Interviste 1st italian master golf of excellence

Page 1

www.fondazioneopus30.org

fondazione opus 3.0

www.fondazioneopus30.org

CLUB

M A GAZI N E www.golfpeople.eu

Anno 5 - Numero 9

Dove i Golfisti si ritrovano per consolidare le conoscenze avviate sul Green e sulla Rete

Circoli e date: 22 maggio Monticello, 13 giugno Gardagolf, 27 giugno Castelconturbia, 12 luglio Bergamo, 18 luglio Franciacorta, 6 settembre Tolcinasco, 12 settembre Varese, 26 settembre Ambrosiano, 4 ottobre Molinetto, 17 ottobre Carimate. Formula di gara: 18 buche, Stableford, 3 categorie. Major Sponsor:

Official Supplier:

Official Media Partner:

Official Radio Partner:


PIC

NTERVISTE IRCUITI

Air Europa, una compagnia aerea spagnola controllata dalla holding Globalia Corporacion, il maggior gruppo turistico di Spagna, è stata fondata nel 1986 e oggi, anche grazie all’ingresso nell’alleanza Skyteam, è un vettore di primaria importanza nei cieli iberici e leader dei collegamenti long haul verso l’America Latina. Il cuore pulsante di Air Europa è l’headquarter di Palma di Mallorca, moderno centro direzionale della compagnia, mentre l’hub principale è l’aeroporto internazionale Barajas di Madrid, fulcro delle operazioni domestiche e principale snodo per i collegamenti di medio e lungo raggio verso l’Europa, l’America del Nord e del Sud. Il network di Air Europa può contare su una flotta composta da 45 aeromobili ben ripartiti sulle rotte nazionali e internazionali: 14 Airbus A330-200, 11 Embraer 195 e 20 Boeing 737. La flotta permette alla Compagnia di perseguire una costante percorso di espansione verso nuovi mercati e servire, oltre alle mete domestiche in Spagna, suo punto di forza, ben 15 destinazioni long-haul in Nord e Sud America: Buenos Aires, Montevideo, Santiago del Cile, Santa Cruz de la Sierra, Lima, San Paolo, Salvador de Bahia, Caracas, Santo Domingo, Punta Cana, l’Havana, San Juan de Portorico, Cancun, Miami e New York. Air Europa è operativa sul mercato italiano dal 1999, anno nel quale è stato effettuato il primo volo di linea regolare. In questi quattordici anni di storia tricolore il vettore ha vissuto una parabola costante di affermazione: una crescita regolare di anno in anno che fa dell’Italia uno dei mercati europei chiave per la compagnia, Toni importante dei piani di creoltre a Silvia una pedina scita strategica elaborati dalla sede centrale. Dopo l’aumento di frequenze del 2011 con l’apertura nell’hub milanese di Malpensa di un doppio volo quotidiano, Air Europa garantisce oggi 4 partenze giornaliere dall’Italia; due dall’aeroporto lombardo e 2 da quello di Roma Fiumicino. Molte delle destinazioni coperte da Air Europa ospitano famosi e rinomati campi da golf, ben conosciuti dagli appassionati. Il vettore ha da sempre un legame molto forte con questo sport e sponsorizza numerosi tornei internazionali, sia in Spagna sia dall’altra parte dell’Atlantico come Cuba, Repubblica Dominicana e Argentina. Non solo presenza in occasione delle gare; Air Europa garantisce ai propri passeggeri la possibilità di trasportare durante i viaggi tutto il necessario per praticare golf imbarcando l’attrezzatura come bagaglio da stiva. Per conoscere più da vicino i piani della Compagnia e fare un’analisi approfondita del vettore

2

sul mercato italiano, abbiamo incontrato Robert Ajtai, Direttore Generale di Air Europa per l’Italia. Una lunga esperienza nel settore aereo che nel corso degli ultimi 43 anni lo ha portato a lavorare in diverse compagnie aeree europee. Di origini ungheresi, Ajtai inizia la sua esperienza proprio nella sua terra natia e arriva a Malev, dove lavora per molti anni prima presso la sede di Madrid e poi in quella di Roma. Nel 2004 entra in Air Europa, dapprima come Direttore della sede di Budapest e poi, nel 2009, a capo della divisione italiana.

“Cosa ci può dire dell’andamento dell’ultimo periodo? Avete risentito della crisi che così pesantemente si è abbattuta sull’economia globale e di riflesso anche nel mercato del turismo?” “Siamo molto orgogliosi dell’andamento della nostra compagnia, Air Europa ha chiuso lo scorso ottobre uno dei migliori bilanci degli ultimi anni, i ricavi hanno toccato l’1.8 miliardi, con un load factor medio dell’ 82% (80% in Italia). Con molto piacere sono contento di affermare che l’Italia è il primo mercato dopo la Spagna, con quota del 14% del volato. Per quanto riguarda il mercato italiano, l’85% del nostro fatturato è generato dal lavoro delle agenzie di viaggi e dei tour operator, sempre al centro della nostra attenzione e coinvolti nelle varie iniziative promozionali. Il legame con il trade è molto forte e spesso pensiamo ad azioni che coinvolgano i nostri referenti, per far provare a loro, in prima persona l’esperienza di volo a bordo dei nostri velivoli. Lo sguardo in prospettiva per questo nuovo anno è per un’ulteriore crescita, un più 10%, a parità di capacità offerta, ma considerando l’apertura dei nuovi voli un incremento del 3% sarebbe comunque soddisfacente.”

Italia prevedono un ulteriore sviluppo per il mercato; per l’estate 2015 è nostra intenzione portare da 14 a 16 le frequenze settimanali sulla tratta Madrid-Malpensa. Ovviamente si tratta di una mossa strategica in vista di Expo. Ad oggi sicuramente gli aeroporti di Milano e Roma soddisfano appieno le nostre esigenze ma, se la flotta a nostra disposizione ce lo permetterà, vorremmo espanderci anche in altri scali della penisola. Stiamo valutando con attenzione l’aeroporto di Venezia, su cui abbiamo operato fino a pochi anni fa e che, dal nostro punto di vista, rappresenta sempre una ottima occasione di ampliamento.” “Sono previste novità per quanto riguarda la flotta nei prossimi mesi?” “Per noi il 2015 è un anno di passaggio, le vere novità interesseranno in modo particolare l’anno successivo, il 2016 con l’entrata in servizio dei nuovi Boeing 787, che saranno impiegati anche su nuove rotte verso il Sud America. In questo modo il numero totale di aeromobili modello Dreamliner nella nostra flotta, una volta che saranno tutti consegnati, salirà a 16” “Qual è il vostro target di riferimento?” “Disponiamo di un collegamento quotidiano dall’hub madrileno di Barajas verso tutte le destinazioni da noi servite nei Caraibi; in questo senso Air Europa è la scelta migliore per i viaggiatori che desiderano trascorrere una vacanza in un paradiso di sabbia bianca bagnata da acque cristalline e all’insegna del relax. Le nostre offerte però si rivolgono a chiunque e siamo orgogliosi di affermare che possiamo essere la scelta perfetta anche per i Business Traveller che guardano con interesse al Sud America e hanno necessità di raggiungere le destinazioni coperte dal nostro network; ormai da tempo infatti Air Europa punta a fornire una vasta gamma di servizi di alto livello a chi viaggia per motivi di lavoro.”

“Quali sono i progetti della compagnia per il mercato italiano nell’imminente futuro?” “I piani di Air Europa in

Robert Ajtai, Direttore Generale di Air Europa per l’Italia.


PC I

NTERVISTE IRCUITI

Silvia Toni

Gruppo Autotorino 50 anni di passione. L’azienda nata in Valtellina, diffusa in Lombardia ed Emilia Romagna, quest’anno celebra il mezzo secolo di vita. Passione e tenacia: Plinio Vanini e i 50 anni di Autotorino “Dal 1965, una storia di passioni”. Questo è il payoff che il Gruppo Autotorino ha scelto quest’anno per celebrare il prestigioso traguardo del mezzo secolo di attività. E a guardare i numeri che caratterizzano la storia di questa azienda, di passione se ne trova davvero tanta. Fondata nella piccola Valtellina, Autotorino finì ben presto sotto la guida dell’attuale presidente Plinio Vanini che appena 22enne – nel 1985 – si trovò alla tolda di comando dopo la scomPlinio Vanini, Presidente parsa prematura Gruppo Autotorino del padre. Nel 1991 Vanini impartì una netta virata all’azienda, puntando soprattutto sulla commercializzazione di vetture di importazione e impostando un piano strategico orientato allo sviluppo in chiave multibrand. Da allora l’espansione di Autotorino non si è più fermata: nel 2014 ha venduto complessivamente

circa 12mila auto, con una crescita del 15,2% sull’anno precedente, registrando un incremento di fatturato del 12%. Oggi l’azienda dà lavoro a 290 persone distribuite in 11 filiali presenti in 7 province sparte tra Lombardia ed Emilia, in rappresentanza di 11 marchi tra i quali spiccano Mercedes-Benz, Smart, BMW, BMW Motorrad, MINI, Jeep, Subaru, Kia, Hyundai, SsangYong, Mitsubishi. Innovazione e fiducia La formula che ha reso vincente la sfida professionale di Plinio Vanini, brillante 51enne nato e cresciuto all’ombra delle Alpi del sondriese, è la stessa ha messo in tutte le imprese che lo hanno visto protagonista in questi anni. Una tenacia fuori dal comune, unita alla capacità di coinvolgere lo staff che lo circonda. Il tutto, guidato da una visione sempre innovativa del mercato in cui opera. Quello dell’automotive è solo uno dei settori in cui Vanini ha raccolto ampi successi. La sua grande passione per la zootecnia e l’alta gastronomia, ad esempio, l’hanno spinto circa 10 anni fa a inaugurare una struttura agrituristi-

ca di altissima qualità in Valtellina, La Fiorida, dove oggi lavorano una novantina di addetti che danno vita a prodotti agroalimentari di altissima qualità e che contribuiscono a fornire gli ingredienti principali del ristorante “La Presèf ” all’interno dell’azienda, premiato due anni fa con la Stella Michelin. Tenacia da vendere Lo sport non fa eccezione. “Da che mi ricordi – ci racconta – ho sempre praticato attività fisica. Mi reputo un runner navigato, con molti chilometri nelle gambe e qualche maratona alle spalle”. Vanini non lo rivela, ma oltre alle classiche da 42 chilometri, al suo attivo ha anche vari trail massacranti in montagna, su distanze impossibili da sostenere per la maggior parte degli esseri umani. Quando gli chiediamo se ha mai praticato il golf ci risponde con un sorriso: “Non ne ho mai avuto l’occasione. Mi è però capitato spesso di assistere a qualche gara tra le varie che il nostro gruppo sponsorizza ogni anno. Sono rimasto affascinato dall’eleganza che esprime il gesto atletico compiuto dal golfista. La precisione che permette al giocatore di far schizzare la pallina a distanze incredibili ha un non so che di misterioso. È una disciplina stupenda, che si pratica all’aria aperta in contesti naturali meravigliosi. Per ora, lo scarso tempo libero che ho lo divido tra le attività in stalla e la corsa. Non escludo però, che in futuro possa cominciare a tirare qualche colpo anch’io. Chi lo sa: potrebbe essere la prossima sfida in cui lanciarmi”.

3


I

NTERVISTE

Intervista al Presidente di BOTTEGHE D’ITALIA (Dott. Marco Bandinelli) Da sempre il Dr. Marco Bandinelli si occupa di consulenza aziendale a 360°, con particolare riguardo alla assistenza in crisi d’impresa ed alle problematiche che le aziende devono affrontare oggi nella ricerca, acquisizione e consolidamento di spazi concorrenziali per garantirsi un percorso di crescita e sviluppo. Ciò in un contesto che ha visto progressivamente crescere le difficoltà e la necessità, anche da parte di imprese medio piccole e scarsamente dotate di risorse anche umane, di ridurre le distanze per affrontare nuovi mercati. L’esperienza maturata sin qui e le relazioni consolidate con partners di varie giurisdizioni extranazionali gli ha consentito di poter accompagnare con adeguate competenze e con adeguata struttura le aziende nel loro processo di internazionalizzazione dal quale certamente oggi non possono sottrarsi. - Perché nasce il CLUB “BOTTEGHE D’ITALIA”? BOTTEGHE D’ITALIA nasce da un sogno, quello di poter ridare una prospettiva alle tante aziende artigiane italiane che pur rappresentando l’impareggiabile eccellenza manifatturiera oggi non riescono, per la scarsità delle risorse, per la totale assenza di sensibilità e per il crollo di un intero sistema, a far conoscere al mondo la loro esistenza mettendo con ciò a rischio le loro stesse condizioni di sopravvivenza. - Che cosa è “BOTTEGHE D’ITALIA”? BOTTEGHE D’ITALIA è un CLUB esclusivo per portare nel mondo le ECCELLENZE manifatturiere italiane. Si entra solo per selezione secondo criteri che si richiamano al concetto di ECCELLENZA come ricerca della perfezione e della innovazione in ogni ambito, mette al centro dell’universo l’uomo. - Qual è la filosofia di “BOTTEGHE D’ITALIA” e quali sono i settori interessati? Per le nostre aziende associate il mestiere costituisce prima di tutto una parte importante della propria identità e la passione con cui lo esercitano e lo tramandano un gesto d’amore e di generosità verso il mondo intero. Vorremmo

4

che questo rappresentasse un esempio universale, poiché un’Italia che si riappropriasse di questi valori e principi rispecchierebbe se stessa, racconterebbe tutto di sé, della sua bellezza ed il fascino delle sue città e della sua storia sarebbero, de facto, riscontrabili automaticamente nei prodotti e nelle creazioni delle sue realtà manifatturiere. Le stesse, in tal modo, costituirebbero i migliori garanti e ambasciatori del loro pregio e della loro autenticità. Non è pertanto una storia di “settori” o di “filiera” ma di filosofia aziendale che attraversa in modo trasversale tutti i settori e tutte le attività, “l’eccellenza” è il filo rosso che attraversa e lega tutti gli associati indipendentemente dalla attività specifica o dal settore in cui operano , le stesse caratteristiche, gli stessi criteri, gli stessi modi di concepire la propria missione e la propria vocazione aziendale sono riscontrabili in tutte le aziende associate. Ad oggi i settori maggiormente rappresentati sono quelli DELLE COSTRUZIONI, DELL’ARREDAMENTO E DEL DESIGN, LA MODA, IL FOOD, I SERVIZI. - Qual è la Missione che si è data BOTTEGHE D’ITALIA? Proteggere le aziende partecipanti, fornire loro ogni servizio e risorsa utile e necessaria per poter competere e farsi conoscere al mondo, creare le condizioni del loro sviluppo e della loro internazionalizzazione è la missione che “BOTTEGHE D’ITALIA” si è data. “BOTTEGHE D’ITALIA” crede ed è consapevole infatti che aprirsi ed andare nel mondo e fuori dal contesto domestico, rappresenta per le aziende manifatturiere italiane di eccellenza l’unico modo per costruirsi una prospettiva economica ed un futuro solidi. Non di meno ciò rappresenta il modo migliore per appagare il bisogno esistenziale insito nella natura in ogni azienda di portare ovunque nel mondo, attraverso la diffusione dei propri prodotti (e quindi attraverso il proprio linguaggio) , la propria cultura ed i propri valori. - Quali sono gli obbiettivi da raggiungere? “BOTTEGHE D’ITALIA” si pone come obbiettivo principale quello di “riportare alla luce e Veder brillare ciò che attualmente, solo per pura

miopia e assenza di sensibilità, non appare prezioso” nella consapevolezza e nella convinzione assoluta che oggi e ancora di più in futuro, in un mondo in cui sembrano importanti solo i valori materiali, paradossalmente, quasi per una sorta di contrappasso dantesco, “IL SAPERE AVRA’ MOLTO PIU’ VALORE DELL’AVERE”. Per raggiungere questi obbiettivi BOTTEGHE D’ITALIA mira a diffondere, più rapidamente possibile , la sua presenza nei paesi di tutto il mondo. A tal proposito sono già in programma la apertura di alcune sedi di rappresentanza (showroom)tra cui una sede in SPAGNA a Barcellona, una in POLONIA e una in CANADA (Toronto) da realizzarsi in tutto il 2015, ma ci sono in cantiere già molti altri progetti per l’apertura in altri paesi. - A chi si rivolge BOTTEGHE D’ITALIA? Chi si affida a BOTTEGHE D’ITALIA è interessato solo alla eccellenza del MADE IN ITALY in quanto essa costituisce la garanzia assoluta della provenienza, del luogo di fabbricazione dei prodotti dei propri associati ed il rispetto del rigido disciplinare di autenticità. Con BOTTEGHE D’ITALIA il cliente instaura una relazione diretta con i migliori e più autentici artigiani italiani, che hanno fatto della continua ricerca della perfezione la loro ragione di vita, dell’equilibrio e dell’armonia evocata dalla propria terra, la linfa da cui essi traggono ispirazione e capacità per le loro creazioni. BOTTEGHE D’ITALIA è per il cliente che non è solamente interessato a un “prodotto Italiano” ma che è piuttosto attratto ed affascinato dallo stile di vita italiano, dalla bellezza della sua terra, della sua arte e della sua cultura, anche manifatturiera, è per il cliente che cerca i tesori nascosti della “eccellenza manifatturiera italiana” in ogni forma ed in ogni ambito, che cerca creazioni uniche, irripetibili, fatte “ a mano”, espressioni massime di equilibrio e di armonia in ogni settore e come tali capaci di suscitare stupore, meraviglia. BOTTEGHE D’ITALIA è per colui che non cerca un prodotto solo per trarne gratificazione dall’appagazione di un bisogno ma vuole piuttosto dare un senso al suo acquisto, andando oltre il prodotto stesso …. che voglia quindi comprendere e condividere idealmente il percorso ed i valori dell’azienda che l’ha materialmente realizzato.

MARCO BANDINELLI Dottore Commercialista, Revisore dei Conti, Consulente Aziendale, titolare di uno Studio (Commerciale-Legale) in cui operano 12 professionisti, situato a Poggibonsi (SI) inVia Del Masso 36.


I

NTERVISTE

sciuta nel mondo dai consumatori. Noi abbiamo messo in atto questa strategia sin dall’inizio ed abbiamo vinto in parte una nostra scommessa. Ci è costata fatica ma per ora siamo convinti di aver vinto. Intervista a Raffaele Cani, direttore Cantina di Santadi

Raffaele Cani Direttore Cantina di Santadi e Antonello Pilloni Presidente Cantina di Santadi D) Signor Cani cosa ne pensa del fatto che una zona come il Sulcis, interessata alla salvaguardia dei vitigni autoctoni, sta assistendo ad un’invasione di vitigni internazionali? R) Dalla mia esperienza le assicuro che condivido la strada intrapresa tanti anni fa dalla nostra cantina, cioè quella di tutelare e valorizzare i propri vitigni autoctoni; questa loro scelta oggi più che mai si è dimostrata vincente. Per i vitigni internazionali ci teniamo aggiornati con buoni esperimenti. Non possiamo noi ignorare in toto l’evoluzione enologica mondiale. D) Questa cultura dei vitigni autoctoni che in passato sono stati dimenticati, non tanto dai produttori ma quanto dalla stampa, da quelle persone che dovevano ricondurci verso questi vitigni e i loro vini, e che probabilmente non si sono avvicinati nel modo migliore, quali sono le sue considerazioni in proposito? R) Sono d’accordo con lei, perché la nostra politica aziendale non è rivolta solo al Carignano, che in questo momento è il vino più conosciuto, ma è rivolta anche ad altri vitigni come il Nasco, il Nuragus, il Cannonau e il Monica, con i quali stiamo rappresentando il Sulcis. D) L’indirizzo enologico mondiale sta premiando il Sud. Lo vediamo con la Puglia, la Sicilia, la Basilicata, la Campania e quindi la Sardegna. Cosa si sente di dire sulla sua regione?

R) Finalmente c’è stata una riconquista da parte degli abitanti del meridione e isole. La Sardegna con suo clima, sole, mare, luce e “terroir” fa la differenza rispetto ad altre regioni, questa è la natura e noi non possiamo fare cambiamenti ma possiamo utilizzare al meglio quello che la natura riesce a darci. Sono convinto che i produttori erano a conoscenza del loro potenziale, solo che una decina di anni faceva comodo vendere il vino sfuso, con meno sforzi e meno complicazioni burocratiche. La produzione attuale fatta e distribuita in bottiglia deve diventare impresa perché venga notata e cono-

D) Un’ultima domanda. Ma cosa offre ancora il Sulcis oltre al vino. R) Prendo spunto da un depliant che racconta… “Il turista che vorrà scoprire un angolo ancora del tutto incontaminato del Sulcis, troverà presso le Grotte Is Zuddas e in tutto il territorio di Santadi un’accoglienza semplice, cordiale, com’è nella tradizione della nostra gente, e, cosa ancora più gradita, la possibilità di degustare cibi e bevande genuine, prodotte dalla terra fertile di Santadi e dal lavoro della sua gente”. Aggiungo io che ad una decina di km da Is Zuddas è visitabile la Necropoli prenurargica di Montessu in comune di Villaperuccio e poi ci sono laghi bellissimi pieni di fenicotteri rosa e le spiagge di sabbia bianchissima di Porto Pino che sono tra le più belle al mondo. Ma venite nel Sulcis anche per la sua cucina, unica, sia di mare che di terra.

LA CANTINA DI SANTADI e IL SULCIS a cura di Rocco Lettieri Storia La Cantina si trova a Santadi, piccolo comune non lontano da Carbonia nella zona sud occidentale della Sardegna, il Sulcis. Qui la produzione non è massale, quantitativa, corrente, bensì di presenza qualificativa, con ricami e sfumature che contribuiscono al prestigio serio e costante del vino di questa meravigliosa Isola. Fondata nel 1960, la Cantina di Santadi conta oggi circa 350 soci conferitori, con vigneti impiantati nei comuni di Santadi, Villaperuccio, Porto Pino, Nuxis, Giba, Piscinas, Masainas, Sant’Anna Arresi, Tratalìas e Perdaxius, circa 550 ettari, ad altitudini che da un massimo di 250-280 metri sul livello del mare, scendono dolcemente fino al litorale marino. Il clima è caldo arido nel periodo estivo, ma la ventilazione gradevole della costante brezza marina ristora di quella calura pesante che può suscitare la temperatura elevata nei mesi di punta dell’estate. Le precipitazioni si distribuiscono con difficoltà nei mesi che costituiscono la lunga estate del Sud Sardegna, ma nel periodo autunno - inverno, salvo rare eccezioni, esse non mancano e contribuiscono non poco allo sviluppo vegetativo della vite che sarà poi in grado di fornire uve sane e generose. Nella zona Sulcitana possiamo distinguere due aree climatiche interessanti e molto determinanti per la vitivinicoltura. Una prima zona a clima temperato caldo nelle zone interne, con discrete precipitazioni annue e un’altra zona a clima subtropicale con precipitazioni più scarse nelle zone costiere. Entrambe le aree sono in grado di fornire produzioni vitivinicole eccellenti. Per quanto riguarda la tipologia del suolo questa area è curiosa e interessante. Si ha la zona delle terre brune che vanno da Giba a Tratalìas che hanno uno strato profondo e fertile; la zona delle terre brune tipiche della zona di Santadi hanno invece un affioramento della roccia madre; la zona delle terre brune e rosse ha un terroir ricco di litosuoli tipici della zona di Porto Pino. Qui, infatti, si riscontrano le meravigliose sabbie che permettono ancora oggi di coltivare la vite “franco di piede”, non attaccata dalla fillossera. Qui lo straordinario vitigno Carignano, allevata ad alberello, riesce a produrre uve con eccezionali caratteri organolettici superiori a tutte le altre della zona circostante. Queste uve permettono l’ottenimento di vini la cui elevazione migliore è data dall’utilizzo delle barriques. Infatti, l’esuberante contenuto estrattivo, la qualità altamente nobile dei tannini, il perfetto equilibrio fra la componente acido/organica, il grado alcoolico, l’alto il valore polifenolico e una giusta macerazione della buccia, trovano l’indice di bontà dopo il passaggio nelle piccole botti e da un lungo affinamento in bottiglia. Il vino così prodotto avrà un bouquet suntuoso e una vita lunghissima tipica dei grandi vini da invecchiamento. Ma se la Cantina di Santadi ha dato un notevole contributo alla rinascita qualitativa dell’immagine del vino di Sardegna, dimostrando che in questa meravigliosa Isola era ed è possibile produrre vini di eleganza e complessità competitivi sui mercati internazionali, molto lo si deve a due personaggi, né enologi e né agronomi, ma soltanto uomini dalla volontà ferrea che solo i sardi hanno nel DNA: Antonello Pilloni, presidente della Cantina e Raffaele Cani, direttore, un vero girovago nel far conoscere al mondo i grandi vini rossi (Terre Brune, Rocca Rubia, Araja, Grotta Rossa, Antigua) e gli eleganti bianchi (Villa di Chiesa, Cala Silente, Petraia, Villa Solais). Non ultimo, il vino da dessert più famoso dell’Isola: il Latinia. Con questi vini, negli ultimi tempi, la Cantina di Santadi ha dato un contributo notevole alla rinascita qualitativa e di immagine del vino di Sardegna, dimostrando che nell’ubertosa Isola era ed è possibile produrre vini di eleganza, complessità, importanza in grado di competere sui mercati nazionali ed internazionali.

5


PC I

NTERVISTE

Enrique Häusermann nasce a Barcellona nel 1945 e si laurea nel 1973 in Chimica organica presso la facoltà di Scienze dell’università degli studi di Milano, con specializzazione in sintesi eterocicliche. Dal 1973 al 1977 è responsabile del laboratorio di sintesi organica e farmaceutica della Roussel Maestretti (Gruppo Hoechst), poi passa in Chimec (additivi per l’industria petrolifera) e successivamente in Capsugel, società leader mon-

diale delle capsule di gelatina dura. Tra il 1984 e il 1985 è responsabile Licensing out della Helsinn SA (Svizzera), società con uno stabilimento di chimica fine farmaceutica che permise a Enrique Häusermann di studiare la possibilità di produrre intermedi e principi attivi. Fu proprio in quel periodo, infatti, che Häusermann cominciò ad approfondire l’argomento “generici”, seguendo progetti di produzione principi attivi per gli Stati Uniti e vari paesi europei. Dal 1985 al 1989 è direttore Licensing di Helsinn SA (società che ha sviluppato a livello mondiale nimesulide). Successivamente diventa direttore marketing e sales di Helsinn Chemicals, poi direttore del business development dell’azienda. Tra il 1996 e il 1998 è consulente di multinazionali farmaceutiche e del gruppo Stada e nel 1998 fonda EG EuroGenerici per il Gruppo far-

maceutico tedesco Stada Arzneimittel AG. Dal 1999 è amministratore delegato di EG EuroGenerici, società operante nel campo dei farmaci generici equivalenti. Dal 2002 è anche am- Enrique Häusermann ministratore delegato Amministratore della società Crinos Delegato e dal 2004 di tutte le EuroGenerici società del Gruppo Stada in Italia. Dal gennaio 2013 è presidente di Assogenerici. Dal suo primo approccio al mondo del generico, sia Enrique Häusermann - oggi amministratore delegato di EG EuroGenerici e presidente di Assogenerici - sia i farmaci generici equivalenti di strada ne hanno fatta tanta.

I progetti di Eurovita: si apre, dichiara l’AD Andrea Battista, una nuova fase per la compagnia, che cercheremo di valorizzare partendo dalle competenze, expertise, buoni prodotti e ottimi clienti,ma sarà anche l’occasione per dare nuovo slancio alla società puntando su flessibilità, dimensioni e rapidità per cogliere le nuove sfide del mercato. Saremo equilibrati e prudenti perché vi sono molteplici opportunità da cogliere per avere un grande risultato. La compagnia, prosegue Battista, è specializzata nella distribuzione di prodotti tradizionali, index linked, unit linked, prodotti multiramo, previdenziali e prodotti per l’azienda, distribuiti tramite il canale bancario, ed è in grado oggi di operare nella bancassurance attraverso una struttura dinamica e qualificata, orientata alla personalizzazione e all’innovazione del prodotto e al servizio offerto alle reti di vendita. La nostra dimensione – ha continuato Battista è un punto di forza per le reti di piccole e medie dimensioni con cui operiamo, inoltre se, a oggi, la nostra strategia distributiva è incentrata sulla partnership con istituti di medie dimensioni, in una seconda fase, svilupperemo la collaborazione con i consulenti finanziari indipendenti, operanti all’interno di partner bancari, da utilizzare come supporto per offrire prodotti validi. Essenziale nella nostra strategia di distribuzione – conclude Battista – è una rete diversificata di partner bancari. I target di clientela: La compagnia pur continuando a rivolgersi a clienti mass market, oggi può contare su circa 120 mila clienti per una raccolta annua di oltre 350 milioni di euro. L’approccio verso i clienti private – sotto-

linea Battista – sarà più proattivo rispetto a quanto fatto finora dal mondo bancassicurativo: la nostra ambizione è divenire un interlocutore privilegiato perché capace di operare interamente nel private insurance, affiancando ai prodotti unit linked, oggi più diffusi in questo segmento di mercato, anche soluzioni di protezione mirate, nonché i tradizionali prodotti di ramo I. Eurovita lancia il private: Vogliamo costruire – ha spiegato Battista – una divisione dedicata con luxury brand,un’area di business che serva questo segmento in modo eccellente e differenziato con prodotti ad hoc e una linea chiara e distintiva. Poi la digitalizzazione, con la creazione del nuovo portale multi accesso, per raggiungere un’operatività realmente paperless in circa 24 mesi; la rivisitazione del sito Internet, con una comunicazione più immediata e moderna, infine il nuovo logo, che vuole sintetizzare gli elementi trainanti del nuovo percorso. Dalla competizione alla cooperazione - Uno dei temi più dibattuti in questo momento è come possono interagire le reti fisiche e i social media. Come si passa dalla competizione alla cooperazione? E cosa devono fare la compagnia per non rimanere spiazzate dal cambiamento digitale? “Una cosa è certa”, ha risposto Andrea Battista, amministratore delegato di Eurovita Assicurazioni: “ le compagnie non devono commettere l’errore di restare inermi. Sembra, infatti,che in questa fase ci sia un conflitto fra tradizione e innovazione. A mio parere, il concetto di tradizione non è opposto a quello di innovazione. Non è antitetico. Il digitale non è un fattore endogeno per il settore assicurativo. Ha pervaso la nostra vita di tutti i giorni. Resta il fatto che oggi le compagnie si trovano di fronte a un consumatore che è cambiato e utilizza la tecnologia. L’evoluzione del mondo digitale ha di fatto abbattuto le barriere fra consumatori e produttori che adesso non sono più distanti.” Ma che impatto sta avendo l’innovazione tecno-

logica sul settore assicurativo? “Si sta ripercuotendo su due aspetti: sulla competizione nei processi e sull’informazione. In merito a questo ultimo punto”, ha precisato Battista, “ il mondo digitale si è aperto alla multicanalità, che è di fatto diventata una realtà: oggi il cliente vuole accedere al mondo assicurativo e finanziario, quando, come e dove vuole. Per questa ragione per le compagnie è diventata fondamentale la ricerca di una integrazione fisica e digitale. Ormai non si può più tornare indietro. Quello digitale è un mondo con cui dobbiamo convivere. E’ un mondo che presenta nuove opportunità e anticiparle può essere vincente dal punto di vista strategico per una compagnia, anche a costo di incorrere in errori e correggerli in corsa.”

EG

®

EuroGenerici

DALLA CHIMICA AI FARMACI GENERICI EQUIVALENTI

6

Andrea Battista, Amministratore Delegato Eurovita Laurea cum laude in Economia all’Università Luiss di Roma – Dottore Commercialista e revisore contabile. Excursus professionale in primarie Compagnie assicurative: Direttore Generale di Duomo Assicurazioni; Direttore Centrale Vita, Pensioni e Bancassicurazione di Società Cattolica di Assicurazione; dal gennaio 2009 al giugno 2012 è Amministratore Delegato del Gruppo Aviva in Italia. Da giugno 2012 a dicembre 2012 Amministratore Delegato delle principali compagnie assicurative di Aviva in Italia


I

NTERVISTE

L’European Tour e Hilton Worldwide hanno annunciato che la catena alberghiera più grande del mondo sarà il fornitore ufficiale del Tour. La partnership, che si fa forte della longeva collaborazione di Hilton Worldwide con le associazioni sportive e delle Aligi Gardenghi Vice Presue svariate strutture disident Marketing Europe, slocate in 93 paesi, accoMiddle East & Africa Hilton glie la catena alberghiera Worldwide nel gruppo dei partner globali dell’European Tour per la durata di tre anni a partire dal 2015. L’accordo iniziale vedrà Hilton Worldwide ospitare il personale del Tour nelle numerose strutture situate nei pressi degli eventi che si terranno in tutto il mondo, in particolare in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia Pacifica. George O’Grady, amministratore delegato dell’European Tour, ha dichiarato: “Dalla nascita della nostra organizzazione nel 1972, circa 41 paesi di tutto il mondo hanno ospitato i nostri eventi sportivi. Per il golf d’élite, è diventato un vero e proprio appuntamento di respiro mondiale. Siamo davvero orgogliosi di poter iniziare una nuova collaborazione con una catena alberghiera tanto prestigiosa come Hilton Worldwide. La sua rete mondiale soddisfa appieno le nostre esigenze logistiche e siamo impazienti di sostenere mutualmente l’impatto e la portata che ha il golf in ogni parte del mondo.” L’accordo prevede per Hilton Worldwide la possibilità di pubblicizzare i propri servizi tramite i diversi canali dell’European Tour, incluso il sito web europeantour.com, promuovendo le numerose strutture alberghiere e golfistiche dislocate in tutto il mondo. Inoltre, Hilton potrà avvalersi di svariati pacchetti dedicati agi ospiti e della presenza di ambasciatori del golf. Come nasce l’unione tra il Gruppo e European Tour? Risponde Aligi Gardenghi, vicepresidente marketing per l’Europa, Medio Oriente ed Africa di Hilton Worldwide: “Da sempre sosteniamo il golf come attività sportiva, sia attraverso i prestigiosi impianti disponibili all’interno delle nostre strutture in tutto il mondo, sia tramite la collaborazione con i professionisti del settore. L’accordo stretto con l’European Tour è parte del nostro impegno verso il continuo miglioramento dei servizi che offria-

mo ai nostri clienti e, in questo caso, a coloro che condividono la nostra passione per il golf.” Quali sono i flagship hotel su cui punta Hilton Worldwide? Sono già stati stipulati accordi ufficiali con vari hotel della catena per ospitare gli imminenti eventi dell’European Tour, come il torneo Joburg Open che si svolgerà presso l’Hilton Sandton e il Maybank Malaysian Open che sarà ospitato dal Doubletree by Hilton, con la concreta possibilità di chiudere ulteriori accordi. Ma il Gruppo possiede oltre 50 strutture con campi da golf connessi o associati. Tra questi, vi sono il Waldorf Astoria Ras Al Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti, l’Hilton Belfast Templepatrick nell’Irlanda del Nord e il Conrad Algarve in Portogallo. Quest’ultimo, sede della prima edizione dei World Golf Awards (durante i quali il Portogallo è stata premiata come la Migliore Destinazione Golfistica del Mondo) offre strutture all’avanguardia per gli amanti del golf che includono un’ampia serie di servizi dedicati, quali il Golf Concierge, l’assistenza personalizzata del membro della PGA Fernando Nogueira, e una varietà di esperienze golfistiche nei prestigiosi campi di Quinta do Lago, Vale do Lobo e Vilamoura. Conrad Algarve offre ai suoi ospiti uno sfarzoso soggiorno in un mondo di stile: la struttura, che dispone di 154 camere, evoca il vero fascino del luogo, dall’architettura del palazzo risalente al XIX secolo, agli ingredienti locali utilizzati nella spa fino all’ampia offerta gastronomica. Ideale per un’elegante fuga dallo stress quotidiano. Il forte legame con lo sport pone il Conrad Algarve al centro della strategia golfistica globale di Hilton Worldwide, che ha annunciato di recente la partnership con l’European Tour. Parte di questa strategia prevede il patrocinio continuo del golfista di Algarve Ricardo Santos e del golfista inglese Tyrrell Hatton reduce da cinque top 10 nell’European Tour dello scorso anno. E in Italia, quali nuovi progetti? In partnership con il Parco di Roma Golf Club, il Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotels & Resorts, hotel di punta del Gruppo, sta mettendo a punto una serie di iniziative e offerte rivolte agli amanti del golf. L’offerta “Golf in Rome”, ad esempio, è stata ideata per rendere ancora più memorabile e autentica l’esperienza golfistica nel cuore della Città Eterna. Il pacchetto prevede un servizio “tutto incluso”, dalla prenotazione del campo direttamente tramite il Concierge dell’hotel, ai transfer da/per l’hotel in tutta comodità e alla formula “snack lunch”, con tariffe preferenziali di accesso al Club per gli ospiti che soggiornano al Rome Cavalieri e pagamento veloce con addebito direttamente sul conto camera. Progettato e realizzato dall’architetto di fama mondiale Paul B. Dye, e inaugurato nel 1999, il Parco di Roma Golf Club è situato a soli 5 minuti dal centro città, e vanta un campo 18 buche immerso nello splendido Parco di Veio, uno dei più estesi del Lazio. La vista spettacolare della Città Eterna, con la cupola di San Pietro che si

staglia tra le colline, offre lo scenario ideale per un’indimenticabile esperienza golfistica. Più a sud, nella bellissima cornice del Salento, affiancato dall’Oasi Naturale WWF delle Cesine, troviamo il DoubleTree by Hilton Acaya Golf Resort e il suo campo da golf a 18 buche dell’Acaya Golf Club. Immerso nel verde della macchia mediterranea e costeggiato da incantevoli laghetti e ruscelli, è stato disegnato dal famoso studio americano Hurdzan/Fry e ha già accolto numerose manifestazioni di carattere nazionale e internazionale, tra le quali gli Internazionali d’Italia Senior, una tappa del Circuito Professionistico ALPS Tour e nel 2011 e 2012 l’Acaya Open dell’European Challenge Tour. Inoltre, da quest’anno, dal Resort è possibile raggiungere rapidamente una meravigliosa spiaggia all’interno dell’ oasi WWF delle Cesine, e provare l’emozione di un servizio “all inclusive on the beach”. Infatti, grazie ad un efficiente servizio navetta e ad una nuova collaborazione con il “Lido delle Cesine”, Acaya Beach Club propone ai suoi ospiti ogni tipo di comfort in un contesto naturalistico mozzafiato. La soluzione ideale per un soggiorno all’insegna del golf e del mare. L’Acaya Golf Club dispone di un percorso unico nel suo genere in Italia, un perfetto “links” che riproduce situazioni e realtà presenti solo in Scozia, patria del golf. Si sviluppa, infatti, in un ambiente dove la presenza umana è inavvertibile e dove l’occhio spazia sull’orizzonte fatto solo di natura e aria pura. E infine, tra i nuovi arrivati del Gruppo in Italia, il DoubleTree by Hilton Venice North, entrato a far parte del portfolio a inizio anno. Adiacente all’hotel si trova lo storico Golf Villa Condulmer, costruito nel 1960 su disegno di John Harris, il cui percorso è adatto sia ad un pubblico esperto che alle famiglie. Le 18 buche Championship PAR 71 e 9 buche executive PAR 29 offrono spettacolari viste della campagna veneta. I Green fee sono disponibili direttamente in Hotel a tariffe agevolate, così come i Golf Cart; e a fine giornata, gli ospiti possono rilassarsi approfittando della sauna e della piscina dell’hotel. Ma l’impegno di Hilton Worldwide nello sport non si esaurisce qui... Infatti, la collaborazione di Hilton Worldwide con il golf abbraccia la più ampia strategia di responsabilità aziendale denominata “Travel with Purpose”. A tale proposito, il torneo Hilton HHonors Charitable Golf Series nel suo ottavo anno di vita ha raccolto 1,53 milioni di dollari che sono stati destinati alle organizzazioni benefiche statunitensi. Il Gruppo può vantarsi anche di essere il partner alberghiero esclusivo della casa automobilistica McLaren in Inghilterra, nonché del Comitato Olimpico degli Stati Uniti, di quello canadese e cinese. Aligi Gardenghi insieme a George O’Grady – CEO dell’European Tour

49


C I

NTERVISTE IRCUITI

Negli ultimi anni i diamanti stanno rivoluzionando il concetto di investimento in “beni rifugio”. Abbiamo deciso d’intervistare il Sig.Attilio Federico Cominotti, presidente e fondatore della Mycott & Darin Italia, società che tratta la vendita di diamanti su tutto il territorio italiano. Il Sig. Cominotti ci guiderà alla scoperta del brillante mondo dei diamanti, ci aiuterà a comprendere le proprietà del diamante e le differenze tra diamante da investimento e diamante/ gioiello. Da dove nasce l’idea Mycott & Darin? Sono un uomo maturo e nel mio percorso professionale ho avuto modo di vivere sia il boom economico pervaso di romanticismo degli anni ’60, sia i ruggenti anni ’80 e ‘90. Ho sempre lavorato duramente con l’obiettivo di preservare il frutto di più di 50 anni di sacrifici per la sicurezza della mia famiglia. Negli anni ’80 e ’90 investimenti in ogni settore mostravano un trend positivo: l’economia globale era in crescita, il settore immobiliare era solido e gli strumenti finanziari della Borsa, con la giusta oculatezza, portavano a risultati cospicui. In seguito l’avvento della recessione e l’evoluzione dei tempi mi hanno portato a vedere gli eventi sotto una nuova prospettiva, a riflettere sulle nuove esigenze della mia famiglia, riflessione che poteva essere trasferita a tutte le famiglie di risparmiatori italiani: proteggere e preservare il proprio denaro in balia di un’economia speculativa sempre più aggressiva e trovare una forma di risparmio che fosse stabile, certa. Sfruttando la mia esperienza ormai cinquantennale nel mondo della gioielleria, ho individuato nei diamanti tutte le caratteristiche adeguate a supportare questo tipo di investimento. La Mycott & Darin è nata proprio per dare l’opportunità al piccolo ed al grande risparmiatore di avvicinarsi a questo magico mondo in modo trasparente e sicuro. Come mai “i diamanti di famiglia”? Tutto nasce da un piccolo diamante che appartiene alla mia famiglia da 3 generazioni. Esso fu donato a mio nonno, ed è stato tramandato di padre in figlio, dai primi anni del ‘900. Provengo da una famiglia modesta in cui i valori morali e la dedizione verso il proprio nucleo di origine erano la unica vera ricchezza. Fin da piccolo mi è stato insegnato che questa piccola gemma avrebbe potuto aiutarmi, qualora mi fossi trovato in difficoltà. Tante volte da ragazzo avrei preferito trascorrere le serate bighellonando con i miei coetanei del

8

quartiere, magari spendendo i pochi soldi guadagnati lavorando come garzone nelle botteghe orafe. Già da allora, l’esempio dei miei genitori così oculati mi aveva insegnato il valore del denaro guadagnato onestamente e del risparmio. Credo sia giusto comunicare alle famiglie che il diamante da investimento è un prodotto accessibile e sicuro, purchè ci si rivolga a professionisti del settore onesti e competenti… possibilmente a noi. Come si è avvicinato al brillante mondo della gioielleria? Per caso, da ragazzino. Mi ci è voluto veramente poco per capire che questo mondo sarebbe stato la mia vita. Ho cominciato come garzone nelle piccole botteghe dopo aver frequentato la scuola orafa. Ero affascinato dalle creazioni che io stesso con le mie mani e pochi strumenti riuscivo a produrre grazie a questi materiali così preziosi. In seguito dopo una lunga gavetta e tante porte chiuse in faccia, ho avuto la caparbietà di impormi nel settore, importando in Italia un prodotto di orologeria digitale giapponese rivoluzionario. Successivamente ho contribuito allo sviluppo della rete commerciale dell’azienda italiana di gioielleria più nota al mondo, che oggi vanta boutique prestigiose all’estero e testimonial di rilevanza eccezionale. Ho creato in seguito una catena di gioiellerie in cui i miei figli sono cresciuti professionalmente e ancora oggi possiedo una piccola boutique in cui trascorro le mie giornate perché amo mantenere vivo il lavoro a contatto diretto con i miei clienti. La Mycott & Darin è la mia nuova creatura, è un progetto con enormi prospettive di sviluppo in cui credo e in cui sto investendo la mia energia e tutta la mia esperienza. Qual è il vostro cliente tipo? Come le dicevo, dal piccolo risparmiatore al grande investitore. Il diamante in sè è stato sempre visto come un oggetto assolutamente esclusivo, perché sempre associato al concetto di creazione di alta gioielleria. Acquistando un diamante da investimento la prospettiva cambia radicalmente: il diamante continuerà sempre a brillare, ma non sarà più solo la massima espressione di un oggetto ornamentale di inestimabile valore. I nostri consulenti offrono ai risparmiatori/investitori l’opportunità di mettere al riparo parte dei propri risparmi in modo sicuro in un prodotto fisico e tangibile, con incremento di valore comprovato dalla storia recente minimo del 4% netto ogni anno. In poche parole, come funziona? Al cliente viene consigliato di destinare all’investimento in diamanti, seguendo le regole del buon senso economico, dal 5% al 10% del pro-

prio patrimonio, offrendo una forma di diversificazione di investimento in un prodotto che storicamente non ha mai conosciuto flessioni di valore. A fronte della somma versata, corrisponderanno dei diamanti per un valore totale corrispondente alla stessa. La Mycott & Darin seguirà il proprio cliente anche nel momento in cui egli stesso deciderà di rientrare del proprio investimento, prendendosi in carico il ricollocamento del prodotto sul mercato, impegnandosi a riconoscere all’investitore una somma pari all’investimento iniziale, maggiorata del 4% netto per ogni anno di detenzione dello stesso, in regime di capitalizzazione semplice. Aggiungerei, concludendo, che sulla plusvalenza maturata non si sconta capital gain. Il cliente quindi è fisicamente in possesso del prodotto? Ovviamente si, questa è la differenza tra un investimento in un qualunque strumento finanziario ed un investimento in diamanti. Essere fisicamente in possesso del proprio investimento ed avere tra le mani quel valore, dà la certezza all’investitore di disporre di un bene che è per definizione una riserva di valore. Gli investitori in campo finanziario sono sempre stati vittime delle fluttuazioni dei mercati azionari, spesso senza poter intervenire direttamente e tempestivamente per limitare le perdite in caso di improvviso crollo dei titoli di cui erano in possesso. Ovviamente è una scelta responsabile valutare la potenziale situazione di rischio nel possedere dei preziosi: affidandosi a noi l’investitore potrà usufruire di un’assicurazione all risk gratuita per i primi due anni. Per chi volesse liberarsi comunque dal pensiero, la Mycott & Darin offre la possibilità di custodire il prodotto per conto del cliente presso caveau bancario.

Attilio Federico Cominotti Presidente e Fondatore Mycott & Darin Italia.


C I

NTERVISTE IRCUITI

Lei crede ancora negli investimenti classici (finanza, borsa,titoli di stato…)? Certo, come detto in precedenza, la diversificazione sta alla base delle regole del buon investitore. Sono convinto comunque che in ogni settore di investimento, nel mercato finanziario, come nel mondo dei diamanti, oltre al fiuto personale, un investitore debba essere guidato da consulenti esperti.

nosciute in tutto il mondo: IGI, GIA ed HRD. Inoltre i nostri diamanti, oltre ad essere sigillati in blister ed accompagnati da certificato cartaceo, portano impressi a laser in maniera invisibile sulla corona le loro caratteristiche fisiche e il riferimento del certificato corrispondente. Questi tre fondamentali istituti gemmologici, oltre a certificare le caratteristiche degli stessi, ne garantiscono anche la provenienza, rispettando le normative ONU sull’eticità dall’estrazione al cliente finale.

Come si verifica la genuinita’ del diamante? Per maggiore tutela, ai nostri clienti vengono consegnati esclusivamente diamanti certificati dalle tre principali società di certificazione rico-

Sappiamo che siete anche attivi nel sociale, in che modo? Ritengo che la vera ricchezza stia nei valori. Per questa ragione, avendo avuto l’onore di incon-

Incontriamo il direttore di Radio Vivafm, Stefano Sani, per scoprire tutte le novità della radio in movimento.

Radio Vivafm sta facendo diversi passi avanti in termini d’ascolto, confermi? Il primo semestre 2014 diciamo che ci ha promossi. Ora attendiamo i dati del secondo 2014 e vedremo, anche se i dati di ascolto non sono tutto nella vita e…neanche in una radio. Inoltre si sta espandendo in termini di frequenze? Abbiamo da poco acquistato 2 nuove frequenze che ci permettono di coprire anche l’ Emilia

nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Cosa ci dici del nuovo claim “anche tu uno di Viva”? “ Anche tu uno di Viva “ identifica la famiglia, il gruppo che intendiamo creare con tutti coloro che ogni giorno ci ascoltano. Noi facciamo la radio per chi ci ascolta e chi ci ascolta fa parte di noi.

trare sul nostro cammino Franco Antonello, fondatore della “Fondazione i bambini delle fate” e suo figlio Andrea, un ragazzo speciale che racchiude in un abbraccio tutto l’amore del mondo, abbiamo deciso di appoggiare la loro causa e supportare le loro preziose iniziative. Sosteniamo in questo momento uno specifico progetto e stanziamo regolarmente fondi, indipendentemente dal risultato economico aziendale, affinchè l’attività possa essere portata a termine con successo. Chi si avvicinerà alla Mycott & Darin saprà di aver contribuito ad un progetto nobile, animato da persone vere e di aver permesso ad un bambino e alla sua famiglia di vivere momenti di serena normalità.

Come si caratterizza il palinsesto di Vivafm? Cominciamo con i programmi in diretta alle 7.00 del Stefano Sani, direttore mattino per finire di Radio Viva Fm. alle 22.00. Poi si continua con i dj-set dei nostri dj e i collegamenti in diretta dai migliori locali. I programmi e gli speaker puntano alla massima interattivita’ con gli ascoltatori. La musica e’ omogenea in tutti i programmi con le dovute sfumature nelle diverse fasce orarie. Ci siamo definiti “ la radio in movimento “ e il ritmo e le emozioni da noi sono H24…!!! Da quanti anni sei a capo della radio in movimento e che obbiettivi hai per il futuro? Mi occupo della direzione artistica dal 2006. La radio mi e’ sempre piaciuta e piu’ passa il tempo piu’ fare questo lavoro mi da emozione. Fare la radio mi da soddisfazione e mi stimola costantemente. I miei obbiettivi ??? Quello mio personale e’ di imparare ogni giorno di piu’ da tutto cio’ che mi circonda, quello che mi piacerebbe per Viva Fm e’ che la “ famiglia “ si allargasse sempre piu’. Quindi se ancora non lo sei forse e’ arrivato il momento giusto per provare ad esserlo. Ti vogliamo con noi…!!! Anche tu… uno di Viva…!!!

9


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.