ISSN 2532-5930
estetica Tabloid di medicina Trattamenti estetici e chirurgia plastica
Francesco Romeo
Lo sguardo e la palpebra superiore Prezzo di vendita 150 € Acquista la tua copia su www.academystore.it oppure scrivi a ordini@griffineditore.it
Anno III - numero 2/2019
clinica e pratica terapie mininvasive La medicina estetica sta evolvendo verso il raggiungimento di un risultato sempre più naturale e sicuro, recuperando la sua originale inclinazione di medicina preventiva. Il raggiungimento del “natural look” è il tema del prossimo Congresso Sime pag. 6 tecnica beauty-full chin per un profilo migliore
Per risolvere il problema del mento sfuggente è stata messa a punto un’innovativa tecnica che combina la genioplastica “Chin Wing” e l’intervento bimascellare “counterlockwise rotation” del piano occlusale pag. 12 blefaroplastica
Giorgio De Santis
microchirurgia ricostruttiva al congresso mondiale wsrm Per la prima volta dalla sua fondazione, la World Society for Reconstructive Microsurgery terrà il suo congresso biennale in Italia, a Bologna, dal 12 al 15 giugno. Si farà il punto sugli avanzamenti in microchirurgia ricostruttiva con focus su ricostruzione dei tessuti molli, lembi ossei e osteocutanei, microchirurgia estetica, chirurgia robotica e ricostruzione dei vasi linfatici
La chirurgia di “ringiovanimento dello sguardo” è uno tra gli interventi più richiesti dai pazienti. I motivi sono probabilmente da ricercarsi nell’importanza che riveste la regione palpebrale nell’estetica del volto pag. 8
eventi e notizie formazione, tendenze e novità in medicina e chirurgia estetica
pag. 16
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SOCIAL MEDIA IN MEDICINA ESTETICA
La comunicazione professionale del medico estetico deve contemplare i social network, Facebook in primis pag. 15
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in copertina
Tabloid di medicina estetica
nuove tendenze e avanzamenti nella Microchirurgia ricostruttiva Dall’avvento della chirurgia robotica alla microchirurgia dei vasi linfatici, un terreno dove pochi chirurghi si sono avventurati in passato. Oggi molti pazienti sanno che hanno buone chance di vita futura, anche in termini di qualità della vita n
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er la prima volta dalla sua fondazione, la World society for reconstructive microsurgery (Wsrm) terrà il suo congresso biennale in Italia, e precisamente a Bologna, dal 12 al 15 giugno. Il risultato è stato reso possibile dall’impegno, all’interno del consiglio direttivo di questa società, di Giorgio De Santis, uno dei pionieri di questo tipo di chirurgia, professore ordinario di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università di Modena e direttore dell’omonima scuola di specializzazione presso il Policlinico di Modena. Già diversi mesi prima si sono iscritti all’evento diverse centinaia di chirurghi plastici e microchirurghi provenienti da tutte le università del mondo, preannunciando un congresso di altissimo livello e di enorme partecipazione: tutti i maggiori esperti mondiali risultano presenti nel programma scientifico.
Professor De Santis, ci può spiegare innanzitutto cosa si intende per microchirurgia ricostruttiva? La microchirurgia ricostruttiva è una tecnica chirurgica che si avvale dell’utilizzo del microscopio operatorio, grazie al quale possiamo trasferire tessuti da una parte all’altra del corpo e farli rivivere attraverso una rivascolarizzazione delle piccole arterie e vene che li nutrono. Il tessuto trasportato viene irrorato dai vasi riceventi. Si tratta di una chirurgia complessa, perché i vasi che si vanno a suturare al microscopio sono di calibro da 0,3 mm fino a 1 mm, talvolta anche meno, e la prima difficoltà è costituita proprio dalla dimensione estremamente ridotta delle aree in cui si opera. I distretti in cui questa metodica viene maggiormente applicata sono l’area testacollo, la regione mammaria, gli arti superiori e inferiori; ultimamente si è aggiunta anche la microchirurgia dei vasi linfatici. Come si è evoluta questa tecnica? Il primo intervento di microchirurgia ricostruttiva è stato eseguito in Giappone nel 1972, con il reimpianto del
dito pollice a un lavoratore che se lo era amputato. Quindi all’inizio la tecnica serviva per riattaccare parti del corpo che si erano staccate traumaticamente: i cosiddetti reimpianti. Poi si è estesa anche ai trasferimenti dei tessuti da una sede all’altra con la stessa tecnica di ricucire i piccoli vasi al microscopio. Inizialmente, il distretto in cui veniva più usata era la chirurgia della mano, ma nel corso dei decenni si è estesa a tutti i distretti che ho menzionato. La tecnica è sofisticata e complessa, in termini pratici si
Giorgio De Santis
> Paziente affetta da edentulismo congenito (con Rx)
lentemente all’oncologia e il chirurgo plastico deve rapportarsi strettamente con l’oncologo, con cui viene dibattuta l’entità della resezione. È quest’ultimo che deve specificare esattamente quanto tessuto vuole togliere oltre il tumore per avere una resezione oncologicamente sicura.
tratta di interventi laboriosi e molto lunghi, e risulta indicata per ricostruzioni maggiori, come nei casi di asportazione di tumori voluminosi. La tendenza che si sta sempre più affermando è quella di una ricostruzione immediata; in passato si poteva accettare l’amputazione di un seno piuttosto che della mandibola o di parte della guancia ed effettuare la ricostruzione secondariamente, ma oggi molti pazienti, anche se coinvolti in uno stato tumorale, sanno comunque che hanno buone chance di vita futura, anche in
termini di qualità della vita, e pertanto richiedono una ricostruzione immediata. Per ottenere la ricostruzione si rendono necessari più interventi? Generalmente l’iter chirurgico prevede un intervento di resezione da parte del chirurgo oncologo e un intervento di ricostruzione microchirurgica del chirurgo plastico. Successivamente, si possono fare dei ritocchi per migliorare la forma, dedicati più alla parte estetica che oncologica. Il ritocco può, ad esempio,
rendersi utile quando un seno ricostruito con un intervento microchirurgico risulta lievemente più grosso o più rilassato dell’altro e si vuole ristabilire la simmetria; nel volto ci può essere il ritocco di una cicatrice di cui si vanno a liberare le aderenze con un trapianto di grasso. La microchirurgia ricostruttiva prevede l’intervento di altri professionisti oltre al chirurgo plastico? Tutto dipende dalla ragione per cui si ricorre a questa chirurgia. Può trattarsi di grossi traumi, soprattutto ad alta energia, come traumi balistici o stradali che riguardano soprattutto motociclisti, in cui si hanno ampie perdite di sostanza dei tessuti della gamba con fratture esposte di gamba, subamputazioni o grosse perdite di tessuto. In questi casi, per ricolmare il tessuto perso nel trauma, il chirurgo plastico collaborerà con il traumatologo, a volte con il centro ustioni. Ma oggi, nella maggior parte dei casi, la microchirurgia ricostruttiva è applicata preva-
> Risultato post-operatorio (con Rx)
Quanto è diffuso questo tipo di chirurgia? Gli ospedali che sono attrezzati a effettuare la microchirurgia ricostruttiva sono di tipo universitario o comunque di tipo regionale: non è un’attività che possa essere diffusa in tutti gli ospedali. Generalmente si segue un concetto di centralizzazione, perché per fare questo tipo di interventi servono sia risorse in termini di sala operatoria, che generalmente deve essere dedicata a questo intervento per tutta la giornata, sia di microscopi sia, soprattutto, di un’équipe di microchirurghi intercambiabili che sanno fare questo tipo di chirurgia, dopo aver seguito un training specifico. Quali complicanze caratterizzano la microchirurgia ricostruttiva? C’è una complicanza di base che è l’insuccesso microchirurgico, determinato dalla mancata rivascolarizzazione del tessuto trapiantato, che va in necrosi. In tutti i principali centri di riferimento mondiali, la percentuale di insuccesso si colloca tra il 2% e il 4% e purtroppo l’insuccesso non è quasi mai dovuto a incapacità tecnica ma verosimilmente a una predisposizione del paziente a chiudere precocemente le anastomosi, perché magari soffre di una malattia metabolica come il diabete che rende più probabile una piccola trombosi. Nelle necrosi totali purtroppo si perde tutto il sistema tra- >
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wsrm 2019: tutte le novità sulla microchirurgia
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Lembo microchirurgico di perone per ricostruzione dei mascellari superiore e inferiore
La decima edizione del Congresso della Società mondiale di Microchirurgia ricostruttiva (World Society of Reconstructive Microsurgery) si terrà da mercoledì 12 a sabato 15 giugno a Bologna, presso il Palazzo della Cultura e dei Congressi. Il Wsrm 2019, presieduto dal professor Giorgio De Santis, ordinario di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, si articolerà in sessioni, video sessioni, workshop, dibattiti e letture magistrali. Diversi saranno i temi presentati durante la kermesse internazionale, divisi per aree tematiche: si parlerà di ricostruzione dei tessuti molli, lembi ossei e osteocutanei, Cad/Cam technology, microchirurgia estetica; verrà affrontata la ricostruzione autologa con utilizzo di lembi locali e lembi liberi per la sessione sul seno. Altre novità verranno presentate nell’ambito della tecnologia innovativa (robot, imaging, simulazione). piantato e quindi occorre valutare di caso in caso se valga la pena effettuare un altro intervento di microchirurgia.
Ci sono poi complicanze minori come la mancata rivascolarizzazione di una piccola parte, ossia di una necrosi
parziale. In questo caso si può fare un secondo intervento per asportare la necrosi e ribonificare il tessuto.
C’è poi da segnalare che i grandi fumatori sono più proni a una complicanza interoperatoria: lo spasmo del
microcircolo. La nicotina circolante può produrre in effetti una maggior propensione a che il vaso si restringa, non si tratta di ostruzione a livello di un trombo, ma di un vero e proprio spasmo arterioso: del resto è noto che la nicotina gioca un ruolo abbastanza importante nella vasocostrizione. Quali sono gli avanzamenti più recenti della microchirurgia ricostruttiva? Il primo è l’avvento della chirurgia robotica, grazie alla quale il prelievo del lembo da trasferire può avvenire con incisioni molto più conservative. La seconda novità, molto im-
portante, è la microchirurgia dei vasi linfatici, che sono estremamente sottili e causano, nelle persone che hanno avuto resezioni di tumori e associata radioterapia, imprevedibili linfedemi, ossia rigonfiamenti delle braccia o delle gambe dopo l’asportazione dei linfonodi. È un terreno dove pochi si erano avventurati in passato, ma oggi si riescono a ricostruire anche i vasi linfatici attraverso delle tecniche molto complesse di derivazione verso la vena: è uno dei temi che verranno particolarmente approfonditi nel congresso di Bologna. Renato Torlaschi
eventi wsrm: ortoplastica e ultrasuoni in microchirurgia L’ortoplastica, metodica chirurgica che unisce le competenze dell’ortopedia con quelle della chirurgia plastica, rappresenta una prospettiva fondamentale per la guarigione e la ripresa del paziente. Lo scopo di questa moderna disciplina è trattare le lesioni complesse degli arti, con interessamento di più tessuti in una sola operazione. L’evoluzione delle tecniche microchirurgiche per il salvataggio degli arti ha permesso alla chirurgia ortoplastica di evolvere per salvare arti e funzioni altrimenti irrimediabilmente compromessi. “Orthoplastic reconstructive surgery - the next frontier” è il titolo dell’evento pre-congresso Wsrm che riunirà esperti della chirurgia ortoplastica a livello internazionale che si terrà martedì 11 giugno presso Fondazione Zeffirelli a Firenze. Tra i temi presentati si parlerà di passato, presente e futuro della chirurgia ortoplastica; prospettive della chirurgia plastica e prospettive dell’ortopedia. A conclusione del congresso World Society of Reconstructive Microsurgery, si terrà domenica 16 giugno il simposio internazionale “Ultrasounds in reconstructive microsurgery - Perforator flap and lymphatic supermicrosurgery”, presso l’ospedale universitario Gemelli di Roma. L’evento sarà presieduto da Joon Pio Hong e Marzia Salgarello. ll programma tratterà di imaging in lembi perforanti e base tecnica della tecnologia ad ultrasuoni per flap planning; imaging in chirurgia linfatica; tecnologie a ultrasuoni nella microchirurgia linfatica.
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trend in medicina estetica: bellezza come espressione di eleganza La medicina estetica evolve verso il raggiungimento del più ampio margine di sicurezza del paziente con l’adozione di terapie mininvasive che si pongono come obiettivo il raggiungimento del “natural look”, tema centrale del Congresso Sime 2019 n
Emanuele Bartoletti
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a medicina estetica sta evolvendo verso il raggiungimento di un risultato sempre più naturale e sicuro, recuperando la sua originale inclinazione di medicina preventiva. Come ogni anno, il Congresso Sime offre l’aggiornamento scientifico e la formazione di avanguardia in questa disciplina medica attraverso l’approfondimento delle principali innovazioni del settore. Ma quali sono i principali focus di attenzione di questa quarantesima edizione? Risponde Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di Medicina estetica.
Il congresso Sime rappresenta da sempre un incontro di aggiornamento e di formazione nella medicina estetica. Prof. Bartoletti, quali sono le novità e i focus della prossima edizione? Il focus centrale del 40° Congresso Sime sarà l’evoluzione sociale della medicina estetica. Verrà posto l’accento su come è cambiata negli ultimi anni la disciplina, ma anche sull’evoluzione del concetto di bellezza, delle richieste dei pazienti e del rapporto tra il medico estetico e il paziente. Uno dei principali cambiamenti a cui stiamo assistendo negli ultimi anni è l’aumento costante dei pazienti di sesso maschile. Di conseguenza occorre prestare particolare attenzione alle terapie di medicina estetica che devono essere adattate ai canoni di bellezza maschile per evitare il rischio di femminilizzazione del volto. Di particolare interesse sarà il boxing ring, peculiare tipo di sessione che vede contrapposti due opinion leader che espongono e difendono due punti di vista opposti e che quest’anno sarà dedicato alla stimolazione adiposa con insulina diluita. La terapia, che sta prendendo piede negli ultimi anni, manca tuttavia ancora di prove scientifiche pubblicate. Grazie al contributo di Maurizio Ceccarelli, promotore della terapia in Italia, e Eugenio Luigi Iorio, biochimico di fama internazionale, cercheremo di fare chiarezza sul razionale e sui possibili utilizzi futuri in medicina estetica, solo se supportati da evidenze scientifiche, prestando sempre attenzione alla sicurezza imprescindibile dei pazienti. Una sessione di rilievo sarà in-
teramente dedicata all’analisi approfondita dell’aspetto clinico delle occhiaie, da tutti i punti di vista, partendo quindi dalla prevenzione fino alla loro correzione, sia con il ricorso alla cosmetica sia con le terapie medico-estetiche, arrivando poi ad esaminare il riconoscimento delle stesse, quali spie di alterazione della salute del paziente. Come ogni anno, parleremo di pannicolopatia edematofibrosclerotica grazie all’apporto del gruppo del professor Andrea Sbarbati e del professor Domenico Amuso che ci presenterà un up-to-date su questa patologia di cui, grazie a questo gruppo di studio, stiamo cominciando a saperne di più. Molte saranno le sessioni organizzate in collaborazione con importanti società scientifiche italiane: Adi, Aigef, Ami HiTech, Ansisa, Cif, Gist, Simi, Sie, Sif, Sio, Sisdca, Sitri, che ci consentiranno di avere un aggiornamento cutting edge
sull’argomento che la medicina estetica ha in condivisione con queste specialità. A fianco di queste collaborazioni, avremo un incontro, a cui personalmente tengo molto, tra la Sime e altre specialità, durante il quale, grazie alla collaborazione con Aiom, Sicop e Siica, il medico estetico avrà la possibilità di porre agli specialisti in immunologia, oncologia e oculistica quesiti e dubbi circa gli organi o le condizioni cliniche dei pazienti che possono essere coinvolti nella pratica clinica medi-
co-estetica o influire sulla stessa e che sono interesse specifico delle tre specialità menzionate. Sarà possibile ad esempio avere risposte su come gestire un’accidentale puntura oculare nel trattamento delle occhiaie o sulle terapie attuabili o meno in pazienti oncologici, fino ad arrivare a tutto quello che dobbiamo sapere delle risposte immunitarie dei pazienti sottoposti a terapie medico-estetiche. Bellezza e naturalezza. Quali sono le principali criticità
dove sta andando la medicina estetica? La naturalezza del risultato in medicina estetica è il tema centrale del Congresso Sime 2019 che si terrà a Roma dal 17 al 19 maggio. Il natural look è uno slogan che la Sime ha già presentato nel 2004 e da allora si sta cercando di educare sia medici che pazienti alla bellezza come espressione di naturalezza ed eleganza. «Il risultato naturale è un concetto che siamo ormai riusciti a far passare, attraverso i colleghi medici, in tutti gli approcci a questa disciplina» spiega Emanuele Bartoletti, presidente del congresso. La medicina estetica evolve sempre verso il raggiungimento del più ampio margine di sicurezza del paziente.
«A tutt’oggi, la disciplina è ancora povera di scienza. La Sime cerca costantemente, attraverso lo scambio culturale e di esperienze in occasione del nostro congresso annuale, di far crescere lo spessore della medicina estetica, oltre che di favorire il confronto tra specialisti che hanno come primo interesse questa disciplina», afferma Bartoletti. Un altro importante obiettivo della medicina estetica è quello della minore invasività. Durante la manifestazione scientifica, pertanto, si cerca di presentare terapie e apparecchiature con un margine di sicurezza sempre maggiore al fine di ottenere risultati il più naturale possibile, con il minore impegno fisico.
nel raggiungimento di questo obiettivo? Ad oggi le principali criticità nel raggiungimento del risultato naturale risiedono nei pazienti. Questo perché molti di loro ancora non sanno quali sono gli ultimi orientamenti della medicina estetica e in passato sono stati abituati al fatto che questa potesse essere una medicina di trasformazione e non di mantenimento e di naturale correzione. Per questo motivo, la Sime ha deciso di organizzare nella giornata precedente il congresso un incontro con il pubblico, durante il quale avrà l’occasione di spiegare ai pazienti cosa è effettivamente la medicina estetica, quali gli obiettivi che questa disciplina si pone, quali sono le possibilità delle terapie medico-estetiche e, soprattutto, di ribadire che questa nasce soprattutto come medicina preventiva. Purtroppo le notizie diffuse al pubblico non sempre rispecchiano questa idea di medicina estetica, per cui è arrivato il momento, dopo aver formato il più possibile i colleghi medici, di rivolgersi al pubblico perché venga sensibilizzato sulle nuove tendenze ed educato ad accettare il medico ben preparato e a non insistere nel voler raggiun-
gere quei risultati che a giudizio del medico non siano né corretti, né validi, né naturali. Quale approccio deve seguire il medico estetico? Le indicazioni per i medici sono quelle di non improvvisarsi mai perché la medicina estetica è medicina a tutti gli effetti e se male eseguita può lasciare conseguenze di eventi avversi permanenti sul viso dei pazienti. Prima di iniziare ad essere medici estetici, raccomando sempre di avere la coscienza di voler seguire un corso di formazione adeguato. Solo il medico che abbia seguito un percorso didattico completo, che sia adeguatamente formato sull’anatomia e aggiornato sulle terapie validate, può mantenere ed esaltare l’armonia peculiare del volto o ripristinarla qualora necessario, senza stravolgerne l’aspetto originale. Per quello che riguarda i pazienti, rivolgersi esclusivamente a medici che abbiano un percorso formativo adeguato e riferirsi sempre al decalogo che la Sime già tre anni fa ha presentato per approcciarsi in maniera sicura, corretta e naturale alla medicina estetica. Lucia Oggianu
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clinica e pratica
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In che direzione è meglio incidere la pelle? Un nuovo dispositivo in aiuto del chirurgo Se verrà confermata l’efficacia del nuovo apparecchio, sviluppato da ricercatori americani, e se supererà tutti i test necessari per entrare nell’uso corrente, le implicazioni cliniche saranno notevoli perché potrà favorire la guarigione clinica dopo la chirurgia I ricercatori della Binghamton University, nello Stato di New York, hanno sviluppato un nuovo dispositivo che potrebbe aiutare a ridurre al minimo le cicatrici durante gli interventi chirurgici, grazie alla sua capacità di rilevare l’orientamento delle linee di tensione della pelle. Se confermerà la sua efficacia e supererà tutti i test necessari per entrare davvero nell’uso corrente, le implicazioni cliniche dell’apparecchio saranno notevoli, perché potrà favorire la guarigione clinica dopo la chirurgia, oltre a garantire una migliore estetica. La pelle umana è un tessuto complesso e molte delle sue
proprietà derivano dall’allineamento delle fibre di collagene presenti nello strato del derma, che in ultima analisi producono le linee di tensione della pelle. Queste linee sono vitali per i chirurghi, che le utilizzano come riferimento per le incisioni, ottenendo così cicatrici meno evidenti. Esistono diverse linee guida redatte per aiutare i chirurghi nel praticare incisioni che creano cicatrici poco percepibili, ma la rete delle linee di tensione cutanee si caratterizza per una anisotropia variabile da persona a persona, rendendo difficile fornire indicazioni di validità generale.
L’articolo di presentazione del dispositivo è stato pubblicato su Acta Biomaterialia (1), a cura di un gruppo di lavoro coordinato da Guy German, professore di ingegneria biomedica. «La pelle – ha dichiarato German – è più facile da estendere in alcune direzioni rispetto alle altre; per rendersene conto è sufficiente provare a stirare la pelle del polso lungo la linea del braccio e poi in direzione perpendicolare. È una proprietà nota da molto tempo, ma solo recentemente è stato scoperto che queste linee hanno importanti implicazioni: in particolare, i chirurghi (specialmente i chirurghi estetici) le pren-
dono come riferimento per decidere in quale direzione effettuare le incisioni al fine di minimizzare le cicatrici. Se si fanno incisioni trasversalmente alla direzione in cui il collagene è allineato aumenta infatti il rischio di formazione di cicatrici rialzate che possono ingrandirsi rispetto alla lesione originale (cicatrici cheloidi). Al contrario, se si taglia lungo la direzione delle linee di collagene, le ferite guariscono prima con meno segni. Oggi i chirurghi si servono di mappe delle linee di tensione cutanea, ce ne sono molte, spesso diverse tra loro, e la nostra ricerca dimostra che esiste una forte variabilità
individuale nella direzione delle linee di tensione, il che rende le mappe solo dei riferimenti approssimativi. I chirurghi possono anche affidarsi alla manipolazione manuale per individuare l’orientamento locale della tensione della pelle, ma anche quest’ultima tecnica è spesso imprecisa». Il nuovo dispositivo creato dai ricercatori è più accurato rispetto ai test manuali eseguiti dai chirurghi e risulta particolarmente efficiente, in quanto utilizza un singolo test di pochi secondi per misurare l’orientamento della tensione della pelle. «Il nuovo apparecchio – ha dichiarato German – è preci-
so e rapido e solleva il chirurgo dalla necessità di ricorrere a mappe. In commercio sono disponibili altri dispositivi, ma per la maggior parte richiedono diverse misurazioni per stabilire la direzione ottimale di incisione, mentre quelli che come il nostro necessitano di un solo test, non sono altrettanto accurati». Renato Torlaschi Bibliografia
1. Laiacona D, Cohen JM, Coulon K, Lipsky ZW, Maiorana C, Boltyanskiy R, Dufresne ER, German GK. Non-invasive in vivo quantification of human skin tension lines. Acta Biomater. 2019 Feb 5. pii: S17427061(19)30107-2.
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ringiovanimento dello sguardo: evoluzione della Blefaroplastica Oggi sono in forte aumento le richieste di blefaroplastica ma si è registrato anche un aumento degli insuccessi operatori. Il chirurgo estetico può prevenire le complicanze attenendosi ad alcune procedure fondamentali in sala operatoria n
La blefaroplastica, considerata anche la chirurgia di “ringiovanimento dello sguardo” è uno tra gli interventi chirurgici più richiesti dai nostri pazienti. Secondo i dati diffusi dall’Isaps (International Society of Aesthetic Plastic Surgery), nel 2017 in Italia sono state eseguite circa 45.000 blefaroplastiche, e tale procedura si classifica come numero di richieste al secondo posto dopo la mastoplastica additiva con 54.000 richieste e prima addirittura della liposuzione con 40.000 richieste. I motivi di questa larga diffusione della blefaroplastica sono probabilmente da ricercarsi nell’importanza che riveste la regione palpebrale nell’estetica del volto. Infatti una palpebra appesantita dalla pelle in eccesso, con presenza delle classiche “borse” adipose, un solco naso-giugale profondo (tear trough deformity) conferiscono senza dubbio un aspetto stanco e invecchiato all’intero volto. Blefaroplastica: prevenire le complicanze Purtroppo, parallelamente all’incremento delle richieste di blefaroplastica si è registrato anche un aumento delle complicanze e degli insuccessi operatori. Vari articoli pubblicati sulle più autorevoli riviste scientifiche riportano un tasso di complicanze che in alcuni studi arriva al 25-30%! Questo significa che all’incirca un paziente su tre rappresenta un insuccesso, con problematiche che più frequentemente sono rappresentate da un cambio di forma dell’occhio, che assume una forma più tonda (definito dagli anglosassoni scleral show) o nei casi più gravi la palpebra inferiore si sposta inferiormente e si distacca dal globo oculare dando origine a quella condizione patologica che in un linguaggio medico viene definito ectropion. L’unica strada da percorrere
> Blefaroplastica supero-inferiore con cantopessi in paziente con vettore orbitario negativo
per questi pazienti è quella di essere sottoposti a un ulteriore intervento di revisione o “riparatore” finalizzato a correggere il problema e a ripristinare la forma e la funzione delle palpebre.
rappresenta senza dubbio il primo passo da percorrere. Esistono dei semplici test manuali (snap e distraction test) che dovrebbero far parte del bagaglio culturale di ogni
Michele Pascali
> Blefaroplastica supero-inferiore con cantopessi
chirurgo, che si eseguono in pochi secondi, e consentono di valutare se esiste un certo grado di lassità (“debolezza”) della palpebra inferiore o delle strutture che costitu-
Le strategie da adottare per evitare gli insuccessi L’attenzione degli “addetti ai lavori” in questi ultimi anni si è concentrata nel tentativo di prevenire tali complicanze, cercando di individuare le ragioni di tali insuccessi chirurgici e nell’identificare i cosiddetti fattori di rischio predisponenti. La corretta valutazione pre-operatoria
face 2019 Il primo corso live surgery in chirurgia estetica del volto prevede la partecipazione attiva in sala operatoria e tutti gli interventi vengono trasmessi in videoconferenza in un’aula dedicata. Face 2019 è diretto dal prof. Michele Pascali e dal dottor Tito Marianetti e si svolge presso la Clinica Sanatrix di Roma. Il corso è strutturato in 5 moduli e in ognuno vengono eseguiti almeno 4 interventi chirurgici. Tema del primo modulo, il lifting del sopracciglio, la blefaroplastica e il lifting mediofacciale; del secondo, la settorinoplastica primaria. Del terzo, i volumi facciali: lipofilling e protesi. I prossimi moduli sono previsti il 27-28 settembre, settorinoplastica di revisione, e il 29-30 novembre: lifting cervico-facciale e profiloplastica. www.face2019.it | info@nextmedoffice.com
iscono il canto laterale; inoltre bisogna valutare il tipo di vettore orbitario, cioè la posizione relativa del globo oculare rispetto alla rima orbitaria ossea; se l’occhio tende ad avere un atteggiamento di cosiddetta protrusione, cioè è posizionato più anteriormente rispetto al bordo orbitario, si parla di vettore negativo; tale condizione rappresenta un importante fattore di rischio se non vengono eseguite tecniche chirurgiche “ancillari” associate alla “semplice” blefaroplastica. La cantopessi e la cantoplastica ormai sono entrate a far parte del “bagaglio” chirurgico di ogni chirurgo oculoplastico. La cantopessi, che può essere eseguita in pochi minuti durante l’intervento di blefaroplastica, si esegue mettendo un punto di sutura riassorbibile a livello del canto laterale e consente agevolmente di rafforzare e rimettere in tensione la palpebra e il canto esterno. Tale procedura, semplice e veloce nell’esecuzione, mette al riparo da quella che è la
complicanza più comune nella blefaroplastica inferiore e cioè il dislocamento verso il basso della palpebra, che può verificarsi già dai primi giorni dopo l’intervento e che può durare mesi o anni, conferendo all’occhio una tipica forma tondeggiante (scleralshow). Un altro aspetto fondamentale che va sempre considerato per evitare spiacevoli complicanze è quello di evitare resezioni eccessive di pelle e di grasso (“borse adipose”) dalle palpebre, soprattutto da quella inferiore. La blefaroplastica moderna si è evoluta rispetto al passato e lo scopo dell’intervento è diventato quello di riposizionare piuttosto che di asportare; in quest’ottica si tende a togliere meno grasso dalle borse adipose, ma piuttosto si preferisce riposizionarlo anche preferendo un approccio trans-congiuntivale (senza incisione cutanea esterna). Michele Pascali Docente di Chirurgia Plastica, Università di Roma “Tor Vergata” www.michelepascali.it
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Carbossiterapia: dalle arteriopatie alla medicina estetica L’uso dell’anidride carbonica allo stato gassoso era già stato impiegato in maniera efficace nella riabilitazione del microcircolo. Oggi viene uilizzata anche in medicina estetica per il trattamento antiage di viso e corpo, o come coadiuvante nella liposuzione n
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rattamento storico, la carbossiterapia venne presentata per la prima volta in Italia nel 1995 al XVI Congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica (Sime) di Roma, dal dottor Luigi Parassoni. Già impiegata a Pavia per il trattamento delle arteriopatie fin dal 1964, gli effetti farmacologici dell’anidride carbonica erano stati studiati in Francia nel 1932. Da allora, secondo protocolli diversi, la carbossiterapia è stata usata anche in medicina estetica per il corpo e per il volto, o come coadiuvante alla liposuzione. Dopo quasi 25 anni dalla sua presentazione italiana ufficiale, facciamo il punto sui suoi maggiori utilizzi con uno dei massimi esperti di tecnologie elettromedicali, il dottor Florian C. Heydecker, direttore della Dermo Laser Clinic di Vimercate (MB), docente presso la Scuola di laserterapia e di medicina estetica Agorà di Milano e professore a contratto al Master di medicina estetica dell’Università Federico II di Napoli.
Professor Heydecker, come agisce la carbossiterapia? Fin dalle sue origini, si è visto che l’uso terapeutico dell’anidride carbonica allo stato gassoso era efficace nella riabilitazione del microcircolo. L’anidride carbonica è un gas fisiologicamente contenuto nel no-
stro organismo, cioè viene prodotto a livello tissutale ed eliminato attraverso i polmoni, sede in cui il sangue si arricchisce di ossigeno. L’effetto Bohr e Haldane, che sta alla base del meccanismo d’azione della carbossiterapia, descrive la variazione di affinità dell’emoglobina
Florian C. Heydecker
per l’ossigeno, che si riduce con l’aumento della concentrazione tissutale di anidride carbonica. Potrebbe sembrare un paradosso, ma proprio attraverso tale meccanismo, somministrando CO2, aumenta la cessione di O2 ai tessuti, con conseguente aumento della produzione di energia (ATP) e della respirazione cellulare. Quali sono state le principali indicazioni all’utilizzo della carbossiterapia? Insufflando anidride carbonica a livello tissutale, aumenta la velocità del flusso ematico locale e del flusso linfatico sistemico. Da qui è comprensibile il perché l’utilizzo iniziale della carbossiterapia sia stato il trattamento delle vasculopatie arteriose degli arti inferiori, delle alterazioni distrofiche, come le ulcere venose e arteriose, in flebologia nella cura dei disturbi di ritorno della circolazione venosa, e del microcircolo
nel trattamento del “fenomeno di Raynaud”. Tuttavia, dalle arteriopatie al ripristino di salute tissutale e alla medicina estetica per il trattamento della pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica (PEFS), la cosiddetta cellulite, della lassità tissutale e dei segni dell’invecchiamento cutaneo, il passo è stato breve. In medicina estetica, quali sono i protocolli di somministrazione della CO2? Il gas può essere somministrato sia per via sistemica sia distrettuale, attraverso apparecchiature specifiche seguendo protocolli precisi. Per via sistemica, la somministrazione di CO2 avviene a basso flusso con ago 30 Gauche, alla velocità da 30 a 50 ml/min fino ad arrivare a 600 ml per emilato corporeo, ovvero 1200 ml complessivi di somministrazione, a cui può seguire la somministrazione distrettuale per recuperare il trofismo tissutale grazie all’aumento dell’irrorazione e dell’ossigenazione tissutale. In questo modo, la carbossiterapia è efficace anche in medicina estetica per contrastare la lassità cutanea (ad esempio l’interno delle braccia e delle cosce) e la perdita di compattezza dei tessuti dovuta al calo di estrogeni nella donna in età peri o postmenopausale. Per il recupero del trofismo di aree più deli-
carbossiterapia per gli inestetismi cutanei Trattamento Panniculopatia edemato-fibro-sclerotica, adiposità localizzate, ringiovanimento cutaneo del collo. Durata Ciascuna seduta ha una durata che va dai 20 ai 40 minuti in base alle zone da trattare. Per ottenere buoni risultati è necessario un ciclo di 6-10 sedute, e in fase iniziale è possibile sottoporsi anche a 2 sedute per settimana. Si consiglia una terapia di mantenimento di 1-2 sedute al mese. Risultati Già dopo 2 o 3 sedute si inizia ad osservare un miglioramento dell’aspetto della cute che risulta ancor più evidenti al termine del ciclo di trattamento. Post-trattamento È possibile avvertire una sensazione di calore per circa 1020 minuti dopo l’iniezione; in alcuni casi possono formarsi piccoli ematomi a livello della sede dell’iniezione che scompariranno in pochi giorni.
cate, come per esempio le piccole rugosità del volto, il protocollo di somministrazione distrettuale in senso latero-mediale prevede l’insufflazione a basso flusso di CO2 alla velocità di 10-20 ml/min per una quantità totale di gas somministrabile di 50-100 ml per emivolto. Nei primi 1-2 minuti, quando il gas carca di farsi strada per via sottocutanea, la paziente avverte una dolenzia che risulta, comunque, ben tollerata nella maggior parte dei casi. Superata questa prima fase, la somministrazione
avviene normalmente senza grandi disagi. A testimonianza dell’efficacia dell’effetto drenante della carbossiterapia, immediatamente dopo il trattamento, la paziente avverte spesso lo stimolo alla minzione. Il numero delle sedute varia da un minimo di 6, inizialmente a scadenza settimanale e successivamente più distanziate, fino a un massimo di 10 consigliate, in base alle singole aree del corpo da trattare. Liana Zorzi
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Tecnica Beauty-full chin per ridefinire il profilo del volto Innovativo intervento di chirurgia maxillo-facciale per risolvere il problema del mento retruso. Si tratta della combinazione delle tecniche di genioplastica “Chin Wing” e intervento bimascellare “counterlockwise rotation” del piano occlusale n
Il mento sfuggente rappresenta un problema comune e in apparenza innocuo che in realtà comporta oltre a risvolti importanti sull’intera estetica del volto, ripercussioni di tipo funzionale e psicologico nella vita di chi ne è colpito. Da sempre, nell’immaginario comune, l’eroe viene rap-
presentato con una struttura mandibolare robusta e definita, mentre il nemico, spesso sciocco e codardo, con un mento retruso: ne sono esempio il quarterback delle commedie Usa che ha sempre una struttura ossea facciale ben sviluppata e di contro il “nerd” con la faccia piatta, dal mento sfuggente.
Il mento e in generale il terzo inferiore del volto, rappresentano quindi una delle parti più importanti per l’estetica e l’equilibrio generale di un viso ma al tempo stesso è una delle caratteristiche estetiche più sottovalutate. Le persone in genere sono piuttosto consce di quali siano certi di-
fetti estetici come la calvizie, il sovrappeso o il naso troppo grosso ma non sempre sono in grado di cogliere i vari difetti di allineamento del mento, che invece possono essere addirittura più penalizzanti di un naso importante. Spesso, ci si focalizza sul naso anche quando il naso di per
sé non sarebbe da correggere, e appare penalizzante solo perché magari sembra troppo sporgente a causa di una retrusione. Il problema, può portare di riflesso a ulteriori deficit estetici come rughe intorno alla bocca maggiormente evidenti, un contorno del collo e del mento poco definiti e uno sviluppo precoce del doppio mento. Principali cause del mento sfuggente Le cause che portano a questo tipo di problema possono essere molteplici: - congenita quando il mento risulta sfuggente fin dalla nascita. Significa che la formazione difettosa del mento comincia dal grembo materno; - micrognazia quando la mascella inferiore è più piccola della mascella superiore; - recessione attiva del mento è una causa che raramente si verifica dopo l’adolescenza; - artrite della mascella inferiore o dall’articolazione temporo-mandibolare che può causare la recessione del mento; - malocclusione dento-scheletrica di II classe. Un mento piccolo, arretrato e incassato, oltre a rappresentare un limite estetico, nasconde sempre problemi di tipo funzionale, come la difficoltà di masticazione per i problemi legati all’occlusione dentale difettosa, dolore dell’articolazione temporo-mandibolare, artrite che provoca dolore se si ride o si mangia, difficoltà respiratorie, apnee del sonno e problemi posturali con conseguenti mal di schiena. L’anteface, condizione per la quale la porzione del volto intermedia e quella inferiore sporgono rispetto alla linea del volto, è considerata da alcuni chirurghi la soluzione estetica ideale per l’armonizzazione del viso: personalmente ritengo che non sia necessario intervenire così drasticamente, ma è fuori dubbio che un corretto allineamento del mento sia un requisito fondamentale per essere considerati belli.
Valerio Ramieri
Mento retruso: le soluzioni chirurgiche Quali sono le possibilità di correzione estetico-chirurgiche di questo problema? In affiancamento alla tradizionale mentoplastica additiva ovvero all’intervento di chirurgia estetica che ha come obiettivo di modificare la forma e il posizionamento del mento, il mio team ha ideato un innovativo intervento di chirurgia ortognatica legato al mondo dell’estetica: Beautyfull Chin che mira a risolvere definitivamente il mento sfuggente. Questa tecnica permette quindi di correggere i profili arretrati, i cosiddetti “bird face” quelli che hanno un deficit di sviluppo mandibolare e un terzo inferiore del volto poco rappresentato: un intervento perfetto per apportare maggiore definizione ai tratti somatici del volto, ideale sia per gli uomini che vogliono accentuare i loro lineamenti rendendoli più mascolini, sia per le donne che vogliono acquistare una perfetta simmetria facciale. Beauty-full Chin nasce quindi con l’obiettivo di correggere le più severe seconde classi dento-scheletriche, che si manifestano nei soggetti nei quali i molari, i premolari e i canini dell’arcata superiore toccano solo o addirittura scavalcano gli omologhi inferiori. L’intervento consiste nella combinazione di due specifiche tecniche, popolari nella chirurgia maxillo-facciale: la genioplastica Chin Wing (plastica al mento) che consente di modificare il terzo inferiore del volto in tutte le sue dimensioni, unita all’intervento bimascellare “counterlockwise rotation” del piano occlusale. La genioplastica Chin Wing è una tecnica chirurgica che mira a poter mobilizzare tutto il bordo mandibolare inferiore. In termini pratici si tratta di una genioplastica allungata posteriormente fino agli angoli mandibolari. Il segmento così mobilizzato può essere portato in avanti o anche ampliato trasversalmente per meglio definire gli angoli mandibolari. >
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> Correzione del mento sfuggente con tecnica Beauty-Full Chin: pre e post-intervento
> La counterclockwise rotation è
invece il movimento di rotazione del piano occlusale in senso antiorario rispetto alla visione di profilo. Si può ottenere riducendo la parte anteriore del mascellare (utile soprattutto in casi in cui si associa il gummy smile) o aumentando l’altezza del mascellare posteriormente o entrambe le cose contemporaneamente. La combinazione integrata dei due interventi, permette di avere, oltre che un enorme avanzamento della mandibola e quindi del mento, anche un interessante aumento del volume mandibolare, ridefinendo il profilo e aumentandone la definizione degli angoli (contorno mandibolare), il tutto, enfatizzando un incredibile effetto tridimensionale. Risultati della tecnica Beauty-Full Chin La tecnica Beauty-Full Chin assicura molteplici vantaggi rispetto a una normale mentoplastica, che interviene esclusivamente sull’osso mandibolare. L’intervento, infatti, corregge i difetti di occlusione, cioè di posizionamento delle due arcate dentarie: questo fattore determina quindi la possibilità di poter agire sia in soggetti che hanno precedentemente corretto eventuali malocclusioni attraverso un percorso ortodontico, sia in soggetti con il difetto in essere. L’intervento inoltre, estendendosi a tutto il bordo inferiore della mandibola, permette un avanzamento maggiore che non sarebbe possibile con la più comune genioplastica che creerebbe un antiestetico effetto step-off dovuto all’eccessivo avanzamento del mento.
L’operazione, minimamente invasiva, della durata di circa tre ore, viene effettuata in anestesia generale: il taglio viene fatto nel bordo inferiore della mandibola e non incide assolutamente con occlusione e denti, pertanto non c’è bisogno di nessuna fase pre-operatoria. L’utilizzo delle più moderne tecnologie, come il trapano piezoelettrico, garantiscono una precisione assoluta con il massimo rispetto dei tessuti nobili, come i nervi, che danno sensibilità al mento. Nel caso in cui il paziente abbia una buona occlusione si può ricorrere all’intervento senza necessità di ortodonzia, altrimenti può essere necessario un breve percorso con apparecchio fisso subito dopo l’intervento (surgery first) o poco prima e dopo l’operazione. Sono previste due notti di ricovero. Il paziente può alimentarsi con una dieta morbida fredda dalla sera stessa dell’intervento e usualmente non viene effettuato il bloccaggio intermascellare che consisterebbe nel posizionamento di elastici serrati tra le due arcate mascellari, impedendo ogni genere di movimento. Dopo 15 giorni in media si è in grado di tornare alle attività principali. Beauty-Full Chin ha un esito estetico pressoché immediato: già dopo il primo mese si nota un risultato che si avvicina all’80% del risultato finale. La vera soddisfazione arriverà però nell’arco di tre mesi quando il gonfiore sarà sparito del tutto e lascerà spazio a una definizione del volto senza eguali. Valerio Ramieri, chirurgo maxillo-facciale, Roma www.ortognaticaroma.it
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Cicatrici da acne: i risultati dell’approccio ibrido L’approccio terapeutico combinato che utilizza radiofrequenza ad aghi ed energia galvanica sequenziali per il trattamento degli esiti cicatriziali da acne ha dimostrato di ridurre gli effetti indesiderati delle metodiche tradizionali n
L’
approccio terapeutico nei confronti degli esiti cicatriziali da acne con laser CO2 tradizionale, molto utilizzato in passato, può essere associato a lunghi tempi di guarigione, eritema persistente ed elevato rischio di iperpigmentazioni post-infiammatorie. L’approccio combinato che utilizza energia galvanica sequenziale e radiofrequenza ad aghi per il trattamento degli esiti cicatriziali da acne, ha dimostrato, in uno studio presentato al 20° Congresso internazionale di medicina estetica Agorà a Milano
da Matteo Tretti Clementoni, chirurgo plastico e ricostruttivo con specializzazione nell’utilizzo di laser elettromedicali a capo del gruppo Laserplast di Milano, di ridurre gli effetti indesiderati degli approcci tradizionali. Lo studio clinico, realizzato in collaborazione a Valerio Pedrelli, medico estetico con specializzazione in laser chirurgici, su oltre cento pazienti, è stato presentato anche al recente 39° congresso dell’American Society for Laser in Medicine and Surgery (Aslms) tenutosi di recente a Denver (Usa).
Dottor Clementoni, quali sono le caratteristiche del trattamento ibrido? Le apparecchiature ibride hanno la caratteristica di creare, nell’avvallamento della cicatrice da acne, da una parte un danno di natura termica e dall’altra un danno di natura non termica. Le apparecchiature che emettono energia ibrida presentano aghi della lunghezza di soli 600 micron mentre le apparecchiature tradizionali hanno aghi che possono raggiungere 3500 micron di lunghezza. Con aghi così corti si riesce a oltrepassare la barriera dermo-epidermica superficiale ma non a raggiungere strati molto profondi. Questa ridotta penetrazione spiega la minima infiammazione superficiale e quindi i brevissimi tempi di recupero, ma non chiarisce come si possa osservare una così robusta produzione di collagene. Quest’ultima è offerta dalla liberazione di energia galvanica dalla punta di ogni singolo ago. Mentre il passaggio di radiofrequenza, nell’attraversare i tessuti cutanei, trova un ostacolo e quindi genera calore (danno termico o “a caldo”), l’emissione di energia galvanica genera un danno “a freddo”. L’energia galvanica emessa dalla punta di ogni ago si spinge in profondità alterando il pH del derma. Il danno “chimico” così generato si trasforma in una imponente stimolazione alla produzione di collagene. A fronte quindi di una ridotta penetrazione degli aghi, e quindi un ridottissimo tempo di recupero, si ha una evidente e molto più profonda stimolazione alla produzione di collagene. > Pre e posttrattamento dell’acne con approccio combinato che utilizza energia galvanica sequenziale a radiofrequenza ad aghi
Matteo Tretti Clementoni
Quali sono gli effetti posttrattamento rispetto all’approccio tradizionale? La differenza tra le due metodiche, anche e soprattutto nel post-trattamento, è estremamente evidente. Mentre nell’utilizzo di una radiofrequenza ad aghi di tipo tradizionale il post trattamento dura qualche giorno e impedisce il ritorno rapido alla vita sociale normale, con la tecnologia a energia ibrida, il post-trattamento dura solo qualche ora. Dopo il trattamento, infatti, anche per la presenza di un eritema ridotto, il paziente può andare al lavoro e tornare alla propria vita sociale e quotidiana. Il trattamento ibrido può essere usato su ogni tipo di cicatrice da acne? La profondità della cicatrice è importante ai fini dell’efficacia del trattamento. Infatti, i risultati sono buoni su cicatrici di grado medio mentre la terapia ibrida non è indicata su cicatrici più profonde. Infine, sono sufficienti da tre a cinque sedute ogni tre settimane per ottenere un buon miglioramento delle cicatrici acneiche. Liana Zorzi
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Social media in medicina estetica: come usarli ed errori da evitare La comunicazione professionale del medico e del chirurgo estetico non può fermarsi al sito web e deve includere anche i social network. I loro potenziali pazienti, per ragioni di età, frequentano Facebook e non Instagram n
Si può evitare la comunicazione social e mantenersi “low profile” gestendo solo la propria comunicazione sul sito web? Fino a dieci anni fa, la risposta sarebbe stata certamente positiva. Oggi però è impossibile non fare i conti con i social media a cui aderiscono persone di ogni età, livello culturale ed economico. Come in una sorta di livella sociale, i social media sono diventati il nuovo terreno di scambio di informazioni e notizie in cui tutti, ma proprio tutti, sono esperti di qualsiasi cosa. Allora, come gestire e tutelare sui social media la propria immagine di chirurgo e medico estetico conquistata con studi, master, corsi e tanta, tanta sala operatoria? Innanzitutto, evitando due errori comuni: 1) non conoscere il pubblico (il target) che usa un particolare social network; 2) sottovalutare cosa scrive, cosa legge, cosa guarda (il linguaggio) chi fa parte di quel network. Partendo da questi due comuni errori, basti sapere che, secondo le statistiche diffuse dal report Digital relativi ai primi sei mesi del 2018, l’età media di chi oggi usa Facebook è molto più alta rispetto a soli 5 anni fa. In Italia, su un totale di 34 milioni di utenti soprattutto uomini, la fascia di età over 34 è nettamente più rappresentativa rispetto ai giovanissimi. Anche una fascia di età di “insospettabili”, ovvero gli over 65, è più rappresentata degli under 18.
Instagram, invece, in Italia aggrega circa 17 milioni di utenti, ma con una crescita costante. Rispetto a Facebook, l’età media di chi usa abitualmente Instagram è più bassa: si tratta di giovani di età compresa tra 18 e 34 anni, prevalentemente donne, che usano connettersi al social network usando lo smartphone, mentre Twitter, il social più amato dai politici e dagli uomini, in Italia non è molto diffuso (circa 3.500.000 utenti). Secondo il report Digital 2018 (fonte: WeSocial), i video sono più seguiti e visti delle foto, che però hanno quasi parità di interesse agli occhi del pubblico di Facebook dei contenuti con articoli, link, news. Attenzione però a come e cosa comunica un medico: deve tenere conto anche della tutela della propria reputazione personale e web, ovvero di quale immagine di sé vuole dare al suo pubblico. Pertanto, al profilo personale, se già esistente, dovrebbe essere associata una pagina Facebook dedicata alla propria attività di medico o chirurgo estetico, con video informativi sulle patologie, la prevenzione, le tecniche chirurgiche, le partecipazioni ai congressi internazionali e così via. Passaparola o social media? Molti medici estetici hanno costruito e continuano a costruire la propria reputazione con il passaparola, che deriva dalla soddisfazione dei pazienti. Il passaparola, tuttavia, richie-
de che il paziente non solo sia soddisfatto, ma conosca anche persone che abbiano problemi estetici simili ai suoi, che sia ritenuto credibile dalla sua cerchia di amici-conoscenti e che sia anche un ottimo comunicatore. Essere presenti con la propria immagine professionale sui social network, invece, se
da una parte richiede un po’ di impegno, dall’altra non lascia (solo) al paziente soddisfatto il potere di comunicare. Infatti, i social media dovrebbero essere visti come il giornale personale del medico che fa sapere ai propri pazienti cosa fa, a quali congressi partecipa, quali riconoscimenti scientifici ottiene,
perché sceglie un tipo di trattamento o tecnica chirurgica, ecc. L’impegno profuso nel dedicarsi ad aggiornare almeno un paio di volte alla settimana il proprio profilo social sarà ripagato completamente dalla community, ovvero dagli utenti-pazienti e dai loro contatti, che seguiranno la pagina perché contenti di
Liana Zorzi
aver incontrato il medico che ha risolto quel loro problema di salute, creeranno interazioni, condivisioni, commenti sulle informazioni e notizie pubblicate (postate). In termini ormai desueti, specie in un contesto digital, tutta questa attività si chiama passaparola. Liana Zorzi
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Ipam 2019: aggiornamento in medicina estetica
RIMODELLAMENTO CORPOREO: IV CONGRESSO NAZIONALE AICPEO
Si terrà a Milano venerdì 7 sabato 8 giugno, presso il Centro Congressi Humanitas di Rozzano la prossima edizione del Congresso Ipam (International Practical Aestethic Medicine). I maggiori esperti del panorama internazionale e nazionale sono stati invitati a Milano dal prof. Alessio Redaelli, direttore scientifico, per condividere la propria esperienza in live streaming presentando le migliori tecniche personali e tutte le novità nel campo della medicina estetica. La traduzione simultanea in inglese, russo e italiano permetterà a tutti gli iscritti di comprendere a fondo le nuove proposte. Il programma del congresso verterà su diversi temi: trattamento con tecnica open-eye con utilizzo di tossina botulinica, trattamento dell’iperidrosi con tossina botulinica, peeling, mesoterapia e utilizzo di aghi, esperienza russa nell’ambito del peeling e della biorivitalizzazione, complicanze da iniezioni di filler, effi-
“Rimodellamento corporeo: principi di strategia clinica e tecnica chirurgica focus on mammella e addome” è il titolo del 4°Congresso nazionale Aicpeo (Associazione italiana chirurgia plastica estetica dell’obesità) che si terrà a Napoli il 30-31 maggio con il patrocinio della società Sicpre. Il congresso, rivolto a un massimo di 180 partecipanti, è destinato alle professioni di medico chirurgo (discipline di riferimento: chirurgia generale, chirurgia plastica e ricostruttiva, endocrinologia, ginecologia e ostetricia, scienza dell’alimentazione e dietetica). La sicurezza delle tecniche chirurgiche in chirurgia bariatrica e gli ottimi risultati prodotti dalla chirurgia plastica del rimodellamento dei contorni corporei hanno portato, negli ultimi anni, a un progressivo aumento di richiesta di
cacia dei trattamenti cosmetici e molte altre novità nell’ambito della medicina estetica.
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Segreteria organizzativa: Upform Srls Divisione Medical Aesthetic Tel. +39 342 95 03 013 info@medicalaesthetic.it www.ipamcongress.com
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trattamento da parte di un numero sempre più elevato di pazienti. Il congresso si propone di affrontare sia gli aspetti normativi sia quelli tecnico-chirurgici legati alla chirurgia post-bariatrica. Questa edizione si concentrerà in particolare sulla chirurgia del rimodellamento mammario e sulla chirurgia del rimodellamento torso-addominale. Obiettivo del congresso sarà inoltre fare il punto sugli aggiornamenti normativi in materia.
Segreteria organizzativa Cluster srl Tel. 011.5075501 www.clustersrl.it
Agorà 2019: a Milano il 21° Congresso internazionale di Medicina estetica
Si terrà come di consueto al Marriott Hotel di Milano dal 1012 Ottobre il 21esimo Congresso internazionale di Medicina estetica Agorà. Diversi i temi e proposti e le novità per la prossima edizione che verranno presentati nelle 12 sale congressuali: filler, peeling, biostimolazione e rivitalizzazione cutanea, fili in medicina estetica, adiposità localizzate e Pefs, tecniche di ringiovanimento, trattamento degli inestetismi cutanei, ristrutturazione viso e corpo, cosmetici e cosmeceutici, medicina rigenerativa e odontoiatria estetica. Sono previste anche per il 2019 le giornate specialistiche con focus su: dermatologia, chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, scienza dell’alimentazione e ginecologia estetica. Il congresso sarà animato e arricchito da videosessioni interattive, workshop e live injection. L’annuale congresso Agorà rappresenta un importante momento di riflessione e di formazione per tutti i medici estetici e di costante aggiornamento.
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Segreteria organizzativa Agorà-Amiest Tel. 02.86453780 – Fax 02.86453792 info@societamedicinaestetica.it www.societamedicinaestetica.it
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Un uomo su 620 viene colpito da tumore al seno Si tende erroneamente a credere che il tumore al seno, che colpisce in Italia ogni anno più di 50.000 donne, sia una patologia esclusivamente femminile. «È raro leggere di quei circa 500 uomini, che, nel nostro Paese, con cadenza annuale si ammalano di carcinoma della mammella», afferma Mario Rampa, chirurgo senologo esperto di oncoplastica (dal gennaio 2014 ricopre il ruolo di responsabile del servizio di Senologia della Clinica San Martino di Lecco, svolge le attività di Chirurgia senologica presso la Casa di Cura La Madonnina di Milano ed opera come consulente senologo per l’attività clinica di ricerca e formazione della
Lega italiana per la lotta contro i tumori di Milano). Il tumore al seno può colpire sia le donne sia gli uomini e, se nel primo caso la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nella guarigione, nel
secondo, questa è quasi totalmente assente. La prevenzione nell’uomo risulta assente, secondo Mario Rampa, per una diffusa mancanza di conoscenza che gli uomini han-
Pazienti ustionati: migliora la qualità delle cure
Migliora ad oggi la qualità delle cure per i pazienti ustionati. A patto, ovviamente, che questi siano trattati in un centro dedicato e da professionisti specializzati. Durante l’ultimo congresso Sicpre è stata dedicata una sessione al tema ustioni, in collaborazione con la Società italiana ustioni (Siust). «Per un paziente di questo tipo, con un alto rischio di infezioni, disidratazione e problemi cardiocircolatori – afferma Paolo Paolombo, responsabile del Centro ustioni dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma – la dotazione tecnologica del reparto fa la differenza». E oggi ci sono reparti, come quello appena inaugurato al Sant’Eugenio, che dispongono di impianti in grado di controllare alla perfezione il clima interno, l’umidità e di riprendere i pazienti con telecamere HD 24 ore su 24. In generale, sono in pericolo di vita pazienti che presentano ustioni sul 40% della su-
perficie del corpo, secondo Palombo, ma ovviamente ci sono variabili legate all’età e condizione fisica del paziente, alle parti interessate e alla gravità dell’ustione. Le aree più problematiche sono il volto, il torace e la regione genitale. Oltre alle caratteristiche del reparto, è fondamentale il tipo di cure. «La principale novità in questo ambito consiste in un derivato della bromelina, che viene applicato sui tessuti per togliere la pelle ustionata» spiega Palombo. Fino a poco tempo fa questo passaggio veniva svolto con un’operazione vera e propria. Oggi è sufficiente somministrare un anestestico, perché il trattamento è molto doloroso, applicare il farmaco e aspettare 4 ore. A questo punto si può procedere direttamente con lo step successivo della ricostruzione, utilizzando gli innesti cutanei forniti dalla banca dei tessuti.
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no in relazione al problema e per il fatto che essendoci un’incidenza così bassa non esistano programmi di screening. Nel 70% dei nuovi casi, infatti, con una diagnosi precoce, è possibile vincere il tumore. Nel confronto uomo-donna, si scopre che quest’ultima ha un tasso di guarigione molto più alto e a 5 anni dalla diagnosi guarisce in quasi il 90% dei casi. «L’uomo ha la fortuna di essere molto meno predisposto alla malattia, avendo meno tessuto mammario e un’esposizione ormonale inferiore; nell’uomo, manca infatti l’esposizione costante
Mario Rampa
agli estrogeni, che promuove la crescita delle cellule mammarie» spiega il dottor Rampa. D’altro canto, però, quando questo tipo di carcinoma si sviluppa nella ghiandola mammaria maschile risulta essere più aggressivo, e, senza una diagnosi precoce, molto più pericoloso. A 5 anni dalla diagnosi, se si è intervenuti allo stadio iniziale della malattia, il tasso di sopravvivenza varia tra il 75 e il 95% dei casi. Più tardi si interviene e maggiore è il rischio della patologia: tra il 50 e l’80% dei casi, se si interviene allo stadio intermedio della malattia, tra il 30 e
il 60% in caso di intervento nello stadio avanzato. Tra le cause scatenanti le statistiche vedono più soggetti alla malattia gli uomini obesi, che fumano, che mangiano male e non fanno sport. Altre importanti condizioni predisponenti, sono le alterazioni del metabolismo ormonale, le terapie ormonali e le radioterapie. L’importante, secondo Rampa, è fare cultura attorno al problema e far sì che anche il cosiddetto “sesso forte” prenda coscienza del rischio che potrebbe correre. Quando ci si fa la doccia potrebbe essere consigliabile controllare l’area del capezzolo e verificare che non vi siano piccole palline. Se si dovesse rilevare qualcosa di anomalo, è opportuno consultare un bravo senologo a scopo preventivo. (Fonte Airc per la ricerca sul cancro)
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tecnologie in medicina estetica
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difa cooper
The “deadly quartet”: i 4 fattori dell’invecchiamento cutaneo Fumo, stress, esposizione al sole e inquinamento atmosferico sono i principali fattori coinvolti nelle alterazioni che favoriscono l’invecchiamento precoce del derma I meccanismi biochimici e le alterazioni biologiche e anatomiche dell’invecchiamento cutaneo, sia per quanto riguarda la componente intrinseca (chronoaging) che la componente estrinseca (photoaging), sono ormai ben noti e dimostrati (1). Il danno ossidativo, le mutazioni del DNA dei cheratinociti e l’attivazione di enzimi litici, come le metallo-proteinasi, sono i principali fattori coinvolti nelle alterazioni che caratterizzano le trasformazioni del derma in senso di invecchiamento precoce (2). L’esposizione cronica e non protetta della pelle ai raggi solari, in particolare agli UVB e UVA comporta un danno “attinico” cronico che si caratterizza per alterazioni specifiche al DNA delle cellule dell’epidermide e a un innesco di stress ossidativo e conseguente infiammazione (3). Più recentemente si è dimostrato come anche le radiazioni solari appartenenti allo spettro della luce visibile ma soprattutto allo spettro dei raggi infrarossi (IR) contribuiscano in modo rilevante ai processi di invecchiamento cutaneo precoce (4). Danno da stress ossidativo Lo stress ossidativo è alla base sia di processi infiammatori cronici sia di alterazioni cellulari più o meno irreversibili. La formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) possono causare danni irreversibili alle membrane cellulari, alle membrane del nucleo ma soprattutto alle membrane mitocondriali. Una disfunzio-
ne della funzionalità mitocondriale si associa all’invecchiamento precoce cellulare e ai fenomeni di apoptosi. Stress ossidativo ed esposoma: “the deadly Quartet” Tra i principali fattori dell’esposoma collegati allo skinaging troviamo l’esposizione cronica non protetta ai raggi del sole, il fumo, lo stress e anche l’inquinamento atmosferico. Possiamo certamente parlare di un “deadly quartet” per quanto riguarda la nostra pelle in quanto tutti e quattro questi fattori possono agire causando danni a molti bersagli sia cellulari sia tessutali favorendo i meccanismi di invecchiamento cutaneo. Inquinamento atmosferico nemico della pelle Studi sia epidemiologici che sperimentali hanno dimostrato come l’inquinamento atmosferico si correlino con un’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo. Questo causa uno stress ossidativo intenso e un’attivazione recettoriale. L’attivazione di questi recettori si associa a comparsa di rughe e di discromie cutanee. Estratto di Deschampsia antartica contro il danno da inquinamento atmosferico Si tratta di una pianta che comunemente cresce in Sud America (Cile) e il suo estratto (purificato e caratterizzato dai laboratori Cantabria Labs) ha dimostrato di possedere una potente azione antiossidante e “anti-pollution”. Infatti stu-
> Evoluzione delle macchie cutanee al basale e dopo trattamento
di in vitro su colture di fibroblasti hanno dimostrato che l’estratto di DA è in grado di: svolgere un’azione antagonista specifica dei recettori AhR, aumentare la produzione di loricrina aumentando la funzione barriera dell’epidermide e limitare il danno citotossico diretto in colture di fibroblasti indotto da fumo o da agenti
ossidanti aumentando la vitalità cellulare del 30%. È da poco disponibile un prodotto in formulazione siero a base di estratto di DA, acido ferulico, e vitamina C che offre al dermatologo una valida combinazione per contrastare i fenomeni ossidativi a livello cutaneo, agendo in modo specifico sui meccanismi recetto-
riali innescati dalle sostanze inquinanti. Massimo Milani, MD Direzione Medica Cantabria Labs Difa Cooper Bibliografia
1. Scharffetter-Kochanek K et al. Photoaging of the skin from phenotype to mechanisms. Exp Gerontol. 2000 May; 35 (3): 307-16.
2. Zhuang Y, Lyga J. Inflammaging in skin and other tissues-the roles of complement system and macrophage. Inflamm Allergy Drug Target. 2014; 13 (3): 15361. 3. Ichihashi M et al. UV-induced skin damage. Toxicology. 2003 Jul 15; 189 (1-2): 21-39. 4. Cho S et al. Effects of infrared radiation and heat on human skin aging in vivo. J Investig Dermatol Symp Proc. Elsevier, 2009. 15-19.
teecnologie venti e notizie in medicina estetica istituto helvetico sanders
Trapianto Fue & Dhi: soluzione innovativa alla calvizie
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Risultati del post-trapianto con tecnica Fue & Dhi,
Un approccio che consente l’attecchimento ottimale dei follicoli con percentuali molto vicine al 100%, riducendo i tempi di intervento e ottenendo risultati di estrema naturalezza Negli uomini sono tante le cause che comportano il problema di caduta dei capelli. Stress, diete dimagranti, fumo, anemia, interventi chirurgici, malattie, farmaci sono solo alcuni fattori determinanti che possono portare a questa problematica. La causa più frequente in assoluto è il fattore genetico/ereditario,
che porta alla calvizie più del 70% degli uomini e oltre il 40% delle donne. L’alopecia androgenetica ha la propria origine nel nome: è infatti una problematica che viene generata dagli ormoni androgeni e deriva da una predisposizione genetica. La calvizie femminile si distingue da quella maschile
per una comparsa più tardiva, ovvero tra i 30 e i 40 anni. Quella maschile ha di solito un principio di progressione più precoce; se la calvizie androgenetica si manifesta prima dei 30 anni è molto probabile che il suo sviluppo sia più veloce e aggressivo. La calvizie non dipende da un eccesso di ormoni androgeni
ma solo da una diversa sensibilità del follicolo a questi stessi ormoni in alcune zone del capo: tra questi il diidrotestosterone (DHT), principale responsabile del fenomeno, danneggia il follicolo accorciando la fase di crescita del capello e provoca una miniaturizzazione del follicolo e dei capelli da esso prodotti.
Le nuove tecniche di trapianto Istituto Helvetico Sanders esegue il trapianto capelli con tecnica Fue (Follicolar Unit Extraction) per l’estrazione dei follicoli e l’innovativo sistema di impianto Dhi (Direct Hair Implantation), grazie al quale le unità follicolari vengono reimpiantate direttamente sul cuoio capelluto: un approccio che garantisce l’attecchimento ottimale dei follicoli con percentuali molto vicine al 100%, riducendo notevolmente i tempi di intervento e ottenendo risultati di estrema naturalezza. A supporto dell’intervento di trapianto, viene eseguito il protocollo Istituto Helvetico Sanders Smart Fue (Scalp Motorized Assisted Rational
misura per il paziente, anche con riferimento all’assistenza post-operatoria, indispensabile per ottimizzare al meglio i risultati del trapianto. Grazie a controlli periodici svolti con cadenza mensile da esperti nella sede più vicina, sarà possibile verificare la corretta ricrescita dei capelli in linea con i rispettivi ritmi biologici fino al raggiungimento del risultato desiderato. La garanzia del trapianto I pazienti possono affidarsi ad Istituto Helvetico Sanders con la massima tranquillità e la garanzia di potersi sottoporre a un intervento studiato appositamente per ottenere il massimo risultato raggiungibile per le proprie personali caratteristiche.
> Trapianto dei capelli con tecnica Fue per l’estrazione dei follicoli e l’innovativo sistema di impianto Dhi
Transplantation), che vanta la peculiarità di un attento studio della casistica mirato a trovare il migliore approccio e una continua assistenza al paziente post-intervento. La base razionale del protocollo concepito da Istituto Helvetico Sanders per ottenere un risultato ottimale consiste in un calcolo preventivo delle grafts cm 2 necessarie per coprire la zona ricevente; tutto questo viene reso possibile grazie ad equipe mediche altamente specializzate e preparate, strumentazioni di precisione e strutture all’avanguardia nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie. Il percorso viene studiato su
Quando Istituto Helvetico Sanders sottopone una persona a uno dei propri interventi, lo fa con la certezza che ci siano tutti i presupposti per poter procedere con successo; diversamente, in caso di mancata idoneità, l’etica professionale di Istituto Helvetico Sanders garantisce che il paziente venga informato immediatamente dell’impossibilità di intervenire, al momento dell’analisi gratuita con l’esperto. I migliaia di risultati ottenuti sono consultabili tramite materiale fotografico e video, dove i clienti raccontano la loro esperienza e il loro percorso mostrando la ritrovata capigliatura.
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SEFFIKIT, IL “LIFTING RIGENERATIVO” DEL VOLTO La terapia rigenerativa è oggi una realtà molto promettente: le cellule staminali mesenchimali autologhe di origine adiposa ADSCs, si sono dimostrate efficaci nell’accelerare i processi di guarigione, rigenerazione di cute e tessuti mesenchimali e nella cura di patologie autoimmuni. La chirurgia plastica ed estetica è stata una delle prime branche della medicina a sfruttare le caratteristiche degli ADSCs. Nel 2015 il professor Alessandro Gennai ha pubblicato la tecnica di Tissue graft SEFFI (Superficial Enhanced Fluid Fat injection) e nel 2016 è stata integrata con la pubblicazione della tecnica MicroSEFFI. SEFFI e MicroSEFFI si differen-
ziano dalle altre tecniche in quanto utilizzano speciali microcannule che permettono di selezionare i cluster cellulari di dimensioni corrette già nella fase di prelievo, evitando quindi la manipolazione successiva necessaria in fase di innesto, inoltre è l’unica tecnica che fornisce 3 tipi di tessuto da innestare. Metodiche di chirurgia mininvasiva che permettono di realizzare un vero ringiovanimento rigenerativo del viso con risultati evidenti, naturali e duraturi nel tempo. Oggi questa tecnica si avvale del SEFFIKIT, un kit monouso che contiene tutto il materiale necessario per la procedura di prelievo e di innesto del tessuto, portando notevoli vantaggi in:
Tabloid di Medicina Estetica Trattamenti estetici e chirurgia plastica Quadrimestrale di attualità clinica, scientifica e professionale in medicina estetica Anno III - numero 2 - maggio 2019 Numero chiuso in redazione il 3 maggio 2019 Direttore responsabile Giuseppe Roccucci g.roccucci@griffineditore.it Coordinamento editoriale Rachele Villa r.villa@griffineditore.it Redazione Andrea Peren a.peren@griffineditore.it Lara Romanelli l.romanelli@griffineditore.it Segreteria di redazione e traffico Ufficio abbonamenti Maria Camillo customerservice@griffineditore.it Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 Progetto grafico e impaginazione Massimo D’Onofrio - Grafic House info@grafichouse.org Hanno collaborato in questo numero Lucia Oggianu, Monica Oldani, Renato Torlaschi, Liana Zorzi Pubblicità Stefania Bianchi s.bianchi@griffineditore.it Paola Cappelletti p.cappelletti@griffineditore.it Lucia Oggianu l.oggianu@griffineditore.it
Griffin srl unipersonale P.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (CO) Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 www.griffineditore.it - info@griffineditore.it Stampa Starprint srl - Bergamo Tabloid di Medicina Estetica Copyright© Griffin srl Iscrizione Registro degli operatori di comunicazione N. 14370 del 31.07.2006 - ISSN 2532-5930 La proprietà letteraria degli articoli pubblicati è riservata a Griffin srl. Il contenuto del giornale non può essere riprodotto o traferito, neppure parzialmente, in alcuna forma e su qulalsiasi supporto, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Ai sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi.
- sicurezza, vengono utilizzate cannule delicate con fori estremamente ridotti e di difficile manutenzione. Di conseguenza solo cannule monouso garantiscono la totale sicurezza a paziente e chirurgo; - semplicità, il chirurgo trova tutto il materiale necessario per eseguire la tecnica, risparmiando tempo in organizzazione e preparazione; - efficacia, il kit permette di eseguire la tecnica in modo corretto e standardizzato SEFFIKIT è studiato per l’applicazione in chirurgia estetica al fine di eseguire il ringiovanimento rigenerativo del volto attraverso l’innesto autologo omologo di tessuto adiposo ricco in SVF e ADSCs.
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dispositivo EAST HP Lo xantelasma delle palpebre è un tipo molto comune di xantoma che colpisce la pelle. Una metodica attuale di rimozione mininvasiva e ambulatoriale è l’utilizzo del dispositivo EAST HP, un device per chirurgia ad arco elettrico che sfrutta la ionizzazione con correnti ad elevato voltaggio ma a bassa potenza nominale. La presenza di un circuito “DutyCycle” permette di generare un frazionamento di segnale in frequenza a onda quadra in grado di sublimare il tessuto proteggendo le aree limitrofe dal danno termico. Il tutto si traduce in un’elevata efficienza di taglio senza carbonizzazione, utile su tessuti sottili e delicati come la palpebra. Già utilizzato per ottenere la blepharo skin contraction, trova sempre maggiori applicazioni nelle pratiche mininvasive grazie a 5 programmi con diverse rate
di impulsi e frequenza che diventano 10 grazie a un accessorio. La rimozione dello xantelasma prevede l’applicazione dell’arco elettrico direttamente sulla lesione vaporizzando prima lo strato superficiale di cute per poi liquefare il contenuto colesterinico. L’intervento, della durata di pochi minuti può essere preceduto da anestesia, anche se impostando i programmi più delicati è spesso indolore. La guarigione avviene in pochi giorni e, se le dimensioni dello xantelasma sono inferiori ai 4 mm è possibile evitare la sutura.
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LINEE CROMA PHARMA: DAGLI ESPERTI DELL’ACIDO IALURONICO Croma Pharma è considerata a livello mondiale una delle aziende più moderne e affidabili per lo sviluppo e produzione di iniettabili a base di acido ialuronico. Ad oggi l’azienda ha prodotto oltre 50 milioni di siringhe di acido ialuronico, ricopre un’area di 22.000 m2 solo per la parte industriale e ha una capacità produttiva di 5.000 siringhe all’ora. Per una strategia di uniformità dei marchi in tutto il mondo, la linea Croma di filler Princess si chiama oggi Saypha, è già registrata secondo le nuove direttive MDR e comprende 6 formulazioni (3 con lidocaina e 3 senza): Saypha RICH senza lidocaina, Saypha Filler e Saypha Volume con o senza lidocaina e Saypha Volume Plus, solo con lidocaina e specifico per la correzione e rimodellamento dei volumi del viso. Oltre agli iniettabili, Croma Pharma ha introdotto una linea completa di fili in PDO (Basic, Screw, Barb II, Barb II 4D, Barb II Anchor e Barb II Peako) per offrire al medico la possibilità di ottimizzare e personalizzare al massimo i trattamenti di ringiovanimento. Per completare e rendere ancora più piacevole ogni sessione ambulatoriale la divisione Croma Skin Care propone due maschere in tessuto biodegradabile, Hyaluronic Acid Face Mask e Green Tea Face Mask.
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RIMODELLAMENTO CORPOREO NON invasivo: ONDA ACUSTICA AWS MED La tecnologia a onde acustiche di EME Derma risponde alla crescente esigenza di rimodellare la silhouette senza ricorrere a metodiche invasive. AWS Med utilizza onde acustiche vibranti per ridurre le adiposità localizzate ed eliminare gli inestetismi della cellulite, migliorando così il tono e l’elasticità cutanea. Grazie alla sua azione profonda, permette infatti di rimodellare efficacemente la silhouette in modo totalmente indolore e non
invasivo consentendo risultati stabili nel tempo. Le onde acustiche si propagano nella zona trattata, rilasciando energia e cedendola alle cellule adipose. Ciò facilita la distruzione delle aree fibrotiche e la riduzione dei noduli, migliorando il microcircolo e permettendo la regolazione del flusso ematico attraverso il letto vascolare. Un flusso sanguigno accelerato, unito a un’elevata attività vasomotoria, aiuta l’eliminazione dell’a-
EME Srl Tel. 0721.400791 info@eme-srl.com - www.eme-srl.com
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REVERSE, TRATTAMENTO PER IL MELASMA Reverse è il nome del trattamento più recente e completo per contrastare le iperpigmentazioni profonde della pelle e prevenirne la recidiva. Le macchie miste o profonde che si presentano più estese, in genere a limiti irregolari, sono difficilmente eliminabili e spesso dopo ogni trattamento aggressivo si ripresentano più intense ed estese di prima. Il melasma appartiene a questo tipo di macchie e le persone che ne sono affette, per lo più donne in età fertile, spesso sono frustrate dall’aggravarsi dell’inestetismo dopo un tentativo di rimozione. Il melasma infatti è una patologia a tutti gli effetti, che può durare molti anni, e perciò chi ne è affetto non deve illudersi con il miraggio di un trattamento rapido e definitivo. Al contrario il paziente deve essere accompagnato in un lungo percorso che prevede una serie di trattamenti per tenere il melasma sotto controllo, in modo che la pigmentazione, nel caso rimanga ancora presente ma attenuata, possa essere nascosta con un velo di crema colorata con fotoprotezione, ovviamente importante perché ogni esposizione ai raggi UV rispristina il melasma. Il nuovo trattamento ambulatoriale Reverse Peel proposto da WiQOmed costituisce una metodica di ricondizionamento del melasma senza produrre mai infiammazione e quindi senza provocare un effetto rebound che lo aggraverebbe. Il nome Reverse è ispirato dall’approccio progressivo che va in senso inverso rispetto ai trattamenti classici, dagli strati profondi a quelli esterni. Il trattamento ambulatoriale va completato poi a casa con l’applicazione di Reverse Serum, che ha il compito di inibire la formazione di nuova melanina. Per la massima efficacia Reverse Serum va applicato la mattina e la sera, anche d’inverno, e accompagnato con ICP Cream, con SFP 50+ Uva e Uvb.
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diposità. Il tessuto connettivo si rilassa e diventa più elastico e predisposto a produrre nuovo collagene favorendo il rassodamento del derma e dell’epidermide. Prima del trattamento: le cellule adipose spingono in alto verso la superficie cutanea, le fibre verticali inelastiche del tessuto connettivo non si distendono insieme al tessuto adiposo che le circonda e la circolazione sanguigna locale è ridotta.
GPQ Srl Tel. 040.360408 contact@wiqomed.com – www.wiqo.com
Durante il trattamento vengono introdotte nel tessuto onde acustiche ad alta energia. Ciò comporta il rilassamento del tessuto connettivo aumentando la tonicità dell’epidermide, migliorando la circolazione sanguigna e riducendo l’effetto materasso. Dopo il trattamento il tessuto connettivale risulta drenato, tonico e compatto con una visibile riduzione dei volumi.
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