Interno
olandese II
Interno
olandese II
Bambini insegnano a un gatto a ballare Jan Havicksz Steen 1660 - 1679
Interno olandese II Joan Mirò estate 1928
Università Iuav di Venezia Facoltà di Design e Arti Storia dell’Arte Contemporanea docente Francesca Castellani 2012-2013 studenti Nicola Ciuffo Nicola Leone Graziana Saccente
L’elaborato proposto ha come obiettivo la narrazione di un processo mentale. L’esercizio compiuto da Mirò durante una sua epifania nel cercare una nuova e personale narrazione di opera d’arte. Reinterpretando il quadro di Steen, l’artista spagnolo ci illustra il suo punto di vista: surreale come la fantasia e figlio di processi logico-creativi che meritano la nostra attenzione. Interno olandese II è il risultato di ciò che Joan Mirò immagina osservando l’opera del maestro Jan Steen dal titolo Lezione di ballo. L’opera arriva all’occhio di Mirò durante un suo viaggio in Olanda nel 1928, durante il quale visita il Rijksmuseum di Amsterdam. Qui assapora dal vivo l’esperienza dei grandi maestri olandesi del Seicento. Sono due in particolare le opere che sollecitano la sua creatività surrealista: oltre quella di Steen, datata tra il 1660 e il 1679, vi è anche Il suonatore di liuto di Sorgh Hendrick Martensz del 1661, dal quale partorisce il suo primo Interno olandese. Folgorato dalle opere dei maestri, Mirò torna a Parigi con in valigia le stampe su cartolina dei due quadri. Ed è proprio a quel lasso di tempo che intercorre tra il primo impatto con quelle opere e la loro rielaborazione surrealista, che abbiamo deciso di dedicare la nostra attenzione. Il processo che porta all’immaginazione del quadro è tutto concentrato nei momenti che intercorrono dalla sua composizione spaziale alle simmetrie di forma e ritmo, dai movimenti bizzarri alle armonie di colori e sinuosità. Questo lavoro si sviluppa raccontando ciò che Mirò vede attraverso il suo terzo occhio, quello dei surrealisti, di chi elabora la materia inconscia della fantasia e ne produce visioni introspettive, ancorate ad una “realtà irreale”. Lo spazio scenico diventa quello della mente durante il processo di sintesi delle visioni immaginifiche, per dargli bidimensionalità ed armonia, da circoscrivere ai confini della tela. Ci siamo esercitati ad immaginare Mirò mentre realizza mentalmente le forme che riempiono lo spazio scenico, trascrivendole in codici di cromatismi e volumi tipici del suo periodo maturo. Osservando il quadro olandese, accusa una progressiva scossa che attiva ingranaggi mentali fatti di suggestioni. Comincia a delinearsi una stanza, da osservare attraverso un portale: un raggio visuale tra il paranormale e il vouyer. La stanza si avvicina, compaiono sulla scena gli elementi dinamici della visione, che vanno posizionandosi secondo un disordine armonico, suddiviso per piani nello spazio metafisico, ma che convertiti al supporto bidimensionale della tela, assumono un’armonia ad andamento concentrico. Non si distinguono quasi più gli oggetti animati da quelli inanimati tanto è forte la spinta del terzo occhio, che s’insinua tra la materia e ne assapora i particolari. E mentre Mirò compie la sua esegesi d’artista, noi la guardiamo al suo interno viaggiando insieme a lui, da Amsterdam a Parigi, dal 1600 alla prima pennellata dell’Interno olandese II.
ÂŤMentre dipingevo, avevo la cartolina appuntata sul mio cavalletto.Âť
«Ho difficoltà a parlare della mia pittura, poiché nasce sempre in uno stato allucinatorio, suscitato da un contraccolpo qualsiasi, oggettivo o soggettivo che sia, e di cui non sono in alcun modo artefice. Quanto ai miei mezzi di espressione, sempre più mi sforzo di giungere al massimo grado di chiarezza, di potenza e di aggressività plastica, ossia di risvegliare dapprima una sensazione fisica, per poi arrivare all’anima.»
Bibliografia Dorfles G., Vettese A., Arti visive - Il Novecento, Bergamo, Atlas, 2012. Migliore T., Miroglifici. Figura e scrittura in Joan Mirò , Milano, et al., 2012. Adorno P., Mastrangelo A., Dell’arte e degli artisti 4, Firenze, D’Anna Casa Editrice, 2002. Adorno P., L’arte italiana - Il Novecento, Firenze, D’Anna Casa Editrice, 2002. Careri F., Walkscapes, Camminare come pratica estetica, Torino, Einaudi editore, 2006.
Webografia Penrose R., Joan Mirò: Teatro dei Sogni, 1978. www.youtube.com/watch?v=bSuM5acby4w de Peretti Y., Mirò, l’homme qui a renversé la peinture, edizioni Montparnasse, 2004. www.guggenheim-venice.it/collections/artisti/dettagli/opere_dett.php?id_ art=114&id_opera=235 www.codart.nl/exhibitions/details/2288/ www.rijksmuseum.nl/en/explore-the-collection/overview/jan-havicksz-steen