Marzo Maggio 2006
Elementi 08 Periodico del GRTN AU GME
Scajola: fVia dal petrolio in 5 anni. Ecco come.
Matteoli: fFonti energetiche, primo diversificare
Tabacci/Letta : f“Faccia a Faccia� Energia: quale futuro?
fBollino: Fotovoltaico, nuove prospettive
Energia alternativa : fSpeciale Germania La Capria: fL'energia della parola
GRTN:
La nuova missione
dell'energia prodotta da impianti fotovoltaici. Il GRTN ha facoltà di promuovere azioni e campagne informative per favorire la corretta conoscenza del
Resta l'acronimo ma la missione si specia-
meccanismo di incentivazione del solare
lizza e si rinnova. Il Gestore della rete
fotovoltaico e le relative modalità
di trasmissione nazionale dal 1° novembre
di accesso alle tariffe incentivanti fissate
del 2005 muta in Gestore del sistema
dal decreto del Ministro delle attività
elettrico - GRTN S.p.A e focalizza la sua
produttive del 28 luglio 2005.
attività nella promozione, incentivazione
fEmette i certificati verdi e verifica i rela-
e sviluppo delle fonti rinnovabili, nonché
tivi obblighi da parte dei produttori
sulla gestione di tutte le attività di natura
e importatori;
pubblicistica del settore elettrico. La società diventa quindi il punto di riferimento nel comparto per l'attuazione della
f Qualifica gli Impianti Alimentati da Fonti Rinnovabili (IAFR); f Rilascia la Garanzia d'Origine (GO)
politica energetica del paese.¶
dell'energia elettrica prodotta da fonti
La promozione dello sviluppo delle fonti
energetiche rinnovabili;
rinnovabili avviene, nel rispetto delle disposizioni nazionali e internazionali
f Effettua il riconoscimento degli impianti di produzione in cogenerazione.
di settore, attraverso l'erogazione di incentivi agli impianti di generazione, e con
L'Attività internazionale
campagne di sensibilizzazione per un con-
Il GRTN partecipa alla piattaforma inter-
sumo di energia elettrica responsabile
nazionale di scambio certificati gestita
e compatibile con lo sviluppo sostenibile
dall'AIB (Association of Issuing Bodies),
e in coerenza con la politica di risparmio
associazione internazionale di cui è membro.
energetico nazionale.
In tale ambito, il GRTN emette i certifi-
¶
cati RECS (Renewable Energy Certificate
Il meccanismo d'incentivazione
System), titoli internazionali, su base
Il GRTN svolge un'attività di primo piano
volontaria, attestanti la produzione
nel sistema elettrico italiano attraverso
di energia elettrica rinnovabile.
il meccanismo d'incentivazione della produzione di energia e la gestione dei flussi
Le iniziative legate al Fotovoltaico
economici e finanziari di tutte le fonti
Tutte le iniziative sono pubblicate sul sito
rinnovabili e assimilate.
www.grtn.it
¶
fAh
In particolare il GRTN: f Ritira dai produttori e colloca sul mercato l'energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili e assimilate (“CIP6”); f Gestisce, in qualità di Soggetto Attuatore, il sistema di incentivazione
02
OPresidente Grtn
l ’E È un momento cruciale per il settore elettroenergetico. Un momento nel quale scelte concrete vanno elaborate ed attuate con saggezza e determinazione, con competenza e lungimiranza, per dare all'Italia la possibilità di affrontare il futuro con tranquillità e sicurezza, guardando all'Europa e al mondo senza timori d'inadeguatezza e d'inferiorità. ¶ Il problema principale è stabilire, da subito, come approvvigionarsi. Individuando quali fonti privilegiare e quali no, in un'ottica strategica che tenga conto delle possibilità endogene del Paese, dei costi d'acquisto delle materie prime da importare, di quelli inerenti la produzione dell'energia elettrica, lo sviluppo tecnologico e l'impatto ambientale. Oltre, naturalmente, all'analisi delle condizioni di aleatorietà legate alle labili situazioni politiche di alcuni stati da cui ci approvvigioniamo.¶ Le indicazioni del Governo vanno in questa direzione. Inducono cioè ad una vigilità e ad un ridimensionamento delle fonti la cui onerosità è in continua crescita, come il petrolio, e spingono verso quelle con miglior rapporto costi-benefici e impatto ambientale. Oltre a favorire la creazione di impianti ad alta tecnologia con maggiore resa produttiva, minor costo finale dell'energia elettrica e giusta combinazione con il territorio.¶ Inoltre si dà attenzione alle fonti rinnovabili. Evidenziando il ruolo che è chiamato a svolgere il Gestore del sistema elettrico (GRTN), attraverso la gestione dei flussi di risorse economiche per lo sviluppo e la promozione proprio di queste fonti. ¶ Le incentivazioni previste per tale settore energetico aiutano a creare mercato, testano nuove tecnologie e nuovi materiali, creano un'importante filiera industriale lato offerta e rendono più competitive le forme di energia alternativa. ¶
Ne esce un possibile paniere di materie prime, da utilizzare nel medio periodo, formato da gas, che deve però essere approvvigionato in maniera più sicura e che abbisogna di adeguate e moderne infrastrutture, carbone pulito, rinnovabili e, non ultimo, dal risparmio energetico. Soluzione questa per nulla minimalistica, se ben veicolata, compresa ed attuata.¶ Poi andrà affrontata la questione legata ai termovalorizzatori e alle biomasse, evitando errori di valutazione del passato.¶ Tutto ciò consentirà anche di tener maggiormente fede agli accordi di Kyoto per la riduzione di CO2, con un impegno di spesa meno gravoso.¶ In ultimo, va rivisto il nostro atteggiamento sul nucleare, studiando i progressi fatti dalla scienza e dalla tecnologia nel settore, per non trovarci spiazzati quando l'utilizzo sarà sicuro e possibile.¶ La sfida a rendere migliore e competitiva la nostra politica energetica è iniziata. Ora c'è più chiarezza. Più determinazione. Ma occorre il contributo responsabile di quanti lavorano nel comparto: Governo, opposizione, enti locali, parti sociali e intelligenze che nell'energia, nell'economia e nella scienza hanno i loro interessi intellettuali, ¶ per dare una svolta, in positivo, ad un settore troppo penalizzato da lunghe e dannose diatribe demagogiche.
fAh
03
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Editoriale
Carlo Andrea BollinoO
fAnno 2006
n. 8
marzo-maggio 2006
fDirettore Responsabile Romolo Paradiso fCollaborazione redazionale Mauro De Vincentiis fEditing Maria Pia Terrosi fProgetto Grafico Imaginali fFoto Fototeca Elementi Maurizio Riccardi Foto fRedazione e Amministrazione Viale M.llo Pilsudski, 92 00197 Roma
fRealizzazione impianti e stampa D.G.P. Srl. Via Tiburtina, km 18.300. Setteville di Guidonia - Roma
fEditore Grtn-Gestore del sistema elettrico
A In copertina: ”Energia del fare” (Composizione in rosso - Olio su tela) 1983 di Manlio Sarra)
fHanno collaborato a questo numero:
Edoardo Borriello; Paolo Bustaffa; Fausto Carioti; C. Cor; Vittorio Esposito; Goffredo Galeazzi; Mauro De Vincentiis; Jacopo Giliberto; Giusi Miccoli; Francesco Nati; Maria Pia Terrosi
fUn particolare ringraziamento a:
Alberto Biancardi; Francesca Bonin; Libero Buttaro; Livia Catena; Maria De Carolis; Fiorella Fontana; Andrea Mercanti; Claudia Momicchioli; Gerardo Montanino; Letizia Roma; Alessandro Talarico; Cristina Vigneri
fDirettore Editoriale Fabrizio Tomada Finito di stampare nella prima decade di febbraio 2006
GRTN 00197 Roma - Viale M.llo Pilsudski, 92 Tel. +39 068165 1 - Fax +39 0681654392 info@grtn.it - www.grtn.it
Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 105/2001 del 15.03.2001
Elementi è visibile in internet www.grtn.it
04
AU 00197 Roma - Guidubaldo Del Monte, 72 Tel. +39 0680131 - Fax +39 0680134191 info@acquirenteunico.it - www.acquirenteunico.it
GRTN 00197 Roma - Viale M.llo Pilsudski, 92 Tel. +39 0680121 - Fax +39 0681654392 info@mercatoelettrico.org - www.mercatoelettrico.org
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Virgolette
“
Elementi cambia pelle. Si rinnova nella grafica, rimanendo però fedele ai caratteri della semplicità, della pulizia, della chiarezza che sono stati gli obiettivi di base sin dal primo numero del giornale. ¶ Cambia in coincidenza del cambio di missione della società, ora più incentrato sullo specifico delle energie alternative, dedicando più spazio proprio ai temi legati alle fonti rinnovabili. Non abbandonando però quello che è stato e sarà il suo obiettivo principale: rimanere una rivista che stimoli il dialogo, il dibattito, la comprensione, sui temi riguardanti il processo di sviluppo del settore elettro-energetico e l'impatto di questo con l'ambiente. g Elementi vuole continuare a sollecitare e proporre il pensiero di coloro che in tale comparto operano, a tutti livelli, e che quotidianamente si confrontano con una realtà complessa e spesso difficile, perché sensibili alle logiche del rinnovamento, e portatori d'idee e di progetti che interessano non solo coloro che conoscono l'universo dell'energia elettrica, ma anche chi a tali temi è pure interessato, per studi, per passione, per curiosità. g Ma non basta. Elementi proseguirà ad interessarsi di quanto accade anche nel mondo del lavoro e della comunicazione. Perché “luoghi” comuni a tutti, e con i quali tutti dobbiamo quotidianamente confrontarci, qualsiasi cosa si faccia, di qualsiasi cosa ci s'interessi. Considerando questi argomenti come qualcosa che caratterizza, distingue e impreziosisce il giornale. ¶ La comunicazione poi è il ponte che unisce le umanità, le più diverse, le più lontane, le più complesse, come le più semplici. Conoscerne i caratteri, le sfumature, la forza, la magia, significa creare comprensione, aperture alla conoscenza, all'afflato. Significa stimolare pensiero e creatività. Significa arricchimento. Perché, come dice in questo numero lo scrittore Raffaele La Capria, “la parola e il pensiero sono le grandi energie dell'uomo”, senza le quali nessun orizzonte di miglioramento e di progresso potrebbe mai esistere.
”
Romolo Paradisoø
fAh
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Sommario
Grtn: La nuova missione:
f02
Editoriale:
f03
Virgolette:
f05
Il Punto:
f08
Primo pianog Via dal petrolio in cinque anni. Ecco come:
f10
Intervista al ministro Claudio Scajola
Fonti energetiche, primo diversificare:
f15
Incontro con il ministro Altero Matteoli
Energia: quale futuro?:
f18
Faccia a Faccia tra Bruno Tabacci e Enrico Letta
Energia alternativag La gestione del fotovoltaico cambia prospettiva:
f21
A colloquio con Carlo Andrea Bollino
Fotovoltaico: un “boom” non annunciato:
f23
Fonti rinnovabili: Speciale Germania:
f25
Deutschland Überalles
La crisi energetica? Si cura con i Tee:
Borsa elettricag f28
A tu per tu con Giorgio Szegö
Con l AU prezzi pi stabili:
Un caffè con…Raffaele La Capria
Neo Manager in neo societ :
Mercato vincolatog f30 Comunicazioneg f32
Lavorog f36
Quella necessaria comunicazione tra volti
Liberi di scegliere?
In punta di penna f37 Bibliotecag f38
Breve storia della luce Skills for the future
S’impara anche dalle oche
Energia del fare
Filo di nota f38 La Copertina f39
g
di Manlio Sarra
Energia, letteratura e umanità “L’uomo e il mare” di Vittorio G. Rossi
Controcopertinag f40
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Intervista a Walter Passerini
IL PUNTO di Jacopo Gilibertoø Ci sono due modi di analizzare i problemi, due stili per affrontare le questioni. Uno è l'approccio “politicamente corretto”, responsabile, a volte compromissorio e compiacente perché cerca il consenso di tutti gli interlocutori. “È urgente una politica energetica bi-partisan”, “bisogna riconsiderare tutte le opzioni energetiche”, “maggiore liberalizzazione, più mercato, con una visione strategica”: ecco tre esempi di frasi equilibrate, politicamente corrette, appunto. Nessuno può contestare questi pensieri. ¶ L'altro è lo stile “politicamente scorretto”, a volte berciato, ma con il vantaggio della sincerità diretta. Non sempre le affermazioni incorrette sono sbagliate. “Torniamo al nucleare”, “no all'eolico”, “l'unica soluzione è il carbone”, “no all'elettrodotto” sono concetti stridenti, ma chiari e per certi aspetti, non per tutti, condivisibili. ¶ È il momento delle scelte fra i due stili. Dopo anni nei quali gli slogan sono stati enunciati senza che ci fosse la necessità di trasformarli in realtà, per il settore energetico è un momento di grande importanza che impone una scelta. Una scelta fra una politica equilibrata (“politically correct”) o forzata (“uncorrect”) verso alcune soluzioni, mentre la struttura sociale si sta disgregando verso un atomismo democriteo che porta a un moltiplicarsi dei contenziosi locali rispetto alla costruzione delle opere. ¶ Dopo il processo di apertura del mercato interno (il decreto Bersani del '99 per l'elettricità e il decreto Letta del 2000 per il metano), ora il sistema energetico sta mostrando i suoi limiti: è un sistema essenzialmente nazionale - sebbene integrato in un mercato comune - alle prese con problemi che non sono più solamente nazionali. Le pazzie del greggio negli ultimi due anni, la crisi del gas russo in gennaio, la grande geopolitica dell'energia, schiacciano le scelte della politica italiana.
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La liberalizzazione degli anni scorsi consente - con la flessibilità che è propria del mercato - di mitigare gli effetti degli sconquassi internazionali, ma non permette di dare una lettura strategica per un settore, l'energia, che in genere ha tempi mediolunghi di investimento e tempi lunghi di ritorno degli investimenti, e quindi richiede una notevole capacità prospettica. Come amava dire Enrico Mattei, “io oggi lavoro per i miei successori”. ¶
“Progettare il futuro energetico” In altre parole l'energia è come l'olivo (per gli italiani) o la palma da datteri (per i nordafricani): “Chi pianta ulivi non mangia olive” (o datteri), perché chi pianta questi alberi dalla lenta fruttificazione investe per i figli, per le generazioni future. Oggi serve la capacità di progettare il futuro energetico. ¶ E questa è la visione corretta, equilibrata; per certi versi compromissoria perché vorrà dare un po' di ragione a tutti scontentando un po' tutti. ¶ Poi nella società di oggi, sempre più entropica, c'è l'atomismo delle idee. I nuclearisti duri e puri, per esempio, parlano entusiasti dei mille vantaggi, indiscussi, delle centrali a uranio e contestano chi fa notare loro i mille-e-uno difetti, altrettanto indiscussi, delle centrali atomiche, come se una politica nucleare si potesse sviluppare hic et nunc, nell'Italia dei comitati del no e delle decisioni rinviate. ¶ Ci sono i comitati in difesa del paesaggio e del no alle centrali eoliche, ai quali si sono accodate le moratorie di molte Regioni, a cominciare dalla Puglia di Nichi Vendola. Ci sono sindaci e associazioni che si oppongono alla costruzione degli impianti di rigassificazione del metano liquido; un caso esemplare per tutti è quello di Brindisi
“Serve un dibattito ampio” Le contraddizioni del nucleare (non è risolto il problema delle scorie, non è risolto l'altissimo costo di investimento), del “tutto-a-carbone” (che porta un aumento delle emissioni inquinanti) come del “no al carbone” o del no agli impianti, possono essere risolte attraverso un lungo percorso di strategia sul fronte della comunicazione diffusa per creare un pensiero comune, mentre la collettività si dissolve in direzioni divergenti. L'alternativa allo slogan efficace ma scorretto è l'analisi accurata di come sarà l'Italia dell'energia fra venti o trent'anni. Individuarne i limiti e le strozzature; compiere un dibattito largo per fare un confronto di idee fra tutte le parti coinvolte, compresi i consumatori; indirizzare gli sforzi della lima per smussare gli spigoli vivi. Questo sarà il lavoro del nuovo Governo che uscirà dalle elezioni di primavera, qualunque sfumatura di colore esso abbia. Sarà un lavoro difficile: la complessità non conquista consenso. fAh
[Ultima ora] Un saluto a Luca d’Agnese Il vertice e i dipendenti del Gestore del sistema elettrico-GRTN, dell’AU e del GME ringraziano il dott. Luca d’Agnese, chiamato a Terna per ricoprire un alto incarico di responsabilità, per l’operato svolto negli ultimi tre anni alla guida della società, e gli augurano un proficuo e luminoso futuro lavorativo. fAh
Onorificenze Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Silvio Berlusconi ha conferito le onorificenze della Repubblica Italiana ai seguenti componenti del Consiglio di Amministrazione del GRTN Prof Carlo Andrea Bollino Dott.Luca d’Agnese Prof. Vito Amoia Ing. Paolo Arrigoni Dott. Francesco Massicci Avv.Italo Giorgio Minguzzi Dott.Francesco Parlato
Ed ai Direttori della Società Dott. Francesco Del Pizzo Dott. Luigi De Francisci Dott. Luigi Giovannelli Ing. Luigi Michi Ing. Gerardo Montanino Dott. Fulvio Rossi Ing. Carlo Sabelli Dott. Antonio Serrani Ing. Antonio Tomassi Dott.Giancarlo Citti fAh
09 Il punto
Ultima ora
fElementi : Marzo/Maggio 2006
con il progetto dell'impianto proposto dalla British Gas. ¶ Una ricerca del Nimby Forum ha censito circa 130 casi di contenziosi locali contro la costruzione di impianti di vario genere: discariche, inceneritori, centrali elettriche, elettrodotti e via elencando. ¶ Aveva ben indovinato la frase ad effetto il professor Luigi Prosperetti, quando scriveva: “Vogliamo la luce ma non le centrali”. Oppure Paolo Scaroni, oggi al vertice dell'Eni, quando un anno fa parlava di “dilemma infrastrutturale”, ovvero il fenomeno sociale di separazione fra gli stili di vita, uso del telefonino, del frigorifero e dell'automobile, e le infrastrutture che servono a consentire quello stile di vita, no al ripetitore telefonico, alla linea elettrica, all'autostrada. Ci si accorge che le infrastrutture servono solamente quando mancano di colpo: “Maledizione, non c'è campo e il telefonino non prende”. ¶ La visione “politicamente scorretta” non tiene conto, non può farlo, delle contraddizioni che sono sottese agli slogan semplici. Perché spesso semplicità significa anche semplicismo: nelle poche parole dello slogan deve essere riassunto un pensiero complesso, il quale viene ridotto al concetto di base sfrondandone le sfumature. ¶
Primo piano
Intervista a
Claudio ScajolaO OMinistro delle Attività produttive
Via dal petrolio in cinque anni. Ecco come Più metanodotti, più terminali di rigassificazione, più carbone (non escludendo un compenso ai Comuni che ospitano centrali alimentate con il combustibile solido), più energie rinnovabili. Con un occhio al successo del fotovoltaico e senza perdere di vista il nucleare. Claudio Scajola, ministro delle Attività produttive, spiega in dettaglio come intende chiudere l'era del petrolio nelle centrali italiane. E avverte: su temi di lungo periodo, come l'energia, servono scelte condivise. di Fausto Cariotiø
Ministro, che giudizio dà dello stato attuale del settore elettrico italiano? Quali progetti ha portato avanti in questi mesi? g Nel settore dell'energia elettrica il Governo ha ereditato una situazione di elevata vulnerabilità alle tensioni che di volta in volta insorgono nel mercato petrolifero mondiale, quali quelle viste nello scorso anno con prezzi in forte rialzo ed instabili. A questa vulnerabilità contribuiscono sia il mix sfavorevole di fonti energetiche impiegate nella generazione di energia, sia le difficoltà nel realizzare le infrastrutture necessarie all'importazione di gas naturale liquefatto ed al trasporto interno dell'energia prodotta, per utilizzare al meglio gli impianti di produzione più efficienti. Il Governo si è posto come obiettivo l'eliminazione, entro il 2010, del ricorso al petrolio nella produzione di energia elettrica e la creazione, entro un decennio, di condizioni di prezzo e qualità dei servizi del sistema elettrico comparabili a quelle dei maggiori Paesi
10
europei. Per raggiungere questi obiettivi è necessario diversificare tanto le fonti primarie quanto le aree di approvvigionamento, integrare il mercato energetico nazionale nel mercato europeo, creare interdipendenze con i Paesi produttori, difendere i valori dell'ambiente in una prospettiva di sviluppo energetico ecosostenibile. Affinché il programma possa avere effetto nei tempi previsti degli investimenti necessari, stiamo promuovendo un più intenso coordinamento tra l'amministrazione centrale e le amministrazioni regionali e locali, e tra le stesse amministrazioni regionali. Vi è infatti il rischio che la frammentazione delle iniziative, la varietà delle norme regionali e la complessità dell'ordinamento abbiano un effetto dissuasivo sugli investimenti, soprattutto quelli provenienti dall'estero. ¶
“Efficienza e diversificazione”
Lei ha annunciato un programma pluriennale per garantire il risparmio energetico e la diversificazione dell' approvvigionamento. Su quali linee si muoverà? g Lavoriamo per raggiungere obiettivi di efficienza e diversificazione nell'approvvigionamento delle materie prime energetiche. In tema di risparmio energetico abbiamo dato attuazione, fin dal 2004, ai provvedimenti sul risparmio energetico nel settore del gas naturale e dell'energia elettrica, mediante i cosiddetti “certificati bianchi”, mentre lo scorso agosto abbiamo recepito
“Tecnologie pulite per il carbone” A quali strumenti pensa il suo Ministero per evitare impatti sociali nelle aree vicine alle centrali a carbone? Intende incentivare l'uso di nuove tecnologie? È possibile una riflessione sulla concessione di compensi ai Comuni che ospitano le centrali a carbone, abrogata con il referendum del 1987? g Da tempo, tutti i maggiori Paesi per aumentare la compatibilità ambientale e l'efficienza delle varie fasi del ciclo del carbone, hanno avviato iniziative di ricerca, sviluppo e dimostrazione delle cosiddette "tecnologie pulite del carbone", che riguardano soprattutto la combustione. In tale campo il sistema di ricerca italiano ha una buona posizione a livello internazionale, ed è pronto a cogliere gli spunti più innovativi. Le imprese italiane sono attive sul fronte dell'innovazione tecnologica e partecipano ai principali programmi europei e internazionali di ricerca. La realizzazione dell'impianto a carbone dell'Enel di Civitavecchia potrebbe fornire una
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11 Primo piano
fElementi : Marzo/Maggio 2006
la Direttiva comunitaria per il risparmio energetico nell'edilizia. Quanto alla diversificazione energetica, stiamo promuovendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili, come mostrano l'attuazione della Direttiva europea sui biocombustibili e i recenti decreti sull'energia fotovoltaica. L'Italia non potrà fare a meno dei combustibili fossili, per i quali dipendiamo in gran parte dall'estero. Tale dipendenza per il gas naturale presenta aspetti che richiedono grande attenzione. Per garantire la sicurezza energetica del Paese è imperativo diversificare sia i canali di approvvigionamento, sia i fornitori. A questo fine vogliamo incrementare la capacità di trasporto dei metanodotti esistenti, realizzare nuovi metanodotti e, soprattutto, nuovi terminali di rigassificazione, strumenti essenziali di flessibilità nell'importazione, a garanzia della sicurezza e della economicità delle forniture. ¶ Quali mezzi di persuasione dovranno essere adottati nei confronti dei produttori di energia per far terminare l'uso del petrolio nelle centrali entro il 2010? La conversione degli impianti sarà agevolata mediante sgravi fiscali? g L'uso del petrolio nelle centrali termoelettriche è già in forte diminuzione a vantaggio del gas naturale. Questo perché le centrali a ciclo combinato a metano hanno efficienza di produzione notevolmente più elevata. Si hanno rendimenti fino al 60% per il gas, contro circa il 40% per il petrolio. Le centrali a gas vengono quindi scelte dagli operatori in base a semplici calcoli finanziari: a parità di combustibile si produce più energia elettrica. Inoltre, le centrali a gas hanno vantaggi ambientali perché producono, a parità di combustibile bruciato, quantità inferiori di emissioni di gas serra. Di conseguenza, non sono necessari sgravi fiscali per gli investimenti nella conversione delle centrali da olio a gas, ma lo snellimento e la certezza dell'iter burocratico per le autorizzazioni, che è quello che stiamo facendo. ¶ Un ruolo sempre più importante lo avrà il carbone, combustibile economico, considerato però un nemico dagli ambientalisti. Quale percentuale di carbone ritiene adeguata nel mix dei combustibili usati nelle centrali italiane da qui al 2010? Gas e fonti rinnovabili come contribuiranno? g Nonostante gli aumenti del costo di approvvigionamento verificatisi negli ultimi due anni, il carbone è considerato ancora la fonte più conveniente per l'alimentazione elettrica. Gli aumenti di prezzo non hanno influito in maniera significativa sul prezzo finale dell'energia, essendo la gran parte degli approvvigionamenti regolata da contratti di fornitura a lungo termine. Nel 2004 è proseguita la crescita dei consumi nazionali di combustibili solidi, che hanno contribuito per l'8,7% alla copertura del fabbisogno energetico nazionale. In Italia oltre 45 miliardi di kWh sono stati prodotti da combustibili solidi, con una crescita, rispetto all'anno precedente, del 17% e con un consumo superiore ai 17 milioni di tonnellate. In uno scenario tendenziale dei consumi e del fabbisogno di energia, predisposto dal Ministero, si assume che nel 2010 la quota del carbone sarà pari al 19%, corrispondente ad una produzione di circa 61 TWh, per effetto della conversione al carbone di alcune centrali attualmente alimentate ad olio combustibile, con un significativo guadagno in termini di efficienza ed abbattimento degli elementi inquinanti. La quota del gas dovrebbe, invece, superare il 50%, e quella delle energie rinnovabili salirebbe a circa il 20%. ¶
Produzione di energia elettrica in Italia % singole fonti sulla produzione lorda totale 1,9% 3,6%
2,5% 7,6%
35,4% 42,8%
eolico, solare, geotermico
altro*
31,1%
gas 15,6%
olio 15,0%
9,6%
carbone
* gas derivati (gas da acciaieria,
18,4%
16,5%
gas d’altoforno e gas
idrico
di cockeria) e altri combustibili (catrame, calore di recupero da pirite,
2000 276,7 TWh
gas residui di processi chimici)
2004 303,3 TWh Fonte: GRTN
buona base di sviluppo anche per l'industria dell'impiantistica. Per le tecnologie particolarmente innovative, dirette alla riduzione dell'impatto ambientale delle centrali a carbone, sono previsti incentivi nell'ambito del bando di finanziamento del Fondo per la ricerca del sistema elettrico, di prossimo avvio. È però opportuna una nuova valutazione della concessione di compensi ai Comuni, con un'attenta considerazione degli aspetti ambientali ed industriali. ¶ Quale l'importanza delle fonti rinnovabili nei prossimi anni? Come incentivarne l'uso? g Nel settore elettrico, l'obiettivo al 2010 è di aumentare la produzione dai circa 55 TWh attuali a oltre 70 TWh. È una sfida difficile, che presuppone uno sviluppo rilevante delle nuove fonti rinnovabili - eolico, rifiuti e biomasse - e la salvaguardia delle fonti idrauliche e geotermiche, i cui impianti vanno ammodernati. Ci siamo attivati lungo tre linee. La prima tende a incentivare in modo mirato le nuove fonti rinnovabili. Lo strumento principale è quello dei certificati verdi commerciabili, rilasciati per otto anni agli impianti eolici e per un periodo ancora maggiore agli impianti a biomasse. Abbiamo introdotto uno specifico incentivo per l'energia solare fotovoltaica, ancora troppo costosa per poter accedere al meccanismo dei certificati verdi. La seconda linea consiste nell'impiegare lo stesso strumento dei certificati verdi anche per sostenere gli interventi di ammodernamento degli impianti idroelettrici e geotermoelettrici. La terza è diretta a perfezionare le regole di accesso agli incentivi, così da garantire la finanziabilità dei progetti. ¶ Il governo ha promosso l'installazione di impianti fotovoltaici nelle case. Quante sono state le domande dei privati? g Il provvedimento che abbiamo preso lo scorso luglio per incentivare gli impianti fotovoltaici ha ottenuto
12 Primo piano
“Programma fotovoltaico? Un successo” Quanti impianti fotovoltaici sono stati realizzati? Quanti sono in fase di realizzazione? g Si stima che in Italia siano oggi operativi impianti fotovoltaici per circa 30MW e che, per effetto delle iniziative prese negli scorsi anni dal Ministero dell'Ambiente, altri 15-20 MW dovrebbero divenire operativi nel prossimo biennio. Tenuto conto di questo risultato, con un nuovo provvedimento, appena varato, ho esteso l'agevolazione per portare la realizzazione complessiva di questi impianti fino alla potenza di 500 MW. ¶ Se l'attuale maggioranza dovesse uscire confermata nelle prossime elezioni, ritiene che la costruzione di nuove centrali nucleari debba entrare a far parte del programma di governo? g Tra le opzioni strategiche da considerare ritengo che quella del ricorso al nucleare per produrre energia elettrica debba ricevere attenzione. Si dovrebbero cioè esaminare l'insieme dei problemi che pone, dall'accettabilità sociale e la sicurezza delle popolazioni, ai costi degli investimenti necessari, ai tempi effettivi di ritorno degli investimenti ed allo smaltimento dei rifiuti radioattivi. L'impiego della tecnologia nucleare, in realtà, insieme all'efficienza, al risparmio energetico, e alla massimizzazione dell'uso delle fonti rinnovabili, consentirebbe di raggiungere efficacemente gli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Il Governo segue con attenzione gli sviluppi del settore a livello internazionale, in particolare quegli aspetti che rendono difficile nel breve periodo, non solo in Italia ma anche all'estero, un massiccio ricorso a questa tecnologia per la produzione di energia elettrica. Per questi motivi, il Governo intende perseguire obiettivi industriali e di ricerca realisticamente raggiungibili, che mi auguro possano essere condivisi anche dall'opposizione. In una prospettiva del settore nucleare, che guarda
al medio-lungo periodo, credo opportuno che il Paese partecipi, fin d'ora, a progetti internazionali per lo sviluppo e l'industrializzazione dei reattori nucleari di terza generazione, come il progetto europeo EPR di reattore nucleare. Vogliamo promuovere la formazione di un gruppo di interesse nazionale che possa partecipare al programma Generation IV International Forum. Nello stesso tempo occorrono soluzioni adeguate per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. ¶ Una volta completata l'uscita dell'Enel e dell'Eni dal capitale delle società delle reti dell'elettricità e del gas, quali le vie per garantire il rafforzamento e l'imparzialità di queste reti? g L'uscita progressiva dell'Eni e dell'Enel dal capitale sociale delle società che sono proprietarie e gestiscono le reti di trasporto del gas e della trasmissione di energia elettrica, è prevista da una norma di legge. Essa è stata attuata per la rete elettrica, mentre è stata avviata per la rete del gas. Il processo deve essere accompagnato dall'introduzione di meccanismi tali da garantire, in armonia con il diritto europeo, che le reti non siano acquisite da altre società, nazionali o straniere, che possano trarne indebiti vantaggi di mercato, o generare, anche nel medio termine, problemi per la sicurezza degli approvvigionamenti. In particolare, per la rete di trasmissione dell'energia elettrica, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono state fissate le modalità per la cessione delle quote azionarie della proprietà, con clausole di salvaguardia degli interessi fondamentali del Paese quanto al funzionamento e alla sicurezza della rete. È stato poi introdotto un limite del 5% per i diritti di voto nei confronti dei soggetti titolari di attività nel settore, che potrebbero avvantaggiarsi della partecipazione nella gestione della rete. È stato previsto un Comitato, nel quale siedono gli “stakeholders”, con il compito di verificare ed aggiornare il Codice di rete, contenente le regole tecniche, di carattere obiettivo e non discriminatorio, per l'accesso e l'uso della rete di trasmissione. Una soluzione analoga è stata prevista per la cessione da parte dell'Eni delle quote azionarie di SnamReteGas. Il relativo decreto, già approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri, ha ricevuto parere favorevole dalle Commissioni parlamentari. ¶ La fusione di Terna e Snam Rete Gas, suggerita da Mediobanca, è una strada percorribile? g L'ipotesi va valutata nei suoi aspetti funzionali, strategici ed economico-finanziari. Le società operano in campi diversi e quindi sono limitate le
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13 Primo piano
fElementi : Marzo/Maggio 2006
un successo di domanda al di là di ogni attesa. Tra il 19 settembre e il 31 dicembre 2005 sono pervenute circa 12.000 domande, per una potenza totale degli impianti di circa 350 MW, superiore a quella che s'intendeva incentivare. ¶
sinergie ottenibili per l'ottimizzazione dei costi ed il contenimento delle tariffe per gli utenti del sistema. Nel caso in cui una fusione fosse motivata dall'esigenza di mettere la nuova impresa al riparo da acquisizioni ostili o da gestioni non conformi ai requisiti di trasparenza, concorrenza, diversificazione degli approvvigionamenti e sicurezza del sistema, tale esigenza potrebbe essere giĂ assicurata con gli strumenti vigenti, come avviene per la rete elettrica.
Confronto tra la produzione lorda totale e la produzione rinnovabile dal 1994 al 2005 (GWh) Le fonti rinnovabili
231,804
241,480
244,424
251,462
259,786
265,657
276,629
278,995
284,401
293,865
303,321
48,368
41,618
46,440
46,449
46,893
51,992
51,386
55,088
49,013
47,971
55,669
| 1994
| 1995
| 1996
| 1997
| 1998
| 1999
| 2000
| 2001
| 2002
| 2003
| 2004
Produzione totale Produzione rinnovabile (variabile per fattori climatici) Fonte: GRTN
fAh
14 Primo piano
Incontro con
Altero MatteoliO OMinistro dell'Ambiente
Dovremmo fare più affidamento sul gas, le energie alternative, e più limitatamente, sul carbone. Il gas utile nei prossimi anni anche per rispettare gli impegni di Kyoto, ma occorre diversificare i Paesi di approvvigionamento. Fondamentale il ruolo del GRTN per l'energia rinnovabile. Gli incentivi a questo settore creano mercato, testano nuove tecnologie, nuovi materiali e rendono competitive queste fonti di energia. Il Fotovoltaico? Una piccola storia di successo. L'eolico ha ormai una tecnologia matura. Molti i progetti per nuovi campi eolici; essenziale sarà l'impatto con il territorio. Il risparmio energetico non è una soluzione minimalista, può ridurre il consumo di energia in modo consistente. di Francesco Signorettaø
Non c'è sviluppo senza energia. Ma l'energia ha un costo e produrla significa fare i conti con le compatibilità ambientali. Da qui il dibattito sul che fare e come farlo per assicurare alle attuali e alle future generazioni le risorse di cui hanno e avranno bisogno, senza ipotecare la qualità della vita del pianeta. ¶ Un discorso d'attualità, che per l'Italia riveste più che mai carattere d'urgenza, perché il nostro Paese ha scelto di rinunciare al nucleare e adesso, anche qualora si dovesse decidere di ritornare indietro, impiegherebbe non meno di una decina d'anni per avere le prime ricadute in termini di risorse energetiche aggiuntive. Ma il gap non è incolmabile. La parola d'ordine dei tecnici è diversificare per svincolare l'Italia dal cappio del petrolio i cui prezzi recentemente sono volati alle
stelle, ma anche puntare su una politica di risparmi e incentivare le risorse rinnovabili. ¶ E qui casca l'asino, almeno per quanto riguarda l'Italia. Il nostro Paese, nonostante l'attenzione che alla questione dedica il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, è ancora indietro. Il 18% dell'energia che produciamo (il 7% del bilancio energetico nazionale) arriva da fonti rinnovabili, ma solo perché siamo allineati all'Europa nel campo tradizionale dell'idroelettrico e del geotermico. Negli ultimi anni abbiamo incrementato la quota di energia che proviene dalle biomasse (oggi il 10% del totale prodotto con le rinnovabili), ma siamo rimasti al palo (appena il 3% dell'energia pulita) sul fronte del solare e dell'eolico che rappresentano la nuova frontiera. Tutto questo mentre la Germania ha incrementato del 40% in un solo anno la capacità solare installata e il Giappone segue a ruota. Il governo si è dato da fare per cambiare marcia, ma il tutto rischia di essere come una goccia d'acqua nel mare dei bisogni. È possibile fare di più? Lo abbiamo chiesto al ministro Matteoli, che vede negli accordi di Kyoto uno stimolo per il nostro sistema elettrico-industriale, ma ha ben presente che, in un'economia liberalizzata, competere significa capacità di innovare, ma anche costi di produzione in linea con la concorrenza. L'energia pulita, in sostanza, non può costituire un fardello in più per le imprese.
:f
15 Primo piano
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Fonti energetiche, primo diversificare
Ministro, quale sarà il ruolo del GRTN, nell'incentivazione delle fonti rinnovabili? g Quello del GRTN sarà un ruolo importante, perché dovrà occuparsi del coordinamento e della semplificazione di tutte le problematiche connesse alle fonti rinnovabili, comprese le azioni propedeutiche che dovranno essere adottate per il loro sviluppo, anche se affidate ad altro soggetto (come TERNA). Per esempio, un problema tecnico che dovrà affrontare nell'immediato è quello relativo all'allacciamento alla rete degli impianti a fonti rinnovabili che, ad oggi, risulta un vero vulnus per la diffusione degli stessi. ¶ Però l'energia prodotta nel rispetto dell'ambiente ha sicuramente costi di gran lunga superiori ? g È vero, proprio per questo è necessario nel breve periodo dare incentivi economici alle fonti energetiche rinnovabili, soprattutto a quelle, come il fotovoltaico, che con le proprie gambe non sono in grado di affrontare il mercato. Attraverso gli incentivi si crea il mercato, si testano nuove tecnologie e nuovi materiali e si rendono più competitive queste forme di energia alternativa. ¶
“Le fonti rinnovabili migliorano l'ambiente” Qual è lo stato dell'arte ? g L'Italia, nonostante lo si consideri il fanalino di coda per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, grazie soprattutto all' idroelettrico, alla geotermia ed in parte anche alle biomasse, si posiziona al terzo posto in Europa con 55,7 miliardi di kWh prodotti nel 2004, circa il 18% dell' energia prodotta in Italia. Certamente non è molto e qualcosa di più si potrà fare anche grazie al recente decreto legislativo sulle fonti rinnovabili che incentiva un aumento percentuale annuo nella produzione di elettricità da fonte rinnovabile e estende il meccanismo dei certificati verdi. Però rendiamoci conto che le fonti rinnovabili non potranno mai diventare la soluzione definitiva alla nostra dipendenza dai combustibili fossili, ma costituiscono un contributo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento e nello stesso tempo riducono l'impatto dell'energia sull'ambiente. ¶
16 Primo piano
E il fotovoltaico ? g Quella del fotovoltaico la potrei definire una piccola storia di successo. Dopo un periodo di stasi abbiamo trovato una formula di incentivi in conto energia - l' energia prodotta dall' impianto fotovoltaico è venduta alla rete elettrica a tariffe incentivanti - che sta dando risultati importanti. Esaurita la prima tranche di incentivi per 100MW si è deciso, per venire incontro a tutte le domande che erano restate inevase, di incrementare gli incentivi. Questa volta, non diretti, come è stato in passato, agli enti locali, ma in parte preponderante ai privati, ai cittadini e addirittura ai condomini che potranno installare un impianto solare e vendere l' energia alla rete ad una tariffa tre volte superiore a quella media di fornitura dell' energia elettrica. In questo modo chi installa un impianto fotovoltaico lo ammortizza in circa 10 anni e poi comincia a guadagnare sull' energia che vende in rete. ¶ Ma qui il costo del kWh è cinque volte quello da petrolio. Questo è sicuramente un limite. Quali sono le prospettive? g Gli incentivi che abbiamo dato servono proprio a stimolare la ricerca, l'innovazione e a sviluppare la domanda. Solo così si potranno introdurre sul mercato nuove tecnologie in grado di ridurre il costo del kWh e rendere più competitiva questa fonte energetica. ¶ Si dice che lo sfruttamento dell'eolico sia più conveniente. g La tecnologia eolica è ormai matura e negli ultimi anni ha mostrato un buon incremento percentuale, nonostante le tante opposizioni locali, le campagne contrarie portate avanti dall' ex ministro dell' Ambiente Carlo Ripa di Meana e le prese di distanza di alcune Regioni italiane. Ci sono molti progetti in corso per la realizzazione di campi eolici che fanno ben sperare; certamente è essenziale che le pale eoliche si inseriscano bene nel paesaggio come mi sembra sia accaduto negli ultimi impianti inaugurati. ¶
“Creare nuovi rigassificatori”
Produzione rinnovabile dell’Unione Europa nel 2003 (quota percentuale sulla richiesta) Le fonti rinnovabili
53,8
Austria 40,3
Svezia 34,9
Portogallo 23,1
Finlandia
22,5
Spagna 15,6
Danimarca
14,6
Italia
13,3
Francia
11,6
Grecia 8,0
Germania
Regno Unito
2,8
Paesi Bassi
2,7
Lussemburgo
2,5
Belgio
1,7 13,9
UE 15
%0
10
20
30
40
50
60 Fonte: GRTN
Volendo essere concreti sembrerebbe che al consumatore italiano non resta altro che risparmiare, e al Paese, la strada obbligata della diversificazione. g Nel breve periodo non abbiamo altre soluzioni a portata di mano. Ma non creda, sul fronte del consumatore, che il risparmio energetico sia una soluzione minimalista. Piccoli accorgimenti quotidiani ed acquisti mirati possono infatti far risparmiare energia in modo consistente e al tempo stesso far bene all' ambiente. Se è vero che un frigorifero di classe A è più costoso, è anche vero che fa risparmiare il 65% di energia, così come una lampadina ad alta efficienza riduce il consumo energetico fino al 70% e dura molto di più di una lampadina convenzionale. Per quanto riguarda la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, il paniere su cui potrà far affidamento l'Italia comprende, oltre al petrolio, il gas, le energie alternative e in misura limitata anche il carbone pulito. ¶ Il futuro può essere quindi nel gas ? g Il gas ci potrà aiutare nei prossimi anni non solo dal punto di vista energetico, ma anche per tener fede agli impegni presi con il Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Anche per il gas è però necessario diversificare i Paesi da cui provengono gli approvvigionamenti e per questo, come ho detto più volte, è necessario far partire la realizzazione dei rigassificatori. fAh
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fElementi : Marzo/Maggio 2006
5,4
Irlanda
Faccia a Faccia
fh
Bruno Tabacci
Enrico Letta
“Energia: quale futuro?” Letta e Tabacci: Il futuro è nelle fonti rinnovabili. Tabacci: in particolare nel vettore idrogeno. Letta: le rinnovabili garantiranno la sicurezza degli approvvigionamenti e la compatibilità ambientale. Ma quanto è distante questo futuro? La fonte che può essere più sfruttata? Tabacci: La geotermia e il fotovoltaico, da installare sui tetti delle nuove case. Letta: Occorre una politica equilibrata di incentivi alle fonti rinnovabili. E non trascurare il risparmio energetico. La fonte tradizionale con più futuro? Tabacci: Il carbone pulito. Letta: L'Italia ha scelto il gas naturale. I settori energia elettrica e gas sono connessi, le politiche di liberalizzazione ne dovranno tenere conto. E il nucleare? Letta: Il nucleare non è un'opzione disponibile. Acquisiamo però le competenze tecniche e cogliamo gli eventuali sviluppi positivi. Tabacci: L'Europa e il mondo usano il nucleare. Noi non possiamo perdere di vista i progressi della ricerca. Impegniamoci in compartecipazioni nella produzione di energia da nucleare in altri Paesi europei. di Goffredo Galeazziø
18 Primo piano
Il problema energetico ha un ruolo e una valenza strategici per la competitività del sistema Italia. L'apertura dei mercati dell'elettricità e del gas ha portato nuovi operatori, e su impulso delle direttive comunitarie, impone scelte che avranno un impatto nei prossimi 10-15 anni. Per capire fino a che punto l'energia può rappresentare un tema condiviso, abbiamo rivolto, in un virtuale "faccia a faccia", alcune domande al Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera Bruno Tabacci e all'ex ministro Enrico Letta. ¶ Il futuro dell'energia è nelle fonti rinnovabili? g hLETTA: Si, è nelle fonti rinnovabili. Questo ci consentirebbe di raggiungere obiettivi fondamentali per l'Italia e per gli altri Paesi industrializzati, quali la sicurezza degli approvvigionamenti e la compatibilità ambientale. Purtroppo non sappiamo quanto siamo distanti da questo futuro. Queste fonti sono grandi opportunità di business, ma hanno bisogno di norme chiare e stabili nel tempo, per cogliere le opportunità migliori e minimizzare i costi di finanziamento dei contributi alle medesime fonti. Infatti, i costi dell'energia nel nostro Paese sono ancora molto elevati rispetto ai partner europei e non possiamo permetterci sprechi. g fTABACCI: Nel medio-lungo termine sì, e in particolare nel vettore idrogeno, prodotto attraverso fonti rinnovabili. In un orizzonte più
vicino, pur mantenendo l'obiettivo di un graduale incremento della produzione di energia da fonti pulite, credo nella generazione termoelettrica, il cui obiettivo, di qui al 2010, è l'abolizione dell'uso del petrolio, utilizzando un mix di gas, carbone pulito e rinnovabili. ¶ Quale fonte ha più possibilità di sfruttamento e perché? g fTABACCI: A parte la geotermia, il fotovoltaico nel quale occorre ridurre il gap che ci separa dalla Germania. Il Conto Energia, lo strumento previsto dal recente decreto, ha dato esiti positivi e ampiamente superiori alle attese. Esaurite le prime domande, e prevista l'estensione dei MW incentivabili, bisogna seguire l'esempio spagnolo e prevedere un intervento normativo che stabilisca l'installazione di pannelli fotovoltaici nei nuovi edifici. Riguardo all'eolico: vista la difficoltà di raccogliere il consenso sull'insediamento degli impianti per ragioni di tutela del paesaggio, una soluzione potrebbe essere la realizzazione di piattaforme eoliche nel mare: a cinque chilometri dalla costa il vento soffia con maggior forza, le pale possono raggiungere altezze superiori a quelle normalmente autorizzate sul territorio e non ci sono problemi di rapporti con gli enti locali. Nei Paesi del nord Europa, peraltro queste sono già state realizzate e funzionano perfettamente. E poi, nuovi investimenti per la creazione di filiere integrate nell'agro-industria per uno sfruttamento intensivo delle biomasse, dei rifiuti organici e dei residui agricoli e forestali. g hLETTA: La risposta conduce a identificare più di una fonte rinnovabile. Ve ne sono alcune vicine alla soglia di piena competitività rispetto alle fonti tradizionali e su cui, indubbiamente, occorre indirizzarsi per produrre, subito, energia pulita. Ma su altre occorre investire ora per rendere possibile entro qualche anno un adeguato sviluppo. Una politica equilibrata di incentivi alle fonti rinnovabili richiede un mix di misure che eviti la creazione di inutili rendite e aiuti a diventare più efficiente chi ne ha veramente bisogno. A questo proposito, si deve tener conto che le fonti rinnovabili sono una parte delle tecnologie da incentivare. Stessa attenzione va posta alle tecnologie di risparmio energetico. ¶
Tra le fonti tradizionali, quale è quella più utilizzabile in futuro, per minor costo, minor inquinamento, minor aleatorietà legata a situazioni politiche? g hLETTA: La risposta è molto difficile. L'Italia ha scelto il gas naturale come fonte da utilizzare per lungo tempo. I due settori dell'energia elettrica e del gas naturale sono ormai strettamente connessi e lo saranno ancora di più nel futuro. Le politiche di liberalizzazione ne dovranno tener conto. g fTABACCI: La sicurezza degli impianti grazie alle nuove tecnologie e l'approvvigionamento a minor costo, inducono a guardare con favore un incremento del ricorso al carbone pulito nell'ambito del mix produttivo nazionale. Si tratta di un'opzione quasi obbligata anche tenendo conto degli elementi negativi conseguenti un mix troppo sbilanciato sul fronte del gas naturale, che pongono maggiori problemi sul piano della sicurezza e dell'approvvigionamento. ¶ Sul nucleare, è partita chiusa? g fTABACCI: L' Italia ha rinunciato al nucleare. L' Europa e il mondo no. In Europa l'energia nucleare è la prima fonte di produzione elettrica (25%), seguita dal carbone. Ciò determina ricadute sui costi della produzione di energia, sui consumatori, in termini di aggravio dei costi al consumo, e sul comparto produttivo che utilizza l'energia, in termini di ridotta competitività per maggiori costi di produzione. A questo va aggiunta la fluttuazione al rialzo del petrolio, il cui costo non è prevedibile diminuisca. L'ampio ricorso ai combustibili fossili comporta peraltro problemi di compatibilità ambientale, tali da rendere molto più costosi per l'Italia gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dal protocollo di Kyoto. L'Italia, purtroppo, continua a sottrarsi alla regola che vede gli altri Paesi dell'Unione avvalersi, per il 70% della produzione di energia elettrica, del mix carbone più nucleare. Né si può tacere che l'apertura dei mercati è in condizioni eterogenee un percorso a senso unico. I progressi della ricerca nel nucleare andranno attentamente seguiti e valutati, soprattutto in merito ai costi di produzione nettamente a favore dell'energia nucleare.
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19 Primo piano
fElementi : Marzo/Maggio 2006
fh
Faccia a Faccia Bilancio elettrico nazionale 2004 Disponibilità 325,3 TWh
15,1% Acqua
f
50,3%
49,3 TWh
68,7%
Carbone Olio Gas
153,1 TWh
f
21,9%
223,5 TWh
Consumi industriali
al netto dei pompaggi
1,6% Fluidi Geotermici
f
5,1 TWh
0,6% Vento
1,7%
5,2 TWh
f
Saldo Estero
f
66,6 TWh
Consumi domestici 26,1%
1,8 TWh
14,0%
Consumi 304,5 TWh
Perdite di rete
Consumi agricoli
79,6 TWh
20,8 TWh
45,6 TWh
Consumi terziari Fonte: Terna
A livello comunitario andrà promossa un'analisi riferita ai diversi fattori di costo (oneri per la sicurezza, smaltimento dei rifiuti radioattivi, accantonamenti per decommissioning ecc.), per verificare se la formazione del prezzo dell'energia nucleare avvenga secondo logiche di mercato. E ancora, il nostro Paese, fortemente dipendente nei suoi approvvigionamenti energetici e attivo sul mercato mondiale con una funzione sostanzialmente trasformatrice, non può che avvantaggiarsi dall'integrazione su scala mondiale, oltre che continentale, del sistema di approvvigionamento delle fonti e di trasporto e trasformazione dell'energia. In questa direzione, efficaci sono gli interventi concertati con i Paesi in via di sviluppo per l'applicazione del protocollo di Kyoto. Un esempio, la realizzazione di centrali elettriche ad alto rendimento in Paesi emergenti con tecnologie italiane e risorse finanziarie in parte italiane, prevedendo una forma di project financing che
20 Primo piano
restituisca nel tempo i capitali attraverso i proventi della vendita dell'energia elettrica prodotta. Potrebbe rientrare in questo schema un impegno in compartecipazione di operatori italiani nella produzione di energia elettrica da nucleare in altri Paesi europei, nel rispetto delle regole che presiedono al funzionamento dei diversi mercati. Se l'Italia dunque non è ancora pronta ad affrontare il tema nucleare sul proprio territorio, ritengo sia necessario sollevare rapidamente la questione a livello di Comunità Europea. g hLETTA: Per ora, il nucleare non è un'opzione disponibile. La scelta, nel bene e nel male, è stata già fatta. Bisogna agire rapidamente per riacquisire le competenze tecniche in materia ed essere pronti a cogliere gli eventuali benefici dei nuovi sviluppi tecnologici. fAh
fh
Carlo Andrea BollinoO OPresidente Grtn
LA GESTIONE DEL FOTOVOLTAICO CAMBIA PROSPETTIVA Più incentivazione alla produzione di energia rinnovabile. L'incentivo è commisurato al kWh prodotto nel tempo, che permette un ritorno economico soddisfacente. Il fotovoltaico riduce l'emissione di CO2 ed è una spinta all'imprenditoria per radicare una filiera di lavoro locale. Con lo scambio in rete, tutta l'energia utile prodotta è economicamente valorizzata. Occorre rispettare Kyoto. Ridurre l'utilizzo dell'olio combustibile e aprire alle fonti che costano e inquinano meno. Il nostro piano di emissioni fino al 2012 è poco costoso. Ma poi, o si rinegozia o i costi potrebbero levitare. Sistema elettrico: nel prossimo triennio bisogna migliorare il mix produttivo affrontando la sfida dei termovalorizzatori e delle biomasse. Tra 10-15 anni i frutti della ricerca sul nucleare. di Goffredo Galeazziø ¶ Carlo Andrea Bollino presiede il Gestore del sistema elettrico, società che mantiene una rilevante funzione pubblica: la gestione dei flussi di risorse economiche destinati allo sviluppo e alla promozione delle fonti rinnovabili. Tra le novità, la nuova prospettiva nella gestione del fotovoltaico. Infatti, superando il sistema di incentivazione in conto capitale, si è arrivati all'incentivazione in conto energia, che favorisce la produzione - oggi e in futuro - di energia rinnovabile, con vantaggi per la filiera dell' intero settore. ¶ Quella del conto capitale, dice Bollino, è una vecchia filosofia. Tutta la politica industriale e l'intervento italiano sono stati basati sul conto capitale, senza però
riscontro del ritorno degli investimenti. E questo ha creato le 'cattedrali nel deserto'. L'incentivo al fotovoltaico, in piccolo, rappresenta un approccio nuovo. È una filiera che se ben attuata potrà essere modello per altre forme d'intervento di politica industriale. ¶ Professor Bollino, ci spieghi il meccanismo. g In sostanza si analizza il conto economico dell'iniziativa - quanto costa il nuovo impianto, quanto può produrre nella sua vita utile - e si commisura un incentivo così che la vita economico- finanziaria dell'iniziativa sia sostenibile per un certo numero di anni. ¶ Un esempio? g Nel fotovoltaico si dà un incentivo di circa 0,50 cent. al kWh prodotto per venti anni e questo permette un rientro in circa dieci anni. In pratica, per i primi dieci anni sei in perdita ma nei dieci successivi guadagni. Hai per venti anni un incentivo a produrre energia da fonte rinnovabile. E devi continuare a farlo, altrimenti non 'scatta' la validità economica del progetto. ¶ Conseguenze? g L'obiettivo economico finale raggiunto non è quello di massimizzare l'impianto, ma il rendimento economico della produzione. Per di più da fonte rinnovabile. ¶ Un doppio beneficio.
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fElementi : Marzo/Maggio 2006
Energia alternativa
A colloquio con
Infatti, è possibile seguire la vita economica dell'iniziativa per un lungo periodo, con il vantaggio di ridurre l'emissione di CO2. In particolare, l'approccio del ministro Scajola, che ha graduato dimensione, differenziazione dell'incentivo e normativa, non solo permette di incentivare gli impianti fotovoltaici dal lato della domanda, ma dà la giusta tempistica per la creazione di una filiera industriale dal lato dell'offerta. Anziché importare i pannelli dall'estero, potrà crearsi una domanda che permetterà agli imprenditori che vorranno installare una fabbrica per la produzione di silicio e pannelli fotovoltaici in Italia, di radicare una filiera di lavoro locale. E questo è il terzo beneficio che avremo in futuro. ¶ A quanto ammontano gli incentivi? g A circa 60 milioni di euro l'anno per l'energia prodotta da 100 MW installati. Una piccola cifra, ma è un esempio da utilizzare anche in altri settori. ¶ Professor Bollino vuole chiarire alcuni malintesi relativi alla possibilità di sfruttare anche altre fonti rinnovabili? g Si dice che in Italia c'è scarsa produzione di energia rinnovabile anche se siamo il Paese del sole, del vento. In realtà, il numero di ore di vento sfruttabili dalle tecnologie conosciute è in Italia circa la metà di quello delle ore di vento nel Mare del Nord. Poi c'è un problema di natura di costo-opportunità. Un esempio, Amburgo contro Messina. Nella città tedesca la stagione del riscaldamento dura - per ipotesi - circa 250 giorni l'anno, a Messina 25 giorni. Quindi lo stesso impianto di pannelli solari per la produzione termica di acqua calda che può servire a ridurre i consumi di gas per riscaldamento, si ammortizza ad Amburgo per 250 giorni l'anno, a Messina per 25. Secondo questa ipotesi, nel sud Italia la convenienza economica è un decimo di quella del Nord Europa. Ultimo beneficio del decreto è che mette il fotovoltaico in stretta relazione con lo scambio con la rete elettrica, permettendo l'ammortamento utile in tutte le ore della giornata. Quindi, l'energia utile prodotta è economicamente valorizzata. ¶ Quale spazio c'è per le fonti rinnovabili in Italia? g Le rinnovabili costano più della fonte termica, ma vanno considerate in modo complementare e non alternativo alle fonti tradizionali. Ad esempio, nel mix produttivo di un Paese come la Germania dove c'è abbondanza di carbone che costa poco ma inquina molto, c'è posto anche per le rinnovabili che costano molto ma inquinano poco. In Italia dove c'è un grande utilizzo di gas, fonte che costa molto ma inquina a metà, tra carbone e rinnovabili, siamo bloccati dal fatto che già inquiniamo meno per unità di energia prodotta. Ma, nell'ottica di incentivazione delle rinnovabili, va messo in conto il fatto che il gas costa molto. ¶ Insomma si può diversificare il mix di combustibili in centrale? È possibile puntare con maggiore decisione verso le rinnovabili? g Dobbiamo ridurre l'utilizzo dell'olio combustibile - come dicono le aziende del settore - e destinare quello spazio sia all'economicità, ovvero a fonti che costano meno, sia alle fonti rinnovabili che inquinano meno. Certamente esiste un problema di sistema Paese ma anche un problema aziendale. Enel ha detto con chiarezza di voler puntare sulle rinnovabili e sul carbone pulito. In questo senso è economicamente in linea con i competitori internazionali. Tra l'altro bisogna rispettare il protocollo di Kyoto. Il nostro piano di emissioni fino al 2012 è ancora poco costoso. Ma se si va avanti così, dopo quella data, o si rinegozia o potrebbe diventare molto più costoso. ¶ Professore, cosa manca al sistema elettrico nazionale per essere competitivo? g Oggi per essere competitivi non manca niente. Siamo al meglio degli investimenti. Nel prossimo triennio, i piani di investimenti ci porteranno a migliorare il mix produttivo ma andrà affrontata la sfida dei termovalorizzatori e delle biomasse. Nel lungo periodo, 10-15 anni, c'è la ricerca scientifica sul nucleare.
22 Energia alternativa
fAh
Superiore alle aspettative la risposta al Decreto di incentivazione del fotovoltaico. L'obiettivo è di avere 500 MW di potenza installata di impianti fotovoltaici. Si profila un grande cambiamento per il nostro Paese. di Maria Pia Terrosiø
Emanato il 28 luglio di quest'anno dal Ministero delle Attività produttive con il Ministero dell'Ambiente, il Decreto di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici ha prodotto un "boom" inaspettato. Il provvedimento ha fissato in 100 MW la potenza totale incentivabile, di cui 60 MW destinati agli impianti fotovoltaici medio-piccoli di potenza compresa da 1 a 50 kW e 40 MW agli impianti più grandi da 50 kW fino a 1.000 kW. Possono usufruire dell'incentivazione gli impianti entrati in esercizio dopo il 30/09/2005, a seguito di nuova costruzione, rifacimento totale o potenziamento di un impianto preesistente. L'obiettivo del decreto è avere entro il 2015, in Italia, una potenza installata da fotovoltaico pari a 300 MW, portati a 500 MW con il decreto di gennaio. Un risultato che
1∞ Trimestre (19-30 settembre 2005) _Classe di potenza
Domandef . . . Numerof . . . Potenza (kW) Pervenutef . . . . . . . . . 2390f . . . . . . . . . . :18.026
1 kW £ P £ 20 kW
Accettatef . . . . . . . . . .1832f . . . . . . . . . . :13.877 Respintef . . . . . . . . . . . 558f . . . . . . . . . . . :4.149 Pervenutef . . . . . . . . . .1200f . . . . . . . . . . :54.605
20 kW < P £ 50 kW
Accettatef . . . . . . . . . . .993f . . . . . . . . . . :45.248 Respintef . . . . . . . . . . . .207f . . . . . . . . . . . :9.357 Pervenutef . . . . . . . . . . . 78f . . . . . . . . . . :48.739
50 kW < P £ 1.000 kW
Accettatef . . . . . . . . . . . .46f . . . . . . . . . . :26.990 Respintef . . . . . . . . . . . . 32f . . . . . . . . . . :21.749 Pervenutef . . . . . . . . . 3668f . . . . . . . . . :121.370
totale
Accettatef . . . . . . . . . .2871f . . . . . . . . . . :86.115 Respintef . . . . . . . . . . . 797f . . . . . . . . . . :35.255
metterebbe l'Italia al secondo posto in Europa, dopo la Germania, che a fine 2004 viaggiava sugli 800 MW di potenza installata e prima di Olanda e Spagna. ¶ Il Grtn, nominato soggetto attuatore del decreto, ha ricevuto per il primo trimestre ben 3668 domande, per una potenza nominale pari a 121,4 MW, superiore ai 100 MW incentivabili previsti. Più della metà di queste domande - 2390- riguardavano piccoli impianti fino a 20 kW, 1200 per impianti da 20 a 50 kW e solo 78 per grandi impianti di produzione. ¶ Oggi che il Grtn ha completato la verifica della congruità e della correttezza delle domande inoltrate, sono risultate corrette solo 46 delle 78 domande per i grandi impianti presentate, per una potenza di 27 MW, lasciandone disponibili 13 MW per il trimestre successivo, e 2825 delle 3590 domande relative agli impianti piccoli e medi, per una potenza di 59 MW, lasciandone disponibile solo 1 MW per il trimestre successivo. ¶ E il boom non accenna a diminuire. Per il secondo trimestre (ottobre-dicembre), sono arrivate al Grtn 8148 domande, per complessivi 222 MW. Di queste 5225 riferite a impianti fino a 20 kW, 2797 per quelli da 20 a 50 kW, e solo 96 domande relative a grandi impianti. ¶ Vista la risposta straordinaria, è stato emanato un nuovo decreto che ha ampliato la potenza incentivabile, portandola a 500 MW. Tale provvedimento, per permettere all'intero settore di strutturarsi funzionalmente per far fronte alle mutate richieste del mercato, ha anche fissato dei limiti annuali di incentivazione. ¶ Le spiegazioni di questo successo vanno cercate in alcune novità contenute nel decreto. La prima è che gli incentivi stabiliti per gli impianti fotovoltaici non sono
Fonte: GRTN
:f
23 Energia alternativa
fElementi : Marzo/Maggio 2006
UN "BOOM" NON ANNUNCIATO
Fotovoltaico
2∞ Trimestre (1 ottobre - 31 dicembre 2005): domande pervenute al 28-12-2005 _Classe di potenza
Numerof . . . .Potenza (kW)
1 kW £ P £ 20 kW 20 kW < P £ 50 kW 50 kW < P £ 1.000 kW totale integrazioni totale pratiche
. . . . . .5255f . . . . . .2797f . . . . . . . .96f . . . . . .8148f . . . . . . .252g . . . . . .8400g
Fonte: GRTN
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più erogati in conto capitale ma in conto energia. Chi vuole realizzare un impianto fotovoltaico, sia una famiglia o un piccolo produttore, riceve dal Grtn per 20 anni un incentivo pari a circa 0,50 euro per kWh di energia elettrica prodotta dall'impianto (per gli impianti più grandi per i quali è prevista una gara, le tariffe richieste sono andate da 0,39 a 0,49€/kWh, pari al valore massimo consentito). Tale incentivo, nei primi dieci anni, va ad ammortizzare le spese sostenute per realizzare l'impianto, mentre nei dieci anni successivi consente un vero e proprio guadagno.
¶ Ma non è tutto. L'incentivo di cui si è detto, si aggiunge al valore dell'energia. Poniamo il caso di una famiglia media, con un consumo di 3000 kWh annui, che abbia installato sul tetto della propria abitazione due pannelli fotovoltaici. Questa, oltre ad utilizzare per i propri consumi l'energia prodotta dal suo impianto, potrà eventualmente, accordandosi con il distributore locale, immettere in rete l'energia prodotta in eccedenza (servizio di scambio sul posto). Alla fine dell'anno, se avrà prodotto meno di quanto ha consumato e quindi ha assorbito energia elettrica dalla rete, pagherà l'energia che ha assorbito. Se al contrario, ha prodotto più di quanto siano stati i suoi consumi, il saldo energetico va a suo credito per l'anno successivo. ¶ Nel caso di un impianto di potenza superiore a 20 kW l'energia può essere utilizzata per i propri consumi o ceduta in rete al distributore locale a prezzi molto convenienti, fissati dall'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas. ¶ Ma a tale forte adesione agli incentivi è sotteso anche un cambiamento culturale. La produzione fotovoltaica, come tutte le fonti rinnovabili, contribuisce a diminuire la produzione di CO2 e riduce i consumi di combustibili tradizionali. La maggiore sensibilità diffusa in merito alla salvaguardia dell'ambiente e alla riduzione di emissioni climalteranti ha certo contribuito a mettere in moto questo settore. Il programma di incentivazione ha quindi anche l'obiettivo di riorganizzare l'intera filiera del settore fotovoltaico, favorendo, nel tempo, la riduzione dei costi di investimento e contribuendo ad un suo maggiore sviluppo. fAh
24 Energia alternativa
FONTI RINNOVABILI
di C.Cor.ø C'è un edificio in Europa che ruota per seguire il percorso del sole. Si trova nel sud della Germania, a Friburgo, cittadina medioevale, una delle 'capitali' dell'energia solare. La stazione ferroviaria e un intero quartiere funzionano con i tetti fotovoltaici e non lontano dall'Heliotrop, il 'palazzo' che gira intorno al sole, sorge il Fraunhofer Institut, famoso centro di ricerca sulle tecnologie solari. ¶ Friburgo non è sola. A Berlino lo storico edificio del Reichtstag sfrutta la geotermia per riscaldare gli ambienti; a Lipsia si estende una delle maggiori centrali fotovoltaiche al mondo, il 'Solarpark Leipziger Land' che rivaleggia con il gigantesco tetto solare di Gelsenkirchen, nella Ruhr. Accanto allo stadio che ospiterà i Mondiali 2006, svetta una immensa vela di pannelli al silicio che fornisce elettricità alla rete pubblica. ¶ Luce, calore, aria condizionata. In Germania lo sfruttamento delle fonti rinnovabili sta rivoluzionando il modo di produrre e utilizzare l'energia. Un insieme di normative, incentivi, investimenti in ricerca e sviluppo, ma anche edilizia intelligente, risparmio, efficienza e una forte cultura politica, sociale e industriale, ne hanno fatto un leader mondiale. ¶ Se nell'idroelettrico, i numeri sono in linea con altri Paesi europei, con circa 9.900 MW di capacità produttiva, nelle ‘nuove’ fonti-eolico, fotovoltaico, biomasse-la supremazia è indiscussa. Primi in assoluto nell'eolico, i tedeschi sono al secondo posto al mondo dopo il Giappone nel fotovoltaico e fra i migliori per diffusione dei sistemi solari termici, sfruttamento delle
biomasse, biocarburanti. Ne è nata un'industria fiorente che vede protagoniste aziende come GE Energy, Siemens AG, Vestas Central Europe e Voith Siemens: solo per l'eolico il giro d'affari ammonta a 4 miliardi di euro, la metà del totale mondiale. ¶ Se negli anni '80 imbattersi in una pala era uno spettacolo raro, oggi l'Agenzia per l'energia (Dena) dispone di 16.629 MW di potenza installata di cui 2.037 solo nel 2004. L'obiettivo nazionale è raggiungere 22 mila MW entro il 2010 e 25 mila MW nel 2030. Le wind farm tedesche producono in media 30 miliardi di kilowattora l'anno, soddisfano il 6% circa dei consumi di energia elettrica e danno lavoro a 50 mila persone. Le aziende sono un centinaio ed esportano sui mercati europei, in Brasile e in Cina dove Vestas ha appena vinto la gara per cinque maxi impianti eolici. Altri 10 mila posti dovrebbero arrivare con i nuovi impianti off shore nel Mare del Nord che consentiranno di superare le difficoltà legate al reperimento di nuovi siti sulla terra ferma, ai vincoli di altezza e alle proteste locali che secondo alcuni osservatori, starebbero rallentando lo sviluppo dell'eolico. ¶ Nel fotovoltaico, con 760 MW installati, sono attive 3.500 aziende di piccole e medie dimensioni; lavorano oltre 20 mila persone e nel 2004 il giro d'affari ha raggiunto gli 1,5 miliardi di euro. ¶ Forte la leadership tedesca anche nel solare termico. Sui tetti delle case sono installati oltre sei milioni di metri quadrati di collettori, la metà del totale europeo. Nel settore sono impiegate 12 mila persone, il fatturato cresce più del 10% l'anno
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25 Energia alternativa
fElementi : Marzo/Maggio 2006
DEUTSCHLAND ÜBERALLES
Speciale Germania
e nel 2004 ha toccato i 600 milioni di euro. Oggi il 4% delle famiglie tedesche e molte strutture pubbliche utilizzano questa fonte energetica che, secondo stime, consente di risparmiare 270 milioni di litri di petrolio l'anno. ¶ La forte riduzione dei costi, l'aumento dell'efficienza e l'incremento della domanda hanno accelerato lo sviluppo del solare termico per il quale è previsto il raddoppio degli impianti installati nei prossimi quattro anni. Anche lo sfruttamento del biogas agricolo e delle biomasse legnose da residui agricoli e forestali è un'attività rilevante che ha dato vita a un'industria che occupa 50 mila persone. ¶ Un notevole sforzo tecnologico e un efficace quadro normativo spiegano questi risultati. La prima legge a sostegno delle rinnovabili in Germania risale al 1990, quando fu introdotto un sistema di incentivi obbligatori per l'energia elettrica prodotta dal vento e dall'idroelettrico di piccole dimensioni. A metà anni '90 arrivano gli aiuti al biodiesel che oggi copre il 3% del mercato dei carburanti e nel 2000, la coalizione di Schroeder approva una norma quadro, la Erneuerbare-EnergienGesetz, pietra miliare del sistema di incentivi alle fonti rinnovabili. ¶ “È riconosciuta una tariffa d'ingresso e una garanzia ventennale per il contratto di cessione dell'elettricità, tra periodo con incentivi e periodo a prezzi di mercato” spiegano Wolfgang Palz del Wcre e Giuseppe Onufrio, dell'Issi in una ricerca sul 'Caso Germania'. La EEG è stata emendata due anni fa per ampliarne il raggio di azione e oggi, secondo la Dena, permette investimenti per miliardi. Una forte spinta è venuta anche dal sistema di crediti a tasso agevolato del programma '100 mila tetti fotovoltaici'. ¶ Uno dei provvedimenti più innovativi riguarda l'obbligo di standard minimi di efficienza nell'edilizia, 70 kWh/m2 anno per i nuovi edifici, o per ristrutturazioni superiori ai 1000 m2. Criteri di efficienza energetica sono stati introdotti a Berlino nella progettazione, nei concorsi, nei piani edilizi locali, nei contratti di vendita per proprietà statali. ¶ La spinta viene anche dal sistema fiscale e dalla ricerca. Le ecotasse che riguardano tutte le fonti energetiche comprese le rinnovabili, devono essere reinvestite in questo settore per la parte che riguarda le fonti ecologiche. La Germania è terza al mondo, dopo Giappone e Stati Uniti, negli investimenti in ricerca e sviluppo, secondo il Rapporto sulle politiche per le fonti rinnovabili
26 Energia alternativa
fra il 1990 e il 2002 nell'Ocse, appena pubblicato dall'Agenzia Internazionale dell'Energia. ¶ “Il modello tedesco poggia su un largo utilizzo di nucleare e carbone che consentono di produrre energia a basso costo, liberando molte risorse per sostenere le fonti ecologiche” spiega Davide Tabarelli, direttore del Rie, l'Istituto di ricerca sull'energia e l'industria. Da qui il duplice successo di questo Paese che ha realizzato una quota consistente di fonti rinnovabili e un'industria leader, “in grado di esportare il proprio prodotto in tutto il mondo'' rileva il direttore del Kyoto Club, Gianni Silvestrini. ¶ Nel 2004, durante un convegno mondiale sull'energia pulita, l'ex cancelliere Schroeder ha rivendicato al suo governo il merito di aver “raddoppiato la quota di energia elettrica da fonti rinnovabili e tagliato del 20% i gas serra'', creando 120 mila posti di lavoro e attirando investimenti per oltre 6 miliardi di euro l'anno. Cambierà qualcosa con l'arrivo al governo della coalizione guidata da Angela Merkel? La nomina al ministero dell'Ambiente di Sigmar Gabriel, socialdemocratico, considerato molto vicino all'ex ministro verde Trittin, antinuclearista convinto e forte sostenitore delle rinnovabili, sembra confermare la volontà di proseguire con i sostegni alle fonti rinnovabili e la chiusura delle centrali nucleari decisa nel 2000. Nel novembre 2003 è stata spenta la centrale di Stade e nel maggio 2005 quella di Obrigheim e il loro smantellamento è previsto per il 2007. ¶ Un documento bipartisan sull'energia sottoscritto a novembre dalla Cdu, Csu e Spd riconosce la diversità di vedute sul nucleare dei componenti della coalizione e sottolinea che, “proprio per questo, non verrà cambiato l'accordo del giugno 2000 con le aziende nucleari (Atomgesetz)'' sulla progressiva fuoriuscita dall'atomo entro il 2020. ¶ Secondo il Piano energetico nazionale le fonti rinnovabili dovranno coprire il 12,5% del fabbisogno complessivo di energia elettrica al 2010 e arrivare al 20% nel 2020, data alla quale le emissioni dei gas ad effetto serra dovranno esser ridotte del 40%. Restano però alcune incognite, legate alle resistenze crescenti all'eolico e alla revisione della legge quadro sull'energia pulita, annunciata per il 2007 dai partiti della coalizione, per definire nuove priorità di azione, ritirare gli incentivi e verificare le strategie. fAh
Italia-Germania? È un'altra partita D'acchito sembrerebbe che l'Italia sia più avanti della Germania, con più bassi consumi energetici pro capite (2,97 tep/ab al 2000 contro 4,14 tep/ab) e una quota del 16% di elettricità prodotta con le rinnovabili, contro il loro 8%. ¶ Ad un esame più attento si scopre però che pesano le diversità climatiche e del sistema industriale e che quasi tutta la nostra elettricità verde viene da fonti ecologiche tradizionali: idroelettrico, geotermia, biomasse, mentre quelle più innovative come il solare e l'eolico, stentano ad affermarsi. Secondo i dati del Gestore del sistema elettrico - Grtn e l'ultimo rapporto dell'Enea, queste ‘nuove’ fonti ecologiche soddisfano il 3% del fabbisogno totale di elettricità in Italia, cifra esigua se confrontata con quelle dell'Agenzia per l'Energia (Dena) sulla Germania. ¶ Il dato più sfavorevole riguarda senz'altro il solare fotovoltaico. Abbiamo una potenza installata da impianti di 31 MW contro i 760 MW della Germania. Nell'eolico, siamo quinti in Europa, loro i primi al mondo con 17 mila MW di potenza efficiente lorda installata contro i nostri 1.131 MW. La nostra produzione è di circa 1,8 miliardi di kilowattora l'anno, contro i loro 21,6 miliardi e da loro nel settore lavorano 50 mila persone, da noi poche centinaia. ¶ Nel solare termico, su oltre 12 milioni di metri quadrati di collettori solari in Europa, la Germania ne conta circa 6 milioni; l'Italia è intorno ai 270 mila metri quadrati nonostante un'insolazione solare media del 50% superiore. ¶ La nostra 'rivincita' arriva nell'idroelettrico che soddisfa circa un sesto dei consumi, con 17 mila MW di potenza efficiente lorda. La Germania ne ha 4.600 MW con una produzione di 23,6 terawattora contro i 42,7 dell'Italia. ¶ In entrambi i Paesi, le politiche per lo sviluppo dell'energia rinnovabile e del risparmio risalgono ai primi anni '90. Da noi il punto di riferimento sono le leggi 9 e 10 sul risparmio energetico e il programma CIP 6/92 che ha offerto prezzi sussidiati all'energia prodotta con fonti rinnovabili o assimilate. Nel 1999 il CIP 6 è stato superato con il meccanismo dei 'certificati verdi' previsti dal decreto Bersani. ¶ “A differenza dell'incentivazione in conto energia dei Cip 6, quello dei certificati verdi è un sistema di quote obbligatorie - spiega Carlo Andrea Bollino, presidente del Gestore del sistema elettrico-Grtn. L'operatore che deve adempiere all'obbligo di immissione nel sistema elettrico di energia rinnovabile può produrla con impianti qualificati IAFR (Impianti Alimentati da Fonti Rinnovabili), acquistare certificati verdi da produttori IAFR, o tramite la piattaforma di contrattazione del Gestore del mercato elettrico''. ¶ In Germania la prima legge sugli incentivi all'eolico è del 1990 ed stata superata da successive normative. Il sistema prevalente, in particolare per il fotovoltaico, sono le misure in conto energia o buy-back tariff che assicurano l'acquisto dell'elettricità prodotta a un determinato prezzo, dando la certezza del ritorno dell'investimento e facilitando il coinvolgimento degli investitori istituzionali, banche e imprese. ¶ Secondo alcuni esperti, i sistemi di incentivi previsti in Italia prevalentemente basati su contributi in conto capitale, avrebbero il limite di bandi complicati, lungaggini burocratiche, incertezza nei tempi di approvazione e di erogazione dei fondi. ¶ Un'altra differenza è nel settore edilizio. In Germania il rilascio della licenza è condizionato all'accertamento di parametri progettuali che garantisca standard di efficienza minima; cosa inesistente in Italia a parte alcune eccezioni in Lombardia e in Alto Adige. ¶ Non manca però qualche segnale di miglioramento. Nel 2004 l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nel nostro Paese è cresciuta del 16% raggiungendo i 55,7 miliardi di kilowattora “con un balzo in avanti di quasi il 26% della produzione eolica e biomasse” sottolinea Bollino e i nuovi bandi per i pannelli fotovoltaici del Ministero delle Attività Produttive hanno registrato il tutto esaurito in pochi giorni. fAh
27 Energia alternativa
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Il confronto
Borsa elettrica
A tu per tu con
Giorgio SzegöO OPresidente del GME
La Crisi energetica? Si cura con i Tee Sono i Titoli di efficienza energetica che incentiveranno un uso più razionale di energia elettrica. di Francesco Natiø
Il risparmio energetico? Può diventare un business. Specie quando il prezzo del petrolio raggiunge picchi di 70 dollari al barile e le stime sui consumi di energia prevedono una crescita superiore al 50% nei prossimi trent'anni. Ne è convinto Giorgio Szegö, Presidente del Gestore del mercato elettrico (GME), che sta predisponendo l'avvio delle contrattazioni - su piattaforma informatica - di “titoli” particolari: i cosiddetti Tee, i Titoli di efficienza energetica (ovvero i “certificati bianchi”), istituiti dal Governo con i decreti del 20 luglio 2004 per incentivare l'utilizzo più razionale di elettricità. ¶ Presidente, come funziona questo strumento? g È un sistema di promozione dell'efficienza energetica negli usi commerciali e civili, basato sullo scambio di titoli attestanti il conseguimento di un risparmio nei consumi energetici. Uno strumento innovativo, affiancato alle tradizionali forme di incentivazione, che lascia al mercato la determinazione della misura dell'incentivo fissato dal prezzo di scambio dei Titoli di efficienza energetica - mentre al regolatore l'indicazione degli obiettivi di risparmio energetico da realizzare a livello nazionale. I decreti ministeriali del 2004 hanno imposto ai distributori di energia elettrica e gas naturale, con più di 100.000 clienti
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al 31 dicembre 2001, l'obbligo di conseguire, in cinque anni, un risparmio progressivo che dovrà raggiungere 2,9 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) nel 2009. Ogni anno i distributori dovranno obbligatoriamente raggiungere un obiettivo di risparmio energetico, fissato dall'Authority per l'energia elettrica e il gas, e, per ottemperare all'obbligo, consegnare un numero di Tee corrispondente all'obiettivo previsto. ¶ Come faranno i distributori ad ottenere i titoli? g Realizzare progetti di risparmio energetico dà diritto al rilascio di un numero di Titoli di efficienza energetica corrispondente al risparmio ottenuto. I Titoli potranno essere conseguiti non solo dai distributori obbligati per legge, ma anche da quelli più piccoli e dalle cosiddette Esco - società accreditate presso l'Authority che offrono servizi energetici integrati - che avranno ottenuto risparmi energetici con progetti autonomi. È qui che il risparmio energetico può diventare un'importante opportunità di business: infatti tutti questi soggetti potranno vendere i Tee in loro possesso ai distributori obbligati, che saranno liberi di decidere di acquistarli sul mercato piuttosto che realizzare direttamente i progetti. ¶ Qual è il ruolo del Gestore? g Il Gme rilascerà i Tee sulla base della comunicazione inviata dall'Authority, cui compete la verifica dei progetti e la certificazione dei risparmi effettivamente conseguiti dai distributori, e gestirà
Il ciclo dei Titoli di Efficienza Energetica
Fonte: GME
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Realizzazione del Progetto di risparmio energetico
1
Certificazione da parte dell’AEEG dei risparmi conseguiti
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Emissione dei TEE da parte del GME
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Scambio dei TEE tra operatori
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Annullamento del TEE per adempimento dell’obbligo
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il Registro dei Tee, cioè l'archivio informatico sul quale gli stessi titoli saranno depositati e inserite tutte le transazioni realizzate, anche attraverso contratti bilaterali. Il Gestore, inoltre, è stato incaricato dal legislatore di organizzare e gestire una piattaforma di mercato per consentire lo scambio dei Tee; prevediamo l'avvio delle contrattazioni per la fine di febbraio, subito dopo un breve periodo di prove tecniche. Insomma, il nostro sarà un ruolo centrale orientato a facilitare l'incontro tra la domanda e l'offerta di questi singolari titoli. Ad oggi si sono costituite oltre 500 nuove Esco; queste, insieme ai distributori, potranno individuare con facilità la propria controparte negoziale, contando su transazioni trasparenti e sicure. Il Mercato del Gme offrirà questi vantaggi, permettendo la fissazione di un prezzo efficiente dei Tee, così che gli operatori possano adottare scelte convenienti e compatibili con la propria struttura d'impresa. Le regole di funzionamento del mercato dei Tee sono state già adottate, d'intesa con l'Authority, e sul nostro sito (www.mercatoelettrico.org) è disponibile una Guida utile ai soggetti interessati per facilitare l'iscrizione al mercato. ¶ Insomma, una vera e propria Borsa del risparmio energetico. Come si svolgeranno le contrattazioni su questo particolarissimo mercato? g Saranno organizzate in varie sessioni, secondo il sistema della negoziazione continua. Le proposte di acquisto e di vendita saranno abbinate automaticamente e potranno essere inserite in modo continuo e ordinate in un “book di negoziazione” secondo priorità di prezzo. In caso di prezzo uguale si seguirà l'ordine temporale di ricevimento da parte del sistema informatico del Gme. fAh
Il Mercato dei Titoli di Efficienza Energetica Soggetti obbligati al conseguimento dell’obiettivo annuo di risparmio energetico Altri soggetti coinvolti
Il GME
Fonte: GME
fDistributori di energia elettrica e gas con più di 100.000 clienti al 31.12.2001
fDistributori di energia elettrica e gas non obbligati fESCO (Energy Services Company) frilascia i TEE sulla base della comunicazione dell’AEEG forganizza e gestisce il Registro informatico dei TEE forganizza e gestisce la piattaforma di scambio dei TEE
29 Borsa elettrica
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Approvazione del progetto da parte dell’AEEG
Mercato vincolato
CON L'AU PREZZI PIU' STABILI di Edoardo Borrielloø
Con un fatturato che alla fine di quest'anno si avvicinerà ai 12 miliardi di euro l'Acquirente Unico (AU) è oggi tra le prime 10 società italiane. E a poco più di due anni dall'inizio della sua attività (1 gennaio 2004) la società si è imposta come protagonista del mercato elettrico italiano. ¶ Ma come opera e a chi si rivolge l'AU, alla cui presidenza c'è Nando Pasquali? Costituita come S.p.A. dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, in base al decreto di liberalizzazione del settore elettrico, l'AU è il garante della fornitura di energia elettrica per il mercato vincolato. Funzione che comporta l'approvvigionamento di elettricità e la sua cessione alle imprese distributrici ad un prezzo corrispondente ai costi sostenuti dall'AU per la propria attività, senza ricavarne profitti. La società ha contribuito, tra gennaio 2004 e gennaio 2005, a limitare l'aumento delle tariffe elettriche all'1,2 %, a fronte di una forte ascesa dei prezzi petroliferi (33%) rilevata nello stesso periodo, grazie all'utilizzo degli strumenti operativi a sua disposizione e alle misure che il Ministero delle Attività produttive e l'Autorità per l'Energia elettrica e il gas hanno adottato per il contenimento dei prezzi. ¶ «L'Acquirente Unico -spiega Pasqualisi approvvigiona di energia elettrica destinata al mercato vincolato, sia mediante contratti bilaterali stipulati direttamente con i produttori di elettricità italiani ed esteri, sia attraverso l'acquisto in Borsa. I contratti bilaterali hanno una durata annuale, eventualmente prorogabile, e i prezzi sono fissati per l'intera durata del contratto». «Però l'Acquirente Unico - aggiunge Pasquali
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- ha dei vincoli relativi alla quantità di energia che può acquistare tramite detti contratti. Infatti, tale quantità deve essere limitata a soddisfare non più di un quarto dell'energia richiesta dal mercato vincolato. Inoltre, la quantità di energia acquistabile direttamente da produttori esteri, anche questa tramite contratti bilaterali, dipende dalla capacità di interconnessione che l'Acquirente Unico ottiene al termine di ogni anno per l'anno successivo. Pertanto l'AU per soddisfare la rimanente domanda di energia elettrica, deve rivolgersi direttamente al mercato, ovvero alla Borsa Elettrica». ¶ Tuttavia, l'acquisto d'energia elettrica attraverso il sistema delle offerte che avviene giorno per giorno, comporta un'incertezza di fondo sul livello dei prezzi, il cui andamento in Borsa dipende dal grado di concorrenzialità della Borsa stessa, e dal livello di liquidità. Nonché da fattori esterni al sistema italiano, come i prezzi delle materie prime per la produzione di energia elettrica quali petrolio, gas e carbone. ¶ Per garantirsi da questi rischi, l'AU stipula dei contratti finanziari con i produttori. In tal modo nel 2004 è stata coperta circa il 60% dell'energia elettrica acquistata in Borsa e nel 2005 si è arrivati al 96%. Risultato che l'AU punta a ottenere anche nel 2006. ¶ Nel 2004 l'AU ha acquistato 136.450 GWh. Ma la domanda complessiva del mercato vincolato quell'anno è stata di 170.198 GWh. Va ricordato, infatti, che nei primi tre mesi del 2004 Enel aveva continuato ad esercitare il ruolo di acquirente unico per gli acquisti nel cosiddetto STOVE, ovvero il regime provvisorio precedente all'avvio della Borsa Elettrica. Nel 2005 l'AU ha invece acquistato e ceduto
ai distributori l'intero fabbisogno del mercato vincolato, circa 166.000 GWh. ¶ Il mercato vincolato è costituito da 35 milioni di utenti, di cui circa 28 milioni sono famiglie e il resto artigiani, commercianti, piccoli imprenditori. Già dal 1 luglio 2004 piccoli imprenditori, artigiani e tutti coloro che hanno la partita Iva circa 8 milioni di clienti - avrebbero potuto ricorrere al mercato libero, ma finora solo poco più di 200.000 lo hanno fatto. La scelta di rimanere con il vecchio distributore e continuare ad essere approvvigionati dall'AU è in parte spiegabile con la garanzia di una maggiore stabilità dei prezzi. ¶ I risultati raggiunti nei primi due anni di operatività, del resto, sembrano dare ragione all'AU. ¶
Copertura del fabbisogno nel 2005
25,62 TWh (15%) 5,3 TWh (3%)
134,6 TWh (82%)
Acquisti MGP
Acquisti MGP non coperti
Acquisti fuori MGP
Prezzi di riferimento dell’energia elletrica €/MWh
80
Infatti, l'adozione di adeguate strategie di composizione del portafoglio acquisti e la selezione di efficaci strumenti contrattuali a termine per la copertura dal rischio di prezzo, hanno consentito all'AU di ottenere, sia nel 2004 che nel 2005, un costo medio di acquisto (56,23 €/MWh nel 2004 e 66,78 €/MWh nel 2005) inferiore al costo che l'Acquirente Unico avrebbe ottenuto valorizzando i propri acquisti al prezzo all'ingrosso, PGn puntuale,1 del precedente sistema amministrato: 61,48 €/MWh nel 2004 e 73,86 €/MWh nel 2005.
73,86
70 60
66,78 61,48 56,23
50 40 30 20
fAh
10 0
| 2004 PGN puntuale
| 2005 Fonte: AU
AU 1Il PGn puntuale rappresenta la valorizzazione del prezzo all'ingrosso (PGn), come definito dalla delibera AEEG n. 27/03 e successive modifiche, effettuata con le quotazioni del mese di riferimento.
31 Mercato vincolato
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Fonte: AU
Comunicazione
Un caffè con…
Raffaele LA CAPRIAO “Molte volte la grandezza consiste nel saper vedere le cose piccole. Proprio quelle che gli imbecilli credono cose da nulla”. (Giovanni Papini)
Il pensiero, la parola, grandi energie dell'uomo Nella società dell'immagine e della comunicazione, immagine e parola possono essere “false”. Ma la parola è importante. Ne abbiamo sempre bisogno, ma deve essere responsabile, sincera, sentita. Abbiamo perso la capacità di ascoltare. E non si può conversare con chi, se non sei d'accordo, non ti riconosce parità. Per capire l'altro, per capire il mondo, dobbiamo riaccendere l'immaginazione. Difendiamo la bellezza dagli attacchi della modernità. Solo così supereremo l'attuale deserto spirituale. Gli italiani non conoscono il loro passato e così non sanno chi sono. di Romolo Paradisoø Raffaele La Capria è uno dei pochi scrittori di livello della nostra letteratura, che non ama il palcoscenico. È riservato, pacato, misurato nelle parole, come colui che sa quanto queste possono essere importanti per l'uomo, come possono arricchire chi le ascolta o come possono fare danni. E ama il silenzio, la solitudine che porta alla contemplazione, alla riflessione, al pensiero. I suoi libri, come qualcuno ha detto, “possono essere letti come una sorta di autobiografia, dove l'autore parla di sé parlando d'altro, e parla d'altro parlando di sé”. ¶ Il nostro incontro avviene nella casa di Roma dello scrittore. Un attico al centro che domina i tetti della capitale. Un posto suggestivo che induce alla serenità, stimola l'immaginazione e la creatività.
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OScrittore,
Regista, Sceneggiatore
La Capria ha ottantaquattro anni, ma sembra parecchio più giovane. Ha nei modi una signorilità d'altri tempi, una sobrietà di movenze e una semplicità e umiltà di dialogo, che non t'immagini d'essere al cospetto di un grande della nostra letteratura. Nella stanza che ci ospita, ci sono libri dappertutto, ma disposti sempre in modo ordinato. “Ferito a morte”, il suo lavoro che nel 1961 vinse il premio Strega, è con gli altri su uno dei tanti scaffali. Così come faccio fatica a scorgere l'antologia delle sue opere che Mondadori ha voluto dedicargli, come fa per più importanti scrittori, pubblicandola nella collana “I Meridiani”. Tutto corrisponde al carattere del personaggio. Tutto è semplice, lineare e avvolto da un alone di saggia serenità. ¶ Guardo oltre la vetrata, e Roma, alle luci del primo vespro, spinge all'immaginazione, e pensando ad una frase trovata in suo libro gli dico: “da qui, nasce solo un'immagine che non mente”. Lui mi guarda fisso negli occhi, con quello sguardo delicato e intenso che lo contraddistingue, e afferma: “Giovanni Sartori ha detto che “l'immagine mente quanto le parole”, e credo che, soprattutto per quello che riguarda l'oggi, abbia ragione. Per farla mentire, basta isolarla dal contesto. Quella che si ottiene è una visione falsa e distorcente dell'evento. Nella società attuale è un po' così. Pensiamo all'immagine delle Twin Towers di New York in fiamme.
“Quando l'opinione è forte e il pensiero è debole non ci può essere conversazione” Ma noi abbiamo bisogno dell'altro, del suo esprimersi come del suo silenzio, del suo ascolto. Abbiamo bisogno di condividere momenti, emozioni, progetti… g Già, l'ascolto…mi sembra una cosa di altri tempi. Manca l'ascolto e manca il rispetto reciproco tra chi conversa. Perché una normale conversazione è impossibile in una società bloccata come la nostra dai talkshow, dove ognuno rappresenta un'opinione, ma non parla. Quando l'opinione è forte e il pensiero è debole non può esserci conversazione. Non si può conversare con chi, se non sei d'accordo, non ti riconosce parità. E che quando l'ideologia è insufficiente da sola a sottolineare le differenze ricorre alla morale: chi non la pensa come me è indegno. ¶ Nel suo libro, “Lo stile dell'anatra”, lei ha scritto che “chi ha poca immaginazione ha poca simpatia”. Non le pare che oggi ci sia una forte carenza d'immaginazione? g La simpatia è direttamente proporzionale all'immaginazione. Ci vuole un po' d'immaginazione per capire la sofferenza dell'altro e per comprendere che ogni uomo, nella sua umanità, è uguale ad un altro. Ma non sono molti quelli che ce l'hanno.
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33 Comunicazione
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Si potrebbe dire che l'attacco è avvenuto proprio in funzione delle immagini che avrebbe prodotto e diffuso in tutto il mondo. I terroristi sapevano che, oggi, se un evento non è trasmesso dalla televisione è come se non fosse accaduto, e sapevano anche che un'immagine ha un valore simbolico più forte di ciò che in effetti mostra. Le riprese poi non ci facevano vedere la vera, oscena, vile e mostruosa natura dell'atto terroristico, il fuoco, il buio, il terrore delle persone, i corpi dilaniati, gli intrappolati senza via d'uscita, ma solo la sua perfetta esecuzione. Questo falsava il messaggio che ci trasmetteva l'attentato alle Torri. Le immagini non suscitavano in noi la pietà per le vittime, che non vedevamo, l'ira e l'odio per i terroristi, ma un orrore astratto. Le immagini, quindi, facevano vedere quello che lo spirito del tempo, e dunque una buona parte del mondo, voleva vedere”. ¶ Anche le parole però… g Sì, anche le parole, in questo nostro momento, sembrano vacue e menzognere. Sembrano prive di quella responsabilità che invece devono avere. E sono povere di valori, di sentimenti, di emozioni. A volte poi, sono colme d'illusioni inutili. Sirene per accalappiare gli sprovveduti, per portarli a credere verità fittizie. La parola invece è la grande energia dell'uomo. Così come il pensiero, che la parola veicola. ¶ Dov'è allora la parola vera, e dove quell'immagine capace di accendere un'emozione immediata e intensa? g Ma… credo che solo gli artisti, forse, siano in grado di offrirci parole di significato, che facciano riflettere, che suscitino emozioni. Così come per le immagini. In giro c'è troppa distrazione, troppa ansia di possesso, di successo, di consumo. Non si è attenti a quello che si dice, né a come lo si dice…e avviliamo i momenti più significativi della nostra giornata, quando s'incontra l'altro e si apre la possibilità di scoprire un pianeta di cose, di sensazioni, d'esperienze. Ci sfugge la condivisione, perdiamo lo scambio di vite, la mutualità, la conoscenza. ¶
Dovremmo forse riconquistare la capacità di sognare per riabituarci all'immaginazione. Ma sognare come fanno i bambini, in modo fantastico, per il semplice gusto di andare oltre la realtà e l'apparenza, che stanno un po' strette a chi vuole veramente penetrare nel cuore di ciò che lo circonda. g Sì, il sogno aiuta. Ma per abituarci a sognare bisogna avere quel pizzico d'ingenuità e di nitore che è tipico, come dice lei, dei fanciulli. E non svenderlo per la conquista del mondo dei grandi. ¶ Raramente siamo disposti a domandarci se questi nostri atteggiamenti ci allontanino dalla comprensione delle cose, dall'obiettività, dal dubbio, dall'intuizione, dalla possibilità di dire: ma dove sto andando? Cosa sto facendo? Se ci trascinino oltre la libertà e ci tolgano la possibilità, confrontandoci con l'altro, di capire anche noi stessi, e di stupirci, di meravigliarci. Ma lo stupore, la meraviglia, appartengono ad un tempo lento, pacato. Un tempo avverso a questo tempo. Noi non possiamo perdere chi si stupisce, perché in loro c'è il seme per l'epifania di un'umanità resistente al nulla. Ma come è possibile allora recuperare la capacità di stupirsi? g “Per natura io non so dare ricette. So però dell'importanza della meraviglia e dello stupore per gli uomini. So che farne a meno significa privarsi di quella sensazione che fa levitare gli animi, cambia un attimo, una situazione, e può condizionare una vita. Perché lo stupore paralizza chi alla bellezza è sensibile. E questa paralisi per me non è impotenza, ma forza, coraggio, audacia e gioia. È una sensazione che ci conduce oltre il visibile, ci avvicina e ci permette di indagare nel mistero, fino a scoprire la luce che lo invade e lo esplicita. Certo, per recuperare lo stupore occorre recuperare il tempo. Quello che favorisce la riflessione, la disponibilità a cercare, a capire, che è un tempo altro rispetto all'attuale. E c'è poi bisogno di sensibilità, qualità questa che se non si ha, non s'inventa. Qualcuno potrebbe aiutare a favorirla, a farla sbocciare in un bimbo, in uno studente perché trasporti questo bagaglio in giro per la vita e lo trasmetta ad altri, ma oggi mi sembra difficile. Troppe cose dovrebbero cambiare.” ¶ Dobbiamo allora rinunciare? g Forse no, però… ¶ Però? g È dura! ¶
“Beauty is difficult” Ci manca la bellezza. “Beauty is difficult” ha detto Ezra Pound. Crede che l'uomo abbia ancora la forza, non dico la volontà, di creare bellezza, di avvicinarsi alla bellezza, di comunicare bellezza, di comprenderne il senso e il mistero? g Oggi nessuno sa cos'è la bellezza. Prevale l'opinione corrente che bello è quel che piace. Ma senza la bellezza il mondo sarebbe peggiore, non avrebbe l'incanto che a volte ha. Io stesso mi sentirei più povero, mancante di qualcosa che è essenziale. Mi ripeto la frase misteriosa di Dostoevskij: “la bellezza salverà il mondo”, e mi sembra di capirla finalmente, perché corrisponde a quello che sento. Credo che proprio perché viviamo in una sorta di deserto spirituale, la funzione della bellezza sia essenziale. E si deve difenderla dagli attacchi che una pretesa modernità le porta continuamente. Perché la modernità guarda al razionale, al tangibile. La scienza, per esempio, è fondata sull'analisi, l'analisi sulla separazione, sulla divisione, perché non si può analizzare senza dividere. Ma chi divide non potrà mai contemplare in tutta la sua pienezza la misteriosa armonia che regge il mondo e lo sottrae alla non esistenza, al nulla. Solo la poesia, e cioè la generalizzazione nel segno della bellezza, può contemplarla. La scienza non ammette il mistero, la poesia sì. Perciò è divina, perché ha a che fare col sacro, e con la bellezza. Salviamo dunque la bellezza e invogliamo al bello, ad apprezzarlo, a crearlo, a diffonderlo a capirlo. Perché il mistero della bellezza è in quello splendore in cui ciascuno potrà intravedere un'epifania solo a lui rilevata. ¶
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“L'immediatezza e l'emotività della parola parlata” So che scrive pensando alla parola parlata, alle sua immediatezza e alla sua emotività, perché, come lei sostiene, la parola parlata cade sempre in una circostanza precisa che il contenuto emotivo delle frasi pronunciate riflette. g Per questo prendo appunti quando provo un'emozione. Mi sforzo di conservare l'emotività della parola parlata nella parola scritta, utilizzandola quando devo redigere la pagina, tenendo conto dell'immediatezza di quel momento. ¶ So che sta preparando un nuovo libro. Glielo dico e lui sorride. “Uscirà in primavera”, mi dice accennando un sorriso timido, che mal cela però l'umana soddisfazione per il fatto che qualcuno attende una sua opera, le sue parole, le sue emozioni. Quelle che forse erano scritte su quel blocchetto che ho intravisto sul tavolino. Peccato non aver letto qualcosa. Ma tant'è. Sono contento lo stesso. La conversazione è stata proficua. Ne esco arricchito. Mi congedo da Raffaele La Capria confidandogli la mia soddisfazione, e lui, signorilmente fa un cenno di assenso col capo, allunga la mano per salutarmi e mi prega di inviargli il giornale. Scendo le scale di corsa e appena in strada accendo il registratore. Voglio ascoltare la nostra conversazione, sono curioso di risentire la sua voce, le sue parole. Ma di voce e di parole non c'è traccia. Nulla è stato registrato. L'emozione mi ha giocato un brutto scherzo. Già l'emozione… le parole… fAh
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fElementi : Marzo/Maggio 2006
Se diminuisce l'immaginazione, se la bellezza diventa estranea al nostro desiderare, al nostro pensare, se la parola si svuota, se lo stupore è considerato un atteggiamento ingenuo, e se anche la poesia ha perso i poeti, che fine ha fatto la creatività, quel sottile brivido dell'intelletto capace di dar vita a qualcosa che suscita ammirazione, pensiero e più ancora emozione? g È divenuta un po' “meccanica”. Subisce le regole della pubblicità. Ma perde quelle della bellezza, appunto. Perché c'è una fragilità di sensibilità, di tensione verso l'uomo, la natura, la storia, il destino. C'è la tendenza a disconoscere il mistero. O forse il timore. C'è la voglia di accostarsi solamente a ciò che è tangibile, ma solo in funzione della sua utilità materiale. Come si può accendere allora la creatività vera, se manca la purezza, quella sorta d'ingenuità che è appunto ricchezza, forza, dialogo con la verità? ¶ C'è un concetto ricorrente nei suoi scritti che ci esorta a sapere chi siamo attraverso la conoscenza del nostro passato. Crede che gli italiani sappiano veramente chi sono? g Penso di no. Il nostro passato, soprattutto quello recente è ancora in gran parte sconosciuto. Colpa della politica che ha influenzato la cultura e frenato la diffusione di una conoscenza delle cose serena e distaccata. Colpa della cultura che la politica ha seguito, lasciandosi condizionare. Invece è ora di andare oltre le fazioni e la faziosità. È ora di allargare la visione del nostro passato accedendo a nuove fonti storiche e alla lettura di opere e di autori tenuti nascosti o confinati ai margini della letteratura per non so quali balorde paure. Solo così potremo sapere chi siamo veramente. Solo così ci rimpossesseremo di un'identità che, nel bene o nel male, ci appartiene e ci caratterizza. Ed essere un popolo, capace di autocritica, di comprensione, di unità. Forse però ci vorrà ancora del tempo. Sì il tempo ci restituirà la nostra storia e la nostra vera identità. ¶ Si è fatta sera. Nella stanza che sembra sospesa tra il cielo e Roma, filtra ancora un po' di luce. La Capria si alza dalla sua poltrona e accende una lampada. Intravedo, poggiato su di un tavolino, un blocchetto contenete degli appunti. Immagino che siano pensieri e curiosamente domando. g Sì, mi dice, sono pensieri che colgo al volo, quando arrivano…e spero sempre che arrivino. ¶
Lavoro
Intervista a
Walter PasseriniO
“L’uomo che non si concede pause, costruisce giorno per giorno la propria infelicità” (Romano Battaglia)
Neo-manager in neo-società di Giusi Miccoliø Da alcuni anni si sostiene che viviamo nell’età della conoscenza all’interno di una società del rischio. A suo parere come cambia il concetto di lavoro in questo contesto? g Siamo passati dal lavoro ai lavori, transitati verso forme diverse da quelle della società industriale. Siamo nella società neo-industriale e non – come alcuni sostengono – in quella post-industriale, perché l’industria si trasforma ma non scompare. E si è verificato il passaggio dalla società del diritto al lavoro, alla società del lavoro come progetto, come lavoro da costruire e non più da attendere. Siamo immersi nella società delle opportunità e dei rischi. ¶ Come si configura allora il mercato del lavoro? g In Italia non è mai esistito. La nostra dimensione è preistorica. Ancora oggi più dell’80% delle persone trova lavoro attraverso il passaparola, il familismo amorale, le reti informali, le raccomandazioni. Il mercato del lavoro nasce da poco, da quando è stato introdotto il lavoro interinale e con la legge 30 che ha previsto il collocamento ordinario da parte degli operatori privati. ¶
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OGiornalista di: Il Sole 24 Ore
ed ex direttore di “Corriere Lavoro”
Nella società neo-industriale come cambia la cultura del lavoro? La nuova cultura del lavoro fatica ad affermarsi, anche se il cambiamento è sotto gli occhi di tutti. In Italia abbiamo tre culture del lavoro. La prima è di carattere accuditivo. Il lavoro è un diritto che qualcuno deve soddisfare. Questa cultura si accompagna spesso a quella di tipo strumentale, secondo la quale il lavoro è un mezzo per vivere. C’è poi la cultura espressiva, che si sta facendo spazio, per la quale il lavoro è un’opportunità per realizzare progetti personali e professionali. In tale caso la dimensione della persona e quella del professionista spesso convivono. ¶ Si è parlato di possibili modifiche allo Statuto dei lavoratori. g Non occorre cambiare lo Statuto del lavoro. Credo che si stia pensando a uno Statuto dei lavori che permetta ai collaboratori, i vecchi Co.Co.Co o i precari, di avere un sistema di garanzie e di tutele minime, che riguardano più la cittadinanza che il rapporto di lavoro. Alcuni strumenti potrebbero essere: accesso al credito, mutui per la casa, spese in formazione e attrezzature di lavoro, maternità, malattia, certezza della retribuzione, contratti scritti di collaborazione e così via. Se, invece, per Statuto dei nuovi lavori si intendono le tutele per i troppi lavoratori che oggi non ne hanno, sono d’accordo. ¶
fAh
[In punta di penna] Quella necessaria “comunicazione tra volti” di Paolo Bustaffaø Un manager non può che essere una persona, altrimenti da tempo sarebbe stato sostituito con un meno costoso robot. E se è una persona ha potenzialità, risorse e limiti.¶ Breve premessa per dire che sempre più le teorie sul management si misurano con la realtà dell'uomo e confermano che senza armonia tra “competenza in scienza” e “competenza in umanità” lo stesso interesse dell'azienda, al cui raggiungimento il manager è preposto, rischia di non essere raggiunto.¶ È opinione condivisa, e anche interessata, che la “scienza manageriale” ha bisogno di un “valore aggiunto”, non per questioni velleitarie e buoniste, ma per sostenere le sfide di un mercato sempre più competitivo e complesso.¶ Di questa necessità, che s'inserisce nel più ampio contesto del dialogo etica-economia ed eticafinanza, si stanno occupando da tempo molti esperti e ricercatori. Il richiamo è soprattutto rivolto alla preparazione psicologica del manager, alla sua capacità di relazionarsi con le persone che formano l'insieme produttivo di cui è guida e coordinatore.¶ In quest'esercizio di responsabilità il rischio è che l'eccesso di sicurezza nelle proprie convinzioni porti al fallimento della comunicazione e all'impoverimento dell'iniziativa.¶ Viene meno la “comunicazione tra volti”, come la chiamano i filosofi, base anche di un'attività imprenditoriale di qualità e per il futuro.¶ Un errore sul piano professionale e su quello umano.¶ Non rendersene conto, per un manager, è avere una considerazione dimezzata del proprio ruolo, perché l'assenza di comunicazione è segno del timore di un esproprio di attribuzioni, piuttosto che del coraggio di intraprendere vie nuove per la qualificazione e la crescita delle stesse anche con il contributo di altri.¶ Non è certo semplice coniugare l'ascolto e il coinvolgimento delle persone con il rispetto di regole indispensabili al raggiungimento dell'utile, del profitto.¶ Ma proprio qui si rivela la statura del manager che non sale in cattedra rispetto ad altre figure aziendali, ma le aiuta a crescere e con loro cresce, per raggiungere obiettivi comuni e sempre più avanzati sul piano economico, sociale e culturale. fAh
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In punta di penna
fElementi : Marzo/Maggio 2006
Parlando di Educational Divide, come cambiano le competenze e quali quelle nuove da sviluppare? g In questo momento temo lo spreco di risorse umane formate. La domanda da parte delle imprese, ancora bassa, rischia di avere un impatto negativo sul mercato del lavoro. Penso ai giovani che si laureano e conseguono anche un master e poi sono trattati come fossero diplomati. Questo non incentiva i processi educativi. Rispetto agli altri Paesi siamo in debito sulla cultura tecnico-scientifica. Va aumentata e migliorata la composizione tecnologica, informatica e scientifica delle competenze dei nostri giovani. E quella linguistica. ¶ Quale ruolo, in tale contesto, dovrebbero assumere le imprese? g Devono partecipare con un ruolo forte al sistema dell’educazione. Va migliorato il modo di concepire l’azienda come soggetto di processi formativi. C’è quindi un cambio di mentalità che riguarda i giovani, ma servono culture che considerino l’impresa come interlocutrice legittima dei processi educativi. Inoltre, l’azienda deve premiare le risorse formate e incentivarle all’assunzione. Minore attenzione ai costi come vantaggio competitivo e più alla selezione dei talenti. ¶ Nel suo libro Neo-management. L'azienda e l'anima. Leader e talenti nell'era dell'incertezza, lei parla della necessità di un nuovo management. Di che si tratta? g Siamo in un'epoca di management rinnovato che a che fare con l’anima. L'anima è un soffio vitale, una passione. L’anima è fortemente etica. C'è bisogno di manager nuovi, responsabili e ad alto valore aggiunto, di un tessuto più libero e di mercato, ma anche di solidarietà. Il manager con l’anima sa creare sviluppo, motivare le persone, non aumentare le disparità e le differenze. Un uomo che ascolta prima di parlare. Uno scopritore di talenti e non soltanto di business.
Biblioteca
O“Il libro che più mi ispira è il volto umano” :(Padre David Maria Turoldo)
fLIBERI DI SCEGLIERE? Mercati e regole nei settori dell'energia di A. Biancardi e F. Fontini Ed. Il Mulino, 2005, pag. 216, Euro 16,00g Come deve essere disegnata la liberalizzazione dei mercati dell'energia? Gli autori di questo saggio spiegano cosa è necessario fare per garantire che un servizio pubblico liberalizzato, quale la fornitura di energia elettrica e di gas naturale, sia disponibile per i consumatori a un prezzo e a una quantità ragionevoli. L'approfondita analisi fornisce un quadro di riferimento per tutti coloro che, pur non essendo specialisti in materia, vogliono comprendere meglio le logiche di base dei processi di liberalizzazione dei due principali settori energetici. Sono, inoltre, indicati i punti chiave per definire con equilibrio l'apertura dei mercati in questi settori. Il libro, pubblicato nella collana di saggi curati da “Arel”, l'agenzia di ricerche e legislazione, costituita da parlamentari, studiosi, dirigenti e imprenditori, si avvale di una prefazione del prof. Fabio Gobbo, docente di scienze economiche aziendali dell'Università Luiss Guido Carli di Roma, su: “Liberalizzazioni e politica industriale”. Gli autori: Alberto Biancardi, esperto del settore elettro-energetico, è direttore del Nucleo Public Utilities di Confindustria. Fulvio Fontini è professore associato di Economia politica presso l'Università di Padova.¶
fBREVE STORIA DELLA LUCE Arte e scienza dal Rinascimento a oggi di R.J. Weiss Ed. Dedalo, 2005, pag. 328, Euro 20,00g L'autore, che ha lavorato come fisico presso il King's College di Londra e l'Università del Surrey, ripercorre cinquecento anni di storia della luce, attraverso i personaggi, scienziati, artisti, geni “rivoluzionari”, che più di tutti ne sono stati coinvolti e “sedotti”: da Leonardo e Rembrandt a Newton, Heisenberg, Oppenheimer, fino ai giorni nostri. ¶
fSKILLS FOR THE FUTURE
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Leadership, creatività e pensiero innovativo di R.D. Dills e G. Bonissone Ed. Guerini e Associati, 2005, pag. 326, Euro 32,50 g Gestire il processo di creatività è, ricordano gli Autori, il più importante fattore di successo e sopravvivenza di un'impresa. Esistono, però, due rischi: non gestirlo, sperando che comunque emerga il genio, con inevitabili sprechi e dispersione di risorse; gestirlo, irrigidendolo in strutture e lacci burocratici, nella pressione del breve termine e della scadenza del business. Le regole ferree dell'efficienza chiedono, invece, un giusto mezzo: dare a un processo creativo, che ha caratteristiche peculiari da rispettare, una forma di organizzazione. Apprendimento e capacità di comunicazione/focalizzazione sono ingredienti che, ben dosati, permettono di gestire con efficacia i processi di innovazione. fAh Pagina a cura di Mauro De Vincentiis ø
[Filo di Nota] S’impara anche dalle oche È proprio così. Un corso di otto giorni a Harvard ed è cosa fatta. Nello scorso settembre, dodici studenti che frequentavano il secondo anno del master per la formazione della classe dirigente, presso la “Kennedy School of Government”, si sono seduti in circolo e hanno cominciato a starnazzare “Qua, qua, qua”, come uno stormo di oche. Cosa hanno da insegnare le oche, secondo gli standard di Harvard? Il segreto sta nella formazione a V del volo. Nel corso degli interventi oltre a dare a ognuno dei partecipanti la possibilità e l'obbligo di guidare a turno il gruppo, è stato svelato un altro “segreto”: il battito delle ali di un uccello apre la strada a quello che sta dietro, mantenendolo in quota (volando a V, le oche possono andare più lontano). ¶ Così le persone che condividono un obiettivo vanno nella direzione prescelta più velocemente e con maggiore facilità, poiché viaggiano sostenute dalla fiducia di ogni componente del gruppo. ¶ Lezione: ognuno a turno deve essere leader per il bene del gruppo, perché “quando l'oca alla guida è stanca si fa da parte e un'altra prende il suo posto”. ¶ Il comportamento delle oche era stato già oggetto di studio da parte di Konrad Lorenz, lo scienziato austriaco premio Nobel per i suoi modelli di apprendimento delle “taccole”.
fAh
Nato a Monte San Giovanni Campano, in provincia di Frosinone, Manlio Sarra (1909 - Roma 1986), nel 1930 si trasferisce a Roma per seguire, come vincitore di una borsa di studio, i corsi dell'Accademia di Belle Arti nella quale poi insegnerà. Nei suoi oltre sessanta anni di attività,
i premi che gli sono stati conferiti:
Sarra ha sperimentato metodi espressivi
da quello del Ministero della Pubblica
diversi: dall'impressionismo al tonalismo
Istruzione per la pittura nel 1953, al Valle
della Scuola Romana, al cubismo, rima-
Roveto nel 1955, al Michetti nel 1956,
nendo sempre legato alla figurazione
al Villa San Giovanni nel 1961, al Celano
anche se, a partire dagli anni '50, si è indi-
per l'Arte Sacra nel 1963, al Maggio
rizzato verso esperienze di scomposizione
Romano nel 1985. Molte le opere realizzate
dell'immagine in moduli geometrizzanti,
come vincitore di concorsi nazionali
una sorta di “scacchettatura” che rende
in edifici pubblici e religiosi, tra i quali
il suo linguaggio inconfondibile e la sua
gli affreschi della Prefettura di Frosinone,
opera vibrante e ricca di sorprendenti
i mosaici dell'Ospedale di Vibo Valenzia
potenzialità espressive. Numerosi i ricono-
e dell'Ospedale di Chiaravalle Centrale,
scimenti ottenuti: dalla conduzione
i pannelli della Chiesa di Sant'Alessio
di corsi all'Accademia di Francia a Roma
all'EUR a Roma e le pale d'altare della
per gli artisti vincitori del Prix de Rome,
Cattedrale di S. Maria a Frosinone.
a quelli in scuole d'arte svizzere, iugoslave, israeliane e canadesi, agli inviti a partecipare alle più prestigiose rassegne d'arte
fAh
Pagina a cura di Vittorio Esposito ↵
internazionali. Tra queste, la XXVIII Biennale di Venezia e tutte le Quadriennali romane dal 1947 al 1965. Ha poi allestito personali negli Stati Uniti, in Giappone, in Inghilterra, in Svizzera, in Israele, in Canada e in Francia oltre che nelle principali città italiane. Significativi
A ”Energia del fare” (Composizione in rosso - Olio su tela 1983 di Manlio Sarra)
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La copertina
Manlio Sarra
energia, letteratura, umanità
La Controcopertina
L’uomo e il mare (…) Dall’impasto delle nubi grigie è venuto fuori
La distesa bianca effervescente s’avvicina, prende
un lungo lungo nembo: nero, torvo. Si strappa e svapora
sempre più spazio di mare, s’allarga come una macchia
agli orli, si stira, s’ammucchia, torna a stendersi:
d’olio; l’acqua s’arruffa, si sconvolge, bolle, fuma.
un nero cuore di tempesta, gonfio di sangue cattivo.
Gli uomini sono tutti in coperta: padron Lorentz
E dove il nembo trascorre, il mare sotto si turba,
è venuto su, ha preso lui il timone.
si fa color di piombo, cupo e acido, e un’effervescenza
E venendo da ponente la raffica schianta.
bianca via via gli nasce sopra. Come se il mare
E come se una massa enorme di pietrame si fosse rove-
si coprisse di lana.
sciata sulla goletta. Un tuono assordante…
Quel bianco lanoso e dilagante è spuma di onde,
*
creste di onde subitamente sollevate e frantumate dalla violenza del vento in cammino. Ecco che il guaio viene. "Manda tutti in coperta!" grida Angelloz a Ribeiro, che s’è messo a ricucire lui la vela. "Tutti in coperta, subito!"; e spedisce il mozzo a chiamare padron Lorentz (…).
(brano tratto da “Pelle d’uomo”, Mondadori) * Nella letteratura di mare italiana è un innovatore, perché ha dato al libro di viaggio una precisa struttura narrativa, sostituendo alle impressioni sul paesaggio il racconto costruito con elementi umani. Per Vittorio G. Rossi (1898-1978) l’uomo è “uno che raccoglie una conchiglia sulla spiaggia e pensa che in essa c’è tutto il mistero dell’oceano”.