LA CITTÀ DELLA FANTASIA Angry Birds: Amato Simone – Callini Tommaso – Catizone Marco – Tallarico Christian Primaria Arconate 5B
Io vorrei una città senza fumo, con case e soldi per i poveri. Una città con tanti parchi a tema, montagne russe e parchi acquatici a volontà, tanti musei e biblioteche. Tantissime sale giochi giganti dove si gioca gratis. Dove si mangia a volontà: pizze giganti, caramelle gommose… Tutto ciò che si vuole! Automobili che non inquinano. Una città con molti campi per correre in libertà. Una città in cui ci sia sempre profumo di rose e viole. Io vorrei che nella mia città non ci fossero ladri, pistole e uccisioni. Tutto questo un giorno ci sarà? Chi lo sa??
LA CITTÀ CHE VORREI Monolo Stefano - Rondanini Alessio Primaria Arconate 4A
La città che vorrei… Pochi suoni deve avere e una gran vista su una rigogliosa pianura. Molte zone di ristoro dove si può mangiare con gusto. Gli alberi hanno verdi biglietti che distribuiscono come cassieri. I bambini con quei soldi vanno a comprare dolci e caramelle. I negozi che distribuiscono dolciumi e prelibatezze Sono come paesi dei balocchi per bambini e genitori. Strade di liquirizia con strisce di panna montata. Fiumi e laghi di gelatina ospitano picnic e visitatori. Noi viviamo in questo paradiso con un grande e bel SORRISO!
LA PRINCIPESSA E I SUOI 3 DESIDERI Lattanzio Alice - Ripalta Contento Martina Primaria Arconate 4A Tanto tempo fa nella città di Black abitava una fanciulla di nome Veronica, e con lei abitavano la regina Liliana e il re Giorgio. La figlia ogni giorno chiedeva ai genitori se tutta la famiglia si poteva trasferire perché la loro città era inquinata a causa del fumo e dallo smog causato dalle macchine, dalle industrie, dalle fabbriche. Questa fanciulla desiderava una città: con piazze dotate di fontane di acqua pura che poi venisse presa e portata nelle case per uso domestico; piazze adatte per i nostri amici a 4 zampe, campi enormi adatti per praticare il lavoro dell’agricoltura, così le persone povere sarebbero potute nutrirsi di cibo adatto alla propria salute e curato bene. Un giorno la principessa vide apparire in casa sua, per terra, uno specchio dove comparvero tutti i suoi desideri. Poi sentì una voce che le diceva: “scegli 3 desideri tu”. Lei ne scelse uno molto importante: quello di avere una vita come tutte le persone nel mondo. Il secondo che voleva conoscere molto i suoi nonni. Il terzo quello di conoscere un principe. Alla fine la principessa e la sua famiglia, si trasferiscono nella città di Margherita e tutti i suoi a un tratto si realizzarono: lei vide i suoi nonni conobbe un principe divenne una ragazza normale e non fu più costretta a fare la nobile. Iniziò a studiare normalmente e da quel momento divenne una ragazza felicissima in seguito sposò il principe, ebbero tre gemelle e vissero felici e contenti nelle loro città perfetta.
LA CITTÀ CHE VORREI Barlocco Gabriele Primaria Arconate 4A C’era una volta una città di nome Dolcelandia. Prese questo nome perché era ricca di cibo. Aveva anche un supereroe chiamato Spider boy che aveva un nemico di nome Dragonait colosus, che aveva costruito un’ arma potentissima: il cannone spara missili. Dragonait voleva distruggere la città di Dolcelandia. Inizio una guerra tra Spider boy e Dragonait colossus. Era una battaglia interminabile che era piena di esplosioni. Spider boy pero ricevette una spada magica e con la spada magica divise in due il cannone così riuscì finalmente a vincere e Dragonait colossus venne portato in prigione.
LA CITTÀ DELLO SPORT Adducci Chiara - Naggi Giulia Chiara Primaria Arconate 4A
C’erano una volta due bambine di nome Chiara e Giulia che abitavano in una città che si chiamava Flower. Un giorno Chiara e Giulia andarono agli allenamenti di ginnastica artistica, mentre tornavano a casa erano stanche e si sedettero su una panchina poi tornarono ognuno nelle proprie case. Il giorno dopo andarono a scuola. Lì, c’era sempre una bambina, di nome Genoveffa che era sempre gelosa del fatto che Chiara e Giulia prendessero bei voti e si voleva sempre vendicare. Uscite da scuola trovano una scarpa sportiva magica, ma non si accorsero che, dietro a un albero c’era Genoveffa che spiava. Chiara e Giulia stavano prendendo la scarpa e Genoveffa stava pensando a come rubargliela. Dalla scarpa uscì una fata che disse loro che potevano esprimere dei desideri: le ragazze risposero che volevano cambiare la città. Sognavano una città con i divani fatti da porte da calcio, le case con: i tetti di materasso per la ginnastica artistica, i muri fatti da palle da basket vicinissime, schiacciate; gli alberi con la chioma fatta da una palla gigante e il tronco fatto da un canestro. Una città con la gente che fosse brava nello sport e che aiutasse i disabili a farcela. Una città dove la carta è fatta da rete, dove gli animali sollevassero i pesi e si divertissero insieme sul tapirulan, dove la scrittura fosse fatta di segni strani, esempio per la O si faceva un pallone, per la A si faceva un arco, la I si faceva con tante palle da bocce. Con questa città i bimbi si sarebbero potuti divertire anche se avrebbero dovuto studiare avrebbero avuto tempo per giocare. Inventarono anche un nuovo nome per la città: ”Sport mix.” Il desiderio si avverò. Genoveffa era diventata brava perché le piaceva lo sport. Per questo Chiara e Giulia avevano scelto la città sportiva.
LA STORIA DELLA PRINCIPESSA SILIA Barlocco Matilde Primaria Arconate 4A
C’era una volta una principessa di nome Silia ; abitava a Fiorienda e tutti la adoravano. Un giorno dovette partire, perché doveva andare a vedere ogni città per valutare i problemi d’inquinamento , e arrivò a Mirianda, una città buia e scura. Appena giunse capì subito che doveva fare qualcosa ma non sapeva come fare. Decise di parlare con il popolo ; per far capire che si poteva cambiare. Ma Richard, un uomo che voleva che tutto restasse così perché gli davano fastidio il profumo e i colori brillanti dei fiori ,voleva tenere la città tetra e inquinata ,rapì Silia e la portò nel posto più lontano che conosceva . Appena arrivò Silia si guardò intorno e vide un bellissimo posto pieno di fiori , la principessa vide anche delle piante i cui rami non avevano foglie ma diamanti. Incuriosita ne prese alcuni con l’intenzione di portarli a Mirianda per illuminarla. Tornata in città le chiese stupito Richard : - Come hai ritrovato il villaggio ? Silia rispose : - Ho cercato di ricordarmi la strada che hai fatto tu ! Poi Silia prese i diamanti e disse al popolo di spargerli su tutta la città. Subito i diamanti, che erano magici, trasformarono le macchine in carrozze colorate, le strade in verdi e lucenti campi e tutte le abitazioni ebbero un giardino grandissimo pieno di fiori e piante. Aree di troppo divennero grandi parchi giochi per grandi e piccoli .Gli abitanti videro ciò che i diamanti fecero e ne rimasero scioccati e capirono che non dovevano spargere in aria tanti gas e non dovevano inquinare tutta Mirianda cioè il loro paese. Silia salutò e tornò felice a Fiorienda.
DOLCELANDIA Dicorato Massimiliano Primaria Arconate 4A
C’era una volta una città chiamata Dolcelandia ,dove viveva un supereroe di nome Caramelboy e il suo arcinemico Carbondolce. In questa città le cose erano di marzapane, caramelle le macchine di gelatina e gli alberi di zucchero filato con foglie di caramelle. Carbondolce voleva prendere il controllo della città perché voleva trasformare gli abitanti in carbone e diventare il re. Un giorno il cattivo inventò un’arma che sparava carbone ardente e nel giro di poco tempo riuscì a trasformare meta città. Iniziò così una furiosa lotta tra Carbondolce e Carmelboy. Alla fine quest’ultimo con l’aiuto del suo aiutante Liquiriz riuscì a sconfiggere il cattivo con uno spara panna e a riportare la dolcezza a Dolcelandia.
UNA CITTÀ PER TUTTI Hasanaj Mervan Primaria Arconate 4A
La città che vorrei è fatta di pane, acqua e vestiti per i poveri almeno potranno fare una vita come gli altri. E vorrei che ci fossero dei soldi sugli alberi cosi i poveri possono avere delle case, stare al caldo e nutrirsi. Vorrei che la mia città fosse musicale con un teatro grande, che fosse luminosa con colori brillanti. Non vorrei persone che maltrattano o uccidono animali e che gli uomini non inquinassero i mari, i canali e i fiumi più puliti, silenziosi, ampi e ordinati.
UNA DOLCE CITTÀ Andrani Susanna Primaria Arconate 4A
C’era una volta due bambine una di nome Viola e l’ altra di nome Margherita che vivevano a Sciandi. Un giorno, Viola e Margherita stavano tornando da scuola e passarono da un boschetto. Qui trovarono uno specchio magico in cui c’era il riflesso di una fata bellissima. Incuriosite chiesero “ chi sei?” e la fata rispose “sono la fata dei dolci” . Viola disse ”a me piacciono tantissimo i dolci !"! peccato che qui a Sciandi non ce ne siano”. Allora la fata disse ”mi dispiace molto che non ci siano dolci ma dovete sapere che tanto tempo fa qui apparve una strega che era stanca di essere grassa e rotonda perciò fece un incantesimo e fece sparire tutti i dolci . Se volete che tutto torni come prima mi dovete aiutare. Saltate qui dentro ; e una botola magica che vi farà arrivare a casa della strega. Le due amiche arrivare nella casa della strega trovarono un libro che si intitolava “SCRIVI I TUOI DESIDERI” Viola e Margherita scrissero ”Vorrei tanto che le case fossero fatte di biscotti, il mare di panna montata, i prati di torta, le strade di tiramisù, gli alberi di caramelle, le chiese di cioccolato, il cielo di gelato al puffo, le montagne di pan di spagna. I fiori fatti di confetti, le scuole di torta alla panna, i capelli di caramelle a forma di spaghetti, i vestiti di gelato alla fragola con panna , le scarpe di torta al gelato, le orecchie di cren caramel infine le mani di budino al cioccolato. Così il mondo sarà più gustoso! “. Ma arrivò la strega e vide le due bambine.”Noooo!! Cosa avete fatto? Adesso il mondo sarà pieno di dolci e io diventerò grassa e tozza come prima !” Le due bambine li dissero “non preoccuparti! Adesso ci sono dolci dietetici che non fanno ingrassare. “La strega rimase sorpresa e annullo l’ incantesimo per sempre: Le due bambine tornate a casa videro che il mondo era pieno di dolci e si unirono alle persone che lo stavano gustando.
DOLCELANDIA, LA CITTA’ CHE VORREI Calandra Gianluca - Castoldi Luca - Gregolin Matteo – Massaro Andrea Primaria Buscate 5B
Mentre mi affacciavo alla finestra i miei pensieri volavano lontani… Ho immaginato una città piena di dolci, era meravigliosa! Gli alberi avevano il tronco di liquirizia e la chioma di zucchero filato. Le macchine erano fatte di pane e nutella, i palazzi di marshmallow, le persone assomigliavano al loro dolce preferito e il sole era una ciambella. In questa città, c’era anche un ruscello di dolce cioccolata calda e le ninfee erano ciambelle gustosissime. Nelle giornate nevose cadeva dal cielo soffice panna e quando grandinava, scendevano pezzi di ghiacciolo di tutti i gusti. Non c’era inquinamento, al posto del fumo maleodorante, usciva del profumo di dolci! I cittadini, alla mattina, si alzavano e mangiavano solo dolci mentre i bambini andavano a scuola: le cattedre erano di cioccolata fondente e le maestre, molto brave, durante il giorno davano loro molte caramelle deliziose. A pranzo si mangiavano squisite torte come la mimosa e pasticcini come le fiammelle, al posto dell’acqua si beveva del tè e altre bevande zuccherate. Almeno esistesse una città così e, se ci fosse, vorrei proprio viverci!
LA CITTÀ DEI DESIDERI D’elia Dennis - India Andrea - Lubruglia Christian - Mascazzini Lorenzo Primaria Buscate 5B
La città dei desideri la immaginiamo piena di persone sempre serene, felici e sorridenti. In questa città nessuno è mai triste perché quello che desidera, sempre si avvera. Lì esaudirai tantissimi desideri che ti renderanno ogni giorno sempre più felice. Se ci vivessimo, vorremmo una villa gigante con all’interno tutto quello che a noi piace: un salotto con divani, poltrone e un gran televisore, una cucina in cui c’è un frigorifero che al nostro arrivo si riempie di cibo, le nostre camere sarebbero piene di giochi per divertirci ad ogni minuto. Il giardino dovrebbe essere molto grande con degli scivoli che portano in una spiaggia segreta, dove ci sono tantissimi amici con cui giocare. Ma la cosa migliore di questa città è che la morte mai arriverà.
LA CITTÀ DELLA PACE Manzella Alessandro - Mitti Andrea - Saleem Ahmed - Zanotti Mattia Primaria Buscate 5B
Vorrei una città tranquilla: senza ladri che rubano, senza persone che abbandonano gli animali. Una città dove ogni adulto ha un buon lavoro per mantenere la propria famiglia, dove tutti vivono in armonia, senza mai litigare e dove non esiste l’inquinamento. Io vorrei una città veramente tranquilla perché vorrei vedere le persone molto felici, giocare tutte insieme nei parchi molto vasti. Inoltre vorrei che ci fossero parchi acquatici aperti a tutti con scivoli d’acqua altissimi. In questa città tutti i desideri che esprimo, si avverano è non esistono malattie che fanno morire persone e animali! Questa è la città che vorrei.
VERDOLANDIA, LA CITTÀ DEI MIEI SOGNI Cucco Giulia - Licata Alessia - Ottolini Natalia Primaria Buscate 5B
Io vorrei vivere a Verdolandia, un paese senza inquinamento e pieno di spazi verdi. A Verdolandia si può trovare una vasta pianura e numerosi laghi. La pianura è piena di prati con fiori come violette, rose e tanti altri che profumano l’aria. Le case sono molto particolari, vengono costruite sugli alberi, quelli più alti del paese, da cui si può ammirare l’intero paesaggio. Le persone sono molto simpatiche ed educate. I bambini dopo la scuola vanno all’Acqua Park per divertirsi. Il loro gioco preferito è lo scivolo d’acqua. Per spostarsi, a Verdolandia si usano i cavalli con cui si fanno numerose passeggiate. Ogni cavallo ha un colore a cui è attribuito un diverso significato. Ad esempio il bianco la saggezza, il rosa la bellezza, il giallo la simpatia… Il rosso è il colore più importante perché simboleggia l’amore e l’amicizia. Verdolandia è la città dei miei sogni.
LA CITTÀ CHE VORREI Colombo Sara - Cucco Chiara - Ruggeri Gaia Primaria Buscate 5A
Io vorrei una città senza scuola, dove si nasce sapienti, ma soprattutto una città sportiva e senza inquinamento, perché tutti vanno a piedi o in bicicletta. Questa città è immersa nel verde, con prati di menta, alberi con mele caramellate e radici di liquirizia, ma anche montagne di marzapane e fiumi di cioccolato. Le case hanno tegole di prosciutto, finestre di fontina e la muratura di focaccia farcita. Gli abitanti sono molto atletici, perché in questa città si trovano molte palestre e campi sportivi di tutti i tipi. Gli abitanti per tenersi in forma vanno al mare, che è fatto d’acqua frizzante e fanno surf con i wafer, mentre le barche sono crepes. In questa città, per illuminare le strade si utilizzano lampioni di lamponi. La chiesa è a forma di torta e ha un campanile a tre piani, il comune è una grossa pizza con due bandiere di würstel. Ci sono banche con monete e banconote di cioccolato. Per i party ci si veste in maniera strana, ad esempio con vestiti di zucchero filato. In questa città si trovano fontane che spruzzano frappè. Le strade sono di mandorle battute e portano tutte alla splendida cascata di cioccolato, che come schiuma ha la panna. Nei giorni di pioggia cadono leggerissime caramelle. Questa magnifica città si chiama “Golosopoli”.
LA CITTÀ CHE VORREI Codecasa Linda - Jamil Amna - Landi Silvia Primaria Buscate 5A
La città che vorrei si chiama Ecologic City perché in essa non c’è inquinamento. I suoi abitanti amano molto la natura e gli animali. Non esistono mezzi di trasporto inquinanti: tutti si spostano con carrozze trainate da cavalli, biciclette, a piedi e con risciò ad energia solare. Il clima ad Ecologic City è mite tutto l’anno, c’è sempre il sole e piove una volta al mese per bagnare i prati e i campi coltivati. Gli abitanti vanno molto spesso al mare per abbronzarsi, per nuotare e per giocare sulla spiaggia. Amano girare per la propria città che possiede edifici con librerie e molti negozi firmati ed eleganti. In ogni periodo dell’anno questa città viene visitata da turisti che provengono da tutto il mondo per le bellezze artigianali e naturali. Sarebbe proprio bello se fosse possibile vivere ad Ecologic City!
LA CITTÀ CHE VORREI Libralon Marco - Vailati Daniele - Grisolia Alessandro - Miteglio Mauro Primaria Buscate 5A
La città che vorrei si chiama DIVERTOPOLI. In essa non è necessario dormire, perché ti puoi riposare e ricaricare in altri modi, come facendo sport e divertendosi. Sarebbe bello avere anche politici onesti che non si tengano i soldi per sé, ma li diano ai più bisognosi. Mi piacerebbe una città senza inquinamento e fumo dove sia piante, animali e uomini possano respirare aria pura, così si potrebbe uscire e stare bene. Vorremmo anche cibi di ottima qualità e che non se ne resti mai senza. Vorremmo cibi che facciano da carburante, che ci siano tanti ristoranti e dolciumi a non finire ricchi di vitamine. In questa città nessuno si ammala perché il cibo sano, l’aria pulita e l’allegria scacciano le malattie. La città è affacciata sul mare e ogni giorno c’è una bellissima aurora. In questa città ci sono molti parchi acquatici con scivoli altissimi, dove ti puoi divertire in ogni modo. L’acqua è molto fresca, frizzante e le piscine sono tutte con l’idromassaggio. In questa città c’è un corso per giovani astronauti e si possono affittare hotel a 5 stelle sulla luna. A DIVERTOPOLI ci sono mille modi per divertirsi!
LA CITTÀ CHE VORREI Cascino Silvia Primaria Buscate 5A
C’era una volta una cittadina chiamata Animal City. Qui gli abitanti amavano molto la natura e la rispettavano. Questa città era grande ed era abitata da ogni specie di animali: erbivori e carnivori, grandi e piccoli, insomma ce n’erano di ogni tipo. Gli animali vivevano liberi gironzolando per la città. I cuccioli venivano protetti e accuditi in aree specializzate, dove potevano divertirsi. Gli abitanti vivevano in grandissimi palazzi a forma di animale. E al centro della città c’ era una bellissima statua d’ argento. Molto spesso gli abitanti si vestivano in modo bizzarro, come ad esempio: pantaloni a righe e camice a pois .La città era sempre molto decorata con nastri e luci. Era tutto molto bello e le persone erano sempre gentilissime. È proprio così che vorrei la mia città.
LA CITTÀ CHE VORREI Lo Presti Alessia –Merlotti Francesca – Pisoni Francesca – Saleem Umar – Rudoni Simone Primaria Buscate 4A
C’era una volta una città di nome Fantasticlandia , si trovava sulle nuvole. Tutto ciò che conteneva era felice, dagli oggetti alle persone; tutti erano sempre felici! Era però una strana città; il mappamondo era una palla, gli alberi i lecca-lecca, le maniglie delle porte erano ciambelle alla marmellata, le altalene biscotti e tutte le strade erano colorate come un arcobaleno! Si potevano incontrare unicorni e anche molti pegaso. La cascata della valle era di cioccolato. Tutte le sere, si organizzavano grandi feste e l’allegria si propagava per tutta la città. Ma, qual era la formula segreta di quegli abitanti e della loro felicità ? Loro sapevano molto bene che l’ amicizia viene prima di tutto! È questo il segreto della loro felicità, perché, chi trova un amico, trova un tesoro!
LA CITTÀ CHE VORREI Rettura Davide - Talarico Aurora - Tonella Alessandro - Valtolina Gianpaolo - Vannella Marica Primaria Buscate 4A
Dentro la città che vorrei c’è una scuola di cioccolato, sulla riva del Mar dei Desideri. L’edificio di cioccolato inesauribile, per questo i bambini sono sempre eccitati e allegri vanno con molta voglia a scuola, per fare ogni giorno una scorpacciata di cioccolata. Il Mar dei Desideri esaudisce ogni “voglia” anche le aspirazioni più strane! A volte il mare era spiritoso, quando entri ti fa il solletico; quando ti addentri le onde ti si appiccicano addosso e ti si irrita la pelle. In mezzo alla piazza della città c’è un enorme Luna Park. I bambini, dopo la scuola , ogni giorno andavano per divertirsi tutti insieme. In questo parco si entra gratuitamente ed è senza pericoli, i genitori lasciano volentieri i loro figli a giocare fino a sera. Ci sono case: triangolari, sferiche, a macchie, ovali e altre forme esistenti al mondo.
LA CITTÀ CHE VORREI Anaclerio Laura – Cittadino Daniele – Maronati Mikael – Muhammad Sameer Puricelli Gabriele - Semeraro Nicole Primaria Buscate 4A
Nella città che vorrei i palazzi, gli edifici e le scuole sono tutti dolci commestibili, di tutte le qualità. Se piove, la pioggia è di cioccolato e l’ombrello non esiste. Sugli alberi non crescono mele, ma fioriscono torte. Alla sera invece della luna, spunta una grossa caramella alla banana. Di giorno splende un sole: “biscotto” all’arancia. L’ acqua delle piscine è gelatina. I giardini sono di menta, il mare è di yogurt e i pesci che lo popolano sono marshmallow. Gli alberi sono fatti di strenne. Dal vulcano che erutta fuoriesce coca cola, incandescente. Gli automobilisti osservano con gusto i cartelli stradali di cioccolato fondente e percorrono con piacere le dolci e profumate strade di cioccolato bianco. Sui marciapiedi di cioccolato extra fondente, camminano le persone. Questa è la città che tutti noi vorremmo!!
LA CITTÀ CHE VORREMMO Frascolla Alessandro - Motta Michael - Perlini Alessio Primaria Buscate 4B
Vorremmo vivere in una città piena di dolciumi, con palazzi fatti di cioccolato, uomini simili a bottiglie di coca cola e strade di liquirizia; le fontane che spruzzino un arcobaleno di nutella, ogni sera piovano frittelle, il sole sembri un biscotto e la luna una banana di zucchero... I fiumi siano di tè, le stelle, caramelle, le nuvole, zucchero filato, i comignoli delle case emanino profumo di creps e i palloni da calcio siano fatti di gelato…
LA CITTÀ CHE VORREMMO Abdul Khalil - Asghar Laiba - Basharat Tayyab - Hussain Sheza Primaria Buscate 4B
A noi piacerebbe vivere in una città tranquilla dove tutti i bambini si divertano; a giocare, a fare amicizia e ad ascoltare gli adulti; dove a mezzanotte le strade siano illuminate da tante luci colorate e le auto non vengano rubate dai ladri. Ci piacerebbe andare al supermercato con mamma e papà, vorremmo che le persone anziane fossero rispettate e che al posto delle auto si utilizzassero i cavalli per non inquinare troppo l’aria che respiriamo. Vorremmo ancora che non si litigasse mai e che tutti, adulti e bambini, andassero d’accordo e fossero sempre felici!!!
LA CITTÀ CHE VORREMMO Battaglia Giulia – Miramonti Martina Primaria Buscate 4B
A noi piacerebbe vivere in una città sottomarina dove tutti siano sirene, maschi e femmine. In questa città ci piacerebbe trovare centri commerciali, bar, negozi di code intercambiabili, saloni di bellezza etc. Al posto delle macchine, le mante tutte fuxia, al posto di cani e gatti, cavallucci marini e pesci, coralli e conchiglie al posto dei fermagli e dei cerchietti per capelli. Al posto di alberi e piante, anemoni e coralli. Questa città si chiamerebbe Veribella; tre volte l’anno si sfilerebbe con abiti alla moda. Qui ci sarebbe il centro commerciale più bello di tutto l’ oceano e al centro di Veribella una fontana che spruzzi arcobaleno.
LA CITTĂ€ CHE VORREI Khalid Sibgha Primaria Buscate 4B
Io vorrei vivere in una cittĂ tranquilla. Di notte vorrei che tutti i negozi fossero aperti con decorazioni illuminanti. Vorrei prati fioriti e un clima sereno, niente rumori, gente educata e molto gentile. A Pasqua vorrei che le uova di cioccolato fossero distribuite gratuitamente e a Carnevale allo stesso modo vorrei che ci distribuissero coriandoli e stelle filanti. Ecco come vorrei che fosse la mia cittĂ .
LA CITTÀ CHE VORREI Bettinelli Lorenzo Primaria Buscate 4B
Vorrei una città che non esiste nella realtà, ma nella mia fantasia. Nella mia città ci sono strade solo argentate, le macchine si muovono con l’allegria delle persone. Le case sono costruite con l’arcobaleno, gli alberi sono tanti cerchi profumati e colorati e c’è una statua galleggiante in un fiume di cioccolato bianco. I bambini sono felici e gli adulti non ci sono. La mia città si chiama Cioccolandia.
LA CITTÀ CHE VORREI De Simone Crystal Primaria Buscate 4B
La città che vorrei vivere rispecchia i miei desideri… vorrei una casa enorme e un giardino fiorito, la piazza con qualche albero, la pace e la tranquillità, il canto degli uccellini, la scuola più colorata, sempre bel tempo, niente violenza contro i bambini, il parco con tanti giochi, poche macchine e più biciclette, le nuvole candide come la neve e tante farfalline che svolazzano per i prati fioriti… ecco come vorrei la mia città!
LA CITTĂ€ CHE VORREI Sau Andrea Primaria Buscate 4B
Vorrei una cittĂ con tanti spazi verdi e parchi; uno zoo con animali dal mondo e un traffico piĂš limitato, quindi meno inquinamento .Vorrei anche piste ciclabili e tanti campi da calcio , lavagne LIM e tablet per lo studio in classe ; un supermercato che fornisca in abbondanza: frutta, verdura, abbigliamento e videogames Vorrei anche il permesso di guida a dieci anni e centri di robotica e tecnologia; cucce per animali persi e piante tropicali ed esotiche, hotel, aeroporti e musei enormi.
LA CITTÀ CHE VORREI Gornati Gianluca Primaria Buscate 4B
Vorrei vivere in una città con tanti cinema, ristoranti, palloncini, supermercati, sconti del cento per cento, insalata di riso e coca cola a volontà. Vorrei una città che rispettasse le regole civili dove ci siano auto non inquinanti; tantissimo cibo, tanti trenini elettrici, metropolitane vere ad altissima velocità; lezioni scolastiche di cinque secondi equivalenti ad otto ore.
LA CITTÀ CHE VORREI Libralon Stefano Primaria Buscate 4B
La città in cui vorrei vivere è una città dove non si sentono le mamme urlare e non ci sono rumori di case in costruzione; nessuno che ti picchia ed entra in casa per derubarti, così tutti saremmo felici. Vorrei una città con tanti alberi e parchi per poterci divertire e per giocare tranquilli e sereni. Nessuno dovrebbe aver paura di andare in giro di notte da solo e non dovrebbero esistere armi da combattimento. In questa città tutti dovrebbero essere amici per divertirci insieme e vorrei infine che mio fratello fosse più gentile con me!
LA CITTÀ CHE VORREI Gugliotta Luca Primaria Buscate 4B
La città che vorrei è una città tranquilla con tanto spazio per far giocare i bambini, tanto verde e non solo grattacieli e case. Nella mia città non vorrei inquinamento ma solo tanta aria e tanto ossigeno puro da respirare. La mia città dovrebbe essere gigantesca, perché più grande è… meglio è. In questa città vorrei che ci fossero tanti alberi da frutto per saziare tutti quanti, tanti fiori profumati che dan gioia all’ odorato. Nella mia città anche gli adulti dovrebbero poter giocare e non solo lavorare!
CITTÀ CHE VORREI Primaria Buscate 4C
Cittàchevorrei è una città in cui ci sono tanti fiori e tanto verde. C’è un parco tutto pieno di verde dove si può camminare scalzi, si può giocare a nascondino perché gli alberi sono talmente grandi che ci si può nascondere, si può giocare a tennis perché i cespugli fanno da rete. Ci sono alberi pieni di frutti e fiori: quando arriva un colpo di vento i frutti cadono e si possono mangiare mentre i fiori si spargono per la città. Nella Cittàchevorrei i bambini vanno a scuola solo la mattina e si svegliano alle 8.30 per andare a scuola alle 9. Alle 12.30 escono da scuola e vanno a casa a mangiare. I bambini possono andare da soli in strada perché le strade sono sicure e ci sono poche automobili. Di sera, a volte, si fanno delle feste perché i bambini compiono gli anni e invitano tutti i loro compagni e amici a mangiare la pizza e a giocare. Di sabato i bimbi aiutano le loro mamme a fare la spesa ma possono anche giocare. Di domenica vanno all’oratorio a giocare o a fare i laboratori oppure vanno al parco giochi. La Cittàchevorrei ha molti parchi, cinema, biblioteche e teatri. La biblioteca è molto efficiente, i bambini e i genitori possono prendere liberamente quanti libri vogliono; vicino alla biblioteca c’è un parco dove si può leggere, c’è un bel sole caldo e un po’ di venticello fresco. I cinema sono formati da un’entrata, sale grandi e belle, bar e ristoranti. Tutti possono entrare e vedere i film senza pagare. Il teatro è molto curato, è abbellito con fiori e palloncini e sotto il palco ci sono tanti strumenti: la tuba, il corno, la cetra, e altri… . Al centro della Cittàchevorrei c’è un grande parco giochi con altalene, scivoli e giochi su cui arrampicarsi; vicino alla cartoleria c’è un lunapark con autoscontri, montagne russe …. : un pulmino porta i bambini dove vogliono andare. Nella Cittàchevorrei ci sono tante piste per go-kart dove i bambini guidano senza patente e i go-kart hanno il motore supersonico e le strade hanno le curve dove si sgomma e hanno i salti mortali. C’è anche una galleria a forma di serpente e con gli ostacoli. Nella città, inoltre, arrivano i giocatori più famosi e giocano a calcio con i bambini. I bimbi sono tutti bravi a giocare a calcio, a basket e a tennis, e ci sono tantissimi campi dove possono allenarsi e divertirsi. Nella Cittàchevorrei ci sono sale piene di videogiochi dove i bambini possono entrare e giocare liberamente. D’estate c’è un grande parco acquatico con lo scivolo ad acqua, le piscine, e dove si può sempre giocare con la sabbia. Nella Cittàchevorrei c’è anche un grande lago con barche e acqua limpida dove zebre, giraffe, rinoceronti, etc… possono bere. Tutti gli animali sono buoni perché sanno che i bambini gli vogliono bene. Ci sono anche pesci, anatre, papere e cigni che spiccano il volo. Ci sono alberi di eucalipto e querce, dove vivono orsi e koala. Sugli alberi ci sono alveari. C’è anche un bosco piccolo dove vivono volpi, ricci, scoiattoli, uccelli e lupi. Ogni bambino ha un animale come: cani, cavalli, gatti, serpenti (ma in gabbia). C’è anche uno stagno per le rane e le lumache, pieno di ninfee. La Cittàchevorrei è veramente una bella città, in cui i bambini non si annoiano mai. Ajmal Saira Bognetti Rebecca Carli Federico Carrera Maestanza Alessandro Antonio Costantino Chiara El Moshafi Federico Fecola Giorgia Gasparini Simone Egidio Giosuele Andrea Hussain Raja Arbab Imbrogno Thomas Jakody Arachchige Dona Nitisha Motta Matilde
Paiusco Giulia Scampini Mattia Suppa Natalia Tallerico Laura Todorovic Nikola Zappala’ Nicolas Zucchini Michelangelo
LA CITTÀ CHE VORREI Boatta Simone - Vivona Kevin Primaria Arconate 4C
C’era una volta una città che si chiamava Arconate, questa città è una normale come molte altre, ed è un po’ noiosa perché non c’è allegria, divertimenti e tanti spazi per bambini per essere perfetta, Arconate dovrebbe avere le piste di pattinaggio, le rampe per gli skateboard, e un grande campo da basket per giocare con gli amici. Sarebbe bello avere una piscina grande con tanti scivoli, dove i bambini possano andare tutta l’estate gratis, una sala giochi con tutti i videogiochi, con un campo con il giaccio per giocare a okay, un grande parco con tanto verde con ostacoli per fare le acrobazie con le bmx, vietato ai maggiori di 18 anni e una discoteca con il dj. Tutto questo è solo un sogno chissà se un giorno potrà avverarsi.
BRECK IN BRECK Bonforte Davide - Cafiero Lorenzo Primaria Arconate 4C
Siamo nel 2020 e due ragazzi di origini Americane trovano un libro , codesto oggetto era tutto stracciato questo particolare fa capire che siccome era a fumetti poiché siamo nel 2020 non lo legge più nessuno. In questo periodo Arconate è grigia e non c’è più uno spazio verde. Bruce e Gorge, questi i loro nomi, così iniziarono a leggere il libro a loro piaceva molto dopo un giorno finirono di leggerlo e lo posizionarono su un’ antina. Il libro iniziò a parlare e disse: ”Venite” e dal libro uscì un tornado di pagine. Bruce mentre vedeva un sacco di date pensò: ”Chissà dove ci porterà questo portale non sicuramente nella brutta e grigia Arconate (speriamo)”. Saltati fuori Bruce e Gorge camminarono lungo il nuovo paese e videro che non era come la vecchia Arconate ma era una grande città a fumetti. Infatti il vecchio libro era proprio a fumetti anche se era tutto in bianco e nero però era allegro e felice non come nella vecchia Arconate. Camminarono e notarono che per rimanere in equilibrio bisognava fare un movimento con le gambe: si dovevano incrociare. Mentre camminavano Bruce notò che i suoi piedi erano palmati. Si era tramutato in paperino. Il suo compagno era diviso in due poiché era per metà il famosissimo cane Pluto un istante dopo Gorge(Pluto) pensò :”Sono veramente cambiate tante cose dalla vecchia Arconate”. In seguito sempre camminando incontrarono il sindaco che era Topolino essi lo salutarono e gli strinsero la mano. Questa città era molto più musicale e allegra della vecchia Arconate.
LA CITTÀ CHE VORREI Fracasso Luca - Paladini Matteo Primaria Arconate 4C
Un giorno la maestra ci diede un compito: descrivere la città che avremmo voluto. Ci mise a coppie, noi eravamo Luca e Matteo. Ci pensammo così tanto che la notte sognammo e ci ritrovammo nello stesso sogno. Alzammo entrambi lo sguardo al cielo e vedemmo tre stelle. Cadde la prima e creò una cascata di cioccolata, un cartello diceva: “Una moneta lanciata nella cioccolata è uguale a un personaggio fatto di dolciumi”. Noi lanciammo una moneta e apparve un omino ripieno di dolciumi: lo divorammo. Poco dopo dal cielo cadde un'altra stella, essa ci diede la possibilità di “parlare” con tutti gli animali per potersi aiutare a vicenda, divertirsi e migliorare la vita in città. La nostra città si trova vicino al mare dove potremmo cavalcare i delfini e raccontarci storie fantastiche di terra e di mare. L’ultima stella cadendo creò veicoli speciali che non inquinano e, cosa ancora più fantastica, che possono essere guidati dai bambini per viaggiare, andare a scuola, al mare e al parco giochi, dove le fontane sono naturalmente di cioccolata, senza nessun pericolo e restando sempre in contatto con i genitori attraverso super video cellulari. Questa è la città che ci piacerebbe, una città adatta ai bambini, ma anche ai grandi e agli animali per poter vivere tutti meglio e serenamente. Chissà se tutto questo resterà solo un sogno!
LA CITTÀ CHE VORREI Bianchi Luca - Binaghi Filippo Primaria Arconate 4C
Questo è il paese di Arconate. Una settimana fa io (Luca) e il mio amico Filippo stavamo camminando in un boschetto; a ad un certo punto Filippo schiacciò per sbaglio un pulsante nell’erba. La città iniziò a fare un mutamento: diventò elettronica, il canale Villoresi diventò elettronico, i palazzi iniziarono a prendere vita : diventarono rap. Con uno “scocchio” di dita il cibo si ingrandiva e se pronunciavi la parola “aria” dei condotti d’ aria si aprivano sotto di te e ti facevano alzare da terra 4\5 metri. Con la voce appariva tutto quello che desideravi. Gli uccelli al posto delle ali avevano i razzi. In questa città le persone sembravano matte perché erano sedute su niente! Poiché i veicoli erano invisibili. Le scarpe erano magiche ed esaudivano ogni desiderio. Se non avevi voglia di usare i veicoli, potevi utilizzare altri mezzi di trasporto per esempio i razzi o il teletrasporto, ma per il teletrasporto dovevi usare la password; per averla bisognava entrare in una scuola sotterranea , per arrivarci però si doveva superare un test, che consisteva nell’ afferrare una trivella che se la prendevi questa scavava nel terreno, quindi potevi frequentare la scuola; se invece non ci riuscivi dovevi ritornare alla scuola di lancio, se non riuscivi ad afferrare l’ oggetto lanciato ti bocciavano. Se non avevi voglia di frequentare questa scuola potevi andare dal maestro Wii che ti dava le “scarpe dei desideri”. I banchi erano ipad in 4 d con effetti speciali. In questo paese i soldi erano batterie. Si narra che la notte di venerdì 13 dalle 12:00 in poi lo spirito del sovrano Roky si risvegli dal lungo “sonno” e arrivi con il suo esercito di pirati fantasma per terrorizzare il paese rubando la felicità e trasformando tutti in pirati fantasma, poi Roky “assorbiva” le anime così diventava più potente per dominare il mondo. Tutti avevano gli occhiali che sparavano laser e che gli permettevano di vedere attraverso le cose. In questo paese non ci si annoiava mai: tutto quello che succedeva nella dimensione elettronica accadeva anche in quella normale, ma bastava schiacciare solamente il pulsante custodito dal grande maestro XBOX 360 per fare tornare tutto alla normalità.
LA CITTÀ CHE VORREI Popaj Melissa - Tempesta Elisa Primaria Arconate 4C
Un giorno d’estate una ragazza di nome Elisa invitò la sua amica Melissa a casa sua per giocare. Quando ella arrivò a casa di Elisa, le chiese se voleva andare a fare un bagno in piscina; Elisa disse che era una bellissima idea e chiese subito il permesso alla mamma: “Mi dispiace ma l’auto è dal meccanico per cui non vi posso accompagnare.” Allora le due amiche pensarono di fare un giro in bicicletta ma vicino a casa loro non c’erano piste ciclabili e quindi era troppo pericoloso. Elisa chiese a Melissa se le piaceva la loro città, Melissa rispose: “ No non tanto perché è vero che c’è abbastanza natura ma non quanta ne vorrei io.” Venne a loro un’idea:” Facciamo un disegno di come vorremmo la nostra città.” Presero un gran cartellone su cui iniziarono a disegnare tutte le cose che avrebbero voluto nella loro città. Una volta disegnata, ogni cosa appariva nella città come per magia. Le due amiche disegnavano tutto quello che desideravano e che sentivano nel loro cuore. Avevano disegnato molti alberi, fiori, cespugli, campi, parchi, piste ciclabili e di pattinaggio, le montagne per sciare, negozi, palestre, molte ville colorate, laghetti. Tutto quello che disegnavano appariva nella loro città. Erano molto contente e felici, così uscirono subito di casa e ammirarono la loro meravigliosa città che si era trasformata proprio come volevano loro. Da quel giorno non chiesero più niente perché quello che desideravano era già stato realizzato benissimo.
LA CITTÀ CHE VORREI Nart Valentina - Stella Alessandra Primaria Arconate 4C
Un giorno due grandi amiche: Valentina e Alessandra; stavano passeggiando sulla pista ciclabile del Villoresi chiacchierando allegramente; ad un certo punto Alessandra scorse un piccolo riccio ed esclamò:<<Ah come vorrei che nella nostra città ci fossero più animali!>>e Valentina aggiunse: <<E come sarebbe bello se al posto di macchine, aerei, treni, ecc. ci fossero dei grifoni capaci di camminare, correre e volare senza inquinare!>>. E così idea dopo idea diedero “vita” alla loro città perfetta. Era più o meno così: Si trovava su una nuvola e tutte le costruzioni erano color azzurro, blu e le sue tonalità. Le case erano a forma di strumenti musicali, note e, dietro ad esse, sorgeva un castello a forma di contrabbasso circondato da un giardino dove vivevano tante specie di animali tra cui i camaleonti. La cosa più incredibile era che tutti riuscivano a saltare, camminare e correre sulle nuvole, senza preoccuparsi del traffico. A ovest della città sorgeva un aeroporto o meglio un grifonporto dove le persone potevano montare i loro grifoni e…spiccare il volo verso le nuvole più lontane. Ma anche qui c’erano delle regole: in cielo delle piccole nuvole facevano da semaforo! Le persone prendevano un po’ di nuvola, la modellavano e…voilà! Poteva prender vita un cucciolo oppure dell’ottimo cibo. A est della città si estendeva una foresta dove gli animali si divertivano. Qui si potevano trovare anche degli unicorni, unicorni alati, cavalli alati e grifoni selvaggi. Tutti avevano una voce melodiosa e il potere di comandare i venti, i tornadi… I venti con un canto si potevano trasformare in spiriti amichevoli e simpatici ma a volte diventavano spiriti che combinavano solo guai. Tutte le persone: adulti e bambini correvano spensierati senza preoccuparsi degli impegni. Lì ogni giorno si vivevano avventure differenti e non ci si annoiava mai. Questa città aveva bisogno di un nome così le due amiche l’hanno battezzata Breezmusic ovvero brezza della musica.
LA CITTÀ CHE VORREI Meli Chiara - Monolo Benedetta Primaria Arconate 4C
In una mattina d’Estate ci stancammo della nostra città di nome Arconate perché era sempre inquinata. Allora decidemmo di cercare una chiave parlante che una nostra amica ci aveva indicato e ci aveva detto che avrebbe trasformato Arconate in un oceano .La cercammo per due anni ma non la trovammo: poi scoprimmo che si trovava nel parco dei desideri dove vivevano: fate, elfi e maghi che di sicuro la chiave parlante ce l’avrebbero data. Ritornammo a casa ed Arconate si trasformò in un oceano magico. Lì quando pensavi a qualcosa bastava che lo dicessi ad alta voce e il desiderio si avverava. Ad un certo punto noi eravamo diventate sirene, nuotammo fino in fondo al mare dove trovammo delle piccole foche bianche , insieme a loro decidemmo di esprimere dei desideri e quindi di trovare anche dei canguri marini e delle tartarughe marine. Insieme a questi animali andammo a visitare un museo acquatico e riuscimmo a vedere le statue delle prime sirene vissute nell’oceano, scoprimmo che nel museo c’erano anche dei libri che parlavano di queste sirene che sono ancora vive. Erano state proprio loro ad aver creato la chiave parlante per trasformare Arconate in un oceano . Noi due eravamo molto spaventate ma anche emozionate per il motivo che due ragazze come noi avessero creato un mondo. I fondali marini erano di molti colori; c’erano i coralli dove i pesciolini s’ incastravano e c’erano anche molti animali come la tartapunga, la giraffula marittima, i pesci gommosi e le apolungole. Le case, invece di essere di legno o di mattoni, erano fatte di molti squali martello e pesci palla che quando si gonfiavano le facevano esplodere e tutti si mettevano a ridere con i capelli in aria pieni di polvere. Le finestre erano delle anguille che ogni cinque minuti davano una scossa, le luci erano delle lucciole marine invece delle solite luci noiosissime e le porte non erano fatte di legno scricchiolante ma erano formate di pesci colorati. Quest’ oceano era molto divertente e avventuroso . Dal camino non usciva fumo ma bolle di sapone che tutti si divertivano a scoppiare . C’era anche la scuola dei pesci così anche loro potevano imparare la lingua inglese. Un giorno decidemmo di andare a visitare altri posti solo che arrivarono le nostre mamme e ci svegliarono così scoprimmo che era tutto un sogno della “città che vorremmo” .
LA CITTÀ CHE VORREI Micheletti Vittoria - Rabbolini Valentina Primaria Arconate 4C
Un giorno siamo andate in piazza ad Arconate a mangiare una granita; ad un tratto abbiamo sentito una simpatica voce che ci diceva: “Chi vi sta parlando è la granita e potete esprimere un desiderio!” Era infatti una granita magica. Il nostro desiderio era trasformare la nostra città inquinata e poco verde, in una città colorata e vivace. E così fu. Al posto di un grande parcheggio area Bocca che a noi non piace perché è poco asfaltato, ci sono molte buche, alcune pericolose, c’era un grande mare con tante isole per fare esercitare i cavalli volanti di color rosa, verde, fuxia per le gare. Sott’acqua c’erano tante case: nella prima vivevano Marina e Sara, le fate madrine; erano un po’ birichine e infatti ingrandivano tutto ciò che toccavano. Nell’altra casa c’era il re, la regina e la loro figlia Stella. Il re stava tutto il giorno su una robusta poltrona e ogni suo desiderio era un ordine, la regina si occupava della neonata Stella. C’erano inoltre anche tanti animali che parlavano tra di loro. Al centro della nostra piazza dove c’è la fontana, che a noi non piace perché spesso c’è l’acqua sporca, c’erano montagne variopinte con elefanti blu, farfalle che vivevano sulle nuvole e sugli arcobaleni. Le montagne toccavano il cielo e alcune lo superavano. Ad un tratto abbiamo ritrovato la nostra granita e ci ha detto: “Mi dispiace carissime amiche ma l’effetto della magia è finito, purtroppo dovete ritornare nella piazza di Arconate”. Dopo un po’ ci siamo svegliate ed eravamo nel nostro letto. Abbiamo allora capito che era stato un bellissimo sogno ed entrambe volevamo questa splendida città.
COME VORREI LA MIA CITTÀ Fuse' Rebecca Primaria Arconate 4D
La mia città deve avere parchi verdi dove poter giocare e passare del tempo libero con le mie amiche. Piste ciclabili sicure dove andare in bicicletta coi miei genitori, centri sportivi attrezzati, un cinema, un teatro o altri luoghi dove poter incontrare le mie amiche, visto che ormai stiamo crescendo e abbiamo bisogno dei nostri spazi dove poter svolgere attività ricreative, musicali e artistiche. Avere a disposizione scuole con aule più ampie, computer e collegamenti internet per tutti. Più sicurezza e vigilanza durante le ore serali, soprattutto quando noi ragazzi rientriamo nelle nostre case. Organizzare giornate dedicate alla pulizia dell’ambiente. Spero tanto che tutti miei desideri si possano esaudire nella città in cui abito.
LA CITTÀ CHE VORREI Casucci Luca Primaria Arconate 4D
Io abito in un piccolo paesino e mi piace abitare qui in quanto è tranquillo, non c’è traffico e non c’ è caos. Non cerco una città diversa da dove abito. Dove abito io c’ è poco inquinamento e mi piace, quando mi sveglio la mattina, guardare dalla finestra della mia camera e vedere lunghe distese di campi soprattutto all’inizio della primavera quando nascono i primi fiori. Mi ritengo fortunato perché pensando ai bambini della mia età che vivono nelle grandi città, come per esempio Milano, non vedono questi grandi spazi verdi e magari non ci sono neanche parchi vicino a loro dove poter andare a giocare. Intorno a loro ci sono solo grandi palazzi. Mi piace abitare qui perché in estate quando le giornate si allungano è bello alla sera fare lunghe passeggiate in bicicletta e ritrovarsi con gli amici nella pizza del paese. L’ unico elemento che vorrei aggiungere al luogo in cui abito è il mare. Sono felice di abitare qui anche se la temperatura d’ inverno è fredda e l’ inverno è lungo. La città che vorrei è qui!
LA CITTÀ CHE VORREI Guerriero Antonella Primaria Arconate 4D
Io preferirei una città con enormi grattacieli e grandi centri commerciali, e vorrei che tutta la gente che viene a vedere la nostra città si stupisca. Mi piacerebbe che tutte le persone di mattina venissero a scuola con la bicicletta e se piove venissero con l'ombrello, cosicchè possano ammirare tutti i prati verdi e la natura. Vorrei che a scuola si facesse quello che si vuole e che non esistessero inimicizie. Sarebbe bello se tutti, sia bambini che adulti non buttassero le cartacce per terra e se lo facessero che vengano puniti. Vorrei che tutti i bambini mangiassero la frutta perché è importante, come dice la mia mamma. Spero di vedere al più presto una stella cadente per esprimere il desiderio di cambiare la mia città così come l'ho appena descritta.
LA CITTÀ CHE VORREI Ferioli Giulia Primaria Arconate 4D
La città che vorrei… è quella dove non ci siano più malati, in tutto il mondo che ci sia cibo a sufficienza per tutti, perché io non vorrei vedere una persona o un animale morire. Per la mia città vorrei, anche che non ci fossero mai: la guerra, terremoti, tornadi, alluvioni e che non ci siano ospedali e dottori perché non esistono malattie da curare. Purtroppo la mia città ideale non può esistere perché queste cose accadono veramente; ma se ci fosse più amore in questa città le cose andrebbero meglio.
LA CITTÀ CHE VORREI Amoni Luca Primaria Arconate 4D
Io vorrei una città dove non ci fossero tutti quei problemi che ogni sera sento al telegiornale. Ed ecco quindi che la mia città la immagino senza problemi di inquinamento. Per spostarsi si utilizzano autovetture volanti che impediscono il formarsi di traffico. Nella mia città non ci sono né farmacie, né ospedali perché non esistono le malattie. Mamma e papà lavoreranno , ma smetteranno di lavorare quando io esco da scuola, così verranno a prendermi tutti i giorni e avremmo molto più tempo da passare insieme. Inoltre ci sono tanti parchi giochi dove i bambini possono giocare, correre e divertirsi. Tutti i bambini devono poter giocare, sognare, avere sempre il cibo per essere sfamati ed una casa in cui stare con la propria famiglia. Tutti i bambini hanno diritto di andare a scuola. Nella mia città non ci sono guerre, né povertà, né cattiveria ma c’è tanta libertà.
LA CITTÀ CHE VORREI Crespi Federica Primaria Arconate 4D
Vorrei che la mia città avesse molti prati per giocare, con gli animali , vorrei anche che gli edifici avessero le stesse forme di quelle delle storie della World Disney, perché vorrei che la mia città fosse più' divertente e colorata e non grigia come le città di adesso. Mi piacerebbe anche che la mia città avesse meno macchine così da poter girare sempre libera con la mia bicicletta senza preoccuparmi del traffico , ma mi piacerebbe anche che le strade fossero degli enormi tapis rulant dove poter salire in qualsiasi momento e farmi trasportare tranquillamente mentre parlo con le mie amiche. Vorrei che la mia città avesse meno smog (inquinamento) quindi più piante così da essere libera di giocare e respirare attraverso la natura. Vorrei che nella mia città ideale fosse sempre estate e che ci fossero molti boschi e grotte dove rinfrescarmi. Vorrei che ci fossero anche molte piscine nei parchi così possiamo incontrarci noi amici e divertirci tutti insieme. Vorrei che nella mia città ideale la scuola avesse delle divise per noi bambini: i maschi da principi e le femmine da principesse. Mi piacerebbe quindi che la mia scuola avesse la forma di un castello. Speriamo che la mia città possa un giorno essere così come io lo desidero...
LA CITTĂ&#x20AC; CHE VORREI Elefanti Sara Lidia Primaria Arconate 4D
Vorrei che la mia cittĂ non fosse fatta solo di cemento ma anche che fosse piena di alberi e di fiori e di altre piante. Vorrei che non ci fosse inquinamento e che industrie e fabbriche si confondessero in mezzo al verde degli alberi. I giardini delle case e dei palazzi dovrebbero essere pieni di fiori colorati, i parchi con tante piante, e in giro per la cittĂ alberi da frutto. Desidero che non ci sia povertĂ e neanche si parli di politica. Vorrei che per muoversi le persone andassero piĂš con la bicicletta. Che i mezzi pubblici andassero ad energia solare. In giro per le strade vorrei che ci fossero tantissimi animali, tutti felici e non pericolosi per gli uomini. Vorrei che ci fosse tantissima allegria e musica nelle strade. Nei parchi vorrei dei laghetti con dei pesci e delle anatre. Tante barche che si possono prendere e usare per fare dei giri rilassanti, per fotografare animali e fiori o anche solo per remare e divertirsi. Immagino anche i parchi con i cavalli montati da persone che li amano e vogliono farli stare bene. Vorrei che le persone avessero tanto tempo libero e meno giorni di lavoro e scuola. Mi piacerebbe vedere le persone che fanno tanti sport diversi nei parchi e che questo le faccia stare bene.
LA CITTÀ CHE VORREI Bussandri Matteo Primaria Arconate 4D
La città in cui vorrei vivere è immersa nel verde, ha pochissime strade asfaltate, molti campi da calcio, piscine, parchi giochi per i più piccoli tante stradicciole di campagna dove correre in bici. Tutti si conoscono e si aiutano a vicenda. Non passa settimana senza una festa di paese in cui si balla, si gioca ed ognuno porta qualcosa cucinato in casa. Persino andare a scuola è molto divertente. Non ci sono classi vere e proprie ma grandi saloni dove gli studenti, divisi per età, ascoltano e partecipano attivamente alle lezioni sempre interessanti che i docenti propongono. I temi trattati vanno dalla natura che ci circonda, agli animali più diffusi, alle usanze di popoli che abitano la terra. Si praticano anche tanti sport ed è li che io do il massimo con i miei amici. Cosa più importante, si vive bene, in salute e fino a tarda età. Ci sono un sacco di bambini e molte volte le decisioni finali le prendiamo noi. Che bello!!!!!!!!!!!!!!!
LA CITTÀ CHE VORREI Testa Giada Primaria Arconate 4D
Mi piacerebbe vivere in una città dove ci sono tanti boschi per osservare gli animali che ci vivono e passeggiare con il mio cane. Nella mia città vorrei anche che ci fossero tante case di tutti i colori, molte vetrine dei negozi da guardare, le piazze sempre piene di persone allegre e molto spazio dove bambini e adulti possano divertirsi senza pericoli e senza sporcizia. Vorrei un posto meno inquinato per respirare aria pulita e con poche macchine che passano per strada e più piste ciclabili e che ci fosse sempre molto sole, mi piacerebbe che questa città si trovasse vicino al mare per andarci ogni week-end di primavera ed estate per rinfrescarmi e fare lunghi bagni divertenti. La mia città sarebbe ancora più bella se ci abitassero tutti i miei amici e parenti, se fosse così sarebbe veramente la città più bella del mondo!!!!
LA CITTÀ CHE VORREI Paroni Davide Primaria Arconate 4B
C’era una volta un ragazzo di 18 lui voleva parlare della sua citta Il ragazzo di 18 anni disse: la mia citta deve essere verde con parchi, bambini gioiosi. Case colorate e grandi, animali in liberta, macchine elettriche, energia naturale poca industria. Governavano solo i bambini. C’è un sole perenne con una temperatura fresca. L’elettronica era vietata!!!!! Non c’era inquinamento e tutti convivevano in armonia. La musica teneva tutti in sinfonia e in simpatia!!!!
LA CITTÀ CHE VORREI Caserini Alyssa Primaria Arconate 4B
C’erano una volta un cane ed un umano. Il cane si chiamava Luna mentre l’umano Giulia; si incontrarono e Giulia chiese al cane: <<Come ti chiami?>>, <<Io mi chiamo Luna! E tu?>>, << Io Giulia ! >>. Giulia chiese al cane: << Com’è la tua città?>>, <<La mia città è piena di dolci: per esempio, la mia casa è fatta tutta di bignè, la porta è fatta con una barretta di cioccolato, la maniglia con una caramella e le finestre con della gelatina blu>>, <<Ah! mi sono dimenticata una cosa! Il tetto! Il mio tetto è fatto di lecca-lecca alla fragola e inoltre non c’è inquinamento!!!!!!!!!!!!!!!! >>. Giulia dice a Luna: <<La mia città è bruttissima: è piena di inquinamento, di traffico, di auto, di camion. Pensa che alcuni non se la possono permettere una casa! >>. <<Allora avevi ragione a dire che la tua città è bruttissima!>> Esclamò Luna. La città che vorrei è una città senza inquinamento proprio come quella di Luna!!!!!!
LA MIA CITTÀ Oldani Giulia Primaria Arconate 4B
Vorrei una città dove non ci fossero macchine, moto, motorini, motociclette insomma una città con meno mezzi che inquinano e dove tutti gli animali corrono, volano, saltano e nuotano liberi. Nella mia città non ci dovrebbero esserci zoo dove gli animali sono chiusi in gabbia; tutti gli animali dovrebbero tornare nel loro habitat e nessuno li dovrebbe più cacciare per farsi pellicce, borse, scarpe ecc., ma cacciare solo per mangiare. Nella mia città i canali, i fiumi, i laghi e i fondali marini dovrebbero essere puliti: non si dovrebbero calpestare i coralli perché così si distruggere la vita di molti pesci. Le persone dovrebbero andare più d’accordo: non si dovrebbero dire parolacce, niente insulti e liti.
LA CITTÀ CHE VORREI Novarina Matteo Primaria Arconate 5A
Io vorrei una città piena di giochi e senza inquinamento e nei negozi possiamo comprare tutto gratis. Poi vorrei che le case fossero fatte di lego egli animali fossero tutti liberi e con più aree boschive, niente politica e niente scuola, con più giorni freddi e senza bulli e per finire vorrei che tutti mangiano la frutta e la verdura.
LA CITTÀ CHE VORREI Ceriotti Samuele Primaria Arconate 4B
La città che vorrei è così. Vorrei che il tronco degli alberi avesse il sapore di una torta al cioccolato e che i rami fossero di mille colori e che avessero il sapore dei gelati. Vorrei che al posto delle foglie ci fossero 1000 banconote. Poi vorrei che ogni persona avesse un telecomando e una nuvola in testa e puoi selezionare, parlando, un oggetto e la nuvola lo fa piovere. La scuola dovrebbe un distributore automatico di dolcetti GRATIS !!! In ogni casa c'è un casco che trasmette la lezione direttamente nel cervello. Questa è la città del nostro amico squikki.
LA CITTÀ CHE VORREI Del Vecchio Claudia Primaria Arconate 4B
Una volta una bambina scappò in un bosco perché non ne poteva più di vivere nella sua città: questa bambina si chiamava Nera, aveva 9 anni ed era una bambina tristissima! Dopo la prima notte s’incamminò nel bosco e vide un castello molto spaventoso, ma siccome moriva di fame entrò per chiedere se gli potevano dare qualcosa da mangiare. Il giardino di quell’orribile castello aveva delle erbacce, fiori marroni insomma era inguardabile. Entrata nel castello incominciò, subito a cercare il proprietario. Lo cercò e lo cercò ma non lo trovava ma alla fine sentì un rumore in un armadio, lo aprì e vide un bambino con vestiti neri, scuri e con delle toppe sulla maglietta. Nera gli chiese come si chiamava il bambino rispose:<< io mi chiamo Bianco, questo nome me lo sono dato da solo>>. Nera disse a Bianco che anche lei era scappata dalla sua città. Allora a Bianco venne una idea: quella di costruire una città: una città di felicità, di suoni, di amicizia, di cioccolatini, parchi fatti di fiori, scuole divertenti e così la costruirono. Questa è la città che vorrei.
LA CITTÀ CHE VORREI Saidy Omar Primaria Arconate 4B
Io vorrei che la mia città avesse più, prati e che non ci fossero persone che buttassero i rifiuti tipo cartacce, sigarette ecc. Vorrei ci fossero più piste ciclabili cosi in estate tutti possono andare in bici per la città. Vorrei che ci fossero delle piscine pubbliche, aperte tutta l’estate. Vorrei che ci fossero molti centri sportivi. Questa è la citta che vorrei!!!
LA CITTÀ CHE VORREI Bovolenta Sara Primaria Arconate 4B
La città che vorrei deve essere fatta di: case fatte con i libri, alberi con la chioma fatte di gusto di gelato alla menta e il tronco di gusto nocciola. Le persone sempre felici e contente. I fiori fatti con le sfumature viola. Anche una città senza politica e con più soldi.
LA CITTÀ CHE VORREI Merkai Irma Primaria Arconate 4B
Vorrei che la mia città fosse piena di dolci, a me piacerebbe molto perché io da grande vorrei fare la pasticciera e che c’ è di meglio di una città fatta di dolci per una pasticciera ????? Io adoro ogni tipo di torta e vorrei avere una pasticceria dove molte persone apprezzano tutti i miei dolci tutte le mie creazioni e tutta la mia pasticceria. Mi piacerebbe molto anche che molte persone vengano a lavorare con me e che apprendano tutto ciò che i clienti chiedono. Io ho un‘ altro sogno: diventare un architetto e costruire molte case per la gente povera che non ha niente da mangiare e poi offrirei una torta a tutta la mia città. Vorrei anche una città fatta di gente sana e buona e vorrei che in tutto il mondo ci fosse più amore e non ci fosse più la guerra.
LA CITTÀ CHE VORREI Interrante Alessio Primaria Arconate 4B
Vorrei una città senza politici, una città con tante aree boschive. Vorrei anche che i poliziotti non ci fossero e che ci fossero meno case. Vorrei anche che le fabbriche diminuissero e ci fossero più animali e con poche strade. Con meno inquinamento ,vorrei che ci fosse meno gas delle auto ,vorrei che l’aria fosse più pulita, vorrei che ci sono meno macchine e la gente andasse di più in bici.
LA CITTÀ CHE VORREI Zaniolo Brian Primaria Arconate 4B
Vorrei una città senza tasse, piena di giochi elettronici gratis e senza ladri. Dovrebbero esserci video camere dappertutto, elettricità gratis e l’aria pulita. Più aree boschive, le case gratis, le persone sempre felici e contente e niente scuole. Vorrei che piovessero nintendo 3ds xl dal cielo per tu.
LA MIA CITTÀ Barone Nicole Primaria Arconate 4B
Vorrei una città tutta fatta di cioccolato, chiacchiere e caramelle gommose. Con tanti animali come: zebre, leoni, giraffe, scimmie, tigri, orsi, panda, koala, foche e pinguini. Vorrei ci fossero molti alberi dove si fare i pic-nic, molti parchi, molti giochi come : lego, bambole, barbie, wii e nintendo. Vorrei che non ci fossero le scuole, solo il lavoro. Infine meno macchine e più bici perché non fanno danni alla natura.
FUTUROPOLI Gadda Alessandro Primaria Arconate 5A
Io vorrei una città un po’ futuristica: macchine che parlano, che volano e che costeranno sui 30 eurospaziali. Le strade non ci sono tanto, le auto volano! Vorrei che la scuola non ci fosse ma che ci fosse un luogo dove devi giocare, anche, virtualmente. Nelle case, invece, ci sarà un teletrasportatore, alcuni lavori non ci saranno più, come gli sturacessi, i tessitori, gli artisti di strada; ci saranno invece; calciatori, sì ma un po’ diverso rispetto ad adesso, ci saranno i calciatori che si teletrasportano volano ecc. ecc., ci saranno i venditori di case che fermano il tempo per vendere le case in un nano secondo sulla luna. Alla mattina la sveglia è un po’ diversa; proiettano con un ologramma il tuo cantante preferito che ti canta la canzone del momento. Ogni mattina prendi la globulina verde che ti permette di volare di fare salti dalla Terra fino alla altre galassie. Ah! Già dimenticavo !Con la globulina verde puoi andare nello spazio, ovunque. Volando (tramite la globulina verde) puoi andare a Infinitopoli dove bevi “Protta” una bevanda energetica che ti dà l’ immortalità. La città si chiamerà FUTUROPOLI. Sarà l’ unica città esistente sulla terra. Quando uno desiderava una cosa per esempio il G-TEKXVIIX pioverà dal cielo.
LA CITTÀ PIÙ BELLA DEL MONDO Leoni Alessia Primaria Arconate 5A
Ero su un treno, ma la mamma mi aveva lasciato pochi spiccioli per prendermi una tazza di cioccolata, ma non avevo abbastanza. Allora, una vecchia signora, molto gentile mi disse: -Tieni questi soldi ti serviranno, io ormai sono vecchia, spero che nel futuro ci sarà un mondo migliore! E la vecchia se ne andò dicendo –Conservali! Io entrai nel treno c’era era molta gente, allora abbassai il finestrino, per respirare un po’ di aria pulita, ma l’aria che entrò era inquinatissima. E da lì partì l’idea di progettare un mondo migliore. <<Mmm, trovato! Si chiamerà Happy City>>Una città che ogni volta che dovrà piovere, pioverà zucchero filato , una città dove saranno i bambini a governare, dove tutti dovranno essere amici e chi non vorrà esserlo, verrà cacciato>>. <<Magari da grande la metterò in pratica questa mia idea, o almeno ci proverò! Spero di farcela! Almeno nella mia città>>. Questa è la città che vorrei.
LA CITTÀ CHE VORREI Cislaghi Carlo Primaria Arconate 5A
La città che vorrei si chiama Milan City e piena di grattacieli, e edifici che anche lo stadio il Milan stedium. La città e piena di ristoranti. Un'altra cosa importante le scuole non ci sono le scuole dentro città ce il campo di allenamento del Milan . E piena di negozi sportivi gli abitanti sono 3156000, e piena di mec donald . il fiume che lo attraversa si chiama Milane. Il ristorante più famoso è hard rock cafè di Milan city. È piena di sale giochi e campi da calcio. Il gratta cielo più alto si chiama Milan forevol . il sindaco si chiama Carlo Cislaghi. Grandissimo tifoso del Milan.
LA CITTÀ CHE VORREI Cucco Chiara Primaria Arconate 5A
La mia città ideale dovrebbe essere senza tasse senza inquinamento e che ci fossero tantissimi negozi di abercrombie e di footlocker e che non girasse tutto intorno ai soldi, che tutti siano felici e sempre di buon umore. Il mio sogno come quello di altri bambini è quello che nella mia città non ci fosse la scuola , ma devo ammetterlo la scuola è molto importante, perché senza la scuola non sapremmo niente e saremmo tutti degli asinelli senza dubbio, che ci fossero caramelle a volontà e che non dovremmo pagare niente neanche un centesimo. Queste è la mia città ideale, mi piacerebbe molto che fosse così. La mia città e molto diversa da quella che chiamerei la mia città . In questa città io vorrei cambiare tutto. Nella mia città c’è tanto inquinamento e non tanti negozi come nella mia città ideale e ci sono anche tante tasse da pagare e anche le scuole e non ci sono caramelle le devi pagare insomma tutto gira in torno ai soldi. E me non mi piace la mia città però non del tutto . In questa città ho trovato amiche favolose a cui gli voglio tanto ma tanto bene e io gli direi t.v.b cioè ti voglio tanto bene. Questo è il mio pensiero sulla mia città , possono sembrare cattivi i pensieri sulla mia città ma io sò che questi sono i miei pensieri, forse crescendo li cambierò ma per adesso i miei pensieri sulla mia città sono questi . Spero tanto ,tanto che li cambierò ma se io cambio i miei pensieri prima dovrà cambiare la mia città. Io sono una bambina e questi sono i miei pensieri.
SAN SIRO Rea Dennis Primaria Arconate 5A
La città che vorrei dovrebbe essere così. Con tanti campi da calcio con incontri dei giocatori più forti del Inter, quasi tutti i giorni i campi dovrebbero essere molto grandi, molto belli, molto grossi, ed allo stadio “San Siro” ci dovrebbero essere tanti bambini, a vedere la partita. La mia città si chiama willo e Denno dove willo e denno giocano nel Barcellona. Vorrei che willo e denno potessero alzare la coppa della champions. Willo e denno essendo degli attacanti molto forti vincerebbero sempre perché-molto complici tra di loro.
UNA CITTÀ IN ONORE DI SANDY Gatti Giorgia Primaria Arconate 5A
Nel 3500 D.C. una ragazza terrestre di nome Sandy e un ragazzo venuto dal futuro anche lui terrestre di nome Pietro si incontrarono ad Arconate. Lui chiese dove si trovasse a Sandy e lei rispose: -ad Arconate un paese triste ma tu da dove vieni ?- lui le rispose:-io vengo dal futuro e mi chiamo Pietro , tu come ti chiami?- -io mi chiamo Sandy – rispose. –mi parleresti della tua città - - ok - -la mia città è piena di negozi di ogni tipo, ma non esiste amore, la tua?- - nella mia c’è amore , ma non per tutti - -ok, vorresti venire con me nel futuro a guardare le stelle in spiaggia con un falò?- -si, mi piacerebbe moltissimo stare con te-ok andiamo-. In un batter d’occhio si ritrovarono nel 4027. –eccoci nel futuro- esclamò Pietro . –hai ragione non c’è per niente amore- triste rispose Sandy. –andiamo in spiaggia- -si non vedo l’ora-. Una volta arrivati in spiaggia mangiarono, osservarono le stelle e si scaldarono con il falò, Sandy disse:-è tardi, mi dispiace devo andare. Se domani mi ritorni a prendere staremo insieme ancora- -ok domani ritornerò a prenderti- -andiamo ti accompagno a casa- -grazie- rispose Sandy felice. Il giorno dopo Sandy e Pietro si fidanzarono finché Pietro a 19 anni chiese a Sandy se si volesse sposare con lui, e Sandy rispose di si. Si sposarono e vollero fondare una città. La città si chiamò Sandylandia in onore di Sandy. In quella città c’erano negozi la maggior parte per matrimoni, molte spiagge e molti giochi per fidanzati e per bambini. La città si trovava su un isola dell’America. In questa città c’era tanta pace e tanto amore. Sandy e Pietro ebbero due figli che si chiamavano: la maggiore Ilaria e il fratello minore Andrea, vissero sia loro che il resto della città felici e contenti.
LA CITTA DI YOU CITY Leoni Ivan Primaria Arconate 5A
C’era una volta un bambino che aveva circa 10 anni e si chiamava Austin, viveva a you city ed era molto felice della sua città. Un giorno Austin andò in soffitta a guardare cosa c’era, e cercando, guardando in tutte le scatole ,scatoline, trovò uno strano oggetto rotondo con una sfera al centro. Gli venne in mente che quando era piccolo suo padre lo esaminava e lo teneva molto nascosto. Allora scese dalla soffitta e andò in sala dal padre e gli disse:-Papi, come và?,Guarda cos ho trovato!-Il papà rispose:-hai ritrovato il mio oggetto che tenevo sempre nascosto bene-. Allora Austin gli chiese:-papà cos’è?-.Il papà rispose:-è la mano di harmageddon-.Poi aggiunse:-te la regalo , però devi stare molto attento a non perderla-e Austin rispose:OK!!!-. Un giorno la pulì dalla polvere: si illuminò e usci un bambino di un altro mondo e Austin gli chiese:come ti chiami?-E il bambino rispose:-mi chiamo Dani 72 R.R, ma mi puoi chiamare Dani-e Austin dissecom’è la tua città?-Dani rispose-è brutta e sporca- -e la tua?-disse Dani, Austin rispose:-la mia città è:pulita,bella con molti stadi di wrestling, stadi di calcio, supermercati, centri commerciali, centri di telefoni, persone che regalano iphone dall’1 al 5, i samsung galaxy, stadi di lotta libera e stadi da calcio, di wrestling per bambini dai 9 ai 14-.Dani disse-vorrei vivere nella tua città anch’io.
LA CITTÀ DI FRANCESCOLANDIA Guerriero Francesco Primaria Arconate 5A
La città che vorrei prima di tutto dovrebbe essere senza scuola, tutti i genitori dovrebbero poter stare con i propri figli e questa città si dovrebbe chiamare Francescolandia e tutti dovrebbero avere una casa ed un cortile per giocare. Vorrei che in Francescolandia ci fossero i tornei di calcio e di yu gi ho e giochi per tutti. Se qualcuno cercasse di far del male hai miei amici vorrei che lo facessero scappare e non lo facessero tornare più. In questa città dovrebbero essere ammesse solo le persone simpatiche, e vorrei che ci fossero gli skateboard volanti, e gli animali cattivi venissero uccisi. Inoltre quando i bambini nascevano vorrei che gli venisse regalato il samsung galaxy s3 e iphone. Ed inoltre che io ed i miei amici avessimo le scarpe volanti, ma solo Gabri, io, Alessandro, William e Luca.
LA CITTÀ DI UN'ALTRA GALASSIA Pennella Giulia Primaria Arconate 5A
Un tempo in una città molto inquinata, viveva una bambina di 11 anni. un giorno vide una nuvola nera in cielo , e si chiese :” Che cos’è quella gigantesca nuvola nera?” A un certo punto sbucò un aereo rotondo . Si chiese che cos’era , allora chiese alla mamma che cos’era. Tutti urlarono quando la mamma gridò “ Gli alieni , si salvi che può”. La bambina non urlò e non scappò come le altra persone . dall’ aereo rotondo sbucò una persona tutta verde , viscida e molto brutto. La bambina chiese all’ alieno da dove veniva, l’alieno rispose: “ Vengo da Marte” e lei chiese come si chiamava , ma lui non disse niente. Al pomeriggio la bambina portò l’alieno a casa sua ma la madre lo cacciò. Allora andarono in un posto chiuso a parlare dell’ inquinamento , allora decisero di partire per un'altra Galassia presero delle persone . Andarono in un pianeta meraviglioso. Atterrarono e guardarono com’era. Piantarono delle piante e costruirono dei negozi . Vi ho raccontato la mia storia come vorrei la mia città. Vorrei una città che rispettasse ogni diritto e dovere per ogni persona , un mondo migliore ecc…
LELE CITY Cazzato Gabriele Primaria Arconate 5A
La città che vorrei è un po’ strana e se un giorno diventerò sindaco la vorrei così … Molto moderna anzi super –ultra moderna scarpe elettroniche, skateboard volanti, macchine velocissime e moto 30 volte più belle di quelle di adesso. Vorrei anche uno stadio di wrestling e dell’Inter il biglietto è gratis per vedere le partite o gli incontri di wrestling. Se a qualcuno si dovesse rompere lo skateboard le scarpe elettriche nella mia città dovrebbero esserci anche delle tute che ti fanno fluttuare in aria molto velocemente più di 700.000 cavalli. Nella mia città non ci sarà aria inquinata perché verrà rimossa. Allora continuiamo il discorso: nella mia città tutti devono essere interisti per la colazione, il pranzo o la cena ognuno mangia ciò che desidera e dal cielo pioverà nel giro di 5 secondi! E per il divertimento uguale le cose basta chiederle. Nella mia città vorrei avere anche tantissimi parchi divertimento ma 10 volte più belli di Gardaland . Ognuno non è obbligato a niente se, vuole andare a scuola va, altrimenti può anche non andare. Ci sono 5 cose fondamentali: 1)Tutte le cose sono gratis e non si pagano tasse e bollette dato che le cose cadono dal cielo. 2)Io sono un maniaco di scarpe della Foot loker quindi voglio migliaia di Foot Loker. 3)Tutti sono immortali. 4)Tutti praticheranno uno sport perché lo sport è una cosa fantastica. 5)Per le feste non bisogna andare in discoteca perché dio notte si trasforma in una discoteca, credo la chiamerò Lele City.
JUVENTUS Rea Samuele Primaria Arconate 5A
Un tempo c’ era un paese che si chiamava Arconate, molto piccolo, c’erano solo 2 chiese e le scuole: quella primaria, secondaria, e liceo. C’erano i bar, le parrucchiere. Là però non la volevo così, la volevo grande e volevo chiamarla Juventus. Allora cambiò, si costruì lo stadio della Juventus, non ci furono più le scuole, ma ogni giorno si andava allo stadio. Ci saranno tanti bar e tanti hotel da 4 stelle e ogni giorno incontrerò i giocatori della Juventus e andremo insieme, non si pagheranno mai i biglietti e quando ci saranno le partite si può entrare insieme ai giocatori della Juventus e giocare con loro. Vorrei andare con il pullman della Juventus e giocare con loro la finale di champions legue e vincerla. Dalla gioia mi mettevo a piangere di entusiasmo. In campo a festeggiare con i giocatori della Juventus e alzare la coppa della champions league.
LA CITTÀ CHE VORREI Montani William Primaria Arconate 5A
La città che vorrei dovrebbe essere così: con tutti i campi da calcio in cui trovo tutti i giocatori più forti. Belli verdi con uno stadio che si chiama cauntry city, vorrei che io in quel mondo giocassi nel Barcellona o nel Real Madrid con tutti i giocatori famosi. Vorrei giocare la Champions League con tutto il pubblico all’entrata che chiama il numero 10 montani William, quando segno tutto il pubblico in delirio. Vorrei vincere la Champions alzandola da 18 non capitano ma giocandola segnando un goal e vincendo 1-0. tutti a festeggiare nella mia città si chiama calciopoli senza scommettere per il calcio. Vorrei che negli allenamenti il mio coach che si chiama Pillo .E con le scarpe tutte nuove. Vorrei che i tifosi mi chiamassero bomber vorrei essere il più forte al mondo meglio di messi e di tutti perché certi dicono che è più forte. Vorrei che mi convocassero in nazionale con il n.10 e vincere il mondiale . La mia città si dovrebbe chiamare calciopoli. Vorrei che ci fossero samu e denni nella mia villa. Il mio stadio si chiama cauntry city.
SUSYLANDIA Bertossi Susanna Primaria Arconate 5A
C’era una volta una città molto ma molto bella, grande, popolata ma soprattutto era una città molto pacifica, gli abitanti vivevano in case grandi e belle e andavano in giro per le strade. Queste strade avevano aiuole con molti fiori e alberi con frutti in questa città c’erano molti negozi con molte cose di marca. La piazza era formata da una chiesa con molte decorazioni, bar, panifici e cartolerie .il comune è fatto da molti assessori e il sindaco un uomo molto sorridente, gentile e lavorativo che voleva dare il meglio per la sua città. L’oratorio sempre aperto con molti giochi ma soprattutto con molti campi da gioco. Il parco pubblico era molto grande con una fontana, panchine e giochi per bambini. Non dimentichiamo della biblioteca era molto grande con molti libri da adulti , bambini e ragazzi. Adesso parliamo dei negozi c’era: abercrombie, people, il negozio della frankie garage, chaisbarg e zara. E il mercato con molte bancarelle che esponevano vestiti di tutti i tipi con: borchie, brillantini ma soprattutto vestiti sportivi e non eleganti.
UNA CITTÀ FUTURISTICA Comerio Valentina Primaria Arconate 5A
Un giorno due bambine si incontrarono. Camilla veniva dalla terra e Alyssa da un pianeta sconosciuto. Parlarono un po’ e alla fine Camilla scopri che Alyssa non veniva dalla terra ma dallo spazio. Alyssa decise di portare con sé Camilla sol suo pianeta chiamato: SPAZIOPOLI; quando arrivarono Camilla vide che era molto diverso dal suo. Le case erano fatte di metallo colorato e le macchine volavano su strade di acciaio. Vide il calendario era il3004 !!!! Alyssa la portò in un parco con molti alberi da cui cadevano piccoli pezzi di metallo. Era tutto molto tranquillo e c’erano molti abitanti e animali. C’erano: ristoranti, parchi, negozi di videogiochi, supermercati e piazze. Era molto bella. Le bambine si parlavano mentre camminavano. Dopo aver visto negozi e parchi, andarono a casa di Alyssa e mangiarono qualcosa, il cibo non era cambiato. Si provarono vestite e scarpe. Andarono in piazza, al parco e, al centro commerciale, mangiarono la merenda. Alyssa le spiegò che un giorno li, valeva un minuto sulla Terra. Camilla comprò una sfera che rappresentava la città; prima di andare a casa salutò e ringraziò Alyssa e le disse: “ Questa è la città che vorrei! “
LA CITTÀ CHE VORREI Gli Ambientalisti: Carabellese Federico - Codoro Chiara - Grammatico Alessandra - Iambrovich Mattia Nava Sofia - Secchi Samuele Primaria Arconate 3A
Un bambino di nome Giovannino viveva in una città inquinata, ma lui la voleva pulita e profumata. Decise di prendere un provvedimento per essere felice e contento. Si fece coraggio e un giorno andò dal sindaco Ciccio Pasticcio e gli disse: “Io vorrei una città pulita, bella , colorata e soprattutto arieggiata!”. Il sindaco rispose:” Se vuoi una città pulita e profumata devi andare a sconfiggere il mostro dell’inquinamento che abita nelle caverne fumose e puzzose”. Giovannino ci pensò un attimo dentro di sé ed escogitò: “Mi travestirò da folletto dell’inquinamento così potrò ingannare il mostro. Sicuramente cadrà nel mio tranello!”. Si incamminò per il viaggio alla ricerca del mostro. Lungo la strada incontrò una fatina che gli regalò una spada profumata. La ringraziò e prosegui il suo viaggio. Dopo qualche ora arrivò alle “sette montagne rocciose”, dove si nascose per dieci minuti. All’improvviso arrivò il mostro, allora Giovannino ,con tutta la sua forza, prese la sua spada profumata . Con la sua spada riempì di buon profumo tutto l’ambiente. Poi si mise a lottare e uccise il mostro. Tornò a casa e come d’incanto l’inquinamento si fermò; tutto profumava di fresco. Il sindaco gliene fu grato e lo ricompensò in questo modo: la città non si chiamò più SgomFogna ma “Città di Giovannino l’eroe”. Inoltre il sindaco aggiunse.” Quando sarai grande potrai sposare la mia bellissima figlia”. Giovannino promise che ci….avrebbe pensato! Da quel giorno tutti vissero felici, contenti e profumati nella loro bella città pulita.
LA CITTÀ DI CIBOCITY Maltagliati Daniel Primaria Arconate 5C
C’era una volta un ragazzo di nome Tom molto povero. Un giorno trovò un quadro in cui era ritratto un bosco; per spolverarlo toccò il ritratto e venne risucchiato. Quando si risvegliò si trovava in mezzo al bosco ritratto nel ritratto, all’improvviso sentì due odori: liquirizia e menta. Si accorse che gli alberi erano fatti di liquirizia con le foglie di menta. Girandosi di qua e di là percepì un altro odore: gelato alla panna! Quell’odore proveniva dalle montagne. Il ragazzo proseguì in mezzo al bosco vagando senza meta, si ritrovò in una città. La città era fatta di cibo; vide un cartello di cioccolato su cui era incisa la scritta “Benvenuti a Cibocity”. Tom entrò in città e restò a bocca aperta per lo stupore di vedere le strade e i marciapiedi di cioccolato fondente, i grattacieli di salame, gli acquedotti di hamburger, le case di bistecche con i tetti di lamponi e i bambini che giocavano con i mattoncini di burro. Il re venne a sapere che Tom era in città. Il re era un gran uomo che però era impaurito perché i demoni mangioni minacciavano di attaccare la sua città. Il re chiese a un servo:- Vai! Trova questo ragazzo! Devo chiedergli un favore!-. Quando il servo tornò era insieme a Tom annunciò:- Sire! Ho trovato il ragazzo! Adesso è qui all’entrata!- il re disse:- Fatelo entrare!-. Il servo fece entrare Tom nella sala del trono, il ragazzo si rivolse al re dicendo:- Che cosa dovete dirmi?- il re rispose:- Devo chiederti un favore.- Tom gli chiese:- Di che cosa si tratta?- il re rispose:- Devi uccidere i demoni mangioni. In cambio, se riuscirai nell’impresa, ti darò metà del regno e mia figlia in sposa.- Tom accettò e si mise in viaggio per Metalcity dove chiese in prestito un arco con le frecce e una spada. Raggiunse poi Demonburg, il regno dei demoni, e li uccise tutti. Il ragazzo tornò a Metalcity, restituì le armi, poi tornò a Cibocity per riferire al re che il pericolo era passato. Il re mantenne la promessa; Tom e la principessa Elena si sposarono. Vissero felici e contenti togliendo, con la loro parte di regno, la fame nel mondo.
LA CITTÀ DI FANTASY Le piccole cervellone: Greggio Michela - Rendina Martina Primaria Arconate 5C
Martina e Michela due sorelle 10 e 11 anni, un pomeriggio leggevano un libro che parlava di una città meravigliosa dove abitavano fantastici esserini, alcuni buoni e altri cattivi. Le due sorelle si appassionarono tanto che vennero risucchiate dal libro. La città era incantata e le due sorelle meravigliate cominciarono a visitarla tutta. Quella città aveva alberi colorati e al posto di panchine nuvole soffici e morbide, dormivano in grandi fiori. Sul cammino incontrarono uno gnometto carino, carino di nome Nino con cui fecero subito amicizia. Martina notò subito che dall’altra parte della bellissima città c’era del fumo le due sorelle corsero un lungo viale per scoprire cosa ci fosse là in fondo arrivate al termine videro una città spaventosa: Fumopoly. In quella città così spaventosa regnavano streghe e orchi cattivi, Martina e Michela sentirono una puzza terribile: era la strega Minerva! Minerva si avvicinò a loro e disse:- Cosa ci fate qui voi due?-Siamo qui per trasformare Fumopoly in un regno ancor più bello ,Fantasy!-esclamarono le sorelle -E credete di riuscirci!- esclamò la strega Minerva. - Noi ce la faremo costi quel che costi!!- risposero - Bene! Vedremo chi vincerà!-e scomparve in una nuvola di smog Le sorelle tornarono nella città incantata. Le fate raccontarono la vera storia di Fantasy a Martina e Michela e capirono che dovevano andare a cercare una pianta con del polline che avrebbe distrutto le streghe e il loro regno. Le due sorelle tornarono da Nino a chiedergli dove avrebbero potuto trovare quella rarissima pianta, scoprirono che cresceva solo nella foresta nera. Le due sorelle andarono proprio là, ma all’entrata c’era un orco cattivo! In un capitolo del libro avevano letto che gli orchi si potevano battere solo con il solletico. Le due sorelle iniziarono a fargli il solletico partendo dai piedi. L’orco cadde a terra e per la caduta perse i sensi. Le ragazze così attraversarono la foresta e trovarono il fiore, soffiarono via il polline e Fumopoly si ritrasformò nella città di Fantasy, streghe orchi cattivi diventarono fate e maghi buoni. La strega Minerva diventò la fata Fiordiluna che riportò le sorelline nel loro mondo.
L’ISOLA PERDUTA DI ARCHIDE Le gnomette matte: Locati Michela - Pinciroli Giorgia Primaria Arconate 5C
Alex era un bambino di 10 anni. Viveva in un paesino vicino alle Alpi e amava leggere libri di fantasia. Un giorno, in biblioteca, andò verso uno scaffale polveroso con libri che parlavano di leggende e luoghi misteriosi. Fu attratto da un vecchio libro marrone con il titolo d’oro: “L’isola perduta di Archide”. Prese il libro e tornò a casa, si chiuse nella sua camera e si mise a leggerlo. Sulla prima pagina c’era disegnata la mappa dell’isola, sotto alla mappa c’erano dei numeri e un’avvertenza:-Pensaci bene prima di iniziare a leggere!- lui non si spaventò e continuò nella lettura. A pagina 32 vide una figura che rappresentava un grosso albero con foglie giganti ed uno gnomo su una barca. Sentì delle voci che lo chiamavano per nome, si guardò intorno , non vide nessuno e capì che a parlare era il libro. Si chiese come il libro potesse sapere il suo nome, non erano passati neanche due secondi che l’immagine lo risucchiò. Si ritrovò su un albero imponente con foglie verdi e giganti, in mezzo ad un lago:- È l’albero del libro-esclamò e pensò: -Da qualche parte ci sarà uno gnomo su una barca-. Il ramo su cui era caduto cedette e lui cadde in acqua. Alex non sapeva nuotare, stava per affogare, ma lo gnomo lo vide e con la sua barca a remi si avvicinò e lo salvò. Il bambino era svenuto, al suo risveglio si accorse dello gnomo e gli chiese:-Chi sei? Come ti chiami? Dove sono?- il piccolo uomo rispose:-Sono lo gnomo Gittra e tu sei sull’ isola di Archide- . I due remarono fino a riva, arrivati sulla terra ferma Gittra lo invitò:- Vieni ti mostro la mia isola e la mia città-. L’isola era rigogliosa di alberi, erba e fiori che una volta tagliati ricrescevano dopo qualche minuto. La città di Archide era priva di mezzi inquinanti: le automobili non esistevano, al loro posto c’erano barche a remi e biciclette in legno e le loro ruote, sempre in legno erano rivestite da foglie per farle scivolare meglio e andare più veloci. Nell’isola c’erano due laghi molto estesi: il lago Est e il lago Ovest. Sulle rive del lago Ovest gli isolani avevano costruito belle case in legno e argilla ,comode e fresche. Al centro dell’isola scorreva il fiume Arche che, con le sue acque cristalline, era una fonte di vita per gli Archidiani. I due amici proseguirono, arrivarono al Picco d’oro: una montagna gigantesca formata da rocce e oro. Aveva la cima ricoperta di neve e ai suoi piedi c’era un umida ed estesa foresta che copriva tutto il lato nord. Dopo alcune ore di cammino arrivarono ad un punto tranquillo: la spiaggia Sud. La sabbia era morbida e piena di conchiglie, il mare che la bagnava era pulitissimo e ricco di pesciolini. Alex domandò:- Perché spiaggia Sud?- Gittra rispose:- Perché si trova nella parte più a sud dell’isola-. Finita l’esplorazione del lato Sud lo gnomo invitò il bambino a casa sua. Arrivati a casa di Gittra, Alex esclamò:- Questo posto è fantastico! Vorrei che lo vedessero anche i miei genitori-poi pensieroso aggiunse:- Come torno a casa?- Il piccolo uomo gli rispose:- Non puoi tornare a casa, ma, se vuoi, puoi far venire in questa città tutti i tuoi parenti.- Alex ci pensò, ricordò l’avvertenza nella prima pagina del libro e annuì. Il bimbo chiamò i suoi parenti attraverso una vecchia radio di colore grigio e diede tutte le istruzioni per passare dal libro. Aiutato dallo gnomo e dagli Archidiani iniziò a costruire la casa dove avrebbe vissuto con i suoi parenti. Gittra prese la legna nel bosco mentre Alex riempì molti secchi con l’argilla della riva del fiume. Quando ebbero abbastanza materiale cercarono un luogo adatto alla costruzione: tra il lago Ovest e il fiume Arche. Costruirono una casa di colore giallo a due piani, con molte finestre. Arrivarono i parenti che alla vista dell’isola si meravigliarono, felici abbracciarono Alex e lo ringraziarono di averli guidati fino ad Archide. Vissero il resto della loro vita con gioia in quella splendida città.
LA CITTÀ DELL’ORO I cittadini: Ercoli Davide - Grande Emanuele - Mariani Federico - Romano Francesco Primaria Arconate 5C
Tanto tempo fa nella città di Drum, la bellissima capitale della nazione in cui i mezzi di trasporto avevano motori ad energia eolica, Leo e Felice, due bambini, vivevano sereni. In quella città tutte le case avevano un giardino con l’orticello per coltivare frutta e verdura, perché carne e pesce non ne mangiavano e allevavano animali solo per ricavarne latte e uova; i soldi non esistevano e nemmeno i giochi. Un brutto giorno però la Strega Malvagia riportò indietro di 1000 anni il tempo di quella città che quindi divenne una distesa desertica. Leo si trasformò in gnomo mentre Felice in un elfo. Essi furono incaricati dalla popolazione della distesa di sconfiggere la strega e di rubare la pianta parlante per rompere l’incantesimo. Dopo tre giorni di faticosa marcia attraverso la distesa, i due eroi scorsero un palazzo enorme, tutto grigio. Era il palazzo di Malvagia. La strega era appollaiata sul tetto del palazzo, era vestita di viola e aveva i capelli verdi e la pelle rugosa –Buongiorno!- esclamò –È da un po’ che non mangio e voi siete due bei bocconcini -. Fece apparire un drago gigantesco sputa fuoco per arrostirli, Felice sparò una freccia che non riuscì a perforare la pelle dura del drago che diede una pedata a Felice facendolo cadere a terra. Dalla bocca dell’elfo uscì un poco di saliva e il drago vedendola indietreggiò.- Ha paura dell’acqua-si dissero i due eroi, allora presero delle bottiglie d’acqua che avevano nella sacca e le mostrarono al bestione che scappò gridando. A quel punto la strega si arrabbiò così tanto che esplose. Al suo posto scorsero la piantina miracolosa. Gli eroi la raccolsero ed essa disse loro:-Esprimete il desiderio, Leo e Felice si presero per mano e in coro dissero:-Noi vogliamo che Drum ritorni come prima ma con qualcosa per farci divertire.- La pianta esaudì il desiderio e nella città comparvero giochi di ogni tipo.
LUCA E LA SUA CITTÀ I giullari: Aloisio Alessandro - Cattaneo Guglielmo - Gelsomino Marco Primaria Arconate 5C
C’era una volta un bambino di nome Luca che viveva ad Alabassa. Luca voleva cambiare la sua città che era una città piena di smog, con le strade e i parchi sporchi di cartacce e mozziconi di sigarette. Il bambino, per cercare aiuto, andò dall’elfo Roberto che viveva nel bosco incantato. L’elfo suggerì a Luca di cercare l’acqua magica per sconfiggere il terribile drago Chemila, il quale nascondeva l’erba che i bambini dovevano mangiare per far avverare i desideri espressi. Roberto gli parlò anche di una villa abbandonata oltre il bosco. Il bambino cercò la villa, controllò in ogni stanza, trovò l’acqua magica in un vasetto in cantina, prese il vasetto e lo mise in tasca. Pensò poi che dovesse esserci un passaggio segreto per arrivare dal drago, scoprì che il passaggio era l’armadio. Quell’armadio conduceva ad una foresta, di alberi enormi e contorti. Luca sentì dei versi animaleschi, poi scorse il drago. Si avvicinò nascondendosi dietro ai tronchi, e vide che sotto la coda del drago c’era l’erba magica. Il drago lo scoprì e si mosse per ucciderlo. Il bambino combatté con tutte le sue forze ma Chemila era troppo forte. Luca, stanco, stava per essere sconfitto, allora mise la mano in tasca e trovò l’acqua magica, la lanciò nella bocca del drago che si addormentò. Mentre il mostro dormiva, il bambino prese l’erba e la portò nella città di Alabassa. Arrivato in città mangiò l’erba ed espresse il desiderio :-Voglio che la mia città diventi più bella e pulita!La città improvvisamente si trasformò: case e palazzi si colorarono, nelle macchine i motori diventarono elettrici per non inquinare, comparvero tanti spazi verdi dove i bambini potevano giocare. Per andare a scuola tranquillamente in bicicletta spuntarono tante piste ciclabili. Infine l’acqua magica trasformò il drago in una bella principessa di nome Michela, diventati adulti Luca e Michela si sposarono e, felici e contenti, vissero per sempre in quella meravigliosa città.
LA CITTÀ FUTURA Artale Silvia Primaria Arconate 5C
C’era un bambino di nome Mark che abitava in paesino nel “ Paese di Campagna ”. Il bambino andò in vacanza in città e i genitori lo portarono in una sala giochi. Fu affascinato dalla tecnologia, così quando tornò a casa, dove non aveva videogiochi, pianse tutto il giorno. I genitori preoccupati perché il bambino non giocava più in giardino o con i suoi giochi, gli regalarono un libro con un piercing finto. A Mark non piaceva il gioco nuovo, ma lo provò per accontentare i genitori. Aprì il libro, sulla prima pagina c’era la figura di una città futura. Sul fondo della pagina notò una scritta che sembrava una formula magica: metti il piercing sulla lingua e pronuncia:- Abemus futura cittas!-. Pronunciando queste parole il piercing si illuminò e trasportò il bambino in un portale con i numeri. Nel portale Mark si sentiva un po’ strano. Quando atterrò si trovò in una città futura con macchine volanti, robot che come schiavi aiutavano, gli uomini. I palazzi erano alti con tante pubblicità attaccate sui muri, ogni famiglia con un computer e un Tablet, tutti con i telefoni touch. Mark si sentiva in paradiso fra tutta quella tecnologia e non voleva tornare a casa poi, però, pensò ai genitori e ai parenti e decise di fare solo un giro prima di andarsene. Durante la visita arrivò una strega robot, ma non era come tutti i robot, era immortale. Mark, impaurito, si nascose dietro un palazzo, un bambino mago gli si avvicinò dicendogli:- Chi sei? Da dove vieni?-Io sono Mark e vengo dal Paese Di Campagna, chi sei tu e chi è quella?- disse Mark- Io sono Max e lei è la strega Tecnodarka, vuole impadronirsi del regno di Tecnoland. Mark e Max parlarono della strega e decisero di sconfiggerla. Max donò un po’ di poteri al bambino e seguirono la strega fino al suo castello tecnologico; la strega aveva macchine che davano strani poteri. Mark notò una macchina per avere i poteri infiniti. Voleva usarla ma prima doveva prenderla, aveva paura che la strega, se lo avesse visto, lo avrebbe arrostito. Mark e Max tornarono nella città , si prepararono al combattimento poi si avvicinarono ancora al castello. La strega sorvegliava tutto con le telecamere. Li vide correre per i corridoi, andò loro incontro e con un Tablet magico li rinchiuse in una gabbia di applicazioni. Max, con i suoi poteri, ruppe la gabbia e, i due bambini, scagliarono un’ onda di fuoco sulla strega che morì sciolta. Quando tornarono in città tutti li acclamarono e finirono sulla copertina della rivista “ BUZZ ”. Mark si rattristò pensando che doveva tornare a casa e chiese a Max:- Potrò tornare in questa città? -- Sì potrai tornare, però avvisami quando vorrai venire -. Mark si tolse il piercing e magicamente si trovò a casa sua. Decise di non dire niente ai genitori che vedendolo si rallegrarono. Mark tornò tutti i giorni a Tecnoland e con Max divennero amici inseparabili.
GIOCOLANDIA la città più bella che riesco ad immaginare Bianchessi Luca Primaria Arconate 5A
Un giorno un bambino di nome Mattia vide il suo amico Mario molto triste e gli chiese perché era così triste. Lui rispose che i suoi genitori erano partiti ed era solo con la nonna . Mario allora disse :<<Vorrei che esistesse una città perfetta per tutti. Si ma come farla ?E soprattutto con chi? Idea potrei chiedere a Mattia ! Vado subito>>.Quando lo trovò gli disse :<< Mattia ti andrebbe di fare una città insieme’>>, lui rispose:<<sì>>.Poi insieme esclamarono :<<La chiameremo GIOCO LANDIA. Li nessuno dovrebbe fare fatica. Questa città sarebbe assolutamente diversa dalle altre: innanzi tutto i bambini sarebbero sempre allegri, starebbero sempre insieme ai loro parenti. Si può fare quello che si vuole , infatti ci sono più di 10000 attività divertentissime. Beh, poi ci sarebbero solo i ricchi, avrebbero tutto grazie ai dei lussuosissimi robot. Insomma Mattia abbiamo fatto proprio un bel lavoro.
LA CITTÀ CHE VORREI Colombo Alessandro - Cozzi Luigi - Critelli Thomas - Faggiani Jacopo - Fusè Alessandro - Gadda Tommaso Metta Leonardo - Parotti Amedeo - Pisoni Mattia - Tirapelle Jacopo - Tonin Samuele Primaria Arconate 3C
C’erano una volta dei bambini che fecero un sogno. Sognarono una città con le case viventi che portavano in un battibaleno in qualsiasi parte del mondo. I tetti erano parlanti e raccontavano tutto ciò che accadeva all’interno. Per ogni bambino, poi, c’era una speciale casa sull’albero. Sognarono una città con i cinema sempre aperti, che trasmettevano solo film di fantascienza e d’amore. Sognarono una città con le scuole con tante piscine in cui sguazzare. Sognarono una città piena di incroci. Ad ogni incrocio un passante regalava videogame ai bambini e un altro raccontava loro tante storie. Sognarono una città con prati sempre pieni di fiori, alberi sempre pieni di frutti, campi sempre verdi e sempre disponibili per giocare a calcio. Sognarono una città con le strade fatte di neve, su cui poter scivolare ogni volta che se ne aveva voglia, ed altre fatte di acqua, che portavano direttamente al mare per fare una bella nuotata o rilassarsi prendendo il sole sui lettini. Sognarono una città in cui tutte le persone erano contente e disponibili e tutti i bambini giocavano insieme felici. Al risveglio spalancarono gli occhi e … sperarono di aprire la finestra e trovare ciò che avevano sognato!
LA CITTÀ CHE VORREI Bonfà Giulia - Pashalliu Rebecca - Pezzella Taisia - Rocchi Vittoria - Sangiorgi Nicole - Simone Sofya Primaria Arconate 3C
La città che vorrei è fatta di soli animali. Ogni animale ha un compito. La giraffa fa il vigile ed è dispettosa: dà sempre la multa a tutti gli altri animali! Il rinoceronte fa il bancario e distribuisce i soldi con il suo corno. A volte, però, finisce per pungere qualcuno… L’elefante fa l’intrattenitore ed è molto bravo a fare strane e speciali acrobazie che divertono un mondo. L’ippopotamo fa il cassiere al supermercato e torna a casa sempre stanco morto perché il seggiolino è troppo piccolo e non riesce a sedersi. Il canguro fa il parrucchiere ed è molto abile e veloce perché tiene tutti gli attrezzi del mestiere a portata di zampa nella sua speciale tasca. Le scimmie fanno le arrampicatrici e salvano i gattini in pericolo sugli alberi. I topi fanno il formaggio e tutti i clienti lo comprano perché lo trovano delizioso. Il ragno fa le magliette colorate e resistenti per tutti i gusti e per tutte le taglie. Una città così sarebbe fantastica e davvero unica!
LA CITTÀ CHE VORREI Vincenzo Cannalire Primaria Arconate 5A
Io vorrei una città avanzata piena di tecnologia con macchine volanti, scarpe volanti, moto, insomma tutto supertecnologico e volanti, e soprattutto senza scuola cosi come c’è adesso ma con i college e le accademie dove impari tanto e fai anche tanto sport. Dovrebbero esserci Ipad, Iphone, Ipod e la Samsung, con campi da calcio, case giganti tanti cani Pastori Tedeschi, senza gatti, solo cani. Barche giganti di lusso, Ferrari, Lamborghini, Porche, Bmv, Audi e che bella città tecnologica è la mia.
LA CITTÀ CHE VORREI 145 Trento Dalila - Zaffino Elisa Primaria Arconate 4C
La città che vorrei è apparsa una notte con un tuono molto forte e una luce abbagliante. Tutti gli abitanti uscirono dalle loro case e videro che erano sopra ad una nuvola; le case erano degli alberi. Poi guardarono in basso e c’era un’ombra illuminata da molte lucciole ed alzando lo sguardo videro un grande salice al centro della città. Gli abitanti videro poi che da un fiore molto grande nasceva una piccola farina, guardandosi alle spalle videro che anche loro avevano delle ali coloratissime. Provarono ad entrare nei tronchi degli alberi però la porta era chiusa, osservarono la fatina che gli indicava una foglia e diceva con una vocina tenera che quella foglia era la chiave di tutto l’albero. La fatina cercava di dare più informazioni possibili agli abitanti. Una di queste volò e presa la foglia-chiave che gli aveva indicato la fatina ed aprì la porta. Entrò nel tronco dell’albero e vide che c’erano tanti tunnel che portavano alle stanze: la cucina, la sala, il bagno, la camera e un ripostiglio pulito non come le brutte case grigie e sporche che puzzavano di gas. Le stanze erano fatte di corteccia non come le pareti dipinte di vernice delle case d’Arconate. Per spostarsi da un albero all’altro usavano le liane e non macchine arrugginite che sparavano gas. Le scuole non erano un palazzo imponente, ma un salice con il tronco robusto e con maestre che per spostarsi da un tronco all’altro usavano le liane.
LA CITTÀ CHE VORREI 145 Trento Dalila - Zaffino Elisa Primaria Arconate 4C
anno 3001 ore 21:30 Oggi vi svelerò i segreti del futuro. Nell’anno 3001 la città più bella, più forte, più tecnologica e soprattutto sportiva, attrezzata e senza tasse, dove tutti proprio tutti saranno in salute, si chiamerà “sportivil”. La città è composta da tanta tecnologia come ad esempio, tavoli computerizzati, camerieri robotici, televisioni che cambiano quando vuoi con la sola voce! Jet al posto delle macchine e non vi preoccupate chi ha paura di volare ci sono le macchine o le moto computerizzate cioè si guidano da sole, basta che dici dove vuoi andare e ti mandano. Se piove grandina o altre cose ti troverai sopra la testa u un enorme tettoia che copre tutta la città e dispone di calore e quindi puoi stare in maniche corte sempre. Ogni cittadino è sempre in forma e per i signori anziani che hanno problemi esiste una bevanda che ti fa passare in… si in 10 minuto. Nella citta sportivil sono tutti ricchi e in salute; nessuno ruba e nessuno bestemmia e anche siamo tutti ricchi non si pagano le tasse. I cibi sono nutrienti e per tenersi in forma se vuoi un paio di scarpe, anche immaginarie poi tele ritrovi ai piedi. Con i vestiti uguale. Se devi fare la spesa non ti devi scomodare, perché in ogni supermercato ci sono dei robot tuoi che anno una telecamera incorporata quindi prendi il telecomando e lo guidi tu vedendo attraverso uno schermo, dopo che ai finito di fare la spesa schiacci un bottone e ti compare davanti alla porta. I bambini non vanno a scuola perché ci sono i robot insegnanti che ti fanno la lezione a casa, e non c’è un ora precisa perché la lezione la fai quando ti svegli. Ah non vi ho detto che non ti danno i compiti ne per le vacanze ne per il week and e è questa la città che vorrei.