Pratoreview n. 24

n.24 - inverno 2015 Trimestrale di cultura, economia e moda spedizione in abbonamento postale 45% - art. 2, lettera b - legge 662/96 - filiale di Firenze - contiene IP - euro 4,00 free copy

review prato

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prato n.

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inverno

2015

Most wanted 2015 winter

Giorgio Panariello

Il comico toscano torna con uno show d’eccezione

Distretto tessile Un settore ancora vitale

Piazze di Prato

Una mostra fotografica le racconta

Metastasio Jazz

Stefano Zenni racconta i 20 anni della rassegna

Se c’è Zeiss, si vede.

Da Marlazzi.

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V i n tag e lou ng e ba r

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prato

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12 Arte 16 spettacolo 22 Lo sguardo da fuori 27 editoriale 28 COver story I mille volti di Panariello di Alessandra Lucarelli

32 focus Prato ancora distretto tessile di Elisa Signorini

38 web Stock Service on line di Elisa Signorini

40 intervista Stefano Zenni di Alessandra Lucarelli

42 INTERVisTA Alessandro Lanzoni di Sabrina Bozzoni

46 moda Most wanted di Teresa Favi - foto Lorenzo Cotrozzi

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55 Segni Particolari Tommaso Riccio di Sabrina Bozzoni

57 Segni Particolari Pino Gazzo di Sabrina Bozzoni

58 arte Fabio Cavallucci di Francesca Lombardi

62 prato com’era Piazze, belle piazze, ci passò... di Mila Montagni

70 wellness Un ponte con l’Oriente di Matteo Grazzini

74 ristoranti Il bistrot che non ti aspetti di Sabrina Bozzoni

76 Shot on site 80 Prato tips 81 English version

prato

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Direttore responsabile

Matteo Parigi Bini

moda

Teresa Favi, Francesca Lombardi redazione

Sabrina Bozzoni, Matteo Grazzini, Alessandra Lucarelli, Mila Montagni, Elisa Signorini contributors

Umberto Cecchi, Guido Parigi Bini Fotografi

Gianni Attalmi, Lorenzo Cotrozzi, Dario Garofalo Filippo Milani (cover), New Press Photo grafica

Alessandro Becheri, Chiara Bini, Alessandro Patrizi Traduzioni

Tessa Conticelli, Costanza Nutini Direttore Commerciale

Alex Vittorio Lana Pubblicità

Gianni Consorti, Alessandra Nardelli società editrice

Alex Vittorio Lana, Matteo Parigi Bini via Piero della Francesca, 2 - 59100 Prato - Italia tel +39.0574.730203 - fax +39.0574.730204 redazione@gruppoeditoriale.com Registrazione Tribunale di Prato - n° 5/2009 del 10.03.2009 Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2, lettera b – legge 662/96 – Filiale di Firenze - Contiene IP Carta

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Baroni & Gori - Prato

info@antoniomattei.it • biscottimatteideseo.it seguiteci su facebook

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

In mostra a Milano alla Galleria Artropia fino al 31 gennaio 2015

Paolo Meoni

Una delle opere in mostra

voluMi Via Firenzuola n. 33/35/37 Prato - tel. 348 2493640 www.diemauer.it - facebook: Die Mauer arte contemporanea dal martedĂŹ al sabato 10,00 13,00 - 16,00 19,30 domenica su appuntamento 348249340

12 agenda Arte

BBS Vault

BBS Vault Protagonista dello spazio espositivo in via del Carmine 11, la personale dell’artista Lorenzo Aceto. Acquisito nella collezione della Fondazione Domus di Verona, finalista Premio Celeste 2013 e finalista premio Terna 2014, il giovane artista di Pescara propone il frutto della sua recente ricerca pittorica. La sua è una pittura densa di rimandi alla primordialità sia semantica che formale, attraverso un uso espressivo dei colori, intesi anche nell’aspetto materico della loro natura (www.bbsvault.com) Centro Pecci In programma da ottobre al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato il progetto Arte per tutti, una serie di corsi di avvicinamento alle arti contemporanee rivolti a tutti coloro che vogliono conoscere più da vicino artisti e principali movimenti dal Novecento fino all’epoca che stiamo vivendo. Non

Centro Pecci

solo le arti visive, ma in linea con la nuova mission del Centro che lo vuole ‘centro delle arti’, anche la storia dell’architettura, della danza e della musica saranno trattate dai relatori, suddivise per gruppi, a cadenza settimanale (www.centropecci. it). Questo il programma dei prossimi corsi: Gennaio/Febbraio 2015, lunedì ore 21-23. Arte del dopoguerra, 1950-1985.

12.1.2015 Stefano Pezzato: Neo-Avanguardie, Post-Avanguardie.

19.1 Martino Margheri: New Dada, Nouveau Realism, Pop Art. Da Parigi a New York.

26.1 Desdemona Ventroni: Minimal Art, Arte concettuale.

L’arte al di la dell’oggetto.

02.2 Desdemona Ventroni: Arte Povera, Process Art, Land Art. Le attitudini prendono forma.

09.2 Martino Margheri: Happening, Fluxus, Performance.

Corpi, azioni e situazioni.

Die Mauer

16.2 Alessio Bertini: Postmodern, Transavanguardia, Neoespressionismo. L’arte ritorna arte.

Gennaio-Febbraio 2015, mercoledì ore 21-23. Musica rock e dintorni.

28.1.2015 Giuseppe Barone.

La musica che ha cambiato il mondo. Da Memphis a Liverpool, dalle origini del rock ‘n’ roll alla British Invasion, il mito di Beatles e Stones.

04.2 Giuseppe Barone.

Children of the Revolution. La Psichedelia, i grandi eventi, l’affermarsi della cultura rock 11.2 Giuseppe Barone. God Save The Queen. Il Punk, i video, la fine dell’era del classic rock.

18.2 Giuseppe Barone. C’è vita dopo il digitale? La crisi dell’industria discografica e il rock contemporaneo.

Febbraio-marzo 2015, lunedì ore 21-23. Arte a cavallo del millenio, 1985-2015.

23.2.2015 Alessio Bertini. Arte fra identità e comunicazione.

Da Koons a Cattelan.

2.3 Lorenzo Bruni. Al di la del muro. Arte nell’est Europa e nell’ex URSS. 9.3 Lorenzo Bruni. Arte globale.

Asia, Africa, Sud America 16.3 Matteo Innocenti. Arte relazionale. Estetica della partecipazione.

23.3 Pietro Gaglianò. Arte pubblica. Oltre il monumento 30.3 Pietro Gaglianò. Nell’epoca di Internet. Arte e riproducibilità.

Febbraio-aprile 2015, mercoledì ore 21-23. Musica classica contemporanea.

25.2.2015 Alberto Batisti. Le ragioni di un percorso. Preludio: Debussy.

04.3 Claudio Proietti. La seconda Scuola di Vienna.

Schönberg, Berg, Webern.

11.3 Luca Berniù. Stravinskij 18.3 Alberto Batisti. Musica e dittatura.

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14 agenda Arte

Lato Lato

25.3 Claudio Proietti. Bartók, Janáček.

01.4 Alberto Batisti. America.

08.4 Luca Berni. Messiaen e la sua scuola. Boulez, Xenakis.

15.4 Luca Berni. La scena musicale italiana nel Dopoguerra.

Da Dallapiccola a Sciarrino.

Die Mauer Protagonista fino al 15 dicembre l’artista Franco Belsole con Paris 2010. Un tempo, un luogo qualunque. Paris è una serie di un più ampio progetto su cui l’artista lavora dal 2010 e dedicato alle città contemporanee (tra cui Berlino, Helsinki, New York e Philadelphia): spazi di modernità, di flussi, di riflessi di vetro e acciaio, di luce zenitale. Fino a tutto febbraio 2015, si susseguiranno varie istallazioni degli artisti della galleria come Paolo Meoni, Gianfranco Chiavacci, Maurizio Sapia, Mauro Moriconi, Giada Mazzini, Carlo Colli (www.diemauer.it).

Palazzo Pretorio Palazzo Pretorio

Lato In mostra la personale dell’artista Raffaele Di Vaia. La stretta relazione tra disegno e video è al centro dei lavori più recenti dell’artista, dove l’immagine è il risultato ultimo del processo disegnativo, effettuato nel momento in cui il video viene proiettato sul supporto cartaceo: i segni si intersecano e si sovrappongono restituendo la dimensione temporale della memoria e del ricordo, senza una progressione lineare e logica. Fino al 20 febbraio, www. lato.co.it.

Moo Di madre italiana e padre libanese, Elena El Asmar assimila le forme espressive di questi due paesi combinandole tra loro. Ne scaturisce un lavoro che, se pur utilizza oggetti comuni, ne distrugge il significato implicito; in questo modo la El Asmar decompone oggetti e li ricompone dando vita a nuove

forme. In scena fino al 30 gennaio.

Museo del Tessuto Prosegue l’esposizione Arte vera e gentile. Ricami e merletti dalla collezione Antonia Suardi, nobildonna che fu una delle principali sostenitrici delle Industrie Femminili Italiane (1903) e che trascorse una vita d’impegno nella ricerca e nella divulgazione delle raffinate arti del ricamo e del merletto (www. museodeltessuto.it).

Palazzo Buonamici In mostra Prato a Sarajevo: immagini e filmati che hanno come tema Sarajevo, città gemellata con Prato, dai quattro lunghi anni dell’assedio alla sua rinascita, fino ai giorni nostri. L’esposizione presenta le foto di Renzo Carlesi, Mauro Casi, Egisto Nino Ceccatelli, Agostino Gestri. Dal 12 dicembre al 10 gennaio. Incontro con Andrea Dabizzi, un pratese che da dieci anni vive e lavora

a Sarajevo, sabato 20 dicembre alle ore 21 presso il Salone Consiliare del Comune.

Palazzo Pretorio Prorogata fino al 31 gennaio la mostra Capolavori che si incontrano. Bellini Caravaggio Tiepolo e i maestri della Pittura Toscana e Veneta nella Collezione Banca Popolare di Vicenza. L’esposizione riunisce tra le più importanti opere d’arte della collezione della Banca, proponendo un ampio panorama di temi sacri e profani dell’arte toscana e veneta tra il ‘400 e il ‘700. Nel mese di dicembre, il museo è aperto il venerdì sera (dalle 21 alle 23) per una serie di appuntamenti: il 12 dicembre, Performance di danza con Ginevra Scardovi del Centro Danza Art’inTe, il 19 dicembre I solisti della Camerata strumentale Città di Prato e il 26 dicembre Irene Giuliani Christmas Quintet. (www.palazzopretorio.prato.it).

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agenda spettacolo

Francesco Nuti

DICEMBRE Venerdì 12 alla Casa Circondariale della Dogaia, Il monumento: il nuovo concerto-spettacolo di Peppe Voltarelli. Uno spettacolo di teatrocanzone in cui le linee guida sono i legami tra le persone,le fughe, le condivisioni, le separazioni, con il cantato sospeso tra italiano e dialetto calabrese. Dal 12 al 14 dicembre, al Fabbricone in scena Furia Avicola, di Rafael Spregelburd. Martedì 16 sul palco del Metastasio, prosegue il viaggio di Giovanni Lindo Ferretti che da qualche anno è tornato A cuor contento sui palchi di club e festival musicali.

Cantautore, scrittore, attivista, attore italiano e paroliere nella band CCCP Fedeli alla linea e nelle

Renzo Rubino

sue successive reincarnazioni, CSI e PGR. Da giovedì 18 a domenica 21 dicembre alla Ex Chiesa di San Giovanni, Make it! mostra-mercato ed eventi sul design autoprodotto. Tutte le sere live, dj e vj set. Sabato 20 e domenica 21 dalle 10 breakfast live jazz. Dal 18 al 21 dicembre al Teatro Metastasio, in scena Natale in casa Ivanov scritto nel 1938 da Vvedenskij, è incentrato su una famiglia borghese nella Russia del 1880. La storia è suddivisa in nove scene o tableaux che, insieme, seguono il destino di una famiglia di nome Puzyrev durante una vigilia di Natale. Sabato 23, uno degli eventi clou dell’inverno pratese: al Teatro Politeama, direttamente da

Enrico Rava

New York City, New York Ska Esemble. Musicisti eccezionali, conosciuti a livello globale come i pionieri dello ska-jazz, il loro stile è stato imitato da migliaia di gruppi in tutto il mondo. Il 29 e 30 al Teatro Metastasio, Prato rende omaggio ad un suo grande artista. Tratto dall’autobiografia di Francesco Nuti “Sono un bravo ragazzo” curato da Giovanni Nuti ed edito da Rizzoli, Francesco Nuti. Andata, caduta e ritorno è un vero e proprio viaggio nel mondo dell’artista. Concludiamo l’anno in bellezza con il Concerto di San Silvestro della Camerata Strumentale con “You’re the top”. Omaggio a Cole Porter. Una proposta elaborata da Alessandro Lucchetti insieme ad Antonio

Giovanni Lindo Ferretti

Ballista che comprende diciassette splendide canzoni, al Teatro Politeama, mercoledì 31 dicembre dalle ore 22.30.

GENNAIO Il primo gennaio al Teatro Metastasio, il Gospel di Capodanno con i F.O.C.U.S. Sound of Victory. Gruppo gospel nato nel 1997 sotto la guida di Wayne Ravenell, F.O.C.U.S. Sound of Victory (Followers of Christ Upholding Standards) è diventato uno dei migliori, vibranti, gruppi gospel della città.

Composto da circa 20 elementi, viene richiesto come supporto ai più famosi artisti e formazioni gospel. Lunedì 5 gennaio al Teatro Politeama, arriva la musica della giovane

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agenda spettacolo

New York Ska Jazz Ensemble

promessa italiana Renzo Rubino accompagnato dalla sua band Gli Altri. a Prato con il suo Secondorubinotour, pronto a infiammare la platea con l’energia della sua musica e a incantare con la poesia dei suoi testi. Dall’8 all’11 Leo Gullotta è sul palco del Teatro Metastasio con Prima del Silenzio, diretto da Fabio Grossi. Dal 14 gennaio al primo febbraio sul palco del Fabbricone, Dalle Ceneri, scritto e diretto da Massimo Luconi. Una produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana con la collaborazione di Centro culturale francese di St. Louis (Senegal), Comunità senegalese di Prato, Associazione APPI. Venerdì 16 gennaio all’Ex Chiesa di San Giovanni,

Camerata Strumentale Città di Prato

Discoverland di Roberto Angelini e Pier Cortese. Il concerto è un mash up di canzoni dove voci, chitarra, steel guitar, iPhone ed elettronica si intrecciano suonando un colore musicale completamente nuovo. Senza mai togliere spazio all’improvvisazione l’esibizione si arricchisce di momenti acustici emozionanti. Dal 22 al 25 al Teatro Metastasio on stage Il cappotto, di Vittorio Franceschi: uno dei racconti più famosi di tutta la letteratura mondiale, scritto da Nikolaj Vasil’evic Gogol’ nel 1842. Sabato 24 gennaio, stessa suggestiva location per il live di Gionata Mirai. Già chitarrista del Teatro degli Orrori, Gionata è per la prima volta alle prese con un concerto interamente

strumentale. Giungiamo al primo appuntamento con Metastasio Jazz: Giovedì 29 gennaio alle ore 21 al Politeama Pratese: Rava on the Road. Enrico Rava Quintet e la Camerata Strumentale Città di Prato sotto la direzione di Paolo Silvestri; musiche di Enrico Rava e Paolo Silvestri. Concludiamo il 31 gennaio all’Ex Chiesa di San Giovanni con la musica sperimentale dei Ruprek.

FEBBRAIO Protagonisti gli appuntamenti di Metastasio Jazz: lunedì 9 al Teatro Metastasio, Craig Taborn Heroics. Chris Speed al sax tenore e clarinetto, Craig Taborn al pianoforte, Chris Lightcap al contrabbasso e Dave King alla batteria.

Lunedì 16 febbraio al Teatro Fabbricone, On Dog. Piero Bittolo Bon al sax alto, clarinetto basso, flauto; Francesco Bigoni al sax tenore, e clarinetto; Beppe Scardino al sax baritono e clarinetto basso; Mark Solborg alla chitarra e elettronica e Marc Lohr alla batteria e elettronica.

Lunedì 23 febbraio al Teatro Metastasio. Ravi Coltrane Quartet. Ravi Coltrane al sax tenore, David Virelles al pianoforte, Dezron Douglas al contrabbasso e Jonathan Blake alla batteria. Giovedì 26 febbraio al Teatro Politeama Pratese è il turno della Camerata Strumentale Città di Prato diretta da Christopher Franklin, con Sonig Tchakerian al violino e Tetraktis alle percussioni.

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AGENDA Libri

Si ringrazia per la gentile collaborazione La Feltrinelli Librerie Prato – via Garibaldi 92/94 A, Prato SANDRO VERONESI TERRE RARE Nel giro di ventiquattro ore un uomo perde il controllo della propria vita: fa un grave errore sul lavoro, gli viene sequestrata la patente, trova l’ufficio sigillato dalla Finanza, scopre che il suo socio è fuggito lasciandolo nei guai, rompe definitivamente con la sua compagna - e nel frattempo sua figlia è scappata da casa. Quest’uomo è Pietro Paladini, l’eroe immobile di “Caos calmo”. Alla fine di “Caos calmo” Paladini rispondeva a un celebre verso di Dylan Thomas affermando che “la palla che lanciammo giocando nel parco è tornata giù da un pezzo. Dobbiamo smettere di aspettarla”. Si sbagliava, la palla era ancora per aria. Torna giù ora, in “Terre rare”.

LORENZO CHIODI, LEONARDO GORI, EMILIANO GUCCI, MARCO VICHI SELVA OSCURA “Selva oscura” nasce dal desiderio di quattro autori fiorentini di raccontare la loro città andando dietro le apparenze: una Firenze “diversa”, decisamente inattesa, e comunque lontana dalle immagini rassicuranti che hanno fatto il giro del mondo e a cui siamo abituati. Tutti hanno qualcosa da nascondere, sembrano dirci gli autori, e forse Firenze con la sua storia, la sua grandezza, la sua bellezza è un luogo dove è ancora più facile nascondere questo “qualcosa”.

EMILIANO GUCCI PIU’ DEL TUO MANCARMI Sono cinque i racconti a incastro che Emiliano Gucci raccoglie in questo suo nuovo romanzo dando forma a un corpo testo unico e compiuto ed esplorando uno dei terreni finora da lui meno battuti: quello delle storie d’amore.

Storie d’abbandono, storie di rapporti strappati o ricuciti, nel complesso, storie di solitudini che rispecchiano l’effimero che c’è nelle relazioni umane della società contemporanea.

MANUELE MARIGOLLI FRA L’ARNO E LA STRADA Giunto alla soglia della vecchiaia e consumato dalla malattia, Libero parte per la sua ultima avventura in compagnia di uno spinone. La meta sono i boschi dove ha passato gran parte della propria giovinezza. È l’occasione per un viaggio nel ricordo, e il protagonista ripercorre le tappe più importanti della propria esistenza, dalla vita sulle rive dell’Arno al primo incontro con la futura moglie, passando attraverso i giorni terribili dell’alluvione del ’66. Alla fine del viaggio, qualcosa in Libero è cambiato: riuscirà a vedere la vita con occhi diversi?

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LO SGUARDO DA FUORI

Per il piacere di provarci L’avventura di Brutti&Boni a Londra, ma anche l’Ora d’Aria a Firenze e la sua cara Prato. Luca Bellandi si racconta

Quando ho recentemente deciso di aprire una bottega a Londra, questa cosa non è avvenuta per caso o per sbaglio.

Sono stato rapito e mi sono innamorato di questa città (che più di ogni altra grande capitale del mondo poi visitata mi segnerà profondamente) quando appena ventenne e terminata la scuola, ho avuto il privilegio di passare un prolungato periodo di studio e di lavoro proprio qua a Londra. Era il lontano 1985 e niente più, dopo questo viaggio, “fu per me come prima”.

Nel tempo, grazie o a causa di Londra e delle mie incessanti frequentazioni e viaggi Oltremanica, e senza neanche accorgermene, mutavo pelle e cambiavo. Quel meraviglioso processo cioè di maturazione di ogni individuo sensibile e curioso che sempre avviene di fronte al viaggio. All’incontrare cioè, in luoghi diversi e lontani dalla propria cuccia o tana, persone, razze, cervelli, culture, mestieri e visioni diverse da quelle della propria terra d’origine.

Questo meraviglioso processo avveniva e

prendeva forma alla fine anche in me.

La vita di provincia di Prato, dove tutti ci conosciamo (o ci conoscevamo; almeno in quella Prato dei primi anni 80) in antitesi alla vita cosmopolita, per definizione, di Londra.

Un po’ come Davide contro Golia.

Credo di poter affermare senza dubbio alcuno che se oggi sono la persona che sono (con le mie sensibilità, i miei istinti, le mie pulsioni e le mie passioni) lo devo anche, grazie e forse soprattutto, a Londra; e a quella meravigliosa mia “stagione londinese” degli anni belli che furono. Oggi vedo Prato, la nostra vecchia e cara Prato, con occhi diversi e più magnanimi e accondiscendenti di qualche anno fa: la trovo infatti più bella e più verde, oltreché molto più ordinata, urbanisticamente parlando, anche di soli pochi lustri fa. Spero che questo non sia solo dovuto allo scorrere degli anni; ma piuttosto anche a una situazione oggettiva che deve invece far inorgoglire tutti noi pratesi per ciò che questa affermazione alla fine è e rimane: il fatto incontrovertibile che Prato, cioè, seppur nel complesso economicamente

Brutti & Boni rappresenta il prototipo di bottega “contemporanea” un misto fra il nostro bar, l’enoteca, la bottega d’alimentari che da tempo sognavo di aprire

Alcune immagini di Brutti&Boni, il nuovo locale aperto a Londra.

Al centro i ragazzi, pratesi, che gestiscono il locale.

In basso South Kensington

24 LO SGUARDO DA FUORI

più povera e lacerata di un tempo, è oggi sicuramente una città più bella ed emancipata di prima.

Che successo straordinario la recente riapertura e le relative bellissime mostre di Palazzo Pretorio! E che folle di forestieri (e pratesi!) sono state in grado di attrarre!

Speriamo che anche questo faccia da traino al rinnovato Museo Pecci e alla città nel suo insieme; una città che non dovrebbe mai dimenticare l’Arte - e la nostra plurisecolare storia - come spinta propulsiva e impareggiabile volano per un futuro vero Nuovo Rinascimento Pratese. Per ciò che mi riguarda, a 51 anni, spinto da una (spero solo apparente) lucida follia, e dopo aver percorso chissà quante volte il globo in lungo e largo “a vender pezze” - come ogni buon impannatore o imprenditore pratese è stato sempre solito fare - tiro il fiato e provo a “sfidarmi” di nuovo; in un campo, stavolta, che non è quello mio usuale

del tessile.

E dopo essermi cimentato dieci anni fa con l’apertura prima e il successo poi, assieme al mio socio e chef stellato Marco Stabile, in un’avventura di altissima qualità a Firenze (che vede oggi “Ora d’Aria” primeggiare ai vertici della ristorazione fiorentina, e non solo) ho inteso riprovarci; con Londra, questa volta.

Brutti & Boni rappresenta il prototipo di bottega “contemporanea” un misto fra il nostro bar, l’enoteca, la bottega d’alimentari che da tempo sognavo di aprire e che, assieme a tre giovani e baldi nostri concittadini “under 30” (Lorenzo Belli, Alessio Giorgetti ed Enrico Landini), abbiamo infine aperto lo scorso settembre al numero 14 di Gloucester Road a Kensington: il notevole successo di critica e di pubblico grazie a loro finora registrato è un fatto che sicuramente ci lusinga e stimola, ma che ci spaventa anche. L’altro amico e socio è Alberto Frilli: mio coetaneo e anche lui pratese

doc, residente a Londra da moltissimi anni e impareggiabile anfitrione, oltreché assoluto punto di riferimento - per tutti i pratesi degni di questo nome - che transitino per qua, con un passato e un presente da agente tessile di grande successo (e, secondo me, con un radioso futuro davanti a sé anche da procuratore di calciatori famosi, attori e modelle). Anche lui concorda con me almeno su un punto: che questa volta abbiamo molto osato.

Speriamo che questa piccola ma affascinante nostra nuova avventura londinese sia e appaia in qualche modo, vista da fuori, anche come stimolante per chi ci vede o legge. E che possa spronare anche altri nostri concittadini a ritrovare presto in progetti anche più ambiziosi e lungimiranti, e nei più svariati ambiti quell’originale spirito “pionieristico” e di puro slancio imprenditoriale, tipico dei pratesi, che ci ha reso tanto celebri nel mondo.

Alcune immagine dI South Kensington: la metropolitana e Kensington Gardens

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27 Editoriale

Ritorno al futuro

Il nuovo tessile e le piazze del passato; i progetti per il Pecci e tanta musica: il nostro inverno scorre così

Ritorno al futuro… O forse ancora meglio: vi raccontiamo attraverso le immagini in bianco giorgio panariello tra passato e futuro. Questo numero che ci e nero delle piazze pratesi. E queste immagini, in scena con uno trasporterà direttamente ai primi mesi del a volte affollate, altre volte deserte, raccontano show d’eccezione 2015 potrebbe essere intitolato così. Abbiamo quello che eravamo e ci arrivano dritte al cuore guardato avanti, grazie a un servizio sul nuovo come un vecchio album di fotografie ritrovato tessile della città, quello che investe, che nella cantina di casa dei nonni. costruisce partnership con i grandi gruppi della Il futuro però è dietro l’angolo: il nuovo direttore moda internazionale. Quello che fa coincidere del Centro Pecci, Fabio Cavalucci, ci parla di fantasia con efficienza e precisione nelle consegne. Un tessile che funziona insomma, un oggi tanto innovativo e pionieristico per la

fatto di aziende fortemente strutturate, con città e per il Museo, che sembra quasi domani. macchine, magazzino, rapido accesso alle E poi il direttore di Metastasio Jazz, Stefano materie prime e servizi interni per rispondere Zenni, che per il ventennale della rassegna

tempestivamente alle esigenze del cliente. Le ci ha svelato il programma e i suoi grandi foto di questo servizio sono di Dario Garofalo, interpreti. Il protagonista e cover di questo nascono da una idea di Andrea Cavicchi, numero è Giorgio Panariello che abbiamo Presidente dell’Unione degli Industriali e del sentito alla vigilia del suo nuovo spettacolo suo direttore Marcello Gozzi, in occasione del all’Obihall di Firenze. Lui un po’ pratese lo rinnovo della sede dell’associazione. E ci sono è perché, vive tra Roma e Prato e perché state gentilmente concesse in anteprima e in dei pratesi ha quell’umorismo un po’ dolce e esclusiva. malinconico che non è mai satira tagliente.

Con un rapido flashback, siamo andati poi indietro nel tempo, ai primi del secolo scorso. Questo numero sarà in edicola per tre mesi,

In questo caso non abbiamo un’anteprima, ma ben oltre le feste natalizie. Ma vi vogliamo fare anzi una mostra dal titolo Immagini-Amo Prato lo stesso gli auguri di un felice Natale e di un e le sue piazze nel Palazzo della Provincia, che buon 2015. Valgono anche se li leggete dopo…

28 cover story show

I mille volti di Panariello Il comico toscano torna con uno show d’eccezione di Alessandra Lucarelli

In alto e nella pagina a fianco (foto di Filippo Milani), Giorgio Panariello. Il comico toscano, nato a Firenze, vive e lavora tra Prato e Roma

Era il 1995 quando l’istrionico comico toscano segnò il sold out ogni sera per due settimane al Teatro Tenda di Firenze, registrando oltre 24mila presenze con lo spettacolo teatrale Panariello sotto l’albero. A distanza di vent’anni, Panariello riporta in scena i suoi personaggi cult insieme a tante novità: appuntamento con sei imperdibili date il 27, 28, 29 dicembre e il 2, 3, 4 gennaio all’Obihall.

Panariello sotto l’albero. Venti anni dopo. Cosa ci riserverà il nuovo show?

Lo spettacolo avrà una forte appartenenza natalizia. Si parlerà di regali, doni, festività. I personaggi storici come Mario il bagnino, Renato Zero, l’anziano Raperino si alterneranno ai più recenti Naomo, Sirvano. Una novità? La suora Cristina, che si esibirà in un concerto live. E poi tante altre sorprese che preferirei non svelare.

Cinema, teatro, radio, TV… dove si sente più a casa?

Mi sento a casa quando mi esibisco dal vivo. Radio e televisione mi permettono di ottenere maggiore popolarità, ma io sento di appartenere più al live, quando c’è il contatto con il pubblico.

Lo scorso settembre è stato a Prato con lo spettacolo Panariello e basta 2.0. Com’è andata?

Benissimo. Chiudere lo spettacolo qui, dopo la tournée estiva, mi è sembrato naturale. Lavoro a Roma ma vivo a Prato, è qui che torno il fine settimana…ormai mi sento un po’ pratese anch’io!

Il suo legame con Prato nasce nel…

Nel ’91-92, quando convivevo con una ragazza di Prato. Da allora, nonostante le nostre strade si siano divise, la mia base operativa è rimasta qui.

Quali sono i suoi luoghi della città?

Piazza Mercatale, piazza Duomo, il negozio Henry per lo shopping, il Fancy King per una buona pizza o Tonio per una cena di pesce. Mi piace organizzare cene con gli amici e passeggiare lungo il Bisenzio. Vado in palestra alla Virgin, e all’Opificio quando organizzano serate carine.

Il personaggio a cui è più legato e perché?

Mario il bagnino, perché mi ricorda la mia Versilia.

Dopo Lello Splendor è quello che mi ha dato maggiore popolarità… e poi è nato in modo divertente, a cena con Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni.

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Un incontro che le ha cambiato la vita?

Sono due. Quello con Carlo Conti, con cui ho realizzato tanti progetti. E poi Agostino Saccà, che ho conosciuto prima che diventasse direttore di Rai1. Era venuto a vedermi in teatro con la figlia ed erano rimasti entusiasti: mi disse che appena avrebbe aiuto un ruolo decisionale in Rai mi avrebbe chiamato e così è stato. Mi scelsero per fare quattro puntate su Rai Uno, in onda prima di Sanremo: un esperimento che riuscì bene e da lì la mia vita professionale è cambiata.

Chi sono i maestri della commedia all’italiana secondo lei?

Mario Monicelli, Dino Risi, Age & Scarpelli, Pietro Germi. Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, con cui ho avuto il piacere di lavorare, prima della loro scomparsa, nel film Bagno Maria. Sono loro i padri della commedia all’italiana, quelli che ci mancano di più. E poi i grandi attori come Alberto Sordi, Totò per arrivare ai loro ‘cugini’, i nostri Francesco Nuti, Leonardo Pieraccioni.

Prossimi progetti?

Il mio primo ruolo drammatico nel film di Mimmo Calopresti, Uno per tutti. Iniziamo le riprese a Trieste il prossimo gennaio.

Come si sta preparando a questa nuova sfida?

Sto cercando di dimagrire e di farmi crescere la bar-

ba, per essere in linea con tutti i film intellettuali che si rispettino (ride, ndr). Cerco di dimenticare i miei trascorsi comici e di scavare dentro di me: è questo l’unico modo.

Ha un riferimento particolare?

Più che un riferimento, un faro che mi ha illuminato la strada. Roberto Benigni, per la sua grande capacità di riuscire a farti pensare e riflettere attraverso la commedia. Che poi, è il vero ruolo del comico.

Il suo più caro ricordo legato a Prato?

Le serate trascorse a cantare e mangiare con il mio amico Roberto Cenni, prima che diventasse sindaco, e Dante Mondanelli. Lo spettacolo in piazza Mercatale, la battaglia per mantenere aperto il teatro Politeama, i miei cani Zeus e Crusca che adesso non ci sono più.

Ma com’è il pubblico toscano?

Firenze e la Toscana sono i luoghi che mi danno maggiore soddisfazione. Ma chi pensa che lavorare qui sia facile si sbaglia: il pubblico toscano pretende molto, perché è già comico e quando viene a vederti vuole capire cosa hai più di lui. E’ un pubblico in grado di divertirsi, che apprezza la comicità e la capisce al volo.

Spesso riesce ad anticiparti la battuta… devo essere veloce sul palco! Ogni volta che mi esibisco in Toscana sono teso. Ed emozionato.

il pubblico toscano apprezza la comicità e la capisce al volo, per questo è molto esigente

Giorgio Panariello sarà all’Obihall di Firenze con lo spettacolo Panariello ‘Sotto l’albero’. Venti anni dopo per sei repliche da fine dicembre ai primi di gennaio

32 tessile focus

Prato distretto ancora tessile

Un settore ancora vivo ma dal mercato e contesto mutevoli

di Elisa Signorini - ph. Dario Garofalo

cogliere i segnali del mercato, osservare le aziende dall’andamento positivo e imparare

Nella pagina a sinistra dall’alto Lanificio Balli e Jersey Mode.

Le foto che accompagnano questo servizio sono state realizzate da Dario Garofalo e compaiono su Prato Review in anteprima per gentile concessione dell’Unione Industriale Pratese

Nonostante tutto la produzione tessile resta l’elemento che caratterizza l’industria pratese.

Un tessile che però è cambiato negli anni e che certamente vivrà evoluzioni molto più rapide di quanto è avvenuto finora, a causa di un mercato e di un contesto economico sempre più mutevoli.

Prato Review ne ha parlato con il presidente dell’Unione degli Industriali Andrea Cavicchi e con alcuni imprenditori alla guida di aziende che per fatturato o tipologia di prodotto stanno caratterizzando questa Prato 2.0.

“Lavorare sui servizi credo sia il segreto per affermarsi sul mercato oggi - afferma Cavicchi - e riusciranno a farlo le aziende più strutturate. Inutile negare che a far fare fatturato sono i clienti grossi, penso a Zara o H&M per cui tante aziende pratesi lavorano, e per interfacciarsi con queste realtà l’azienda deve essere fortemente strutturata, deve avere macchine e servizi interni per rispondere tempestivamente alle esigenze del cliente, deve avere magazzino, deve avere rapido accesso alle materie prime. E tutto questo oggi, purtroppo, con margini molto ridotti”.

Il Lanificio Mario Bellucci ad esempio, che

dalla nascita si occupa di tessile per abbigliamento, una decina di anni fa si è spostato decisamente sul jersey. “Questa scelta è nata - spiega Francesco Bellucci, quarantenne presidente del consiglio di amministrazione - dall’analisi dell’andamento delle aziende pratesi di quegli anni: le migliori producevano Jersey e decidemmo di puntare su questo segmento. La scelta è stata decisamente positiva”. Cogliere i segnali del mercato, quindi, osservare le altre aziende, ovviamente quelle che presentano andamenti positivi, e imparare. Poi ogni azienda deve cercare il proprio percorso e creare dei punti di forza. “Quelli del Lanificio Bellucci sono, sicuramente - conclude Francesco -, la capacità di adattarsi velocemente al cambiamento dei mercati e la flessibilità acquisita a seguito dell’imponente ristrutturazione aziendale del 2007”. Una ristrutturazione che ha posto in prima linea una generazione di under 40. Una sfida rischiosa, che oggi può dirsi vinta.

Ha continuato a puntare sui tessuti per l’abbigliamento donna anche la Manteco, che ha registrato un ottimo andamento aziendale negli ultimi anni, con collezioni che hanno incontrato il consenso di una clientela molto vasta. “Cer-

34 tessile focus

37

Tessile focus

tamente il punto di forza dell’azienda è stata la serietà - afferma Matteo Mantellassi - che racchiude la qualità dei prodotti, il rispetto dei tempi di consegna, l’assistenza al cliente in tutto il percorso. Oggi si parla di servizi, un’espressione che significa tutto e nulla: io preferisco continuare a parlare di serietà, la sicurezza che garantiamo al cliente credo non abbia prezzo”.

C’è chi invece ha deviato decisamente dalla tipica produzione pratese, come la Pointex, che nel 1991 ha iniziato la sua attività producendo foderine per auto per un’idea di Marco Ranaldo che capisce come, in quegli anni, l’auto sia ancora un bene “a cui si sta attenti” e si protegge, anche con foderine sui sedili. Del resto cogliere le esigenze del mercato è rimasto il filo conduttore di Pointex che oggi conta 100 dipendenti e che produce tessuti per materassi e tessuti tecnici per diverse applicazioni, sempre in un’ottica di risposta rapida alle esigenze del mercato.

E non sarà un caso se le aziende che producono tessuti per arredamento negli ultimi anni sono quelle che meno hanno risentito gli effetti della crisi, uno dei motivi è certamente il fatto che sono nate subito come aziende strutturate, meno improvvisate di quanto lo siano state

per lungo tempo le aziende che lavorano per l’abbigliamento. Un altro esempio di tessile ‘alternativo’ è quello di Alma, condotto dalla famiglia Casini e adesso in mano a Carla e Romina Casini: l’attività nasce con la produzione di moquette e quando questo tipo di rivestimento è stato meno utilizzato per le abitazioni, la versatilità dell’azienda ha consentito la produzione della linea Expo, con tappeti e moquette da utilizzare in occasione dell’allestimento di stand, la linea Outdoor, con prodotti da esterno, la linea Automotive con tappeti per auto. sguardo inedito Le foto che accompagnano questo servizio sono state realizzate da Dario Garofalo e compaiono su Prato Review in anteprima per gentile concessione dell’Unione Industriale Pratese.

L’idea di realizzare queste foto è nata dal presidente Andrea Cavicchi e dal direttore Marcello Gozzi che in occasione del rinnovo della sede dell’associazione hanno voluto qualcosa che sottolineasse l’identità cittadina, senza cadere in nostalgiche immagini di architettura industriale della Prato che fu. Al contrario l’intenzione è stata quella di valorizzare la Prato di oggi, proiettata nel domani con fabbriche moderne e funzionali.

le aziende che producono tessuti per arredamento sono quelle che hanno sentito meno gli effetti della crisi

Nelle pagine precedenti da sinistra: Furpile, Gastronomia Toscana e Toscochimica.

Nella pagina a fianco: Ex Campolmi eToscochimica.

In alto: Nuove Fibre

38 web tessile

STOCK Service ON LINE

PratoTrade lancerà un portale di vendite di Elisa Signorini - ph. Dario Garofalo

Se ancora qualche pratese pensasse che i tessuti non si possono vendere on line, sarà smentito dalla notizia che l’anno scorso sul web sono state più di centomila le richieste per acquistare tessuti.

Che accadrebbe se il distretto pratese riuscisse a intercettarne anche solo una parte? Si tratta di una tendenza da cogliere e lo farà il Consorzio PratoTrade, guidato da Roberto Rosati, che più che un presidente è una fucina di idee, oltre che imprenditore con la Fortex Spa. “Coraggio, intraprendenza, entusiasmo sono chiavi per il futuro che gli imprenditori devono ritrovare - commenta Rosati - e lo devono fare da soli. Per un’altra porta, quella della rete web, una chiave può darla PratoTrade grazie al portale che vedrà presto la luce”.

Si tratta di un portale di vendite stock service animato dai più di 50 soci di PratoTrade e rivolto all’intera comunità che lavora nel mondo del tessile: da realtà piccole le cui richieste non vengono ascoltate dai grandi produttori alle grandi aziende che hanno tempi strettissimi. Il portale ancora non ha un nome, chi ci sta lavorando lo chiama ‘market place’ perché proprio questo sarà: un luogo dove comprare e vendere. “Si tratta di un’opportunità Nella pagina a fianco, dall’alto New Jersey e che non potrà non essere colta - spiega Rosati Gruppo Colle - per almeno un paio di motivi è completamente

gratuito ed è anche semplicissimo. L’imprenditore dovrà solo avvisare telefonicamente della merce pronta che ha a disposizione, l’inserimento sul portale e il ritiro saranno a nostra cura, grazie a sponsor tecnici che si occuperanno di tutto questo garantendo per noi un costo zero”.

Il progetto è piaciuto ai tessutai e potrebbe anzi richiamare nuovi soci tra le fila di PratoTrade. “In fondo questo è il compito di PratoTrade, lo è sempre stato e se un tempo lo svolgeva con PratoEspone - continua Rosati - ora si usa il web”. Ma questa è solo la punta dei progetti che PratoTrade ha in serbo nell’ottica del suo compito statutario di favorire l’internazionalizzazione delle aziende consorziate e del distretto. “L’idea di fondo è quella di creare un’interconnessione tra le aziende – afferma ancora Rosati – per evitare sprechi di tempo e di energie: a Prato ognuno ha sempre giocato la sua partita da solo, ma ora non è più possibile perché il mercato chiede un’efficienza e una velocità che solo in squadra possiamo garantire. Un market place dunque, ma anche un’agorà dove da concorrenti si diventa colleghi che si danno informazioni, ad esempio sulla solvibilità di clienti comuni, sulla reperibilità di prodotti o macchine, sull’opportunità di iniziative e cambiamenti”.

ph. S. Forasassi

40 musica INTERVISTA

Ricerca e collaborazione Le chiavi della nuova edizione del Metastasio Jazz di Alessandra Lucarelli

Nella pagina a fianco in senso orario: il gruppo On Dog, il pianista Fabrizio Puglisi, Ravi Coltrane (ph.Michael Weintrob) e un ritratto di Stefano Zenni, direttore artistico della rassegna

Un programma ricchissimo, basato su grandi nomi del jazz contemporaneo, giovani musicisti di richiamo internazionale e una nuova interessante collaborazione tra le istituzioni della città. Queste le premesse della nuova edizione di Metastasio Jazz, che festeggia i suoi 20 anni e va in scena dal 29 gennaio al 23 febbraio. Abbiamo incontrato Stefano Zenni, direttore artistico della rassegna.

Quali sono le caratteristiche della rassegna Metastasio Jazz e in modo particolare di questa sua ventesima edizione?

La caratteristica primaria è riuscire a rendere una panoramica varia e coinvolgente del jazz contemporaneo. Con l’evento che apre la rassegna, Rava on the road, giovedì 29 gennaio, in via eccezionale al Teatro Politeama, per la prima volta faremo dialogare due istituzioni che, paradossalmente, non hanno mai dialogato a Prato: la Fondazione Teatro Metastasio e la Camerata Strumentale Città di Prato. In tutto saranno cinque concerti, quattro serali e uno mattutino, oltre alla presentazione di un dvd dedicato a cinema e jazz.

La sua soddisfazione più grande all’interno della rassegna?

Aver composto un programma più ricco delle edizioni precedenti, grazie anche alla grande sensibilità dimostrata dal nuovo presidente. La rassegna ospita nomi di assoluta rilevanza come Craig Taborn, Ravi Coltrane, sassofonista tra i più grandi maestri del jazz contemporaneo, dà uno spazio importante ai giovani musicisti con collaborazioni di respiro italiano/europeo come il gruppo On Dog, si muove su diverse location come Politeama, Metastasio, Fabbricone e collabora con diverse istituzioni come Musicus Concentus, la Camerata Strumentale e infine la Scuola di Musica Verdi, location del concerto mattutino del grande pianista Fabrizio Puglisi, al quale abbiamo chiesto di ripercorrere il repertorio di Billy Stayhorn, braccio destro di Duke Ellington.

Qual è l’attuale situazione per i musicisti jazz in Italia?

Come sappiamo non è rosea. Per la difficoltà nel trovare location, cachet bassi… Però la crisi ha aguzzato l’ingegno e ha spinto i musicisti a organizzarsi in modo diverso, come fare rete con gli artisti europei, muoversi tra Berlino, Copenaghen, Rotterdam, Amsterdam, Stoccolma, l’Est Europa come Croazia e Albania, Polonia. Non trasferendosi in modo definitivo, ma con varie basi in tutto il territorio europeo. E poi associarsi in cooperative che offrono opportunità e spazi per suonare.

Nato a Chieti, cosa l’ha portata a Prato?

Nel ’96, durante le primissime edizioni della rassegna, tenevo delle conferenze al Metastasio. Poi mi hanno proposto la direzione artistica e nel frattempo ho conosciuto mia moglie e… eccomi qui.

Ha insegnato alla New York Univesity, tiene conferenze in Europa e negli Stati Uniti ed è autore di numerose pubblicazioni. Ma lei come ha scoperto la musica jazz?

Da ragazzino, ascoltando la radio.

Dal 2013 è direttore artistico anche del Torino Jazz Festival…

Dalla sua seconda edizione. I festival di Prato e di Torino sono profondamente diversi, innanzitutto per il budget. E anche per l’impaginazione: il Metastasio Jazz si svolge in teatro, il festival di Torino all’aperto, nelle piazze o in piccoli club. Uno dei vantaggi del Metastasio Jazz è che, svolgendosi in teatri più piccoli, può permettersi l’attenzione verso gruppi più radicali e sperimentali come Vijay Iyer e Steve Lehman.

Tre nomi da lei consigliati per avvicinarsi al jazz.

Duke Ellington, Miles Davis e Louis Armstrong. Scegliete tre album degli anni Cinquanta, è in questi anni che i tre musicisti hanno raggiunto un vertice creativo e una capacità comunicativa molto intensa.

I suoi luoghi della città.

Passeggiare per il centro. E viale Galilei: la possibilità di passare in un attimo dalla città ad un ambiente di campagna, con gli animali e il silenzio, è una risorsa molto preziosa.

42 musica intervista

Sotto la stella del jazz Quella che porta il nome di Alessandro Lanzoni

di Sabrina Bozzoni

Nelle pagina accanto: Alessandro Lanzoni, giovane pianista jazz pluripremiato al suo secondo album “Dark Flavour”

Anni: 22; caratteristiche: pianista e autore jazz, “Top Jazz 2013” come miglior nuovo talento dell’anno; origini: fiorentine. Alessandro Lanzoni è questo e molto altro. Un ragazzo prodigio che non teme il successo internazionale e stupisce quando le sue mani incontrano i tasti del pianoforte, perché quella magia è talmente semplice e pura, che oltrepassa le barriere di una musica colta e parla il linguaggio universale dell’arte. Due concerti indimenticabili a Prato: il suo “PianoSolo” nella passata edizione di Metastasio Jazz e un altro, a settembre, in piazza del Duomo con la Camerata Strumentale.

Alessandro, così giovane e già un jazzista di successo nel panorama internazionale.

Raccontaci come è nata la tua storia d’amore con la musica jazz.

Ho cominciato a studiare la musica classica molto presto, avevo 5 anni. Per parecchio tempo ho completamente ignorato l’esistenza del jazz. Tuttavia una delle sue caratteristiche principali, l’improvvisazione, mi è sempre appartenuta. Quando mio padre mi ha regalato il mio primo disco jazz, un’antologia di brani suonati dai pianisti Chick Corea, Herbie Hancock, Keith Jarrett e McCoy Tyner, ho riconosciuto simbolicamente quello che già in qualche modo facevo e allo stesso tempo ho scoperto un mondo totalmente nuovo che mi ha affascinato così tanto da diventare la mia più grande passione.

Se tu dovessi duettare con un musicista, senza barriere di tempo né di spazio, con chi e dove?

In questo momento mi viene in mente Wayne Shorter, sicuramente uno dei musicisti più creativi di tutta la storia del jazz. Shorter è talmente grande e importante che provo del timore reverenziale soltanto a immaginarmi a suonare

con lui. L’importanza del luogo passerebbe in secondo piano.

Descrivici il tuo ultimo lavoro “Dark Flavour” come se dovessi farlo a un bambino di 6 anni Penso proprio che il modo migliore per spiegarglielo sarebbe fargli ascoltare il disco. Dopotutto ‘’Dark Flavour’’ non ha niente di scientifico, né cerebrale. E’ la fotografia perfetta di come la pensavo musicalmente nel momento in cui l’ho registrato e soprattutto di come era la mia idea del suono di un trio.

Se chiudi gli occhi mentre suoni il tuo piano, cosa vedi?

La tastiera del piano e le mie mani che si muovono su essa.

5 canzoni che ascolti in questo periodo, pronte da inserire nella nostra playlist.

Margot di Keith Jarrett (Life Between the exit signs), Glass Enclosure di Bud Powell (The amazing Bud Powell vol. 2), Tudo e Ilusao di Odete Amaral (Eta Rio), Fall In Love di J Dilla (Fantastic vol.2), The Remedy di Kurt Rosenwinkel (The Remedy).

Prato, una città che si è innamorata di te…

In effetti questa città mi ha sempre accolto caldamente quando mi sono esibito.Vorrei ricordare in particolare due concerti, uno alla fantastica rassegna del ‘’Metastasio Jazz’’ e un altro in piazza del Duomo, in cui ho suonato la Rapsodia in Blue di Gershwin davanti ad un pubblico di migliaia di persone.

La tua più grande passione dopo il jazz.

Amo guardare film, mi piace molto sciare e giocare a ping pong, ovviamente anche stare con i miei amici e uscire la sera. Ma niente di tutto questo è paragonabile al rapporto che ho con la musica. Non è una semplice passione, è il mio

ph. S. Forasassi

44 musica intervista

In alto: Alessandro Lanzoni e il suo fedele piano. Lo aspettano una tournée in Cina e importanti collaborazioni con musicisti jazz di fama mondiale

lavoro, ma è anche una specie di missione, la musica fa talmente parte di me che sento il dovere di continuare a perfezionarmi. Tutto ciò è molto ingombrante e porta via del tempo ad altre cose, ma non mi lamento e non ho rimpianti.

Che cosa sognavi di fare da bambino?

Ho sempre voluto fare il musicista, su questo non ci sono dubbi.

Dove ti ascolteremo prossimamente?

Mi hanno invitato per suonare la Rapsodia in Blue di Gershwin con il mio trio e un’orchestra di Shanghai. Dopo questo primo concerto continuerò il tour soltanto con il mio trio e ci esibiremo in varie città cinesi, tra cui Pechino e Honk Kong. Il 2015 si preannuncia pieno di impegni.

Mi esibirò sempre con il mio trio al ‘’Verona jazz winter’’ e al festival ‘’Musicamdo’’, nelle Marche.

E poi tante collaborazioni: con il trio e il quartetto di Roberto Gatto, varie date in Francia con il batterista Aldo Romano, un tour a marzo con il sassofonista americano Michael Blake.

Che cosa auguri al futuro della musica?

Sono piuttosto ottimista. Ogni giorno vengo a conoscenza di giovani musicisti che suonano benissimo e che fanno cose interessanti. Penso che in questo senso la musica sia sempre

viva, il problema può essere tuttavia la sua diffusione.

Non è un periodo d’oro per il supporto della cultura, ultimamente molti festival e iniziative sono stati cancellati, invece sappiamo bene quanto sia importante il ruolo della cultura nella nostra società. Spero che presto torneremo a rendercene conto e che venga migliorato il sistema educativo musicale.

Un consiglio spassionato a chi vuol vivere per e di sola musica Vivere di sola musica non è da tutti, può essere molto faticoso e difficile.

Innanzitutto penso che l’ideale sia rendersi conto di possedere realmente delle forti potenzialità. A quel punto ci sarà bisogno di una grandissima dedizione verso lo studio e allo stesso momento cercare di adoperarsi per esibirsi in pubblico e farsi conoscere. Insomma non si può dormire sugli allori.

Il tuo orgoglio più grande?

La consapevolezza di essere riuscito a costruire qualcosa con le mie forze.

Da quando ho cominciato a suonare i sacrifici per ottenere quello che volevo sono stati tanti, sono contento adesso di fare quello che prima sognavo.

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Most Wanted Inverno 2015. Storie glamour di glitter e bagliori di luce di Terese Favi foto Lorenzo Cotrozzi

CLAUCRIAN Giacca monopetto in tessuto dorato con rever nero, True Tradition A sinistra: CENTRO OTTICO MARLAZZI Occhiali da sole con lenti tagliate alla base Miu Miu Tracolla Lanvin at MARTY Allacciate Marni at MARTY

STILL LAMP Abat jour in vetro e acciaio Papira di Status

MARTY Collier Marni, portafogli e cintura Balenciaga.

DĂŠcolletĂŠ aperte in raso e pizzo/rete Steve Madden at PIUMI

PIUMI

RIVER QUEEN Ankle boots neri, tacco oro Sam Edelman, blusa/blouse Etro décolleté rosse Schutz, portafogli dorato BABYLON BUS e tracolla pitone rosso Mia Bag gonna/skirt Occhiali da sole rossi Chanel at CENTRO collant Golden Lady OTTICO MARLAZZI PIUMI scarpe/shoes Giampaolo Viozzi

AESTHETIC FOR VIALE DELLA REPUBBLICA Top/Mantella Space Gonna Merci Bijoux by PROFUMERIA PAGNINI

FANTACCI INTERIORS Maxi Ciotola rivestita in pelle rossa della collezione Atelier di Poltrona Frau, design Lavinia Borromeo

RIVER QUEEN blusa/blouse Etro BABYLON BUS gonna/skirt collant Golden Lady PIUMI scarpe/shoes Giampaolo Viozzi

LHOOQ Abito lungo con motivi plissé in crêpe rosso Red Isabel

CENTRO OTTICO MARLAZZI Occhiali da sole rossi Silvian Heach AESTHETIC FOR VIALE Bague e bracciale Isabel Garcia DELLA REPUBBLICA at LHOOQ Space Top/Mantella Sandali neri con tacco oro Sam Edelman Gonna Merci Bijoux

by PROFUMERIA e décolleté rosse SchutzPAGNINI at PIUMI

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Segni particolari tips

Che cosa sognavi di fare da bambino?

Il poliziotto.

Quando non lavori?

Dipingo.

Tommaso Riccio. Studi all’accademia d’arte e passione per la pittura.

E’ uno dei proprietari del locale I Frari, in via Garibaldi a Prato I Frari è uno dei simboli della vita notturna, il suo segreto?

Prodotti di qualità a prezzi onesti. Il sogno di aprire un locale è sempre stato nella mia mente, poi, dopo quasi un anno in Inghilterra, sono tornato a casa con le idee molto chiare.

Accompagnaci nella tua Prato Sono un animale notturno, la mia vita è scandita da orari leggermente sfalsati.

Sono affezionato agli storici locali di Prato come il Controsenso e il Capanno Black Out. Dove ci porti a mangiare a cena?

A provare la pizza di “Fischio” a Valenzatico.

Sindaco per un giorno.

Che cosa cambieresti della tua città?

Più cultura, più locali, più vita nel centro storico.

Un libro, un disco, un film che parlano di te. “…E venne chiamata due cuori” di Marlo Morgan, “Jazz Monouche” di Django Reinhardt e “Il Signore degli Anelli” di Peter Jackson.

Soldano

Trattoria in Duomo dal 1918

“La nostra cucina non è né migliore né peggiore ma grazie a Dio è diversa da tutte le altre” la Piera Via della Sirena, 10/12 Prato - T 0574 830913 www.trattoriasoldano.it - soldanoduomo@libero.it

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ph: Enrico Lelmi - FotostudioUmbrella

segni particolari tips

Che cosa sognavi di fare da bambino?

Il clown.

Quando non lavori?

Mi annoio, con me.

Pino Gazzo. Una carriera da comico, oggi è anche lo storico proprietario del regno degli aperitivi pratesi: Caffè Zero Caffè Zero è uno dei simboli della vita notturna made in Prato, il suo segreto?

“Siamo carini e coccolosi come i pinguini di Madagascar” e poi…

Facciamo lo spritz più buono del mondo.

Accompagnaci nella tua Prato Quella lungo Bisenzio e il silenzio magico di piazza San Niccolò.

Sindaco per un giorno. Che cosa cambieresti della tua città?

Vorrei far cambiare la mentalità di certi abitanti, farli diventare più cittadini del mondo evitando il provincialismo.

Dove ci porti a mangiare a cena?

Pane e prosciutto al Parco di Galceti.

Un libro, un disco, un film che parlano di te.

“Come Dio comanda” di Niccolò Ammaniti, “Anime Salve” di Fabrizio de’ Andre e “V per Vendetta” di James McTeigue.

58 arte INTERVISTA

Tornare a pensare

Il presente del Centro Pecci, che si propone come vero e proprio polo culturale di Francesca Lombardi “sarà un rinnovato centro delle arti contemporanee”

Fabio Cavalucci, direttore del nuovo Centro Pecci e la parte del museo già aperta al pubblico

Mentre il cantiere dei lavori è ancora a pieno regime, abbiamo chiesto a Fabio Cavalucci neo-direttore del Museo Pecci - di incontrarlo di nuovo, a distanza di pochi mesi, per scoprire qualcosa in più di quello che molti pratesi sentono come il loro Museo. Quello con la M maiuscola, che sta per orgoglio e appartenenza, arrivato quando Palazzo Pretorio era solo un bell’edificio che sarebbe rimasto chiuso per molti anni. In effetti gli abbiamo chiesto una intervista non molto tempo dopo da quella fatta per il suo arrivo in città, in cui ci aveva detto: “Non arrivo a Prato con programmi preconfezionati, perché ritengo che sia sbagliato calare dall’alto iniziative e progetti, se questi non trovano un reale legame con il territorio, con la comunità di cui l’istituzione è il frutto. Per cui, nel corso delle prossime settimane, vorrei prima di tutto ascoltare, dialogare con chi avrà voglia di relazionarsi con il Centro per discutere la formula, la mission, la strategia che il Centro dovrà seguire nei prossimi anni. Non si tratta di discutere di artisti o progetti specifici, ma, in sostanza, di rispondere alla domanda: qual è la funzione del Centro Pecci in relazione al territorio di cui è espressione?”

Una grande apertura e una predisposizione mentale, la sua, che ci avevano conquistato,

tanto da tornare da lui curiosi di capire che risposta aveva avuto dal territorio. E poi, diciamoci la verità, anche per scoprire se ci svelava qualcosa sulla mostra che segnerà la riapertura del Museo…

Fabio Cavalucci va conosciuto a piccoli step: è cosi che ti conquista, lentamente, rivelando una capacità di comunicazione non comune, unita a una cultura versatile ed eclettica. Nella vita, nel lavoro. Così, invece di fare pressioni e domande sul futuro del Pecci, abbiamo parlato del suo presente, tanto inedito (se messo in rapporto con la storia passata di questo Museo) da essere interessante quanto la notizia di una inaugurazione con grandi nomi del panorama contemporaneo. E - parlando del presente - ci ha fatto anche una rivelazione su quello che succederà.

Ci siamo lasciati che doveva iniziare un ciclo di incontri con istituzioni, gruppi professionali, gruppi sociali…

Sì, stanno andando bene. Sto ricevendo spunti interessanti. Non che ci sia qualcuno che arrivi con un’idea di programma definito. Questo del resto è compito nostro… Ma, durante questi incontri, vengono fuori riflessioni che mi sono molto utili. Il Pecci sarà davvero un Centro delle arti contemporanee del territorio, e in quest’ot-

61 Arte intervista

tica sto portando avanti anche una serie di incontri con le altre province della Toscana: Pistoia, Lucca, Pisa, Siena, Firenze, Livorno…

E i pratesi? Cosa si aspettano da lei? Perché a me arrivano degli imput…

Me lo dica lei allora...

Che porti Maurizio Cattelan in città. Siete molto amici, vero?

Maurizio verrà, non come artista forse. Dichiara di essersi ritirato. Ma, in qualche forma, di sicuro sarà qui.

Questa è già una notizia. Ma ce n’è un’altra di cui mi piacerebbe parlare: i corsi Arte Per Tutti, iniziati a novembre e che toccano diversi settori delle arti contemporanee: arte, ma anche musica, architettura, danza e in futuro cinema (il Programma completo nelle pagine dell’Agenda arte della rivista, ndr).

Fino a ora abbiamo sempre avuto un buon afflusso di pubblico. Tranne che per la danza, ma in questo caso si tratta di un fatto culturale, molto italiano. Mi preme sottolineare che non saranno eventi spot, in attesa di una programmazione museale più classica. Intendo mantenerli anche quando il Museo sarà aperto: credo molto nell’importanza di una funzione didattica

e di approfondimento. Bisogna ritrovare il tempo per pensare.

Ma non è l’unica iniziativa con un fine, diciamo, didattico…

Stiamo portando avanti 23 progetti in 120 scuole del territorio, dalla materna alle superiori: una serie di workshop per capire cosa può trasmettere l’arte contemporanea sul piano dell’azione.

Ma non solo: in questi giorni partirà un altro progetto veramente pionieristico.

Le dico il titolo - #artevita - e poco altro, perché dovrà cogliere di sorpresa: sarà un incontro molto ravvicinato con l’arte. Per strada. Poi ci sono le conferenze del ciclo Cambiamenti, di cui stiamo ancora mettendo a punto il programma completo per il 2015, ma sono già previsti, per gennaio gli interventi del giornalista politico polacco Edwin Bendyk, sulle rivoluzioni e le crisi dell’est europeo, e del Medio Oriente e dell’architetto italiano Mirko Zardini, direttore del Centro Canadese per l’Architettura di Montreal.

E infine, sempre nel 2015, una serie di corsi specialisti: per galleristi, collezioinisti, e anche per politici… Sì politici: quelli di oggi devono essere dei veri e propri artisti!

Nelle immagini sopra il Museo Pecci di Milano durante la mostra di Susan Lacy curata da Fabio Cavallucci. Il museo di Milano avrà un ruolo fondamentale durante l’Expo, per raccontare la Toscana non solo dell’arte

62 prato com’era

Piazze, belle piazze, ci passò…

Una mostra fotografica racconta la città di Mila Montagni

In alto piazza del Duomo, una domenica mattina dopo la Messa.

Nella pagina accanta Piazza del Comune e Palazzo Pretorio, in basso Largo Carducci

Ci sono quelle piccole, quasi nascoste allato di una chiesa, a un angolo di strada e quelle grandi, così grandi da ospitare per secoli mercati con centinaia di animali e merci. Ci sono piazze belle, ricche di monumenti e di storie oltre che di storia, ma anche piazze che regalano una sensazione di moderna funzionalità e traffico vitale. Ci sono piazze che s’inanellano una dietro l’altra, sommandosi lungo il Corso, per offrire angoli ai quali fermarsi, bere, parlare un poco e piazze vagamente riservate, signorili, un po’ sciupate forse ma affascinanti con la loro vasca silenziosa… Ci sono tante piazze a Prato, qualcuna affollata e qualcuna solitaria, qualcuna punteggiata di negozi e qualcuna maestosa d’architettura solenne. Ma ognuna di queste piazze racconta un volto della città e della sua storia, del suo farsi nei secoli e attraverso cambiamenti che ne descrivono le ambizioni e i dubbi, il coraggio e le delusioni, perché le piazze sono uno dei tanti aspetti di una città, quello pubblico: sono il luogo dei raduni, delle proteste, delle ipotesi, degli incontri, degli amori, delle manifestazioni, delle compravendite, delle rivoluzioni, degli uomini che discutono e delle donne che scherzano, dei bambini che

giocano correndo e degli anziani che ricordano, parlando. Le piazze sono per ogni giorno e per la Storia, davvero quella con la maiuscola, perché le piazze fanno parte dell’anima di una città.

E proprio in quest’ottica tra il romantico e il realista, tra il voler ricordare e il voler progettare un futuro che fa tesoro delle proprie radici, Adriana Pagliai - per anni responsabile della Comunicazione e promozione turistica dell’Apt (Azienda di promozione turistica) e oggi impegnata in Provincia - ha scelto tra le quasi 5000 immagini dedicate a questo tema quelle che meglio hanno saputo raccontare la vicenda di Prato attraverso le sue piazze. “Ho lavorato per anni con quel fine conoscitore di Prato che è stato Umberto Mannucci, purtroppo recentemente scomparso, e con lui più volte avevamo evidenziato quanto fosse importante e prezioso il patrimonio iconografico della città, conservato anche nella Biblioteca e nella Fototeca dell’Apt - spiega Pagliai, commentando che con la ‘trasformazione’ della Provincia questo materiale rischia di non poter esser conservato né condiviso adeguatamente -. Per questo, quando si è presentata l’occasione, ho accolta la proposta di questo allestimento, in palazzo

In alto, un’immagine della Fiera di Prato, sotto la piÚ antica tra le immagini in mostra: l’inaugurazione del Monumento a Garibaldi, in piazza San Francesco

Piazza del Duomo, col suo prezioso Pulpito di Donatello, all’inizio del Novecento

In alto uno scorcio del Castello dell’Imperatore e di Santa Maria delle Carceri; in basso piazza Cardinale Niccolò

In alto piazza San Francesco, verso piazza del Comune; n basso una piazza del Duomo assolata

68 prato com’era

Piazza dell’ospedale

nella teca dedicata a piazza del duomo, i libri di umberto mannucci, fine conoscitore della citta’, recentemente scomparso

Buonamici, con entusiasmo e un po’ d’emozione… scegliere tra queste fotografie, diapositive, vecchie cartoline fotografiche, è stato come fare un viaggio nella memoria, mia e delle voci della mia famiglia che descrivevano, ricordando…”

Il titolo ‘Immagini-AMO PRATO E LE SUE PIAZZE’, lascia adito a pochi dubbi sulla passione di questa pratese del Centro storico, che da bambina per andare all’asilo camminava da via Verdi a via Frascati e guardava il Castello dell’Imperatore e Santa Maria delle Carceri da un’angolazione tutta particolare. “In quelle foto ho ‘riconosciuto’ volti che magari non ho visti direttamente, scorci che oggi non ci sono più, come gli addossati del Castello o la Porta Fiorentina che oggi è ‘sostituita’ dalla scultura di Henry Moore, ma anche il mercato di piazza Mercatale nuda di alberi, dove accanto ai sensali e agli animali c’erano i notai ambulanti pronti a ratificare i contratti… un mondo curioso, diverso dal nostro quotidiano, ma importante da proteggere”, spiega la curatrice di questa mostra, che si inserisce nell’“Autunno da sfogliare” del Sistema Bibliotecario Provinciale Pratese, con il sostegno congiunto di Comune e Provincia di Prato, e della Regione Toscana. I visitatori potranno così muoversi curiosando tra le teche “tematiche”, nelle quali le piaz-

ze sono descritte con le loro glorie e le loro ferite, come piazza Mercatale e le sue macerie del bombardamento del 1944, insieme alle corse dei cavalli e a quelle in bicicletta; ma anche piazza di Santa Maria delle Carceri con l’antico collegamento che dal Castello conduceva al Cassero, e le parate fasciste sostituite dall’esultanza dei partigiani dopo la Liberazione; oppure Piazza Duomo affollata di carrozze e di pratesi con gli abiti della festa; oltre a Piazza del Comune col suo Palazzo Pretorio dalle scale fitte di curiosi per l’inaugurazione del 1912; ma anche San Francesco animata dai carri allegorici del Carnevale o imbiancata di neve…

Gli scatti, che hanno molteplici origini e firme, provengono tra gli altri dagli archivi di Ranfagni e Massai, ma anche dalle raccolte di Renato Bencini, Mario Bellandi e Ubaldo Abati. “Queste fotografie, una volta di più - conclude Adriana Pagliai - ci dimostrano che Prato ha un patrimonio, non soltanto architettonico ma di cultura, da salvare, recuperare e apprezzare. Prato non è soltanto una città impegnata a superare una crisi che coinvolge tutta la nazione, ma una città che ha una storia, dei valori da trasmettere e che può riuscire a superare le proprie difficoltà. Prato merita un futuro e le sue radici, anche fatte d’immagini, lo dimostrano.”

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71 wellness meditazione

Un ponte con l’Oriente Lo Yoga a Prato, tra benessere fisico e meditazione spirituale di Matteo Grazzini E’ stato il primo avamposto dell’Oriente a Prato, molti anni prima dell’arrivo della cucina cinese o delle sfilate del Dragone. Un Oriente lontano ma conosciuto grazie a film e romanzi, un Oriente fatto di meditazione, relax, concentrazione e karma, di sapori e odori forti, rumori ovattati e parole sussurrate.

Lo Yoga è arrivato a Prato decenni fa, prima come pratica di moda in un mondo dove questa disciplina era stata sdoganata da film più o meno di livello e raccontata in romanzi e diari di viaggio che riguardavano l’India. Poi è diventato un modo per stare bene, dentro e fuori: c’è chi l’ha scelto per restare in forma senza chiudersi nelle palestre super attrezzate spuntate come funghi alla fine degli anni ’80 e chi invece ha iniziato a praticarlo per fuggire allo stress e ai tormenti della vita di tutti i giorni. Molti anche gli anziani che hanno trovato nei movimenti lenti e nelle posizioni più classiche una ginnastica utile per mantenere vivo e tonico il proprio corpo.

E contrariamente a tante mode, anche legate al fitness, durate il tempo di un batter di ciglia, lo Yoga è rimasto una costante negli anni, superando l’iperattivismo degli anni ’90, il Millennium Bug, la crisi del nuovo secolo, sia economica che religiosa-spirituale.

Sì, perché prima di tutto lo Yoga nasce come pratica ascetica e meditativa delle religioni indiane, un modo diretto per arrivare alla salvezza spirituale e solo in epoche più recenti è passato a rappresentare le attività come la ginnastica e la respirazione, con la nascita di tecniche che allo Yoga originario abbinano movimenti del corpo sempre nuovi.

Prato è ricca di centri dove lo Yoga è classico oppure abbinato, per esempio, ad altre discipline olistiche.

Al Centro Yoga di via Baldo Magini, a due passi da piazza San Francesco, ci sono tre insegnanti per un programma di dieci pratiche diverse, che vanno dalla ginnastica alla purificazione. Tutti i giorni con frequenza libera e senza vincoli di orario, dal mattino alle 9 alla sera alle 20,30, per una full immersion completa.

In pieno centro, in via Bizzocchi, piccola strada tra via dei Migliorati e via Santa Trinita, ampie vetrate illuminano il Nuovo Centro Danza. Qui i corsi sono rivolti allo studio dell’Asana (posizioni con il corpo), del Pranayama (esercizi pe ril controllo del Prana attraverso il respiro), Mantra (suoni e canti sacri) e Dhyana (meditazione). Affidatevi a Satya Sandra Coppini, ogni martedì e giovedì, per i corsi di Yoga e Tai Chi Chuan, op-

Una disciplina arrivata in città ormai da molti decenni

A Prato sono numerose e scuole e le associazioni dedicate allo Yoga e ad altre discipline orientali

72 wellness meditazione

La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita ‘Yug’ che significa unire, legare assieme, dirigere e concentrare l’attenzione

pure richiedete un appuntamento privato per le terapie energetiche. Una volta al mese, il giovedì sera, incontro di meditazione. Indaco in via Gobetti invece è un centro benessere improntato però su canali ben diversi da quelli più conosciuti.Questa associazione infatti promuove le discipline bionaturali e le medicine non convenzionali con uno staff di medici, massaggiatori, fisioterapisti, naturopati e insegnanti di yoga che si alternano nei tanti incontri e nei corsi organizzati con lezioni, anche individuali, a cadenza settimanale Surya Yoga, in via Viaccia di Mezzana, è un centro dove il filo tra Italia e India è molto diretto, con insegnanti che hanno maturato esperienza e partecipato a seminari là dove la disciplina è nata. Yoga, Kundalini Yoga e Reiki proposti ormai dal 2008 con corsi, seminari e ritiri volti al risveglio interiore e alla consapevolezza del sé.

In viale de Gasperi, al numero 113 del complesso de “I lecci”, c’è l’Istituto Bija Yoga che, nomen omen (bija in sanscrito significa seme), vuol spargere i semi della conoscenza dello yoga, della meditazione, delle filosofie induista e buddhista e di altre conoscenze oli-

stiche. Il modo per farlo sono, da più di dieci anni, sono i corsi, i seminari e gli incontri di Daniele e Duilio, i fondatori, che si avvalgono però anche di maestri italiani e stranieri invitati a Prato. Hatha Yoga e Raja Yoga, Yoga tibetano, Yoga per la terza età, filosofia buddhista e meditazione i vari corsi a disposizione.

Il Centro Olistico Tunatao ha trovato una sede in un edificio che, per sua natura, si confà in modo perfetto al contesto e alle discipline insegnate: via Mozza sul Gorone 11 è infatti la sede del Tc Bisenzio, storico circolo tennistico che da poco più di due anni ha realizzato con tecniche di bioedilizia e largo uso di legno la struttura che ospita il club, comprese le stanze dove il Centro Tunatao effettua i percorsi di pratiche consapevoli per la salute come lo Yoga, il Qi Gong, il Tijquan, la meditazione e la medicina cinese.

Yoga Turiya è in via Giotto, dove Elisa e Cristina, le due insegnanti, fanno corsi di Hatha Yoga, Raja Yoga, meditazione, massaggi con tecnica Tuina e Yoga con gestanti ma collaborano anche con il Centro Giovanile di Formazione Sportiva per portare lo Yoga nelle scuole.

74 ristorante

Il bistrot che non ti aspetti Il Decanter, cucina e fantasia con vista sul Castello di Sabrina Bozzoni foto Dario Garofalo Cinque soci “under 35” per un locale innovativo e dal menù sorprendente

Alcune immagini degli interni dell’enoteca-ristorante Decanter in piazza delle Carceri

Se uno ignorasse il Castello dell’Imperatore e piazza delle Carceri, cosa fortunatamente impossibile da fare, non immaginerebbe di essere in centro a Prato, tanto è “metropolitano” e insolito il colpo d’occhio del ‘Decanter’, enoteca-ristorante (ma non solo) che si affaccia su uno degli angoli più belli della città. Un bistrot con tavoli e sedie di diversa forma e colore, una vetrina da antica bottega di alimentari per mostrare altre forme e colori, quelli dei dolci, sui muri i quadri della pratese Consuelo Bellini e una parete dominata da uno scaffale con il meglio della carta dei vini. Questo nuovo punto di riferimento della gastronomia pratese è nato dall’idea di cinque soci (il più “anziano” dei quali ha 35 anni), messa in pratica a suon di creatività, di prodotti a km 0, di sapori toscani che affondano le radici nella tradizione ma che lasciano spazio anche alla fantasia. Il pesce arriva da Viareggio, la carne anche dalla Vallata, le paste nascono tra le mani del pastry chef Andrea Grosso, in cucina c’è Armand Kerciku, già apprezzato al ‘Decanter’ nato in periferia, a Santa Lucia. La giornata inizia con la colazione innovativa: centrifugati, torte dal

forno, spremute, riviste e tanti quotidiani, per un risveglio lento guardando i merli del Castello. Poi il pranzo alla carta, l’aperitivo e la cena, alla quale il barman Stefano Canfailla partecipa da protagonista abbinando i cocktail alle varie portate. Il menù si presenta informale e colorato: spiccano “Il mio bel cheeseburger” tra i panini, la super tartara di fassona piemontese con uovo pochè e il “crostino di alici alla povera a modo mio” per chi ama il mare tra gli antipasti, il risotto Carnaroli al piccione e la carbonara di mare tra i primi, il maialino da latte laccato e i calamari ripieni “revolution” tra i secondi. Ma ci sono anche le pizze gourmet con farina macinata a pietra, tra le quali si consiglia la “Vulcano a Prato”. Per finire i dolci, con la mousse al cioccolato, specialità della casa, e “Il mio tortino al vin santo” come omaggio a Prato.

E il bere? Carta dei vini biodinamica con “sconfinamenti” in Francia, Germania e Austria, birre rigorosamente italiane e artigianali, così come le altre bibite, compresa la cola, “quella vera”. In realtà non manca neppure la Coca Cola, ma nel menù si trova sotto la voce “Sconsigliate ma richieste”.

Autumn Party Dove? Al Caffè 21, punto di ritrovo della nightlife pratese, per la presentazione del nuovo numero di Pratoreview.

Evento realizzato in collaborazione con il Consorzio di Tutela Vini di Carmignano

Design addicted Il design firmato Fantacci arriva a Prato con un grande store in via Frascati. Cocktail e tanti ospiti per festeggiare l’inaugurazione di questo importante brand di arredamento

I love House Music Aperitivo e special party fino a notte inoltrata per l’apertura del Fake Houseclub presso Tiffany, in via Valentini.

In consolle due protagonisti indiscussi della House Music: Dj Maxim e Stefano Noto

Se c’è Zeiss, si vede.

Da Marlazzi.

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