottolineare la tensione massima presente all’altezza del diametro maggiore di una forma sferica chiusa e infinita.
Developing the Powder Metallurgy Future
european powder metallurgy association
Reserve Exhibition Space Now Call for Papers Available Shortly
EURO PM2012 CONGRESS & EXHIBITION
16th - 19th September 2012 Congress Center Basel, Switzerland
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1st International Conference on Stone and Concrete Machining (ICSCM) - Hannover, Germany
Indagine sulla spruzzatura termica, cinetica e ibrida per la deposizione di rivestimenti abrasivi di diamante a legante metallico di W. Tillmann, J. Nebel TU Dortmund, Instituto di Ingegneria dei Materiali, Dortmund, Germania
Abstract
Annotazione
Le tecnologie di spruzzatura presentano un elevato potenziale economico nella produzione di utensili diamantati. La variabilità delle forme geometriche, la possibilità di modificare l’atmosfera di spruzzatura e le poche fasi di produzione sono alcuni dei vantaggi rispetto ai complessi e rigidi processi di sinterizzazione e brasatura. In questo articolo, vengono affrontati gli aspetti fondamentali, le potenzialità e i limiti di questa tecnologia relativamente nuova, oltre che gli sviluppi ottenuti dalle ricerche in corso e le prospettive future. Analizzando i diversi approcci (termici e cinetici) di spruzzatura, l'attenzione si focalizza principalmente sui meccanismi di inclusione del diamante e sui corrispondenti comportamenti del legante. Utilizzando, come campioni, dei rivestimenti a base di diamante e bronzo spruzzati ad alta velocità per detonazione, sono state valutate la morfologia e la capacità di molatura. Attraverso una serie di test le prestazioni e la resistenza a usura dei compositi spruzzati sono state poi confrontate con quelle di segmenti diamantati ottenuti con una sinterizzazione convenzionale.
Questo articolo è stato selezionato tra gli studi inviati in occasione della 1a Conferenza Internazionale sulla Lavorazione della Pietra e del Calcestruzzo (ICSCM 2011) svoltasi ad Hannover, Germania, ed è contemporaneamente pubblicato negli atti della Conferenza. 1st International Conference on Stone and Concrete Machining. Hannover, Germania, Novembre 23-24, 2011, B. Denkena, Fr.-W. Bach, W. Tillmann und W. Theisen, edizione 2011, ISBN: 978-3-943104-22-6.
1. Introduzione I compositi di diamante a legante metallico per la lavorazione di pietra e calcestruzzo sono principalmente prodotti con processi di metallurgia delle polveri. Ad esempio, nella produzione in serie di segmenti diamantati, lo stampaggio a caldo si è rivelato un processo molto economico, in quanto la catena di produzione può essere in larga misura automatizzata. Tuttavia, il processo produttivo basato sulla metallurgia delle polveri presenta alcuni limiti nel momento in cui si deve affrontare la fabbricazione di utensili speciali.
Investigation of thermal, kinetic and hybrid spraying for the manufacturing of metal-bonded diamond abrasive coatings by W. Tillmann, J. Nebel TU Dortmund, Institute of Materials Engineering, Dortmund, Germany
Abstract Spraying technologies show a high economic potential for the manufacturing of diamond grinding tools. Geometric variability, atmospheric conditions, and only few production steps are some of the spraying advantages compared to complex and restrictive sintering and brazing processes. Revealing the fundamentals, potentials, and limitations of spraying processes, this paper introduces current research developments and future prospects. Investigating different thermal and kinetic spraying approaches, the main focus is based on diamond implantation and the corresponding bonding mechanisms. Using the example of detonation sprayed diamondbronze coatings, the morphology and grinding abilities
are evaluated. In a series of grinding tests the performance and endurance of the sprayed composites are compared to conventionally sintered diamond segments.
Annotation This article is an invited paper selected from presentations at the 2011 International Conference on Stone and Concrete Machining (ICSCM). It is simultaneously published in the conference proceedings of the 1st International Conference on Stone and Concrete Machining. Hannover, Germany, November, 23-24, 2011, B. Denkena, Fr.-W. Bach, W. Tillmann und W. Theisen, ed. 2011, ISBN: 978-3-943104-22-6.
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Mole diamantate a legante metallico e resinoide per il vetro Diamond wheels at metallic and resinoid binders for glass costruite con / manufactured with: • LEGANTI METALLICI SINTERIZZATI / Sintered metal binders • LEGANTI RESINOIDI / Resinoid binders
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SETTORE MERCEOLOGICO DI APPARTENENZA Operativity Market branch ❏ Utensili diamantati per applicazioni nei settori: Diamond tools for application in the sectors: ◆ Lapideo / Stone ◆ Vetro / Glass
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Mole diamantate / mole periferiche per tutti i diametri e profili Mole lucidanti / feltri / foretti / ossido di cerio Diamond wheels - peripheral wheels for all diameters and profiles Polishing wheels - felts - drills - cerium oxide Diamond wheels at metallic and resinoid binders for glass costruiti con: / manufactured with : • LEGANTI METALLICI SINTERIZZATI / Sintered metal binders • LEGANTI RESINOIDI / Resinoid binders
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Progettazione di una nuova configurazione di taglio per ottimizzare l’utilizzo di segatrici a catena in cava di Dr Ir Fabrice Dagrain 1, Patrick Marchandise 2, Sébastian Desmette 3 di Ingegneria Civile, Facoltà di Ingegneria, Università di Mons, Mons, Belgio 2 PMDS sa, Nivelles, Belgio 3 NETS sa, Mons, Belgio
1 Dipartimento
INTRODUZIONE La progettazione di utensili da taglio è sempre più caratterizzata dall’utilizzo di metodi numerici (metodo degli elementi finiti, ad esempio nel taglio del metallo, o metodi degli elementi discreti, nei materiali granulari) che permettono di simulare i meccanismi di distruzione dei materiali, o dall'impiego di software in grado di integrare i modelli fenomenologici di taglio. I produttori di utensili per il settore petrolifero sono senza dubbio all’avanguardia nella tecnologia di progettazione di utensili per la perforazione di materiali rocciosi. La maggior parte di loro ha sviluppato un proprio software di progettazione che consente di bilanciare gli utensili sfruttando i parametri geometrici di tutti gli inserti, inserti considerati indipendentemente l'uno dall'altro (Figura 1). La potenza di calcolo dei computer attuali permette di ottimizzare la progettazione di utensili anche nel caso di forme complesse. Questo metodo di progettazione è stato adattato per dimensionare in modo ottimale una nuova configurazione di utensili da taglio, con l'obiettivo di ottimizzare il funzionamento delle segatrici a catena in cava. La simulazione numerica del funzionamento degli utensili
da taglio è più complessa: richiede di conoscere alla perfezione il comportamento meccanico e il criterio di rottura del materiale roccioso e, spesso, di tarare i modelli numerici realizzati. L'uso di un software di progettazione semplifica, quindi, l'approccio, pur essendo basato su modelli di taglio fenomenologici o empirici dei materiali rocciosi. Esistono vari modelli di taglio e molti articoli e lavori scientifici hanno già ampiamente trattato questo argomento. I modelli principali considerano le caratteristiche geometriche degli inserti (forma geometrica, angolo di spoglia posteriore, angolo di spoglia laterale e inferiore) così come l'asimmetria dei solchi generati o l'interazione tra inserti consecutivi. La grande maggioranza dei modelli si limita, come campo di validità, alla modalità di rottura “duttile”, che è una modalità di taglio con generazione di un flusso continuo di particelle di piccole dimensioni, in opposizione alla modalità “fragile”, che è invece caratterizzata da rottura del materiale con propagazione di cricche. Nessun modello di taglio, allo stato attuale, permette di rappresentare il modo “fragile” di rottura. Tutti i modelli di taglio in modalità di rottura duttile riferiti a singoli taglienti (inserti) presentano una
Design of a new cutting configuration to optimize the cutting operations of chain saw machines in quarries by Dr Ir Fabrice Dagrain 1, Patrick Marchandise 2, Sébastian Desmette 3 of Mons, Civil Engineering Department, Faculty of Engineering, Mons, Belgium 2 PMDS sa, Nivelles, Belgium 3 NETS sa, Mons, Belgium
1 University
INTRODUCTION The design of cutting tools is more and more done by use of numerical methods (finite elements method for example for metal cutting, discrete elements methods in granular materials) which makes it possible to simulate the destruction mechanisms of materials, or by use of design softwares which integrate phenomenological cutting models. The drilling tools manufacturers for petroleum engineering are doubtless with the point of technology in the design for applications in rock drilling. The major part of them developed their own design software which makes it possible to balance the tools while exploiting the geometrical parameters of all the inserts of a tool, inserts
taken independently from each other (Figure 1). The computing power of the current computers makes it possible to refine the design of tools of sometimes complex form. This principle of design was adapted to dimension in an optimal way a new configuration of cutting tools with an aim of optimizing the operation of the chain saw machines in quarries. The numerical simulation of the operation of cutting tools is more complex: it requires to know perfectly the mechanical behavior and the failure criterion of the destroyed rock materials, and often to calibrate the numerical models carried out. The use of a design software thus simplifies the approach while being based
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Mr Riccardo Galluzzi
SETTORE MERCEOLOGICO DI APPARTENENZA Operativity Market Branch ❏ Utensili diamantati per applicazioni nei settori: Diamond tools for application in the sectors: ◆ Lapideo / Stone ◆ Vetro / Glass ◆ Meccanica / Mechanics ◆ Ceramica / Ceramics
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LINEA PRINCIPALI PRODOTTI Main Product Lines
Dischi sinterizzati, elettrodepositati, segmentati laser, silenziati Dischi per lucidatura a secco e ad umido, Mole a tazza sinterizzate, elettrodepositate e VB Mole lucidanti per costa piana e per coste toroidali Foretti diamantati e adattatori Frese elettrodepositate, sinterizzate e VB Sintered, electroplated, silent, segmented laser welded saw blade Dry and wet polishing pads Sintered, electroplated and VB cup wheels Polishing wheel for straight edge and bullnosing Diamond drill bits and adaptors Electroplated, sintered and VB mounted points
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Solai Postesi Pavimenti Postesi
Pavimenti Levigati Colorati
Pavimenti Postesi Radianti
Pavimenti in resina Pavimenti stampati
Pavimenti Idro-olio Repellenti
Pavimenti Postesi Super-flat
RetroPlate
Trattamenti di ripristino
MEDIPAV s.r.l.
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