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n.24 - Novembre 2013 - anno X The Best of Tuscany
47째 C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze
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Contents
Toscana Sommelier | November 2013 | N.24 11 Editorial osvaldo baroncelli Ais Toscana per il 47° Congresso Nazionale Ais Toscana 47th National Congress
47 ° Congresso Nazionale Ais
12 Wine event Sommelier in Progress Reflections of President Antonello Maietta 14 Wine & comunication Francesco Illy
18
12
Oliviero Toscani
16 Focus Clima e vino Climate and wine 18 Oleum nostrum Viaggio alla scoperta delle varietà olivicole della Toscana Discovering the variety of olive trees in Tuscany
The lords of wine
Piero Antinori 22 Pioniere del rinascimento del vino toscano Precursor of the ‘Renaissance’ of Tuscan wines. Andrea e Cesare Cecchi 24 L’innovazione intelligente When innovation becomes intelligent Ferdinando de’ Frescobaldi 25 Imprenditore o “vignaiolo” Free entrepreneur, or “vignaiolo” ... Nicolò Incisa della Rocchetta 28 Il mito di Sassicaia The myth of Sassicaia
42
36
Filippo Mazzei 30 La ricetta per fare grandi vini The recipe to make great wines Francesco Ricasoli 32 La rinascita di Castello di Brolio The rebirth of Castello di Brolio Claudia Tipa 34 Le sue passioni tra vela e vino His passions for sailing and wines x 36 Vip La Toscana del vino come Hollywood The Tuscan wine region like Hollywood
Grand tour in tuscany
42 Wine cellars Alla scoperta delle più antiche cantine della Toscana Discovering the most ancient wine cellars of Tuscany
46
46 Wine cellars Cantine moderne : le più belle in Toscana Contemparary wines cellars: the best ones in Tuscany
Nel ‘98 una passeggiata per le campagne della Maremma con il padre Maurizio, nome storico della enologia toscana. La ricerca di un luogo dove fare buon vino, ecco l’idea semplice e forte che ha dato vita al Podere 414. Circa 49 ha totali di cui 22 a vigneto situati nel comune di Magliano in Toscana, per la precisione alle pendici del borgo di Montiano. Inizia così la storia di Simone Castelli, una laurea in Agraria alle spalle, un profondo rispetto per la terra e le sue tradizioni che lo hanno portato a realizzare la “sua” idea di vino. Oggi, dopo 15 anni dall’inizio di questa avventura, il suo Morellino ha un posto di prestigio nella realtà enologica toscana. La base del Podere 414, pressoché unico vino aziendale, è costituita dall’85% di Sangiovese che viene accompagnato da un 5% di Ciliegiolo, vitigno autoctono particolarmente prezioso nel conferire freschezza e “territorialità”, Alicante allevato ad alberello per conferire una impronta mediterranea, calda, speziata ed intensa e dal 3% di Colorino. Questo Morellino, porta in se tutto il carattere della Maremma, impetuoso ad un primo approccio e comunque generoso nel colore, negli aromi e nel corpo, come il territorio e le persone che lo originano.
www.podere414.it
Contents
vertical wine tasting
50 Solaia Elegante e indomabile Elegant and indomitable 54 Masseto Oltre le mode Beyond trends 58 L’Apparita Araba fenice in Chianti 62 Selezione Prime Donne Cultura e intuito Culture and intuition
50
72 Castello di Vicarello Un posto magico che sposa la filosofia bio per grandi vini A place that joins the organic philosophy with great wines
54
75 Avvoltore Storia di una famiglia e del suo grande vino Story of a family and its great wine
Terroirs & professional competence
66 Tuscan view Sguardo sul paesaggio che nutre le identità del vino di Toscana A look at the landscape that nourishes the identity of Tuscan wines 86 Oenologist Tre giovani enologi e il futuro del vino toscano Three young oenologists and the future of Tuscan wine
58
88 Ais toscana I nostri campioni e i nostri delegati Our Champions and our Ambassadors
tuscan food
Annie feolde, Enoteca Pinchiorri 93 L’eccellenza della tradizione The best of the tradition
Valeria Piccini, Da Caino 94 Classici gourmet Gourmet Classics
Gaetano Trovato, Arnolfo 95 Passione all’ennesima potenza Endless true passion
58
62
Lorenzo Viani, Lorenzo 96 Il profumo del mare The flavors of the sea
Luciano Zazzeri, La Pineta 97 Sapienza e Intuito Savoire faire and intuition
rinnovo quota associativa AIS 2014
93
E’ possibile rinnovare l’adesione all’AIS nei seguenti modi: Internet, sul sito www.sommelier.it; c/c postale n. 58623208 intestato a Associazione Italiana Sommeliers, Viale Monza n. 9, 20125 Milano, causale ‘Quota AIS 2011; Bonifico bancario, Banca Intesa - Conto intestato a: Associazione Italiana Sommeliers – codice IBAN IT26H0306909442625008307992. La quota associativa è di 80 euro e comprende l’abbonamento annuo alla rivista ufficiale AIS e alla guida Bibenda edizione 2014.
ph. Officine Fotografiche
Presidente - Osvaldo Baroncelli Direttore Responsabile - Marzia Morganti Tempestini Condirettore - Matteo Parigi Bini Direttore Editoriale - Osvaldo Baroncelli Vicedirettori - Teresa Favi, Francesca Lombardi Direttore Marketing - Riccardo Berti Direttore Commerciale - Alex Vittorio Lana Rivista realizzata da: Gruppo Editoriale S.r.l.
Gruppo Editoriale
Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini Via Piero della Francesca, 2 – 59100 Prato - Tel. 0574 730203 Iscrizione al Registro degli Organi di Comunicazione (ROC): 18374 www.gruppoeditoriale.com - redazione@gruppoeditoriale.com Gruppo Editoriale
Responsabili delle Degustazioni: Massimo Castellani, Cristiano Cini, Luigi Pizzolato, Leonardo Taddei Hanno partecipato alle degustazioni: Pamela Bicchi, Paolo Bini, Fiorella Chimenti, Pietro Palma, Luca Radicchi, Antonio Stelli In redazione: Matteo Grazzini, Alessandra Lucarelli, Sabrina Bozzoni Hanno collaborato: Roberto Bellini, Paolo Bini, Fiorella Chimenti, Antonello Maietta (Pres. Nazionale AIS), Elena Mazzuoli, Arianna Nieri, Antonio Stelli, Michela Tassi Grafica: Chiara Bini, Alessandro Patrizi Traduzioni: Tessa Conticelli, Costanza Nutini Foto: Lorenzo Cotrozzi, Dario Garofalo, Alessandro Moggi, Vito Infante Pubblicità: Gianni Consorti, Alessandra Nardelli Editore: Associazione Italiana Sommelier - AIS Toscana Registrazione Tribunale di Prato n.15 del 29/10/2003 DELEGAZIONI gRUPPO e DITORIALE presidente regionale Osvaldo Baroncelli - presidente@aistoscana.it vice-presidente regionale Luigi Pizzolato - delegato.elsa@aistoscana.it vice-presidente nazionale Roberto Bellini - champagne.robertobellini@gmail.com consiglieri nazionali
Cristiano Cini - cristianocini71@gmail.it Giovanni Luchetti (revisore dei conti) - g.lucchetti@tin.it Leonardo Taddei - delegato.lucca@aistoscana.it CONSIGLIERI REGIONALI APUANA Lorenzo Chiappini - delegato.apuana@aistoscana.it AREZZO Massimo Rossi - delegato.arezzo@aistoscana.it FIRENZE Massimo Castellani - delegato.firenze@aistoscana.it GROSSETO Antonio Stelli - delegato.grosseto@aistoscana.it LIVORNO Paola Rastelli - delegato.livorno@aistoscana.it ISOLA D’ELBA Antonio Arrighi - delegato.elba@aistoscana.it LUCCA Leonardo Taddei - delegato.lucca@aistoscana.it PISA Guido Ferrini- delegato.pisa@aistoscana.it PISTOIA Roberto Bellini - delegato.pistoia@aistoscana.it PRATO Bruno Caverni - delegato.prato@aistoscana.it SIENA Marcello Vagini - delegato.siena@aistoscana.it VAL D’ELSA Luigi Pizzolato - delegato.elsa@aistoscana.it VERSILIA Andrea Balzani - delegato.versilia@aistoscana.it Segreteria Regionale: Francesco Ruchin - ass.toscana@aistoscana.it Stampa: Tipografia Baroni & Gori - Prato
ph. Alessandro Moggi
Tradizione chiantigiana e una moderna visione dell’enologia è la filosofia di Colle Bereto, azienda vinicola della famiglia Pinzauti. I 60 ettari di terreno della tenuta sono ripartiti sapientemente al fine di garantire un’altissima qualità: ecco che il Sangiovese, vitigno nobile del Chianti Classico, si ritrova nel Chianti Classico e nel Colle Bereto Chianti Classico Riserva, mentre il Pinot Nero ed il Merlot si esprimono al meglio ne Il Cenno e Il Tocco. Il Pinot Nero è anche protagonista della produzione dello spumante metodo classico Colle B, che grazie ad un’identità ben definita e riconoscibile è riuscito in breve tempo a ritagliarsi un posto d’onore fra gli appassionati di bollicine.
Bereto. Storia, “Colle know-how, innovazione. Quando la filosofia del buon bere diventa realtà
AZIENDA AGRICOLA COLLE BERETO di F. L. Pinzauti Radda in Chianti - Siena - Italia - Tel./Fax (+39) 0577.738083 - www.collebereto.it - colle.bereto@collebereto.it
”
EDITORIAL
text Osvaldo Baroncelli*
Un grande impegno
Quello di Ais Toscana per il 47° Convegno Nazionale Ais ospitato a Firenze On the part of Ais Toscana, for the 47th National Ais Conference hosted in Florence In questo particolare periodo, che ci ha visto coinvolti all’organizzazione del 47° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier alla Stazione Leopolda di Firenze, desidero ringraziare la squadra di lavoro dell’AIS Toscana: tutti i delegati, l’amministrazione e la segreteria, l’ufficio stampa e l’ufficio marketing che mi hanno supportato in questi mesi. Un team che da mesi opera in modo professionale all’ organizzazione di un evento così importante per la nostra associazione regionale. A Firenze infatti il Congresso non è stata solo l’occasione per progettare il futuro della nostra associazione, ma anche una grande festa del vino italiano. Ospitare Il Congresso Nazionale Ais a Firenze rappresenta il coronamento di un lungo percorso di valorizzazione dell’ Associazione che l’Ais Toscana ha intrapreso da tempo con tutti i delegati. Un sogno per dare valore a chi ha creduto in noi. Un importante lavoro, che proprio in occasione di questa manifestazione ha dato i suoi frutti, raccogliendo intorno al mondo del vino, sommelier e produttori, esperti, adetti ai lavori, giornalisti che giungeranno da tutta Italia, per confrontarsi, raccontarsi e assaggiare i nostri migliori vini e olii. Ringrazio i delegati e i sommelier con i quali abbiamo vissuto in questi mesi Wine in Progress Tour e rivolgo un grazie particolare al Presidente Nazionale Antonello Maietta che ha preso a cuore il nostro lavoro e ci ha supportato ed accompagnato in questo cammino La rivista Sommelier Toscana ci ha affiancato nel nostro percorso e in questo numero ha raccontato questa straordinaria regione attraverso le interviste ai protagonisti dell’enologia toscana e agli chef stellati; attraverso verticali di grandi vini conosciuti in tutto il mondo; ma anche raccontando il paesaggio, le cantine storiche come quelle moderne e gettando uno sguardo attento e puntuale sugli scenari futuri del vino toscano e della nostra associazione. Un numero unico che possa guidare i nostri ospiti, venuti qui da tutta Italia per il Congresso, alla scoperta della Toscana.
In this particular period during which we have all collaborated to the organization of the 47th National Congress of the AIS Italian Sommelier Association at the Leopolda Station in Florence, I desire to thank the AIS Toscana team of professionals: all the Association representatives, the administrative and the secretary’s offices, the press office and the marketing department, a team that has been supporting my work during these months. A team that has been working for months to organize such an important event for the AIS Toscana. In Florence, indeed, the Congress has not just been an occasion to make plans for the future of our association, but also a great festival of Italian wine. The fact that the National AIS Congress has taken place in Florence represents the crowning of a project aimed at the valorization of the Association, on which the AIS Toscana has been working for a long time with all its representatives. A dream project that wants to prize those who have believed in us. A very important work whose results are now in evidence, on this very event dedicated to the world of wine that will attract sommeliers, wine producers, experts, people who work in this sector and journalists from all over Italy, and here they will have the chance to exchange their ideas, tell about their experiences and taste our best wines and olive oils. I also thank the Association representatives and the sommeliers who have been accompanying us in the Wine in Progress Tour during these months and a special thank to National President Antonello Maietta who have taken to heart our project work, supporting and accompanying us in our work Our magazine Sommelier Toscana has accompanied us through this important step of our journey presenting an issue that explores the best of this extraordinary region, through interviews with the protagonists in the wine making sector in Tuscany and starred chefs; through verticals of wines that are famous all over the world, but also telling about the Tuscan landscape, introducing both the historical and the modern wineries and presenting with care and precision the future scenarios of Tuscan wine and of our association. A unique issue aimed at helping our guests that have come here for the Congress from all over Italy discover Tuscany. *presidente AIS Toscana
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C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazi
wine event text Antonello Maietta
Sommelier in Progress
Riflessioni del Presidente Antonello Maietta in occasione del 47° Congresso Nazionale “Wine in Progress” Reflections of President Antonello Maietta on the occasion of the 47th National Congress “Wine in Progress” Con immenso piacere desidero porgere i miei saluti a tutti i lettori di Sommelier Toscana in occasione dello straordinario momento associativo rappresentato dal Congresso Nazionale. Parafrasando il titolo della manifestazione, posso annunciare con soddisfazione che anche la nostra Associazione si conferma sempre più “in Progress”. Da quasi cinquant’anni operiamo per qualificare e promuovere l’immagine e la professionalità del Sommelier. E la vittoria dell’aretino Luca Martini al recente concorso mondiale, oltre a riempirci di orgoglio, testimonia il grande successo a livello internazionale della scuola AIS e ci dà nuovi stimoli per continuare nel nostro percorso. Le conoscenze sui vini e sulle bevande alcoliche, associate alle competenze in materia di abbinamenti gastronomici, rendono infatti i nostri Sommelier sempre più richiesti nella ristorazione di alto e altissimo livello - non solo in Italia ma in tutto il mondo -, dove sempre più spesso sono riconosciuti come fondamentale trait d’union tra gli chef, il personale di sala e i commensali. Tra gli obiettivi primari, la nostra Associazione ha sempre puntato sulla formazione per divulgare la cultura che ruota attorno al mondo del vino. I numeri ben rappresentano la dimensione: oltre 30.000 soci - di cui il 10% in Toscana - e 15.000 corsisti, con una crescita costante anno dopo anno. In quest’ottica abbiamo deciso l’apertura del 47° Congresso Nazionale al pubblico, così come l’organizzazione della Giornata della Cultura dell’Olio e del Vino, da noi creata e fortemente voluta e che giunge nel 2014 alla sua quarta edizione. Aprendo le porte dell’Associazione per farne conoscere le attività, intendiamo ribadire l’importanza che per noi riveste lo studio, la ricerca e la conoscenza approfondita del settore vitivinicolo. La formazione passa anche attraverso le scuole. Ecco perché gruppi di docenti sono attivi in numerose scuole alberghiere, per formare i ragazzi, futuri operatori del settore, rendendoli consapevoli dello straordinario patrimonio di cui il nostro Paese può vantarsi. Nel 2014 lavoreremo poi con ancor più determinazione per consolidare l’internazionalizzazione delle nostre attività, attraverso nuove forme di aggregazione come i nascenti “Club AIS”, saranno loro gli ambasciatori della cultura italiana del vino e della scuola AIS nel mondo. I recenti corsi organizzati dalla nostra Associazione in Cina e in Giappone, seguiti in prima persona dal Vice Presidente Roberto Bellini, attestano la dimensione sempre più globale del nostro messaggio. A queste strutture intendiamo dare dall’Italia il nostro supporto in termini di idee, competenze e sicuramente anche di passione, con la certezza di una nuova importante affermazione dei valori alla base della nostra mission associativa.
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It is with great pleasure that I would like to extend my greetings to all the readers of Sommelier Toscana on the occasion of the extraordinary event represented by the National Congress. To paraphrase the event’s title, I can happily announce that our association has been confirmed as one that is increasingly “in Progress”. For almost fifty years we have been working to qualify and promote the image and professionalism of the Sommelier. And the victory for Arezzo’s Luca Martini at the recent world-wide competition, as well as filling us with pride, bears witness to the great international success of the AIS school and gives us new ideas for continuing on our path. The knowledge of wines and spirits, combined with expertise on food pairings, in fact, make our Sommeliers increasingly sought after by high and very high level restaurants - not only in Italy but all over the world - where they are increasingly recognized as a fundamental link between the chefs, the waiting staff and the diners. One of the primary objectives of our Association has always been training to spread the culture that revolves around the world of wine. The numbers are a good representation of our size: over 30,000 members - 10% of whom are in Tuscany and 15,000 students, with steady growth year after year. With this in mind we have decided to open the 47th National Congress to the public, as well as the organization of the Day of Oil and Wine Culture, created by us and strongly supported, in its fourth edition in 2014. By opening the doors of the Association to familiarize the public with our activities, we intend to emphasize the importance we place on study, research and in-depth knowledge of the wine sector. The training also involves schools. This is why groups of teachers are active in several hotel-industry schools training young people, future operators in the sector, making them aware of the extraordinary legacy our country can boast. In 2014, we will be working with even more determination to strengthen the international side of our activities, through new forms of association such as the proposed “AIS Clubs.” These will be the ambassadors of Italian culture of wine and the AIS schools in the world. Recent courses organized by our Association in China and Japan, personally overseen by the Vice President Roberto Bellini, attest to the increasingly global scale of our message. At these facilities we intend to give our support from Italy in terms of ideas, skills and certainly passion, with the certainty of a major new confirmation of the basic values of our association’s mission.
On the previous page, Antonello Maietta National President of Ais. On this page an Ais event, Stazione Leopolda, (the congress venue) and the official image of the 47th National Congress 13
C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazi
wine & comunication di Arianna Nieri
Francesco Illy Innovazione e passione Innovation and passion
Il lavoro dei suoi sogni quando era ragazzino? Forse proprio Podere Le Ripi: un luogo dove la bellezza della natura si incontra con il bello fatto dall’uomo. E dove il concetto di bello si allarga a tutti i sensi – oltre al visivo. Un aneddoto o una storia a cui è particolarmente legato della sua vita da produttore Quando piantai i primi mille metri di “Bonsai”, mettendo le viti a 40 cm una dall’altra, tutti pensarono fosse una scemenza. Oggi si sorprendono di come i vini nati dalla vigna più densa del mondo siano così diversi e complessi. La mia piccola vittoria sulla tradizione? Quando tradizione significa dogma io non ci sto! Se le dico “vino toscano” che cosa le viene in mente? Un gran bel posto: la meraviglia della natura toscana. Sono fotografo della natura e mi affascina sempre. Odio parlare di emozioni del vino perchè è un concetto inflazionato, ma quando un vino dopo il primo sorso mi fa fare quell’ahhh di soddisfazione devo ammettere di aver provato un’emozione. Tre parole per definire la sua filosofia nel suo lavoro di imprenditore La mia etichetta Amore & Magia, che spiega come dalla curiosità, a caduta inevitabile, nascono cultura, sensibilità, entusiasmo, amore e alla fine un prodotto magico. Cultura del caffè e cultura del vino, il ruolo italiano nel mondo L’espresso l’ha inventato mio nonno nel 1933, estrae tutto il meglio del caffè creando più un elisir che una bevanda: il caffè migliore del mondo continuerà a farlo l’Italia, anche se nel frattempo concorrenti non italiani fanno ottimi prodotti, ma tra ottimo ed eccellente rimane una certa distanza. Il vino italiano di alta qualità sta continuando ad imporsi nel mondo, ma c’è un enorme bacino di consumatori che crede ancora nei marchi consolidati da decenni, a volte più di un secolo. L’unico modo di spostare la loro attenzione sono le degustazioni cieche, dove spesso il consolidato esce perdente: se ne fanno troppo poche ancora.
Entrepreneur, winegrower, producer of coffee, of course, as well as of wine and olive oil, a proponent of organic and of the new biodynamic agriculture, engaged in projects dealing with environmental sustainability. And, finally, an artist A great place: the wonderful Tuscan countryside. I am a nature photographer and it always fascinates me. I hate talking about wine emotions because it is an overworked concept, but when, after the first sip, a wine makes me sigh that “ahhh” of satisfaction, I must admit that I’ve felt an emotion. Three words to describe your work as an entrepreneur My Amore & Magia label, which explains how curiosity leads to culture, which in turn, in an inevitable sequence, leads to sensitivity, enthusiasm, love and, at the end, a magical product . Coffee culture and wine culture, the role of Italy in the world My grandfather invented espresso coffee in 1933, extracting all the best from coffee, creating, more than a beverage, an elixir: Italy will always continue to make the best coffee in the world. High quality Italian wine is continuing to make a name for itself throughout the world, but there is a huge pool of consumers who still believe in brands which have been well-established for decades, sometimes for more than a century. The only way to shift their attention is to hold blind tastings, where often the well-established label comes out a loser: there are still too few blind tastings being held.
The job you dreamt of when you were a child? Perhaps, actually, Podere Le Ripi: a place where the beauty of nature meets man-made beauty. And where the concept of beauty extends to all the senses - in addition to sight. An anecdote or a story that is particularly related to your life as a producer When I planted the first thousand meters of “Bonsai,” placing the vines just 40 cm apart, everyone thought it was sheer stupidity. Today they are surprised at how the wines produced from the world’s most densely-planted vineyard are so diverse and complex. My small victory over tradition? When tradition means dogma, I can’t accept it! If I say “Tuscan wine,” what thoughts come to your mind ?
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wine & comunication
Oliviero Toscani Un vino allegro con brio A joyful wine with brio
Il lavoro dei suoi sogni quando era ragazzino. Sono figlio di un fotografo, mio padre è stato il primo fotoreporter del Corriere della Sera e non ho potuto scegliere il mestiere della mia vita. Forse lavorare la terra, le vigne, fare l’olio, allevare cavalli e maiali, forse questa è la mia vera vocazione. Un aneddoto della sua storia di produttore Ho visto bloccate molte iniziative che avrebbero potuto qualificare il territorio, come la costruzione di una cantina su un progetto straordinario di Peter Zuntor. Una volta un amministratore locale ha detto a un importante organizzatore di eventi che passava di qua e lo incalzava a usare la mia notorietà “Se i’ Toscani vuole lavorar per noi, che venga a bussà”. Ci parli del suo vino Il Sangiovese, il vitigno autoctono della Toscana, produce vini complessi ma non generosi. Per fare un paragone con i grandi musicisti della storia: il vino toscano è spesso come una musica di Wagner, è aspro e complicato. Insieme al mio enologo, Attilio Pagli, che considero un genio, ho voluto invece creare un vino rosso che esprimesse una musica di Mozart. Su consiglio dell’amico Angelo Gaja, il vino OT nasce nel 2003, un blend composto da Shirah, Cabernet Franc e Petit Verdot (15%). Come comunica il suo vino un grande comunicatore come lei? L’etichetta che ho creato per il mio primo vino contiene le mie iniziali, tracciate con colori primari rosso, blu e giallo. Non ero certo che il mio primo vino sarebbe venuto bene come desideravo e allora gli ho dato semplicemente il mio nome. Nella comunicazione il marchio OT si accompagna alle parole che definiscono la musica di Mozart: “allegro con brio”, “gioioso”, “deciso con moto”... Nel 2011 è nato “Quadratorosso”, che deve il suo nome a un dipinto di un pittore russo suprematista Kasimir Malevic che disegnò questo quadrato che non era quadrato, che aveva i quattro angoli non a 90 gradi, quindi il quadrato perfetto per un bevitore di vino.
A photographer awarded four Lions d’Or as well as the Unesco Grand Prix, creator of world-famous advertising campaigns for international fashion brands
Tell us about your wine Sangiovese, the native grape variety of Tuscany, produces complex, though not generous, wines. To make a comparison with great musicians of the past: Tuscan wine is often like the music of Wagner, harsh and complicated. Together with my winemaker, Attilio Pagli, whom I consider a genius, I wanted, instead, to create a red wine that expresses Mozart’s music. With advice given by a friend, Angelo Gaja, our OT wine was created in 2003, a blend composed of Shirah, Cabernet Franc and Petit Verdot ( 15%) How do you communicate your wine’s message? The label that I created for my first wine contains my initials, in the primary colours of red, blue and yellow. I was not sure that my first wine would turn out as good as I wanted and so I simply gave it my name. In our wine communication the OT mark is accompanied by the words that define Mozart’s music: allegro con brio, gioioso, deciso con moto... In 2011, the creation of “Quadratorosso,” which takes its name from a painting by the Russian Suprimatist painter, Kasimir Malevich, who designed this square that was not square, with four angles that were not right angles, therefore, the perfect square for a wine drinker.
The job you dreamt of when you were a child. I am the son of a photographer, my father was the first photo-journalist of the Corriere della Sera and I could not choose my life’s work. Maybe cultivating the land, the vineyards, making olive oil, raising horses and pigs, maybe this is my true calling. An anecdote from your life as a producer I’ve seen many initiatives blocked that could have improved the territory, such as the construction of a cellar with an extraordinary project designed by Peter Zuntor. Once a local administrator spoke with a leading events organizer who was passing by, urging him to exploit my fame, and saying “If Toscani wants to work with us, all he has to do is just come here and knock on our door.”
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C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazi
Focus text Marzia Morganti Tempestini
Clima e vino
Il tema del 47° Convegno Nazionale Ais affrontato da Attilio Scienza, massimo esperto in materia The theme of the 47th National Ais Conference, addressed by Attilio Scienza, leading expert in the field Clima e vino. E’ il titolo del convegno di apertura del 47° Congresso Nazionale AIS a Firenze, ma anche l’ingrediente che fa la differenza nella buona riuscita di un’annata. A parlarne è il massimo esperto sul tema, il ricercatore Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura e Direttore del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Milano. Professor Scienza, in che modo risponde la vite ai mutamenti climatici? La vite risponde con i mezzi che l’evoluzione ha messo a sua disposizione attraverso i meccanismi di controllo della riduzione della disponibilità idrica, della mitigazione del danno ossidativo e del condizionamento della maturazione a temperature elevate. Tutto questo comporta un cambio anche importante nei composti sensorialmente importanti nel vino, perché ad una diversa composizione chimica della bacca corrisponde anche una diversa attività di lieviti e batteri. Il viticoltore cerca di aiutare la vite a superare lo stress climatico cercando di irrigare, adottare forme di allevamento più protettive nei confronti della radiazione e della temperatura, di concimare e di gestire il suolo con tecniche di arido cultura, ma anche spostando la viticoltura in zone più fresche, adottando vitigni meno sensibili alle alte temperature e con maturazioni più lente e usando portinnesti più efficienti nei confronti dell’assunzione dell’acqua. Esistono dati su quanto il clima ha influenzato la viticoltura? Prima della scoperta del termometro le informazioni più importanti venivano date dalla vendemmia. Secondo quanto raccolto nel Medioevo dagli ordini monastici, negli ultimi 1.500 anni ci sono stati cambi climatici molto più forti di quelli odierni: il cambiamento attuale, iniziato a metà anni ‘80 e con un trend di crescita abbastanza regolare nelle temperature, ha provocato una anticipazione dei processi vegetativi e fenomeni di stress idrico e termico abbastanza importanti. Questo andamento si è quest’anno interrotto e siamo tornati ad una situazione simile a quella precedente agli anni ‘80. Le previsioni sono fatte su modelli predittivi che si basano soprattutto sull’effetto che ha l’incremento della anidride carbonica sul riscaldamento dell’atmosfera ma non riescono purtroppo a valutare le variazioni dell’umidità che sono più importanti a questo riguardo, rendendo quindi tali modelli poco attendibili. Come e quanto gli attuali mutamenti climatici potranno incidere in futuro sulla qualità dei vini? Negli anni passati la composizione dei vini soprattutto organolettica ha subito in Europa profonde modificazioni, facendoli assomigliare ai vini di paesi più caldi: molto alcolici, poco freschi, con tannini poco evoluti, di grande struttura, poco eleganti e spesso con tendenza all’ossidazione. La tecnica enologica ha messo in atto meccanismi di correzione sia nell’epoca di vendemmia sia nella vinificazione, ma spesso i risultati - soprattutto per le cantine a bassa tecnologia - non sono stati soddisfacenti. Il mercato si sta orientando verso vini freschi, poco alcolici, morbidi e con aromi fruttati: se avremo anche nei prossimi anni maturazione accelerate, sarà molto difficile per le zone più calde d’Italia rispondere adeguatamente in breve periodo alle richieste del consumatore.
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Climate and wine. This is the title of the conference that is going to be held at the opening of the 47th National AIS Congress in Florence, as well as the crucial ingredient for successful grape growing. This topic will be discussed by research professor Attilio Scienza, a great connoisseur of oenology, full professor of Viticulture and Director of the Degree Course in Viticulture and Oenology at the University of Milan- Professor Scienza, how much do grape vines depend on climate changes and how do vine growers measure with them? Vines use the means evolution has given to them, control mechanisms useful to face limited water supply, to mitigate oxidation damage and to influence the ripeness process through high temperatures. This can cause an important change of the sensory characteristics of a wine, because the chemical composition of grapes influences the activity of yeasts and bacteria. Vine growers try to help vines come through the stress caused by climate changes in the best way possible, by trying to irrigate the fields, to choose more effective measures that protect the vines from solar radiation and temperature fluctuations and to improve and fertilize the soil with arid cultivation methods, but also by locating vineyards in fresher areas, choosing vine grapes that are less stressed from high temperatures and ripen slower and using rootstocks that allow water to drain. Do we have useful information to understand how much the climate has influenced viticulture until now? Before the discovery of the thermometer, people looked at their grape harvests to get the most important information about the weather. According to the information coming from Medioeval monastic orders , the climate changes that have characterized the last 1500 year have been much stronger than those that are taking place right now: the climate fluctuations we are now witnessing, -which started in the mid of the Eighties and have been accompanied by a regular warming increase trend- have caused an anticipation in the responses of vegetation as well as water and heat stress. How and how much will climate changes affect the quality of wines? During the last years the structure of wines and their organoleptic characteristics in particular have been deeply changed in Europe, and they have become more similar to the way wines in warmer countries tend to be: very alcoholic, not very fresh, with not very well developed tannins, not very elegant and often less resistant to oxidation. The application of the best oenologic technique has allowed for preventive methods to be applied both during grape harvest and wine making, but often -and this is true for low-tech cellars in particular- the results have not be that successful. The market demand is ever more oriented to fresh wines with less alcohol content, soft wines with fruity aromas: if we are destined to experience an acceleration in the ripening process even in the coming future, the warmer areas of Italy will not manage to answer the demand of the customers in a proper time.
Attilio Scienza, Professor of Viticulture and Director of the Master of Science in Viticulture and Oenology, University of Milan sasasasa sasasasasasa sasasasaas asasassa
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C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze 47° C ongresso N azionale AIS - S tazi
olive oil text Fausto Borella
Oleum nostrum
Viaggio alla scoperta delle varietà olivicole della Toscana Discovering the variety of olive trees in Tuscany Americano, Arancino, Cucca, Cuoricino, Lazzero, Madonna dell’Impruneta, Melaiolo, Puntino, Tondello. Questi sono solo alcuni tra i nomi più curiosi e soprattutto sconosciuti che si ritrovano all’interno dell’elenco delle varietà olivicole toscane chiamate, più propriamente, cultivar. Fino a oggi il germoplasma regionale conta 119 varietà esistenti sul nostro territorio, che ogni anno vengono raccolte separatamente grazie all’attenta opera degli olivicoltori in modo da comprendere sempre meglio le caratteristiche e i profumi, così come è avvenuto per il vino. Tra le varietà riscoperte o mai abbandonate mi piace ricordare il Quercetano, che nasce nell’omonimo comune tra le province di Massa e Lucca dalla forma ovoidale e piuttosto resistente alla mosca. Il Maurino Lucchese che si ritrova in varie zone della Toscana e diffuso per la propensione a diffondere il polline ad altre cultivar. Il Leccio del Corno, individuato nell’omonima fattoria di San Casciano Val di Pesa, o l’Olivastra Seggianese che si ritrova ai piedi del Monte Amiata, così ricca di antiossidanti, i polifenoli. Ma la Toscana, va da sé, è celebre per le sue cultivar raccolte in maniera omogenea in tutto il territorio: Leccino, Frantoio e Moraiolo. Delle tre monocultivar si consiglia di raccogliere per primo il Leccino, poi il Moraiolo e infine il Frantoio, anche se, come succede puntualmente in ogni oliveto, nessuno meglio dell’olivicoltore conosce il momento propizio per raccogliere le olive, posizionarle per pochissime ore in casette di plastica ben areate e non in sacchi di iuta dove parte la fermentazione dell’oliva e poi scegliere il più vicino frantoio a ciclo continuo per ottenere un olio integro e pulito. In questi ultimi anni, grazie alla volontà dei produttori di comprendere il gusto del proprio olio e alla crescente domanda dei consumatori di ac-
Americano, Arancino, Cucca, Cuoricino, Lazzero, Madonna dell’Impruneta, Melaiolo, Puntino, Tondello. There are just some of the most curious and unknown names of the olives and olive plants, more properly defined by the term “cultivar”, that are to be found in Tuscany. Today there are 119 varieties in the olive germ-plasm present in Tuscany, and every year they are harvested separately thanks to the attentive work of olive growers, always trying to improve ever more their knowledge of the varieties’ characteristics and aromas, as it has been for grapes. Among the varieties that have been rediscovered and the most used ones I like to remember the Quercetano, grown in Quercetano -between Massa and Lucca, with egg-shaped fruits that are difficult to be attacked by mosquitoes. The Maurino Lucchese can be found in various parts of Tuscany, and it is so diffused because it is releasing its pollen to be wind-carried to other plants. Or the Leccio del Corno, first spotted in the Corno farm in San Casciano Val di Pesa, or the Olivastra Seggianese at the foot of Mount Amiata, very rich in poliphenoles. Needless to say, Tuscany is famous for its ‘cultivar’, harvested in a homogeneous way in all Tuscan areas: Leccino, Frantoio and Moraiolo. Of these three ‘monocultivar’, the Leccino should be harvested first, followed by the Moraiolo and the Frantoio, even though, as always happens in every olive grove, only olive growers know the right moment to harvest olives, to lay them a couple of hours in perforated plastic boxes to prevent fermentation –so avoiding the use of jute sacks-, and to choose the next olive mill that uses a continuous method in order to obtain a clean oil full of its original characteristics. During these years, olive growers have studied the taste of their oils and
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Olivi e vigneti a Montalcino. Pagina a sinistra: sulla strada per Vinci - Olive trees and vineyards in Montalcino. Left page: on the road for Vinci
quistare un olio con certe peculiarità, si è portati sempre più a produrre oli monovarietali. Ogni anno l’olivicoltura teme l’eterna incertezza della produzione olivicola, della qualità delle olive e, non ultimo, della corretta frangitura delle olive. Per questo chi fa olio ha a disposizione due strumenti: fare un solo olio proveniente da un unico olivaggio, oppure, secondo il gusto, creare un blend attraverso gli olivi sparsi nel proprio campo. ABBINAMENTI Da qui nasce l’ultima parte che, personalmente, diventa la più importante: l’abbinamento delle varietà con i cibi della tradizione regionale e nazionale. Partendo dall’assioma che non esistono oli delicati se raccolti alla giusta invaiatura e lavorati e conservati correttamente, possiamo definire le caratteristiche organolettiche per creare il corretto abbinamento. Con un olio Leccino appena spremuto dalle tonalità olfattive vegetali e con accenni speziati, si accompagnerà perfettamente con una vellutata di ceci e gamberi del Tirreno per contrapporre la tendenza dolce del piatto alle sensazioni mediamente intense dell’olio. Il Frantoio, da sempre, ha caratteristiche marcate di amarezza e speziatura, così da avere caratteristiche di abbinamento perfette con la concordanza di una carne alla brace in cui si esalta la succulenza della carne con la tendenza amarognola della cottura. Il Moraiolo così amaricante dalle note di carciofo, melanzana e pepe, si esalterà sia per contrapposizione con una ribollita toscana, sia per concordanza per gli amanti dei gusti forti, con crostini di fegatelli e cavolo nero, o tortelli con ragù di carne ed erbe di campo. Pochi esempi ma efficaci per incuriosire l’appassionato e per incoraggiare il produttore a conoscere i propri oli così da proporre una gamma sempre nuova e unica.
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the demand by consumers for oils with certain characteristics has increased, leading to a production of mono varietal olive oils. Every year, the olive growing sector fears the eternal uncertainty in olive growing, the quality of olives and that of olive pressing. That is why olive growers can choose whether to produce a mono varietal olive oil or to create a blend of oils using the varietals in their field. Suggestions And here we come to the part that is, in my opinion, of the greatest importance: the way the different olive oils can be matched with typically Tuscan and Italian dishes. Taking as its basis that the right Veraison timing and the right procedures in the production and preservation are essential to obtain delicate olive oils, the definition of their organoleptic characteristics help us pairing them with food. A fresh-squeezed Leccino with vegetal olfactory notes and slight spicy notes is perfect when paired with a chickpeas and Tyrrhenian shrimp cream soup to balance the sweet taste of the dish with an oil of average intensity. The Frantoio, with its characteristic bitter and spicy notes, has a unique taste when combined with meat grilled over hot coats, a combination that enhance the tasty flavor of meat and its slight bitterness due to the cooking method. To make an interesting contrast with the Moraiolo, with its better notes of artichokes, aubergines and pepper, we suggest you pair it with a ribollita (typical Tuscan soup), or, if you like strong flavors, with chicken liver and black cabbage crostini, or with tortelli with meat sauce and beet tops. Just some examples to make consumers curious and to encourage olive oil producers to better know their products in order to always propose new and unique olive oils.
I Partner del 47° Edizione del Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier “Wine in Progress” AUDI FIRENZE - Fa parte di Volkswagen Group Firenze SpA, e sin dalla sua costituzione ha mostrato subito un inedito stile comunicativo, basato su iniziative di solidarietà, culturali e sportive e orientato ad un mirato inserimento nel tessuto sociale del capoluogo toscano. Perfettamente riuscito. www.audifirenze.it
ALISPED - Nata nel 1968 a Prato, Alisped rappresenta oggi una delle principali aziende nel settore del trasporto internazionale. www.alisped.it
Banca Popolare di Vicenza - fondata nel 1866, è la prima banca costituita a Vicenza e la prima Banca Popolare sorta in Veneto. Con una rete di 690 punti vendita distribuiti in tutta Italia e circa 5.500 dipendenti, Banca Popolare di Vicenza è oggi una delle principali realtà bancarie in Italia ed è presente su tutto il territorio nazionale. www.popolarevicenza.it
BORMIOLI - Dalla dimensione artigianale, la realtà produttiva diventa industriale e segna dei punti chiave nella lavorazione del vetro e della plastica. Oggi leader italiano nel mercato dei prodotti di vetro. www.bormiolirocco.com
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FIRENZE ALBERGO - Firenze Albergo è il consorzio ufficiale dei migliori hotel a Firenze. Da oltre 10 anni, il punto di riferimento per l’ospitalità nella Culla del Rinascimento. www.firenzealbergo.it
HAPIMAG - Azienda specializzata nel settore turistico e servizi per l’organizzazione personalizzata della vita e del tempo libero www.hapimag.com
IPAC - Fondata negli anni ‘50 dal Cavaliere del Lavoro Guido Chiti, IPAC (Industria Pistoiese Articoli Casalinghi) da quattro generazioni produce e commercializza prodotti in acciaio inossidabile per la cucina e la tavola. www.ipacitaly.it
MAESTROD’OLIO - L’accademia Maestrod’olio nasce nel 2008 con lo scopo di divulgare – attraverso lezioni, corsi e seminari – la conoscenza e l’abbinamento dei migliori oli extravergine di oliva di tutte le regioni italiane www.maestrodolio.it
NOUVEAU HORECA - Il nuovo marchio europeo di tovaglioli e tovaglie monouso innovativi e di gran pregio. www.nouveau-shop.com
OFFICINE FERROTOSCANO - è un laboratorio culturale e un’officina di idee. La filosofia dell’ azienda si fonda sul recupero e la qualità. Tutti i prodotti sono realizzati con materiali ecosostenibili, di provenienza certificata, o materiali di recupero che rivivono in nuove realizzazioni di design. www.officineferrotoscano.it
RETALCO - Soluzioni e-commerce professionali per la vendita online di prodotti e servizi per aziende e logistica avanzata. www.retalco.com
SURGIVA - fa parte del gruppo Lunelli. Fin dalla sua comparsa sul mercato, Surgiva ha conquistato un pubblico di consumatori competenti e qualificati, diventando sinonimo di acqua minerale raffinata ed esclusiva. www.surgiva.it
BACCHUS GENIUS - Cantine climatizzate per il servizio del vino. www.bacchusgenius.it
WINE PLEASE - Dispenser vino ideali per il servizio al bicchiere. www.wineplease.it
VIAPIANA -L’azienda VIAPIANA nasce da una grande passione per l’abbigliamento uomo e dalla lunga esperienza nel settore del sig. Giachini, quale diretto ideatore delle collezioni. www.viapiana.it
CECCHI - Dal 1893 il marchio Cecchi è sinonimo di viticoltura in Italia e nel mondo. La storia dell’azienda è un bellissimo racconto di famiglia scandito da passione, dedizione alla terra e brillante spirito imprenditoriale. Forte dell’esperienza viticola maturata in più di cento anni di amore per la campagna, oggi la famiglia Cecchi affronta le sfide future con lo stesso entusiasmo di sempre. www.cecchi.net
PULLTEX - è la più importante marca di accessori da vino che costituisce una larga scelta di cavatappi e di altri accessori professionali per gli amanti del vino. www.pulltex.com
GIORGIO TESI GROUP - è un’azienda vivaistica leader in Europa per produzione di piante ornamentali, dimensioni e superficie coltivata www.giorgiotesigroup.it
ENOT - Il progetto nasce per soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più attento e numeroso di fumenoappassionati, alla costante ricerca di nuove emozioni, di nuovi prodotti, e del miglior abbinamento tra sigari naturali e vini, vini dolci, distillati, magari accompagnati da un buon cioccolato o da un caffè. www.enot.it
DR. VRANJES - Antica Officina del Farmacista nasce a Firenze nel 1983 dalla passione del Dr. Paolo Vranjes, farmacista, chimico e cosmetologo che, con il suo staff di collaboratori, formula e produce prodotti esclusivi, risultato di un perfetto connubio fra minuziose tecniche innovative e instancabile ricerca nella tradizione. www.popolarevicenza.it
MEDIA PARTNER il Quotidiano di Firenze www.lanazione.it
Il trimestrale di AIS Toscana di informazione sul mondo del vino, e non solo. www.gruppoeditoriale.com/sommeliertoscana.php
www.radiotoscana.it
www.rtv38.com
I ‘Signori’ del vino Storie incredibili di passione, colpi di genio e coraggio fra tradizione e innovazione. Il mondo del vino toscano raccontato dagli uomini che hanno fatto la storia della moderna viticoltura ma anche attraverso il fenomeno crescente dei vip e delle personalità dell’arte e dell’impresa che innamorati della Toscana, sono sbarcati tra le sue verdi colline, scoprendosi, in molti casi, provetti viticoltori. Insomma quello che è stato, che è e che sarà il vino made in Tuscany attraverso il punto di vista privilegiato di grandi saggi trait d’union tra sacro passato e un futuro che si preannuncia imbevuto di scienza, unicità, perfezione.
Incredible stories of passion, genial ideas and courage, suspended between tradition and innovation. The world of Tuscan wine narrated by those who have made the history of modern viticulture and through the rising phenomenon of VIPs and celebrities, whose love for Tuscany has brought them among Tuscan hills and turned them, in many cases, into skilled vine growers. Presenting everything about the past, the present and the future of the wine “Made-inTuscany” from the privileged perspective of great personalities, trait d’union between a sacred past and a future that seems to be filled with distinctiveness and perfection.
face to face
The winemaker Piero Antinori (born in Florence in 1938) president of Marchesi Antinori
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winemaker text Teresa Favi - ph. Lorenzo Cotrozzi
Il bello di cambiare
Piero Antinori, pioniere del rinascimento del vino toscano Piero Antinori, precursor of the ‘Renaissance’ of Tuscan wines Piero Antinori, 26ma generazione di una storica famiglia fiorentina che produce vino dal 1385. Pioniere del nuovo corso della viticoltura toscana, imprenditore illuminato, in 50 anni di operato ha portato la Marchesi Antinori da 50 a 20mila ettari e sfornato vini di culto come Tignanello e Solaia. Quando nel ’66 assunse la guida dell’azienda quale situazione si trovò di fronte? La mezzadria era stata abolita da poco, dovevamo lasciare la coltura promiscua e applicare il concetto di rischio d’impresa ad un settore che non lo aveva mai conosciuto. Fu una trasformazione rapidissima, i vitigni specializzati spuntavano ovunque ma le barbatelle non erano di qualità perché i vivaisti erano sovraccarichi di richieste. Risultato, i nuovi vigneti del Chianti non erano in grado di produrre vini adatti all’invecchiamento. La diminuzione di qualità ricadde rapidamente sulle vendite e anche sul nome. Con il Chianti in caduta libera, lei cosa fece? Con Giacomo Tachis prendemmo una decisione, uscire dall’Italia. Francia, California... In quei viaggi conoscemmo Emile Peynot docente di enologia a Bordeaux. Con lui capimmo che era impossibile fare un grande vino rosso con il 30% di uve bianche, che andava praticata la fermentazione malolattica, che era meglio ridurre le botti e usare legni nuovi. Il Tignanello fu il frutto di questo nuovo approccio produttivo? La prima annata è del 1971, anche se ufficialmente si parte dal ‘74, un vino talmente controverso e controcorrente che esitavamo a produrlo, tanto ci spaventava, fu Veronelli a incoraggiarci: “andate avanti così, sarà un grande vino”. Qual è stata la sua portata rivoluzionaria? Fu il primo vino a segnare il passaggio tra produzione di quantità a produzione di qualità e a dimostrare che la Toscana ha un potenziale straordinario. Oggi, com’è percepito il vino toscano nei mercati stranieri? Il cliente straniero cerca la qualità, ma vuole anche che il vino gli evochi un mondo, delle emozioni. Il nostro vino è straordinariamente comunicativo, spalleggiato dal brand ‘Toscana” che, però, a mio avviso, dovremmo preoccuparci non solo di sfruttare ma di gestito e coltivare con grande sapienza, a partire dalla cura per il suo paesaggio che è unico al mondo. Rientra in questa prospettiva la nuova cantina Antinori a Bargino, che tutto il mondo le invidia… Ci è piaciuto molto che il progetto si inserisse in maniera armonica nel paesaggio, quel suo essere contemporaneo ma in linea con la tradizione toscana. Mi auguro che non passi mai di moda, un po’ come le nostre antiche case coloniche che dopo secoli mantengono inalterato il loro fascino non disgiunto dalla loro solidità.
Piero Antinori is the 26th generation member of a historical family that has been producing wine since 1385. A skilled entrepreneur and the precursor of the new Tuscan viticulture program, during the 50 years he has worked at the Marchesi Antinori wine company he contributed to an expansion of the land area used for grape growing, from 50 to 20,000 hectares, producing top performing wines like the Tignarello and the Solaia When you took the leadership of the Marchesi Antinori company in 1966, what kind of situation did you have to face? The share-cropping system was just abolished, so we had to change our system of agriculture and implement the concept of entrepreneurial risk, which had never been present in this sector before. Everything changed so quickly, we started to construct specialized vineyards, but the quality of the vine cuttings was low because nurseries are limited and do not offer an endless number of plants. So the new vineyards couldn’t produce wines that were not suitable for aging. This decline in quality rapidly affected the volume of sales and our name, as well. And what did you do when the Chianti started to decline? I consulted with Giacomo Tachis, and we decided to leave Italy to travel to California and France. There we got to know Emile Peynot, who taught oenology in Bordeaux. He taught us that it was impossible to make a good red wine with 30% white varieties, that a malolactic ferment had to occur and that it was better to reduce the size of barrels and to have them made from new woods And the Tignanello was the final result of this new productive approach? 1971 was the first year of production, though it first made its official debut in 1974: it was a controversial, nonconformist wine; we hesitated to produce it, we didn’t know whether it would be accepted, but Veronelli persuaded us: “just don’t give up, it will be a great wine”. Why has it been so important? It has been the first wine to mark the passage from a production based on quantity to a production based on quality, showing the extraordinary potential of Tuscany in this sector. How are Tuscan wines perceived on International markets? Foreign customers look for quality, but also for wines that evoke a world of escape and unique sensations. This is a communicative wine, and it is supported by the name “Toscana”, a name we should not only take advantage of, I guess, but learn to manage and cultivate wisely, starting by taking care of its landscapes that are unique in the world. The new Cantina Antinori in Bargino, that would be the envy of many wine makers from all over the world, fits well in this perspective.. We really liked the idea that the building would be harmonically integrated into the landscape, innovative but also in line with the Tuscan tradition. I hope it will never go out of fashion, like our old farmhouses whose fascination and solid structures havn’t altered even after centuries.
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Andrea (left) and his brother Cesare (right), the fourth generation of the Cecchi family to run the Cecchi family estates.
winemaker text Teresa Favi
L’ innovazione intelligente La grande scommessa sull’eccellenza di Andrea e Cesare Cecchi How Andrea and Cesare Cecchi are betting on quality
Vocazione per la vite, cura della filiera e tecnologia produttiva all’avanguardia sono gli elementi che accomunano la produzione di Andrea e Cesare Cecchi, i cui vigneti sono dislocati tra Toscana e Umbria. Realtà produttiva e commerciale imponente, nata nel Chianti Classico nel 1893, oggi dedita a perseguire risultati di qualità ed eccellenza. Ne parliamo con Andrea Cecchi. Qual è lo stato dell’arte della produzione vitivinicola in Toscana? Oggi i produttori devono fare i conti con una situazione in repentino cambiamento a partire dai fattori climatici, sempre più imprevedibili, che negli ultimi due anni hanno reso le vendemmie più difficili. Quasi a ripagare le ultime vendemmie più povere e complesse, il mercato straniero è in ripresa, e torna a dedicare nuove attenzioni ai rossi a base Sangiovese, dopo un periodo di fascinazione per i bianchi aromatici e le bollicine. Un segnale forte e positivo per il vino toscano. Le scelte, per voi, decisive? Puntare sul cambiamento della percezione del marchio e sui vini di qualità, legando il concetto di eccellenza alla produzione della nostra azienda. Qualità che si traduce in trasparenza operativa, costanza qualitativa e grande rispetto della filiera. Lo spirito di collaborazione fatto di rapporti alla pari e la fiducia reciproca che siamo riusciti a tessere in questi anni con i piccoli produttori delle zone nelle quali operiamo è uno dei tasselli fondamentali della nostra filosofia. Come avete affrontato il tema dell’innovazione? Io e mio fratello Cesare rappresentiamo il cambio generazionale dell’azienda avvenuto dieci anni fa, ma siamo ancora con le mani in pasta, intenti a realizzare progetti, ad esplorare altre zone della Toscana come già abbiamo fatto in Maremma e a San Gimignano, motivati ad investire in innovazione intesa come ricerca e applicazione di tecnologie più sofisticate che industriali, ai processi produttivi. Possiamo fare questo perché sono i nostri anni migliori ma anche per la maturità di un’azienda di 120 anni. E forse stimolati dalle dimensioni dell’azienda… Nello sviluppo di un’azienda non contano le differenze dimensionali, è piuttosto una questione di pensiero. Vino del cuore? Senza dubbio Coevo, un blend di uve coltivate nel Chianti Classico, il Sangiovese e il Cabernet Sauvignon, e una parte minore proveniente dalla Maremma, il Merlot e il Petit Verdot. Nelle annate le percentuali dei vari vitigni variano leggermente intorno ad un cuore di Sangiovese che è sempre tra il 50 e il 60%. Questo è il vino che abbiamo creato noi e che sintetizza il nostro impegno, i risultati e le nostre visioni e che più di tutti rappresenta il nostro orientamento qualitativo e territoriale.
A vocation to winemaking, care of the wine supplì chain and innovative technology are the elements that characterize the winemaking work of Andrea and Cesare Cecchi, whose vineyards are distributed indifferent zones of Tuscany and Umbria. An important production and commercial company in the Chianti region that has been making wine since 1893, committed to producing the best quality wines. Let’s talk about this with Andrea Cecchi. What is the state of the art of wine production in Tuscany? Today wine producer must deal with a situation in rapid change, starting from the climate, which has become ever more unpredictable in these last two years, thus seriously affecting the grape harvests. But the poor and complex harvests have been repaid by an increase in the sales volume in international markets, once more interested in Sangiovese –based red wines, after having spent some time of attention to aromatic white wines and sparkling wines. An important and positive sign for Tuscan wines. What are the decision that, in your opinion, will make the difference? To count both on the way the perception of Tuscan wines has changed and on quality wines, to make everything in our power so that idea of quality become associated with our company production. Quality in terms of operating transparency, qualitative consistency and respect for the wine supply chain. The feeling of cooperation resulting from the equal relationships and mutual trust that we have built during these years with small-scale producers in the areas where we operate is one of the basic elements of our company’s philosophy. How are you dealing with innovation? Me and my brother Cesare represent the new generation, we started to work here ten years ago, though we have currently a lot of things on the agenda: we are working on projects, we still have to explore –as we have done in Maremma and San Gimignano- other areas of Tuscany, we are motivated to invest in innovation through a research work and the application of sophisticated rather than industrial technologies to the production procedures. We can do this because we are in our best years, but also because of the experience of a 120-year- old company. And maybe because of the company’s size.. The development of a company doesn’t depend on its size, it is always a question of mindset. Your favorite wine? Undoubtedly the Coevo, a blend of grapes harvested in the Chianti Classico region, the Sangiovese and the Cabernet Sauvignon, and a minor part of grapes from the Maremma, the Merlot and the Petit Verdot. Every year we see different percentages of grapes, always w ith at least 50% of Sangiovese. This is the wine we have created: it is the result of our commitment, our achievements and our philosophy, and it is the wine that most represents our assessment from a qualitative and territorial point of view.
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Ferdinando de’ Frescobaldi, born in 1940 , is president of Compagnia de’ Frescobaldi
winemaker text Marzia Morganti Tempestini
Libero imprenditore, anzi “vignaiolo”... Ferdinando de’ Frescobaldi e i miti di famiglia Ferdinando de’ Frescobaldi and the family myths
E’ arrivato da Firenze con la sua berlina, il Marchese Ferdinando de’ Frescobaldi. Come ha alzato lo sguardo su Ornellaia, d’improvviso la stanchezza per il viaggio ha lasciato il posto a un sorriso quasi estatico, perché chiunque giunge fin qua non può essere triste. A ricordarlo, se mai ce ne fosse bisogno, l’opera “Happily Ever After” e il Confucio nel giardino della Tenuta, quasi a voler sottolineare l’esistenza tra arte e vino di un legame meditativo, quasi ascetico. Qui parlano le note sensoriali, parla la storia che ha contribuito alla nascita di un mito, parla il Marchese Ferdinando. In vigna fin da ragazzo e dal ‘64 si è dedicato a tempo pieno all’azienda di famiglia. Oggi è presidente di Compagnia de’ Frescobaldi, la holding di famiglia a cui fanno capo le società del gruppo e presidente di Ornellaia. Brillante passionario del suo lavoro e di questa terra ci racconta il vino toscano e la sua evoluzione, da un osservatorio privilegiato. Come si è evoluto il mondo del vino toscano negli ultimi decenni? Da sempre il vino toscano si contraddistingue per la sua unicità data dal forte legame che riesce a creare tra natura, territorio e l’intervento dell’uomo, che ha saputo interpretare al meglio le qualità e le potenzialità dei vitigni. In particolare, la grande affermazione è avvenuta anche grazie ai vini ‘rivoluzionari’ ottenuti da vitigni non autoctoni, che hanno da subito dimostrato sintonia con il terroir e hanno contribuito in maniera importante all’accrescimento del consenso mondiale del vino toscano. Cosa rende un grappolo d’uva un vino leggendario? La sensibilità dell’uomo nel riuscire a scegliere e coltivare al meglio la vite e l’esperienza del viticoltore che deve riuscire a coltivare la pianta durante tutto l’anno tenendo in considerazione ogni variabile del clima e del territorio. E il futuro quali sfide ci riserva? E’ necessaria più apertura e disponibilità a modificarsi e migliorarsi, naturalmente sempre ponendo la massima attenzione e rispettando la storia. Per fare questo un imprenditore deve essere libero: è lui che conosce il mercato e il suo territorio e deve essere lui a portare avanti l’innovazione, ma sempre con il massimo rispetto per il territorio e la tradizione. Si considera più vignaiolo o manager? Mi sento un imprenditore agricolo. Ho sempre pestato le zolle, non sono un tecnico ed ho sempre lasciato spazio ai manager dimostrando la mia disponibilità a ascoltarli e incentivarli ad agire in libertà, evitando un appiattimento del loro entusiasmo. Mi sento agricoltore in ogni sua accezione Ai suoi figli che messaggi ha insegnato? Ai miei figli ho insegnato la responsabilità nel portare avanti un’azienda che si deve competere nel mondo e il rispetto per tutte le famiglie che lavorano e condividono il nostro impegno quotidiano.
The noble Marchese Ferdinando de’ Frescobaldi has arrived here from Florence driving his sporty sedan. And, as he set his eyes on the Ornellaia, the tiredness he felt for the long journey was suddenly turned into an aesthetic smile, because when you come here you can’t avoid being happy. As the installation “Happily Ever After” reminds us, or the Confucius inside the estate’s garden, which seems to stress the secret, nearly ascetic relationship between art and wine. Here we let the wine’s tasting notes speak, and the history behind the origin of a legend, and the Marchese Ferdinando. He has grown up playing in the vineyards, and in 1964 he started to fulltime work in the family winery. Today he is President of the Compagnia de’ Frescobaldi, the Holding Company of the Frescobaldi family that controls the group’s companies, and Manager of the Ornellaia. company. A brilliant lover of his work and of this territory, he tells us about Tuscan wine and its development as he sees them from his privileged perspective. How has the world of Tuscan wine developed in the last decades? Tuscan wines have always been characterized by the strong relationship between the man and the territory. The perfect balance between the ‘work’ made by nature and that made by men which has managed to understand all the qualities and the potentialities of the grapes, has resulted in extraordinary wines. Particularly, the great success of Tuscan wines came alongside with the diffusion of the ‘revolutionary’ wines from non-local grapes that have immediately shown to be linked to the territory, and these wines have contributed to the increased acceptance of Tuscan wines How does a bunch of grape become an extraordinary wine? The work of perception behind the choice and the cultivation of grape vines, as well as the experience of vine growers, who must take care of the vines even in the most difficult years, considering every variable that has to do with the climate and the territory. And what are the challenges we are going to face in the future? We need to be more open and willing to change and make better, always, needless to say, putting the best attention in our work and respecting the tradition. In order to do so, an entrepreneur must feel free: he is the one who knows the market and territory, and he needs to be free to choose for innovation, still in the respect of the territory and the traditions, though. Do you think of yourself more as a vine grower or as a manager? I think more of myself as an entrepreneur working in agriculture. I have always walked though the fields, I have no technical skills, I have always been helpful to managers, willing to listen to them and to encourage them to freely make their decisions in order to strengthen their enthusiasm. I feel a farmer in every way possible. What are the lessons you taught to your children? I taught them the responsibility of carrying on the work of a company that has to open itself to the world, as well as the respect for the families that live for us and go in the same direction of us.
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Nicolò Incisa della Rocchetta born in Rome, from Piedmontese father (Mario Incisa della Rocchetta) and Tuscan-American mother (Clarice Gherardesca), lives in Bolgheri
winemaker text Francesca Lombardi
Elegante, come il suo terroir Nicolò Incisa della Rocchetta racconta il mito di Sassicaia Nicolo Incisa della Rocchetta recounts the myth of Sassicaia
Nicolò Incisa della Rocchetta e Sassicaia: il vino italiano forse più famoso al mondo e il suo produttore non hanno bisogno di presentazioni. Ecco la nostra intervista. Cosa rende Sassicaia un vino unico, non paragonabile a nessun prodotto del mondo? Sicuramente non esserci mai fatti influenzare dalle mode ed aver voluto a tutti i costi mantenere uno stile che fosse improntato all’eleganza e soprattutto al netto legame con il territorio e le sue vocazioni. La liason tra Sassicaia e Bolgheri: come e quando è iniziata? Direi senza dubbio che è iniziata verso la fine degli anni ‘40. Mi racconta quando avete capito che Sassicaia era un vino speciale? Lo capimmo intorno alla metà degli anni ‘50, dopo un periodo sufficientemente lungo di invecchiamento e aver riscontrato come aveva aggiunto valore a tutte le sue caratteristiche. Qual è il vostro mercato di riferimento? Tutti i mercati, nessuno escluso. Ogni realtà ha le sue caratteristiche ma è altrettanto importante essere presenti ovunque. E’ ovvio che mercati come gli Stati Uniti e l’Asia rappresentano però grande importanza sotto il profilo delle quantità. Mi può tracciare un profilo del vostro consumatore tipo? Il nostro consumatore modello è un amante delle principali caratteristiche del Sassicaia: finezza dei tannini, complessità, profondità e persistenza. Appurato che a noi italiani non fa difetto la qualità, cosa ci manca per competere con i francesi, anche a livello di immagine e marketing? I francesi hanno 150 anni di storia e di esperienza in vantaggio su di noi e sicuramente anche un maggior spirito di corpo tra di loro. Progetti per il futuro? Continuare sulla strada tracciata da mio padre.. Cosa beve Nicolò a una cena con gli amici, se ha voglia di assaggiare qualcosa di diverso? Io cerco sempre di bere i vini prodotti nel territorio in cui mi trovo, spesso viaggiando all’estero ho modo di apprezzare prodotti che altrimenti non avrei avuto occasione di conoscere. Un giorno nella sua azienda, qual è il momento che preferisce? Certamente la mattina presto...quando vedo i miei cavalli in allenamento. Vino e cavalli, c’è un primo e secondo posto nella sua classifica personale? I cavalli mi provocano maggiori emozioni...ma spesso anche delusioni. Come vede il vino toscano tra 20 anni? Prevedo che vi sarà una grande selezione tra i produttori e sempre di più dovremo concentrarci su produzioni che esprimano appieno il territorio.
Nicolò Incisa della Rocchetta tells about the Sassicaia. Nicolò Incisa della Rocchetta and Sassicaia: the Italian wine that is maybe the most famous in the world and its producer need no introduction. We have interviewed him. What makes the Sassicaia so unique and incomparable to any other wine in the world? Undoubtedly the fact that we have never been influenced by fashions and that we have always wanted the style of our wine to be based on elegance and, above all, on the expression of the territory and of its own vocations Sassicaia and Bolgheri: how did this connection start? I am rather sure it started in the Fourties. Could you tell me about the moment when you understood that the Sassicaia was so special? It was in the half of the Fifties, after a rather long period of aging that gave an added value to the wine’s original characteristics. What is your reference market? Every market, without exceptions. Every reality has its characteristics, but we need to be present everywhere. At the same time, we can’t deny that markets like the U.S. and Asia are really important as far as the volumes of sales are concerned. What are the characteristics of the average consumer of your wine? Our average customer loves the main characteristics of the Sassicaia: finesse due to tannins in balance, complexity, intensity and persistence. In the wine sector you represent the top quality Made-in-Italy. Having seen that we don’t lack quality wines in Italy, what do we need to compete with France, also in terms of advertising and marketing? France has 150 years of history and experience in this sector in comparison to Italy, and a stronger corporate spirit as well. Projects for the future? To keep carry on the work of my father, without changing anything . What does Nicolò choose when he goes out to dinner with his friends and wants to drink another wine? There are many Italian and international wines that are excellent. I always look for wines that are of local production, and when I am travelling abroad I often have the opportunity to taste products that I would have never thought of trying before. A working day in your company. What is your favorite moment? When the horse are excercised early in the morning, I like looking at them. Wine and horses, which one would you give the first place and which one the second place? Horses are a source of the greatest emotions for me, but also of the greatest frustration. How do you see Tuscan wines in about 20 years? I think there will be a great selection among wine producers, so we will have to concentrate ever more on products that will fully remind to the territory.
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Filippo Mazzei, in this portrait with his son Francesco, born in Florence in 1958. He began working at the Fonterutoli estate in 1978
winemaker text Francesca Lombardi
Passione e curiosità
La ricetta di Filippo Mazzei per fare grandi vini The recipe of Filippo Mazzei to make great wines Filippo Mazzei, che con il padre Lapo e il fratello Francesco è alla guida dell’azienda Marchesi Mazzei, abbiamo chiesto di parlarci della sua terra e del mercato internazionale. Qual è lo stato dell’arte della produzione vitivinicola in Toscana? A livello produttivo, fatta eccezione per alcune zone molto limitate, i vigneti sono in buone condizioni e non ci sono elementi negativi di rilievo al momento. Una situazione che si è evoluta grazie agli investimenti in vigna da parte di tante aziende degli ultimi anni. Quali strategie comuni dovrebbero mettere in atto i produttori nei prossimi 15 anni per garantire la crescita sia della valore intrinseco del prodotto che del fatturato? Qui si entra in un ambito più spinoso: se a livello produttivo si può dire che è tutto in ordine, lo stesso non si può affermare a livello di immagine. Oggi la Toscana ha bisogno di una rinfrescata: dobbiamo promuoverci, fare una comunicazione coordinata, per ritrovare unità e far sapere ai consumatori di tutto il mondo quello che facciamo a livello di ricerca e investimenti sul territorio. Insomma come saranno i suoi vini tra 15 anni? Ci continueremo a muovere sempre più nella direzione del carattere e del legame del territorio. In realtà è un percorso che abbiamo già intrapreso in questi anni con la ricerca: noi attualmente gestiamo 36 cloni di sangiovese, un impegno non indifferente che sta dando ottimi risultati. Qual è il vostro mercato di riferimento? Noi vendiamo in 55 paesi, ma sicuramente Stati Uniti e Canada sono per noi roccaforti importanti Come viene percepito il vino toscano all’estero, quali aspetti sono prediletti dai mercati stranieri? Fino ad alcuni anni fa, un buon ristorante all’estero doveva avere assolutamente in carta alcuni vini toscani. Oggi le cose sono cambiate: l’offerta è più varia e in generale la qualità si è alzata. E’ cambiato anche il consumatore, più preparato e curioso, disposto a conoscere le novità. Per questo occorre migliorare il nostro appeal all’estero. Mi può tracciare un profilo del vostro consumatore tipo? Non è facile tracciare un profilo univoco. In generale il nostro consumatore tipo cerca vini che raccontano il terroir, ricercati ed eleganti. Parlando ancora di vino, qual è il primo insegnamento che le ha trasmesso suo padre? Cercare il meglio, senza rimanere vincolato a usi e tradizioni ormai superati Quali sono i capisaldi che hanno formato il gusto di Filippo Mazzei? Passione, curiosità e umiltà: mi hanno spinto a assaggiare tutto senza preconcetti e permesso di affinare il gusto.
We have asked Filippo Mazzei, who manages, with his father Lapo and his brother Francesco, the Marchesi Mazzei winery, to speak about his vineyards and the international market.What is, in your opinion, the state of the art of wine production in Tuscany? The investments related to vine growing and cellars, and above all the new implantation procedures implemented by so many wine making companies in the last 20 years have surely contributed to the increase in the quality of Tuscan wines. Today we have more persistent and really elegant wines. What are the common strategies wine producer should use for the next 15 years to increase both the actual intrinsic value of wines and the companies’ turnover? Wwe must promote our products, creating coordinated communication to rediscover our identity, to let customers from all over the world know what we are doing in terms of research and investments on the territory. We already know we can make good wines, but now we need to let the others appreciate it, we need to communicate and put into practice what they are doing so well in France: I am talking about marketing, an essential part of our work. And what are the main projects your company is currently working on? How will your wines be in 15 years? We will keep on focusing on our products’ character and relationship to the territory. In these last years, we have already moved in this direction through our research work, in fact: 36 different Sangiovese clones are actually grown in our vineyards, and this is quite a hard task which is giving us successful results. What is your reference market? We are currently selling to 55 countries, but the U.S. and Canada are undoubtedly really important strongholds for us. How are Tuscan wines perceived from foreigners, what aspects do foreign markets look at most? Until a couple of years ago, a good foreign restaurant had to have some Tuscan wines on its wine chart. Today things are different: there is a wider offer, and the wines are of a higher quality. Consumers have changed as well, they are more prepared and curious, willing to try the new products. That is why we need to work on our ‘appeal’ abroad. What are the characteristics of your average consumer? It’s not easy to define our average consumer, though our customers usually look for wines that purely express their terroir, that are refined and elegant. Still talking about wine, what was the first thing your father taught you? To always look for the best, without focusing too much on the customs and traditions of the past. What are the elements on which Filippo Mazzei’s tast is based? Passion, curiosity and modesty: they have helped me not to be influenced by any prejudice, which has contributed to educate my taste.
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Francesco Ricasoli, 32nd Baron of Brolio, born in Castello di Brolio in 1956, president of Barone Ricasoli
winemaker text Teresa Favi
Per aspera ad astra
Francesco Ricasoli e la rinascita di Castello di Brolio Francesco Ricasoli and the rebirth of Castello di Brolio Per più di dieci anni il suo obiettivo ha immortalato architetture, realizzato famose campagne pubblicitarie, tra cui anche quelle di Valentino. A riportare nel 1993 al Castello di Brolio Francesco Ricasoli, fotografo di successo nonché pronipote del Barone di Ferro, fu l’orgoglio e la difesa del suo nome, in un momento difficile dell’azienda. Appese la macchina fotografica al chiodo e seguì il richiamo del Chianti. Oggi, a distanza di venti anni, Barone Ricasoli è considerata una delle migliori cantine italiane e il suo grand cru, Chianti Classico Castello di Brolio, tra i primi brand italiani. Da quando ha assunto la guida della Barone Ricasoli come è cambiato il profilo del consumatore? Oggi diamo valore alle cose vere, riconosciamo quei prodotti nei quali la qualità, il prezzo, l’autenticità sono ben rappresentato nel contenuto. Informalità, piacere, giusto prezzo, personalità quindi territorialità, sono i canoni del momento. Qual è secondo lei lo stato dell’arte della produzione vitivinicola in Toscana? Abbiamo esempi straordinari di imprenditorialità, grandi investimenti e una viticoltura d’eccezione che primeggiano in termini assoluti. La qualità, il lavorare nel dettaglio, la ricerca del miglioramento continuo… Progetti attualmente in corso a Brolio? Stiamo cercando di capire sempre di più, e con un approccio scientifico, il nostro Sangiovese, che ha una sfaccettatura e una differenziazione clonale incredibile. Abbiamo fatto in collaborazione con il Cra del Cnr tutta la zonazione dell’azienda, studi delle differenti varietà di suoli per una maggiore conoscenza dell’abbinamento clone-terra, facciamo circa 200 vinificazioni separate ogni anni per individuare e mantenere le specificità e le caratteristiche di ogni piccolo appezzamento di vigneto, selezione massale per individuare i biotipi antichi. Ne abbiamo individuati due o tre che presumiamo siano veramente endogeni di Brolio, quindi con un imprint del territorio davvero particolare. Ci sono già dei risultati in termini di prodotto? Abbiamo messo sul mercato, tre anni fa, due cru che sono Colledilà, un Sangiovese in purezza di un unico vigneto, e il Nuovo Casalferro, nuovo perché è stato selezionato un pezzo del vigneto Casalferro a Merlot ed è un Merlot che parla indiscutibilmente un linguaggio chiantigiano. Qui non possiamo fare vini varietali perché i costi non ce lo consentono e non potremmo mai essere competitivi, dunque la meta, alla fine, è questa: vini non varietali ma di terroir, cioè vini di territorio che esprimano carattere e personalità tali da renderli unici e inimitabili.
For more than ten years, until the beginning of the ‘90s, his lens has been capturing some of the most compelling photographs in the world of architecture and advertising, like the famous advertising campaigns for Valentino. Then, in 1993, his pride and effort to defend his family name in difficult times for his family wine company brought Baron Francesco Ricasoli, a famous photographer and the grand nephew of the ‘Iron Baron’, back to the Brolio Castle. He hung up his camera and followed the call of the Chianti wine region. Today, after 20 years Barone Ricasoli is considered one of the best Italian wineries, and its flagship product, the Chianti Classico Castello di Brolio, one of the top Italian wines. How strong is the relationship you have with the Chianti region and with your family winery? It is part in my DNA, this is my home land, and I am the only one in my family that was born in the Brolio Castle. Since the moment you have started to manage the Barone Ricasoli winery what changes have you seen in the consumers? Today we value and appreciate those products whose quality standards, price and genuineness are reflected in the products’ value. Informality, pleasure, fair prices, personality and therefore a close relationship to the territory are the very standards on which wine production is based today What is, the state of the art of the wine making production in Tuscany? We have extraordinary examples of wine making companies, investments and excellent viticulture in Tuscany that actually stand out in this sector. The quality, the special attention paid to details ,the way we always try to do better.. What are the projects you are currently working on in Brolio? We are trying to study with a scientific approach our Sangiovese, a variety that boasts an incredible number of distinct clones. Together with the CNR and the CRA we have classified our vineyards in zones, determining the different soil types for a batter selection of the clones to match the soil, every year we produce over 200 grape varieties which are grown separately in order to discover and maintain the peculiarities and the characteristics of every single plot of vineyard, which is part of the massal selection program based on the biotypes from the oldest vineyards. A couple of them are of local origin, and are characterized by a really unique imprint of the vineyards where the fruits are grown. Can we say that results are already at hand concerning the products? We have taken to the market two Colledilà crus, a pure Sangiovese from a top single vineyard, and the brand-new Nuovo Casalferro, a single varietal Merlot from a single plot of land which undoubtedly has the typical intensity and characteristics of the Chianti wines. Here we cannot make varietal wines, costs are too high and our prices would never be competitive, so our target is the following: non-varietal wines that are great terroir wines, whose characteristics express their terroir and whose intensity and personality make them special and unique.
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Claudio Tipa and his sister Maria Iris have always shared their passion for nature and great wines. He fulfilled his dream creating a “Domaine� in Tuscany
winemaker text Francesca Lombardi
Come il mare
Claudio Tipa parla delle sue passioni tra vela e vino Claudio Tipa speaks of his passions for sailing and timeless wines Un’avventura con la terra e con il vino iniziata insieme a una grande avventura in mare. Quindici anni fa Claudio Tipa riuscii a concretizzare, a fianco della sorella Maria Iris, due grandi passioni di famiglia: ColleMassari, il vino, e Alinghi, il mare. Come è iniziata l’avventura dell’azienda ColleMassari? Nel 1998, quando arrivai con mia sorella Maria Iris in quest’area meno conosciuta della Toscana con un progetto enologico ben preciso: far esprimere al meglio i vitigni locali, a partire dal Sangiovese, seguendo una viticoltura e una tecnologia moderne basata sui principi del biologico. A questo primo passo sono seguite le acquisizioni Grattamacco nel 2002 e Poggio di Sotto nel 2011. Vela e vino. Per essere precisi nel suo caso grande vela e grande vino…mi racconta il fil rouge che li unisce per lei? Due grandi passioni, ho vissuto parte dell’infanzia nella vigna di mio nonno e parte della vita in barca a vela, per me l’uva nella vigna è come il vento in mare: se non è buona, è acerba o troppo matura non vai da nessuna parte, in entrambi i casi vanno rispettati i tempi della natura, questo nella vita mi ha insegnato a coltivare la pazienza. Come è nata la passione per la vela ? Ci è stata trasmessa da mio cognato, Fabio Bertarelli, marito di mia sorella Maria Iris e padre di Ernesto e Donatella. Lui mi ha trasmesso il grande amore per il mare, proprio come ha poi fatto con i suoi figli. Mi ritengo molto fortunato ad aver condiviso con tutti loro questa grande passione. Quando ha capito che la scelta di investire nel vino era stata una scelta vincente? In verità non le so dire se sia vincente, certamente per me è stata la scelta giusta. Ad un certo punto della mia vita ho sentito il bisogno di ritornare alle origini, al contatto con la natura, io ho trascorso la mia infanzia in Tunisia dove i miei nonni avevano un’azienda agricola e dove noi bambini andavamo nei giorni di vacanze per giocare e dare piccoli aiuti. In questa parte della Toscana, ho ritrovato le stesse sensazioni. Il momento che preferisce del suo lavoro? Durante l’anno amo molto stare in cantina ed assaggiare i vini, ma il momento che preferisco è il periodo della vendemmia. Come vede il vino toscano tra 20 anni? Sono ottimista penso che riusciremo a far emergere definitivamente sul mercato anche prodotti attualmente meno conosciuti a livello internazionale, mi riferisco alla Docg Montecucco per esempio, certo che questi risultati si possono ottenere soltanto lavorando prima di tutto sulla qualità e sulla selezione del prodotto accompagnate da azioni ed intenti comuni, anche supportati dal Consorzio di Tutela, del quale sono presidente.
Two adventure stories: one in the wine and viticulture sector and one on the sea. Fifteen years ago, Claudio Tipa managed to realize, with the help of his sister Maria Iris, two great family dreams about wine, with ColleMassari, and sailing, with Alinghi. How did the adventure with the ColleMassari winery start? In 1998, when I came in this less famous area of Tuscany with my sister Maria Iris with a project in the wine sector that was aimed at allowing the local grape varieties to express their characteristics, starting with the Sangiovese, through the use of modern vine growing techniques designed to maintain the biological diversity of the ecosystem. This first investment was followed by the purchase of the Grattamacco and of the Poggio di Sotto estates, respectively in 2002 and 2011. Sailing and wine. Or, better, two great adventures in your case… What is, in your opinion, the fil-rouge that connects wine and sailing? They are two great passions of mine, I spent part of my childhood in my father’s vineyards and part on a sailing boat and grapes in the vine are like the wind when you are sailing: if they are not good, not properly ripe or too ripe, you can’t do anything with them, in both cases it has to be the perfect time; this has made me learn how to cultivate patience. When did you understand that entering the wine sector had been a winning decision? I can’t say it was a winning decision, in fact, but for me it was the right one. My previous work was that of creating security systems for big structures like airports and stations, but at a certain point of my life I felt the need to come back to the origins, to that contact with nature: I spent my childhood in Tunisia, in the farm owned by my grandparents, and I used to go there with other children to play and give a help during vacation. Right in this part of Tuscany I felt those sensations again, and the first time I saw ColleMassari I immediately understood it was the place I was looking for, and this is true also for my sister Maria Iris, who has accompanied me in this adventure. The best moment in your work? I love going into the cellar during the year to taste wines, but the best moment for me is grape harvesting, What will be the future of Tuscan wine in twenty years? I am rather optimistic, I think we will make the consumers appreciate also products that are less known at an international level today, like the DOCG Montecucco for example, sure of the fact that this will be possible only if we start to focus on the quality and the selection of the products, carrying on different operations aimed at achieving the same target, also with the support of the Consorzio di Tutela, of which I have been elected president.
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1. Salvatore and Ferruccio Ferragamo 2. Richard Gere 3. Tommaso and Roberto Cavalli 4. Claudia Mori and Adriano Celentano 5. Gianna Nannini 6. Diego Abatantuono 7. Massimo Ferragamo 8 Sting and Trudie Styler 9. Stefania Sandrelli Right page, Giovanni Bulgari 9
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vip text Paolo Pellegrini
Solo per i tuoi colli
La ‘Tuscan attraction’ che ha trasformato in una piccola Hollywood la Toscana del vino The “Tuscan attraction” that has turned the Tuscan hills into a little Hollywood Toscana amore mio, tra le vigne è un detto ricorrente: gente di spettacolo, dello sport, dell’impresa, della politica, della moda, insomma vip e volti popolari si sono fatti il classico poderino (in qualche caso... poderone), e magari, se non lo erano già, sono diventati anche provetti viticoltori e produttori di vino. SPETTACOLO. E’ il caso, per esempio, di Adriano Celentano e Claudia Mori, che hanno acquistato una tenuta nei dintorni di Radda in Chianti. Sempre da quelle parti, a Villa Nano, già da tempo è in piedi la scommessa di Stefania Sandrelli, che acquistò con il compagno Giovanni Soldati e con Sandro Bottega i campi dove si produce il Chianti Classico Acino d’Oro. In zona nascono anche i vini – Baccano, Chiostro di Venere e Rosso di Clausura – di Gianna Nannini: lei gioca in casa, ma è pur sempre una rockstar di fama internazionale. Come d’altra parte il Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico mr. Gordon Matthew Thomas Sumner, in arte Sting, proprietario con la moglie Trudie, di Villa Il Palagio, tra il Chianti e il Valdarno, a Incisa, dove non è raro veder girare Elton John, Madonna e altri vip. In provincia di Lucca Diego Abatantuono ha sperimentato il brivido dell’imbottigliamento con un rosso chiamato, non a caso, Rosso Abatantuono. Non produce ma si fa etichettare un vino a Montalcino, alla
Tuscany mon amour: Tuscan vineyards continue to attract celebrities from the show business, the world of sport, enterprises and fashion, VIP’s and popular personalities who have bought their own little (or, in some cases, big) vineyard, sometimes also becoming –if they were not already- wine growers and wine producers. SHOW. Adriano Celentano and Claudia Mori have purchased a wine estate in the neighborhood of Radda in Chianti. And still in that area is Stefania Sandrelli’s bet on this sector: Villa Nano and the vineyards she purchased a couple of years ago with her partner and Sandro Bottega to produce the ‘generous’ Chianti Classico Acino d’Oro. But this is also the place chosen by Gianna Nannini to produce her three wines –the Baccano, the Chiostro di Venere and the Rosso di Clausura. Mr. Gordon Matthew Thomas Sumner, better known as Sting, owns with his wife Trudie the beautiful building Villa il Palagio, between the Chianti region and the Valdarno area, in Incisa, where it is not rare to spot celebrities like Madonna or Elton John. Diego Abatantono has come to the province of Lucca to experience the thrill of making a red wine called, it couldn’t have been otherwise, Rosso Abatantuono. Then Hollywood star Richard Gere, who has chosen the Tenuta San Filippo in Montalcino to launch his “private label” Brunello Le Lucére.
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From left, Vittorio Moretti, Oliviero Toscani, Paolo Rossi
Tenuta San Filippo, Richard Gere: è il Brunello Le Lucére, che il celebre attore serve come private label nel suo splendido resort, il Bedford Post, nello stato di New York. ARTE. OT è il vino che Oliviero Toscani produce a Casale Marittimo, in provincia di Pisa, alle spalle della Costa degli Etruschi e quindi di Bolghereaux; ed ecco anche il Brunello e il Rosso del Romitorio di Montalcino prodotti da Sandro Chia. Il gallerista tedesco Peter Femfert, con la moglie veneziana Stefania Canali, è proprietario della Fattoria di Nittardi a Castellina in Chianti, il cui vino base, da più di trent’anni, è vestito a ogni stagione da una grandissima firma del panorama artistico mondiale. SPORT. Uno dei calciatori italiani più famosi di tutti i tempi: Pablito Rossi da Prato, si è accasato a Borgo Cennina, in Val d’Ambra, tra il Valdarno e il Chianti, e con il socio Luigi Pelaggi produce un suo ottimo rosso. IMPRESA. Nutritissima anche la schiera dei capitani d’azienda a cominciare da Paolo Panerai, che al Castellare di Castellina in Chianti ha aggiunto Rocca di Frassinello, in Maremma, in joint venture con Laffite Rothschild, la cantina è firmata da Renzo Piano. Altro grande imprenditore del nord, Vittorio Moretti ha acquistato la La Badiola a Castiglione della Pescaia, e si è fatto firmare da Mario Botta la celebre cantina di Petra, a Suvereto. Francesco Illy imprenditore del caffè ma anche una gran passione per la fotografia è a Montalcino dove al podere Le Ripi ha sperimentato l’idea del vigneto-bonsai (piante bassissime con altissima densità per ettaro).
ARTS. OT is the wine produced by Oliviero Toscani in his estate in Casale Marittimo, in the province of Pisa and in the surroundings of the Costa degli Etruschi and the Bolghereaux territory; and next to Sandro Chia’s Brunello and Rosso del Romitorio produced in Montalcino. Then Peter Fernfert, the German gallerist who has a double connection to art and owns with his Venetian wife the Fattoria di Nittardi estate in Castellina in Chianti. The company’s tradition to let important names in the international world of art “dress” their “basic” wine dates back to more than 30 years ago. SPORT. One of the most famous Italian football players of all time: Paolo Rossi, has bought himself an estate in Borgo Cennina, in Val d’Ambra, between the Valdarno area and the Chianti region, where he produce, in partnership with Luigi Pelaggi, another top Tuscan red wine. BUSINESS. Paolo Panerai, already owner of the Castellare di Castellina, has recently purchased also the Rocca di Frassinello in the Maremma region, in joint venture with the brand Laffite Rothschild. The cellar is designed by Renzo Piano. Vittorio Moretti, another important entrepreneur from the North o f Italy, has purchased the Tenuta La Badiola in Castiglione della Pescaia, commissioning to Mario Botta the construction of the famous Petra cellar, in the surroundings of Suvereto. Francesco Illy, the famous coffee producer, has vineyards are in Castelnuovo dell’Abate, where wine grape bonsai trees are to be seen as well, whose size has allowed for a very high planting density. From America to Montalcino: Richard Parsons, ex CEO of American media giant Time Warner; James B. Sherwood, the
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From above clockwise, Sandro Chia, Paolo Panerai, Richard Parsons, Antonio Moretti, Francesco Illy, Sting and Trudie Styler, Lia and Pierluigi Tolaini
Sempre a Montalcino si sono fiondati dall’America il gigante americano Richard Parsons (editoria e comunicazioni), ex presidente del colosso Time Warner e James B. Sherwood, fondatore del gruppo Orient Express Ltd, Luis Camilleri, alla guida della holding che controlla la Philip Morris. Sempre da oltreoceano, ma sponda canadese, ritorna Pierlui Tolaini: emigrato poverissimo dalla Garfagnana negli anni ‘50, è diventato un imperatore dei trasporti nel Nord America, e ha impiantato una splendida tenuta a Pievasciata, nel Chianti Classico. MODA. Netta prevalenza delle maison di casa. Toscano è Roberto Cavalli: con il figlio Tommaso ha impiantato a Panzano in Chianti l’azienda Degli Dei, di recente passata nel mondo del biologico. Toscano è Agostino Lenci, dal settore calzature a Lucca alla Fattoria di Magliano in Maremma. Viticoltori anche i Ferragamo: Salvatore, con il padre Ferruccio primogenito del ‘calzolaio delle dive’, gestisce terreni e vigne della tenuta Il Borro, a San Giustino Valdarno, già di proprietà di Amedeo d’Aosta; Massimo Ferragamo (ultimo dei sei figli di Wanda e Salvatore) produce un ottimo Brunello a Castiglion del Bosco a Montalcino. Antonio Moretti (ancora dal mondo delle calzature): aretino, già socio di Patrizio Bertelli in Prada, il titolare dei marchi Arfango e Carshoe ha costruito la prima azienda, la tenuta Setteponti, sempre a a San Giustino Valdarno, e la seconda, Orma, a Bolgheri: il suo vino di punta, Oreno, è tra i più premiati del Vigneto Toscana. Preziosa, infine, la firma sui vini dell’azienda Podernuovo a Palazzone di San Casciano dei Bagni: nientemeno che Bulgari. Quando si dice la classe.
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founder of the Orient Express Ltd group (Capannelle winery); Luis Camilleri, the CEO of Philip Morris International Inc. And still from the other side of the ocean - from Canada, Pierluigi Tolaini, immigrated to America from Castelnuovo Garfagnana in 1956, where he started entrepreneurship in transport sector in the North America, now he comes back to the Chianti Classico region, where he owns a wonderful wine estate in Pievasciata. FASHION. Here we see above all personalities from Tuscany like Roberto Cavalli, who owns, with his son Tommaso, the Tenuta Degli Dei estate in Panzano in Chianti, where the production of biological wine has recently started. Also in the Ferragamo family there are winemakers: Salvatore, with his father Ferruccio (eldest son of shoemaker to the stars’), manages the fields and the vineyards of the estate Il Borro in San Giustino Valdarno, who had once been property of Amedeo d’Aosta; Massimo Ferragamo (last of the six sons of Wanda and Salvatore Ferragamo) produces an excellent Brunello in Montalcino in his estate Castiglion del Bosco. Antonio Moretti is another entrepreneur from Arezzo in the world of footwear who has entered the wine making sector. Already partner of director of Prada Group Patrizio Bertelli and owner of the Arfango and Carshoe brands , he has build his first wine company, the Tenuta Setteponti, in San Giustino Valdarno, and the second estate, Orma, in Bolgheri: his best wine, the Oreno, is one of the most rewarded among Tuscan wines. Then, the wines produced by the Pordenuovo a Palazzone company in San Casciano dei Bagni, which bring theprecious name of Bulgari. This is what it means to have class.
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GRAN TOUR IN TOSCANA A perdifiato: nelle cantine storiche charmant; e in quelle moderne, costruite negli ultimi 15 anni, gioielli di architettura e funzionalitĂ . Nei templi del vino con quattro fuoriserie, quattro verticali che raccontano Bolgheri, Montalcino e un Chianti molto speciale. E in quelli del cibo con i 5 migliori chef della Toscana che ci hanno regalato una ricetta. E poi i volti giovani dei nostri enologi e dei sommelier della regione, pluri- premiati in tutto il mondo. A perdifiato, per planare infine in queste colline meravigliose attraverso un reportage del collage dei nostri territori.
At breakneck speed: in the charming historical cellars; and the modern ones, built in the last 15 years, architectural and functional jewels. In the temples of wine with four very special chambers that are all about Bolgheri, Montalcino and a very special Chianti. And in the temples of food with the 5 best Tuscan chefs, who have given us a recipe. And then the young faces of our oenologists and sommeliers, award-winning worldwide. At breakneck speed, to finally land in these wonderful hills, for a reportage of our collage of territories.
From above clockwise, Fattoria di Capezzana, Palazzo del Vescovo or Ciacci Piccolomini, sasasasa Fattoria sasasasa di Cusona, a wine cellar sasasa in Pitigliano
wine cellars
Cattedrali sotterranee Alla scoperta delle più antiche cantine della Toscana Discovering the most ancient wine cellars of Tuscany
La percezione di quanto sia arcaica la cultura del vino in Toscana non si ha percorrendo con lo sguardo il suo paesaggio unico e raro - che pure è frutto evidente della millenaria coltura della vite che in buona parte ha contribuito a ridisegnarlo -, ma scendendo sottoterra, là dove le più antiche cantine conservano ancora intatto il fascino delle città invisibili degli etruschi, il popolo a cui i toscani sono debitori della coltura della vita e della produzione del vino. E proprio nella terra che conserva più vivo il loro passaggio – Pitigliano e Sorano – eccole scavate nel tufo, ricavate da quelle che un tempo erano state ancora prima tombe, stalle, case rupestri, pozzi da grano. Un po’ più a nord, a Montepulciano, hanno otto secoli, le cantine dei Contucci, disposte su tre piani. Ci trovano posto i grandi tini per la vinificazione e le botti di castagno e rovere per l’invecchiamento. Le visite guidate si effettuano dalle 8,30 alle 11 e dalle 14,30 alle 17, e vanno prenotate allo 0578 757006 (www.cantinacontucci.it). Nelle fondamenta del rinascimentale Palazzo Ricci si trova la Cantina del Redi, un dedalo cavernoso di antiche cantine, considerate le più belle in Europa, si sviluppa in verticale. Cunicoli oscuri e tenebrosi, alcuni dei quali già presenti in epoca etrusca. L’ingresso è libero dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15 alle 19.30 da metà marzo ai primi di gennaio, sabato e domenica solo la mattina. Nella vicina Montalcino, patria del Brunello, a Castelnuovo dell’Abate, sorge il seicentesco palazzo del Vescovo divenuto nel 1877 proprietà dei Ciacci Piccolomini d’Aragona. Ereditato da Giuseppe Bianchini nel 1985 a causa dell’estinguersi del casato, è diventato residenza e sede dell’azienda agricola. Oggi il palazzo è una cantina/museo visitabile su prenotazione, dove nelle antiche sale sotterranee riposano i vini più pregiati destinati a un lungo invecchiamento (tel. 0577 835616, www. ciaccipiccolomini.com). Saliamo a San Gimignano, patria antica della Vernaccia dove le vigne dei Guicciardini Strozzi e il nome di Cusona compaiono già prima del Mille. Le gallerie sotterranee così come le vediamo oggi risalgono al 1850 (per le visite: 0577 950028, www.guicciardinistrozzi.it). Fra le cantine più antiche da visitare non posso mancare quelle del Chianti Classico. A partire dal castello di Volpaia, a Radda in Chianti, dove si faceva il vino già nel 1150. Un vero e proprio borgo organizzato come una enorme cantina diffusa a partire dall’antico palazzetto degli Strozzi fino ai sotterranei per le barriques, sotto la chiesa di San Lorenzo e
If you want to discover and feel the ancient wine culture of Tuscany you don’t have just to look at this region’s amazing and unique landscapes (which reveal the thousand-year old tradition of grape growing, being in part a result of it), you have to have a look downstairs at the ancient wine cellars that still retain the fascination of the old cities of the Etruscans, to whom the Tuscans are indebted both for grape vine cultivation and wine production. And here they are, in the cities –Pitigliano and Sorano- that more than others have conserved the traces of the old Etruscan civilization, carved out from volcanic tuff stone where graves, stable, rural houses and wells had once been. A little further north, in Montepulciano, the three-floor cellars of the Contucci Cantine, with eight hundred years history in wine making, where the large containers where grapes are placed and the barrels of chestnut and oak used to age the wines are stored. guided tours are organized from 8:30 a.m. to 11:00 a.m upon reservation (0578 757006 – www.cantinacontucci.it ). The Cantina del Redi is to be found in the basement of the Renaissance palace Palazzo Ricci: a labyrinth of ancient high-ceilinged cellars cut deeply in the rock, among the most beautiful wine cellars in Europe. Dark and obscure tunnels, some of them already present during the Etruscan age. The entrance is free: from 10:30 a.m. to 1:30 p.m. and from 3:00 p.m. to 7:00 p.m., from half till the beginning of January, on Saturdays and Sundays only in the morning. In the next city of Montalcino, the home of the Brunello di Montalcino, in Castelnuovo dell’Abate, the 17th Century Palazzo del Vescovo, whose entire property was sold to the Ciacci Piccolomini d’Aragona family in 1877. In absence of direct successors, the property was inherited by Giuseppe Bianchini in 1985, and it then became the seat of this famous wine estate. Today this Palazo wine cellar is also a museum -visits upon reservation, whose old cellars downstairs provide the most valuable wines destined to the long aging (tel. 0577 835616, www.ciaccipiccolomini.com) . And now we move up to San Gimignano, in the ancient world of the Vernaccia, where the Guicciardini Strozzi wine estates and the name of the Cusona winery make their appearance before the year one thousand. The underground tunnels as we see them today were built in 1850 (to visit the winery: 0577 950028, www.guicciardinistrozzi.it). Among the most ancient wine cellars that are worth a visit are those of the Chianti Classico wineries. Starting from the Volpaia castle in Radda in Chianti, where the tradition of wine making dates back to 1150. A village that looks like a huge decentralized cellar that extends from the ancient Palazzetto degli Strozzi to the underground barrique cellars, under the church of San
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wine cellars
Le più antiche cantine conservano ancora intatto il fascino delle città sotterranee degli etruschi The ancient wine cellars till retain the fascination of the old cities of the Etruscans
sotto la Commenda. La visita, su appuntamento, dura un’ora in totale: 0577 738066 e www.volpaia.it. Appena usciti da Greve, direzione Firenze, si innalza tra le colline la mole del castello di Verrazzano, dimora della famiglia di quel Giovanni, grande navigatore, che per primo approdò nell’odierna Baia di New York. Le cantine millenarie ancora in uso del castello si possono visitare da lunedì a venerdì in orario 11-13 e 15-17 (tel. 055 854243, www.verrazzano. com). A San Casciano Val di Pesa si trovano la villa quattrocentesca e la fattoria Le Corti dei principi Duccio e Clotilde Corsini. Le cantine del Seicento si trovano sotto lo splendido giardino e hanno una particolarità: ospitano la più antica orciaia di tutto il Chianti (tel. 055 829301, www.principecorsini.com). Nel territorio della Rufina, siamo nel Chianti più settentrionale, sfilano le tenute dei Frescobaldi, Nipozzano e Pomino. Nipozzano è sede del castello millenario da cui prende il nome, e fu in origine un baluardo militare prima di trasformarsi in borgo. Pomino accoglie tra i declivi la cinquecentesca residenza signorile (già dal 1734 riconosciuta per le sue eccellenze vitivinicole da Cosimo III). Nelle ordinate cantine dei due castelli, sotto una volta a travi a Nipozzano, tra archi e colonne e a Pomino si possono effettuare visite su prenotazione (tel. 055 27141, www.frescobaldi.it). L’ultimo esempio di antica cantina toscana ci fa tornare indietro di ben dodici secoli e ci trasporta nella zona internazionale della Toscana, a Capezzana una località di Carmignano, nel regno della famiglia Contini Bonacossi. Ci sono cantine del Cinquecento, sotto la villa, sale buie e scure, lunghi corridoi. Visite guidate mattina e pomeriggio dal lunedì a venerdì, e sabato mattina (tel. 055 8706005, www.capezzana.it).
Lorenzo and the Commenda. All guided tours, upon reservation only(0577 738066 and www.volpaia.it) , last one hour. Just outside Greve and in the direction of Florence, the hilltop and huge Verrazzano castle, which overlooks the hills of Tuscan vineyards and which had once been the home of Giovanni da Verrazzano, the great sailor and discoverer of New York Bay. The thousand-year old cellars of the castle are still in use and can be visited from Monday to Friday, from 11:00 a.m. to 1:00 p.m. and from 3:00 p.m. to 5:00 p.m. (055 854243, www.verrazzano.com) . Then, in San Casciano Val di Pesa, the 15th Century villa and farm Le Corti, property of Princes Duccio and Clotilde Corsini. Under the property’s wonderful garden are the 17th Century cellars, whose main characteristic is that of hosting the oldest “orciaia” (a special hall with terracotta tanks) of the whole Chianti region (055 829301, www.principecorsini.com). In the territory where the Rufina is produced, in the northern part of the Chianti region, are the vineyards of the Frescobaldi family, in Nipozzano and Pomino. In Nipozzano is the thousand-year old Nipozzano castle, a military fort which takes its name from this village. Along the slopes of the Appennines is the 16th Century Castle of Pomino, owned by the noble Frescobaldi family (already recognized by Cosimo de’ Medici in 1734 as the major producer of high-quality wines). People can visit –upon reservation only (tel. 055 27141, www.frescobaldi.it)- the orderly cellars of these two castles, the beamed vaulted wine cellar in Nipozzano and the one with arch doors and columns in Pomino. The last example of the ancient tradition of wine making in Tuscany brings us back to twelve centuries ago, discovering, in the international district of Bacchereto in Carmignano, the Contini Bonacossi family. Located in the basement of the family villa are some dark and obscure cellars with long tunnels that are to be dated back to the 6th Century. Guided tours of the cellars from Monday to Friday, both in the morning and in the afternoon, and on Saturday morning (tel. 055 8706005, www.capezzana.it).
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itinerary
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1. Fattoria Le Corti 2. Castello di Pomino 3. Cantina Contucci 4. Cantina del Redi 5. Sorano 6. Castello di Nipozzano
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Above Rocca di Frassinello Below Antinori nel Chianti
wine cellars text Francesca Lombardi
Le magnifiche dieci
Cantine a basso impatto ambientale, ma con una estetica da capogiro. Le più belle in Toscana Wine cellars environmentally friendly linerie with a very beautiful aesthetic. Here the best ones in Tuscany Fresca di apertura, nasce a Bargino nel Comune di San Casciano Val di Pesa, mezz’ora d’auto dal cuore rinascimentale di Firenze, la monumentale Cantina Antinori. Progettata dallo Studio Archea per fondersi con la natura, qui struttura e paesaggio sono un tutt’uno. La cantina a un primo sguardo è infatti un’incisione sottile e profonda nella collina dove la copertura coincide con un nuovo piano del suolo coltivato a vigneto e il leggero dislivello con il terreno serve a irrorare di luce naturale la cantina. Un’ opera di architettura straordinaria di quasi 50.00 mq che si nasconde tra gli ulivi, i vigneti, i boschi diquerce e lecci. Sorella maggiore perché precedente alla cantina di Bargino, quella de Le Mortelle, tenuta della famiglia Antinori a Castiglion della Pescaia. . Ca’ Marcanda, azienda toscana di Angelo Gaja, si erge lungo la Bolgherese in a Castagneto Carducci. L’architetto Giovanni Bo ha studiato per questa cantina una struttura a maglia aperta che, infiltrandosi sottoterra crea effetti di luce straordinari. Affacciata sul mare di Donoratico domina l’orizzonte la Tenuta Argentiera di proprietà dei fratelli Fratini. Connubio tra tradizione e tecnologia, è ispirata agli stili architettonici tipici della costa toscana tra Livorno e Grosseto con le mura spesse e a spiovente garantiscono la naturale termoregolazione degli ambienti. La cantina Petra è la “messa in forma” di uno schema iniziale creato da Vittorio Moretti, imprenditore e produttore, e trasformato all’architetto Mario Botta. L’aspetto sorprendente è il rapporto con l’ambiente e con le funzioni di lavoro e di vita, condizione fondante di un’architettura di qualità di ogni tempo. A Gavorrano si incontra la Cantina Rocca di Frassinello dell’editore Paolo Panerai, progettata dall’architetto Renzo Piano. La vigna è protagonista dell’intero progetto, con i filari che si protendono verso la cantina. Lo schema è composto essenzialmente di una piazza aperta, un padiglione di vetro e una cantina che è il cuore del progetto anche per la tipica lavorazione dell’uva a caduta. La cantina sotterranea è un quadrato di 46 metri di lato occupato da 2.500 barriques di rovere, disposte a gradoni concentrici e discendenti come un’arena. La movimentazione delle botti da 225 litri avviene tramite bracci telescopici. Il padiglione di vetro ospita gli spazi amministrativi e commerciali ed è aperto al pubblico. Mentre la sala degustazione, gli uffici e le residenze sono sul lato Nord. Da Grosseto puntando verso l’Amiata, a Cinigiano si trova la cantina di Castello di Collemassari dei fratelli Tipa, realizzata dallo Studio Archos di
High-tech and innovative wine cellars with a deep respect for the landscape: the modern wine cellars of Tuscany are not only a monument to the high quality wine in the Tuscan region, but they have silently become a part of the territory as well. Here the most beautiful ones. The new Cantina Antinori wine cellar, recently inaugurated in Bargino in San Casciano Val di Pesa, is the Antonori family’s homage to the Chianti region. The aim of the project by the Studio Archea was that of becoming a part of the visual landscape and nature. The winery looks like a thin and deep engraving on the hill at first sight, with rows of vines on its new “roof cover” and a small height difference soil and floor which allows for added sun light in to the cellar. An extraordinary architecture work of nearly 50,000 square meters, hidden among olive trees, vineyards, oaks and holly oaks. Then Le Mortelle estate, the other creature of the Antinori family in Castiglion della Pescaia, created before the winery in Bargino. Ca’ Marcanda, a Tuscan winery owned by Angelo Gaja in Castagneto Carducci, on the via Bolgherese (Bolgheri). Architect Giovanni Bo has conceived this cellar with an open mesh structure intended to penetrate underground to create amazing light effects. Then the Tenuta Argentiera, owned by the Fratini brothers, directly facing the sea of Donoratico and dominating the skyline. An architectonic structure that combines tradition and innovation, inspired by the architectonic styles of the Tuscan coast between Livorno and Grosseto, with sinuous, sloping walls to ensure a constant temperature. The Petra winery is the ‘actuation’ of a project conceived by entrepreneur and wine producer Vittorio Moretti and then developed by architect Mario Botta. Its most important characteristic is the way it relates to the environment and to all work and life aspects, which is a crucial factor for any good architectonic structure. In Gavorrano we find the Rocca di Frassinello winery, owned by editor Paolo Panerai and designed by architect Renzo Piano. The real protagonists of this project are vineyards with the row of vines stretching up towards the cellar. This structure is essentially made up of an open area, a glass pavilion and a cellar, the very heart of the project also because of the typical grape processing of letting grapes “fall”. From Grosseto in the direction of the mount Amiata, in Cinigiano, is the Collemassari Castle, owned by the Tipa brothers, designed by Edoardo Milesi’s Studio Archos. Looking like a wooden box with a white wing coming out of a hill, it is a huge underground laboratory of more than 6,000 square meters on
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wine cellars
From left Tenuta Argentiera, Petra, Rocca di Frassinello
Edoardo Milesi. Apparentemente una scatola di legno con una quinta bianca che esce dalla collina, è un grande laboratorio sotterraneo di oltre 6mila mq su quattro livelli. La famiglia Frescobaldi, per arricchire il carnet delle sue proprietà, ha scelto a Magliano in Toscana la Tenuta dell’Ammiraglia. La famiglia ha voluto che la struttura architettonica della Cantina, progettata da zero dagli architetti a Piero e Nathalie Sartogo, fosse perfettamente integrata e rispettosa dell’ambiente circostante. Come una grande ala di gabbiano, l’edificio si protende verso sud, verso il mare; non ha pareti e quindi l’integrazione con l’ambiente esterno è continua. Sul tetto crescono fiori e piante officinali. Sempre nel cuore del Chianti Classico si trova la Cantina di Castello di Fonterutoli della famiglia Mazzei a Castellina in Chianti ed è stata progettata “in famiglia”, dall’architetto Agnese Mazzei come un caveau naturale incastonato sotto il borgo, con rocce a vista e una sorgente perenne che ne assicura l’umidità ottimale. L’antico e il nuovo si incontrano nel Chianti Colli Fiorentini nella cantina dei Tenimenti Ruffino di Constellation Brands e della famiglia Folonari. A Poggio Casciano si incontra la creatura dello studio Cadeo Architettura che, lasciando inalterato il paesaggio circostante, è riuscito a ricavare nel sottosuolo adiacente alla villa padronale una modernissima cantina collegata alla parte più antica della villa con uno scenografico tunnel sotterraneo. Podernuovo a Palazzone, azienda dei fratelli Paolo e Giovanni Bulgari, è situata in una piccola frazione di San Casciano dei Bagni. La cantina è stata progettata dall’architetto Massimo Alvisi dello studio Alvisi Kirimoto&Partners. L’edificio sfrutta la geotermia, cioè la temperatura costante del terreno, come fonte di energia naturale e il risparmio energetico è assicurato anche dalle solide mura e dalla struttura che segue la morfologia del terreno. Pannelli fotovoltaici e materiali semplici rafforzano il concetto di sostenibilità.
four floors. devices. The Frescobaldi family has included in the list of its possessions the Tenuta dell’Ammiraglia in the Tuscan city of Magliano. The family members wanted the architectonic structure of the Cellar, entirely conceived by architects Piero and Nathalie Sartogo, to be fundamentally respectful of the natural surroundings, becoming a part of the landscape. Like the large wing span of a gull, the building stretches out onto the sea, to the South; it has no walls on that side, so it is like a continuation of the external environment. Officinal herbs and flowers grow on its roof. In Castellina in Chianti, still in the heart of the Chianti region, is the Castello di Fontertuoli winery, owned by the Mazzei family and designed by a member of the family, architect Agnese Mazzei: a natural cellar under the village, with exposed rocks and a continuous spring-fed water supply to ensure a good level of humidity. A mix of tradition and innovation characterizes the Tenimenti Ruffino winery, owned by Constellation Brands and the Folonari family and located in Chianti Colli Fiorentini. In Poggio Casciano we can see the cellar conceived by the Cadeo Architettura associated office, responsible for having designed, without causing any change in the surrounding landscape, a really modern wine cellar in the basement adjacent the manor house, connecting it to the oldest part of the villa through an impressive underground tunnel. Podernuovo a Palazzone, owned by the two brothers Paolo and Giovanni Bulgari, is set in a little suburb of San Casciano dei Bagni. The winery was designed by architect Massimo Alvisi of the Alvisi Kirimoto&Partners associated office. The structure is heated by a geothermal heat pump that uses the constant temperature of the ground, a natural source of solar energy which maintains a huge energy store also thanks to the cellar’s thick walls and form that follows the morphology of the ground. The use of solar panels and simple materials provide an environmentally friendly ssolution.
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8 1.8. Castello di Fonterutoli 2. Colle Massari 3.7. Antinori nel Chianti 4. 11. Podernuovo a Palazzone 5. Tenimenti Ruffino 6. Ca’ Marcanda 9. Tenuta dell’Ammiraglia 10. Petra 9
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vertical wine tasting text Leonardo Taddei - ph. Lorenzo Cotrozzi
Solaia, elegante e indomabile Leggendario Igt difficile alla doma, straordinario nel bicchiere The legendary Igt, difficult to tame, extraordinary in the glass
La “toscanità”, insieme al legame con la storia della propria terra sono da sempre un tutt’uno con questa straordinaria famiglia. Antinori ha rappresentato, rappresenta e continuerà a rappresentare il vino italiano nel mondo. Dobbiamo esserne orgogliosi, riconoscendo a questa azienda dalle profonde radici fiorentine di aver sempre avuto la giusta misura. Ha aperto alla modernità con grandi Igt, ma lo ha fatto senza mai perdere di vista il proprio territorio, fino a far diventare i suoi più importanti vini dei veri classici. Dal punto di vista aziendale la famiglia Antinori rappresenta un raro esempio a livello mondiale di fusione tra grandissime dimensioni, attaccamento alle tradizioni di un territorio, alta qualità e dinamismo imprenditoriale; il tutto senza mai cedere lo scettro e il controllo delle attività. Moltissimi i vini su cui poter scrivere fiumi di parole, ma su tutti spicca il duo chiantigiano Tignanello-Solaia, indiscutibili icone del vino italiano. In degustazione abbiamo scelto di fare omaggio a Solaia. Un vino che solo apparentemente sembra facile, è invece estroverso, alle volte si scopre austero, mai facile ad essere domato e qualche volta pure timido ad aprirsi nel calice. La presenza del Sangiovese, oltretutto esaspera queste caratteristiche. Proviene dalla Tenuta di Tignanello nel comune di San Casciano Val di Pesa (Fi), dove il terreno è ricco di scheletro e i drenaggi sono naturalmente perfetti, si caratterizza per pendenze che arrivano anche al 30%. La zona collinare crea un anfiteatro spettacolare dove al centro è posizionato il vigneto Tignanello e proprio al suo fianco si trova quello denominato Solaia. La prima annata prodotta fu la 1978 ma uscì per terza, infatti per prime uscirono in commercio la ’79 e la ’82. L’eleganza dell’etichetta del Solaia, così semplice ed essenziale, riprende il biglietto da visita che Piero Antinori si fece fare negli anni ’70. I riflettori su questo vino si accesero definitivamente - senza mai più spengersi – nel duemila quando nella classifica dei 100 vini “top” di Wine Spectator il Solaia 1997 si piazzò al primo posto. È uno dei fuoriclasse assoluti dell’enologia toscana, un grandissimo rosso in grado di rivaleggiare, per caratteristiche organolettiche e posizionamento di mercato, con i grandi del mondo. La difficoltà di reperimento e i prezzi da asta non ne hanno scalfito mai il mito.
This extraordinary family has always paid a special attention to its Tuscan origins as well as to the history of the territory it belongs to. Antinori has always represented, represents and will represent in the future the Italian wine in the world. We must be proud of this, recognizing that this company of Florentine origin has always found the right measure. They have contributed to the Igt revolution, but they have never lost sight of their territory, managing to help its most important wines become real masterpieces. Looking at the company, the Antinori family is an example on the world of how to combine elements like large-sized business, respect for the traditions of a territory, high quality standards and entrepreneurial dynamism; furthermore, they have never delegated the power to manage the company, nor have they ever sold the control of it. Many are the wines we could write about, but the two most important are the Tignenello and the Solaia, two icons of Italian wine. We have chosen for this tasting to pay tribute to the Solaia: this wine seems to be easy to drink, but it is a vivacious wine, in fact, sometimes stark but never easy to tame and it has difficulties to reveal itself in the wine glass sometimes. Furthermore, the Sangiovese grape enhances a lot these characteristics. This variety is grown in San Casciano Val di Pesa (Florence), harvested at the Tignanello estate, where the soil, rich in clay-like sediments and well drained, has a slope of 30 percent. The hills surround, like an amphitheatre of amazing beauty, the Tignanello vineyard with the adjacent Solaia vineyard. Created in 1978, the first vintage of this wine entered the market only after the productions of 1979 and 1982, The elegance of the label of Solaia, so simple and essential, recalls Piero Antinori’s business card, commissioned in the Seventies. This wine acquired a really great importance –an importance it still has today- in the year 2000 when the Wine Spectator magazine judged it the number one in the “top 100” wines list. It is one of the top performers among Tuscan wines, a great red wine that can compete, considering its organoleptic qualities and importance in the market, with the finest reds from around the world. Even the fact that it is hard to find as well as its auction prices have never destroyed the myth of its supremacy.
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Vertical tasting at the Tignanello Estate. Guided by Renzo Cotarella (Chief Enologist for the Marchesi Antinori winery) and presided by Marchese Piero Antinori
Vertical wine tasting degustazione a cura della commisione di assaggio AIS Toscana
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2004
Vertical wine tasting
SOLAIA Rosso Igt Toscana 75% Cabernet Sauvignon, 20% Sangiovese, 5% Cabernet Franc Il vino permane circa due anni in barrique di rovere francese, cui fa seguito un lunghissimo affinamento in bottiglia prima della commercializzazione. This wine is stored two years in French oak barriques and then bottled for a very long period of time before its sale
1994
Ancora rubino su evidenti nuance granato, bordo luminoso. Olfatto intenso e torrefatto. Frutta variegata e di confettura, prugna, incenso, minerale, sottobosco, tocco fumé. Potente al palato quanto basta con un equilibrio gusto olfattivo di grandissimo fascino. Il vino si apre, si espande, si propaga senza mai eccedere. In bocca misurato, equilibrato e armonico. Finale molto persistente lascia la possibilità di appropriarsi della sua eleganza tannica. Still ruby red with clear garnet-red nuances and a brillliant lining. Intense on the nose with toasted notes. Fresh and preserved fruits, plums, incense and mineral, underbrush flavors with a touch of toasted notes. The mouth-feel is strong enough and the good correspondence it has in mouth to the nose is really fascinating. This wine opens, develops and spreads is never exaggerated. A moderate, balanced and harmonious mouthfeel. A very persisting finish gives the possibility to catch the elegance of its tannic structure.
1997
Rosso rubino concentrato con una lieve tendenza granato sul bordo. Conquista il bouquet profondo, segnato da profumi balsamici, gelatina di frutta, erbe aromatiche, eucalipto, liquirizia, cioccolato e una nota minerale sapida. In bocca sinuoso ed elegante, poco muscoloso ma equilibrato, avvolgente, con un tannino dolce che lascia sbalorditi a distanza di sedici anni dalla sua costituzione. Finale pieno, lunghissimo ad indicare il suo attuale status sospeso tra giovinezza e maturità. Deep ruby red color with light garnet-red reflections on the lining. Deep bouquet characterized by balsamic notes and flavors of fruit jellies, aromatic herbs, eucalyptus, licorice and a mineral, tasty touch. Mouth: it reveals an harmonic and elegant structure, not too much intense but well balanced and enveloping, with sweet tannins that still amaze 16 years after its production. Full aftertaste in the mouth, persisting as this wine’s status, suspended between youth and maturity.
1999 Figlio di un’annata fresca, si presenta rosso rubino compatto senza alcun cedimento sul disco. Impetuosa intensità all’olfatto che lascia spiazzati. Frutto croccante, ribes, mora, tamarindo, viola, effluvi di macchia mediterranea, poi vaniglia, legno di sandalo, corteccia di china. Un bouquet che non stanca mai! Al gusto si apre vigoroso intessuto di massa fenolica temperata e dinamica freschezza.Finale prolungato dai ritorni fruttati e di liquirizia, stenta ad arrendersi. Fruit of a very fresh year. Clear ruby red color without any structural failure. So intense on the nose to catch you unprepared. Ripe juicy fruits, currants, blackberries, tamarind, violets and spices of the Mediterranean scrub followed by vanilla, sandalwood and cinchona bark. A bouquet that never tires. This wines opens with a vigorous mouth-feel with moderate phenols compounds and dynamic freshness. The long finish with fruity and licorice notes is really persisting.
2004
Massa consistente nel bicchiere dal vivido color rubino intenso. Profumi concentrati torrefatti, caffè amaro, liquirizia, note ematiche e ferruginose, humus, aghi di pino. Non mancano delicati ricordi fruttati, spezie dolci e di rosa asagumo. Al palato conferma gradualmente la sua potenza, offre freschezza mentolata e soavissima falange tannica. Semplicemente sbalorditiva la persistenza. In the glass it appears to be full-bodied and of a brilliant, intense ruby red color. Concentrated toasted notes, unsweetened coffee, licorice, notes of blood and iron, earthy and pine needle notes. This wine doesn’t lack of fruity flavors and notes of sweet spices and Asagumo roses as well. It gradually becomes stronger on the palate, revealing its balsamic freshness and a really soft tannic structure. The persistence of this wine is simply astounding.
2007
Rubino scurissimo, ha un naso ampio ed avvolgente, dal deciso attacco balsamico e con un profondo impatto di frutti rossi e neri, dal lampone al mirtillo, cui seguono profumi di spezie orientali tendenti al dolce; poi tabacco conciato, note ferrose ed una punta di incenso. Al palato ha un gusto deciso è ricco, caldo, sempre in perfetto equilibrio. Tannino cesellato e ben estratto. Vena speziata ed una lunghissima chiusura su toni minerali. Very dark ruby red color with wide, enveloping notes on the nose: it opens with strong balsamic notes and intense scents of black and red fruits,
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from raspberries to blueberries, followed by flavors of oriental spices with a hint of sweetness; then notes of tanned tobacco, iron and a light touch of incense. This wine has a strong, rich and “hot” mouthfeel, and its structure is in a perfect balance. Soft grainy tannins that are well structured. A spicy vein and a very long finish with mineral notes.
2009
Rosso rubino molto concentrato. Naso perfetto che rimanda alla violetta, speziatura dolce di vaniglia, mora, china, coriandolo, tabacco e soffi mentolati. Il bouquet pare più ampio dei precedenti campioni. Al palato regala una fattura tannica perfettamente intrecciata alla sapidità e alla freschezza, con equilibrio già in parte raggiunto. Il finale di bocca colpisce più che mai per la sua classe e non per la sua potenza. Chiusura lunghissima di menta e liquirizia. Ruby red color, very intense. Perfect on the nose, with notes of violets, sweet spicy flavors of vanilla, blackberries, cinchona, coriander, tobacco and balsamic notes. The bouquet is wider in comparison with the other samples. On the palat e it offers a tannic structure that perfectly matches this wine’s tastiness and freshness, creating a balance that was already achieved in part. The flavor’s impression in the mouth is really astounding for its elegance rather than for its strength. A very long finish with mint and licorice notes.
2010
Colore rubino vibrante e carico di sfumature porpora. Apoteosi di profumi fruttati freschi che gradualmente si dipanano in un piccolo concerto di visciole, ribes rosso, spezie dolci, cuoio, incenso, cacao amaro, caffè e legno di cedro. Ed anche in bocca è una continua alternanza di note dolci, amaricanti, piccanti, con tannini che si adagiano delicatamente in ogni angolo del palato e si mescolano a morbide e fresche sensazioni di frutta. Persistenza in quantità con un sottile filo di tostatura a marcare la chiusura. This wine is of a vibrating ruby red color with crimson nuances. It opens with intense and fresh notes of fruits that slowly introduce flavors of sour cherries, redcurrants, sweet spices, unsweetened cocoa powder, coffee and cedar wood . Also in the mouth it reveals its richness: sweet, bitter, spicy notes alternate, with tannins softly enveloping the whole mouth and blending with the wine’s soft, fresh notes of fruits. A persisting wine with a light touch of toasted notes that characterizes its finish.
vertical wine tasting text Luigi Pizzolato - ph. Dario Garofalo
Masseto, oltre le mode Vino sontuoso che resiste alle tendenze e alle stagioni Sumptuous wine that resists trends and seasons
Il successo di questo vino lo si respira già all’ingresso della Tenuta de l’Ornellaia. E’ qui che nasce. Tutto è ben ordinato, tutto è elegante, tutto è familiare. Si familiare, rispetto e profondo amore per il proprio lavoro e le creature che qui si realizzano: i vini de l’Ornellaia. Trasporto, sentimento, dedizione, ordine, questo traspira dai muri della Tenuta. L’insieme della forza umana ed intellettiva dell’azienda, unita alle forze della natura che hanno creato un’unica macchia argillosa in tutto il territorio bolgherese, sono il segreto di Masseto. Una collina dove le zolle, si racconta per i terreni argillosi in Toscana, sono dure come i massi. La durezza del terreno da luogo ad uno dei vini più eleganti del mondo. Che strano eppure è così! Si dice che per produrre un grande vino si parte da una materia prima eccelsa e che quest’ultima, (l’uva), va trattata con cura. A l’Ornellaia le donne, ben 110 su un totale di 160 dipendenti, hanno cura della selezione in vigna e della cernita manuale. La loro naturale sensibilità, scrupolosità, determinazione, contribuiscono a forgiare i caratteri unici del vino. La collina del Masseto è un cru unico di 7 ha dalla quale si respira l’aria del mare. Circondata da un ambiente incontaminato in cui l’uomo interagisce con la natura senza incatenarla. Qui non si fanno forzature, si lascia alla natura la parola finale, le annate sono diverse, i vini sono diversi. Sembra banale essendo il vino il frutto dell’uva che cambia con il variare della stagione, del clima di quella particolare annata, non è raro incontrare vini pressoché identici anno dopo anno. Ma non per Masseto. Qui abbiamo uno “stile, lo stile Masseto, un vino aulico, forte, elegante, sontuoso, diverso anno dopo anno. Eppure, tutte le volte che viene prodotto, è in grado di stupirci, di resistere al tempo che scorre imperterrito, cambia il gusto e le proprie sensazioni con l’evoluzione. Ecco il sogno Masseto, un vino che coniuga eleganza e potenza, frutto unico di una annata, specchio dell’andamento climatico e capace di regalare il meglio di se ogni anno, ogni vendemmia, seppur nella sua diversità.
You just have to enter the Ornellaia Estate to breathe the air of success of this wine. It is here that it is produced. Order and elegance are everywhere; everything is confined to the family. Yes, family, respect and a deep love for the work carried on here and for the wines produced: the Ornellaia wines. Enthusiasm, passion, commitment, order: these are the feelings you can breathe inside the Ornellaia Estate. The workforce as well as the force of nature that has created a large clay gravel bed in the whole territory of Bolgheri are the secret of Masseto, in fact. A hill where, people say, the clods of clay were as hard as stones. The hardness of the soil is at the basis of the production of one of the most elegant wines in the world. It sounds strange, but it’s true! It is said that a great wine results from a really great basic ingredient and that this latter (the grapes) has to be managed with care. At the Ornellaia there are as many as 110 women out of 160 employees whose task is that of selecting grapes from vineyards and that of hand-picking them. Their natural sensitivity, scrupulousness and determination really contribute to the distinctive characteristics of this wine. The Masseto hill is a single Vineyard of 7 hectares from which you can breathe some fresh sea air. And it is surrounded by an uncontaminated setting in which humans are in harmony with nature without exploiting it. Nothing is forced here, the final decision is left to nature, every year the harvests change, the wines change. It sounds commonplace, since wines result from grapes, and grapes change with the changing of the seasons and of the climate every year, but it is not rare to find wines that have not changed with the passing of years. But this is not true for Masseto. Here we have a style, the Masseto style, a noble, strong, elegant, opulent wine that changes every year. Nevertheless, it always surprises us, because time flows and everything goes away, but this wine not, it simply develops as far as its taste and characteristics are concerned. This is our dream Masseto, characterized both by elegance and power, the sole fruit of a year’s work, a wine that tells about the climate changes and always ensures the best results at every harvest, though in a different way every time.
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Some pictures of the Masseto meeting at Ornellaia. In the picture, Marquis Ferdinando de’ Frescobaldi (left and centre), the director Leonardo Raspini (right and below) and above, oenologist Axel Heinz.
Vertical wine tasting degustazione a cura della commisione di assaggio AIS Toscana
2001
2003 2008
2006
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2004 2010
Vertical wine tasting
Masseto Toscana IGT 100% Merlot Matura e si affina in barriques rigorosamente nuove per 24 mesi. In seguito ha un altro affinamento in bottiglia per 12 mesi. Aged and refined strictly in barriques for 24 months. Later there is another refinement in bottles for 12 months
2001
Colore rosso rubino con sfumature granata. . Al naso è complesso con perfetto bilanciamento. di mora, spezie dolci cannella, noce moscata, cedro del libano, bacche di ginepro, rabarbaro, sentori terziari di cuoio, liquirizia e tabacco Ingresso in bocca delicato che con lo scorrere dei secondi si fa più importante con una crescita continua fino ad arrivare ad un gusto pieno, ricco, di sostanza ed elegante. Gusto ben delineato con un tannino definito e perfetto. Finale appassionante con rllevante freshezza acida . La sua forza l’equilibrio e la piacevolezza. Ha ancora possibilità di evoluzione, da conservare ancora a lungo. Ruby red color with garnet-red nuances. Complex on the nose with well balanced notes of blackberries, sweet spices, cinnamon, cedar of Lebanon, juniper berries,rhubarb, tertiary aromas of leather, licorice and tobacco. The mouth-feel is delicate at the beginning, getting stronger with the passing of seconds until it becomes intense, Its taste is very well defined, and the tannins are well structured and perfect. The finish is enveloping and has a remarkable acid freshness. Its strong points are balance and pleasantness. This wine can still develop, to store for a long time.
2003
Rubino carico impenetrabile di ottima vivacità e freschezza colorante . Prime sensazioni al naso di gesso, cipria , minerale , di rara eleganza . Si riconoscono sentori di amarena disidratata, liquirizia ed una leggera speziatura. Vanta al naso una freschezza inedita per una annata calda. Vino ricco, superbo sempre ammaliante mai stancante. Bocca suadente persuasiva . Unico nell’annata per il perfetto bilanciamento delle componenti e la freschezza dei suoi aromi. Deep, impenetrable ruby red wine of a very brilliant and fresh color. Of a rare elegance on the nose, with a touch of chalk, face-powder and mineral notes. A full and enveloping olfactory
spectrum dominated by hints of fruits, revealing dried black cherry and slightly spicy notes. The exceptionally hot year for its crop has resulted in an explosion of unique freshness on the nose. A rich, magnificent and charming wine that never tires. This wine is strong, has character and structure and a flawless balance of flavors. This year’s unique wine is characterized by the perfect balance of its components and by its fresh aromas
2004
Rubino carico con veste impenetrabile e sfumature con una spennellata di porpora . Al naso si presenta elegantissimo con profumo ancora da svolgersi Sorprendente la freschezza del frutto, integro , accattivante. Presenta una fiorente speziatura di cardamomo, zafferano , note di ginseng,Bocca entusiasmante ricca e soave allo stesso tempo. Un’esplosione di gusto con un tannino deciso, ben presente ma morbidissimo. Finale fruttato e leggera astringenza tannica che dona vita al vino. Entusiasmante da bere o tenere in cantina per ancora tanti anni. Deep ruby red of an impenetrable color with very light tones of purple. Very elegant and developing on the nose with intense aromas. A very amazing freshness of the fruits, full-bodied and seducing. A very stimulating, rich and pleasing mouth-feel. A rich, tannic taste, strong and soft at the same time: This wine possesses a fruity, light tannic finish that gives life to it, in fact. A stimulating wine, ready to drink or to store for a long time in the cellar.
2006
Rubino intenso con sfumature di porpora cardinalizio. Il Naso è composto da note fresche di natura balsamica e di cioccolato, ribes nero, cuoio, grafite, liquirizia, mora di gelso e minerale . Bocca da vero eroe di straordinaria fattura , sprigiona un gusto ricco, avvolgente , tannico, di struttura con un finale deciso e fruttato. Un grande vino da dimenticare in cantina o da bere con estremo piacere se avete la fortuna di possederne alcune bottiglie. Sorprendente la vena acida del vino frutto dell’ annata da ricordare per l’eleganza che ha conferito al vino. Intense ruby red color with cardinal purple shades. Fresh balsamic and chocolate notes on the nose as well as blackcurrant, leather, graphite, licorice, mulberry and mineral notes. On the palate it reveals its extraordinary nature and unique character, with a rich, enveloping, tannic mouth-feel of great personality and with an intense and fruity finish. A
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great wine to store for a long time or to drink with extreme pleasure if you have the luck to get ahold of some bottles. The acid vein of the grapes of this year harvest -which will be remembered for the elegance it has given to the wine- is really amazing.
2008
Concentratissimo nel colore , rubino pieno . Il bicchiere si riveste allo scorrimento del vino con una toga porpora . Naso di rara e sottile eleganza con note prevalenti di macchia mediterranea di mirto, eucalipto e balsamico. Il vino aprendosi rivela la sua complessità arricchendosi di sensazioni minerali, liquirizia, mora di rovo, fragoline di bosco ,chiodi di garofano . In bocca è opulento di straordinaria dinamicità . Prevale un grande equilibrio generale con tutte le componenti del vino ben proporzionate tra loro. Espressivo nella sua potenza... nella sua celebre eleganza. A very deep, ruby red color. This wine flows into the glass with a rich purple tone. Of rare and fine elegance on the nose with notes of Mediterranean herbs: myrtle, eucalyptus and balsamic aromas. This wine opens up to reveal its complexity with mineral, licorice, wild blackberry and strawberry notes and hints of cloves. Very intense and extraordinarily dynamic in the mouth. A very well balanced wine with all its components in a perfect balance. An expressive wine with very concentrated flavors.. and a very famous elegance.
2010
Veste color rubino acceso con riflessi violacei. All’olfatto si presenta con fragranti note fruttate di lampone, ribes e ciliegia . Non mancano le note floreali di rosa e speziate di pepe nero, chiodi di garofano, vaniglia e cannella. Seguono note minerali e di uva fragola. L’annata è in divenire ma colpisce la piacevolezza del vino, ricco di frutto e gran tannino. Un vino che rivelerà nel prossimo futuro il tratto dell’eleganza della leggiadria unita ad una struttura ben identificabile ma senza prepotenza. Deep ruby red color with strong violet reflections. Juicy raspberry, currant and cherry notes on the nose, but also floral hints of roses and spicy notes of black pepper, cloves, vanilla and cinnamon, followed by mineral and fruity notes of concord grape. A wine that needs time to develop but that is already very pleasant, delightful, elegant and rich in fruits and tannins. A wine that is going to reveal soon its characteristics of elegance and recognizable, though never aggressive, structure.
vertical wine tasting text Cristiano Cini- ph. Lorenzo Cotrozzi
L’Apparita, araba fenice del Chianti Cento per cento Merlot, un grande cru tutto toscano One hundred percent Merlot, a grand all-Tuscan cru
Terroir e cru, partiamo da qui. Oggi, chiunque abbia una sorta di mezzo titolo, o anche non avendolo, scrive o racconta di vino incensando il territorio e lo “speciale vigneto”, riempiendosi la bocca o sporcando carta con questi due magici termini che naturalmente, inflazionati, hanno perso l’originale significato. Basta abusare di parole ricche di significato per raccontare il nulla! Siete mai stati ad Ama? Avete mai goduto di quel panorama ? Vi siete mai confrontati con Marco Pallanti? Se la risposta è no, non avete vinto niente (come nel peggiore dei giochi a premi), e vi siete pure persi qualcosa, sicuramente un’occasione per discutere sul vero significato di territorio ed anche su quello di cru. Premessa doverosa, accantoniamola. L’occasione per tornare ad Ama c’è stata offerta grazie a una verticale di dieci annate di Apparita. L’Apparita appunto, un vero cru, oso un francesismo dove in vero si tratta di tutta ‘roba’ Toscana, profondamente Toscana. Il vino culto nasce nell’annata 1985 dalla parte alta del vigneto Bellavista a 500 m sul livello del mare. Dei 23 ha totali solo 3.8 sono dedicati alla produzione di questo grande Merlot, il più grande mai prodotto nel cuore del Chianti Classico, tra Radda e Gaiole sopra Lecchi in Chianti, senza voler essere blasfemo un posto molto vicino alla mia idea di paradiso. Nasce, secondo Marco Pallanti, presidente del Consorzio Chianti Classico dal 2006 al 2012, perchè in quegli anni si cercava un complemento al Sangiovese. Non esistevano Merlot di livello anzi, era il vitigno simbolo del metanolo, dello scandalo che sconvolse il mondo del vino. Eppure da quelle ceneri è risorta la più bella delle fenici. I primi ad apprezzarlo, gli stranieri, che consigliarono al buon Pallanti di buttare il sangiovese e di piantare tutto a merlot. Di idee diverse il buon Marco, molto diverse. Pretese che il sangiovese arrivasse ai livelli di Apparita che sono parole sue, “è stata la carota da inseguire per i cru da sangiovese” e nel 1995, sempre secondo lui, raggiunsero la carota e dettero vita ad Ama come oggi la conosciamo. Viva Ama, viva Marco e Lorenza che enologisticamente mi rendono fiero della mia Toscanità, viva i terroir, viva i cru, quelli veri.
Terroir and cru, let’s start with these terms. Today writes or talks about wine celebrating the “territory” and the “special vineyard”. It’s time to stop using and abusing words full of meaning to talk about nothing at all! Have you ever been to Ama? Have you ever enjoyed the scenery? Have you ever met Marco Pallanti? If the answer is no, you haven’t won anything (as in the worst game shows), and you’ve actually lost something, certainly the opportunity to discuss the true meaning of territory and also that of cru. This brief introduction was necessary, but now let’s put it aside and go on. We were given the opportunity to return to Ama thanks to a vertical tasting of ten vintages of Apparita. In fact, L’Apparita is a true cru, and I dare to borrow a French word to describe it, even though it is truly all Tuscan in nature, profoundly Tuscan. A cult wine since its first vintage in 1985, it originates from an area located at the top of the Bellavista vineyard at 500 metres above sea level. Of the total 23 hectares, only 3.8 are devoted to the production of this great Merlot, the greatest ever produced in the heart of the Chianti Classico area, between Radda and Gaiole, in the hills north of Lecchi in Chianti, which is a place, without wanting to be blasphemous, very close to my idea of heaven. It was created, according to Marco Pallanti, president of the Consorzio Chianti Classico from 2006 to 2012, because in those same years they were looking for a complement to Sangiovese. There were no high quality Merlots; on the contrary, Merlot was the variety seen as the very symbol of methanol, in the scandal that shocked the world of wine. Yet from those ashes the most beautiful phoenix has arisen. Foreigners, the first to appreciate it, advised Pallanti to get rid of the Sangiovese and to plant Merlot everywhere. But Marco had different ideas, very different ideas. His insisting that the Sangiovese reach the levels of Apparita was, in his words, “ the carrot on the end of the stick for the crus of Sangiovese,” and in 1995, as he says, they reached the carrot and gave birth to Ama as we know it today. So long live Ama, long live Marco and Lorenza who “oenologistically” make me proud to be a Tuscan, long live the terroirs, and long live the crus, the real ones.
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Our tasting at Castello di Ama, between great wine and great art. In the images with the delegates Ais, Marco Pallanti, winemaker Ama, which runs along his wife Lorenza Sebasti
Vertical wine tasting degustazione a cura della commisione di assaggio AIS Toscana
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2005 2010
2006 2011
Vertical wine tasting
L’Apparita toscana IGT
100% Merlot Fermenta ed affina in barrique per metà nuove e per metà di un anno (secondo passaggio) per un periodo variabile, secondo l’annata, tra i 12 ed i 18 mesi Fermented and refined in barriques, half new and for half a year (second step) for a variable period, depending on the vintage, of between 12 and 18 months.
2001
Al colore si presenta di un rubino cupo, maestoso. Olfatto con richiami terziari e predominanza di sensazioni di funghi, sottobosco, cuoio , liqui- rizia tartufo e richiami di mora in confettura. In bocca è sontuoso, austero, con una componente tannica netta e ben definita. Godibile, piacevole. The colour is a deep majestic ruby. The aroma has predominant sensations of mushroom, humus, leather, liquorice and truffle, and hints of blackberry jam. In the mouth it is opulent, austere, with a distinct and well-defined tannic component. Enjoyable, pleasant
2003
Rubino con nuances leggermente granata. Naso complesso con note speziate, fruttate e minerali. Si scoprono piccoli frutti neri macerati, cuoio, tabacco e pate d’oliva. Al gusto è sorprendentemente fresco , tannico, con un corpo deciso ma mai sovrastante. Vino ricco con un ottimo equilibrio generale. Ruby red with slight garnet shades. Complex nose with notes of spices, fruit and minerals. Revealing black crushed berries, leather, tobacco and olive pâté. On the palate it is surprisingly fresh and tannic, with a decisive but never overbearing body. Rich wine with an excellent overall balance.
2004
Semplicemente affascinante, figlio di un’annata eccellente che ha regalato un’Apparita di grande equilibrio. Un ventaglio olfattivo aperto, un frutto fresco dominante, ma anche tabacco sot-tobosco, un ricordo di tartufo che in divenire sarà sempre più netto, il tutto adagiato su di un fondo minerale di grafite, largo ed elegante. Sul palato esagera.... mostra classe, freschezza quindi scorrevolezza, una precisione tannica che ne sottolinea l’eleganza una saporosità che è figlia dell’eletto. ricordare. Simply fascinating, born of an excellent vintage that gave us a very well-balanced Apparita. An open olfactory range, dominated by fresh fruit, but also tobacco-like humus, a memory of truffle that becomes sharper, all against a mineral background of graphite, broad and elegant. On the palate it exaggerates.... showing class, freshness and smoothness, precise tannins that underline the elegance of flavours that are a daughter of the elect.
2005
Color rubino con richiami di ciliegia di Vignola. Al naso evince splendida complessità . Fruttato di ciliegia sotto spirito, mora, mirtillo, speziato con note di chiodi di garofano e cannella, minerale . Bocca maestosa , soave con un gran tannino . Vino di grande impatto , estremamente elegante come è lo stile Apparita. Persistente. Ruby-coloured with Vignola cherry hints. The nose shows great complexity. Cherry in spirits, blackberry, blueberry, spicy with notes of cloves and cinnamon, mineral. Majestic, sweet mouth with great tannin. Wine of great impact, extremely elegant, as is the Apparita style. Persistent
2006
Rubino di grande intensità colorante . Naso profondo ricco di sensazioni fruttate e speziate . Si riconoscono cilegia, prugna, amarena disidratata, pepe bianco, cannella, vaniglia e cacao. Al gusto esprime ricchezza ed opulenza . Un vino che avrà tanto da offrire ancora. Very intense ruby colour. Deep rich nose of fruity and spicy sensations. Cherries, plum, dried cherries, white pepper, cinnamon, vanilla and cocoa can be recognized. On the palate it expresses wealth and opulence A wine that will have much to offer in the future.
2007
Di colore rubino acceso con evidenti riflessi pu- purei. Olfatto ancora composto con note frut- tate, speziate e minerali. Fragranti piccoli frutti di bosco a bacca nera, spezie dolci , liquirizia, cacao. In bocca è elegantissimo pieno di frutto, esplosivo nelle sensazioni fruttate, tannino pro- fondo perfettamente rotondo , voluminoso. Vino meraviglioso, setoso. Bright ruby colour with purple reflections. Composed aroma with fruity notes, spices and minerals. Fragrant small black berries, sweet spices, liquorice, cocoa. In the mouth it is elegant, full of fruit, explosive in fruity sensations, deep wellrounded, voluminous. Wonderful, silky wine.
2008
Un colore pieno e luminoso, un corredo olfattivo aperto composto e di assoluta ampiezza. Frutto nero concentrato e polposo, fiore e spezie integrate come cioccolato e tabacco, esplosivo nella fresca balsamicità e nei toni mentolati, chiusura su richiami minerali ferrosi. Sul palato incontriamo un vino diverso, più diretto, e più scarno e magro nel volume rispetto ai precedenti, forse con minori possibilità evolutive ma fantastico da bere adesso, finale tendente all’asciutto ed al ferroso. A full, bright colour, an open “already complete” composed bouquet of absolute magnitude. Concentrated black and pulpy fruit, flower and spices blended, like chocolate and tobacco, explosive in its balsamic freshness and tones of mint that make it even more enjoyable, with a ferrous mineral finish. On the palate, we encounter a different wine, more direct, straight, s, perhaps with fewer evo-
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lutionary possibilities but fantastic to drink now, tending toward the dry, ferrous side.
2009
Cromaticamente ricco e vivido, un naso che si caratterizza sulla balsamicità e su nuance mentolate di grande rilievo, frutto acerbo, quasi verde, leggero vegetale, chiusura figlia di una speziata dolcezza. Palato importante, esprime maggior calore che ne amplifica il volume. Sempre fresco e scorrevole, tannino di qualità. In chiusura pieno ma scorrevole, caldo ma fresco e tanto per cambiare lunghissimo nella scia di sapore Rich and vivid in colour, with a nose that is characterized by a balsamic aroma on strong mint nuances, unripe fruit, almost green, slightly vegetal, with a spicy finish which is rebalanced on the sweet side. Important on the palate, with further warmth that amplifies the volume, especially on the opening taste, but always fresh and smooth, with a high-quality tannin flavour that becomes. Fresh, and just for a change, a very long wake of flavour.
2010
Anteprima, uscirà nel 2014. Frutto ancora coperto e acerbo, poca dolcezza ma tanta liquirizia e tabacco. Sul palato scalpita come un giovane puledro risultando duro ed ancora scomposto. Un finale sempre fresco (che territorio!) che supera la disidratazione forzata dal giovane ed indomato (per ora) tannino. Per palati più tosti. Preview, to be released in 2014. Still covered and unripe fruit, little sweetness but a lot of liquorice and tobacco. On the palate it champs at the bit like a young foal, still rough and not composed, finish that is always fresh (what a territory!) that goes beyond the forced dehydration of the young and untamed (for now) tannin. For tougher palates.
2011
Anteprima uscirà nel 2015. Che grande annata! Apre all’olfatto con un frutto fresco e dolce, dolcissimo, vena balsamica e poi mentolato ed eucalipto, spezie e fondo minerale, ancora in costruzione ma di una personalità ed eleganza non comuni. Se al naso colpisce, sul palato impressiona, bocca piena nel volume ma freschissima, esplode il mentolato, un tannino presente che contribuisce a regalare spessore ma di fattura “sartoriale”, eccellente, uno sviluppo scorrevole e saporoso che anticipa una chiusura ricca ed ancora fresca. Emozionante. Preview, to be released in 2015. What a great vintage! Its aroma is fresh sweet fruit, very sweet, wonderful, a balsamic and then mentholated and eucalyptus vein, spices and a mineral base, still under construction but uncommon in its elegance and personality. While the nose makes an impact, on the palate it is impressive, full-bodied in volume but very fresh, with the mint exploding, a tannin that helps give thickness but is “made to measure,” excellent, smooth and tasty development that anticipates a full and still fresh finish. Exciting.
vertical wine tasting text Paolo Bini - ph. Lorenzo Cotrozzi
Selezione Prime Donne, cultura e intuito La storia, la forza, la personalità di un territorio attraverso un gusto tutto “in rosa” The history, the strength and the personality of a territory expressed by a wine that is “all female”
C’è la grande passione, cultura e intuizione di Donatella Cinelli Colombini dietro al successo di Progetto Prime Donne. Troppo riduttivo definire semplicemente Brunello di Montalcino l’espressione di un sentimento legato a temi sociali, dove una nuova filosofia di produzione si intreccia a doppio filo con il gusto ed il pieno rispetto della tradizione. Un’idea risultata vincente, sfida e al tempo stesso focus sulla competenza e il talento delle donne. Nasce perciò la convinzione che un vino riesca ad esprimere la storia, la forza, la personalità di un territorio attraverso un gusto tutto “in rosa” all’interno di un progetto che abbracci tematiche ben più ampie di quella meramente enoica attraverso il premio internazionale Prime Donne assegnato annualmente a coloro che si sono maggiormente distinte nella valorizzazione della presenza femminile nella società e nel lavoro. È così che dal 1998 (annata ‘93) il legame periodicamente si rinnova e le quattro protagoniste del panel originario (Maureen Ashley, Astrid Schwarz, Daniela Scrobogna, Marina Thompson), espressamente volute da Donatella Cinelli Colombini, si ritrovano nei luoghi ove tutto nacque per selezionare i campioni con il maggior potenziale e trasformarli poi in un Brunello di carattere, energico, espressivo, identificabile. Un territorio particolarmente incline all’eccellenza, con importanti investimenti che da inizio secolo hanno permesso un’innovazione colturale e tecnologica di tutto rispetto; rinnovamento di impianti, accurata selezione della produzione e nuove cantine, come la “Tinaia del Vento”. Un percorso che dalla prima annata ha conosciuto la mano esperta di quattro enologi e che dal 2007 è assistito dalla preparatissima Valerie Lavigne, succeduta a Carlo Ferrini, a definitivo suggello dell’idea originaria che si svela nel bicchiere con rinnovate e spiccate note di eleganza non smarrendo mai i riferimenti alla tradizione ed al terroir ilcinese, lasciando alle spalle l’esperienza delle barriques per botti di rovere più capienti dove poter elevare un vino come piena espressione delle migliori vigne e gusto riconoscibile; un vino di indubbio fascino che trasmette con finezza le peculiarità volute da Donatella e del suo staff adesso davvero tutto al femminile. Intrigante il viaggio che ci porta inizialmente venti anni addietro per poi ripercorre le fasi evolutive di un Brunello di successo che, attraverso annate importanti o memorabili, ci coinvolge con il frutto e la struttura regalandoci piena consapevolezza della sua significativa longevità.
The great passion, culture and intuition of Donatella Cinelli Colombini are the secret behind the success of the Prime Donne Project. It would be reductive to define the Brunello di Montalcino just as the expression of a deep interest in social themes, with a new kind of philosophy at the basis of the production focusing on taste and on the respect of the traditions. A winning choice that has turned out to be both a challenge and a way to give emphasis to the skills and the talent of women; there’s the conviction now that a wine can express the history, the strength and the personality of a territory also thanks to the role played by women awarding with the “Prime Donne” International Award those women who have more than others committed themselves in giving value to women’s role in the society and in the work force. Since 1998 (Brunello 1993), the four members of the original tasting panel ((Maureen Ashley, Astrid Schwarz, Daniela Scrobogna, Marina Thompson) -expressively selected by Donatella Cinelli Colombini- meet every year in the very places where everything had once started to select the samples that carry the greatest potential and then turn them into a Brunello with character, a strong, expressive and recognizable wine. A territory that tends to present excellent wines, where the great investments that have been made since the beginning of the twentieth century have contributed to the introduction of new cultivation methods and technologies, a new kind of plant breeding, an accurate selection in the production process and the building of new cellars, like the “Tinaia del Vento” A project that since the first production has involved the skills of four wine experts with consultancy -since 2007- of wine maker Valerie Lavigne, who has replaced Carlo Ferrini, as the final confirmation of the original idea behind a wine that reveals its character and great elegance when poured into the glass without losing its features that remind to the tradition and to the terroir of the region, replacing the barriques with larger oak barrels where to age a wine destined to represent the best vineyards and a recognizable taste. A very intriguing journey that brings us back to twenty years ago to define the phases of the development of a successful Brunello, whose most famous and unforgettable labels captivate our attention with their fruits and structure, making us aware of their important longevity.
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During the vertical of the Brunello di Montalcino Prime Donne Selection, with the participation of Donatella Cinelli Colombini
Vertical wine tasting degustazione a cura della commisione di assaggio AIS Toscana
1993 2003
1997 2005
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1998 2007
2001 2008
Vertical wine tasting
SELEZIONE PRIME DONNE Brunello di Montalcino DOCG 100% Sangiovese (Brunello) Affinamento in legno per circa 36 mesi in botti grandi di rovere, poi lungo affinamento in bottiglia Sul mercato dopo cinque anni dalla vendemmia. Aging in wood for about 36 months, mainly in large oak barrels, then a long aging in bottles and release for consumption after five years from the harvest as required by the legislation
1993
Granato ancora luminoso, leganza al naso dove si alternano note di cassis e prugna matura polvere di caffè e sbuffi canforati; sublimi ritorni di erbe officinali su abbracci balsamici, poi è ancora fiore di pansé, ferro e caramella d’orzo; assaggio che svela una sorprendente freschezza d’entrata, giovane di 20 anni, ha tannini che accompagnano con carattere la componente fruttata di lunghezza assolutamente soddisfacente. Still brilliant garnet red color, deep, intense and elegant on the nose with fruity notes of cassis and plums, coffee powder as well as hints of camphor followed by sublime scents of officinal herbs accompanied by balsamic aromas, and notes of pansy flowers, iron and barley sugar candies in the end. On the palate it reveals the astounding freshness of its age of 20 years, its structure rich in tannins accompanying its fruity component which satisfying length.
1997
Amaranto intenso e consistente, frutto di una vendemmia memorabile va atteso qualche attimo prima di aprirsi con mora in confettura, glicine appassito e liquirizia; arrivano poi cacao amaro, note di humus e grafite su ritorni di marasca cotta e cardamomo; in bocca è austero ma di importante freschezza che ancora sorregge un frutto pienamente masticabile ed un tannino esuberante che ne chiude la lunghezza con gocce di china. Deep reddish purple, a full-bodied wine with notes of blackberries and preserved fruits, dried wisteria and licorice, followed then by scents of humus and graphite with subtle aromas of cooked marasca cherries and cardamom. Intense in the mouth and really fresh, with still persisting flavors of ripe, chewable fruits and strong tannins. This wine closes up with flavors of cinchona
1998
Il suo granato è quasi impenetrabile, dopo un adeguata ossigenazione svela mirtillo e prugna essiccata, pot-pourri di mammola e genziana con sviluppi di sottobosco e caucciù; richiami ematici sono in-
tervallati da incidenti sentori di cuoio e goudron; è il gusto che convince: di ottimo equilibrio e polpa succosa introdotta da una verve acida, tannino ben integrato e sapidità di chiusura dove un finale alterna frutta nera a ritorni tostati. Almost impenetrable garnet in color, after the bottle is opened it reveals its notes of blueberries and dried plums, as well as a bouquet of violets and gentian with underbrush and India rubber scents; notes of blood alternate with scents of leather and goudron. The palate is really convincing: very well balanced and plenty of ripe flavors, it has a perfect acid verve, well integrated tannins and a tasty, long finish with scents of black fruits and toasted notes
2001
Cupo rubino con distinguibili nuance evolutive, apre tostato su confettura di visciole e bacche nere; grani di pepe rosa e torrefazione lasciano spazi per respirare profumi di iris, ritorni di inchiostro, corteccia e erbe aromatiche; l’incipit gustativo regala freschezza, con arancia rossa miscelata a coerenti sensazioni fruttate; elegante e discreto ha tannini integrati e richiami minerali sul finale di media persistenza. Dark ruby red color with developing nuances, this wine opens with toasted notes and flavors of sour cherry jam and black berries, then scents of rose pepper and toasted followed by notes of iris, ink, bark and aromatic herbs. The palate is fresh with flavors of red orange and other fruity aromas; it is elegant and discreet, and its finish is of average length, with well integrated tannins and mineral notes
2003
Rubino profondo di ragguardevole consistenza, la sua intensità olfattiva raggiunge spingendo frutta nera, chiodi di garofano e tamarindo; sollecitato si esprime con caffè in polvere, cuoio, effluvi di terra e tabacco conciato; coerente ed avvolgente al palato, ha tannini che sorreggono l’opulenza del gusto; ritorni nasali nuovamente fumé sul finale lievemente caldo. Deep ruby red color and remarkable freshness, with intense olfactory notes of black fruits, cloves and tamarind; on release, this wine reveals flavors of coffee powder , leather, earth and tanned tobacco. The palate is enveloping and with a good structure while this wine’s tannins enhance the rich mouth-feel; toasted notes on the nose and a slightly “hot” finish
2005
Impenetrabile e promettente rubino, di impatto olfattivo entusiasmante: petali di passiflora e violetta in appassimento emergono da prugna e ama-
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rena; cioccolato al latte e noce moscata riaprono a frutta variegata e respiri di ginepro, poi è nuovamente la nota terrosa che risalta su sbuffi di cipria. Assaggio appagante: succo concentrato di grande personalità; il finale lievemente di rabarbaro non ferma la corsa verso l’eccellenza. Impenetrable and promising ruby red color with stimulating olfactory notes of almost dried passion flower and violet petals as well as light scents of plums and black cherries; then milk chocolate and nutmeg notes followed by scents of ripe fruits and juniper and then notes of earth with a touch of face powder. The palate is juicy and of great personality, the wine possesses a general finesse with tannins that are in a pleasant balance, the flavor is fresh and tasty and it blends into a finish with light notes of rhubarb.
2007
Rubino cupo e vivace; naso aristocratico fatto di susina matura e fruttini neri con fresco eucalipto accompagnato da bouquet di fiori rossi; cannella e legno di cedro arricchiscono un ventaglio olfattivo con ritorni di ruggine, ghiaia e noce moscata su diffusa balsamicità; convincente esordio al palato con vibrante freschezza, trama tannica esemplare che lascia immaginare la prospettiva di questo vino dal gusto già adesso interminabile. Dark, intense ruby red color. Noble tannins on the nose with scents of ripe plums and fresh eucalyptus accompanied by notes of red flowers; a rich olfactory experience with cinnamon and cedar wood notes accompanied by light scents of rust, gravel and nutmeg and diffused balsamic notes; rich in precious flavors; an exemplary tannic balance that let us imagine this wine’s character and unique and persisting tastiness
2008
Rubino a tinta forte e fitta trama; naso diretto, pulito, elegante con petali di giaggiolo e viola. Coerente di sapori con freschezza che ravviva con piacere la dinamica sequenza di un frutto polposo; tannini ben dosati, è un vino davvero raffinato con giusto un po’ di equilibrio ancora da assestare ma una lunghezza che già promette il breve raggiungimento della qualità massima. Strong dark ruby red wine with a complex structure: direct, clean and immediately elegant on the nose with notes of iris and violet petals. A well balanced mixture of flavors and brilliant freshness that pleasantly expresses the dynamism of ripe fruits; the tannins are in balance, for a very elegant wine that just needs to be balanced a little bit more, but whose length seems to anticipate a quick achievement of the highest quality standards
Above,from left, the Candia hills (with the Apuan Alps in the background), the hills of Lucca, vineyards in Carmignano (Prato), vineyards in the province of Pisa. On the next page: a view of the Chianti Classico region (Castello di Ama)
La magia del terroir
Da Nord a Sud, da Est a Ovest sguardo sul paesaggio che nutre le identitĂ del vino di Toscana From North to South, from East to West A look at the landscape that nourishes the identity of Tuscan wines
Above, vineyards between the Chianti region and the Val d’Elsa valley (with San Gimignano in the background). On the bottom, the countryside of the Valdarno area
Vineyards in Montalcino (with the Abbey of Sant’Antimo in the background)
chianti di Mila Montagni
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Above, landscapes in Bolgheri On the bottom, vineyards on the coast of the Elba island
Maremma contryshire
Vertical wine tasting
In these pictures the vineyards; the relais and large kitchen; the producer Carlo Baccheschi Berti
Quando l’eleganza è green
Castello di Vicarello. Un posto magico che sposa la filosofia bio per grandi vini Castello di Vicarello. A magical place that joins organic philosophy with great wines Un edificio del XIII secolo immerso nelle colline della Maremma. Questo è Castello di Vicarello: non solo un elegante relais con 5 suites e 2 grandi camere ma anche un’azienda che produce olio e vino con oliveto e vigne allevati con metodo biologico. I vigneti si stendono sul paesaggio intorno al Castello, su suoli lavorati con cura, per non modificare in alcun modo le linee originarie di questi affascinanti profili. La superficie vitata si articola in 6 ettari, tuttavia l’attuale produzione è ottenuta da due vigneti esposti a sud-ovest e a sud-est. L’impianto, pensato nella logica di una viticoltura di livello molto avanzato, si avvale del miglior materiale genetico disponibile. Il principio dell’azienda è di produrre vini armoniosi e eleganti; da qui la decisione di ricorrere a Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon Sangiovese, Merlot e Petit Verdot, in modo che nessun vitigno sovrasti gli altri. Sia la coltivazione che la vinificazione infine sono condotte in conformità con i precetti della produzione biologica ma con l’obiettivo più estremo di una prossima conversione al biodinamico. I vini prodotti da Carlo Baccheschi Berti, che gestisce personalmente e supervisiona tutti i processi di produzione, sono Castello di Vicarello, un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot; Terre di Vico, 70% Sangiovese e 30% Merlot ; e il Brunello di Montalcino 2005 Riserva, prodotto la prima volta nel 2005 in 4000 esemplari. Cuore pulsante di Castello di Vicarello e della sua filosofia la cucina del relais. Qui il cibo non è solo una passione, ma una scelta organica di vita e affianca la produzione di vino e olio con piatti toscani basati su ingredienti locali e stagionali, che in gran parte provengono dall’ orto. Un’ esperienza unica, le lezioni di cucina del relais.
A 13th-century building nestled in the hills of the Maremma. This is Castello di Vicarello: not only an elegant relais (post-house) with 5 suites and 2 large rooms – finely decorated in a style that is perfectly aligned to the soul of this land, but also a winery that produces organically cultivated olive oil and wine. The vineyards stretch over the landscape around the Castle, on land that has been carefully worked so as not to change the original lines of these fascinating profiles in any way. The planted area is divided into 6 hectares, but the current production takes place in two vineyards with south-western and south-eastern exposure. The vineyard has been organized according to a very advanced level of viticulture, taking advantage of the best genetic material available. The winery’s principle is to produce harmonious and elegant wines. Hence the decision to use Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot and Petit Verdot, with no one variety dominating another. Both the cultivation and vinification follow the rules of organic production but somewhat more extremely, and with an eye to a future conversion to biodynamic production. The wines produced by Carlo Baccheschi Berti, who personally manages and supervises all the production processes, are Castello di Vicarello, a blend of Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc and Petit Verdot; Terre di Vico, 70% Sangiovese and 30% Merlot; and Brunello di Montalcino Riserva 2005, produced for the first time in 2005 in 4000 bottles. The relais’ cuisine is the beating heart of Castello di Vicarello and its philosophy. Here food is not only a passion but an organic lifestyle choice. The production of wine and oil flanks Tuscan dishes made from local and seasonal ingredients, which largely come from the relais’ garden. The cuisine of the relais is a unique experience.
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Vertical wine tasting
CASTELLO DI VICARELLO Rosso Igt Toscana. Uve: Cabernet Franc 45%, Cabernet Sauvignon 45%, Petit Verdot 10% Matura e si affina 8 mesi in barriques nuove di rovere francese; 36 mesi in vetro Aged and refined for 8 months in French oak barriques; 36 months in glass
2007 Si presenta con un colore rubino-granato dalla trama molto fitta. Al naso è molto intenso e complesso. Il fruttato ricorda la gelatina di more, il floreale rose recise, note di boiserie, pepe nero, liquirizia e caffè. Al palato è cesellato tra le componenti morbide e quelle dure. La mineralità presente è perfettamente integrata con la struttura calda e avvolgente. Più sostenuto e lungo il finale di bocca caratterizzato da un frutto in confettura. Its colour is ruby-garnet with a very dense texture. The fruity notes are reminiscent of blackberry jelly, the floral ones of cut roses, notes of wood, black pepper, liquorice and coffee. These are followed by hints of humus, dried leaves, pine needles and fungus. The palate is chiselled between the soft and hard components. The minerality is integrated with the warm, enveloping structure. The inmouth finish is more sustained, long and jammy.
2008 Rubino coeso e cromaticamente di grande appeal. Naso impattante e stratificato dove è immediata la percezione di una complessità appagante. Mora, cassis, eucalipto, macis e rosmarino si fanno strada su una mineralità appena ferrosa. In bocca è una vera sorpresa: tannino vellutato e elegante, caldo, presenta una buona freschezza e una salinità che si combina con ritorni gusto-olfattivi fruttati e balsamici di lunga durata e soddisfazione. Cohesive ruby colour with great appeal. Nose with an impact and layered with an immediate perception of a satisfying complexity. Blackberry, cassis, eucalyptus, mace and rosemary come through on a slightly ferrous minerality. In-mouth is a real surprise: velvety and elegant tannins, warm with a good crispness and salinity which combines with a lingering and long-lasting fruity and balsamic aftertaste.
2009
Rosso rubino compatto, quasi impenetrabile. Naso stratificato da piccole bacche di frutta selvatica, poi ribes, ciliegie mature. Note mediterranee, quasi marine che si allineano a percezioni delicatamente speziate di liquirizia e cedro. Potente all’assaggio fa emergere la nota calda e avvolgente. Finale gustoso, quasi croccante e persistente.
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Compact, almost impenetrable ruby red. Layered nose of wild berries, then currants, ripe cherries, milk chocolate, lavender and violet. Mediterranean, almost marine notes that align with gently spicy perceptions of liquorice and cedar. On tasting, a powerful warm, enveloping note that nevertheless leaves a respectful space for well-structured tannins and a still present freshness. Tasty, almost crisp and persistent finish.
2011
Rubino molto concentrato su un bordo cardinalizio. Intensità e profumi complessi dove si esaltano le componenti fruttate della ciliegia sotto spirito. Note balsamiche, rosa bulgara, caramella alla frutta, tabacco da fiuto, spezie dolci, mineralità. Vino decisamente caldo e morbido, tannico e sapido, vino con materia a disposizione imponente che necessita ancora di un periodo per un integrazione perfetta. Finale fruttato lunghissimo. Very concentrated ruby colour, with an almost cardinal red edge. Intense and complex bouquet with fruity components of cherries under spirit. Balsamic notes, Bulgarian rose, fruit candy, snuff, sweet spices, minerality. A very warm soft wine, tannic and fruity, with imposing materials that still need time to be perfectly integrated. Very long fruity finish.
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Vertical wine tasting
In these pictures the winery MorisFarms and Giulio Parentini, who manages MorisFarms with his cousin Rainieri Moris
Rivoluzione maremmana Storia di una famiglia e del suo grande vino, Avvoltore Story of a family and its great wine, Avvoltore
“Ho sempre cercato di distinguere bene tra avvoltoio e avvoltore. Sarà pur solo dialetto maremmano, ma da noi identifica il rapace più prestigioso, il falco della Maremma, che è anche il nome toponomastico del Poggio dove piantai il mio primo vigneto”. Comincia qui il nostro viaggio alla scoperta di una azienda - MorisFarms - e di un vino - Avvoltore appunto - che sono lo specchio fedele e potente di una terra altrettanto intensa e vigorosa. A guidarci Giulio Parentini, da alcuni anni insieme a suo cugino Ranieri Moris alla guida dell’azienda di famiglia. Fu suo padre Adolfo, che nel 1988, durante una passeggiata con l’enologo Attilio Pagli, dopo i primi anni passati a conoscere meglio il territorio e le sue potenzialità, cominciò ad accarezzare l’idea di creare qualcosa di unico e diverso viste le grandi potenzialità dell’azienda. La loro fu una piccola rivoluzione: insieme al Sangiovese del vecchio vigneto trovarono alcune piante di quella che all’epoca chiamavano semplicemente “uva francese”, che si scoprì essere Cabernet Sauvignon. Su consiglio dell’enologo fu aggiunto del Syrah, trovando così quelle note eleganti e speziate che completano il vino. Altre novità in vigna e in cantina: vendemmia verde, raccolta in tempi diversi e invecchiamento in barriques. Quelli che oggi sono procedimenti abbastanza comuni, erano allora incomprensibili per una terra che si stava appena affacciando a scoprire le sue potenzialità enologiche. Oggi MorisFarms è una realtà solida e affermata con ancora tanta storia da scrivere. Da non dimenticare il Morellino di Scansano Moris, di grande piacevolezza e qualità che assieme all’Avvoltore ha contribuito a fare grande questa azienda.
“I’ve always tried to distinguish well between avvoltoio (vulture) and Avvoltore. It may well be just the Maremma dialect, but we have identified the most prestigious of prey, the Maremma hawk, which is also the toponymic name of the Poggio where I planted my first vineyard.” In fact, this is where our journey to discover a winery begins - Morisfarms - and a wine – Avvoltore. They are a true and powerful reflection of a land that is equally intense and vigorous. Guiding us is Giulio Parentini, who with his cousin Ranieri Moris, has been at the helm of the family business for a number of years. It was his father Adolfo, who in 1988, during a walk with the oenologist Attilio Pagli, after having spent the first few years learning more about the area and its potential, began to toy with the idea of creating something unique and different, given the winery’s great potential. Theirs was a small revolution: together with the Sangiovese from the old vineyard, they found some plants from that era that were simply called “French grape,” which turned out to be Cabernet Sauvignon. On the advice of the oenologist, Syrah was added, thus finding those elegant and spicy notes that complement the wine. Other innovations in the vineyard and in the winery were: green harvesting, harvesting at different times, and aging in oak barrels. Those procedures that are quite common today were incomprehensible at the time for a land that was only beginning to discover its winemaking potential. Today Morisfarms is a solid and well established winery with so much history that is still to be written. Nor should we forget the Moris Morellino di Scansano, a pleasant, quality wine that together with Avvoltore has contributed to making this winery great.
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Vertical wine tasting degustazione a cura della commisione di assaggio AIS Toscana
1999 2003
2000 2004
2009
2010
2001 2002 2006 2007
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Vertical wine tasting
AVVOLTORE I.G.T. TOSCANA 2002 75% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon, 5% Syrah Il vino permane un anno in barrique di rovere francese. The wine was aged for a year in French oak barriques
1999
Granato vivace trasparente, al naso sprigiona intensi profumi di confettura di frutti neri, mirtilli, more, note balsamiche, mentolate e canforate, tabacco dolce, terra smossa, corteccia, etereo. All’assaggio è morbido, vellutato e sapido, con tannino di ottima fattura, lunga la persistenza. Lively transparent garnet, which in the nose unleashes intense aromas of dark fruit jam, blueberries, blackberries, minty and camphor balsamic notes, sweet tobacco, loose soil, bark, an ethereal aroma. The taste is soft, velvety and full-bodied, with good tannins, long and persistent.
2000
Profondo, compatto, inchiostrato nella sua veste rosso granato, emana sentori intensi e variegati di frutti maturi, amarena, ribes, fiori appassiti, viola, note di goudron, cuoio e tostatura. In bocca è potente, caldo, ampio, con un tannino setoso, ed un finale persistente. Deep, compact, inky garnet red, intense and varied aromas of ripe fruits, cherry, currant, dried flowers, violets, notes of tar, leather and toasting. In-mouth, it is powerful, warm, and spacious, with silky tannins and a lingering finish.
2001
Meraviglioso colore rosso granato/rubino, luminoso, intenso e complesso il variegato ventaglio olfattivo, frutti di bosco, more, ribes, amarena, speziatura dolce, vaniglia, tabacco, curry. Al gusto si presenta avvolgente, morbido, trama tannica evoluta e ottimamente integrata. Infinita persistenza e nel ricordo, entusiasmante. Wonderful ruby/garnet red colour, bright, with an intense and varied complex olfactory range, berries, blackberries, currants, cherry, sweet spice, vanilla, tobacco, curry. The taste is soft, with well integrated and evolved enveloping tannins. Infinite persistence and memory, exciting.
Rubino vivo e splendente, si percepiscono netti profumi di maturi e polposi frutti rossi, marasca, prugna, importanti note speziate di liquirizia, cardamomo, rabarbaro, legno di cedro. Al palato è piacevolmente fruttato, morbido, supportato da un nobile tannino, e da una sapida mineralità. Un ricordo pazzesco di infinita bellezza. Alive and glowing ruby colour, and one can perceive strong scents of mature and fleshy red fruit, morello cherry, plum, spicy notes of liquorice, cardamom, rhubarb, and cedarwood. The palate is pleasantly fruity, soft, supported by a noble tannin, and a mineral taste. Infinitely beautiful memory.
2003
All’aspetto si presenta con un impenetrabile rosso rubino, la potente balsamicità e la carica olfattiva di frutta sotto spirito invadono e saturano le papille olfattive, ciliegie, amarene, bacche di ginepro. Assaggio potente e affabile, persistente, bocca armoniosa ed equilibrata, che invoglia ad una nuova degustazione. Finale ottimo. Its appearance is an impenetrable ruby red, the powerful balsamic note and aromas of fruits in alcohol invade and saturate the olfactory papillae, cherries, black cherry, juniper berries. A powerful, pleasant, persistent, harmonious and balanced taste in-mouth, conducive to another tasting. Excellent finish.
2004
Rosso rubino trasparente e cristallino, profumi intensi, netti, chiari: ciliegia, mora, macchia mediterranea, nota mentolata, balsamico, sanguigno. Bocca piena, calda, sapida, sensazioni di radice di liquirizia, e nuance fumè, che danno una buona persistenza nel finale. Transparent and crystal clear ruby red, intense, distinct, clear aromas: cherry, blackberry, Mediterranean brush, mint, balsamic notes, sanguine. In-mouth it is full, flavourful, warm, with sensations of liquorice root, and smoky nuances, which give it a good persistence.
2006
Rubino vivo, profondo, ampio e complesso il tessuto olfattivo, confettura di prugne e more, importante speziatura di vaniglia, nocciole tostate, curry, chinotto, cacao amaro, fondi di caffè. Equilibrio gustativo impressionante, tannino perfetto, levigato, setoso, integrato perfettamente in un assaggio eccezionale ed incredibile. Rimane alla fine, il ricordo di un momento, di un attimo, unico.
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Ruby red, deep, broad and complex olfactory range, plum and blackberry jam, distinct vanilla spiciness, toasted hazelnuts, curry, chinotto oranges, bitter cocoa, coffee grounds. Impressive balanced taste, perfect smooth tannins, silky, perfectly integrated into an excellent and incredible taste. The finish is the memory of a moment, a unique instant.
2007 Visivamente rubino con buona trasparenza e luminosità, olfatto intenso, con evidenti sentori di frutti di bosco, eucalipto, tracce tostate e di tabacco da pipa. Sorso elegante, strutturato, sapido, consistente finale lungo e piacevole Visibly ruby red with good transparency and brightness, intense, with hints of wild berries, eucalyptus, toastiness and traces of pipe tobacco. On sipping the taste is elegant, structured, full-flavoured, with a consistent, long and enjoyable finish.
2009 Colore rosso rubino intenso, brillante, nette sensazioni odorose erbacee e fruttate, frutti rossi croccanti, lampone, marasca, note mentolate e balsamiche. Assaggio netto pulito, buona freschezza che sorregge un tannino ancora vivo. Finale accattivante con reminescenze fruttate. Intense ruby red colour, brilliant, distinct fragrant sensations, fruity and grassy, crisp red fruit, raspberry, cherry, mint and balsamic notes. Clean taste, good freshness that supports a lively tannic flavour. Captivating finish with fruity reminiscences.
2010 Colore vivo e intenso di tonalità rosso rubino con bordo violaceo, profumi gradevoli, intensi, freschi di lampone, ciliegia, fragola, ginepro e mirto. All’assaggio è potente, tannino ancora da domare, buona la freschezza, e interminabile persistenza. Lively and intense ruby red colour with violet rim, pleasant, intense aromas, fresh raspberry, cherry, strawberry, juniper and myrtle. The taste is powerful, with tannins still to be tamed, good freshness, and endless persistence.
wine world
Tra nuovi vini ed eventi internazionali NEW WINES AND INTERNATIONAL EVENTS Of the wines from the Capannelle winery in Gaiole in Chianti, which covers twenty hectares, sixteen taken up by the vineyard and boasting a production of 80,000 bottles a year, one of the most important wines is the 50&50 IGT produced in collaboration with the winery Avignonesi di Montepulciano. This wine comes from the passion and commitment of two wineries built on quality and a sense of territory: Sangiovese and Merlot blend perfectly to create a balanced, rich, and at the same time, typical product. The intense but cold aroma of Merlot blends well with the hot and multifaceted creativity of Sangiovese. The wine 50&50 has the flavour of Tuscany, with all its odours and its strength. As the Capannelle winemaker, Simone Monciatti, explains, “Sangiovese and Merlot are prepared and placed in new oak barrels where for a year, the aromas and tannins are intensified by the sweet and fragrant woods of the oak barrels. After an appropriate period of rebalancing in stainless steel tanks, into which the wine is poured from the barrels, the moment for bottling approaches: a serious, complex but fluid job, where the
Tra i vini dell’azienda Capannelle di Gaiole in Chianti, che si estende per venti ettari di cui sedici di vigneto e vanta una produzione di 80.000 bottiglie l’anno, una delle realtà più importanti è il 50&50 IGT realizzata in collaborazione con l’azienda Avignonesi di Montepulciano. Un vino che nasce dalla passione e dall’impegno di due aziende che si basano su qualità e territorialità: Sangiovese e Merlot sono un blend perfetto per ottenere un prodotto equilibrato, ricco ed allo stesso tempo tipico. L’intensa ma fredda proposta aromatica del Merlot si coniuga bene alla creatività calda e poliedrica del Sangiovese. Un vino, il 50&50, nel quale si sente la Toscana, con tutti i suoi odori e la sua forza. Come spiega l’enologo di Capannelle, Simone Monciatti, ‘Sangiovese e Merlot vengono assemblati e posti in barrique nuove dove per un anno subiscono l’elevazione degli aromi e dei tannini acquisiti da dolci e profumati legni di rovere. Dopo un giusto periodo di riequilibratura in vasche inox, dove il vino viene versato dalle barrique, si avvicina il momento dell’imbottigliamento: un lavoro serio, complesso ma fluido, dove il protagonista è il
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wine world
Dall’alto in senso orario: un vista esterna dell’azienda vinicola Capannelle, il prezioso Caveau, un’immagine del Raduno Caveau 2013 Clockwise from top: an external view of the winery Capannelle, the precious Caveau, Raduno Caveau 2013
protagonist is nature’s fruit.” One of the winery’s latest novelties is the Rosato or Rosé, produced with Sangiovese grapes alone and presented for tasting last summer on the occasion of the Raduno Caveau, one of the winery’s most important events. Each year in Chianti, the winery brings together everyone who possesses a cabinet inside the winery’s prestigious vault. More than eighty Italian and international guests from the world of wine, food, and the hotel business, gather for an increasingly important event, with the patronage of the municipality of Gaiole in Chianti. This year, a tasting of Slovenian wine and food products was organized in collaboration with the Enoteca La Cantinetta in Chianti. Slovenia was the guest of honour country with a triple role: artistic, with the show of Magic Theatre Serpentes dancers, winemaking, thanks to wine producer Marian Simcic, and gastronomy, thanks to the young and talented chef, Tomaž Kavčič. With his wife Flavia and the team of his restaurant Pri Lojzetu in Zemono, he amazed guests with dishes of the highest quality.
prodotto frutto della natura.’ Tra le ultimissime novità dell’azienda il Rosato, prodotto con sole uve Sangiovese e presentato in degustazione la scorsa estate in occasione del Raduno Caveau, uno degli eventi più importante dell’azienda che ogni anno riunisce nel Chianti tutti i clienti possessori di una teca all’interno della prestigiosa cassaforte aziendale. Oltre ottanta ospiti italiani e internazionali, provenienti dal mondo della ristorazione, dell’enogastronomia e dell’hotellerie, per un appuntamento che diventa sempre più importante, con il patrocinio del Comune di Gaiole in Chianti. Quest’anno è stata organizzata una degustazione di prodotti enogastronomici sloveni in collaborazione con l’Enoteca La Cantinetta del Chianti, la Slovenia è stato il paese ospite d’onore in una triplice veste: artistica, con lo spettacolo delle ballerine della compagnia Magic Theatre Serpentes, enologica, grazie ai vini del produttore Marian Simcic, e gastronomica grazie al giovane e talentuoso Chef Tomaž Kavčič che con la moglie Flavia e la brigata del suo Ristorante Pri Lojzetu di Zemono ha entusiasmato gli ospiti con piatti di altissima qualità.
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Castello d’albola. Un angolo di paradiso da scoprire A CORNER OF PARADISE TO BE DISCOVERED In the heart of Chianti Classico, in one of the most prestigious wine-growing areas of Italy, the wine estate Castello d’Albola stretches over 900 hectares of land. Of these, 160 are vineyards, located at the top of the charming Tuscan hills of Radda in Chianti. It is a place of incomparable beauty, made such by centuries of history and an agricultural landscape without equal. Having belonged to the some of the noblest Tuscan families, by 1979 this estate was owned by the Zonin family, which restored the entire medieval village and returned it to its former glory. Over the years, the rural buildings were also renovated and the new wine cellar was built, in perfect harmony with the surrounding nature. Of the wines produced at Castello d’Albola, the most important one is Accaiolo, which blends all the elegance of Sangiovese with the expressiveness of Cabernet Sauvignon. Here it is the vineyards, terroir and climate that make the difference. Human intervention is only a consequence. In the glass, the
Nel cuore del Chianti Classico, in una delle più prestigiose zone vitivinicole d’Italia, la tenuta vinicola Castello d’Albola si estende per 900 ettari di terreno, di cui 160 vitati, in cima alle suggestive colline toscane di Radda in Chianti, in un luogo di incomparabile bellezza, reso tale da secoli di storia e da un contesto agro-paesaggistico senza eguali. Appartenuta alle più nobili famiglie toscane, dal 1979 questa tenuta è di proprietà della famiglia Zonin, che ha restaurato l’intero borgo medievale, facendolo tornare all’antico splendore di un tempo. Negli anni sono stati ristrutturati anche i manufatti rurali ed è stata edificata la nuova cantina, perfettamente armonizzata con la natura circostante. Tra i vini prodotti a Castello d’Albola, quello di maggior rilievo è l’Acciaiolo, in grado di unire tutta l’eleganza del Sangiovese all’espressività del Cabernet Sauvignon. Qui sono i vitigni, il terroir e il clima a fare la differenza, l’intervento dell’uomo è solo una conseguenza. Nel bicchiere si hanno
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ph. Jon Golden
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Dall’alto in senso orario: Michele Zonin, Vice Presidente di Casa Vinicola Zonin, una vista dei vigneti di Castello d’Albola, Alessandro Gallo, direttore della tenuta, la storica bottaia dell’azienda From the top clockwise: Michele Zonin, Vice President of Casa Vinicola Zonin, a view of the vineyards of Castello d’Albola, Alessandro Gallo, Director of the estate, the winery’s historic barrel room
wine has balance and flavour. Every sip of this wine represents the true personality of a territory, that of Radda in Chianti. This is the homeland of the red wines par excellence, like few other places, an area where the altitude and the stony land create one of the world’s most memorable terroirs. As well as producing great wines, the specialties of Castello d’Albola show a profoundly green attitude: it is a genuine microcosm, where all products such as fruits and vegetables come from the vegetable garden cultivated without any preservatives or chemical fertilizer, where the eggs are organic, and the local food and wine culture is passed down with care and wisdom. Attention to the environment can also be seen in the conservation of wildlife biodiversity in the forests that border the vineyards, in the production of extra-virgin olive oil from only autochthonous olives, and in the practice of beekeeping: during the year at Castello d’Albola, organic honey is produced exclusively for guests.
equilibrio e sapidità. Ogni sorso di questo vino rappresenta la personalità autentica di un territorio, quello di Radda in Chianti, patria di rossi d’eccellenza come pochi altri luoghi, zona dove l’altitudine e i terreni sassosi creano uno dei terroir più memorabili al mondo. Oltre a quella di produrre grandi vini, tra le peculiarità di Castello d’Albola c’è anche una profonda attitudine green: un autentico microcosmo, dove tutti i prodotti come frutta e verdura provengono dall’orto coltivato senza alcun conservante o concime chimico, dove le uova sono biologiche, dove la cultura enogastronomica locale viene tramandata con cura e sapienza. L’attenzione per l’ambiente si manifesta anche nella salvaguardia della biodiversità faunistica dei boschi che lambiscono i vigneti, nella produzione di Olio Extra-Vergine d’Oliva da sole olive autoctone, nella pratica dell’apicultura: nel corso dell’anno a Castello d’Albola viene prodotto miele biologico riservato esclusivamente agli ospiti.
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Storia di una famiglia e del suo Morellino The story of a family and its Morellino Talking about the Terenzi winery without telling the story of this family is like losing some of the flavour of a project that has generated excitement since its inception. Having left the Marche, they moved to Milan in 1954 to deal in the import of gas for cars. The memories of Balbino, the founder, remain linked to the green hills however, and it is this love of the land that he transmits to his son, Florio. Florio, after a brilliant career in the field of cosmetics, created Cosmoprof, a leading company in products for beauty professionals. It was at this point that his origins and love for the land that are such a part of the family DNA, came to the fore so powerfully. After a trip to Japan, Florio understood that the best ambassador of Italian style is wine. He decided to set aside a brilliant career for a new project. He found a place in Scansano in which he could invest and realize his new dream. At his side was the whole family and at the forefront, his children Federico, Balbino and Francesca Romana, now directly involved in the winery’s business.
Parlare dell’azienda Terenzi senza raccontare la storia di questa famiglia significa perdere un po’ il sapore di un progetto entusiasmante fin dai suoi esordi. Partiti dalla Marche, si trasferiscono a Milano nel 1954 per occuparsi dell’importazione del gas per auto. I ricordi di Balbino, il capostipite, rimangono però legati al verde delle sue colline ed è questo amore per la terra che trasmette al figlio Florio. Florio, dopo una carriera brillante nel settore della cosmesi, crea Cosmoprof, fiera principe della bellezza. E’ a questo punto che le origini e quell’amore per la terra che fa parte del Dna della famiglia tornano fuori in maniera potente. Dopo un viaggio in Giappone, Florio capisce che il miglior ambasciatore dello stile italiano nel modo è il vino e decide di accantonare una carriera brillante per realizzare un nuovo progetto. Individua in Scansano il luogo dove investire e realizzare il suo nuovo sogno. Al suo fianco tutta la famiglia e in prima linea i figli Federico, Balbino e Francesca Romana, oggi impegnati direttamente nell’attività vinicola.
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In queste immagini l’azienda e il pluripremiato Madrechiesa 2010. A sx, i proprietari: Federico, Balbino e Francesca Romana Terenzi In these images the company and the award-winning Madrechiesa 2010. On the left, the owners: Federico, Balbino and Francesca Romana Terenzi
The challenge from the start was to bring the Morellino to great levels, creating less muscular and more stylish and contemporary wines. Today the estate covers an area of 150 hectares, of which 52 are vineyards and 14 are olive groves, while the cellar, heart of the winery, takes up 3,000 square meters. In seven years of business, the production has risen from 100,000 to 300,000 bottles. What was a challenge for Florio has become a certainty for the winery but also for all of the Maremma: for the second year in a row, the Tre Bicchieri of Italy’s Gambero Rosso Wine Guide was awarded to Morellino di Scansano Madrechiesa Riserva 2010. Supporting the many facets of the Maremma area and a choice guided by eco-sustainability and energy saving, are the ingredients in the winning recipe carried out by the third generation of the Terenzi family. Hospitality is another cornerstone of the winery. Here, the beauty of the area plays a fundamental role, combined with hospitality and the family’s simple and, at the same time, elegant taste.
La sfida fin dall’inizio è quella di portare il Morellino a grandi livelli, creando vini meno muscolosi e più eleganti e contemporanei. Oggi la Tenuta copre una superficie di 150 ettari, di cui 52 a vigneto e 14 a uliveto; mentre la cantina, cuore pulsante dell’azienda, occupa 3.000 mq. e in sette anni di attività, la produzione è passata da 100.000 a 300.000 bottiglie. Quella che per Florio è stata una sfida è diventata una certezza, per l’azienda ma anche per tutta la Maremma: per il secondo anno consecutivo, infatti, il Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso è stato assegnato al Morellino di Scansano Madrechiesa Riserva 2010. Assecondare le tante declinazioni del territorio maremmano e una scelta improntata all’eco –sostenibilità e al risparmio energetico sono gli ingredienti della ricetta vincente portata avanti dalla terza generazione della famiglia Terenzi. L’accoglienza è un altro punto cardine dell’attività dell’azienda. Qui gioca un fattore fondamentale la bellezza dei luoghi, unita all’ospitalità e al gusto semplice e allo stesso tempo elegante della famiglia.
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A cena da buca lapi Dining at Buca Lapi Cucina a vista, atmosfera rustica propria della più rappresentativa espressione toscana, alle pareti poster che richiamano la storia del locale, quando i fiaccherai si fermavano qui per bere un bicchiere di vino e mangiare una scodella di trippa serviti su un foglio di giornale: i giornali si stropicciavano e venivano attaccati alle pareti. Oggi, i poster e le fotografie riportano le firme prestigiose di emiri arabi, consoli indiani e personaggi del cinema e dell’arte che testimoniano il glamour di un locale che ha fatto la storia della città. La cucina, tipica toscana, si contraddistingue per la grande qualità delle materie prime, rigorosamente di stagione e selezionate ogni mattina al mercato da Luciano Ghinassi, patron e anima del locale. E’ lui ad accogliervi ogni sera, battuta sempre pronta e massima attenzione per il cliente che può lasciarsi consigliare senza timori: nel menù oltre quaranta proposte, tutte eccellenti, che richiamano i sapori autentici dell’antica cucina toscana. Come il minestrone di ceci e cavolo nero, la zuppa di pomodoro fresco con crostini, i pici senesi al sugo e finocchio selvatico, il cinghiale alla maremmana con polenta e soprattutto la bistecca, vero e proprio must del ristorante. Dulcis in fundo, i dessert preparati in casa ogni mattina. Se volete mettervi alla prova, potrete sperimentare le ricette legate al territorio raccolte nel libro Cucina Povera. Le ricette semplici della cucina toscana, edito da Le Lettere, in cui Luciano Ghinassi svela, dall’antipasto al dolce, curiosità e segreti di un viaggio culinario lunghissimo e appassionante nella storia della cucina toscana autentica.
Kitchen in view, rustic atmosphere as in the most representative expression of the Tuscan tradition, posters stuck on the walls telling about the history of the place, where the carriage drivers used to stop in the past to drink a glass of wine and eat a bowl of tripe with newspaper paper on the tables: the newspapers were crumpled up and stuck on the walls. Today, on the posters and the photos are the signatures of Arab emirs, Indian consuls and celebrities in the world of cinema and art, revealing the glamour of a restaurant that has made the history of Florence. A typical Tuscan cuisine, characterized by the high quality of the rigorously seasonal ingredients, bought every morning at the local market by Luciano Ghinassi, the restaurant’s owner and chef. It is him who welcomes the customers in the evening, always ready with a joke and willing to advice them on what to choose: the menu offers a choice of over forty excellent dishes with genuine flavors of the ancient Tuscan cooking tradition. Like the chickpea and black cabbage soup, the tomato soup with toasted bread, the homemade pici senesi with meat sauce and wild fennel, the wild boar maremmana style with polenta and the top dish of the restaurant, the bistecca. Florentine style. And then the homemade desserts prepared every morning fresh. If you want to taste something different, you can try the recipes with ingredients of the territory proposed in the book Cucina Povera. The simple flavors of the Tuscan cooking tradition in Luciano Ghinassi’s book published by Le Lettere, which reveals, from the appetizers to the desserts, the curiosities and the secrets of the long and fascinating journey through the history of the genuine Tuscan cookery.
Buca Lapi - Via del Trebbio, 1/r - tel. 055.213768 www.bucalapi.com Aperto dal lunedì al sabato: 19-22.30. Chiuso la domenica
Buca Lapi – 1/r Via del Trebbio ph. 055.213768 www.bucalapi.com open from Mondays to Saturdays from 7:00 p.m. to 10.30 p.m. Close on Sundays
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I BALZINI: La nursery del vino I BALZINI: THE WINE NURSERY Ci sono cantine che guardano al futuro con particolare riguardo. Come I Balzini, l’azienda di Antonella e Vincenzo D’Isanto, che si estende per 13 ettari, alcuni coltivati a vigneto e altri a oliveto, sulle dolci colline di Barberino Val d’Elsa. Ogni vino, realizzato con il prezioso contributo dell’enologo Barbara Tamburini e dell’agronomo Roberto Lamorgese, è profondamente pensato e voluto con l’intento di regalare ai consumatori un prodotto unico e irripetibile, in grado di raccontare maniere diverse di vivere e di interpretare il territorio toscano. Qui l’attenzione per il futuro si esprime con una inconsueta capacità di ‘attendere’: I Balzini infatti è tra le pochissime aziende italiane ad offrire un servizio speciale come quello di mettere da parte, vendemmia dopo vendemmia, un certo numero delle annate migliori, che vengono poste in commercio dopo dieci anni dalla vendemmia. Antonella D’Isanto scherzosamente la chiama la ‘nursery del vino’, e c’è del vero in questa affermazione: la cantina infatti offre anche un servizio di vendita en primeur, come nel caso della nascita di un bambino, quando le bottiglie vengono conservate fino al compimento del diciottesimo anno. Le annate disponibili, in formati che vanno da 0.75 fino ai 12 litri, iniziano con la vendemmia 1987 de I Balzini White Label e con il ‘98 per I Balzini Black Label, le due etichette storiche dell’azienda vocate al lungo invecchiamento. La cantina dell’azienda è in grado di garantire ad appassionati e operatori del settore la possibilità di concedersi una verticale di varie annate per verificare le varie espressioni dei vitigni a seconda dell’andamento stagionale e soprattutto l’evoluzione in bottiglia di questi due grandi vini.
There are wineries that look to the future with special attention. Such as I Balzini, the winery of Antonella and Vincenzo D’Isanto. It extends over 13 acres, partly cultivated with grapevines and partly with olive groves, in the rolling hills of Barberino Val d’Elsa. Each wine, made with the important help of wine specialist Barbara Tamburini and agronomist Roberto Lamorgese, has been studied extensively and made with the desire to give consumers a unique and inimitable product, one that recounts different ways of living and interpreting the Tuscan territory. Here the focus for the future is expressed with an unusual ability to ‘wait’: in fact, I Balzini is one of the very few Italian wineries to offer special services like that of setting aside a number of the best vintages, harvest after harvest. These are placed on the market after ten years from the harvest. Antonella D’Isanto jokingly calls it the ‘wine nursery’, and there is some truth in this statement: in fact the cellar also offers an en primeur sales service, as in the case of a child’s birth, when the bottles are preserved until eighteen years have passed. The vintages available, in formats ranging from 0.75 to 12 litres, start with the 1987 harvest of I Balzini White Label and with the ‘98 for I Balzini Black Label, the company’s two historic labels dedicated to a long aging period. The company’s cellar can guarantee enthusiasts and professionals the opportunity to indulge in a summit of the various vintages to verify the different expressions of the vines, depending on seasonal conditions and above all, the evolution in a bottle of these two great wines.
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From top, clockwise Marco Bernabei, Andreas Lonardi, Dominique Genot sasas ssass sasasas
oEnologist di Elena Mazzuoli
Under 40
Tre giovani enologi e il futuro del vino toscano Three young oenologists and the future of Tuscan wine Abbiamo chiesto a tre giovani enologi under 40, che operano in Toscana da provenienze diverse, come immaginano e sognano il futuro del vino toscano; personalità che giocano un ruolo attivo nella “promozione” di questa terra, al fine di rappresentarci una proiezione dettata da aspettative e ambizioni di chi, la collina toscana la conosce davvero. Alla base del segreto del successo di questi vini toscani, c’è un microclima ideale e un grande vitigno, il Sangiovese, “un vitigno che esprime se stesso e le caratteristiche più profonde del luogo in cui è coltivato. Bisogna ringraziare i viticoltori e le persone come mio padre che hanno riscoperto le sue potenzialità e che lo hanno fatto diventare il vitigno principe di molte denominazioni della nostra regione “ racconta Marco Bernabei, figlio d’arte di quel Franco detto Mister Sangiovese. “Negli ultimi trenta anni sono state fatte scelte appropriate coltivando per ogni territorio di questa regione, ricca di sfaccettature e peculiarità, le varietà più storicamente radicate, sperimentando solo in parte le varietà internazionali e cercando di non depauperare la storicità dei luoghi. E’ stata sicuramente una scelta vincente adottare una visione sinergica tra viticoltura ed enologia”. Il Sangiovese e le caratteristiche climatiche favorevoli della Toscana dovranno comunque essere coadiuvati da una serie di discipline parallele e da una costante attività di ricerca. Un grande vitigno quindi ma anche un grande lavoro, come spiega Andrea Lonardi, direttore operativo Bertani. “La Toscana è un territorio di grande valore viticolo-enologico che non può vivere di sola storia. A seguito del processo che io chiamo francesizzazione della vitivinicoltura italiana, abbiamo assistito ad una modifica delle caratteristiche del vino toscano che adesso, dopo una prima ondata di successo, deve vedere ridefinite le proprie regole produttive secondo stili che ne esaltino la tipicità. Oggi stiamo assistendo ad un appiattimento della domanda in termini di stile, fenomeno che non dobbiamo subire ma gestire con prontezza, imponendosi nei mercati e proponendo qualcosa di irriproducibile lavorando sulle potenzialità che contraddistinguono il nostro territorio.” Secondo Dominique Genot, direttore di Caiarossa, “sono diverse la variabili che influenzano il successo delle aziende toscane, per prime la competitività e la capacità di entrare sui mercati internazionali che sarebbe da promuovere con interventi forti dei consorzi. Oggi più che mai a determinare il valore di un vino c’è anche il fattore comunicazione. Trasmettere le emozioni non si limita più ad essere un fatto sensoriale affidato alla percezione del consumatore, ma è necessaria una guida sapiente che racconti un vino con il giusto equilibrio tra tecnicismo e passione. Figura intermedia inevitabile, in Italia più che in ogni altro paese, afferma Genot, al sommelier è affidato il compito di far apprezzare il nostro lavoro e dare una dimensione superiore ad un vino per permettere al consumatore di immaginare un territorio, i suoi colori e i suoi profumi”.
The secret and the success of these Tuscan wines depend on the territory’s ideal microclimate and on the great Sangiovese grape, “which perfectly expresses both its characteristics and those of the area where it is cultivated. We must thank all wine growers and the people like my father who have rediscovered its potentialities, helping it become the main variety used in Tuscan wines”, explains Marco Bernabei, son of that renowned winemaker Franco Bernabei called “Mr. Sangiovese”. “In the last thirty years they have been making the most appropriate decision, choosing for each area of this region - according to its numerous natural characteristics- the grape varieties that made the history of Tuscan wines, using just a few of international varieties and trying not to alter the historical identity of the territory. The choice of looking both to viticulture and oenology has undoubtedly been a successful move”. Beside the Sangiovese grape and the favorable climatic characteristics of Tuscany, a series of parallel studies is always needed, as well as a constant work of research. A great grape variety, but also work and commitment, as Andrea Lonardi, executive director for Bertani, explains. “Tuscany is a region whose vineyards and wines have a great value, but history alone does not suffice anymore. After the introduction of many French viticultural techniques we have witnessed a deep change in the characteristics of Tuscan wines, and now, after this last surge of success, the way they are produced are about to make use ever more of procedures aimed at enhancing the wines’ typical characteristics. Today we are witnessing a decrease in the demand in terms of style: we are not supposed to suffer this situation, but we should handle with it, instead, trying to impose our name on the market with unique products that result from an attentive work on the potentialities of our territory. According to Dominique Genot, manager of Caiarossa, “there are many factors that influence the success of Tuscan wine-making companies, first of all their competivity and ability of entering international markets, and, as the success of the Union des Grands Crus de Bordeaux teaches us, the consortiums should carry on strong interventions to promote them. Today more than ever before the communication factor is a crucial factor to determine the value of a wine. Today, communicating a feeling isn’t something that has to do with what consumers perceive through the four senses, but it is essential that wines are presented by sommeliers, with their love and the technical language needed. A mediator who is of primary importance, in Italy more than in other countries, says Genot, since the task of a sommelier is that of letting people appreciate our work, giving a wine a superior dimension that help consumers imagine a territory, its colors and its scents”
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R ipaRbella - T oscana
Gabriccio, Beccaccia e Cancellaia. I nomi dei tre grandi vini dell’azienda Pakravan Papi, ma anche di una sfida vincente per riscoprire la vocazione di una antica terra del vino e ripristinarla
con l’aiuto di nuove tecnologie, nel rispetto dell’ambiente e della
tradizione. Le premesse per la coltura della vite c’erano tutte: il micro-clima fatto di sole mediterraneo e di brezze marine, la
complessità e la differenziazione di suoli ricchissimi di minerali, i pendii dolci e ben esposti. Un grande agronomo e un progetto studiato nei minimi particolari hanno fatto il resto. Nel cuore settentrionale della Maremma Toscana.
Pakravan Papi Via Commercio del Nocolino, 14 - 56046 Riparbella (PI) - Ph/fax +39 0586 786076 - www.pakravan-papi.it
Sommelier Text Marzia Morganti Tempestini
Cristiano Cini
Luca Martini
Simona Bizzarri
Andrea Del Carlo
Maurizio Zanolla
Valentina Merolli
Daniele Arcangeli
Andrea Gori
Luca Degl’Innocenti
Andrea Balleri
I nostri campioni
Sicurezza, esperienza e una Scuola Concorsi ad alta professionalità: ecco perché i nostri sommelier sono vincenti Certainty, experience and a School. Highly professional Competitions: this is why our sommeliers are winners Beati i primi, soprattutto coloro che raggiungono il successo grazie a tanto impegno e ambizione. La sicurezza, l’esperienza, la pratica quotidiana da soli non bastano per arrivare in alto: soprattutto nella sommellerie a fare la differenza è il modo in cui si affrontano le competizioni e la giusta impostazione di uno studio che richiede sacrifici in termini di tempo e di concentrazione. In Toscana quel plus è rappresentato dalla straordinaria validità della formazione impartita dalla Scuola Concorsi AIS, che negli ultimi anni ha infilato una vittoria dietro l’altra fino ad arrivare a conquistare un podio tutto toscano al Miglior Sommelier d’Italia nel 2011 e a vantare un sommelier del Granducato sul tetto del mondo della sommellerie WSA nel 2013. Oggi la Scuola Concorsi è guidata da una donna, Simona Bizzarri, vincitrice del titolo di Miglior Sommelier della Toscana 2008, affiancata da Cristiano Cini, Miglior Sommelier della Toscana 2003 e attualmente Responsabile Nazionale Area Concorsi di AIS. “La Scuola Concorsi di AIS Toscana - sottolinea Cristiano Cini - è una delle migliori di tutta Italia, ma non serve dirlo perché sono i fatti a confermarlo. Il livello dei formatori, ma anche la forte motivazione che spinge i nostri sommelier a prepararsi in un certo modo in vista di competizioni importanti, sono gli ingredienti alla base di questa escalation verso le vette della sommellerie nazionale ed internazionale. Ci tengo inoltre a sottolineare come nella nostra Scuola Concorsi i titolati siano sempre stati coinvolti per dare un esempio, ovvero trasmettere le proprie esperienze ai nuovi, in modo che facciano lo stesso a loro volta. Lo spirito deve essere quello della condivisione: così si riesce a far crescere e mantenere ad alti livelli il sistema”.
Lucky are those who come first and achieve success tank to their total commitment and ambition. Self-confidence, experience and routine alone can’t suffice to achieve the best results: in the sommellerie more than in other sectors, the way you run a competition is what makes the difference, as well as a good preparation in a field that needs great efforts in terms of time and concentration. In Tuscany those plus-points are to be found in the effective preparation offered by the AIS Scuola Concorsi, which has trained many competition winners in these last years until 2011, when a Tuscan sommelier won the title of Best Sommelier of Italy, and 2013, the year it saw a sommelier from the Grand Duchy of Tuscany win the title of World’s Best Sommelier. Today the Scuola Concorsi is run by a woman, Simona Bizzarri, winner of the title of Best Sommelier of Tuscany 2008, and by Cristiano Cini, Best Sommelier of Tuscany 2003 and the responsible for the technical board of AIS at a national level. “The Scuola Concorsi of AIS Toscana says Cristiano Cini is one of the best in Italy, but it is needless to say it, the facts always confirm that this is true. The preparation of the school’s trainers, as well as the motivation behind the efforts of our sommeliers to prepare themselves properly for important competitions, are at the very basis of this great success we are having both at a national and at an international level. Another thing I would like to remember is the way the directors of the Scuola Concorsi have always felt involved to be a source of inspiration, so that those who are going to come after them will do the same on their turn. The spirit of sharing is essential, it is the only way we can help this system develop, maintaining its high level of efficiency high”. In the last ten years there has been a significant increase in the level of preparation of Tuscan Sommeliers, and now Tuscan is actually represented
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In Toscana quel plus è rappresentato dalla straordinaria validità della formazione impartita dalla Scuola Concorsi AIS In Tuscany those plus-points are to be found in the effective preparation offered by the AIS Scuola Concorsi
Negli ultimi dieci anni, il livello di preparazione dei sommelier toscani si è innalzato e si è andata componendo una grande squadra con undici fuoriclasse, tutti uniti dal comune denominatore di essersi classificati sul gradino più alto nel concorso per Miglior Sommelier della Toscana, anche se il campione per eccellenza è colui che a 33 anni ha già vinto tutto quello che c’era da vincere: Miglior Sommelier della Toscana nel 2007, Miglior Sommelier d’Italia nel 2009 e Miglior Sommelier del Mondo nel 2013. E’ Luca Martini, nato e cresciuto ad Arezzo anagraficamente e professionalmente, oggi titolare insieme al collega ed amico Ivano Antonini del Blend 4 ad Azzate (VA). “Ogni volta una soddisfazione immensa, un’emozione indescrivibile che giunge a coronamento di una lunga e attenta preparazione. Il vino è la mia passione, mi piace conoscere la sua storia, le sue caratteristiche. Per arrivare a questi livelli occorre mettersi in discussione, essere disposto a fare grandi sacrifici, ma i grandi risultati non si aggiungono mai da soli: l’appoggio della famiglia, dell’associazione, la stima dei miei grandi maestri e degli amici, sommelier e non, sono fondamentali”. Un altro alfiere della sommellerie del Granducato che porta alto nel mondo il nome di AIS Toscana e della sua scuola concorsi è il lucchese Gabriele Del Carlo, Miglior Sommelier d’Italia 2011, nello stesso anno in cui è stato eletto Miglior Sommelier della Toscana. Un vero e proprio ambasciatore, perché da anni lavora a Parigi, al ristorante Le Cinq: “quando ho appreso di essere il nuovo campione italiano ho provato un’emozione senza precedenti, ma dopo quel successo non mi sento arrivato, lo considero anzi una spinta a migliorarmi sempre di più. Continuerò a impegnarmi per dare sempre il massimo in ogni competizione, per me ma anche per coloro che mi hanno permesso con la loro preparazione ed esperienza di arrivare dove sono, in primis proprio la Scuola Concorsi di AIS Toscana”. Insieme a loro, molti altri grandi talenti: Andrea Balzani - vincitore nel 2004 e oggi delegato AIS Versilia con in tasca anche l’Oscar del Vino come Miglior Sommelier d’Italia in ristorante 2004 - Maurizio Zanolla, corresponsabile concorsi nazionali al fianco di Cristiano Cini dal 2012 e Andrea Gori, campione toscano nel 2006, Ambasciatore dello Champagne 2011 e famoso blogger di vino. Nell’Olimpo anche Andrea Balleri, che dopo aver vinto il titolo è diventato per due volte Miglior Barman del Mondo e due volte vicecampione italiano. Gli stessi titoli di cui si fregia anche Daniele Arcangeli, vincitore nel 2012 e anche lui campione del mondo dei Barman e vicecampione italiano. Nel 2010 lo scettro va ad una donna, Valentina Merolli, già Master del Sangiovese nel 2009, mentre l’ultimo campione toscano, ma solo in ordine di tempo è Luca Degl’Innocenti il quale, appena incoronato ha commentato: “adesso voglio prepararmi bene per il titolo italiano”. Lo spirito giusto di chi ha la stoffa del campione e la sete di chi non si sente mai arrivato.
by eleven champions, all winner of the title of Best Sommelier of Tuscany, even though the greatest star is a 33-year-old sommelier who has already won all the titles there are to win: Best Sommelier of Tuscany in 2007, Best Sommelier of Italy in 2009 and Best World’s Sommelier in 2013. We are talking about Luca Martini, born and grown up –also from a professional point of view- in Arezzo, owner, with his colleague and friend Ivano Antonini, of Blend 4 in Azzate (VA). “It is always a great satisfaction and an indescribable emotion for me, which is also the result of a long and attentive preparation work. Wine is my passion, I love to learn about its history and characteristics. In order to achieve these levels we have to be open to a lot of indepth analysis and self-sacrifice, but you need also to have the support and the esteem of your family, of the association, of the great masters and of your friends and colleagues as well.” Another top representative of the sommellerie of the Grand Duchy of Tuscany, who keeps high the honor of the AIS Toscana and its competition school is Gabriele Del Carlo from Lucca, crowned Best Sommelier of Italy in 2011, the same year when he won the title of Best Sommelier of Tuscany. A prefect messenger of our values who has been working for years in Paris at the Le Cinq restaurant: “When I heard that I was the new Italian champion I felt an emotion I had never experienced before, but after having achieved that result I have never felt as if I had made it, since this has always motivated me to do better. I will always try to make my best in every competition I will take part in, and I will do this for me and for those whose preparation and experience have helped me to arrive here where I am now, especially the AIS Toscana’s Scuola Concorsi itself ”. Like them, other important talent in the sommellerie: 2004 champion Andrea Balzani -chairman of the AIS Versilia and “Oscar of wine” award winner for Best Sommelier of Italy in 2004- Maurizio Zanolla, coresponsible of the national competition board with Cristiano Cini since 2012, and Andrea Gori, winner of the 2006 title of Best Sommelier of Tuscany and of the 2011 title of Ambassaduer Du Champagne, as well as a famous wine blogger. Another Tuscan legend Andrea Balleri, who, after having being elected Best Sommelier of Tuscany, has won the title of AIBES Head Barman and twice the prize for the second position in the Best Sommelier of Italy competition. Winner of the same titles -2012 Best Sommelier of Tuscany, he too two times AIGES Head Barman and the second Italian champion, is Daniele Arcangeli. In 2010 it was a woman, Valentina Merolli, already winner of the 2009 Master del Sangiovese competition, to win the title of Best Sommelier of Tuscany, while the last crowned champion is Luca Degl’Innocenti, whose first words after his election have been: “now I want to prepare myself for the national competition”. The right attitude of a future champion and the yearning of those who always think they still can do better.
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Tuscany Ambassadors 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 13
Apuana - Lorenzo Chiappini Arezzo - Massimo Rossi Firenze - Massimo Castellani Grosseto - Antonio Stelli Isola d’Elba - Antonio Arrighi Livorno - Paola Rastelli Lucca - Leonardo Taddei Pisa - Guido Ferrini Pistoia - Roberto Bellini Prato - Bruno Caverni Siena - Marcello Vagini Val d’Elsa - Luigi Pizzolato Versilia - Andrea Balzani
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Annie Fèolde
L’eccellenza della tradizione
Enoteca Pinchiorri e Annie Feolde: dove un piatto popolare diventa sublime Enoteca Pinchiorri and Annie Feolde: where a classic recipe is turned into something sublime Annie Feolde:”Una ricetta dagli ingredienti apparentemente poveri della tradizione toscana: pici impastati con acqua e farina e rigorosamente tirati a mano. Vengono insaporiti con aglio, acciughe e spolverati con le briciole di pane: un tempo era un peccato buttarle via e oggi sono rivalutate come condimento croccante da amalgamare al piatto, profumate con le erbe aromatiche del territorio. Il tutto ben condito con olio extravergine di oliva toscano”. I PICI CON LE BRICIOLE PREPARAZIONE Confezionate i pici: tirate la pasta, preparata con acqua e farina, in una sfoglia sottile, infarinatela bene e arrotolatela. Tagliate delle strisce larghe 2 cm e srotolatele una per una. Passate ogni striscia tra il palmo della mano destra e le dita della mano sinistra, otterrete in questo modo degli spaghettoni irregolari. In una padella fate insaporire l’olio con lo spicchio d’aglio schiacciato, aggiungete due filetti di acciuga girando con un cucchiaio perché si sciolgano completamente, poi il prezzemolo ed il timo tritato. Cuocete i pici in acqua bollente salata e scolateli al dente. Aggiungete alla salsa un mestolino di acqua di cottura della pasta, quindi saltatevi i pici. Nel centro del piatto depositate i pici composti a nido; guarniteli con le briciole di pane; le acciughe rimaste tagliate a pezzetti e le puntine di basilico.
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Annie Feolde: “A recipe made with the “poor” ingredients of the Tuscan gastronomic tradition; the pici noodles, made of just water and flour, rigorously handmade. They are usually seasoned with garlic, anchovies and bread crumbs –in the past it was considered a shame to throw them out-, now a crunchy ingredient that is used in many Tuscan dishes, flavored with aromatic herbs of local provenience. The dish is served with a touch of Tuscan extra-virgin olive oil.” PICI WITH BREAD CRUMBS PREPARATION METHOD Prepare the pici: Make a dough of water and flour and lay out a thin sheet, cover it with flour and roll it. Deep a knife in flour and cut the dough into strips 2 cm wide and unroll them separately using the palm of your right hand and the fingers of your left hand, until you obtain like some “irregular” big spaghetti. Let a pressed garlic glove turn brown in a pan with olive oil, add 2 anchovies, breaking them up with a spoon until thy have melted, then add some minced parsley and thyme. Cook the pici in boiling water “al dente” (neither too crunchy nor too soft). Add to the sauce a spoonful of the cooking water of the pici and cook the pici with the sauce just enough to add flavor to them. Place the pici in the middle of the plate as if you are creating a nest, garnish with bread crumbs, the remaining anchovies cut into small pieces and the basil leaves.
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Valeria Piccini
Classici gourmet
Da Caino. Le ricette del territorio reinterpretate dalla pluripremiata Valeria Piccini The recipes of the territory interpreted by award winning chef Valeria Piccini Valeria Piccini: “Un piatto fortemente legato al territorio: il pane toscano viene fatto in casa, le alici vengono dalla pescheria di Montalto o di Santo Stefano, il pomodoro dall’orto del nostro ristorante”. Alici fresche dell’Argentario con pappa e sorbetto al pomodoro PREPARAZIONE. Per la pappa al pomodoro: rosolare l’aglio con l’olio e il sedano, aggiungere i pomodori ed il sale. Togliere al pane la crosta esterna, aggiungerlo spezzettandolo al sugo di pomodoro ottenuto e far cuocere per qualche minuto, poi aggiungete il basilico, sale e pepe. Togliete dal fuoco facendo raffreddare. Per la pasta croccante, tagliare con l’aiuto di un coppapasta quadrato di circa 8 cm i fogli di pasta fillo, spennellare con del burro fuso e grattugiarci sopra la scorza del limone. Sovrapporre 3 strati di pasta e cuocere in forno a 200° per 7 minuti. Per il sorbetto al pomodoro: fare uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero, unire tutti gli ingredienti, in un bicchiere del pacojet e abbattere a -22°, una volta freddo pacossare. Preparazione finale: scottare in acqua calda i pomodori, sbucciarli, fare del concassè. Frullate il prezzemolo con olio. Condite del pan grattato grosso con l’olio al prezzemolo e fatelo asciugare in forno a 60° per 1 ora. In una padella fate salire l’olio ad una temperatura di 120°, immergetevi le bucce di pomodoro e le foglie di basilico per qualche secondo e riponete ad asciugare su carta assorbente. Pulite le alici, lasciando solo i due filetti e condite con i capperi, l’erba cipollina e le olive taggiasche, il concassè e scorza di limone.
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Argentario fresh anchovies with Pappa al pomodoro and tomato sorbet PREPARAZIONE. Pappa al pomodoro: let the garlic turn brown in a pan with oil and the celery, then add the tomatoes and salt. Eliminate the bread crust and cut the soft inside of the bread into pieces, then add them to the resulting tomato sauce and cook for a couple of minutes, using a spoon to press the bread cubes; add basil, salt and pepper. Put the pan out of the fire and let the preparation rest. For the crunchy dough, cut the phyllo dough into sheets using an 8 cm square cookie cutter, brush the sheets of phyllo pastry with some melted butter and add the grated lemon skin. Put three layers of phyllo into a casserole and cook in the oven at 200° for 7 minutes.For the tomato sorbet: make a syrup of water and sugar, place all the ingredients in a Pacojet glass and froze at -22°, when frozen whip until the mixture is soft and fluffy. Final preparation suggested: cook the tomatoes quickly in boiling water, peel them to make a concassé and put it aside in a bowl. Whip the parsley with oil, eliminate the crust of the stale bread and turn it into breadcrumbs. Season the breadcrumbs with the parsley sauce and dry in the oven at 60° for one hour. Heat some oil in a frying pan at a temperature of 120°, deepen the tomato skins into the oil just a few seconds and place them on a kitchen paper to dry them, then make the same with the basil leaves. Mince the capers, the chives and the Taggiasca olives and use this dressing to season the tomato concassé, adding also some oil, salt and the grated lemon skin. Clean the anchovies, separating the fillets.
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Gaetano Trovato
Passione all’ennesima potenza Il grande amore per la cucina di Gaetano Trovato del ristorante Arnolfo The great love for cooking felt by Gaetano Torvato of the Arnolfo restaurant
Gaetano Trovato:”Il Vitellone i.g.p. Chianino è selezionato, macellato, da Simone Fracassi. Negli anni si è fortificata la nostra amicizia e collaborazione per offrire l’eccellenza delle carni nel nostro territorio. Nella DOP Terre di Siena, si trova l’ Azienda Agricola La Carraia di Franco Bardi, eccellente produttore. Ogni anno il nettare delle sue olive viene utilizzato per esaltare il gusto delle mie creazioni”. Il MANZO CHIANINO Preparazione: Brasato In una casseruola rosolate tutte le verdure tritate grossolanamente, nel frattempo in una padella rosolate le guance di manzo, unite il manzo alle verdure, fate ridurre il vino ed evaporare l’alcol, unite al manzo, coprite con il brodo, portate a cottura a bassa temperatura circa 70gradi per 10 ore circa. Salsa per il taglio In una casseruola rosolate la cipolla tritata grossolanamente, unire il vino rosso, le spezie e la foglia di alloro fate evaporare quasi a completo assorbimento, unite il fondo di manzo, cuocete a fuoco dolce affinché otteniate una salsa fluida e lasciate in caldo. Tartara Tritate finemente il magro di Chianina con un trinciante amalgamatelo con le erbe aromatiche tritate, condite con sale e pepe, l’olio extra vergine di oliva I.G.P Toscano, lo zenzero e il succo di limone.Cottura del taglio Portate a cottura le costate di manzo di manzo Chianino in una padella di ferro pesante con olio extra vergine di oliva, spicchio di aglio e il rosmarino.
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Gaetano Trovato: “The Chianina beef IGP, selected and slaughtered by Simone Fracassi. During these years we have been establishing strong relationships of friendship and collaboration to offer the best quality meets of our territory. In the countryside of the Terre di Siena Dop is La Carraia farm, owned by excellent olive oil producer Franco Bardi. Every year this estate olive nectar accompanies and enhances the taste of my creations. Chianina Beef PREPARATION: let the vegetables cut into pieces turn brown in a pot; in the meanwhile let the beef jowls turn brown and transfer them to the pot with vegetables, add the wine and wait until it is nearly evaporated, add the sauce to the beef, add enough beef broth to almost cover the beef, reduce the heat to 70° and cook for about. Sauce for the beef loan.Let the onion cut into pieces turn brown in a saucepan, add the red wine, the spices and the bay leaf and cook until the wine is almost evaporated, then add the beef stock and cook at low heat until a fluid sauce is formed; let the beef rest. Beef tartare. Chop the raw beef meet finely with a sharp knife and dress it with the minced aromatic herbs, salt, pepper, IGP Toscano extra-virgin olive oil, ginger and the lemon juice. Cooking of the beef cut. Let the Chianina beef ribs cook in an iron pan with extra-virgin olive oil, a garlic clove and some rosemary.
Tuscan Food
Lorenzo Viani with his daughter Chiara
Il profumo del mare
Nelle ricette di Lorenzo Viani del Ristorante Lorenzo a Forte dei Marmi In the dishes created by Lorenzo Viani at the Lorenzo Restaurant in Forte dei Marmi Lorenzo Viani: “ Innanzi tutto alla base dei nostri piatti vi è una meticolosa e scrupolosa ricerca della materia prima, quindi tutti gli ingredienti usati sono di estrema qualità e freschezza e sono per quelli possibili reperibili a km zero. La scelta della triglia perché, quella che adoperiamo è una triglia di sabbia, che si reperisce in tutte le stagioni nel nostro alto mar Tirreno , che si abbina particolarmente bene al piatto che vi presentiamo creando un connubio di sapori con gli altri ingredienti olive delle nostre colline (Quercetane), scarola della piana di Capezzano e lo stesso per i pomodori verdi. Il tutto condito con l’olio extravergine di oliva anch’ esso fatto con le olive del Quercetano .” Sandwich di triglia e scarola su gazpacho di pomodoro. Preparazione: Per la scarola ,tagliate la scarola a julienne, tritare le olive e lasciare appassire lentamente in padella antiaderente con l’olio extravergine per circa 30 minuti Per il gazpacho, tagliate i pomodori, condirli con sale,aceto, cipollotto, basilico. Lasciare marinare per circa 3 ore, passare al blinder montando con l’olio extravergine di oliva. A questo punto paniamo i filetti di triglia nel pan grattato, farciamo con la scarola e copriamo con il filetto restante, in modo da formare un sandwich. Sistemiamo su teglia e inforniamo a 200 gradi per circa 8 minuti . Impiattiamo sistemando il gazpacho sul fondo del piatto, vi adagiamo sopra il sandwich di triglia e decoriamo con qualche cresse colorata.
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“At the basis of our disse there is an accurate and attentive selection of the basic ingredient in the first place, which are therefore of the highest quality and freshness, and also, when possible, of local provienence. Mullet because we usually choose sand mullet, since we generally take a number of good mullet every season in our Tyrrhenian Sea, and they are the perfect choice for the dish we are going to present, creating a unique blend of flavors with the other ingredients: the Quercetano olives from Tuscan hills, the prickly lettuce from the plain of Capezzano and green tomatoes as well. Served with a touch of extra-virgin olive oil made with Quercetano olives.” Preparation . For the prickly lettuce : cut julienne the prickly lettuce, chop the olives and let them slowly cook in a non-stick frying pan with the extra-virgin oil for about 30 minutes. For the Gazpacho: cut the tomatoes into pieces and season them with salt, vinegar and chopped spring onion and basil. Let the preparation rest for about 3 hours, then place all the ingredients in the blinder and blind with the extra-virgin olive oil. Now roll the sand mullet fillets in breadcrumbs and place the prickly lettuce between two fillets like a sandwich. Place the prepared fillets in a casserole and cook in the oven at 200° for about 8 minutes.Place the gazpacho first onto the plate and the sand mullet sandwich on the gazpacho, then garnish with some cress.
Tuscan Food
Luciano Zazzeri
Savoir faire e intuizione
La forza di Luciano Zazzeri de La Pineta è nella teoria unita a geniali digresssioni The strong point of Luciano Zazzeri’s genial cooking is his creative take on classic dishes Luciano Zazzeri: “La materia prima ?Essenziale, è inutile usare grandi tecniche con una materia prima scadente. A volte meglio rinunciare af are un piatto con un prodotto che in quel momento non c’è. E’ importante usare prodotti kilometro 0 e la conservazione fa la differenza: è inutile investire nell’acquisto e poi perdere la qualità nel mantenimento”. Cacciucco della Pineta: Preparazione Pulire e lavare tutti i pesci, sfilettare i pesci liscosi e tagliare a piccoli pezzi tutti uguali. Conservare anche le interiora delle seppie e i fegati degli altri pesci che aggiungeremo a fine cottura. Con i resti della sfilettatura teste lische ecc. preparare un brodo leggero,aggiungendo solo acqua e vino bianco che servirà ad allungare il cacciucco durante la cottura. In una teglia di alluminio o rame,mettiamo un 1/2 cucchiaio di aglio e peperoncino battuti insieme , un 1/2 cucchiaio di concentrato, un letto di pomodorini tagliati in 4 e alcune foglie di salvia. Quando il tutto comincia a soffriggere, sfumare con vino bianco, aggiungere il brodo e cominciamo a mettere polpi e seppie, che facciamo cuocere per almeno 20 minuti. Poi mettiamo i pezzi di pesce che non vanno mai girati nè toccati, devono rimanere candidi cioè non inquinati dalla salsa che deve stare sotto come cuscinetto. Infine cicale o gamberi e cozze. A fine cottura aggiungiamo fegati e interiora di seppia . Disporre il pane che abbiamo precedentemente abbrustolito ma non bruciato sul fondo del piatto, adagiare i pezzi di pesce, infine cozze e cicale.
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Luciano Zazzeri: “The ingredients are essential, since it is useless to have great techniques applied to poor quality ingredients. Sometimes it is better not to choose to make a dish if just one ingredient is missing. It is crucial to use ingredients of local provenience and the way they are preserved really makes the difference. Cacciucco Pineta style Preparation Wash and clean all the fishes, fillet those with fishbone, cut them into small, equal pieces.Set aside the squid entrails and the liver of the other fishes, which are going to be added in the end. Prepare a light broth using the remains of the fishes: heads, fishbone etc.. and adding just some water and white wine to dilute the cacciucco during the cooking process. In an aluminum or copper casserole spoon half a tablespoon of a mixture of minced garlic and chili and half a tablespoon of tomato concentrate, lay the cherry tomatoes cut into 4 pieces and some sage leaves. When the ingredients start to turn brown simmer with white wine until reduced, add the broth and then the octopus and the squids and cook for at least 20 minutes.Add the pieces of the other fishes -without touching or stirring the fishing and ensuring the sauce is under the fishes, not poured over them.Then add the cicadas (or shrimps) and the mussels. When cookes, add the liver of the fishes and the squid entrails. Lay the toasted (care it is not brown) bread onto the plate and ladle the fishes first and then the mussels and the cicadas over them.
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MASSA CARRARA PISTOIA PRATO
LUCCA
FIRENZE CARMIGNANO
PISA
GREVE IN CHIANTI
LIVORNO AREZZO CASTELLINA IN CHIANTI
SAN GIMIGNANO
SIENA CORTONA BOLGHERI
CASTAGNETO CARDUCCI MONTEPULCIANO MONTALCINO
ISOLA D’ELBA
GROSSETO SCANSANO
ORBETELLO
The best Tuscan wines i 5 grappoli selezionati da Bibenda 2014
Batar 2011, Querciabella | Bolgheri Rosso Camarcanda 2010, Ca’ Marcanda | Bolgheri Rosso Superiore I Castagni 2009, Michele Satta | Bolgheri Sassicaia Sassicaia 2010, Tenuta San Guido | Bolgheri Superiore Campo al Fico 2010, I Luoghi | Bolgheri Superiore Grattamacco Rosso 2010, Grattamacco | Bolgheri Superiore Guado al Tasso 2010, Tenuta Guado al Tasso | Bolgheri Superiore Ornellaia 2010, Tenuta dell’Ornellaia | Bolgheri Superiore Sapaio 2010, Podere Sapaio | Brunello di Montalcino 2008, Biondi Santi Tenuta Greppo | Brunello di Montalcino 2008, Poggio Di Sotto | Brunello di Montalcino 2008, Salvioni | Brunello di Montalcino Bramante Riserva 2007, San Lorenzo | Brunello di Montalcino Cerretalto 2007, Casanova di Neri | Brunello di Montalcino Phenomena Riserva 2007, Sesti | Brunello di Montalcino Poggio Al Vento Riserva 2006, Col d’Orcia | Brunello di Montalcino Poggio all’Oro Riserva 2007, Castello Banfi | Brunello di Montalcino Riserva 2006, Le Potazzine | Brunello di Montalcino Riserva 2007, Biondi Santi Tenuta Greppo | Brunello di Montalcino Riserva 2007, Le Chiuse | Brunello di Montalcino Riserva 2007, Poggio Di Sotto | Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2008, Casanova di Neri | Brunello di Montalcino Ugolaia 2007, Lisini | Brunello di Montalcino V.V. 2008, Le Ragnaie | Brunello di Montalcino Vigna Ferrovia Riserva 2007, Pian delle Vigne | Brunello di Montalcino Vigna Loreto 2008, Mastrojanni | Brunello di Montalcino Vigna Paganelli Riserva 2007, Tenuta il Poggione | Brunello di Montalcino Vigna Schiena d’Asino 2008, Mastrojanni | Brunello di Montalcino Vigna Soccorso Riserva 2007, Tiezzi | Brunello di Montalcino Vigna Spuntali 2007 Val di Suga, Tenimenti Angelini | Cabernet Franc 2010, Vignamaggio | Campo all’Albero 2010, La Sala | Campo alla Sughera 2009, Campo alla Sughera | Casa Nocera 2009, Pagani de Marchi | Cepparello 2010, Isole e Olena | Chianti Classico 2011, Castello dei Rampolla | Chianti Classico Baron Ugo Riserva 2009, Monteraponi | Chianti Classico Castello di Brolio 2010, Barone Ricasoli | Chianti Classico Coltassala Riserva 2009, Castello di Volpaia | Chianti Classico Il Poggio Riserva 2009, Castello Monsanto | Chianti Classico Le Baròncole Riserva 2010, Fattoria San Giusto a Rentennano | Chianti Classico Rancia Riserva 2010, Felsina | Chianti Classico Riserva 2009, Castello di Ama | Chianti Classico Riserva 2010, Tenuta di Lilliano | Chianti Classico Riserva di Fizzano Riserva 2010, Rocca delle Macie | Chianti Classico Vigna del Sorbo Riserva 2010, Fontodi | Chianti Rufina Riserva 2010, I Veroni | Colline Lucchesi Rosso Tenuta di Valgiano 2010, Tenuta di Valgiano | Cortona Syrah 2010, Stefano Amerighi | Dofana 2010, Fattoria Carpineta Fontalpino | Duemani 2010, Duemani | Filare 18 2011, Casadei | Flaccianello della Pieve 2010, Fontodi | Fontalloro 2010, Felsina | Gratius 2008, Il Molino di Grace | Guidalberto 2011, Tenuta San Guido | I Sodi di San Niccolò 2009, Castellare di Castellina | Il Caberlot 2010, Il Carnasciale | Il Carbonaione 2010, Podere Poggio Scalette | Il Pareto 2010 Tenuta di Nozzole, Tenute Folonari | Il Passito di Corzano 2001, Fattoria Corzano e Paterno | L’Apparita 2009, Castello di Ama | Le Pergole Torte 2010, Montevertine | L’Erta Sangiovese 2010, Vigliano | Lupicaia 2009, Castello del Terriccio | Maestro Raro 2010, Felsina | Masseto 2010, Tenuta dell’Ornellaia | Messorio 2010, Le Macchiole | Monteverro 2010, Monteverro | Montevertine 2010, Montevertine | Orcia Rosso Petrucci 2010, Podere Forte | Oreno 2010, Tenuta Sette Ponti | Palafreno 2010, Querciabella | Paleo Rosso 2010, Le Macchiole | Poggio ai Merli 2011, Castellare di Castellina | Poggio de’ Colli 2011, Piaggia | Puro Sangue 2010, Livernano | Redigaffi 2011, Tua Rita | Ripa delle More 2010, Castello Vicchiomaggio | Rocca di Montemassi 2011, Rocca Di Montemassi | Rosso di Montalcino 2010, Poggio di Sotto | Sammarco 2009, Castello dei Rampolla | San Lorenzo 2010, Sassotondo | Siepi 2010, Castello di Fonterutoli | Solaia 2010, Antinori | Solengo 2010, Argiano | Tignanello 2010, Antinori | Vernaccia di San Gimignano Vigna a Solatìo Riserva 2010, Falchini | Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2012, Panizzi | Vigorello 2010, San Felice | Villa Bernetti 2009, Tenuta Vitereta | Vin Santo del Chianti Classico 2006, Badia A Coltibuono | Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice 2006, Tenuta Vitereta | Vin Santo di Montepulciano Dolce Sinfonia Occhio di Pernice 2004, Bindella | Vino Nobile di Montepulciano 2010, Le Casalte | Vino Nobile di Montepulciano 2010, Tenuta Valdipiatta | Vino Nobile di Montepulciano Antica Chiusina 2007, Fattoria del Cerro | Vino Nobile di Montepulciano Asinone 2010, Poliziano | Vino Nobile di Montepulciano I Quadri 2010, Bindella | Vino Nobile di Montepulciano Nocio di Boscarelli 2009, Boscarelli |
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n.24 - Novembre 2013 - anno X The Best of Tuscany
47째 C ongresso N azionale AIS - S tazione L eopolda - F irenze
The best of Tuscany