CLINICA IN DERMATOLOGIA
CONGRESS REPORT_SIDEMAST 2020
Peeling chimico: applicazioni e gestione degli effetti collaterali Prima di effettuare il trattamento, per il dermatologo è fondamentale identificare le aree cutanee da trattare che possono presentare risposte differenti
Norma Cameli Responsabile Dermatologia correttiva e laserterapia Istituto dermatologico San Gallicano Irccs di Roma
Nella pratica dermatologica ambulatoriale, i peeling chimici rappresentano una tecnologia efficace e sicura in numerose condizioni cliniche. La loro versatilità li rende indicati nel trattamento dei disordini della pigmentazione come il melasma, le iperpigmentazioni post-infiammatorie e le lentigo senili, dell’acne in fase attiva e degli esiti cicatriziali. Inoltre, possono essere utilizzati per il ringiovanimento cutaneo, in quanto la distruzione controllata degli strati cutanei determina accelerazione del turnover cellulare e conseguente rigenerazione epidermica e formazione di nuovo collagene e sostanza fondamentale. Molto importante è la scelta e il dosaggio delle sostanze attive impiegate per l’aggressione chimica e la conseguente attivazione di quei meccanismi riparativi che portano al ripristino delle condizioni fisiologiche cutanee. In tale ottica, anche il veicolo per migliorare le penetrazioni e le biodisponibilità delle molecole attive assume un aspetto centrale nell’organizzazione dell’approccio terapeutico. La classificazione dei peeling si basa sulla profondità del danno causato di volta in volta da una o più sostanze chimiche. Si possono dunque distinguere i peeling in: molto superficiale, superficiale, medio, profondo. La scelta del tipo di peeling ideale, valutando il livello teo-
rico di profondità e le caratteristiche del paziente, dipende da fattori differenti. Esistono tuttavia delle precauzioni di base, applicabili a tutti i casi. Abbiamo approfondito l’argomento con Norma Cameli, responsabile di dermatologia correttiva e laserterapia all’istituto dermatologico San Gallicano Irccs di Roma, intervenuta durante la scorsa edizione del congresso Sidemast.
Dottoressa Cameli, il peeling chimico viene oggi impiegato nel trattamento di diverse patologie. Quali sono le principali indicazioni terapeutiche e le nuove frontiere di applicazione? Tra le nuove frontiere di applicazione sono da segnalare peeling specifici per alcune aree del corpo, come quelli per il trattamento dell’area genitale a scopo depigmentante e di ringiovanimento (acido kojico, arbutina e acido glicolico). Studi di letteratura hanno valutato l’utilità dei peeling nel trattamento delle precancerosi cutanee, come le cheratosi attiniche, suggerendo un’azione protettiva nei confronti dei processi di cancerogenesi cutanea. Innovativi sono inoltre i peeling di genere, in quanto esistono differenze fisiologiche cutanee tra i sessi. Infine, dati recenti indicano l’utilizzo dei peeling negli annessi cutanei.
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