Il Cicloturista 2015

N.1 Aprile 2015 - Spedizione in A.P. tariffa B - Aut. 137/99 - Filiale di Forlì - Direttore responsabile Roberto Sgalla - Aut. Trib. Forlì N. 12 del 28/03/1987 Direzione e amministraz.: via Saffi c/o stadio comunale, Cesenatico ( FC ) - Stampa Sicograf srl Cesenatico - organo Ufficiale del G.C. Fausto Coppi

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INDICE DA 17 A 13.000. 45 ANNI DI STORIA E DI PASSIONE CYCLING IN EMILIA ROMAGNA di Alessandro Spada - Presidente A.S.D. Fausto Coppi Cesenatico FROM 17 TO13.000. 45 YEARS OF HISTORY AND PASSION

by Alessandro Spada - President A.S.D. Fausto Coppi Cesenatico IL SALUTO DEL SINDACO DI CESENATICO GREETINGS FROM THE MAYOR OF CESENATICO IL PENSIERO DEL DIRETTORE di Roberto Sgalla - Direttore IL CICLOTURISTA DIRECTOR’S THOUGHTS

by Roberto Sgalla - Director IL CICLOTURISTA EMILIA ROMAGNA SEMPRE PIÙ DESTINAZIONE BIKE TRA CICLOVIE DA RECORD, NATURA, HOTEL SPECIALIZZATI CYCLING IN EMILIA ROMAGNA: A WEALTH OF OPPORTUNITIES FOR CYCLING CICLISTI DEL FUTURO, NON DIMENTICATE LA PARTENZA! di Elisa Mazzoli CYCLISTS OF THE FUTURE DON’T FORGET WHERE YOU COME FROM!

by Elisa Mazzoli MANUEL SENNI: LA NOVE COLLI È SEMPRE AFFASCINANTE NOVE COLLI IS ALWAYS FASCINATING NOVITA’ PER LE SCORTE TECNICHE ALLE COMPETIZIONI CICLISTICHE SU STRADA CHANGES IN POLICIES REGARDING TECHNICAL SUPPORT AT ROAD CYCLING COMPETITIONS 226 KM IN 9 ORE - 47 MINUTI – 14 SECONDI ALEX ZANARDI DEBUTTA NEL TRIATHLON 226 KM IN 9 HOURS, 47 MINUTES AND 14 SECONDS ALEX ZANARDI MAKES HIS DEBUT IN TRIATHLON RACING SALUTO PER LA 45ª NOVE COLLI di Renato Di Rocco Presidente della Federazione Ciclistica Italiana GREETINGS FROM THE 45TH NOVE COLLI

by Renato Di Rocco President of the Italian Cycling Federation QUANDO TUTTO EBBE INIZIO WHEN IT ALL STARTED

PAOLO TADDEO DUE NOVE COLLI IN UN SOLO GIORNO TWO NOVE COLLI IN ONE DAY COME UN ELASTICO HA SALVATO LA MIA GARA CICLISTICA IN ITALIA ARTICOLO APPARSO SULL’HUFFINGTON POST HOW AN ELASTIC BAND SAVED MY ITALIAN BIKE RACE PUBLISHED ON THE HUFFINGTON POST

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IL CICLISMO AMATORIALE VERSO IL CICLISMO PER TUTTI di Gianluca Santilli Responsabile Settore Amatoriale nazionale FCI THE AMATEUR-CYCLING FOR EVERYONE

by Gianluca Santilli Head of the National Amateur Sector Federciclismo FCI CICLOTURISMO E TRAPIANTI, L’INTERVISTA A IVANO SALETTI CYCLING AND TRANSPLANTS, AN INTERVIEW WITH IVANO SALETTI

LA SICUREZZA NELLE GRANFONDO TRA LUCI E OMBRE SAFETY IN GRANFONDO EVENTS: MIXED RESULTS CRISTIAN ZORZI I NOVE COLLI DI UNO SCIATORE THE NOVE COLLI THROUGH THE EYES OF A SKIER

PIADINA ROMAGNOLA, IL SIMBOLO DELLA ROMAGNA PIADINA ROMAGNOLA, THE SYMBOL OF ROMAGNA

NOT ONLY BIKE: COSTRUITO ATTORNO AI CICLISTI NOT ONLY BIKE: BUILT AROUND CYCLISTS

NOVE COLLI: TRA MITO E TRADIZIONE NOVE COLLI: LEGEND AND TRADITION

LA PEDALATA PARTE DALLA PANCIA PEDALLING ORIGINS FROM A STRONG CORE

ICARO 2015: LA CAMPAGNA DI SICUREZZA DELLA POLIZIA DI STATO ICARO 2015: THE SAFETY CAMPAIGN PROMOTED BY THE STATE POLICE

INCIDENTI STRADALI E SICUREZZA DEI CICLISTI ROAD ACCIDENTS AND CYCLISTS’ SAFETY

PAOLO VENTURINI: L’UOMO DEI RECORD PAOLO VENTURINI: THE MAN OF RECORDS

L’ANTICA ROCCA DI CESENATICO E LEONARDO DA VINCI THE ANCIENT FORTRESS OF CESENATICO AND LEONARDO DA VINCI IL CHECK-UP BIOMECCANICO DEL GRAN FONDISTA THE CHECK-UP BIOMECHANICAL GRAND FONDISTA

35 la Redazione 38 42 44 46 49 52 54 57 60 64 66 68 DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Sgalla COMITATO DI REDAZIONE Andrea Agostini Matteo Gozzoli Francesco Zani Alessandro Spada PROGETTO GRAFICO Gianluca Pasini macchiasnc.com Riccardo Tei www.sicograf.com STAMPA Sicograf srl Viale Arno 27 Cesenatico www.sicograf.com

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Via Saffi c/o Stadio comunale Cesenatico

www.novecolli.it

DA 17 A 13.000.

45 ANNI DI STORIA E DI PASSIONE

FROM 17 TO13.000.

45 YEARS OF HISTORY AND PASSION

Il 2015 è un anno storico per il Gruppo Ciclistico Fausto Coppi. Il sodalizio che da 45 anni organizza la granfondo Nove Colli, quest’anno compie 50 anni di storia.

Era il 1965 quando un gruppo di appassionati di Cesenatico decise che era arrivato il momento di fondare un gruppo organizzato di ciclisti che potesse dare slancio al movimento cicloturistico.

Sei anni dopo, il 20 maggio del 1971, lungo il porto canale leonardesco di Cesenatico, alle 5 del mattino, in 17 prendevano il via alla prima edizione della Nove Colli. Il resto è Storia nota, con il “boom” di partecipazioni durante gli anni ’90, fino al numero chiuso ai 12.000 partenti dei giorni nostri e infine ai 13.000 del 2015, un regalo che il comitato organizzatore ha voluto fare ai tanti appassionati in occasione del cinquantesimo del G.C. Fausto Coppi.

Durante questo mezzo secolo di storia molte donne e molti uomini hanno investito tempo e passione per far crescere la Fausto Coppi, impegnandosi nell’avviamento al ciclismo e nella trasmissione dei valori dello sport a generazioni di giovani che proprio con la maglia della Fausto Coppi hanno dato i primi colpi di pedale sulla bici da corsa.

L’altra missione dell’associazione è stata fin dall’inizio lo sviluppo e la condivisione della passione per il cicloturismo, con la creazione di un gruppo che oggi conta quasi 500 iscritti e con l’organizzazione di un evento come la Nove Colli che da sfida tra amici si è gradualmente trasformata in una delle granfondo più conosciute e ambite a livello mondiale.

A fine 2014 ho avuto l’onore di essere rieletto Presidente del G.C. Fausto Coppi, insieme al nuovo consiglio direttivo sappiamo bene la portata delle nuove sfide che ci attendono nel futuro. La forza che rende questa manifestazione così magica e irripetibile è contenuta nell’insieme dei valori e delle tradizioni che alla Fausto Coppi si tramandano anno dopo anno, iscritto dopo iscritto, presidente dopo presidente.

Voltandosi indietro, le sfide immaginate e vinte dai miei predecessori ad una prima impressione potrebbero apparire assai diverse dalle sfide del 2015 ma se ci si ferma e si osserva con attenzione, sono esattamente le stesse.

I tempi sono cambiati, il cicloturismo è cambiato, l’Europa nel 1971 era molto diversa da quella che è oggi, l’Italia, Cesenatico e l’Emilia-Romagna anche, ma quello che ci tiene uniti, quello che ci fa lavorare per mesi cos’è se non la passione per il ciclismo e la voglia di condividerne le gioie e i piaceri con il maggior numero possibile di persone?

Oggi al tempo dei social network sentiamo forte come non mai la voglia di mantenere vivo il sogno di una sfida tra amici che da Cesenatico ha raggiunto l’Europa e che oggi si affaccia sul resto del mondo.

2015 is a historic year for the Gruppo Ciclistico Fausto Coppi Cycling Group. The association, which has been organizing the granfondo Nove Colli for the last 45 years, celebrates 50 years of history this year.

Way back in 1965 a group of enthusiasts from Cesenatico decided that the time had come to establish an organized group of cyclists who could provide a launching point for a serious cycling movement.

6 years later, on May 20th, 1971, at 5 in the morning, 17 riders set off from the Leonardo Da Vinci-designed porto canale in Cesenatico for the first edition of the Nove Colli granfondo race. The rest is history. The 90s saw a burgeoning number of participants, which led to the number of starters in recent years being restricted to 12,000, and finally to the 13.000 riders who will take part in 2015, a gift that the organizing committee wanted to give to its many fans in order to mark the 50th year of the G.C. Fausto Coppi.

Throughout this half century of history, many men and women have invested their time and passion to expand the Fausto Coppi association, committing themselves to increasing cycling trends and conveying the values of sport to younger generations, many of whom had their first experience on a racing bike in the Fausto Coppi jersey.

The association’s other mission from the start has been to develop and share their passion for cycling tourism by creating a group which today counts almost 500 members, and by organizing an event like the Nove Colli, which has gradually gone from being a lively challenge among a few friends to one of the most wellknown and prized races in the world.

At the end of 2014 I had the honor of being re-elected President of the G.C. Fausto Coppi. Along with the new board of directors we are well aware of the amount of new challenges we will be facing in the future. The force that makes this event so magical and unique is contained in the combination of values and tradition that has been handed down at the Fausto Coppi year after year, member after member, president after president. Looking back at the challenges faced and overcome by my predecessors, at first sight they may seem quite different than the challenges we’re facing in 2015; but if you stop and look closely, they are exactly the same.

Times have changed, cycling tourism has changed; in 1971 Europe was much different than it is today; so were Italy, Cesenatico and Emilia-Romagna; but what keeps us together, what could keep us working so hard for months, if it weren’t for a passion for cycling and the desire to share the joys and pleasures of riding with as many people as possible?

Today, in the era of social networks, we are striving more than ever to keep alive the dream of a friendly challenge that has spread from Cesenatico throughout Europe, and which now looks out towards the rest of the world.

PRIMA, DURANTE, DOPO LA NOVE COLLI Enervit Gold Sponsor

enervitsport.com youtube.com/enervitsport

[Alessandro Spada] Presidente A.S.D. Fausto Coppi Cesenatico (NOVE COLLI) President A.S.D. Fausto Coppi Cesenatico (NOVE COLLI)

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IL SALUTO DEL SINDACO DI CESENATICO

GREETINGS FROM THE MAYOR OF CESENATICO

È con grande piacere che porto il mio saluto come Primo Cittadino di Cesenatico ai ciclisti, alle famiglie ed ai turisti che anche quest’anno presenzieranno in città per il grande evento della Nove Colli, organizzata dal G.C. Fausto Coppi che a nome della città ringrazio sin da ora. Da più di quarant’anni questa importante gara, affermata a livello internazionale, porta al mare decine di migliaia di persone. La mia amministrazione desidera mettere al centro delle proprie politiche la persona nella sua interezza: lo sport, il benessere e la bellezza delle terre di Romagna rispondono certamente a questo intento. Cesenatico ha a cuore i ciclisti, segno tangibile di questo è l’accoglienza a loro riservata nelle strutture ricettive, alberghiere e gastronomiche. Come Sindaco intendo dire che la Nove Colli è un vanto per la città di Cesenatico che con eventi simili può vedere il suo nome conosciuto in tutto il mondo. Intendo quindi con vivo piacere invitare ciascun lettore a visitare la nostra bella città che sarà lieta di ospitarvi con il calore romagnolo che contraddistingue la nostra terra.

It is a great pleasure for me, as Mayor of Cesenatico, to welcome the cyclists, the families and the tourists that will be in our town on the occasion of the Nove Colli cycling race. A special thank to the great efforts made by the cycling Club Fausto Coppi that organizes the event. For more than forty years this important sport event, renowned at international level, has been taking to our seaside resort thousands of people. The mission of our town council is to give particular attention to the person’s needs: sport activities, wellness, together with the beautiful Romagna landscape can give the best answers to this purpose. Our town is certainly an ideal place for cycling lovers, and the perfect welcome given to them by accommodation, hotels and restaurants is a tangible sign of this. As Mayor I can say that the Nove Colli is a boast for Cesenatico and makes our town well known all over the world. Therefore I would like to invite every reader to visit our marvellous town that will be glad to welcome you with the typical warmth that distinguishes our land.

[Roberto Buda]

Sindaco di Cesenatico The Mayor of Cesenatico

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IL PENSIERO DEL DIRETTORE

DIRECTOR’S THOUGHTS

La Nove Colli si ripropone in tutta la sua capacità di emozionare e coinvolgere.

Domenica 24 maggio ripedaliamo sulle strade della Romagna, intrise di storia, cultura, costume, eccellenze enogastronomiche.

Nel corso dei giorni precedenti ciclisti, cicloamatori, famiglie e amici ne avranno annusato i profumi, assaggiato la bontà, visto le magnificenze.

Se è vero che la bellezza è un valore che può aiutarci a “salvare il mondo” credo che qui in Romagna in occasione della Nove Colli potrà essere fatto un tratto di strada in quella direzione.

Ma qui non c’è solo la bellezza dei luoghi, del mare, delle colline, delle montagne, dell’Appennino: c’è la bellezza di una corsa che compie 45 anni e la società che l’organizza il mezzo secolo.

Insieme alla bellezza dei colori, c’è quella della passione, del sacrificio, dell’impegno che oltre undicimila ciclisti vivono nella gara e nei giorni precedenti.

All’interno del giornale troverete il racconto della prima Nove Colli, diciassette eroici e sparuti ciclisti, tutti della “Fausto Coppi”.

A nessuno è consentito imbrattare, sporcare questo evento, a nessuno è consentito insultarlo assumendo doping, sporcando le strade con rifiuti, a nessuno è consentito offenderlo con comportamenti antisportivi.

Questo dovrebbe valere per tutte le gare di qualsiasi livello. La FCI in questi anni ha fatto della lealtà e della correttezza la sua bandiera, probabilmente pagando dei prezzi che gli vanno riconosciuti.

Credo sempre più che in questi eventi debba essere abbassato il tono agonistico e privilegiato quello amatoriale; meno premi, più attenzione alle categorie di età e meno ai vincitori assoluti.

La FCI ha organizzato una commissione per le gare amatoriali e lo scorso 15 gennaio si è tenuto a Roma il primo forum “Gli stati generali del ciclismo amatoriale”.

Alcune volte questi principi risuonano come guida mansionaria o come profeti che “urlano inutilmente” nel deserto.

Molti organizzatori non concordano con quanto da me affermato, ma il direttore di una rivista che va a dodicimila ciclisti pur non avendo nessuna ambizione pedagogica, educativa, men che meno etica morale, ha il dovere di difendere i valori più sacri del ciclismo: sacrificio, impegno, dedizione, lealtà.

Abbassare il livello dell’agonismo significa far emergere il “bello” di chi partecipa per vincere con se stesso, per sfidare il tempo dell’anno precedente, per non mettere lo scarpino a terra sul Barbotto, per ricevere all’arrivo il sorriso della moglie, della compagna, dei figli, degli amici.

Ma quale medaglia può valere un sorriso pulito di chi ti dice “bravo”.

Il mondo della bicicletta è in grande sviluppo, il valore economico della bici economy tocca i 200 miliardi, bici da strada, superleggere, mountain bike, city bike, biciclette con pedalata assistita sono tra gli oggetti che producono questi numeri.

Il fenomeno va sostenuto a tutti i livelli, con grandi eventi per attirare sponsor e promozioni e scelte politiche per favorire la mobilità sostenibile, come interventi in tema di viabilità, che non significa solo piste ciclabili, ma anche capacità di far coesistere mezzi diversi sulla stessa carreggiata. È necessario far crescere una cultura che non sia effimera ma basata sui valori del benessere fisico, della capacità di muoversi nei centri abitati, di godere delle bellezze naturalistiche e del nostro patrimonio artistico.

Le gare amatoriali possono essere un ottimo veicolo nel rispetto di quei valori che sono la premessa etica e morale di qualsiasi fenomeno e di ogni sperato sviluppo.

The Nove Colli is back once again, with all the compelling thrills that this event knows how to deliver.

On Sunday, May 24th, the pedalling parade will return to the roads of Romagna with all its history, culture, traditions and culinary excellence.

Over the last few days, cyclists, bike lovers, families and friends got the chance to smell its perfumes, taste its bounty and witness its marvels.

If it’s true that beauty is a value that can help us “save the world”, I think that here in Romagna for the Nove Colli we could take a step in that direction.

But here it isn’t just about the beauty of the places, the sea, the hills, the mountains, the Apennines: there’s the beauty of a race that’s celebrating its 45 years, and a half a century of the association that organizes it.

Together with the beautiful colours, there’s also the beauty of passion, of sacrifice, of commitment that more than eleven thousand cyclists experience in the race itself, as well as in the days leading up to it.

Inside the newspaper you will find the story of the first Nove Colli and those first seventeen heroic and eager cyclists, all from the “Fausto Coppi” group.

No one is allowed to deface, to sully this event; no one is allowed to dishonour it by doping, littering the streets with trash; no one is allowed to offend it with unsportsmanlike behaviour.

This should apply to all races, at any level. These last few years the FCI has made loyalty and fairness their banner cause, probably paying a price that should be recognized. I am always increasingly convinced that these events should lower the competitive tone in favour of an amateur atmosphere; fewer prizes, more attention to age categories and less attention to the absolute winners.

The FCI has organized a commission for amateur races and last January 15th in Rome they held the first forum on “the general states of amateur cycling”.

Sometimes these principles come across as job description guidelines or as hollow words from prophets who are “howling futilely” into the desert. Many organizers don’t agree with what I’m saying; but as the editor of a magazine that will go out to twelve thousand cyclists, even though it has no ambition to teach, educate, and especially not to preach about moral ethics, it has a duty to defend the most sacred values of cycling: sacrifice, commitment, dedication and loyalty.

By lowering the competitive aspect we can reveal the “beauty” for those who participate to win against themselves, to go up against their time from last year; with a personal challenge to avoid setting foot on the ground on the Barbotto, to arrive at the finish line and see the smiling face of a wife, a companion, of children and friends.

But what medal can be worth the shiny smile of someone telling you “bravo”?

The world of cycling is developing impressively, the value of the bike economy is worth 200 billion; road bikes, super lightweights, mountain bikes, city bikes, bikes with assisted pedalling – all these contribute to the numbers. This phenomenon must be sustained on all levels, with major events that can attract sponsors and promotions

Allora, buona pedalata, attenzione alle regole della strada, rispettatele (purtroppo troppi incidenti coinvolgono i ciclisti), mentre agli automobilisti dico: tolleranza!

La Fausto Coppi compie 50 anni ma non li dimostra. Frase un po’ banale usata con galanteria nei confronti delle donne e con un pizzico di invidia nei confronti degli uomini che ne dimostrano meno - ma in questo caso espressione della vitalità e dell’energia di una società che da 45 anni organizza una delle più belle amatoriali del mondo.

and political choices that favour sustainable mobility, like improvements in terms of viability, which doesn’t just mean bicycle paths but also the ability to make different vehicles coexist in the same lane.

We need to spur the growth of a culture that isn’t ephemeral but based on values of physical wellbeing, the capacity to get around urban areas, enjoying natural beauty and our artistic heritage.

Amateur races can be an ideal vehicle in the respect of these values, which are the ethical and moral premise of any one of these events, and any progress they hope to achieve.

Therefore, happy pedalling! Pay attention to the rules of the road and follow them (unfortunately too many accidents involve cyclists); while to drivers I say: tolerance!

The Fausto Coppi is turning 50 but it doesn’t show it. A bit of a cliché, if you will, used with chivalry for women and with a bit of envy for men who look younger than their age – but in this case an expression of the vitality and energy of an association that has been organizing one of the most beautiful amateur races for 45 years running.

[Roberto Sgalla]

Direttore IL CICLOTURISTA Director IL CICLOTURISTA

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ARTI MARZIALI BASKET BEACHGOLF BEACHRUGBY BEACHSOCCER BEACHTENNIS BEACHVOLLEY CANOA CICLISMO FITNESS FOOTVOLLEY FRISBEE NORDICWALKING NUOTO PODISMO SUP TCHOUKBALL TRIATHLON VELA

31 luglio - 2 agosto

2015

Grandi opportunità tutto l’anno per i cicloturisti in Emilia Romagna, una regione conosciuta in tutto il mondo per la sua storia, la sua arte, le sue tradizioni, i suoi tesori enogastronomici e gli affascinanti itinerari in bici. Tante le proposte in tutto il territorio, costeggiando il mare Adriatico o salendo sulle colline.

E questa terra vanta anche grandi campioni di ieri e di oggi Emilia Romagna, una regione in cui accoglienza e cordialità sono alla base della sua forte identità e che tra le sue “perle” vanta Città d’Arte uniche, unite dalla Via Emilia (storica via romana). Fare una vacanza in biciletta in Emilia Romagna significa anche pedalare nella storia, tra i siti Unesco per poi avventurarsi in percorsi tra rocche, castelli ed abbazie che s’incontrano lungo valli e grandi pianure, tra parchi e pinete, scavallando colline o costeggiando il mare. Andare in bicicletta in questa regione è davvero un’esperienza unica, così come sono uniche le sue tradizioni in perfetta sinergia tra cultura, armonia della natura e le eccellenze dell’enogastronomia.

L’Emilia Romagna può offrire grandi opportunità tutto l’anno per chi sceglie di fare una vacanza in bici, proponendo splendidi itinerari (con vari livelli di difficoltà) e gustose soste enogastronomiche. I percorsi per cicloturisti permettono anche di scoprire parchi e riserve naturali di grande bellezza che fanno di questa terra una grande oasi verde. In totale, ci sono 8.000 chilometri di percorsi stradali, piste ciclabili e tracciati sterrati per appassionati di bici e mountain bike. Sono tracciati a basso traffico, distribuiti nelle nove province: molti sono segnalati, altri identificati da guide e cartine. Si differenziano per lunghezza e difficoltà altimetriche e sono indicati per tre tipologie di praticanti: sportivi, ciclo-escursionisti e amanti della mountain bike. Ricco anche il calendario degli eventi, con la Nove Colli in primo piano.

110 KM DI ENERGIA E DIVERTIMENTO SULLA COSTA DELL’EMILIA ROMAGNA Riviera di Comacchio Le Spiagge di Ravenna Cervia Cesenatico Gatteo a Mare Savignano Mare

EMILIA ROMAGNA SEMPRE PIÙ DESTINAZIONE BIKE TRA CICLOVIE DA RECORD, NATURA, HOTEL SPECIALIZZATI

San Mauro Mare Bellaria Igea Marina Rimini Riccione Misano Adriatico Cattolica

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Prima regione italiana per diffusione di ciclabili L’Emilia Romagna è anche la regione italiana più virtuosa per l’attenzione ai percorsi ecologici e la promozione delle iniziative europee legate al cicloturismo.

Vanta un’ampia rete di percorsi riservati alle biciclette. Secondo una stima di Euromobility, che prende in esame i dati sulla mobilità sostenibile delle principali 50 città italiane, l’Emilia Romagna è la prima regione in Italia per diffusione di piste ciclabili con ben 8 capoluoghi in classifica. Ad aprire l’elenco delle ecostrade è il Comune di Reggio Emilia con 10 Km di percorsi “green” per ogni 10.000 abitanti. Seguono Ferrara e Modena con 9 Km. Sono 6 i centri urbani dove, in più, si evidenzia un aumento delle strade riservate alla bici: Modena, Ferrara, Ravenna, Parma, Bologna e Rimini. Per tutti gli appassionati, anche la Destra Po rappresenta un’esperienza unica. Si tratta di 120 chilometri di pista ciclabile che partono dall’estremità ovest della Provincia di Ferrara e giungono fino a quella est, spingendosi fino al mare attraverso un territorio carico di bellezza e di grande valore culturale.

CYCLING IN EMILIA ROMAGNA: A WEALTH OF OPPORTUNITIES FOR CYCLING Cycling in Emilia Romagna: A wealth of opportunities for cycling enthusiasts in this Italian region renowned worldwide for history, art, traditions, food and wine treasures, fascinating itineraries between the Adriatic Sea and the hills, and great cycling champions of the past and present Emilia Romagna Cycling, a region with a strong identity based on the warm and welcoming character of its people, boasts among its “pearls” unique art cities lined up along the Via Emilia (historical Roman road). Cycling in Emilia Romagna means breathing the history of unique UNESCO world heritage sites, discovering ancient routes between fortresses, castles and abbeys leading through valleys, open plains and forests that are centenaries old, through parks and pine forests, criss-crossing hills or following the magnificent coastline. Cycling in Emilia Romagna is a unique experience due to the unique traditions of this region and the wonderful synergies between culture, scenery and excellent food and wine products.

Emilia Romagna Cycling can offer great opportunities - the whole year round - for all tourists who choose cycling holidays: beautiful itineraries (with various levels of difficulty) and delicious wine and food tasting stops.

Carefully planned routes allow cycling tourists to discover nature parks and reserves of great beauty recalling a huge green oasis. In total, there are 8,000 kilometres of cycling routes on roads, cycle paths and dirt tracks for bike and mountain bike enthusiasts. They are low traffic routes covering the nine provinces of the region: many are signposted, others can be identified with the help of a GPS navigation system, guides or detailed maps. They vary in distance, elevation gain and gradient and are suitable for three different types of cyclists: dedicated cyclists who practice cycling as a sport, leisure cyclists who like to go on excursions by bike and the mountain bike lovers. Thousands of cycling enthusiasts arrive each year in Emilia Romagna.

Amateur and professional cyclists who want to race are spoilt for choice: first of all, the “Nove Colli”.

Top position among Italian regions for bike path network - Emilia Romagna also stands out for its attention to eco-friendly itineraries and the promotion of European initiatives related to cycling tourism. Thus, it boasts an extensive network of bike paths. According to a study on sustainable mobility in the 50 most important towns in Italy, Emilia Romagna holds the top position among the Italian regions in terms of distribution of bike paths in its 8 major towns ranking among the best. The absolute top is the town of Reggio Emilia with 10 km of “green” itineraries per 10,000 inhabitants. Followed by Ferrara and Modena with 9 km. There are 6 town centres where, in addition, an increase in streets reserved exclusively to bicycles can be observed: Modena, Ferrara, Ravenna, Parma, Bologna and Rimini. A unique experience for all cycling enthusiasts not to be missed is the “Destra Po”, the 120 km cycle route on the right bank of the Po river winding its way from the westernmost fringe of the province of Ferrara to the East with its beautiful scenery of the Delta and the sea, passing through a territory of great beauty and cultural value.

w w w. v i s i t e m i l i a r o m a g n a . c o m

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Dalle imprese del Pirata al ct Cassani, romagnoli doc La passione e la competenza dell’Emilia Romagna nel mondo delle due ruote sono ulteriormente valorizzate dai suoi grandi personaggi, cominciando dall’indimenticabile Marco Pantani fino ad arrivare al tecnico della nazionale italiana di ciclismo Davide Cassani, nato a Faenza e cresciuto a Solarolo, nel ravennate. Romagnolo doc, la sua avventura nel mondo del ciclismo è partita proprio dai percorsi della regione: chilometro dopo chilometro lo hanno portato a conquistare tanti successi, fino al traguardo azzurro.

Emilia Romagna Cycling is famous for its cycling champions, ranging from the unforgettable Marco Pantani, known as ‘Il Pirata’ because of his shaved head and the bandana and earrings he always wore, to the new coach of the Italian national cycling team, Davide Cassani. As authentic “Romagnolo” (man from Romagna) his adventure in the world of cycling started exactly on the cycling trails of this region: kilometre after kilometre he pedalled to success until finally becoming the head coach of the Italian national team.

Bike Hotel, efficienza abbinata a qualità ed ospitalità In Emilia Romagna il calore dell’ospitalità è abbinato all’efficienza anche nell’ambito del cicloturismo. In tutta la regione sono oltre 200 gli alberghi attrezzati per questo specifico segmento turistico, i Bike Hotels. La qualità delle strutture, aggiunta alla loro organizzazione, fornisce la più ampia garanzia. I servizi vanno dal rimessaggio delle bici all’assistenza tecnica, dai massaggi ai menù personalizzati. Gli albergatori prevedono inoltre uscite quotidiane con “guide” in grado di far scoprire le bellezze dell’entroterra e gli spettacolari percorsi in salita, ma anche la possibilità di scaricare gratuitamente le tracce degli itinerari sul proprio smarthphone o, per il cicloturista sprovvisto di GPS, su uno fornito dagli alberghi consorziati.

Gli operatori dell’Emilia Romagna specializzati in cicloturismo hanno recentemente fondato “Terrabici”, un club di prodotto regionale dedicato all’offerta turistica bike. Il nuovo Consorzio ha il compito di commercializzare, soprattutto a livello internazionale, località e territori dell’Emilia Romagna come destinazione bike, presentando un’offerta unica per una domanda cicloturistica sempre più in crescita.

Il trend positivo è confermato dai dati: nel 2013 in Emilia Romagna - seconda regione italiana dopo il Trentino Alto Adige per presenze cicloturistiche - sono stati registrati 300mila arrivi di turisti bike per un totale di circa 1,4 milioni di presenze.

Questa clientela è per l’85% straniera (proveniente in prevalenza da Germania, Benelux, Austria, Gran Bretagna, Svizzera, Francia, Stati Uniti, Scandinavia, Canada, Australia) e trova ospitalità nelle 300 strutture ricettive regionali specializzate.

Bike Hotels, hospitality and warm welcome combined with efficiency - In Emilia Romagna a great number of special Bike Hotels and some other 200 hotels offer tailor-made services to cycling tourists.

The quality of these hotels and their extraordinary organisation are indeed the best guarantee. The special “bike” services include bicycle rental and storage, technical assistance, and everything for the wellbeing of the cyclist, from massages to customised meals. Furthermore, the hotels organise daily bike outings with “guides” that will allow cycling tourists to discover the beautiful scenery of the hinterland and the spectacular uphill rides or provide them with itineraries on GPS systems and maps.

The tour operators in Emilia Romagna specialised in cycle tourism have recently founded “Terrabici”, a regional product club dedicated to offering all kinds of bike tourism services. This new consortium has the task to promote the bike destinations of Emilia Romagna on an international level by presenting a unique offer for a continuously growing cycle tourism demand. The positive trend is confirmed by statistical data: in 2013 in Emilia Romagna - the second most important region of Italy after Trentino Alto Adige in terms of quantity of cycle tourists - 300,000 arrivals of bike tourists have been registered resulting in a total of approximately 1.4 million tourist stays. 85 % of these tourists come from abroad (mainly from Germany, Benelux, Austria, United Kingdom, Switzerland, France, USA, Scandinavia, Canada, Australia) and find accommodation in the 300 specialised regional hotels.

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Una vacanza unica con la MB in Appennino Anche l’Appennino emiliano romagnolo cala i suoi assi per gli amanti della bicicletta. Sono tanti gli operatori turistici, aderenti all’Unione di Prodotto Appennino Verde, che presentano eventi sportivi e proposte di soggiorno per gli appassionati di mountain bike. Ogni estate migliaia di amanti di mountain bike sono poi in azione nei percorsi del Cimone Bike Park, in provincia di Modena, utilizzando gli impianti di risalita delle piste da sci, dotati di carrello porta bici. Il Bike Park resterà aperto tutti i week end di ottobre e ad oltranza, fino a quando le condizioni meteo lo permetteranno. L’area del comprensorio del Cimone, dedicata alla mountain bike, ha diversi percorsi di discesa costruiti per gli amanti di questo sport con passerelle di legno, ponti, salti. La zona comprende anche strutture-gioco per i più piccoli e aree attrezzate per corsi e scuole in tutta sicurezza. A Maiolo, sull’Appennino riminese, c’è il Valmarecchia Bike Park, un impianto unico: il primo in Italia completamente smart. Si estende per circa 15.000 metri quadrati e agli appassionati della disciplina offre un percorso mozzafiato per “downhill” (1500 metri), un tracciato per enduro e – grazie alle tecnologie powerline – un’illuminazione notturna “intelligente”.

The Apennines by Mountain Bike - The Emilia Romagna part of the Apennine Mountains offers mountain bikers and cycle excursionists a great range of choice when it comes to active itineraries and destinations.

Many tour operators belonging to the product promotion association “Appennino e Verde” (Apennines & Nature) present sport events and special accommodation packages for MTB enthusiasts. In summer, many of them enjoy rushing down the trails of the “Cimone Bike Park” in the province of Modena, using the ski lifts equipped with a bicycle rack to take them back to the top. The Bike Park is open from May till September and even on weekends in October or even later, weather conditions permitting.

The Bike Park area on Mount Cimone boasts various downhill trails built

by MTB freaks with wooden boardwalks, bridges and ramps for jumps.

The park also includes playgrounds for kids and areas for mountain bike courses in total safety). In another part of the Apennines near Rimini, a great new MTB park has been created at Maiolo: the “Valmarecchia Bike Park”. It is the first completely “smart” bike park in Italy. It covers an area of approx. 15,000 m2 and offers MTB fans a breathtaking “downhill” trail (1,500 metres), an Enduro track and – thanks to the “powerline” technology – even an intelligent illumination by night).

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CICLISTI DEL FUTURO, NON DIMENTICATE LA PARTENZA! CYCLISTS OF THE FUTURE DON’T FORGET WHERE YOU COME FROM! Elisa Mazzoli

4ª edizione per la Minigranfondo Nove Colli Sportful

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“Mi chiamo Elisa, scrivo libri per bambini, abito in un paese simpatico che sta sul mare Adriatico e si chiama Cesenatico!” Così mi presento ai lettori che incontro per la prima volta. Io parto da Cesenatico e a Cesenatico ritorno dopo tanti racconti ascoltati, narrati, inventati. Quella di cui mi sto occupando in questo periodo, però, non è una storia inventata: è la vera storia della bicicletta, un’avventura incredibile partita lontano nel tempo e arrivata fin qui fra mille peripezie umane e trasformazioni: il velocipede, il primo biciclo, la “scuotiossa” di legno, un lungo viaggio per arrivare alla bicicletta di oggi, quella che state per inforcare anche voi ciclisti della Minigranfondo Sportful, proprio in questi giorni, proprio nel mio paese simpatico. Ma mentre mi occupo di raccontare giocosamente tanti aneddoti e curiosità sul mondo delle due ruote e dei pedali, non voglio rinunciare a riflessioni come quella che vi propongo adesso: facciamo un salto indietro nel tempo. Avere una bicicletta e farci una corsa con tanti altri bambini in un bel paese affacciato sul mare, per la maggior parte dei vostri coetanei nati un secolo fa, sarebbe stato un sogno spaziale, un desiderio praticamente impossibile da realizzare. Però c’è stato un bambino di quel tempo, un ragazzino di una famiglia semplice, che ha avuto una bicicletta in regalo. La bicicletta costava 420 lire (la comprò suo padre con tanti sacrifici) e il bambino si chiamava Alfredo Martini.

Alfredo ha cominciato a pedalare e non si è fermato più: dalla salita fin sulla collina per vedere passare il Giro d’Italia nella sua Toscana, alle prime gare e vittorie giovanili, alle corse con Magni, Bartali e Coppi, fino a diventare il commissario tecnico della nazionale italiana, vincitore di ben sei campionati del mondo.

Sono andata più volte a trovare Alfredo, il maestro dei campioni, nella sua casa a Sesto Fiorentino con due ruote di bicicletta sulla porta. Le sue parole sono sempre state estremamente sagge e affettuose nei confronti del ciclismo, dei bambini, dei giovani, del pubblico. Chi ama pedalare per sport o per svago gli deve molto, anche se non lo sa. Perciò ciclisti di questa bellissima Minigranfondo, appassionati di bicicletta ma anche di qualsiasi altro aspetto della vita. Cercatelo, fatevi raccontare di lui, e di quel tempo e di quella gente per cui una bicicletta era un sogno.

Alfredo sarà lì con voi alla partenza, vicino al suo caro Marco Pantani. Vi darà una carezza dal Cielo, e vi sembrerà di sentire il suo incoraggiamento più importante: «Se tu lotti per l’arrivo senza dimenticare la partenza, se ti guardi allo specchio e oltre ai tuoi pregi riconosci i tuoi limiti, se sei generoso e condividi con gli avversari in difficoltà la poca acqua che ti è rimasta nella borraccia, allora sì, puoi diventare un campione.»

“My name is Elisa, I write children’s books and I live in a nice little town on the Adriatic Sea called Cesenatico!”This is how I introduce myself to readers I meet for the first time. I set off from Cesenatico and it is to Cesenatico that I’ve returned after many stories heard, told and invented. The one I’m working on at the moment, however, is not make believe: it is the true story of the bicycle, an incredible adventure that started long ago and that continues to this day, with thousands of human hijinks and transformations along the way: the velocipede, the first bicycle, the wooden “bone-jangler”… it’s been a long journey to the bicycle of today, like the one you cyclists are about to hop on for the Minigranfondo Sportful that’s about to take place right here in my nice little town. But as I playfully recount all these anecdotes and oddities about the world of two pedals, I don’t want to ignore some insights like the one I’m about to explain to you. Let’s go back in time. For most of your peers born a century ago, having a bicycle and riding in a race with a bunch of other kids in a beautiful town along the seaside was a dream that was out of this world, a wish that would have seemed impossible.

However, there was a child at that time, a little boy from a simple family, who received a bicycle as a gift. The bike cost 420 Lire (his father bought it for him after many sacrifices). The boy’s name was Alfredo Martini. Alfredo started riding and he never stopped: from his climb all the way up the hill to watch the Giro d’Italia as it passed through his part of Tuscany, to his first young competitions and victories, to races with Magni, Bartali and Coppi, until he became the head coach of the Italian national team, which went on to win no less than six World Championships. I went to visit Alfredo, the master of champions, several times at his house in Sesto Fiorentino, the one with two bicycle wheels on the door. He always had wise and affectionate words about cycling, kids, young people and the public. Anyone who rides for sport or for fun owes him a lot, even though they may not know it. So, cyclists of this fantastic Minigranfondo, cycling fans or even just people who want to enjoy life to its fullest, seek him out. Ask him to tell you about that time and all those people for whom the bicycle was nothing but a dream. Alfredo will be there with you at the starting line, next to his beloved Marco Pantani. He will look down on you from heaven and guide you, and you will feel like you can hear his most important words of encouragement: “If you fight for the finish without forgetting the start; if you look at yourself in the mirror and recognize your limits as well as your assets; if you are generous with adversaries who are having a hard time, sharing the little water you have left in your water bottle with them, then yes, you can become a champion.”

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CESENATICO. Since 2015 Manuel Senni has once again planted Cesenatico’s flag in the world of professional cycling: in fact, the climber, born in 1992, has joined BMC Racing and is thus beginning his adventure into the world of professional cycling.

All in the wake of Marco Pantani, his undisputed idol, and with a simplicity and intelligence that are impressive in such a young athlete.

MANUEL SENNI: LA NOVE COLLI È SEMPRE AFFASCINANTE NOVE COLLI IS ALWAYS FASCINATING Francesco Zani

CESENATICO. Manuel Senni dal 2015 ha piantato nuovamente la bandiera di Cesenatico nel mondo del ciclismo professionistico: lo scalatore classe ’92 è passato infatti alla BMC Racing e inizia così la sua avventura nel mondo del ciclismo dei professionisti. Tutto nel solco di Marco Pantani, suo idolo indiscusso e con una semplicità ed una intelligenza impressionante per un atleta così giovane.

Manuel, che effetto ti fa essere il primo ciclista professionista di Cesenatico dopo Pantani?

«Per me è un onore che fatico ad esprimere a parole. Sono contento di poter pedalare inseguendo la sua leggenda ed ammetto di avvertire anche un po’ di sana pressione. Mi è capitato di incontrare molte persone che mi hanno detto che mi seguiranno e che sperano che io riesca ad accendere in loro la passione che era riuscito ad accendere Marco. È una bella responsabilità questa per me».

Come caratteristiche tecniche somigli al Pirata.

«Attenzione, io sono uno scalatore come lui e adoro le salite lunghe dove si arriva a fare molta fatica, ma per assomigliare a Pantani bisogna essere dei campioni e io sono giovane e ancora non ho fatto nulla. Marco aveva delle caratteristiche uniche e credo inimitabili».

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Che ricordi hai legati a lui?

«Seguivo sempre le sue tappe al Giro e al Tour e ricordo benissimo la tappa in cui a Monte Campione staccò Tonkov con quella serie di scatti massacranti. E poi quando al Tour ridicolizzò Armstrong in una tappa di montagna. Dal punto di vista personale invece ricordo che quando ero molto piccolo una volta incontrai Pantani tornando da un allenamento: mio padre e Marco avevano corso insieme un anno e lui si fermò a parlare con noi. Mi fece un certo effetto vedere uno dei miei grandi idoli ridere e scherzare con mio padre».

Manuel, how does it feel to be the first professional cyclist from Cesenatico after Pantani? ”For me it’s an honour I find difficult to express in words. I’m happy to be able to pedal in pursuit of his legend and I have to admit that I’m also feeling a bit of healthy pressure. I have happened to meet many people who told me they will be following me and who hope that I can spark the same passion in them that Marco did. This is a fine responsibility for me.”

In terms of technical skills you are similar to the Pirate.

“Careful, I am a climber like him, and I love long climbs where you have to put in a lot of effort, but to be like Pantani you have to be a champion, and I am young and haven’t done anything yet. Marco had unique characteristics and I think they can’t be imitated.”

What memories do you have of him?

“I would always watch his stages in the Giro and the Tour and I really remember the stage in which he shook off Tonkov at

Monte Campione with a series of punishing breaks. And then in the Tour when he made a laughing stock of Armstrong in a mountain stage. From a personal standpoint instead I remember that when I was very little I once met Pantani coming back from a workout: my father and Marco had raced together one year and he stopped to talk to us. It made quite an impression on me to see one of my greatest idols laughing and joking with my father.”

Coming to the Nove Colli, have you ever trained on the roads of the race?

“I frequently train on the mountains of the Nove Colli, especially when I need to cover long distances to get my legs in shape. It’s always fascinating to climb certain peaks and the Nove Colli has always been a great cycling event for every bicycle lover from Romagna. It maintains its appeal year after year. Furthermore, my uncle rides in it and so every year I manage to experience all the atmosphere from up close.”

Looking towards the future, do you have any dreams hidden away in a drawer?

“The biggest dream I have from a sports perspective is to win the Giro d’Italia, the race which most appeals to me, absolutely. Speaking in more concrete terms, in this, my first year among the biggies, I would like to grow day by day and learn as much as possible. I want to improve through commitment and hard work.”

Venendo alla Nove Colli, ti capita di allenarti sulle strade della corsa?

«Mi capita molto spesso di allenarmi sulle montagne della Nove Colli soprattutto quando ho bisogno di fare grandi distanze per abituare le gambe. È sempre affascinante scalare certe cime e la Nove Colli rappresenta un grande appuntamento per ogni ciclista romagnolo. Mantiene il suo fascino di anno in anno. In più mio zio la corre e dunque ogni anno riesco a viverne da vicino tutte le atmosfere».

Guardando al futuro, qual è il tuo sogno nel cassetto?

«Il sogno più grande che ho dal punto di vista sportivo è vincere il Giro d’Italia, la corsa che più mi affascina in assoluto. Parlando in maniera più concreta in questo mio primo anno fra i grandi vorrei crescere giorno dopo giorno e imparare il più possibile. Voglio migliorare attraverso l’impegno ed il lavoro».

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NOVITA’ PER LE SCORTE TECNICHE ALLE COMPETIZIONI CICLISTICHE SU STRADA CHANGES IN POLICIES REGARDING TECHNICAL SUPPORT AT ROAD CYCLING COMPETITIONS Si cambia ancora nel mondo delle scorte tecniche. Infatti, nello scorso ottobre è stato modificato il disciplinare per le scorte tecniche alle competizioni ciclistiche su strada (1). Le modifiche, realizzate soprattutto per accogliere istanze del mondo del ciclismo, intervengono sulle tematiche della formazione e delle prerogative dei direttori di corsa.

Sarà più semplice ottenere l’abilitazione per il servizio scorta tecnica.

Infatti, la patente necessaria per conseguire l’abilitazione non è solo quella di categoria A ma può essere anche, più semplicemente, quella di categoria A2. In questo modo, anche chi ha più di 18 anni ma meno di 24 anni (età a cui si può conseguire la patente A) può ottenere l’abitazione a svolgere servizi di scorta tecnica rilasciata dal Ministero dell’Interno.

Ciò vale, ovviamente, solo per coloro che richiederanno l’attestato di abilitazione dopo l’entrata in vigore delle modifiche. Per chi ha già l’abilitazione non cambia nulla.

Nel segno della stretta collaborazione con le Federazioni sportive, si collocano, invece, le novità che riguardano la durata dei corsi di aggiornamento.

La materia, che attribuisce alla Federazione Ciclistica Italiana un ruolo centrale nell’attività di formazione delle scorte, era stata già oggetto di un significativo intervento normativo nel 2012. In questi primi due anni di applicazione del nuovo modello formativo, si erano manifestate, tuttavia, alcune criticità nella gestione dei corsi di formazione e di aggiornamento, collegati, soprattutto alla loro durata, ritenuta eccessiva (2). Per venire incontro ad esigenze organizzative rappresentate dalla FCI, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dell’Interno, hanno ritenuto di aderire alla richiesta di riduzione della durata dei corsi di aggiornamento.

Così il corso per il rinnovo del certificato di abilitazione per il servizio

di scorta è stato portato a 9 ore didattiche, in modo da poter essere svolto in una sola giornata. Quello per gli “ASA” è stato, invece, portato a 5 ore didattiche (3).

Un’altra importante novità riguarda i veicoli ed i poteri del direttore di corsa.

Si è previsto che i dispostivi supplementari di segnalazione visiva a luce lampeggiante gialla, già in dotazione ai veicoli di inizio e fine gara ciclistica e a quelli di scorta, possano essere collocati anche sull’autovettura che ospita il direttore di corsa. La novità introdotta appare molto significativa, perché pone in evidenza il ruolo di centralità del direttore di corsa nell’apparato di sicurezza che è garantito dalla scorta tecnica. Si è escluso, però, l’obbligo di installazione sul veicolo del direttore di corsa di una bandierina di colore arancione (4) che, invece, è presente sugli altri veicoli di scorta. Infatti, l’uso di tale segnalazione poteva generare confusione con le normative internazionali che regolano le competizioni ciclistiche secondo cui una bandiera rossa esposta sul veicolo del direttore di corsa indica che la gara è momentaneamente sospesa.

La novità forse più significativa riguarda, tuttavia, il tema, molto controverso, del rispetto delle regole sportive nell’ambito di operatività dell’ordinanza di sospensione della circolazione. La questione di quali dovessero essere gli effettivi poteri del direttore di corsa nell’ambito dello spazio compreso tra i cartelli mobili di“Inizio gara”e“Fine gara”(di cui all’art. 360 regolamento CDS), era stata sempre oggetto di discussioni e dibattiti dottrinali.

La modifica del Disciplinare, che ha definitivamente chiarito ogni dubbio in merito, ha previsto che, nell’ambito operativo spaziale e temporale della predetta ordinanza, in cui, la normale circolazione degli altri veicoli

(1) Il Disciplinare per le scorte tecniche alle competizioni ciclistiche su strada è stato approvato con provvedimento del 27 novembre 2002 (2)Il Disciplinare Tecnico per le scorte, dopo la modifica del 27 febbraio 2012, infatti, prevedeva che i corsi di aggiornamento per il rinnovo delle abilitazioni per scorte ()ciclistiche e quelli per il rinnovo dell’attestato per gli “ASA” dovessero avere una durata minima, rispettivamente, di 12 e di 6 ore.

(3)Tale riduzione, sulla base della significativa esperienza svolta nel biennio 2012-2014, è stata disposta anche perché i tempi indicati sono stati ritenuti sufficienti per svolgere un’opera di aggiornamento molto accurata.

(4)La nuova norma, modificando l’art. 5 del Disciplinare, sembrava prevedeva, per la verità, tale obbligo. Sulla previsione è intervenuto il Ministero dell’Interno che, con una propria circolare esplicativa, ha chiarito che l’obbligo di esposizione di tale dispositivo di segnalazione è escluso per il veicolo del direttore di corsa.

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è temporaneamente sospesa o sottoposta ai divieti e alle limitazioni imposte dall’ordinanza stessa, debbano essere rispettate solo le regole sportive approvate dal CONI e non quelle del Codice della Strada.

I concorrenti ed i conducenti dei veicoli del seguito, devono, perciò, rispettare solo le disposizioni dei regolamenti sportivi e le indicazioni fornite dal direttore di corsa e, durante la gara, essi possono anche non rispettare le norme di comportamento riguardanti, ad esempio, la mano da tenere, il sorpasso, la precedenza, la distanza di sicurezza, ecc. Appare evidente, naturalmente, che la sicurezza deve essere sempre posta al primo posto e che i comportamenti sportivi, anche se coerenti con le norme sportive, non possono mai essere contrari all’ordinaria prudenza ed alla tutela della sicurezza della circolazione. Ovviamente, buon senso e formazione dei concorrenti e delle scorte, dovranno avere sempre un ruolo essenziale.

La nuova norma consente di dirimere ogni dubbio anche in merito all’esclusione dall’obbligo di impiego delle cinture di sicurezza da parte del direttore di corsa e degli altri soggetti che operano nell’ambito della manifestazione. Infatti, quando il loro utilizzo non sia possibile in relazione alla funzione svolta dal conducente o dai passeggeri nell’ambito della competizione, essi possono legittimamente astenersi dall’utilizzarle.

Infine, molto importante è anche la previsione della possibilità per il direttore di corsa di allontanare dalla gara tutti soggetti non autorizzati.

La nuova norma, che conferma la corrispondente previsione delle norme sportive dandogli maggiore forza, consente al direttore di corsa di avvalersi degli organi di polizia per allontanare persone o veicoli che non sono accreditati al seguito della corsa o che recano disturbo o intralcio alla corsa stessa.

Nel complesso, come si vede, le modifiche del Disciplinare vanno nel segno della modernità e della grande attenzione delle istituzioni verso le tematiche della sicurezza delle gare ciclistiche.

The world of technical support crews has changed once again. In fact, last October, policies for technical support at road cycling competitions underwent some important modifications. The changes were made in response to input from the cycling sphere and they involve the issues of training and certification, as well as the prerogatives practiced by race directors.

It will become simpler to obtain certification for technical service support. In fact, the license needed to obtain certification is no longer limited to category A but can also more simply be a category A2. This way, people between the ages of 18 and 24 (the age in which you can obtain an A license) will be able to get certified by the Internal Ministry to perform technical support services. Obviously, this pertains only to those persons applying for certification after the changes have been enacted. For those who have already been certified, nothing has changed.

Meanwhile, in a gesture of continued close collaboration with Sports Federations, following we have outlined the changes regarding the duration of refresher courses.

The new material was already significantly revised in 2012, and it gives the Italian Cycling Federation a central role in the enterprise of training support crews. In these first two years of implementation of the new instruction model, however, some criticisms were raised as to how the training courses were managed, particularly when it came to how long they lasted, which was considered too long. In order to meet the organizational needs of the FCI, The Ministry for Infrastructure and Transportation and the Internal Ministry decided to grant their request to reduce the length of the training courses. Thus the refresher course to renew certification for support service was reduced to 9 teaching hours, so that it could be held in one whole day. The “ASA” courses were otherwise reduced to 5 teaching hours (3).

Other important changes regard the vehicles and the powers of the race director as well as his role in the race.

It was decided that the additional yellow flashing-light signs that were already applied to the vehicles at the start, in the middle and the end of a bike race, can also be applied to the car carrying the race director. This new initiative seems very significant, because it highlights the central role the race director holds in the security apparatus guaranteed by the technical escort service. However, the

vehicle carrying the race director will not have to display or carry an orange banner, which is otherwise displayed on the other vehicles of the technical support team. In fact, the use of such a banner could have created some confusion with international regulations that apply to cycling competitions, according to which a red banner displayed on the race director’s vehicle indicates that the race has been temporarily suspended.

Nevertheless, perhaps the most significant change regards the highly controversial theme of sports rules in the field of operations when it comes to ordinances suspending traffic. There has always been much debate and deliberation over the question of what the specific powers should be for the race director in the space between the moving signs indicating the “Beginning of the Race” and “End of the race” (according to art. 360 under CDS regulations).

The modification in the policies have definitely cleared up any doubts regarding this issue. It prescribes that, in the operational field of the space and time of said ordinance, in which normal traffic flow is temporarily suspended or roads are subject to closures or limitations imposed by the ordinance, only CONI-approved sports rules, and not rules imposed by official traffic laws, must be followed.

Competitors and drivers of support vehicles must therefore respect only the guidelines in the sports regulations and instructions provided by the race director. Furthermore, during the race, they may even ignore the regular traffic codes regarding, for example, which side of the road to adhere to, passing rules, yielding, safe distances, etc. Naturally, it seems clear that safety must always come first and that sportsmanlike behavior, even if it adheres to sports

regulations, can’t ever go against ordinary common sense and traffic safety.

Obviously, common sense and awareness training for competitors and crews should always play an essential role.

The new policies resolve all doubts regarding compulsory seatbelt use by the race director and other entities working in the safety apparatus of the event. In fact, when use of a seatbelt becomes impossible due to the duties being performed by a vehicle driver or passengers during the competition, they can be legitimately excused from using them.

Finally, there is also an important provision for the race director to keep all unauthorized personnel away from the race. The new rule confirms the corresponding provision under sports regulations giving the race director more authority, allowing this person to rely on police and public safety organizations to remove or exclude persons or vehicles which are not certified to follow the race and/or that disturb or impede the race in any way.

Overall, as you can see, the modifications to the policies are evidence of the careful considerations of government institutions as they strive to keep up to date with safety measures surrounding bicycle races.

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226 KM IN 9 ORE - 47 MINUTI – 14 SECONDI ALEX ZANARDI DEBUTTA NEL TRIATHLON 226 KM IN 9 HOURS, 47 MINUTES AND 14 SECONDS ALEX ZANARDI MAKES HIS DEBUT IN TRIATHLON RACING Alex Zanardi ha completato lo scorso 11 ottobre la gara più faticosa del mondo fra 2000 triatleti normodotati, il campionato mondiale di Ironman Triathlon alle Hawaii: 4 chilometri a nuoto, 180 in bicicletta e 42 di corsa, con un tempo finale di 9 ore 47 minuti e 14 secondi.

Un traguardo incredibile.

Questi i commenti di Alex Zanardi a caldo nella conferenza stampa post gara riguardo all’integrazione: “Sapevo di avere davanti a me una gara lunga, ma mi sentivo bene dopo essermi allenato con il mio trainer Francesco Chiappero. Ho avuto a fianco l’equipe Enervit che ha preparato alcuni prodotti specifici studiati dal punto di vista nutrizionale, ma non solo: erano fatti apposta per me anche dal punto di vista della gestione e dell’assunzione dal momento che non posso avvalermi dell’uso delle gambe”. L’Equipe ha realizzato per me un prodotto speciale, nuovo, che probabilmente poi sarà messo sul mercato in futuro, si chiamerà Carbo Flow, ma è stato studiato per questa occasione specifica”.

Alex studia, testa, prova e poi porta a casa il risultato. Prima è tutto nella sua testa. Poi nelle sue braccia. Di ferro. “Ho seguito la strategia che mi ha indicato l’Equipe perché non potevo impegnare le braccia e le mani nell’aprire i pack e mischiare polveri. Da qui l’idea di assumere una particolare miscela energetica in forma liquida nella borraccia da 1L per nutrirmi. Bevevo acqua con regolarità e assumevo sali minerali in capsule con cadenza regolare. È stato tutto perfetto.”

Zanardi adesso è un Ironman. Un traguardo impensabile per un atleta che non smette mai di stupirci: ha terminato il suo primo long distance triathlon sotto le 10 ore, proprio come si era prefissato e a chi lo ha incontrato immediatamente dopo l’impresa, mentre cercava di capire di preciso quale tempo avesse realizzato ha detto “posso solo migliorare, senza il vento contro potevo stare sotto le 9 ore!”

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Al suo fianco Enervit con l’Equipe del Professor Enrico Arcelli, che lo ha supportato nel mese precedente nella preparazione e nello studio della strategia nutrizionale e che gli ha fornito appunto un inedito protocollo “carboloading” per immagazzinare energia nei muscoli. Oltre al piano nutrizionale di assoluta innovazione anche un test su un innovativo integratore, denominato Carbo Flow, che ha funzionato alla perfezione.

Alex Zanardi non ha bisogno di presentazioni: è amato dal grande pubblico per la simpatia e per la positività che lo contraddistinguono nell’affrontare la vita e le sue avversità. Zanna, dopo il grave incidente di Lausitzring, avvenuto sul circuito automobilistico nella regione di Brandeburgo in Germania, nel 2001, nel quale ha perso entrambi gli arti inferiori, ha saputo affrontare le difficoltà della disabilità con intraprendenza e forza di volontà. Senza mai scoraggiarsi: prima è tornato in pista e poi ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni per atleti disabili dando il via a una nuova carriera sportiva nel paraciclismo dove corre in handbike nella categoria H5.

Dopo i successi ai 14° Giochi paralimpici di Londra, quest’anno, una nuova grande avventura, il leggendario Mondiale Ironmam di Kona. Una sfida nella sfida: perché Alex prima non aveva mai affrontato un triathlon, nè su distanza sprint, né su distanza olimpica. Un’avventura, come l’ha chiamata lui, che si è conclusa l’11 ottobre scorso con un risultato che ha sorpreso tutti (tranne lui): Zanardi ha raggiunto il suo obiettivo scendendo sotto le 10 ore, per l’esattezza 9 ore 47 minuti e 14 secondi.

Però, Zanardi da Castel Maggiore… che è il titolo del suo libro autobiografico scritto a 4 mani con Gianluca Gasparini. Adesso “Sandrino” sta per affrontare la sua nuova stagione 2015, forte anche dell’esperienza nell’ultra endurance di Kona. Alex sa che può migliorare qualcosa per sfidare ancora i suoi rivali nella specialità dell’handbike. Ad esempio.

La sua è una logica semplice: “Rapportarsi allo sport paralimpico può sembrare un palliativo, poi però non servono due medaglie d’oro per

convincerti del contrario, anzi, credo che non le avrei mai ottenute se la scintilla della passione non avesse iniziato a guidarmi molto tempo prima, a New York appunto. Ciò che serve è la curiosità, la voglia di mettersi in gioco, di fare nuove esperienze e poi le cose accadono e arrivano i primi timidi risultati che ci danno il coraggio e la voglia di rilanciare. Ammetto che essere Zanardi fa la differenza, ma tante persone sono ferme al giorno zero, non solo perché costrette a vivere della sola pensione di invalidità, ma anche perché, pur senza colpa evidente, non hanno mai trovato la forza di tentare. Mio padre diceva sempre: «Prendi ogni giornata come una nuova opportunità per aggiungere qualcosa al servizio della tua passione e pian piano le cose accadranno», ecco, credo che questa sia una grande verità per andare avanti e rincorrere i propri sogni”.

I suoi prossimi sogni sono le sfide mondiali di paraciclismo, poi probabilmente Kona per migliorarsi e l’avvicinamento ai Giochi Olimpici di Rio. In mezzo a tutto ciò la pista sulla sua BMW. L’adrenalina e il sudore non mancano nella vita di questo campione: lui può trasformarli in energia. Lui sa come fare.

On 11 October last, Alex Zanardi completed the most gruelling race in the world - the Ironman Triathlon World Championship in Hawaii, involving 2000 able-bodied triathletes in a 4 km swim, a 180 km bicycle ride and a 42 km marathon run - with a final time of 9 hours, 47 minutes and 14 seconds. An incredible achievement.

This is how Alex Zanardi commented the importance of supplementing at the press conference immediately after the race: “I knew I had a long race ahead of me, but I felt fit, I had trained hard with my coach, Francesco Chiappero, and I had the Enervit Team at my side. They prepared a number of special products for me, nutritionally speaking, but also in terms of the best way to manage and take them, since I have lost the use of my legs. In particular, the Team created a special product called Carbo Flow, which will probably be marketed in the future but was designed specifically for this occasion with me in mind.”

Alex studies, experiments, trains…and delivers. First, it’s all about the mind. And then about the arms. Iron arms. “I followed the Enervit Team’s strategy, because I could not use my arms and hands to open packs and mix powders. Hence the idea of s​​ upplementing with a particular energy drink in a 1 litre bottle. I drank water and took minerals regularly. It all worked perfectly.”

And now, Zanardi has become an Ironman: a previously unthinkable goal, achieved by an athlete who never ceases to amaze. He completed his first long distance triathlon in under 10 hours, as he had set out to do, and to those who met him immediately after his accomplishment while trying to figure out his race time, he said “I could do get better; if it hadn’t been for the wind, I could have done it in under nine hours.”

The Enervit Team, headed by Professor Enrico Arcellis, supported him throughout the month prior to the race with a purposely-devised nutritional strategy and with a specific “carb-loading” protocol aimed at storing energy in the muscles. In addition to this innovative nutritional plan, the team also developed a new supplement, called Carbo Flow, which worked perfectly.

Alex Zanardi needs no introduction. He is beloved by the general public for his congeniality and the positive way he faces life and its hardships.

After his serious accident on the Lausitzring racing track in Brandenburg, Germany, in 2001, in which he lost both legs, Zanna, as he is affectionately known, has faced the challenges of disability with great resourcefulness

and willpower. He has never let things get too much for him. He almost instantly went back to competing, and later started to participate in various events for disabled athletes, making a new sports career for himself in para-cycling with H5 category handbikes.

After his success at the 14th Paralympic Games in London, in 2014 he embarked on a great new adventure, the legendary Ironman World Championship in KailuaKona, Hawaii. This was no ordinary challenge, because Alex had never faced a triathlon, either in sprint distance or in Olympic distance courses. The “adventure”, as he calls it, ended on 11 October last with a result that surprised everyone (except for him): Zanardi reached his goal in full, completing the multiple-stage competition in under 10 hours - 9 hours, 47 minutes and 14 seconds to be exact.

Well done, Zanardi from Castel Maggiore...which incidentally is the title of his autobiographical book (“Però, Zanardi da Castel Maggiore”) written in collaboration with Gianluca Gasparini. “Sandrino” is now about to tackle the 2015 season. And with an experience such as the Kailua-Kona ultra-endurance competition behind him, Alex knows that there is still room for improvement when challenging his handcycling rivals, for example. His reasoning is simple: “Approaching Paralympic sports may seem like a palliative, but you do not need to win two gold medals to convince yourself of the contrary. In fact, I think I would never have won them if my passion hadn’t sparked long before that, in New York. You need to be inquisitive, you need to want to enter the fray and seek new experiences. Things then start to happen and you start achieving your first tentative results, which give you the courage and the will to try. I know that being a public figure makes a difference, but many people remain grounded at day zero; not just because they have nothing but their disability allowance to live on, but also because, through no fault of their own, they have never found the strength to try. My father always said: ‘Take each day as an opportunity to add something new at the service of your passion, and slowly things will happen.’ I think this is a great truth and a great encouragement to go out there and chase your dreams.”

His next dreams are the world para-cycling championships, and then probably back to Kailua-Kona to improve on his record, and preparations for the Olympic Games in Rio. And in the midst of all this, a spot of track racing in his BMW. Adrenaline and sweat certainly never stop pumping in the life of this champion.

He knows how to turn them into energy. He knows what to do.

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SALUTO PER LA 45ª NOVE COLLI Sono molto lieto di inviare il mio saluto, anche a nome del ciclismo italiano, alla Nove Colli, la Gran Fondo più antica d’Italia, che si appresta a festeggiare la 45^ edizione.

Considero particolarmente significativo che questa ricorrenza coincida con l’anno in cui si sono celebrati i primi Stati Generali del movimento cicloturistico-amatoriale italiano. In quell’incontro plenario si sono tirate le fila del processo di rinnovamento che la Federazione Ciclistica Italiana sta portando avanti con tutte le componenti interessate ponendo al centro l’eticità, la sicurezza, la salute e l’ambiente mediante la condivisione delle regole e delle norme. Ponendo al centro, cioè, l’aspetto sociale, civile e culturale di un fenomeno in continua e dirompente crescita.

Di fronte alla Nove Colli occorre parlare di questi temi con il rispetto e l’umiltà che l’allievo deve nutrire nei confronti del maestro. In Romagna la bicicletta è dalle origini espressione di socialità, cultura e “stile di vita”. L’enorme successo di adesioni alla Gran Fondo non sorprende e non è un caso che nel proporre un primo criterio di qualità tra le manifestazioni, basato sul rispetto dei valori sopra citati, la Nove Colli sia stata in prima fila.

Abbiamo potuto constatare nell’Assise Europea Cyclosport tenutasi di recente a Montpellier, in Francia, con quanto interesse siano guardate le proposte e le innovazioni portate avanti in Italia. Senza dubbio la nostra credibilità trova supporto nella fama internazionale e nella qualità organizzativa di manifestazioni come la Nove Colli, che ci pongono all’avanguardia non solo dal punto di vista normativo, propositivo e teorico.

D’altra parte “Noblesse oblige”. Se l’antesignana delle Gran Fondo si appresta a battere l’ennesimo primato di partecipazione, aumenta in proporzione anche la responsabilità che spetta a un’evento-faro del movimento cicloturistico-amatoriale in vista degli obiettivi che ci siamo dati.

Ruolo che, ne sono certo, la Nove Colli saprà svolgere con grande efficacia. Ne avremo ulteriore prova nell’ edizione del 2015.

Ogni pedalata, ogni giro di ruota, ogni salita, ogni kilometro conta.

Shimano SPD-SL è la perfetta combinazione di scarpa e pedale progettata per lavorare in completa sinergia con la nostra tecnologia Custom-Fit a garanzia del massimo comfort, stabilità e prestazioni.

GREETINGS FROM THE 45TH NOVE COLLI On behalf of myself and Italian cycling, I am very proud to welcome you to the Nove Colli, the oldest Gran Fondo in Italy, which is getting ready to celebrate its 45th edition.

I think it is particularly significant that this milestone coincides with the year in which we are also celebrating the first General States in the Italian amateur-cycling tourist movement. At that packed meeting we outlined the process of renovation that the Italian Cycling Federation is developing with all interested parties.

The plan focuses on ethics, safety, health and the environment, through common rules and regulations. That is to say, it centres on the social, civil and cultural aspects of a phenomenon that’s enjoying impressive continual growth.

When it comes to the Nove Colli we should speak of these issues with the respect and humility that the pupil must cultivate under a master. In Romagna the bicycle has always been an expression of sociability, culture and lifestyle. The enormous success in the number of registrations for the Gran Fondo isn’t surprising, and it’s no coincidence that at the meeting the Novi Colli was referred to first and foremost as a prime example of a quality event, based on the values heretofore stated.

At the Assise Europea Cyclosport held recently in Montpellier, France, we were able to witness the interest surrounding the proposals and innovations that are being carried out in Italy.

Without a doubt our credibility finds support in the internationally famous organizational aspects of events like the Nove Colli, which place us on the forefront, and not only from normative, initiative and theoretical perspectives.

On the other hand there is “Noblesse oblige”. If the Gran Fondo’s standard is to eliminate the usual participation prizes, the responsibility of a beacon event in the amateur-cycling tourist movement increases proportionally in sight of the goals we’ve set for ourselves.

This is a role which do doubt the Nove Colli will manage to perform with great efficiency. We will have further proof of such in the 2015 edition.

[Renato Di Rocco]

Presidente della Federazione Ciclistica Italiana President of the Italian Cycling Federation Featured_ SH-R321 & PD-9000

SHIMANO ITALY BICYCLE COMPONENTS SRL. Via Jucker 22 – 20025 Legnano (MI) Italy – VAT:08661820926 – Phone: +390331936911 – Fax: +390331936955

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solo. L’idea era nata dalle menti di Gaetano Freschi, Gianfranco Casali e Brandolini (fu lui a scegliere il percorso) che l’anno prima erano partiti alla volta della Svizzera per conseguire il famoso “Brevetto Alpino”. Volevano creare il “Brevetto Appenninico” e la Nove Colli fu la naturale e bellissima continuazione pratica delle loro idee ambiziose.

Dalle prime riunioni al Bar del Corso e da quel brindisi sul Passo del Furlo di strada ne è stata fatta, sia sui pedali che dal punto di vista del prestigio e dell’importanza: dall’attenzione alla funzione sociale ed educativa dello sport fino alla creazione di un bellissimo settore giovanile passando per l’organizzazione della Nove Colli, segno di riconoscimento di Cesenatico ormai in tutto il mondo.

50° Anniversario

On May 20th, 1971, the great adventure of the Nove Colli got underway, with 17 pioneers who hopped on their bikes at 5 in the morning and completed a route that would become legendary for all cycling tourists in Italy and beyond. The idea came from the minds of Gaetano Freschi, Gianfranco Casali and Brandolini (he’s the one who decided the route).

The year before all three men had travelled to Switzerland to obtain the famous “Alpine License”. They wanted to create something similar with the “Apennine License”, and the Nove Colli was the natural and wonderful practical continuation of their ambitious ideas.

From the first meetings at the Bar del Corso and that toast at the Passo del Furlo a lot of road has been covered, both on pedals and in terms of prestige and importance. The organization of the Nove Colli has led to awareness of the social and educational aspects of sport and the creation of a fantastic youth sector, and on the way this fantastic event has become a beacon which makes Cesenatico recognizable throughout the world.

QUANDO TUTTO EBBE INIZIO WHEN IT ALL STARTED Nel 1966 è stata fondata la Fausto Coppi, The Fausto Coppi was founded in 1966. Today cuore pulsante della Nove Colli e di tutto il it is the beating heart of the Nove Colli and ciclismo romagnolo. of all cycling in Romagna. È la primavera del 1965 e Cesenatico si sta lentamente preparando all’invasione turistica di ogni estate: i primi alberi sono in fiore, sul porto il sole inizia a picchiare sempre più avvolgente e dal Bar del Corso sta per partire una delle avventure più affascinanti della storia recente di questo piccolo paese. La Fausto Coppi comincia a nascere nella testa di Gaetano Freschi, grande appassionato di ciclismo, che trova subito due fidati alleati in Gianfranco Casali e Giampietro Stignani. A tutti e tre piaceva andare in bicicletta, ma il ciclismo era più di uno sport, era una missione da condividere con gli altri. Qualcosa che avrebbe acquisito molto più valore se fatto in compagnia. Ed è così che inizia a nascere la Fausto Coppi, con una fondazione che è anch’essa un viaggio.

Le idee partono proprio in quella primavera del 1965, la maglia sarà azzurra e dovrà avere un colletto e i pantaloncini invece saranno neri: ecco i tratti distintivi di tutti quelli che prenderanno parte alla escursioni della prima società ciclistica di Cesenatico. Le iscrizioni vennero aperte nel 1966 e il processo di fondazione si concluse dopo l’estate di quell’anno: il 2 ottobre del 1966 nasce ufficialmente la Fausto Coppie e tutto comincia al Passo del Furlo in terra marchigiana, luogo che i soci fondatori avevano raggiunto nella prima uscita della nuova società. La fondazione viene innaffiata al termine della cena con un brindisi allegro e in pieno stile romagnolo. In alto i calici, è da li che si è iniziato a pedalare. I pionieri di quella cena furono Alberto Andreucci, Walter Masotti, Dalmazio Minotti, Gaetano Freschi, Guerrino Ciani, Giovanni Berlati, Domenico Razzani, Vito Pagan, Gianfranco Casali, Gilberto Casali e Giampietro Stignani.

Veri e propri pezzi di storia dello sport amatoriale a Cesenatico insieme anche ad Arrigo Vanzolini, presidente per ben 38 anni della Fausto Coppi.

Il 20 maggio del 1971 comincia la grande avventura della Nove Colli con 17 pionieri che montano in sella alle 5 del mattino e completano il percorso che diventerà leggendario per tutti i cicloturisti d’Italia e non 28

1965 - 2015

It was spring 1965 and Cesenatico was slowly preparing for the usual invasion of summer tourists. The trees were just starting to blossom, the sun was growing brighter over the port, and at the Bar del Corso one of the most fascinating adventures in the recent years of this small town was starting to take shape. Gaetano Freschi, a big cycling fan, got the idea for the Fausto Coppi into his head, and right away he found two steadfast allies in Gianfranco Casali and Giampietro Stignani. All three of these guys loved riding bikes, but to them cycling was more than just a sport, it was a mission to share, something which would acquire much more value if practiced in the company of others. And this is how the Fausto Coppi started coming about, with a foundation that was a journey in and of itself.

The ideas took off in that spring of 1965. The jersey would be light blue and it had to have a collar; the shorts on the other hand would be black. These were the distinguishing traits of everyone who took part in the rides with the first cycling association in Cesenatico. Registrations were opened in 1966 and the foundation process was completed in the summer of that year. On October 2nd, 1966 the Fausto Coppi was officially established. It all took place at the Passo del Furlo in the territory of le Marche, a place that the founding members went to on the association’s first ride. At the end of dinner the foundation was baptized with a happy toast and in full Romagna style. Glasses were raised, and from there on out the pedalling started. The pioneers at that dinner were Alberto Andreucci, Walter Masotti, Dalmazio Minotti, Gaetano Freschi, Guerrino Ciani, Giovanni Berlati, Domenico Razzani, Vito Pagan, Gianfranco Casali, Gilberto Casali and Giampietro Stignani. They are genuine historical figures in Cesenatico’s tradition of amateur sports, along with Arrigo Vanzolini, president of the Fausto Coppi for a good 38 years.

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CESENATICO. Paolo Taddeo: 45 years old. Distinguishing traits: a lucid folly for bicycles and a special fondness for the Nove Colli. Last year Taddeo, a businessman from Puglia, pedalled in the night time version and then almost without pause he also took off for the classic version of the gran fondo. This amateur cyclist has become an expert in Randonée events, races that cover significantly long distances.

Taddeo, can you tell us about your enterprise last year?

“My Nove Colli last year was really something special. I set off on the night version of the race and then almost as soon as I got to the finish line at dawn’s early light, I took off again with the rest of the pack for the classic version of the race. It wasn’t easy and I can still remember all the sensations I felt: with 100 kilometres to go until the finish line I ended up by myself and eventually the sweep-up van came up with two volunteers who urged me on once I told them what I was doing. They stayed close to me and cheered me on. After the Gorolo everything was easy and I managed to cross the finish line at 6: 57 p.m., just 3 minutes under the maximum time limit. At the arrival the organizers, who I’d like to thank once again, had put together a veritable celebration and they even gave me a really nice spinning bike. When my wife and three kids caught up to me in Cesenatico and I saw their happy faces, I couldn’t believe it. It was really emotional.”

PAOLO TADDEO DUE NOVE COLLI IN UN SOLO GIORNO TWO NOVE COLLI IN ONE DAY Intervista all’ultimo arrivato del 2014 Interview to the last arrived of 2014 edition Francesco Zani CESENATICO. Paolo Taddeo di anni 45, segni particolari: una lucida follia per la bicicletta e una passione speciale per la Nove Colli. Lo scorso anno Taddeo, commerciante pugliese, ha pedalato nella versione By Night e poi senza quasi fermarsi è partito anche per la versione classica della gran fondo. Un ciclista amatoriale ormai esperto delle corse Randonée, gare che si svolgono su distanze lunghissime.

Taddeo, ci racconta la sua impresa dello scorso anno?

«La mia Nove Colli dell’anno scorso è stata davvero qualcosa di speciale. Sono partito per la versione notturna della corsa e poi appena arrivato al traguardo, alle prime luci dell’alba, sono partito insieme a tutti gli altri per la versione classica della corsa. Non è stato facile e ho ancora nella mente tutte le sensazioni provate: a 100 chilometri dall’arrivo sono rimasto solo e ho incontrato il camion-scopa con due volontari che mi hanno incitato dopo che gli ho raccontato quello che stavo facendo. Mi sono stati vicini e hanno fatto il tifo per me. Dopo il Gorolo tutto è stato facile e sono riuscito a tagliare il traguardo alle 18.57, giusto 3 minuti prima del tempo massimo. All’arrivo gli organizzatori della corsa, che ringrazio ancora, mi hanno organizzato una vera e propria festa e mi è stata anche regalata una bicicletta da spinning davvero bella. Quando 30

How many years have you been participating in the Nove Colli?

“The 2015 edition will be the ninth consecutive race I participate in. I always stay in the same hotel and I bring my family because Cesenatico is a great place and everyone always greets us so warmly. Furthermore, the organization is impeccable and this, in addition to demanding and breath taking scenery, makes the Nove Colli my absolute favourite. It’s the race that means the most to me because it was the first one I did when I started riding a bike.”

In this edition are you going to try to repeat last year’s feat?

“Definitely yes; I’ve been training hard and I hope I can succeed in finishing another double, practically pedalling for an entire day. I don’t know if anyone else will follow me. Plus, it will be useful to me as preparation for the Paris-BrestParis, the most prestigious of the Randonée races. It’s about 1200 kilometres long and it takes place once every four years: I was lucky because the Italian National randonèe team called me up, and the race comes after my enterprise at the Nove Colli.”

a Cesenatico mi sono venuti incontro mia moglie e i miei tre figli e ho visto i loro volti pieni di gioia non ci potevo credere. È stato davvero emozionante».

Da quanti anni partecipa alla Nove Colli?

«L’edizione del 2015 sarà la nona consecutiva a cui partecipo. Prenoto sempre nello stesso albergo e porto con me la famiglia perché a Cesenatico si sta davvero bene e tutti ci accolgono sempre con calore.

L’organizzazione poi è impeccabile e questo, oltre ai paesaggi faticosi e mozzafiato, rende la Nove Colli la mia preferita in assoluto. È la corsa a cui sono più affezionato anche perché è stata la prima che ho fatto da quando ho iniziato ad andare in bicicletta».

In questa edizione proverà a bissare l’impresa delle scorso anno?

«Certamente sì, mi sono allenato duramente e spero di riuscire a portare a termine ancora una volta doppietta pedalando un giorno intero praticamente. Non so se altri mi seguiranno. Tra l’altro mi servirà anche come preparazione per la Parigi-Brest-Parigi, la corsa randonée più prestigiosa. È lunga circa 1200 chilometri e si svolge ogni quattro anni: correrò con la maglia della Nazionale italiana randonnée che mi ha chiamato dopo la mia impresa alla Nove Colli.»

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La 45ª edizione della Granfondo Nove Colli in diretta su Rai Sport 1.

Dalle 12:30 alle 13:30 Rai Sport 1 trasmette la Nove Colli in diretta.

45th edition of Granfondo Nove Colli live on Rai Sport 1.

Live coverage from 12:30 pm to 13:30 pm

COME UN ELASTICO HA SALVATO LA MIA GARA CICLISTICA IN ITALIA ARTICOLO APPARSO SULL’HUFFINGTON POST HOW AN ELASTIC BAND SAVED MY ITALIAN BIKE RACE PUBLISHED ON THE HUFFINGTON POST 24 giugno 2014 - June 24th 2014 - Clayton Hirst Con un cambio di marcia fu tutto finito. Sei mesi di allenamento nel fetido clima inglese, lunghi giri solitari, il volo, il viaggio in macchina, la sveglia che suona alle 4 di mattina, l’alimentazione forzata che si fa con la pasta a colazione. Tutto per niente… o così pensavo. É da un’ora che pedalo alla Nove Colli, una granfondo lunga 200km che vede appassionati e ciclisti semi-professionisti affrontare un percorso arduo sulle colline della Romagna. Ho il sole sulle spalle e le mie gambe si sentono bene. Poi la sfortuna colpisce. Cambio marcia. E sento un “ping”. Premo il cambio senza speranze mentre mi rendo conto che si è rotta una piccola ma importante molla nel meccanismo, rendendo il mio cambio inutile.

Disperato e dispiaciuto, mi preparo a tornare indietro, pedalando con una marcia sola in direzione apposta, il mio obiettivo era fallito, quando all’improvviso vedo un meccanico a bordo della strada. Più per speranza che per aspettative, gli faccio vedere la mia bici rotta. Lui lavora con la leva, scrollando le dita in sintonia con dei movimenti quasi impercettibili, ed ecco che fa apparire un elastico, che avvolge intorno al cambio. Tutto qui? Mi chiedo mentre lui mi rispedisce verso la mia strada, con un allegro “vanno velocissime”. Rimango molto sorpreso, però il suo lavoro così rudimentale ma così esperto funziona.

La Nove Colli è una delle granfondo più antiche d’Italia, una manifestazione di massa non competitiva. Tutto iniziò nel 1971 e da allora è diventato un evento importante che vede la partecipazione di ben 12.000 ciclisti. Da qualche anno comincia a richiamare anche i ciclisti inglesi. Quest’anno quasi 150 inglesi dalla faccia pallida hanno pedalato lungo le strade della Nove Colli, vogliosi di provare qualcosa di più esotico rispetto ai soliti viaggi organizzati sulle Alpi francesi.

La corsa inizia nel borgo adriatico di Cesenatico, famoso per il suo porto, che fu progettato da Leonardo da Vinci. Il paese è anche famoso come la patria di Marco Pantani, uno degli sportivi più amati d’Italia, capace di estasiare i suoi tifosi con attacchi audaci sulle montagne arrivando a vincere un Tour de France e un Giro d’ Italia, prima di spezzargli i cuori con la sua tragica morte inaspettata nel 2004. Cesenatico rende omaggio al suo eroe con il Museo Marco Pantani, situato vicino alla stazione ferroviaria.

With a click of the gears it was over. Six months’ training in rank British weather, the long solitary rides, the flight, the drive, the 4am alarm call, the force-fed pasta breakfast. For nothing, or so I thought.

I am an hour into the Nove Colli, a 200km mountainous bike race that mixes amateurs and semi-professional riders over the testing Apennine mountains in Italy.

The sun is on my back and my legs feel good. Then misfortune strikes. I change gear. Ping. I flick the gear shifter hopelessly as I realise that a small but important spring has broken, rendering my gears useless.

Full of despair I prepare to turn back, cycling with one gear and one failed objective, when I see a roadside mechanic. In hope over expectation, I show him my broken bike. He waggles the lever and his finger in equal measure and produces a rubber band, which he wraps around the shifter. Is that it? I ask myself as he and sends me on my way, with a cheery “vanno velocissime”.

To my surprise, his rudimentary but expert bodge works.

The Nove Colli is the oldest of Italy’s ‘gran fondos’ - a semi-competitive mass participation cycle race. It first started in 1971 and has grown into a major event with 12,000 competitors. It is now attracting British riders. This year nearly 150 pale-faced Brits rode the Nove Colli, keen to sample something more exotic than the standard organised trips to the French Alps.

The race starts in the Adriatic town of Cesenatico, famous for its port designed

by Leonardo da Vinci. The town is equally famous as the home of Marco Pantani.

One of Italy’s best-loved sportsmen, he delighted the tifosi with his audacious attacks in the mountains to win the Tour de France and the Giro de Italia, before breaking hearts with his tragic and untimely death in 2004. Cesenatico honours its hero with the Marco Pantani Museum, on the edge of the town.

The race starts at 6am where thousands of riders, pent-up with adrenaline and testosterone, are released onto the roads, like greyhounds out of the traps. For the first flat 30km my eyeballs are on stalks, as riders hammer down closed roads at 45km/h, five abreast. The safest way to ride is with the group, but the bends and roundabouts catch out riders who lie prostrate along the route, treated by medics.

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La gara inizia alle ore 6.00 migliaia di ciclisti, pieni di adrenalina e testosterone, vengono rilasciati sulle strade come levrieri liberati dalle loro gabbie. Per i primi 30 km in piano i miei occhi sono spalancati, mentre i ciclisti si lanciano su delle strade chiuse al traffico a tutta velocità, raggiungendo i 45 km l’ora, in file di cinque. Il modo più sicuro è stare nel gruppo, ma le curve e rotonde ingannano e in tanti atleti cadono lungo il percorso, assistiti dalle squadre di soccorso.

Me la cavo in questa parte pericolosa. La vera sfida comincia con il primo dei nove colli che compare dopo aver attraversato la campagna dell’ EmiliaRomagna, una delle regioni più ricche e fertili d’Italia.

Il compenso è immediato: bellissimi scorci su vallate di ciliegi e borghi medioevali, con gli Appennini che fanno da cornice al tutto. I bellissimi colori dei campi verdi sono sparsi di papaveri rossi. Questo è quel che si intende quando si parla di pedalare in Emilia Romagna.

Le salite non sono così lunghe come quelle delle Alpi o dei Pirenei. E non le troverai nemmeno sulle innumerevoli guide delle “50 migliori” montagne da scalare anche se - prese insieme - le salite della Nove Colli sono paragonabili alle famose salite di montagna, grazie anche agli italiani che hanno costruito le strade decidendo che il modo migliore per superare le montagne sarebbe stato costruire la strada dritta anziché a curve strette. Una delle salite più faticose è il Barbotto, affrontata anche al Giro d’Italia. Corta e ripida, con pendenze che raggiungono il 18 percento, gli italiani lo chiamano il muro.

Il cibo è una parte importante della Nove Colli. Ci sono tanti punti di ristoro lungo il percorso, gestiti da volontari vivaci. Il cibo è una merce nelle gare di ciclismo, un modo di mantenersi carburati ed evitare il temuto “bonk”, il termine che si usa quando un ciclista finisce le sue forze.

Qui, il cibo viene offerto in grande stile: il caffè, le arance, le mele, le pizzette, anche fette di panettone vengono esposti su dei lunghi tavoli; questo è il fast food in stile italiano.

Scollino il Gorolo, l’ultima salita della gara. La strada gira verso il mare lungo una bellissima cresta e poi scende fino a Cesenatico.

Il paese è vivissimo; ci sono tifosi, bande di musicisti e sponsor; tutti aspettano questa corsa annuale. C’è un’accoglienza colorata e rumorosa dopo la pace delle montagne. Mentre mi avvio con leggerezza verso l’arrivo, dò un’occhiata al mio cambio. Per otto ore l’elastico è stato la salvezza di questo giro. Ha funzionato perfettamente, aiutandomi a finire una delle corse di un giorno più ardue in Europa. Vanno velocissime.

C’è una postfazione a questa storia. Il giorno successivo portai la mia bici in un negozio di ciclismo del paese. Immaginavo che sarebbe stato più facile fare riparare il mio cambio firmato Campagnolo in Italia che non a casa. Vengo accolto da un uomo di una cinquantina d’anni, magro ma di statura robusta.

Mi spiega in grande dettaglio come intende riparare la mia bici. Quando la vado a ritirare, lui si presenta come Marcellino Lucchi, il padrone del negozio ed ex-campione Italiano di motociclismo. Solo in Italia.

I make it through this dangerous section. Now, the real challenge begins with the first of nine successive climbs deep in the Emilia-Romagna countryside, one of the richest and most fertile regions of Italy.

Payback is immediate: beautiful views across valleys of cherry orchards and Medieval villages, framed by the Apennine mountains. The rich colours of the green fields dotted with red poppies. This is what cycling in Emilia-Romagna is about.

The climbs aren’t as long as the Alps or Pyrenees. Nor do they feature in the scores of ‘50-best’ books of mountains to ride. But taken together the climbs of the Nove Colli are just as challenging, thanks to the Italian road builders who in their wisdom decided the best way over the mountains was to build straight rather than employing hairpins. One of the toughest climbs is the Barbotto, a regular in the Giro de Italia. Short, sharp and reaching 18 per cent, the Italians call it the muro.

Food is an important part of the Nove Colli. There are feed stations on the route, manned by lively volunteers. Food is a commodity in bike races, a way to keep fuelled and avoid the dreaded ‘bonk’, when a cyclist runs out of energy. Here, food is offered with a flourish: coffee, oranges, apples, mini pizzas, even slices of panettone are laid out on long benches; this fast food, the Italian way.

I crest Gorolo, the final climb of the ride. The road turns to the sea along a beautiful ridge and then down into Cesenatico.

The town is alive; spectators, bands and sponsors all feed off this annual race. It is a colourful and noisy welcome back after the peace of the mountains. As I coast over the finish line I glance at my gear shifter. For eight hours the rubber band has been the ride’s savour. It has worked perfectly, helping me finish one of the hardest one-day bike rides in Europe. Vanno velocissime.

There is a postscript to this story. The next day I take my bike to a local bike shop. I figure it will be easier to get my Campagnolo gears fixed in Italy than at home. I am served by a man in his 50s, slim yet robust in stature. He explains at length how he is going to fix my bike. On collection he introduces himself as Marcellino Lucchi, bike shop owner and former Italian motorcycle champion. Only in Italy.

IL CICLISMO AMATORIALE VERSO IL CICLISMO PER TUTTI Nove Colli, 1971, 45 edizioni con quella del 2015 che prenderà il via il prossimo 24 maggio a Cesenatico.

Da lì comincia tanta parte di quello che è il ciclismo della passione, degli amatori, delle granfondo nate per essere grandi feste del ciclismo.

Il termine Granfondo viene esportato in tutto il mondo e diventa sinonimo di eventi di ciclismo di massa.

L’UCI, recentemente, ha costituito una commissione ad hoc per gestire il fenomeno dei grandi eventi.

Tutto bene quindi? Solo in parte perché, come sempre, i fenomeni di massa se non vengono gestiti e regolamentati almeno per quanto attiene le loro linee guida principali, rischiano derive e degenerazioni.

Con il passare degli anni, in specie dal 2000, alcuni professionisti diventano leader di squadre amatoriali dove vengono stipendiati per vincere: questo alimenta un agonismo che porta gli appassionati all’esasperazione che giunge a livelli insostenibili.

Le medie dei primi si impennano vertiginosamente e da tanti, troppi, quelle feste del ciclismo vengono più o meno inconsapevolmente interpretate come arene dove scatenarsi, tentando in ogni modo di stare a ruota di chi invece che pedalare nei ritagli di tempo, ricavati tra lavoro e famiglia, pedala per lavoro.

Alcune aziende si fanno allettare e riversano soldi su squadre amatoriali organizzate da fare invidia a quelle professionistiche. L’uso di sostanze illecite si fa smodato, si assiste ai primi controlli antidoping positivi, con la conseguente attivazione di indagini penali.

Un caos calmo al quale lentamente ma inesorabilmente organizzatori e amatori si assuefano.

Per scavalcare una posizione in una classifica di categoria si fa di tutto e ci si allena, anche se si è over 50, con le tabelle di Nibali. La salute viene messa a repentaglio, lo stress si impossessa di me e di tanti come me concentrati su risultati di valore inesistenti che ci distraggono dalle reali priorità della vita.

Ma vedere tanti podi e risultati falsati dai successivi controlli antidoping convince finalmente alcune delle più importanti granfondo ad attivare un laboratorio di pratiche sane. Nasce Five Stars League con controlli preventivi e volontari prima della partenza, con l’attenzione all’inquinamento ambientale, con la determinazione feroce di dire basta all’assioma ciclismo=doping che dopo i professionisti stava investendo assurdamente anche noi amatori.

Nel 2014 la Federciclismo emana la normativa etica adottata da tutti gli Enti di Promozione Sportiva che si occupano di ciclismo. È l’inizio di una svolta e di una presa d’atto della necessità di tornare allo spirito che la Nove Colli ha nel suo DNA: divertimento e sano agonismo finalizzati a stare bene, molto bene, come solo la bicicletta ti fa stare.

Una rivoluzione pacifica che in un anno si è consolidata ed ha posto le basi per un approccio che ci sta facendo tornare allo spirito della prima storica edizione della Nove Colli.

Ora sta a noi amatori e a chi, con enormi sforzi, tanta passione e grande professionalità organizza eventi meravigliosi come la Nove Colli, cancellare il binomio ciclismo=doping sostituendolo con ciclismo=divertimento, provando a contagiare ed a trasmettere a tutti quelli che non sanno cosa si perdono non pedalando, quella voglia di montare su un sellino per vivere emozioni meravigliose.

Il ciclismo amatoriale deve diventare sempre più uno sport per tutti e gli eventi devono tornare ad essere grandi aggregazioni del ciclismo che non siano limitate solo a chi si allena al massimo delle sue possibilità, percorrendo oltre 100 km con dislivelli spesso impegnativi, ma anche a chi oggi ha paura a partecipare non sentendosi all’altezza e guarda chi fa 200 km come fosse un marziano.

THE AMATEUR-CYCLING FOR EVERYONE Nove Colli, the oldest Granfondo in the word, will celebrate the 45th edition on 24th of May 2015. It has invented a system called Granfondo, and the passion for tourism-cycling, which has been exported in the entire word.

The UCI has recently constituted a specific commission to manage these events.

Is everything going well? No, not everything or not yet. In fact in the last 15 years many former professional riders have become the leaders of this movement and they have been paid to ride some of the most famous Granfondos to win. It has pushed the professionalism amateur cycling and pushed it towards competitiveness.

The consequence has been a change in the point of view of this sport: from amateur it reached a very competitive level. More bike companies have been investing money in Granfondo Teams, which are really well organized, sometimes better than some professional ones. The negative influence of the business brings some riders to the illegal practice of doping. Following dangerous training guidelines like professional riders even if they are over 50 years old. In the recent past we saw so many Granfondo podiums change because of banned riders. Association such as Five Star League were also born to fight this plague. In 2014 Federciclismo set new ethic rules and this was the restart toward the healthy spirit of passion you can find inside Nove Colli’s DNA. A peaceful revolution to bring back the right way to do touristiccycling getting rid of the match cycling=doping. It’s up to us to make an effort and try to “infect” all week-end riders with the marvellous sensation of riding a bike just for passion.

This kind of Cycling is for all of us that love riding even if we do it just to chat with friends or to follow some wine and food parcourse while watching the amazing landscapes.

In only a few words: use your bike in its every form.

The Amateur-cycling and the urban one are so important for our country. Worldwide Events like Nove Colli are such beautiful things. It shows how riding the bike for passion can be gratifying.

The international overview shows us a clear evolution in this way.

Italy, thanks to volunteer organization as the ASD Fausto Coppi based in Cesenatico, has led the way and now we are leading the group.

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Ben vengano quindi le granfondo e gli eventi amatoriali in genere che prevedono anche tranquille ciclopedalate, l’uso delle e-bikes, percorsi enogastronomici in grado di valorizzare gli splendidi territori che offre l’Italia, ciclismo per bambini e ragazzi, ciclismo vintage, ecc.

In una parola: la bicicletta da utilizzare in ogni sua straordinaria declinazione.

Il cicloturismo ed il ciclismo urbano sono sorprendenti fonti anche di ricchezza, che il nostro Paese deve essere in grado di esaltare e valorizzare senza temere alcuna concorrenza a livello mondiale. Gli eventi di massa amatoriali devono quindi diventare sempre di più volano delle innumerevoli buone pratiche che solo il ciclismo è in grado di sintetizzare mirabilmente.

Il panorama internazionale ci mostra un’evoluzione chiara in tal senso, che è in crescita esponenziale e molto rapida. L’Italia, grazie al fenomenale team della Fausto Coppi, è partita per prima facendo scuola: non ci dobbiamo far superare e su questo tema l’agonismo sano deve prevalere.

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[Gianluca Santilli]

Responsabile Settore Amatoriale nazionale FCI Head of the National Amateur Sector Federciclismo FCI

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For six years the Cesenatico Nove Colli race has been an important event for the Italian National Transplant Centre, an opportunity to involve directly transplanted patient, medical expert of the transplant network, sport medicine doctors, sports and cycling organization in the research activities on the benefits of physical activity in general and on the need and opportunity to have it prescribed as prevention and therapy itself.

The project “A Transplant…and now it’s time for sport” and the study Novecolli-Life gave the opportunity to the Italian National Transplant Centre to talk about donation and transplantation to a specific audience of cyclist and sportsman, which is already very sensitive and alive to the topic of well-being and physical health. Thanks to the cooperation between the Nove Colli organization and the Fausto Coppi Association, the transplanted cyclist team participate to the race with other nontransplanted cyclist proving the efficacy of transplantation, the value of organ donation, the physical recovery of patients and the importance of sport as mean for improving everybody’s quality of life, patients and citizens.

2015 edition of Cesenatico Nove Colli race has a special meaning for one of the cyclist of the transplanted team.

CICLOTURISMO E TRAPIANTI, L’INTERVISTA A IVANO SALETTI CYCLING AND TRANSPLANTS, AN INTERVIEW WITH IVANO SALETTI Da sei anni la Nove Colli di Cesenatico è un importante appuntamento per il Centro Nazionale Trapianti, l’occasione per coinvolgere direttamente i pazienti trapiantati, le figure mediche della rete trapiantologiche, il medico dello sport e le organizzazioni sportive e ciclistiche nell’attività di ricerca sul beneficio dell’attività fisica in generale e della necessità e possibilità della sua prescrizione come prevenzione e terapia.

Il progetto “Trapianto…e adesso sport” e lo studio Novecolli-life hanno permesso al Centro Nazionale Trapianti di parlare di donazione e trapianto ad un pubblico, quello dei ciclisti e sportivi, che è già molto sensibile e attento al benessere e alla salute fisica. Grazie alla collaborazione con il G.C. Fausto Coppi, la società organizzatrice della Nove Colli, la squadra dei ciclisti trapiantati partecipa alla gara con gli altri ciclisti non trapiantati e testimonia personalmente l’efficacia del trapianto, il valore della donazione degli organi, il recupero fisico e l’importanza dello sport come strumento per migliorare la qualità di vita di tutti, pazienti e cittadini.

L’edizione 2015 della Nove Colli di Cesenatico assume un significato rilevante per uno dei ciclisti della squadra dei trapianti.

Ivano Saletti, il 24 maggio 2015 parteciperai alla granfondo Nove Colli di Cesenatico, perché questa edizione è più importante delle precedenti?

La storia della mia vita è simboleggiata da una data sparti-acque: il 31 maggio 2005. Esistono, rispetto a questa data, un “prima” ed un “dopo”, un “non puoi fare” ed un “potrai”, una esperienza di malattia ed un ritorno alla vita. É la data del mio trapianto di cuore. Da allora sono passati 10 anni: il ciclismo è diventato, oltre che una passione, una parte integrante della terapia post-trapianto ed un dispositivo di prevenzione.

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Ivano Saletti, next May 24th 2015 you will attend the Granfondo Nove Colli Cesenatico race, why this edition is more important than past editions?

The story of my life is marked by a date: May 31st 2005. Starting from this date there is a “before” and “after”, a “you cannot do” and “you do”, an experience of severe disease and a return to life. That is the date of my heart transplantation. 10 years passed since then: cycling has become not only a passion, but part of the post-transplant therapy and a way of preventing further disease.

An important anniversary which is celebrated properly, what are you planning?

The goal to be reached by next year, my “challenge”, in order to honor properly the milestone of 10 years of transplantation, is to achieve the Prestige status for 2015, an ambitious title for all the cycling enthusiasts.

I’m the first transplanted cyclist to tempt this challenge, a hearttransplanted cyclist among the about 500 other cyclists who are proud holder of this title ...... a real big challenge!

The Prestige status is won by those who concludes seven Granfondo cyclist race, aren’t you afraid of the strain you are going to face?

I will not be alone. In this undertaking I’ll be followed by a medical doctor involved in the project of the Italian National Transplant Center “A Transplant... and now it’s time for sport”. Gianluigi Sella is a sports physician and he will monitor my heart rate, in addition to this he will measure a number of clinical and physiological parameters. Surely clinical trials will be used to understand how a transplanted heart react during such physical exercise. Gianluigi is a cyclist like me and we will ride side by side, I wonder if the other riders and the public will be able to distinguish who is the transplanted cyclist between us.

You will keep us with the bated breath until the last race, we will support you and closely follow your results.

The Italian National Transplant Centre is following and promoting this challenge since February, through a blog and a web series entitled “Back on track, histories of sport and life” I tell the emotions of the races, the preparation, but also my story of transplanted. Gianluigi will be with me, living this cycling experience with the same passion and tenacity but from a different point of view. Follow us till the end and keep the fingers crossed for winning the Prestige!

Un anniversario importante che va festeggiato adeguatamente, cosa stai organizzando?

Il progetto che punto a realizzare nel prossimo anno, la mia “impresa”, per onorare adeguatamente il traguardo dei 10 anni di trapianto, è di conseguire lo Scudetto Prestigio 2015, ambito riconoscimento per tutti gli amanti del cicloturismo. Primo trapiantato a tentare l’impresa, un trapiantato di cuore tra i circa 500 ciclisti che possono fregiarsi di questo titolo……davvero una bella sfida!

Lo scudetto prestige viene vinto da chi conclude ben sette granfondo, non hai paura della fatica che dovrai affrontare?

Mi accompagnerà in questa impresa un medico del progetto del Centro Nazionale Trapianti “Trapianto…e adesso sport”. Gianluigi Sella è un medico dello sport e monitorerà la mia frequenza cardiaca, oltre a misurare una serie di parametri clinici e fisiologici. Sicuramente i test clinici serviranno a capire come reagisce un cuore trapiantato sotto sforzo fisico. Gianluigi è un ciclista come me e saremo fianco a fianco a pedalare, chissà se gli altri ciclisti e il pubblico riusciranno a distinguere quale dei due è trapiantato?

Ci terrai col fiato sospeso fino all’ultima competizione, noi faremo il tifo per te e ti seguiremo da vicino.

Il Centro Nazionale Trapianti sta seguendo e promuovendo questa impresa sportiva da febbraio, attraverso un blog e una web serie dal titolo “Di nuovo in pista, storie di sport e di vita” racconto le emozioni delle gare, la preparazione, ma anche la mia storia di trapiantato. Con me ci sarà Gianluigi che vive questa esperienza ciclistica con la stessa passione e tenacia ma da un punto di vista diverso. Seguiteci fino alla fine e incrociamo le dita per la vittoria dello scudetto prestige!

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LA SICUREZZA NELLE GRANFONDO TRA LUCI E OMBRE Gli esiti del sondaggio svolto da G.S. Progetti Scorta e G.C. Fausto Coppi Cesenatico

In 2014, thanks to a collaboration between G.C. Fausto Coppi Cesenatico and G.S. Progetti Scorta, a poll was taken among cyclists to acquire more information and input as to how to improve safety in “gran fondo” races.

During the 23 days of the survey – which was published on the official website for the Nove Colli – 2338 recreational cyclists and cycling tourists answered a 20-question survey, providing insight as to how much is perceived and understood when it comes to safety in gran fondo events.

Significant data regards 69% of those surveyed, who marked safety in Italian gran fondo races as “sufficient”, proving that the efforts we’ve been making in this field have produced tangible results.

Furthermore, the study showed that 52% of cyclists claim to take into consideration safety information registered in previous editions, an indication as to a certain sensitivity to this issue, and a motivating factor for the organizers, who strive for quality.

As for suggestions, the sports fans surveyed asked for: more personnel at crossroads and roundabouts (54.3%) and more hazard signs (30.5%). A lower number (12%) requested the use of more dispatch riders and technical escorts. It’s disconcerting to note that, even though it is written in the rules and regulations of the gran fondo that “all traffic laws shall remain in effect”, 66% of participants declared that the race can take place regardless (disregarding the regular road signs), leaving the choice and responsibility of adhering to road safety rules up to each individual contestant.

This absurd presumption leaves room for dangerous behavior, which cannot be considered a responsibility to which the organizers must respond.

The ASA staff (the enterprise in charge of additional signs and signals) and the technical motorcade are endowed with specific authority in order to insure public safety in cycling events; however, these figures are recognized by a mere 33% of participants in a gran fondo. This number means not only that the cyclists’ safety isn’t being properly safeguarded, but it also doesn’t do justice to the organizers who must count on these particular volunteer workers to provide safety at the event.

Only 50% of those surveyed recognized the function of the vehicle displaying the sign reading “fine manifestazione – end of the race”, which basically means that from that point on you are considered out of the race and therefore will not be guaranteed any further assistance or supervision along the route. It seems as though 81.6% of granfondo riders know the difference between «chiusura totale – total closure» and «sospensione temporanea- temporary suspension» of traffic. But only 46% know that the ordinances to temporarily suspend traffic can vary among different events, with timeframes that may even be longer than the traditional 15 minutes.

In conclusion, what came out of the survey is that in terms of safety our efforts have been rewarded with tangible results on the types of precautionary measures taken during these types of events. However, although there are still many aspects that need work, there has definitely been an improvement in quality. The survey also demonstrated that both the organizers and the authorities can do more in terms of information and communication. There are still too many factors which we thought most cyclists knew about but which they don’t, and these issues will demand more attention in the future.

SAFETY IN GRANFONDO EVENTS: MIXED RESULTS The results of a survey by G.S. Progetti Scorta and G.C. Fausto Coppi Cesenatico Nel 2014 grazie alla collaborazione tra G.C. Fausto Coppi Cesenatico e G.S. Progetti Scorta, è stato realizzato un sondaggio tra i ciclisti per ottenere indicazioni su come migliorare la sicurezza nelle granfondo.

Durante i 23 giorni in cui è stato possibile partecipare al sondaggio - pubblicato sul sito ufficiale della Nove Colli - ben 2.338 tra cicloamatori e cicloturisti hanno risposto alle 20 domande, fornendo uno spaccato interessante su quanto sia percepito e conosciuto il tema della sicurezza alle granfondo.

Un dato significativo è legato al fatto che il 69% degli intervistati abbia indicato come “sufficiente” il livello della sicurezza nelle granfondo italiane, a testimonianza che gli sforzi messi in campo hanno prodotto risultati tangibili. Inoltre, è emerso che il 52% dei ciclisti dichiara di informarsi sul grado di sicurezza registrato nelle edizioni precedenti, indice di una certa sensibilità e stimolo per gli organizzatori che puntano sulla qualità.

Passando ai consigli, gli sportivi hanno chiesto: più personale negli incroci e rotonde (54,3%) e più cartelli di segnalazione dei pericoli (30,5). Più contenuta invece la richiesta (12%) di impiegare un numero maggiore di staffette e scorte tecniche.

Preoccupa che il 66% dei partecipanti dichiari che, qualora nel regolamento della granfondo sia scritto «Vige il codice della strada», si possa gareggiare ugualmente (ignorando la normale segnaletica stradale), lasciando la scelta alla responsabilità dei singoli concorrenti.

Ipotesi assurda e foriera di comportamenti pericolosi, che non possono che costituire elemento di preoccupazione per le responsabilità degli organizzatori.

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Le figure dell’ ASA (Addetto alle segnalazioni aggiuntive) e della scorta tecnica, dotate di specifici poteri proprio per la sicurezza nelle manifestazioni ciclistiche, sono conosciute solo dal 33% dei partecipanti alle granfondo. Un limite che oltre a non tutelare adeguatamente gli stessi ciclisti, non rende neppure giustizia a quegli organizzatori che invece contano molto su questi particolari volontari della sicurezza.

Solo il 50% degli intervistati conosce la funzione del veicolo col cartello “fine manifestazione” e quindi, che al suo passaggio viene tolta ogni forma di assistenza e sorveglianza del percorso.

L’81,6% dei granfondisti pare sappia distinguere tra «chiusura totale» e «sospensione temporanea» del traffico. Ma solo il 46% sa che le ordinanze di sospensione temporanea del traffico possono variare a seconda della manifestazione, con tempi anche superiori ai tradizionali 15 minuti.

Provando a concludere, quello che è emerso dal sondaggio è che sul tema della sicurezza gli sforzi hanno prodotto risultati tangibili sulla qualità della sicurezza alle manifestazioni, ci sono ancora aspetti su cui lavorare ma la qualità è decisamente migliorata. Emerge anche che sia gli organizzatori, sia gli Enti possono fare di più dal punto di vista dell’informazione e della comunicazione. Ci sono ancora troppi aspetti dati per scontati che invece non sono noti alla maggioranza dei ciclisti e sui quali è necessario riporre maggiore attenzione in futuro.

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The cross country skiing Olympic champion belongs to Team Sportful and will take part in the Nove Colli again this year, like he already did in 2013.

When speaking of effort, exceeding one’s own limits and the mountains, Cristian Zorzi feels right at home. The former Cross Country Skiing Olympic champion is now one of the members of Team Sportful and he participated in the Nove Colli in 2013. This year he will return to Cesenatico to take on the Romagna mountains once again.

Zorzi, if we say Nove Colli, what comes to mind for you?

“The Nove Colli is the ultimate race, the granfondo that everybody wants to ride in. There’s professionalism, but at the same time there is tremendous humanity and a wonderfully warm welcome. Every passionate cyclist should get the chance to take on a route like this one.”

What do you think makes this race so special?

“The start of the race is unforgettable, no doubt, and also the part where you start to coast after the Barbotto, with the fresh breeze that caresses your face; these two aspects make this race special. To pedal in the morning surrounded by a surreal calm and with the public around you witnessing your enthusiasm, it makes you realize the passion that surrounds an event of this kind.”

CRISTIAN ZORZI

You arrived at skiing through cycling. Which sport is more difficult?

“I have to say that skiing, especially when we’re talking about cross country skiing, is much more difficult than riding a bicycle. However, they are two different types of physical effort. Cycling requires more muscular work.”

Has it ever happened to you that someone recognizes you during the amateur races in which you take part?

“Yes, I have to admit that it has happened and that everyone is always very nice. Often they ask me if it was harder for me on skis or now that I pedal up climbs. One time during another event I was struck down by a hunger attack and I hit the bonk. I saw two men looking out a window who understood my conundrum and they made me two sandwiches.

Then when they recognized me they started taking a bunch of pictures.”

What advice would you give to someone taking on the Nove Colli for the first time?

“I’m not the best person to give advice, since I tend to submit my body to stress using various different tactics, so I always end up in terrible pain for two or three days. My advice is the simplest, but it’s also important when taking up any sport, and that is to always have as much fun as possible. Oh, one thing I have learned: when you get cold on a bike it’s impossible to get warm again so it is always better to wear extra clothing.

There, this is a big difference compared to skiing.”

I NOVE COLLI DI UNO SCIATORE THE NOVE COLLI THROUGH THE EYES OF A SKIER Il campione olimpico di sci di fondo fa parte del Team Sportful e quest’anno prenderà parte alla Nove Colli come ha già fatto nel 2013.

Cristian Zorzi quando si parla di fatica, superamento dei propri limiti e montagne si trova a suo agio: l’ex campione olimpico di sci di fondo adesso è uno dei componenti del Team Sportful e nel 2013 ha partecipato alla Nove Colli. Quest’anno tornerà a Cesenatico per misurarsi ancora con le montagne romagnole.

Zorzi, se le diciamo Nove Colli, a lei cosa viene in mente?

«La Nove Colli è la gara per eccellenza, la granfondo che tutti vogliono fare.

C’è professionalità, ma allo stesso tempo ci sono anche grandi umanità e accoglienza. Ogni appassionato ciclista dovrebbe aver la possibilità di affrontare un percorso del genere».

Cos’è che secondo lei rende così speciale questa corsa?

«La partenza della corsa è senza dubbio indimenticabile e anche il paesaggio che si inizia a scorgere appena dopo il Barbotto insieme alla brezza d’aria fresca che accarezza il viso rendono questa corsa speciale.

Pedalare di mattina in mezzo ad una calma irreale e con tutto il pubblico attorno che testimonia il tuo affetto fa capire la passione che gira attorno ad un evento del genere».

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Lei è arrivato agli sci passando dalla bicicletta. In quale sport si fa più fatica?

«Devo dire che sciare, soprattutto quando si parla di sci di fondo è molto più faticoso che andare in bicicletta. Sono comunque due tipi di sforzi fisici diversi. La bicicletta richiede un lavoro più muscolare».

Le capita mai che qualcuno la riconosca durante le gare amatoriali a cui prende parte?

«Sì, devo ammettere che è capitato e che tutti sono sempre molto gentili.

Spesso mi chiedono se facessi più fatica con gli sci ai piedi o adesso che pedalo su per le salite. Una volta durante una gara sono stato preso da una crisi di fame e non riuscivo più ad andare avanti: ho visto due signori affacciati dalla finestra che si sono accorti della mia difficoltà e mi hanno preparato due panini. Quando poi mi hanno riconosciuto è partito un lungo servizio fotografico».

Che consigli si sente di dare a chi affronta la Nove Colli per la prima volta?

«Non sono la persona più adatta per dare consigli visto che tendo a mettete sotto stress il mio corpo con tattiche sempre diverse e quindi finisco sempre patire dolori atroci per due o tre gironi. Il mio consiglio è quello più semplice, ma allo stesso tempo importante per affrontare tutti gli sport ed è quello di divertirsi sempre il più possibile. Ah, una cosa la ho imparata: in bicicletta quando si prende freddo poi non ci si scalda più quindi sempre meglio vestirsi con un indumento in più.

Ecco, questa è una grande differenza rispetto allo sci».

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PIADINA ROMAGNOLA, IL SIMBOLO DELLA ROMAGNA PIADINA ROMAGNOLA, THE SYMBOL OF ROMAGNA La storia narra che a chi bussa alla porta di un romagnolo viene offerto uno spicchio di Piadina Romagnola accompagnato da un bicchier di Sangiovese.

In questa massima, c’è tutto il sapore di una terra che ha come padri tutelari Pellegrino Artusi e Federico Fellini. La Piadina Romagnola infatti non è solo un prodotto da mangiare, ma qualcosa di più. È la storia della sua terra, le tradizioni, i sapori, la convivialità. È l’emblema di come quattro semplici ingredienti (farina, acqua, sale, strutto o olio d’oliva), impastati e cotti a dovere, diano vita a una “sfoglia” capace di unire ‘culturalmente’ due estremi come Giovanni Pascoli e Samuele Bersani.

La Piadina Romagnola è un ‘cibo di strada’ che grazie al suo prezzo contenuto e alla varietà di abbinamenti, rappresenta ormai un fenomeno di costume che cattura gli amanti della buona tavola. Ne sa qualcosa il principale motore di ricerca al mondo, Google, che ha certificato la Piadina Romagnola prodotto più ricercato in Italia.

Da alcuni mesi questa prelibatezza ha una marcia in più: la certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) dalla Commissione Europea.

D’ora in poi si potrà chiamare Piadina Romagnola/Piada Romagnola, anche nella variante alla Riminese, solo quella prodotta e confezionata esclusivamente nel suo luogo di origine, la Romagna. Solo coloro che la produrranno secondo il disciplinare approvato potranno commercializzare la Piadina Romagnola IGP. Nessun altro potrà farlo. Merito del Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola che insieme ad altre istituzioni e associazioni si è fatto promotore di questo traguardo.

“L’IGP è la vittoria di tutta la Romagna: della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti tipici – afferma il Presidente del Consorzio Elio Simoni.

Oggi chi vuole degustare la Piadina Romagnola lo può fare con una tutela

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Commonly said that if you knock at the door of an inhabitant of Romagna you will be offered a slice of Piadina with a glass of Sangiovese wine. This saying includes all the flavour of a land whose outstanding fathers are Pellegrino Artusi and Federico Fellini. Piadina romagnola is not only a product to be eaten but it’s something more.

It is the history of its own land, with its traditions, its flavours and conviviality. It is the example of how four simple ingredients (flour, water, salt, lard or olive oil) worked into dough and properly cooked,

can give birth to a round flatbread that culturally puts together two very different personalities such as the nineteenth century poet Giovanni Pascoli and the contemporary singer Samuele Bersani.

Piadina romagnola is a “street food” that, thanks to its low price and the large variety of fillings it can be stuffed with, has become a habit that captures all those who are fond of good food. Google can testify it as Piadina romagnola is the food product that is most researched in Italy.

This excellent food has improved its quality protection in the last months: it has received the PGI Mark (Protected Geographical Indication) by the European Commission. From now on we can call Piadina / Piada in the accent of the Province of Rimini, just tahe one that is made and packed only and exclusively in its birthplace: Romagna. Only those who will produce it following the approved rules will be allowed to sell the PGI Piadina. Nobody else will be allowed to. All the reward for this success goes to the Consortium of Promotion of Piadina romagnola, that together with other institutions and associations has achieved this goal.

The PGI Mark is the victory of Romagna: its history, its traditions, its typical products – says Elio Simoni, the chairman of the Consortium – Today those who want to taste Piadina romagnola are more protected. The real PGI Piadina is marked by the symbol of the European Community and by its own identification and the consumers are sure they are buying a product of quality, strictly controlled and certified.

It turns out, it is not possible to resist it. Samantha Cristoforetti can tell it as she couldn’t help taking Piadina romagnola with her in the Space. There must be a reason if she wanted it with her to watch the Earth from so far away!

in più. La vera Piadina Romagnola IGP è contraddistinta dal simbolo dell’Unione Europea e dal proprio speciale contrassegno, ed i consumatori sono certi di acquistare un prodotto controllato, garantito e di qualità”.

Impossibile, dunque, resisterle. Ne sa qualcosa Samantha Cristoforetti che non ha potuto farne a meno nello spazio. Ci sarà pure una ragione se per guardare la Terra da lontano l’ha voluta con sé!

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NOT ONLY BIKE: COSTRUITO ATTORNO AI CICLISTI BUILT AROUND CYCLISTS Luca Celli ci spiega cos’è il NOB e la filosofia che c’è dietro ad un centro unico in Emilia-Romagna

Officina, rivendita ufficiale per i marchi BMC e Cannondale, Pro Shop Assos, Area Test, Biomeccanica con sistema Retül, Medicina sportiva, fisioterapia, preparazione atletica, palestra. Leggendo una parte dei servizi che il NOB offre, si capisce che il nuovo centro di San Mauro Pascoli non è un classico negozio di biciclette ma un centro polifunzionale unico in regione e in grado di rispondere alle esigenze dei ciclisti e degli sportivi a 360°. L’ideatore e il proprietario del centro è Luca Celli, uno dei pochi ad essere passato al ciclismo professionistico direttamente dalle categorie amatoriali.

Celli come nasce l’idea di un centro come il NOB? Nasce dalla conoscenza e dall’esperienza maturata sul campo durante anni da amatore e poi da professionista. Avendo avuto la fortuna di fare il ciclista per mestiere mi ero accorto che in Romagna non c’era un luogo in grado di rispondere a tutte le esigenze dei ciclisti e degli sportivi, così ho pensato di raccoglierle insieme in un unico centro.

A quale sportivo ha pensato quando ha ideato il Not Only Bike?

Il ciclismo e lo sport ormai non sono più semplici hobby ma sono parte integrante del nostro modo di vivere. Il NOB è rivolto a tutti gli sportivi, da chi ha intenzione di migliorare le sue performance a chi vuole semplicemente curare il proprio benessere senza alcuna ambizione agonistica Proprio per questo motivo oltre alla parte di officina e di shop abbiamo curato molto l’area test, quella di biomeccanica, l’area medico –sportiva e la palestra. Il nostro obiettivo è che i nostri clienti non vengano solamente per acquistare accessori o biciclette ma che individuino in noi un punto di riferimento per la propria attività sportiva.

Ci può fare alcuni esempi?

Il primo che mi viene in mente è il servizio di biomeccanica che noi realizziamo grazie alla tecnologia Retül. Non c’è nulla di più bello per chi ama pedalare di stare bene fisicamente. Da quando abbiamo aperto centinaia di ciclisti hanno svolto i test qui al centro per garantirsi performance migliori ma soprattutto per migliorare il proprio benessere.

Quali sono le esigenze più comuni dei ciclisti? E cosa le piace di più del suo nuovo mestiere?

I ciclisti sono molto disorientati. Molti sono bombardati di informazioni che provengono da tutte le parti. Quando arrivano qua da noi cercano prodotti che non fanno al caso loro e spesso mi trovo a dare consigli che vanno contro i miei interessi per il bene dello sportivo. La cosa che mi gratifica di più senza dubbio è dedicare del tempo ai clienti del centro e mettere a loro disposizione la mia esperienza.

Che bicicletta consiglierebbe ad un ciclista che si prepara ad una granfondo come la Nove Colli?

Senza dubbio consiglierei un telaio comodo che garantisca comfort e sicurezza lungo il percorso e poi consiglierei di controllare molto bene l’assetto che si ha una volta in sella. Per poter pedalare tante ore di fila il primo requisito è sentirsi bene.

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Luca Celli explains what NOB is, and the philosophy behind this unique centre in Emilia-Romagna

Imagine a mechanic’s shop that is also an official retailer for the BMC and Cannondale brands, an Assos Pro Shop and a Test Area; then add Retül system Biomechanics, Sports Medicine, physiotherapy, athletic training and a gym.

Just reading about some of the services that NOB has to offer it becomes clear that this new facility in San Mauro Pascoli is not your typical bike shop, but rather a multi-functional complex unique to the region that can satisfy the every need of cyclists and athletes alike. The man behind the idea and the owner of the centre is Luca Celli, one of the few riders who rose to the ranks of professional cycling directly from the amateur class.

Celli, where does the idea for a centre like NOB come from?

It was born from knowledge and experience acquired in the field during my years as an amateur and then as a professional. I’ve had the good fortune of being able to make a career out of cycling and I noticed that in Romagna there was no place that could meet all the needs of cyclists and athletes, so I thought I could bring them all together in one place.

What type of athlete did you have in mind when you came up with the idea for Not Only Bike?

Nowadays, cycling and sports are no longer just hobbies but an integral part of the way we live. NOB is intended for all athletes, from those who want to improve their performance to those who simply want to keep fit without any competitive ambitions. This is why in addition to the mechanics’ part of the shop we put a lot of attention into the test area and the biomechanics area, as well as the sports medicine section and the gym. Ultimately we hope that our customers don’t come here just to buy bicycles or accessories, but that they come to regard us as a point of reference for all their sports activities.

Can you give us some examples?

The first thing that comes to mind is the biomechanical service we provide with Retül technology. For someone who loves riding there is nothing better than feeling well physically. Since we’ve opened, hundreds of cyclists have taken the tests here at the centre to guarantee themselves better performance, but especially to improve their overall wellbeing.

What are the most common needs for cyclists? And what do you like most about your new job?

Cyclists are quite disoriented. Many of them are bombarded with information from all sides. When they come here they are often looking for products that aren’t particularly suited to them and I frequently end up giving them advice which goes against my own best interest in order to best serve the athlete.

Without a doubt what I find most gratifying is dedicating time to customers of the centre and giving them the benefit of my experience.

What bicycle would you recommend to a rider preparing for a granfondo like the Nove Colli?

No doubt I would suggest a reliable frame that guarantees comfort and safety along the route and then I would advise them to carefully check the distribution of balance they achieve once they are sitting on the bike. In order to pedal for so many hours continuously, the first requisite is to feel well.

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Every culture needs a ritual, every culture needs something sacred to represent its legends and customs: for Romagna the Nove Colli is not only an important amateur race; it’s a veritable procession towards the altar of a sport as popular as cycling, and towards a Romagna-ness that doesn’t want to be lost, even as it becomes international.

Watching from above, the start is already something symbolic and compelling, a mass migration of thousands of riders towards roads that have become mythical in their minds, towards a finish line to be reached after months and months of training. They take off in waves, but it seems like they are riding as one, each rider with their own apprehensions and their desire to finish the race.

Over hilltops they ride with all their hopes, glimpsing spectacular views, past spectators who have begun to gather roadside. The starting day for the Nove Colli is one of the most poetic dawns of the year that Cesenatico can give us, full of emotions and thrills. The Leonardo-designed port is even more beautiful when reflected in the handlebars of so many bikes.

It’s a flat start, with the windows of the houses still closed and fans that are resting. Everything then develops in a slow burn until it starts to fire up on the curves of the Pieve di Rivoschio, Ciola and Linaro: gruelling gradients and tight turns on privileged positions from which to see the clouds or the sun that dominate the entire coast. From the corner of their eyes, the riders

can see everything, and under their breath they hope to return to the sea soon with the finish line within reach of their tyres. Meanwhile, the hills start to come alive and the influence of the Barbotto and the Gorolo start to hit hard at the calves of the race leaders.

There is still a long way to go, but during the initial pedal strokes of these final efforts you can start to sense the flat parts to come, as the Saturday village gets closer and closer. The little towns start to whiz by, with children at the windows peeking out from behind curtains to catch the arrival of the race.

They come in all ages, with older brothers and fathers telling their stories.

“Come on, hurry up! The riders are coming and you’re going to miss them!”

But it isn’t like that, because by then the army of the Nove Colli has started to break up, and athletes will be passing by practically all day long. But the thrill of seeing the first ones, of watching the rider who you think may be the winner of the race or close to it; you can’t contain that. It’s a sentiment that all Romagnans have experienced at one time or another.

The sacred rite of the Nove Colli starts long before the race, and certainly doesn’t end at the finish line. It’s a tradition that continues throughout the generations, an uphill climb through the ages that seems to be everlasting.

NOVE COLLI: TRA MITO E TRADIZIONE NOVE COLLI: LEGEND AND TRADITION Francesco Zani

Una corsa carica di attese, fra tornanti e tradizioni che non si fermano.

A race filled with high expectations, among curves and traditions that never stop.

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Ogni cultura ha bisogno di un rito, ogni cultura ha bisogno di sacro per rappresentare quelli che sono i suoi miti e le sue usanze: la Nove Colli per la Romagna non è solo un’importante corsa amatoriale, ma è una vera e propria processione verso l’altare di uno sport amato come il ciclismo e verso una romagnolità che non vuole essere perduta, anche nel suo diventare internazionale.

A vederla dall’alto già la partenza è qualcosa di simbolico e suggestivo, una migrazione di massa di migliaia di corridori verso strade che ormai sono mitiche nel loro immaginario, verso un traguardo da raggiungere dopo mesi e mesi di allenamento. Partono scaglionati, ma sembrano procedere uniformi ognuno con le proprie paure e la voglia di arrivare al traguardo.

Attraverso cime e scorci, spettatori e attese.

Quella del giorno della partenza della Nove Colli è una delle albe più poetiche e cariche di emozioni che riesce a regalarsi Cesenatico, con il porto leonardesco che si riflette ancora più bello nei manubri delle tante biciclette. È un inizio di pianura con le finestre delle case ancora chiuse e gli appassionati che riposano.

Tutto poi cresce a fuoco lento fino a cominciare a divampare sui tornanti di Pieve di Rivoschio, Ciola e Linaro: pendenze faticose, curve strettissime da

posizioni privilegiate per vedere le nuvole o il sole che sovrastano l’intera costa. I corridori con la coda dell’occhio vedono, sperano sottovoce di tornare presto vicino al mare con il traguardo a portata di ruota. E intanto le colline cominciano a svegliarsi e l’autorevolezza del Barbotto e del Gorolo inizia a picchiare duro sui polpacci dei primi della corsa. È ancora lunga, ma nelle prime pedalate di quella fatica si inizia a sentire l’odore della pianura che sta arrivando, in un avvicinamento da sabato del villaggio. I paesi cominciano a sfilare veloci con i bambini alle finestre che spostano le tende per sbriciare l’arrivo della corsa. Ce ne sono di tutte le età, con i fratelli maggiori e i padri a lasciare il loro testimone. «Vieni, sbrigati, che stanno passando i corridori e poi altrimenti non li vedi più». Non è così, perché l’esercito della Nove Colli ormai si è sfilacciato e di atleti ne passeranno praticamente tutto il giorno.

Ma l’ebrezza di vedere i primi, di osservare quello che potrebbe essere il vincitore della corsa o giù di lì, non si può controllare. È un sentimento che tutti i romagnoli prima o poi hanno provato.

Il sacro della Nove Colli inizia molto prima della corsa e non si esaurisce certo al traguardo. È una tradizione che continua nelle generazioni, una salita e una scalata che sembrano inesauribili.

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I muscoli superficiali sono responsabili della stabilità posturale, della resistenza a carichi esterni e dell’attivazione dei movimenti con trasferimento di energia.

Per il loro allenamento dovremo rispettare una sequenza che rispecchi le loro funzioni.

Partiamo quindi dai muscoli profondi.

The deep muscles control breathing, wrap the inner organs and stabilise body segments.

The superficial muscles are responsible for postural stability, resistance to external loads and performance of movements that transfer energy.

When training these muscles we must follow a sequence that reflects their functions.

We begin therefore from the deep muscles.

Dalla posizione in quadrupedia, espirare sollevando un braccio e la gamba opposta; mantenere il corpo il più allineato possibile.

Position yourself on all fours, then exhale while raising one arm and the opposite leg; keep your spine as straight as possible.

LA PEDALATA PARTE DALLA PANCIA PEDALLING ORIGINS FROM A STRONG CORE Le mani afferrano il manubrio, i piedi sono saldamente agganciati ai pedali, le gambe spingono con forza, le braccia tirano.

Quanta forza viene trasferita alla bici!

Ma in mezzo, tra le spalle ed il bacino, c’è una zona che se ben allenata potrebbe fare la differenza.

È la zona addomino-lombare, altrimenti chiamata core, ed è la zona al cui interno alloggia il centro di gravità del corpo umano. È la zona da cui originano i movimenti, la zona che più di ogni altra si occupa di stabilizzare il tronco e di far sì che la forza esercitata dagli arti venga trasmessa senza perdite di potenza.

Guardando la pedalata dei professionisti ci si accorge di come spalle e bacino, cingolo scapolo-omerale e cingolo pelvico, siano perfettamente immobili e allineati. Quando altresì osserviamo le immagini di un ciclista in crisi o allo stremo delle forze, noteremo come il bacino oscilli sul sellino e come le spalle si muovano ad ogni pedalata. Questo è il segno inequivocabile di un affaticamento muscolare che altera l’azione rendendola ancora più dispendiosa.

Ecco quindi che, come nella corsa, l’allenamento di quel “corsetto” anatomico che costituisce il giro vita e che è composto da ben 26 muscoli riveste una grande importanza per un preciso trasferimento di forza al telaio ed ai pedali. Poco importa avere muscoli delle gambe fortissimi se poi una parte di questa forza viene dissipata da un bacino che rolla vistosamente ad ogni pedalata.

Quali sono gli esercizi per il ciclista per l’allenamento del core?

Per capire quali sono gli esercizi, bisogna prima spiegare come sono organizzati i muscoli del core.

Possiamo dividerli in due gruppi: muscoli profondi e muscoli superficiali.

I muscoli profondi controllano la respirazione, contengono i visceri e stabilizzano i segmenti.

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Your hands grip the handlebars, your feet are firmly attached to the pedals, legs push forcefully, the arms pull.

Think how much power you transfer to your bike!

But somewhere there in the middle, between the shoulders and pelvis, there is an area that when well-trained can make all the difference.

It is the abdominal and lumbar region, otherwise known as the core, where the human body’s centre of gravity resides.

It is also where the movements originate from, the region that more than any other is responsible for stabilising the torso and ensuring that power generated by the limbs is transmitted without energy loss.

Watching a professional pedalling you will notice how the shoulders and pelvis, shoulder girdle and pelvic girdle, are perfectly still and aligned.

Further, when we observe an exhausted cyclist, we will notice how the pelvis oscillates on the saddle and how the shoulders move with each pedal stroke. These are unmistakable signs of muscle fatigue altering the stroke and making it less efficient.

Hence, as in running, exercising that anatomical “corset”, which forms the waist and composed of a good 26 muscles, is of great importance for an efficient transfer of power to the frame and pedals. Having strong leg muscles is of little importance when part of this strength is being wasted by a pelvis that swings wildly with each pedal stroke.

Which exercises are good for training the cyclist’s core?

Prior to listing these exercises, it is important to describe the way the core muscles are arranged.

We may divide them into two groups: deep and superficial muscles.

Adesso giriamoci pancia a terra e, poggiando la punta dei piedi e gli avambracci, solleviamo la pancia da terra mentre espiriamo.

Now lie with your belly on the floor and, supported on your toes and forearms, lift your belly off the floor while exhaling.

L’ideale sarebbe svolgerli almeno 3 volte/settimana arrivando ad eseguire 3 serie da 12 ripetizioni per ogni esercizio.

Ideally, you should repeat these exercises at least 3 times a week, getting in condition to perform 3 sets of 12 repetitions for each exercise.

Quando si è presa confidenza, si può passare al seguente gruppo di esercizi: Once you feel comfortable, you can move on to the next set of exercises:

Buon allenamento e vedrete come vi sentirete più stabili in sella!

Have a good workout, and see how much steadier you’ll feel in your saddle!

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ICARO 2015: LA CAMPAGNA DI SICUREZZA DELLA POLIZIA DI STATO ICARO 2015: THE SAFETY CAMPAIGN PROMOTED BY THE STATE POLICE Si chiama “Icaro” la più importante campagna di sicurezza stradale promossa dalla Polizia di Stato e giunta quest’anno alla 15ma edizione: si tratta di un’iniziativa nata per far comprendere ai ragazzi l’importanza del rispetto delle regole sulla strada, per evitare che assumano comportamenti pericolosi che mettano a repentaglio la loro vita. È opinione ormai unanimemente condivisa, infatti, che il comportamento di guida sia legato allo stile di vita e che per migliorare la sicurezza sulle strade occorra anzitutto un cambiamento culturale. In tale prospettiva, da diversi anni il ruolo della Polizia Stradale non si ferma all’azione di prevenzione e repressione delle condotte pericolose ma si sviluppa anche nell’area dell’informazione, grazie all’incontro ed al dialogo con i giovani i quali per rispettare una norma hanno bisogno di conoscerla e comprenderne le finalità: solo in questo modo si può instaurare con loro un rapporto di fiducia, attraverso un linguaggio efficace.

Alla base di tale attività la circostanza che l’incidente stradale rappresenta per i giovani sotto i 30 anni la prima causa di morte: nel 2013 in Italia, secondo la Rilevazione Aci-Istat, sono stati 781 gli under 30 che hanno perso la vita a causa di un incidente, con una punta massima nella fascia 20-24 anni.

La campagna è nata nel 2001 grazie all’intesa tra il Ministero dell’Interno e il Ministero dei Trasporti. Nel tempo ha accolto a bordo tanti partner del mondo pubblico e privato ed Icaro 15 annovera tra essi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Moige (Movimento Italiano Genitori), la Fondazione ANIA per la sicurezza stradale, la Federazione Ciclistica Italiana, il Gruppo autostradale ASTM-SIAS, Autostrada del Brennero, Bike Channel, aziende del settore ciclistico ed il sostegno delle società AVIO e AVIO AERO. Icaro, poi, possiede una particolarità che lo distingue nel panorama delle campagne di sicurezza: ed è la qualificazione conferita dalla collaborazione con il Dipartimento di Psicologia della Sapienza Università di Roma, che ne ha fatto una ricerca scientifica a tutti gli effetti supervisionando la messa a punto di tutti gli strumenti didattici.

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“Icaro” is the name of the most important road safety campaign promoted by the State Police. The 15th edition will be celebrated this year. This initiative was created to help young people understand how important it is to comply with traffic rules, to prevent dangerous behaviours that put their lives in danger.

It is a now widely shared opinion that driving behaviour is linked to lifestyle. To improve road safety, cultural change is necessary. In this perspective and since a few years the role of the Traffic Police is not limited to prevention and repression.

It is also unfolding in the area of information. To meet and inform young people is indeed necessary if we want them to respect a rule. They first have to know it and understand what its purpose is. This is the only way to establish a relationship based on trust through effective language.

Behind this activity, the fact that traffic collision represents the principal cause of death amongst young people under 30 years. In 2013, according to the Aci-Istat statistics records, 781 people below 30 years lost their lives in a traffic collision in Italy. Peak is between 20 and 24 years.

The campaign started in 2001 thanks to an agreement between the Ministry of the Interior and the Ministry of Transport. Over the years many partners, both public and private, joined them and Icaro 15 can now also reckon on the support of the Ministry of Education, University and Research, the Moige (Italian Parents Movement), ANIA Foundation for road safety, the Italian Cycling Federation, Highways group ASTM-SIAS, Brenner Motorway, Bike Channel, bicycle companies as well as on the support of AVIO & AVIO AERO. Icaro has also a peculiarity that sets it apart in the world of safety campaigns. We speak about the qualification conferred by the collaboration with the Department of Psychology of the Sapienza University of Rome that considered it as scientific research in all its aspects and supervised the development of all educational tools.

Over the years new ways have been explored to touch young people’s heart and mind: from using their own language to the implementation of safe driving routes and three-dimensional reconstructions up to theatre.

Since it was started, the Icaro Project reached all Italian provinces and more than 200,000 young people.

In 2009, the project became ICARUS (Inter Cultural Approaches for Road Users Safety) and exported the Italian model in Europe. During 30 months, it has been a pilot project in 14 partner countries in training and road safety education. A 57

Negli anni sono state esplorate nuove strade per colpire il cuore e la mente dei ragazzi: dal linguaggio dei pari a percorsi di guida sicura alla proiezione di immagini live di incidenti stradali e ricostruzioni tridimensionali, fino al teatro.

Da quando è stato avviato, il progetto Icaro ha toccato tutte le province italiane ed ha raggiunto più di 200.000 ragazzi.

Fino a che nel 2009 è diventato ICARUS (Inter Cultural Approaches for Road Users Safety), esportando il modello italiano in Europa dove per 30 mesi è stato progetto pilota di 14 paesi partner in materia di formazione ed educazione stradale, redigendo anche un manuale tradotto in tutte le lingue dell’Unione.

Nel suo ambito, la Polizia di Stato ha anche prodotto un film intitolato “Young Europe” che, oltre ad essere stato visto da decine di migliaia di studenti in Italia ed in Europa, il 21 gennaio scorso è stato per la prima volta proiettato anche in un Paese extra UE, a Tirana in Albania.

Il film, per la regia di Matteo Vicino, è stato girato in Italia, Francia, Irlanda e Slovenia e i protagonisti sono dei giovani, europei, accomunati dalla triste esperienza dell’incidente stradale che cambia per sempre le loro vite. Il filo rosso delle emozioni e degli errori sulla strada che legano le varie vicende vuole far riflettere i giovani per sviluppare il loro senso critico, ma rappresenta anche un monito al mondo degli adulti perché spesso non offrono un buon esempio da imitare nella guida.

A chi è rivolto Icaro 15? a tutte le scuole d’Italia, dalle elementari alle superiori, con programmi differenziati in base alla fascia d’età. Tema comune: la sicurezza in bici.

Le due ruote sono infatti il primo compagno di giochi di ogni bambino, uno dei più frequenti regali sotto l’albero di Natale, il sogno di ogni fanciullo che le associa alla libertà, all’avventura, al divertimento. Ed è molto probabile che lo accompagnino anche nella vita adulta, per sport, per svago, per spostamenti più agili in città.

Eppure la bicicletta non è solo un giocattolo: per il Codice della Strada infatti è un veicolo a tutti gli effetti. Anzi, vi è di più: dai dati Aci-Istat relativi al 2013, risulta anche il secondo mezzo più pericoloso, dopo la moto. Imparare a guidarlo significa quindi, per un ragazzo, apprendere per tempo le regole della circolazione stradale, per poi farne tesoro in vista di prendere il “patentino” e finalmente la tanto sospirata patente.

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manual translated into all EU languages was also redacted. In their own field, the State Police also produced a film entitled “Young Europe” that, in addition to the fact tens of thousands of students saw it in Italy and Europe, was also screened on January 21 in a non-EU country, in Tirana, Albania.

The film, directed by Matteo Vicino, was made in Italy, France, Ireland and Slovenia. Protagonists are young Europeans brought together by the sad experience of a traffic collision that changed their lives forever. The red thread of emotions and mistakes on the road that link the various events is meant to make young people reflect in order to develop their critical sense. At the same time it also warns adult people because they are often not a good example at all as far as driving is concerned.

To whom is Icaro 15 reserved? To all Italian schools, from primary to high school, with different programmes according to age groups. Theme for all of them: bike safety.

The bike is indeed the child’s first playmate: one of the most frequent gifts under the Christmas tree. Every child’s dream, which he associates with freedom, adventure and fun. And it is very likely that it will also make part of his adult life, synonym of sport, leisure and moving faster in the city.

But the bike is not just a toy. According to the Highway Code it is indeed a vehicle in all senses. Indeed, there is more: according to Aci-Istat data relating to 2013, it is also the second most dangerous one behind the motorbike. As a consequence to learn riding their bike also means for young people that they have to learn the rules of the Highway Code. It will moreover be very useful at the time of obtaining a driving licence starting with the motorcycle licence before getting the one that will authorize them to drive a car.

It means that one has to ring the bell to signal his presence (even if it is a digital one!), to increase one’s visibility by wearing reflective straps and placing reflectors in the wheels spokes, to indicate in advance the intention to change direction by raising one’s arm and to wear and properly

Significa imparare ad avvisare della propria presenza suonando il campanello (digitale, ma sempre campanello..!), ad aumentare la propria visibilità indossando le bretelle catarifrangenti e posizionando i catadiottri nei raggi delle ruote, a segnalare con sufficiente anticipo l’intenzione di cambiare direzione sollevando il braccio, ad indossare ed allacciare correttamente il primo casco di protezione. Gesti semplici, che portano via solo qualche secondo ma che, se acquisiti, possono cambiare la vita non solo del piccolo ciclista ma anche del futuro conducente adulto.

Ogni anno al progetto è abbinato un concorso: questa volta i ragazzi si sfideranno “a colpi di immagine”, ovvero scattando la più bella fotografia che sappia parlare di questo argomento, accompagnata da un testo di massimo 140 caratteri, cioè quanto un messaggino telefonico a loro tanto familiare.

Tutto questo dopo aver incontrato in classe operatori della Polizia Stradale che, insieme a personale dei vari partner del progetto e con il sostegno del corpo docente degli istituti scolastici interessati, entrano negli Istituti scolastici con una “cassetta degli attrezzi ideata in collaborazione col Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma: esercizi, interviste (a personaggi come il campione Vittorio Brumotti, l’attore Terence Hill, il Sottosegretario al Ministero Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini, il Direttore Centrale per le Specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla, il ciclista Vincenzo Nibali, il CT della Nazionale ciclismo Davide Cassani) video tutorial, persino un cortometraggio.

A dicembre dell’anno scorso, Icaro 15 è partito da Firenze alla presenza del Vice Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Riccardo Nencini e del Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Gabriele Toccafondi. Ospiti d’eccezione l’ex ciclista Paolo Savoldelli ed un altro campione come Andrea Lucchetta, che ha presentato “Il sogno di Brent”, un filmato da lui prodotto per richiamare l’attenzione dei giovani sulle conseguenze a volte drammatiche che può avere un incidente.

Prossimo appuntamento a fine anno a Roma, presso la Sala d’Onore del Coni, per la premiazione dei lavori più belli! E comunque vada il vincitore sarà sempre uno: la sicurezza!

fasten the first protective helmet. Simple gestures that need no more than a few seconds and can change not only the young cyclists’ life but also the future adult driver’s one.

The project is every year associated to a contest; this time young people will challenge themselves “snapping pictures”, i.e. taking the best photo to illustrate this topic, with a maximum 140 characters caption, the length of a SMS, which they are so fond of.

All this after they met, at school, Traffic Police operators who, along with the staff of various partners of that project and with the support of the teaching staff of the schools concerned; schools will receive a toolbox designed in collaboration with the Department of Psychology of the University La Sapienza of Rome and containing exercises, interviews (with famous people like champion Vittorio Brumotti, actor Terence Hill, Under Secretary of the Ministry of Infrastructure and Transport Riccardo Nencini, Manager of State Police Specialties Roberto Sgalla, cyclist Vincenzo Nibali, Cycling National Team coach Davide Cassani), a tutorial video and even a short film.

Last December, Icaro 15 started from Florence in the presence of Deputy Minister for Infrastructure and Transport Riccardo Nencini and Under Secretary of the Ministry of Education, University and Research Gabriele Toccafondi and very special guests like former cyclist Paolo Savoldelli and another champion like Andrea Lucchetta, who presented “Il sogno di Brent” (Brent’s dream), a film he produced to draw young people’s attention on the sometimes dramatic consequences of an accident.

Next appointment at the end of the year in Rome, at the Academic Hall of the Coni, to award the most beautiful works! And whatever happens, the winner will always be safety!

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INCIDENTI STRADALI E SICUREZZA DEI CICLISTI ROAD ACCIDENTS AND CYCLISTS’ SAFETY Migliorano le condizioni di ciclisti e pedoni in attesa della riforma del Codice della strada.

In ambito europeo, si riserva grande attenzione alla costruzione dei veicoli: dal 2003 la normativa dell’UE è stata rafforzata al fine di ridurre il rischio di lesioni per soggetti vulnerabili come i pedoni e i ciclisti, ad esempio rendendo obbligatori frontali di veicoli che assorbano l’energia dell’impatto e specchietti anti-angolo morto.

A livello nazionale questo tema deve essere affrontato con obiettività e con consapevolezza per evitare di ribaltare le prospettive e, quindi, invertendo le cause rispetto agli effetti, di presentare come un problema da risolvere la pericolosità di andare in bicicletta.

La pericolosità è di certo collegata più al comportamento degli altri utenti della strada che alla condotta dei ciclisti. È bene pertanto partire da qualche dato statistico.

La riduzione dell’incidentalità stradale è stata richiesta a livello comunitario come obiettivo primario per tutti i paesi membri ponendo l’obiettivo di dimezzare morti e incidenti dal 2010 al 2020. In Italia, c’è stata una riduzione degli incidenti, anche se non è stata sufficiente per raggiungere l’obiettivo prefissato: il nostro Paese si è posizionato nella media dei 28 Stati membri (con una riduzione del 17,7% nel triennio 2010/2013).

La tutela delle utenze deboli della strada è un problema comune in tutto il mondo. Ciclisti e pedoni sono le categorie che rischiano di più di essere investite. Nello scorso decennio (2000-2010) sulle strade britanniche sono morti 1.275 ciclisti. In Italia lo scenario è stato ancora più negativo: 2.556 ciclisti morti nel corso dell’ultimo decennio.

Le vittime sono state più del doppio di quelle registrate in Gran Bretagna.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’ISTAT, riferiti all’anno 2013 (ultimo anno disponibile), nel nostro paese gli incidenti stradali sono in diminuzione, con una consistente riduzione del numero delle vittime che nel 2013 sono state quasi il 10% in meno rispetto al 2012 (ben 368 vite umane risparmiate) ma ancora ben oltre la media europea.

I risultati più importanti si sono registrati con i ciclisti, che hanno segnato un -14,0% di incidenti (secondo solo ai motociclisti che hanno visto una riduzione del 14,5%).

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Conditions for cyclists and pedestrians improve, pending the reform of road traffic laws.

European institutions are devoting particular attention to vehicle construction: from 2003 European legislation has been strengthened in order to reduce the risk of injury to persons who are vulnerable, like pedestrians and cyclists, for example making it compulsory for vehicles to have a frontal part able of absorbing the energy of impacts and blind sport rear-view mirrors.

At national level, this issue needs to be considered, with objectivity and also very conscientiously to avoid overturning the prospects and, as a consequence, reversing the cause-and-effect relationship, to present the danger of riding one’ bike like a problem that should be solved. Danger is for sure linked to other road users more than to cyclists’ conduct.

It is important therefore to use statistics.

To reduce road accidents is a main goal at European level for all the member states. The objective is to reduce by half the number of deaths and accidents from 2010 to 2020. In Italy, there was a reduction in the number of accidents, although it was not sufficient to achieve the objective: our country is placed in the average of the 28 member states (with a reduction of 17, 7 % over the three-year period 2010-2013).

Protection of vulnerable road users is a problem all over the world.

Cyclists and pedestrians are indeed at risk categories when we speak about being hit by a vehicle. In the last decade (2000-2010), 1.275 cyclists died on British roads. In Italy the situation is even worse: 2.556 cyclists died during the last decade.

Victims were more than twice those registered in Great-Britain.

According to the latest data provided by ISTAT, concerning 2013 (latest year available), road traffic accidents in our country are decreasing, with a substantial reduction in the number of victims in 2013: almost 10 % less than in 2012 (which means 369 lives saved). But it is unfortunately still beyond the European average.

The most important results concern cyclists, who scored 14, 0 % less accidents (only motorcyclists did better with 14, 5%).

Nonostante si possa registrare un netto miglioramento nel corso degli ultimi anni, sulle strade urbane si concentrano il 75% degli incidenti e il 42% dei morti e, purtroppo, gran parte di essi coinvolge le utenze più vulnerabili, cioè pedoni e ciclisti.

I dati ISTAT tuttavia dimostrano che - nonostante il miglioramento delle condizioni di sicurezza - nel nostro Paese si deve fare ancora molto in termini di prevenzione, ma anche di comunicazione e sensibilizzazione verso le tematiche che riguardano la convivenza con le utenze più vulnerabili.

La distrazione, la mancata precedenza, il mancato rispetto della distanza di sicurezza, rappresentano ancora le principali cause di incidente stradale e sui ciclisti, hanno conseguenze più gravi in ragione della loro vulnerabilità.

Il Parlamento italiano sta lavorando ad una riforma del codice della strada che avrà un’attenzione speciale per i ciclisti.

Chi cammina e usa la bicicletta, infatti, non sarà più considerato un utente debole, ma vulnerabile, per evidenziare il legame in termini di sicurezza con i comportamenti altrui.

Soprattutto, sarà considerato “utente della strada” e non pericoloso ostacolo alla circolazione dei veicoli a motore.

Si farà, perciò, un salto di qualità rispetto al codice vigente in cui le norme, spesso confuse e certamente non organiche, definiscono la bici come “velocipede”, usando un termine arcaico che non solo sembra provenire da un’epoca ormai passata, ma, soprattutto che evoca un tempo in cui la modernità imponeva il dominio incontrastato delle automobili, uniche destinatarie della concreta mobilità urbana ed extraurbana ed i “velocipedi” erano solo un “pericoloso ostacolo” da evitare.

But even if improvement is considerable in recent years, 75 % of accidents and 42 % of deaths happen on urban roads and, unfortunately, most of them involving the most vulnerable users, i.e. pedestrians and cyclists.

ISTAT data show, that however safety conditions have been improved, many things must still be done in our country in terms of prevention, communications and sensitization related to issues affecting the coexistence with the most vulnerable users. Distraction, nonobservance of road priority and of safety distance still represent the main cause of traffic incidents involving cyclists, and for sure with the more serious consequences because of their vulnerability.

The Italian Parliament is working on a reform of the Highway Code with a particular attention for cyclists. People walking or riding their bike will no longer be considered like “weak users” but rather like vulnerable ones, to highlight the link in terms of others’ behaviours.

They will above all be considered like road users and no longer like dangerous obstacles for motor vehicles.

That will, therefore, represent a qualitative leap compared to the existing code which standards, often confusing and certainly not organic, define bikes like “velocipedes”, using an archaic word that not only comes from a bygone age but most of all evokes a period when modernity imposed the cars undisputed domination, the only

CATEGORIE DI VEICOLI PIÙ COINVOLTE IN INCIDENTE STRADALE: ROAD ACCIDENTS AND CYCLISTS’ SAFETY

MORTI E FERITI A BORDO DI BICICLETTE

NUMBER OF DEATHS AND INJURIES ON BICYCLES Le biciclette rappresentano il secondo veicolo più a rischio, con indice di mortalità* pari a 1,41 dopo i motocicli (IM pari a 1,68) e prima dei ciclomotori (IM pari a 0,84).

Fascia più a rischio: Over 60 anni: 138 deceduti (56% del totale) e 4.701 feriti (28,4 % del totale).

Giovani fino 29 anni: 25 deceduti (10% del totale) e 4.144 feriti

AUTOVETTURE (67,5%) MOTOCICLI (12,8%) AUTOCARRI (6,4%) BICICLETTE (5,3%) CICLOMOTORI (4,5%).

Bicycles represent the second most at risk vehicles, with a mortality rate* of 1, 41 behind mopeds (MR of 1, 68) and ahead of motorcycles (MR of 0, 84).

Fascia più a rischio: Over 60 anni: 138 deceduti (56% del totale) e 4.701 feriti (28,4 % del totale).

Giovani fino 29 anni: 25 deceduti (10% del totale) e 4.144 feriti

67,5% 12,8%

6,4%

5,3%

4,5%

*Indice di mortalità (IM) *Mortality rate (MR)

Rapporto tra il numero dei morti e il numero degli incidenti con lesioni a persone moltiplicato 100.

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Tra le altre novità per i ciclisti: la riduzione della velocità urbana con l’istituzione di zone 30 Km/h, la possibilità di parcheggio delle bici sul lato sinistro della strada, la creazione di una corsia ciclabile sul lato destro di ogni strada urbana, itinerari ciclabili preferenziali, non obbligatorietà dell’utilizzo di corsie ciclabili, rinnovato ruolo dell’educazione stradale nelle scuole.

Forte attenzione sarà dedicata alle infrastrutture, in particolare alla riduzione degli ostacoli fissi presenti a bordo strada.

In ambito europeo, l’Italia ha il triste primato della congestione del traffico, soprattutto per le aree urbane, dovuto al numero elevato di autovetture circolanti in rapporto alla popolazione: mentre nelle grandi città italiane c’è una media di 60 auto ogni 100 abitanti, a Parigi se ne contano 25 e a Berlino sono 40. L’incremento della mobilità ciclistica potrebbe risolvere molti problemi.

L’obiettivo è quello di avvicinarsi agli standard del nord Europa: poche auto in lento movimento, silenziose e rispettose dell’ambiente, con pedoni che attraversano sereni su passaggi pedonali sicuri e ben visibili e, soprattutto, tante biciclette che si muovono sicure in una fitta rete di piste ciclabili e corsie preferenziali. È un progetto di mobilità sostenibile che, ci si augura, possa essere realizzato anche attraverso la riforma del Codice della strada.

vehicles then supposed to enjoy concrete urban and extra-urban mobility while “velocipedes” were nothing else than a “dangerous obstacle” one should avoid.

Among other improvements for cyclists: reduction of maximum speed limit allowed in cities with the introduction of traffic calming zones (30 km/h); possibility of parking bikes on the left side of the road; creation of a cycle path on the left side of each urban road; preferred cycle routes; non-mandatory use of cycle paths; new way of teaching road safety at school. Close attention will be given to infrastructure, particularly to reducing the number of fixed obstacles at the road side.

Italy is unfortunately at the top of the European league in terms of traffic congestion, especially in urban areas, due to the large number of cars in use in relation to the population. While in Italian big cities the average reaches 60 cars every 100 inhabitants, it reaches 25 in Paris and 40 in Berlin.

The objective is getting closer to the standards of Northern Europe: only a few slow, silent and environmentally friendly cars; pedestrians crossing roads with serenity thanks to safe and visible walkways and, above all, plenty of bikes moving in a dense network of cycle paths and lanes. We believe such a project of sustainable mobility can be achieved through the reform of road traffic laws.

SILVANO

RISTORANTE CASA TUA D Silvano e la figlia Bianca che collabora nella gestione del locale.

Silvano and his daughter Bianca, who assists in running the restaurant.

RISTORANTE CASA TUA - SILVANO VL. CAVOUR 22 CESENATICO (FC) Tel. e Fax- 0547 672429 www.ristorantecasatua-silvano.com

elizioso locale, dispone di due sale grandi arredate con eleganza e raffinatezza e di una sala più piccola e intima, ognuna con un suo particolare stile, nell’arredamento e nelle tonalità dei colori. Ideali per cene romantiche, per feste private o banchetti. È un luogo suggestivo e confortevole, dove poter gustare piatti strepitosi in un’atmosfera unica e magica. Silvano propone ai suoi ospiti una cucina di prim’ordine a base di pesce, crostacei e frutti di mare sempre freschissimi e preparata con ingredienti altamente selezionati e genuini, cosi da garantire, sempre, il gusto eccezionale dei suoi piatti. Il tutto accompagnato da una vasta ed eccellente selezione di vini locali e nazionali, un vero paradiso di gusto anche per i palati più esigenti.

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elightful restaurant with two large elegantly furnished rooms and a smaller more private room, each with its own particular style as regards interior decoration and colour. Ideal for romantic dinners, private parties or banquets. The atmosphere is suggestive, cosy, magic and truly unique, the perfect place to enjoy good food. Silvano prepares exceptional and delicious fish, seafood and shellfish dishes for his guests, using extra fresh products prepared with carefully selected and wholesome ingredients, all accompanied by an assortment of fine local and Italian wines, a real paradise for even the most discerning gourmet.

Orario feriale: dalle 8.30 alle 23.00 Orario festivo: dalle 8.30 alle 23.00 Chiusura settimanale: lunedi Periodi di apertura: annuale 62

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oltre ai dati stupefacenti raccolti dal team di scienziati che avevo a seguito, mi sono ricreduto ed ho realizzato che nessun uomo al mondo, ad oggi è mai riuscito a compiere una cosa simile.

E cosa la lega alla bici?

Per me la bicicletta è uno strumento necessario per continuare a svolgere allenamenti aerobici senza però sollecitare troppo le articolazioni ed i tendini. Alcune delle grandi differenze che trovo tra bici e corsa è che la prima ti permette più spesso di guardarti intorno, ammirando il paesaggio e consentendoti di divertirti, specie in discesa.

La corsa ti obbliga a rimanere più concentrato, senza troppe distrazioni. L’altra, seppur io sia un ultrarunner che corre 100 Km in poco più di 7 ore, è il limite che la corsa ti impone come distanze. In bici ho coperto tragitti enormi, come in Australia 5.100 Km in 38 giorni, un vero e proprio viaggio con tanto di bagaglio al seguito. Per questo la corsa è molto più limitante. Ho molta nostalgia delle mie sfide in mountain bike e sono convinto che prima o poi, mi ritroverò a pedalare chissà in quale altra avventura.

PAOLO VENTURINI: L’UOMO DEI RECORD PAOLO VENTURINI: THE MAN OF RECORDS L’ultramaratoneta delle Fiamme Oro racconta il suo rapporto con lo sport e le sfide impossibili.

Paolo Venturini, padovano classe 1968 fa parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro di Atletica Leggera ed è assistente Capo della Polizia di Stato. Maratoneta ed ultramaratoneta di livello internazionale, si è avvicinato alle due ruote per potenziare la sua muscolatura.

Signor Venturini come si diventa un ultramaratoneta?

Ho iniziato a fare sport giovanissimo, prima con il nuoto ed il calcio, a 7 anni partecipavo alla mia prima gara di corsa e di lì in poi, non mi sono più fermato. Oggi a 46 anni, continuo a correre, sostenendo carichi di lavoro molto elevati e ponendomi obiettivi estremi, il tutto con gioia, senza alcun obbligo. Mi alleno spesso due volte al giorno, correndo a piedi circa 200 Km a settimana, con uscite in bicicletta, sedute di potenziamento in palestra, piscina e fisioterapia.

Più in generale qual è il suo rapporto con lo sport e l’attività fisica?

Mi giudico un professionista e lo sono, grazie alla Polizia di Stato alla quale appartengo con orgoglio. Da bambino il mio sogno era quello di indossare la maglia cremisi delle Fiamme Oro. Erano i tempi delle leggende dell’atletica italiana come Venanzio Ortis, Salvatore Antibo e Stefano Mei. Presi subito tutto molto seriamente, dedicandomi agli allenamenti e seguendo le indicazioni degli allenatori. Vengo da una famiglia normale, con genitori che hanno sempre amato lo sport, ma non quello praticato, bensì quello che io classifico come sport da telecomando, ovvero visto in TV. 64

Nel lavoro come nello sport, secondo lei, quanto è importante il sacrificio?

Che si tratti di sport, studio, lavoro o famiglia, senza la volontà di migliorarsi, cercando nuovi obbiettivi, sfruttando l’esperienza acquisita, si rischia di “perdersi”, trascorrendo una vita “anonima” e piatta.

Sono queste alcune delle cose che racconto ai giovani studenti, svolgendo una delle attività più delicate e gratificanti del mio lavoro, ovvero quella di incontrare nelle scuole le nuove generazioni, presentandomi come atleta e poliziotto.

Ci può raccontare una delle sue ultime imprese?

Nel dicembre 2014 ho affrontato un’impresa denominata “Maximum Quota”. Ho corso a piedi dal livello del mare fino alla cima del vulcano Chimborazo in Ecuador a 6.630 m. d’altitudine, il punto più lontano dal centro del pianeta Terra. Il tutto senza effettuare acclimatazione alla quota, senza l’uso di medicinali contro il mal di montagna e senza l’ausilio di ossigeno artificiale. Un’idea giudicata impossibile dagli studiosi di fisiologia umana. Una sfida tanto ardua da essere stata seguita metro per metro da tutto il paese sudamericano e con l’onore di essere stato ricevuto dal Presidente della Repubblica dell’Ecuador. Un carico di responsabilità per me pesantissimo. Stavo rappresentando la Polizia di Stato e l’Italia. In quattro giorni, coprendo 230 km dalla città di Guayaquil posta sulla costa del Pacifico, ho raggiunto quota 5.500 m. . Il clima avverso, 37° con il 65% d’umidità in pianura ed i -25° con ghiaccio e neve delle pendici del Chimborazo, hanno fatto sì che il record venisse fissato per l’appunto a 5.500.

Inizialmente ero convinto di aver gettato tutto all’aria, portando a casa una sconfitta. Quando però, grazie ai commenti entusiastici degli esperti del luogo e di tutta l’opinione pubblica ecuadoriana,

The Ultra Marathon Runner talks about his relationship with sport and impossible challenges Paolo Venturini, from Padova born in 1968, part of Gruppo Sportivo Fiamme Oro’s Athletics Team is also chief assistant of Polizia di Stato. Marathon and ultramarathon runner of international level and also a good cyclist.

Mr. Venturini, how does one become an ultramarathon runner?

I started doing sport at a very young age, at first football and swimming, at 7 I took part in my first running race and since then I’ve never stopped. Today I’m 46 and still running, I set myself extreme goals but always enjoy it without getting stressed.

Often I train twice a day by running about 200 km a week, cycling, swimming, doing fitness training and physical therapy.

What is your relation with sport and physical activity?

I consider myself a professional athlete and I have to say thanks to Polizia di Stato for this. It was my dream when I was a child. It was a legendary time for athletics with Venanzio Ortis, Salvatore Antibo and Stefano Mei. I immediately got focused on my training and always followed my coach’s indications. My family has always loved sport but without practising it.

According to you, how important is sacrifice in sport as well as in everyday life?

If you are not focused on improving yourself, whether it be in sport, family, study or work, you risk losing yourself and leading a meaningless life. This is what I speak about when, as an athlete and policeman, I do one of the most delicate and gratifying activities of my job, which is going to schools to meet the new generations.

Can you tell us about one of your last challenges?

On December 2014 I did Maximum Quota. It’s a challenge where you have to run from sea level to the top of Chimborazo Volcano in Ecuador at an altitude of 6.630 metres, without altitude acclimatization, without the use of mountain sickness medicines or artificial oxygen.

An idea thought impossible by human physiology experts. It was a very tough challenge and the entire nation of Ecuador followed me day after day. I also had the honour to meet the President of the Republic of Ecuador. In four days I did 230 km, from Guayaquil on the Pacific Coast to the volcano at 5.500 mt altitude. When I set off the temperature was of 37° C and 65% humidity. At the top it was -25°C with ice and snow and due to that the Record was set at 5.500, a little lower than 6.630 mt. At first I thought I had been defeated but when they told me about the new record I was so satisfied.

Why do you love cycling?

I love cycling because it is a non-traumatic sport for ligaments and articulations. Moreover I miss the time I spent on my bike because unlike running, you can look around while training, catching lovely views. Above all I miss my challenges in mountain bike, but I’m sure that, sooner or later, I’ll find myself riding again in some other adventure.

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L’ANTICA ROCCA DI CESENATICO E LEONARDO DA VINCI THE ANCIENT FORTRESS OF CESENATICO AND LEONARDO DA VINCI Matteo Gozzoli

Per secoli ha difeso uno degli ingressi di Cesenatico; il simbolo del borgo marinaro oggi è un parco archeologico situato proprio al centro delle griglie di partenza della Nove Colli.

Nel cuore delle griglie di partenza della Nove Colli, si trova uno dei siti archeologici più evocativi per la storia di Cesenatico.

All’inizio del porto canale e a poca distanza dalla Statale Adriatica – all’altezza della griglia arancione – sorge infatti il Parco Archeologico della Rocca che conserva i resti (recentemente restaurati) dell’antica Rocca di Cesenatico.

La Rocca fu costruita agli inizi del XIV secolo per difendere lo scalo marittimo che allora si trovava alla foce di un canale artificiale, proprio il corso d’acqua che costeggia il viale dal quale parte la Nove Colli.

A causa della sua posizione strategica e di difesa, la Rocca di Cesenatico ha avuto una storia travagliata, con numerosi attacchi, distruzioni e successive ricostruzioni.

Una delle ultime ricostruzioni risale al 1465, anno in cui papa Paolo II riconsegnò la Rocca alla città di Cesena.

Secondo le fonti storiche la Rocca di Cesenatico era composta da una cinta muraria a forma triangolare dove al centro sorgeva il Mastio, una torre a pianta quadrata di tre piani con una merlatura. Nel cortile era presente un deposito per le armi. I materiali usati per la costruzione furono il laterizio mentre i basamenti della torre erano di pietra d’Istria.

La Rocca entra nella storia nel 1502, anno in cui Leonardo Da Vinci arriva a Cesenatico per compiere alcuni sopralluoghi del porto canale commissionati da Cesare Borgia.

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For centuries it guarded one of the gates into Cesenatico; today the symbol of this maritime town is an archaeological park located smack in the centre of the starting grids for the Nove Colli.

In the heart of the starting grids for the Nove Colli lies one of the most evocative ancient sites from the history of Cesenatico.

In fact, the archaeological park, which preserves the (recently restored) remains of Cesenatico’s ancient fortress, lies at the edge of the Porto Canale marina, not far from the Adriatica State Road – at the level of the orange grid.

The fortress was built in the early 16th century to defend this seafaring stopover. At the time the village lay on the estuary of an artificial canal, which today is the body of water that runs parallel to the road where the Nove Colli sets off.

Due to its strategic and defensive position, the Rocca di Cesenatico has had a tumultuous history marked by many attacks, destruction and successive reconstructions. One of the latest restorations dates back to 1464, the year in which Pope Paul II gave the fortress back to the town of Cesena.

According to history sources, the Cesenatico Fortress was made up of a triangular shaped perimeter wall, centred around a structure called il Mastio, a three-storey, square shaped tower with battlements. The courtyard contained an arms depot.

The construction materials were primarily brick, while the foundations of the tower were in Istrian stone.

The fortress made history in 1502, the year in which Leonardo Da Vinci came to Cesenatico, commissioned by Cesare Borgia to do some survey work for the Porto Canale. In August 1502 Da Vinci would climb all the way to the top of the tower to design the outline of the port and sketch an aerial view of Cesenatico, most likely in preparation for new and future

work projects in the city and on the port, which had problems with sandbars that made navigating into and out of the harbour a perilous enterprise for ships and boats.

Leonardo’s stay in Cesenatico is documented in drawings contained in the volume Codice L, which is now conserved at the Bibliotheque de l’Institut de France in Paris.

Over the centuries, as the coastline encroached, the fortress alone could not provide enough protection to Porto Canale; this is why, in 1597, the Torre Pretoria was completed (so named because the chief magistrate for Cesenatico resided there).

It was designed by Francesco Masini, who also drew the project for the fountain in the Piazza del Popolo in Cesena.

The Tower’s basic foundations can be seen in today’s Piazza Ciceruacchio, near the town’s community library.

Even though it no longer served its original purpose, the fortress remained one of Cesenatico’s most distinctive landmarks up until Autumn 1944, when the front of the Second World War spread through Cesenatico and Romania.

In those terrible times, the retreating Nazi army decided to blow up the fortress before finally abandoning the maritime village.

Today, thanks to archaeological digs, you can still visit the Parco Archeologico della Rocca.

If it hadn’t been for that explosion, most likely Cesentaico today would still feature a fascinating place loaded with history, from which you could get a bird’s eye view of the long serpentine of riders at the start of the Nove Colli.

Da Vinci nell’agosto del 1502 salirà proprio sulla Rocca per disegnare il corso del porto e per tratteggiare una veduta aerea di Cesenatico, molto probabilmente propedeutica a nuovi interventi futuri sulla città e sul porto che presentava problemi di insabbiamento che rendevano difficoltoso l’ingresso in porto e l’uscita in mare delle imbarcazioni.

Il passaggio di Leonardo a Cesenatico è testimoniato nei disegni contenuti nel Codice L., oggi conservato a Parigi alla Bibliotheque de l’Institut de France.

Nel corso dei secoli con l’avanzamento della linea di costa, la Rocca non era più funzionale alla difesa del porto canale, per questo motivo nel 1597 fu terminata la Torre Pretoria, (così chiamata perché all’interno vi risiedeva il Podestà di Cesenatico), progettata da Francesco Masini, autore anche della fontana di Piazza del Popolo a Cesena.

Il basamento della Torre è visibile nell’odierna Piazza Ciceruacchio, nei pressi della biblioteca comunale del paese.

Nonostante avesse perso la sua funzione originaria la Rocca rimase uno dei monumenti distintivi di Cesenatico fino all’autunno 1944. In quel periodo Cesenatico e la Romagna videro il passaggio del fronte della Seconda Guerra Mondiale. In quei giorni funesti, l’esercito nazista in fuga, decise di far esplodere la Rocca prima di abbandonare definitivamente il borgo marinaro.

Oggi grazie agli scavi è possibile visitare il Parco Archeologico della Rocca e molto probabilmente senza quell’esplosione oggi Cesenatico avrebbe ancora un luogo affascinante carico di storia dal quale godersi il lungo serpentone alla partenza della Nove Colli.

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IL CHECK-UP BIOMECCANICO DEL GRAN FONDISTA THE CHECK-UP BIOMECHANICAL GRAND FONDISTA di Fabrizio Fagioli _ Velosystem®

L’impegno di una granfondo per il nostro fisico può essere compreso da alcuni semplici numeri: dai 100 ai 200 km di percorrenza che, a secondo delle capacità e del percorso, rappresentano dalle 4 alle 9 ore in sella su un mezzo privo di ammortizzatori e che, con una media di circa 60 rpm, comportano dai 15000 ai 40000 cicli completi di pedalata.

Il tramite di questo splendido ma impegnativo esercizio fisico è la bicicletta che idealmente dovrebbe rispondere alle esigenze personali e sempre diverse di ogni ciclista.

A fronte di questa condizione ideale si assiste ad una oggettiva scarsa personalizzazione delle biciclette soprattutto per quanto riguarda i componenti e la loro regolazione.

Ciò richiama la necessità da parte di ogni granfondista di un check-up biomeccanico capace di ottimizzare l’assetto al fine di prevenire le tensioni e i dolori da sovraccarico, e al fine di migliorare il comfort e l’efficienza in bicicletta.

Investire migliaia di euro su un mezzo tecnologicamente avanzato è infatti un po’ come possedere un abito d’alta classe senza nessuna personalizzazione sartoriale.

Una sella inadeguata, mal posizionata, delle tacchette mal regolate o un manubrio inadeguato possono inficiare comfor t e performance.

Il controllo biomeccanico deve essere eseguito in modo approfondito e con competenza in quanto anche i particolari, possono fare la differenza su distanze come quelle di una granfondo.

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The physical demands of a cycling marathon for our body can be understood by a few simple numbers: 100 to 200 km of travel that, according to the capacity and of the path, representing from 4 to 9 hours in the saddle on a medium without absorber, and that, with an average of about 60 rpm, involve from 15000 to 40000 complete cycles of pedaling.

Through this beautiful but challenging exercise is the bicycle which ideally should meet the personal needs and always different every cyclist.

In the face of this ideal condition are witnessing a poor objective customization of bicycles especially with regard to the components and their regulation.

This raises the need on the part of each cyclist of a check-up biomechanically able to optimize the structure in order to prevent tensions and pains overload, and in order to improve the comfort and efficiency in cycling.

Invest thousands of money on a bicycle technologically advanced it is a bit ‘like owning an high class dress without any customization tailoring. A saddle inadequate, poorly positioned, the cleats poorly adjusted or inadequate handlebars can affect comfort and performance.

The biomechanical control must be carried out thoroughly and competently as even the details, can make a difference over distances as those of a cycling marathon.

For this reason, especially when there are voltages and inconvenience should be sought from qualified structures able to offer and carry out a check-up biomechanical specialist.

The aspects that need to be controlled and optimized are the supports, (shoes-cleats, saddle, handlebars), both from the ergonomic shape and is a function of their position in space, the asymmetries, even physiological, which if not corrected restrict the balance of the pedal between the two sides, and the parameters of drivability of the bicycle.

Per questo motivo, soprattutto quando siano presenti tensioni e disagi è opportuno rivolgersi a strutture qualificate capaci di offrire e realizzare un check up biomeccanico specialistico.

Gli aspetti che devono essere controllati e ottimizzati sono gli appoggi, (scarpetacchette, sella, manubrio), sia sotto l’aspetto ergonomico della forma e sia in funzione del loro posizionamento nello spazio, le asimmetrie, anche fisiologiche, che se non compensate limitano l’equilibrio della pedalata fra i due lati, e i parametri di guidabilità del mezzo.

Ottimizzare l’ergonomia degli appoggi significa per un granfondista, individuare i componenti fra quelli presenti sul mercato più idonei alla propria struttura, e, dove possibile, personalizzarli e conformarli al proprio corpo. La scarpa adeguata in lunghezza e larghezza al proprio piede costituisce la prima tappa a cui segue l’eventuale realizzazione di una soletta personalizzata. La sella deve essere personalizzata nella dimensione, nella larghezza, nella forma e nella densità dei materiali. Il manubrio e le leve freno devono essere conformate e regolate per favorire una impugnatura priva di tensioni ed una posizione neutra del polso nelle due impugnature principali: alta sulla leva e bassa sulla curva.

Una volta ottimizzata l’ergonomia di scarpe, sella e manubrio occorre pensare a come regolarle in modo personalizzato rispetto alla propria struttura.

La regolazione delle tacchette deve permettere di posizionare il piede in un punto ideale rispetto al perno del pedale in modo da soddisfare sia l’efficienza della spinta, sia la prevenzione delle tensioni su piede caviglia e ginocchio.

La sella deve essere regolata in altezza e in arretramento al fine di garantire equilibrio nella contrazione dei muscoli della gamba e efficienza di pedalata.

Il manubrio deve essere regolato in altezza e distanza rispetto alla sella.

Tale regolazione è assolutamente soggettiva e deve essere personalizzata anzitutto in funzione delle dimensioni di tronco e braccia e della loro mobilità articolare.

Risulta assolutamente scorretto farsi guidare da parametri estetici o “pseudo” aerodinamici con la conseguenza di favorire l’insorgere di tensioni o dolori su schiena, collo, spalle, braccia e mani, e una perdita di guidabilità e controllo del mezzo soprattutto alle alte velocità in curva e in discesa.

L’ottimizzazione dell’ergonomia e una buona regolazione degli appoggi può, in molti casi, non essere ancora sufficiente per raggiungere la migliore efficienza biomeccanica e prevenzione del sovraccarico.

Le asimmetrie fisiologiche, ovvero le differenze di lunghezza fra le due gambe, di solito contenuta entro i pochi millimetri (4-6mm), rappresentano per un ciclista soprattutto sulla lunga distanza un elemento capace di far perdere efficienza e di favorire tensioni o sovraccarico funzionale su muscoli e articolazioni.

Individuare lato e entità della dismetria e attuare gli opportuni compensi rappresenta un fattore chiave per l’ottimizzazione biomeccanica.

Il check-up biomeccanico del granfondista è un passaggio imprescindibile per ogni ciclista che si dedica a queste distanze e che desidera il massimo comfort ed efficienza.

Optimize the ergonomics of the supports means for a cyclist who runs a matathon, identify the components of those on the market most suitable to its structure, and, where possible, customize them and conform to your body. The shoe adequate in length and width to the own foot constitutes the first stage which is followed by the eventual realization of a customized insole. The saddle must be personalized in the dimension in width and form as well as in and in the density of the materials. The handlebars and brake levers must be shaped and adjusted to facilitate a tension-free grip and a neutral wrist in the two main handles: lever on the high and low on the curve.

Once optimized ergonomics of shoes, saddle and handlebars must think about how to adjust them individually with respect to its structure.

The adjustment of the cleats, must allow to position the foot in an ideal point relative to the pin of the pedal so as to satisfy both efficiency of thrust and both the prevention of injuries of the foot ankle and knee.

The saddle must be adjusted in height and retraction in order to ensure balance in the contraction of the muscles of the leg and pedaling efficiency.

The handlebars should be adjusted in height and distance to the saddle. This adjustment is very subjective and must first of all be customized according to the size of the trunk and arms and their joint mobility. Is absolutely right to be guided by aesthetic parameters or “false” aerodynamic parameters with the consequence of favoring the onset of tensions or pains on the back, neck, shoulders, arms and hands, and a loss of control and drivability of the vehicle, especially at high speeds in curve and downhill.

The optimization of ergonomics and a good adjustment of the supports can, in many cases, still not be sufficient to achieve the best biomechanical efficiency and prevention of overload. The asymmetries physiological, or the differences in length between the two legs, usually contained within a few millimeters (4-6mm), for representing a cyclist especially on long distance, an element capable of losing efficiency and promote voltages or functional overload of muscles and joints.

Locate side and extent of asymmetry and implement the appropriate compensation is a key factor in optimizing biomechanics.

The biomechanical check-up for the cycling marathon is an essential step for any cyclist who is dedicated to these distances and who want maximum comfort and efficiency.

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PERCORSO DA 200KM ROUTE 200KM

PERCORSO DA 130KM ROUTE 130KM

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FIERA INTERNAZIONALE DEL CICLISMO

CESENATICO 22-23 maggio 2015 80

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NUMERI UTILI UFFICIO IAT INFORMAZIONE ED ACCOGLIENZA TURISTICA TOURIST INFORMATION OFFICE Viale Roma 112 Tel. 0547 673287 iat@cesenatico.it www.cesenatico. it/turismo Valverde (stagionale) Viale Carducci 292/B Tel. 0547 85183 Ponente (stagionale) Via Mazzini/ang. Cavour Tel. 0547 675684 PRONTO INTERVENTO URGENT CALLS Polizia-Carabinieri / PoliceTel. 112 / 113 Ambulanza / First aid Tel. 118 Vigili del Fuoco / Fire brigade Tel. 115 INDIRIZZI UTILI USEFUL ADDRESSES Automobile Club ACI Via Mazzini 119/A Tel. 0547 81031 Biblioteca Comunale / Public Library Piazza Ciceruacchio 2 Tel. 0547 79264 Carabinieri / Police Viale Carducci 260 Tel. 0547 702500 Guardia Costiera Via del Porto 14 Tel. 0547 80028 Guardia di Finanza Via del Porto 7 Tel. 0547 80029 Municipio / Townhall Via M. Moretti 5 Tel. 0547 79111 Stazione FS / Railway Station Piazza Bassi - FFSS 892021 Centro per l’mpiego / Employment Exchange Via Squero 65 Tel. 0547 80411 Polizia Municipale / Town Police Viale L. Da Vinci 36 Tel. 0547 79110 Poste e Telegrafi / Post Office Piazza Pisacane Tel. 0547 674711 (lun-ven 8.00 - 18.30 / sab 8.00 - 12.30) Viale Trento 28 - Tel. 0547 80234 (lun-ven 8.00 - 13.30 / sab 8.00 - 12.30) CHIESE / Churches Chiesa di San Giuseppe Viale Bologna/ang. Manzoni Chiesa di Santa Maria Assunta di Valverde Viale Canova 36 - Valverde Tel. 0547 83347 Chiesa di S. Pietro Pescatore Viale Maroncelli/ang. Cattaneo Convento Cappuccini Largo Cappuccini 6 Tel. 0547 80209 Parrocchia di Boschetto Viale Abba 53 Tel. 0547 83347 Parrocchia di S. Giacomo A.P. Via G. Bruno 2 Tel. 0547 80232 Parrocchia di Santa Maria Goretti Via Aspromonte 3 Tel. 0547 83972 Parrocchia di Villamarina Via Litorale Marina 230 Tel. 0547 86265 82

NUMERO DI EMERGENZA NOVE COLLI EMERGENCY TELEPHONE NUMBER

Testimoni di Geova Witnesses of Jeova Sala del Regno Viale Reno 13 Tel. 0547 672404 CINEMA e TEATRI Cinema / Theatre Cinema Astra Viale L. da Vinci 8 Tel. 0547 80340 Teatro Comunale / Theatre Via Mazzini 10 Tel. 0547 79274 Teatro Comunale all’aperto / Open air Theatre Largo Cappuccini Tel. 0547 79274 MERCATI / Markets Tutti i giorni / Every day Piazza Conserve (ore 8-12) dal 1/1 al 31/12 Lunedì / Monday Via Abba (fra Viale Roma e Viale Trento) (ore 19.30-24) da giugno a metà settembre Via Fiorentini (ore 20-24) da giugno a metà settembre Martedì / Tuesday Viale Mantegna, Valverde (ore 7-13) da fine maggio ad inizio settembre (ore 19-24) da fine maggio ad inizio settembre Mercoledì / Wednesday Viale Vespucci Ponente (ore 7-13/2024) da giugno a metà settembre Piazza Conserve (ore 20-24) luglio e agosto Giovedì / Thursday Via Torricelli, Villamarina (ore 20-24) da fine maggio a fine settembre Via Fiorentini (ore 20-24) luglio e agosto Venerdì / Friday Zona Stadio (ore 7.30-13) dal 1/1 al 31/12 Viale dei Pini, Zadina (ore 19-24) da giugno a metà settembre PARCHEGGI Car parks -Largo San Giacomo / Viale Cecchini -Piazzale della Rocca -Viale Cecchini -Piazza del Monte -Giadini al Mare -Viale Abba (Ospedale) -Via Saffi (piscina comunale) PARCHI PUBBLICI Public parks -Ponente, Via Mazzini 160/170 -Levante, Viale Abba / dei Mille -Giardini al Mare

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FARMACIE Pharmacies Adria Viale Delle Nazioni 159 Villamarina - Tel. 0547 86183 Ioli Corso G. Garibaldi 7 Tel. 0547 80037 Faedi Viale Trento 12 Tel. 0547 80057 Grassi Via Gramsci 9 Tel. 0547 81662 Sala Via Campone Sala 353 - Tel. 0547 88110 Maggio-Settembre / May-September Adria Viale Segantini 61 Valverde - Tel. 0547 86309 All’Ippocampo Viale Roma 73 - Tel. 0547 80147 Grassi Via Londra 12 Zadina - Tel. 0547 81725 Ioli Viale Carducci 156 - Tel. 0547 80349 Sala Viale de Verrazzano 5 Tel. 0547 81221 GUARDIA MEDICA ESTIVA TEL. 0547 81933 Medical assistance (summer) c/o Ospedale Viale Abba 102 c/o Azienda U.S.L. Largo San Giacomo 15 c/o Camping Cesenatico Via Mazzini 182 Via Pitagora 61 Villamarina OSPEDALE - PRONTO SOCCORSO Medical Service - First Aid Viale Abba 102 Tel. 0547 674811 (centralino) PRONTO SOCCORSO SPIAGGIA Beach First Aid (summer) Spiaggia Levante Piazza A. Costa Tel. 0547 672970 Spiaggia Ponente zona Bagno Belvedere Tel. 0547 672972 Spaggia Villamarina zona Bagno n.31 Tel. 0547 87333 DARSENE PER IMBARCAZIONI DA DIPORTO Yachtclubs Circolo Nautico Via Magrini 36 Tel. 0547 81094 Onda Marina Spa Via A. Doria 5 Tel. 0547 81677 Circolo Vela Via Pian del Carpine (spiaggia)

Tel. 0547 83911 Congrega Velisti Viale Cavour 27 (spiaggia) Tel. 0547 80655 GOLF CAMPO PRATICA Golf Academy Cesenatico Golf Club Via Canale Bonificazione 122 Tel. 0547 81305 TAXI Tel. 0547 81365 Stazione F.S. - Piazza U. Bassi Carrozze / Horse coach Piazza Costa SCUOLA DI VELA - WINDSURF Sailing-Surfing-School Centro Velico Cesenatico Club Bora Beach Via G.Deledda CESENATICO T. 348 220 2508 direzione@borabeach.it www.borabeach.it Circolo Nautico Via Magrini Tel. 0547 81094 Daniel’s Ship Porto Canale Tel. 347 2401246 Congrega Velisti Viale Cavour 27 Tel. 0547 80655 Oceanoamare (scuola vela e noleggio barche) c/o Onda Marina Tel. 335 5307184 Windsurf & Kitesurf Cesenatico Via Magellano Tel. 328 9433472 TENNIS - MINIGOLF Centro Tennis “A. Godio” Viale Magellano 21 Tel. 0547 672915 Altennis Viale Abba 31 Tel. 0547 675137 Centro Tennis Valverde Viale Carducci 278 Tel. 0547 86043 Minigolf-Tennis Viale Abba 5 Tel. 339 8520082 TRASPORTI / Transports ATR - AGENZIA PER LA MOBILITA’ Piazza U. Bassi 1 Tel. 0547 80772 / 199115577 info@atr.fc.it BUS URBANO Local Busline Linea 1 Porto Canale - Villamarina Linea 2 Zadina - Ospedale Linea 3 Celle (Sala) Cesenatico Comandini