Elementi 4 - Febbraio - Aprile 2003

Page 1

Sped. in Abb. postale 70% - Roma

b fe

aio br

ap

| rile

20

03

• Editoriale _ di Pier Luigi Parcu • Il Punto _ di Jacopo Giliberto / p. 4 • Primo piano

Nuove regole per il mercato elettrico Il mercato unico dell’energia: una decisione storica _di Loyola de Palacio / p. 6 Cross Border Tariff: come migliorare gli scambi _di energia tra gli Stati europei / p. 11 Botta e risposta tra Giovanni Dell’Elce e Enrico Letta / p. 12 I temi più importanti del momento visti da due differenti angolazioni _ • Microscopio

Il parco di generazione elettrico: problemi e prospettive Più centrali e diversificazione dei combustibili, così nasce la competizione / p. 16 _Forum con Paolo Scaroni e Umberto Quadrino • Focus

Mercati e clienti

elementi 4

_Strumenti di tutela dei piccoli consumatori di energia / p. 21 L’ AU a salvaguardia dell’utenza più debole / p. 22 _Intervista a Francesco Silva, Presidente dell’Au Una strategia per l’AU? Un portafoglio con contratti di lungo e medio periodo / p. 24 James Bushnell, Direttore di ricerca presso l’University of California Energy Institute racconta l’esperienza statunitense _ La _ geografia dei mercati elettrici / p. 26 Creare presto un mercato comune europeo dell’elettricità / p. 27 A _ colloquio con Torger Lien, Presidente e Ad del Nord Pool La liberalizzazione passa attraverso un mercato organizzato / p. 29 Parla Maria Luisa Huidobro y Arreba, Presidente e Ad di Omel _ • Comunicazione Un caffè con….Franco Cardini / p. 31 Pluralità e libertà di fonti per una comunicazione che aiuti a pensare, comprendere, evolversi _ • Lavoro È tempo di sussidiarietà, solidarietà, bene comune / p. 35 Incontro con Monsignor Giancarlo Maria Bregantini _ • Virgolette Difficile essere leader / p. 36 _ • Biblioteca - La via di Shackleton / p. 37 - Economia all’idrogeno _ • Filo di nota Murfologia / p. 37 _ • Vetrina Le nostre pubblicazioni / p. 38 _ • Controcopertina Samurai / p. 40

GRTN AU GME


GRTN 00197 Roma Viale M.llo Pilsudski, 92 Tel. +39 068165 1 Fax +39 0681654392 info@grtn.it www.grtn.it

AU 00197 Roma Via Guidubaldo Del Monte, 72 Tel. +39 068165 1 Fax +39 0681654392 info@acquirenteunico.it www.acquirenteunico.it

GME 00197 Roma Viale M.llo Pilsudski, 92 Tel. +39 068165 1 Fax +39 0681654392 info@mercatoelettrico.org www.mercatoelettrico.org

Elementi è visibile in internet al sito www.grtn.it

Anno 2003 n.4 febbraio - aprile

Progetto Grafico Gentil Associates

Editore GRTN

Foto Image Bank e Maurizio Riccardi Foto

Direttore Responsabile Romolo Paradiso

Redazione e Amministrazione Viale M.llo Pilsudski, 92 • 00197 Roma

Collaborazione redazionale Mauro De Vincentiis

Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 105/2001 del 15.03.2001

Segreteria di redazione e editing Maria Pia Terrosi

Realizzazione impianti e stampa D.G.P. Srl • Via Tiburtina, Km 18.300 • Setteville di Guidonia - Roma

Hanno collaborato a questo numero: Paolo Bustaffa; Fausto Carioti; Luca Del Pozzo; Mauro De Vincentiis; Goffredo Galeazzi; Jacopo Giliberto; Giusi Miccoli; Claudia Momicchioli; Cristina Pascucci; Francesco Signoretta; Maria Pia Terrosi. Un particolare ringraziamento ad Aureliana Parisi Iapadre.

Finito di stampare nel mese di febbraio 2003


e Pier Luigi Parcu

| elementi

La liberalizzazione del settore elettrico procede a piccoli passi, ma procede. Il 2002 ha segnato, infatti, tappe importanti nel percorso di attuazione della riforma e di costruzione di mercati nazionali liberalizzati dell’elettricità, premessa per la realizzazione delle politiche europee di promozione della concorrenza, di integrazione delle reti e di armonizzazione delle regole. Rispetto ai tempi previsti dalla normativa si registra un ritardo nell’avvio della borsa dell’elettricità e dell’operatività dell’Acquirente Unico. Ha giocato contro la partenza dei nuovi attori e del nuovo modello organizzativo del mercato elettrico la congiuntura sfavorevole dell’economia nazionale che si è riflessa in un rialzo generalizzato dei prezzi al consumo, irrigidendo anche la riforma del settore elettrico. E’ importante, in tale contesto, reagire alla situazione congiunturale rilanciando lo sviluppo del settore elettrico attraverso investimenti in nuove infrastrutture. Al tempo stesso occorre non arrestare il percorso intrapreso e accelerare l’avvio della borsa, anche individuando una soluzione transitoria. Passi significativi sono stati fatti nella promozione degli investimenti. La legge obiettivo ha indicato le opere e le infrastrutture elettriche di rilevanza strategica alle quali applicare procedure semplificate di autorizzazione. Sulla base di tali indirizzi, alcune delle opere previste dal Piano di sviluppo elaborato dal Gestore della Rete sono state inserite nei provvedimenti attuativi della legge obiettivo. La legge 55/02 per le centrali elettriche e il d.lgs. 190/02 per le componenti della rete di trasmissione nazionale hanno ribadito la necessità di procedure autorizzative più veloci. La realizzazione di nuovi impianti e un maggiore coordinamento tra sviluppo della generazione e razionalizzazione e innovazione della rete elettrica sono condizioni indispensabili per la realizzazione di meccanismi concorrenziali e per orientarne le performance in termini di prezzi e qualità. Operativamente il Gestore della Rete ha accelerato le procedure autorizzative anche attraverso una rafforzata collaborazione con le Regioni e le amministrazioni locali. Il Governo ha messo a punto una proposta di legge di riordino del settore improntata al completamento della liberalizzazione del mercato prevedendo, tra l’altro, l’unificazione della proprietà e della gestione della rete di trasmissione, elemento più volte richiamato anche dal GRTN quale sviluppo assai positivo per l’efficace attuazione della riforma. Altri passi significativi riguardano la maggiore cooperazione con gli organismi internazionali nel perseguimento dell’obiettivo dell’integrazione. Si segnala lo sforzo dei gestori delle reti di Italia, Francia e Svizzera e delle rispettive Autorità nazionali per superare difficoltà nella definizione e assegnazione, anche congiunta, della capacità di trasporto disponibile sulla rete di interconnessione. Altro punto rilevante è l’estensione dell’accordo in materia di cross border tariff. Esempi di altre public utilities, in particolare le telecomunicazioni, mostrano l’importante azione delle politiche sopranazionali europee per la liberalizzazione e l’apertura alla concorrenza a livello nazionale. Nel settore dell’energia elettrica è stato compiuto, nel novembre 2002, un nuovo progresso con l’accordo raggiunto dai Ministri dell’energia dei paesi membri per l’accelerazione della liberalizzazione e della realizzazione di regole armonizzate. Occorre proseguire in questa direzione e chiedere che l’intervento dell’UE sia maggiormente incisivo, non limitandosi alle linee generali di politica energetica, ma estendendo il proprio ruolo a azioni di regolamentazione per un’effettiva armonizzazione tra i paesi membri.

febbraio/aprile 2003

editoriale

Pagina

3


di

IL PUNTO

Pagina

4

Jacopo Giliberto Il mercato italiano dell’energia elettrica dovrà affrontare due snodi. Il primo, in ordine di tempo, è il disegno di legge Marzano di riordino del settore. Un Ddl contenente punti innovativi, che scioglie alcuni dubbi irrisolti, che unifica gestione della rete di alta tensione e proprietà delle linee. Il secondo snodo importante è l’accordo europeo per aprire i mercati in pochi anni. I tempi voluti dall’Europa sono in linea con quanto delineato nel Ddl Marzano, anticipatore delle tendenze di Bruxelles. La direttiva, unificando i mercati nazionali, potrebbe eliminare buona parte delle attuali distorsioni, come i contrasti che si generano fra i Paesi che hanno adottato una politica più liberista (soprattutto il Nord Europa) e quelli più cauti (è il caso della Francia o in misura minore della Germania). In attesa che questi due corpi legislativi vengano approvati, le aziende elettriche, i consumatori e il mondo della politica lavorano su altri fronti. Nell’editoriale di questo numero di Elementi, Pier Luigi Parcu accenna agli esempi della Borsa elettrica e dell’Acquirente unico. Ma c’è anche il tema degli investimenti in “hardware”, in centrali, linee di alta tensione e di approvvigionamento di materie prime energetiche.

elementi

| febbraio/aprile 2003

“ ” borsa elettrica

È irrisolto il nodo centrale: una Borsa obbligatoria o una Borsa marginale? Chi ha possibilità di “orientare” il prezzo del chilowattora, e cioè le maggiori società elettriche, non disprezzano l’idea di una Borsa obbligatoria nella quale vengano trattate tutte le partite energetiche. È questa l’impostazione iniziale del decreto Bersani del ’99. I grandi consumatori industriali invece temono una Borsa “orientata” dai fornitori, che si tradurrebbe in prezzi difficilmente contrattabili.

“ ” borsa, pareri a confronto

Come osserva in queste pagine Enrico Letta, “il potere di mercato dell'ex monopolista non viene intaccato e non vi sono norme tali da incrementare la concorrenza”. Aggiunge dagli Stati Uniti James Bushnell, dell’Università della California: “L'esistenza di un mercato centralizzato ed organizzato, di per sé, non è importante: lo è invece fissare le regole e gli incentivi per le contrattazioni che avranno luogo nel medesimo mercato. Il maggiore rischio legato all'avvio di un sistema di borsa nel settore elettrico è rappresentato dalla vulnerabilità all'esercizio del potere di mercato sul lato dell'offerta. Uno dei più importanti strumenti di protezione contro il potere di mercato sul lato dell'offerta sta nella capacità della domanda a svolgere un ruolo attivo”. E Maria Luisa Huidobro y Arreba, presidente della Borsa elettrica spagnola Omel, aggiunge che per un mercato aperto bisogna “armonizzare lo sviluppo delle contrattazioni e i contratti bilaterali per garantire condizioni di liquidità a tutti gli operatori”. Torger Lien, al vertice della Borsa elettrica del Nord Pool, ricorda in Elementi che “occorre superare le difficoltà delle asimmetrie tra i diversi paesi e la mancanza di concorrenza a livello locale. Poi vanno aperte le frontiere e incrementate le reti di trasmissione tra gli stati. Borsa elettrica: perché funzioni non basta un mercato fisico dell'energia e uno finanziario, serve soprattutto la fiducia degli operatori”. Se il Ddl Marzano non entra nel merito della Borsa è perché “la riforma, volta a una sempre maggiore liberalizzazione, ha preferito lasciare al mercato le sue regole del gioco”, soggiunge il sottosegretario alle Attività produttive Giovanni Dell’Elce.


IL

PUNTO

Jacopo Giliberto

“ ” famiglie e mercato

Legato al tema della Borsa è quello dell’Acquirente Unico, che nella Borsa dovrebbe acquistare l’elettricità da rivendere ai consumatori vincolati. La liberalizzazione europea sta facendo scomparire la figura del cliente vincolato, e quindi impone una riconfigurazione dell’Acquirente Unico. Legato al tema dell’Au c’è il problema dei contratti di importazione dalla Francia e dalla Svizzera, che scadranno nei prossimi anni. Su questo argomento si esprime Francesco Silva, presidente dell’Acquirente Unico: "Attualmente le importazioni di energia, che avvengono a prezzi sensibilmente più bassi rispetto alla produzione interna, consentono notevoli economie agli utenti liberi ma non a quelli vincolati che hanno il tramite dell'Enel. L'Acquirente Unico dovrà rendere possibile anche questo miracolo: famiglie e piccole imprese sullo stesso piano dei grandi utilizzatori”. Più ottimista in queste pagine il sottosegretario Dell'Elce: “Il Ddl Marzano – commenta - ha come obiettivo primario trasferire all'utenza gli attesi benefici del processo di liberalizzazione. Ma anche di porre le basi per un assetto in grado di dare certezza agli operatori del settore e, al contempo, di assicurare il passaggio di competenze previsto dalla riforma del titolo V della Costituzione. Il Ddl si propone inoltre di assicurare un servizio strategico, in termini di continuità e sicurezza degli approvvigionamenti, mettendo in campo una serie di misure atte a scongiurare i rischi di black out”.

“ ”

| elementi

Un capitolo in gran parte irrisolto, è quello della realizzazione delle infrastrutture (vedi sull’argomento il Forum con Scaroni e Quadrino in questo numero di Elementi). Negli ultimi mesi il Ministero delle Attività Produttive e il Ministero dell’Ambiente si sono impegnati a rilasciare molteplici autorizzazioni per la costruzione di centrali. Purtroppo i lavori effettivi per la costruzione di impianti sono iniziati solo in pochissimi dei nuovi siti autorizzati. Nei progetti delle due società entrano anche i combustibili: Enel ed Edison puntano su carbone e ciclo combinato e guardano con interesse all'orimulsion per ridurre il costo di produzione e il prezzo dell'energia. Un investimento prossimo venturo, essenziale per la Borsa e per tutti gli scambi, è la misura delle compravendite. Se al mercato rionale la bancarella ha la bilancia, nel settore elettrico molto è affidato alla fantasia contrattuale invece che alle cifre contabilizzate da strumenti di misura. Sarà questo un altro fronte di discussione dei prossimi mesi, come anticipa la Huidobro della Borsa spagnola: “In base alla nostra esperienza, bisogna porre attenzione sin dall'inizio alla regolazione dei pagamenti e alla misura dei relativi parametri. Disporre di servizi di misura e di contatori adeguati è essenziale, soprattutto per l'ultima tappa del processo, cioè la liberalizzazione della domanda. Questo gioca un ruolo rilevante per tutelare il diritto dei piccoli consumatori a cambiare il proprio fornitore”. e

febbraio/aprile 2003

capitolo investimenti

Pagina

5


PRIMO PIANO

di

Loyola de Palacio*

Nuove regole per il mercato elettrico

* Vicepresidente della Commissione Europea per l’energia, i trasporti e le relazioni con il Parlamento Europeo

Il mercato unico dell’energia: una decisione storica Sarà il più vasto mercato al mondo dell’energia elettrica e del gas. Garantiremo sicurezza di approvvigionamento ed effettiva interconnessione delle reti. Vigileremo affinché il nuovo mercato interno non porti alla creazione di oligopoli energetici. Il nostro obiettivo? Raggiungere un livello di fornitura ed efficienza unico al mondo.

Pagina

6

elementi

| febbraio/aprile 2003

Il 25 novembre 2002 i Ministri dell’Energia dell’Unione Europea hanno adottato una decisione storica. Il Vertice di Bruxelles ha approvato un accordo che prepara il terreno per la creazione del più vasto mercato al mondo dell’energia elettrica e del gas. Nei mercati dell’energia dell’Unione ci sarà libera concorrenza per gli utenti industriali entro il 2004, ed entro il 2007 per quelli domestici. Il testo dell’accordo pone in evidenza gli obblighi di servizio pubblico, in particolare il servizio universale e la tutela dei consumatori. Il percorso di liberalizzazione comporterà l’istituzione di autorità di regolamentazione indipendenti e la separazione delle attività di trasporto e distribuzione da quelle di produzione ed erogazione dei servizi. Si tratta di un accordo di grande rilevanza, che conclude un lungo e complicato iter. Nel mercato unico dei 15, infatti, l’energia era un tema che restava ancora aperto. Mentre la stragrande maggioranza dei prodotti e dei servizi venivano già scambiati in regime di libera concorrenza, i prodotti energetici forniti attraverso le reti di trasmissione e distribuzione rappresentavano ancora dei feudi nazionali, molte volte controllati da imprese pubbliche operanti in regime di monopolio, con effetti negativi sulla competitività delle imprese interessate, spesso costrette a pagare tariffe più elevate di quelle che

Loyola de Palacio

avrebbero pagato se fossero state libere di scegliere il proprio fornitore.

apertura del mercato ma anche politica di sicurezza dell’approvvigionamento e di effettiva interconnessione delle reti

Prima di avviare la completa liberalizzazione del settore energetico, sarà importante osservare una serie di regole necessarie per un comparto strategico dal quale dipende tutta l’economia. Ogni apertura del mercato ritengo debba accompagnarsi ad una politica di sicurezza dell’approvvigionamento e di effettiva interconnessione delle reti dell’elettricità e del gas, in modo che la liberalizzazione prevista a tavolino diventi realtà. Tematica questa già affrontata nel Libro Verde “Verso una strategia per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico”, pubblicato dalla Commissione alla fine del 2000. Nel documento, infatti, la Commissione formulava una serie di proposte tendenti a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento sul mercato liberalizzato, nel rispetto degli impegni ambientali. La Commissione poneva l’accento sulle fonti energetiche indigene, in particolare quelle rinnovabili. L’obbiettivo era di raddoppiare la quota di energia da fonte rinnovabile nella domanda energetica


PRIMO PIANO

Loyola de Palacio

complessiva dell’Unione, portandola dal 6% del 1998 al 12% nel 2010. È con questo spirito che, nel luglio del 2001, la Commissione ha presentato una direttiva per la promozione dell’energia “verde”. La Direttiva si basa su quattro punti: fissazione di obbiettivi nazionali di diffusione delle fonti rinnovabili, istituzione di regimi di sostegno, snellimento delle procedure di autorizzazione e garanzia di accesso alla rete elettrica da parte delle fonti rinnovabili. Si tratta di un piano ambizioso che richiederà un sostegno pubblico decisivo, come quello attualmente accordato a fonti più redditizie, quali il nucleare ed il petrolio.

disponibilità di fonti energetiche sicure, affidabili ed accessibili

elementi

|

febbraio/aprile 2003

In ogni caso, per i cittadini dell’Unione, la disponibilità di fonti energetiche sicure, affidabili ed accessibili, di qualunque origine, costituirà un diritto irrevocabile. Sarà quindi necessario adottare dei meccanismi di salvaguardia, onde assicurare l’adempimento degli obblighi di servizio pubblico e far sì che l’apertura del mercato non pregiudichi la fornitura di energia alle fasce più deboli della popolazione. Per questo la Commissione Europea ha adottato una Direttiva sull’elettricità nel ’96 e, due anni dopo, una sul gas. Grazie a tali strumenti giuridici, si è pervenuti ad un elevato grado di apertura dei mercati. Attualmente, nell’UE, sono liberalizzati i due terzi della domanda elettrica e circa l’80% della domanda di gas. Ciò ha portato ad una diminuzione dei prezzi, soprattutto nel settore elettrico. Nel marzo del 2001, la Commissione ha proposto un’accelerazione del processo per favorire l’instaurarsi di condizioni concorrenziali nel mercato interno. L’apertura del mercato non è fine a se stessa, ma deve offrire prezzi più competitivi, migliore qualità del servizio agli utenti e garantire la sicurezza della fornitura e dell’approvvigionamento di energia. Questo vasto processo comincia ora a dare i suoi frutti. In base alla nostra esperienza, l’apertura del mercato e la tutela del servizio pubblico sono obbiettivi complementari. Come dimostrato dalla liberalizzazione delle telecomunicazioni e dell’elettricità, disporre di una vasta gamma di fornitori significa non soltanto abbassare i prezzi, ma anche elevare il livello del servizio. Occorre però una certa dose di regolamentazione per garantire la realizzazione di alcuni obbiettivi di servizio pubblico, ad esempio evitare distacchi arbitrari della fornitura da parte delle imprese e servire anche gli utenti meno “redditizi”. La regolamentazione che si rende necessaria per tutelare i diritti dei consumatori deve accompagnarsi a strumenti di garanzia dell’approvvigionamento. Non dobbiamo permettere che l’apertura del mercato porti a situazioni di blackout, come è successo in California, anche se le condizioni in Europa sono molto diverse. In California, a fronte di una grossa crescita della domanda, vi erano ostacoli e disincentivi che impedivano la realizzazione di interconnessioni e la comparsa sul mercato di nuovi produttori. Ciò non significa che possiamo cullarci sugli allori. Nella proposta di liberalizzazione dei mercati dell’elettricità e del gas del marzo del 2002, la Commissione ha indicato misure di rafforzamento delle direttive esistenti in materia di sicurezza dell’approvvigionamento. Infatti, gli Stati membri e la Commissione dovranno verificare l’equilibrio fra la domanda e l’offerta, affinché

Pagina

segue

7


PRIMO PIANO

Loyola de Palacio

gli Stati stessi possano, ove necessario, partecipare alle gare per lo sviluppo di nuova capacità di generazione. Analogamente, le autorità comunitarie assicureranno che il nuovo mercato interno non porti ad oligopoli energetici, con effetti distorsivi sulla concorrenza fra i fornitori. La Direttiva sulla liberalizzazione del settore energetico prevede anche che le società di distribuzione siano separate da quelle di produzione, al fine di evitare posizioni di privilegio sul mercato.

Pagina

occorre un numero sufficiente di interconnessioni fra le reti nazionali e regole chiare per gli scambi transfrontalieri

Oltre a ciò, occorrerà migliorare ed ampliare l’attuale infrastruttura energetica. La presenza di un grande mercato UE darà un notevole contributo alla sicurezza dell’approvvigionamento. Tuttavia, sarà necessario creare un numero sufficiente di interconnessioni fra le varie reti nazionali e stabilire regole chiare per gli scambi transfrontalieri. All’interno dell’UE, esistono linee-guida per l’apertura del mercato, in base alle quali almeno il 10% della capacità delle reti nazionali deve essere interconnessa. La Comunità dispone, comunque, di sufficiente capacità di produzione di energia. La Commissione ha già presentato proposte legislative per la regolamentazione degli scambi transfrontalieri, nonché una proposta di potenziamento delle interconnessioni fra gli Stati membri. In un dettagliato rapporto, abbiamo individuato le principali strozzature e gli interventi necessari per eliminarle. La sicurezza dell’approvvigionamento riguarda sia l’energia elettrica, sia il gas.

8

FONTI ENERGETICHE Così nel mondo… …e in Europa elementi

| febbraio/aprile 2003

18%

27%

35% 39%

16% 14%

10% 17%

Petrolio

Gas naturale

16%

Nucleare

Fonte: Bp Amoco statistical review energy e Autorità per l’energia elettrica e il gas - Dati 2000

Carbone

8%

Altre fonti


PRIMO PIANO

Loyola de Palacio

Il Consiglio dei Ministri dell’Energia dell’UE, tenutosi a Bruxelles lo scorso 25 novembre, ha accolto favorevolmente la proposta di modifica della direttiva 96/92 CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica e la proposta di regolamento sugli scambi transfrontalieri di energia elettrica. Entrambi i provvedimenti saranno adottati entro il primo semestre del 2003. Direttiva 96/92 CE L’accordo politico sulla modifica della direttiva 96/92 CE ha riguardato, in particolare, i seguenti temi: - l’adozione in tutti gli Stati membri entro il 1 luglio 2004. - la liberalizzazione dei clienti non domestici a partire dal 1 luglio 2004 e di tutti i clienti a partire dal 1 luglio 2007; - l’Unbundling dei Gestori di Rete, in termini di separazione giuridica nell’impresa verticalmente integrata, da applicare entro il 1 luglio 2004 per le reti di trasmissione e entro il 1 luglio 2007 per le reti di distribuzione. - gli obblighi di servizio pubblico che gli Stati membri devono perseguire in un mercato concorrenziale: sicurezza tecnica e degli approvvigionamenti, tutela dei consumatori, incremento della quota di energia rinnovabile e produzione combinata di calore ed elettricità.

A cura di Cristina Pascucci

segue

|

Reti transeuropee: i nuovi orientamenti (TEN energia) È l’ accordo politico sugli obiettivi, le priorità e le grandi linee d'azione dell'Unione in materia di reti transeuropee dell'energia (Decisione 1254/96/CE). L’accordo identifica anche i progetti di interesse comune nelle reti di trasmissione di energia elettrica eventualmente oggetto di progetti di finanziamento comunitario. Al fine di conseguire, entro il 2005, un aumento del 10% rispetto all’attuale livello delle interconnessioni tra gli Stati membri, la decisione identifica 12 Assi di progetti prioritari di interesse europeo, di cui 7 nel campo delle reti elettriche (tra questi, il rafforzamento delle interconnessioni dell’Italia con la Francia, l’Austria, la Slovenia e la Svizzera) e 5 nel campo delle reti del gas (tra i quali, la costruzione di gasdotti dall’Algeria alla Spagna alla Francia e all’Italia) e fornisce l’elenco aggiornato dei progetti di interesse comune che possono accedere al finanziamento TEN. Tra quelli relativi alle Reti elettriche, la lista dei progetti TEN contiene quelli di interconnessione e gli interventi previsti nel Programma Triennale di sviluppo della rete di trasmissione approvato dal GRTN per il triennio 2002-2004. Tra questi: la linea S.Fiorano- Robbia (Italia- Svizzera); il collegamento tra Cordignano e Lienz (Italia- Austria); lo studio per una nuova linea di interconnessione tra l’Italia e la Slovenia che il GRTN inserirà nel Programma Triennale di sviluppo del 2003; la proposta avanzata al Réseau de Transport d’electricité per una nuova interconnessione tra l’Italia e la Francia; il cavo sottomarino con la Sardegna e il collegamento tra la Calabria e la Sicilia.

elementi

Regolamento scambi transfrontalieri Il Consiglio dei Ministri della UE ha accolto la proposta presentata, a tal riguardo, dalla Presidenza Danese. Scopo del regolamento è pervenire ad un approccio armonizzato tra i Gestori di Rete Europei, in materia di tariffe di accesso alle reti, mediante un sistema di compensazione per i flussi transfrontalieri di energia elettrica sulle reti di trasmissione e attraverso un meccanismo armonizzato di definizione dei corrispettivi di accesso alle reti, non correlati alla distanza. In materia di gestione delle congestioni, la proposta di Bruxelles intende assegnare la capacità di interconnessione con soluzioni non discriminatorie basate su criteri di mercato. Per superare il problema delle congestioni e favorire la costruzione di nuove interconnessioni con l’estero, il regolamento prevede, in alcuni casi, il ricorso alla procedura dell’accesso negoziato in luogo dell’accesso regolato. L’accordo del 25 novembre estende l’ambito di applicazione della deroga non soltanto alle nuove interconnessioni a corrente continua, ma anche, in casi eccezionali, ai dispositivi nuovi a corrente alternata, nonché alle interconnessioni esistenti, quando sia necessario aumentare in modo significativo la capacità di interconnessione.

febbraio/aprile 2003

- la procedura dell’accesso regolato basato su tariffe pubblicate e praticate a tutti i clienti idonei per garantire trasparenza nell’accesso alle reti di operatori.

Pagina

9


PRIMO PIANO

Loyola de Palacio

Lo sviluppo dell’interconnessione NUOVA LINEA ITALIA - SVIZZERA

NUOVA LINEA ITALIA - AUSTRIA

S. Fiorano - Robbia

Cordignano - Lienz

NUOVA INTERCONNESSIONE ITALIA - FRANCIA

NUOVA LINEA ITALIA - SLOVENIA Udine - Okroglo Studio

Studio

NUOVO CAVO SOTTOMARINO Pagina

Sardegna - Penisola Italiana

10

NUOVO CAVO SOTTOMARINO Sicilia - Calabria elementi

Fonte: GRTN

| febbraio/aprile 2003

Per il gas, alcuni hanno criticato l’apertura del mercato, affermando che essa è incompatibile con la sicurezza dell’approvvigionamento. A mio avviso, questa critica è infondata. L’approvvigionamento di gas è garantito da contratti a lungo termine con produttori e distributori. Sono fermamente convinta che questi contratti continueranno a svolgere un ruolo importante sul mercato del gas dopo la liberalizzazione. Inoltre, i contratti a lungo termine devono diventare più flessibili e compatibili con le regole della concorrenza, così da consentire che, ad esempio, un’eccedenza di gas possa essere rivenduta da un Paese all’altro. Oltre ai contratti di lunga durata, dovremo anche sviluppare contratti flessibili di breve durata, che permettano di gestire meglio il rischio in funzione della domanda. Stiamo creando i più grandi mercati del gas e dell’elettricità al mondo, con obblighi di servizio pubblico. Mercati che saranno anche i più integrati, i più aperti e i più sicuri e dove gli utenti dell’UE avranno un livello di fornitura e di efficienza senza pari nel mondo. e


Nuove regole per il mercato elettrico

PRIMO PIANO

CCross BBorder TTariff: come migliorare gli scambi di energia tra gli Stati europei

febbraio/aprile 2003

L’Accordo è stato siglato in ambito ETSO (European Transmission System Operators, l’Associazione Europea dei Gestori di Rete), da Italia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, Spagna, Svizzera. Valido fino al 31 dicembre 2003, ha visto l’adesione di tre nuovi stati firmatari,

Nel nuovo Accordo, alla base del meccanismo di funzionamento, c’è la definizione di un fondo corrispondente al costo complessivo “stimato” per la remunerazione dell’Horizontal Network in rapporto ai volumi di traffico relativi all’annualità precedente. Dopo aver calcolato ex post - in base ai flussi reali - i costi effettivi sulle reti di trasmissione, viene operata una “ compensazione” tra i diversi gestori di rete. Il fondo è strutturato in due parti: la prima “alimentata” dalle tariffe a carico dei Paesi esportatori e pari a 0,5 Euro/MWh per il 2003. La seconda, invece, viene coperta da ciascun gestore di rete, sia per i paesi importatori sia esportatori, mediante la “socializzazione” dei costi e, quindi, l’imputazione alla tariffa di trasmissione.

|

Questo è il risultato del secondo Accordo CBT (Cross Border Tariff), che tende anche a favorire l’aumento degli scambi transfrontalieri. Lo schema adottato ha confermato la regola, già introdotta con il primo Accordo del 2002, della tariffa unica a livello europeo, il cosiddetto “francobollo energetico”, per gli scambi transfrontalieri di energia elettrica. Tale tariffa fa sì che il costo dell’energia importata non dipenda dal numero dei Paesi attraversati e dalle differenti tariffe in questi applicate e contemporaneamente permette una maggiore trasparenza e la riduzione dei costi complessivi che le imprese italiane debbono sostenere per acquistare energia elettrica dall’estero.

Lussemburgo, Slovenia e Repubblica Ceca, mentre Grecia, Ungheria, Polonia e Slovacchia hanno la possibilità di entrarne a far parte dal prossimo mese di luglio. Si tratta di una tappa significativa nel processo di costruzione del Mercato unico europeo dell’energia elettrica, avviato con il primo degli Accordi CBT, firmato dopo un lungo negoziato con i vari Gestori di rete europei, tra cui il GRTN, rimasto in vigore dal 1 marzo al 31 dicembre 2002.

elementi

A partire dal 1 gennaio 2003 è possibile per le imprese italiane acquistare energia elettrica dall’estero con una tariffa di trasporto pari a 0,5 euro per MWh importato, corrispondente al 50% in meno rispetto a quella praticata nel 2002.

e

Pagina

11


PRIMO PIANO

Intervista a

Dell’Elce | Letta

Nuove regole per il mercato elettrico

I temi più importanti del momento visti da due angolazioni differenti. Divergenze sì, ma anche qualche sorpresa.

Botta e risposta tra Giovanni Dell’Elce e Enrico Letta Elementi apre un “faccia a faccia” tra due importanti personaggi del mondo dell’energia: l’On. Giovanni Dell’Elce, attuale Sottosegretario al Ministero delle attività produttive, con delega all’energia, e l’On. Enrico Letta, già Ministro dell’Industria nel precedente esecutivo Amato. A loro il compito di fornirci indicazioni utili su un panorama travagliato e complesso come quello energetico, terreno sul quale si giocheranno importanti partite per l’Italia in termini di produzione e di economia.

di Claudio Mimmi

On Letta, On. DellElce, quali i punti di forza del disegno di legge Marzano? E quali quelli critici?

Pagina

12

elementi

| febbraio/aprile 2003

Letta: Il ddl Marzano è successivo alle conclusioni dell’Indagine della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati che condividevo in gran parte. Purtroppo, però, solo un segmento di quanto auspicato in quelle conclusioni è stato recepito dal ddl. Come, ad esempio, il venire meno della separazione fra proprietà e gestione della rete di trasmissione nazionale di energia elettrica, o le misure per la diversificazione delle fonti energetiche. Sono state, invece, inserite molte norme non condivisibili e, in linea generale, l’intervento di liberalizzazione è stato meno incisivo di quanto ci si sarebbe potuto attendere. Da un lato il potere di mercato dell’ex monopolista non viene intaccato e non vi sono norme tali da incrementare la concorrenza. Dall’altro vi sono, invece, norme che potrebbero avere come effetto un aumento dei prezzi, quali la non contestuale abolizione degli “stranded cost” e della rendita idroelettrica, l’aumento della remunerazione delle reti e la previsione di tributi ambientali a livello regionale. E poi è insufficiente lo sforzo per un maggiore coordinamento fra istituzioni

centrali e locali, il che rischia di aumentare i conflitti. Dell’Elce: Il provvedimento ha come obiettivo primario quello di trasferire all'utenza gli attesi benefici del processo di liberalizzazione, avviato sui mercati energetici europei: un calo cioè delle tariffe che in Italia registrano ancora un 'gap' con gli altri paesi europei che vede le famiglie, ma anche le imprese, pagare bollette elettriche tra le più alte del vecchio continente. Ma anche di porre le basi per un assetto regolamentare in grado di dare On. Giovanni Dell’Elce certezza agli operatori del settore e, al contempo, di assicurare il passaggio di competenze previsto dalla riforma del titolo V della Costituzione. Il ddl si propone inoltre di assicurare


PRIMO PIANO

Dell’Elce | Letta

un servizio strategico, in termini di continuità e sicurezza degli approvvigionamenti, indicando una serie di misure atte a scongiurare i rischi di black out. Tra quelli che definirei poi ‘punti di forza’ c’è certamente l’armonizzazione tra le regole previste per il mercato dell'elettricità con quelle previste per il gas, recependo anche le conclusioni dell'indagine conoscitiva condotta dalla Commissione Attività Produttive della Camera guidata da Bruno Tabacci e quelle del vertice di Barcellona.

La strada imboccata per sostenere un incremento dell’offerta è adeguata? Pensate che il decreto sblocca centrali e le norme per un intervento sbloccareti contenute nel ddl Marzano siano in grado di produrre risultati concreti? Dell’Elce: Sul fronte dell’aumento della capacità produttiva, il decreto sblocca centrali sta producendo già i suoi effetti. È stata recentemente autorizzata la costruzione del primo impianto con la nuova procedura semplificata che prevede una sola autorizzazione in capo al Ministero delle Attività produttive. Penso, inoltre, che le norme contenute nel ddl che ripercorrono la stessa strada della semplificazione anche per la realizzazione di nuove linee o l’ampliamento di quelle esistenti, possano apportare un contributo significativo allo sviluppo dell’intero sistema. Letta: Si tratta di norme che hanno intenti lodevoli e tecnicamente apprezzabili, ma sono state disegnate, purtroppo, in presenza di vincoli normativi assai stringenti. In assenza di interventi volti a rimuovere almeno parzialmente questi vincoli, gli effetti rischiano di essere deboli.

febbraio/aprile 2003

Il ruolo dei gestori delle reti, nel nuovo scenario che si viene delineando con il ddl Marzano, ne esce rafforzato. O, al contrario, indebolito? Quali nel caso i rischi?

elementi

|

Letta: Come ho già detto, il ruolo dei gestori di rete (anche del gas naturale oltre che dell’elettricità) ne esce giustamente rafforzato. Queste figure sono centrali in un sistema liberalizzato e la loro buona performance è essenziale per garantire una piena funzionalità del settore. Già da tempo l’attuale opposizione si è dichiarata favorevole all’unione di proprietà e gestione della rete elettrica. Dell’Elce: Il provvedimento all’esame del Parlamento prevede la 'terzietà' delle reti. Un principio base per garantire il libero accesso a On. Enrico Letta tutti gli operatori e che comporterà una modifica degli attuali assetti proprietari sia per l’Enel, sia per l’Eni. L’obiettivo è realizzare, per l’elettricità, quella riunificazione da tempo sollecitata da più parti, necessaria ad una migliore operatività del GRTN per il controllo dei flussi nel Paese.

Pagina

segue

13


PRIMO PIANO

Dell’Elce | Letta

Previsioni sulla crescita dei consumi Anno

Miliardi di kWh

Tasso di incremento medio annuo

2002

310,4*

+ 1,8 %

2003

318,4

+ 2,6 %

2004

329,6

+ 3,5 %

2005

340,0

+ 3,2 %

2010

397,0

+ 3,1 %

*provvisorio Fonte: GRTN

Pagina

14

Le difficoltà a far ripartire la stagione delle privatizzazioni stanno lasciando spazio al riemergere di tendenze protezionistiche. E non solo in quei Paesi che da sempre si sono mostrati diffidenti all’apertura dei propri mercati. Credete via sia una tendenza crescente al mantenimento del controllo politico dei campioni nazionali? Si intravedono tentazioni in questa direzione anche in Italia?

elementi

Dell’Elce: Il fatto che nel ddl non sia stata prevista – come forse molti attendevano – l’indicazione di un tetto alla presenza dell'Enel sul mercato, non cela la tentazione di difendere un campione nazionale. Al contrario. La riforma, volta ad una sempre maggiore liberalizzazione, ha invece preferito lasciare al mercato le sue regole del gioco. Sono state cosi’ previste una serie di norme da demandare alla Borsa elettrica, tali da impedire al gruppo di esercitare il suo 'peso' nella formazione del prezzo dell'elettricità.

| febbraio/aprile 2003

Letta: Un conto è mettere a punto un piano energetico nazionale, atto auspicabile e auspicato dalla indagine conoscitiva della X Commissione, mentre ben altra cosa è tentare, talvolta in modo quanto meno opinabile, di mantenere il controllo politico sui cosiddetti campioni nazionali. I mercati dell’energia vanno verso dimensioni comunitarie e la difesa di campioni nazionali appare irrimediabilmente miope. Nel ddl Marzano la difesa del campione nazionale traspare con forza: non si promuove in alcun modo la concorrenza e si assicurano rendite agli ex monopolisti come quella legata ai contratti pluriennali di importazione.

Il tema delle tariffe resta sempre in primo piano. Quali gli interventi necessari per una discesa dei prezzi. O comunque per un riallineamento alla media Ue, soprattutto per quanto riguarda famiglie e pmi? Letta: Purtroppo, il livello medio dei prezzi in Italia è maggiore di quello europeo a causa soprattutto degli elevati costi di generazione, dovuti a loro volta, in buona parte, al diverso mix di impianti in opera in Italia rispetto agli altri Paesi


PRIMO PIANO

Dell’Elce | Letta

dell’Unione Europea (si pensi, fra tutti al nucleare francese o al carbone presente in tutti i Paesi dell’Ue). Tenuto conto di ciò, nel nostro Paese solo a medio termine è lecito attendersi una sensibile riduzione del prezzo dell’energia elettrica. A riguardo, il Ministro Marzano ha senza dubbio peccato di ottimismo o superficialità quando ha dichiarato che l’entrata in vigore del ddl comporterebbe la riduzione entro tre anni del 5% del prezzo medio dell’elettricità in Italia. Piuttosto che sottolineare l’importanza e gli auspicati effetti di norme tutto sommato di minore entità, il Governo dovrebbe invece dare attuazione in tempi brevi a tutta una serie di misure delineate nel corso della passata legislatura (fra le principali, l’avvio della Borsa e dell’Acquirente Unico) che, accompagnate dalle altre a cui ho fatto sopra riferimento, potranno dare piena attuazione alla liberalizzazione del settore dell’energia elettrica e fare in modo che, da qui a qualche anno, il prezzo dell’energia possa sensibilmente diminuire e portarsi verso i livelli Ue. Servono interventi strutturali: il ddl Marzano viceversa non si occupa di tali aspetti e, anzi, il Governo, con interventi quali il decreto blocca tariffe, va in una direzione diametralmente opposta. Interventi che, tra l’altro, rischiano di pregiudicare lo stesso processo di privatizzazione di ulteriori quote di ENEL e ENI.

febbraio/aprile 2003

Dell’Elce: Come più volte ribadito dallo stesso Ministro Antonio Marzano, l’abbattimento delle tariffe ed il trasferimento dei benefici della liberalizzazione sulle bollette degli utenti, restano tra i principali obiettivi della riforma all’esame. E, secondo le nostre previsioni, il disegno di legge contiene una serie di norme e di misure che, se saranno realizzate, potranno portare ad un calo dei prezzi dell’elettricità e ad una riduzione del differenziale che oggi allontana le tariffe italiane da quelle dei nostri partners. e

2001 (GWh)

Variazione (%)

Fabbisogno

310.369

304.832

+ 1,8

Produzione nazionale (da cui detrarre per pompaggi)

270.340 - 10.569

265.966 - 9.511

+ 1,6

Import

50.598 (16,3 %)

48.377 (15,9 %)

+ 4,6

(*) Dati Provvisori Fonte: GRTN

elementi

2002 (*) (GWh)

|

Bilancio Elettrico dell’Italia

Pagina

15


MICROSCOPIO

Forum

Scaroni | Quadrino

Il parco di generazione elettrica: problemi e prospettive

Forum con Paolo Scaroni, AD di Enel e Umberto Quadrino, Presidente di Edison

Più centrali e diversificazione dei combustibili, così nasce la competizione Scaroni: 3 miliardi di euro per trasformare centrali per 10.000 MW e riduzione dei costi attraverso la modifica del mix di combustibili. Quadrino: Costruiremo centrali per 4.000 MW per arrivare ad un totale di 14.000 MW di capacità complessiva. Enel ed Edison puntano su carbone e ciclo combinato e guardano con interesse all’orimulsion per ridurre il costo di produzione e il prezzo dell’energia. Rete elettrica: superare i veti locali ed eliminare i colli di bottiglia che creano inefficienze ed alti costi per il sistema di generazione. Il federalismo energetico non ha a che vedere con la liberalizzazione del settore, ma è importante che sia compatibile con il mercato unico dell’energia elettrica e del gas.

di Fausto Carioti

Pagina

16

elementi

| febbraio/aprile 2003

Il mix di fonti primarie della produzione elettrica italiana non ha uguali in Europa. Nel resto dell'Unione il settanta per cento dell'elettricità è prodotto da centrali nucleari e a carbone. In Italia la stessa percentuale di chilowattora è generata bruciando idrocarburi, costosi e non rinnovabili. I problemi di caro-bolletta che pesano su famiglie e imprese, assieme al complicarsi del quadro geopolitico e alle conseguenti tensioni sul prezzo del petrolio - al quale è "agganciato" quello del gas - hanno spinto le autorità e lo stesso legislatore a consigliare un allineamento del parco centrali italiano al livello medio europeo. La Commissione Attività produttive della Camera più volte ha sostenuto la necessità di aumentare il ricorso al "carbone pulito". Loyola de Palacio, commissario Ue all'Energia, ha infranto addirittura il tabù più grande, dicendo ai Quindici che "non possiamo rinunciare al nucleare", per motivi ecologici e strategici. A queste sollecitazioni e alle altre necessità del sistema elettrico italiano - prima tra tutte quella di aumentare la produzione - Enel ed Edison, i due maggiori competitor di un mercato finalmente aperto alla concorrenza, hanno risposto

Umberto Quadrino

dandosi nuove linee strategiche. Paolo Scaroni, amministratore delegato di Enel, e Umberto Quadrino, presidente di Edison, le illustrano in questo colloquio con Elementi.


MICROSCOPIO

Scaroni | Quadrino

Paolo Scaroni

elementi

|

febbraio/aprile 2003

Scaroni, giunto al vertice dell'ex monopolista dopo un periodo in cui la parola d'ordine era "diversificare" il business, spiega che, sotto la sua guida, "Enel intende concentrarsi sul mestiere che sa fare bene: quello della produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas, ponendo costante attenzione al recupero di efficienza". In che modo? "Nella generazione vogliamo ridurre i costi attraverso una modifica del mix dei combustibili utilizzati con un vasto programma di investimenti per la ristrutturazione del parco centrali. Le opportunità di crescita all'estero saranno valutate selettivamente, scegliendo quelle in grado di generare utili. Ci concentreremo su quei Paesi che possono scambiare elettricità con l'Italia. Oltre che con la penisola iberica, dove siamo già presenti, con i Paesi dell'Europa centrale e orientale, dove Enel può partecipare con il proprio know how ai processi di privatizzazione". Lo sforzo di razionalizzazione e recupero di quote d'efficienza sarà meno impegnativo sul fronte delle reti: "Già oggi", assicura Scaroni, "Enel è tra i più efficienti operatori in Italia sia nei costi, sia nella qualità del servizio. Ulteriori benefici verranno dal potenziamento delle sinergie nella distribuzione di elettricità e gas". Una sfida che Quadrino ed Edison hanno intenzione di raccogliere. "Nel settore dell'energia elettrica", annuncia il presidente della società d'energia più antica d'Italia, "Edison punta a rafforzare la propria posizione di principale operatore privato e secondo operatore nazionale. Vogliamo aumentare la nostra quota sia nella generazione di energia, che nelle vendite al mercato libero, perseguendo una crescita forte e bilanciata fra asset di generazione e vendite al mercato finale". Per raggiungere questo obiettivo, Edison ha già pronto un piano di crescita della capacità produttiva: "Oltre alla avvenuta acquisizione di Eurogen con i suoi circa 7.000 MW, di metà dei quali Edison disporrà attraverso un tolling agreement, è prevista la costruzione di centrali per un totale di circa 4.000 MW, consentendoci di arrivare complessivamente a circa 14.000 MW di capacità". Sul fronte delle vendite l'obiettivo di Edison è "rafforzare la nostra base di clienti nel segmento delle medie aziende, dove

Pagina

segue

17


MICROSCOPIO

Pagina

Scaroni | Quadrino

abbiamo una posizione di leadership. Siamo pronti anche per servire le piccole imprese che accederanno al mercato libero a partire dai prossimi mesi". Diversificare le fonti d'approvvigionamento è diventato un imperativo. A questo bisogno, fa sapere Scaroni, Enel ha risposto mettendo in programma "tre miliardi di euro di investimenti per trasformare centrali per 10.000 MW". E spiega: "Due centrali vicine al mare, per circa 5.000 MW, le alimenteremo a carbone e orimulsion. Le altre le convertiremo a ciclo combinato, il modo più efficiente di usare il prezioso gas naturale". A chi solleva preoccupazioni per l'impatto ambientale, Scaroni replica che "la Germania e la Danimarca, Paesi con grande sensibilità ambientale, producono più di metà della loro energia elettrica usando il carbone. Infatti, grazie alle nuove tecnologie, le moderne centrali riducono le emissioni del settanta-ottanta per cento rispetto agli impianti a olio che vanno a sostituire". Una mossa che si spiega anche con la ricerca di una maggiore competitività: "In questo modo", riconosce Scaroni, "contiamo di ridurre i costi di produzione per renderli più competitivi di quelli dei nuovi produttori che entreranno sul mercato. Inoltre potremo disporre di un mix di combustibili più equilibrato. Il carbone non solo costa meno dell'olio, ma è anche disponibile in molte parti del mondo, ha fluttuazioni di prezzo inferiori all'olio e al gas ed è facilmente trasportabile via nave. Sono convinto che il problema della diversificazione dei combustibili per produrre energia elettrica sia centrale per garantire energia sicura e a buon prezzo per il Paese. Noi stiamo facendo la nostra parte". Una strategia che non differisce molto da quella sull'agenda del principale concorrente. Quadrino la spiega così: "È nostra intenzione perseguire uno sviluppo del parco centrali compatibile con il rispetto dell'ambiente e con gli obiettivi che il Paese si è posto a riguardo, e che permetta di ridurre il costo di generazione dell'energia per l'Italia. Il nostro attuale parco di centrali è costituito prevalentemente da impianti a turbogas ed idroelettrici, mentre Eurogen porta in eredità anche alcune centrali ad olio combustibile e carbone. Inoltre Edison è il secondo produttore nazionale di energia eolica. Puntiamo soprattutto a nuove centrali a ciclo combinato a gas ad alta efficienza e con bassissimi livelli di emissioni inquinanti. Ma guardiamo con interesse alle nuove tecnologie per

18

elementi

Bilancio elettrico 2002 dell’Italia (provvisorio)

|

15%

febbraio/aprile 2003

Acqua

52% Centrali idroelettriche

47,3 TWh (*) 70%

Carbone Olio Gas Centrali termoelettriche

23%

1% 2%

Centrali geotermoelettriche 4,4 TWh

Aerogeneratori

0,3%

Illuminazione pubblica 23%

Clienti terziari

16%

Totale energia richiesta 310,4 TWh 50,6 TWh

(*) Da cui detrarre 10,5 TWh per pompaggi

Fonte: GRTN

RETE TRASMISSIONE NAZIONALE 380-220-150-132 kV oltre 44 mila km

1,1 TWh

Estero Importazione

Clienti domestici

217,5 TWh

Fluidi Geotermici

Vento

Clienti industriali

380-220 V


MICROSCOPIO

Scaroni | Quadrino

La classifica dei costi Costo (Euro/C/KWh) 2002

8,14

8,16

8,91

8,48

10

8

2,12

2

2

3,37

3,37

4

4

3,52

4,42

4,32

4,61

6,38

5,93

6,62

4,46

5,09

5,03

5,74

5,44

5,56

6

5,7

5,7

6,59

6,65

Costo (Euro/C/KWh) 2001

a ric

ia

Af

ez Su

d

Sv

Fin

lan

di

a

da Ca

ali str Au

Ba si Pa e

na

a

i ss

io lg Be

Fr

an

cia

ito Re

gn

o

Sp

Un

ag

na

ia Ge

rm

an

ni iU St

at

Ita

lia

ti

0

Andamento del costo di produzione dell’energia elettrica tra il primo aprile 2001 e lo stesso giorno del 2002. Raffronto tra i Paesi del mondo con consumi più alti. Fonte: Elaborazioni Nus Consulting group

elementi

|

febbraio/aprile 2003

l'utilizzo pulito del carbone e all'orimulsion: entrambe avrebbero il grande vantaggio di abbassare il costo medio di produzione e quindi il prezzo dell'energia". Il GRTN si appresta a presentare il nuovo programma di sviluppo della rete elettrica per gli anni 2003-2005. Scaroni e Quadrino hanno qualche aspettativa. Per Scaroni, oltre ai nuovi interventi, "è fondamentale completare quelli avviati da anni, che per veti locali non si riescono a portare a termine, limitando l'efficienza complessiva del sistema elettrico italiano. Un esempio? Il completamento della MateraSanta Sofia". Anche Quadrino insiste sull'aumento dell'efficienza: "La rete di trasporto nazionale dovrebbe consentire di separare geograficamente la produzione di energia dal consumo. Ciò porterebbe ad un utilizzo ed uno sviluppo ottimali del parco di generazione, affinché l'energia possa fluire nel modo più efficiente possibile. Questo significa eliminare alcuni colli di bottiglia sulla rete che creano inefficienze e costi per il sistema complessivo di generazione, e che con l'introduzione della Borsa elettrica condurrebbero inevitabilmente alla creazione di mercati zonali con prezzi all'ingrosso diversi fra loro". Alla richiesta di indicare un intervento ritenuto necessario, Quadrino cita "il potenziamento del tratto di rete fra Torino (Rondissone) e Milano, che limita l'utilizzo della centrale Eurogen di Turbigo a 1.100 MW, rispetto ai 1.700 MW di capacità raggiungibile". Con i 48,4 TWh importati nel 2001, pari a circa il 16 per cento del consumo nazionale, l'Italia è il maggior importatore netto di energia in Europa. Il nostro è anche il Paese europeo con il più alto livello di interconnessione, insieme alla Francia e al Benelux. Con la differenza che gli altri Paesi sono esportatori netti o hanno un saldo import-export quasi nullo. Scaroni non è contrario ad aumentare ulteriormente la capacità d'importazione. "Un'eventuale incentivazione può essere

Pagina

segue

19


MICROSCOPIO

Pagina

Scaroni | Quadrino

accettata, anche se per ogni nuova linea si spegnerebbe una centrale in Italia, vista la nostra impossibilità di usare fonti a basso prezzo come il nucleare. Non dobbiamo pensare che questa sia la soluzione per ridurre il costo dell'energia in Italia. Sarebbe solo un palliativo, il cui effetto si farebbe sentire tra molti anni". Anche Quadrino sottolinea che l'energia importata è a basso costo in quanto risente fortemente dell'utilizzo dell’energia nucleare franco-tedesca. Di conseguenza, avverte, "aumentare i volumi di tale importazioni corrisponderebbe ad una forma di “unfair competition” verso il settore della generazione elettrica nazionale, che per una scelta politico-strategica di tipo strutturale non è dotato di centrali nucleari e non ottiene autorizzazioni per nuove centrali a carbone. Ciò rappresenterebbe un disincentivo a investire nella costruzione di nuove centrali in Italia ed aumenterebbe la già alta dipendenza dall'estero. Il discorso sarebbe però diverso," nota Quadrino, "se ai produttori nazionali fosse consentita, attraverso merchant lines, l'importazione diretta di energia a basso prezzo da altri Paesi per mediare il costo dell'energia prodotta in Italia". Accanto alle innovazioni tecnologiche nel settore della produzione e ai nuovi bisogni che emergono sul mercato ci sono le novità legislative, con le quali tutti i soggetti devono fare i conti. L'ultima si chiama “federalismo energetico”: la riforma del titolo V della Costituzione ha inserito l'energia tra le materie a legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Resta da capire se questo rappresenti uno snellimento o un intralcio al processo di liberalizzazione. Per Scaroni "il federalismo energetico non ha nulla a che vedere con la liberalizzazione del settore. L'unico effetto potenziale, avverte, riguarda il processo autorizzativo di investimenti a supporto del sistema, specie nella trasmissione e nella generazione, nel caso in cui le specifiche competenze di ciascuna parte coinvolta non fossero identificate in modo chiaro". Quadrino, dal canto suo, apprezza come il disegno di legge Marzano, "opportunamente, cerchi di definire con chiarezza le competenze dei due livelli di governo proprio per evitare gli evidenti rischi di attrito e contenzioso. La certezza delle regole è fondamentale perché il processo di liberalizzazione non si arresti. Ma è altrettanto importante," conclude il presidente di Edison, "che il nostro federalismo energetico sia compatibile con la formazione di un mercato unico europeo dell'energia elettrica e del gas. Se pensiamo di segmentare il sistema energetico in tanti mercati regionali e provinciali, i costi della liberalizzazione non potranno che aumentare. E questo non è nell'interesse di alcuno". e

20

elementi

| febbraio/aprile 2003

Scambi di energia con l’estero anno 2002 (valori provvisori)

Francia Svizzera Austria Slovenia TOTALE NORD Grecia TOTALE Fonte: GRTN

IMPORTAZIONE MWh 22.091.839 24.157.725 1.966.650 3.035.004 51.251.218 505.357 51.756.575

ESPORTAZIONE MWh 377.856 243.814 3.661 5.100 630.432 367.274 997.706

SALDO IMP. MWh 21.713.983 23.913.910 1.962.989 3.029.904 50.620.786 138.083 50.758.869


FOCUS

Mercati e clienti

| elementi

Nei principali paesi industrializzati la liberalizzazione dei servizi a rete (energia elettrica, gas, ma anche telefonia,…) e dei servizi pubblici in generale, ha comportato per il consumatore finale l’inizio di una nuova fase. Infatti, se nel sistema vigente prima della liberalizzazione, la tutela del consumatore, soprattutto quello di minori dimensioni, era affidata ad una autorità pubblica (il regolatore indipendente piuttosto che un ministero), dopo l’apertura dei mercati la concorrenza fra gli operatori nel sistema liberalizzato dovrebbe fornire sufficienti garanzie sulla possibilità per tutti di disporre, a un prezzo ragionevole, del servizio o del prodotto in precedenza sottoposto a tariffa. Tuttavia, soprattutto nelle fasi temporali immediatamente successive alla liberalizzazione, non è detto che il prodotto o il servizio sia disponibile ad un prezzo ragionevole. Talvolta il prezzo, che nella tariffa è stabile e predeterminato, può subire forti oscillazioni. Ad ogni modo, con l’apertura dei mercati, i consumatori finali si trovano a dover affrontare una nuova situazione: il cliente, infatti, deve operare una scelta fra una gamma di offerte a prezzi differenziati mentre nel passato doveva semplicemente pagare una tariffa predeterminata per ottenere un prodotto standardizzato. Non sempre, tuttavia, i consumatori, soprattutto quelli di minore dimensione,

sono stati in grado di cogliere le opportunità offerte dall’introduzione della concorrenza nella fornitura di beni e servizi tradizionalmente regolamentati. Talvolta, a causa delle scarse informazioni di cui dispongono, i consumatori finali non hanno selezionato le offerte migliori e hanno continuato a rifornirsi dall’impresa ex monopolista (il distributore locale), anche in presenza di offerte più convenienti proposte da nuovi operatori. Questa forma di resistenza al cambiamento del fornitore (Tabella 1), dovuta principalmente ad una scarsa elasticità della domanda al prezzo, si è manifestata nel settore dell’energia elettrica, nei Paesi dove il processo di apertura dei mercati è da tempo consolidato. Tale fenomeno, determinando vantaggi competitivi per gli operatori dominanti, costituisce un ostacolo al verificarsi di condizioni concorrenziali e una barriera all’entrata di nuovi operatori. In questi casi, di fronte alla opportunità di intervenire a tutela della domanda, soprattutto quella dei consumatori commercialmente più deboli, il regolatore ha a disposizione due strade: tornare alla determinazione amministrativa dei prezzi finali o studiare strumenti alternativi, coerenti con le regole di un sistema di mercato, che, senza comportare un ritorno alle inefficienze del passato, consentano di trasferire all’utente finale i benefici della concorrenza. Questa seconda strada è stata intrapresa da molti Paesi che hanno liberalizzato i mercati dell’energia, come illustrato, nelle interviste qui riportate al prof. Francesco Silva, Presidente dell’Acquirente Unico S.p.A. e al prof. James Bushnell, Direttore di ricerca presso l’UCEI (University of California Energy Institute). e

febbraio/aprile 2003

Strumenti di tutela dei piccoli consumatori di energia

Pagina

21


Intervista a

FOCUS

Francesco Silva*

Mercati e clienti

* Presidente dell’AU

L’ AU a salvaguardia dell’utenza più debole Dice Francesco Silva: “L’evoluzione della liberalizzazione del mercato elettrico potrà riservare all’Acquirente Unico un ruolo rilevante con maggiore capacità di contrattare sul mercato, contrapponendosi al potere dei grandi produttori, con ricadute positive in termini di prezzi per tutti i clienti che non vorranno o non saranno in grado di rivolgersi al mercato”. Francesco Silva

di Francesco Signoretta

Pagina

22

elementi

| febbraio/aprile 2003

Grandi utenze, piccole imprese, famiglie: finora l’Enel ha provveduto a garantire a tutti la fornitura di energia elettrica. Col progredire della liberalizzazione, però, questa certezza non sarà più tale. Per questo il legislatore ha previsto l’entrata in “servizio” dell’Acquirente Unico, destinato a rappresentare l’utenza vincolata, che, con l’approdo al mercato libero dei clienti con consumi superiori a 0,1 GWh previsto per la prossima primavera, si ridurrà al 35% della domanda totale. A costoro, infatti, nella prima fase, è negato l’accesso al mercato libero. Le famiglie, insomma, possono dormire sonni tranquilli. Quando in casa qualcuno premerà l’interruttore, la lampadina continuerà ad accendersi anche in futuro: c’è già chi comprerà energia per loro a prezzi competitivi. Ma come opererà l’Acquirente Unico ? Quali saranno i costi? E, soprattutto, cosa succederà quando la liberalizzazione sarà completa? Abbiamo rivolto alcuni di questi interrogativi a Francesco Silva, presidente dell’Acquirente Unico.

Il percorso è avviato, ma i tagli alle bollette quando arriveranno? Quando il mercato e la concorrenza saranno davvero operativi. Per adesso non c’è ancora concorrenza. I costi di produzione continuano ad essere alti, perché molte centrali sono obsolete e perché dipendiamo dal petrolio e dal gas che sono estremamente costosi. Per quanto riguarda le tariffe, poi,

siamo sostanzialmente in presenza di prezzi amministrati. In ogni caso nessuno si aspetti miracoli: alla fine i prezzi saranno più contenuti, ma i benefici arriveranno solo nel medio periodo, se e quando vi saranno nuovi concorrenti.

Anche per le famiglie? Certo. In questo caso a condurre il gioco sarà in parte l’Acquirente Unico e in parte l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, con l’applicazione delle tariffe sociali in luogo dell’attuale “minor tariffa” al disotto dei tre kW. Punto d’arrivo dovrà essere la redistribuzione dei costi tra gli utenti a beneficio anche delle fasce meno abbienti della popolazione. Si tratterà di vedere che cosa l’Acquirente Unico potrà e dovrà fare: più rilevante sarà il suo ruolo, maggiore sarà la sua capacità di contrattare sul mercato, creando ricadute positive in termini di prezzi e di benefici per i “piccoli”. Faccio un esempio: attualmente le importazioni di energia, che avvengono a prezzi sensibilmente più bassi rispetto alla produzione interna, consentono notevoli economie agli utenti liberi ma non a quelli vincolati che hanno il tramite dell’Enel. L’Acquirente Unico dovrà rendere possibile anche questo “miracolo”: famiglie e piccole imprese sullo stesso piano dei grandi utilizzatori.


FOCUS

Francesco Silva

Tab. 1 - Resistenza da parte dei consumatori domestici al cambiamento del fornitore

Austria Svezia e Finlandia

Apertura totale della domanda

% di consumatori domestici che hanno cambiato fornitore

ottobre 2001

> 1%

1996 e settembre 1998

20%

Germania

febbraio 1999

5%

Inghilterra e Galles

maggio 1999

> 40% (industriali e domestici)

(dati autorità di settore nazionali, anno 2001) Fonte: AU

A proposito di Acquirente Unico, c’è chi parla di un’anomalia tutta made in Italy...

In Italia, cosa aspetta i clienti vincolati?

Quando l’apertura della domanda sarà completa tutti potranno accedere al libero mercato. Quale sarà allora il ruolo dell’Acquirente Unico? Non credo davvero che, a quel punto, il nostro compito sarà esaurito. L’idoneità a scegliersi il fornitore di energia elettrica è una facoltà e non un obbligo. Pertanto ci saranno sicuramente clienti che non vorranno o non saranno in grado di rivolgersi al mercato. Il nostro compito potrebbe essere quello di tutelarli. Nel settore del gas, del resto, qualcosa del genere è già previsto. Il ddl Marzano, infatti, estendendo i compiti dell’Acquirente Unico alla fornitura del gas, prevede che esso assicuri il servizio a quei clienti che, con la completa apertura della domanda dovessero rimanere senza fornitore o nella cui zona di residenza non si fosse sviluppata adeguata concorrenza sul fronte dell’offerta. Non si capisce perché quello che è opportuno oggi per il gas non dovrebbe valere domani per l’energia elettrica. e

elementi

|

Semplicemente un tuffo nel mercato. Il che vuole dire concorrenza, minori costi, ma anche possibili oscillazioni di prezzo. L’Acquirente Unico interviene cercando di ridurre al minimo i due maggiori rischi: la volatilità dei prezzi e il potere di mercato dell’operatore dominante.

febbraio/aprile 2003

È vero e non è vero. Va distinta la funzione dal governo della stessa. Un soggetto pubblico, con l’obbligo del pareggio di bilancio, esiste solo in Italia. Ma la funzione è presente in altri Paesi dove le liberalizzazioni sono mature, perché ovunque c’è la necessità di tutelare l’utenza domestica. In Usa, dove l’apertura al mercato della domanda di energia è stata completata, è stato regolamentato il ruolo di fornitore standard (Standard Offer Service Provider), nei casi in cui il cliente finale non eserciti il diritto di scelta del fornitore, e il ruolo di fornitore di ultima istanza (Provider of Last Resort), nei casi in cui il fornitore di energia elettrica interrompa il servizio di fornitura ai propri clienti per fallimento, uscita dal business o mancato pagamento della bolletta. In nessun Paese, in ogni caso, sono stati tanto avventati da pensare di “buttare” tutti i clienti sul mercato già nella fase di transizione.

Pagina

23


Incontro con

FOCUS

James Bushnell*

Mercati e clienti

* Direttore di ricerca presso l’Ucei (University of California Energy Institute)

Una politica di approvvigionamento flessibile consente di trarre benefici dai mercati forward. Dall’esperienza Usa: i passi da compiere per ridurre rischi e ottenere benefici in un mercato elettrico liberalizzato.

Una strategia per l’AU? Un portafoglio con contratti di lungo e breve periodo

James Bushnell

di Claudia Momicchioli

Prof. Bushnell, quali possono essere i rischi collegati all’avvio di un mercato organizzato delle offerte e quali le ripercussioni per i consumatori e gli operatori di mercato? Pagina

24

elementi

| febbraio/aprile 2003

L’esistenza di un mercato centralizzato ed organizzato, di per sé, non è importante: lo è invece fissare le regole e gli incentivi per le contrattazioni che avranno luogo nel medesimo mercato. Il maggiore rischio legato all’avvio di un sistema di borsa nel settore elettrico è rappresentato dalla vulnerabilità all’esercizio del potere di mercato sul lato dell’offerta. Il motivo di tale vulnerabilità deriva principalmente dalla non stoccabilità dell’energia elettrica e dalla scarsa sensibilità al prezzo da parte dei consumatori finali. Se pochi operatori controllano una quota rilevante dell’offerta, questi saranno in grado di innalzare e mantenere i prezzi al di sopra dell’equilibrio di concorrenza, indipendentemente dal fatto che gli scambi avvengano in un mercato organizzato e centralizzato piuttosto che tramite contratti bilaterali.

Quale lezione traiamo dall’esperienza degli Stati Uniti, dove

la liberalizzazione è in uno stadio più avanzato che in Italia? In quali casi l’introduzione di un mercato organizzato degli scambi dell’energia negli Usa ha favorito il processo di liberalizzazione del settore, creando maggiore trasparenza e concorrenza? In generale i mercati dell’est degli Stati Uniti, come New York, New England e PJM (il pool di Pensylvania, New Jersey e Maryland) sono portati come esempi di successo, mentre la California è citata come caso fallimentare. Una delle principali differenze consiste nel fatto che negli Stati dell’est all’avvio dei mercati organizzati, una buona parte della capacità offerta proveniva da utility regolamentate o era vincolata a contratti di lungo periodo. In presenza di distributori regolamentati operanti in borsa anche sul lato dell’offerta e di capacità legata a contratti di lungo periodo, gli incentivi a innalzare i prezzi sui mercati spot sono stati molto bassi.

L’Acquirente Unico acquisterà l’energia elettrica principalmente attraverso il mercato organizzato per rivenderla alle imprese distributrici con l’obiettivo di massimizzare, in termini di stabilità e livello dei prezzi, il benessere degli utenti


FOCUS

James Bushnell

Modello di concorrenza adottato in Italia nel settore dell’energia elettrica Prod.

Prod.

Prod.

Prod.

Prod.

RETE DI TRASMISSIONE

MERCATO GROSSISTI

cliente idoneo

Vendite di energia

cliente idoneo

Acquirente Unico

cliente idoneo

cliente vincolato

Fonte: AU

| elementi

Uno dei più importanti strumenti di protezione contro il potere di mercato sul lato dell’offerta è rappresentato dalla capacità della domanda a svolgere un ruolo attivo e, quindi, dalla effettiva possibilità di rifiutarsi credibilmente di acquistare energia a prezzi molto elevati. Questo vuol dire che i clienti finali devono poter avere sia la capacità che l’incentivo a ridurre i consumi durante periodi caratterizzati da prezzi estremamente alti. La strada migliore per ottenere queste condizioni è promuovere fortemente l’applicazione di un real-time pricing, quanto meno ai grandi consumatori industriali e commerciali. È importante sottolineare la distinzione fra stabilità nei prezzi e stabilità nei costi. È possibile, infatti, da una parte dare forti incentivi ai clienti finali a modulare i propri consumi in risposta ai prezzi che si formano sul mercato, e contemporaneamente garantirli contro ampie fluttuazioni nel prezzo medio totale pagato complessivamente. Inoltre, l’Acquirente Unico dovrebbe perseguire una strategia di acquisto flessibile che identifichi un portafoglio prodotti composto sia da contratti di lungo che di breve periodo. Affidarsi ad una sola modalità di acquisto ridurrebbe i vantaggi competitivi ottenibili operando nei mercati forward, o anche detti “a termine”. e

febbraio/aprile 2003

vincolati e di garantire la tariffa unica nazionale. In che modo pensa che un operatore come l’Acquirente Unico possa agevolare la transizione verso un mercato dell’energia elettrica più concorrenziale?

Pagina

25


FOCUS

Mercati e clienti

La geografia dei mercati elettrici

Pagina

26

Benché la direttiva 96/92/CE e la relativa legge delega non prevedessero come elemento qualificante del mercato interno dell’energia la creazione di un mercato elettrico organizzato, il Governo ritenne, in attuazione della direttiva, di prevedere l’istituzione di un mercato elettrico organizzato la cui gestione sarebbe stata affidata ad un soggetto istituzionale.

all’appuntamento con la liberalizzazione, si è dotata dal 2001 di un mercato elettrico organizzato (POWERNEXT). Altri Paesi confinanti con l’Italia, come l’Austria e la Slovenia, hanno introdotto rispettivamente EXAA e Borzen. Infine, il Portogallo e il Belgio, che non possiedono mercati propri, si stanno strutturando per avvalersi dei mercati vicini (OMEL e APX).

All’epoca del decreto legislativo 16 marzo 1999, n.79 (c.d. decreto Bersani), la scelta di un mercato elettrico organizzato risultava essere un concetto innovativo visto che solo l’Inghilterra, la Spagna e i Paesi Scandinavi si erano mossi verso questa soluzione.

Tutti i mercati elettrici europei, ad eccezione di quello inglese, sono caratterizzati da alcuni comuni concetti basilari:

Oggi la geografia è mutata: alcuni mercati hanno fatto in tempo a nascere ed altri a riorganizzarsi. Il pool Inglese è stato sostituito da un sistema decentrato di contrattazione e in Germania, nel corso del 2002, è avvenuta la fusione tra EEX e LPX. La Francia, seppur arrivata in ritardo

• Operatività di un mercato organizzato (Power Exchange) sede per la concentrazione degli scambi; • Ruolo attivo della domanda; • Determinazione di un Prezzo di equilibrio per la valorizzazione dell’energia elettrica; • Ruolo di controparte centrale assunto dal Gestore del mercato ai fini del “clearing” delle transazioni.

elementi

I mercati elettrici in Europa (2002)

|

mercati elettrici in attività

febbraio/aprile 2003

• NORD POOL (Paesi Scandinavi) Norvegia 1993 Svezia 1996 Finlandia 1998 Danimarca 2000 • OMEL (Spagna) 1998 • APX (Paesi Bassi) 1999 • EEX Francoforte (Germania) 2000 • LPX Lipsia (Germania) 2000 • PPE Varsavia (Polonia) 2000 • NETA (Inghilterra) 2001 • OPCOM (Romania) 2001 • POWERNEXT (Francia) 2001 • BORZEN (Slovenia) 2002 • EXAA (Austria) 2002 • OTE (Repubblica Ceca) 2002 Fonte: GME

e


A colloquio con

FOCUS

Torger Lien*

Mercati e clienti

* Amministratore Delegato e Presidente del Nord Pool

Creare presto un mercato comune europeo dell’elettricità Solo così si avrà vera competizione. Ma occorre superare le difficoltà delle asimmetrie tra i diversi Paesi e la mancanza di concorrenza a livello locale. Poi vanno aperte le frontiere e incrementate le reti di trasmissione tra gli Stati. Borsa elettrica: perché funzioni non basta un mercato fisico dell’energia e uno finanziario, serve soprattutto la fiducia degli operatori.

Torger Lien

|

Tre o quattro. Il primo, almeno secondo l'esperienza di Nord Pool, è stato riuscire a creare un mercato comune europeo dell’elettricità. Così come fatto, agli inizi degli anni '90, da Norvegia, Finlandia, Danimarca e Svezia. La seconda condizione, da noi attuata e secondo me molto importante, è dar vita ad un sistema liberalizzato, a partire da un efficiente mercato dell'offerta e da un libero accesso alle reti. Per il Nord Pool quindi non è stato solo il profitto per gli azionisti a guidare il processo, anche se nessuno ha trascurato questo aspetto. Il terzo elemento qualificante, per noi, è stato rappresentato da un mercato fisico affiancato a un mercato finanziario, senza pero' adottare subito tutti gli aspetti legali propri di un mercato finanziario, come avviene negli altri Paesi del mondo. Il business elettrico nei Paesi scandinavi non è stato impostato solo sugli aspetti finanziari e legali, ma ha seguito un approccio trasparente e pragmatico. Ciò è avvenuto perché questa impostazione è stata condivisa da tutte le società coinvolte. Infatti nessun operatore si è dotato di un efficiente ufficio legale che avrebbe potuto sollevare questioni normative e amministrative nel caso qualche decisione fosse stata considerata contraria agli interessi della società. Di conseguenza l'iniziale cornice

regolamentare è risultata limitata e semplice. Gli operatori si sono poi preoccupati di costruire impianti di generazione per arrivare a uno scambio fisico della produzione, condizione realizzata quasi subito. Naturalmente, in dieci anni, l'intero mercato finanziario ha subito un rapido sviluppo, partendo dalle sue basi centrate sulle società di generazione e sui piccoli produttori per arrivare a un orientamento più strettamente finanziario. Adesso abbiamo una borsa elettrica molto più strutturata, con benefici, ma anche con alcune sfide. Non c'è dubbio che comunque questa sia la direzione giusta. Ma se all'inizio ci fosse stata una struttura legale e finanziaria cosi' complessa, non credo che il mercato dell'elettricità sarebbe decollato. Insomma abbiamo adottato un approccio per gradi e abbiamo costruito pian piano una borsa cooperando con gli operatori. Condizione per iniziare le contrattazioni è stata anche la creazione di un meccanismo finanziario di compensazione (Clearing). Comunque perché la borsa funzioni correttamente non basta un mercato fisico dell'energia e uno finanziario, occorre la fiducia degli operatori. E, da noi, condizione per il successo è l’aver permesso all'inizio che lo stesso operatore potesse agire sui mercati fisico, finanziario e di Clearing, in modo che i consumatori avessero un solo punto di riferimento.

elementi

Presidente Lien, quali sono stati, secondo la sua esperienza, i passaggi più importanti per lo sviluppo del mercato dell’energia elettrica nel suo Paese?

febbraio/aprile 2003

di Goffredo Galeazzi

Pagina

Può descriverci brevemente quali sono state le iniziative di maggior successo intraprese da Nord Pool?

segue

27


FOCUS

Torger Lien

Energia Elettrica scambiata nei principali mercati europei Credo che una delle nostre decisioni coronate da maggior successo sia stata l’avere introdotto gradualmente il mercato finanziario dopo la costituzione del mercato fisico. Attualmente Nord Pool fornisce la possibilità di effettuare transazioni sul mercato fisico e finanziario dell’energia oltre ad offrire il Clearing Service.

Anno 2001 Valori percentuali sul totale della richiesta 100

92%

80

60

40

29% 15%

20

3%

1%

EEX

Powernext

0

OMEL Fonte: GME

Pagina

28

NORD POOL

apX

Se doveste ripartire adesso con una borsa elettrica, che cosa rifareste e che cosa cambiereste, forti della vostra esperienza? Quando abbiamo cominciato, nel 1991, la produzione elettrica era abbastanza alta e c'era un surplus produttivo. Adesso i consumi sono aumentati e ci troviamo in una situazione di maggiore equilibrio tra domanda e offerta. Tanto è vero che in periodi di scarse piogge può crearsi una situazione di deficit e questo spinge i prezzi in alto e dà insicurezza al mercato. La vera sfida è dare incentivi ai produttori perché investano in una maggiore capacita' di generazione. Ma qui subentra una sfida politica in quanto le linee politiche ambientali spingono in direzione opposta.

Quali sono adesso le prospettive della vostra Borsa elettrica?

elementi

| febbraio/aprile 2003

La vera sfida per rispondere alla domanda del mercato quando c'è scarsità di offerta è riuscire a gestire una situazione di deficit approntando nuova capacità di generazione elettrica. Solo cosi' il sistema può superare eventuali crisi e affrontare ogni tipo di condizione avversa. Comunque la vera opportunità è rappresentata dal mercato unico dell'energia in Europa. Gli scambi fisici saranno regolati a livello locale mentre il mercato finanziario, incluse le compensazioni, sarà, secondo il mio punto di vista, globale.

Quali sono le problematiche di un mercato unico dell'energia in Europa? La principale difficoltà è data dalle asimmetrie che esistono tra i diversi Paesi, con una scarsa concorrenza dal lato dell'offerta di energia. Molti di questi hanno un unico grande operatore: l'Italia ha l'Enel, anche la Francia e il Belgio ne hanno uno solo, la Germania tre o quattro ma solo due su tre sono veramente grandi. Quindi, l'ostacolo maggiore è la mancanza di concorrenza a livello nazionale. Per superare questa difficoltà bisognerebbe aprire le frontiere e incrementare le reti di trasmissione tra i Paesi. Solo cosi' si promuove vera competizione in Europa fra i grandi operatori. Prima però vanno affrontati e risolti anche altri problemi. Si può arrivare ad avere un sistema efficiente che dà elettricità alla gente. Ma senza concorrenza i prezzi non caleranno. Credo comunque che ci si arriverà in un futuro non troppo lontano. E noi vogliamo essere parte di questo processo. e


Parla Maria Luisa

FOCUS

Huidobro y Arreba*

Mercati e clienti

* Amministratore Delegato e Presidente di Omel

La liberalizzazione passa attraverso un mercato organizzato Il processo di liberalizzazione in Spagna sta dando ottimi risultati. Oltre l’85% dei produttori operano in regime di libera concorrenza; più del 70% degli utenti idonei hanno abbandonato il sistema delle tariffe di fornitura regolamentate per stipulare contratti liberi con rivenditori. Il 2003 anno cruciale.

Quali sono state le iniziative che hanno avuto maggiore successo? Anzitutto il mercato organizzato, sede anonima per la compravendita di energia elettrica, che assicura obbiettività, parità di trattamento e garanzie economiche idonee agli operatori. In secondo luogo, la liquidità del mercato, essenziale, perché consente a ciascun “agente” di accedere al mercato con fiducia, sapendo che l’operazione che desidera effettuare è possibile. Ciò è dimostrato dalla crescita degli operatori del mercato, passati da 18, nel marzo del 1999, ad oltre 120 nel novembre del 2002. Ogni giorno, circa 60 “agenti”, fra cui nuovi produttori, nuovi rivenditori, nuovi “agenti” esterni e nuovi utenti idonei, svolgono contrattazioni sul mercato. Nel tempo, il prezzo del mercato ha

segue

febbraio/aprile 2003

Farei una distinzione fra il contesto normativo della liberalizzazione e la struttura del mercato. I principi fondamentali del processo di liberalizzazione sono definiti dalla Legge sull’energia elettrica che ha disegnato un modello con caratteristiche particolari. La produzione, lo scambio e la vendita al dettaglio dell’energia elettrica avvengono in regime di libera concorrenza. Le attività relative alle reti di trasmissione e distribuzione, nonché alla fornitura di energia elettrica agli utenti “vincolati” sono regolamentate; mentre in base alla Direttiva europea, l’accesso alle reti, a tariffe regolamentate, è libero. La gestione del sistema elettrico è suddivisa in tecnica e economica. La prima è affidata al Gestore della rete, la seconda al Gestore del mercato elettrico. Entrambi i soggetti operano in base a criteri di obbiettività, trasparenza e parità di trattamento e sono indipendenti da altre attività, dalla produzione, dalla distribuzione e dalla vendita al dettaglio, nonché l’uno dall’altro. Nel 1998, è stato istituito un mercato elettrico organizzato. La liberalizzazione lato domanda ha seguito un percorso progressivo conclusosi il 1° gennaio del 2003, con il riconoscimento di idoneità per tutti gli utenti. Nel 2007, le tariffe per la fornitura di energia ad alta tensione saranno soppresse e rimarranno soltanto quelle per la fornitura agli utenti domestici. Quanto al modello del mercato, sin dall’inizio, è stato aperto a tutti gli

operatori: produttori di energia da fonti convenzionali, da co-generazione e da fonti rinnovabili, distributori (che acquistano l’energia sul mercato e la rivendono agli utenti vincolati), rivenditori, utenti liberi o “idonei” e “agenti” esterni. Il nostro è un mercato giornaliero, articolato in sei sessioni del mercato infragiornaliero. In base agli esiti delle contrattazioni sul mercato dell’energia elettrica e su quello di tutti i servizi connessi (“ancillari”), che avvengono sotto la responsabilità del Gestore della rete, l’OMEL fattura mensilmente agli operatori, attraverso un conto bancario, indipendente dalle attività patrimoniali dell’OMEL, appositamente aperto per gli “agenti” del mercato.

|

Presidente Huidobro, quali i passaggi più importanti per lo sviluppo del mercato dell’energia elettrica nel suo Paese?

Maria Luisa Huidobro y Arreba

elementi

di Maria Pia Terrosi

Pagina

29


FOCUS

Maria Luisa Huidobro y Arreba

acquisito maggiore importanza, prima per i produttori e poi, gradualmente, per gli utenti idonei, i cui contratti con i rivenditori cominciano ad essere agganciati all’andamento dei prezzi di mercato. Un’altra caratteristica di rilievo è la natura fisica del mercato elettrico, sia dal punto di vista delle offerte, sia sotto l’aspetto della regolazione dei pagamenti, la quale richiede opportuni sistemi di misura dei parametri degli operatori. Non vanno trascurate la trasparenza e la riservatezza delle informazioni. Per ogni sessione del mercato, l’OMEL pubblica i dati relativi agli esiti del mercato, il volume totale delle transazioni, i prezzi e le curve della domanda e dell’offerta. Dopo circa un mese vengono pubblicate sul sito web OMEL, le quote di mercato dei diversi operatori e, entro tre mesi, i dettagli delle singole contrattazioni. Il processo di liberalizzazione si sta svolgendo con risultati abbastanza positivi. Attualmente, oltre l’85% dei produttori, compresi quelli del settore della co-generazione, operano in regime di libera concorrenza ed oltre il 70% degli utenti idonei hanno abbandonato il sistema delle tariffe di fornitura regolamentate per stipulare contratti liberi con i rivenditori. L’esistenza di un mercato organizzato ha dato notevole impulso a questo processo.

Se doveste ripartire adesso, che cosa rifareste e che cosa cambiereste?

Pagina

30

elementi

| febbraio/aprile 2003

Non è facile, quando si avvia un processo di liberalizzazione e si crea un mercato, sapere quali interventi occorrerà mettere in atto. In base alla nostra esperienza, direi di porre attenzione, sin dall’inizio, alla regolazione dei pagamenti ed alla misura dei relativi parametri. Disporre di servizi di misura e di contatori adeguati è essenziale, soprattutto per l’ultima tappa del processo, cioè la liberalizzazione della domanda. Questo gioca un ruolo rilevante per tutelare il diritto dei piccoli consumatori a cambiare il proprio fornitore. Altro aspetto importante riguarda l’introduzione nel mercato organizzato, al momento opportuno, dei “forwards” fisici, che consentono a nuovi produttori e rivenditori di sviluppare più facilmente le proprie attività, favoriscono la concorrenza e potrebbero rappresentare un fattore di sviluppo di un efficiente mercato dei “financial futures”. Attenzione va posta alla risoluzione delle congestioni sulle interconnessioni. Scegliere una metodologia “robusta”, basata su aste implicite, potrebbe essere utile. Nel caso del mercato spagnolo è essenziale sviluppare nuove linee di interconnessione, altrimenti non sarà possibile considerare il nostro mercato parte del mercato unico europeo. Un elemento di preoccupazione potrebbe essere rappresentato dai contratti bilaterali fra società integrate in uno stesso gruppo elettrico, in quanto potrebbero richiedere l’introduzione di alcune limitazioni per mantenere la concorrenza sul mercato.

Quali sono le prospettive del vostro mercato? Il 2003 sarà un anno cruciale. La piena liberalizzazione lato domanda pone la necessità di una gestione efficiente del processo di cambiamento del fornitore da parte dei piccoli utenti. Lo sviluppo delle contrattazioni sul mercato ed i contratti bilaterali dovrebbero essere armonizzati, così da garantire condizioni di liquidità a tutti gli operatori, ivi compresi i nuovi rivenditori, i nuovi produttori e gli utenti idonei. In tale contesto, non va dimenticato che occorre collegare in modo efficiente il mercato all’ingrosso con quello al dettaglio e promuovere una risposta razionale ai prezzi di mercato da parte dei consumatori. Da questo punto di vista, l’apertura del mercato può rappresentare un’importante programma di “demand-side management” e l’integrazione dei “forwards” fisici nel mercato organizzato può diventare una condizione essenziale. e


COMUNICAZIONE

Un caffé con…

Franco Cardini* * Storico

Pluralità e libertà di fonti per una comunicazione che aiuti a pensare, comprendere, evolversi

La comunicazione, la pluralità delle fonti, i destinatari. L’informazione mass mediale, i suoi pregi, i suoi limiti. L’individuo e le logiche d’acquisizione delle informazioni, il suo pensiero, le sue conoscenze, le sue verità. La storia, patrimonio di un popolo che al popolo serve per comprendere, comprendersi e vivere, in un percorso di ricerca costante d’autenticità e di verità. La partecipazione degli individui alle decisioni e alle progettazioni secondo le logiche della moderna democrazia. Sono temi importanti per i nostri tempi. Temi che richiedono risposte certe. Anche forti. Anche controcorrente. Ma in grado di aprire spiragli di dubbio su ciò che avviene nella società d’oggi. E stimoli a sapere. A conoscere. A capire. A mutare. Avevamo bisogno per questo di un personaggio che fosse “autentico”, non costruito attraverso i palcoscenici della tv o dei giornali. Abbiamo scelto uno studioso che, per il modo di dire liberamente ciò che pensa, senza peli sulla lingua, senza fronzoli o doppi sensi, e soprattutto senza interessi di fazione è ritenuto dai più “scomodo”. Stiamo parlando di Franco Cardini, scrittore,

[Friederich Nietzsche]

saggista, storico, professore ordinario di Storia presso l’Università di Firenze.

Professor Cardini, una qualità ed un difetto della comunicazione d’oggi. La qualità sta nella pervasività. Il difetto, nella mancanza di controllo obiettivo delle notizie. Il che vuol dire che siamo iperinformati di cose futili e disinformati di cose importanti, ritenute non interessanti per chi gestisce l’informazione.

” febbraio/aprile 2003

Si è padroni delle proprie opinioni come si è padroni dei pesci. Bisogna andare a pescare e avere fortuna, allora si hanno i propri pesci, le proprie opinioni. Altri sono contenti se posseggono un gabinetto di fossili e, in testa, ‘convinzioni’.

|

di Romolo Paradiso

elementi

Franco Cardini

L’informazione è oggi un genere di consumo legato alle logiche della produzione. Non siamo veramente informati. Abbiamo solo informazione selezionata che non ci conduce a scelte ponderate e ci deresponsabilizza dal pensare e dal pretendere verità . Il “revisionismo” non esiste. Esiste la revisione. Il “revisionismo” è un’idea volgarmente mass mediale, quindi fasulla. La storia si scrive di continuo e non emette verdetti inappellabili, perché non è un tribunale né la registrazione notarile dei fatti. La storia è esegesi, interpretazione alla luce di nuove scoperte. Le conoscenze professionali in genere e nelle aziende sono fondate sul successo, e le logiche del successo contrastano con la qualità, l’apprendimento, la crescita degli individui.

La gente ha veramente bisogno di tutta quest’informazione? No. Ne ha bisogno chi l’informazione manovra. Perché l’informazione è una forma di potere. In realtà noi non siamo veramente informati. Quella che passa è informazione ben selezionata, quasi “innocua”. Lo dico non per pessimismo, ma a ragion veduta, perché ritengo di essere un uomo abituato ad analizzare la realtà. La mia professione infatti è quella di

segue

Pagina

31


COMUNICAZIONE

Franco Cardini

storico. E lo sostengo alla luce della trascorsa esperienza come dirigente Rai e di altre nel settore della comunicazione, le quali mi hanno permesso di conoscere bene le dinamiche delle informazioni, specie quelle di massa.

Lei crede che l’uomo oggi sappia e conosca di più rispetto a cento anni fa? Sì. Ma sul piano quantitativo. Purtroppo l’informazione è divenuta un genere di consumo, e come tale è legata alle regole della produzione. Oggi abbiamo una massa di notizie che è inconfrontabile con quelle che avevamo dieci anni fa. Qualitativamente però solo una piccolissima parte di esse diventano informazione vera. Le altre sono inutili dal punto di vista della conoscenza, perché non contribuiscono a creare un l’informazione è divenuta universo d’informazioni all’interno del quale poter un genere di consumo maturare le nostre scelte. Per fare un esempio, l’individuo non ha interesse, a meno che non faccia il criminologo, a sapere quante coltellate Erika ha dato alla madre. È interessante invece conoscere da quale paese ci riforniamo di gas metano, quanto ci costa, quali sono i centri di potere che distribuiscono tali fonti energetiche. Queste sono le notizie che possono essere utili ad orientarci, aiutandoci ad avere un’opinione sulle cose che veramente contano. Il resto sono inutilità che ci distraggono, o ci allarmano. Mai ci conducono a scelte ponderate.

“ ” Pagina

32

Crediamo d’avere un’opinione, ma in realtà, non l’abbiamo affatto. Perché chi ci informa non offre notizie complete sui fatti, e noi, rifiutiamo ogni tipo di ricerca e d’approfondimento sugli stessi.

elementi

“ ” non siamo incentivati a capire il mondo che ci circonda

| febbraio/aprile 2003

Certo. L’informazione è in mano a poche organizzazioni. I grandi giornali non sono gestiti da centri di potere o decisionali che hanno interessi contrastanti tra loro. Così forniscono una versione abbastanza omogenea dei fatti. Quindi interessi di tipo oligopolistico impediscono una diversificazione autentica dell’informazione. Consentendone invece una moderata, che non disturba il “senso di marcia” dell’oligopolio. Poi la nostra “indifferenza” alla conoscenza approfondita delle cose, fa il resto.

Ha detto Zygmut Barman che “la cultura televisiva dominante finisce spesso per deresponsabilizzarci, così le notizie sulla sofferenza ci rendono testimoni del male ma ci fanno sempre più indifferenti”. Lei condivide? In parte. Perché la nostra sensibilità, o insensibilità nei confronti del male e del bene non è totalmente eterodiretta. Accettare questo punto di vista è come accettare l’idea marxista-leninista secondo la quale il crimine è semplicemente un prodotto della società e il criminale, di conseguenza, non è mai perseguibile. Questo porta ad una tolleranza per qualsiasi tipo di reato. Il che è impensabile, tranne che per una comunità che vuole autodistruggersi. E non era certamente il caso della società sovietica, che, al di là di discorsi filosofico-demagogici, seppe poi darsi un’autodifesa dal crimine e dai criminali secondo logica. È vero però che stiamo andando verso forme di distorsioni sociali che c’inducono a


COMUNICAZIONE

Franco Cardini

non considerare importante la nostra personale responsabilità davanti all’informazione, con conseguente peggioramento dell’informazione stessa. Essendo deresponsabilizzati non si pretende di essere informati meglio e si rinuncia a capire il mondo che ci circonda. Per fare un esempio, nessuno ci dà più notizie, e nessuno le chiede, sull’Afghanistan. Cosa è successo dopo la guerra? Come vive ora la popolazione? Domande senza risposte. Poi però accade che la sviluppare nella società e nelle aziende una stessa fonte un giorno, ci dica coscienza più vigile sulla serietà e sulla che grazie alla guerra in responsabilità individuali Afghanistan il terrorismo è stato sconfitto, e un altro che Bin Laden è vivo e minaccia l’Occidente. La verità è che nonostante un’opinione pubblica con un tasso elevato di istruzione, questa non riesce neppure a fare un’operazione banale, cioè a comprendere che le due verità proposte sono in contraddizione tra loro, e a ribellarsi a questo tipo di comunicazione. È un po’ quello che accade a colui che vive in una casa sotto le cascate del Niagara: i primi giorni non dorme per il rumore assordante, poi però diviene sordo e il rumore diventa silenzio.

Professor Cardini, non le sembra che in un’epoca lontana dai totalitarismi del ‘900 e dagli effetti di una guerra lacerante, il termine “revisione”, rispetto alla storia e anche nei confronti della cultura, sia più sinonimo di libertà che di faziosità?

elementi

|

febbraio/aprile 2003

Nella realtà esiste la necessità di rivedere la storia attraverso nuovi documenti e quindi nuove interpretazioni. La storia si riscrive di continuo. Il termine “revisionismo” nasce in ambienti diplomatici dopo la prima guerra mondiale e trasferito in quello politologico, indicando quel genere di posizione che intendeva rivedere il trattato di Versailles. Della parola “revisionismo” se ne è impossessata poi la Terza Internazionale dandole un significato nuovo, di revisione ideologicamente arbitraria ed errata della linea di pensiero marxistaleninista. Successivamente, negli anni ’60, è stata utilizzata per indicare quelle tendenze, che per ragioni ideologiche o politiche, volevano rivedere la storia su alcuni argomenti specifici su quali si usava dire che la storia aveva emesso “verdetti inappellabili”. La storia però non emette “verdetti inappellabili”. La storia non è un tribunale e neppure la registrazione notarile dei fatti. La storia è esegesi, è interpretazione. Il suo giudizio non è definitivo su nulla, né sull’inquisizione, né sulle crociate, né sul comunismo, né sul nazismo, né sull’integralismo mussulmano. La storia è continua reinterpretazione alla luce di nuove scoperte. La storia è movimento costante. Il “revisionismo” è dunque un’idea volgarmente mass mediale, e quindi fasulla. Serve solo a qualche finto storico per legittimare un suo modo di pensare gli eventi, a discapito della verità, che va cercata sempre e ovunque, per rispetto dei fatti e del prossimo.

Quindi aveva ragione Croce quando sosteneva “che ogni lavoro storico che si rispetti è una revisione, altrimenti è meglio che resti nella penna”?

Pagina

Non c’è dubbio!

segue

33


COMUNICAZIONE

Franco Cardini

Oggi gli storici, così come altri studiosi in genere, sono ascoltati di più dai media, hanno quindi la possibilità di far conoscere meglio il giudizio scientifico sui fatti della storia. Questo è vero, ed è un bene. Ma vengono ascoltati male, in un contesto mediatico in cui, per superficialità, per spettacolarizzazione, per volontà di chi guida l’informazione, non si offre allo scienziato della storia la possibilità di far emergere tutto il lavoro svolto nella ricerca, nell’approfondimento, nell’analisi, svilendo quanto ottenuto dopo anni di studi e sacrifici. Quando non l’offendono etichettandolo come “revisionista”, perché il risultato dei suoi studi contraddice la visione oleografica generalizzata sull’argomento.

Nella società, ma anche nelle aziende, cosa occorre per far recuperare il pensiero e veicolare una comunicazione efficace, in grado di stimolare gli individui ad accrescere sensibilità per la vita e per il lavoro?

Pagina

34

elementi

| febbraio/aprile 2003

Occorre sviluppare una coscienza più vigile sulla serietà e sulla responsabilità individuali. Occorre riorganizzare una cultura mediatica dai contenuti minori, spesso non sorvegliati o scelti solo per la loro spettacolarità, e veicolarla verso un’informazione più mirata sui metodi per raccogliere ed esaminare conoscenze. Oggi sia gli operatori mass mediali che coloro che nelle imprese hanno il compito di coinvolgere gli individui alla vita aziendale contribuendo alla loro crescita lavorativa ed anche umana, non hanno una buona conoscenza professionale, poiché, nella società attuale, le conoscenze professionali sono fondate sul successo. E le logiche del successo annullano qualsiasi forma di qualità, di conoscenza, di crescita. E poi ci vorrebbe maggiore cultura e senso civico da parte di tutti, soprattutto di chi “governa” direttamente o indirettamente un gruppo più o meno vasto di persone. Purtroppo la postdemocrazia in cui viviamo non è organizzata sulla compartecipazione alle decisioni, che richiede, da parte degli individui, prima la conoscenza dei fatti e poi la partecipazione alle decisioni. Essa invece si basa sul principio che le decisioni sono elaborate da gruppi ristretti di persone che tentano di legittimarle attraverso il consenso degli altri individui, espresso con un meccanismo formale. Quando l’informazione viene monodiretta e quando serve alla costituzione di consenso e non alla costruzione di una coscienza che aiuti le scelte personali, si è lontani dal principio classico della democrazia, che è partecipazione vera alle decisioni. e


Incontro con Monsignor

L AVO R O

Giancarlo Maria Bregantini* * Vescovo di Locri - Gerace e Presidente della CEI per i problemi sociali e del lavoro

Il lavoro che cambia, il lavoro che manca, il lavoro e la vita. I temi più attuali della cultura del lavoro, dal superamento dei conflitti ad una organizzazione del tempo più vicina all’individuo.

È tempo di sussidiarietà, solidarietà, bene comune

Mi sembra che oggi ci sia una maggiore esigenza di professionalità. A volte ciò può provocare senso di frustrazione in coloro che, per difficoltà di vario genere, si siano venuti a trovare nell’impossibilità di rispondere a richieste di questo tipo. Aiutare gli individui a percorrere un cammino di professionalità è esigenza quanto mai attuale, in tutti i gradi e settori del lavoro, evitando così il proliferare di fenomeni che costringono le creare una cultura di aziende a non poter rispetto degli individui utilizzare la troppa basata sul tempo manodopera generica, in quanto incompatibile con le innovazioni tecnologiche. Fenomeno questo capace di generare conflitti, a volte di difficile risoluzione, tra lavoratori e aziende.

“ ”

Quale è, su questa realtà, l'indicazione della dottrina sociale della Chiesa per il superamento di tali condizioni? Bisogna riproporre i tre grandi principi della dottrina sociale della Chiesa: sussidiarietà, solidarietà, bene comune. Si tratta di principi congiuntamente applicabili, che mirano ad un unico

obiettivo, quello del bene sociale. Questa è la logica che deve guidare qualsiasi organizzazione civile alla risoluzione dei problemi sia tra gli individui sia tra gli individui e le aziende.

La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è uno dei più gravi problemi dell'Italia: quali possibili soluzioni possono offrire speranza evitando conflitti sociali e tra generazioni? I conflitti, purtroppo, ci sono e ci saranno sempre. Ma vanno gestiti, cercandone la ricomposizione. Ai giovani bisogna fornire delle risposte serie. Questo sta tentando di fare il “Progetto Policoro”, che rappresenta il tentativo della Chiesa di rispondere e risolvere i problemi legati a tale tipo di situazione. La risposta al perché si lavora sta nell’evangelizzazione, che fornisce alti ideali e forti motivazioni ai giovani. È importante poi la buona formazione dei lavoratori che costituisce insegnamento fondamentale per lavorare con qualità, competenza e preparazione. Ma è necessario anche il coinvolgimento degli enti e delle istituzioni interessate, in modo da aprire strade in settori nuovi o ancora poco considerati sotto l’aspetto del lavoro, come quello biologico, artistico, culturale, delle energie alternative,

segue

febbraio/aprile 2003

Monsignor Bregantini, come è cambiata e come cambia la cultura del lavoro nel nostro Paese?

|

[Seneca]

elementi

di Paolo Bustaffa

È una sola pietra che regge la volta; quella che incuneandosi fra i due fianchi inclinati, li unisce. Perché un’aggiunta finale tanto esigua, può produrre effetti così grandi? Perché tale aggiunta non qualifica, ma completa.

Pagina

35


L AVO R O

Giancarlo Maria Bregantini

Virgolette di Giusi Miccoli

Difficile essere leader delle tradizioni, del turismo. Il “progetto Policoro” risponde anche alla necessità di fornire ai giovani speranze sulla base di iniziative concrete da sviluppare. I giovani hanno bisogno di segnali chiari e forti che siano da stimolo per affrontare con positività il mondo del lavoro. La strategia, insita nel “Progetto Policoro”, sta funzionando al Sud. Bisogna estenderla anche alle altre regioni italiane come ulteriore impulso all'occupazione e allo sviluppo comunitario.

Quale, a suo avviso, il rapporto tra il tempo dedicato al lavoro e il tempo per la persona?

Pagina

36

C’è un tempo per il lavoro ed un tempo per il riposo, inteso come momento dedicato alla persona, alla famiglia, alla crescita culturale, al volontariato e non ultimo al valore religioso della domenica. Concetto, quest’ultimo, che deve essere caro ai credenti, tanto da indurli a non accettare qualsiasi forma di “sfruttamento” lavorativo dell’individuo nel giorno dedicato al Signore. La società e le aziende devono saper ricreare una cultura di rispetto degli individui basata proprio sul tempo. L’uomo che sa coniugare il tempo del lavoro con quello dei valori altri, sarà sempre un buon lavoratore e un uomo realizzato. Il tempo libero non è un tempo vuoto, ma è tempo ricco di valori. e

elementi

| febbraio/aprile 2003

Giunto sull’Indo, il fiume che oggi separa il Pakistan dall’India, Alessandro Magno dopo sette anni di avventure e guerre e dopo migliaia di chilometri, decise di tornare indietro, verso la sua Macedonia. La decisione non fu presa da lui. Ma dai suoi soldati. Alessandro arrestò l’esercito e rinunciò alla conquista del mondo. Quanti manager ascoltano i propri collaboratori nell’affrontare i grandi problemi e le grandi decisioni? E quanti rinunciano a vittorie personali per il successo e il benessere aziendale? I problemi dell’età di Alessandro Magno sono differenti da quelli attuali. Ma è sempre attuale detenere e mantenere una leadership, prendere decisioni, gestire il potere, ricercare il consenso, guidare le persone, di fronte alle certezze ed alle incertezze dei propri tempi e del futuro. Non regge più la figura del capo autoritario che non si preoccupa dei propri collaboratori. Il vero leader è colui che oltre a prendere decisioni importanti per l’azienda, a percepire i cambiamenti e a capire come affrontarli, possiede capacità interpersonali tali da ascoltare, coinvolgere, motivare i propri collaboratori. La comprensione dei punti di vista degli altri è utile a integrare i modi di pensare e a migliorare la gestione aziendale. Le competenze di ciascuno si integrano e completano e un bravo leader dovrebbe essere in grado di individuarle e sprigionarle. Dovrebbe proporre obiettivi sfidanti e sostenerli nel percorso formativo e lavorativo. E, infine, dovrebbe trasmettere la visione, coinvolgere sui valori aziendali e definire relazioni basate sulla fiducia e sull’etica. Oltre alle strategie e alle tecnologie le imprese eccellenti sono quelle in cui la differenza la fanno le persone. Alessandro vinse grazie alle strategie militari e alle macchine da guerra, ma anche per la sua straordinaria capacità di parlare con ciascuno dei suoi soldati. Il buon re, prima di ogni conquista, deve saper conquistare il proprio esercito.


biblioteca biblioteca

Filo di Nota Murfologia

[Michelangelo Antonioni]

ECONOMIA ALL'IDROGENO La creazione del Worldwide Energy Web e la redistribuzione del potere sulla terra di Jeremy Rifkin Ed. Mondadori, pag. 340, Euro 17,60

L'Autore ritiene che nei prossimi anni, la rivoluzione informatica e delle telecomunicazioni, associata a quella imminente dell'energia all'idrogeno, costituirà un mix di tale potenza da riconfigurare radicalmente le relazioni umane nel corso di questo e del prossimo secolo. Il libro, tecnicamente documentato, racconta il mondo d'oggi così com'è. Parla di economia, di ecologia e di sviluppo sostenibile. Jeremy Rifkin è presidente della Foundation on Economic Trends di Washington e professore alla Wharton School of Finance and Commerce. Precedenti saggi: Il secolo biotech, L'era dell'accesso, Ecocidio.

e

Pagina a cura di Mauro De Vincentiis

LEGGE DI QUIGLEY Un’automobile e un camion che viaggiano in direzioni opposte lungo una strada deserta, si incontreranno sul ponticello. LEGGE DEL SELF-SERVICE L’ultima porzione del piatto che avevate deciso di prendere, sarà scelta dalla persona che vi sta davanti. Osservazione di Zenone L’altra coda va più veloce. Variazione di O’Brien sull’osservazione di Zenone Se si cambia coda, quella che si è appena lasciata diventerà immediatamente la più veloce.

febbraio/aprile 2003

“ ” Chi ama i bambini finisce per trovare qualcosa di bello in tutti.

Estensione della Legge di Murphy Se una serie di eventi può andar male, lo farà nel peggior ordine possibile. Corollario di Farnsdick al Quinto Corollario della Legge di Murphy Dopo che le cose sono andate di male in peggio, il ciclo si ripeterà. Estensione di Gattuso al Quinto Corollario Niente va mai così male che non possa andare peggio.

|

L'irlandese sir Ernest Shackleton salpò il 1° agosto 1914, a bordo dell'Endurance, con un equipaggio di 27 uomini, per raggiungere il Polo Sud. A un solo giorno dalla meta, la nave si incastrò nei ghiacci del Mare di Weddell. La vicenda di Shackleton, che riuscì a portare in salvo tutto l'equipaggio, rispecchia ancora oggi la vera essenza della leadership: aiutare a esprimersi ai massimi livelli e ottenere quanto sembra a prima vista impossibile. Secondo Morrell e Capparell, studiose del mondo imprenditoriale, il solo carisma non sarebbe bastato. La leadership di Shackleton era composta da umanità e, soprattutto, da criteri in cui poco era lasciato al caso: saper scegliere gli uomini giusti, addestrarli ai compiti più difficili, abituandoli ad affrontare ostacoli in apparenza insormontabili, creare spirito di cameratismo. Il tutto regolato dalla propria "legge": dare sempre l'esempio, senza mai risparmiarsi. Guidare gli uomini anziché comandarli. Acuto osservatore del carattere, Shackleton insisteva per avere colloqui diretti. Nei primi contatti con gli interessati preferiva scambi di frasi a ruota libera, brevi ma intensi; importante era il modo in cui i candidati interloquivano. Su una cosa era irremovibile: metteva anima e corpo nel lavoro e voleva che i suoi uomini facessero altrettanto. Aveva notato che i candidati più desiderosi di essere assunti dimostravano tutta la loro tempra quando erano messi alla prova. Il libro, best-seller negli Stati Uniti, si colloca nella tradizione dei classici sull'arte del comando.

Nel maggio 1949, il capitano Edward Aloysius Murphy Jr. del Reparto Sicurezza dell'Air Force Usa fu inviato nel deserto del Mojave (California) per indagare su un incidente capitato a un ufficiale collaudatore, mentre sperimentava una slitta a reazione. Murphy si limitò a scrivere: «Se vi sono più modi di fare un lavoro e uno solo porta al disastro, qualcuno sceglierà proprio quello. Più in generale, se una cosa può andar male, andrà male». Ripresa da una rivista specializzata, la "Legge di Murphy" è diventata l'assioma su cui si basano molti studi sulla sicurezza. Lo statunitense Arthur Bloch, nel 1977 e nel 1980, ha raccolto in un volume una serie di «principi» che hanno come modello l'enunciato del capitano Murphy.

elementi

LA VIA DI SHACKLETON di Margot Morrell e Stephanie Capparell Sonzogno Editore, pag. 264, Euro 16,50

Pagina

e

37


vetrina vetrina

Le nostre pubblicazioni RAPPORTO SULLE ATTIVITÀ DEL GESTORE DELLA RETE DI TRASMISSIONE NAZIONALE/APRILE 2001-MARZO 2002

È la più importante pubblicazione del Gestore della rete, giunta quest’anno alla seconda edizione, relativa al periodo Aprile 2001- Marzo 2002. Rinnovato nella veste grafica e corredato di grafici e tabelle, il “Rapporto” si propone di analizzare il punto di arrivo della riorganizzazione del settore elettrico a tre anni dall’avvio del processo di liberalizzazione; di valutare i principali aspetti gestionali e organizzativi nell’esercizio delle attività che costituiscono il core business della società: la trasmissione e il dispacciamento dell’energia elettrica a livello nazionale; di individuare le principali dinamiche nel processo di trasformazione in corso del mercato elettrico. Per questo il documento prende in considerazione: lo stato del sistema elettrico italiano, descritto sulla base del bilancio nazionale dell’energia elettrica per l’anno 2001 (capp. 1-2); le attività “istituzionali” del Gestore della rete, cioè la gestione della rete di trasmissione nazionale e l’esercizio dei servizi di trasmissione e dispacciamento (capp. 3-5); le attività inerenti il mercato dei clienti idonei (cap. 6).

Pagina

38 PROGRAMMA TRIENNALE DI SVILUPPO DELLA RETE DI TRASMISSIONE NAZIONALE. ANNI 2002-2004

elementi

| febbraio/aprile 2003

La rete elettrica di trasmissione nazionale è l’infrastruttura che consente il trasporto dell’energia elettrica su tutto il territorio italiano. Per far fronte alle esigenze di un mercato in rapida e profonda trasformazione, come quello elettrico, la rete di trasmissione necessita di interventi di sviluppo. La programmazione di tali interventi rientra nei compiti del Gestore della rete che ogni anno predispone il “Programma triennale di sviluppo”, con riferimento al triennio successivo. Per gli anni 2002-2004 la stima degli investimenti previsti è di 1.400 milioni di euro per la realizzazione di oltre 2.000 Km di nuovi elettrodotti e di 47 nuove stazioni, e per il potenziamento di 20 stazioni esistenti. Il corpo principale del “Programma 2002-2004” è articolato nelle sezioni riguardanti: la previsione della domanda di energia elettrica e potenza; i nuovi impianti di produzione da collegare alla rete di trasmissione nazionale; i criteri di pianificazione, con particolare riferimento alla tutela ambientale; le linee di sviluppo della rete elettrica, con l’indicazione di quanto attuato nel 2001 e i principali interventi in programma nel triennio 2002-2004, suddivisi per tipologie. Il testo è corredato di tabelle, figure e di tre Appendici. Al Programma è allegato il documento “Attività di sviluppo della rete”, con la descrizione in dettaglio degli interventi di sviluppo previsti per ogni singola Regione, quelli in corso di realizzazione o quelli da avviare nel triennio di riferimento.


vetrina vetrina

Le nostre pubblicazioni

DATI STATISTICI 2001 La pubblicazione raccoglie annualmente i dati statistici del settore elettrico nazionale, che costituiscono il quadro completo della consistenza degli impianti di generazione, delle relative produzioni e dei consumi di energia elettrica in Italia, secondo classificazioni territorialmente molto dettagliate. Tra i dati più significativi del 2001, quelli riguardanti il fabbisogno di energia elettrica che ha raggiunto il valore di 304.832 GWh, con un incremento del 2,1% rispetto all’anno 2000; mentre la punta massima rilevata sulla rete italiana, pari a 51.980 MW, è stata registrata l’11 dicembre 2001. Nel corso dell’anno la produzione nazionale lorda, corrispondente a 278.994,5 GWh, ha avuto un imcremento dello 0,9% rispetto all’anno precedente, mentre più consistente è stato l’incremento del saldo estero, cioè della quantità di energia elettrica importata nel nostro Paese, valore pari a + 9,1%. L’attività statistica del Grtn si svolge secondo quanto indicato dalla direttiva del Ministero dell’Industria del 21.01.2000 ed in ottemperanza ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri di approvazione del Programma Statistico Nazionale del nostro Sistema statistico (Sistan), che affidano al Gestore della Rete il compito delle rilevazioni riguardanti il settore elettrico.

| elementi

Il volume contiene i dati del rendiconto economico e finanziario del Gestore della rete per l’anno di riferimento. Come per l’anno 2000, il Bilancio di esercizio 2001 ha risentito delle condizioni derivanti dalla trasformazione in corso del settore elettrico. Si confermano come fonte tipica di ricavi i corrispettivi riconosciuti alla società per la fornitura dei servizi di trasporto e di dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete di trasmissione nazionale. Una quota significativa dei ricavi 2001 è derivata dalla vendita di energia c.d. incentivata (energia CIP 6), avviata a partire dal 1° gennaio 2001 a seguito del trasferimento della titolarità dei contratti di acquisto di energia dei produttori nazionali dall’Enel al Grtn.

febbraio/aprile 2003

BILANCIO DI ESERCIZIO 2001

e

Le pubblicazioni sono visibili al sito

www.grtn.it

Rubrica a cura di Luca Del Pozzo

Pagina

39


Samurai

C O N T R O C O P E RT I NA

Abili con le armi e cultori del pensiero Zen, si mettevano al servizio di un padrone, mantenendo – però – libera la loro mente. Oggi sono un modello per la formazione manageriale.

Diplomazia Aneddoto tramandato per evidenziare le caratteristiche di governo di tre leader giapponesi. Dovendo affrontare un uccello in gabbia che si rifiutava di cantare, Nobunaga disse: "Lo farò cantare", Hideyoshi: "Lo ucciderò, se non lo fa", Ieyasu: "Aspetterò finché non lo farà". Il primo aveva dato avvio a un processo di rinnovamento, proseguito dal secondo con la violenza e completato dal terzo con la diplomazia. La dinastia di Ieyasu durò 250 anni. Metodo "Attraverso l'ordine, affrontare il disordine; attraverso il silenzio, affrontare il clamore – è questo il metodo per controllare la prontezza mentale" (Sunzi, L'arte della guerra). Paragoni "Sii immobile come una montagna, aggressivo come il fuoco, lento come una pianta e veloce come il vento" (Sunzi, L'arte della guerra).

Pagina

40

elementi

| febbraio/aprile 2003

Ronin "Uomini onda", ovvero "agitati in ogni direzione". Erano i samurai del XVII secolo che, trovandosi disoccupati dopo la pace stabilita dalla dinastia dei Tokugawa, vagabondavano senza padrone in cerca di lavoro. Il più celebre fu Takezo detto Musashi, da mushashugyo, "pellegrinaggio del guerriero". Dal suo "Libro dell'acqua": "Che combattiate o siate intenti al lavoro quotidiano, dovreste apparire risoluti, ancorché calmi. Affrontate la situazione senza tensione ma neanche con indifferenza; che il vostro spirito sia ben determinato, sebbene privo di presupposti o pregiudizi. Quando il vostro spirito è tranquillo, non lasciate che il corpo sia troppo rilassato; e se il corpo è rilassato, non lasciate indebolire la mente. Una presenza mentale molto elevata è segno di debolezza, e una molto bassa è segno di rigidità".

Samurai illuminato “Un samurai che ha aspettato di trovarsi in condizioni difficili per imparare ad uscirne non è illuminato. Un samurai che studia la situazione in anticipo e si prefigura ogni evenienza e le soluzioni possibili è saggio. Quando l’occasione si presenta l’affronta nel modo migliore”.

(Da "Samurai – Ascesa e declino di una grande casta di guerrieri" - di Leonardo Vittorio Arena, Ed. Mondadori, 2002 e da : “Hagakure – il libro segreto dei samurai” di Yamoto Tsunetomo. Ed. Mondatori 2002).


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.