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I correggesi, popolo di poeti e narratori

LE NUOVE USCITE DI BENEDETTA BONFIGLIOLI E GIORGIO BONACINI

Inizia con questo numero un nuovo percorso di Primo Piano, pensato e voluto per far conoscere più da vicino le opere letterarie di tanti scrittori correggesi, pubblicate da note casa editrici italiane. Una conferma di come la nostra cittadina sia una vera fucina di talenti, di cui si può e si deve essere orgogliosi. L’esordio spetta a due autori che, nella loro diversità di genere, hanno saputo conquistare un pubblico nazionale ed imporsi all’attenzione della critica italiana, vincendo numerosi premi letterari: Benedetta Bonfiglioli e Giorgio Bonacini.

“Senza una buona ragione” è l’ultimo romanzo della Bonfiglioli, professoressa di lingue straniere alle scuole superiori, da sempre profonda conoscitrice del mondo giovanile. Uscito il 27 gennaio scorso per Pelledoca, casa editrice milanese specializzata nel genere thriller e noir, presenta la storia di Bianca Bianchi, studentessa dal nome e dalla vita semplice, fatta di pochi amici veri, una famiglia imperfetta come tante e una scuola difficile affrontata però con molta determinazione. Tuttavia, lentamente, Bianca sprofonderà in un abisso a causa di piccoli incidenti e cattiverie, dapprima apparentemente banali ma successivamente sempre più significativi e pesanti. «Questo libro - afferma l’autrice- è il mio primo youth thriller, con protagonisti degli adolescenti. É un romanzo molto diverso da quelli scritti in passato, un romanzo duro rispetto a “Pink Lady”. Qui c’è tanto dolore, cattiveria, debolezza e difficoltà nel trovare un aiuto fuori. La protagonista subisce inerme fino ad arrivare a un punto di buio e di caduta che le saranno necessari per rialzarsi e ricominciare». Il thriller è ambientato per la prima parte nella Pianura Padana, che ben conosciamo, e per la seconda parte in Trentino. Una pa-

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gina completamente nera separa le due ambientazioni e le due

fasi di vita della protagonista. La Bonfiglioli paragona la sua ultima opera letteraria a una mongolfiera: «La parte iniziale è la zavorra, la terra; la seconda è il pallone di elio, la leggerezza e il cielo». Dei suoi personaggi dice che sono tridimensionali e che trovano sempre una via d’uscita conclusiva. Del significato del titolo, invece, spiega che è applicabile a ciò che succede nella vita di tutti i giorni: le situazioni spesso accadono senza una spiegazione precisa. Infine, di se stessa come scrittrice vuole precisare che non scrive per mandare un messaggio al suo pubblico, ma tramettere l’amore per la lettura: «Vorrei che i lettori si affezionassero ai personaggi leggendo i miei romanzi, provassero fascino, suggestione e la sensazione di rimanere orfani quando il romanzo finisce». “I segni e

la polve-

re, 52 poesie distrattamente felici” edito da Arcipelago Itaca, casa editrice marchigiana, è l’ultima raccolta di Giorgio Bonacini, poeta, amico del compianto Pier Vittorio Tondelli ed ex insegnante correggese, con all’attivo migliaia di poesie scritte e quattrocento pubblicate tra case editrici, associazioni e università. Vincitore di tre premi e finalista in vari concorsi, Bonacini scrive dall’età di quindici anni e con le sue “52 poesie, distrattamente felici” ha vinto nel 2020 la quinta edizione del premio “Arcipelago Itaca” per una raccolta inedita di versi, non opera prima. «Di questa antologia - esordisce Bonacini - il sottotitolo è importante perché in poesia la felicità è un argomento raro. Leggendo le poesie mi davano serenità e anche varie recensioni hanno sottolineato la sensazione che ho provato. Sono poesie liriche che, però, non scadono nel sentimentalismo, composte con regole metriche e ritmiche precise». Bonacini sottolinea che il numero 52 non è una casualità: «52 sono le settimane contenute all’interno di un anno e io ho scritto ognuna delle liriche con cadenza settimanale. Inoltre, 52 sono anche le rime finali e interne contenute nel volume». Alla domanda sulle tematiche dei componimenti afferma che l’argomen-

to fondamentale della poesia è la

poesia stessa e la poesia è un’arte che usa la parola per dire qualcosa d’altro, per proiettarsi su un significato più metaforico. Confessa però che nei suoi 52 componimenti sono presenti molti elementi naturali del Cielo e della Terra e che, come poeta, ama far parlare le cose e per questo si sforza di mettersi dal loro punto di vista. Conclude sottolineando che in generale ogni opera in versi è strettamente influenzata dallo stato d’animo del poeta nel momento in cui scrive: «La poesia

rappresenta le stagioni di vita di

chi la compone; questo concetto è imprescindibile».

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