John Wayne

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La conquista del set Il mondo intero l’ha conosciuto come John Wayne, ma prima del 1930 nessuno l’aveva mai chiamato con questo nome. Marion Michael Morrison, originariamente Marion Robert per un errore sul certificato di nascita, nacque il 26 maggio 1907 a Winterset, un paesino dell’Iowa di nemmeno 3000 abitanti. Fu il primogenito dei coniugi Morrison: Clyde, di stirpe scozzese, e Mary Margaret Brown, nelle cui vene scorreva sangue irlandese. Clyde gestiva una farmacia con scarso successo e la moglie non faceva che rinfacciarglielo. Marion Michael aveva cinque anni quando venne al mondo suo fratello Bob e proprio allora la tubercolosi di Clyde costrinse l’intera famiglia a trasferirsi a Lancaster, in California, in uno sciagurato ranch alle soglie dell’aspro deserto Mojave, a coltivare grano. Le condizioni di vita erano talmente insostenibili da non sfigurare al confronto con quelle tramandate da uno dei tanti western sulla frontiera che l’intramontabile Duke Wayne continuò, anche fuori tempo e fuori peso, a interpretare per tutta la lunga carriera. Eppure, nell’inospitale zona di Lancaster i Morrison resistettero per due interminabili anni prima di spostarsi ancora più a ovest, a Glendale, dove invano il buon Clyde tornò a condurre una farmacia, per poi ripiegare sulla produzione artigianale di gelati, con esiti altrettanto modesti. I sempre più frequenti litigi tra lui e Mary in realtà non potevano competere con una fase di effettiva congiuntura economica che, oltre a prendere al laccio l’indefesso farmacista e gelataio di Glendale, avrebbe nel giro di un decennio portato l’intero paese sull’orlo della miseria. Piuttosto, l’immagine di una moglie burbera e indisponente, la quale non dava tregua al povero e diligente marito, serviva a riversare sul piano privato, secondo copione, il ma- Da piccolo con il fratello minore Robert Emmett. lessere e il senso di disfatta di uno dei tanti uomini che in quegli anni verificavano sulla propria pelle i sintomi precoci della Depressione. Non tutto il male veniva per nuocere: dal canto suo Marion Michael, addestrato da un’infanzia ben poco esaltante, tra stenti, sacrifici d’ogni genere e un’atmosfera domestica non proprio serena, il cui epilogo nel 1921 fu il divorzio dei genitori, avrebbe imparato alla svelta a contare esclusivamente su se stesso. Le esperienze e le disavventure almeno gli avevano trasmesso quell’inossidabile senso di adattamento, trampolino d’un immaturo ma vigoroso temperamento intraprendente e individualista. Sebbene fosse poco più che un bambino quando giunse a Glendale, Marion Michael non tardò a contribuire al bilancio familiare: aiutava Clyde in farmacia e distribuiva con una bicicletta, acquistata di seconda mano, il «Los Angeles Examiner» o i biglietti del cinema locale. Con il vantaggio di poter accedere gratis a qualsiasi proiezione, specialmente quando sullo schermo impazzavano Douglas Fairbanks o altri suoi eroi preferiti. Che non a caso erano westerner di grido come William Surrey Hart o

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