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FARMACIE E PANDEMIA Dall’esperienza in prima linea emergono pratiche positive da mantenere anche in futuro

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FARMACOLOGIA Avvertenze per ridurre i rischi correlati all’uso di valproato in età fertile

COVID-19 Assunzione di Fans e peggioramento della malattia: non ci sono prove scientifiche

DERMATOLOGIA Caldo, make-up e mascherina all’origine di irritazioni della pelle: ecco come prevenirle

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INTEGRATORI Moringa, il superfood dalle caratteristiche nutrizionali uniche

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editoriale Marcella Valverde

Farmacie nel post emergenza

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urante l’emergenza Covid-19, le farmacie e le parafarmacie sono state tra le poche attività che hanno continuato a erogare il loro prezioso servizio, molto spesso in condizioni di grande criticità ed enorme esposizione al rischio individuale per l’assenza delle misure e dei dispositivi necessari ad assicurare adeguati livelli di

sicurezza. È proprio dal difficile momento attraversato dalla categoria che partono alcune considerazioni che riguardano anche il faticoso ritorno alla normalità. Infatti, durante i giorni del lockdown, a fronte di studi medici e ospedali diventati pressoché inaccessibili, le farmacie sono state l’unico punto di riferimento sul territorio per i cittadini: non hanno mai chiuso i battenti e hanno risposto con coraggio ai bisogni della popolazione, confermando il proprio ruolo di struttura essenziale del Ssn e svolgendo un compito di prevenzione volto a evitare i contagi e gli accessi impropri al pronto soccorso. Non solo: si sono anche prontamente organizzate per tutelare i cittadini e i soggetti più fragili con le consegne dei farmaci a domicilio. Dopo questa esperienza, e in previsione di una possibile epidemia di ritorno, è necessario fare una profonda riflessione sugli interventi necessari per riorganizzare la Sanità in Italia, affinché sia in grado di reggere non solo a eventi pandemici, ma, in generale, alla gestione della cronicità e

coinvolgimento delle

farmacie nell’organizzazione del Servizio sanitario

è di sicuro un vantaggio non solo per la salute dei cittadini

della tutela delle fasce più vulnerabili. Anche Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute sulla pandemia e docente di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma, ha recentemente affermato che «un servizio sanitario moderno deve essere basato su tre perni, ospedale, medicina di famiglia e medicina territoriale, tutti settori indispensabili che vanno però

Un maggiore

e per la gestione dei pazienti cronici, che così possono curarsi a casa,

ripensati su nuovi modelli che ottimizzino la centralità e la territorialità». In tale ottica, oltre alla

ma anche per

rete di assistenza sul territorio che tuteli le necessità di una popolazione che invecchia, vanno

la sostenibilità economica

anche considerati i servizi resi possibili dalla informatizzazione e dalla telemedicina, in modo da

di tutto il Ssn

lasciare agli ospedali la gestione delle acuzie, come è da tempo previsto da vari provvedimenti che sono rimasti, però, ancora sulla carta. Con la loro capillarità, le farmacie potrebbero essere coinvolte nelle attività di prevenzione della diffusione del virus attraverso le attività di screening e di supporto ai pazienti positivi, trattati in regime di assistenza domiciliare, non solo con la consegna di medicinali e altri presidi a domicilio, ma anche con la verifica dell’andamento della malattia e l’aderenza alle terapie, il tutto a supporto dei medici. Altri aspetti da tenere bene in considerazione sono l’e-commerce farmaceutico che, nei mesi di chiusura, ha registrato un’impennata davvero notevole, e l’utilizzo delle App di consegna a domicilio di farmaci con prescrizione medica: la riposta positiva da parte degli utilizzatori di questi canali ha mostrato quanto

la popolazione sia oramai pronta anche a questo tipo di approccio, un dato che non va certo sottovalutato anche nell’ottica di nuove modalità di vendita e di assistenza.

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Ne parliamo con il ruolo della farmacia nella gestione dell’emergenza covid-19

Superfood moringa, un vero elisir di lunga vita

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Integratori Joint help powered by uc-II: innovazione di ultima generazione per la salute articolare

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Covid-19 Fans sicuri anche nei pazienti coviD positivi

Farmacologia il valproato nelle donne in età fertile: evidenze cliniche relative al profilo di sicurezza

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Covid-19 attenzione ai cosmetici per gli operatori: sono viscosi, a rischio contaminazione

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Covid-19 virus sars-cov-2 rimane sulle superfici da ore a giorni

Professione Salute Trimestrale di counseling e formazione alla prevenzione Direttore responsabile Giuseppe Roccucci Coordinamento editoriale Rachele Villa r.villa@griffineditore.it Redazione Andrea Peren a.peren@griffineditore.it Lara Romanelli l.romanelli@griffineditore.it

SIDeMaST

Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse

Oculistica congiuntivite da inquinamento: i più esposti sono i bambini

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Attualità

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Le aziende informano

Dermatologia dermatologia pediatrica: tutte le novità dalla ricerca scientifica

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Dermatologia estate e fase 3: come proteggere la pelle da caldo e mascherine

Grafica Grafic House www.grafic-house.com Hanno collaborato in questo numero Carla Carnovale, Pierangelo Panceri, Andrea Peren, Renato Torlaschi, Marcella Valverde Vendite Stefania Bianchi s.bianchi@griffineditore.it Paola Cappelletti p.cappelletti@griffineditore.it Lucia Oggianu l.oggianu@griffineditore.it Ufficio Abbonamenti Maria Camillo customerservice@griffineditore.it Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 Stampa Alpha Print srl Via Bellini, 24 - 21052 Busto Arsizio (VA)

Editore Griffin srl unipersonale via Ginevrina da Fossano 67A - 22063 Cantù (Co) Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 www.griffineditore.it Professione Salute Periodico trimestrale Anno X - n. 2 - luglio 2020 Registrazione del Tribunale di Como n. 4 del 14.04.2010 ISSN 2531-8748 Iscrizione Registro degli operatori di comunicazione n. 14370 del 31.07.2006 Tutti gli articoli pubblicati su Professione Salute sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La proprietà letteraria degli articoli appartiene a Griffin. Il contenuto del giornale non può essere riprodotto o traferito, neppure parzialmente, in alcuna forma e su qulalsiasi supporto, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Ai sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi.

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ne parliamo con

Il ruolo della farmacia nella gestione dell’EMERGENZA covid-19 Un punto di riferimento in un momento di emergenza sanitaria senza precedenti: le farmacie si sono da subito attivate con una serie di servizi a tutela della salute dei cittadini, confermando di essere una struttura essenziale per il Servizio sanitario nazionale

L

a pandemia da Coronavirus ha cambiato pesantemente le abitudini della popolazione e ha costretto molte professioni a riorganizzarsi. Quelle legate alla sanità hanno avuto l’impatto più drammatico e si è parlato molto dei sacrifici a cui sono stati sottoposti medici e infermieri. Ma in che modo la pandemia ha condizionato l’attività dei farmacisti? Lo abbiamo chiesto a Marco Cossolo, presidente di Federfarma. Presidente Cossolo, qual è stato il ruolo della farmacia e del farmacista nella gestione di questa emergenza legata all’epidemia di Coronavirus? Le farmacie hanno prontamente reagito all’emergenza Coronavirus. Per sopperire alla carenza di gel disinfettanti hanno allestito questi prodotti nei propri laboratori secondo le regole della Farmacopea. Per agevolare i pazienti più vulnerabili Federfarma ha attivato, in aggiunta al numero verde già esistente, un secondo numero per la consegna di farmaci a domicilio in collaborazione con la Croce Rossa Italiana. Per la logistica delle consegne ci siamo organizzati anche con i Comuni e con i volontari della Federazione motociclistica italiana. Le farmacie hanno distribuito

Marco Cossolo Presidente Federfarma 6

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i farmaci prima disponibili solo presso le strutture pubbliche. Ciò risponde al preminente interesse di preservare la salute dell’individuo, di non esporre l’utenza fragile al contagio. Ma per questo servizio servono disposizioni regionali e quindi i cittadini vivono situazioni diverse sul territorio. Per contrastare le violenze domestiche, rese più facili dall’isolamento imposto dalla quarantena, Federfarma ha sottoscritto – insieme alla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani e Assofarm – un protocollo, firmato dalla ministra Elena Bonetti, con il Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Prima dell’epidemia stava partendo la sperimentazione nazionale della farmacia dei servizi. Qual è ora la situazione? Da tempo in molte farmacie sono già attivi nuovi servizi, come la telemedicina o il monitoraggio dell’aderenza alla terapia. Per quanto riguarda la sperimentazione vera e propria, a livello nazionale, prevista dalla legge, le procedure da attivare con le Regioni hanno subito un arresto per via dell’emergenza coronavirus. Speriamo di poterle riprendere al più presto per offrire ai cittadini ciò di cui hanno bisogno.

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intervista a marco cossolo

Il fenomeno delle vendite online è aumentato con la pandemia. Ha interessato anche le farmacie? Le vendite legali di farmaci on line in Italia sono abbastanza contenute vista la grande capillarità delle farmacie sul territorio. In ogni caso l’importante è che la farmacia mantenga sempre il rapporto diretto con il cliente in modo da poterlo seguire e consigliare nelle terapie. Durante quest’emergenza sono aumentate, purtroppo, le vendite illegali online con operazioni di vero e proprio sciacallaggio da parte di alcuni siti web commerciali. Grazie anche alle segnalazioni di Federfarma, l’Antitrust ha oscurato alcuni di questi siti che speculavano su mascherine e gel o vendevano farmaci spacciandoli come utili alla cura del Covid-19. L’emergenza Covid-19 ha cambiato profondamente il modo di vivere, di lavorare, di apprendere, di accedere ai servizi, compresi quelli sanitari, di rapportarsi con gli altri. Questi cambiamenti si stabilizzeranno? Certamente. Vivremo in una società meno mobile, almeno per alcuni mesi: lavoro, scuola, sanità, pubblica amministrazione e organizzazione sociale in genere, dovranno avvalersi di innovazione e tecnologia in maniera ben più intensa di quanto fatto finora. Inevitabilmente cambierà anche la farmacia, la cui evoluzione, in atto da tempo, ha già subito una rapida accelerazione a causa dell’emergenza. In questi mesi la farmacia ha confermato di essere una struttura essenziale del Servizio sanitario nazionale ed è pronta per essere integrata maggiormente nella rete di assistenza sul territorio, per una sanità più adeguata alle esigenze di una popolazione che invecchia. Durante quest’emergenza sono emerse pratiche positive, che sarebbe opportuno mantenere in futuro? Sì. Ad esempio, con l’obiettivo di evita-

ELEZIONI FEDERFARMA: COSSOLO CONFERMATO ALLA PRESIDENZA, PETROSILLO ELETTO PRESIDENTE SUNIFAR Si sono svolte con ottimi risultati, sia in termini di partecipazione dei delegati sia di funzionamento delle piattaforme utilizzate per le votazioni in forma telematica, le elezioni per il rinnovo dei vertici di Federfarma, la Federazione nazionale che rappresenta le farmacie private convenzionate con il SSN, e di Federfarma-Sunifar che, all’interno di Federfarma, rappresenta le farmacie rurali. Alla Presidenza di Federfarma, per il triennio 2020-2023, è stato confermato Marco Cossolo (Presidente di Federfarma Torino), mentre alla Presidenza del Sunifar è stato eletto Giovanni Petrosillo (Presidente Federfarma Bergamo). «L’attività di Federfarma per il prossimo triennio – ha dichiarato Marco Cossolo – sarà indirizzata a valorizzare il ruolo della farmacia come presidio del SSN per la dispensazione di tutti i farmaci che non richiedono particolari cautele in fase di somministrazione e che possono, quindi, essere agevolmente ritirati dai cittadini nella propria farmacia di fiducia. Fondamentale anche procedere rapidamente all’attuazione della Farmacia dei servizi, nell’ottica di potenziare le attività di monitoraggio del corretto uso dei farmaci e di prevenzione, che, ancor di più nell’emergenza sanitaria, hanno dimostrato di avere un ruolo strategico. In questo percorso, è fondamentale la condivisione delle azioni con le altre organizzazioni del settore, e in particolare con FOFI, Utifar e Assofarm, che ci hanno accompagnato nello scorso triennio, e con le rappresentanze dei cittadini e dei malati». «Le farmacie rurali – ha dichiarato Giovanni Petrosillo – hanno dato un contributo eccezionale nella fase dell’emergenza sanitaria, potenziando, con grandi sacrifici e tra mille difficoltà, il servizio offerto ai cittadini. La farmacia rurale ha confermato di essere fondamentale per superare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari sul territorio, dando a tutti i cittadini le stesse opportunità. Obiettivo del Sunifar è partire da questi evidenti punti di forza per costruire una farmacia rurale ancora più efficiente e in grado di rispondere ai nuovi bisogni di salute».

re spostamenti pericolosi per la diffusione del virus, le Regioni hanno ampliato la distribuzione attraverso le farmacie di molti farmaci che precedentemente erano distribuiti tramite le strutture pubbliche. È necessario che questa modalità di distribuzione, sollecitata anche dai cittadini e da Cittadinanzattiva, rimanga prassi corrente finita l’emergenza, perché è una modalità distributiva controllata, riduce gli sprechi, agevola il monitoraggio dell’aderenza alla terapia da parte del farmacista, facilita i malati e le loro famiglie. È necessario attivare in maniera omogenea

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ne parliamo con

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Facendo leva sulla capillarità che le

contraddistingue, le farmacie potranno essere coinvolte nelle attività di prevenzione della diffusione del virus e di supporto ai pazienti

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colpiti da Covid-19

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intervista a marco cossolo

sul territorio i servizi, resi possibili dalla informatizzazione e dalla telemedicina: in tal modo l’assistenza sanitaria può essere sempre più diffusa sul territorio, riservando gli ospedali ai malati con acuzie, come da tempo previsto da vari provvedimenti, rimasti ancora sulla carta. Con le stesse modalità e gli stessi strumenti, facendo leva sulla capillarità che le contraddistingue, le farmacie potranno, inoltre, essere coinvolte nelle attività di prevenzione della diffusione del virus (effettuazione di test e screening di prevenzione) e di supporto ai pazienti colpiti da Covid-19 trattati in regime di assistenza domiciliare (consegna di medicinali e altri presidi e verifica dell’andamento delle terapie, a supporto dei medici). Con un maggiore coinvolgimento della farmacia nell’organizzazione del servizio sanitario, si otterranno vantaggi per la sa-

lute dei cittadini, per i cronici che possono curarsi a casa, ma anche per la sostenibilità economica del Servizio sanitario nazionale. A proposito della carenza di mascherine chirurgiche, come si sono mosse le farmacie? Per contrastare la carenza di mascherine Federfarma inizialmente ha proposto – e poi ottenuto – la possibilità di sconfezionare i pacchi da 50 o 100 mascherine per distribuirle dopo averle riconfezionate nel laboratorio, in condizioni igieniche adeguate. Per quanto riguarda il prezzo, Federfarma ha chiesto un margine amministrato per maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori, assieme alla riduzione dell’IVA. Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti e, anzi, l’IVA è stata azzerata fino al 31 dicembre 2020.

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integratori / benessere articolare

joint help powered by uc-II: innovazione di ultima generazione per la salute articolare Con l’attuale invecchiamento della popolazione, mantenere la consueta capacità di muoversi è diventata la priorità per molte persone. I consumatori di qualsiasi età sono alla ricerca di soluzioni che sostengano la mobilità durante la fase di invecchiamento e di metodi che permettano loro di raggiungere e mantenere la miglior prestazione fisica nel corso della vita. Nel tempo le articolazioni invecchiano e perdono mobilità. Età, sport, sovrappeso, lavoro, sedentarietà e posture errate sono tutti fattori che possono indebolire le articolazioni e frenare le attività quotidiane, soprattutto quando si manifestano patologie. Artrite e artrosi sono patologie che in10

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teressano le articolazioni ed entrambe sono caratterizzate da dolore, rigidità e limitazione nei movimenti. Attualmente il processo alla base dell’osteoartrite non può essere invertito, ma i sintomi di solito possono essere gestiti efficacemente con cambiamenti nello stile di vita, terapie fisiche e di altro tipo, farmaci e interventi chirurgici. I sintomi dell’artrosi possono essere alleviati da farmaci, tra cui antidolorifici e farmaci antinfiammatori non steroidei, iniezioni di cortisone o di acido ialuronico, per combattere principalmente il dolore. Le soluzioni a lungo termine possono consistere in interventi chirurgici invasivi, per riallineare le ossa o sostituire le superfici articolari danneggiate con

protesi in plastica e metallo. Tuttavia, i rischi chirurgici comprendono infezioni e coaguli di sangue. Inoltre, le articolazioni artificiali possono usurarsi o staccarsi e potrebbe eventualmente essere necessario sostituirle. Per questi motivi, gli integratori alimentari vengono considerati sempre più spesso come un ausilio pratico ed efficace per sostenere la salute articolare. Integratori per il benessere articolare Uno degli integratori più venduti al mondo è la glucosamina, spesso proposta in combinazione con la condroitina. L’aspettativa era di fornire queste sostanze come mattoncini aggiuntivi che avrebbero consentito al corpo di ri-

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integratori / benessere articolare

parare se stesso. Mentre il background scientifico e l’assorbimento di molecole così grandi sono stati e sono ancora messi in discussione dalla comunità scientifica, i problemi principali risiedono anche nelle controindicazioni (non sono raccomandati per le persone che soffrono di diabete, asma, integrazione con vitamina K o allergia ai crostacei), un altro problema è rappresentato dalle dimensioni e dal numero di compresse contenenti queste sostanze da assumere ogni giorno. Queste dinamiche di mercato hanno creato un’opportunità per le società produttrici di integratori nel voler soddisfare la domanda di prodotti per la salute articolare dei consumatori. La scelta dell’ingrediente o della combinazione esatta per la formulazione è fondamentale, ma è altresì importante trovare soluzioni comprovate da numerosi studi clinici, come il collagene di tipo II non denaturato UC-II di Lonza (marchio registrato). È clinicamente dimostrato che questo ingrediente innovativo favorisce il comfort, la flessibilità e la mobilità articolare; è inoltre dimostrato che il principio innovativo UC-II con una dose di solo 40 mg/die risulta più efficace del 35% (misurato come diminuzione della scala WOMAC) rispetto all’assunzione di glucosamina e condroitina, permettendo ai consumatori di rimanere attivi e preservare la salute articolare più a lungo (1,2). Joint Help: integratore alimentare a base di UC-II, vitamine C e D, manganese, rame e boswellia Joint Help è stato sviluppato per agire su tutti gli elementi coinvolti nel funzionamento delle articolazioni: ossa, cartilagine, tendini, legamenti e muscoli.

Una formula completa composta da: > Collagene non denaturato di tipo 2 UC-II. La cartilagine e il tessuto connettivo sono in gran parte costituiti da collagene che funge da costituente naturale. Joint Help contiene l’ingrediente innovativo UC-II: i processi di estrazione di questo ingrediente consentono di mantenere la struttura e la configurazione naturale del collagene non denaturato. > Vitamina C: contribuisce alla normale formazione del collagene per garantire la regolare funzione delle ossa e della cartilagine. > Vitamina D: aiuta a mantenere la normale struttura ossea e la funzione muscolare. > Manganese: contribuisce alla normale formazione del tessuto connettivo e al mantenimento della normale struttura ossea. Il manganese svolge anche un ruolo nella costruzione dei proteo-

glicani della cartilagine e del tessuto di collagene. > Rame: aiuta a mantenere il normale tessuto connettivo. Il rame è anche coinvolto nella reticolazione di collagene ed elastina. > Boswellia: ha effetti fisiologici sulla funzionalità articolare. Tutti questi ingredienti agiscono in sinergia per il benessere articolare e si presentano in una capsula molto piccola, da assumere solo una volta al giorno. UC-II: modalità d’azione unica, efficacia dimostrata Il collagene non denaturato di tipo II UC-II di Lonza ha un meccanismo di azione esclusivo che si chiama tolleranza orale, in grado di stimolare una segnalazione cellulare a cascata utilizzando i meccanismi naturali di riparazione del corpo nelle articolazioni, al fine di favorire la ricostruzione della cartilagi-

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integratori / benessere articolare

Bibliografia 1. Lugo JP, Saiyed ZM, Lane NE. Efficacy and tolerability of an undenatured type II collagen supplement in modulating knee osteoarthritis symptoms: a multicenter randomized, double-blind, placebocontrolled study. Nutr J. 2016 Jan 29;15:14. 2. Crowley DC et al. Safety and efficacy of undenatured type II collagen in the treatment of osteoarthritis of the knee: a clinical trial. Int J Med Sci. 2009 Oct 9;6(6):312-21. 3. Weiner HL, da Cunha AP, Quintana F, Wu H. Oral tolerance. Immunol Rev. 2011;241(1):241-59. Review. PMID: 21488901. 4. Gupta RC, Canerdy TD, Lindley J, et al. Comparative therapeutic efficacy and safety of type-II collagen (UC-II), glucosamine and chondroitin in arthritic dogs: pain evaluation by ground force p 5. Lugo JP et al. Undenatured type II collagen (UC-II) for joint support: a randomized, double-blind, placebocontrolled study in healthy volunteers. J Int Soc Sports Nutr. 2013 Oct 24;10(1):48; 10:48. 6. Bagi CM et al. Oral administration of undenatured native chicken type II collagen (UC-II) diminished deterioration of articular cartilage in a rat model of osteoarthritis (OA). Osteoarthritis Cartilage. 2017 Dec;25(12):2080-2090.

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ne. In altre parole, stimolando il sistema immunitario, l’UC-II invia messaggi ai condrociti (cellule che elaborano, producono e mantengono la matrice cartilaginea) al fine di influenzarli per produrre più cartilagine di quanta ne venga distrutta. Nel tratto digestivo la tolleranza orale si verifica nel tessuto linfoide associato all’intestino (GALT), dove si trovano le placche di Peyer che costituiscono la centrale operativa della risposta immunitaria intestinale. Quando una molecola integra di collagene di tipo II non denaturato UC-II entra in contatto con le placche di Peyer vengono attivate e prodotte cellule T regolatorie (Treg) specifiche per UC-II. Le cellule Treg attivate migrano quindi dal GALT attraverso il sistema linfatico ed entrano in circolazione. Quando riconoscono un composto simile a ciò che è stato ingerito (ad es. collagene di tipo II nella cartilagine articolare), le cellule Treg secernono citochine antinfiammatorie come TGF-beta, interleuchina IL-4 e IL-10. Questa azione sopprime l’azione delle cellule coinvolte nella normale scomposizione del collagene e di altre proteine della matrice extracellulare (3, 4). Un prestigiosa società scientifica ha dimostrato i vantaggi di UC-II di Lonza nel sostenere la salute delle articolazioni. Per cominciare, uno studio multicentrico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, condotto nel 2016 su 186 pazienti, in 13 diversi centri clinici, ha dimostrato che 40 mg di UC-II hanno ridotto significativamente il punteggio totale della scala WOMAC rispetto al placebo e rispetto a 1500 mg di glucosamina + 1200 mg di condroitina (1, 2). Inoltre, per determinare l’efficacia di

UC-II nella moderazione del dolore articolare indotto dall’esercizio in adulti sani, nel 2013 è stato condotto un altro studio. Lo stress fisico è stato indotto secondo una procedura standardizzata fino a ottenere disagi a livello di movimenti del ginocchio (scala di Likert). Alla fine dello studio, l’estensione media del ginocchio era significativamente maggiore per coloro che assumevano UC-II rispetto al placebo (5). Per finire, utilizzando un modello di osteoartrite nel ratto, Bagi et al. (6) nel 2017 hanno dimostrato la capacità di UC-II di ridurre il deterioramento della cartilagine articolare dopo l’intervento chirurgico. I risultati di questo modello di studio sugli animali hanno dimostrato che l’integrazione con UC-II migliora la funzione meccanica del ginocchio infortunato, limita il deterioramento della cartilagine articolare e preserva l’integrità ossea limitando la crescita di grandi osteofiti (6). Joint Help: una combinazione vincente In un mercato in cui la domanda di prodotti per la salute articolare è in continua crescita, il meccanismo di azione esclusivo, la dose giornaliera ridotta e i vari studi clinici a supporto dell’efficacia di Joint Help offrono ai consumatori un nuovo modo di prendersi cura delle loro articolazioni. Preservare le articolazioni con Joint Help è facile, basta una piccola capsula facile da deglutire solo una volta al giorno. Pierangelo Panceri Life Science srls www.life-science.it tel: +39 02 96474620 mob: +39 335 5206758

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fans sicuri anche nei pazienti Covid positivi L’Agenzia europea per i medicinali fornisce chiarimenti sul possibile peggioramento della malattia da coronavirus dovuto all’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene

gioramento del decorso della malattia da Covid-19» si legge nella nota Ema del 18 marzo, nella quale l’agenzia si impegna comunque a monitorare costantemente la situazione, valutando tutte le nuove informazioni che saranno eventualmente disponibili su questo aspetto nel contesto della pandemia.

C

di Andrea Peren

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ome prima della pandemia, allarmismo e disinformazione viaggiano veloci sui social network, mettendo il medico nella condizione di dover smentire, fare chiarezza e riportare i propri pazienti alla realtà, quella degli studi scientifici. È il caso dell’infondato timore su un possibile effetto negativo dei farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans), come l’ibuprofene, nel decorso della malattia Covid-19. Un timore infondato. A dirlo chiaramente è stata l’Agenzia italiana del farmaco (1) riprendendo una nota dell’European Medicines Agency (Ema), l’agenzia europea per i medicinali: «attualmente non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’ibuprofene e il peg-

Fans sicuri nei pazienti Covid Dunque anche nei pazienti affetti da Covid-19, sintomatici e non, viene confermata la sicurezza del ricorso ai Fans per trattare le sintomatologie dolorose: «attualmente – scrive Ema – non ci sono ragioni per interrompere il trattamento» con questi farmaci. Di più, il ricorso ai Fans è indicato anche per il controllo della sintomatologia legata all’infezione virale. «All’inizio del trattamento della febbre o del dolore in corso di malattia da Covid-19 – scrive Ema – i pazienti e gli operatori sanitari devono considerare tutte le opzioni di trattamento disponibili, incluso il paracetamolo e i Fans. Ogni medicinale ha i suoi benefici e i suoi rischi come descritto nelle informazioni del prodotto e che devono essere prese in considerazione insieme alle linee guida europee, molte delle quali

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raccomandano il paracetamolo come opzione di primo trattamento nella febbre e nel dolore», naturalmente utilizzandoli «alla dose minima efficace per il periodo più breve possibile». Intanto il comitato per la sicurezza dell’Ema (Prac) prosegue nella revisione dei farmaci antinfiammatori non steroidei ibuprofene e ketoprofene, iniziata nel maggio 2019 a seguito di un’indagine dell’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali che suggeriva come l’infezione dovuta alla varicella e alcune infezioni batteriche potrebbero essere aggravate da questi medicinali. «Nelle informazioni sul prodotto di molti Fans sono presenti già delle avvertenze che gli effetti degli antinfiammatori non steroidei possono mascherare i sintomi di un peggioramento dell’infezione» puntualizza Ema, suggerendo dunque che l’aggravamento segnalato dall’ente francese sia eventualmente collegato non alla farmacodinamica dei Fans, ma piuttosto

alla loro capacità di alleviare i sintomi delle infezioni, celandone quindi la reale entità. La conferma della società di farmacologia Intanto una conferma della sicurezza dei Fans nei pazienti Covid positivi arriva anche dalle pagine di Pharmadvances (2, 3), organo ufficiale della Società italiana di farmacologia (Sif). «Oggi non vi sono prove chiare a supporto del peggioramento delle condizioni cliniche nei pazienti con Covid-19 e trattati con Fans» scrivono gli esperti della Sif, sostanzialmente perché sull’argomento sono disponibili «pochissimi casi clinici non supportati da plausibili meccanismi biologici (4)». Sempre su Pharmadvances, Paola Patrignani, professore ordinario di Farmacologia all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti, conferma come il paracetamolo non sia più sicuro dei Fans, «perché agiscono con un meccanismo d’azione simile».

Bibliografia 1. https://www.aifa.gov.it/-/ comunicazione-ema-sull-uso-dianti-infiammatori-non-steroidei-percovid-19 2. Capuano A, Scaglione F, Berrino L et al. Official Statement of the section of Clinical Pharmacology of Italian Society of Pharmacology on Non-steroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs) and the increased risk of complications during infections with commentary. Pharmadvances 2020; 1:6-8. 3. Patrignani P. Commentary on “The Official Statement of the section of Clinical Pharmacology of Italian Society of Pharmacology on Non-steroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs) and the increased risk of complications during infection”. Pharmadvances 2020; 1:9-10. 4. FitzGerald GA. Misguided drug advice for COVID-19. Science. 2020;367(6485):1434.

Agenti chimici disinfettanti efficaci per trattare superfici contaminate da SARS-CoV-2 Oltre all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, come mascherine e guanti per ridurre la diffusione del virus tra individui, risulta di fondamentale importanza anche la pulizia e la disinfezione di oggetti e ambienti. «Da studi di inattivazione virale da parte di agenti chimici, infatti, è emerso che il SARS-CoV-2 – spiegano gli esperti della Società italiana di farmacologia (Sif) – può essere inattivato efficacemente da soluzioni di alcol etilico 62-71%, perossido di idrogeno 0,5% e ipoclorito di sodio (varichina) 0,1% per almeno 1

minuto. Altri agenti come benzalconio cloruro 0,05-0,2% e lo 0,02% di clorexidina risultano essere meno efficaci. Per la detersione delle mani sono attivi anche i comuni saponi. Alla base della loro azione vi è la loro natura anfipatica (costituita cioè da una porzione idrofila ed una lipofila all’interno della stessa molecola). In particolare, la porzione lipofila scioglie la componente esterna lipidica del virus (dell’envelope) mentre la parte idrofila interagisce con l’acqua corrente e quindi lava via la particella virale. La detersione delle mani con un

comune sapone deve essere eseguita per almeno un minuto. Solo in assenza di acqua si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani (gel idroalcolici) contenenti tra il 60 e il 70% di alcol». Tutti gli agenti disinfettanti devono essere comunque utilizzati con attenzione e oculatezza – ribadiscono dalla Società italiana di farmacologia – per evitare che le pratiche di igiene alterino il film idrolipidico della cute e affinché il suo ruolo di barriera non venga compromesso. R. V.

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covid-19 / rischio professionale

Attenzione ai cosmetici per gli operatori: sono viscosi, a rischio contaminazione Uno studio mette in guardia il personale sanitario: necessarie abitudini di lavoro più attente, in particolare per quanto riguarda il controllo delle infezioni e l’uso dei cosmetici

di Renato Torlaschi

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Bibliografia 1. Jung IH, Kim JH, et al. A pilot study of occupational exposure to pathogenic microorganisms through lip cosmetics among dental hygienists. J Occup Health. 2019;61(4):297–304.

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li operatori sanitari che si occupano di salute orale sono quotidianamente esposti a microrganismi che dal cavo orale si diffondono nell’ambiente circostante. Ad amplificarne la diffusione ci sono gli strumenti rotanti ad alta velocità, come trapani o manipoli a ultrasuoni, che producono costantemente schizzi che possono viaggiare a una distanza di un metro e mezzo dal paziente e permanere fino a 30 minuti dopo la loro formazione. Così i microrganismi si possono trasmettere dai pazienti agli operatori. Un’ulteriore complicazione, valida in particolare per le operatrici di sesso femminile, è data dal fatto che i cosmetici per le labbra, come il rossetto, e quelli per gli occhi, come il mascara, aderiscono alla pelle e la loro natura viscosa è in grado di trattenere i microrganismi aereodispersi, che possono così anche essere “trasportati” a casa dopo l’attività quotidiana in studio. Il Journal of Occupational Health riporta uno studio, condotto in Sud Corea, che ha esaminato proprio la contaminazione batterica dei cosmetici per le labbra utilizzati dalle igieniste dentali durante il loro lavoro alla poltrona. Gli autori hanno intervistato 16 igieniste riguardo alle

loro mansioni lavorative e alle abitudini associate alla cosmetica delle labbra; successivamente hanno analizzato i microrganismi attraverso campioni raccolti nei rossetti e nei lip gloss delle operatrici, per identificare quali e quanti microrganismi fossero presenti. I risultati sono stati sorprendenti: l’81,3% dei campioni di cosmetici per labbra esaminati era contaminato, con Cfu batteriche che variavano da non rilevabili a innumerevoli. Molti campioni (il 43,8%) hanno superato i limiti microbici tipici della contaminazione, con valori quindi molto superiori rispetto a quelli riscontrati in cosmetici nuovi o utilizzati da donne addette ad altri lavori. Lo studio ha però confermato il ruolo protettivo della mascherina: nelle igieniste che la avevano utilizzata regolarmente, solo un campione su sei aveva superato il limite microbico. Nessun campione prelevato da igieniste che avevano cambiato la mascherina quattro volte al giorno ha superato il limite microbico, rispetto al 33,3% rilevato nelle operatrici che avevano l’abitudine di cambiare la mascherina solo quando era bagnata. La maggior parte dei batteri isolati erano gram-positivi, anaerobici facoltativi, asporigeni e batteri patogeni opportunisti, e le specie più diffuse erano Staphylococcus aureus, Streptococcus salivarius e Staphylococcus epidermidis, specie diverse da quelle isolate da rossetti di donne addette ad altri lavori.

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covid-19 / RICERCA

virus sars-cov-2 rimane sulle superfici da ore a giorni di Andrea Peren

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ul New England Journal of Medicine (1) è arrivata la conferma: il virus Sars-CoV-2 che causa la malattia Covid-19 è stabile per diverse ore o giorni negli aerosol e sulle superfici, in maniera molto simile agli altri coronavirus indagati in studi passati (2). Secondo il nuovo studio condotto dagli scienziati americani del National Institutes of Health e dell’Università di Princeton, il virus Sars-CoV-2 è rilevabile negli aerosol fino a tre ore, sul rame fino a 4 ore, sul cartone fino a 24 ore e su plastica e acciaio inossidabile fino a 2-3 giorni. I risultati forniscono quindi informazioni chiave sulla stabilità del virus Sars-CoV-2 e suggeriscono che le persone possono infettarsi per via aerea e dopo aver toccato oggetti contaminati. Per stabilirlo i ricercatori hanno simulato il deposito del virus su alcune superfici e hanno poi misurato per quanto tempo il virus è rimasto attivo su queste superfici. Ma per una piena comprensione del fenomeno ci sarà da studiare la reale efficacia di questa modalità di trasmissione, valutando effettivamente quanta carica virale sia necessaria sulle superfici per far sì che il virus possa trasmettersi dagli oggetti alle persone. Non è detto infatti che questa trasmissione sia così efficace, ma il principio di precauzione è alla base delle indicazioni di lavarsi le mani, Usare i Dpi, detergere le superfici e sanificare gli ambienti chiusi. Ad ogni modo gli stessi ricercatori, veri-

Un nuovo studio con prove condotte in laboratorio conferma come il virus possa sopravvivere da qualche ora a qualche giorno

ficando un comportamento simile nello studio di stabilità dei due virus, il nuovo Sars-CoV-2 e il “vecchio” Sars-CoV-1, non riescono a spiegarsi come il patogeno dei nostri giorni si sia diffuso così tanto e così velocemente. Probabilmente la risposta va ricercata nel ruolo degli asintomatici nel trasmettere il virus. Infine, riguardo alle strutture sanitarie, i ricercatori scrivono che «la stabilità di SarsCoV-2 negli aerosol e sulle superfici probabilmente contribuisce alla trasmissione del virus» anche in questi ambienti, suggerendo quindi di utilizzare precauzioni simili a quelle per l’influenza e altri virus respiratori. Ma come si comportano le goccioline di saliva che emettiamo parlando, tossendo o starnutendo? In generale, le caratteristiche dell’ambiente e la dimensione delle goccioline determinano per quanto tempo esse rimangono sospese in aria prima di depositarsi al suolo per gravità o essere inalate in diverse parti del sistema respiratorio (3, 4). In particolare secondo uno studio del 2019 (3), molecole di dimensioni pari a 10 μm rimangono sospese (entro 1,5 metri) solo per 8 minuti, mentre molecole più piccole, di dimensione 1.9 μm, possono rimanere sospese nell’aria fino a 216 min e si depositano più facilmente, se inalate, nella regione alveolare.

In giallo, il virus Sars-CoV-2 al microscopio elettronico.

Bibliografia 1. van Doremalen N, Bushmaker T, Morris DH, et al. Aerosol and Surface Stability of SARS-CoV-2 as Compared with SARS-CoV-1 [published online ahead of print, 2020 Mar 17]. N Engl J Med. 2020;10.1056/NEJMc2004973. 2. Kampf G et al. Persistence of coronaviruses on inanimate surfaces and their inactivation with biocidal agents. J Hosp Infect. 2020. 3. Marr LC, Tang JW, Van Mullekom J, Lakdawala SS. Mechanistic insights into the effect of humidity on airborne influenza virus survival, transmission and incidence. J R Soc Interface. 2019;16 (150):20180298. 4. Tellier R, Li Y, Cowling B, Tang J. Recognition of aerosol transmission of infectious agents: a commentary. BMC Infectious Diseases 2019 19:101.

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farmacologia / valproato

Il valproato nelle donne in età fertile: evidenze cliniche relative al profilo di sicurezza di Carla Carnovale Farmacista

Tutti gli operatori sanitari devono fornire alle pazienti in età fertile una corretta consulenza sui rischi correlati all’uso di valproato

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ebbene i rischi connessi al valproato, principio attivo ampiamente utilizzato nella pratica clinica per il trattamento dell’epilessia e del disturbo bipolare, si conoscano sin dagli anni ‘80, le agenzie regolatorie del farmaco continuano a richiamare l’attenzione sul profilo di sicurezza del farmaco, ritenendo inoltre necessario aggiornare e implementare ulteriormente le strategie volte alla mini-

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farmacologia / valproato

Materiale educazionale per le strategie di minimizzazione del rischio correlato all’uso dei medicinali contenenti valproato mizzazione dei rischi correlati al suo uso in gravidanza, anche per via del numero crescente di evidenze cliniche riportate in letteratura (1-7). Possibili effetti del valproato Gli effetti teratogeni del valproato sono difatti largamente documentati e confermati da corpose evidenze scientifiche. In accordo a quanto riportato da una recente metanalisi (che ha incluso registri e studi di coorte), circa il 10% dei figli nati da madri epilettiche ed esposte a monoterapia con valproato durante la gravidanza è affetto da malformazioni congenite (1); percentuale che mette in luce un rischio (dose-dipendente) maggiore rispetto a quello rilevato nella popolazione generale (circa del 2-3%) (2). Sulla base di quanto emerge dai dati disponibili, dosaggi elevati del valproato (>1 g al giorno) sono correlati a un rischio aumentato di malformazioni (non è possibile stabilire un valore soglia al di sotto del quale è verosimile ipotizzare che tale rischio sia trascurabile); le alterazioni più comuni rilevate includono difetti del tubo neurale, dismorfismo facciale labiopalatoschisi, craniostenosi, difetti cardiaci, renali e urogenitali, difetti degli arti (inclusa aplasia bilaterale del radio) e molteplici anomalie in diversi sistemi corporei. L’esposizione al farmaco in utero può inoltre essere associata a un aumento del rischio di effetti avversi sullo sviluppo mentale e fisico dei bambini esposti. Studi clinici hanno dimostrato che il 3040% di bambini in età prescolare esposti in utero al valproato manifesta ritardi dello sviluppo precoce, come ritardo nel parlare e nel camminare, minori capacità intellettive (il loro quoziente intellettivo è

Le implementazioni delle misure di minimizzazione del rischio hanno riguardato l’elaborazione e successiva divulgazione di preziosi materiali educazionali, utili nelle molteplici fasi di gestione farmacologica delle pazienti, al fine di favorire una razionale e condivisa valutazione dei benefici e dei rischi dell’uso di valproato in età fertile e in relazione a una possibile gravidanza. I materiali educazionali includono la “Carta per la paziente”, la “Guida per la paziente”, il “Modulo annuale di accettazione del rischio”, impiegato dagli specialisti al momento dell’inizio della terapia e nel corso dell’annuale revisione della terapia con valproato, e la “Guida per gli operatori sanitari”, il cui obiettivo principale è quello di fornire in modo esaustivo le informazioni sul rischio teratogeno associato all’uso di valproato in gravidanza, sulle misure necessarie per minimizzare questo rischio, garantendo al contempo che le pazienti abbiano un’adeguata consapevolezza del potenziale rischio. L’aggiornamento delle misure di minimizzazione del rischio è disponibile al seguente link: http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/Valproato_Guida_per_gli_operatori_professionali_07_18.pdf (9). Tutti gli operatori sanitari, direttamente e indirettamente implicati nella tutela della salute pubblica, sono tirati in causa (specialisti coinvolti nel trattamento dell’epilessia e del disturbo bipolare, medici di medicina generale, ginecologi, ostetriche, infermieri e farmacisti). È fondamentale che ognuno di loro fornisca alle pazienti una corretta consulenza sui metodi contraccettivi e sulla pianificazione di una gravidanza e sui rischi correlati all’uso di valproato in gravidanza. In particolar modo, ai farmacisti spetta il compito di consegnare la “Carta per la paziente” ogni volta che si dispensa valproato (assicurandosi contestualmente che la paziente ne abbia compreso il contenuto) e di accertarsi che abbia ricevuto la “Guida per la Paziente” (in caso contrario deve essere fortemente consigliata la consultazione del materiale sul portale dell’Aifa), specificando che in caso di pianificazione o sospetta gravidanza l’assunzione del farmaco non deve essere interrotta, ma è necessario contattare con urgenza il medico.

risultato in media più basso di 7-10 punti rispetto a quello dei bambini esposti ad altri antiepilettici), disturbi del linguaggio (parlare e comprendere) e problemi di memoria (3-5). Sebbene inoltre i dati a lungo termine siano limitati, in accordo a quanto riportato in letteratura, i bambini esposti al valproato in utero presentano un aumento del rischio di disordini dello spettro autistico (di circa tre volte),

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farmacologia / valproato

Bibliografia 1. Weston J, Bromley R, Jackson CF, et al. Monotherapy treatment of epilepsy in pregnancy: congenital malformation outcomes in the child. Cochrane Database of Systematic Reviews 2016, Issue 11. Art. No.: CD010224 2. Meador K, Reynolds MW, Crean S, et al. Pregnancy outcomes in women with epilepsy: a systematic review and meta-analysis of published pregnancy registries and cohorts. Epilepsy Res. 2008; 81(1):1-13. 3. Bromley RL, Mawer G, Love J, et al. Early cognitive development in children born to women with epilepsy: a prospective report. Epilepsia 2010; 51(10):2058-65. 4. Cummings C, Stewart M, Stevenson M, et al. Neurodevelopment of children exposed in utero to lamotrigine, sodium valproate and carbamazepine. Arch Dis Child 2011;96: 643-647 5. Meador KJ, Baker GA, et al. Fetal antiepileptic drug exposure and cognitive outcomes at age 6 years (NEAD study): a prospective observational study. Lancet Neurol. 2013 Mar; 12(3):244-52 6. Christensen J, Grønborg TK, Sørensen MJ, et al. Prenatal Valproate Exposure and Risk of Autism Spectrum Disorders and Childhood Autism. JAMA 2013; 309(16):1696-1703 7. Cohen M.J, Meador KJ, Browning N, et al. Fetal Antiepileptic Drug Exposure: Motor, Adaptive and Emotional/Behavioural Functioning at age 3 years. Epilepsy Behav. 2011; 22(2):240-246 8. Nota Informativa Importante; disponibile al seguente link: http:// www.aifa.gov.it/sites/default/files/ Valproato_DHPC_08.08.2018.pdf 9. Aggiornamento delle misure di minimizzazione del rischio, disponibile al seguente link: http://www.agenziafarmaco. gov.it/sites/default/files/Valproato_ Guida_per_gli_operatori_ professionali_07_18.pdf

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di autismo infantile (di circa cinque volte) e una maggiore probabilità di sviluppare sintomi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività rispetto alla popolazione generale dello studio (6,7). Non vi sono dati conclusivi e attendibili relativi allo specifico periodo gestazionale a rischio, va dunque considerata la possibilità che tali difetti possano manifestarsi durante l’intero periodo della gravidanza. Più restrizioni per ridurre i rischi correlati all’uso del valproato nelle donne in età fertile A partire dal 2014 sono state rafforzate le avvertenze e le restrizioni d’uso di valproato nelle donne e nelle ragazze in età fertile a livello europeo per minimizzare il rischio di malformazioni e di disturbi dello sviluppo in bambini esposti in utero al farmaco. s Più recentemente, il Comitato Europeo per la Valutazione dei Rischi nell’ambito della Farmacovigilanza ha rivalutato l’impatto di queste misure per esser certi che queste fossero risultate sufficientemente efficaci nell’aumentare la consapevolezza

e nel ridurre l’uso di valproato in gravidanza solo nei casi appropriati. Restringendo il campo a livello italiano, in linea a tale scopo, nell’agosto 2018, l’Aifa ha emanato una nota informativa di sicurezza con l’obiettivo di divulgare le nuove avvertenze d’uso dei farmaci contenenti valproato che risultano controindicati in gravidanza in tutte le donne in età fertile, indipendentemente dall’indicazione, salvo il caso in cui non fosse disponibile un trattamento alternativo nelle donne con epilessia e nel caso in cui vengano comunque garantite le condizioni previste dal “Programma di prevenzione delle gravidanze” stabilito dall’Aifa (8). Inoltre, per supportare concretamente il processo di sensibilizzazione e acquisizione della consapevolezza dei rischi correlati all’uso del valproato e sulle corrette modalità di impiego da parte di tutti gli operatori sanitari e delle pazienti, l’Aifa ha concordato con le aziende titolari dei medicinali a base di valproato la distribuzione di nuovi materiali educazionali e l’inserimento di una specifica avvertenza sul confezionamento esterno di tali prodotti.

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dermatologia / novità terapeutiche

dermatologia pediatrica: tutte le novità dalla ricerca scientifica Si prospettano nuovi approcci terapeutici per molte patologie dermatologiche infantili, dalla psoriasi alla dermatite atopica, fino alle malattie genetiche

di Renato Torlaschi

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I maggiori esperti mondiali, riunitisi in occasione dell’ultimo World Congress of Dermatology di Milano, hanno fatto il punto sulle recenti evidenze nel campo della ricerca dermatologica. In una sessione dedicata alla dermatologia pediatrica, coordinata dalla professoressa Annalisa Patrizi e dalla dottoressa Carlotta Gurioli, si sono discusse le principali scoperte in questo ambito.

Psoriasi: cosa promette la ricerca «Per quanto riguarda la cura della psoriasi sono stati condotti trial importanti con farmaci biotecnologici e piccole molecole in pazienti con psoriasi in età pediatrica – spiega Annalisa Patrizi, Direttrice della Scuola di specializzazione in Dermatologia e Venerologia e coordinatrice del corso di Dottorato in Scienze chirurgiche all’Università di Bologna –, farmaci peraltro già in uso corrente in età adulta. I farmaci studiati sono stati: guselkumab, ixekizumab, brodalumab e apremilast per psoriasi moderata e grave nei bambini e adolescenti (da 6 a 17 anni). È importante valutare, anche nell’età pediatrica, se terapie più aggressive per la psoriasi, in particolare con i farmaci biologici già prescrivibili (ad esempio adalimuamb, etanercept, ecc.) possano fermare la cosiddetta marcia psoriasica che indica il rischio per questi pazienti di contrarre sindrome metabolica, patologie cardiovascolari, artropatia e disturbi psichiatrici». Le novità per la cura della dermatite atopica Le diete di eliminazione materna durante

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dermatologia / novità terapeutiche

la gravidanza – che comprendono in particolare l’esclusione di alimenti a cui spesso si associa l’allergia alimentare infantile, quali il latte e l’uovo – non sembrano efficaci, mentre c’è ancora interesse sull’utilizzo dei probiotici, che sembrano aver dato buone risposte. «Si parla di applicazione cutanea su modelli murini o modelli cellulari in coltura di dermatite atopica di prodotti contenenti batteri commensali prelevati da volontari sani – continua Annalisa Patrizi –; in particolare per Roseomonas mucosa i risultati sembrano incoraggianti. Come primo test sono stati arruolati in uno studio in aperto di fase I/ II, 15 pazienti (10 adulti e 5 bambini), per testare i risultati dell’applicazione di tale prodotto su cute malata con significativa diminuzione della quota del batterio Staphylococcus aureus, chiamato in causa nel peggiorare e mantenere la dermatite atopica. Il trattamento si è associato a un significativo miglioramento della gravità del quadro clinico (pari al 65%) e alla diminuzione sia dello Staphylococcus aureus sia della richiesta di creme cortisoniche. Non si sono osservati effetti avversi. A questo studio, del tutto preliminare, ne seguiranno altri su casistiche più ampie, in cui il prodotto verrà confrontato con un semplice emolliente (placebo). Pertanto si parla sempre più della batterioterapia nel trattamento della dermatite atopica, unitamente a tutti i molteplici farmaci emergenti, biotecnologici e piccole molecole. Tra i nuovi farmaci è già commercializzato in Italia solo il dupilumab per pazienti a partire dai 18 anni. La terapia locale della dermatite atopica attualmente, oltre che con i classici prodotti quali corticosteroidi locale e inibitori topici della calcineurina, può già essere attuata tramite un prodotto recentemente uscito sul mercato (ma non in Italia), il crisaborolo al 2% e almeno altri tre prodotti sono in fase sperimentale».

Emangiomi infantili Si tratta di neoplasie cutanee benigne che si realizzano in particolare in pazienti di sesso femminile con una predilezione per bambini prematuri e una localizzazione soprattutto al capo. Molte teorie sono state avanzate per spiegarne l’origine, poiché gli emangiomi rappresentano i tumori più frequenti dell’età pediatrica e mostrano, dopo una fase di crescita, una spontanea involuzione nella maggior parte dei casi. «L’ipotesi eziopatogenetica ad oggi più accreditata – spiega Annalisa Patrizi – vede alla base di tali neoformazioni un’ipossia materno-fetale, infatti tale situazione funge da trigger per la moltiplicazione delle cellule endoteliali, che costituiscono le pareti vascolari, di cui sono costituiti gli emangiomi. Recentemente, per gli emangiomi estesi e in sedi critiche, si sono ottenuti ottimi successi con la terapia a base di propranololo alla dose di 2 mg/kg/die, mentre un dosaggio più elevato non sembra mostrare una maggiore efficacia a fronte di una maggiore incidenza di effetti collaterali, sebbene il dosaggio in taluni casi possa essere anche di 3 mg/kg/die. Tale terapia – conclude l’esperta – andrebbe iniziata quando l’emangioma è in fase di crescita (ovvero entro i primi mesi di

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della batterioterapia

nel trattamento della dermatite atopica, unitamente a tutti i molteplici farmaci emergenti, biotecnologici e piccole molecole

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Si parla sempre più

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dermatologia / novità terapeutiche

le infezioni dermatologiche Un importante capitolo delle malattie dermatologiche pediatriche è costituito dalle infezioni. Abbiamo chiesto un approfondimento a Iria Neri, dermatologa presso la Clinica dermatologica dell’Università di Bologna. «Tra quelle prodotte da virus – spiega l’esperta – una rara malattia del neonato è la congenital erosive and vesicular dermatosis, che guarisce con cicatrici reticolari permanenti. Finora di causa sconosciuta, è stata attribuita al virus Herpes simplex tipo 1 (quello dell’infezione al labbro o al volto) sulla base dell’isolamento di tale ceppo tramite PCR da tamponi prelevati dalle aree affette della cute; questa scoperta è basata anche sul fatto che questi neonati, in seguito, presentavano infezioni ricorrenti da herpes durante tutto il primo anno di vita». «Riguardo invece alle infezioni batteriche – precisa la dottoressa Neri –, di recente è stata riportata la possibile colonizzazione delle grandi pieghe da parte dello Staphylococcus aureus sin dai primi giorni della vita e a un ceppo di tale batterio è stata attribuita un’infezione neonatale caratterizzata dalla presenza precoce di ascessi freddi (cioè non accompagnati da intensa infiammazione rossa) alle pieghe inguinali e ascellari, chiamata multiple neonatal staphylococcal cold abscesses in large skin fold. Tale quadro ha un decorso benigno, sebbene al suo esordio possa apparire molto inquietante. Una recente consensus ha preso in considerazione diverse infezioni infantili tutte di natura batterica, quali l’impetigine, gli ascessi e le celluliti, sottolineando l’aumento a livello mondiale delle forme di infezione acquisite in comunità causate da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA) e dalla sempre maggiore resistenza agli antibiotici di tali ceppi batterici oltre all’importanza di instaurare strategie per un uso appropriato di tali farmaci. Appare infine importante una terapia precoce e mirata per evitare complicanze quali sepsi, artrite settica e fascite».

vita, il più precocemente possibile, con particolare attenzione nei prematuri) e protratta per almeno sei mesi. In alcuni casi, come gli emangiomi segmentali, la cura andrebbe somministrata più a lungo per evitare possibili recidive». Malattie genetiche: cosa dicono le ultime ricerche L’argomento delle malattie genetiche è estremamente complesso e assistiamo a continue scoperte di nuovi geni che stanno alla base di numerose malattie dermatologiche e sindromi complesse con interessamento cutaneo. «Tra queste ultime, – spiega Carlotta Gurioli, Dermatologa al Poliambulatorio Medica di 24

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San Giovanni in Persiceto (Bologna) – si annoverano le sindromi legate al gene PIK2CA dove, oltre alle macchie vascolari cutanee, si osserva un’ipertrofia di alcune parti del corpo, da cui la denominazione di sindromi da overgrowth (tali patologie erano state anche trattate tra le malformazioni vascolari). Si tratta di un gruppo abbastanza ampio di sindromi diverse che hanno in comune anomalie a carico del medesimo gene. Un altro gruppo molto eterogeneo di sindromi sono le displasie ectodermiche. Ne esistono infatti più di 150 forme con diverso coinvolgimento di unghie, capelli, denti e ghiandole sudoripare. Alcune di tali affezioni sono legate al cromosoma X». Rischi nell’uso di prodotti topici in età pediatrica Occorre prestare attenzione sia ai prodotti usati come giochi – in particolare gli slime toys – per la possibile sensibilizzazione da contatto alle sostanze contenute. Altri prodotti a rischio come causa di sensibilizzazione, quindi di possibile allergia da contatto con conseguente eczema, sono le cosiddette creme di bellezza a poco prezzo, alcune delle quali contengono numerosissimi ingredienti non dichiarati in etichetta. Oltre ai rischi di eczema da contatto dopo tatuaggi con l’henné, sono stati pubblicati diversi casi di bambini che sviluppano eczema da dimetilfumarato, sostanza usata come fungicida e conservante per indumenti e calzature. Infine si sta facendo sempre più strada, soprattutto nell’infanzia, l’allarme suscitato dai cosiddetti perturbatori endocrini (sostanze che alterano lo sviluppo ormonale, in particolare nel bambino anche con rischio di sviluppare pubertà precoce), contenuti anche in molti prodotti locali specifici per l’età pediatrica.

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ars galenica Con questo volume, Irene Ruffino, responsabile del Laboratorio di Galenica interno della Farmacia Ospedaliera di Santa Maria Nuova, ci accompagna nella storia della produzione farmaceutica dalle origini della spezieria fino alle più recenti produzioni.

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dermatologia / pelle in estate

estate e fase 3: come proteggere la pelle da caldo e mascherine Qualche suggerimento per mantenere la pelle in salute durante la stagione estiva tra sole, sudore e uso prolungato della mascherina

L’

di Rachele Villa

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utilizzo delle mascherine è stato, e probabilmente lo sarà anche nei prossimi mesi, di fondamentale importanza nella lotta alla diffusione del Covid-19. Tuttavia un uso prolungato di questi dispositivi può portare all’insorgenza di problematiche dermatologiche del tutto nuove, soprattuto nei caldi mesi estivi, in quanto l’aumento di calore sotto la mascherina induce una maggiore produzione sebacea e una maggiore sudorazione.

Il professor Leonardo Celleno, dermatologo e presidente dell’Associazione italiana dermatologia e cosmetologia (Aideco) ha voluto fornire alcuni consigli per gestire al meglio i fastidi derivanti dal caldo, soprattutto in questa estate strana in cui si è costretti a indossare le mascherine. «L’uso continuativo e prolungato di mascherine crea un’occlusione e un aumento di umidità che, soprattutto con il caldo, può determinare sulla pelle un accumulo di sebo e sudore, terreno ottimale per la proliferazione di batteri e funghi che vivono sulla nostra pelle – afferma Leonardo Celleno –. Questo può dar luogo alla comparsa di imperfezioni, infiammazioni e sfoghi cutanei. Inoltre il continuo sfregamento con il tessuto della mascherina può provocare arrossamenti ed irritazioni, soprattutto a coloro che hanno già una pelle particolarmente sensibile e reattiva». A ogni pelle il suo trattamento Detersione, idratazione ed un’azione lenitiva e “antiinfiammatoria” sono gli step fondamentali da seguire in questo periodo per dare sollievo alla pelle.

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dermatologia / pelle in estate

«La detersione deve essere eseguita mattino e sera, con prodotti adatti alla propria tipologia cutanea – ribadisce Celleno –. Per le pelli più secche e sensibili è consigliabile una detersione per eliminare lo sporco presente sulla pelle con sostanze grasse come un olio, una crema o un latte detergente. Per le pelli miste o grasse, è preferibile optare per un detergente in gel o un detergente esfoliante e completare l’azione con un tonico astringente. Dopo la detersione è bene applicare un prodotto idratante, formulato con sostanze in grado di apportare e trattenere acqua all’interno della pelle mantenendo così integra la barriera cutanea che riveste e protegge la cute. Per chi ha la pelle particolarmente soggetta a rossori e irritazioni, è consigliato applicare prodotti lenitivi. Inoltre, per alleviare un po’ lo stress cui la pelle è sottoposta, è bene concedersi almeno una volta a settimana una coccola in più applicando una maschera per il viso». In estate meglio non appesantire troppo la pelle I prodotti cosmetici ideali da usare durante l’estate sono quelli con formulazioni fresche e leggere, come sieri, gel o mousse, ma anche acque idratanti spray da vaporizzare sul viso per idratare e rinfrescare la pelle. Per le amanti del make-up che non vogliono rinunciare al trucco è importante non appesantire ulteriormente la pelle già compromessa dalle mascherine, preferendo l’utilizzo di BB o CC cream colorate che oltre a uniformare l’incarnato contribuiscono a idratare la pelle. Pelle protetta dal sole anche quando si indossa la mascherina Infine è buona abitudine proteggere la pelle dalle radiazioni nocive del sole anche quando si indossa la mascherina. «È bene applicare sempre un buon prodotto che protegga dalle radiazioni UV sia sulle

zone del viso non coperte dalla mascherina, come fronte, contorno occhi e orecchie, ma anche nelle aree cutanee coperte da mascherine, così da evitare difformità di abbronzatura tra una zona e l’altra» conclude il presidente di Aideco. Anche il trucco ha le sue regole In questo particolare periodo l’attenzione deve essere massima anche per quanto riguarda la scelta dei prodotti del make-up così come per la detersione dei pennelli e spugnette che si usano per truccarsi. Oltre a entrare a contatto con il make-up e la pelle, anche lo sporco e i batteri si depositano sulle superfici, per questo è fondamentale lavarli spesso, anche il rossetto, suggeriscono gli esperti di Aideco. Per scegliere un buon prodotto di makeup è importante puntare su quelli ipoallergenici e scegliere dei prodotti senza profumazione, in quanto molti allergeni sono presenti proprio nei profumi. La stessa cura deve essere riposta anche nella conservazione dei prodotti stessi: «Lasciare i cosmetici vicino a temperature troppo elevate, come ad esempio sotto il sole, o lasciarli aperti troppo a lungo può causare delle alterazioni del prodotto stesso. Ad esempio può succedere che nel fondotinta la parte oleosa si sia separata dal resto del prodotto, o un rossetto non abbia più un buon odore. I trucchi, e in generale, i cosmetici non hanno una vera e propria scadenza, hanno comunque una validità superiore a 30 mesi. Bisogna stare attenti però al piccolo simbolo a forma di vasetto che si trova su tutte le confezioni e al numero che c’è scritto, perché indica per quanti mesi il prodotto mantiene inalterate le sue caratteristiche di efficacia e sicurezza dopo la prima apertura».

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Per scegliere un buon

prodotto di make-up

è importante puntare su quelli ipoallergenici e scegliere dei prodotti senza profumazione

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SUPERFOOD / moringa

moringa, un vero elisir di lunga vita di Marcella Valverde

È uno dei cibi più celebrati degli ultimi tempi per i benefici che produce sull’organismo: tra i vari super-alimenti, infatti, questa pianta ricopre a buon diritto un ruolo di primo piano. Ecco alcune informazioni per conoscerla meglio

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a Moringa oleifera è una pianta di origine indiana impiegata, fin dall’antichità, dagli Egizi e dalla medicina ayurvedica. Ancora oggi, comunque, è una risorsa della medicina popolare indiana e di quella tradizionale delle zone nelle quali questo albero è diffuso, tra cui Asia, Sud America, Africa, Caraibi e alcuni Paesi dell’Oceania. Infatti, è una specie così ricca di sostanze benefiche da essere soprannominata “l’albero dei miracoli” non solo perché si ritiene che sia in grado di prevenire e trattare vari disturbi fisici, ma anche perché svolge un’azione disintossicante sull’intestino, aiuta a eliminare le scorie e migliora la peristalsi. E, com’è noto, un intestino sano è la prima garanzia per un organismo forte.

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SUPERFOOD / moringa

alcune proprietà in breve

Un’azione multifunzione per la salute La moringa svolge moltissimi ruoli, tutti importanti: per esempio, combatte la spossatezza, aumenta la vitalità e l’energia psicofisica, è nutriente e costituisce un’ottima sinergia di vitamine (A, C, gruppo B) e ferro, calcio, zinco, potassio. L’assunzione regolare favorisce la digestione, combatte i crampi, previene l’anemia, è amica del cuore, rifornisce i tessuti nervosi di amminoacidi e sostiene la memoria e la concentrazione. Non solo: questo vegetale supporta il sistema immunitario proteggendolo dagli attacchi virali ed esercitando un’ottima azione preventiva nei confronti dei malanni invernali, come raffreddore e altre infiammazioni delle vie respiratorie. Tra i suoi punti di forza vi è la concentrazione di vitamina C: ne contiene ben nove volte di più rispetto a quella presente nelle arance. è anche una miniera di calcio, potassio e ferro e vanta un’elevata quantità di proteine. Uno scudo amico Il ruolo del sistema immunitario è ora più che mai fondamentale per fronteggiare i fattori di rischio cui siamo sottoposti: infatti, se funziona alla perfezione, è in grado di respingere le aggressioni sferrate dalla maggior parte di virus, batteri, funghi e altre sostanze dannose che ci circondano. Suscettibile al nostro stato energetico ed emotivo, però, il sistema immunitario diventa più debole nei periodi di superlavoro, di maggiore stress e stanchezza. In queste condizioni di minore efficienza, è più facile ammalarsi ed essere soggetti a infezioni, infiammazioni, allergie e così via. Quando si avverte un calo di energie e si nota un indebolimento delle difese, con

> Antinfiammatorie: probabilmente si devono alla presenza di flavonoidi e acidi fenolici. > Antimicrobiche: specialmente nei confronti di batteri Gram-positivi e, in misura minore, di batteri Gram-negativi. > Antiossidanti: dovuti ai polifenoli presenti nella pianta. > Anti-iperglicemiche: sembra che siano dovute a particolari sostanze, i terpenoidi, presenti nella pianta.

una maggiore facilità ad ammalarsi, ci si può aiutare, allora, con integratori naturali dalle proprietà ricostituenti. E uno di questi è, appunto, la moringa. Moringa e zinco a tavola Questa pianta si può assumere sotto forma di polvere, ottenuta dalla disidratazione e dalla macinazione delle foglie, per arricchire frullati, zuppe o insalate. Può essere usata anche come addensante in salse e minestre. In commercio sono disponibili integratori che contengono l’estratto secco in capsule. La moringa possiede già una considerevole quota di zinco, ma viene spesso associata a un’ulteriore percentuale di questo oligoelemento: la sua funzione, infatti, è quella di potenziare e sostenere il lavoro di difesa svolto dal sistema immunitario. Inoltre, esercita un’attività antiossidante, è importante per la buona salute degli epiteli e contribuisce al buon funzionamento del nostro metabolismo. È importante anche per l’azione dei linfociti e delle cellule Natural killer (NK) del sistema immunitario perché svolgono un ruolo di contrasto nei confronti delle cellule e degli organismi dannosi per la salute. A tavola si trova in diversi alimenti: ne sono ricchi i fagioli, i ceci, i semi di girasole, i semi di zucca, le mandorle, gli anacardi, la quinoa e il miglio. Ne sono ottime fonti anche le ostriche, i crostacei, i molluschi, la carne, il tuorlo dell’uovo e

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L’azione purificatrice della moringa

è così potente che, fino a non molto tempo fa, nei paesi tropicali i semi di questa pianta venivano usati per purificare l’acqua dai germi

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rendendola potabile

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la carta di identità della moringa > Fusto: a 20 anni può essere alto fino a 14 metri. > Chioma: le foglie sono ricche di vitamine (A, gruppo B, C), sali minerali (tra cui calcio, ferro, potassio, magnesio, fosforo, sodio e zinco), amminoacidi essenziali, antiossidanti ed altri elementi in quantità molto maggiori rispetto ad altri superfood. Le foglie sono considerate la parte più nutriente della pianta: vengono consumate cotte oppure fatte essiccare e poi sminuzzate o polverizzate per poi essere utilizzate in tè, infusi, salse, zuppe e così via. > Fiori: il loro colore va dal bianco-crema al rosa e profumano leggermente di mughetto. > Baccelli: possono arrivare alla ragguardevole lunghezza di 90 cm e contenere fino a 35 semi. I baccelli immaturi della pianta vengono consumati, previa bollitura, nella normale alimentazione specialmente dell’Asia meridionale. Sono ricchi di fibre, magnesio, manganese e potassio. > Semi: da 10 kg di semi si possono ricavare 2-3 litri di olio. Noto già nell’antico Egitto per cucinare e come profumo, trova largo impiego nella medicina ayurvedica e fa da base per creme e unguenti. I semi vengono consumati anche bolliti o tostati e sono apprezzati per la loro concentrazione di vitamina C (che, tuttavia, potrebbe deteriorarsi con il calore della cottura), vitamine del gruppo B e sali minerali. L’olio che si estrae è commestibile, ha un gradevole sapore dolce, resiste all’irrancidimento, probabilmente per la grande quantità di antiossidanti presenti. Oltre a essere ricco di acido oleico, contiene anche acido beenico (chiamato olio di neem oppure olio di Behen), utile in caso di eczemi, psoriasi e acne. Inoltre, l’applicazione settimanale sul cuoio capelluto e sui capelli ha un’azione antiforfora e riequilibrante del pH della cute, rinforza le radici e i capelli, favorendo la loro crescita, dona lucentezza, li rende setosi e nutre le doppie punte. Viene anche tradizionalmente utilizzato contro i pidocchi. > Radici: sono commestibili e vengono consumate specialmente come aromatizzanti (hanno un sapore piccantino) dopo averle sminuzzate. Sono indicate anche in caso di infiammazioni, febbre, difficoltà digestive e dolori. Attenzione, però: se mangiate in eccesso possono provocare nausea, vomito e vertigini. Inoltre, la presenza di un alcaloide, la spirochina, potrebbe interferire con la trasmissione nervosa. Non bisogna eccedere, quindi.

le noci. E ancora, lo zinco è contenuto in germe di grano e lecitina di soia. Quindi è importante introdurre nella dieta ogni giorno gli alimenti che ne siano ricchi, a patto di variarli. Per esempio, basta una manciata di semi di zucca aggiunti allo yogurt del mattino o un piatto di quinoa e ceci, sempre con l’aggiunta di moringa, per ottenere una sinergia perfetta per affrontare in modo ottimale i periodi più critici dell’anno. Alleata della corretta glicemia Le foglie della moringa trasformate in polvere, oltre ai nutrienti di cui abbiamo 30

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parlato, sono ricche anche di glicosidi e isotiocianati, principi attivi in grado di regolare la glicemia e di migliorare anche l’azione dell’insulina. Questa pianta rappresenta, perciò, un aiuto prezioso soprattutto se le quantità di zucchero rappresentano il punto debole nella dieta. Controllare sempre la provenienza Grazie alle sue grandi virtù terapeutiche, la moringa oggi è considerata uno dei più potenti superfood esistenti, nonché un valido aiuto per il benessere generale. Tutto ciò a patto, però, che vengano tenuti in considerazione alcuni aspetti. Si tratta, infatti, di una pianta adattogena in grado di crescere bene anche nelle aree dal clima caldo-umido. Ma attenzione: non tutta la moringa è uguale. Proprio per la sua resistenza e adattabilità, infatti, riesce a trarre dal terreno tutti i nutrienti di cui ha bisogno e quindi, se il suolo è inquinato o è troppo arido, tenderà ad accumulare nelle proprie foglie anche le sostanze dannose presenti nel terreno stesso. Prima dell’acquisto, perciò, è importante scoprirne la provenienza e, se possibile, scegliere prodotti di qualità corredati dalla certificazione “bio” e dalla tracciabilità dalla semina alla lavorazione finale.

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oculistica / congiuntivite

congiuntivite da inquinamento: i più esposti sono i bambini

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di Rachele Villa

inquinamento dell’aria è una delle principali problematiche con cui si ritrovano a fare i conti tutti coloro che vivono nelle aree fortemente urbanizzate, dove si concentra una più intensa presenza di traffico veicolare. I livelli di concentrazione delle PM10 in queste zone tendono ad aumentare nel periodo invernale, quando al traffico veicolare si aggiungono le emissioni di polveri derivanti dall’accensione degli impianti di riscaldamento. A differenza di altre forme di esposizione

Gli esperti mettono in guardia dai rischi dell’inquinamento ambientale, che minaccia la salute degli occhi ed è all’origine di arrossamenti e secchezza oculare

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a rischi ambientali, l’esposizione al mix di sostanze inquinanti presenti nell’aria non può essere facilmente evitata e porta con sé una lunga serie di disturbi tra cui patologie respiratorie, come bronchite cronica, enfisema, asma e malattie cardiovascolari. Tra i diversi danni alla salute prodotti dalle polveri sottili, c’è anche l’inaridimento del prezioso film lacrimale che ricopre la superficie degli occhi: il particolato, insomma, agendo sull’occhio come talco, porta via anche le lacrime. Gli esperti parlano di “congiuntivite da inquinamento”. «È una nuova entità nosologica, caratterizzata da arrossamento, secchezza e tic – spiega Paolo Nucci, Professore ordinario presso l’Università statale di Milano e direttore oculistica dell’Ospedale San Giuseppe di Milano (MultiMedica) –. Coinvolge prevalentemente i bambini, più esposti alle polveri sottili perché di bassa statura e sommersi dall’inquinamento stradale». Negli ultimi tempi si è registrato un forte aumento del numero di accessi agli ambulatori oculistici pediatrici: «Il genitore – prosegue Nucci – riconosce una tendenza compulsiva ad ammiccare, mentre l’oculista non è in grado di rilevare altre anomalie se non un’insolita fragilità del film lacrimale. Sono le polveri sottili che ‘asciugano’ le lacrime e inducono il bambino a strizzare gli occhi molto spesso per ricostituire lo strato protettivo. Recenti studi (1) hanno attestato la corrispondenza tra maggiori livelli di inquinamento e recrudescenza dei disturbi oculari».

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Per fronteggiare il problema si può ricorrere a specifici prodotti che mirano a ripristinare il film lacrimale. «L’unica precauzione che possono adottare i genitori è quella di lavare gli occhi dei bambini con appositi colliri ripristinanti il film lacrimale – spiega l’esperto –. Acqua o semplice soluzione fisiologica avrebbero l’effetto di diluire la lacrima, disperdendo enzimi, proteine e altre sostanze protettive. L’ideale è applicare questi succedanei delle lacrime prima di uscire, in modo che durante l’esposizione alle polveri gli occhi siano il più idratati possibile. Tuttavia, se il disturbo persiste, meglio consultare un oculista per verificare che non si tratti di altro, come una congiuntivite allergica». Alcuni accorgimenti di ordine pubblico per migliorare la qualità dell’aria Alcuni accorgimenti di ordine pubblico, ragionevoli e di semplice esecuzione, permetterebbero di migliorare la qualità dell’aria, a beneficio non solo di polmoni e bronchi, ma anche degli occhi. «È necessario intervenire con misure drastiche e non temporanee per migliorare la qualità dell’aria ed impedire la cronicizzazione del quadro – conclude Nucci –. Ad esempio,

LE polveri fini nell’aria: DI COSA SI TRATTA? Il particolato atmosferico (particulate matter, PM) è un insieme di particelle, solide e liquide, con una grande varietà di caratteristiche. I maggiori componenti del particolato atmosferico sono il solfato, il nitrato, l’ammoniaca, il cloruro di sodio, il carbonio, le polveri minerali. Le sorgenti possono essere di tipo naturale (erosione del suolo, spray marino, vulcani, incendi boschivi, dispersione di pollini, ecc.) o antropogenico (industrie, riscaldamento, traffico veicolare e processi di combustione in generale). Le polveri fini vengono classificate secondo la loro dimensione. Le PM10 (diametro <10 µm) possono essere inalate e penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe. Le PM2,5 (diametro <2,5 µm) possono essere respirate e spingersi nella parte più profonda dell’apparato, fino a raggiungere i bronchi. Le polveri ultrafini (diametro <0,1 µm) potrebbero essere addirittura in grado di filtrare fino agli alveoli.

bloccare l’accesso al centro storico a mezzi molto inquinanti come i bus turistici, che spesso sostano con il motore acceso, producendo grandi quantità di polveri sottili. Un’altra soluzione facilmente attuabile potrebbe essere il lavaggio frequente delle arterie più trafficate della città, soprattutto nei periodi di piogge scarse. Gli pneumatici, infatti, transitando sull’asfalto, non solo rilasciano a loro volta una patina di materiale inquinante, ma risollevano anche le polveri già presenti nell’aria e sedimentate al suolo».

Bibliografia 1. Nucci P, Sacchi M, Pichi F, Allegri P, Serafino M, Dello Strologo M, De Cillà S, Villani E, “Pediatric Conjunctivitis and Air Pollution Exposure: A Prospective Observational Study”, Seminars in Ophthalmology. 2017;32(4):407411.

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attualità

Corsi e congressi post-emergenza? In più giornate e su più sale Una serie di misure per ridurre l’affollamento delle sale congressi e per garantire la massima sicurezza ai partecipanti: ecco le caratteristiche degli eventi che torneranno in agenda nei prossimi mesi Nessuno può fare previsioni accurate su quando corsi e congressi residenziali potranno tornare sull’agenda dei medici, ma le sensazioni di questi giorni ci portano a guardare con cauto ottimismo all’autunno e sicuramente con crescente fiducia al 2021. Ma che caratteristiche avranno i congressi nel periodo post-emergenza, quando dovremo comunque convivere con il virus? Trovare soluzioni perfette sarà estremamente difficile, ma dovremo pur pensare a un graduale ritorno agli eventi residenziali, naturalmente adottando tutte le misure in grado di mettere i partecipanti in sicurezza e ridurre l’affollamento delle aule congressuali. Possiamo già ora ipotizzare alcune soluzioni, che se attuate ridisegneranno il nostro modo di organizzare i congressi. > Organizzare gradualmente gli accrediti dei partecipanti per evitare sovraffollamento e incentivare la preiscrizione online. > Suddividere i congressi in più giornate per contenere l’affluenza. > Far lavorare parte dei partecipanti in aule collegate in streamig con la sala plenaria. > Prevedere scocche per separare le sedute. > Distribuire kit con mascherine e gel disinfettante ai partecipanti. > Rimodulare le aree espositive per ridurre il contatto sociale. > Creare percorsi “obbligati” per l’in36

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gresso nelle aule. > Adottare lettori di temperatura laser a distanza per il controllo dell’ingresso del pubblico. > Sanificare periodicamente durante le giornate congressuali gli ambienti comuni, le sedute, i bagni, gli stand. > Richiedere garanzie alle sedi congressuali eliminando il ricircolo dell’aria, in modo che l’aria provenga direttamente dall’esterno. > Posizionare dispenser di gel sanificante per mani a disposizione di tutti i partecipanti. > Prevedere scudi protettivi per il desk accrediti e scivoli da banco per la distribuzione del kit congressuale. > Anche i fornitori dell’evento che lavorano nella fase di allestimento e durante le giornate congressuali dovranno garantire adempimenti alle regole vigenti in tema di prevenzione dei contagi. Intanto c’è la formazione online A fronte di problemi complessi bisogna pianificare e sapersi reinventare. Ora, quindi, dobbiamo rivolgerci alla tecnologia: non ci sono limiti a quello che è possibile realizzare sul piano della formazione online. In questo periodo dobbiamo ricercare una nuova normalità e adeguar-

ci a esigenze formative virtuali, cercando partnership fra organizzazioni e associazioni scientifiche al fine di pianificare e programmare la formazione. Non ci deve intimorire il cambiamento e non dobbiamo rimanere ancorati alla tradizione. Dobbiamo aprirci a nuove esperienze, bisogna informare e condividere programmi con i fruitori dell’evento online, creando aspettativa, parlando con un linguaggio diretto e accattivante. Il ruolo dei relatori sarà quello di “sfondare lo schermo”, adottare strategie comunicative accativanti ed efficaci per intrattenere e scaturire interesse nei discenti. Gli eventi online dovranno prefigurarsi come occasioni smart per una conoscenza scientifica e uno scambio di interazioni. Se riusciremo a conciliare tutte queste componenti con la formazione online, le società scientifiche potranno addirittura fidelizzare molti più soci e offrire un reale plus all’utente. Questa quarantena è stata una palestra culturale, professionale e umana per tutti noi e ora ci impone di guardare al futuro con una nuova consapevolezza e con nuove misure sociali. Laura Roberto Event Manager e Amministratore Ad Arte srl, associata a Federcongressi

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attualità

Inail, operatori sanitari: per i Covid-19 positivi è infortunio sul lavoro Con nota del 17 marzo 2020 (prot. n. 3675) Inail, l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, ha fornito chiarimenti in merito alla gestione dell’astensione dal lavoro del personale dipendente di strutture sanitarie esposto al contagio del nuovo coronavirus. La nota chiarisce che i contagi da Covid-19 di medici, infermieri e altri operatori di strutture sanitarie in genere, dipendenti del Servizio sanitario nazionale e, in generale, di qualsiasi altra struttura sanitaria pubblica o privata assicurata con l’Istituto, avvenuti nell’ambiente di lavoro oppure per causa determinata dallo svolgimento dell’attività lavorativa, sono inquadrati nella categoria degli infortuni sul lavoro. L’azienda sanitaria locale o la struttura ospedaliera/struttura sanitaria privata di appartenenza del personale infor-

tunato, in qualità di datori di lavoro pubblico o privato, devono assolvere all’obbligo di effettuare, come per gli altri casi di infortunio, la denuncia/comunicazione d’infortunio. Per i datori di lavoro assicurati all’Inail l’obbligo della comunicazione d’infortunio ai fini statistici e informativi si considera comunque assolto con la denuncia/comunicazione d’infortunio. Resta fermo, inoltre, l’obbligo da parte del medico certificatore di trasmettere

all’Istituto il certificato medico di infortunio. Ai fini del computo della decorrenza della tutela Inail, il termine iniziale è quello della data di attestazione positiva dell’avvenuto contagio tramite il test specifico di conferma. Sono esclusi i dipendenti sanitari posti in quarantena per motivi di sanità pubblica, salvo che risultino positivi al test di conferma e, in questo caso, sono tutelati per l’intero periodo di quarantena e quello eventualmente successivo dovuto a prolungamento di malattia che determini una inabilità temporanea assoluta al lavoro. Nel caso in cui, infine, gli eventi infettanti siano intervenuti durante il percorso casa-lavoro, si configura l’ipotesi di infortunio in itinere. Andrea Peren

Farmacisti ospedalieri, i racconti del lavoro in prima linea durante il Covid-19 Mesi di lavoro in prima linea, lunghissime giornate trascorse a gestire un’emergenza mai vista: come si può raccontare l’inaspettato carico di lavoro portato dalla gestione della pandemia, intriso di paura e responsabilità? Come è possibile che i farmacisti del Ssn possano lasciare una traccia della loro presenza nella lotta al Covid-19? Per richiamare l’importanza della condivisione professionale ed esperienziale, affinché

non vada persa l’immensa quantità e qualità di “vissuto” di questi mesi, la Società Italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie (Sifo) ha deciso di partecipare attivamente a “R-ESISTERE. Respiro, ricordo, racconto”, un progetto di medicina narrativa che la Società italiana di medicina narrativa (SIMeN) ha elaborato con lo scopo di raccogliere esperienze personali degli operatori sanitari al tem-

po dell’emergenza. La farmacia narrativa può una essere piattaforma di “contenuti vissuti” da cui recuperare informazioni “qualitative”, utili al potenziamento dei dati quantitativi ottenuti attraverso la EBM, un modo moderno di dare una mano alla Clinical Governance, già sperimentato nei paesi anglosassoni e oltreoceano. Tutti i racconti sono pubblicati sul sito web: www.resistere.medicinanarrativa.it

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Cosmofarma Exhibition: manifestazione rinviata ad aprile 2021 Cosmofarma Exhibition ha annunciato il rinvio della 24a edizione al 2021: la manifestazione, inizialmente programmata per il mese di aprile, si svolgerà da giovedì 22 a domenica 25 aprile 2021, presso il quartiere fieristico Bologna Fiere. «Il protrarsi della situazione di emergenza ha reso necessario sospendere l’edizione 2020 di Cosmofarma riprogrammando l’appuntamento nel 2021 – dichiara Gianfranco Ferilli, Amministratore Delegato BOS srl, società organizzatrice di Cosmofarma Exhibition –. Abbiamo preferito non accettare gli spostamenti forzati del 2020 da aprile a maggio e poi ad ottobre, ma riprendere il nostro progetto

originale di fare nell’aprile del 2021, la settimana della Salute a Bologna con le due fiere in contemporanea Cosmofarma ed Exposanità. Siamo certi che l’anno prossimo sarà l’appuntamento ancora più importante e sensibile nel mondo della salute pubblica italiana». «Anche se il nostro Paese può sperare di aver superato il momento peggiore di questa pandemia, grazie anche all’impegno di tutti i farmacisti italiani, non è ancora giunto il momento di rilassare le misure di sicurezza che ci hanno consentito di arrivare a questa fase più favorevole – dichiara Andrea Mandelli, Presidente Fofi – Per questo abbiamo

responsabilmente deciso il rinvio della manifestazione alla prossima primavera». «L’emergenza coronavirus impone, purtroppo, un ulteriore rinvio dell’appuntamento con Cosmofarma, al quale la farmacia arriverà forte di un’esperienza vissuta in prima linea, in tutti questi mesi, per garantire la tutela della salute dei cittadini – dichiara Marco Cossolo, Presedente Federfarma – La pandemia ha accelerato l’evoluzione della farmacia, facendo emergere pratiche positive, da mantenere anche in futuro». Per informazioni: www.cosmofarma.com Rachele Villa

PharmEvolution: appuntamento a Taormina dal 16 al 18 ottobre PharmEvolution celebra il traguardo dei 10 anni di fiera, e lo fa dal 16 al 18 ottobre 2020 presso il Palalumbi di Taormina, con un’edizione “gold”, ancora più ricca nell’offerta fieristica e congressuale. PharmEvolution è nata nel 2011 con l’obiettivo di creare un momento di confronto tra tutti gli attori della filiera del farmaco e fare da trait d’union tra le molte facce della farmacia: l’industria, la distribuzione, Federfarma e le farmacie stesse. Oggi PharmEvolution è un evento anche di Federfarma Nazionale, che, oltre a partecipare come ogni anno con i suoi vertici, ha presenziato all’edizione 2019 con gli stand istituzionali di Pro38

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mofarma, Promofarma Sviluppo e Sistema Farmacia Italia. Un doppio traguardo per una fiera che, nonostante il gap infrastrutturale della Sicilia, si è ritagliata un posto di primo piano nel panorama nazionale e internazionale degli eventi di settore, riuscendo nella difficile impresa di veicolare al Sud importanti risorse umane e professionali, come confermano i numeri: oltre il 30% dei visitatori arriva da fuori regione e circa il 10% dal centro nord Italia. L’edizione 2019 ha registrato oltre 13mila ingressi qualificati in tre giorni di eventi, oltre 100 espositori in rappresentanza di 140 brand leader in

farmacia, 28 appuntamenti tra convegni, workshop e simposi, 51 relatori tra le voci più autorevoli del mondo della salute e della consulenza alla farmacia. Per informazioni: www.pharmevolution.it Rachele Villa

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Il punto sulla sanità digitale al tempo del Coronavirus Nel prossimo futuro l’utilizzo della sanità digitale dovrà diventare la normalità ma, perché ciò avvenga, sarà necessario un ripensamento dell’organizzazione sanitaria, soprattutto quella territoriale In occasione del talk-webinar “Buona Salute”, organizzato da Mondosanità, in collaborazione con officina Motore Sanità ed Eurocomunicazione, realizzato con il contributo incondizionato di Vree Health, si è discusso sullo stato della sanità digitale al tempo del Coronavirus. L’inaspettato arrivo dell’emergenza Covid-19 ha messo in evidenza la mancanza di una Rete informatica che permettesse al comparto salute e soprattutto al medico di gestire in modo adeguato il paziente a domicilio e molte Regioni hanno dovuto sperimentare e implementare la tecnologia. A fine pandemia, l’utilizzo della sanità digitale dovrà diventare la normalità ma, perché ciò avvenga, sarà necessario un ripensamento dell’organizzazione sanitaria, soprattutto quella territoriale. «La pandemia da Covid-19 ha posto numerose sfide sanitarie. La necessità di gestire i pazienti in isolamento/quarantena e la riorganizzazione delle attività sanitarie alla luce delle norme di distanziamento sociale hanno fatto emergere l’urgenza di integrare nell’ambito del percorso di cura dei pazienti nuove strategie tecnologiche per la valutazione, il monitoraggio e il trattamento dei pazienti anche a distanza. L’utilizzo della tecnologia digitale ha dimostrato enormi potenzialità nel garantire il processo di continuità di cura dei pazienti nel contesto logisticamente migliore: “il domicilio”. Gran parte della popolazione, per motivi differenti di salute, come ad esempio gli anziani

multi-morbidi, soggetti con limitazioni funzionali, o pazienti per cui è necessario un monitoraggio di parametri vitali, possono beneficiare di un controllo attivo da remoto che decentralizza le cure dall’ospedale e permette presa in carico continuativa del paziente. Urge, dunque, la nascita di un servizio di “tecnosalute” ad ampio raggio, in cui la tecnologia viene messa a servizio della tutela della salute globale dei pazienti, soprattutto di quelli più fragili”, ha detto Christian Barillaro, Direttore UOC Cure Palliative e Continuità Assistenziale Policlinico Universitario Agostino Gemelli. «La necessità sempre maggiore di individuare i soggetti a rischio di riacutizzazioni da malattie croniche prima che la situazione clinica diventi più grave per evitare l’ospedalizzazione rappresenta l’obbiettivo principale della futura implementazione della Medicina Territoriale – ha spiegato Salvatore Di Somma, Professore di Medicina d’Urgenza Università La Sapienza di Roma Responsabile pro-

getto Emergenze Territoriali e Telemedicina ASL di Latina –. In tali soggetti, un adeguato monitoraggio territoriale a casa con sistemi di telemedicina può di fatto aiutare a prevenire complicazioni acute e quindi assicurare il mantenimento di uno stato clinico stabile, determinando minore necessità di ricorso al Pronto Soccorso. Il bisogno di monitorare a casa pazienti positivi al Covid-19 con sintomi non gravi e per i quali l’ospedalizzazione in fase iniziale era possibilmente da evitare, ci ha indotti presso l’Asl di Latina a sperimentare un’innovativa metodologia di telemedicina domiciliare che attraverso una centrale di monitoraggio attiva 24 ore al giorno per 7 giorni e gestita da personale infermieristico permetteva di ricevere dati clinici e parametri obbiettivi di Saturazione di Ossigeno, Frequenza Cardiaca e respiratoria e temperatura corporea raccolti dal paziente due volte al giorno mediante un sistema di ricezione trasmissione dati. Tale esperienza di telemedicina domiciliare potrà rappresentare in futuro una valida alternativa al ricovero ospedaliero per situazioni cliniche a rischio, come ad esempio lo scompenso cardiaco o la BPCO con benefico del paziente e dei costi della sanità pubblica». Rachele Villa

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le aziende informano

LINEA S.O.S DENTI & GENGIVE AD AZIONE ANTIBATTERICA

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armaceutici Dottor Ciccarelli propone due novità: il dentifricio e il collutorio S.O.S Denti & Gengive, prodotti creati con una formulazione innovativa contenente una concentrazione di clorexidina pari allo 0,12%. La clorexidina è particolarmente indicata per soggetti portatori di protesi, apparecchi ortodontici, con parodontopatie e gengive irritate o sottoposti a interventi chirurgici odontoiatrici. Questa sostanza antibatterica, utilizzata per assicurare una maggiore igiene del cavo orale, riesce a fissarsi a lungo sulle gengive e sullo smalto dei denti, esercitando una rapida attività igienizzante antibatterica.

Microbiologicamente testate e senza Sodio Lauril Solfato, Triclosan, Parabeni, tutte le referenze della linea S.O.S Denti sono inoltre raccomandate dall’Associazione Dentisti Italiani, certificazione che conferma la validità scientifica delle formule studiate nei laboratori Farmaceutici Dottor Ciccarelli. Farmaceutici Dott. Ciccarelli s.p.a. Tel. 02 58072 www.ciccarelli.it

POLIDENT EFFETTO CUSCINETTO: NUOVA RISPOSTA AI BISOGNI DEI PORTATORI DI PROTESI

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SK Consumer Healthcare presenta Polident Effetto Cuscinetto, il nuovo adesivo per protesi progettato per donare comfort alle gengive e protezione da pressione, sfregamento e irritazione causati dalla protesi. In Italia sono circa 9,4 milioni i portatori di protesi. Il passaggio alla protesi dentale può avere un forte impatto sulla vita dei pazienti (1). La pressione della protesi sulle gengive, soprattuttodurante la masticazione, può causare irritazione e dolore. Per venire incontro a chi avverte queste problematiche, GSK Consumer Healthcare ha ideato il nuovo Polident Effetto Cuscinetto basato sulla tecnologia Adaptagrip, una nuova formula 40

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idro-attiva che crea uno strato protettivo in gel, dalla texture liscia e non granulosa, che aiuta a difendere la gengiva dalle sollecitazioni dovute alla protesi. In particolare, l’ammortizzazione della pressione tra protesi dentale e mucosa durante la masticazione rappresenta un fattore chiave nel comfort del paziente, e l’utilizzo di Polident Effetto Cuscinetto agisce per favorirla (2). Polident Effetto Cuscinetto è inoltre do-

tato di un beccuccio sottile per un’applicazione più efficiente e controllata. 1. Krakjevic S et al. Acta Stomatol Croat 2001; 35: 281-285. 2. Schwaan S et al. J Dent Res 2018; 97 (Spec Iss B): 3537.

GSK Consumer Healthcare Tel. 800 931556 it.servizio-consumatori@gsk.com www.polident.com

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DA SANOTINT, LINEA COLOURCARE PER CAPELLI TRATTATI

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capelli trattati necessitano di detergenti non aggressivi che mantengano e allo stesso tempo ravvivino il colore. Sanotint ha realizzato una linea specifica e adatta a tutti i tipi di capelli: lo Shampoo e il Balsamo Colourcare assicurano infatti detersione profonda, nutrimento, lucentezza e durata del colore. Lo shampoo specifico per capelli trattati è ideale per lavaggi frequenti. L’utilizzo di derivati della Gomma di Guar e l’estratto di Bambù garantiscono il giusto grado di idratazione del capello. La vitamina E, dalle note proprietà antiossidanti, contrasta l’inaridimento del capello trattato donandogli morbidezza e luminosità, mentre l’estratto naturale di miglio dorato svolge un’a-

zione nutriente e idratante. Il Balsamo Colourcare, ricco di miglio dorato, svolge un’azione ristrutturante fondamentale per la protezione dei capelli tinti e trattati, nutre la fibra capillare e al contempo aiuta a mantenere vivace e brillante la tinta. Può essere usato quotidianamente e il risultato è visibile sin dal primo trattamento. Indispensabile dopo la colorazione, è perfetto anche in caso di capelli fini. Non necessita risciacquo. Tutti i prodotti Sanotint non contengono parabeni, paraffina, OGM, coloranti di origine sintetica, alcool, metalli aggiunti e derivati di origine animale. Sono Nichel Tested, dermatologicamente testati e cruelty free.

Sanotint - Cosval S.p.A. Tel. 02 93580479 sanotint@cosvalgroup.com www.sanotint.it

LINEA DERMASOL: DERMOPROTEZIONE ATTIVA CON COMPLESSO ISO-B3

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a linea Dermasol Dermoprotezione Attiva con complesso ISO-B3, è formulata per la protezione solare di soggetti con fototipi cutanei di tipo I e tipo II (pelle più chiara) e III e IV (pelle più scura), anche in caso di esposizione solare in alta montagna o zone tropicali. La sua formulazione è specifica per la prevenzione dei danni causati dai raggi ultravioletti e contrastare l’invecchiamento foto-indotto. I prodotti della linea Dermasol esplicano una protezione della pelle dai danni diretti e indiretti dovuti alla foto-esposizione grazie a tre componenti fondamentali: il Sistema filtrante di ultima generazione, fotostabile e ad ampio

spettro UVA-UVB, che garantisce una protezione efficace, permettendo ai soggetti con pelle sensibile di esporsi al sole secondo le indicazioni, riducendo il rischio di scottature; il Complesso ISO-B3 a base di isoflavoni di soia e vitamina B3 aiuta a proteggere la pelle anche dai danni indiretti causati dall’esposizione al sole; le sostanze specifiche che contrastano il foto-invecchiamento precoce. I prodotti della linea Dermasol sono resistenti all’acqua, profumati con estratto di fiori di Arancio senza alcool e hanno una texture non grassa e di facile applicazione. La linea Dermasol Dermoprotezione At-

tiva include Crema Viso, Crema Corpo, Latte Spray Corpo e Latte Corpo. Mylan Italia S.r.l. Numero Verde: 800 95 95 00 infoitalia@mylan.com www.mylan.it

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AnnurKolest, integratore per il metabolismo dei trigliceridi e del colesterolo

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onostante del colesterolo si parli spesso in modo negativo, rappresenta una sostanza fondamentale per la nostra sopravvivenza, che favorisce la sintesi degli ormoni steroidei e della vitamina D e supporta il processo digestivo (acidi biliari). Tuttavia, se accumulato in eccesso, può provocare disturbi all’apparato cardiovascolare. Allo scopo di dimostrare la reale efficacia sull’uomo degli effetti delle procianidine della Melannurca Campana IGP sul quadro colesterolemico, il Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II ha condotto uno studio su 250 persone sane, cioè non affette da patologie conclamate, con moderata o marcata iperco-

lesterolemia (1). L’assunzione dell’estratto procianidinico da Melannurca Campana IGP AnnurComplex ha dimostrato una capacità di riduzione delle LDL-C comparabile a quella di 40 mg di Simvastatina o 10 mg di Atorvastatina, non evidenziando alcun effetto collaterale tipico delle statine. Dai risultati della ricerca, nasce AnnurKolest, a base di AnnurComplex, l’integratore efficace nel coadiuvare il metabolismo dei trigliceridi e del colesterolo. Grazie alla cooperazione con il Dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II, AnnurKolest si avvale della formula che corrisponde esattamente a quella utilizzata nello studio effettuato, a garanzia dei risultati ottenibili.

1. GC Tenore, et al. A Healthy Balance of Plasma Cholesterol by a Novel Annurca AppleBased Nutraceutical Formulation: Results of a Randomized Trial. J Med Food. 2017 Mar 1; 20(3): 288-300.

DI-VA S.r.l. Tel. 02 66013191 https://annurkap.it/colesterolo

Uragme lancia PURO by Forhans: prodotti naturali Made in Italy

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acendosi interprete dei nuovi trend di consumo, Uragme entra nel campo della cura e igiene di corpo e capelli e in quello degli integratori alimentari. Prodotti in Italia, con materie prime e ingredienti accuratamente selezionati, i prodotti Personal Care PURO by Forhans si distinguono in tre linee di prodotti: Zero Senza % - Delicato, Carbone e Zenzero - Purificante e Rivitalizzante,

Aloe e Baobab - Idratante e Nutriente. Dieci nuove referenze, per l’igiene e la cura di corpo e capelli, caratterizzate dalla totale assenza di parabeni, petrolati, alcool, siliconi e coloranti e realizzate col 98% di materie prime naturali. Con sette referenze, quattro a base di Aloe Vera, un Drenante 5 Azioni, un Multivitaminico e un Magnesio & Potassio, gli Integratori Alimentari PURO by

Forhans si caratterizzano per la presenza dell’estratto di frutto del Baobab. La linea di integratori all’Aloe Vera e Baobab possiede proprietà depurative, digestive, ideali per rafforzare le difese immunitarie. L’integratore Multivitaminico e Multiminerale con Baobab e l’integratore in bustine Magnesio Potassio e Baobab aiutano a ridurre la stanchezza contribuendo al normale metabolismo energetico. Gli integratori PURO non contengono glutine, lattosio, coloranti, zucchero e OGM.

Uragme S.r.l. info@uragme.it www.purobyforhans.it

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