#Trashtalk

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fioretto e i bad boys che ci vanno giù pesante; quelli che avrebbero potuto fare anche altri sport e quelli che avrebbero fatto meglio a darsi ad altri sport; i giocatori che sono usciti con una delle sorelle Kardashian e quelli che sono entrati in galera; gli improbabili numeri uno dei Draft e gli esordienti che poi hanno bruciato le tappe; gli allenatori di talento e gli “impostori” del coaching; gli stranieri che hanno il gioco nel sangue e i pochi italiani che finora ci hanno fatto sognare.

D

Il libro che racconta come nessun altro il grande basket NBA

Prefazione di

RUDY GOBERT

urante una partita contro i Pistons nel 1988, Larry Bird guardò con aria sprezzante Dennis Rodman che lo stava marcando e poi gridò ai

compagni: «Sono libero, passatemi la palla prima

, ie l l o f i, n io z a c o Prov à it s io r u c e d r o rec no a ic r e m a t e k s a del b

che qualcuno se ne accorga!». Ebbene, il trashtalking (lett. “parlare sporco”) è proprio questo: rivolgere all’avversario in campo offese, insulti o commenti sarcastici con lo scopo di intimidirlo, disorientarlo, innervosirlo e naturalmente farlo sbagliare. Ebbene, che ci si creda o no, nella NBA questa guerra psicologica a suon di sguardi e parole è

Centinaia di classifiche sorprendenti, qualche volta

Prefazione di

RUDY GOBERT

solo la punta dell’iceberg. Un enorme iceberg

incredibili, che ripercorrono in lungo e in largo la

fatto di bizzarrie, exploit, polemiche, colpi di

fantasmagorica epopea del basket NBA: lo sport

genio, provocazioni ed eccessi che da sempre

dove tutto è bigger than life, anche le follie dei suoi

contraddistinguono partite e giocatori.

protagonisti.

#Trashtalk prova a raccontarli tutti, o quasi. I lettori scopriranno le altre perfide battute di Larry Bird e gli aforismi di Jason Kidd; le follie “tricologiche” di LeBron James e le storie segrete del Dream Team; i motivi per essere pro oppure anti-Kobe; le stagioni indimenticabili e quelle che sarebbe meglio dimenticare; i migliori incontri al Madison Square Garden e le regole di gioco più cervellotiche; le prodezze dei rimbalzisti e i

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€ 19,90 (i.i.)

primati degli schiacciatori; i cestisti in punta di 978-88-6692-083-0

Edizione italiana a cura di

MARCO TERRENATO 21/10/19 14:13


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PROVOCAZIONI, FOLLIE, RECORD E CURIOSITÀ DEL BASKET AMERICANO Edizione italiana a cura di Marco Terrenato

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Riscaldamento

? e t n e m a r e v , k l Trashta

«Alla faccia tua!» Il basket, in partenza, è un gioco, dunque si parla, ci si accalora. Il trashtalking è la stessa cosa: si tratta di giocare, niente di più. In campo mi diverto, ma sono anche in competizione, e non c’è niente di male a farlo sentire agli avversari. Per quanto possa risalire indietro nel tempo, ho sempre voluto essere me stesso. Mi ricordo di quando ero al mio primo anno di NBA: allora giocavo poco. Avevo visto giocare Joakim Noah, all’epoca, con i Bulls, e vedevo che parlava molto, si dava da fare. E questo mi ha segnato. Mi sono detto che avrei potuto aiutare la mia squadra nello stesso modo. Non necessariamente parlando male, giusto parlando; questo dà energia! A me piace parlare sempre, anche quando gioco ai videogames o faccio altre cose. In Francia, quando parli mostrandoti sicuro di te, la gente dice che sei un presuntuoso. Ma questo sta cambiando. A dire il vero, per me il trashtalking non vuol dire per forza prendere gli altri a male parole, piuttosto influenzarli, avere un impatto psicologico su di loro, anche e soprattutto non dicendo niente. Il trashtalking è un po’ la maniera “fun” di far sentire la tua influenza e ci sono quelli che si divertono a farlo con le parole. A volte, trashtalking è dare l’impressione di non stare facendo niente. Ad esempio, guardare fisso il proprio avversario dopo una stoppata, o anche prima. Poco importa quello che fai, in fondo. L’importante è farlo bene. RUDY

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GOBERT

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C’era una volta Via delle in NBA P. 16 leggende P. 30 18. I 13 comandamenti del dott. James Naismith 19. Un tempo il basket aveva regole davvero strane… Le serie di Playoff da vedere almeno una volta nella vita 20. Le dodici fatiche di David Stern I Flintstones 21. Se David Stern fosse ancora il boss della NBA… 22. Non mi piaci, vai al diavolo 23. Slam Dunk incontestabile 24. Ehi arbitro! Ghostballers 25. What if… 26. Dinastie All-NBA Steal teams NBA 2040 27. Hanno avuto naso 28. #Trashtalking Larry Bird, uccello del malaugurio

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32. I migliori quintetti base per decennio 34. Hanno cambiato le regole Pugno alzato 36. Famosi, certo, ma fan prima di tutto 37. Cuvées millesimate di Draft Tu hai una strada, ma io ho una statua Questi giocatori, li conosce anche tua nonna 38. Big Shots 40. Sono leggende ma tutti se ne fregano Hanno una mossa che porta il loro nome 41. Ci sono quelli che si ritirano e quelli che volano verso il ritiro Anche l’Europa ha conosciuto delle leggende 43. Michael Jordan, questo perdente Perché Jordan fa le scarpe a LeBron Perché LeBron fa le scarpe a Jordan 44. Se Jordan avesse fatto carriera nel golf, il loro palmarès sarebbe diverso Ex futuri Jordan Grandi coach, piccoli giocatori 45. Le trebbiatrici 46. #Trashtalking Il meglio dei discorsi di insediamento alla Hall of Fame

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50. Storie di soprannomi indimenticabili 52. Fratelli d’armi 53. La fattoria dei famosi Nomi carogna Piccoli trucchi mnemonici 54. I grandi Smith 55. Family affair Meglio non essere bilingue I grandi Williams 56. Mamma e papà non si sono mai messi d’accordo Papà, che ne dici? Avevo il cognome, ma non il gioco che ci andava assieme 57. Mio padre mi schiaccia In tre lettere 58. Battezzati da Shaq 59. Questi cestisti potrebbero giocare in CFA Gli altri Juniors La lotteria dei colori I grandi Robinson 60. «Siete caldi stasera?» La grande borghesia Happy meal «Hei, Manu, scendi?» 61. Hanno cambiato nome come i testimoni sotto protezione 62. #Trashtalking La violenza verbale di Kevin Garnett

66. Queste avrebbero potuto tentare un’avventura in NBA Non so un gran che di WNBA, ma posso dirti che… 67. Proprietari e pazzi, spesso sono la stessa cosa Una squadra a Las Vegas? 68. La Commedia dell’Arte 69. Eroi di un giorno 70. Hanno pianto sul campo 71. Tabella delle equivalenze in NBA 72. When the Garden was Eden 74. Le dodici partite davvero mitiche delle Finali NBA In una parola 75. Club dei losers 76. Top delle teorie complottiste 77. Superstar e superstizioni 78. Piccola guida ai migliori festeggiamenti 79. Momenti magici nella partita delle stelle Nice guys 80. #Trashtalking Speciale «conferenza stampa»

No name, no game P. 48

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I love this game P. 64

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Per te, pubblico P. 82

84. Stadi & storie 85. Eppure quand’ero piccolo credevo davvero che… Cos’hai imparato sugli USA seguendo la NBA 86. «Il basket, era meglio prima» I dibattiti senza fine, ma davvero senza fine 87. La mia vita da mascotte 88. I Maracanã del basket, versione americana 89. Tu sai che guardi la NBA di notte quando… Top espressioni di culto 90. È importante essere vicini ai propri fan 92. Trofeo Brahim Asloum dei pesi massimi diventati commentatori Prima di morire devi visitare questi campi 93. NBA’s got Talent Professione: pagliaccio 94. Le cose da fare per apparire sul maxischermo 95. Gli stadi caldi come chioschi di patatine fritte (versione USA e versione Europa) Le hit dell’estate 96. Se capisci queste frasi, il tuo sangue è arancio 97. E tu, sei pro o anti-Kobe? 98. #Trashtalking Shaqtalk

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6.

«You look good? You play good?» P. 100 102. Al ballo mascherato, oh-oh Team Alain Afflelook 103. Pimp my ride All-Ginger Team Dunque, hanno comprato questo… 104. Tatuaggio giusto o tatuaggio sbagliato? 105. La grande storia della bandana 106. NBA: where fashion happens 107. Non avevano più niente da mettersi Mafiosi? 108. Numerologia 109. La borsa del perfetto cestista per decennio All-NBA Squadre calzettoni 110. Le scarpe più mitiche Le peggiori scarpe della storia 112. Le migliori pubblicità legate al basket I migliori simboli-logo dei giocatori 113. Hall of Shame 114. #Trashtalking The Glove

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118. Dream Team Stories Incidenti diplomatici 120. I più grandi incubi del Team USA 121. I Jordan degli altri paesi 122. NBA Global Games 123. Cattivi ambasciatori 124. Spy Game Esploratori dei nostri tempi 125. Gli «...ic» esperti in palla a spicchi 126. Top dei paesi che respirano il basket 128. Italiani & NBA 130. Made in China 131. I 12 incontri internazionali da riguardare per divertirsi 132. #Trashtalking A base di popopopop…

136. I brutti tiratori 137. 10 maniere di eseguire un tiro libero 138. Sai di aver giocato in squadra quando… Fanno solo una cosa sul parquet 139. Tiratori scelti 140. Kings of crossovers 141. I re del caviale 142. Hanno sbagliato epoca 143. La piramide della tolleranza alla «infrazione da passi» Six from the street 144. Softy Cup 145. La crème dei dunkers di ogni tempo 146. Attraverso le maglie della rete I superstiziosi del tiro libero 147. Qualche schema dal nome strambo Schermo totale, protezione ottimale 148. Impostori del coaching 149. Lucky winners I tiri liberi non fanno per loro 150. Quei 10 gesti tecnici che ti devono riuscire nella vita «Not in my house» 151. Professione: acchiapparimbalzi 152. Sanguisuga è il loro secondo nome 153. Li hai visti almeno una volta sul playground 154. #Trashtalking Se Tim Duncan avesse avuto Twitter

Basket senza frontiere P. 116

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Playbook & lavagna P. 134

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Bad boys P. 156

Attenti al freak! P. 172

158. Era meglio non farli guidare 159. Dai, passalo anche a me 160. Top Guns 161. È così bello detestarli 162. Fate entrare l’accusato 163. I veri traditori 164. Cuore nero Le mosse da stronzi che vanno perfezionate 165. Coach e giocatori che non potevano soffrirsi Il club dei macellai del parquet 166. Hanno cercato di allenare DeMarcus Cousins 167. I tipi che amano la bottiglia I Thug Teams 168. Non avevano bisogno di un coach… ma di uno psicologo 169. Grandi momenti di rissa 170. #Trashtalking Top 6 Nostradamus «Avrebbero fatto meglio ad astenersi»

174. Sono piccolo di statura, ma ho fatto cose da grandi Nessuno li conosce, ma possono schiacciare senza saltare 176. Curva universale di crescita 178. Il club dei brutti Afroasiatici 179. Walking Dead Bianchi, molto alti, senza talento alcuno 181. I mangioni 182. Calvo chi può Fisico da capo del personale 183. Identikit del giocatore perfetto… e il suo opposto 184. White men can jump 185. Black men can’t jump 186. Reparto calzature I sosia 187. Magrolini, a tavola! 188. Il Team «Allegro Chirurgo» 189. Meno prestanti di molti altri, migliori di molti altri Ma che mani grandi che hai... 190. I fenomeni naturali 191. Jean-Louis David non ha mai potuto aiutarli Divinità della barba e dei baffi 192. #Trashtalking Barkleysianismi

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Sangue, sudore & Big Data lacrime P. 194 P. 218 196. Innamorati dell’infermiera 197. Bandito dalla NBA, pericoloso per l’umanità 198. Inglourious Banksters 199. «Non avresti mai dovuto dirci addio con quella canotta» 200. Numero 1 al Draft, sul serio? 219. Cuvées di Draft che sanno di tappo 202. Sono stati kardashiati 203. Principe della mia città 204. Gli infortuni più idioti 205. Qualcuno ha vomitato vedendo questi infortuni 206. Cronologia della vita di Dennis Rodman 207. Andati davvero troppo presto… La vita, che stronza 208. Umiliazioni 209. Morti sul campo 210. Mai MVP (e mi girano) 211. I miei anni al college Le ragioni per cui i Sonics hanno lasciato Seattle 212. Hanno stappato lo champagne troppo presto Hanno sfidato Michael Jordan… e alla fine l’hanno pagata cara 213. Slam Drunk Contest 214. Hanno sbagliato nel momento peggiore 215. Le 7 vite di Darko Miličić 216. #Trashtalking Dall’ovvietà all’assurdità

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238. «Come, sei stato MVP di uno All-Star Game?» Erano All-Star, ma non ne avevano i numeri Erano enormi, ma guardavano i Playoff alla tele 221. «Sniper» a 50-40-90 High Fidelity 222. I 10 mostri senza anello I multi-anellati 223. I tipi che volevano infilare le loro palle appena arrivati in NBA 225. Professione Iron Man 226. Quando i votanti avevanoalzato parecchio il gomito I precoci 227. Una serata nella storia, un record davvero tosto 228. Serial killer 229. Airbnba Hanno fatto la doppietta… la stessa stagione 230. Come diceva Qualcuno, «gli ultimi saranno i primi» 231. Le quadruple-doppie che fanno venire un quintuplo mal di testa Questi record, diciamolo chiaro e tondo: non saranno mai battuti! 232. Non è una disfatta, è un massacro Nel calcio, si chiama 0-0 Stoppati da Earl Boykins 234. Right place, right time 253. «Grossa finta» dei giocatori con una grande stagione, poi più niente Dovendo perdere la stagione, facciamolo per bene 236. #Trashtalking I 9 comandamenti di J.R. Smith

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Fuori dal campo P. 238 240. Culture Pub by MJ Secrets made in Space Jam 241. I film imperdibili sul basket 242. Arancia meccanica 243. Tra palla a spicchi e pallone da calcio Se i giocatori NBA fossero dei Pokémon 244. Passare le vacanze insieme? Neanche per sogno 246. Caccia, pesca e munizioni La carità, signori 247. Road trip = bad trip 248. Votate per me! 2K nelle orecchie 249. All Religious Teams 250. Playboys dei playgrounds 252. Le canzoni che le arene hanno per forza nella loro playlist Sai di essere cresciuto giocando a NBA 2K… 253. Prova microfono, sa-sa La playlist TrashTalk proibita per festeggiare un titolo E vola oltre la terza corda! 254. Prolifici come conigli 255. In the shadow Say my name 256. Le riconversioni del cavolo 258. Avrebbero potuto far carriera in un altro sport No, non fatto chissà quali studi... 259. Anche loro potevano essere cestisti 270. Mestieri immaginari dopo la NBA 262. La grande storia dei grandi videogiochi 263. Top 8 Attori nei film di basket 264. Attori negli “altri” film 265. Top 5 Made in Bollywood

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268. GLOSSARIO

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a r e ’ c a t l o v una A B N in Trashtalk_ITA.indd 17

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I comandamenti del dott. James Naismith Ecco le prime 13 regole del basket, pubblicate il 15 gennaio 1892 sul giornale dell’Università di Springfield

I

La palla può essere lanciata in ogni direzione, con una mano o con due.

II

La palla può essere colpita in ogni direzione, con una mano o con due (mai col pugno).

III

Un giocatore non può correre con la palla. Deve lanciarla dal punto in cui l’ha presa. Tolleranza concessa ai giocatori che ricevano la palla correndo in piena velocità e cerchino di fermarsi.

IV

La palla deve essere tenuta con le mani, senza aiutarsi con il corpo o con le braccia.

V

Non è consentito colpire con le spalle, spingere, colpire in qualunque modo, trattenere per la maglia o sgambettare l’avversario. Ogni infrazione di questa regola da parte di un giocatore sarà contata come un fallo, la seconda squalificherà il giocatore fino a quando verrà realizzato il canestro seguente. Oppure per tutta la partita se c’era la chiara intenzione di far danno all’avversario. Non sono ammesse sostituzioni.

18 #TRASHTALK

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VI

È considerato come fallo: colpire la palla col pugno, trasgredire le regole 3 e 4, non rispettare la regola 5.

VII

Se una delle due squadre commette tre falli consecutivi (per consecutivi si intende «senza che l’avversario ne commetta uno nel frattempo»), si assegnerà un punto alla squadra avversaria.

VIII

Un canestro è segnato quando la palla è lanciata o colpita dal terreno al canestro e ci resta dentro, a condizione che i difensori non tocchino il canestro e non lo smuovano. Se la palla resta sul bordo e l’avversario muove il canestro, conterà come un punto.

IX

Quando la palla esce dalle linee del campo, dovrà essere rimessa in gioco dal primo giocatore che la tocca. Nei casi dubbi, l’assistente arbitrale la lancerà in campo. Il giocatore che rimette in campo la palla ha cinque secondi di tempo. Se la tiene per più tempo, la palla va all’avversario. Se una squadra continua a rallentare il gioco, l’assistente arbitrale potrà fischiare un fallo.

X

L’assistente arbitrale sarà giudice dei giocatori. Dovrà tenere il conto dei falli e segnalare all’arbitro quando ne sono stati commessi tre consecutivi. Ha il potere di squalificare i giocatori secondo la regola 5.

XI

L’arbitro sarà giudice della palla e deciderà quando la palla è in gioco e chi ne ha il possesso. Sarà anche addetto al cronometro. Deciderà quando un punto è segnato e terrà il conto dei punti, assumendo tutte le funzioni classiche di un arbitro.

XII

La durata di una partita sarà di due tempi di 15 minuti, con 5 minuti di riposo in mezzo.

XIII

La squadra che segna il maggior numero di punti nel tempo assegnato sarà proclamata vincitrice. In caso di parità la partita potrà, con l’assenso dei capitani, essere prolungata finché non viene segnato un altro punto.

C’era una volta in NBA

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Un tempo il basket aveva regole davvero strane…

Le serie di Playoff da vedere almeno una volta nella vita

NIENTE CRONOMETRO DEI 24 SECONDI FINO AL 1954 Il che significa che per recuperare

Il come-back di Willis Reed, la perfidia di Walt Frazier, un Madison Square Garden in ebollizione. Semplice, efficace, leggendario.

la palla, bisognava per forza fare fallo. Altrimenti, l’avversario teneva il pallone senza muoversi e si vedevano delle statue adocchiarsi in modo bizzarro. La maratona di sonno tra Pistons e Lakers terminata con un punteggio di 19 a 18 fu la goccia di troppo. NIENTE LINEA DEI TRE PUNTI FINO AL 1979

Grazie alla fusione con l’ABA, che possedeva una linea da 3 punti. Prima, nella NBA c’erano solo tiri da due punti, oppure un punto per i tiri liberi. Immaginate le medie di certi sniper come Jerry West, se le tonnellate di tiri lunghi che avevano realizzato fossero state ricompensate… NESSUN LIMITE DI TEMPO NELL’AREA DEI 3 SECONDI FINO AL 1936 Il gioco era

dunque completamente diverso, perché con dei pivot appostati sotto il canestro, non restava altro che pregare per marcare da vicino. In effetti, i migliori potevano restare letteralmente due ore nel pitturato, un sogno per DeAndre Jordan. TRE TENTATIVI PER PIAZZARE DUE TIRI FINO AL 1955 Incredibile, vero? La regola riguardava

strettamente i falli commessi nella prima metà del campo in caso di penalità. Tre tiri concessi per tentare di piazzarne due, giusto per penalizzare ben bene l’avversario. Un sogno per DeAndre Jordan. POSSIBILITÀ DI SCHIACCIARE I TIRI LIBERI FINO AL 1956 Prima approvata dalla NCAA,

poi dalla NBA, sembra una regola bislacca, salvo che Wilt Chamberlain era capace di allungarsi al massimo semplicemente per… schiacciare i tiri. POSSIBILITÀ DI STOPPARE QUALUNQUE TIRO, FINO AL 1945 Sia in fase ascendente

che discendente. Qualunque tiro poteva essere neutralizzato senza che nessuno potesse dire niente, perché era considerato “fisicamente non fattibile”. Un allegro caos che permise a George Mikan di dominare in modo scandaloso il circuito universitario.

KNICKS-LAKERS, FINALI 1970

CELTICS-SUNS, FINALI 1976 Bisogna vedere la

Gara 5 (tre tempi supplementari, 128-126 per Boston) almeno una volta nella vita. Gli altri incontri? Tutti altrettanto serrati. Il ritorno dei Celtics in vetta. CELTICS-LAKERS, FINALI 1984 Primo duello tra

Bird e Magic, una serie che ha trasformato la NBA. Il fallo volontario su Kurt Rambis, 7 partite senza respiro. LAKERS-PISTONS, FINALI 1988

L’ultima epopea dello Showtime, prima di consegnare lo scettro ai Bad Boys di Isiah Thomas. Intensa fino all’ultimo. In bilico fino all’ultimo. BULLS-KNICKS, SEMIFINALI DI CONFERENCE 1992 Il top del basket dell’Est, ruvido, con pestaggi a

ogni partita e Jordan che già traumatizza Patrick Ewing. Thug basketball. KNICKS-PACERS, SEMIFINALI DI CONFERENCE 1995 Reggie Miller e Spike Lee, l’incontro. Come

dimenticare gli «8 punti in 9 secondi» e il crollo completo di… Niente spoiler. KINGS-LAKERS, FINALI DI CONFERENCE 2002

Il furto, non c’è altro termine. Tensione alle stelle tra le due squadre, Shaq e Webber che si prendono a sberle, 7 partite da sogno. MAVERICKS-SPURS, SEMIFINALI DI CONFERENCE 2006 Mostruoso Tim Duncan,

incontenibile Dirk Nowitzki. Cinque partite terminate con uno scarto massimo di 5 punti. Aria, aria, aria. HEAT-SPURS, FINALI 2013

Un inizio di serie così così, un finale straordinario. Ray Allen nel corner, Le Bron che supera lo scoglio, Tony Parker che spadroneggia. CAVALIERS-WARRIORS, FINALI 2016 Il più bel

come-back. E probabilmente il più bel film: un re al tappeto che si rialza, realizza l’impossibile e trionfa. Commozione. C’era una volta in NBA

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Le dodici fatiche di David Stern Creazione della free agency.

Dopo dieci anni di guerriglia con il sindacato dei giocatori, il mercato dei free agents è stato creato nel 1976. All’epoca David Stern era solo un consigliere della NBA, ma la sua abilità in materia di negoziazione aveva già colpito molti. Oggi, questo mercato è il luogo numero 1 in cui ci si agita ogni anno.

Fusione tra NBA e ABA.

Nel 1976, il commissioner riceve la missione di occuparsi della fusione tra NBA e ABA. Alle 18 squadre NBA si aggiungono quattro franchigie venute dall’ABA (Nets, Pacers, Spurs e Nuggets), ma il negoziato con gli Spirits of SaintLouis fallisce. Così, i due presidenti dell’epoca oggi sono multimilionari grazie a un accordo stipulato sulla base di una ridistribuzione dei diritti TV. 72 ore di riunioni e milioni perduti, ma David Stern segna ancora dei punti.

Dream Team. Ma chi può essere

Espansione della NBA.

L’internazionalizzazione del gioco porta il marchio Stern. E se Magic Johnson, Michael Jordan o Larry Bird spopolano, è il piccolo David ad aver loro mostrato la direzione della frontiera. La sua idea più bella? La creazione degli Open McDonald’s, prima occasione davvero cool di scoprire in Europa le migliori franchigie NBA. Oggi più di 200 paesi trasmettono la NBA in diretta.

Lock-out ma non knock-out.

1998-99 e 2011-12, due stagioni mutilate per il pubblico, ma ogni volta una guerra risolutamente condotta da David Stern. Perché se delle date mancheranno per sempre al palmarès della NBA, quest’ultima ha approfittato dei due periodi di scompiglio per impinguare il proprio conto in banca e internazionalizzare ancor più il proprio business. Perdere delle battaglie ok, perdere la guerra mai.

stato a inventare la più bella, la più mitica squadra di basket di tutti i tempi? Il piccolo David, chi altri? Storicamente riservata agli sportivi universitari, nel 1992 la squadra nazionale degli Stati Uniti porta per la prima volta ai Giochi olimpici di Barcellona dei giocatori NBA. Stern ha piazzato il suo colpo, il pubblico scatta foto in piena partita… e gli avversari del Dream Team pure.

Creazione della D-League.

Nel 2001, David Stern concepisce una sorta di vivaio della Lega maggiore, nel quale i giocatori di secondo piano possono esercitarsi. I club europei fanno il muso, ma oggi ci sono 26 franchigie che si bastonano nell’indifferenza generale… e 26 franchigie che producono entrate. D’altra parte, la D-League si chiama oggi GatoradeLeague. Glu-glu, bling-bling.

Scandali e vandali. Una busta

truccata per fare di Patrick Ewing la prima scelta nel Draft 1985, le voci che il primo ritiro di Jordan si sia giocato su un tris di 10 al poker, le accuse di partite combinate

I Flinstones

I presidenti NBA della preistoria, prima di David Stern

Maurice Podoloff

(1949-1963)

Draft universitario (1947) Fusione delle leghe BAA e NBL per creare la NBA (1949) Istituzione del cronometro da 24 secondi (1954) Primo contratto TV (1954) Il trofeo MVP (Most Valuable Player) porta oggi il suo nome

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J. Walter Kennedy

(1963-1975)

Fino a 18 squadre, dopo essere scese a 9 (1975) Consacrazione della Hall of Fame (1968) Aumento dei diritti TV, degli incassi e del pubblico Il trofeo per il miglior sportivo porta il suo nome

Larry O’Brien

(1975-1984)

Fusione NBA-ABA (1976) Istituzione della linea dei 3 punti (1979) Introduzione del salary cap (1983) Patto antidroga col sindacato dei giocatori (1983) Passaggio da 18 a 23 franchigie Nuovo contratto TV ancora più vantaggioso Nuovo aumento degli incassi e del pubblico Il trofeo delle Finali NBA porta il suo nome

C’era una volta in NBA

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rivolte all’arbitro Tim Donaghy… Il mandato di David Stern alla testa della NBA comincia a puzzare di marcio, facendo di lui il vero Sepp Blatter della palla a spicchi.

Diritti TV. David Stern ha

dichiarato un giorno che LeBron James era stato visto alla tv quand’era liceale più di Bill Russell e Wilt Chamberlain nelle loro intere carriere messe assieme. Una frase che riassume perfettamente il lavoro macinato dal buon David per fare della sua NBA uno show televisivo ininterrotto.

Sette franchigie in più. Dal 1988, David Stern offre a nuove città la possibilità di vedere la NBA

ogni settimana. Miami, Charlotte, Orlando, Minneapolis, Toronto e Vancouver (i Grizzlies si sposteranno poi a Memphis), poi infine New Orleans, ultima felice scelta dopo il trasloco degli Hornets, che tuttavia torneranno a Charlotte qualche anno dopo, alla nascita dei Pelicans.

Dress code. Largamente

influenzata da una generazione hiphop, la Lega mugugna perché intende veicolare ai più giovani un’immagine più professionale. Ecco che David interviene. Il 17 ottobre 2005 la NBA entra in una nuova era. Via i pantaloni larghi, i do-rags e le grosse catene d’oro; si passa al completo obbligatorio. Allen Iverson è

furibondo, Michael Jordan molto meno. L’immagine dei giocatori è cambiata per sempre.

Stern il giustiziere. Latrell

Sprewell che strangola P.J. Carlesimo? 68 partite di sospensione. Pacers e Pistons mettono a soqquadro il Palace di Auburn Hills? 73 partite senza paga per Ron Artest. Gilbert Arenas tira fuori una pistola nello spogliatoio? 50 partite in meno. Michael Ray Richardson e Richard Dumas con le siringhe in mano? Fuori. Dal suo arrivo, il poliziotto più duro della storia della NBA ha ripulito il quartiere.

Trasferimento bloccato di Chris Paul. Dicembre 2011: Chris Paul deve raggiungere i Lakers in un incontro a tre fra Hornets, Rockets e Lakers. Ma ecco, gli Hornets appartengono temporaneamente… alla NBA, e David Stern si oppone a questo trasferimento. Niente CP3 a Los Angeles, un messaggio chiaro e forte di Stern: i suoi giocatori non sono i re del parco giochi.

SE DAVI D STER N FOSS E ANCO RA IL BOSS DELL A NBA…

...gli arbitri sarebbero poliziotti. Ce ne sareb bero dodici per partita. Almeno. ...Twitter sarebbe proibito. ...ci sarebbero franchigie a Las Vegas, Kans as City e Baltimora. ...e altre in programma a Londra, Parigi e Tokyo. ...e sempre, ahimè, nessuna a Seattle. ...completo bianco e nero obbligatorio per tutti i giocatori, proibiti i colori. ...i Lakers avrebbero la prima scelta di Draft tutti gli anni. ...il programma televisivo Shaqtin’A Fool non esisterebbe. ...il presidente dell’associazione giocatori sarebbe Warren Buffett. ...il trasferimento di Chris Paul a Houston sarebbe stato annullato. C’era una volta in NBA

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#TRASHTALK 21

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fioretto e i bad boys che ci vanno giù pesante; quelli che avrebbero potuto fare anche altri sport e quelli che avrebbero fatto meglio a darsi ad altri sport; i giocatori che sono usciti con una delle sorelle Kardashian e quelli che sono entrati in galera; gli improbabili numeri uno dei Draft e gli esordienti che poi hanno bruciato le tappe; gli allenatori di talento e gli “impostori” del coaching; gli stranieri che hanno il gioco nel sangue e i pochi italiani che finora ci hanno fatto sognare.

D

Il libro che racconta come nessun altro il grande basket NBA

Prefazione di

RUDY GOBERT

urante una partita contro i Pistons nel 1988, Larry Bird guardò con aria sprezzante Dennis Rodman che lo stava marcando e poi gridò ai

compagni: «Sono libero, passatemi la palla prima

, ie l l o f i, n io z a c o Prov à it s io r u c e d r o rec no a ic r e m a t e k s a del b

che qualcuno se ne accorga!». Ebbene, il trashtalking (lett. “parlare sporco”) è proprio questo: rivolgere all’avversario in campo offese, insulti o commenti sarcastici con lo scopo di intimidirlo, disorientarlo, innervosirlo e naturalmente farlo sbagliare. Ebbene, che ci si creda o no, nella NBA questa guerra psicologica a suon di sguardi e parole è

Centinaia di classifiche sorprendenti, qualche volta

Prefazione di

RUDY GOBERT

solo la punta dell’iceberg. Un enorme iceberg

incredibili, che ripercorrono in lungo e in largo la

fatto di bizzarrie, exploit, polemiche, colpi di

fantasmagorica epopea del basket NBA: lo sport

genio, provocazioni ed eccessi che da sempre

dove tutto è bigger than life, anche le follie dei suoi

contraddistinguono partite e giocatori.

protagonisti.

#Trashtalk prova a raccontarli tutti, o quasi. I lettori scopriranno le altre perfide battute di Larry Bird e gli aforismi di Jason Kidd; le follie “tricologiche” di LeBron James e le storie segrete del Dream Team; i motivi per essere pro oppure anti-Kobe; le stagioni indimenticabili e quelle che sarebbe meglio dimenticare; i migliori incontri al Madison Square Garden e le regole di gioco più cervellotiche; le prodezze dei rimbalzisti e i

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primati degli schiacciatori; i cestisti in punta di 978-88-6692-083-0

Edizione italiana a cura di

MARCO TERRENATO 21/10/19 14:13


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