ISSN 2532-5930
estetica Tabloid di medicina Anno I - numero 3/2017
clinica e pratica RINOPLASTICA Negli interventi chirurgici correttivi del setto e della piramide nasale vanno conciliati due aspetti strettamente correlati: l’estetica e la funzione pag. 6 TERAPIA FOTODINAMICA Le applicazioni terapeutiche della PDT includono il trattamento dell’acne e di altre malattie correlate alle ghiandole sebacee. Effetti collaterali limitati la rendono una procedura promettente per contrastare anche i danni derivanti dal fotoinvecchiamento pag. 8
FILI DI SOSPENSIONE RIASSORBIBILI
aGORà: FOCUS SU PEFS E ADIPOsità localizzata In una sessione ad alta specializzazione del congresso internazionale di medicina estetica Agorà di Milano si fa il punto sul trattamento della cellulite e delle adiposità localizzate. Il programma è strutturato per distretto anatomico così da fare una panoramica sulle migliori procedure, prodotti e tecnologie che la medicina estetica può offrire per la cura di una specifica area
Questa procedura a metà strada tra medicina e chirurgia estetica trova applicazione principalmente sul terzo medio e sul terzo inferiore del viso ed è efficace nel ridonare i volumi persi con l’aging gravitario pag. 4
eventi e notizie formazione, tendenze e novità in medicina e chirurgia estetica
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INTEGRATORI in medicina estetica
Una supplementazione specifica nella terza età può contrastare l’invecchiamento cutaneo e ridare elasticità alla pelle pag. 15
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in copertina
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PEFS: DOPO UN ANNO DI CAMPAGNA, AGORÀ NE PARLA AL SUO CONGRESSO La società scientifica, sempre attenta alle tematiche della prevenzione, accende i riflettori sulla cellulite. Tra le pazienti regna «una grande confusione riguardo a questa patologia, alle cause della sua comparsa e ai metodi di cura» n
L
a società di medicina a indirizzo estetico Agorà ha promosso nell’ultimo anno una campagna nazionale di prevenzione della Pefs – pannicolopatia edemato-fibrosclerotica, comunemente nota come cellulite – dopo che il suo Osservatorio di medicina estetica aveva rilevato una diffusa mancanza di conoscenza e di un adeguato approccio diagnostico e curativo da parte delle donne che ne sono colpite. L’argomento è tra quelli affrontati in occasione del 19° congresso internazionale di medicina estetica Agorà, in programma dal 12 al 14 ottobre a Milano, uno tra i più importanti eventi europei nell’ambito della medicina estetica e dell’anti-aging. Il presidente Alberto Massirone ha anticipato a Tabloid di Medicina Estetica alcune considerazioni destinate a trovare un ampio approfondimento nel convegno milanese.
Professor Massirone, come si è svolta e quali risultati ha prodotto la campagna nazionale di prevenzione sulla cellulite che avete lanciato lo scorso anno? La campagna ha riguardato l’intero territorio nazionale, coinvolgendo i soci qualificati Agorà (medici diplomati presso la Scuola di medicina estetica Agorà), che hanno offerto uno screening a tutte le pazienti che ne facevano richiesta. La società scientifica Agorà ha predisposto schede cliniche per la raccolta dei dati e una specifica cartella clinica, oltre ai modelli di referto corredati da guide informative da distribuire alla popolazione per poter monitorare la situazione su scala nazionale. L’iniziativa è stata promossa con inserzioni sui principali quotidiani nazionali e sulle riviste di settore, con una campagna sui social network e con la presentazione di un
video promozionale che è stato anche divulgato in oltre mille sale cinematografiche sul territorio nazionale. Dai dati raccolti durante il mese della prevenzione è emersa in primis una grande confusione riguardo a questa patologia, alle cause della sua comparsa e ai metodi di cura. Che accoglienza ha avuto il mese della prevenzione sulla cellulite? Direi ottima, sia da parte dei medici che si sono dimostrati disponibili a sostenere un’iniziativa di questo genere, sia da parte della popolazione che ha risposto con entusiasmo, tanto che abbiamo dovuto estendere l’iniziativa anche al mese di giugno. E un buon interesse all’iniziativa lo ha dimostrato anche la stampa. Quali sono gli equivoci più diffusi riguardo a questa malattia e che conseguenze comporta la generale man-
canza di conoscenza nella popolazione? Come dicevo, dalla campagna è emersa una scarsa cultura della patologia: la cellulite è uno stato “parafisiologico” della donna, in quanto quasi tutte ne soffrono, ed è dovuto in parte al corredo genetico e in parte alle fluttuazioni ormonali tipiche della donna. Questi fattori portano a un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali, ne consegue una compressione che tende a soffocare i capillari. Inoltre, la cellulite non è direttamente collegata al peso, come invece gran parte della popolazione crede. Le nostre iniziative ci hanno portato a contatto con molte persone e ci hanno permesso di mettere in luce un altro aspetto importante: il fatto che in molti sottovalutano l’importanza dell’alimentazione, che deve essere ricca di frutta e verdura e povera di carboidrati e sale, privilegiando acqua oligominerale in abbondanza che aiuta a eliminare le scorie rispetto alle bevande zuccherate o gasate e agli alcolici. Altro aspetto emerso dalla campagna è la scarsa consapevolezza dei rischi che si corrono trascurando la cellulite: non si tratta solo di un inestetismo sgradevole, ma di un campanello d’allarme che indica un cattivo funzionamento dell’organismo e che, se trascurato, può degenerare in insufficienza veno-linfatica e in altre patologie più serie.
le attività di agorà La società di medicina a indirizzo estetico Agorà porta avanti diverse attività: in primis, un’attività sistematica di review della letteratura internazionale relativa all’ambito della medicina estetica, attraverso l’analisi critica a cura del comitato scientifico di quanto viene pubblicato nel mondo sulle riviste indicizzate. «In secondo luogo – continua il presidente Alberto Massirone – ci siamo focalizzati sullo sviluppo della piattaforma Fad di formazione a distanza accreditata Ecm. E ancora, avremo corsi monotematici da ottobre 2017 a giugno 2018, rinnovati e implementati; vorrei infine ricordare l’appuntamento di aggiornamento professionale “Agorà up to date” che si terrà il prossimo 17 marzo 2018».
Nel congresso internazionale Agorà di quest’anno vengono presentate novità in questo ambito. Ce ne può parlare? Quest’anno il congresso prevede una sessione ad alta specializzazione legata alla cellulite, dedicata ad analizzare in maniera dettagliata il trattamento dell’adiposità localizzata e della Pefs. Le novità riguardano non solo la terapia ma anche la diagnostica e l’approccio clinico che si ha su questa materia, anche attraverso la presentazione di un nuovo position paper a firma mia e del professor Francesco Albergati sul nuovo approccio all’adipocita. Ma si annunciano novità anche nei trattamenti: parliamo in particolare di trattamenti laser e di una innovativa apparecchiatura che, attraverso la recisione guidata dei setti fibrosi, consente di eliminare la buccia d’arancia a lungo termine, come da approvazione della Food and Drug Administration. Si tratta di una vera innovazione perché è sufficiente una seduta per un risultato garantito a tre anni. La nostra società scientifica sta valutando un protocollo specifico su questa metodica.
Non è la prima campagna di cui Agorà si è fatta promotrice, sempre dando grande importanza alla prevenzione. Ci può parlare di questo aspetto della vostra attività? Forti della positiva esperienza della scorsa primavera con la campagna di prevenzione sulla cellulite, a settembre abbiamo lanciato la campagna di prevenzione sulla cura della pelle dopo le vacanze, che ha avuto un grande successo. Questo perché ci siamo resi conto che ancora oggi c’è scarsa informazione e poca attenzione sulla cura di sé, che non deve essere vista solo come una forma di vanità, ma come vero e proprio approccio preventivo all’invecchiamento e alla degenerazione di inestetismi in patologie. Come dicevamo prima, tutte le donne vivono come un problema la cellulite ma poche, soprattutto dopo una certa età, fanno movimento costante, curano l’alimentazione e fanno controlli periodici sulla funzionalità veno-linfatica. Lo stesso discorso vale per la pelle: oggi c’è molta più attenzione ai danni causati dal sole ma pochi usano, tanto per fare un esempio, la protezione anche
Alberto Massirone
in città. Ecco, lo scopo delle campagne è proprio quello di informare, abbattere pregiudizi ed errate convinzioni, trasmettere uno stile di vita sano, evitare che l’inestetismo degeneri in patologia ed effettuare uno screening del territorio, utile per avere un quadro aggiornato e per informare correttamente la popolazione promuovendo una corretta cultura e attenzione sul tema che, di volta in volta, affrontiamo. Oltre alle novità sulla cellulite, quali sono le tematiche principali del congresso 2017? Il congresso quest’anno si distingue per la presentazione di tecniche avanzate, grazie anche al confronto con gli esperti internazionali intervenuti, e di dispositivi e iniettabili innovativi che vengono presentati nei loro protocolli terapeutici. Sono state organizzate sessioni e anche giornate specialistiche, in collaborazione con le principali società scientifiche del settore, oltre a una vasta area espositiva per sottolineare l’importanza delle aziende nell’evoluzione della nostra disciplina. Renato Torlaschi
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LIFTING MEDICO DEL VOLTO CON FILI DI SOSPENSIONE RIASSORBIBILI Efficaci nel ridare al viso i volumi persi con l’aging gravitario, i fili di sospensione si applicano in una sola seduta ambulatoriale. Ma per ottenere un miglioramento ottimale è indispensabile padroneggiare la tecnica e conoscere i rischi associati n
U
sati da oltre 10 anni per il lifting non chirurgico del volto, i fili di sospensione riassorbibili richiedono una breve fase di apprendimento teorico-pratico. «L’aging gravitario è la prima indicazione per il lifting medico che prevede l’uso di fili di sospensione riassorbibili – spiega Maurizio Cavallini, Specialista in Chirurgia Plastica e Microchirurgia, docente presso master universitari e Scuole di medicina estetica –. Pur essendo una tecnica a metà strada tra medicina e chirurgia estetica, è importante non sottovalutare la formazione con un training specifico».
Dottor Cavallini, l’indicazione all’uso dei fili di sospensione è l’aging gravitario facciale. Ce ne può parlare? L’aging gravitario facciale interessa sia lo svuotamento dei compartimenti adiposi sottocutanei superficiali o profondi, con conseguente lassità del tessuto verso la regione man-
dibolare, sia lo scivolamento gravitario verso il basso, responsabile dello svuotamento, soprattutto delle guance, che determina la comparsa di depressioni sul volto. Sebbene i trattamenti con lipofiller o filler volumizzanti siano efficaci per riempire le zone svuotate dal processo di invecchiamen-
Maurizio Cavallini
FILI A DOPPIA AZIONE Azione pull lift (di tiraggio) con visibilità immediata. Dura alcuni mesi. n Azione volume lift (volumizzante). Compare in un secondo momento a seconda dei tempi di degradazione dei fili. Dura da un anno a diciotto mesi. n
to, tuttavia, solo attraverso una sospensione antigravitaria, ovvero con l’uso di fili di sospensione riassorbibili in polidiossanone o in acido polilattico detti anche fili antigravitari, è possibile ridonare al volto la rotondità e i volumi persi con l’aging gravitario. Infatti, i fili di sospensione hanno una loro applicazione sul terzo medio e, soprattutto, sul terzo inferiore del viso, ovvero la zona del volto che risente della maggiore caduta gravitaria, permettendo di ridefinire la linea mandibolare persa con lo scivolamento verso il basso dei tessuti. Come agiscono i fili di sospensione? Le azioni sono principalmente due: una detta pull lift, cioè di tiraggio, che la paziente vede immediatamente dopo il trattamento e dura per mesi; l’altra detta volume lift, ovvero volumizzante, il cui effetto è più lento perché avviene secondo i tempi di degradazione e riassorbimento dei fili che inducono la produzione di collagene cicatriziale il quale, riempiendo
la cute, permette di ottenere un miglioramento volumetrico del terzo medio del volto che dura da un anno a diciotto mesi. A seconda della necessità del singolo paziente, i fili di sospensione vengono applicati a paia, da minimo due a più fili per ciascun lato del volto, senza anestesia, ad eccezione di una leggera anestesia locale nei punti di ingresso dei fili. Diversi dai fili rivitalizzanti, i fili di sospensione sono piuttosto spessi e costituiti da microuncini o micro conetti su tutta la loro lunghezza; nel far passare il filo sotto la cute, i microuncini si agganciano alla parte profonda della cute e la stirano dal basso verso l’alto nella direzione dell’attaccatura dei capelli. Alcuni lo chiamano “lifting della pausa pranzo” ma lei preferisce lifting medico... In effetti, proprio perché si tratta di un intervento ambulatoriale che dura circa 30-45 minuti e non necessita né di esami né di anestesia, dopo il quale la paziente può tornare a condurre la sua vita >
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Chirurgia plastica sugli ex-obesi: in Italia è boom di interventi In Italia si registra un incremento esponenziale di interventi di chirurgia plastica sugli ex-obesi, volti a rimodellare il corpo dopo un dimagrimento anche di 50-60 chili. «Nel nostro Paese vengono eseguiti 20-30.000 interventi di questo tipo all’anno – ha dichiarato il professor Franco Bassetto, in occasione del 66esimo congresso nazionale della Società Italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre), che si è recentemente svolto a Modena –, e si tratta di numeri in forte crescita. Seppur con differenze, tutte le regioni italiane includono le procedure di chirurgia plastica morfofunzionali nel percorso di trattamento del paziente ex-obeso. Gli interventi sono a carico del Servizio sanitario nazionale, e quindi eseguiti senza alcun esborso da parte del paziente, ma spesso le liste d’attesa sono così lunghe da indurre a rivolgersi a liberi professionisti che operano in strutture private». Secondo un’indagine Istat, in Italia più di un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa. «La chirurgia bariatrica è sempre più sicura e affidabile – prosegue Bassetto –, di conseguenza sono sempre di più i
> normale, pur seguendo alcuni
accorgimenti per un paio di giorni, qualcuno l’ha definito come “lifting della pausa pranzo”. Tuttavia si tratta di una procedura medica da non sottovalutare e nemmeno da considerare come alternativa al lifting chirurgico perché sarebbe un messaggio scorretto per i pazienti. Infatti, il lifting medico ha indicazioni specifiche diverse rispetto al lifting chirurgico o minilifting, che resta l’opzione primaria nel trattamento dell’aging. Quali sono le indicazioni? Innanzitutto, oltre a valutare correttamente i segni dell’aging gravitario, è importante sapere che traggono maggiore beneficio dal lifting medico le donne da 40 fino a 60 anni e, laddove l’aging gravitario o l’età del paziente siano avanzati, l’opzione di trattamento adeguata è sempre il lifting chirurgico. Poi, una completa anamnesi e usare correttamente i fili riassorbibili permettono una buona predittività di risultato del lifting medico, riducendo così il rischio di effetti modesti che si traducono, quasi sempre, in insoddisfazione del paziente. Pertanto, nell’anamnesi è bene rilevare, insieme ad eventuali allergie ai fili di sutura, terapie anticoagulanti o patologie autoimmunitarie, anche la tipologia di trattamenti come filler volumizzanti a cui si è sottoposta la paziente perché potrebbero costituire causa di rinvio della procedura di lifting medico. Inoltre, è necessario ricordare che è importante utilizzare fili sicuri, di cui è ri-
conosciuta la biocompatibilità, certificati CE e rintracciabili. Infine, conoscere bene sia la tecnica, grazie a training specifici a metà strada tra medicina e chirurgica estetica, sia i rischi di perdita di trazione: infatti, effettuare movimenti di eccessiva apertura della bocca, come sottoporsi a cure odontoiatriche, e ridere eccessivamente possono far “sganciare” il filo che può fuoriuscire dal foro di ingresso di qualche millimetro. In quanto tempo si impara la tecnica corretta di utilizzo dei fili? La curva di apprendimento è piuttosto veloce ma è importante seguire un corso specifico per usare i fili alla giusta profondità facendo attenzione ai piani di scorrimento e alle strutture presenti nel volto, quali importanti nervi e vasi. La formazione teorico-pratica dura in genere una giornata; a questa consiglio di far seguire qualche trattamento sotto la guida di un tutor esperto in modo da poter essere in grado di effettuare da soli, correttamente e senza dubbi, l’inserimento dei fili. Quali sono secondo lei le future applicazioni dei fili? Attualmente sono ampiamente utilizzati per trattare il viso e in questo caso si conoscono tutte le variabili che ne fanno un intervento sicuro. Tuttavia la sfida, già iniziata, sarà utilizzarli per l’aging del seno, delle braccia e dei glutei che al momento hanno solo un’opzione chirurgica. Liana Zorzi
pazienti che arrivano dal chirurgo plastico per la riduzione dei tessuti di rivestimento in eccesso che residuano dai grandi dimagrimenti e che rendono impossibile lo svolgimento normale della vita, dal camminare alla cura dell’igiene personale». Gli interventi necessari per ritornare in forma interessano tutti i distretti del corpo: la mammella, l’addome, le braccia, le cosce e spesso anche il volto e il collo. Il risultato però, avvertono gli esperti, non sarà mai simile a quello che si può ottenere su un paziente che si è allontanato di poco dal proprio peso forma: «I tessuti di un ex-obeso hanno perso elasticità – fa notare Bassetto – e questo è decisivo per il risultato finale, all’insegna di un grande miglioramento in termini di contorno corporeo ma non completamente soddisfacente da un punto di vista estetico». Anche i rischi non vanno sottovalutati per questi pazienti paticolari: «Il paziente obeso ha un alto rischio tromboembolico, rischio che purtroppo rimane elevato anche in chi ha superato questa fase della sua vita ed è oggi vicino al peso forma – ha spiegato il professor Giorgio De Santis, presidente del
Congresso Sicpre 2017 -. Ecco perché è così importante verificare, quando si sceglie di sottoporsi privatamente a questi interventi, la preparazione del medico a cui ci si affida e l’adeguatezza della struttura. Non molti anni fa a questi interventi era associato un rischio di morte. Oggi la situazione è molto migliorata ma si tratta comunque sempre di pazienti ‘particolari’, da affrontare con grande cautela». Rachele Villa
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RINOPLASTICA: CONIUGARE L’ESTETICA con LA FUNZIONE Nell’ambito della chirurgia nasale spesso è necessario considerare sia il lato estetico che quello funzionale: sono due aspetti fortemente interconnessi e non è possibile affrontarli in maniera separata n
L
a settorinoplastica è considerata universalmente la regina della chirurgia plastica facciale. Questo sia per la difficoltà dell’intervento chirurgico sia per l’impatto che può avere sull’estetica del viso. Nella chirurgia nasale si tende spesso a operare una netta distinzione tra l’estetica e la funzione, ma nella pratica clinica è spesso impossibile correggere l’una trascurando l’altra. Per esempio, un naso torto dipende spesso da un setto deviato e sarebbe impensabile correggere l’alterazione estetica senza effettuare una settoplastica funzionale. Viceversa, un naso dal dorso molto
alto e stretto implica la presenza di una stenosi a livello della valvola nasale interna e non è possibile occuparsi della funzione senza alterare l’estetica. Intervento correttivo estetico-funzionale: l’approccio chirurgico Le tecniche a disposizione per la correzione estetico-funzionale della piramide nasale sono numerose e in continua evoluzione. Gli approcci chirurgici utilizzati sono fondamentalmente di due tipi: aperto o chiuso. La rinoplastica chiusa si basa su incisioni effettuate a livello della mucosa interna del naso. In questo tipo di intervento il chirurgo
“sente” con le sue mani o vede attraverso piccole incisioni le strutture osteocartilaginee del naso e le modifica. La rinoplastica aperta o “open” prevede invece una piccola incisione in corrispondenza della columella. Attraverso essa, vengono esposte le strutture osteocartilaginee del naso, che possono quindi essere modificate sotto visione diretta e in assenza di distorsioni. Ciò che è cambiato nella chirurgia del setto e della piramide nasale negli ultimi 50 anni è la filosofia dell’approccio chirurgico: da demolitivo a ricostruttivo, da sottrattivo ad additivo. Se circa 20 anni fa potevano essere considerati “belli” i nasi
in cui si riconosceva nettamente la mano del chirurgo, oggi è universalmente riconosciuto che l’opera del chirurgo è stata adeguata quando non si vede che il naso “è rifatto”. In quest’ottica si è universalmente diffuso l’approccio open, che esalta l’aspetto architettonico e anatomico della chirurgia nasale, permettendo di coniugare al meglio l’estetica con la funzione. Questo concetto è sempre più enfatizzato soprattutto dagli autori americani, che hanno fatto della “open structure rhinoplasty” di Dean Toriumi il principio inspiratore della rinochirurgia. Gli svantaggi dell’approccio open sono la piccola cicatrice columellare (che di regola scompare entro i 6 mesi dall’intervento) e un gonfiore post-operatorio della punta nasale maggiore rispetto all’approccio chiuso. I vantaggi invece sono la possibilità di definire le deformità anatomiche sotto diretta ispezione della impalcatura osteocartilaginea, di effettuare la loro correzione in assenza di distorsioni e le garanzie maggiori di risultato. Questi vantaggi spiegano il perché tale approccio sia ormai utilizzato dalla maggior parte dei chirurghi nasali americani. Setto nasale deviato: le tecniche di correzione La chirurgia del setto nasale
è presupposto indispensabile quando il problema del paziente non sia esclusivamente estetico, ma anche funzionale. Il chirurgo nasale, sia egli otorinolaringoiatra, plastico o maxillo-facciale, non può non padroneggiare la chirurgia settale. Il setto nasale, oltre a presentare spesso deviazioni che ostacolano il flusso aereo, è responsabile anche di deviazioni dorsali della piramide nasale, provocando il cosiddetto “naso torto”. Se non si corregge la porzione dorsale del setto non si può riposizionare il naso sulla linea mediana del volto. Tuttavia nell’asportare il setto nasale è sempre necessario mantenere una L-struttura dorsocaudale di circa 10 millimetri che mantiene tutto il sostegno della piramide nasale. In caso contrario, il naso crolla e si insella come quello di un pugile. Ma come si fa a correggere la porzione dorsale del setto nasale deviato se essa non si può asportare? Esistono tre tecniche fondamentali da applicare in associazione alla settoplastica classica: spraeder graft, crossbar technique e settoplastica extracorporea. Lo spraeder graft, o innesto spaziatore, è una piccola barra di cartilagine, prelevata di solito dal setto nasale, che viene interposta tra il setto nasale e la
Tito Marianetti
cartilagine triangolare dal lato concavo allo scopo di spaziare la valvola e di raddrizzare il naso. Il cross-bar graft è una barra di cartilagine posta all’interno della porzione dorsale del setto nasale dopo aver effettuato alcune incisioni a tutto spessore che annullano la memoria cartilaginea. Esso raddrizza la porzione dorsale del naso e tale tecnica viene applicata nei casi di più grave deviazione della porzione cartilaginea della piramide nasale. La settoplastica extracorporea, infine, è una tecnica descritta da Wolfgang Gubisch che consiste nell’asportare tutto il setto nasale, rimodellarlo e reinserirlo. Queste tecniche sono meglio applicabili con approccio open. L’intervento sul setto nasale, oltre che essere necessario per eliminare deviazioni o per chiudere perforazioni (se presenti), si rende spesso fondamentale per prelevare degli innesti cartilaginei che servono a sorreggere nel tempo la piramide nasale o a ricostruirla in caso di settorinoplastiche di revisione. In caso la cartilagine del setto nasale sia assente per precedenti interventi o per motivi traumatici o infiammatori, la ricostruzione della piramide nasale è possibile utilizzando cartilagine prelevata dalla conca auricola> re o dalla costa.
> Rinoplastica primaria: simmetrizzazione del dorso con osteotomie e spreader graft a sinistra, rimodellamento completo della punta mediante combinazione di tongue in groove e riposizionamento caudale delle crura laterali
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> Problematiche funzionali
ed estetiche: due facce della stessa medaglia Vi sono casi in cui il setto nasale è dritto, ma il paziente, prima o dopo l’intervento, si lamenta del fatto che non respira. A volte il problema è rappresentato dai turbinati nasali, la cui ipertrofia è nella maggior parte dei casi compensatoria a una deviazione del setto (si ingrandisce il turbinato dove è presente la concavità del setto nasale) o su base allergica. I turbinati vanno sempre trattati durante l’intervento di settorinoplastica, ma a volte è necessario agire con farmaci antistaminici o cortisonici per tenerne a bada l’ipertrofia, quando essa sia su base allergica. Altre volte invece il paziente lamenta un problema funzio-
nale nonostante il setto sia dritto e i turbinati siano decongestionati. Prima di pensare a problemi non organici, è opportuno conoscere e analizzare la funzione delle valvole nasali. Ve ne sono due: una interna e una esterna. La valvola nasale esterna è facilmente esplorabile perché si trova subito dietro l’apertura narinaria e talvolta si trova chiusa da una deviazione del setto o della spina nasale anteriore o può presentarsi deficitaria a causa di un collasso della narice (facilitato dalle manovre di inspirazione), dovuto a una debolezza intrinseca o post-chirurgica della crus laterale delle cartilagini alari. Per capire l’anatomia e la funzione della valvola nasale interna pensiamo al naso come a una tenda canadese in
Marc Institute: apre a Milano un nuovo cadaver lab Apre a Milano presso il Polo scientifico e tecnologico MultiMedica il Marc Institute (Milan Anatomical Research Center). La struttura di dissezione anatomica, nata per la formazione pratica dei chirurghi, è altamente professionalizzante e articolata su tre livelli: anatomia, anatomia chirurgica e tecnica chirurgica. > Giorgio Pajardi «La peculiarità principale del cadaver lab MultiMedica è il suo inserimento all’interno di una struttura ospedaliera – spiega il professor Giorgio Pajardi, direttore scientifico del Marc Institute –. Offrire una formazione dedicata ai colleghi chirurghi facendoli operare sul cadavere, illustrare allo specializzando come si posiziona ad esempio una placca su un osso o mostrare al chirurgo già capace come posizionare una nuova placca sono momenti paradigmatici dell’insegnamento pratico. Esercitarsi su parti anatomiche provenienti da cadaveri umani è fondamentale per acquisire la necessaria manualità». L’obiettivo di strutture come questa è dunque la riduzione del gap tra l’apprendimento delle tecniche d’intervento e la loro applicazione in sala operatoria. Il Marc Institute non è riservato ai sanitari del Gruppo MultiMedica ma è aperto a tutti i chirurghi. Il laboratorio è organizzato in 15 postazioni e su ciascuna di esse possono operare 2 o 3 persone. Il relatore dal tavolo master d’insegnamento è collegato attraverso un impianto audio-video a tutte le postazioni. Il primo corso in programma è sulle tecniche microchirurgiche: in venti tra specializzandi e specializzati in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, maxillo-facciale, oculistica, ortopedia e otorinolaringoiatria, riprodurranno le tecniche illustrate dal relatore sul tavolo master nelle proprie postazioni microchirurgiche attrezzate con microscopio, strumentario, fili di sutura e preparato anatomico.
cui al centro c’è il setto nasale che sorregge tutto e, lateralmente, vi sono le cartilagini triangolari che si uniscono in alto come le pareti laterali della tenda: l’angolo tra il setto nasale e le cartilagini triangolari si chiama valvola nasale interna, deve essere di circa 15 gradi ed è qui che passa la gran parte dell’aria quando si respira. Si capisce bene che, in un naso storto, l’angolo della valvola nasale interna, ossia l’angolo superiore della tenda, sarà da una parte inferiore a 15 gradi e dall’altra superiore. In pratica non funziona la valvola nasale da entrambi i lati. Quante volte viene proposta, in un naso storto, la sola correzione del setto nasale, dicendo che il resto è estetica. Questo non è
> Correzione di naso deviato mediante osteotomie, spreader graft a sinistra e lateral crus overlay monolaterale sinistra di simmetrizzazione della punta
vero: correggere la porzione media ed inferiore del setto nasale e lasciare storto il naso nella sua porzione superiore ed esterna significa risolvere
solo parzialmente il problema respiratorio. Dunque estetica e funzione nel naso devono essere considerate come due facce della stessa medaglia.
Tito Marianetti Chirurgo maxillo-facciale e ortognatico specializzato in rinoplastica www.myrhinoplasty.it
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PDT: dall’oncologia alla medicina estetica Utilizzata inizialmente per il trattamento di tumori cutanei, la terapia fotodinamica è oggi impiegata efficacemente nella cura dell’acne e per contrastare i segni del fotoinvecchiamento n
L
a terapia fotodinamica o PDT (Photo Dynamic Therapy) è una metodica non invasiva e non chirurgica usata dalla fine degli anni ‘80 per il trattamento di alcuni tumori non melanoma della cute e in seguito anche per l’acne. In questi anni la metodica si è affinata e le frontiere delle potenziali applicazioni si sono allargate a numerose patologie e disturbi estetici. Tale tecnica prevede l’utilizzo per via topica o sistemica di un molecola fotosensibilizzante. La successiva irradiazione con luce visibile con opportune lunghezze d’onda favorisce l’attivazione della tale molecola, condizionando una serie di eventi fotochimici, fototossici e fotobiologici, le cui conseguenze sono rappresentate da alterazioni cellulari quali la morte per necrosi o apoptosi delle cellule sensibilizzate.
Interazione con i tessuti La PDT si fonda su tre requisiti: il fotosensibilizzante, l’ossigeno molecolare e luce di una specifica di lunghezza d’onda. Il fotosensibilizzante viene applicato per via topica o somministrato per via sistemica. I fotosensibilizzanti per via topica più frequentemente usati in ambito dermatologico ed estetico sono: n l’acido 5-aminolevulinico (5-ALA); n il suo derivato metil-aminolevulinico (MAL).
Il 5-ALA è un profarmaco, infatti è un precursore endogeno per la biosintesi dell’eme ovvero è in grado di trasformarsi nella cellula in protoporfirina IX (PpIX). Il profarmaco penetra più facilmente attraverso uno strato corneo alterato concentrandosi in quantità rilevante in alcuni tumori epiteliali e in alcune patologie infiammatorie. L’elevata proliferazione cellulare facilita l’accumulo. La cute sana con strato corneo normale è impermeabile alla 5-ALA che si accumula facilmente anche nei batteri Gram-positivi come il Propionibacterium acnes, svolgendo un’ottima azione battericida. La protoporfirina IX si fotoattiva con luce visibile, rossa o blu. Lo stato di eccitazione luminosa favorisce il trasferimento di energia all’ossigeno molecolare presente nella cellula, con formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). L’ossigeno singoletto e in misura minore l’anione superossido, radicali ossidrilici e H2O2, reagiscono con substrati proteici e lipidici, trasformandoli nei loro derivati ossidati. I danni fotoindotti sono confinati alle sedi dove si localizzano le porfirine: prevalentemente alla membrana citoplasmatica e agli organelli subcellulari. I sistemi Led rappresentano di norma le fonti di luce più usate, anche se la metodica può prevedere anche strumenti quali le luci pulsate.
> Acne: immagine pre e post trattamento con terapia fotodinamica
Marco C. Fumagalli
L’emissione di luce rossa con lunghezza d’onda 630 nm è la più utilizzata. Nell’acne può essere usata la luce blu. La PDT in ambulatorio La terapia fotodinamica prevede l’applicazione del topico, di norma in modalità occlusiva per favorire l’assorbimento dell’attivo e contrastare l’attivazione parziale da parte della luce del topico. Più recentemente l’uso di un gel che favorisce un rapido e progressivo assorbimento transcutaneo dell’ALA ha consentito l’applicazione senza occlusiva, favorendo la compliance del paziente. Coi sistemi Led in uso il tempo di esposizione va dai 6 ai 15 minuti. Per favorire l’assorbimento del principio attivo si consiglia l’uso cheratolitici blandi i giorni precedenti l’applicazione. Applicazioni terapeutiche La PDT in Europa è approvata per il trattamento delle cheratosi attiniche, della malattia di Bowen, del carcinoma basocellulare superficiale (sBcc) e del carcinoma basocellulare nodulare (nBcc) con spessore non inferiore a 2 mm. Non è indicato nei basaliomi nodulari con spessore maggiore di 2 mm, nel basalioma sclerodermiforme e nel pigmentato. L’uso integrato del laser CO2 in modalità continua e frazionata ha dimostrato una maggiore attività terapeutica rispetto al trattamento tradizionale con PDT, allargando
> Acne rosacea tardiva: immagine pre e post trattamento con terapia fotodinamica
le indicazioni a basaliomi anche di maggior dimensioni. Inoltre numerosi studi confermano l’applicazione terapeutica per la terapia fotodinamica nelle condizioni di seguito descritte. PDT e acne La terapia fotodinamica è nota per essere efficace nel trattamento dell’acne vulgaris e di altre malattie correlate alla ghiandola sebacea sia con ALA o con Mal-ALA. L’acne con importante componente infiammatoria risponde al trattamento. Molti autori sottolineano l’efficacia terapeutica con dosi variabili di ALA dal 5 al 20% per un tempo di 3 ore. Anche nell’acne conglobata la PDT sembra rappresentare una valida alternativa all’isotretinoina. In genere sono previste 3-4 applicazioni una volta ogni 15 giorni. Le recidive sono scarse. Secondo alcuni autori beneficia di tale terapia anche la componente macro e microcomedonica, probabilmente per l’effetto desquamativo. Gli effetti collaterali sono scarsi e in genere è ben tollerata. Il dolore di norma è contenuto e non ne condiziona il trattamento soprattutto con l’uso dell’ALA è più tollerato rispetto il Mal-ALA. Il rossore in genere si risolve nelle 24-48 ore. Eccezionale l’osservazione di fenomeni vescicolo-bollosi o erosivi, pigmentazioni pseudo-follicoliti o miliarie. Le recidive sono rare e i risul-
tati molto confortanti. L’acne rosacea è stato oggetto di studi da parte di alcuni autori e tale metodica sembra rappresentare un alternativa alla terapia tradizionale. Anche l’idrosoadenite può rispondere alla metodica. In genere il tempo di posa è superiore. Le principali azioni svolte dalla terapia sull’acne sono: n azione antibatterica diretta nei confronti del Propionibacterium acnes. n Potenziale azione antibatterica solo della luce rossa (e della luce blu) senza 5-ALA. La reazione fotodinamica naturale si esplica anche durante l’estate grazie agli UV e luce visibile grazie alle protoporfirine e coproporfirine presenti nel Propionibacterium acnes. n Azione sulla ghiandola sebacea (atrofia dei lobi) con modificazione della secrezione sebacea. n Azione peeling sui comedoni. n Azione antinfiammatoria. La PDT viene usata in ambito dermatologico nelle verruche resistenti alla terapie convenzionali. Alcune segnalazioni giustificano l’uso di tale metodica nella tinea pedis recalcitrante. La terapia fotodinamica è stata utilizzata nel trattamento dei peli superflui. I laser e le luci pulsate sono poco o per nulla efficaci nei peli biondi o bianchi. Infine la PDT trova ulteriori indicazioni nel trattamento delle ulcere degli arti inferiori e in alcuni disturbi della cicatrizzazione.
PDT e fotoringiovanimento Numerose osservazioni sembrano dimostrare che il trattamento di cheratosi attiniche multiple su pelle fotodanneggiata trattate con PDT possa favorire una sorta di “positivo effetto collaterale” . I pazienti con fototipi chiari e con una storia di esposizione al sole e danni attinici di varia severità sono i migliori candidati per questa tecnica. La terapia fotodinamica potrebbe rappresentare una valida alternativa ad altre metodiche per attenuare alcuni segni del fotoinvecchiamento quali iperpigmentazioni e macchie solari, eritrosi, rughe, fini elastosi solari e pori dilatati. Il trattamento simultaneo di più zone e la prevenzione delle cheratosi attiniche, la possibilità di ripetere i trattamenti e, contrariamente ad altre procedure, effetti collaterali limitati e calcolabili rendono la PDT una procedura promettente per contrastare i danni fotoindotti. Anche la day-light PDT ovvero la terapia fotodinamica che si avvale della luce del sole in luogo delle lampade rosse o blu ha dimostrato efficacia terapeutica sulle cheratosi attiniche del volto, ma anche dei risultati significativi sul danno fotoindotto. Marco C. Fumagalli Specialista in dermatologia e venerologia Giulia Bellettati Esperta in medicina estetica, dermocosmetologia e laser terapia
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Filler rimpolpanti per labbra: le cure pre e post-trattamento In vista di un filler può essere utile preparare le labbra, aumentandone volume e idratazione per attenuare rughe e secchezza. Dopo l’impianto, la cura domiciliare prevede un trattamento specifico per la stimolazione delicata del tessuto labiale n
D
elle labbra ben disegnate e armoniose nel loro volume giocano un ruolo importante nella relazione con l’altro, sono organo di seduzione e permettono di esprimere emozioni quali gioia, tristezza e rabbia. Le labbra sono composte da
tre parti anatomiche: le labbra bianche o white lip roll, che partono dalla base delle narici e comprendono anche il filtro, le labbra rosse, il vermiglio superiore e inferiore, l’arco di Cupido e le commissure labiali. Con il passare del tempo le labbra subiscono dei cam-
biamenti: diventano più fini, meno carnose, più secche, con sottili rughe verticali. Vengono a crearsi rughe d’espressione ovvero rughe oblique che demarcano gli angoli della bocca e che scendono verso il mento. La comparsa di queste rughe è rara prima dei 40 anni ed è dovuta a più
fattori, dalla diminuzione del collagene e delle fibre di elastina, alla perdita di tono della pelle, e tale fenomeno è maggiore con l’esposizione solare e con il tabagismo. La medicina anti-age utilizza oggi più tecniche in sinergia per reidratare il vermiglio, rivitalizzare e tonificare il
white lip roll, ridurre le micro rughe del “codice a barre” e restituire eventualmente un leggero volume alle labbra. Il trattamento medico-estetico si articola con un approccio globale al viso. Si potrà ridurre attraverso il filler la perdita di volume di questa zona. Le iniezioni permettono di innalzare leggermente le commissure delle labbra per evitare l’aspetto di “bocca senescente”. I trattamenti preparatori Prima di procedere all’utilizzo di filler rimpolpanti è consigliabile usare un prodotto che permetta da subito di aumentare il volume e l’idratazione delle labbra, in grado di attenuare le rughe e la secchezza del tessuto labiale, permettendo il recupero del loro naturale colore e della luminosità, conferendo un aspetto più sano e giovane, andando a rinnovare l’epitelio squamoso cheratinico stratificato delle labbra e stimolando la vascolarizzazione del microcircolo labiale. In caso di labbra sottili è consigliabile applicare uno speciale balsamo con sostanze nutrienti ed emollienti che aumenta l’ossigenazione del tessuto, stimolando la circolazione sanguigna, a base di olio di germe di grano, olio di mandorla dolce, olio di oenothera, olio di crusca di riso, vitamina A palmitato, vitamina E acetato e olio di emù, su tutta la superficie labiale più volte al giorno per 3-4 giorni.
Francesca Bocchi
Successivamente si può applicare una volta alla settimana sulle commissure labiali una modica quantità di barrier lip protector e un peeling a base di acido retinico, vitamina C, acido fitico e acido cogico, tutte sostanze con alta capacità antiradicalica e in grado di stimolare profondamente il ricambio cellulare. Andranno applicati solamente sul labbro superiore e inferiore, nel tessuto labiale, evitando le commissure. Dopo circa un’ora si può applicare il barrier lip protector per una maggiore idratazione; la fase di stimolazione deve essere ripetuta per tre-quattro volte al giorno, con intervalli di almeno un’ora fino al raggiungimento del volume desiderato. Dall’ottava giornata inizia la fase di mantenimento durante la quale si deve ripetere la fase di stimolazione una volta alla settimana, seguita dalla fase di idratazione per i giorni successivi; nei giorni seguenti andrà applicato solamente il barrier lip protector più volte al giorno. L’impianto del filler Il passo successivo è l’impianto di filler più o meno cross-linkati che restituiscano volume alla bocca, in quanto il primo segno di invecchiamento tocca al vermiglio che progressivamente si disidrata e inizia a perdere la sua tonicità. Le iniezioni di acido ialuronico superficiali dentro al vermiglio permettono di idratare le labbra e >
> Labbra trattate con filler e barrier lip protector
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> cancellare l’aspetto grinzo-
so, rendendole più turgide e morbide al tatto. Quando le labbra sono troppo fini o affievolite dallo scorrere del tempo, si può procedere con qualche iniezione di acido ialuronico anche a livello del contorno delle labbra, in questo modo rimangono più definite e pronunciate. Tale tecnica molto discreta permette di rimpolpare e idratare le labbra e inoltre attenua le rughe verticali che compaiono intorno alla bocca. La bocca è in perpetuo movimento e le sue ripetute contrazioni muscolari sono le responsabili della comparsa progressiva delle rughe d’espressione intorno alla bocca e nel contorno. Per prevenire la comparsa di queste rughe fini si può procedere prima
> Trattamento rivitalizzante e impianto di filler. Immagine pre e post trattamento
con un mesolift sul contorno, al fine di mantenere questa zona correttamente idratata, in base ai principi della medicina anti-age, e si potrà
Super ammortamento 140%: c’è tempo fino al 31 dicembre Con la circolare 4/E del 30 marzo l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti sulle misure fiscali del super e iper ammortamento, introdotte per dare impulso all’ammodernamento delle imprese e alla loro trasformazione tecnologica e digitale. La Legge di Bilancio 2017 ha prorogato i termini del super ammortamento, > Paola Seveso comprendendo anche gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi effettuati entro il 31 dicembre 2017. Tale termine può essere allungato fino al 30 giugno 2018, ma solo a condizione che entro la data del 31 dicembre 2017 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento dei rispettivi acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Il super ammortamento è un’agevolazione che prevede l’incremento del 40% del costo fiscale dei beni acquistati. Il maggior costo, riconosciuto solo per le imposte sui redditi e non ai fini Irap, può essere infatti portato extracontabilmente in deduzione del reddito attraverso l’effettuazione di variazioni in diminuzione in dichiarazione. Rientrano nell’agevolazione tutti gli acquisti di beni materiali nuovi, strumentali all’attività d’impresa o professionale, con esclusione dei fabbricati e dei beni aventi coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%, oltre ad alcuni altri beni marginali specificati dalla norma (ad es. aerei). Dal 2017 sono esclusi anche gli autoveicoli a motore a deducibilità fiscale limitata che non siano strumentali per l’attività di impresa (autovetture). Stessa tempistica anche per l’iper ammortamento del 150%, che si applica agli investimenti in beni nuovi, strumentali, ad alto contenuto tecnologico ed interconnessi, individuati in uno specifico elenco allegato alla Legge di Bilancio 2017. Un’agevolazione fiscale che però è riservata alle imprese e non è accessibile ai liberi professionisti. Paola Seveso Ragioniere Commercialista - paola.seveso@studiobenzoni.it
praticare un nappage a base di acido ialuronico della zona dalla base del naso alla bocca per ridensificare e far acquisire vitalità.
Le cure domiciliari post-trattamento Visto che la bocca è definita come la firma, la signature del volto femminile, ogni
donna deve prendersene cura con prodotti mirati per valorizzarla al meglio. A domicilio si può consigliare alla paziente l’utilizzo di una formulazione specifica per la stimolazione delicata del tessuto labiale a base di acido fitico, DNH Oil, estratto di guaranà, e retinaldeide. La presenza dell’estratto di guaranà e dei lipidi attivi naturali favorisce la fisiologica ossigenazione del tessuto labiale, donando naturalmente luminosità e turgore con un effetto naturale. Questo prodotto si applica più volte al giorno per aumentare il volume delle labbra e attenuare le rughette visibili, per mantenere i risultati ottenuti il lip balm deve può essere usato regolarmente per tre-quattro vol-
te alla settimana o anche più volte in caso di secchezza e soprattutto prima di coricarsi la sera. Infine, per esaltarne colore e forma, anche il make-up è fondamentale, tenendo conto di pochi ma fondamentali principi di correzione, utilissimi per dare personalità a labbra già ben curate e definite. Francesca Bocchi Medico estetico La dottoressa Bocchi è autrice del volume edito da Acta Medica: “Cosmetologia senza frontiere - Protocolli Estetici”
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«Punti deboli» della pelle: un test del Dna può individuarli Interpretando le informazioni scritte nei geni è oggi possibile impostare percorsi anti-age che includono trattamenti di medicina estetica e terapie nutrizionali “su misura”, basati sulle caratteristiche del singolo paziente n
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gni individuo risponde in modo unico a terapie e trattamenti, con risultati molto diversi, perché il metabolismo cutaneo così come i processi di invecchiamento sono regolati dal funzionamento di alcuni geni. Poter rilevare la suscettibilità individuale al processo di invecchiamento dei pazienti, grazie a test specifici, è la nuova frontiera della personalizzazione della medicina estetica su base genetica. Ne parliamo con Flavio Garoia, biologo, dottore di ricerca in scienze genetiche, ideatore e amministratore di IPS – InPerfettaSalute.
Dottor Garoia, ultimamente si parla molto di personalizzazione della medicina estetica su base genetica. Che cosa significa? La personalizzazione della terapia estetica si basa sull’analisi della variabilità genetica individuale per proporre percorsi di prevenzione e
trattamento “disegnati” e personalizzati contro l’invecchiamento cutaneo, secondo il più moderno modello della medicina di precisione. Si stima che circa il 60% dell’invecchiamento cutaneo dipenda dalla predisposizione individuale legata alla variabilità genetica, cioè a quello
Flavio Garoia
COSA RILEVA IL TEST DEL DNA PER LA PELLE? Variabilità genetica coinvolta nella modulazione dei meccanismi di: n cronoinvecchiamento (turnover e struttura della pelle) n fotoinvecchiamento (infiammazione, stress ossidativo, glicazione)
0,1% nel Dna che distingue ogni essere umano da tutti gli altri e influenza il modo in cui l’ambiente esterno, inteso come alimentazione, trattamenti o stile di vita, influisce sul processo di ageing. Infatti, se abitudini e alimentazione scorrette attivano processi e reazioni che favoriscono l’invecchiamento cutaneo, tuttavia la velocità con cui i danni si manifestano sulla pelle dipendono dalla variabilità genetica individuale. Ci può illustrare quali sono le basi scientifiche di questo nuovo approccio? La suscettibilità individuale al fotoinvecchiamento dipende dal funzionamento di geni che sono stati studiati in maniera approfondita, come le metalloproteasi (MMPs), che modulano il rimodellamento della matrice di membrana, catalasi, glutatione perossidasi e superossido dismutasi che modulano la capacità antiossidante, le citochine IL-1B e TNF-A coinvolte nella risposta allo stimolo infiammatorio e il gene RAGE che modula la suscettibilità individuale al processo di glicazione. Allo stesso modo la capacità individuale di rigenerare le strutture cellulari che vengono deteriorate nel processo fisiologico di invecchiamento, ovvero il cronoinvecchiamento, è influenzata dall’espressione dei geni responsabili della produzione e del turnover del collagene (COL1A1) e dell’elastina. Il funzionamento di tutti questi geni è modulato dalla variabi-
lità genetica individuale, che può comportare un maggiore rischio di compromissione dell’elasticità della cute, con perdita di tono e comparsa di rughe. Conoscere la variabilità genetica individuale, mediante un test del Dna, consente di comprendere il funzionamento del metabolismo e individuare i “punti deboli” della pelle per i quali è oggi possibile costruire percorsi terapeutici e preventivi personalizzati sulle caratteristiche individuali, quindi con maggiore efficacia per il paziente. Come possono essere utilizzate queste informazioni nella pratica quotidiana in medicina estetica? La moderna terapia estetica dispone già di numerose soluzioni terapeutiche, sia in termini di dispositivi che di principi attivi cosmetici, che tuttavia non vengono utilizzate tenendo conto delle differenze individuali scritte nel Dna. Ogni individuo, essendo geneticamente unico, ha necessità diverse da ogni altra persona, e questo è il motivo per cui i benefici di un trattamento o di una terapia in ambito estetico possono avere risultati molto diversi in ogni paziente. Oggi il medico estetico può utilizzare i dati dell’analisi del Dna sulle aree di suscettibilità individuali che accelerano i processi di invecchiamento per costruire un percorso anti-ageing mirato e specifico per ogni paziente, che include trattamenti e consigli per modificare anche >
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Lifting centro-facciale: approccio meno invasivo e interventi limitati all’ovale È una delle ultime novità anti-age che introduce un approccio del tutto innovativo nell’ambito del ringiovanimento del viso. Il concetto di lifting centro-facciale, presentato in anteprima al meeting di Monaco dal belga Patrick Tonnard, esperto in trattamenti anti-age, è stato uno dei temi protagonisti dell’ultimo congresso della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre). Il lifting centro-facciale prevede un approccio multidisciplinare che parte dalla psicologia, con lo studio della percezione corporea, tocca la medicina estetica e arriva alla chirurgia plastica. Si concentra su una zona cruciale ovvero l’ovale ideale, che comprende le sopracciglia e scende verso gli angoli della bocca. È questa la parte che determina, in chi si guarda, l’impressione di persona giovane o, al contrario, in là negli anni. «Tradizionalmente – spiega Giorgio De Santis, presidente del congresso – il chirurgo che vuole rendere più fresco un viso innanzitutto agisce sui tessuti che, scivolati verso il basso per effetto dell’età, offuscano la linea mandibolare e determinano le rughe sul collo. Ma i più recenti studi di percezione corporea rivelano che
> lo stile di vita, definiti in base
alle caratteristiche metaboliche del paziente. Questo perché un test genetico effettivamente utile nella pratica professionale deve contenere, oltre al profilo genetico, anche proposte terapeutiche che includano sia indicazioni sui più efficaci principi attivi e terapie (dispositivi, interventi di medicina estetica, creme personalizzate) sia una terapia nutrizionale perché, come ormai dimostrato da numerosi studi, alcuni nutrienti favoriscono la biostimolazione, aumentano il metabolismo cellulare, rallentano il processo di invecchiamento supportando la ricostruzione di elementi tissutali come collagene, elastina e acido ialuronico. Quando è consigliabile effettuare il test genetico? Prima di intraprendere trattamenti anti-ageing oppure in corso di terapia estetica, se il medico valuta che la capacità rigenerativa del paziente sia scarsa o insufficiente. In questo caso, il test genetico fornisce al medico tutte le in-
formazioni per intensificare alcuni trattamenti rispetto ad altri e raggiungere i risultati attesi dal paziente. Liana Zorzi Bibliografia 1. Shekar et al. J Invest Dermatol. 2005 Dec;125(6):1119-29. 2. Naylor et al. Maturitas. 2011 Jul;69(3):249-56. 3. Mann et al. J Clin Invest. 2001 Apr;107(7):899-907. 4. Hanon et al. Hypertension. 2001 Nov;38(5):1185-9. 5. Souslova et al. PLoS One. 2010 Mar 25;5(3):e9902. 6. Bastaki et al. Pharmacogenet Genomics. 2006 Apr;16(4):279-86. 7. Buchs et al. Genes Immun. 2001 Jun;2(4):222-8. 8. Menges et al. Crit Care Med. 2008 May;36(5):1456-62. 9. Zeng et al. Crit Care. 2012 Jul 24;16(4):R131. 10. Goldstein et al. Front Genet. 2014 Aug 1;5:254. 11. Reiling et al. Diabetologia. 2009 Sep;52(9):1866-70. 12. Drenos et al. Ann Hum Genet. 2007 Sep;71(Pt 5):611-9. 13. Chen et al. PLoS One. 2011 Apr 29;6(4). 14. Naval et al. Clin Cosmet Investig Dermatol. 2014 Jul 1;7:207-14.
non sono queste le aree che catturano l’attenzione del paziente, che quasi esclusivamente si concentra invece sull’ovale che comprende gli occhi e la bocca». Insomma, agire su zone periferiche è poco utile, meglio preferire un approccio meno invasivo per il ringiovanimento del viso, abbinando una serie di trattamenti e interventi: un lifting settoriale, che lascia una piccola cicatrice davanti all’orecchio, nella zona della basetta; le infiltrazioni di tossina botulinica, per appianare le rughe sulla fronte; il trapianto di grasso autologo, per rivitalizzare i tessuti e ridare turgore al viso. > Giorgio De Santis
Lipofilling: il trapianto autologo di grasso in abbinamento al lifting Da ormai qualche anno, il ringiovanimento del volto comprende spesso anche il trapianto autologo di grasso, che viene opportunamente prelevato dai punti del corpo in cui è naturalmente presente (addome, fianchi ecc), “lavorato” e trasferito su guance o zigomi, le parti che tendono naturalmente a perdere volume con il passare degli anni. Se abbinato al lifting, il lipofilling ha l’effetto di ridare al volto la pienezza tipica della gioventù e, grazie all’azione delle cellule staminali adulte contenute nel grasso, di attivare un processo di rigenerazione che migliora l’elasticità e la vitalità dei tessuti, rendendoli visibilmente più giovani. «Ma i risultati possono essere ancora più eclatanti – sottolinea De Santis – scegliendo una particolare metodica di prelievo e trasferimento del grasso, il cosiddetto nano e micro lipofilling, che come illustra Tonnard costituisce di fatto il lifting centro-facciale. Utilizzando sonde sottilissime, il trasferimento è possibile ed efficace anche in zone molto delicate, come le palpebre, che riguadagnano tonicità senza ricorrere al bisturi». Rachele Villa
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La TERZa età e gli integratori PER CONTRASTARE L’INVECCHIMENTO Il ricorso a integratori alimentari specifici può essere particolarmente utile per compensare le carenze tipiche della terza età. E nell’ambito della medicina estetica rappresentano una valida arma per mantenere la pelle in salute n
L
a terza età rappresenta attualmente una fase attiva della vita, ricca di operosità ed emozioni. Per viverla al pieno delle forze è molto importante avere cura della propria alimentazione e gli integratori alimentari possono dare un contributo importante in questo senso, compensando quelle fisiologiche carenze che contribuiscono ad accentuare il passare degli anni. Mauro Serafini, professore presso il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università La Sapienza di Roma, ci ha illustrato le potenzialità degli intergratori e i benefici che possono apportare nell’ambito della medicina estetica.
Professor Serafini, gli integratori alimentari sono rappresentati da una vastissima gamma di prodotti. Di quali categorie si parla? Gli integratori alimentari rientrano nella normativa degli alimenti e sono definiti tramite la Direttiva 2002/46/CE, attuata in Italia con il Decreto Legislativo n. 169 del 21 maggio 2004, come «prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico». Esistono diverse classi di integratori in base al loro contenuto (vedi tabella qui sotto). Possono poi essere considerati per la loro azione, come ad esempio gli integratori antiossidanti, composti prevalentemente da vitamine, minerali, aminoacidi, considerati agenti antinvecchiamento.
Quali sono le tipologie di integratori più indicati per la terza età? In questa fase si consiglia l’iperico in caso di depressione lieve, il ginkgo in caso di incidente involuzione cerebrale, la pappa reale, l’olio di germe di grano e il polline per tonificare, gli antiossidanti e gli integratori multivitaminici e multiminerali. Per contrastare il decadimento senile vi è necessità di supplementazione del gruppo B (anziani con dieta povera di alimenti di origine animale) e della vitamina C, che svolge un’azione antiossidante e antinvecchiamento ed è indispensabile nella formazione del collagene. Anche il calcio è fondamentale per prevenire l’osteoporosi, specialmente per le donne dopo la menopausa, e spesso non introdotto in quantitativi adeguati. Il magnesio è poi utile per contrastare crampi
classificazione degli integratori alimentari Integratori a base di vitamine e/o minerali n Integratori a base di aminoacidi o derivati di aminoacidi n Integratori a base di proteine e /o energetici n Integratori a base di acidi grassi n Integratori a base di probiotici n Integratori a base di prebiotici n Integratori a base di fibra n Integratori a base di ingredienti costituiti da piante o derivati n Integratori coadiuvanti di diete per il controllo e la riduzione del peso n
muscolari, mal di testa e irritabilità. Importanti anche la vitamina D e lo zinco, che gioca un ruolo sinergico al complesso B nell’ambito metabolico. Per la prevenzione delle malattie cardiocircolatorie sono utili gli integratori di acidi grassi, una corretta prevenzione in questo senso infatti passa da una dieta ricca di acidi grassi di tipo omega-3 e omega-6, che si trovano in pesce e olio di pesce. Esistono integratori per anziani che forniscono anche questo elemento piuttosto consigliato. Infine, gli integratori di fibra per la prevenzione e protezione dei problemi di stipsi, diverticolosi e tumori del colon retto. Agiscono nel tratto gastrointestinale facilitando il transito intestinale e l’evacuazione. Possono aiutare i valori di glicemia e di colesterolemia. Quali benefici possono apportare nell’ambito della medicina estetica? L’invecchiamento della pelle induce una graduale diminuzione dei livelli di collagene ed elastina, principali proteine responsabili per il mantenimento della compattezza e dell’elasticità della stessa. Come conseguenza, la pelle diventa più rigida e meno elastica, portando alla formazione di rughe e linee sottili. Gli integratori alimentari contenenti peptidi bioattivi di collagene possono rappresentare un valido strumento nella lotta contro l’invecchiamento della
pelle ripristinando la produzione naturale di collagene, acido ialuronico ed elastina. Nel periodo menopausale la
donna subisce diverse variazioni a livello ormonale che producono una progressiva riduzione del turgore cutaneo, una
Mauro Serafini
riduzione nella sintesi di acido ialuronico con conseguente aumento della secchezza di superficie. Possono presentarsi importanti alterazioni del ritmo sonno-veglia, e flush cutanei di rossore e calore accessionali. Integratori ricchi di diosgenina vegetale e di soia, fonte di isoflavoni, riducono i sintomi. Si può pensare ad associazioni di magnesio e zinco, come apporto energetico e a supporto del metabolismo osseo, di pilosella ricca di antocianosidi (come drenante). Un assorbimento di melatonina a 1 mg. aiuta a regolarizzare la fase del sonno, migliorando la qualità di vita. Lucia Oggianu
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Come aprire uno studio ed evitare il contenzioso Ecco alcuni consigli su come affrontare gli aspetti regolatori dell’apertura di un nuovo ambulatorio di medicina estetica e come impostare un’efficace politica di risk management n
S
econdo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale della medicina estetica promosso da Agorà, il settore è ancora in forte crescita ed è caratterizzato da professionisti di diversa estrazione che decidono di intraprendere il percorso che porta all’apertura
di un nuovo studio o ambulatorio di medicina estetica, non senza difficoltà dal punto di vista burocratico. A confermare queste difficoltà è il dottor Claudio Plebani, responsabile ufficio legale & developlment di Agorà e partner dello studio legale Lerro & Associati che
si occupa di diritto sanitario: «sicuramente ci sono problematiche diffuse. La normativa relativa all’autorizzazione delle strutture sanitarie è indirizzata da un atto nazionale, il Dpr del 14 gennaio 1997, ma è poi declinata dalle singole Regioni. Ci troviamo quindi di fronte a un
variegato panorama legislativo su base regionale, spesso ulteriormente complicato da diversi approcci interpretativi delle singole Ats/Asl o da specifici requisiti strutturali richiesti da regolamenti comunali edilizi e di igiene pubblica». Il consiglio dell’esperto è allora quello di «ef-
Claudio Plebani
fettuare preventivamente una verifica normativa, così da poter individuare la fattispecie corretta tra studio professionale e ambulatorio medico a secondo delle specifiche relative all’attività che il medico vorrà svolgere e alla struttura organizzativa ipotizzata. Solitamente ai medici che richiedono questa consulenza predisponiamo un fascicolo di sintesi, così da rendere chiaro il quadro di norme e requisiti, e li assistiamo nella progettazione e nella realizzazione, oltre che nella gestione dei rapporti con l’autorità competente sul territorio che dovrà rilasciare l’autorizzazione». La giungla delle autorizzazioni L’aspetto autorizzativo però non è l’unica difficoltà con la quale il medico deve confrontarsi; c’è infatti anche molta confusione in merito alla certificazione delle apparecchiature elettromedicali, che nel caso di una nuova apertura costituiscono una parte importante dell’investimento. «Purtroppo assistiamo sempre più spesso a vendite di macchinari privi delle certificazioni obbligatorie per legge, che vengono venduti in modo fraudolento a ignari medici che non riescono a districarsi nella complicata normativa di settore» avverte la dottoressa Federica Lerro, responsabile dell’ufficio legale della Sies e fondatrice dello studio legale Lerro & Associati. L’avvocato consiglia allora di rivolgersi sempre ad aziende serie, di verificare la documentazione scientifica relativa ai macchinari proposti e prima di sottoscrivere contratti o impegni di noleggio o acquisto, valutare la possibilità di richiedere una verifica della documentazione a un legale di fiducia. «Nel nostro studio – spiega Federica Lerro – attuiamo da anni un servizio attraverso il quale il medico può verificare nel det-
n
Federica Lerro
taglio se la documentazione e le certificazioni fornite dal venditore sono idonee e se è possibile impiegare legalmente (piano autorizzativo) e in modo sicuro (piano impiantistico) quanto si vuole acquistare, se necessario verificando anche il contratto di acquisto, di noleggio o di finanziamento, che spesso celano insidie contrattuali gravose per il medico». Come fare risk management Una volta iniziata l’attività, poi, c’è da fare i conti con il contenzioso medico legale. Evitarlo in assoluto è forse utopistico, ma molto si può fare per prevenire e contenere il rischio di contenzioso. «Anzitutto il medico può e deve essere formato e costantemente aggiornato in merito all’attività clinica posta in essere – suggerisce Plebani – così da comprimere il rischio del possibile errore, mentre sul piano organizzativo è possibile ridurre al minimo i contenziosi attraverso una oculata politica di risk management, ovvero l’analisi e la gestione globale dei rischi, che è possibile strutturare nella nostra esperienza di studio andando a definire insieme al medico le procedure organizzative e documentali, dalla presa in carico del paziente, alla gestione della documentazione clinica, dai consensi informati fino alle procedure per gestire i re-interventi o le contestazioni». Ma questa politica di risk management, che può risultare impegnativa, produce risultati concreti?«Dagli ormai numerosi clienti con i quali da anni curiamo la politica di risk management abbiamo ottimi feedback: una accurata gestione del rischio significa una migliore organizzazione documentale, che ha risvolti positivi non solo nella drastica riduzione dei contenziosi, ma anche nel miglioramento della relazione con i pazienti» risponde Claudio Plebani. >
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Regimi alimentari e scelte salutari: dieta mediterranea è preferibile a quella vegetariana Un messaggio corale emerso dai diversi interventi all’ultima edizione di NutriMI, Forum di nutrizione pratica tenutosi al Palazzo delle Stelline a Milano, riguarda il fatto che la popolazione è disorientata rispetto a cosa faccia bene o meno, e invece di affidarsi alle indicazioni degli esperti, autogestisce la propria dieta affidandosi al web. Ma non c’è niente di più sbagliato che seguire le mode: l’aderenza alla dieta mediterranea è una scelta salutare, sostenibile e garanzia di riduzione del rischio di diverse patologie, come hanno dichiarato gli esperti a più riprese. Secondo il professor Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista, docente di allergie e intolleranze alimentari presso l’Università Campus Biomedico di Roma, «non ci sono delle evidenze di miglioramenti in termini di salute nel seguire una dieta vegetariana piuttosto che una mediterranea, anzi la carne ha preziosi nutrienti e micronutrienti che nei vegetali sono meno assorbibili: noi non siamo quello che mangiamo, siamo quello che assorbiamo». «A furia di sentire che una fetta di salame fa male, la popolazione ha perso di vista cosa faccia male davvero» ha fatto eco il professor Carlo La Vecchia, ordinario di statistica medica
> Come affrontare
il contenzioso Anche la migliore strategia di prevenzione, però, può non bastare e più o meno a tutti i medici capiterà, nella loro lunga carriera professionale, di ricevere almeno una richiesta danni. «Fortunatamente la medicina estetica ha un impatto di sinistri non eccessivamente marcato – rassicura Federica Lerro –, ma i sinistri ci sono ed è sempre opportuno che il medico li affronti al meglio, con una gestione celere e puntuale delle eventuali contestazioni. Quando si riceve una lettera di richiesta dei danni, è opportuno rivolgersi al proprio legale di fiducia, meglio se esperto nell’ambito del diritto sanitario, così da gestire una oculata apertura del sinistro presso la compagnia assicurativa e rispondere con la dovuta fermezza alle richieste, anzitutto chiedendo l’oggettivazione delle stesse». Affrontare il problema
tempestivamente e con professionalità è indispensabile anche per provare a scongiurare l’arrivo in tribunale. Per l’avvocato Lerro infatti, se le richieste sono ben gestite, si riesce a ottenere una importante risoluzione stragiudiziale, intesa sia come possibile chiusura senza esiti della richiesta o in alcuni casi, ove sia palese la responsabilità del medico, con una transazione di quasi il 75% delle richieste iniziali. Fondamentale infine è la copertura assicurativa, ma anche in questo ambito la scelta non è semplice: «vi è in questo ambito molta confusione – confermano Claudio Plebani e Federica Lerro – e suggeriamo di rivolgersi alle società scientifiche, ove le polizze proposte in convenzione sono state approfondite e studiate, come quella suggerita dal Collegio italiano delle società scientifiche di medicina estetica». Andrea Peren
ed epidemiologia presso il Dipartimento di scienze cliniche e di comunità all’Università di Milano. Gli esperti italiani della Società italiana di nutrizione umana (Sinu) hanno sottolineato l’importanza di effettuare degli accorgimenti sul proprio piano alimentare nel caso in cui, per motivi etici, si scelga di seguire una dieta vegana: non sarebbe consigliabile invece seguire questo modello alimentare per motivi salutistici, perché per il nostro benessere è meglio nutrirsi secondo il modello mediterraneo. I superfood I superfood sono al centro dell’attenzione dei media negli ultimi tempi. Le prugne secche, ad esempio, non solo sono un’eccellente fonte di fibre, ma «tre prugne secche al giorno rappresentano una delle cinque porzioni di frutta e verdura, cinque favoriscono il benessere delle ossa e otto-dodici sono ottimali per il sistema digestivo» ha raccomandato la dietista Annamaria Acquaviva. I pistacchi invece, purtroppo ancora troppo poco consumati, come tutta la frutta secca, sono ricchi di grassi mo-
noinsaturi e insaturi, ma anche di fibre e micronutrienti: una porzione di pistacchi apporta la stessa quantità di fibre di 100 grammi di broccoli cotti e la stessa quantità di potassio contenuta in una banana. Il pesce azzurro, infine, è una fonte necessaria di omega-3, assolutamente preferibile agli integratori, da consumare anche nella versione in conserva: «L’obiettivo nutrizionale per la prevenzione raccomanda l’introduzione di una quantità di EPA e DHA che può essere facilmente raggiunta inserendo nella propria dieta due porzioni settimanali da 150 grammi di pesce, preferibilmente grasso, come indicato nella dieta mediterranea. In quest’ottica – ha spiegato la professoressa Alessandra Bordoni del Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna – il consumo di sardine e sgombro in scatola può essere un alleato della nostra salute a basso prezzo. Infatti, il pesce in conserva mantiene un buon contenuto di EPA e DHA, quindi presenta analoghi vantaggi nutrizionali rispetto al pesce fresco». Rachele Villa
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Congresso Icamp: focus su otto aree del volto Venerdì 24 e sabato 25 novembre è in programma la seconda edizione del Congresso della Scuola di medicina estetica Icamp che si terrà al NH Milano Congress Centre di Assago-Milanofiori. Il congresso sarà coordinato da Maria Albini, specialista in medicina estetica, e presieduto da Francesco Amenta, dell’Università degli Studi di Camerino, mentre presidente onorario dell’evento sarà il nutrizionista Michele Carruba dell’Università di Milano. L’evento dal titolo “Puntando ai fantastici 8” interesserà otto aree del volto e otto criteri estetici che guideranno le tecniche illustrate nelle sessioni. Arco mandibolare, labbra, naso, guance e zigomi, fronte, regione periorbitale, area perilabiale e collo-décolleté sono dunque le otto aree coinvolte negli inestetismi del profilo, un argomento che riveste importanza sia per i medici estetici sia per gli odontoiatri.
Acido ialuronico, idrossiapatite di calcio e tossina botulinica caratterizzeranno un set di relazioni dedicate alle novità per il trattamento del mandibolare. «Oggi per curare queste disarmonie ci sono risposte precise − spiega Giorgio Astolfi, medico internista ed esperto di medicina estetica e laserterapia, protagonista della sessione di venerdì 24 novembre −. Da soli o in combinazione, acido ialuronico, idrossiapatite di calcio e tossina botulinica consentono rispettivamente di ridefinire contorno e volume di labbra e naso, di riempire mento, regione mandibolare e zigomi e di trattare rughe glabellari, mento e naso». Secondo Astolfi i risultati estetici sono immediati con i filler e, a breve termine, con tossina botulinica ma soprattutto non ci sono disagi significativi per i pazienti. «L’intervento − continua il medico estetico − va preceduto da un attento esame
delle caratteristiche del paziente, alla ricerca dell’armonia dei volumi e delle proporzioni e nel rispetto delle caratteristiche fisiognomiche». Il medico estetico può spesso risolvere tali inestetismi in una oppure due-tre sedute, a seconda dei casi, puntando sulla combinazione di questi tre prodotti. Durante le due giornate del congresso, docenti italiani ed esperti internazionali presenteranno
i loro lavori nell’ambito di sessioni teoriche e pratiche, ognuno su una singola zona del volto, con dimostrazioni dal vivo e approcci diversi per ogni area.
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CONGRESSO SIES 2018: APPUNTAMENTO A BOLOGNA DAL 23 al 25 FEBBRAIO Si svolgerà a Bologna, dal 23 al 25 febbraio 2018, il 21° Congresso internazionale di medicina e chirurgia estetica Sies-Valet. La prossima edizione confermerà la tre giorni congressuale come uno degli eventi di riferimento del settore della medicina e chirurgia estetica in Italia, un primato raggiunto grazie anche all’abbinamento con il congresso Sclerotherapy Afi (Associazione Flebologica Italiana), ideale completamento della mission che anima l’organizzazione Valet: il raggiungimento del benessere attraverso la bellezza. Come accade dal 1997, centinaia di specialisti da tutto il mondo dibatteranno i temi più caldi del momento, dando una risposta esaustiva a ogni problematica. Si parlerà di filler, aspetti di medicina legale, biostimolazione chimica e fisica (iniettabili e fili biostimolanti), rimodellamento corporeo, tossina botulinica, trattamento della cellulite, cosmeceutici e nutraceutici, dermatologia e medicina estetica, dermatoscopia, complicanze da iniettabili, chirurgia dello sguardo, rimozione dei tatuaggi, trattamenti estetici al maschile e molto altro. Numerose saranno le live session dedicate ai diversi trattamenti estetici. Nel corso della kermesse verranno infatti presentate relazioni in aula, abbinate a collegamenti in diretta televisiva con le sale operatorie del Poliambulatorio Multimed di Bologna. «Durante queste live session – ha anticipato Maurizio Priori, presidente Sies – i medici potranno interagire come di consueto con i colleghi impegnati nelle varie fasi delle operazioni o dei trattamenti per poter carpire loro, in diretta appunto, i segreti delle tecniche utilizzate. Il modo migliore per essere immediatamente consapevoli delle proprie possibilità». Durante il congresso inoltre alcuni tra i principali esperti del settore forniranno ai professionisti che si occupano di medicina e chirurgia estetica, un’esauriente “guida intelligente” per districarsi tra le mille offerte della scienza estetica. Il sistema di visualizzazione 3D degli interventi live, già utilizzato nella passata edizione del congresso Sies, verrà ulteriormente potenziato regalando ai presenti una vera e propria visione cinematografica.
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A Verona la prossima edizione del congresso Sidemast Sarà la città di Verona a fare da cornice alla 93esima edizione del congresso nazionale della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e della malattie sessualmente trasmesse (Sidemast), che si svolgerà dal 23 al 26 maggio. Padrini dell’evento saranno i presidenti Antonio Costanzo e Giampiero Girolomoni. Anche il prossimo anno il programma sarà vario e articolato in diverse sessioni. L’evento rappresenta un’opportunità di confronto scientifico fra tutti i partecipanti, di stimolo culturale per le nuove generazioni di dermatologi e di congiunzione tra ricerca di base e quella clinica.
Segreteria organizzativa Triumph Italia Te. 06.355301 – Fax 06.35530250 dermatologia2018@thetriumph.com www.triumphgroupinternational.com
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Al via il Master in medicina estetica e del benessere dell’Università di Pavia Sono aperte le iscrizioni alla VII edizione del Master biennale di II livello in medicina estetica e del benessere organizzato dall’Università degli studi di Pavia. Si tratta di un percorso formativo intensivo della durata di due anni al termine del quale viene rilasciato il diploma universitario di Master in medicina estetica e del benessere, titolo di studio accademico con valore legale (D.M. n. 270 22/10/2004), con l’obiettivo di formare il medico estetico, figura professionale destinata all’attività in studi autonomi, centri polispecialistici, centri benessere, palestre, beauty farm e stazioni termali. «Il successo delle passate edizioni è stato davvero rilevante sia in termini di partecipazione che di opportunità di collocazione professionale degli allievi – hanno dichiarato gli organizzatori – e contiamo, con la nuova edizione, di ripetere e ulteriormente migliorare il risultato». A partire da questa edizione, lezioni teoriche saranno disponibili on line, in una pratica formula che avvantaggia l’apprendimento a distanza, senza trascurare il necessario approccio pratico, grazie agli stage hands on. È previsto un monte ore di 1500 ore/anno così ripartito: 480 ore/anno di didattica frontale e e-learning, 300 ore/anno di stage e tirocini pratici, 720 ore/anno di studio individuale. Le iscrizioni sono aperte da settembre a dicembre, mentre le lezioni inizieranno a marzo 2018. I posti disponibili sono 30.
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Segreteria del Master di Medicina Estetica e del Benessere - Università degli Studi di Pavia Tel. 0382.592225 - 366.5091688 centro.tamerici@unipv.it - www.plasticaticinensis.it
Sime 2018: «l’eleganza in medicina estetica» La prossima edizione del congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica (Sime) sarà focalizzato sull’eleganza in medicina estetica, il nuovo look della moderna tecnologia. Il 39° congresso Sime, che si svolgerà in concomitanza con il congresso dell’Accademia italiana di medicina estetica anti-aging (Aimaa), si terrà a Roma dal 18 al 20 maggio presso il Centro Congressi Rome Cavalieri Walford Astoria Hotels & Resorts. Molti i temi di medicina estetica che verranno presentati durante il congresso Sime, tra questi: progettualità nel ringiovanimento del volto, chemodenervazione, filler, peeling, rinofiller, terzo superiore e regione periorbitale, fisiopatologia del tessuto adiposo, ringio-
vanimento senza tossina e filler, laser e tecnologie in medicina estetica, gestione delle complicanze, medicina rigenerativa, aggiornamenti in cosmetologia, biostimolazione e bioristrutturazione, intradermoterapia distrettuale, genetica medica al servizio della medicina estetica, chirurgia plastica estetica, tatuaggi, dermatite seborroica, disturbi dell’alimentazione e trattamenti di medicina estetica nei pazienti transgender. Oltre all’eleganza in medicina estetica, al congresso si parlerà di sole, vitamina D e fotoprotezione, esercizio fisico programmato adipolitico, microbotulino, insuccesso nei trattamenti di medicina
estetica ed eleganza delle labbra. E ancora, ginecologia estetica e funzionale nei pazienti oncologici, agopuntura e medicina estetica ricostruttiva.
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istituto helvetico sanders
Trattamento dell’alopecia femminile: trapianto di capelli con la tecnica F.U.E. I capelli di una donna sono parte integrante della sua femminilità. Una situazione in cui la capigliatura si dirada e perde di volume può essere vissuta in maniera fortemente negativa. Un trattamento tempestivo della caduta di capelli è fondamentale per preservare il proprio aspetto, ma anche il trapianto di capelli con tecnica F.U.E. (Follicular Unit Extraction) può rappresentare un’ottima soluzione. I sintomi della calvizie femminile Tra i più frequenti sintomi della calvizie femminile c’è la variazione della scriminatura centrale, che vista dall’alto assume l’aspetto di un “albero di Natale”. Quasi mai compaiono chiazze completamente calve, anche nei casi più gravi non si osserva mai una calvizie completa, ma un
grave diradamento diffuso. Le manifestazioni più evidenti sono le seguenti: la scriminatura centrale si allarga; si osserva la presenza di capelli più corti, sottili, di lunghezza variabile e difficilmente pettinabili; è presente diradamento diffuso. L’alopecia androgenetica nella donna si può presentare con un esordio acuto, ovvero un telogen effluvium, oppure incominciare in modo lento e graduale e durare per diversi anni, tanto che quando il paziente si accorge del diradamento ha già perso più della metà dei capelli e non riesce a individuare una data di esordio della problematica. Può capitare anche che il telogen effluvium vada ad aggravare una condizione preesistente di alopecia androgenetica. Quando si percepisce un diradamento incipiente, ma non si è certi che dipenda
da alopecia androgenetica, è fondamentale affidarsi a un esperto. La tecnica Follicular Unit Extraction (F.U.E.) La chirurgia tricologica negli ultimi anni ha fatto passi da gigante: la tecnica F.U.E. permette di ottenere unità follicolari senza lasciare cicatrici visibili a occhio nudo. Questo metodo minimamente invasivo consiste nel prelevare dalla
zona occipitale (area donatrice) i singoli bulbi che vengono re-impiantati a loro volta nella zona interessata (area ricevente) del soggetto. Prima dell’intervento è necessario rasare (a 1 mm) solamente i capelli presenti nella finestra creata nella zona donatrice. I capelli della zona ricevente, invece, possono restare della lunghezza originale. Questo fattore è notevolmente apprezzato, soprattutto dalle
donne, perché è molto difficile che ci si accorga che il soggetto si è sottoposto a un autotrapianto capelli. Con la tecnica F.U.E. è possibile riprendere le normali attività quotidiane già pochi giorni dopo l’intervento. La ricrescita dei capelli sarà quindi graduale: un risultato estetico apprezzabile si avrà dopo 6 mesi, mentre si potranno vedere i pieni risultati a partire da 12 mesi dopo
> Immagini prima e dopo autotrapianto capelli con tecnica F.U.E. su soggetto femminile
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Claudio Mazzeo
l’autotrapianto. Risultati totalmente naturali e che possiamo definire permanenti; infatti, a differenza degli altri, i capelli prelevati dalla nuca per essere reimpiantati sono molto più resistenti all’azione degli ormoni androgeni che ne determinano la caduta. Claudio Mazzeo Specialista in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica Responsabile Sanitario della Divisione Autotrapianti Istituto Helvetico Sanders (www.sanders.it)
Laser Florence 2017: incontro per gli specialisti della laserterapia Si terrà nel centro di Firenze dal 9 all’11 novembre la 29esima edizione del congresso internazionale di medicina laser organizzato dall’International Academy of Laser Medicine and Surgery e presieduto dal professor Leonardo Longo, medico chirurgo specialista e presidente della World Federation Societies of Laser Medicine and Surgery. Dopo più di mezzo secolo dalla scoperta del laser, medici e ricercatori da tutto il mondo si ritroveranno presso l’Auditorium Sant’Apollonia dove verranno presentate tutte le novità, le ricerche, le scoperte e le innovazioni dai più importanti luminari della medicina laser mondiale sull’uso del laser nei diversi ambiti della medicina, dalla chirurgia e medicina estetica, alla dermatologia, all’ortopedia, all’odontoiatria, alla riabilitazione neurologica.
«Farmaci e terapie fisiche possono avere effetti identici, opposti o sinergici a quelli della luce laser. È compito del medico capire come utilizzare queste associazioni – spiegano gli organizzatori –. I laser inoltre sono utilizzati in molte procedure chirurgiche, sostituendo addirittura il bisturi o assistendo le procedure chirurgiche per semplificare gli interventi e garantire un risultato migliore. Laser e luce vengono poi utilizzati insieme ai farmaci anche in campo diagnostico, dalla prevenzione dei tumori alla diagnosi precoce di molte malattie degenerative e metaboliche». Per la medicina estetica è confermata la presenza del dottor Fulvio Tomaselli, presidente onorario della Società italiana di medicina estetica (Sime), e del professor Zoran Zgaljardic,
> Leonardo Longo
board member della Swiss Academy of Cosmetic Dermatology & Aesthetic Medicine. Laser Florence 2017 coprirà tutti questi argomenti in modo scientificamente corretto, senza vincoli commerciali o di altro tipo, sotto l’egida dell’International Academy of Laser Medicine and Surgery, dell’International Society for Laser Surgery and Medicine e della World Federation Societies of Laser Medicine and Surgery. L’International Academy of Laser Medicine and Surgery, fondata a Firenze nel 2000, ha l’obiettivo di accogliere momenti di incontro e aggiornamento per gli specialisti della laserterapia e promuoverne l’insegnamento.
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Laser Florence Secretary Tel. 055.2342330 info@laserflorence.eu - www.laserflorence.eu
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I meccanismi patogenetici del processo di invecchiamento cutaneo Nuove strategie in campo dermocosmetico per la modulazione dei processi cellulari legati al fenomeno dell’aging n
Il processo di aging cutaneo è generalmente il risultato combinato di un programma genetico preordinato (invecchiamento cronologico) e di un danno ambientale cumulativo (fotoinvecchiamento). Con il passare del tempo e con l’esposizione agli attacchi ambientali come le radiazioni UV e il fenomeno di inquinamento dell’aria (enviromental pollution), la pelle subisce una serie di cambiamenti e alterazioni responsabili della comparsa dei classici segni clinici dell’invecchiamento. Le principali alterazioni che si osservano nel processo di aging cutaneo possono essere identificate nei seguenti processi. n Le cellule che compongono la pelle, comprese le cellule staminali, riducono la propria attività e la propria capacità proliferativa. In questo senso, le cellule staminali non solo diminuiscono in numero, ma anche la loro potenziale differenziazione all’interno delle cellule cutanee risulta ridotta. Ciò porta a una diminuzione della capacità rigenerativa della pelle. n Lo stress ossidativo cronico e costante (indotto da una esposizione non protetta alla radiazione solare e come detto all’esposizione di sostanze inquinanti presenti nell’aria) produce specie reattive dell’ossigeno (ROS), del carbonio (RCS) e dell’azoto (RNS), che interagendo con strutture biologiche producono prodotti tossici per le cellule. Benché siamo fisiologicamente dotati di meccanismi antiossidanti, purtroppo con l’invecchiamento e l’esposizione alle radiazioni UV questo potenziale anti-ossidante endogeno si esaurisce e si deteriora divenendo meno efficiente. L’accumulo di radicali liberi comporta la perossidazione dei lipidi di membrana, la rottura delle catene del Dna, quindi un danno cellulare permanete. n Il danno ossidativo e il conseguente stato infiammatorio cronico causano a livello della cute un’aumentata produzione di particolari enzimi ad attività proteolitica: le metalloproteasi. L’azione delle metallo-
proteasi provoca importanti modificazioni della matrice extracellulare del derma con perdita di fibre collagene e di elastina. Questo processo porta alla progressiva perdita delle caratteristiche meccaniche della pelle e alla formazione delle rughe, il segno più caratteristico dell’aging cutaneo. n Durante il processo di invecchiamento, il sistema immunitario diventa meno efficiente e si riduce la sua capacità di gestire la risposta infiammatoria. Ciò può causare delle infiammazioni croniche che si caratterizzano per una lenta ma continua produzione di radicali liberi che, come già visto, sono una delle cause dell’invecchiamento. Il termine inflammaging descrive questo stretto rapporto tra l’infiammazione e l’invecchiamento. Durante l’infiammazione cronica quindi è fondamentale puntare alla regolazione degli attori molecolari quali le prostaglandine, le citochine e il fattore di trascrizione nucleare kappa B (NFkB). NF-kB è un importante agente coinvolto nel processo infiammatorio e può essere attivato da numerosi stimoli proinfiammatori se non opportunamente regolato. Nuova strategia dermocosmetica anti-aging I Laboratori IFC hanno sviluppato due nuove tecnologie esclusive complementari come strategia per contrastare i processi cellulari legati al fenomeno dell’aging sia a livello epidermico che dermico: n IFC-CAF (Cellular Activation Factor), insieme di fattori di crescita che stimolano il rinnovamento cellulare determinando la rigenerazione della pelle. Studi in vitro e in vivo (Espada et al 2014) hanno dimostrano che l’attivo è in grado di attivare i meccanismi cellulari che contrastano il processo di cronoaging, promuovendo la migrazione e la differenziazione dei cheratinociti e dei fibroblasti del derma. n Whartogel complex, miscela di glicosaminoglicani (GAGs) solfatati, acido ialuronico e
proteine, è in grado di svolgere un’azione di protezione della matrice extracellulare, in quanto promuove un’attività chemiotattica verso fibroblasti e cheratinociti, contribuisce a stimolare la produzione di collagene, fibronectina ed elastina e possiede un’azione idratante. Endocare Cellage Pro unisce
alle sue due innovative tecnologie altri ingredienti attivi di ultima generazione, al fine di soddisfare i diversi processi coinvolti nell’invecchiamento cutaneo: n Dglyage, un ingrediente attivo che ha dimostrato di proteggere il Dna dal processo di glicazione; n Lipochroman-6, Preventhe-
lia, vitamine C ed E che rallentano i processi di ossidazione prodotti da ossigeno, azoto e carbonio; n Maxnolia, ingrediente attivo di ultima generazione che blocca la cascata proinfiammatoria. Due sono le referenze per il viso, Cellage Pro Gelcream, dalla texture leggera e non grassa, non comedogenica per
Federica Tovecci
pelli normali-grasse, e Cellage Pro Cream, con una texture più ricca per pelli normali-secche e una specifica formulazione per il contorno occhi. Prive di parabeni, PEG e allergeni, agiscono in sinergia con i trattamenti ambulatoriali antietà. Federica Tovecci Specialista in Chirurgia Medico Estetico
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Bioliftan, nuova linea di trattamenti intensivi anti-age Bioliftan è una nuova linea di trattamenti intensivi anti-età, interamente formulata e prodotta in Italia nei laboratori Biogena. La sua formula è basata sul Sibanid SG, un innovativo complesso molecolare, capace di proteggere la struttura dell’acido ialuronico naturalmente presente all’interno della nostra pelle, inibendo l’attività dell’enzima ialuronidasi presente nella matrice dermica. La linea è composta da cinque formulazioni: Bioliftan Day Cream, Bioliftan Eye Contour Cream, Bioliftan Concentrate, Bioliftan Mousse, Bioliftan Gel Mask. Bioliftan Day Cream ristruttura la pelle in profondità, aumentando in maniera specifica il suo
contenuto di acido ialuronico. Protegge e ripara le fibre elastiche e di sostegno, dando ai tratti del viso maggiore consistenza. La pelle diventa più compatta, tesa ed elastica (effetto lifting) e le rughe e le disomogeneità diventano meno visibili. Bioliftan Concentrate è un trattamento intensivo anti-aging e antigravità a effetto immediato. La sua formula esclusiva è basata su alte concentrazioni di attivi biostimolanti insieme con sostanze decontratturanti e mitiganti gli stati di tensione cutanea. Favorisce una rapida riduzione delle rughe d’espressione e un effetto lifting di lunga durata. Bioliftan Gel Mask dona sollievo
Tabloid di Medicina Estetica Quadrimestrale di attualità clinica, scientifica e professionale in medicina estetica Anno I - numero 3 - ottobre 2017 Numero chiuso in redazione il 27 settembre 2017 Direttore responsabile Giuseppe Roccucci g.roccucci@griffineditore.it Coordinamento editoriale Rachele Villa r.villa@griffineditore.it Redazione Andrea Peren a.peren@griffineditore.it Lara Romanelli l.romanelli@griffineditore.it Segreteria di redazione e traffico Ufficio abbonamenti Maria Camillo customerservice@griffineditore.it Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 Progetto grafico e impaginazione Massimo D’Onofrio - Grafic House info@grafichouse.org Hanno collaborato in questo numero Giulia Bellettati, Francesca Bocchi, Tito Marianetti, Claudio Mazzeo, Paola Seveso, Renato Torlaschi, Federica Tovecci, Liana Zorzi Pubblicità Stefania Bianchi s.bianchi@griffineditore.it Paola Cappelletti p.cappelletti@griffineditore.it Giovanni Cerrina Feroni g.cerrinaferoni@griffineditore.it Lucia Oggianu l.oggianu@griffineditore.it
Griffin srl unipersonale P.zza Castello 5/E - 22060 Carimate (CO) Tel. 031.789085 - Fax 031.6853110 www.griffineditore.it - info@griffineditore.it Stampa Starprint srl - Bergamo Tabloid di Medicina Estetica Copyright© Griffin srl Iscrizione Registro degli operatori di comunicazione N. 14370 del 31.07.2006 - ISSN 2532-5930 La proprietà letteraria degli articoli pubblicati è riservata a Griffin srl. Il contenuto del giornale non può essere riprodotto o traferito, neppure parzialmente, in alcuna forma e su qulalsiasi supporto, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Ai sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inserzionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi.
immediato ad arrossamenti, irritazioni e stati di fastidio cutaneo ogni volta che se ne presenta la necessità. È il coadiuvante ideale per lenire la cute e favorire i processi riparativi dopo interventi dermo-estetici importanti, peeling, laser o dermoabrasioni. È una maschera gel istantanea che applicata in strato sottile diventa invisibile e può essere lasciata in posa fino a completo assorbimento.
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Valetudo srl / Divisione Biogena Tel. 035.461634 - biogena@valetudo-lab.it www.biogena-lab.com
KELAIRON, DISPOSITIVO CON LATTOFERRINA PER LA RIPARAZIONE TISSUTALE La lattoferrina è una glicoproteina naturale (circa 690 AA, 80 kDa) appartenente alla famiglia delle transferrine; legando 2 ioni Fe3+ in due specifici siti con affinità circa 260 volte superiore rispetto alle transferrine del siero ha un’importante attività antidiscromica e favorisce l’attenuazione del colore brunastro tipico della discromia emosiderinica. La lattoferrina esplica anche altre molteplici funzioni: ha attività antiinfiammatoria in quanto modula la migrazione, la maturazione e le funzioni delle cellule immunitarie, attività batteriostatica, in quanto chelando il ferro priva i batteri di un nutrimento essenziale per la loro sopravvivenza ma, in particolare, ha un’attività molto importante nei processi di riparazione delle ferite. La lattoferrina ha dimostrato di promuovere significativamente la proliferazione dei cheratinociti e la loro migrazione, fattori essenziali affinché avvenga la riepitelizzazione di un tessuto danneg-
giato, ruolo confermato sia in vitro che in vivo. Inoltre, la lattoferrina ha dimostrato di aumentare la produzione di acido ialuronico (in particolare aumenta la trascrizione del gene HAS2 che produce acido ialuronico ad alto peso molecolare e che ha maggiore motilità cellulare rispetto all’acido ialuronico a basso peso molecolare sintetizzato a partire dai geni HAS1 e HAS3) e la sintesi del collagene che, durante la fase di granulazione dei processo di guarigione va a riempire la ferita. Kelairon è un dispositivo medico a base di lattoferrina incorporata in liposomi. È disponibile in due formulazioni: Kelairon, tubo crema da 50 ml, applicabile su
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cute integra, e Kelairon monosterile in 5 applicatori monodose sterili da 5 ml, da utilizzare su cute lesa. Grazie alla sua particolare formulazione in liposomi, la lattoferrina contenuta in Kelairon e in Kelairon monosterile riesce a superare lo strato epidermico della lesione e quindi agire in profondità; inoltre i liposomi proteggono la lattoferrina dalla denaturazione che ne limiterebbe l’attività.
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RetinCARE, un nuovo approccio nel trattamento dello skin ageing Difa Cooper, leader nella ricerca dermatologica, propone la nuova formulazione antiage a base di Polyvinyl A. 0,2%, acido retinoico 0,02% e acido glicolico 4%. L’attività filmogena della membrana polivinilica crea una pellicola sottile e invisibile in grado di svolgere un’azione protettiva nei confronti dei fattori esterni e di favorire l’idratazione. Acido retinoico e acido glicolico possono così esercitare in sinergia la massima efficacia esfoliante e cheratolitica, per un’azione antiage intensiva. Il flacone airless permette un dosaggio preciso e accurato del prodotto, consentendo l’utilizzo graduale di RetinCARE, per protocolli di trattamento efficaci e personalizzati. RetinCARE ha una formulazione leggera, dalla texture gradevole e a rapido assorbimento. È un dispositivo medico di classe 3 a base di acido retinoico, Polyvinyl A. e acido glicolico specifico per il trattamento di dermatoeliosi e dermatosi pigmentarie (affezioni cutanee caratterizzate da alterazione della pigmentazione), anche correlate all’invecchiamento cutaneo di tipo intrinseco (cronologico) ed estrinseco (foto indotto). RetinCARE è indicato anche come coadiuvante sinergico ai trattamenti estetici ambulatoriali.
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EAST, LA PICCOLA CHIRURGIA SENZA BISTURI D.T.A. Medical presenta E.A.S.T. (Elettrical Arc Sublimation Therapy), dispositivo medico in Classe IIB Dir. 93/42/CEE e S.M.I. (Dispositivi Medici) CE 0068, tecnologia totalmente italiana di microradiobisturi a sublimazione dermica controllata con arco voltaico. Si tratta di un trattamento ambulatoriale di eccellenza per trattare gli inestetismi della cute in modo sicuro e confortevole. EAST è uno strumento di nuova concezione, estremamente semplice, senza fili, pratico, maneggevole, non collegato alla rete elettrica, lavora per sublimazione dermica su superfici di 1 mm2 di pelle; con EAST si possono trattare molti inestetismi e lesioni cutanee come: ipercromie cutanee, striae distensae periombelicali, verruche, nevi, cheloidi, fibromi, xantelasmi, discheratosi, angiomi rubino, capillari del volto, inoltre si possono correggere le ptosi palpebrali di media e lieve entità, crow’s feet, esiti cicatriziali, smagliature e rughe con un soft lifting della cute in eccesso. Viene utilizzata una tecnica semplice, precisa, delicata e studiata nei dettagli, interagendo esclusivamente con i tessuti superficiali (vaporizzazione cutanea per epidermolisi con diffusione superficiale); trattamento non doloroso, ben tollerato dal paziente, no down time, no sanguinamento, adatto a tutti i fototipi.
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DTA Medical Service by Acea Medica srl Tel. 02.8392552 - direzione@dtamedical.it www.dtamedical.it
IntraDerma 3D HOLOGRAM, piattaforma multifunzionale per la terapia antalgica IntraDerma 3D Hologram, Chrome Line, è la nuova piattaforma multifunzionale Blue-Moon pensata per chi vuole avere le migliori tecnologie in un solo dispositivo per un paziente sempre più esigente. La nuova tecnologia di Blue-Moon è particolarmente adatta al trattamento dei dolori articolari, dei gonfiori da stasi e dei traumi, e può essere utilizzata per migliorare la lassità dermo-epidermica di viso, collo e décolleté, per attenuare le rughe superficiali e profonde e per la biorivitalizzazione di aree soggette a invecchiamento e cedimenti strutturali. L’apparecchiatura, oltre a garantire un control-
lo automatico della temperatura in tempo reale e quindi un notevole comfort per il paziente e per l’operatore, permette una profondità di penetrazione multipla (tridimensionale), riducendo di parecchio i tempi di trattamento. Inoltre la veicolazione transdermica (senza l’utilizzo di aghi) di qualsiasi principio attivo anche puro rende l’apparecchiatura ancora più performante. Blue-Moon si occupa della progettazione e costruzione di apparecchiature professionali per l’estetica e l’elettromedicale, tra cui radiofrequenza, laser, Ipl, presso, elettroporazione, ultrasuoni, vacuum e mixer.
IALUGEN PROMISS, FILLER A BASE DI ACIDO IALURONICO CROSSLINKATO E MICRONIZZATO CON LIDOCAINA ALLO 0,3%
«La bellezza ha un nuovo segreto» è stato il claim di una nuova gamma di filler lanciata proprio un anno fa in occasione dell’Aesthetic & Anti-aging Medicine World Congress (AMWC) dai Laboratoires Genevrier. Laboratoires Genevrier è un’azienda farmaceutica francese che, con la sua controllata Genbiotech, si dedica da più di trent’anni alla ricerca e allo sviluppo di prodotti innovativi nel campo della dermatologia, delle malattie muscolo-scheletriche e dell’estetica. Inoltre è un pioniere nei trattamenti basati sull’acido ialuronico, con più di quindici anni di conoscenza di questa molecola. Dall’esperienza pluriennale nasce la linea Ialugen Promiss, composta da 4 formulazioni: Soft 12 mg, Global 16 mg, Intense 20 mg e Volume 24 mg. Si tratta di un innovativo filler a base di acido ialuronico di alta qualità, da fermentazione batterica, crosslinkato (residuo BDDE tra i più bassi sul mercato <0,05 ppm), altamente reticolato, con lidocaina allo 0,3%. Ialugen Promiss possiede un innovativo sistema di reticolazione garantito dal processo brevettato H.M.D (Highly Micronized Density). Tale processo rende le molecole altamente micronizzate e uguali tra loro, in modo da formare una maglia uniforme, facilmente estrudibile con ineguagliabili proprietà viscoelastiche, migliorandone la resistenza alla deformazione, facilitando il posizionamento del prodotto nel derma e prolungandone l’effetto nel tempo. Ialugen Promiss è un prodotto facile da iniettare grazie anche dall’ago con tecnologia TSK Ultra Thin Wall 27 G.
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Laboratoires Genevrier ialugenpromiss@laboratoires-genevrier.com www.laboratoires-genevrier.com
DERMASTIR POST-OP MASCHERA BIO-CELLULARE RISTRUTTURANTE VISO La maschera Dermastir Bio-Cellulare Post-Op è realizzata dalla fermentazione di microrganismi e non da processi di lavorazione meccanica. Alta Care Laboratoires utilizza la biotecnologia per produrre un materiale che è simile al tessuto cutaneo. Questa formula unica produce una barriera protettiva e stimola la produzione di collagene. La maschera è idrofilica e diminuisce la TEWL (perdita di acqua transepidermica), poiché è in grado di trattenere livelli di idratazione pari a 100 volte il suo peso.
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Blue-Moon srl Tel. 0331.464428 - clienti@blue-moon.it www.blue-moon.it
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La sua formulazione è stata creata per inibire gli enzimi che scompongono l’acido ialuronico, il collagene e l’elastina della pelle. La sua struttura reticolare 3D consente la penetrazione dell’aria, ma non del liquido; aderisce perfettamente alla pelle ed è anche nota come “tessuto seconda pelle”.
Alta Care Laboratoires Tel. 06.69380852 - alta@altacare.com www.dermastir.com
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