Sped. in Abb. postale 70% - Roma
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• Editoriale / p. 3 di Carlo Andrea Bollino
• Il Punto / p. 4 di Jacopo Giliberto
• Primo piano _
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La politica energetica in Europa
L’Europa ha cinque anni per vincere la scommessa dell’energia / p. 6 Intervista ad Andris Piebalgs
• Borsa Elettrica La Borsa elettrica? Un mercato in evoluzione / p. 11 Parla Giorgio Szegö _ E la Borsa potrà ridurre i prezzi / p. 14 Il parere del ministro Marzano _ L’AU è tutela per i clienti vincolati e per il mercato / p. 16 A colloquio con Nando Pasquali _ • Focus
Verso l’unificazione GRTN-TERNA
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Più efficienza, sicurezza ed affidabilità del sistema elettrico / p. 19 A tu per tu con Luca d’Agnese _
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Il Codice di Rete / p. 22 _ Il sistema elettrico italiano / p. 24 _ Elettrodotto S.Fiorano-Robbia / p. 26 _ Il Piano di Sviluppo della Rete 2005 / p. 27 _ Vas: processo di pianificazione integrata e sostenibile / p. 29 _ • Le nostre iniziative Il progetto Scuola. L’accendiamo? / p. 31 _ • Comunicazione Un caffè con… Giorgio Albertazzi / p. 32 Il teatro è come l’amore, si fa _ • In punta di penna Persona e lavoro / p. 35 _ • Lavoro La nuova morfologia del lavoro / p. 36 Intervista ad Aris Accornero _ • Biblioteca -La saggezza di re Artù -La questione energetica -Essere creativi / p. 38 _ • Filo di nota Il dono della percezione / p. 38 _ • La copertina Trasparenze di luce / p. 39 di Luigi Passeri _ • Controcopertina L'elettricità / p. 40 Poesia futurista _
GRTN AU GME
GRTN 00197 Roma Viale M.llo Pilsudski, 92 Tel. +39 068165 1 Fax +39 0681654392 info@grtn.it www.grtn.it
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Anno 2005 n. 7 - Aprile-Giugno 2005 Editore GRTN Direttore Responsabile Romolo Paradiso
Elementi è visibile in internet al sito www.grtn.it In copertina: “Trasparenze di luce”. Olio su tela di Luigi Passeri
Progetto Grafico Gentil srl Foto Fototeca Elementi Maurizio Riccardi Foto
Collaborazione redazionale Mauro De Vincentiis
Redazione e Amministrazione Viale M.llo Pilsudski, 92 - 00197 Roma
Editing Maria Pia Terrosi
Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 105/2001 del 15.03.2001
Hanno collaborato a questo numero: Paolo Bustaffa; Fausto Carioti; Cristina Corazza; Luca Del Pozzo; Vittorio Esposito; Goffredo Galeazzi; Mauro De Vincentiis; Jacopo Giliberto; Giusi Miccoli; Maria Pia Terrosi.
Realizzazione impianti e stampa D.G.P. Srl • Via Tiburtina, Km 18.300 • Setteville di Guidonia - Roma Finito di stampare nel mese di marzo 2005
Un particolare ringraziamento a: Libero Buttaro; Leonardo Camilli; Enrico Carlini; Maria De Carolis; Vittorio De Martino; Itala Di Cioccio; Fiorella Fontana; Aureliana Parisi Iapadre; Salvatore Lanza; Adel Motawi; Cristina Pascucci; Massimo Rebolini; Rosalba Rizzuto; Benedetta Sebastiani; Sonia Scimmi; Cristina Vigneri; Mario Zannino.
e editoriale
Carlo Andrea Bollino (*) (*) Presidente GRTN
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Finalità da raggiungere però, in uno scenario in cui esiste un altro quartetto di obiettivi, questa volta tra loro inconciliabili: nuovi investimenti, sicurezza, qualità dell’aria, prezzi più bassi. Non si può avere uno sviluppo di nuovi investimenti nel settore, una gestione in sicurezza delle infrastrutture e degli approvvigionamenti e una politica ambientale per la salvaguardia delle generazioni future, con prezzi bassi. Lo scopo principale della politica energetica è allora semplice: battere la demagogia di chi si lamenta dei prezzi alti. Se analizziamo l’andamento del prezzo del petrolio, appare evidente la crescita, negli ultimi decenni, da 10 a 50 $/barile. Ritengo però, date le fluttuazioni del dollaro sull’euro (e prima sulle monete forti europee) più rilevante il dato riguardante la fattura energetica in rapporto al PIL, che ha oscillato tra l’1,5% nel biennio ’86-’87 (con il petrolio a 10 $/barile) e il 4,5% del periodo buio tra l’82 e l’84 (con il prezzo del petrolio al massimo). È allora necessario lavorare per far comprendere all’opinione pubblica che acquistando elettricità, non si acquista solo energia per le lampadine e gli elettrodomestici, ma anche sicurezza e protezione dell’ambiente in cui si vive. La nostra missione è quindi tracciata: lavoriamo per le nuove infrastrutture energetiche necessarie all’Italia, per la sicurezza del servizio e per la riduzione dei costi e l’aumento dei benefici per i clienti finali.
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• La competitività del sistema produttivo; • La diversificazione delle fonti e la sicurezza; • La tutela dell’ambiente, delle fasce deboli e il risparmio energetico; • Lo sviluppo tecnologico e l’educazione energetica.
aprile / giugno 2005
L’uscita del numero 7 di “Elementi” coincide con l’inizio di una nuova fase della politica energetica italiana. La competitività di un sistema economico dipende anche dalla dotazione d’infrastrutture. Se nel periodo 1991-2001 la spesa lorda per le infrastrutture in rapporto al PIL è stata, in Italia, dell’1,5%, in forte calo rispetto al passato e sui livelli più bassi dall'unità d’Italia, la flessione di competitività del Paese è un dato che non può certo sorprendere. A ciò si aggiunga che nel recente passato sono stati commessi alcuni errori strategici, che hanno ulteriormente penalizzato il sistema energetico in termini di sviluppo. Si è reso quindi necessario reimpostare e correggere la rotta. Cosa che negli anni 2001-2004 ha coinciso con la cosiddetta prima fase della nuova politica energetica del Paese, culminata con l’avvio della Borsa elettrica nell’aprile 2004 e con il varo della legge di riordino del settore energetico (L. 239/04), la cosiddetta “legge Marzano”. Ora siamo all’inizio di una nuova stagione, lanciata dal Presidente Berlusconi lo scorso 20 gennaio con la riapertura del dibattito sul nucleare. Occorre guardare al futuro: “Non c’è futuro senza energia e non c’è energia senza ricerca ”. Il messaggio, per la seconda fase della nostra politica energetica, è chiaro: occorre attrezzare la ricerca scientifica italiana per stare al passo con gli Stati leader a livello internazionale. Le nostre imprese energetiche devono potersi muovere sullo scacchiere extranazionale senza complessi né limitazioni verso alcun Paese. Il 16% dei nostri consumi di elettricità, importati dall’estero, sono di fonte nucleare, con potenziali rischi ai confini senza i corrispondenti benefici. Apriamo il fronte della ricerca sulle nuove fonti: nucleare di 3° generazione e idrogeno. In una visione d’insieme, gli obiettivi strategici da raggiungere sono:
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IL PUNTO
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Jacopo Giliberto
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Signori, si cambia. Il treno della liberalizzazione rallenta perché si avvicina una stazione importante. Si aggiornano le mète, alcuni vagoni s’aggiungono al convoglio e altri vengono distaccati per formare un altro treno. Ci si prepara a un nuovo tratto di strada. “Reimpostare – scrive il presidente del Grtn, Carlo Andrea Bollino, nel suo editoriale di questo settimo numero di Elementi - e correggere la rotta”. Per esempio acquista un ruolo la finanza, la cosiddetta economia dell’immateriale. Nell’immaginario collettivo, l’industria elettrica è fatta di economia fisica, di oggetti percepibili, di fabbriche di chilowattora, di tralicci di ferro, di dighe di cemento, di ciminiere fumiganti, di fili elettrici. L’economia virtuale della Borsa valori ha cominciato a farsi sentire con l’avvio del processo di apertura del mercato, con le fusioni e acquisizioni prima fra piccole aziende e poi fra quelle sempre più grandi. I casi Edison-EdF, o gli accordi internazionali dell’Enel sono fra i più recenti. Oggi la strada dell’immateriale e del virtuale diventa più importante. Lo conferma la fusione fra Grtn e Terna. La Borsa elettrica studia come trattare non solo i flussi di elettroni, ma anche strumenti finanziari come i derivati o come la gestione del rischio, e progetta perfino di allargarsi a innovazioni quali la Borsa delle emissioni di anidride carbonica.
“ ” Battere la demagogia
E immateriale è anche l’ambiente e il progetto di coinvolgere le comunità e la “società civile” nel processo di decisione per le nuove istallazioni.
A differenza di altri settori, però, il segmento dell’industria elettrica non perde mai di vista la “fisicità” delle cose vere. L’economia reale. I fili elettrici e le centrali. E materiale – non virtuale – è il problema dei prezzi alti del chilowattora, legato alla questione della competitività del sistema Italia. Un problema che va affrontato in modo razionale. Bisogna, afferma Bollino, “battere la demagogia”. La demagogia si ripete ossessiva in molti aspetti del settore elettrico. Come nel caso dell’accettazione sociale delle reti di alta tensione. L’opposizione ai progetti si manifesta – valga per tutte l’esperienza di Rapolla, lungo la linea Matera-Santa Sofia – vestendosi di un abito ambientale di colore verde. L’elettricità è un danno ambientale: questa è un’affermazione demagogica. L’affermazione razionale dice invece che l’elettricità migliora la qualità della vita, ma diventa un danno ambientale quando viene usata in modo improprio, quando è prodotta in modo sbagliato o quando viene sprecata. Il problema dell’elettricità non è eminentemente ambientale. Il problema è che le reti sono oggetti visivamente ingombranti. È una questione di paesaggio, che fa parte anch’esso della qualità della vita, ed è un capitale che l’Italia sta distruggendo con sublime incoscienza. È degradante il panorama delle aree industrializzate in modo intenso, come le zone a Nord di Milano o alcune periferie di Roma o la piana di Napoli. Una selva orribile di tralicci e fili elettrici disegna nel cielo perimetri patologici. Ma le linee servono. Come dice Andris Piebalgs, Commissario Ue per l’Energia, uno dei principali freni alla competizione “la scarsa integrazione fra i mercati nazionali. In alcuni casi, sono carenti le infrastrutture di interconnessione fra i Paesi e non si riesce ancora a risolvere adeguatamente il problema delle congestioni”.
IL
PUNTO
Jacopo Giliberto
“ ” La concertazione
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E di finanza parla il vertice del Gestore della rete in vista della fusione con Terna. L’amministratore delegato Luca d’Agnese stima – nell’intervista di Goffredo Galeazzi – che il processo si completerà molto presto. “È previsto che entrambe le società cambino nome”, dice d’Agnese. L’attuale Grtn non sarà più gestore della trasmissione ma Gestore di sistema elettrico e conserverà “la gestione economica di tutte le fonti rinnovabili e assimilabili, quindi Cip6 e certificati verdi” e l'attività di supporto di gruppo per le consociate. e
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“ ” Grtn-Terna
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Il groviglio elettrico oggi suscita rigetto nelle comunità locali. Per questo motivo, il Gestore della rete di trasmissione sta lavorando su progetti di concertazione. Il primo strumento individuato è la Vas, la valutazione ambientale strategica, insieme con “un processo preventivo di concertazione, condivisione e partecipazione pubblica”, spiega un articolo su questo numero di Elementi. Intese sono state raggiunte in Piemonte, Calabria, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Campania e Basilicata. Altri accordi sono in definizione con Umbria, Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Sardegna. E l’ambiente – quello vero – viene affrontato attraverso la cultura diffusa dell’energia tramite il progetto scuola “L’accendiamo?” avviato d’intesa con la Legambiente. Come dice in Elementi il presidente dell’associazione, Roberto Della Seta, “migliaia di ragazzi imparino che l'elettricità è meglio produrla con le fonti pulite come il sole e il vento, che sono inesauribili e non seminano né gas inquinanti né scorie. E ci piacerebbe che, tornati a casa dalla scuola, spieghino in famiglia che tenere accesa la spia rossa del televisore in stand-by è sprecare tanta energia e inquinare l'ambiente senza ragione. Oppure che, se c'è da cambiare la lavatrice, conviene acquistarne una di classe A che consuma meno e fa risparmiare sulla bolletta”. Risparmiare sulla bolletta è uno degli obiettivi dell’Acquirente Unico. Una SpA che sta assumendo – a dispetto di chi la vorrebbe sopprimere – un ruolo importante. L’Acquirente Unico è uno strumento agile che fa innovazione sul fronte immateriale. La SpA si copre dal rischio di fluttuazione dei prezzi mediante contratti alle differenze ma, spiega Pasquali, Presidente dell’AU, a Elementi, “per cercare di creare maggior concorrenza tra gli operatori, per gli approvvigionamenti del 2005, inizialmente è stata indetta una tipologia di asta mai adottata in Italia, la descending clock auction”. Giorgio Szegö, presidente del Gestore del mercato elettrico, aggiunge che servirebbe “un mercato dei derivati sul prezzo”, per ridurre i rischi della volatilità.
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PRIMO PIANO
Intervista ad
Andris Piebalgs*
La politica energetica in Europa * Commissario Ue all’energia
L’Europa ha cinque anni per vincere la scommessa dell’energia Sei le priorità chiave: più efficienza energetica; un mercato dell’elettricità e del gas a beneficio dei cittadini; sviluppo delle fonti rinnovabili; nucleare più sicuro; sicurezza degli approvvigionamenti energetici; relazioni esterne in Europa più efficienti; collegamento stretto fra politiche dell’energia, quelle ambientali e della ricerca. Mercato elettrico: pesa il ritardo di 10 Paesi nella liberalizzazione. Competitività stagnante senza integrazione dei mercati nazionali, miglioramenti e crescita delle infrastrutture, superamento delle congestioni ed eliminazione delle posizioni dominanti. In Italia i maggiori ostacoli nella produzione. Servono nuovi investimenti e nuovi operatori. L’indipendenza delle reti è sinonimo di liberalità. Bene l’Italia. Entro fine anno la Commissione valuterà lo stato del mercato interno dell’energia.
Andris Piebalgs
di Cristina Corazza
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“I prossimi cinque anni segneranno uno spartiacque per la politica energetica europea, un settore-chiave per l’economia e la competitività. Fra le grandi sfide per la Ue a 25, l’ascesa dei prezzi dell’energia, la sicurezza degli approvvigionamenti e l’attuazione di Kyoto, mantenendo la sua leadership mondiale in fatto di responsabilità ambientale’’. Lo sottolinea con vigore Andris Piebalgs, nuovo Commissario Ue all’energia, che in questa intervista esclusiva ad ‘Elementi’, anticipa alcune linee guida per “un’efficace politica energetica’’ che possa contribuire “al benessere globale dell’Europa allargata, nell’ambito di un programma per il rinnovamento economico, sociale ed ambientale, in linea con la strategia di Lisbona’’. Al neo-commissario, originario della Lettonia, dove è stato ministro delle Finanze e sottosegretario agli Esteri e con un’esperienza decennale come alto funzionario della Commissione, Elementi ha chiesto di tracciare un primo bilancio dell’attuazione delle nuove direttive sulla liberalizzazione elettrica.
Commissario Piebalgs, a un anno dall’entrata in vigore della Direttiva di liberalizzazione del Mercato elettrico e del Regolamento sugli scambi transfrontalieri di energia elettrica, quali paesi sono in ritardo
nel processo di apertura del settore e perché? Contrariamente al regolamento sugli scambi trasfrontalieri di energia elettrica, direttamente applicabile a partire dal 1 luglio 2004 in tutti i paesi UE, le nuove direttive elettricità e gas devono essere recepite dalla legislazione nazionale per produrre i propri effetti. Purtroppo, i paesi membri che registrano ritardi nell’attuazione delle nuove Direttive in materia di energia elettrica e gas sono molti. È per questo che, nell’ottobre del 2004, la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di 18 governi. Nel frattempo, il numero di quanti hanno recepito le Direttive è aumentato, ma ci sono ancora una decina di paesi che non hanno tutt’ora notificato provvedimenti di attuazione della Direttiva dell’energia elettrica o del gas o di entrambe. Alcuni, come la Germania e la Spagna, sono fra quelli che hanno i più importanti mercati all’interno dell’Unione. Posso sin da ora assicurare che la Commissione svolgerà il suo ruolo di custode del diritto comunitario, continuando a portare avanti con rigore le procedure di infrazione, al fine di garantire un rapido recepimento nei paesi membri.
PRIMO PIANO
Andris Piebalgs
Cosa manca ancora per attuare la Direttiva e il Regolamento? Il Rapporto Annuale 2004 della Commissione sullo stato di attuazione del mercato interno dell’elettricità e del gas, indica un grado di successo variabile nell’apertura effettiva dei mercati nei vari paesi membri. Alcuni, come il Regno Unito -per l’elettricità ed il gas- ed i paesi nordici -per l’elettricità-, dispongono di mercati ben sviluppati, molto attivi sul lato domanda, con un conseguente abbassamento dei prezzi. Negli altri paesi, la situazione è meno soddisfacente ed i progressi più lenti.
Elettricità da fonti rinnovabili Anno 2004 - % sulla richiesta
20,6% (29,4%*)
Spagna
16,3% (25%*)
Italia
14,3% (21%*)
Francia 10,7% (12,5%*)
Germania UK
3,8% (10%*) * Obiettivo da raggiungere entro il 2010 secondo la Direttiva 2001/77/CE
A suo giudizio, quali sono i maggiori ostacoli all’introduzione della concorrenza?
Fonte: Eurelectric
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Uno dei principali impedimenti allo sviluppo di un mercato competitivo è la scarsa integrazione fra i mercati nazionali. In alcuni casi, sono carenti le infrastrutture di interconnessione fra i paesi e non si riesce ancora a risolvere in modo soddisfacente il problema delle congestioni e dei colli di bottiglia. Questa situazione acuisce gli effetti che derivano dalla presenza di imprese dominanti su alcuni mercati nazionali. Un secondo problema è che non sempre risultano pienamente soddisfatti i requisiti della terzietà dei gestori delle reti di trasmissione e di un’adeguata separazione dei gestori delle reti di distribuzione. Sotto questo profilo, prevedo sostanziali miglioramenti al verificarsi di alcune condizioni e cioè quando tutti i paesi membri avranno dato piena attuazione alle Direttive, quando le rispettive Autorità eserciteranno un minimo di regolamentazione e quando la separazione delle attività sarà più netta. Nel corso del 2005, la Commissione procederà ad un’ulteriore analisi approfondita sullo stato di avanzamento del mercato interno dell’elettricità e del gas, in base alla quale deciderà o meno di adottare ulteriori provvedimenti per migliorare il funzionamento del mercato.
Veniamo all’Italia. Come valuta il grado di competitività nel settore dell’energia? I maggiori ostacoli risiedono, a mio avviso, nel settore della produzione. Nuovi investimenti e nuovi operatori contribuirebbero a diversificare l’attuale struttura del mercato. Pagina
“ ” Tre principali obiettivi
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PRIMO PIANO
Andris Piebalgs
La dipendenza italiana dall’import Saldo import/export 2004 – miliardi di kilowattora (*) 80 60 40 20 0 -20 -40 -60
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Se consideriamo gli elementi mancanti e i fallimenti nella liberalizzazione elettrica da parte degli Stati, quali azioni andrebbero intraprese?
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Come ho già rilevato, lo stato di avanzamento del mercato interno dell’energia sarà 6,1 2,9 0,8 valutato in modo 0,1 -2,5 approfondito entro la fine (1,3%) (12,9%) (1,2%) (4,9%) (0,2%) (6,5%) -2,8 -7,4 (5,4%) dell’anno. Ciò implicherà (8,5%) -16,2 (14,7%) anche un nuovo giro di consultazioni con tutte le -45,6 parti interessate sulle (14,2%) modalità di miglioramento E F B NL D A CH I SLO GR del funzionamento del ( * ) Dati provvisori. Elaborazione GRTN su dati UCTE mercato. Finché non sarà ( ) Percentuale del saldo import-export rispetto al fabbisogno di ogni Paese disponibile il nuovo rapporto della Commissione, non si Fonte: GRTN potranno trarre conclusioni sulle ulteriori misure necessarie. Nel frattempo, come è ovvio, occorre applicare rigorosamente le norme in materia di concorrenza, a livello nazionale e comunitario, per avviare a soluzione il problema delle posizioni dominanti sul mercato. Sul versante delle infrastrutture elettriche, la Commissione europea ha individuato, a dicembre 2003, un nuovo pacchetto legislativo per promuovere gli investimenti nel settore elettrico e rafforzare la concorrenza, prevenendo contestualmente il ripetersi di eventi accidentali o di blackouts. Inoltre la Commissione ha proposto un nuovo programma per lo sviluppo delle Reti transeuropee nel settore dell’energia elettrica e del gas, per migliorarne l’efficienza, adeguarlo all’entrata dei nuovi paesi membri e adottare un approccio analogo con i paesi terzi. Le misure indicate dalla Commissione Europea richiedono che gli Stati membri si dotino di standard e regole di sicurezza delle reti di trasmissione e distribuzione.
Come salvaguardare la sicurezza degli approvvigionamenti in Europa con particolare riguardo ai paesi maggiormente dipendenti dalle importazioni com’è l’Italia? La politica energetica dell’Unione Europea ha tre principali obiettivi: sicurezza degli approvvigionamenti, concorrenza e salvaguardia dell’ambiente. L’introduzione della concorrenza, attraverso la creazione del mercato interno dell’elettricità, verrà valutata positivamente soltanto se contribuirà alla realizzazione degli altri due obiettivi. In particolare, la sicurezza degli approvvigionamenti è una sfida importante che, negli anni a venire, richiederà investimenti sia nelle reti sia nella capacità di generazione.
PRIMO PIANO
Andris Piebalgs
Cosa pensa della nuova proposta di direttiva sulla sicurezza degli approvvigionamenti? Nel dicembre del 2003, la Commissione ha presentato una proposta di Direttiva volta a migliorare la sicurezza della fornitura di energia elettrica ed a stimolare gli investimenti nelle infrastrutture in Europa. Le motivazioni di base riguardano gli incentivi al mercato, per favorire investimenti in nuovi impianti di produzione, in tecnologie basate sull’efficienza energetica, nonché in reti di trasmissione e distribuzione. La Direttiva tende anche a rendere giuridicamente vincolanti gli accordi in materia di gestione del sistema, per evitare i problemi che si sono avuti negli Stati Uniti ed in Europa nel 2003. Per le importazioni di energia elettrica da un paese all’altro, si dovrebbe arrivare allo stesso livello di sicurezza che ha la trasmissione di elettricità all’interno delle frontiere nazionali. La proposta di Direttiva è attualmente all’esame del Consiglio e del Parlamento Europeo e confido che si arrivi ad un testo adeguato e condiviso.
La separazione degli Operatori del sistema di trasmissione e di distribuzione è uno dei cardini della nuova direttiva elettrica. Considera l’Italia in linea con le prescrizioni comunitarie sulla separazione giuridica e gestionale del TSO? Visto il processo di riorganizzazione delle attività di trasmissione e dispacciamento e l’integrazione della proprietà e della gestione della rete elettrica nazionale in un unico soggetto giuridico, pensa che la creazione di un TSO più forte in Italia possa contribuire alla liberalizzazione del mercato elettrico?
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Una separazione più netta delle attività rappresenta un requisito-chiave delle nuove Direttive in materia di elettricità e gas. La Commissione attribuirà dunque particolare attenzione a questo aspetto, quando verificherà se le normative nazionali si conformano alle Direttive. Questa verifica è tutt’ora in corso e non è possibile ancora trarre conclusioni, né fare osservazioni sulle norme in materia di separazione delle attività previste nella legislazione italiana. Possiamo affermare che, in generale, accogliamo favorevolmente quei provvedimenti che mirano a rafforzare l’indipendenza nella gestione della rete, rispetto alle componenti competitive del mercato, cioè la fornitura e la produzione. L’Italia ha già attuato una separazione completa della gestione della rete di trasmissione qualche anno fa e mi sembra che intenda adottare misure che ne potenziano ulteriormente l’indipendenza. Di questi sviluppi non posso che rallegrarmi. Vorrei aggiungere che in tale ambito, ho notato che un numero crescente di paesi, ad es. l’Olanda, intendono realizzare, nel prossimo futuro, una separazione totale della proprietà della rete, andando quindi al di là dei requisiti sanciti dalle nuove Direttive.
Energia, settore chiave
Per il 2005, qual è la strategia della Commissione Europea e il programma di lavoro legislativo dell’UE per il settore elettrico?
La priorità della nuova Commissione Europea è quella di operare per il rinnovamento economico, sociale ed ambientale dell’Europa, in linea con la strategia di Lisbona. Non va, infatti, trascurato il contributo che un’efficace politica energetica può offrire al benessere globale dell’Europa. L’energia è un settore-chiave dell’economia europea, essenziale per la competitività e, quindi, per
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PRIMO PIANO
Andris Piebalgs
la realizzazione dell’Agenda di Lisbona ed il rispetto degli impegni europei nel quadro del Protocollo di Kyoto. Nonché un fattore rilevante nelle relazioni esterne dell’Unione.
In questi ultimi tempi si sono acuite le tensioni sul prezzo dei combustibili, in particolare del petrolio. Molti esperti sono allarmati dal rischio di una crisi non di breve periodo che dovrebbe spingere gli stati a dotarsi di più efficaci politiche energetiche.
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I prossimi cinque anni segneranno uno spartiacque per la politica energetica europea. È ormai chiaro che avremo prezzi del petrolio e del gas in costante ascesa, almeno nel medio periodo. L’Europa deve continuare a sostenere il processo di Kyoto, mantenendo la sua leadership mondiale in fatto di responsabilità ambientale. La crescita della Cina e dell’India continuerà ad un ritmo vertiginoso e l’UE dipenderà sempre più dagli approvvigionamenti esterni di energia. Per fronteggiare questi cambiamenti, ho individuato sei priorità-chiave sulle quali sarà focalizzata la politica della Commissione in campo energetico nei prossimi cinque anni. Le misure spaziano dall’incremento dell’efficienza energetica, alla realizzazione di un mercato interno efficiente del gas e dell’elettricità a beneficio di tutti i cittadini, la promozione delle fonti rinnovabili, il rafforzamento della sicurezza del nucleare, la sicurezza degli approvvigionamenti energetici in Europa e l’ulteriore sviluppo delle relazioni esterne nel settore della politica energetica e ultima priorità, ma non meno importante - un collegamento più stretto fra politiche energetiche e quelle in materia di ambiente e ricerca. e ha collaborato Cristina Pascucci
BOLLINO, ITALIA PRIMA IN EUROPA PER INVESTIMENTI NELLO SVILUPPO DELLE RETI
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Lo sviluppo delle reti, la ricerca, la sicurezza negli approvvigionamenti elettrici tra gli argomenti al centro dell’incontro del presidente del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale con il Commissario Piebalgs, a Bruxelles
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C. A. Bollino
Il ruolo e le attività del GRTN per lo sviluppo e la sicurezza del sistema elettrico italiano, l’estensione delle reti transeuropee, la ricerca, l’affidabilità degli approvvigionamenti ma anche la disponibilità delle aziende italiane alla cooperazione internazionale attraverso l’associazione Italenergy, sorta per promuovere la crescita delle infrastrutture del mercato elettrico. Sono alcuni dei temi al centro del primo incontro fra il nuovo Commissario UE all’Energia Andris Piebalgs e il Presidente del GRTN, Carlo Andrea Bollino, tenutosi a Bruxelles. Nell’agenda dei lavori anche altre questioni di rilievo internazionale, con particolare riferimento ai paesi più coinvolti negli scambi internazionali di energia. A Piebalgs, il presidente Bollino ha ricordato che l’Italia è il primo paese per volume di investimenti programmati in nuova capacità di generazione efficiente e pulita (8.800 MW nel biennio 2005/2006) e in nuove linee di trasmissione (3.100 km al 2014). “Si tratta di progetti e numeri importanti, che hanno suscitato grande interesse nel Commissario, e che danno l’idea di come in Italia il sistema elettrico sia in forte sviluppo’’ ha spiegato il presidente del Grtn, che ha anche evidenziato a Piebalgs il tema dell’adeguato livello di rappresentanza dell’Italia negli organismi comunitari e all’interno dei segretariati regionali. C.C.
BORSA ELETTRICA
Parla
Giorgio Szegö* *Presidente GME
La Borsa elettrica? Un mercato in evoluzione
di Fausto Carioti
In più occasioni è stato sottolineato come la Borsa elettrica sia certamente in grado di favorire, nel medio termine, un vero assetto competitivo e una riduzione del livello dei prezzi dell’energia all’ingrosso.
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Il 9 febbraio 2005 si è conclusa l’indagine conoscitiva sullo stato di liberalizzazione del settore dell’energia elettrica, condotta in collaborazione tra l’Autorità per l’energia e l’Autorità Antitrust. Quale è la sua opinione a riguardo?
dell’energia elettrica. L’esistenza dei picchi nell’andamento dei prezzi dell’energia elettrica non implica di per sé manipolazioni del mercato, ma esprime un elevato grado di trasparenza e salute del mercato stesso. Del resto, che il meccanismo di mercato si sia rivelato efficiente, lo si vede anche dal fatto che il costo dell’energia elettrica ha avuto incrementi inferiori a quelli del petrolio e del gas, che sono le fonti primarie per la produzione di energia elettrica nel nostro Paese.
aprile / giugno 2005
Classe 1934, nativo della provincia di Como, esperto in fisica e in modelli matematici applicati ai mercati finanziari. Una vasta esperienza accademica –anche internazionale– alle spalle, Giorgio Szegö attualmente è presidente del Gestore del mercato elettrico (Ipex – Italian power exchange). Guardando ai primi mesi di vita della Borsa elettrica, ne dà un giudizio nettamente positivo, pur evidenziando la necessità di qualche “evoluzione” del sistema, prima tra tutti la creazione di un mercato di derivati sull’energia elettrica.
L’indagine ha fornito un’importante rappresentazione dell’attuale situazione del sistema elettrico italiano ed ha dimostrato la totale estraneità della Borsa dai possibili fattori distorsivi del sistema. La Borsa sta funzionando bene, e lo conferma il fatto che ha portato a prezzi mediamente inferiori rispetto a quelli che si sarebbero registrati con le tariffe amministrate stabilite dall’Autorità. I picchi momentanei di prezzo riscontrati nella nostra, come pure in altre Borse, dovuti a momentanei squilibri tra domanda e offerta, non incidono in modo determinante sul costo finale annuo
Come chiaramente ribadito dalla relazione conclusiva dell’indagine, è fondamentale prevedere però alcune integrazioni ai meccanismi di Borsa, al fine di facilitare la partecipazione attiva e consapevole della domanda e di incentivare strategie di acquisto di energia elettrica maggiormente reattive al prezzo. La Borsa elettrica italiana rappresenta un mercato flessibile e trasparente, in grado di portare contributi validi al sistema nazionale e di incentivare la concorrenza e gli investimenti. Ma si tratta, ovviamente, di un mercato in evoluzione.
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Giorgio Szegö
Siamo la prima Borsa europea non obbligatoria. Con la domanda attiva la liquidità è cresciuta al 66%. Oggi abbiamo quasi 80 operatori; in questi primi mesi del 2005 sono stati scambiati 46 TWh di energia elettrica per un controvalore di circa 3 miliardi di euro. La Borsa migliorerà con l’introduzione di un mercato dei derivati, capace di coprire il rischio volatilità dei prezzi di energia elettrica. E poi con l’incremento del parco centrali; con l’avvio di nuovi elettrodotti e con una migliore efficienza tecnica. Con la Pab, la piattaforma di aggiustamento bilaterale per la domanda, i consumatori possono scambiare energia ed “aggiustare” gli impegni derivanti da contratti bilaterali o da acquisti sul mercato.
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BORSA ELETTRICA
Giorgio Szegö
A quali “evoluzioni” pensa? Penso all’istituzione di un mercato dei derivati sul prezzo dell’energia elettrica che permetta di coprire il “rischio prezzo”, ovvero la volatilità tipica dei prezzi dell’energia elettrica. La non immagazzinabilità dell’energia elettrica rende questo tipo di contratti a termine ancora più indispensabili che nel caso di altre merci. Inoltre l’avvio di un mercato di derivati sull’energia elettrica permetterebbe di offrire agli operatori un ulteriore meccanismo di flessibilità a fronte dell’operatività posta in essere sul mercato del giorno prima o attraverso la contrattazione bilaterale. Quali altre riforme sono necessarie per ridurre il prezzo dell’energia elettrica? Sicuramente l'entrata in funzione di nuove centrali (previste dal 2005), l'aumento dell'import con l'avvio di nuovi elettrodotti e i miglioramenti tecnici in termini di efficienza, necessari per evitare i cali di tensione sulle linee e per contenere la dispersione termica degli impianti. Insomma è necessario attendere un graduale adattamento dell’intero sistema ai nuovi meccanismi prima che la delibera dell’Autorità sulla promozione della concorrenza possa produrre tutti gli effetti attesi. Uno dei parametri in base ai quali si giudica l’efficacia di una Borsa è la sua liquidità.
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Con la partenza della domanda attiva il dato della liquidità è cresciuto ulteriormente, attestandosi intorno al 65%: un valore che fa di Ipex la prima Borsa europea non obbligatoria. Per noi, si tratta di un ulteriore motivo di soddisfazione. Intanto, a partire dal 31 dicembre scorso, la Borsa dell’energia elettrica ha aperto le porte ai grandi consumatori: come stabilito dalla direttiva ministeriale del 24 dicembre 2004, anche la domanda attiva è stata ammessa al mercato.
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La data del 31 dicembre 2004 rappresenta un momento fondamentale per la Borsa e, più in generale, per il settore energetico italiano. Costituisce il vero approdo del processo di liberalizzazione. Oggi tutti gli operatori interessati appartenenti al mercato libero possono approvvigionarsi direttamente in Borsa. La selezione dei partecipanti non è più imposta da norme, ma dettata da parametri economici: solo superando una soglia di consumo molto alta si avranno benefici e quindi vantaggi a partecipare. Come giudica la risposta da parte degli operatori? Più che buona. Gli operatori stanno partecipando numerosi: ad oggi sul mercato ve ne sono oltre settanta. Quanto ai volumi? Anche da questo punto di vista l’inserimento della domanda attiva nella Borsa elettrica è iniziato nel migliore dei modi. I volumi di energia trattata hanno raggiunto livelli record, un trend confermato nel corso dei primi mesi del 2005. In particolare, dal 1 gennaio al 20 marzo 2005, in Borsa sono stati scambiati 46 TWh per un controvalore di circa 3 miliardi di euro.
BORSA ELETTRICA
Giorgio Szegö
Per gli operatori uno dei rischi principali della Borsa elettrica è rappresentato delle gravose penalizzazioni economiche previste nel caso di un consumo diverso dalle quantità di acquisto dichiarate. Proprio per questo, per agevolarli, è stato previsto un periodo transitorio di tre mesi, che durerà fino al 31 marzo. Nel mese di gennaio gli operatori che non hanno centrato le previsioni di fabbisogno hanno usufruito di uno sconto sulle penalità pari all’80%. La percentuale di sconto è scesa al 50% in febbraio e al 20% in marzo. Inoltre, per tutto il 2005, è prevista una fascia di tolleranza sulle quantità. Se lo scostamento tra il programma dichiarato e quello realizzato non supera il 10%, il prezzo di valorizzazione dell’energia di sbilanciamento sarà pari al prezzo del Mercato del giorno prima. Con l’avvio del nuovo anno il Gestore del mercato elettrico ha introdotto anche la cosiddetta Pab, Piattaforma di aggiustamento bilaterale per la domanda. Qual è il suo scopo? Si tratta di una piattaforma informatica che consente ai consumatori che gestiscono i punti d’offerta in prelievo in una stessa area geografica, iscritti e non al mercato elettrico, di scambiare energia ed “aggiustare” gli impegni derivanti da contratti bilaterali o da acquisti sul mercato elettrico. Chi può iscriversi alla Pab? A quali condizioni? Possono iscriversi tutti i soggetti che siano utenti del dispacciamento, con riferimento ai punti di offerta in prelievo nella loro disponibilità, o altri soggetti da loro delegati. La partecipazione alla piattaforma non prevede costi di iscrizione, ma solo il pagamento di un corrispettivo, pari a 0,01 euro per ogni MWh scambiato. Ad oggi sono oltre 65 gli operatori iscritti alla Pab, ma prevediamo ulteriori adesioni nel prossimo futuro.
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L’operatore che decide di partecipare alla Pab viene iscritto in un apposito “Elenco degli operatori” predisposto e tenuto dal Gestore del mercato elettrico, che lo pubblica sul proprio sito web. L’operatore può accedere alla piattaforma solo attraverso la rete Internet, nella zona riservata del sito, grazie a un sistema di identificazione personale: la user id e la password rilasciate dal Gme. Gli scambi si svolgono nella sala mercato, dove sono installati tutti gli apparati informatici per la raccolta e la gestione delle proposte di scambio e delle offerte relative alla Pab ed ai mercati organizzati e gestiti dal Gme.
aprile / giugno 2005
Da un punto di vista tecnico come funziona la partecipazione alla piattaforma?
Quando avvengono gli scambi? La seduta della Piattaforma di aggiustamento bilaterale per la domanda si apre alle ore 8.00 del trentesimo giorno precedente quello di consegna e si chiude alle ore 14.30 dello stesso giorno. Qualora alla chiusura non vi siano proposte di scambio provvisoriamente non congrue, il Gme pubblica, entro le ore 15.30, gli esiti definitivi della Pab. Nel caso vi siano invece proposte di scambio provvisoriamente non congrue, il Gme riapre la seduta della Pab alle ore 16.00 e la chiude definitivamente alle ore 18.00. In questo caso il Gme pubblica gli esiti definitivi della Pab entro le ore 19.00 del giorno precedente il giorno di consegna. e
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BORSA ELETTRICA
Il parere del Ministro
Antonio Marzano* * Ministro delle attività produttive
E la Borsa potrà ridurre i prezzi Aumenterà l’offerta competitiva. Grazie all’elettrodotto S.Fiorano-Robbia, ai 2000-3000 MW di capacità produttiva previsti per il 2005, ai 3000-4000 previsti per il 2006, all’autorizzazione di nuove linee con l’estero ed alla costruzione di due nuovi terminali di rigassificazione di Gnl. Antonio Marzano
di Fausto Carioti
Signor Ministro, ritiene che la Borsa elettrica, così come disegnata e introdotta in Italia, sia uno strumento valido per “iniettare” logiche concorrenziali nel mercato elettrico?
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In quasi tutti i paesi che hanno aperto il settore alla concorrenza è stata organizzata una Borsa dell’energia elettrica, uno strumento che, mettendo in concorrenza tra loro le centrali che generano elettricità, permette l’incrocio dell’offerta e della domanda con meccanismi di mercato. A parità di altre condizioni, ne risulta una discesa dei prezzi. Di questo, da economista, sono convinto. Quello di cui non ero molto convinto riguardava invece i tempi d’attuazione, che devono tenere conto del grado di effettiva liberalizzazione del mercato. Una Borsa dell’energia elettrica non può funzionare in presenza di un soggetto monopolista.
aprile / giugno 2005
È per questo che la Borsa elettrica italiana è partita solo nell’aprile 2004, in ritardo rispetto alla data del 1 gennaio 2001 prevista dal decreto legislativo n. 79 del 16 marzo 1999? Sì, è per questo. Nel 2001 era evidente che non sussistevano condizioni tali da garantire un minimo di concorrenza. Tali condizioni, per il raggiungimento delle quali mi sono battuto con tenacia, si sono attuate da poco e comprendono in primo luogo l’alienazione di 15.000 MW di capacità di generazione
dell’Enel - ricordo che l’ultima delle “Genco Spa” è stata venduta alla fine del gennaio 2003. In secondo luogo è stato dato impulso alla realizzazione di nuova capacità di generazione, per diversificare l’offerta, con il contributo della legge n. 55/02, la cosiddetta “sbloccacentrali”. Il risultato è che oggi abbiamo cantieri aperti per circa 12.000 MW. Infine, con la legge n. 290/03, sono stati liberalizzati i contratti bilaterali per dare agli operatori flessibilità nelle modalità di approvvigionamento e rendere non obbligatoria la Borsa come luogo per le transazioni. Era impensabile far partire la Borsa elettrica prima di aver assicurato queste condizioni.
Oggi, a quasi un anno dall’avvio, si ritiene soddisfatto del funzionamento della Borsa? Sì, i sistemi informatici hanno sempre lavorato bene e la liquidità si è dimostrata sufficiente a far sì che il prezzo formatosi sul mercato rappresenti un riferimento effettivo per gli operatori.
Eppure gli imprenditori, tramite Confindustria, hanno espresso preoccupazione per i prezzi elevati registrati alla Borsa elettrica. I prezzi erano alti anche prima dell’avviamento della Borsa elettrica e le cause sono note: assenza di fonti
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Antonio Marzano
fossili endogene, mix di generazione sbilanciato verso il petrolio e il gas, mancanza di impianti nucleari e limitato uso del carbone. E poi occorre dire che la Borsa elettrica è partita in una fase in cui avvenimenti internazionali hanno causato un’elevata volatilità dei prezzi del barile, fase ancora in corso. Non c’è da meravigliarsi se i prezzi registrati sulla Borsa non mostrino segnali di riduzione, visto che i costi della produzione elettrica riflettono le quotazioni del greggio.
Il governo sta pensando di introdurre correttivi o ritiene che questo faccia parte della fisiologia della Borsa elettrica? Il governo può intervenire in condizioni anomale, ma in generale è compito dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas sorvegliare e definire strumenti efficaci per il controllo dell’esercizio del potere di mercato.
I prezzi assai elevati della scorsa estate erano dovuti, come in tutti i mercati, al ridotto margine tra offerta e domanda e agli elevati prezzi delle materie prime energetiche. Siamo riusciti ad evitare le interruzioni programmate dell’estate 2003 grazie sia all’emissione del decreto sul “capacity payment” (anch’esso previsto della legge n. 290/03), che remunera la disponibilità di un impianto a produrre energia in alcuni giorni critici definiti dal Gestore della rete di trasmissione nazionale, sia grazie ad una programmazione delle manutenzioni delle centrali, spostate in periodi caratterizzati da un livello di domanda più basso. Il risultato è che abbiamo coperto bene la punta della scorsa estate, per altro maggiore di quella del 2003, senza problemi. Ciò, assieme ad una maggiore disponibilità di potenza, ci rende ragionevolmente tranquilli per il nuovo appuntamento con il gran caldo estivo del 2005. e
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La scorsa estate, anche a causa dei “black-out” registrati nel 2003, il prezzo dell’energia elettrica alla Borsa ha toccato livelli elevati. Come si presenta il sistema elettrico italiano all’appuntamento dell’estate 2005?
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Certamente, più di uno. L’offerta competitiva di energia aumenterà. Recentemente è entrato in esercizio l’elettrodotto Robbia-San Fiorano, che ha dato un notevole incremento, pari a oltre 1000 MW, alla capacità di importazione di energia elettrica. Entro il 2005 dovrebbe entrare in esercizio nuova capacità produttiva per circa 2000-3000 MW, mentre dal 2006 comincerà ad essere disponibile capacità per almeno altri 3000-4000 MW. In quasi tutti i casi si tratta di impianti a ciclo combinato, con rendimento anche superiore al 55%. A breve saranno autorizzate nuove linee elettriche di importazione dall’estero realizzate da privati tramite un procedimento unico e semplificato, introdotto dalla legge n. 239/04. Contiamo di autorizzare la costruzione di due terminali di rigassificazione di Gnl che incrementeranno la concorrenza nell’offerta di gas e che si appoggerebbero a Rovigo e Brindisi. Da ultimo segnalo che, dall’inizio dell’anno, vi è la possibilità, da parte dei soggetti acquirenti, di formulare offerte in termini di quantità e prezzo direttamente nella Borsa elettrica.
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Ci sono motivi per credere in una prossima riduzione dei prezzi espressi dalla Borsa?
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BORSA ELETTRICA
A colloquio con
Nando Pasquali* *Ad e Presidente di AU
L’AU è tutela per i clienti vincolati e stimolo per il mercato Una strategia a tutela dei clienti che riesce a contenere le tariffe e proteggere dai rischi del mercato. Impiego di strumenti, quali contratti bilaterali e contratti alle differenze, permettono di coprirsi dal rischio di fluttuazione dei prezzi. In un mercato elettrico peculiare, quale quello italiano, AU è riuscita a mitigare il persistente carattere di scarsa competitività.
Nando Pasquali
di Maria Pia Terrosi
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Acquirente Unico a quasi un anno dal suo avvio, si conferma un protagonista del processo di liberalizzazione del mercato elettrico, svolgendo un ruolo insostituibile nel contesto attuale di lenta transizione verso assetti realmente competitivi. La sua missione di soggetto indipendente dagli interessi sia dei produttori sia dei distributori, si esplica a tutela dei clienti che non possono ancora accedere al mercato libero o che preferiscono una fornitura a prezzi amministrati. Acquistando grossi quantitativi di energia e operando su orizzonti di medio e lungo termine, Acquirente Unico consente anche a loro di poter usufruire dei vantaggi della liberalizzazione del mercato. L’utilizzo di vari strumenti operativi a disposizione, quali la stipula di contratti bilaterali direttamente con produttori nazionali ed esteri e la stipula di speciali “polizze” di assicurazione contro il rischio di prezzi eccessivamente alti per gli acquisti in Borsa, ha permesso, nel 2004, di limitare l’aumento delle tariffe elettriche ad appena l’1,2%, che al netto dell’inflazione corrisponde ad una riduzione dell’1%.
Qual è la strategia di AU per la tutela dei clienti e la loro protezione dai rischi di prezzo del mercato? Acquirente Unico si approvvigiona di energia elettrica da trasferire ai distributori sia mediante contratti bilaterali stipulati direttamente con i produttori di energia elettrica, nazionali ed esteri, sia mediante l’acquisto in Borsa. I contratti bilaterali hanno durata annuale, a prezzi fissati per tutta la durata contrattuale. AU ha però dei
vincoli sulla quantità di energia che può essere acquistata dai produttori o su quella importata, e pertanto, per la rimanente quantità da approvvigionare per la copertura della domanda si rivolge direttamente al mercato. Però l’acquisto attraverso il sistema delle offerte, che avviene a cadenza giornaliera, implica incertezza sul livello del prezzo, determinato su base oraria. Per garantire la fornitura ai clienti vincolati e per quanto possibile la stabilizzazione delle tariffe, AU si copre dal rischio di fluttuazione dei prezzi mediante contratti finanziari alle differenze (CfD). Come funzionano i contratti alle differenze? Vi sono due tipi di CfD: i contratti ad una via, e quelli a due vie. L’ipotesi di base per entrambi è quella della fissazione di un prezzo di riferimento (prezzo strike), che l’acquirente è disposto a pagare al venditore. Nei contratti a due vie, se il prezzo di mercato (Prezzo Unico Nazionale, PUN) è superiore al prezzo strike, il venditore versa la differenza tra i due prezzi all’acquirente; se il prezzo strike è superiore al PUN, è l’acquirente a versare la differenza al venditore. Nel caso di contratti ad una via è il solo acquirente ad incassare la differenza, contro la corresponsione di un premio fisso al venditore. Come vengono fissati i prezzi strike? In base al contratto proposto variano in fissi o indicizzati su base temporale, uguali
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Nando Pasquali
per tutti o diversi a seconda della controparte. Nel 2004 sono stati stipulati contratti a due vie differenziati per fascia di utilizzo. I prezzi sono stati determinati nell’ambito di procedure di selezione delle controparti: ai partecipanti è stato chiesto di praticare uno sconto al prezzo a base d’asta. Pertanto, ciascun contratto è stato stipulato ad un differente prezzo strike. Sono stati conclusi, inoltre, anche contratti per la fornitura di energia, a prezzi fissi, determinati in maniera analoga ai prezzi dei contratti di copertura. Nel 2005 sono stati stipulati contratti ad una via, ed è cambiata la struttura dei prezzi strike, che sono stati indicizzati al costo delle materie prime (carbone, gas naturale, olio combustibile) e su base mensile, dando facoltà agli operatori di optare per un valore fisso annuale. C’è stata una evoluzione nella tipologia di aste adottata da AU e, se sì, da cosa è stata motivata? AU ha utilizzato prevalentemente aste in busta chiusa, senza possibilità di rilancio, con discriminazione di prezzo. È stata sperimentata nel dicembre del 2004 una tipologia d'asta innovativa: la Descending Clock Auction. In questo tipo d'asta il banditore annuncia il prezzo ed i partecipanti dichiarano la quantità che sono disposti ad offrire a quel prezzo. Se la somma delle offerte è superiore alla quantità domandata, il banditore annuncia un secondo prezzo, inferiore al precedente, e richiede nuove dichiarazioni ai partecipanti. L'asta si conclude quando si è raggiunto l'equilibrio tra domanda ed offerta. Tutti gli aggiudicatari ricevono in pagamento lo stesso prezzo. Se il prezzo di equilibrio è superiore alle aspettative del banditore, questi può rifiutarsi di aggiudicare. Avvalendosi di quest'ultima clausola, AU non ha aggiudicato l'asta poiché il comportamento dei partecipanti ha determinato un prezzo di equilibrio giudicato troppo elevato rispetto agli obiettivi tariffari. Sono state successivamente indette altre tre aste, tutte organizzate secondo la metodologia consueta. Quali i punti salienti dell’esperienza di AU in materia di aste e quali obiettivi sono stati conseguiti?
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AU con il suo operato ha garantito per il 2004 che le tariffe per l’utente finale del mercato vincolato siano salite in un anno dell’1,2% in termini correnti e diminuite dell’1% circa in termini costanti. Ciò a fronte di un aumento delle materie prime per la produzione termoelettrica, e del greggio in particolare, che tra agosto e settembre scorsi è stato superiore al 55% circa. Si è cercato di garantire, anche per il futuro, un’evoluzione stabile dei livelli tariffari, assicurando nello stesso tempo un andamento continuo e certo dei ricavi per i produttori di energia elettrica. Questo ha comportato un'attenta analisi sia del settore produttivo che degli strumenti contrattuali. Quali soggetti possono stipulare contratti alle differenze con AU e quali requisiti devono possedere? Al momento, sono le imprese fornitrici di energia elettrica. AU ha istituito un sistema di qualificazione degli imprenditori–fornitori, in base al quale devono essere innanzitutto operatori di mercato dei punti di dispacciamento in immissione nel territorio italiano o, nel caso di interconnessione con l’estero, operatori che abbiano capacità di interconnessione ancora libera e nella piena disponibilità. L’insieme dei partecipanti alle gare, costituito dai produttori di energia elettrica che hanno aderito al sistema di qualificazione di impresa definito dall’Acquirente Unico, oggi è composto da 49 operatori. In assenza di un mercato regolamentato per lo scambio di strumenti di copertura, il sistema negoziale realizzato da AU è l’unico luogo dove avvengono, con meccanismi di mercato e secondo modalità trasparenti e non discriminatorie,
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Nando Pasquali
negoziazioni di contratti derivati sull’energia elettrica. Le quattro aste condotte possono, idealmente, essere considerate quattro sessioni di un unico mercato annuale. Quali sono le regole codificate e quali organismi vigilano in materia di CfD a tutela dei soggetti contraenti? Mi sembra di capire che gli importi in gioco sono di entità rilevante. Non essendoci, ad oggi, in Italia un mercato dei contratti derivati sull’energia elettrica, l’Acquirente Unico ha provveduto in proprio, sia a definire i prodotti finanziari da acquistare, sia a gestire le procedure competitive per la selezione dei fornitori. Nello svolgimento di questo difficile compito non è stato solo, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ed il Ministero delle attività produttive hanno seguito le fasi del processo, esercitando una funzione di indirizzo e di controllo. Come si rapporta AU rispetto alla forte concentrazione dell’offerta di energia ed ai bassi margini di capacità? Il mercato degli strumenti di copertura segue, inevitabilmente, le sorti del mercato dell’energia. Se quest’ultimo è caratterizzato, come in Italia, da forte concentrazione dell’offerta e bassi margini di capacità rispetto alla domanda, anche il mercato degli strumenti di copertura sconterà gli effetti di un assetto scarsamente competitivo. L’Acquirente Unico non avrebbe potuto concludere contratti a prezzi ragionevoli se non fosse stato supportato dall’azione dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas e del MAP, con un esercizio del potere di moral suasion sui produttori . Pagina
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Lo sviluppo in futuro di mercati forward e di derivati in Italia nel campo dell’energia elettrica avrebbe implicazioni per l’attività di AU di copertura del rischio?
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Il sistema negoziale di AU è in evoluzione, quindi suscettibile di miglioramenti. Ad esempio non prevede strumenti di garanzia contro il rischio di insolvenza delle controparti. D’altra parte, come raccomandato dall’Autorità e dall’Antitrust, in Italia è necessario sviluppare strumenti di copertura del rischio di prezzo per facilitare la partecipazione attiva della domanda e incentivare strategie di acquisto dell’energia elettrica più reattive alle variazioni di prezzo.
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Dal suo punto di vista, come vede AU la piena apertura del mercato? AU ha rappresentato un forte elemento di competitività anche a vantaggio del mercato libero. Infatti le tariffe amministrate, stabilite da AEEG ogni trimestre in base ai costi di approvvigionamento di AU, costituiscono il riferimento per il confronto comparativo, operato dai clienti idonei che intendono cambiare fornitore, passando dal mercato vincolato a quello libero. Se si abolisse il ruolo dell'AU si rischierebbe di far tornare indietro la situazione rispetto agli obiettivi raggiunti. L’assetto di mercato con il quale si è dato avvio alla liberalizzazione del settore elettrico italiano è certamente peculiare, ma con la figura di AU si è riusciti a mitigare il persistente carattere di scarsa competitività.
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FOCUS
A tu per tu con
Luca d’Agnese*
Verso l’unificazione GRTN-TERNA *ad del GRTN
Più efficienza, sicurezza ed affidabilità del sistema elettrico
di Goffredo Galeazzi
Per il Codice di Rete abbiamo novanta giorni dalla sua presentazione, dopo di che scatta il silenzio assenso. La presentazione è del 31 gennaio e quindi il termine scade i primi di maggio. Relativamente all'Antitrust, riteniamo che, vista la natura dell'operazione e le condizioni di trasparenza e di salvaguardia degli interessi della concorrenza ricordiamo che l'unificazione si fa proprio per rafforzare il ruolo di terzietà della rete - i tempi possano essere brevi, circa trenta giorni dalla notifica. Quindi dopo la cessione del 30% alla Cassa depositi e prestiti, il cui Cda è chiamato a deliberare entro marzo. Pertanto entro aprile potrebbe arrivare il via libera dell'Antitrust. Quanto alla concessione, questa è in fase di finalizzazione al Ministero delle attività produttive. Riteniamo queste condizioni avverarsi auspicabilmente entro aprile.
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L'esecuzione del contratto è subordinata a un processo che vede in prima battuta la realizzazione di tre condizioni: la concessione, che deve essere rinnovata al nuovo soggetto e adattata al nuovo profilo, il parere dell'Antitrust e l'approvazione del Codice di Rete. L'operazione sarà notificata all'Antitrust dopo la cessione, da parte di Enel, della maggioranza di Terna a Cassa depositi e prestiti. Cosicché il parere dell'Autorità di garanzia della concorrenza potrà risultare facilitato, dal momento che nell'azionariato di Terna, Enel sarà in posizione di minoranza, in largo anticipo rispetto ai tempi del Dpcm.
E i tempi di realizzazione di queste tre condizioni?
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Grtn e Terna hanno sottoscritto, a fine febbraio, il contratto per il conferimento del ramo di azienda del Grtn in base al Dpcm del marzo 2004 che ha avviato la riunificazione di proprietà e gestione della rete elettrica di trasmissione nazionale. Che cosa manca perché l'operazione sia completata e si vada verso l'operatività del nuovo soggetto lo chiediamo a Luca d'Agnese, amministratore delegato del Grtn.
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Luca d’Agnese
A questo porterà l’unificazione tra le due società. Tempi brevi per il completamento dell’operazione. Il nuovo soggetto si chiamerà Terna-Rete elettrica nazionale. L’attività prioritaria sarà rafforzare e migliorare la rete, superare le strozzature di sistema e aumentare la sicurezza. Circa 580 dipendenti del Grtn confluiranno nella nuova società, che avrà un organico di 3.400 unità in Italia. Più o meno 180 dipendenti del Grtn, invece, rimarranno nella nuova entità che si chiamerà Grtn-fonti rinnovabili e comprenderà anche l’AU e il GME. Questo organismo regolerà, finanziariamente, 200 miliardi di kWh, due terzi dei flussi del sistema elettrico italiano.
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FOCUS
Luca d’Agnese
“ ” Il percorso per l’unificazione
Una volta realizzate le tre condizioni, come si procederà? Il percorso prevede che al trasferimento del ramo di azienda segua, nei sessanta giorni successivi, il rinnovo del consiglio di amministrazione di Terna, con l’indicazione degli amministratori non più nominati in maggioranza dall'Enel, come quelli attuali, ma proposti dal nuovo azionariato. Per cui nel piano operativo sono state allineate le due date, quella dell'assemblea di nomina del nuovo Cda e quella del trasferimento, che per motivi amministrativi e contabili, avverrà alle ore zero del primo del mese. Visti i tempi di convocazione di una assemblea degli azionisti, riteniamo che la conclusione dell'operazione potrebbe ragionevolmente avvenire entro il primo giugno, comunque significativamente in anticipo rispetto alla data di ottobre indicata dal Dpcm.
Come si chiamerà la nuova società?
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È previsto che entrambe le società cambino nome. In realtà non ci saranno grandi sconvolgimenti, perché Terna ha di fatto adeguato il suo nome, che rimane Terna, al nuovo profilo di attività aggiungendo Rete elettrica nazionale. Grtn invece eliminerà Gestore della rete di trasmissione nazionale ma la società conserverà la sigla e aggiungerà “fonti rinnovabili”, per sottolineare il ruolo di questo gruppo di società (Grtn SpA, Acquirente Unico e Gestore del Mercato Elettrico) che rimane al centro dei flussi economici e finanziari del sistema elettrico. Circa 200 miliardi di kWh dei complessivi 320 del sistema italiano - due terzi dei flussi economici - vengono finanziariamente regolati dalle diverse società del gruppo.
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Cosa rimane al vecchio Grtn? La gestione economica di tutte le fonti rinnovabili e assimilabili, quindi Cip6 e certificati verdi. Poi rimane l'attività di supporto di gruppo. Del personale restano al Grtn circa 180 dipendenti. Circa 580 dipendenti si trasferiranno a Terna: il personale di tutte le funzioni tecniche, delle sedi territoriali, quasi al completo la direzione rete, la direzione dispacciamento, metà del commerciale e parte degli staff societari. A Terna faranno capo circa 3.400 dipendenti in Italia.
Quali sono le attività più urgenti che dovrà svolgere il nuovo soggetto, gestore e proprietario della rete di trasmissione elettrica nazionale? Da un punto di vista strategico, la riunificazione consente di far fare un salto di qualità a tutto quello che è il processo di sviluppo e rafforzamento delle linee, delle stazioni, della rete, sia per quanto riguarda le strutture che le nuove
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Luca d’Agnese
tecnologie. Poi, come sempre succede nelle operazioni di fusione, l'obiettivo più importante, a brevissimo, sarà stabilizzare l'operatività dell'organizzazione, ponendo le basi per lavorare in modo più efficace.
“ ” Superare le strozzature di sistema
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Lo sviluppo della rete dagli anni settanta procede purtroppo a un ritmo inferiore a quello della crescita della domanda. Siamo arrivati al momento di fare come con le autostrade, costruire le terze corsie. Questi problemi sono presenti in alcune strozzature storiche. Altre sono relativamente nuove perché il processo di liberalizzazione della produzione ha portato allo sviluppo di nuovi impianti, che sono collegati in punti diversi rispetto alle vecchie centrali. La rete elettrica deve quindi tenerne conto. Infine la terza variabile che guida il nostro sviluppo sono i processi di liberalizzazione e di riconnessione di nuove aree in Europa. I mercati elettrici europei si stanno liberalizzando, abbiamo recentemente riconnessono alla rete dell'Europa centrale e orientale la rete dei Balcani. Quella dell'Europa continentale è ora interamente connessa nel sistema Ucte, e si sta determinando uno spostamento dei flussi verso l'area orientale. I paesi dell'Est europeo rappresentano una riserva importante di capacità di generazione che produce a costi competitivi e che viene utilizzata un po' da tutti in Europa per far fronte alla crescita della domanda. Questo spostamento dei flussi verso Est determina degli impatti anche sulla rete italiana che ha un importante contributo dalle importazioni. Finora i collegamenti dell'Italia con i paesi transfrontalieri sono risultati molto più forti verso l'area del Nord Ovest; ora con l'aumento dei flussi dall'area orientale la nostra rete nel Triveneto evidenzia delle necessità di rafforzamento, non solo per motivi di sicurezza ma anche per utilizzare questa energia a minor costo. e
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Ci sono da superare delle strozzature di sistema.
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Verso l’unificazione GRTN-TERNA
Principali novità del Codice di Rete
Il Codice di Rete rappresenta l’occasione per raccogliere la disciplina vigente, in termini di diritti e obblighi, riguardante le attività di trasmissione, sviluppo, dispacciamento, misura e sicurezza della Rete. Il Codice di Rete, quindi, sarà il documento di riferimento per gli operatori che dovranno relazionarsi con il nuovo soggetto integrato. Nell’elaborazione del documento si sono seguite, coerentemente con l’orientamento dell’Autorità nell’impostazione delle Direttive, alcune linee guida:
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• Razionalizzare la regolamentazione vigente. La disciplina della connessione alla RTN è stata sistematizzata per quanto riguarda produttori e clienti finali, ed è stata estesa anche ai gestori di rete, con obbligo di connessione di terzi.
• Riformare ed adeguare la disciplina dei servizi di trasmissione, dispacciamento, gestione, manutenzione e sviluppo della rete, alle esigenze del nuovo soggetto integrato che sarà proprietario della RTN e ne avrà le funzioni di gestione. Al riguardo, la disciplina relativa agli interventi di sviluppo della RTN è stata rivista nell’ottica del mutato assetto organizzativo del comparto della trasmissione. Per le attività di manutenzione, sono stati indicati i criteri in base ai quali il nuovo soggetto effettuerà tali attività per la porzione di RTN di propria competenza, fermo restando che per le parti di rete residue saranno applicate delle specifiche convenzioni.
IL PROCESSO DI ADOZIONE DEL CODICE DI RETE elementi
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• La Legge 290/03, che modifica in parte il D. Lgs. 79/99 e fissa disposizioni urgenti per la sicurezza del sistema elettrico nazionale, ha demandato ad un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri la definizione di criteri, modalità e condizioni per l’unificazione della proprietà e della gestione della Rete elettrica nazionale di trasmissione e per la gestione del soggetto così integrato. • Il DPCM dell'11 maggio 2004, nell'ambito delle attività preliminari alla riunificazione, prevede che il GRTN predisponga un documento integrato, il Codice di Rete, nel quale siano raccolte “le regole tecniche di carattere obiettivo e non discriminatorio per l’accesso e l’uso della rete, per l’interoperabilità delle reti e per l’erogazione del servizio di dispacciamento, nonché i criteri generali per lo sviluppo e la difesa della sicurezza della rete elettrica nazionale e per gli interventi di manutenzione”. • Il GRTN ha pertanto predisposto una proposta di Codice di Rete, effettuando una consultazione aperta a tutti gli operatori, conclusasi il 10 dicembre 2004. • Contestualmente alla consultazione avviata dal GRTN, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG) ha avviato una sua autonoma consultazione per la predisposizione di uno Schema di Direttive al GRTN per l’adozione del Codice di rete. • In seguito alla consultazione dell’AEEG sono state approvate le Direttive con delibera 250/04 del 30 dicembre 2004. • Il GRTN ha successivamente inviato a MAP e AEEG - per le verifiche di rispettiva competenza - la versione finale del Codice di Rete conforme alle Direttive; • Il DPCM prevede un termine di 90 giorni per l’esame da parte di MAP e AEEG, trascorsi i quali, secondo il principio del silenzio-assenso, il Codice di Rete si considererà approvato. • L’approvazione del Codice di Rete rappresenta una delle condizioni per procedere all’unificazione GRTN-TERNA.
FOCUS
Verso l’unificazione GRTN-TERNA
• Formalizzare i processi interni e le prassi operative del GRTN, rendendo pubblici i documenti che abbiano rilevanza ed impatto nell’attività degli utenti della rete, per garantire maggior trasparenza e certezza su diritti ed obblighi tra soggetti privati e soggetto integrato. A questo proposito è stata riorganizzata la materia della rilevazione e registrazione delle misure dell’energia elettrica. • Assicurare la più ampia partecipazione degli utenti della rete. A tal fine è stato istituito il Comitato di consultazione, quale organo di rappresentanza degli utenti stessi, dotato di funzioni propositive e consultive nell’evoluzione della regolamentazione del settore. Inoltre, è stata prevista una procedura di contestazione, attivabile anche dagli utenti in contraddittorio e con il coinvolgimento dell’Autorità. • Disciplinare la qualità del servizio di trasmissione in linea con l’esperienza maturata in altri contesti nazionali (vedi box sottostante). e
DISCIPLINA DELLA QUALITÀ DEL SERVIZIO DI TRASMISSIONE • Attività di rilevazione, registrazione e classificazione di eventi, quali interruzioni e disalimentazioni. • Definizione di alcuni indici, quali la continuità del servizio e la qualità della tensione, al fine di determinare i livelli attesi di qualità del servizio.
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• Invio di un rapporto annuale all’AEEG sulla “qualità del servizio”, con l'indicazione dei programmi mirati al superamento delle situazioni più critiche e i tempi di realizzazione dei programmi stessi.
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• Invio di un rapporto dettagliato all’AEEG riguardante gli incidenti sulla RTN, la cui rilevanza ed i cui effetti richiedano un maggior approfondimento su cause e azioni.
aprile / giugno 2005
• Determinazione dei valori massimi e minimi di potenza di corto circuito convenzionale, garantiti, in ciascun sito di connessione e per un certo numero di ore all’anno, dal soggetto integrato.
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Verso l’unificazione GRTN-TERNA
FOCUS
Il sistema elettrico italiano nel 2004
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Nel 2004, sulla base dei dati provvisori, la richiesta di energia elettrica ha raggiunto in Italia i 322 miliardi di kWh, con un incremento dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Una crescita così contenuta è in parte dovuta ad un clima più temperato rispetto al 2003, anno nel quale temperature torride in estate e molto fredde in inverno spinsero a livelli record la domanda elettrica. Rettificando la variazione della domanda per l’effetto climatico, ma anche per il diverso calendario -nel 2004 si sono registrate ben cinque giornate lavorative in più - la crescita della richiesta si è attestata a +0,8%. L'85,8% della richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta dalla produzione nazionale, per un valore pari a 276,3 miliardi di kWh - al netto dei consumi dei servizi ausiliari e dei pompaggi - con un aumento del 2,5% rispetto al 2003. Da segnalare
l'incremento della produzione idroelettrica, +10,1% rispetto al 2003, sostanzialmente dovuto a maggiore disponibilità da apporti naturali. La produzione termoelettrica ha raggiunto i 231,6 miliardi di kWh, circa l’80,8% della produzione nazionale, aumentata dello 0,7% rispetto al 2003. La produzione geotermoelettrica è cresciuta dell'1,7%, mentre più sensibile è stato l'aumento della produzione eolica, che con la fotovoltaica hanno raggiunto un incremento del +25,6%. La restante quota del fabbisogno elettrico è stata coperta con le importazioni che hanno toccato i 46,4 miliardi di kWh, diminuite del 9,8% rispetto al 2003. Questa consistente flessione è dovuta a misure di natura temporanea stabilite dal Gestore della Rete per migliorare la sicurezza del nostro sistema elettrico. La contrazione registrata nel 2004, nel confronto con l'anno precedente, nei
elementi
Figura 1
Dati di sintesi
| aprile / giugno 2005
180.000
2003
+1,0%
160.000
Anno 2004
2004
140.000 autoconsumi 7%
120.000 100.000
mercato libero 43%
+0,4%
80.000
+0,3% 60.000 40.000
mercato vincolato 50%
20.000 +0,7% 0 agricoltura
industria
terziario
Fonte: GRTN
domestico
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Verso l’unificazione GRTN-TERNA
consumi del settore domestico e, in parte, Figura 2 il modesto incremento in quelle del Disponibilità di produzione terziario, può essere ricondotta a minori alla punta estiva di fabbisogno consumi nel trimestre estivo, caratterizzato da temperature più miti che Confronto anni 2003 e 2004 non hanno spinto al massimo l'impiego di apparecchiature di condizionamento fabbisogno riserva potenza disponibile climatico. GW Nel corso del 2004, inoltre, sono state 62.00 superate le punte di richieste di potenza: 6.551 60.058 sia estiva il 23 luglio, che invernale il 16 60.00 dicembre. Quest’ultima, pari a 53.606 MW, 58.00 rappresenta il nuovo massimo storico per 56.00 la rete italiana (+0,4%, rispetto alla 1.286 54.391 54.00 precedente punta del 2003). 53.507 53.105 Sulla base dei dati statistici provvisori, si 52.00 segnala l’entrata in servizio nel 2004 di 50.00 nuova potenza di generazione che ha 48.00 permesso di intervenire con maggiore 23 luglio 2004 17 luglio 2003 facilità nelle situazioni di possibili criticità, e di creare più riserva. Complessivamente, tale maggiore Fonte: GRTN disponibilità di riserva (estate 2004) è quantificabile in 5.700 MW (Figura 2) ed è suddivisa in: 2.500 MW circa dovute alla riprogrammazione della manutenzione e al miglior funzionamento degli impianti; 2.000 MW derivanti dall’entrata in funzione di nuovi impianti e dal rientro in esercizio di quelli turbogas; 900 MW da maggiori apporti dagli impianti idroelettrici; 300 MW da ripotenziamenti e altri fattori.
3.320
2.875 385 800
1.852
540 360 830 750 115
2.665 2.880
4.000
Fonte: GRTN
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800
aprile / giugno 2005
Figura 3
Localizzazione capacità addizionale di generazione [MW] autorizzata dal MAP al 31.12.2004
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Relativamente alla capacità addizionale di generazione, al 31 dicembre 2004 il Ministero delle attività produttive ha rilasciato autorizzazioni per un totale di 45 iniziative produttive (pari a circa 22.000 MW) riguardanti nuove centrali elettriche e il ripotenziamento/modifica di centrali esistenti. 12.000 MW sono già in corso di realizzazione, e di questi, circa 8.000 MW dovrebbero essere disponibili per entrare in esercizio entro la fine di quest'anno. e
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FOCUS
Elettrodotto 380 kV S. Fiorano - Robbia Il 20 gennaio 2005 si è conclusa la costruzione del nuovo elettrodotto che permette l'entrata in funzione dei due collegamenti elettrici da 380 kV: S. Fiorano (IT) - Filisur (CH) e Gorlago (IT) – Sils (CH) - Pradella (CH), con un incremento della capacità di importazione di 1100 MW.
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Nell'estate del 2004 fu trasmesso in televisione un cortometraggio del 1958 girato da Ermanno Olmi "Tre fili fino a Milano", che mostrava i lavori d' installazione di una linea elettrica ad alta tensione. Durante la tesatura dei conduttori, un abitante del posto si chiedeva dove mai arrivassero i fili. E il tecnico rispondeva «fino a Milano», provocando ammirazione e stupore nel volto dell'abitante. Molto è cambiato da allora. Oggi, di fronte alla costruzione di un'infrastruttura elettrica l'atteggiamento prevalente può essere sintetizzato con due acronimi: Nimby (Not in my backyard) cioè Non nel mio cortile e Banana ( Build absolutely nothing anywhere near anyone) ovvero Non costruire nulla vicino a qualcuno. Anche nel caso di S.Fiorano - Robbia, un'opera che porterà benefici sia in termini di riduzione dei costi dell'energia, sia per la sicurezza del sistema elettrico, è stata necessaria una lunga fase di concertazione tra le parti.
Già nella definizione del tracciato si confrontavano due modi diversi di leggere il territorio. Il primo, interessato soprattutto alla sua geografia fisica, alla presenza di monti, fiumi o altri vincoli naturali. Il secondo finalizzato a superare i vincoli di natura politicoamministrativa legati al territorio. Dal confronto tra queste diverse sensibilità, con il patrocinio del Ministero delle attività produttive, si è arrivati al raggiungimento di una soluzione condivisa. Determinante, poi, è stato l’inserimento dell’opera nella Legge Obbiettivo, che ha permesso di fissare i termini del negoziato per arrivare alla decisione conclusiva.
La realizzazione dell’elettrodotto è stata eseguita da Terna. e
LE TAPPE • Dichiarazione di intenti GRTN-Raetia AG: Aprile 2001 • Inizio degli Studi: Giugno 2001 • Invio Domanda autorizzativa: Dicembre 2001 • Stipula Accordo di programma: Giugno 2003 • Invio domanda per applicazione della legge obiettivo: Settembre 2003 • Pronuncia Compatibilità ambientale: Febbraio 2004 • Provvedimento di approvazione CIPE: Aprile 2004 • Apertura cantieri: Maggio 2004 • Durata Lavori: Sette Mesi • Entrata in esercizio: Gennaio 2005
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congestioni di rete, in particolare riguardante l’estero, nonché della qualità del servizio. Il Piano di Sviluppo 2005, oltre a comprendere un maggior numero di interventi rispetto ai Piani redatti negli anni passati, ha ampliato il proprio orizzonte temporale riferito alla programmazione delle attività di sviluppo di breve-medio periodo estendendolo ai prossimi cinque anni. Il Piano comprende poi altri interventi di sviluppo, funzionalmente analoghi ai precedenti, rispondenti ad esigenze della Rete di Trasmissione Nazionale di maggior respiro. Ovvero, con una visione che si sviluppa in un diverso arco temporale, ma meno urgenti soprattutto dal punto di vista della sicurezza. In alcuni casi tali attività sono espresse con proposte di interventi meno definite nel dettaglio e caratterizzate da una maggiore flessibilità in relazione alla loro adattabilità nel territorio. Gli interventi programmati incrementeranno la consistenza della RTN per oltre 3.100 km di nuove linee e la doteranno di 57 nuove stazioni elettriche. La capacità di trasformazione risulterà aumentata di oltre 15.000 MVA. Inoltre, con l’attuazione delle attività previste nel Piano si stima che: • aumenterà la capacità d'importazione alla frontiera settentrionale che potrà raggiungere un valore pari a 8.500/10.000 MW; • sarà possibile ridurre i vincoli di produzione esistenti o potenziali per circa 3.500-6.500 MW (in funzione delle centrali che verranno realizzate). Questo valore potrebbe essere incrementato di ulteriori 2.500 MW nell’ipotesi della completa realizzazione di tutte le centrali ora autorizzate e dei i relativi interventi di sviluppo della RTN necessari. e
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Garantire la sicurezza di copertura del fabbisogno nazionale e migliorare la qualità e l’efficienza del servizio di trasmissione attraverso lo sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN) e dell’interconnessione con le reti dei Paesi confinanti, è una delle principali missioni del GRTN. Il principale strumento per la pianificazione dello sviluppo della RTN, è il Piano di Sviluppo, che viene predisposto ogni anno dal GRTN. Il nuovo Piano di Sviluppo con le linee guida di sviluppo per l'anno 2005, è stato deliberato lo scorso gennaio dal C.d.A. del GRTN ed inviato il 27 gennaio al Ministero della attività produttive per le necessarie verifiche di competenza ai fini dell’approvazione. Il documento è, poi, passato alle Regioni, incaricate di esprimere pareri di competenza in merito alla localizzazione sul territorio delle opere di sviluppo programmate. Inoltre, come già avvenuto lo scorso anno, il Piano è stato trasmesso per opportuna conoscenza anche all’Autorità per l’energia elettrica e il gas, vista l’importanza strategica che riveste per l’intero settore elettrico. Proprio considerando questo complesso quadro di attori e di regole, il GRTN ha elaborato il Piano di Sviluppo 2005 con l’obiettivo di rendere tale strumento più efficace, flessibile e maggiormente in grado di rispondere alle esigenze dei soggetti ai quali si rivolge. L’autorizzazione di nuova capacità produttiva nel corso del 2004 e l’avvio del mercato elettrico, hanno conferito una maggiore importanza ad alcuni interventi, in parte già pianificati e in parte programmati nel 2004, rendendoli prioritari ed urgenti già nel breve-medio termine, sia ai fini della sicurezza di esercizio, che della riduzione delle
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Il Piano di Sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale 2005
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FOCUS
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RIEPILOGO INTERVENTI SULLA RTNRegioni nuove stazioni
incremento potenza di trasformazione (MWA)
incremento linee
(n.)
di cui per connessione centrali (n.)
Interventi a breve-medio termine
38
19
12.100
2.720
Interventi a lungo termine
19
5
3.150
400
Complessivo breve e lungo termine
57
24
15.250
3.120
(km)
Fonte: GRTN
RIEPILOGO INTERVENTI SULLA RTN SUDDIVISO PER LIVELLI DI TENSIONERegioni 380-500 kV
220 kV
120-150 kV
Totale
28 20 8
6 3 3
23 15 8
57 38 19
12.050 9.050 3.000
3.200 3.050 150
0 0 0
15.250 12.100 3.150
3.100 2.500 600
-1.000 -450 -550
1.020 670 350
3.120 2.720 400
Nuove stazioni (n.) breve-medio termine lungo termine Potenza trasformazione [MVA] breve-medio termine lungo termine Pagina
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Elettrodotti [km] breve-medio termine lungo termine
Fonte: GRTN
RIEPILOGO INTERVENTI DI SVILUPPO DI PARTICOLARE RILEVANZA Regioni Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria Elettrodotto 380 kV Trino - Lacchiarella Potenziamento dell’interconnessione tra Italia e Francia Stazione 380 kV Asti Regione Lombardia Elettrodotto 380 kV Turbigo - (Rho) Bovisio/Ospiate Elettrodotto a 380 kV da Voghera (PV) a La Casella (PC) Razionalizzazione 220 kV Città di Milano Regioni Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia Elettrodotto 380 kV Trasversale in Veneto Elettrodotto 380 kV Udine Ovest - Okroglo Elettrodotto 380 kV Udine Ovest - Redipuglia Potenziamento capacità di trasporto rete AAT fra Venezia e Padova Nuovo elettrodotto di interconnessione a 380 kV Italia-Austria Stazione 380 kV in provincia di Treviso Stazione 380/132 kV nell’area industriale di Vicenza Elettrodotto 132 kV Prati di Vizze - Steinach Regioni Emilia Romagna e Toscana Elettrodotto 380 kV Calenzano - Colunga Elettrodotto 380 kV La Casella - Caorso Stazione 380/132 kV di Carpi Fossoli (MO) Stazione 380 kV Casellina Nuova stazione di trasformazione 380/132 KV a Nord di Bologna
Regioni Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise Elettrodotto a 380 kV “Villanova - Gissi” Elettrodotto 380 kV Fano-Nuova stazione in prov. MC Stazione 380 kV in provincia di Macerata (MC) Cambio del livello di tensione AT da 120 a 132 kV nel Centro Italia Regioni Campania, Puglia, Basilicata e Calabria Stazione 380 kV nell'area pedemontana a est del Vesuvio Completamento dell’elettrodotto a 380 kV Matera – S.Sofia (CE) Elettrodotto 380 kV Montecorvino - Benevento Elettrodotto 380 kV Foggia - Benevento Nuova stazione a 380 kV per raccogliere la produzione eolica nell’area di Troia Nuova stazione di trasformazione 380/150 kV nell’area a Nord di Bari Riassetto rete elettrica 380/220/132 kV di Brindisi Pignicelle Elettrodotto a 380 kV Rizziconi (RC) - Feroleto (CZ) - Laino (CS) Elettrodotto 380 kV Sorgente - Rizziconi Regione Siciliana Elettrodotto 380 kV Chiaramonte G. - Ciminna Elettrodotto a 220 kV Partinico – Fulgatore Nuova stazione di trasformazione in provincia di Caltanissetta Regione Sardegna Collegamento a 500 kV HVDC fra Sardegna e Italia peninsulare (SA.PE.I.) Raccordi 380 kV Codrongianos (SS) Nuovo elettrodotto di interconnessione a 150 kV “Sardegna – Corsica” (SAR.CO.)
Fonte: GRTN
FOCUS
Verso l’unificazione GRTN-TERNA
segue
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programma per l’applicazione della VAS allo Sviluppo della RTN su tutto il territorio nazionale. Ad oggi sono stati siglati protocolli d’intesa oltre che con il Piemonte, con la Calabria, la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Sicilia, la Campania, la Basilicata. Altri accordi sono in via di definizione con Umbria, Toscana, Friuli V. G., Marche, Sardegna. L’esigenza di perfezionare lo strumento della VAS è stata affrontata, nel 2004, all’interno di un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, dei Beni Culturali , delle Attività produttive e dal centro Ambiente del Politecnico di Milano, Poliedra. Il confronto ha arricchito il modello di nuovi elementi di analisi e di valutazione, stabilendo, attraverso lo studio delle problematiche elettriche integrate con quelle territoriali, un Processo di Pianificazione Integrata. Per una maggiore integrazione della dimensione paesaggistica, storica, archeologica, nel processo di valutazione ambientale applicato alla pianificazione elettrica, ad inizio 2005 il Ministero dei Beni Culturali e il GRTN hanno firmato un protocollo d’intesa. Le parti si impegnano a collaborare nello svolgimento del processo di VAS alla localizzazione dei corridoi e fasce di fattibilità dei tracciati. Il GRTN assicurerà, all’attività svolta dal Dipartimento, il sostegno informativo e documentale e recepirà ed integrerà, in fase di progettazione, le Linee Guida e gli indicatori di sensibilità definiti dal Ministero dei Beni culturali. Il nuovo processo fonda le sue basi sulla Concertazione e introduce la valutazione ambientale già nelle prime fasi. La peculiarità del Piano determina diverse competenze, a livello nazionale e regionale.
elementi
L’attività di Pianificazione che svolge il GRTN è finalizzata al raggiungimento degli obiettivi fondamentali per il servizio pubblico quali, migliorare la sicurezza, la qualità del servizio e la continuità della fornitura di energia elettrica, risolvere le congestioni nel trasporto ed aumentare la disponibilità di offerta elettrica in rete, incrementare l’energia importabile dall’estero. Di contro, le difficoltà di sviluppo dettate da emergenze ambientali, problemi di accettazione sociale, complessità delle procedure di autorizzazione, frequenti incongruenze tra le esigenze di adeguamento della rete elettrica e la tutela dell’ambiente e del territorio hanno cristallizzato la struttura della RTN alla situazione di oltre dieci anni fa, ma con un mutato scenario, sia sul piano del fabbisogno, sia su quello della produzione. Il tutto a discapito della sicurezza del sistema elettrico. Perché le azioni previste nel piano risultino sostenibili, occorrono scelte conseguite tramite un processo preventivo di concertazione, condivisione e partecipazione pubblica, adeguando le attività interne di pianificazione. Processo che trova attuazione nella applicazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) al Piano di Sviluppo (PdS) della Rete di Trasmissione Nazionale (RTN). In questa prospettiva il GRTN, già nel 2002, ha intrapreso una sperimentazione di VAS applicata allo sviluppo della RTN con il Piemonte, prima Regione firmataria del protocollo d’intesa sulla VAS, che ha portato a soluzioni di sviluppo concordate con gli Enti Locali. I risultati hanno indotto il GRTN e la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome a condividere, nel marzo 2004, un accordo di
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La VAS: processo di pianificazione integrata e sostenibile della rete elettrica
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FOCUS
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Verso l’unificazione GRTN-TERNA
I passi da affrontare nel Processo di Pianificazione Integrata, che si applicano a tutte le componenti, si identificano in 6 fasi (fig. 1): • preparazione del processo di piano, con l’identificazione del contesto generale e la predisposizione di uno schema operativo del processo di pianificazione integrata alla VAS. • La definizione preliminare degli obiettivi, condivisi anche da chi ha la competenza per fornire indirizzi aziendali, ministeriali, regionali. • La raccolta e l’analisi dei dati pertinenti al piano, associata alla definizione della portata delle informazioni (scoping); la condivisione dei criteri di valutazione e degli indicatori; la caratterizzazione del territorio (analisi dello stato: previsione dello scenario elettrico inserito nel quadro istituzionale, legislativo, pianificatorio-programmatico, completato dall’analisi delle criticità ambientale e socio-culturale). • L’individuazione dell’ambito decisionale (obiettivi specifici settoriali: da coniugare in risposta alle criticità e agli orientamenti politici; definizione degli indicatori); l’elaborazione delle proposte di alternative (interventi per conseguire gli obiettivi prefissati nel breve, medio, lungo termine); la valutazione degli effetti delle proposte, definizione del piano; la progettazione di un sistema di monitoraggio; il recepimento delle decisioni maturate nell’ambito delle tre componenti (strategica, strutturale, attuativa del percorso di valutazione ambientale) di competenza regionale attraverso tavoli di partecipazione. • L’adozione e approvazione del piano, con la redazione del Rapporto Ambientale Nazionale contenente i Rapporti Regionali; presentazione della Proposta di Piano e del Rapporto Ambientale; consultazioni; recepimento dei pareri e la stesura definitiva del piano. • L’attuazione delle decisioni prese, con l’avvio del sistema di monitoraggio, costituito dal controllo del processo di VAS, da quello del contesto del piano e da quello sugli effetti del piano (verifica, dopo un certo periodo, degli scostamenti rispetto alle previsioni; stabilisce le azioni correttive e fa trasferire le azioni dal lungo al medio termine). e
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PROCESSO DI PIANIFICAZIONE INTEGRATA ATTIVITÀ DI PIANIFICAZIONE/VALUTAZIONE
1. Preparazione del processo di piano
1.1 identificazione del contesto generale del piano 1.2 predisposizione di uno schema operativo per lo svolgimento del processo di pianificazione integrata
2. Definizione obiettivi generali
2.1 definizione preliminare degli obiettivi generali
3. Raccolta e analisi dei dati pertinenti
3.1 definizionedella portata delle informazioni (scoping) 3.2 raccolta e analisi delle informazioni disponibili
4. Identificazione dell’ambito, elaborazione alternative, impostazione della fase valutazione
4.1 identificazione dell’ambito decisionale 4.2 elaborazione di proposte alternative (strategiche, strutturali, attuative) 4.3 valutazione effetti, proposte e definizione piano 4.4 progettazione di un sistema di monitoraggio 4.5 recepimento decisioni di ambito regionale
5. Adozione e approvazione del piano
5.1 redazione del piano 5.2 presentazione della proposta di piano e del Rapporto Ambientale 5.3 consultazioni 5.4 recepimento dei pareri e stesura definitiva del piano
6. Attuazione del piano
6.1 attuazione del sistema di monitoraggio
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FASI
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LE
N O S T R E I N I Z I AT I V E
il progetto Scuola
*Con l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e il patrocinio dei ministeri: Istruzione, Attività produttive e Ambiente
Il percorso dell’energia elettrica
L’ACCENDIAMO? ZOT
di Roberto Della Seta
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Il 16 febbraio 2005 è entrato in vigore il Protocollo di Kyoto, con il quale quasi tutte le Nazioni industrializzate si sono impegnate a ridurre le emissioni di anidride carbonica – principalmente i consumi di petrolio e carbone nell'elettricità, nei trasporti, nel riscaldamento – per rallentare i mutamenti del clima. Diffondere nelle scuole il messaggio del risparmio energetico, dell'uso corretto dell'elettricità è un modo concreto e lungimirante per festeggiare una data così importante. L'energia elettrica, grande conquista dell'umanità, speriamo presto raggiunga anche quei miliardi di donne e uomini che ancora non la conoscono. Ma se vogliamo che elettricità resti sinonimo di progresso, bisogna produrla e consumarla con più intelligenza. Questa iniziativa segna un passo promettente nella direzione giusta. È un atto di buona volontà che potrà innescare una spirale virtuosa di buoni comportamenti. e
L’iniziativa è sul sito www.laccendiamo.com
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Legambiente da sempre crede moltissimo all'educazione ambientale. Per questo abbiamo accettato con entusiasmo di lavorare insieme, noi e il Grtn in questa campagna rivolta alle scuole medie per educare ad un uso intelligente e razionale dell'energia elettrica. In realtà, non solo i ragazzi hanno bisogno di essere educati in questo campo, tanti sono gli sprechi di energia di cui ogni giorno siamo responsabili. La nostra scommessa è che questi strumenti multimediali che circoleranno nelle scuole, contribuiscano a fare dei nostri adolescenti degli educatori. Ambasciatori di buone abitudini tra i genitori, i nonni, i fratelli più grandi. Vorremmo che accompagnati dai racconti semplici ma rigorosi di Alberto Angela, dalle raccomandazioni della mascotte Zot, i ragazzi imparino che l'elettricità è meglio produrla con fonti pulite, come il sole e il vento, senza gas inquinanti né scorie nucleari e sono inesauribili. E ci piacerebbe che spieghino in famiglia che tenere accesa la spia rossa del televisore in "stand-by" è sprecare tanta energia e inquinare l'ambiente senza ragione. Oppure che, se c'è da cambiare la lavatrice, conviene acquistarne una di classe A che consuma meno e fa risparmiare sulla bolletta. Non credo che l'incontro tra Legambiente e Grtn sia casuale. Abbiamo ruoli diversi, ma siamo consapevoli che l'energia elettrica è una risorsa preziosa, da usare con attenzione, e non è "gratuita". Non lo è per nessuno e può costare molto anche in termini ambientali.
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Presidente nazionale di Legambiente
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COMUNICAZIONE
Un caffé con…
Giorgio Albertazzi* *attore e regista
Il teatro è come l’amore, si fa Il teatro, metafora della vita è partecipazione corporea, è rapporto vivo tra intelligenza e fisicità, tra espressione e contenuti. La sintesi del teatro è l’armonioso connubio fra scienza e poesia, fra istinto e ragione. Per questo è importante per le imprese. Ma occorre che si rappresenti una situazione tipica ad un’azienda. E chi sia in grado di muovere gli individui lungo i percorsi della commedia. E una regia interna, che conosca la comunità in cui opera, le dinamiche dei suoi comportamenti, delle sue emozioni. Il leader è colui che dice: “cerchiamo insieme”, anche se sa cosa cercare e dove andare. Nelle aziende non si cura la creatività. Mancano le guide. I comunicatori sono lontani dal tempo, dal pensiero e dai luoghi in cui nasce la comunicazione. Il sogno è oggi uscir fuori dalla burocrazia. È armonia e perfezione. Serve chi sappia catturare il sogno degli altri e aiutarlo a realizzarlo. Chi dica: “Parlami del tuo sogno”. Così nasce un vissuto pieno, ricco, gioioso, elevato e produttivo.
di Romolo Paradiso
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Il teatro è coinvolgimento immediato. È stimolo all’immedesimazione, alla riflessione, all’analisi, all’introspezione. È , di tutte le arti, quella che più cattura l’attenzione dell’uomo, per la “vicinanza” della scena, per il contatto con gli artisti, per la palpabilità di un’atmosfera di realtà. Per la comunicazione verbale diretta, che ci fa partecipi di un momento, di una situazione, e più ancora, delle sensazioni, delle emozioni, delle logiche di pensiero che attraversano i personaggi e la storia. Come allora non pensare al teatro quale luogo e “strumento” importante per l’arte del comunicare. Per accrescere la sensibilità di chi questa professione svolge in tutti gli ambiti, soprattutto in quelli aziendali, dove più complesse oggi sono le dinamiche del relazionarsi, del ricercare quel dialogo costruttivo che porti alla comprensione vera, alla conoscenza, all’immedesimazione, ad un’osmosi d’idee e di notizie. Alla partecipazione attiva ad un lavoro di squadra in cui forte sia lo stimolo al pensiero, alla creatività, attraverso la lealtà e l’autenticità degli individui. Giorgio Albertazzi, artista di rilievo, maestro di teatro, regista raffinato e sempre al passo coi tempi, ha voluto dialogare con noi su questi temi, offrendoci una mappa di percorsi attraverso i quali ben s’individua la stretta simbiosi esistente tra l’arte del fare teatro e quella del comunicare.
“
Giorgio Albertazzi
I più sbagliano perché si esercitano nell’arte del dire, prima di aver imparato l’arte dell’ascoltare [Plutarco]
Maestro, vorrei parlare con lei dell’importanza del teatro per meglio comprendere l’arte del comunicare. Sulla scia anche di quanto avviene da tempo in Canada, con il théatre a la carte, o in Francia, con il théatre d’entreprise. Scuole di rappresentazioni teatrali per le aziende. Il teatro può aiutare senz’altro a comprendere meglio le dinamiche di comportamento, di relazione, d’intesa tra gli individui in ambito aziendale. Bisogna però ben scegliere la rappresentazione che si vuole mettere in scena. Perché questa deve calzare perfettamente con la vita, le logiche, le culture esistenti in un’impresa. Altrimenti non serve a nulla. Poi occorre che siano gli stessi dipendenti a svolgere il ruolo di attori. Perché il teatro è come l’amore, si fa. Questo non solo permette loro di immedesimarsi nelle parti e quindi meglio capire le pulsioni interiori che spingono un individuo a pensare e ad agire, ma è utile anche a chi assiste alla rappresentazione, cioè al resto della comunità aziendale, perché permette loro di vedere rappresentati in scena
”
COMUNICAZIONE
Giorgio Albertazzi
soggetti familiari nella quotidianità lavorativa. Quindi la comunità aziendale vive quasi direttamente e con coinvolgimento una situazione. Allora si produce l’effetto. L’effetto cercato attraverso lo strumento teatrale: la condivisione della morale propria della commedia. Perché il teatro è partecipazione corporea, è un’arte corporea. C’è bisogno di questo rapporto vivo tra intelligenza e fisicità, tra l’espressione e i contenuti. Il teatro, inoltre, è un armonioso connubio fra scienza e poesia, fra istinto e ragione: in questa sintesi c’è il teatro. Perché tutto vada per il verso giusto, però, occorre una guida adatta. Questa non può che essere una persona che conosce il teatro, che lo ha vissuto, sia nell’interpretazione che nella regia. Qualcuno che sappia muovere gli individui nei percorsi della commedia, in grado di tirar fuori da loro, l’attore di tutti i giorni.
“ ” Saper cogliere le emozioni
Shakespeare è uno degli autori più rappresentati in questo tipo di teatro. Perché le sue commedie, i suoi drammi, ben si addicono alle situazioni vissute in un’azienda. Per i processi decisionali, per le relazioni interpersonali, la guida di un gruppo, la capacità di migliorare le prestazioni dei singoli e della squadra. Cosa rende Enrico IV un grande leader? Come riesce a convincere i suoi uomini a seguirlo quando tutto sembra perduto? Oppure Falstaff e il buffone di re Lear, perché mostrano l’importanza di tener conto delle opinioni altrui…
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Se è per questo anche “Le memorie di Adriano”, che io porto in scena da anni, calza perfettamente con le realtà aziendali. Adriano, sulla scena è una presenza molto educativa, sia dal punto di vista del parlare, sia dal punto di vista dei contenuti. È uno che riesce ad esprimersi attraverso un linguaggio corretto, estremamente controllato, ma anche fortemente motivato sul piano etico, emotivo e poetico. Riesce a trasmettere un senso di serenità, di lealtà, di fiducia nel futuro. Rappresenta un modello di comportamento umano. È uomo ricco di idee, dotato soprattutto di senso di umiltà e di umanità. Pur essendo un uomo di grande potere, non lo esibisce mai, si rapporta agli altri come uno qualunque, trasmettendo fiducia nella vita.
Questo per parlare dei grandi autori e delle grandi opere, ma lei non crede che a volte sia di maggiore efficacia portare in scena una situazione che prenda spunto da realtà tipiche ad un gruppo di persone accomunate da interessi, scopi, luoghi e soprattutto relazioni? Sì, sarebbe oltremodo efficace. Ma è più difficile. Occorre una regia interna, qualcuno che sia ben a conoscenza del vissuto aziendale, che conosca gli uomini, le situazioni, i punti di forza e di debolezza della comunità. Che abbia compreso le spinte interiori che guidano i comportamenti. Che abbia saputo cogliere le emozioni che attraversano gli animi delle persone. Allora sì, si può! Poi si deve consegnare tutto questo ad un bravo regista. Lavorare accanto a lui. Essere la sua guida, la sua mano sinistra. E coinvolgere i colleghi a recitar se stessi.
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COMUNICAZIONE
Giorgio Albertazzi
Quali considera i modi migliori per guidare un gruppo, in teatro, come nella vita e nelle aziende?
“ ” Un pò di maieutica socratica
Intanto ci vuole un leader. Il leader è tale, e vince, se è convincente. Ed è convincente se le idee che comunica sono chiare per lui e le esprime dando l’impressione agli altri di “fare la scoperta”. Far intendere cioè, che si è arrivati ad una decisione, ad un pensiero, ad un comportamento, ad usare una strategia, grazie ad un’osmosi di pensiero, ad una collegialità di espressioni, di idee. Il vero leader è colui che cerca insieme agli altri, o che lascia intendere di cercare con gli altri. Deve dire: “cerchiamo insieme”, anche se già sa cosa cercare e dove andare. Ci vuole però quel segreto di eloquio, ma anche di fraseggio, per cui la persona parla, pronuncia e propone, senza perentorietà, le questioni, in modo che l’altro, facendo la scoperta di cui sopra, dica, tra sé e sé: “Certo, anch’io pensavo così”. Allora la comunicazione è avvenuta. Il segreto è qui. Occorre un po’ di maieutica socratica per arrivare a questo.
Lei mi fa ricordare un mio ex direttore della comunicazione, Giorgio Tamberlani, figlio di un importante attore di teatro, Carlo Tamberlani. Giorgio Tamberlani è stato un grande comunicatore, e soprattutto un grande maestro di relazioni e di vita. Il suo atteggiamento, quando interloquiva con qualcuno, collaboratori e non, era proprio quello di mettersi nelle condizioni di chi prima ascolta, e poi dice la sua. Anche quando conosceva già le motivazioni delle cose, o le scelte da prendere. Accettando di modificare o di abbandonare il suo pensiero, la sua idea, se quelli altrui fossero risultati più giusti o efficaci allo scopo o al prodotto da realizzare. Una lezione di umanità e di umiltà che non scorderò. Pagina
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Ho conosciuto Carlo Tamberlani. Un grande attore e un grande signore, che evidentemente ha saputo trasmettere queste sue qualità. Quindi, tornando al tema, quando le aziende scelgono colui che deve guidare un gruppo, devono farlo avendo intuito che nell’individuo prescelto esistono capacità umane, di relazione, di comunicazione con gli altri. E una volta scelto, seguirlo nella sua opera, e, se occorre, aiutarlo a migliorare queste caratteristiche. Altrimenti si rischia di depauperare un capitale umano, quello sottoposto alla leadership, che invece va continuamente capito, stimolato e arricchito culturalmente.
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“ ” Non delegare la creatività ad aziende esterne
Che peso hanno la cultura, la sensibilità, la concezione artistica, quindi la creatività, nelle imprese moderne? Non solo al fine del raggiungimento del risultato economico, ma anche per formare una comunità di lavoro in cui sia palpabile e viva l’intesa, la comunicazione, l’osmosi di pensiero, la mutualità, la crescita personale e lavorativa degli individui?
Prendendo ad esempio una comunità tipica della Grecia antica, potremmo dire che c’è bisogno che Apollo si sposi con Orfeo e con Mercurio. Mercurio è il postino, il portatore di messaggi. Orfeo è il cantore, il poeta, quello che riesce ad incantare gli altri. Apollo è l’intelligenza, la logica, la bellezza. Ecco, bisogna mescolare questi tre ingredienti per portare un gruppo ad accrescere la sensibilità sulle cose, per migliorare l’adattamento ai rapporti interpersonali, alla creatività. Oggi si parla tanto di creatività, ma poi, se si va a vedere, si scopre che nelle aziende poco si fa per arrivare alla vera creatività. Manca lo stimolo. Mancano soprattutto le guide. Gli uomini della
COMUNICAZIONE
Giorgio Albertazzi
In punta di penna di Paolo Bustaffa
In un mondo come l’attuale, dove la scienza della comunicazione è interpolata di tecniche, bisogna pensare di dare alle persone la capacità di uscire dalla burocrazia. Il sogno è l’uscire dal fare burocratico, dallo schema prefissato, dalle regole rigide e fesse. Il sogno ha una forza produttiva e trainante enorme. Esso non è sempre utopia, è qualcosa di armonioso e di perfetto. Allora occorre qualcuno che sappia intuire, catturare i sogni degli altri, di chi vive e opera accanto a lui, di chi fa parte della sua squadra, piccola o grande che sia. E alla volte, avere l’accortezza, e ancora di più, il desiderio, di avvicinarsi ai singoli e chiedergli: “parlami del tuo sogno”. Perché la fantasia deve essere ascoltata. Può integrare la conoscenza e il sapere. Poi, cercare di lavorare insieme per riuscirlo a realizzare. Se ciò avviene, si raggiunge quello stato di grazia tra le persone che facilita il cammino umano e lavorativo, rendendolo, pieno, ricco, entusiasmante e fortemente produttivo.
Un po’ la vita che diventa vita… Certo. La vita che si esprime nella sua forma migliore, la più vera, la più significativa: la creazione. e
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Saper favorire il sogno. Saper infondere nelle persone che lavorano in un gruppo più o meno vasto, il proposito di riuscire a realizzare qualcosa che si è sempre desiderato fare. Quanto è importante per gli individui e per le aziende di cui questi fanno parte?
Il lavoro è uno dei luoghi in cui si è posti di fronte al dilemma fondamentale riguardante il futuro dell’uomo: o far sì che la persona, con il suo operare, ritrovi se stessa, o lasciare che l’operare finisca con il consumare la persona. È questo un pensiero da far uscire dall’oblio che sottilmente, due culture diverse, da tempo hanno diffuso, riducendo l’uomo a soggetto che meccanicamente produce, consuma, guadagna. Forse oggi si sta riscoprendo che il rapporto persona-lavoro è di estrema delicatezza e importanza, perché in esso l’uomo, nel produrre beni e servizi, si realizza, oppure si smarrisce. Per questo, nell’affermare la priorità dell’essere nei confronti del lavoro, si vuol dire che è la persona a decidere la qualità del suo operare. Esiste l’io della persona, la sua interiorità, che non è il risultato casuale o necessario di forze impersonali che la precedono e la costituiscono. Il costruire se stessa nei significati, nei progetti, nelle attese mediante il lavoro è frutto della libertà individuale. E quando il lavoro non è più realizzazione della persona, ma strumento per ottenere un risultato economico personale e familiare é inevitabile che esso sia vissuto come una schiavitù, un tunnel senza luce. L’uomo perde il suo primato e viene come svuotato di se stesso. È un processo di degradazione sottile e inarrestabile con gravi ripercussioni sulla vita personale, familiare e sociale. Non solo. Lo svuotamento di significato del lavoro si riflette inesorabilmente anche sull’attività produttiva nel suo insieme e di questo fenomeno si sono resi conto gli stessi economisti che, negli Usa, sono corsi ai ripari aprendo le porte delle imprese all’etica. Ma l’etica invita alla libertà e alla dignità degli uomini, non si piega ai calcoli e ai tornaconti. Scuote le coscienze e propone il lavoro come cultura, cioè come occasione in cui la persona può coltivare e realizzare la sua umanità. Quando ciò non accade, l’uomo mette seriamente in pericolo se stesso nel confronto tra essere e avere. L’ipnosi dell’avere lo anestetizza dalla sofferenza della perdita dell’essere. Si può svegliare l’uomo da quest’ipnosi? La fiducia nell’intelligenza umana ci fa dire di sì, purché si vincano due insidie: il lavoro individualisticamente inteso come puro scambio di beni in vista del proprio interesse, e quello inteso come un semplice ingranaggio all’interno di un meccanismo freddo e distante. e
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La vita che diventa vita
Persona e lavoro
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comunicazione hanno troppa fretta, hanno il cervello bloccato dalle ansie del fare spasmodico, del raggiungimento del risultato, dell’obiettivo. Non hanno tempo. Per pensare, per leggere, per scrivere, per andare al cinema, al teatro, per stare con la famiglia, per osservare il mondo e le cose. Sono immobili. Non subiscono il pungolo degli agenti creativi. Quindi non creano e, anche se posseggono il dono della creatività, lo perdono perché non la alimentano. Allora le aziende delegano la creatività a società esterne, composte spesso da freddi e stereotipati rappresentanti della creatività. Che invece ha bisogno di anime interne all’azienda per dar vita ad un prodotto di comunicazione che abbia i caratteri idonei al messaggio che si vuole veicolare.
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Intervista a
L AVO R O
Aris Accornero* *Professore emerito di Sociologia industriale, Facoltà di Sociologia, Università “La Sapienza” di Roma
La nuova morfologia del lavoro Oggi la variabilità della domanda spinge le imprese ad essere più flessibili, ad avere brevi tempi di reazione al mercato e una perenne incostanza. Il problema del post-fordismo sta nell’andamento vertiginoso degli assetti, del funzionamento dell’impresa e nella mancanza di stabilità, che se percepite dal lavoratore lo limitano nella partecipazione. Lo Statuto dei lavoratori è vecchio. Occorre assicurare una continuità di cittadinanza dei lavoratori nella discontinuità dei tragitti lavorativi. Aris Accornero
di Giusi Miccoli
Professore, quali sono le radici del cambiamento del lavoro e quindi qual è la nuova morfologia del lavoro?
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La spiegazione non sta nella globalizzazione o nello sviluppo della tecnologia, ma è legata al post-fordismo, cioè al cambiamento di modello in seguito al quale le imprese consentono al cliente di scegliere opzioni che prima non potevano offrire. Questo è sufficiente perché le aziende, sia di produzione, sia di servizio, dipendano dal cliente più di ieri e abbiano piani di produzione meno prevedibili. Il cambiamento del lavoro viene da questa elevata variabilità della domanda che spinge le imprese a rendersi flessibili e ad avere rapidi tempi di reazione al mercato e una perenne incostanza. Il lavoro deve essere quindi più flessibile. Flessibilità che ha molti aspetti: orari più complessi, modalità di impiego più numerose, veloce turnover dei mestieri, così come una più rapida nati-mortalità delle imprese. Il mondo della produzione e dei servizi è in fibrillazione rispetto a ieri, ai tempi della produzione di massa in cui il valore era la rigidità. Oggi, invece, il valore è la flessibilità, che introduce delle discontinuità nei tragitti lavorativi, riflettendosi sul vissuto dei lavoratori e sul loro approccio al lavoro.
“ ” Oggi le imprese hanno vita travagliata
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Qualunque essere grida in silenzio per essere letto altrimenti [Simone Weil]
Allora, come è possibile creare e consolidare l’impresa su elementi quali la cultura, la missione, i valori? È più difficile costruire una cultura basata sulla missione, sui valori, sulla partecipazione. Lo è meno dotarsi di un capitale e avviare un’impresa. Il problema è durare. Ciò che fa durare le imprese oggi sono i valori portanti, i simboli, il marchio, il rapporto con il mercato, il concetto di servizio, la partecipazione dei lavoratori. Tutte cose immateriali che devono essere ben chiare nella testa dell’imprenditore, perché funzionino poi nel suo rapporto con i lavoratori e con il mercato.
È possibile creare delle condizioni affinché il lavoratore partecipi alla gestione dell’azienda? Il post-fordismo eleva la qualità del lavoro perché si abbatte la fatica, si richiede meno l’uso delle mani e più quello della testa. In qualche maniera il lavoratore ha meno vincoli e maggiori opportunità. Molti imprenditori incitano i lavoratori a darsi da fare e a fornire un qualche aiuto nei momenti cruciali, mentre in passato era più facile che l’imprenditore impedisse tale iniziativa. In un’impresa che deve
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L AVO R O
Aris Accornero
adeguarsi alla domanda di giorno in giorno, con notevole flessibilità mentale e grande disponibilità pratica, la partecipazione del lavoratore diviene un dato di partenza e non è più un’eventualità a venire. Questo cambia la qualità, cioè, i contenuti del lavoro. Una delle caratteristiche intrinseche del post-fordismo è la partecipazione dei lavoratori. Ogni impresa oggi postula la partecipazione. Non è una regalia dell’imprenditore d’avanguardia, ma una necessità dell’imprenditore comune. L’altra faccia di questa medaglia è l’eccessiva nati-mortalità delle imprese, il turnover dei manager e dei dipendenti, la reattività nelle decisioni operative, gli incerti dei mercati finanziari, l’eventualità di acquisire un’impresa o il rischio di sopportare un takeover, il dilemma di delocalizzare o no la produzione, eccetera. Ciò rende parossistico, rispetto a ieri, l’operare quotidiano delle imprese. Le conseguenze si vedono già nella tendenziale riduzione della loro vita media. Questo non aiuta la partecipazione. Un’impresa frenetica ha bisogno di partecipazione ma non la garantisce al lavoratore. Penso che il problema del post-fordismo sia costituito da tale andamento vertiginoso degli assetti e del funzionamento dell’impresa e dalla mancanza di stabilità, che se percepita dal lavoratore, lo allontana dal partecipare. Quando i lavoratori parlano di sicurezza pensano non solo al loro posto di lavoro, ma proprio a questo modus operandi, che induce a fare tutto di corsa, sempre con la scusa del mercato, della competizione. È il contrario della stabilità, di cui ha forse più bisogno l’impresa che non il lavoratore. Diverse sono le prospettive nelle imprese dove si coltiva il senso dei valori, della continuità, della realtà, della fedeltà. Come si possono “fidelizzare” i dipendenti all’impresa, se questa sembra un mulinello impazzito?
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Due novità si pongono all'attenzione del sindacato. La prima è costituita dai lavoratori che si difendono da soli grazie alla migliore qualità del lavoro. La seconda è costituita dai lavoratori che hanno bisogno di tutela: gli atipici. Il fatto, più frequente, di non avere uno spazio di garanzia per sposarsi, chiedere un mutuo, fare figli, spinge i lavoratori verso i sindacati. Ieri nelle grandi fabbriche ai sindacalisti bastava mettersi davanti all'entrata per diffondere il messaggio del sindacato. Ora queste concentrazioni non ci sono più. La dispersione e diffusione del lavoro ostacolano la fisicità dell’incontro stesso con i lavoratori. L’azione del sindacato è tornata pionieristica perché deve individuare e cercare i “clienti” fra persone che hanno rapporti di lavoro più deboli di ieri, più esposti alle incognite e alle discontinuità. Il sindacato deve operare maggiormente sui casi singoli, senza però abbandonare le tutele collettive.
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Garanzie minime a prescindere dal tipo di rapporto di lavoro
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In un contesto governato dalla flessibilità come dovrebbe cambiare il sindacato?
Cosa pensa delle ipotesi di modifica dello Statuto dei lavoratori? Lo Statuto è vecchio. Bisogna dotarlo di un principio di garanzia che non contiene, né poteva contenere: ovvero assicurare una continuità di cittadinanza del lavoratore nella discontinuità dei tragitti lavorativi. Si deve far sì che chiunque lavori, con qualsiasi rapporto di impiego e reclutamento, sia ugualmente tutelato con una serie di diritti minimi ma universali. Un principio che ora manca del tutto. e
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biblioteca biblioteca
Filo di Nota
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LA SAGGEZZA DI RE ARTÙ La tavola rotonda come metafora per creare organizzazioni intelligenti di D. Perkins Ed. Etas, anno 2004, pag. 288, Euro 21,00
Non si possiede ciò che non si comprende [J.W. Goethe]
C’era una volta Re Artù che, invece di sedere a capotavola e imporre la propria volontà, si mise alla pari dei suoi cavalieri, facilitando così lo scambio di opinioni e idee fra i membri del gruppo e garantendosi la disponibilità, ogni volta che fosse necessario, delle competenze specifiche di ciascun cavaliere. Questa metafora utilizzata dall’autore offre spunti preziosi per introdurre nelle organizzazioni una forte cultura della comunicazione e della collaborazione di tutti. David Perkins è docente alla Harvard Graduate School of Education e, nel 2001, in Italia ha pubblicato il libro Come Leonardo: sviluppiamo le nostre capacità con il pensiero trasformativo.
LA QUESTIONE ENERGETICA Economia, politica, governance globale a cura di L. Paganetto Ed. Donzelli, anno 2004, pag. 118, Euro 12,00
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L’effetto “contagio”, che caratterizza ogni settore della vita e dell’economia dell’odierno mondo globalizzato, ha come esito quello di livellare le domande delle economie più avanzate e di quelle in via di sviluppo, di fronte ad alcune questioni strutturali, come quella dell’energia. La maggiore richiesta di fonti energetiche da parte dei paesi emergenti si affianca, infatti, alla necessità di fonti alternative, meno inquinanti e rinnovabili, che caratterizza i paesi ricchi. In questo agile volume, economisti e politici, studiosi dell’ambiente ed esperti di relazioni internazionali, discutono delle questioni connesse con l’attuale scenario energetico. In che misura sono prevedibili le crisi energetiche? Fino a che punto le fonti di energia sono accessibili ai paesi in via di sviluppo? Qual è il livello di inaccettabilità delle componenti di inquinamento e della correlata domanda di prodotti più puliti? Di fronte a simili quesiti, l’insieme delle regole di global governance, inteso come sistema di relazioni tra aree geografiche, economiche e politiche, diventa strategico. I contributi sono di M. Baldassarri, R. Brunetta, G. De Michelis, J.P. Favennec, J.P. Fitoussi, S. Garriba, E. Letta, L. Paganetto, G. Raminella, D. Salvatore.
ESSERE CREATIVI di E. De Bono Ed. Il Sole24ORE, anno 2004, pag. 432, Euro 9,90 Per migliorarsi e affrontare in modo innovativo le situazioni professionali, efficienza e competenza non bastano. Occorre la creatività. Convinto che questa non sia dote innata e che le idee non nascano per caso o per ispirazione, l’autore da tempo insegna a far nascere nuove idee. Il suo pensiero laterale è una “forma strutturata di creatività” che può essere usata in modo sistematico. Una tecnica, per risolvere problemi che utilizza metodi basati sui meccanismi di percezione.
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Pagina a cura di Mauro De Vincentiis
Il dono della percezione
Harvard, fine del 1800: il professor William James ha nei suoi corsi una ragazza della California, goffa, chiacchierona, spaesata e un po’ pasticciona, che arriva in ritardo alle lezioni e fa errori di ortografia. Ma William James, nonostante all’esame la ragazza avesse consegnato il foglio in bianco, le diede un voto alto e continuò ad aiutarla per tutto il corso degli studi. In lei aveva visto qualcosa di unico. Gertrude Stein diventò una delle maggiori scrittrici americane (1879-1973). Seconda storia di percezione: nell’anno 1831 veniva allestita un’importante spedizione scientifica. John Henslow, professore di botanica, propose che venisse scelto come naturalista un suo ex allievo, allora ventiduenne. A scuola non aveva brillato, però era un appassionato collezionista di insetti. Per il resto, non si distingueva in niente dai suoi coetanei: a caccia con gli amici, mangiate e bevute al club, in prospettiva la carriera ecclesiastica. Inoltre, presentava il classico complesso familiare, come diremmo oggi: attaccato alla madre e schiacciato dal padre. Ma Henslow ci vide qualcosa di speciale e convinse gli interessati che la sua partecipazione al viaggio del Beagle sarebbe stata utile. Quell’allievo si chiamava Charles Darwin.
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“Trasparenze di luce” Olio su tela
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Luigi Passeri è tra le figure più interessanti del figurativo contemporaneo. Nato a Priverno, ma attivo da molti anni a Roma, Passeri, la cui opera spazia dal ritratto, al paesaggio, all’arte sacra è sempre stato un attento sperimentatore di nuove possibilità di comunicazione visiva e studioso dell’arte dei Maestri del passato. Nel tempo è riuscito ad elaborare un suo particolare lessico incentrato sulla lezione dell’Impressionismo e sul dinamismo del Futurismo. Caratteristica peculiare della sua pittura è la luce, ritenuta dalla storica dell’arte Stefania Severi, tra le parti di maggior fascino dell’opera di Passeri per la sua “resa dinamica ed armonica, testimonianza d’una approfondita conoscenza dell’arte del Novecento, elaborata dall’artista in modo personalissimo”. Passeri ha svolto una intensa attività espositiva e le sue opere sono conservate in musei, pinacoteche, luoghi sacri e collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. In particolare si ricordano quelle dei cicli dedicati a Venezia, a Roma e al Giardino Botanico di Ninfa, oltre a quelle eseguite per edifici pubblici e religiosi, come il ritratto immaginato di Santa Maria De Mattias, utilizzato per la Sua canonizzazione, per la Chiesa del Preziosissimo Sangue a Roma; il grande olio (m. 2,70 x 3,50) della Sala delle Conferenze del Castello di San Martino a Priverno (raffigurante il Cardinale Gallio che riceve, nell’ottobre del 1589, Papa Sisto V nel Palazzo di San Martino); la pala d’altare raffigurante il “Sacro Cuore di Gesù” per la omonima Parrocchia di Borgo Sabotino (Latina) e il grande dipinto (una tecnica mista di 70 mq) per l’abside della chiesa romana della Madonna del Rosario e San Michele Arcangelo (Forte Ostiense), considerato da Claudio Strinati “una delle opere di ispirazione sacra più importanti dell’arte contemporanea”.
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Luigi Passeri
Luigi Passeri
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Pagina a cura di Vittorio Esposito
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L’Elettricità
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CONTROCOPERTINA
(…) L’acqua sciorina un mantello sonoro sopra i muscosi gesti della pietra, e chiude nei fili balenanti gli spruzzi dell’oro, te, o volontà fulminea, o libera Elettricità. (…) Strumenti di forza, arnesi di lavoro, manovrati da questa volontà, treni pesanti, divoranti con bramosia lo spazio, il tempo, e la velocità, o braccia dell’Elettrico distese in ogni luogo, a prendere la vita, a trasformarla, ad impastarla, con rapidi elementi, o ingranaggi potenti, superbi figli dell’Elettrico che stritolate il sogno e la materia, odo le vostre sibilanti note concorrere da tutte le fabbriche, da tutti i cantieri, per le strade robuste di suoni, con l’inno dei carrozzoni, e magnificare divinamente la volontà che ogni prodigio fa la libera Elettricità. Luciano Folgore (pseudonimo di Omero Vecchi, 1888-1966)