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Il recupero del territorio, opera di qualità

IL PERCORSO PROGETTUALE DELLO STUDIO DESSAU

Da sinistra: Silvia Gazzetti, Dino Turci e Mauro Turci

Lo studio Dessau, fondato nel 1980 da Dino Turci insieme a Guido Ligabue e Ivana Iotti con collaboratori Donatella Paglia e Mauro Turci (che è poi entrato nell’organico dello studio), è stato il primo studio di urbanistica e architettura di Correggio. Ascoltare le riflessioni di questi professionisti ci offre la opportunità di capire le trasformazioni intervenute in questi anni. Entrando nello studio si resta colpiti dalle fotografie di grandi pesci appese alle pareti: ognuno di noi ha un proprio vissuto e delle passioni… e Dino è un grande appassionato di pesca. Lo studio ha vissuto momenti storici molto differenti, legati ai cambiamenti che avvenivano a livello sociale, politico e normativo. Dino ci tiene a rimarcare che la “dimensione etica”,

la correttezza nei rapporti e nei comportamenti sono stati sempre

punti fermi del loro lavoro. Non ha esitato, quando non condivideva le scelte tecniche e politiche, a dimettersi da ruoli istituzionali di primo piano.

Prima di aprire lo studio hai lavorato alcuni anni nell’ufficio tecnico del Comune di Correggio, in una “squadra” di grande competenza e umanità, con assessore Eros Guerrieri, l’ingegner Ferretti, Guido Ligabue, Luciano Martinelli, Gianna Cattini e Mauro Montanari. Quanto è stata importante per te questa esperienza?

Dino: «Sono stati anni molto formativi che ci hanno permesso di verificare in concreto quello che contemporaneamente studiavamo in università. Io e Guido ci siamo laureati nel 1978 in Urbanistica presso la sede distaccata di Treviso dell’Università di Venezia. Ivana si era laureata un anno prima presso la facoltà di Architettura dell’Università di Firenze».

Quando avete fondato lo studio, quali erano le aspettative e il contesto?

«Eravamo tutti freschi di laurea e pieni di entusiasmo, la città stava vivendo anni di “qualificazione”, le famiglie volevano migliorare le loro condizioni abitative e le aziende si ampliavano o costruivano nuove sedi. Si sentiva l’esigenza di uno studio di architettura e vi erano tante opportunità di lavoro».

Perché il nome Dessau?

«Devo dire che il nome lo aveva proposto Ivana: Dessau è la città che

ha ospitato la prima scuola di ar-

chitettura del Bauhaus. Non era un nome banale e nei primi tempi ha generato alcune divertenti incomprensioni… Chi pensava fosse un nome sardo e chi invece credeva fosse francese e lo pronunciava con strani accenti! Nel tempo la compagine societaria si è trasformata e rinnovata, Guido ha scelto di impegnarsi a livello amministrativo ed è diventato assessore e poi sindaco di Bagnolo, Ivana nel 2003 è uscita per problemi personali».

Nel 2005 è entrata come socia Silvia Gazzetti, ingegnere.

Silvia: «Sono laureata in Ingegneria Civile all’Università degli studi di Parma nel 2001, anno in cui ho iniziato la libera professione iscrivendomi all’ordine degli Ingegneri di Reggio Emilia. Sono poi entrata come socia nello studio Dessau. Mi occupo di Progettazione architettonica e strutturale, sono progettista BIM, Coordinatore della Sicurezza. Attualmente sto seguendo un percorso di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore che mi darà la qualifica finale di Tecnico dei Processi di riqualificazione sostenibile».

Tra le tante idee che avete sviluppato quali sono i progetti che vi sono più cari?

Dino: «Siamo particolarmente orgogliosi di aver progettato l’Albergo dei Medaglioni. È un edificio storico di pregio che ha notevolmente qualificato l’offerta ricettiva del Comune di Correggio e ha innescato un processo di riqualificazione della zona di Porta Reggio, che era ancora in gran parte degradata. Altro progetto di cui siamo fieri è stato

l’Ampliamento del Villaggio In-

dustriale che, oltre a dare risposte ad alcune Aziende che avevano bisogno di maggiori spazi, ha permesso di poter ultimare il tratto della Tangenziale Nord e ha consentito la realizzazione della passerella ciclopedonale sopraelevata sulla via Unità d’Italia. Riteniamo anche molto interessante il progetto di ampliamento e rinnovo della facciata della Snap-On sulla Via per Carpi. Il cuore economico di un Comune sono le Zone Industriali, perché sono le aziende che trainano anche l’economia locale. Mi auguro che il Nuovo PUG dedichi più di un capitolo alla loro riqualificazione e proponga anche convenzioni con le imprese, che saranno ben liete di potere collaborare con l’Amministrazione Comunale. Correggio è conosciuta nel mondo perché è “la patria degli smonta-gomme e dello stampaggio delle materie plastiche”. Le zone industriali sono un po’ lo specchio della città. Gli imprenditori che vengono da noi, se trovano villaggi Industriali con servizi, pulizia, marciapiedi, parcheggi e sicurezza, potranno associare la cura dei luoghi alle eccellenze produttive».

Dopo gli anni dell’espansione, quelli che abbiamo di fronte saranno gli anni del recupero e della riqualificazione. Come vedete questo cambiamento?

Silvia: «I fabbricati del nostro territorio sono principalmente edifici costruiti prima della classificazione sismica del territorio, che ci colloca in zona 3 (sismicità medio-bassa). Questo richiede una grande attenzione al tema della sicurezza sismica. La prevenzione permette di ridurre i rischi, sia in caso di eventi sismici che in condizioni normali. Poter valutare per tempo quali interventi è necessario eseguire costa meno che intervenire a seguito di danni ormai avvenuti o in condizioni d’urgenza. In seguito ai drammatici eventi sismici del 2012, il nostro studio si è occupato di diversi interventi di messa in sicurezza e di miglioramento sismico sul patrimonio edilizio esistente, industriale e civile. È auspicabile che la nuova opportunità del “Superbonus al 110%” venga sfruttata anche per il miglioramento sismico dei fabbricati, perché è poco

ragionevole raggiungere un’alta efficienza energetica in edifici

con bassissima sicurezza sismica. Ultimamente abbiamo avuto diverse richieste per intervenire su fabbricati con Ecobonus e Sisma-bonus al 110%, e stiamo predisponendo i progetti. Il sistema di incentivazione fiscale si configura come un “volano” importante che ci coinvolgerà per parecchio tempo e porterà lavoro a imprese, idraulici, elettricisti e tutti coloro che gravitano su queste figure».

Sono intervenute molte variazioni normative negli ultimi anni. Come le valutate?

«Lo Stato e la Regione hanno emanato negli ultimi anni diverse leggi riguardanti il modo di costruire per l’Antisismica, il contenimento dei consumi energetici, il produrre energia con fonti rinnovabili, l’isolamento acustico dei fabbricati ed altre di minore entità. La progettazione è diventata molto più complessa, ma le prestazioni richieste hanno una finalità “virtuosa”. Vogliono garantire benessere, sicurezza, risparmio e rispetto ambientale».

Cosa vi aspettate dal nuovo P.U.G. (Piano Urbanistico Generale)?

«La Nuova legge Urbanistica Regionale ha dettato i principi generali volti al contenimento dell’Espansione Territoriale e alla incentivazione del recupero delle aree dismesse e del patrimonio edilizio esistente. Le norme del vigente PRG a Correggio sono state scritte nel 1999: sono di fatto inadeguate e soprattutto piene di prescrizioni che tramutano il progetto in una sorta di percorso ad ostacoli. Il PUG dovrebbe tendere ad

una semplificazione normativa e ad accompagnare i processi di rigenerazione, con un approccio “smart”

e innovativo. È auspicabile che non si sovrappongano vincoli ai vincoli, ma si dia attuazione concreta alla volontà di

recuperare e valorizzare il territorio

senza esasperare “la museificazione dell’esistente”, anche in edifici di modesto interesse architettonico. In ogni periodo storico la città si è trasformata per rispondere alle esigenze dei suoi abitanti». Lascio lo studio con la sensazione di essermi confrontato con persone serie e competenti, consapevoli della complessità del mestiere e della necessità di mantenere comportamenti etici in un mondo che ha avuto profondi sbandamenti. Silvia è capace e discreta, parla in modo pacato con assoluta saggezza. Dino è esuberante, dinamico e sveglio. Non poteva essere diversamente con tutti quei pesci appesi alle pareti: si sa...“chi dorme non piglia pesci”.

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