Bear Grylls - Sophie e il deserto

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I D E R U T N E V V A LE

bgreyalrls Sophie e il deserto


Nella collana LE AVVENTURE DI BEAR GRYLLS Volumi gia disponibili:

Chloe e l’oceano Omar e la giungla Olly e la bufera Volumi di prossima pubblicazione:

Jack e il fiume Samira e il terremoto


I D E R U T N E V LE AV

bgreyalrls SOPHIE E IL DESERTO illustrazioni di Emma McCann


Titolo originale: The Desert Challenge Text copyright © Bear Grylls Ventures, 2017 Illustrations by Emma McCann Originally published in English language by an imprint of Bonnier Zaffre, London The moral rights of the author have been asserted

Traduzione dall’inglese: Maria Elisa Albanese Stampa: FP Design – Pavona Copyright dell’edizione italiana: 2019 © Gremese International s.r.l.s. – Roma Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, registrata o trasmessa in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, senza il preventivo consenso formale dell’Editore. ISBN 978-88-6692-026-7 Sophie e il deserto è un’opera di fantasia. I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi descritti sono frutto dell’immaginazione dell’autore oppure sono usati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza con persone, viventi o defunte, luoghi o fatti reali è puramente casuale. Il libro propone ai giovani lettori un racconto d’avventura e non intende suggerire in alcun modo comportamenti pericolosi. L’editore declina ogni responsabilità per qualunque pregiudizio derivante direttamente o dall’emulazione delle azioni descritte.


Ai giovani esploratori che leggeranno questo libro per la prima volta: possano i vostri occhi essere sempre aperti all’avventura, e i vostri cuori sempre animati dal coraggio e dalla voglia di trasformare i sogni in realtà .


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STUPIDI INSETTI Sophie era proprio in giornata. Mentre scendeva velocemente in campo con il resto della sua squadra di calcio a cinque, pensava che quell’estate avrebbe partecipato al miglior campo estivo di sempre. Sophie era nella squadra dei Rossi e doveva affrontare quella dei Gialli. Gli avversari avevano messo in campo un’ottima difesa: ogni volta che i Rossi prendevano la palla nella metà campo 7


avversaria, i Gialli riuscivano sempre a riprendere possesso e rilanciare. Allora i Rossi riconquistavano il pallone per correre di nuovo verso la porta dei Gialli. Il gioco era andato avanti così per quasi tutta la durata della partita. Agli ultimi minuti il punteggio era ancora fermo sullo 0-0. All’improvviso, Sophie intravide la sua occasione. Era a circa quattro metri dall’obiettivo. Chloe aveva la palla nella metà campo avversaria e Olivia, il difensore della squadra gialla, la stava marcando stretta. Chloe1 calciò disperatamente la palla sperando per il meglio. Quella curvò in aria verso Sophie. La ragazzina calcolò perfettamente i tempi. Avrebbe potuto colpirla di testa, ma i colpi di testa non erano permessi 1. L’avventura di Chloe è raccontata in Chloe e l’oceano.

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nel calcio a cinque. Quindi, fece un salto proprio mentre la palla stava iniziando a scendere. La stoppò di petto e la fece cadere ai suoi piedi, poi calciò la palla direttamente in rete. «Goal!» L’arbitro fischiò la fine e i Rossi vinsero per 1-0. I fan esultarono. I Gialli si congratularono con gli avversari. «Sarà per la prossima volta!» promise Olivia, con un gran sorriso. Sophie e Chloe si allontanarono insieme sulla linea di bordo campo per prendere le loro cose. Samira, che condivideva con loro la tenda, aveva assistito alla partita, quando tutti lasciarono il campo si avvicinò alle amiche. «Sete?» Chloe offrì a Sophie una bottiglietta di succo. Sophie accettò volentieri ma proprio 9


mentre prendeva la bevanda, la ragazza vide un movimento sospetto con la coda dell’occhio:na vespa sbucata dal nulla si dirigeva proprio verso di lei. Fu più forte di lei, la ragazzina lanciò un urlo e fece un grande balzo all’indie-

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tro per allontanarsi dall’insetto. Il succo schizzò addosso ad Samira. La vespa volò via. «Aaah!» Samira si guardò i vestiti bagnati. «Scusami tanto!» disse subito Sophie. «Non è colpa tua». Samira cercò di non darci peso. «Tutti possono avere paura delle vespe.» Si guardò di nuovo. «Solo che era il mio ultimo top pulito...» «Posso dartene uno dei miei, è nella tenda» propose Sophie. «Non è necessario» disse Samira. «Sì» insisté Sophie. «Sì, che lo è.» La ragazza s’incamminò verso la tenda e fu presto lontana dagli altri bambini. Poteva ancora sentirli tra gli alberi mentre ridevano, chiacchieravano, urlavano… le solite cose. Quando raggiunse la tenda si ritro11


vò completamente sola. A Sophie non piaceva stare da sola in quel posto. Si perse quasi d’animo, ma poi ricordò che aveva fatto una promessa ad Samira: avrebbe preso quel top! Il cuore le batteva forte e aveva la bocca asciutta. Si sporse in avanti, fece un respiro profondo e aprì la cerniera. All’interno della tenda l’equipaggiamento delle ragazze era disposto alla rinfusa in mucchi sparsi qua e là. Era tutto esimente come lo avevano lasciato quella mattina. I vestiti di Sophie si trovavano in fondo alla tenda, molto lonta12


ni dal suo ingresso. La ragazza scavalcò le cose delle amiche, raggiunse il suo borsone e iniziò a frugarvi dentro. «So già che ti bagnerai e sporcherai tutti i vestiti» le aveva detto la mamma. «Quindi assicurati di portartene un bel po’.» Sophie rovistò nel mucchio di vestiti finché non trovò un top adatto ad Samira. Si voltò per andarsene ma proprio in quel momento le sue paure peggiori presero vita: un enorme zanzarone entrò danzando nella tenda.

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LO ZANZARONE Sophie strillò e si buttò all’indietro per allontanarsi dall’insetto facendo tremare tutta la tenda. Cercò di nascondersi in un angolo, rendendosi più piccola possibile. Lo zanzarone zigzagava in aria, muovendosi da un lato all’altro e impedendole di fuggire. «Va’ via» lo implorò. Ma l’insetto rimase lì, svolazzando a mezz’aria come se non riuscisse a decidere se andare verso l’alto o scendere in basso o chissà 15


cosa. E poi all’improvviso sparì. Sophie aveva distolto lo sguardo solo per un breve momento e ora l’insetto era svanito nel nulla. La ragazza però era certa che non fosse uscito, e ciò significava che era ancora nella tenda, proprio lì da qualche parte tra lei e l’uscita. Di sicuro se ne stava appollaiato sul sacco a pelo di qualcuno o sopra una felpa buttata da qualche parte o su un paio di scarpe. «Okay» disse Sophie a denti stretti, «È solo uno zanzarone. Non mi farò sconfiggere da un ragno con le ali». Tutto quello che voleva era che rimanesse fermo in un posto, così da poter uscire e proseguire con la sua giornata. Sophie trattenne il respiro e iniziò a gattonare verso l’apertura della tenda. Mosse lentamente un braccio. Non accadde nulla. Mosse una gamba, poi 16


l’altro braccio. Si spostò un po’ in avanti. Nessuna traccia dello zanzarone. Forse era andato a dormire? Mosse ancora una volta un braccio e subito lo zanzarone iniziò a ronzarle proprio davanti al naso. Sophie si lanciò di nuovo all’indietro senza pensare, urlando e la tenda tremò per una seconda volta. Tutto questo era ridicolo, si diceva. Doveva essere circa un milione di volte più grande di quello stupido insetto. Perché era così spaventata? Non ne aveva motivo. Non voleva ferirlo, ma non aveva altra scelta se voleva uscire da quella tenda, quel pomeriggio. Così la ragazzina raccolse un mucchio di vestiti e li gettò lì dove aveva visto lo zanzarone muover17


si l’ultima volta. Poi avanzò gattonando più velocemente che poté, facendosi largo tra le cose delle altre ragazze per arrivare all’uscita della tenda. Ma il lembo dell’apertura si era richiuso. Le striscette di velcro si erano riappiccicate. Sophie fu sul punto di piangere mentre cercava di aprirle. Era sicura che quell’insetto fosse dietro di lei, pronto a poggiarsi sul suo collo… Tirò il lembo così forte che per poco non lo strappò, ma finalmente riuscì ad aprire la tenda. Sophie schizzò fuori veloce come una bibita gassata dopo che la bottiglia è stata agitata. Si ricordò appena in tempo di prendere il top pulito per Samira. Sarebbe stato terribile dimenticarlo e dover ricominciare tutto daccapo. Una volta fuori, al sicuro, aveva solo voglia di dare un calcio a qualcosa. Era così arrabbiata con se stes18


sa. Perché si comportava sempre in quel modo ogni volta che vedeva un insetto? Perché? Perché? Perché? Sophie fece dei profondi respiri per calmarsi. Ma, dentro di sé aveva solo una gran voglia di scoppiare in lacrime. Odiava tutto questo! Odiava sentirsi così impotente. Sapeva benissimo che quello zanzarone era innocuo. Ma quegli stupidi ragni e insetti la facevano stare male e non c’era niente che potesse fare al riguardo. Li detestava tutti. Ragni, vespe, api, scarabei, bruchi, cimici ... «Voglio dire, a che servono?» urlò. Non stava urlando a nessuno in particolare. Solo agli insetti, in generale. «Le api vanno pure bene, quelle fanno il miele. Anche se, probabilmente, si po19


trebbe coltivare il miele in un laboratorio o qualcosa del genere. Ma che dire di tutti gli altri? A che servono quegli stupidi insetti che ronzano in giro?» Fu allora che si rese conto che un ragazzo se ne stava lì fermo, a guardarla. Sophie arrossì di colpo. Normalmente, quando capitava che qualcuno la vedesse in preda al panico davanti a un insetto, lei cercava di sminuire la cosa scherzandoci su e diceva qualcosa del tipo: «Wow, mi è preso un colpo, pensavo fosse qualcos’altro» ridacchiando un po’. Ma ormai era troppo tardi per farlo. Il ragazzino aveva sentito tutto e doveva essersi chiesto il perché di tutto quel trambusto. «Che vuoi?» sbottò Sophie. Il ragazzino la guardò come se fosse strana, in qualche modo, ma era trop20


po educato per farglielo notare. Adesso Sophie si ricordò di averlo già visto prima quando stavano raccogliendo i ciocchi di legno per costruire le tane nel bosco.Lei aveva anche lanciato un urlo quando aveva visto un ragno. L’aveva sentita anche quella volta ... Sophie sentì le dita dei piedi arricciarsi per l’imbarazzo.

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«Volevo solo darti questo» le disse gentilmente. «È un regalo.» Tese la mano che conteneva qualcosa. «Cos’è?» chiese Sophie. «La tua avventura» le rispose. Sophie era ancora nervosa, ma era comunque curiosa, così prese l’oggetto offertole dal ragazzino: era una piccola bussola tascabile di plastica. Niente di speciale. «Uh… ti ringrazio. Credo.» «Voglio dire» aggiunse lui, «a me è stata d’aiuto. Dico davvero». Le rivolse un sorriso speranzoso e scappò via. Sophie rimase un istante a fissarlo mentre si allontanava. Poi scrollò le spalle e infilò la bussola in tasca. Aveva il top pulito per Samira, e questa era la cosa più importante, ma non riusciva a smettere di avercela con se stessa e con quegli stupidi insetti. 22



9.75mm

Per tutti i giovani esploratori, un appassionante e istruttivo racconto d’avventura in compagnia del mitico Bear Grylls!

NELLA NATURA SELVAGGIA SI È PIÙ FORTI INSIEME!

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PRONTI PER UN PO’ DI SANA AVVENTURA?

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