Gente di Bracciano n. 30 - Ottobre 2021

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Il Quattrocento della Tuscia Nel romanzo storico “La Notte delle Cinque Lune, il processo al Conte Everso dell’Anguillara” un affresco dell’epoca attraverso la figura di uno degli esponenti più controversi di una delle più antiche famiglie dei baroni romani

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erché un romanzo sul Conte Everso dell’Anguillara? Perché, tra le pieghe della storia ufficiale e documenti storici alla mano, c’è necessità di ridare nuova luce e nuove narrazione di un Quattrocento troppo spesso incentrato sulle “veline” di un potere, quello papale, che proprio in quegli anni, dopo il periodo buio della Cattività Avigno-nese, si stata secolarizzando e ponendo le fondamenta di quello che sarebbe stato lo Stato Pontificio dei secoli a venire.

Everso Conte dell’Anguillara è stato dipinto dalla storia davvero come un brutto personaggio, capace di praticare incesto con le proprie figlie, di rapinare i viandanti lungo la via dei pellegrini, di battere moneta falsa. Così lo dipinge nella Eversana Deiectio il cardinale Jacopo Ammannati, famiglio di papa Enea Silvio Piccolomini. Peccato che finché Everso faceva comodo, ovvero i suoi servigi da capitano di ventura si rilevavano utili per sconfiggere la potente famiglia dei Prefetti di Vico, il suo ruolo di paladino della fede veniva esaltato, mentre, non appena lo stesso Conte dell’Anguillara, ha tentato di creare una propria signoria, la scure del Papato si è abbattuta su di lui. Dopo la sua morte, avvenuta a Cerveteri il 4 settembre 1464, contro i suoi figli Francesco e Deifobo e i suoi possedimenti si mette insieme un esercito straordinario che ha visto scendere in campo anche Federico da Montefeltro. Interi territori vengono conquistati, passando sotto l’influenza papale, comprese le miniere di allume che hanno poi fatto la fortuna dei Chigi. Fu vera storia? Ne “La Notte delle Cinque Lune storia di Everso dell’Anguillara, estinzione dell’antica stirpe”, gli autori Biagio Minnucci e Graziarosa Villani, costruiscono un romanzo storico che ritrae il personaggio e la sua famiglia fin dai tempi della leggenda della sconfitta del drago di Malagrotta posta all’origine della stirpe, e lo consegnano al lettore con tutte le sue vanità e con tutte le sue debolezze in una sorta di dramma storico in cui potersi identificare. Il tentativo è quello di porre spunti di riflessioni sul potere in primis, ma anche sul ruolo che, grazie al nepotismo dilagante, alcune famiglie nobiliari hanno avuto e continuano avere. Edito da Gangemi Editore International, nel settembre 2020 il libro è stato presentato per la prima volta al pubblico in un evento in programma venerdì 24 settembre 2021 ai Giardini del Torrione ad Anguillara Sabazia. L’iniziativa è stata organizzata dall’As-sociazione Culturale Sabate che ha potuto realizzare il libro grazie ad un contributo specifico grazie al Progetto Castrum Angularie, si è avvalso del contributo di Lazio Crea e del patrocinio del Comune di Anguillara.

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All’incontro sono intervenuti Angelo Pizzigallo, sindaco di Anguillara, Emiliano Minnucci, consigliere regionale del Lazio, Maria Gabriella Scapaticci, già direttrice del Museo Etrusco di Tarquinia, il professor Luciano Osbat, già docente di Storia Mo-derna dell’Università della Tuscia e il professor Sandro Carocci, docente di Storia Medie-vale all’Università di Tor Vergata di Roma. Molto apprezzate sono state le letture a

cura degli attori Jennifer Mischiati e Fabrizio Catarci. Osbat ha detto letteralmente che gli eversani - Deifobo e Francesco, figli di Everso in particolare - vennero “macinati” dalla Chiesa. Ha inoltre evidenziato che proprio nel periodo in cui visse Everso del-l’Anguillara si pongono le basi, tra alleanze ed intese, dello stato moderno. Ha inoltre posto in evidenza la necessità di continuare nella ricerca storica della Tuscia in generale citando tra le altre cose il progetto Gente di Tuscia da lui curato nel quali sono evidenziati fatti e personaggi del territorio. Carocci per ricordare l’atmosfera del tempo ha citato una lettera di Francesco Petrarca che ebbe a parlare di contadini in armi a caratterizzare un’atmosfera da guerra permanente dell’area. Ha inoltre puntato l’attenzione sul fatto che “Gli Anguillara fra tutti i baroni romani figurano tra le famiglie più antiche”. Con gli Anguillara i Colonna e solo dopo gli Orsini. Una nuova presentazione è in programma a Roma il 19 ottobre 2021 alle 17 alla libreria Gangemi di via Giulia 142. Oltre agli autori in questa occasione interverranno Tommaso Di Carpegna Falconieri, docente di Storia Medievale all’Università di Urbino, il giornalista de Il Corriere della Sera Giuseppe Pul-lara, la dottoressa Viviana Normando, la dottoressa Sandra Ianni, profonda conoscitrice dell’arte culinaria in uso nel Tardo Medioevo e nel Rinascimento. Attorno al libro può nascere una nuova comunità che unisca e comprenda menti, territori, appassionati di una storia fino ad oggi non adeguatamente indagata, quella della Tuscia dell’epoca.

La presentazione ad Anguillara il 24 settembre 2021

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