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IGOR BONNET

The new man

L’UOMO NUOVO. IGOR BONNET AL TIMONE DI PREMIÈRE VISION

by Matteo Grazzini

Igor Bonnet finally went back to France after having travelled the world and after a long stop in Italy. He landed in Paris, at Première Vision, at a time of great changes, some expected, others forced upon by the pandemic: out went Guglielmo Olearo and Pascaline Wilhelm and in came Bonnet and Desolina Suter, just like replacements at the Champions League final or actors alternating on the Opera’s stage. Igor Bonnet, after 18 years working in Italy for Arena, was hired as Première Vision’s development and operations manager, a position that involves many different hats, from Gilles Lasbordes’s right-hand man to the trade show’s helmsman. “I’m basically the sales manager of all the events planned by Première Vision”, Bonnet says in perfect Italian, explaining his role, quite unlike that of other figures within the French company. “It is a broader position as compared with Olearo’s, who mainly dealt with the international trade shows, and the idea is that of getting PV through the textile and fashion industry’s return to pre-pandemic levels with an international eye on the operations performed in the various markets, which are currently getting back to normal but fragmentarily, in ways varying from country to country, from sector to sector, from company to company”. In September 2021 you have just made your debut. Is it still too early to take stock of the situation? I arrived a few days before the September show, so I was barely involved in the event’s planning. Instead, I have taken part in the planning of the February show, but after four months I still feel “young” and busy exploring the world of Première Vision. But there are no exams to pass and the company and I have a good relationship and we get along well together. After 17 years working at Arena, you changed your job and company at a time when people all over the world were suddenly forced to change habits. Has this made the transition easier or more traumatic? It was not traumatic because I myself pursued the change. I was very happy at Arena, but I thought

Igor Bonnet è arrivato a Parigi tornando nella sua Francia dopo un lungo giro del mondo e una sosta, anche questa assai duratura, in Italia; è arrivato a Première Vision in un momento di grandi cambiamenti, alcuni previsti, altri imposti dalla pandemia: sono usciti Guglielmo Olearo e Pascaline Wilhelm e sono entrati Bonnet e Desolina Suter, come le sostituzioni in una finale di Champions League o gli avvicendamenti sul palcoscenico dell’Opera. Igor Bonnet, dopo 18 anni in Italia a lavorare per Arena, è diventato il capo della divisione sviluppo e operazioni di Première Vision, un ruolo che si può leggere in tanti modi, da braccio destro di Gilles Lasbordes a timoniere del salone. “Di fatto sono il responsabile commerciale di tutti gli eventi organizzati da Première Vision”, dice Bonnet in un italiano perfetto spiegando il suo ruolo, non del tutto analogo a quello di altre figure all’interno della società francese "I thought about “E’ un ruolo più esteso rispetto a quello di Olearo, che si the future and occupava principalmente dei saloni internazionali, e l’idea è that it was time di accompagnare PV durante la to put myself out ripartenza del tessile e della filiera della moda con un occhio internazionale there again. I felt e trasversale sulle operazioni che facciamo nei vari mercati, che in the need for new questo periodo stanno ripartendo ma challenges" in modo frammentario, diverso da nazione a nazione, da settore a settore, da aziende ad azienda”. Settembre 2021 stato il suo debutto nella struttura di PV. E’ ancora presto per fare i primi bilanci? Sono arrivato pochi giorni prima del salone di settembre e quindi non ho partecipato molto a quel progetto. Per l’edizione di febbraio invece ho preso parte all’organizzazione in prima persona ma dopo quattro mesi mi sento ancora giovane e alla scoperta del mondo di Première Vision. Ma non ci sono test da superare, con la società ci siamo incontrati e trovati bene insieme. Dopo 17 anni in Arena ha cambiato ruolo e azienda in un momento in cui tutto il mondo stava forzatamente cambiando abitudini. Questo ha reso il passaggio più facile o più traumatico? Non è stato un trauma perché sono stato io a cercare un cambiamento. Stavo benissimo ad Arena ma ho pensato

Igor Bonnet

Première Vision Paris 2021

about the future and that it was time to put myself out there again. In both my personal and professional life, I felt the need for some changes, for new challenges. The pandemic period was a difficult time in everyone’s life, but now is the time when companies are adapting to the fast-changing markets and there are many opportunities to be seized. It is never easy to change one’s career path, but changes within staff ranks bring also new and different visions. It is good for Première Vision to welcome new international profiles. Even Première Vision is changing. 2022 is the year of the first July show and closeness of dates with Milano Unica. Is the rivalry that seemed dormant beginning to flare up again? We are constantly in touch with Milano and I do not believe there is any rivalry because each of us is performing our part of the task. The reason for setting an early date in July is because the market was asking for it, long before the pandemic. The study conducted with the Institut Francais de la Mode highlighted the need to push the dates ahead, and then we carried out a survey with our industrial partners who all expressed themselves in favor. It had been all planned for 2020, but the pandemic forced us to postpone the show. We are working closely with Italy. The arrival of Desolina Suter as fashion director, as well as my arrival, a Frenchman with a long professional experience in Italy, provide further evidence of Première Vision’s close bond with Italy. al futuro e a rimettermi in gioco. Sia dal punto di vista della mia vita privata che da quello della vita professionale erano necessari dei cambiamenti per ripartire, trovare nuove sfide. Quello della pandemia è stato un periodo difficile per tutti, ma anche un momento in cui le aziende si stanno adeguando ai mercati che cambiano e in cui si creano tante opportunità. Non è mai facile cambiare azienda e settore ma in questo periodo gli spostamenti ed i cambi di organico portano visioni diverse. Anche per Première Vision è positivo accogliere nuovi profili internazionali. Anche Première Vision cambia. Nel 2022 ci sarà la prima edizione a luglio e una nuova vicinanza nelle date con Milano Unica. Riparte un dualismo che sembrava ormai sopito? Con Milano ci sentiamo regolarmente, non credo ci sia dualismo perchè ognuno fa la sua parte. Lo spostamento a luglio è nato dall’esigenza del mercato che lo ha chiesto, già prima della pandemia. Lo studio fatto con l’Institut francais de la mode aveva evidenziato la necessità di anticipare le date, poi abbiamo fatto un sondaggio con i partner industriali ed anche loro si sono dimostrati favorevoli. Era stato tutto programmato per il 2020 ma la pandemia ha causato il rinvio. Con l’Italia siamo a stretto contatto; anche l’arrivo di Desolina Suter come responsabile moda, così come il mio, francese ma con una lunga esperienza italiana, dimostrano questo legame di Première Vision con l’Italia.

The role of digital technology. PV was among the first to believe in it, the pandemic made it necessary. What will happen to Marketplace, Zoom meetings and all that after the pandemic? Digital technology has become part of our life by now and PV had been going down that path long before the pandemic. All trade shows have become a mix of digital and physical events, in particular in our field, where it is very important to touch the products. As a matter of fact, one of the first things that Desolina and I did was to go to Italy to introduce in person the color palette and the February show’s planning. Digital technology, however, helps to plan for the visit of the show and keep in touch throughout the season, following the market’s evolution. How much of an Italian are you and how much of your Frenchness have you brought to your job in Italy? I landed in Italy after eight years working in about ten countries in the Middle East, Africa and America. So, I would describe myself as a Frenchman somewhat “softened” by my working experiences. I spent eighteen years of my adult life in Italy, so when I went back to France I faced the odd reality of feeling like a foreigner at home: on one side, I am at home, although I had never lived in Lyon ( the headquarters of the company which plans the show, editor’s note) before, but I feel like an Italian introducing himself to the French. Il ruolo del digitale. PV è stata tra le prime a crederci, la pandemia l’ha di fatto imposto come assolutamente necessario. Dopo la fine della pandemia che succederà a Marketplace, riunioni su Zoom e tutto il resto? Il digitale ormai fa parte della nostra vita e PV aveva già iniziato il processo prima della pandemia. Adesso tutti i saloni sono ibridi ed il digitale non sostituisce il salone in forma fisica, soprattutto nel nostro settore dove c’è bisogno di toccare i prodotti. Infatti con Desolina una delle prime cose fatte è stata andare in Italia a presentare di persona la gamma colori e l’organizzazione del salone di febbraio. Però il digitale aiuta i clienti nella preparazione della visita al salone fisico e a restare in contatto per tutta la stagione, seguendo le evoluzioni del mercato. Cosa c’è di italiano nel Bonnet francese e cosa ha portato di francese nel suo lavoro in Italia? Sono arrivato in Italia dopo otto anni di un ampio percorso attraverso una decina di Paesi in Medioriente, Africa e America quindi ero sì francese ma già ‘ammorbidito’ da altre esperienze. In diciotto anni in Italia ho passato la mia vita adulta e sono cresciuto come italiano, quindi tornando in Francia ho avuto la strana sensazione di sentirmi straniero in patria; da un lato mi ritrovo a casa, pur scoprendo Lione (sede della società che organizza il salone, ndr) per la prima volta, ma mi sento come un italiano che fa la conoscenza del popolo transalpino.

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