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• Editoriale di Carlo Andrea Bollino
_ • Il Punto di Jacopo Giliberto / p. 4
_ • Primo piano
Prospettive del sistema elettrico
_ La legge è buona e la miglioreremo / p. 6 Intervista ad Antonio Marzano _
Lo stato della liberalizzazione
_ Tra due o tre anni i veri benefici / p. 9 A colloquio con Alessandro Ortis _ La liberalizzazione? Lenta, timida, tormentata / p. 12 Parla Luigi Prosperetti _ • Focus
Borsa elettrica
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GRTN AU GME
_ Primi tra le Borse d’Europa / p. 14 Consuntivo del GME su mercato e risultati del primo periodo _ Calmieratore del mercato / p. 16 Intervista a Nando Pasquali _ L’avvio della domanda attiva / p. 18 L’attività del secondo semestre 2004 _ • Grtn-Terna: verso la nuova società _ Il Decreto Presidenza Consiglio Ministri / p. 20 _ Nascerà un grande operatore di settore / p. 21 Luca d’Agnese indica il percorso verso la nuova società _ Il Codice di rete / p. 24 _ • Sviluppo rete e territorio _ L’attività del Gestore della Rete / p. 26 _ L’esperienza del National Grid / p. 28 _ • La responsabilità amministrativa delle società / p. 30 _ • Lavoro Quando il manager non è razionale / p. 31 A tu per tu con Vittorino Andreoli _ • Comunicazione Un caffè con… Gianfranco Ravasi / p. 33 Ritrovare lo splendore della comunicazione _ • Filo di nota Dell’infelicità manageriale / p. 36 _ • Biblioteca - Guida al mentoring - Neo management / p. 37 _ • Vetrina Le nostre pubblicazioni / p. 38 _ • La copertina La luce trasforma i corpi / p. 39 di Ennio Calabria _ • Controcopertina Elettricità e Umanità / p. 40 _
GRTN 00197 Roma Viale M.llo Pilsudski, 92 Tel. +39 068165 1 Fax +39 0681654392 info@grtn.it www.grtn.it
AU 00197 Roma Via Guidubaldo Del Monte, 72 Tel. +39 0680131 Fax +39 0680134191 info@acquirenteunico.it www.acquirenteunico.it
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Anno 2004 n. 6 - Nov. Dic. 2004 / Gen. 2005 Editore GRTN Direttore Responsabile Romolo Paradiso Collaborazione redazionale Mauro De Vincentiis Editing Maria Pia Terrosi
Elementi è visibile in internet al sito www.grtn.it In copertina: particolare de: “La luce trasforma i corpi”. Pastello su carta di Ennio Calabria
Hanno collaborato a questo numero: Fausto Carioti; Cristina Corazza; Luca Del Pozzo; Vittorio Esposito; Goffredo Galeazzi; Mauro De Vincentiis; Jacopo Giliberto; Giusi Miccoli; Claudio Mimmi; Maria Pia Terrosi.
Progetto Grafico Gentil Associates Foto Fototeca Elementi Redazione e Amministrazione Viale M.llo Pilsudski, 92 - 00197 Roma Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 105/2001 del 15.03.2001 Realizzazione impianti e stampa D.G.P. Srl • Via Tiburtina, Km 18.300 • Setteville di Guidonia - Roma
Finito di stampare nel mese di Ottobre 2004
Un particolare ringraziamento a: Anna Autore; Libero Buttaro; Leonardo Camilli; Cosimo Campidoglio; Enrico Carlini; Gianpaolo De Pol; Itala Di Cioccio; Fiorella Fontana; Gianluca Fulli; Guido Guida; Aureliana Parisi Iapadre; Salvatore Lanza; Letizia Roma; Benedetta Sebastiani; Enrico Scuricini; Mario Zannino.
e Carlo Andrea Bollino (*)
(*) Presidente GRTN
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Il nuovo numero di “Elementi” vede la luce dopo un’estate che si preannunciava piuttosto critica dal punto di vista della gestione del sistema elettrico, e che invece si è rivelata – alla prova dei fatti – più “tranquilla” del previsto. Con un clima più mite rispetto ai mesi estivi del 2003, l’utilizzo dei condizionatori e delle apparecchiature refrigeranti non ha determinato quegli elevati consumi di elettricità che avevano caratterizzato in modo costante l’estate dello scorso anno. E ciò nonostante il nuovo record assoluto di domanda alla punta, pari a 53.500 MW, registrato lo scorso 23 luglio. Ritengo comunque che il pur prezioso aiuto offertoci dalle condizioni climatiche sarebbe stato insufficiente senza le misure che, già all’indomani degli eventi critici del 2003, sono state attuate dal Gestore della rete per far fronte all’emergenza elettricità. Sul versante della generazione il GRTN, insieme con i vari operatori del settore, ha attuato una serie di azioni, quali la riprogrammazione della manutenzione delle centrali in periodi diversi da luglio e agosto; l’aumento della riserva di interrompibili in tempo reale e con preavviso; l’entrata in funzione della Borsa elettrica e della contrattualizzazione dei servizi di dispacciamento; l’attuazione della prima fase del capacity payment per rendere disponibili gli impianti per la riserva. Nel complesso, la maggiore disponibilità di potenza ottenuta ha consentito una gestione della domanda in totale sicurezza. Prova ne sia che durante tutta l’estate non si è mai fatto ricorso ai distacchi dei clienti cosiddetti “interrompibili”, né all’attuazione dei “distacchi programmati” sull’utenza diffusa. Non meno incisiva è stata l’azione del GRTN sul versante della trasmissione, con il varo del “Piano di sicurezza 2004-2007”. Tra le varie misure adottate, mi limito a ricordare l’attivazione di un nuovo schema di comunicazione (linea diretta) con i gestori esteri per accrescere la nostra conoscenza dei loro dati di esercizio, e la rimodulazione dei flussi programmati di interconnessione con le diverse frontiere estere per aumentare la sicurezza. Ora bisogna guardare al futuro. Le esigenze di sviluppo del sistema elettrico italiano sono note. Servono nuove centrali più efficienti e meno inquinanti e più linee elettriche, senza le quali il maggior apporto di energia elettrica resterebbe incagliato nelle varie strozzature che gravano sulla rete elettrica. Permangono notevoli difficoltà nel passare dalla fase di programmazione a quella realizzativa degli impianti, ma il futuro, almeno per quanto ci riguarda, lascia ben sperare. Da diversi anni il GRTN sta toccando con mano che la via maestra per risolvere i conflitti è una sola: concertazione. Concertazione vuol dire condivisione, corresponsabilità, collaborazione nel trovare la soluzione migliore per tutti. Da questo punto di vista, lo strumento che sta dando frutti significativi è la VAS, la Valutazione Ambientale Strategica. L’esempio della nuova linea S. Fiorano – Robbia lo dimostra: con la VAS è possibile realizzare uno sviluppo della rete elettrica compatibile con l’ambiente e condiviso con le Regioni e gli Enti locali, poiché in questa nuova prospettiva la fase della progettazione dell’opera segue, e non precede, quella di dialogo e di accordo per la realizzazione di un bene comune.
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editoriale
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IL PUNTO
di
Jacopo Giliberto
Un tornante stretto sulla strada in salita del settore elettrico. Il percorso sembra giunto a uno snodo importante. Il tornante precedente, il blackout, è ormai alle spalle. È concluso l’iter parlamentare contrastato per approvare il cosiddetto Ddl Marzano. Come una strada impegnativa di alta montagna, il processo di liberalizzazione del settore elettrico s’inerpica adesso su un nuovo tornante che impone un cambiamento forte di direzione, senza però scostarsi dall’obiettivo finale. È il momento della fusione fra il Gestore della rete e Terna; è il momento di affinare le soluzioni per il via-libera locale alla costruzione delle opere; è il momento di modellare una Borsa elettrica più aderente al mercato.
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“ ” Energia disponibile
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La paura del blackout ormai è rimossa, dopo l’estate rovente del 2003 che aveva fatto segnare in tutto il mondo una preoccupante serie di emergenze elettriche. Certamente, il brutto scherzo del destino è sempre dietro l’angolo. Tuttavia sono più lontane le cause profonde dei due blackout italiani del 2003 (gli esperti vorranno distinguere le interruzioni programmate del giugno, dal vero blackout di settembre, anche se il consumatore medio non riesce a fare lo stesso). Quali erano state le cause principali? L’insufficienza dell’offerta elettrica a confronto con la crescita rapida della domanda e lo scarso dialogo fra organismi elettrici europei. E andando più a monte, nella ricerca delle cause, viene naturale domandarsi: perché l’offerta era insufficiente? Perché le compagnie elettriche dei tempi del monopolio e della prima liberalizzazione non avevano investito, o i loro progetti si
erano fermati di fronte alle incertezze sul rientro degli investimenti e davanti al “no” locale alla costruzione di nuovi impianti? Sul fronte della domanda, c’è stato un cambiamento strutturale del consumatore. Gradualmente, il processo di deindustrializzazione e di terziarizzazione ha cambiato il modo di consumare. Se una volta l’elettricità era forza motrice di grandi complessi produttivi, oggi il chilowattora si usa per mille servizi decentrati, per i condizionatori degli uffici e per il “raffreddamento” dei personal computer, per i frigoriferi della catena del freddo, per i telefonini e per i lettori Dvd. I clienti liberi sono sette milioni. La domanda è cresciuta e ha raggiunto il nuovo record assoluto di domanda alla punta, pari a 53.500 MW, registrato lo scorso 23 luglio, come spiega in questo numero di Elementi il presidente del Grtn, Carlo Andrea Bollino. Quest’anno, aiutate da una Borsa elettrica che rende più trasparenti i rientri degli investimenti, alcune centrali sono partite, e altre ne entreranno in servizio presto; in più l’estate 2004 è stata meno torrida. Il Gestore della rete di trasmissione, a differenza di altre imprese del settore, ha imparato a concertare i progetti e a evitare il muro-contro-muro nella posa delle linee di alta tensione e delle altre installazioni elettriche. E ha aumentato la disponibilità di energia elettrica di ulteriori 5.700 MW.
“ ” Il “no” locale e la concertazione
Il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, con la legge approvata tenta di risolvere il nodo delle opposizioni locali: in questo numero di Elementi il ministro ricorda i nuovi rapporti fra lo Stato e le Regioni, i contributi compensativi agli enti locali che accolgono impianti sul loro territorio.
IL
PUNTO
Jacopo Giliberto
Eppure più delle leggi sembra funzionare il buonsenso della concertazione, come sostiene Andrea Bollino. Lo strumento che pare dare frutti significativi è la Valutazione Ambientale Strategica adottata nella nuova linea S.FioranoRobbia: “Con la VAS è possibile realizzare uno sviluppo della rete elettrica compatibile con l'ambiente e condiviso con le Regioni e gli enti locali – dice il presidente del Grtn - poiché in questa nuova prospettiva la fase della progettazione dell'opera segue, e non precede, quella di dialogo e di accordo per la realizzazione di un bene comune”.
“ ” La Borsa dell’energia
Fra poco partirà la nuova fase della Borsa elettrica, aprendo le porte alla domanda che oggi è espressa in modo aggregato dal Gestore della rete. Ma alcuni effetti positivi, sebbene non ancora consolidati, sono già stati ottenuti: una maggiore chiarezza negli investimenti, una maggiore trasparenza che fa intuire le politiche dei singoli operatori e i pesi degli operatori dominanti. C’è chi, come Prosperetti, ammonisce sull’eccesso di volatilità del prezzo. Ma altri, come il presidente dell’Acquirente Unico, Nando Pasquali, con una politica accorta di approvvigionamenti e di contratti per differenza, è riuscito ad assicurare ai consumatori vincolati un prezzo contenuto e stabile del chilowattora. Un’esperienza che potrebbe essere adottata anche dagli altri consumatori elettrici. e
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L’altro grande processo in corso è la fusione fra Gestore della rete di trasmissione e Terna, la Spa dell’Enel che possiede oltre il 90% della rete di trasmissione. Si sta concludendo l’esperienza “californiana” dell’Iso, l’Independent system operator che governa i flussi dell’alta tensione senza possederne le infrastrutture. Si passa al Tso (come ricorda l’amministratore delegato del Grtn Luca d’Agnese), all’operatore che insieme possiede le linee e governa l’alta tensione. Addio al modello californiano – tanto contestato e tanto lodato cinque anni fa, quando l’allora ministro dell’Industria Pierluigi Bersani se ne fece sostenitore contro tutte le perplessità degli esperti – per passare all’esperienza della National Grid londinese che opera in tutto il mondo facendo business. Con la fusione, il “soggetto unificato” potrà non solo programmare gli investimenti sulla rete ma realizzarli in proprio. Conferma in questo numero di Elementi il presidente dell’Autorità dell’energia, Alessandro Ortis, che “un operatore che riunisca in sé la gestione e la proprietà delle reti ha una maggiore immediatezza di intervento sia nella manutenzione sia nelle nuove realizzazioni”. Ma l’Enel – ammonisce Luigi Prosperetti - non dovrà controllare una quota rilevante della futura aggregazione: le aziende elettriche dovrebbero essere escluse dalle reti dell'alta tensione per salvaguardarne la “terzietà”, ovvero la totale autonomia dagli interessi di parte e l’equilibrio assoluto.
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Un nuovo ruolo per il Grtn
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PRIMO PIANO
Intervista ad
Antonio Marzano*
Prospettive del sistema elettrico * Ministro delle Attività produttive
La legge è buona e la miglioreremo ancora Garantirà la certezza dell’approvvigionamento energetico. Ridurrà costi e prezzi dell’energia grazie ad azioni di diversificazione, nuove infrastrutture e maggiore efficienza. Fa luce sulle competenze spettanti allo Stato e alle Regioni e rafforza le norme per l’emergenza elettrica. Ma si lavorerà ancora per agevolare il processo di localizzazione di nuovi impianti elettrici, per l’eliminazione delle asimmetrie dei mercati europei, per il riordino degli incentivi, per lo sviluppo di nuove fonti rinnovabili e per il teleriscaldamento. Per tutto ciò che possa portarci ad una vera ed efficace liberalizzazione del settore.
Antonio Marzano
di Fausto Carioti Antonio Marzano è pronto a cambiare la Marzano. Come spiega lo stesso ministro delle Attività produttive a “Elementi”, l’operazione di riordino e razionalizzazione del mercato elettrico italiano non si è conclusa con la legge che porta il suo nome: la norma, varata in tempi stretti anche “per garantire certezza dell’approvvigionamento energetico”, attende ora di essere integrata in più punti.
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Signor ministro, quali saranno i primi effetti positivi della legge “Marzano”? E quando diventeranno evidenti per tutti?
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L’accelerazione dell’iter parlamentare di approvazione della legge 239/04 si è resa necessaria principalmente per garantire la certezza dell’approvvigionamento energetico; per ridurre costi e prezzi dell’energia attraverso azioni di diversificazione, nuove infrastrutture e maggiore efficienza; per chiarire le competenze in capo allo Stato e alle Regioni; per rafforzare le norme per l’emergenza elettrica in parte già contenute nella legge 27 ottobre 2003, n. 290 (c.d. legge antiblackout). Gli effetti positivi si avranno in tempi diversi. Alcuni aspetti sono di immediata applicazione e ricaduta: la chiarezza delle competenze spettanti allo Stato e alle Regioni; la migliore definizione dei rapporti con l’Autorità per l’energia elettrica e il gas; la definizione dei contributi da versare a Regioni e Comuni a titolo di compensazione ambientale per la realizzazione di nuove centrali
elettriche o per le concessioni di coltivazione di idrocarburi in terraferma, solo per citarne alcuni. Per contro, altre norme - ad esempio quelle sull'agevolazione per la realizzazione delle opere nel settore energetico - avranno un duplice impatto: immediato sui soggetti direttamente coinvolti nella realizzazione delle opere (basti pensare allo snellimento delle procedure che agevolano l’iter burocratico per gli operatori); a più lungo termine per i consumatori, che potranno beneficiare di una diminuzione dei prezzi dell’energia derivante da una maggiore offerta. D’altra parte, è noto a tutti che per realizzare una centrale, una linea di interconnessione con l’estero o un terminale di GNL, occorrono anni, e quindi, non potendo agire sui tempi di realizzazione, il compito principale dell’amministrazione è quello di operare sui tempi del procedimento autorizzativo e fare in modo che l’autorizzazione sia frutto di un processo concordato a livello centrale e locale, così da non avere intoppi in fase di realizzazione.
La legge ha bisogno di qualche piccolo aggiustamento, come lei ha detto più volte. Di quali in particolare? E perché? L’urgenza dell’approvazione della legge non ha permesso di risolvere in modo definitivo alcuni aspetti sui quali il
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Governo, e in particolare il mio dicastero, si Localizzzazione capacità addizionale sono dichiarati disponibili ad intervenire. I principali aggiustamenti sono stati suggeriti di generazione 2002-2010 da alcuni ordini del giorno presentati a seguito del dibattito parlamentare. In particolare, l’ordine del giorno a firma degli 2.840 onorevoli Saglia, D’Agrò, Polledri, Gastaldi, Coronella e Gamba, da me condiviso, ha 800 fissato alcuni punti importanti. 2.760 Innanzitutto si è suggerito al Governo di 400 intendere in modo più ampio la delega di cui 1.585 al comma 121 per il riassetto delle disposizioni in materia di energia, curando 400 in particolare i seguenti aspetti: il Congestioni 250 coordinamento delle norme vigenti, 760 apportando le modifiche necessarie per 240 garantire la coerenza logica e sistematica 750 della normativa; l’articolazione della normativa per settori, tenendo conto 1.920 dell’organizzazione dei mercati e delle 1.980 esigenze di allineamento tra i settori stessi, che derivano dagli esiti del processo di liberalizzazione e di formazione del mercato 3.922 interno europeo; l’adeguamento della normativa alle disposizioni comunitarie e agli accordi internazionali, nel rispetto delle competenze delle amministrazioni centrali e regionali. Un secondo aspetto mira ad agevolare il processo di localizzazione di nuovi impianti di generazione elettrica, compresi gli Fonte: GRTN interventi di potenziamento, anche attraverso accordi volontari relativi a misure di compensazione, tutelando l’ambiente e in particolare i parchi nazionali. Un terzo punto è rivolto a eliminare le asimmetrie dei mercati dell’energia nei vari Paesi europei, completando e rafforzando le disposizioni inserite nella legge 239/04. La strada indicata dall’ordine del giorno è quella dei decreti legislativi, che dovranno essere emanati nell’ambito dell’attuazione delle nuove direttive europee per il mercato interno dell’energia elettrica e del gas. Oltre a ciò, l’ordine del giorno prevede azioni per la promozione della penetrazione delle imprese nazionali sui mercati esteri, anche tramite la loro partecipazione a programmi per lo sviluppo di nuove tecnologie di produzione dell’energia elettrica, che consentano un'efficace diversificazione delle fonti energetiche. Infine, gli ultimi due punti riguardano: le operazioni di aggregazione territoriale delle attività di distribuzione del gas, che vanno favorite con meccanismi di natura fiscale, così da conseguire una maggiore efficienza del sistema di distribuzione a vantaggio dell’utenza; il riordino degli incentivi per lo sviluppo di nuove fonti rinnovabili di energia e il teleriscaldamento urbano, in modo da favorire un ordinato sviluppo delle fonti rinnovabili, prevedendo anche meccanismi di incentivazione basati su gare per la promozione delle soluzioni tecnologiche più avanzate. Oltre a ciò, vi saranno ulteriori chiarimenti su altre questioni importanti, tra cui le attività post-contatore, il metano per autotrazione e la cogenerazione abbinata al teleriscaldamento.
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Antonio Marzano
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PRIMO PIANO
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PRIMO PIANO
Antonio Marzano
Nuovi impianti di generazione > 300MW Autorizzati, in costruzione, entrata in esercizio attesa
18.000 MW
In materia di compensazioni ambientali la legge Marzano agevola la collocazione nel territorio di nuove infrastrutture, riconoscendo contropartite economiche ed ambientali agli enti locali. Non c'è il rischio di una ricaduta di costi sulla collettività?
10.000 MW
Autorizzazioni
Fonte: GRTN
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Non c’è dubbio che le contropartite previste al 4.285 MW comma 5 siano onerose, e [31-dic-05] 1.825 MW potrebbero tradursi in un [31-dic-04] maggior costo dell’energia per i diretti acquirenti e, di riflesso, per la collettività. In costruzione Entrata in esercizio attesa È quindi importante che gli enti locali si limitino a misure di compensazione coerenti con gli obiettivi di politica energetica nazionale. Peraltro è opportuno rammentare che, privilegiando la realizzazione di nuove infrastrutture nelle zone carenti, parte di queste ricadute sarà compensata da un recupero di efficienza del sistema e parte interesserà direttamente le popolazioni locali che godranno delle compensazioni.
Avremo davvero uno snellimento delle procedure per la costruzione di nuove linee e una maggiore certezza dei tempi di autorizzazione? Oppure l'intervento di più amministrazioni titolari di un "potere di veto" renderà più difficile il percorso autorizzativo? elementi
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Confido che le strutture del mio ministero possano ottenere per le nuove linee i buoni risultati conseguiti per le centrali di produzione. Il problema è che il “potere di veto” delle amministrazioni esiste già oggi, anche se in forma non evidente. Non si tratta di prevaricare sulle competenze degli enti locali, né di sacrificare al bene comune i legittimi diritti delle popolazioni, ma di affrontare con onestà intellettuale e in piena trasparenza i problemi posti dalla realizzazione di nuove infrastrutture energetiche, individuando la soluzione ottimale.
Più in generale, non pensa che la presenza dell'energia tra le materie di legislazione concorrente Stato-Regioni possa essere un ostacolo alla creazione di un sistema elettrico nazionale efficiente ed integrato? Certo, ed è stato ormai riconosciuto in più occasioni dagli stessi rappresentanti dell’opposizione, che l’attuale stesura dell’articolo 117 della Costituzione è un ostacolo alla creazione di un sistema elettrico nazionale efficiente ed affidabile. Non a caso il Governo ha fatto approvare dalla Camera dei Deputati un emendamento al ddl che prevede una competenza esclusiva statale per le infrastrutture di rilevanza nazionale (si tratterà poi di definirle chiaramente) e una legislazione concorrente per quelle di interesse prevalentemente locale.
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PRIMO PIANO
A colloquio con
Alessandro Ortis*
Lo stato della Liberalizzazione
* Presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas
Gli effetti della liberalizzazione
Tra due o tre anni i veri benefici
Alessandro Ortis
È il tempo necessario per arrivare ai risultati sperati. Se però saranno realizzati nuovi impianti e ammodernamenti per oltre 10.000 MW. E occorre diversificare l’offerta di energia. Grtn-Terna: una fusione che produrrà efficienza sui costi. Borsa elettrica: in questo primo periodo sono emersi solo “malesseri infantili”. L’Autorità vigilerà perché il mercato non presenti distorsioni, non ospiti abusi o collusioni. Grazie alla Borsa si è evidenziato il problema delle congestioni delle reti, rendendo più facile identificare dove intervenire. Fonti energetiche: serve un equilibrato utilizzo del carbone, anche se la ripresa delle economie orientali sta creando problemi sul prezzo.
di Claudio Mimmi
I benefici attesi ci saranno. Ma ci vuole tempo. Due-tre anni saranno fondamentali per verificare quella svolta di cui il sistema energetico e soprattutto i consumatori hanno bisogno. Se saranno realizzati nei tempi previsti tutti i progetti di nuovi impianti e ammodernamenti per oltre 10 mila MW di nuova potenza, non ho dubbi che potrà avviarsi una fase di competizione tra i produttori tale da determinare una riduzione dei costi. Questo è ciò che manca per completare il processo. Il
Per compiere passi in avanti è necessario che si apra il mercato anche sul fronte dell’offerta, con una presenza alternativa a quella dell’operatore principale che tende a mantenere quote di mercato e livelli di prezzo a lui confacenti. Un passo questo, più complesso, che richiede interventi sulla struttura industriale. Le direttive Ue e le leggi nazionali di liberalizzazione avviano il processo anche sul lato della domanda, favorendo la presenza di nuovi competitori. Naturalmente l’incontro corretto tra domanda e offerta è possibile se le reti sono indipendenti, e tutti possono utilizzarle a prezzi certi e trasparenti.
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È quindi un problema di offerta carente?
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Presidente Ortis, le liberalizzazioni non hanno ancora prodotto gli attesi benefici in termini di calo delle bollette e da più parti si lamenta un peso eccessivo dell’ex monopolista. Quali sono i passaggi necessari per completare il processo e raggiungere gli obiettivi?
quadro regolamentare, in generale, richiede soprattutto aggiustamenti e sorveglianza piuttosto che grandi interventi, in particolare legati alla sicurezza del sistema.
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L’Italia marcia a buon passo sul fronte delle liberalizzazioni dei mercati elettrici e del gas. Ma per vedere i benefici in termini di prezzo e di efficienza, ci vorrà ancora tempo. Due o tre anni, dice il presidente dell’Autorità per l’energia, Alessandro Ortis, che a meno di un anno dal suo arrivo alla guida dell’organismo, indica i punti di forza e di debolezza del sistema elettrico. Puntando sulla necessità di una maggiore offerta, quale chiave per la svolta del sistema, che può trovare nella Borsa elettrica un forte alleato.
Entro il 2005 Terna si riunirà con il Grtn. Il progetto è in grado di garantire l’effettiva terzietà della rete e avrà un impatto positivo in termini di economicità di trasmissione e di sicurezza. Quale la sua valutazione? Pagina
Inizio dalla fine. Alla luce di quanto emerso dalle indagini sul black out di settembre 2003, il sistema sembra aver sofferto sul piano del
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PRIMO PIANO
Alessandro Ortis
coordinamento operativo nella gestione delle reti. Un operatore che riunisca in sé la gestione e la proprietà delle reti ha una maggiore immediatezza di intervento sia nella manutenzione che nelle nuove realizzazioni. Di conseguenza il sistema riunificato non potrà che essere più vantaggioso anche relativamente ai costi. Spetterà all'Autorità il controllo che ciò avvenga correttamente? Oltre all’Autorità, impegnata nell’analisi dei costi a fini tariffari, sarà il mercato a far emergere il valore della maggiore efficienza, mediante il controllo svolto da analisti e investitori. La terzietà del nuovo soggetto riunificato, che le norme sono impegnate a garantire, costituisce un aspetto irrinunciabile per il successo della liberalizzazione. Ma siamo di fronte ad uno di quei casi in cui le norme, pur necessarie, potrebbero non essere sufficienti. Molto infatti si giocherà nel comportamento reale degli operatori. Sarà fondamentale il controllo che potrà operare l’Autorità. Vede possibili problemi? Se gli azionisti del nuovo soggetto unificato interpreteranno tale ruolo come forma di garanzia legittima dei propri interessi e come strumento di controllo, non vedo problemi. Diverso se lo interpreteranno come strumento per attenuare la spinta competitiva e non garantire la terziarietà della rete. Ma sono fiducioso, la cultura del mercato si sta ormai affermando, sarà difficile tornare indietro.
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Da tempo si lamentano carenze strutturali sulle interconnessioni. Pensa che serva un maggiore impegno, sotto forma di agevolazioni normative e fiscali?
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L’impegno dell’Autorità per l’incentivazione della realizzazione di nuove linee elettriche è massimo, come anche nel gas. Il nostro intervento riguarda l’incentivazione alle imprese, ed infatti le remunerazioni sono maggiorate per i nuovi investimenti. L’incentivazione a favorire il coinvolgimento delle popolazioni e delle amministrazioni locali è invece definita dalle leggi ed in particolare dalla legge di “riordino del sistema energetico”. La maggiore attenzione alle congestioni è comunque uno dei risultati della Borsa che sta rendendo evidente il problema, attraverso i diversi prezzi che si registrano nelle varie aree del Paese. Il nuovo sistema, grazie alla maggiore trasparenza, permette di identificare con precisione dove è necessario intervenire.
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Dal primo aprile la Borsa è operativa sul fronte dell’offerta mentre è in corso la sperimentazione su quello della domanda attiva. Quali secondo Lei i risultati ottenuti finora?
Previsioni Anno 2003 2004 2005 2006 Fonte: GRTN
Non è stato secondario il più che soddisfacente avvio tecnico-operativo della Borsa. E dal punto di vista dei risultati di mercato, in termini di prezzi, sono emersi “malesseri infantili” a fronte dei quali deve essere dato atto a tutti i protagonisti del sistema dell’opera di sorveglianza tempestiva ed efficace. sulla crescita dei consumi L’avvio era una fase molto temuta, perché c'era il rischio che le critiche sui Miliardi di kWh Tasso di incremento singoli episodi potessero rimettere in medio annuo discussione la Borsa in quanto tale, che 320,7 +3,2% rappresenta invece uno strumento 323,5 +0,9% fondamentale del mercato. La Borsa 333,0 +2,9% risolve inoltre uno dei principali motivi 342,9 +3,0%
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Alessandro Ortis
di incertezza per chi vuole costruire nuovi impianti e per chi è coinvolto nel loro finanziamento, aumentando notevolmente la possibilità di collocare il proprio prodotto in modo trasparente e a fronte di precisi segnali di prezzo. È evidente che la presenza attiva della domanda riduce di molto i possibili comportamenti speculativi dei produttori: è quindi necessario rispettare le scadenze previste per arrivare alla piena operatività della Borsa. Il ruolo dell’Authority in questo contesto? Vigilerà perché il mercato non presenti distorsioni, non ospiti abusi o collusioni; affinché il segnale di prezzo rifletta sempre più costi concorrenziali, incoraggi investimenti e promuova nuova offerta competitiva. Si parla sempre dell’eccessiva dipendenza dell’Italia dagli idrocarburi e della necessità di rivedere il mix dei combustibili…. Il completamento delle liberalizzazioni e l’instaurarsi di effettiva concorrenza potranno portare a cali di prezzi anche significativi, riducendo al minimo le inefficienze, ma il problema dei prezzi si risolverà in tempi più lunghi, con una riduzione dei costi della produzione ed una diminuzione delle dipendenze dal petrolio. Verso quali obiettivi, in questa direzione,bisognerebbe puntare?
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Le preoccupazioni della Commissione sono condivisibili. Non mi convince però il mettere tutti gli Stati sullo stesso piano, come se negli anni scorsi avessero tenuto i medesimi comportamenti. L’Italia si è sempre posta all’avanguardia, perseguendo una apertura dei mercati reale. Possiamo aver scontato dei ritardi, ma gli interventi di ristrutturazione dei mercati, come è stato con la cessione delle Genco, ed i tetti antitrust agli ex monopolisti hanno pochi riscontri in Europa. Così anche per la separazione delle attività tra produzione, trasmissione, distribuzione e vendita, il grado di indipendenza nella gestione delle reti, gli accessi regolati per i nuovi entranti con tariffe pubbliche, non discriminatorie e trasparenti. Per non parlare del ruolo dell’Autorità, la cui istituzione è ora imposta in tutti gli Stati dalle direttive, ma è nata in Italia nel 1995. I rischi del perpetuarsi di asimmetrie esistono e gli operatori italiani conoscono bene le difficoltà che incontrano per operare negli altri Paesi.
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Tornando ai processi di liberalizzazione, l’Ue lamenta ritardi anche da parte dell’Italia oltre che nei confronti di Paesi fortemente conservatori dello status quo. Cosa ne pensa?
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La progressiva sostituzione dell’olio combustibile con il gas naturale, apprezzata per motivi ambientali e per la maggiore efficienza dei nuovi impianti, può dare un contributo significativo. Ma non costituisce la soluzione del problema: il gas naturale è legato alle dinamiche internazionali del prezzo del petrolio e non c’è dubbio che, anche grazie alle nuove tecnologie di abbattimento delle emissioni inquinanti, un più equilibrato utilizzo del carbone potrebbe dare un significativo contributo alla ridefinizione del mix delle fonti. Anche se la ripresa delle economie orientali ha recentemente creato problemi pure sul versante dei prezzi del carbone, storicamente stabili.
…quindi i richiami della Commissione Le sembrano eccessivi nei confronti dell’Italia? Credo che la Commissione dovrebbe attuare una sorveglianza selettiva sul recepimento delle direttive.
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Parla
PRIMO PIANO
Luigi Prosperetti*
Lo stato della liberalizzazione
* docente di Economia Industriale all'Università di Milano Bicocca
La liberalizzazione? Lenta, timida, tormentata Serve capacità addizionale, adeguando l’offerta alla domanda. Sì alla fusione Grtn-Terna, ma Enel non può controllare il 50% o il 20% della nuova società. Le aziende elettriche dovrebbero essere escluse dalle reti dell’alta tensione. Investire per espandere la rete. Le congestioni aumentano i costi, che andrebbero pagati da chi li genera. Come? Con una mini tassa sui consumi alle Regioni che rifiutano centrali o linee. Sconti a quelle che producono più elettricità di quanta ne consumano.In Borsa i prezzi sono volatili ed espongono i consumatori al rischio di fluttuazioni, e i più indifesi pagano i costi del sistema.
Luigi Prosperetti
di Cristina Corazza Lenta, timida e tormentata. Per Luigi Prosperetti, uno dei maggiori esperti del settore elettrico, sono questi i tratti che contraddistinguono la liberalizzazione dell'elettricità in Italia. Un processo che sconta molte fragilità e soprattutto, spiega Prosperetti in questa intervista a Elementi, il “peccato originale” della scarsa capacità di offerta.
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Cinque anni fa in Italia ha preso avvio la liberalizzazione del sistema elettrico. Cosa occorre per completare il processo di apertura del mercato?
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Creare capacità addizionale. Se si liberalizza un mercato senza adeguare l'offerta alla domanda, non c'è spazio per ridurre i prezzi. In Italia si è perso tempo nell'espandere la capacità produttiva. Un secondo errore è stato imporre all'Enel di cedere impianti ai concorrenti, anzichè puntare su un aumento dell'offerta anche con incentivi ai nuovi entranti. Il risultato è che abbiamo avuto il peggio dei due mondi possibili: Enel ha ridotto i suoi investimenti e i newcomers li hanno fatti con il contagocce. C'è poi una terza debolezza che va superata se si vuole accelerare l'apertura del mercato: la crescente diarchia fra il ministero delle Attività produttive e l'Autorità per l'energia.
“ ” La fusione Grtn-Terna è valida, ma…
Un altro tema di grande attualità è la sicurezza del nostro sistema elettrico: la fusione di Terna con il Grtn è un passo in avanti? La fusione della società delle reti con il Gestore della rete è un'operazione valida, ma va accompagnata da una modifica degli assetti interni. Enel non può controllare il 50% e neanche il 20% della nuova società come previsto dalla legge. Una presenza così forte dell'operatore storico non trova riscontro in alcun Paese. Le aziende elettriche dovrebbero rimanere fuori dalle società delle reti dell'alta tensione, così come è accaduto con il National Grid in Gran Bretagna. Ma questo non basta per assicurare l'efficacia e l'economicità del servizio di trasmissione dell'energia. Gli investimenti nello sviluppo della rete non sono un problema di tipo ingegneristico, ma amministrativo. Sotto questo profilo, la sicurezza la fanno i sindaci, non gli ingegneri. Perché in presenza di vincoli amministrativi o episodi di guerriglia urbana ed extraurbana che bloccano i cantieri, la sicurezza diventa un traguardo difficile da raggiungere. Fra i maggiori punti di fragilità del nostro sistema, c’è l'eccessiva dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio, che talvolta provengono da aree ad alto rischio politico.
PRIMO PIANO
Luigi Prosperetti
Dovremmo avere il coraggio di tornare al nucleare. O noi pensiamo che la tensione con il mondo arabo svanisca, o si prende in considerazione l'opzione dell'atomo. Non tanto per motivi di costi ma per ragioni strategiche. Credo sia irresponsabile che il problema non venga nemmeno discusso. Invece, tranne rarissime eccezioni, sia a destra che a sinistra si sta scegliendo la politica della cicala. Una delle principali obiezioni al nucleare, oltre alla sicurezza, riguarda gli elevati costi e l'assenza nel nostro Paese di know how e di personale specializzato. Anche importare petrolio e gas ha un costo. E il know how lo si può acquistare, esattamente come fanno altri. Sempre in tema di costi dell’energia, com’è possibile ridurre le disparità esistenti fra le varie aree del Paese?
“ ” Favorire gli investimenti ed espandere la rete
Il problema dei costi di interconnessione riguarda anche l'energia importata dall’estero e le nuove regole decise dalla Commissione Europea. A suo giudizio quale è il metodo più efficace, il pro quota, l’asta o altro? La soluzione migliore è l'asta per la capacità, a condizione però, di utilizzare i proventi per realizzare nuove linee di trasmissione.
“ ” In Borsa i prezzi sono volatili
Molta polemica suscita anche il tema delle asimmetrie con altri Paesi europei rispetto al grado e all'intensità dell’apertura del mercato dell’energia alla concorrenza.
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Se una Regione non vuole centrali o linee e genera costi di trasporto da altre Regioni, dovrebbe in qualche modo sopportare il costo aggiuntivo creato. Oggi invece c'è un sistema perversamente mutualistico per il quale chi genera i costi non li paga e chi invece sopporta l'onere degli impianti e dei tralicci, non ne trae alcun beneficio. Una soluzione potrebbe prevedere, tra un anno o due, una sorta di mini-tassa sui consumi delle regioni deficitarie in cambio di sconti sulle bollette per le regioni che producono più elettricità di quanta non ne consumino. In questo modo gli elettori potrebbero scegliere se fare nuove centrali o pagare di più decidendo di non averne.
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In che senso?
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Bisogna favorire gli investimenti per espandere la rete. Per fare questo, occorre prima di tutto che l'Authorità faccia cadere l'obbligo - introdotto alcuni anni fa - di cedere a terzi quote di capacità di trasporto sulle nuove line. Così, infatti, si diminuisce il ritorno degli investimenti, scoraggiandoli. Inoltre oggi la maggior parte dei costi deriva dalle congestioni. E qui, a mio giudizio, va fatta una scelta molto chiara: i costi aggiuntivi vanno pagati da chi li genera.
Il nodo di fondo è che non bisogna ritardare il recepimento delle direttive, evitando il crescere delle asimmetrie. Il 1 aprile ha preso avvio la Borsa elettrica. Tracciamo un bilancio di questi mesi?
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La Borsa elettrica è mal disegnata perché i grandi clienti energivori ne sono in larga parte al di fuori e hanno un accesso privilegiato all'energia importata. Viceversa l'Acquirente Unico che rappresenta le famiglie è obbligato ad approvvigionarsi per una parte importante del suo fabbisogno sul mercato. Il problema è che oggi la Borsa è il luogo dove i prezzi sono più volatili, esponendo così i consumatori al rischio delle fluttuazioni. I più indifesi finiscono per pagare i costi del sistema. e
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FOCUS
Borsa elettrica: tastiamole il polso
Consuntivo del Gme su mercato e risultati del primo periodo
Primi tra le Borse d’Europa Tra il 1°aprile e il 31 agosto 2004 la liquidità media è stata pari al 30%. 21 operatori hanno presentato offerte di vendita per 39 TWh, pari a 2379 milioni di euro, con scambi per circa 126 TWh di energia elettrica, registrando un prezzo medio d’acquisto di 57,78 €/MWh. Con l’avvio della domanda attiva scomparirà il regime dello scambio e le partite economiche saranno regolate su base oraria.
Dal 31 marzo scorso è operativa la borsa elettrica italiana (IPEX-Italian Power Exchange).
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Oggi, infatti, i produttori possono vendere l’energia direttamente al GME o tramite contratti bilaterali (v. Box Fase 2). Le quantità non cedute sul mercato (energia oggetto di contratti bilaterali, energia prodotta da impianti CIP6 e da quelli con potenza inferiore a 10MVA o provenienti dall’estero) transita sul mercato in forma di offerte virtuali di vendita a prezzo zero presentate dal GRTN.
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Relativamente alla domanda, attualmente il GRTN acquista in nome e per conto dei clienti idonei, dei grossisti e dell’Acquirente Unico (società che serve il mercato vincolato, cioè famiglie e piccoli consumatori in genere) l’energia sul MGP (Mercato del Giorno Prima), la cosiddetta “energia di scambio”. Al termine del periodo transitorio è prevista la partecipazione attiva della domanda.
Il regime transitorio Fase 2 OFFERTA
DOMANDA
Produzione MKT Produzione Bilaterale (tramite piattaforma bilaterale) Produzione CIP/6 e<10 MVA (tramite il GRTN) Import (tramite piattaforma bilaterale)
Fabbisogno nazionale GRTN (tramite il GRTN)
IPEX (MGP)
Pompaggi
Export (tramite piattaforma bilaterale)
• L’energia acquistata dal GRTN costituisce l’energia di scambio, che viene rivenduta all’AU e agli altri clienti liberi • Il prezzo dell’energia di scambio è calcolato per fascia, come media dei prezzi di acquisto ponderata sulle quantità di scambio • Su MA gli operatori possono riferire offerte solo a punti di offerta in immissione e punti di offerta misti
In particolare: • ogni ora il GRTN presenta, per ciascuna zona geografica, un’offerta di acquisto per l’intero fabbisogno nazionale di energia, compresi i consumi dei clienti liberi e dei clienti vincolati. I titolari degli impianti di pompaggio possono acquistare direttamente in Borsa l’energia necessaria ai propri impianti; • della quantità oraria indicata nell’offerta, il GRTN acquista dal GME al valore orario del PUN (Prezzo Unico Nazionale) solo l’energia di scambio, cioè la differenza tra il fabbisogno nazionale e la produzione bilaterale, l’import (al netto dell’eventuale export), i CIP 6 e la produzione inferiore ai 10 MVA; • a fine mese l’AU regola con il GRTN - per la fornitura dei clienti vincolati – l’acquisto dell’energia effettivamente consumata da questi ultimi in ciascuna fascia oraria, pagandola al prezzo di fascia, cioè ad un prezzo pari al valore medio del PUN nelle ore di fascia ponderato per le relative quantità di scambio. A loro volta i titolari dei contratti bilaterali acquistano dal GRTN, se positiva, o vendono al GRTN se negativa, la differenza tra l’energia consumata in ogni fascia e la produzione complessiva dichiarata, allo stesso prezzo medio di scambio. La fase transitoria Nella fase transitoria il MA (Mercato di Aggiustamento) diventa un mercato aperto ai soli produttori, che comprano e vendono energia per modificare i programmi di immissione determinati in esito al MGP. Fonte: GME
FOCUS
Borsa elettrica: tastiamole il polso
Il regime transitorio Fase 3 In previsione della prossima ammissione della domanda al mercato (1/1/2005) il 30 OFFERTA DOMANDA giugno scorso sono state avviate le prove con la partecipazione attiva della domanda, estese Produzione MKT Offerte di acquisto dei grossisti e dal 1° ottobre a tutto il territorio nazionale. dei clienti finali idonei Tra gli operatori che hanno aderito alle prove figurano l’Acquirente Unico, grossisti di Offerte di acquisto dell’AU rilevanza nazionale e formazioni associative, Pompaggi IPEX che dal nuovo anno, potranno accedere Import (MGP) Export direttamente alle contrattazioni di Borsa. Al fine di dare significatività alle prove è stato Offerte integrative (tramite il GRTN) approntato un ambiente di test che riproduce le reali condizioni di mercato. Con la Consumo Bilaterale Produzione Bilaterale partenza della contrattazione attiva lato (tramite piattaforma bilaterale) (tramite piattaforma bilaterale) domanda, gli operatori potranno incrociare concretamente e direttamente, la propria domanda con l’offerta presente sul mercato. Il Programma Bilanciato risultato sarà la formazione in totale trasparenza di un prezzo reale e Fonte: GME rappresentativo. In altre parole (v. Box Fase 3) tutti i clienti idonei ed i grossisti potranno acquistare direttamente sul MGP l’energia desiderata, analogamente a quanto già avviene per gli impianti di pompaggio. In tale contesto i titolari dei contratti bilaterali dovranno dichiarare i propri programmi orari bilanciati di produzione e consumo. La domanda attiva
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Con l’avvio della partecipazione attiva della domanda scomparirà il regime dello scambio e tutte le partite economiche saranno regolate su base oraria. In questa fase il GRTN manterrà un ruolo attivo, riservandosi la possibilità di presentare offerte integrative sul MGP qualora la somma tra le quantità richieste sul mercato e i programmi dei consumi bilaterali si discostasse significativamente dal fabbisogno orario previsto dal GRTN.
Fonte: GME
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Nei primi cinque mesi di operatività, dal 1 Aprile al 31 Agosto del 2004, nella Borsa elettrica italiana 21 operatori hanno presentato offerte di vendita per un totale di oltre 37 TWh, pari a 2379 milioni di euro di controvalore economico. Nello stesso periodo il sistema elettrico italiano nel suo complesso è stato caratterizzato da scambi per circa 126 TWh di energia elettrica. La liquidità media nel suddetto periodo è risultata pari a circa il 30%, ponendo Ipex al primo posto tra le Borse elettriche europee in termini di liquidità tra i mercati non obbligatori. Nell’intero periodo il Prezzo di acquisto ed energia oraria prezzo medio d’acquisto Medie mensili dell’energia nella Borsa elettrica è stato di 57,78 €/MWh, con una Quantità fuori Borsa Quantità in Borsa variabilità oraria più accentuata a €/MWh giugno e luglio rispetto agli altri 80 mesi. Il Grafico riporta 70 l’andamento mensile del prezzo 60 medio d’acquisto e dell’energia 50 scambiata mediamente nella Borsa elettrica ed al di fuori di essa. e 40
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Consuntivo dei primi mesi di attività
scambiata Prezzo MWh 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000
30
15.000
20
10.000
10
5.000
0
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
0
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Intervista a
FOCUS
Nando Pasquali*
Borsa elettrica: tastiamole il polso *Presidente e ad di AU
L’operato dell’Acquirente Unico
Calmieratore del mercato Con un’articolata strategia di approvvigionamento ha favorito una stabilità tariffaria. Principalmente facendo ricorso all’acquisto di energia attraverso contratti bilaterali e alla stipula di contratti differenziali per far fronte alla volatilità dei prezzi sulla parte del fabbisogno acquistata in Borsa. In avvenire organizzerà aste per contratti pluriennali, stimolando la concorrenza tra i produttori. Nando Pasquali
di Z. L. AU, in quanto soggetto a controllo pubblico che concentra gli acquisti di energia elettrica per oltre 30 milioni di utenti, è stato a lungo, da molti, ritenuto in antitesi rispetto alla logica di liberalizzazione e privatizzazione del mercato. Sulla base dell’operato fin qui svolto dalla Società quali considerazioni si possono fare in merito?
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Si è dibattuto nel corso del 2003 sull’utilità di un soggetto come AU. In alcuni momenti è sembrata prevalere l’idea di sopprimerlo e di trasferirne le funzioni alle imprese distributrici. Al riguardo va ricordato che la mancanza in Italia di una separazione proprietaria tra distribuzione e generazione, fa venir meno l’interesse dei distributori ad acquistare energia in modo efficiente per rifornire il mercato vincolato. Vanno altresì considerati nuovi fattori di rischio ai quali il processo di liberalizzazione del settore elettrico espone i consumatori. L’avvio della libera Borsa elettrica ha decretato il venir meno del regime di prezzi amministrati per l’energia elettrica all’ingrosso, fissati con cadenza trimestrale dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (AEEG). A parte l’incertezza determinata dalla variabilità dei prezzi delle materie prime energetiche, il consumatore è esposto anche alla volatilità determinata dai nuovi meccanismi di formazione del prezzo su base oraria.
Si aggiunga poi il rischio di esercizio di potere di mercato da parte dei produttori, timore, questo, quanto mai fondato, data l’attuale situazione di forte concentrazione del sistema di generazione.
Con quali strumenti AU ha assicurato la fornitura al mercato vincolato per il 2004? Due sono le modalità: • l’acquisto in Borsa; • contratti bilaterali. Si tratta di due modalità non equivalenti, in quanto l’acquisto giorno per giorno implica incertezza sul livello del prezzo. Per ridurre tale incertezza, si è fatto ricorso a contratti bilaterali e, per gli acquisti in Borsa, a contratti differenziali.
È possibile un bilancio su come AU ha operato? I risultati sono soddisfacenti, considerate sia la limitata disponibilità lato offerta, sia la forte crescita dei prezzi petroliferi degli ultimi mesi. Certamente è stato possibile assicurare una moderazione degli aumenti tariffari, nel senso di una diluizione delle punte di prezzo come avveniva nel precedente sistema amministrato.
FOCUS
Nando Pasquali
I contratti hanno consentito di sterilizzare i rincari delle quotazioni dei prodotti petroliferi? Rispetto ai prezzi di Borsa che riflettono senza ritardo l’andamento dei costi sostenuti dai produttori, il portafoglio di AU per il 2004 è per il 75-80% a prezzi fissi e indipendenti dall’andamento dei costi dei combustibili. Un'indicizzazione a quest’ultimi esiste limitatamente ai contratti pluriennali di importazione ed alle assegnazioni di energia CIP 6.
Composizione % del fabbisogno AU 2004
contratti al di fuori della Borsa contratti differenziati acquisti in Borsa senza copertura 52,5%
Come avviene la stipula dei contratti ?
52,5%
50,8%
45,6% 36,9%
35,9%
10,6%
13,3% 1,9%
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L’alta concentrazione dal lato dell’offerta ha indotto l’AEEG ad intraprendere provvedimenti di mitigazione del potere di mercato, tra i quali, l’applicazione di limiti di prezzo nei contratti differenziali stipulati da AU. Quando tali limiti sono stati giudicati troppo stringenti dai produttori, allora la partecipazione alla procedura concorsuale si è rivelata inferiore al livello richiesto per l’integrale copertura del fabbisogno, ed è stato necessario indire procedure a prezzi superiori.
Fonte: AU
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Perché si sono rese necessarie più procedure concorsuali?
4° trim.
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AU ha utilizzato contratti bilaterali per 2° trim. 3° trim. circa il 25% del fabbisogno del mercato vincolato. Inoltre, attraverso coperture con contratti differenziali, ha definito in anticipo i prezzi degli acquisti in Borsa. La selezione delle controparti è avvenuta mediante aste ad evidenza pubblica, per soddisfare i requisiti di trasparenza e non discriminazione. La prima asta, effettuata a fine 2003, ha riguardato la selezione di fornitori esteri per la stipula di contratti a seguito dell’assegnazione per il 2004, di una capacità di importazione per 696 MW. Da marzo a luglio, AU ha avviato successive procedure concorsuali per completare il portafoglio di approvvigionamento a condizioni certe per tutto il 2004.
Come intende AU operare negli anni avvenire? Per il triennio 2005-2007 AU ritiene opportuno organizzare aste per contratti pluriennali, per stimolare la concorrenza tra produttori. Dal 1° luglio 2004 solo i clienti domestici sono vincolati, tuttavia coloro che non optano per un fornitore diverso dal distributore locale, continuano ad essere approvvigionati attraverso AU. È quindi necessario fare ricorso a contratti di copertura che tengano conto non solo del rischio di prezzo, ma anche del rischio di quantità, reso particolarmente insidioso dall’incertezza sulle effettive dimensioni del mercato da servire. e
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Borsa elettrica: tastiamole il polso
FOCUS
L’Avvio della domanda attiva
L’attività del 2° semestre 2004
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È partita il 1° aprile 2004 la fase di piena operatività del dispacciamento di merito economico con la partecipazione al mercato dell’energia delle sole unità di produzione rilevanti (>10 MVA) e con ruolo passivo della domanda. Durante questa fase, detta “fase 2”1, il ruolo della domanda nella formazione del prezzo dell’energia elettrica è svolto dal GRTN che compra sul mercato del giorno prima, tramite offerte di acquisto senza indicazione di prezzo, il fabbisogno zonale stimato comprensivo delle perdite di rete. Il modello di mercato a regime, detto “fase 3” e regolato dalla delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas n. 168/03, prevede la partecipazione attiva della domanda che potrà formulare offerte di acquisto in Borsa definendo così la curva aggregata di acquisto. A partire dal 1° luglio 2004, tutti i clienti non domestici sono classificati come “idonei”. Ciò ha comportato l’aumento del numero di clienti liberi che ha raggiunto i 7 milioni di utenze potenziali da aggiungersi alle attuali 150mila. Vista la complessità dello scenario e il numero dei soggetti coinvolti, il GRTN e il Gestore del Mercato hanno ritenuto di pianificare un periodo di test approfonditi prima dell’avvio, previsto per l’inizio del nuovo anno, della fase 3 della Borsa Elettrica.
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L’obiettivo è quello di definire al meglio le condizioni operative per la partecipazione alla Borsa, mettere a punto e condividere le procedure necessarie per il funzionamento del mercato e permettere ai soggetti coinvolti di raggiungere un sufficiente grado di conoscenza dei meccanismi operativi del mercato. Il 1° luglio, in collaborazione con il Gestore del Mercato, il GRTN ha dato inizio alle “prove in bianco” della fase 3 con la partecipazione sperimentale degli operatori sul versante della domanda. La sperimentazione prevede la graduale attivazione dei sistemi e delle procedure sino a raggiungere la configurazione di regime. Sono state individuate quattro fasi distinte alle quali corrispondono altrettante configurazioni dei sistemi informatici. Nella prima configurazione, partita il 1° luglio scorso, si è data la possibilità, a utenti di dispacciamento per punti di prelievo localizzati nella zona del centro nord, di inviare le proprie offerte di acquisto attraverso la piattaforma del Gestore del Mercato (IPEX), il cui accesso è consentito mediante il rilascio di certificati digitali (smart card). L’incrocio tra la domanda e l’offerta è stato simulato importando dalla piattaforma informatica del Gestore del Mercato le reali offerte di vendita presentate per quel giorno dai produttori in quella zona di mercato. La sperimentazione prevedeva che il
considerando quale “fase 1” quella relativa alle prove operative precedenti all’avvio della Borsa
FOCUS
Borsa elettrica: tastiamole il polso
Gestore della rete potesse presentare eventualmente delle offerte integrative di acquisto per “aggiustare” la domanda espressa dagli operatori rispetto al fabbisogno previsto. Dall’inizio di agosto scorso, la prima configurazione prevedeva che la determinazione del prezzo di Borsa tenesse conto anche di programmi di prelievo dei contratti bilaterali. La successiva configurazione 3, attivata e conclusasi nel corso del mese di settembre, prevedeva l’estensione della sperimentazione a tutte le zone di mercato. La configurazione 4, la cui attivazione è prevista nel corso del mese di dicembre, prevede per i contratti bilaterali, anche l’invio dei programmi di immissione.
Sistemi attivati
Modalità prove
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Centro nord
Utente del dispacciamento (UdD) in prelievo zona C. nord
IPEX2
Gli UdD in prelievo inviano offerte di acquisto a IPEX
2
Centro nord
UdD in prelievo zona C. nord
IPEX + PB3
Gli UdD in prelievo inviano offerte di acquisto a IPEX e programmi orari a PB
3
tutte
Tutti gli UdD in prelievo
IPEX + PB
Gli UdD in prelievo inviano offerte di acquisto a IPEX e programmi orari a PB
4
tutte
Tutti gli UdD in prelievo, IPEX + PB UdD in immissione
Gli UdD in prelievo inviano offerte di acquisto a IPEX e programmi orari a PB, gli UdD in immissione inviano programmi orari a PB. UdD in immissione e in prelievo registrano sulla PB i contratti bilaterali Fonte: GRTN
IPEX: Italian Power EXchange identifica il sistema del GME a supporto della Borsa dell’Energia 2 PB: Piattaforma Bilaterale, è il sistema nel quale gli operatori registrano i contratti bilaterali e al quale inviano i programmi orari in esecuzione di questi ultimi 1
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Zone interessate Soggetti coinvolti
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Configurazione
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Nella tabella sono riepilogate le differenti configurazioni delle prove sopra descritte.
La sperimentazione prevede l’entrata a regime del meccanismo del Load Profiling, peraltro in vigore dal 1° luglio 2004, per la rilevazione dell’energia assorbita dai punti di prelievo non dotati di misuratore orario, e del sistema di Aggregazione Misure per i punti di prelievo che ne sono dotati. Sulla base di tali dati il GRTN fornisce ai soggetti che hanno formulato offerte di acquisto, il calcolo degli sbilanciamenti per aggregato di punti di prelievo. Pagina
I risultati della sperimentazione sono stati incoraggianti in termini di richieste di adesione. Sin dal 1° luglio gli operatori abilitati a poter presentare offerte sono più di 70. Fra questi figurano l’Acquirente Unico e i grossisti di rilevanza nazionale che rappresentano l’80% della domanda del mercato elettrico italiano. e
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G RT N - T E R NA V E R S O L A N U OVA S O C I E TÀ
Il DPCM
Cosa prevede il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Predisposto di concerto tra il Ministero dell'Economia e quello delle Attività Produttive, il DPCM emanato l'11 maggio 2004 disciplina i criteri, le modalità e le condizioni per l'unificazione della proprietà e della gestione della Rete elettrica nazionale. A tal fine il Decreto prevede due fasi: • nella prima, l'unificazione tra Terna, ora proprietaria della quasi totalità della rete, ed il Grtn, che si occupa della gestione della rete stessa; • in una fase successiva, l'aggregazione anche degli altri soggetti, diversi da Terna, attualmente proprietari delle restanti porzioni della rete di trasmissione nazionale. Il Codice di trasmissione
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Entro il 31 dicembre 2004 il Gestore della rete dovrà predisporre il "Codice di trasmissione, dispacciamento, sviluppo e sicurezza della rete". Conterrà le regole tecniche, di carattere obiettivo e non discriminatorio, per l'accesso e l'uso della rete, per l'interoperabilità delle reti e per l'erogazione del servizio di dispacciamento, nonché i criteri generali per lo sviluppo e la difesa della sicurezza della rete e per gli interventi di manutenzione ad essa relativi. Il Codice, approvato dal Ministero delle Attività Produttive e dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, dovrà prevedere l'istituzione di un Comitato di consultazione costituito, al massimo, da sette rappresentanti degli utenti della rete, con il compito di aggiornare le regole contenute nel Codice ed agevolare la risoluzione delle eventuali controversie derivanti dall'applicazione delle regole stesse.
da trasferire ed il loro valore. Entro il 31 dicembre 2005 Terna acquisirà, a titolo oneroso, dal Grtn, tramite la vendita o il conferimento di attività, le funzioni, i beni, i rapporti giuridici attivi e passivi e le concessioni inerenti la gestione della rete, ad eccezione dei diritti relativi al Cip6, del ruolo per l'emanazione dei Certificati Verdi e delle partecipazioni detenute dal Grtn nelle società Gestore del Mercato Elettrico ed Acquirente Unico. L'aggregazione delle rimanenti porzioni di rete Entro il 30 aprile 2006 avverrà l'aggregazione, nell'ambito di Terna, delle rimanenti porzioni della rete elettrica nazionale di trasmissione oggi possedute da altri operatori. A tal fine, l'Autorità per l’energia e elettrica e il gas può disporre l'adozione di meccanismi d’incentivazione, anche di natura tariffaria. Terzietà e imparzialità del nuovo soggetto L’obiettivo della governance del soggetto risultante dall'unificazione tra proprietà e gestione della rete, è quello di garantire la terzietà della gestione della rete rispetto agli operatori del settore. Pertanto il decreto prevede che: • la gestione della rete si basi su principi di neutralità ed imparzialità, senza discriminazione di utenti o di categorie di utenti; • gli operatori del settore della produzione, importazione, distribuzione, vendita e trasmissione dell'energia elettrica, nella nomina degli amministratori, hanno un limite del diritto di voto pari al 5%.
L'unificazione della proprietà e della gestione Privatizzazione Entro il 30 aprile 2005, Grtn e Terna dovranno aver concordato la consistenza dei beni e dei rapporti giuridici così come le unità di personale
Entro 1° luglio 2007 Enel non potrà detenere più del 20% di azioni del nuovo soggetto. e
Intervista a
G RT N - T E R NA V E R S O L A N U OVA S O C I E TÀ
Luca d’Agnese* *ad del GRTN
Luca d’Agnese, ad del GRTN, indica il percorso verso la nuova società
Nascerà un grande operatore di settore Sarà in grado di programmare investimenti e di realizzarli in proprio, di unire una visione strategica con la capacità industriale. Intanto si sta predisponendo il Codice di rete. Luca d’Agnese
Vede delle difficoltà a "riunificare" una cultura di servizio pubblico, quale è quella del Gestore, e una cultura del profitto, cui tende per forza di cose una società quotata? In realtà Grtn e Terna, solo quattro, cinque anni fa erano un'unica divisione di una stessa società e quindi la matrice tecnica e culturale di gran parte dei dipendenti resta quella originaria. In questi ultimi quattro anni sono intervenuti importanti arricchimenti, da una parte e dall'altra. In Terna, si è assistito a un processo di privatizzazione, con il passaggio da una logica di
segue
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Una prima attività, su cui ha avviato i lavori il Gestore della rete all'interno del programma di riunificazione di proprietà e gestione della rete elettrica nazionale, è la redazione del Codice di rete, elemento fondamentale per la ridefinizione della concessione che spetterà al nuovo soggetto unificato. In questa attività il Gestore ha avviato una serie di gruppi di lavoro interni, coinvolgendo tutte le funzioni per una prima definizione in bozza del documento. Il Codice dovrà definire i diritti e i doveri dei partecipanti al sistema elettrico nelle attività collegate all'esercizio e alla gestione della rete di trasmissione, quindi dei produttori, dei distributori, dei grandi clienti e del Gestore. Questo documento, previsto dal decreto del presidente del consiglio (Dpcm) che ha avviato la riunificazione di proprietà e gestione della rete, è simile a quello redatto qualche anno fa dal National Grid alla partenza del mercato inglese. Dovrà essere pronto entro il dicembre 2004; per questo motivo, la sua redazione sta impegnando una parte importante dell'azienda, oltre alla consulenza
esterna di un importante studio legale inglese che ha partecipato alla redazione del primo codice di rete europeo, quello britannico, e a una serie di altri codici di rete europei. È un percorso a tappe forzate che prevede un confronto con il Ministero delle Attività produttive e l'Autorità per l'energia e, subito dopo, un processo di consultazione allargato a tutti gli operatori del sistema per avere il documento pronto a dicembre. In parallelo abbiamo iniziato a stilare un calendario di possibili interazioni con Terna - c'è da definire anche l'aspetto di carattere finanziario contrattuale - per il passaggio del ramo d’ azienda come previsto dal Dpcm. Il primo punto è l'individuazione delle attività. Tale passaggio, dovrà concludersi entro aprile 2005.
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Luca d'Agnese, ad del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (Grtn), è uno degli attori principali della riunificazione della gestione alla proprietà della rete elettrica, oggi in capo a Terna. A lui abbiamo chiesto di indicare i passaggi fondamentali e l’operatività del Grtn per dare vita a questo nuovo soggetto del sistema elettrico nazionale.
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di Goffredo Galeazzi
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G RT N - T E R NA
Luca d’Agnese
V E R S O L A N U OVA S O C I E TÀ
ottimizzazione ingegneristica dei processi a una più ampia di ottimizzazione economica. Nel Gestore, invece, alla componente di servizio, che pure era importante nella stessa Enel, si è andata aggiungendo una cultura del mercato. Non dimentichiamo che tra le missioni del Gestore vi era anche quella di consentire l'avvio del mercato elettrico con la creazione di un soggetto terzo che consentisse il transito di energia sulla rete in maniera imparziale fra i diversi operatori. La mia speranza e convinzione è che nasca poi un soggetto che possa in sé combinare questo elemento di orientamento al risultato economico, proprio di Terna, con una visione ampia di servizio, rivolta anche allo sviluppo del mercato, al di fuori dell'esercizio specifico della trasmissione, ma più in generale come visione di sistema, che è una caratteristica propria del Gestore.
Quali sono gli obiettivi di sviluppo di questa nuova società rispetto alle esigenze del Paese?
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Sicuramente è il dotare il soggetto unificato di una capacità non solo di programmare gli investimenti, ma di realizzarli in proprio. E quindi di unire una visione di carattere strategico, propria del Grtn, con una capacità industriale, che è quella di un grande operatore del settore. Questa esigenza si è resa necessaria negli ultimi anni, in cui la combinazione di rallentamenti nello sviluppo della rete di trasmissione, certamente da potenziare, e di crescita della sensibilità verso l'ambiente, spesso ostile alla realizzazione di tali interventi, hanno reso una priorità e una sfida complessa lo sviluppo della rete. Sviluppo che richiede l'azione di tutte le forze sia della gestione che della proprietà. Già si cominciano a vedere i frutti di un lavoro congiunto di Gestore e proprietari di rete, nella identificazione di interventi più accettabili per le popolazioni locali. Anche se la definizione progettuale non è sempre la più economica. La linea San Fiorano- Robbia di ulteriore collegamento con la Svizzera - l'opera di prossima realizzazione più importante del sistema di trasmissione italiano - nasce proprio dalla logica di coinvolgimento degli enti locali, definendo tutta una serie di interventi di razionalizzazione delle linee esistenti e di bonifica. Abbiamo attivato una serie di contatti: alcuni finalizzati alla realizzazione di opere, altri invece più ampi nell'ambito di quella che viene chiamata la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che è un protocollo di concertazione nel quale il Gestore e le Regioni stabiliscono un criterio oggettivo per la definizione dei percorsi degli elettrodotti, date certe esigenze di sviluppo del sistema elettrico nazionale.
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Nuovi elettrodotti a 380 kV di lunghezzza > 10 km 00
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Cavo Italia-Grecia [Lug]
Rizziconi-Laino [Ott]
[Giu]
S. Fiorano-Robbia [Giu]
[Apr]
[Dic]
Turbigo-Rho [Dic]
[Sett]
[Dic]
Candela-Foggia [Giu]
[Gen] Fonte: GRTN
Matera-S. Sofia [Lug]
Accordo
Autorizzazione
Fine Lavori
G RT N - T E R NA V E R S O L A N U OVA S O C I E TÀ
Luca d’Agnese
Lei parla non solo di nuove opere, ma anche di bonifica delle reti esistenti. Qual è la situazione del sistema di trasmissione nazionale?
Bilancio elettrico nazionale 2003
2002
Variazione
(miliardi di kWh)
(miliardi di kWh)
%
310,7 (100%)
+ 3,2
260,1 (83,7%)
+ 3,7
50,6 (16,3%)
+0,7
Fabbisogno 320,7 La rete elettrica italiana è nata per (100%) stratificazione di interventi successivi. Per questo motivo, ci si trova con Produzione nazionale 269,7 alcune aree in cui sono predominanti destinata al consumo (84,1%) le reti a 220 mila volt e addirittura con livelli di tensione inferiore. Questa Saldo estero 51,0 stratificazione fa sì che in una serie di (15,9%) aree, il passaggio da livelli di tensione import 51,5 più bassi a livelli di tensione di 380 export 0,5 mila volt - che è il livello su cui viaggiano i grandi flussi in tutta la rete europea - si possa realizzare con un unico tracciato, aumentando la potenza di tre-quattro volte rispetto a quella dei tracciati precedenti. Quindi, dove c'erano due linee vecchie, una nuova riesce a portare il doppio della somma delle due precedenti. In altri casi, nelle aree ad alta densità abitativa, gli elettrodotti vengono anche realizzati in cavo, interrandoli.
51,5 0,9
Fonte: GRTN
Ha inciso la deindustrializzazione nella struttura dei consumi nazionali?
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Nel Dpcm è ben delineato l'obiettivo finale, che è quello di una minore presenza di Enel dal punto di vista azionario e da quello di “governance”, significativamente in discesa fin dal primo istante di operatività della società congiunta. Lasciando a Enel la possibilità di ridurre la sua partecipazione azionaria, si valorizzerà nel modo più conveniente il titolo Terna. Non avere più Enel come azionista di riferimento comporta la necessità di individuarne uno nuovo. I veicoli finanziari potranno essere diversi, ma il punto importante è che l'azionista di riferimento sarà alla fine lo Stato, con una limitazione al 5% relativamente al possesso, o ai diritti di voto, per tutti i soggetti operanti nel settore elettrico. e
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Come vede la “governance” di questo nuovo soggetto?
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Dal punto di vista elettrico la localizzazione geografica dei consumi è rimasta più o meno quella che era. Milano era un grande centro di consumo industriale, oggi è un grande centro di consumo terziario. È cambiata la localizzazione della produzione. Le centrali idroelettriche sono rimaste, affiancate però da nuove, grandi centrali termoelettriche.
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Il Codice di Rete
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Il Codice di Rete e la sua redazione da parte del GRTN si inseriscono nel quadro degli interventi che caratterizzano il processo di riunificazione della proprietà e gestione della rete di trasmissione nazionale. Con Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM), emanato lo scorso 11 maggio, nel dettare le modalità della riunificazione, è stato affidato al GRTN S.p.A. il compito di predisporre, entro il 31 dicembre 2004, un documento integrato denominato “Codice di trasmissione, dispacciamento, sviluppo e sicurezza della rete” (Codice di Rete) che contenga le regole tecniche di carattere obiettivo e non discriminatorio per l’accesso e l’uso della rete, per l’interoperabilità delle reti e per l’erogazione del servizio di dispacciamento. Nonché i criteri generali per lo sviluppo e la difesa della sicurezza della rete elettrica nazionale e per gli interventi di manutenzione. Il Codice sarà approvato dal Ministero delle Attività Produttive e dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, per quanto di rispettiva competenza, verificata la conformità alle condizioni e direttive da essi emanate. Qualora Ministero e Autorità non si pronuncino entro 90 giorni dal ricevimento del Codice questo si intenderà comunque approvato. Il DPCM dà, inoltre, precise disposizioni in merito all’istituzione di un organo tecnico di consultazione degli utenti della rete elettrica, il Comitato di consultazione, con competenze riguardanti l’aggiornamento del Codice di Rete e la risoluzione delle eventuali controversie che dovessero insorgere dalla sua applicazione.
Il Codice di Rete è l’occasione per raccogliere in un unico documento la disciplina più rilevante, in termini di diritti e obblighi, per le attività di trasmissione, sviluppo, dispacciamento, misura e sicurezza della rete. Rappresenta un importante strumento di consultazione e di riferimento per gli operatori di mercato e, più ancora, per il concessionario della rete di trasmissione nazionale, quale soggetto risultante dall’unificazione. Gli argomenti che, in attuazione di quanto previsto nel DPCM, saranno trattati nel Codice di rete riguardano: • accesso alla rete e sua regolamentazione tecnica; • sviluppo della rete; • gestione, esercizio e manutenzione della rete; • erogazione del servizio di dispacciamento; • fornitura del servizio di misura e settlement delle partite economiche connesse ai servizi sopra descritti; • sicurezza del sistema elettrico nazionale.
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Il Codice di Rete sarà strutturato in modo da rispecchiare il quadro normativo e regolatorio in vigore al momento della sua adozione, tenendo conto del mutato contesto organizzativo della rete di trasmissione nazionale. Relativamente alla disciplina dell’accesso alla rete, il Codice descriverà condizioni e principi generali applicabili al soggetto risultante dall’unificazione ed agli utenti della rete per le richieste di connessione, di accesso e di uso della rete di trasmissione nazionale, nonché la regolamentazione di carattere tecnico in tema di connessione. A tal fine, espresso riferimento sarà fatto alle Regole Tecniche di connessione adottate dal GRTN in attuazione dell’art. 3, comma 6 del decreto legislativo n. 79/99 e delle Delibere adottate in materia dall’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas. La regolamentazione delle attività di sviluppo, pianificazione, gestione, esercizio e manutenzione della rete, che ad oggi coinvolge competenze del GRTN e dei proprietari, dovrà essere ripensata alla luce della riunificazione di proprietà e gestione, e dovrà tenere conto della presenza degli altri proprietari di rete diversi dal soggetto risultante dalla unificazione. In tema di dispacciamento saranno disciplinati diritti ed obblighi degli utenti del dispacciamento, nonché le modalità tecniche, economiche e procedurali di riferimento per l’erogazione del servizio di dispacciamento tenendo conto del diverso assetto che il mercato elettrico assumerà a partire dal 2005, con la partecipazione attiva della domanda alla Borsa elettrica. Per il servizio di misura e settlement sarà fornita una esaustiva descrizione della disciplina attualmente in vigore, con particolare riguardo alle caratteristiche tecniche, comprese le apparecchiature e gli altri componenti del sistema di misura, e ai principi essenziali relativi al servizio di misura. Infine, saranno indicati i criteri generali e i requisiti fondamentali per la sicurezza del sistema elettrico nazionale, così come espressamente richiesto dal DPCM. Una novità sarà rappresentata dall’istituzione e disciplina di un organo tecnico, il Comitato di consultazione, al quale in conformità a quanto stabilito nel DPCM dell’11 maggio, saranno attribuite funzioni di natura consultiva e propositiva, principalmente in sede di aggiornamento del Codice e delle disposizioni ivi contenute. Inoltre il Comitato potrà esprimere, anche su richiesta del concessionario della rete, pareri non vincolanti sui criteri generali per lo sviluppo della rete, delle interconnessioni, in tema di difesa della sicurezza della rete, nonché sui criteri generali di classificazione delle informazioni sensibili e dell’accesso alle stesse. Il Comitato, per espressa previsione del DPCM, sarà costituito al massimo da sette soggetti e opererà quale organo rappresentativo degli utenti della rete. Per la prima volta è dunque prevista la creazione di una sede permanente di discussione e confronto tra gli utenti della rete, per dar voce alle istanze e agli interessi di categoria di cui sono portatori, partecipando attivamente al processo di regolamentazione del settore mediante il ruolo riconosciuto al Comitato nell’attività di aggiornamento del Codice. Con l’adozione del Codice di Rete, l’Italia si uniformerà alla maggior parte dei Paesi europei che stanno adottando tale strumento in considerazione del suo apprezzabile apporto in termini di semplificazione e razionalizzazione dell’articolata e complessa regolamentazione dei sistemi elettrici. Il Codice di Rete del GRTN sarà elaborato alla luce delle esperienze maturate negli altri Paesi, in primis la Gran Bretagna, il cui National Grid Code rappresenta un importante riferimento, ferme restando le peculiarità del nostro sistema elettrico e le oggettive differenze strutturali e normative esistenti con il sistema anglosassone. e
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Il Codice di Rete
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RETE E TERRITORIO
L’attività del Gestore della Rete
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Obiettivi dello sviluppo
Interventi di Sviluppo sulla RTN
L’obiettivo perseguito dal GRTN nel deliberare gli interventi di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale (RTN) è la sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti di energia elettrica agli utilizzatori finali. Obiettivo che si attua attraverso l’azione di pianificazione degli sviluppi della RTN, per l’ottenimento della massima efficienza del servizio di trasmissione e della riduzione dei possibili vincoli di rete, che potrebbero ostacolare la circolazione dell’energia elettrica dai centri di produzione, nazionali ed esteri, verso i centri di consumo. L’approvvigionamento di energia elettrica si concentra in quattro principali finalità che caratterizzano tutti gli interventi di sviluppo pianificati sulla RTN: • il miglioramento della sicurezza e continuità della fornitura; • la riduzione delle congestioni e l’aumento della disponibilità di offerta elettrica in rete; • l’incremento dell’energia di interscambio con l’estero; • il miglioramento della qualità del servizio.
Il GRTN ha deliberato nello scorso gennaio, il nuovo Piano di Sviluppo della RTN. In esso sono previsti interventi da attuare nel breve-medio periodo, e quelli per la risoluzione di criticità di rete programmati in tempi medio-lunghi, dovuti soprattutto all’accettazione delle opere da parte di Regioni ed Enti Locali e al rilascio delle autorizzazioni necessarie. Gli interventi pianificati nel triennio 20042006 riguardano la realizzazione di oltre 1900 km di nuove linee; 51 nuove stazioni di trasformazione e un incremento della potenza di trasformazione pari a 12.700 MWA. Gli interventi pianificati, ad eccezione di poche attività che scaturiscono da provvedimenti autorizzativi o da esigenze dei proprietari della RTN, sono riconducibili agli obiettivi indicati e possono essere classificati in base ai quattro principali benefici ottenibili sulla RTN.
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Criteri di pianificazione per lo sviluppo della RTN
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Per il corretto sviluppo della RTN, la verifica delle condizioni di sicurezza e continuità di alimentazione sulla rete elettrica previsionale è effettuata dal GRTN mediante simulazioni proiettate all'anno obiettivo, utilizzando il cosiddetto Criterio N-1. Criterio che consente un primo dimensionamento della rete di trasmissione, prevedendo una ridondanza degli elementi che la compongono affinché nel funzionamento della rete, al massimo e al minimo carico previsionale, l’approvvigionamento energetico in tutti i punti di prelievo sia garantito anche con il “fuori servizio” di un qualsiasi componente della rete di trasmissione.
Incremento della sicurezza del sistema Si tratta degli interventi di rinforzo della magliatura della rete che elevano i margini di riserva e incrementano la disponibilità di potenza per la copertura delle punte di carico, come la realizzazione di nuovi elettrodotti, il potenziamento di quelli esistenti o la realizzazione di stazioni di smistamento. Riduzione delle congestioni e aumento della disponibilità di potenza elettrica in rete Sono interventi finalizzati alla connessione di nuove centrali elettriche in rete e alla risoluzione delle possibili congestioni che potrebbero determinarsi. La presenza di limitazioni e vincoli nell’interscambio di energia elettrica è una delle cause dell'esistenza di posizioni di mercato dominanti che potrebbero
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L’attività del Gestore della Rete
RETE E TERRITORIO
Esempi di interventi di sviluppo Intervento
Periodo di realizzazione
Stato di avanzamento
Interventi per il miglioramento della sicurezza e continuità della fornitura Nuovo elettrodotto 380kV Laino - Feroleto - Rizziconi Nuovo elettrodotto 380 kV Venezia Nord-Cordignano
giugno 2005 Medio/lungo
- Completati i lavori di costruzione del tratto Laino-Altomonte. - In costruzione i tratti Altomonte-Feroleto (in ultimazione) e Feroleto-Rizziconi. - Attivato confronto con la Regione Veneto per valutazione percorso.
Interventi per la riduzione delle congestioni di rete Completamento elettrodotto 380 kV Turbigo-(Rho) Bovisio Completamento elettrodotto 380 kV Matera-S.Sofia Nuovo elettrodotto 380kV Trino-Lacchiarella Collegamento sottomarino Sardegna–Continente (SAPEI)
dicembre 2005 giugno 2006 Medio/lungo Medio/lungo 2008
- Approvato con delibera CIPE del 29/9/04 secondo l’iter autorizzativo previsto dalla L. obiettivo. - Ratificato in data 29/7/04 Accordo di programma con MAP, Regione Basilicata ed EE.LL. per una variate al tracciato precedentemente autorizzato. - Siglati i protocolli d’intesa per applicazione VAS con regioni Piemonte e Lombardia. - Concordati con Regione Piemonte vari corridoi per la parte di competenza. - Progetto Preliminare e Studio di fattibilità completati. - Indagine sottomarina in corso.
Interventi per il potenziamento dell’interconnessione con l’estero Nuovo elettrodotto 380 kV S.Fiorano-Robbia (Svizzera) Nuovo elettrodotto 380 kV Udine O.-Okroglo (Slovenia)
dicembre 2004
- Lavori di costruzione in corso.
Medio/lungo
- Completata prima analisi GRTN dei corridoi per i tratti in territorio italiano e sloveno. - Concertati criteri localizzativi e attivato gruppo di lavoro per condivisione corridoio con Regione.
Interventi per il miglioramento della qualità del servizio luglio 2005
- Completato con iter autorizzativo tradizionale per stazione e raccordi a 380 kV.
Medio/lungo
- Attivato tavolo tecnico con Regione ed EE.LL. per possibile nuova localizzazione.
Il potenziamento dell'interconnessione con l’estero si può raggiungere attraverso gli interventi di sviluppo che, elevando il numero o la potenza dei collegamenti transfrontalieri, permettono di incrementare la disponibilità di energia elettrica a basso costo proveniente da mercati esteri. Si tratta della realizzazione di nuovi potenti elettrodotti con i Paesi confinanti, ma anche di interventi di più modesta entità per eliminare strozzature e vincoli di esercizio.
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Incremento della capacità di importazione in sicurezza dall’estero
Fonte: GRTN
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determinare una lievitazione dei prezzi dell’energia. A questa categoria, oltre alle opere per le connessioni di nuove centrali elettriche alla RTN, appartengono gli interventi rivolti alla realizzazione o al potenziamento di elettrodotti in alcune sezioni critiche che possano favorire la trasmissione di energia dai centri di produzione ai centri di consumo.
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Nuova stazione 380/132 kV di Carpi Fossoli (MO) Nuova stazione AAT/AT di Striano (NA)
Miglioramento della qualità del servizio di trasmissione Avviene mediante opere di razionalizzazione della rete elettrica, mirate al potenziamento della capacità di trasporto della rete elettrica attraverso la sostituzione di elementi obsoleti o di limitate prestazioni con impianti di maggiore potenza e dotati di diversa tecnologia. Un esempio è rappresentato dalla realizzazione di nuove stazioni di trasformazione che, attraverso l’iniezione di potenza dai livelli di tensione superiori, incrementano la capacità di trasporto e migliorano i profili di tensione della rete ai livelli di tensione inferiori. Tra questi interventi ricadono anche le opere di connessione alla RTN delle cabine primarie di distribuzione, ovvero stazioni di trasformazione che alimentano la rete di media tensione aumentandone gli standard di qualità. e
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RETE E TERRITORIO
L’esperienza inglese
L’esperienza del National Grid
Sistema elettrico inglese e italiano
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Il sistema elettrico inglese è connesso in corrente continua con la Francia e l'Irlanda. National Grid gestisce la rete elettrica di trasmissione di Inghilterra e Galles, connessa a quella scozzese gestita da Scottish Power e Scottish & Southern Energy - attraverso due doppie terne in corrente alternata. Simili sono i livelli di tensione caratteristici dei sistemi di trasmissione: 400 e 275 kV in Gran Bretagna, 380 e 220 kV in Italia. In Gran Bretagna la rete a 132 kV (rete a bassa tensione) appartiene interamente ai distributori, mentre in Italia parte degli impianti a 150/132 kV rientra nell'ambito della rete di trasmissione. I sistemi elettrici italiano e inglese hanno una punta di carico quasi equivalente.
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Organizzazione e strutturazione dell'attività di pianificazione In National Grid circa 40 persone sono impiegate nell'Unità System Development. L'attività di pianificazione rete è suddivisa in gruppi di almeno 5-10 persone che si occupano rispettivamente dell'area territoriale Nord, Centro e Sud. Un team diverso supervisiona e raccorda gli interventi decisi dai quelli territoriali, pianificando lo sviluppo della rete di trasmissione a livello nazionale. Nel GRTN, ad oggi, l'Unità
Pianificazione Rete impiega 16 persone, sviluppando un volume di attività paragonabile a quello inglese. Dopo la fase di studio interna al System Development per l'individuazione delle criticità e l'elaborazione di soluzioni preliminari di sviluppo rete, ogni intervento viene affidato ad una squadra di progetto trasversale, coordinata da un “team leader” della pianificazione elettrica e composto da esperti della costruzione, dell’asset strategy, della pianificazione finanziaria e degli uffici responsabili delle autorizzazioni. Lo scopo è definire ed elaborare il progetto che rappresenta il miglior compromesso dal punto di vista tecnico, economico e ambientale. Una volta condiviso, il progetto deve essere approvato dal vertice del National Grid e dalle istituzioni nazionali competenti (ministeri e autorità di regolazione) per arrivare alla fase di comunicazione/autorizzazione.
Nuova generazione ed interconnessioni Il numero di richieste di connessione di centrali nel sistema inglese non è paragonabile a quello italiano, a causa di vari elementi. Tra questi: un sistema elettrico più prossimo all'autosufficienza rispetto a quello italiano e la presenza di un fee da pagare da parte del proponente per ogni richiesta di allacciamento alla rete.
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RETE E TERRITORIO
L’esperienza inglese
Pertanto, considerato che sia in Italia che in Inghilterra il livello e la localizzazione della generazione rimane uno dei fattori principali nella determinazione dei rinforzi di rete, il sistema inglese ha l'esigenza di interventi mirati piuttosto che a largo raggio, come previsto in certe aree della rete italiana. Sebbene Inghilterra e Galles abbiano sufficiente capacità di generazione per soddisfare la domanda, National Grid intende agevolare la competizione sul mercato elettrico interno anche grazie a nuove interconnessioni. Sono in corso di definizione dei progetti di nuovi cavi sottomarini di collegamento in corrente continua con i sistemi elettrici di Norvegia, Olanda e Irlanda (ora connessa solo al sistema elettrico scozzese).
Dal punto di vista della pianificazione elettrica, National Grid cerca di perseguire le soluzioni meno costose e impattanti sul territorio, quale ad esempio il potenziamento/riclassificazione di linee esistenti, dove ciò sia permesso dal rispetto dei vincoli ambientali e territoriali. Sebbene i limiti di campo elettromagnetico risultano meno stringenti di quelli italiani, anche in Inghilterra si incontrano difficoltà nella costruzione di nuove infrastrutture elettriche. National Grid, pertanto, vuole incoraggiare la strategia di consultazione delle autorità di pianificazione locale per favorire un confronto già dalle prime fasi del processo di pianificazione territoriale. e
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Problematiche ambientali e autorizzative
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La Gran Bretagna, così come l'Italia ed il resto dei Paesi dell'UE, si è impegnata a raggiungere un target di produzione di energia da fonte rinnovabile in tempi prefissati e gran parte degli operatori sul mercato si stanno orientando verso la realizzazione di impianti eolici. Nell'Unità System Development - come pure nell'Unità Pianificazione Rete - molte attività sono correlate alla connessione di generatori d'energia rinnovabile ed allo studio degli effetti che si possono avere sulla rete di trasmissione. In particolare, numerose sono le richieste di connessione di impianti eolici offshore, localizzati a largo dell'isola britannica. Tra queste, è allo studio la connessione di un parco eolico collocato sulla foce del Tamigi per l'alimentazione dell'area londinese. La risorsa eolica è particolarmente abbondante in Scozia, dove si prevede l'installazione di parecchie migliaia di MW di nuova capacità (fino a 4000-5000 MW entro il 2010). Inoltre è emersa la necessità di potenziare le attuali interconnessioni tra il sistema elettrico scozzese e quello inglese, considerato che i maggiori centri di carico si trovano nella Gran Bretagna centro-meridionale, ed è previsto un intensificarsi dei flussi di potenza da Nord verso Sud.
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L'energia eolica
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LA
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Il Decreto Legislativo n. 231/2001
RESPONSABILITÀ
AMMINSTRATIVA DELLE
S OCIETÀ
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Entrato in vigore il 4 luglio 2001, è stato emanato con riferimento agli obblighi derivanti dalle direttive comunitarie sulla corruzione dei pubblici ufficiali. Il decreto introduce e disciplina la responsabilità cosiddetta “amministrativa” delle società per reati, commessi nell’interesse o a vantaggio della società, da parte di alcune categorie di soggetti. Tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto. Viene quindi introdotto un sistema sanzionatorio autonomo degli enti, in considerazione del fatto che, nell’ambito di illeciti commessi nell’attività d’impresa, la persona fisica non è quasi mai l’esclusivo autore del reato, che è invece spesso espressione della politica aziendale, o deriva da una colpa di organizzazione. La responsabilità delle società è collegata a reati commessi da soggetti in posizione di vertice e da quelli in posizione a essi subordinata nell’interesse o vantaggio della società. La finalità del d.lgs. n. 231/01 è prevenire la commissione dei reati monitorando l’agire imprenditoriale. Per questo il decreto prevede cause specifiche di esonero della responsabilità se la società ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi. Il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli, nonché di curare il loro aggiornamento è affidato a un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (Organo di Vigilanza). Il GRTN, in linea con la missione aziendale e a salvaguardia del ruolo istituzionale proprio e delle società controllate, ha ritenuto conforme alle proprie politiche aziendali, procedere all’adozione di principi generali, per sviluppare un modello
di organizzazione e di gestione da utilizzare anche dalle altre società del Gruppo. In tale spirito il GRTN: • ha approvato il documento “Modello di organizzazione e di gestione ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 - Linee guida”, che contiene le linee guida del Modello Organizzativo del GRTN e delle società controllate che dovranno recepirlo; • ha deliberato altresì l’adozione di un Codice etico GRTN, integralmente rivisitato in ragione delle esigenze del D.L.gs 231/01; • ha incaricato una società di consulenza per assistere la società nel provvedere alla definizione del Modello Organizzativo; • ha proceduto, in via transitoria, in attesa della definizione del Modello Organizzativo, all’individuazione dell’Organo di Vigilanza, anche al fine di promuovere il completamento del “Modello Organizzativo” con le singole “Sezioni Specifiche” e l’approvazione dello stesso da parte del Consiglio. Secondo Ernesto Sciommeri, vice Presidente del GRTN e Organo di Vigilanza, “Il Modello Organizzativo proposto costituisce un successo aziendale, grazie anche all’operato del personale della società, che ha fattivamente collaborato nella individuazione delle aree di rischio e dei processi societari in un momento dinamico del settore e di grandi cambiamenti per il Gestore della rete di trasmissione nazionale. Si tratta di un punto di partenza, essendo necessarie, per giungere ad una gestione efficace del Modello Organizzativo, la pianificazione e l’esecuzione di un’attività di verifica continua da parte dell’Organismo di Vigilanza. Una volta approvato dal Consiglio d’amministrazione della società, il Modello dovrà essere posto al vaglio anche delle società controllate”. e
L AVO R O
A tu per tu con
Vittorino Andreoli* *Psichiatra, Direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona – Soave
Quando il manager non è solo razionale È finita l’epoca della gestione aziendale razionale. Anche l’azienda ha un sentimento. Il modello giapponese riduceva l’uomo ad una macchina di massima efficienza. Oggi le aziende devono considerare che tutti hanno una vita extra-aziendale fondamentale ed una vita sentimentale. Se un uomo è in crisi con la propria famiglia, anche in azienda sarà un uomo in crisi, nonostante tutta la razionalità possibile.
Prof. Andreoli, vorrei approfondire con lei l’aspetto della razionalità e dell’irrazionalità con un particolare riferimento alle organizzazioni. Parlando di irrazionalità bisogna dire che nell’uomo ci sono due modalità di percepire i fatti. Una è quella logicorazionale, che ha come caratteristiche la coerenza (il principio di non contraddizione va sempre verificato) e il tempo. In relazione al tempo c’è uno svolgimento e un’attesa. Per esempio, ogni programma di ricerca, che è razionale perché si fonda su una serie di sequenze di risultati, può richiedere molti anni. Quindi la razionalità è una modalità di conoscere senza limitazioni nel tempo. L’altra modalità, che corrisponde all’emotività e ai sentimenti, preferisco chiamarla non razionale. Si attiva nell’uomo quando ci sono delle condizioni in cui bisogna dare delle risposte immediate. Per esempio, di fronte a una situazione di paura e di incertezza è difficile applicare la logica razionale perché richiede tempo, mentre chi ha paura ha bisogno di risposte immediate. Quindi la logica non razionale è una possibilità per l’uomo, attivata dall’ambiente esterno. Per esempio, se in azienda qualcuno ha paura, è inutile dire che fra tre mesi cambierà la struttura e che passerà la paura. La paura dà una sensazione di fine,
[Marco Aurelio]
rispetto alla quale bisogna fornire una risposta immediata. L’uomo è quindi dotato di due strumenti. Uno, che possiamo chiamare della logica razionale, permette di spostare nel tempo e di verificare. Non c’è nulla di legato alla necessità di quel momento. L’altro è la capacità del bisogno sentimentale che vuole risposte immediate. Qui si contrappongono razionalità e magia, tutto ciò che chiamiamo irrazionale. Ma bisogna stare attenti, perché è meglio chiamarla logica non razionale. Mentre l’irrazionale è un errore della razionalità, la logica non razionale ha una sua struttura. Per esempio l’inconscio corrisponde a questa logica non razionale, ma non è irrazionale. Chi guida le aziende quale senso della cultura dovrebbe avere e quali strumenti sul versante della non razionalità dovrebbe poter utilizzare? Deve avere la consapevolezza del clima culturale dell’azienda. Significa avere un senso di partecipazione, essere parte di quel mondo. Questo permette una serie di percezioni che sono i legami di quel soggetto con la società. Per quanto riguarda la non razionalità, deve convincersi che è finita l’epoca della gestione aziendale razionale, che richiedeva appunto razionalizzazione, diagrammi e formulazioni matematiche dell’impresa. Oggi l’azienda è una
segue
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” nov. - dic. 2004 / gennaio 2005
“
Ti ammazzano, ti fanno a pezzi, ti maledicono. A che serve se la tua mente resta pura, limpida, sobria, giusta?
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di Giusi Miccoli
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Vittorino Andreoli
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L AVO R O
Vittorino Andreoli
struttura che vive momenti che devono basarsi sulla razionalità, sulla ricerca, sul tempo nell’avere le risposte. Ma anche su momenti fortemente non razionali. Potremmo dire che anche l’azienda ha un sentimento.
“ ” Osmosi tra vita in e fuori azienda
Lei ha parlato di insostenibile leggerezza del bene e di alternanza tra dovere e piacere. Come si manifestano in azienda?
Il modello giapponese riduceva l’uomo a una macchina portata alla massima efficienza. Oggi ogni azienda deve considerare che tutti hanno una vita extraaziendale fondamentale e una vita sentimentale. Quindi si deve pensare l’azienda non come un mondo chiuso. L’azienda è invece un elemento dell’esistenza che deve tener conto delle esigenze dell’uomo e di quello che fa al di fuori. Un classico del passato era l’uomo di successo in azienda e fallimentare in famiglia. Ora si deve tendere a un uomo che metta in osmosi la vita in azienda e quella fuori dell’azienda. Questa osmosi è positiva anche per l’azienda, perché se un uomo è in crisi con la propria famiglia, anche in azienda sarà un uomo in crisi, nonostante tutta la razionalità possibile. Può essere una strada per stare meglio sia nella vita che in azienda? Certo, non c’è più la possibilità di separare i due mondi e quindi non c’è nemmeno la possibilità di separare le due morali: la moralità dell’azienda e la moralità fuori dell’azienda. Per esempio, le aziende estremamente aggressive, a causa dei mercati, sono realtà che operano al limite dell’eticità. Non è possibile che un uomo d’azienda abbia per esempio un’etica basata sull’aggressività e sulla violenza e fuori sia un buon padre di famiglia o un buon cittadino. Quindi non si deve dividere l’uomo per poter inventare un uomo aziendale.
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Si può parlare di crisi o di rinascita dell’azienda?
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| nov. - dic. 2004 / gennaio 2005
Oggi si esagera nell’uso del termine crisi del mondo occidentale, dell’economia, delle aziende. Questa definizione pone in un'accezione negativa le sfide che le aziende devono affrontare. Mi pare che entri in crisi un sistema di gestione aziendale, quando invece la crisi è la fonte delle soluzioni. Da un punto di vista psicologico, per esempio nel caso delle coppie in crisi, si può arrivare a una forma di comunicazione e di legame affettivo molto più forte. La crisi è una risorsa per il cambiamento. Invece si continua a sottolineare come essa sia una disgrazia. Semplicemente cambia la modalità. Soprattutto le aziende, che devono essere sempre in grado di trovare soluzioni, La crisi è una risorsa devono cercare anche di guardare alla crisi non in termini per il cambiamento negativi, e trovare le soluzioni non solo negli schemi aziendali ma anche nel sistema azienda in quanto parte del mondo allargato.
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Qual è il ruolo dei vertici aziendali in questa percezione errata della crisi? Se non comprendono che la crisi non rappresenta un pericolo, non faranno altro che arrovellarsi. Oggi per uscire da una crisi occorre che i leader abbiano una prospettiva non solo aziendale, ma in relazione a un corpo molto più ampio. Mai come ora fare il leader in azienda è straordinario, perché non si deve essere solo tecnicamente capaci di gestire gli uomini e le risorse, ma anche in grado di avere una visione del mondo e uno stile di vita. Non più perché bisogna spostare delle persone da un settore a un altro. Ma proprio perché ci sono le difficoltà. Perché è necessario cercare un’interpretazione e una visione. Tra le caratteristiche del leader non c’è soltanto la razionalità, ma anche le emozioni e la paura. E di fronte alla paura bisogna valutare la capacità razionale, ma anche l’altra capacità che ha l’uomo di dare risposte ai bisogni immediati. e
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Un caffé con…
Gianfranco Ravasi* *Prefetto della Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana. Docente universitario, giornalista e scrittore.
Ritrovare lo splendore della comunicazione
L’uomo e la crisi d’identità, di relazioni, di pensiero, di tempo, di forza morale, di ideali, di fantasia, e di poesia. I trionfi delle logiche del fare, dell’ottenere, del consumare, del godere, del successo a tutti i costi. Lo sguardo che s’allontana dalla bussola del cuore. L’incapacità di dare ascolto alle sensazioni, di percepire i palpiti di un’umanità che scorre come fantasma davanti ai nostri occhi. Esanime entità di cui si è persa l’intuizione dell’importanza e del senso, che solo l’attenzione, la conoscenza, il dialogo, la disponibilità e soprattutto la forza della parola possono restituirci. Di questo parliamo con Mons. Gianfranco Ravasi, che oltre a collaborare col Sole 24 Ore, con Famiglia Cristiana, e a condurre su Canale 5 la trasmissione “Le frontiere dello spirito”, ogni giorno su Avvenire, con la rubrica “Mattutino”, cerca di dare una risposta ai nostri dubbi, ai nostri comportamenti, alle nostre debolezze, alle nostre speranze, ai nostri perché.
La comunicazione è l’arte di farsi comprendere, di far breccia nell’attenzione dell’altro. Di destare curiosità, interesse, riflessione. Di stimolare cioè sensazioni e un’attività di pensiero che portino alla ricerca e alla conoscenza. Che
[Henri F. Amiel]
portino, come lei ha scritto, a “seminare una frase”. Ma la parola, oggi, ha questa forza? Nel tempo che stiamo attraversando, assistiamo da un lato ad un eccesso estremo di inflazione della parola e dall’altro ad un inaridimento della parola stessa. È fuori di dubbio che attraverso i mezzi di comunicazione abbiamo una sorta di valanga continua di parole, ma ciò più che arricchire, rende la parola sempre più fragile e incerta. Tra l’altro è stato notato che un giovane di oggi usa normalmente solo 800 o 1000 parole delle 150.000 presenti nel vocabolario italiano. Quindi nell’interno di un emisfero vasto e complesso come quello della comunicazione, quello dei sentimenti, delle relazioni, l’uomo utilizza un numero molto ridotto di parole, e questo crea un problema di superficialità e di estrema esilità nella comunicazione. Octavio Paz, scrittore messicano, premio Nobel della letteratura, affermava che “un popolo comincia a corrompersi quando corrompe la sua grammatica”. È per questo motivo che l’educazione alla parola, e quindi alla comunicazione, dovrebbe essere impartita già nelle scuole elementari, stimolando l’interesse costante per la ricerca del
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Non c’è filo d’erba senza una storia da dire, né un cuore che non abbia il suo romanzo, né un volto che mascheri la tristezza sotto il sorriso
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di Romolo Paradiso
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Gianfranco Ravasi
La comunicazione è superficiale ed esile. Occorre un’educazione alla parola, alla ricerca del dialogo costante. Per non corromperci, per lasciare una traccia nell’altro e permettere la trasparenza delle coscienze. Siamo ossessionati dal fare e perdiamo lo sguardo sul mondo, su di noi e gli altri. Perdiamo il pensiero, l’autenticità, la creatività. Il cambiamento è spesso fittizio. Manca la ricerca, lo sforzo e il coinvolgimento delle intelligenze vere per arrivare all’uomo nuovo. Temiamo l’insuccesso perché siamo fragili e insicuri. I successi veri nascono nell’interiorità. Abbiamo bisogno di sostare, di riscoprire il silenzio e il pensiero, per ritrovare le nostre verità, ma anche di muoverci verso mete di alto valore morale e sociale.
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Gianfranco Ravasi
dialogo. Una sorta di vaccino necessario per non corromperci, per ritrovare ancora lo splendore della comunicazione e riscoprire quelle parole che lasciano una traccia nell’altro e permettono la trasparenza delle coscienze.
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In principio era la parola. La parola è stata tradita
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Non le sembra che la comunicazione, nella società e nelle aziende, subisca troppo le conseguenze del “fare senza posa” che attenua, se non annulla, la possibilità di costruire un rapporto fondato sulla comprensione, la mutualità, la lealtà?
L’uomo di oggi ha posto l’accento sulla frenesia del fare. Pensiamo a cosa significa “lo spostamento”, non solo quello reale del viaggiare, ma quello virtuale, attraverso la possibilità offerta da internet. C’è un continuo vagabondare per il mondo. Alla fine è un muoversi, un fare, un agire che lentamente annulla la ricerca interiore, l’andare a fondo nelle cose. C’è un orizzonte di movimento e di esteriorità, e manca invece la capacità di penetrare in profondità. La malattia del nostro tempo è quella del “correre in superficie”. Certo, il fare va conservato, perché l’agire, nella vita quotidiana come nelle aziende, è importante e decisivo, ma deve essere in armonia anche col pensare, altrimenti il nostro è un vivere ed un agire arido e grigio. Il grande poeta americano Ezra Pound diceva: “In principio c’era la parola. La parola è stata tradita”. Il tradimento della parola, è il tradimento proprio della comprensione profonda. E di conseguenza della lealtà, della sincerità, della comunicazione, e più ancora, dell’uomo.
34 “Guardare nel cuore degli altri”, e quindi riuscire a “parlare al cuore degli altri”, è, per il management aziendale, arduo. Questo perché c’è timore di essere incompresi, o perché esiste una difficoltà culturale a considerare tale atteggiamento fondamentale nello svolgimento della loro attività, al fine di migliorare la condizione degli individui e permettere la loro crescita professionale e umana?
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Bisogna riconoscere che proprio nell’attività economia e aziendale, sempre di più si avverte la necessità di un supplemento di etica, di moralità. Che significa appunto “guardare nel cuore degli altri”, facendo sì che le relazioni non siano solo ed esclusivamente di prevaricazione. L’educazione al rispetto della dignità dell’altro, al corretto porsi nei confronti dell’altro, è un’educazione oggi mancante, ma che dovrà tornare ad esserci, pena la dissoluzione della società, non solo delle aziende. Bisogna, quindi, ritrovare i soprassalti morali e forse istituire una legge, la “legge dell’ascolto”, che formulerei con le parole di un famoso romanziere cattolico scozzese, Bruce Marshall, il quale aveva coniato, per il dialogo sociale, questa formula: “Primo: ascoltare quello che dice l’altro. Secondo: ascoltare tutto quello che dice l’altro. Terzo: ascoltare prima, quello che dice l’altro”. Questo potrebbe essere un esercizio. L’antidoto alla nostra disperata voglia di essere i soli protagonisti di un dialogo, di una riunione, di un incontro, e, sempre più frequentemente, di una relazione. E alla prevaricazione, alla chiusura al confronto, che cancella la possibilità del comprendere che l’altro può avere un contributo più prezioso del nostro. Quindi se la relazione tra le persone è più etica, più morale, è, di conseguenza, più fruttuosa per gli individui e per le aziende.
Gianfranco Ravasi
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Oggi si assiste alla ricerca frenetica della novità, che si considera capace di catturare l’attenzione e il coinvolgimento delle persone. Alla fine però si tratta solo di cosmesi, di questione di superficie. Nella sostanza si va avanti con tanti luoghi comuni, deformando dei valori, delle realtà che forse avrebbero anche un contenuto significativo. E non ci si accorge che alla fine si è ancora legati ad uno stile e ad un comportamento che non sono affatto creativi. Se pensiamo al mondo della scuola, ci accorgiamo che nonostante tutte le riforme, essa è profondamente stanca. Tanto da arrivare a far dire al prof. Sartori, che dobbiamo ritornare alla riforma Gentile, che era più innovativa. Questo perché assistiamo a dei mutamenti mai veramente incisivi e studiati in modo da configurare “l’uomo nuovo”. Mutamenti per i quali neppure s’è cercato di coinvolgere coloro che dovevano operare in questo ambito, convincendoli dell’importanza delle loro azione, per arrivare veramente alla ideazione della novità. Un esempio? Noi viviamo in un tempo in cui abbiamo la moltiplicazione sconfinata dei dati offerti a tutti. Questo invece di creare un arricchimento, ha prodotto, da un lato, anarchia intellettuale o morale, dall’altro, la flessione dello spirito critico, l’incapacità del vaglio selettivo. È un primo segno della vecchiezza, della stanchezza della società. Un altro elemento apparentemente di novità, la democratizzazione della comunicazione, che dovrebbe rappresentare il trionfo del pluralismo, in realtà favorisce modelli di comportamento omogenei, scontati, condizionati, da chi regge le fila del gioco. Si realizza così quella che è stata chiamata la “lobotomia sociale”. Asportare i veri valori per sostituirli con altri artificiosi, che non rappresentano però vera novità.
L’insuccesso è oggi considerato una macchia indelebile, una prova d’incapacità. Questa cultura caratterizza anche il comportamento e il giudizio degli individui nelle aziende, creando danni a volte irreparabili per le persone e per le stesse imprese.
“ ” Favorire il convincimento del limite umano
Questo accade perché si ritiene che tutto debba essere quantificato in base al risultato, alla produzione. Non si riconosce più quella grande realtà, propria dell’uomo autentico, rappresentata dalla gratuità. Fare qualcosa proprio per piacere, per amore, per gioia, per creatività pura. È chiaro allora che viene considerato come fallito colui che non produce sempre, chi non raggiunge risultati positivi. Si è creata così una visione della vita e del lavoro solo utilitaristica. Occorre ritornare a far rinascere la consapevolezza dell’uomo nei suoi limiti e nella sua libertà creativa. Cosa questa che spetta alle religioni ed alla cultura. Introdurre e diffondere il concetto che l’individuo non può essere semplicemente una macchina inserita in un ingranaggio che deve sempre e solamente produrre. L’insuccesso è, ai nostri giorni, computato quasi esclusivamente sulle capacità esteriori, mentre ci sono dei grandi successi che nascono proprio nell’interiorità. Lo capisce chi è innamorato, che, alla fine, anche se all’esterno non ha le gratificazioni che vorrebbe, è però felice dentro. Le aziende
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Rischiamo la lobotomia sociale
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Lei ha scritto che occorre “restare lontani dai campi dell’abitudine” e, per dirla con Gilbert Greshake, per “sapersi esporre al cambiamento, per ritrovare il coraggio della novità e della libertà”. Nella vita ciò avviene se si è lavorato a tale prospettiva. Nelle aziende, invece, si richiede spesso un adattamento senza che questo sia favorito da un’adeguata educazione.
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Gianfranco Ravasi
Filo di Nota Dell'infelicità manageriale
dovrebbero favorire il concetto del limite umano e permettere il riscatto di chi ha subito un insuccesso. Riscatto che è più facile per un lavoratore non centrifugato dall’idea di raggiungere a tutti i costi il successo, in grado di saper coltivare un tempo da dedicare agli altri, alla famiglia, alla cultura, a se stesso. Cosa che lo rende più motivato al lavoro e più disposto alla socialità, ed alla Sosta e movimento. creatività. Dunque un Silenzio e parola individuo più funzionale all’azienda e alla produzione. Un individuo che sa dare un senso alle cose e ricchezza al suo tempo. Diceva Martin Haidegger: “Il tempo della notte del mondo è il tempo della povertà”.
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Mons. Ravasi, l’uomo, dopo aver corso follemente verso il nulla, deve “fermarsi un attimo ad aspettare la sua anima”, come ha detto Michael Ende, oppure dovrà essere lui a correre dietro l’anima, perché, come affermava già nel V° secolo Giovanni Camiano, “l’anima non può rimanere ferma”?
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Sembrerebbero due frasi in contrapposizione, ma non è così. È vero che noi viviamo in un mondo che è costantemente in movimento, in frenesia, per cui c’è il bisogno di sostare. Di stare in silenzio. Di ritrovare una quiete interiore, per riscoprire il pensiero, per guardarsi dentro. L’uomo oggi ha paura del silenzio. Pitagora diceva che “il sapiente non rompe il silenzio se non per dire una cosa più importante del silenzio”. Questo silenzio bianco è la summa di tutte le parole. Quindi da un lato ha ragione Michael Ende. Però Giovanni Cassiano non ha torto, perché raffigura una cosa che anche nella letteratura è stata rappresentata più volte. Nell’Ulisse di James Joyce il protagonista si muove continuamente ed ininterrottamente, ma sostiene, di trovare sempre le stesse cose. Cioè, vive un esodo, stando sempre allo stesso posto. Un procedere statico. Ecco, l’uomo di oggi è imprigionato in questo gomitolo. Diviene allora importante il messaggio di Giovanni Cassiano, bisogna andare alla ricerca. E ritorniamo al grande insegnamento della cultura antica, che è la cultura universale. Il Socrate di Platone sosteneva che “una vita senza ricerca, non mette conto d’esser vissuta”. Come dire, “finché si è inquieti si può stare tranquilli”. Perché si è appunto alla ricerca, si ha dentro quel qualcosa, uno stimolo, che l’uomo di oggi, così frenetico, purtroppo, non ha più. Quindi sosta e movimento. Silenzio e parola. Altrimenti, come affermava Martin Haidegger, si rischia di divenire “i guardiani del nulla”.
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I "Mai" (The Never). Passano i giorni a costruire un impero, ma è loro preclusa la possibilità di gustare il "latte" e il "miele" creato dalla fatica del loro lavoro. Raramente i "Mai" hanno qualche momento piacevole. Dicono sempre: "Vorrei, ma…". I "Sempre" (The Always). Inseguono una carriera prestabilita; di solito le orme del padre. Molti manager di medio livello sono dei "Sempre" e dicono: "almeno ho sempre la mia carriera". I "Fino a quando" (The Until). Programmati per lavorare sodo e diventare meritevoli. L'avvocato neoassunto lavora per anni come "galoppino"; poi, quando viene considerato meritevole, diventa "Junior Partner" e lavora ancora più sodo. Passo dopo passo finché diventa "Full Partner". I "Poi" (The After). Sono guidati dalle voci che prevedono guai in ogni situazione e dicono: "Se ti arrampichi su quell'albero cadrai e ti farai male". I "Poi" cercano lavori sicuri. I "Mai e poi mai" (The Over-and-Over). Non cercano modi per vincere, ma per perdere. I "Limbo" (The Limbo). Il "Limbo" non è un vero programma, ma lo stato che molti raggiungono a fine carriera quando rimangono con le "carte bianche" in mano. Se provi interesse per qualcuno di questi modelli pianta subito in asso quel programma e rivolgiti al "Presente". La chiave è: cogliere l'attimo. * Tratto da: “The Desperately Unhappy Executive” di John Wareham (consulente aziendale americano)
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biblioteca biblioteca GUIDA AL MENTORING Di Alessandra Felice, Nadio Delai, Mauro De Vincentiis, Anna Rosa Araldo Ed. Libri del fondo sociale europeo – ISFOL – pag. 167
NEO MANAGEMENT L’azienda e l’anima Di Valter Passerini e Gianni Dell’Orto Ed. Franco Angeli Pag. 128 - Euro 13,50
Chi guida le aziende deve cambiare registro. Si torni a rivalutare gli aspetti umani, psicologici, intellettuali delle persone. Si dia importanza al dialogo, alla comprensione, alla mutualità, alla lealtà. Per questo è stato coniato un nuovo termine per indicate il management illuminato, al passo con i tempi: “neo mamagement”. Il libro, scritto a quattro mani da due autori dalle diverse esperienze, giornalista Valter Passerini, uomo d’impresa Gianni dell’Orto, invita proprio alla scoperta, nelle aziende, di quel modo di coniugare umanità e tecnicismo, che deve tendere al miglior adattamento ed alla miglior resa lavorativa degli individui. Gli autori partono dalle più recenti vicende economico-finanziarie della Parmalat e della Cirio e da quell’11 settembre che ha stravolto il mondo. E in un viaggio basato sul principio della vulnerabilità, pericoloso ed eccitante al contempo, esortano ad usare la bussola dell’anima per riscoprire i valori fondamentali dell’uomo, attraverso i quali egli meglio si esprime ed è più vero. In pratica un management con “anima e sentimento” prima, e con “ragione” dopo.
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[Ezra Pound]
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Se un uomo non sa sacrificarsi per le proprie idee, o non vale niente lui, o non valgono nulla le idee
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Il mentoring ha assunto in Italia, come in altri Paesi europei, rilievo crescente nell’ambito degli interventi che prevedono figure per agevolare l’inserimento sociale e lavorativo degli individui. Per gli studiosi di psicologia, la funzione primaria del mentore è quella di una “figura di transizione” nello sviluppo della personalità. Il ruolo di guida esperta per trasmettere esperienza e cultura, punto di riferimento per risolvere dubbi, aprire prospettive, e chiarire un percorso operativo all’interno dell’azienda. Il mentore non condiziona la crescita del suo “discepolo”, ma lo tutela, affinché diventi autonomo nelle scelte e capace di assumere le proprie responsabilità. L’Oxford Dictionary definisce il mentore un “consigliere” esperto e fidato. Con questa pubblicazione, gli autori intendono dare un contributo operativo che valorizzi il lavoro delle persone che svolgono questo ruolo in Italia. Il volume raccoglie i risultati di una ricerca e di attività curate dal progetto OIS (Osservatorio sull’Inclusione sociale) dell’ISFOL.
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Pagina a cura di Mauro De Vincentiis
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vetrina vetrina
Le nostre pubblicazioni ART ENERGY Si chiama ArtEnergy il progetto sostenuto dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale per promuovere i temi della cultura e dell'energia. ArtEnergy raccoglie in catalogo le collezioni dei più bei musei romani: Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps, Galleria Borghese, Galleria Corsini, Galleria Spada, Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Sulla scia del percorso tematico “L'energia nella storia dell'arte, dall'antichita' classica al XX secolo”, il volume intende stimolare l’opinione pubblica sugli scenari futuri della produzione energetica attraverso l’arte. Si tratta di comprendere come l’uomo sia riuscito a moltiplicare la sua energia intellettuale, proiettandola nella realizzazione della propria opera. Ciò che, in altre parole, significa fare ricerca. Ed è proprio sul tema della ricerca che ArtEnergy è indirizzato. In particolare, per dirla con Andrea Bollino,''Sono gli studenti e i giovani di oggi, che dovranno cercare le soluzioni tecnologiche e le scoperte scientifiche di domani. Sarà l’energia del loro impegno a trovare la nuova energia per dare risposta alle domande della società del futuro”. L’opera è inserita nella collana Cataloghi dell’Arte della Editoriale Giorgio Mondadori.
ANNUARIO “DATI STATISTICI SULL’ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA – 2003” Pagina
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Il volume raccoglie i dati definitivi sul sistema elettrico italiano, con particolare riferimento alla consistenza degli impianti di generazione, alle produzioni e consumi di combustibili nonché alle cifre riguardanti la rete elettrica di trasmissione. La pubblicazione riporta, inoltre, una fotografia dettagliata dei consumi elettrici suddivisi per diverse categorie di utilizzatori. Nel 2003 la richiesta complessiva di energia elettrica ha toccato i 320,7 miliardi di kWh, con un incremento del 3,2% rispetto al 2002. Parte dell’aumento della domanda elettrica si spiega con l’eccezionalità del clima meteorologico del 2003, caratterizzato rispetto all’anno precedente - da mesi invernali con temperature medie più rigide e da mesi estivi eccezionalmente torridi. Si stima che gli effetti climatici abbiano comportato complessivamente maggiori prelievi di energia elettrica per circa 2,2 miliardi di kWh, in particolare nel settore civile (non considerando gli effetti climatici la variazione percentuale della domanda sarebbe dunque stata del 2% anziché del 3,2%). È il settore Terziario, infatti, a registrare la migliore performance: +7,1% rispetto al 2002, seguito dal settore Agricoltura (+5,6%) e da quello Domestico (+3,3%). Si ferma a +0,9%, invece, l’aumento del comparto Industria. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei consumi di energia elettrica, nel 2003 la Valle d’Aosta ha fatto registrare l’aumento più consistente: +5,1%, seguita dal Trentino Alto Adige (+4,9%) e dalle Marche (+4,7%). La crescita dei consumi è stata superiore al 2% in tutte le Regioni, ad eccezione di Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Umbria. In valori assoluti il 2003 conferma la Lombardia la Regione con la più alta domanda di energia elettrica: 63,1 miliardi di kWh; seguono il Veneto (29,4 miliardi di kWh) e il Piemonte (26,3 miliardi di kWh). A livello provinciale nel 2003 i maggiori aumenti dei consumi elettrici sono stati registrati nelle province di Oristano (+12,1%) e Macerata (+10,6%). Alla provincia di Terni va, invece, il record negativo del 2003 (-7,1% rispetto al 2002). I consumi elettrici per abitante, sono stati pari nel 2003 a 5.208 kWh, di cui 1.129 kWh negli usi domestici. Il consumo pro-capite risulta più elevato nell’Italia settentrionale (6.464 kWh/ab.) rispetto all’Italia centrale (4.911 kWh/ab.) e al Mezzogiorno (3.787 kWh/ab.). Le informazioni presenti nell’Annuario sono disponibili anche sul sito internet del Gestore della rete www.grtn.it Pagina a cura di Luca Del Pozzo
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“La luce trasforma i corpi”. Pastello su carta.
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Nato a Tripoli, in Libia, nel 1937, Ennio Calabria si trasferisce con la famiglia a Roma dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Inizia ad esporre dal 1958, nelle più prestigiose gallerie della Capitale, ottenendo subito importanti riconoscimenti dalla critica, che in lui individua uno tra i pittori più significativi della generazione emersa in Italia tra gli anni ’50 e ’60 per la sua personale interpretazione dell’attualità e della storia attraverso forme dall’impianto realistico, ma permeate di riferimenti dinamico-futuristi ed espressionisti aperti all’informale. Nel 1961 Ennio Calabria è tra i fondatori, con i pittori Ugo Attardi, Fernando Farulli, Alberto Gianquinto, Piero Guccione e Renzo Vespignani e con i critici Duilio Morosini, Dario Micacchi e Antonio Del Guercio, del gruppo “Il pro e il contro”, ancora oggi punto di riferimento culturale per le nuove ricerche figurative. Sue opere sono state esposte su invito, tra l’altro, alla Biennale di Venezia del 1964 e alle Quadriennali di Roma del ’59, del ’72 e dell’86 e fanno parte di numerose collezioni museali nel mondo. Tra queste il Metropolitan di New York, il Museo Puskin di Mosca, il “Colombe d’Or” di St. Paule de Vance, il Gabinetto delle Stampe di Bagnocavallo, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara. Tra gli ultimi cicli pittorici realizzati si ricordano “Ambiguità dell’intravisto” degli anni ’90 e “La forma cerca forma”, serie di ritratti ispirati a Giovanni Paolo II realizzati tra il 2002 e il 2004. e
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Ennio Calabria - Autoritratto
Ennio Calabria
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la copertina la copertina
Pagina a cura di Vittorio Esposito Pagina
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Elettricità e umanità
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"Nondimeno la notte saliva, simile a un fumo oscuro, e colmava già le valli. Queste non si distinguevano già più dalle pianure. Però i villaggi s'illuminavano e le loro costellazioni si rispondevano. E anch'egli, facendo, con un dito, brillare a intervalli i suoi fuochi di posizione, rispondeva ai villaggi. La terra era cosparsa di richiami luminosi, poiché ogni casa accendeva la sua stella in faccia alla notte immensa, così come si volge un faro verso il mare. Tutto quello che copriva una vita umana già scintillava. E Fabien era incantato che l'ingresso della notte somigliasse questa volta a un ingresso in porto, lento e bello". Antoine de Saint-Exupéry
* brano tratto da : « Volo di notte » Oscar Mondadori