H2o Summer 2015

Page 1

€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri

VIAG VIAGG GII

• Groenl • Groenlandia andia • • Great Great Bear Bear L Lake ake • • River River Slunjcica Slunjcica • • The The terrorist terrorist of of the the fl flats ats C CH H ATBOX ATBOX

• • Flytier: Flytier: Pat Pat Cohen Cohen • • Steelheader: Steelheader: Alberto Alberto Giovanelli Giovanelli CO COLLECTO LLECTOR’S R’S PAG PAGES ES

• • L’arte L’arte nella nella pesca: pesca: Vito Vito DeVito DeVito • • Stanisl Stanislao ao Kuckie Kuckiewicz wicz


FOUR OR SIX-PIECE? THE ONLY DOUBT YOU´LL EVER HAVE

There are loads of reasons to why you won´t regret buying a new Fario CRS rod. Such as the crisp and fast action that will have you cast tight, controlled loops in no time. Or that all the components are Crème de la Crème. Like the carefully sourced Portuguese cork grips, the extremely light and durable Recoil stripper- and single leg guides and the Guideline customised reel seat fittings and wood spacers. Add to this semi-transparent tone in tone rod wrappings, skilfully applied to a blank that is manufactured from the highest-grade Japanese pre-preg and with full carbon scrim (no glass what so ever in these rods). And if this is not enough, the Fario CRS is also one of the lightest trout rods on the planet, packed away in an extremely light rod tube and air-meshed rod bag. The best bit? They come at a price you wouldn´t expect. The only thing left is for you to figure out if the four- or six-piece version is your kind of fishing partner?

Want to find out more about the Fario CRS? Go to guidelineflyfish.com



• I migliori prodotti per la pesca a mosca • Best Fly Fishing products • Servizio Guida • Professional and friendly Fly Fishing Guides • Corsi Avanzati sulle tecniche moderne • Advanced Courses on modern techniques • Organizzazione di Itinerari di pesca in Toscana

Fly Fishing Shop & Outfitters

• Personal “made to measure” Tours • Permessi Tail Water Sieve • Licences Tail Water Sieve

www.solomosca.it 50037 San Piero a Sieve, Firenze (Italy) - Via dell’Antica Posta, 2/b - Tel. +39 055 8487067

C

M

Y

CM

MY

CY

Pesca a mosca nel fiume Möll in Austria!

CMY

K

Una meravigliosa riserva di oltre 30 km di fiume e due laghi di montagna, dove poter pescare trote, temoli e salmerini. Offerta 3 giorni • 3 pernottamenti incluso mezza pensione 2 giorni di pesca nelle diverse riserve della Möll • assistenza e guida per la pesca - introduzione sulla riserva Carta per il Parco Nazionale della Carinzia Prezzo pacchetto in camera doppia a partire da € 297,- per persona Offerta 7 giorni • 7 pernottamenti incluso mezza pensione 6 giorni di pesca nelle diverse riserve della Möll • assistenza e guida per la pesca - introduzione sulla riserva Carta per il Parco Nazionale della Carinzia Prezzo pacchetto in camera doppia a partire da € 747,- per persona

api h2o 220x132.indd 2

Gasthof Dorfschenke*** Stall nr. 20, A-9832 Stall Tel.: 0043 4823 8102, Fax: 0043 4823 81025 info@dorfschenke.com, www.dorfschenke.com

L’Associazione alberghiera in Austria dove l’ospitalità parla italiano. Proposte a tema e offerte per la pesca incluso permesso e licenza trovate su

www.vacanzeinaustria.com

o richiedete a

info@vacanzeinaustria.com

800-977492 19.08.13 16:08



SOMMARIO

www.h2omagazine.it

VIAGGI 8

Un Paradiso tra i ghiacci

30

Midnight Sun, Mosquitos and Massive Trout

60

River Slunjcica – a piece of Croatian heaven

76

The terrorist of the flats

CHATBOX 22

Interview to Pat Cohen

50

Intervista ad Alberto Giovanelli

COLLECTOR’S PAGES F I S H I N G

T R A V E L L I N G

44

L’arte nella pesca: Vito DeVito

70

Stanislao Kuckiewicz


Fly Reels Made in Italy

®

Anno VIII - Numero 2 Estate 2015

S U M M E R

2015

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri

SOMMARIO

VIAG VIAGG GII

•• Groenlandia Groenlandia •• Great Great Bear Bear L Lake ake •• River River Slunjcica Slunjcica •• The The terrorist terrorist of of the the flats flats C CH HATBOX ATBOX

•• Flytier: Flytier: Pat Pat Cohen Cohen •• Steelheader: Steelheader: Alberto Alberto Giovanelli Giovanelli

www.francovivarelli.com

CO COLLECTO LLECTOR’S R’S PAG PAGES ES

•• L’arte L’arte nella nella pesca: pesca: Vito Vito DeVito DeVito •• Stanislao Stanislao Kuckie Kuckiewicz wicz

In copertina fotografia di Emilio Arbizzi

Giorgio Cavatorti Direttore Editoriale

Pescare... Viaggiando

H2O anno VIII Giugno 2015 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Vice Direttore Dante Iotti Caporedattore Emilio Arbizzi Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Emilio Arbizzi, Riccardo De Stabile, Rasmus Ovesen, Aleksandar Vrtaric Art Director Giuditta Soavi giuditta@edigrafica.net Collaborazione Grafica Omar Gade Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Responsabile viaggi di pesca Stefano Bellei Fotografi di Redazione: Marco Agoletti, Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 7,00 Arretrato € 10,00 Abbonamento annuo € 25,00 Abbonamento estero € 45,00 L’abbonamento si può pagare tramite: Bonifico bancario IBAN IT23Y0760102400000007504417 C/C Postale n° 7504417 Intestato a H2O srl - Via Rodolfo Audinot,4 - 40134 BOLOGNA Gli abbonameni non disdetti un mese prima della loro scadenza,con lettera raccomandata, si intendono automaticamente rinnovati Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione. Per informazioni sugli abbonamenti : +390516641191 - +390510452815

Siamo di ritorno da alcune fiere molto interessanti. ExpoRiva Caccia e Pesca di Riva del Garda quest’anno ha organizzato una gara di lancio con la vasca più grande che sia mai stata montata in Italia: 45 metri , dove una trentina di lanciatori di sono avvicendati per il trofeo Hardy Competition. Alcune esibizioni, compresa quella di Robert Gillespie, hanno richiamato numerosi appassionati di pesca a mosca. L’EWF di Monaco, ospitata come sempre in una splendida struttura, è ormai considerata la fiera più specializzata in Europa per la pesca a mosca. Infine a Shangai, dove anche qui abbiamo partecipato con un nostro stand, abbiamo trovato un clima di grande fermento e un enorme afflusso internazionale di addetti ai lavori. Questo numero di H2O magazine si apre con il racconto di un viaggio indimenticabile che abbiamo intrapreso lo scorso anno in Groenlandia e continua con un’ intervista all’amico Alberto Giovannelli, steelheader di alto calibro, per poi proseguire con il racconto di Rasmus Ovesen sulla regione del Nunavut in Canada al Plummer lodge. Ammiriamo l’arte su tela di Vito DeVito e quella al morsetto di Pat Cohen e infine chiudiamo il numero con un articolo sul fiume Slunjčica in Croazia di Aleksandar Vrtaric e la storia di Stanislaw Kuckiewicz, a cui abbiamo dedicato un museo in Abruzzo. Ringraziamo tutti i lettori che, con i loro commenti costruttivi sulla nuova veste della rivista, hanno dimostrato di essere attenti e di apprezzare i nostri sforzi per migliorarla. Giorgio Cavatorti

We are back from some very interesting exhibitions. This year ExpoRiva Hunting and Fishing in Riva del Garda has organized a fly casting contest with the largest pool ever seen in Italy: 45 meters, where about thirty fly casters have competed for the Hardy Competition Trophy. Some performances, including Robert Gillespie’s, have attracted many fly fishing fans. EWF in Munich, hosted as always in a beautiful location, is now considered the most specialized fair in Europe for fly fishing. Finally in Shanghai, where we also had our stand, we found an atmosphere of great excitement and a huge inflow of international professionals. This issue opens with the report of a memorable trip we took last year in Greenland, to be followed by an interview to our friend Alberto Giovannelli, excellent steelheader and then Rasmus Ovesen tells us about the Nunavut Region in Canada at Plummer lodge. We admire the art on canvas by Vito DeVito and that on vise by Pat Cohen, we close this issue with an article by Aleksandar Vrtaric on the river Slunjčica in Croatia and the story of Stanislaw Kuckiewicz, to whom we dedicated a museum in Abruzzo. We thank all the readers who, with their helpful comments on the new look of the magazine, have shown to care for it and to appreciate our efforts to improve it. Giorgio Cavatorti

5


La pesca in Alto Sarca? Vera come il Trentino.

Fishing in Alto Sarca as real as Trentino. PERMESSI ACQUISTABILI ONLINE SUL SITO www.trentinofishing.it www.altosarca.it RISALENDO IL FIUME SARCA… AFFASCINANTI LUOGHI DI PESCA NEL PARCO NATURALE ADAMELLO BRENTA UPSTREAMING THE RIVER SARCA… FASCINATING FISHING PLACES IN THE ADAMELLO BRENTA NATURAL PARK

www.altosarca.it

www.campigliodolomiti.it

www.trentinofishing.it

www.visitacomano.it

www.visitgiudicarie.it


K a i m a n Tu b e f l y



Un Paradiso tra i ghiacci di Emilio Arbizzi


Our Vega Sisimiut has been proceeding starboard for over two hours and the Captain has calmed down. The sea is calm inside the fjord and the high mountains surrounding it protect us from the wind. At last we can go out on deck. The sun is warm and the air is less freezing now. Sisimiut is far behind us by now, almost 5 hours from here. It is a multicolored village living on hunting and fishing, where the powerful Malamute, who pull sleds for ten months a year, outnumber by far the 5000 Inuits who live in small multicolored, modest but orderly houses, built over the little bay

10

we left early in the morning. In the distance I can see the mouth of the river. We’ll anchor the boat some hundred meters away. Then we’ll start to pass from hand to hand, in a long row, large boxes of food, bags and equipment, so as to load everything on the two motor boats that have been following us till now. It is just past 10 a.m. and there is still high tide, therefore we’ll be able to dock after going up a short stretch of river. I’m

looking

around,

bewildered

by

such beauty in a landscape unfamiliar to us. We are more used to woods and mountains than wind-blown hills, without vegetation, without any sign of civilization and just a few kilometers from Greenland’s eternal ice. After docking we unload everything on shore and a short path brings us uphill; in the distance, I can see two large military tents near the overlooking cliff and 10 small tents to the right on the river bank. These will be our home for the next week. The accommodation seems makeshift, but I soon realize that the real fortune is that we are here: no


La Vega Sisimiut procede barra a dritta da oltre due ore e il Capitano ora è più tranquillo: il mare è calmo all'interno del fiordo, le alte montagne che lo delimitano ci proteggono dal vento. Finalmente possiamo uscire in coperta, il sole scalda un po’ e l'aria ora è meno gelida. Sisimiut ormai è lontano, a quasi 5 ore da qui, un paesino variopinto che vive di caccia e pesca dove i potenti Malamute, che trainano le slitte per dieci mesi all'anno, sono ben più numerosi dei 5000 Inuit che la abitano in casette multicolori, modeste ma ordinate, costruite a ridosso della piccola baia dalla quale eravamo partiti di buon'ora. Intravedo in lontananza la foce del fiume, ancoreremo la barca a qualche centinaio di metri e poi cominceremo un lungo passa-mano di scatoloni di viveri, sacche e attrezzatura per caricare tutto sulle due lance da sbarco che ci hanno seguito fin qui. Sono passate da poco

le 10 del mattino e c'è ancora l'alta marea che ci permetterà di attraccare alla sponda dopo aver risalito un breve tratto di fiume. Mi guardo intorno smarrito da tanta bellezza, un paesaggio insolito per noi abituati più a boschi e montagne che a colline battute dal vento, senza vegetazione, senza ombra di civiltà e a pochi chilometri dai ghiacci eterni della Groenlandia. Dopo l'attracco scarichiamo tutto a terra e un breve sentiero ci conduce verso monte; scorgo in lontananza due grandi tende militari a ridosso della parete rocciosa sovrastante e 10 piccole tende più a destra sulla sponda del fiume, saranno la nostra casa per tutta la settimana. La sistemazione pare di "fortuna" ma ben presto mi rendo conto che la vera fortuna è essere qui: niente luce, niente acqua, niente telefono... nessuna

comodità: solo noi, un paesaggio straordinario, silenzio e un fiume ricco di salmerini in risalita. Il sole in estate non tramonta mai,o meglio tramonta per pochissimo tempo, il vero buio non esiste; poco dopo mezzanotte l'imbrunire volge già verso una flebile alba e di lì a poco è di nuovo giorno. Anche questa è fortuna: volendo le ore di pesca sono moltissime, in altri ambienti si smette di pescare quando non ci si vede più, qui ti fermi perchè sei sazio di catture. Il camp, nella sua essenzialità, è confortevole: in una tenda una cucina da campo ben attrezzata, qualche cassa termica, un tavolo d'acciaio, uno scaffale con pentole e stoviglie, viveri di ogni genere dove abbondano uova, pancetta, formaggio, pane e birra; nell'altra, due tavoli per pranzare ed una stufa. Fuori dalla tenda una dozzina di corna di caribù


artificial light, no water, no telephone... no comforts: just us, an extraordinary landscape, silence and a river rich in char on the run. The sun never sets in summer, or better to say, it goes down for just a very short while, and real darkness doesn’t exist. Soon after midnight, dusk becomes a faint sunrise and it is day again. This is happiness too: if you like, you can fish for hours. Unlike other places where you stop fishing when it gets dark, here you stop because you have caught enough fish. The camp, basic as it is, is comfortable. In one of the tents there is a well-equipped camp kitchen, some thermal boxes, a steel table, a shelf with pots and dishes, food of all kinds, in particular eggs, bacon, cheese, bread and beer. In the other tent there are two dining tables and a stove. Outside

the tent, a dozen caribou horns woven together form a practical rod-holder, and all we have are some lines here and there to dry the waders and a source of ice-cold crystal clear water. On the other hand, this is all we need here. A relaxing aspect of this trip also lies in the fact that there are no duties at all. Everybody manages his own time according to his willingness to walk, fish, sleep, eat, chat or simply look around... The river is below us, but the best fishing pools are 40 minutes’ walking distance, so every day we fill our backpack with everything we need for the day, without knowing how long the day will actually be. The emotion and excitement of the first day will definitely not decrease in the following days, as you always have the feeling of catching something new and different. I often stop and take a

photo of the enormous spots of strange white flowers which look like bushes of soft cotton and, bent by the wind, seem to form a carpet suspended a hand’s width above the grass. Everything surprises you, but the sky in particular deserves your contemplation. The wind gives shape to the clouds and the sun colours them yellow and orange in the evening. It is impossible to beat nature in these paintings. And the river ... what a river! It has its source two hours’ walk upstream, small tributaries flow into it and one hour away from its source it is ten meter large and more than one meter deep.In the pools, where the current slows down, shoals of char stop and rest before proceeding on their run towards the sources, and as they run from the sea they are strong, robust and have an intense silvery color.




incastrate tra loro formano un comodo portacanne, qualche filo tirato qua e là per stendere i waders e una sorgente d'acqua cristallina e freddissima sono tutto quello di cui disponiamo. D'altra parte qui non serve altro. Un aspetto rilassante di questo viaggio sta anche nel fatto che non esiste vincolo alcuno, ognuno di noi gestisce il proprio tempo come meglio crede in base alla propria voglia di camminare, pescare, dormire, mangiare, chiacchierare o semplicemente guardarsi intorno... Il fiume è li sotto di noi ma le pool di pesca migliori sono a 40 minuti di cammino, così ogni giorno riempiamo lo zaino di quanto necessario per la giornata senza mai sapere quanto in realtà questa giornata sarà lunga. L'emozione e la frenesia del primo giorno non sono certamente superiori a quelle di tutte le giornate successive perchè hai sempre

la sensazione di cogliere qualcosa di nuovo, di diverso. Spesso mi fermo per fotografare le enormi chiazze di strani fiori bianchi che paiono ciuffi di soffice cotone, piegati dal vento formano un tappeto sospeso una spanna sopra l'erba. Ogni cosa stupisce, ma il cielo merita contemplazione, il vento disegna le nuvole e il sole, verso sera, le colora di giallo e arancio; impossibile battere la natura in questi dipinti.

e chiassose mosche in foam fatte scivolare lentamente sulla superficie. L’attacco è deciso poi, con la forza che solo i pesci che hanno vissuto in mare possono avere, inizia una veemente lotta: salti, fughe repentine, improvvise inversioni di rotta prima verso valle poi di nuovo a risalire... portarli a riva non è mai una cosa semplice anche perchè, per lo più, sono pesci di grossa taglia, spesso oltre i 60 - 70 cm.

E Il fiume... che fiume ! Nasce a due ore di cammino più a monte, riceve piccoli affluenti e qui, ad un’ ora dalla foce, è già largo una decina di metri e profondo un metro o poco più. Nelle pool, dove la corrente si quieta, branchi di salmerini si fermano a riposare per poi riprendere la loro corsa versa le sorgenti, risalgono dal mare, sono forti, robusti e di un intenso color argento. Si pesca a galla prevalentemente con colorate

Siamo nella seconda settimana di agosto, qui la stagione è molto breve, non più di 4 settimane all'anno, e noi abbiamo sicuramente centrato il momento migliore: la concentrazione di salmerini è molto elevata, nelle piane dove l'acqua è più lenta spuntano qua e là le possenti pinne, si notano i bagliori delle loro argentee pance, bocche che si spalancano... uno spettacolo che raggiunge il suo culmine nel vederli


You fish on the surface, mostly with showy colored flies in foam that you let slowly glide on the surface. The strike is then determined with a power that only the fish which have lived in the sea can have, a vehement struggle may begin. Jumps, sudden escapes, unexpected turns, first downstream, then upstream again... landing them is never easy, also because they are mostly big fish, often over 60 - 70 cm. It’s the second week of August. The season is very short here. It doesn’t last longer than 4 weeks a year, and we have certainly chosen the best moment. The concentration of char is very high, mighty fins appear here and there where the water is slower, you can see the glare of their silver-colored bellies and open wide mouths... a show that reaches its peak when they jump

16

at a waterfall. The power of these fish is incredible, the instinct that makes them run up the river overcomes any hurdle, even if they stop on a semi-submerged stone beside the waterfall, lying some time there in order to recover the energy to go on. The days pass by too quickly, we spend a lot of hours on the river, but we have never enough. There are too many things to discover, too many details to be amazed by, too many moments not to forget. ... a day spent at the river mouth, sitting on the highest bank, waiting for the high tide, hoping to see the char arriving from the sea. On the other side of the river, a family of Inuits, who have come this far to get food supplies, dry the meat of a caribou killed the day before

and clean the char caught with nets just there, at the mouth of the river. ... a day spent walking and climbing the tributary of the main river to reach the "million dollar pool", then on to the lake under a glacier, with the last never-ending kilometer covered with difficulty, up to your knees in the grass soaked with water. The lake is there and you feel like you can touch it: it is a motionless body of water surrounded by an amphitheater of high hills. At the edge of the slopes, the lake lies as a cradle where the char, which have arrived after days of tiring run, get an extraordinary red-orange color which makes them unique. It is right here that we get the most important, difficult and exciting catch: a huge fish that, before being lifted from the water for the undeniable photo shoot, has pulled


saltare per superare una cascata. La forza di questi pesci è incredibile, l'istinto che li porta a risalire il fiume vince qualsiasi difficoltà, finanche fermarsi sopra un sasso semisommerso a lato della cascata in attesa di ritrovare lo slancio per riaffrontarla. Le giornate si susseguono anche troppo velocemente, le ore lungo il fiume sono tante ma non bastano mai, ci sono troppe cose da scoprire, troppi particolari di cui meravigliarsi, troppi attimi da non dimenticare.

... una giornata passata alla foce del fiume seduto sulla sponda più alta in attesa dell'alta marea con la speranza di vedere i salmerini arrivare dal mare. Dall'altra parte del fiume una famiglia di Inuit, arrivati fin qui per assicurarsi le scorte di cibo, mette ad essiccare i tagli di carne di un caribù ucciso il giorno prima e sfiletta i salmerini catturati con le reti proprio lì, alla foce. ... una giornata passata a camminare e arrampicare risalendo l'affluente del fiume principale fino a raggiungere la "million dollar pool", poi avanti

ancora fino al lago sotto un ghiacciaio con l'ultimo interminabile chilometro percorso faticosamente sprofondando fino al polpaccio nell'erba intrisa di acqua. Il lago è lì e pare quasi toccarlo, uno specchio di acqua immobile raccolto in un anfiteatro di alte colline; al limite dei pendii il lago giace come in una culla dove i salmerini, arrivati dopo giornate di faticosa risalita, acquisiscono una straordinaria colorazione rosso arancio che li rende unici. E' proprio qui che arriva la cattura più importante, più difficile, più emozionante, un pesce enorme che, prima di essere sorretto


out almost all the backing, thus creating anxiety in both his catcher and his photographer during the phases of the struggle. ... another day spent fishing and shooting photos from behind a rock, waiting that an arctic fox comes out of its nest, crouching down among the bushes hoping to catch the flight of an eagle, eventually climbing the highest mountain in order to look at the fjord in all its extension at the edge of the horizon, where the sea and the sky merge in one color.

18

Every evening, as we go back to the camp, we are rewarded with delicious dinners. We are lucky to have among us an experienced "master-chef" who can make delicacies with the few ingredients and tools at his disposal, as the fantasy and ability to combine the few ingredients make the difference between simply nurturing and eating well. Although the time is not counted by hands, it passes by very quickly anyway, and it’s soon time to travel back home. The tables of the port authority in the harbor of Sisimiut indicate high tide and the four hours of sailing on our way here

become almost nine hours on the way back. As soon as we come out of the fjord, the current and the wind throw 5 meter waves against us and only our Captain’s experience and courage can defeat them and enable us to reach the harbor of Sisimiut before evening. Whoever says that Greenland is hostile has probably never been there. Of course, if you are looking for civilization, development and modernity, you will probably have to stop some hundred miles before ... but it is a magical place if you want to wander through your soul.


a mezz'acqua per l'imperdibile foto ricordo, era stato capace di sfilare quasi tutto il backing mettendo in ansia, sia chi lo aveva catturato, sia chi stava immortalando le fasi della lotta. ... un'altra giornata passata a pescare e a scattare foto appostato dietro un masso aspettando che una volpe artica esca dalla tana, acquattato tra i cespugli sperando di fermare il volo di un'aquila, poi salire, infine, sulla montagna più alta per vedere il fiordo in tutta la sua estensione al limite dell'orizzonte dove il mare ed il cielo si fondono in un unico

colore. Il rientro al campo ogni sera è premiato con deliziose cene; siamo fortunati ad avere tra di noi un abile "maestro dei fornelli" che riesce a creare prelibatezze anche con pochi strumenti e scarsità di materia prima, la fantasia e l'abilità di amalgamare i pochi ingredienti fanno la differenza tra nutrirsi e mangiar bene. Il tempo non è scandito dalle lancette ma passa comunque molto in fretta e l'ora di intraprendere il viaggio di ritorno arriva presto. Le tabelle della Capitaneria di porto di Sisimiut indicano alta marea e le quattro ore di navigazione dell'andata

diventano quasi nove al ritorno. Appena usciti dal fiordo le correnti ed il vento ci sbattono contro onde alte 5 metri che solo l'esperienza e il coraggio del nostro Capitano potranno vincere e permetterci di raggiungere il porto di Sisimiut entro sera. Chi dice che la Groenlandia è ostile probabilmente non c'è mai stato, certo, se si cerca civilizzazione, sviluppo, modernità occorrerà fermarsi qualche centinaio di miglia marine prima... ma per attraversare la propria anima è un luogo magico.



ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente 10^ edizione EXPORIVA CACCIA PESCA AMBIENTE Un compleanno da ricordare! Superato l’obiettivo dei 15.000 visitatori, successo di pubblico e di vendite. Riva del Garda, 01 aprile 2015 – Si è chiusa in positivo, domenica 29 marzo l’edizione del decennale di ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente. La fiera dedicata alla caccia alpina e di selezione e alla pesca, in particolare pesca a mosca e spinning, ha infatti superato l’obiettivo che si era posta registrando 15.312 ingressi (+9% sull’edizione 2014). “Boom” di partecipanti e di pubblico per le molte novità che hanno accompagnato questo decennale. La Gara di lancio Hardy Cast Competition, vinta da Adriano Gardumi, ha visto sfidarsi una ventina di professionisti nella grande vasca di lancio (45 metri, la più grande vasca mai realizzata in Italia per una fiera) appositamente allestita all’esterno. La notevole dimensione della vasca è stata anche la “palestra” per le esibizioni a due mani dell’asso Robert Gillespie e per le dimostrazioni ad una mano di Maurizio Bellinaso.. Anche il

Trofeo Tiemco con 30 iscritti ha visto all’opera costruttori di mosche artificiali di caratura nazionale. Successo e soddisfazione per la 2^ edizione del concorso “Tell Me Fishing”, il video contest dedicato ai “corti” di 3 minuti che vedeva in gara 24 filmati provenienti da tutto il mondo, nuovamente vinto dal bravissimo Jonas Borinski. Affollatissimi gli stage gratuiti “Vuoi fare la tua prima mosca?” dedicati ai piccoli visitatori organizzati da I.F.T.A. (Italian Fly Tier Association). Usciva dagli schemi, ed è stato molto apprezzato, il format “Salmerino in tavola”, show cooking degli “chef per passione” L’Artificio Cucina & Dintorni che hanno spiegato e proposto ricette a base di pesce d’acqua dolce. Ben 350 le porzioni servite agli iscritti ai laboratori di cucina organizzati in fiera. Questa decina edizione è stata l’edizione dei festeggiamenti, culminati nella grande cena di gala, nel Salone delle Feste del Casinò di Arco rivelatosi anche il luogo perfetto per premiare tredici affezionate aziende che, sin dalla prima edizione, hanno preso parte come espositore alla fiera. Una festa allietata dallo straordinario gruppo di suonatori di corni da caccia “JHBG Maltatal” della Carinzia. L’arrivederci con l’undicesima edizione è già fissato dal 1 al 3 Aprile 2016.



interview interview

PAT COHEN di di Giorgio Giorgio Cavatorti Cavatorti


To start this interview, tell me something about yourself. How and when did you start making your own flies? > I started tying flies in January 2009. I started tying woolly buggers. At that time I thought it was the only fly that I needed. Then I started reading and became completely immersed in all of this. What came fishing?

first,

tying

flies

or

> Fishing without a doubt. I spin fished all my life, very unsuccessfully I might add..In 2008 I picked up a fly rod for the first time and everything clicked. It all made sense and just felt right. It was a life changing moment for me.

Any advice to those who want to start tying flies?

What are materials?

Your flies are very realistic, sometimes they are real pieces of art. Do you use them when fishing?

your

favourite

tying

> I love tying with naturals. I make a lot of deer hair flies, things like buck tail deceivers and deer hair bass bugs.

> Take it slow, get a good mentor and learn the correct way to do things. If you form bad habits early it is hard to break them.

> I have a background in the arts. I fish a majority of my flies, although at this point


Per cominciare dimmi qualcosa di te: come e quando hai cominciato a costruirti le mosche da solo? > Ho cominciato nel gennaio 2009 a costruire woolly bugger. A quel tempo pensavo che fosse la sola mosca di cui avessi bisogno. Poi ho cominciato a leggere e costruire mosche è diventata una passione. Cos’è venuto prima, mosche o la pesca?

costruire

> Senza dubbio la pesca. Ho pescato a spinning per tutta la vita, veramente senza successo devo dire... Nel 2008 ho preso in mano per la prima volta una canna da mosca ed è stata una rivelazione. Tutto aveva un senso e io mi sentivo bene. Quel momento mi ha cambiato la vita. Quali sono i tuoi materiali preferiti? > Amo i materiali naturali, costruisco molte mosche con peli di cervo.

Hai dei consigli da dare a chi vuole cominciare a costruire mosche? > Prendetevela con calma, affidatevi a un buon insegnante e cercate di imparare il modo corretto per costruire mosche. Se prendete subito delle cattive abitudini, poi è difficile smetterle. Le tue mosche sono molto realistiche, talvolta sono veri pezzi d’arte, tu le usi quando peschi?

25


there is a series of deer hair flies that I make that are just for display. You could with a little modification fish those as well. What do you think it is the most innovative tying material of recent times? > There are a lot of new synthetic products that are opening doors. I think products

26

like Clear Cure Goo and other light cured resins have made a big impact on the way we tie flies. Laser cut materials, EP Fibers‌ there are so many things that are available to make flies with. What is your destination?

favourite

fishing

> I am primarily a warm water angler. I am

happy in any body of water that I can put my kayak in and target bass, pike or carp. But at heart I am a river guy for sure. Are you going to come to Europe to visit any fishing exhibitions? > I would love at some point to make a trip to Europe.


> Io ho una formazione artistica. Pesco con la maggior parte delle mie mosche, anche se in questo momento sto costruendo una serie di mosche con peli di cervo solo per esporle. Con una piccola modifica, si potrebbe pescare anche con quelle.

stanno aprendo nuovi orizzonti. Penso che prodotti come il Clear Cure Goo e altre resine fotopolimerizzate abbiano avuto un grosso impatto nella costruzione delle mosche. I materiali tagliati al laser, le fibre EP… ci sono così tante cose disponibili...

Quale pensi che sia il materiale più innovativo degli ultimi tempi?

Qual è la destinazione di pesca che preferisci?

> Ci sono molti nuovi prodotti sintetici che

> Sono prima di tutto un pescatore d’acqua

dolce. In realtà io mi diverto in qualunque posto io possa mettere il mio kayak e puntare a spigole, lucci e carpe. Nel cuore, però, sono un ragazzo di fiume, certo. Verrai in Europa a qualche mostra di pesca? Mi piacerebbe molto fare un viaggio in Europa, prima o poi.





Great Bear Lake:

Midnight Sun, Mosquitos and Massive Trout The Northwest Territories, in the north-western corner of Canada, encompasses some of the world’s largest lakes, and in one of them – Great Bear Lake, the world’s largest lake char swim about. In the following, Rasmus Ovesen takes you to Plummer’s Great Bear Lodge and the lake that produces unreal amounts of trophy fish every year. TEXT RASMUS OVESEN / PHOTOS: RASMUS OVESEN OG KLAUS BOBERG PEDERSEN


FROTHING FOREST FIRES rage below us spewing out severe plumes of thick, white smoke into the air. Klaus and I are sitting on a small, chartered propeller plane in the veiled airspace between Yellowknife and the massive Great Bear Lake – a giant body of water that has found its gnarled and uneven bed in Canada’s desolate and harsh Northwest Territory, close to the bitterly cold Arctic. The scenery below is both disturbing and irresistibly compelling. It is as if a self-effacing and ill-tempered force in Nature has flared up, and there is something disquieting about the way, it is trying to conceal its vehement rage – by covering everything in thick smoke. The same smoke soon hems in the plane, and for the remainder of the flight the on-going ravaging of the flames is hidden from our flabbergasted eyes. GREAT BEAR LODGE is booked to the point of bursting this week, because guests – who had otherwise intended to stay at Plummer’s Great Slave Lake Lodge, have been transferred here. The lodge on Great Slave Lake, close to the city of Yellowknife, is in imminent danger of burning down. Here, unmanageable forest fires are raging too, and – stubbornly incited by a hoarse northern wind, one of them is in the process of hauling its crackling and all-consuming body of licking flames across the lodge property. Fire fighters all the way from Alaska have been summoned to contain the fire, but apparently the situation is grave. And for the coming days, a lot of Great Slave Lake Lodge’s repeat customers will be fishing with a gnawing fear in their bodies and minds. NO LESS THAN AN HOUR AFTER OUR ARRIVAL, we’re sitting on board a spacious Linder aluminium boat, that is cutting its way authoritatively across the bitterly cold and slightly rough waters of the Great Bear Lake. Our guide, Matt Dick, is heading for one of the numerous exciting fishing spots on the Dease Arm – a bay comparable to a mid-sized Norwegian fjord, that – unbeknownst to us, consists of myriads of smaller bays, inlets, reefs, depth curves, fault lines, and towering islands. The smoke-ridden air has shrouded the lake in a kind of illusory mist that the sun is incapable of piercing through. And it isn’t until later in the week, when northern winds finally displace all the smoke further to the south, that the lake’s size becomes even remotely comprehensible to us. Until then, the sheer fact that it takes two tanks full of gasoline to ferry us across the Dease Arm and back to the camp will have to suffice as an indication of the lake’s magnitude. It also serves to prove that there is plenty of room for an overbooked lodge with 20 boats and about 40 eager fishing guests. THE BOAT IS BROUGH TO A HALT outside a series of reefs that outline a small bay. Here, the bottom drops off quite dramatically, and along the fault line our guide – a young chap that it set to become a great friend over the coming few days – expects us to find foraging lake char. These fierce fish, which undoubtedly are the undisputed rulers

32



of the Arctic water realm, are savage and shady predators with insatiable appetites and gorylooking jaws designed to inhale unsuspecting prey of remarkable sizes. Typically, they are targeted in 25 – 100 meters of water, but here in July – during midsummer, when the tireless midnight sun bathes the Arctic region in clear and colour-saturated light, the fish are supposedly to be found in relatively shallow water. WITH OUR FLY RODS IN FIRM IRON GRIPS, we prepare for the first expectant casts. Soon after, the big, bushy streamers, that we have tied on to our 0.40mm tippets, whistle through the air, land on the water like maimed birds, and find themselves forced irresistibly downward into the ice-cold water-realm by the sheer weight of our sinking lines. When, seconds later, we hitch up the flies and bring them back towards the boat with long, even retrieves, our heart beats are suddenly racing uncontrollably. We have no idea what to expect, but we get an indication soon enough. In his third cast, Klaus’ #10 fly rod suddenly bows and scrapes under the weight of a powerful fish thrashing about in the crystal clear water. A few intense minutes later, the fish is thrashing about in the guide’s spacious landing net. Klaus now proceeds to lift an immaculate lake char of about 10lbs out of the water for a quick photo shoot – and then prepares for its release. Immersed into the lake’s chilly water, the fish quickly frees itself from Klaus’ hands and catapults its matte-olive and slightlymarbled body towards the bottom. Above, two relieved Danes and a Canadian guide cheer loudly. WE MUST HAVE FOUND THE FISH, because less than 10 minutes after Klaus releases the first fish of the trip, a heavy tug on my fly line announces that yet another lake char has been fooled by one of our deceiving streamers. This fish, too, manages to send loomingly deep convulsions through the carbon fibres of the 10-weight rod. It moves about like a mythological creature from the seven seas – deep, unyielding and heavy - and every turn on the fly reel is laden with excitement. A single surge into the backing and a stint of ill-tempered tug-of-war later, the shadow of a fish appears in the water. Shortly after, another Great Bear lake char finds itself reluctantly embraced by mesh and netting. The magnificent and broad-shouldered 14lbfish is duly photographed, and upon its release it heads straight for the gloomy solace of the depths below. It hasn’t gotten very far, though, before our treacherous, white streamers whistle through the air yet again. Our hearts are still racing, but our souls are suddenly infused with a newfound quietude and calm. THE NEXT FEW DAYS, we stubbornly patrol edges, drop offs, reefs, islands and fault lines – and there are surprisingly few dull moments in the boat. We consistently find fish where the water temperatures are the highest; typically in

34


LE LINGUE DI FUOCO DELLA FORESTA imperversano sotto di noi, emettendo nell’aria grossi pennacchi di spesso fumo bianco. Klaus e io, seduti su un piccolo velivolo a elica preso a noleggio, sorvoliamo lo spazio aereo tra Yellowknife e il vastissimo Great Bear Lake – un gigantesco specchio d’acqua che ha trovato il suo letto irregolare e frastagliato nell’aspro e desolato Northwest Territory del Canada, vicino al freddissimo Artico. Lo scenario sottostante è tanto inquietante quanto irresistibilmente coinvolgente. È come se fosse divampata una forza schiva e stizzosa della natura, e c’è qualcosa di inquietante nel modo in cui sta cercando di nascondere la sua furia veemente – coprendo tutto di fumo denso, che ben presto lambisce il velivolo, così che per il resto del volo l’ininterrotta devastazione prodotta dalle fiamme è celata ai nostri occhi esterrefatti. IL GREAT BEAR LODGE questa settimana è prenotato al punto da scoppiare, perché gli ospiti – che altrimenti avevano intenzione di soggiornare al Plummer’s Great Slave Lake Lodge - sono stati trasferiti qui. Il lodge sul Great Slave Lake, vicino alla città di Yellowknife, rischia di essere distrutto dal fuoco a breve. Anche qui stanno imperversando incendi ingestibili nella foresta e, alimentato caparbiamente da un aspro vento settentrionale, uno di questi è in procinto di trascinare il suo corpo crepitante e distruttivo di lingue di fuoco attraverso la proprietà del lodge. Benché siano stati chiamati a raccolta dei pompieri fin dall’Alaska, la situazione appare grave. E per i giorni a venire molti dei clienti abituali del Great Slave Lake Lodge pescheranno in compagnia di un’assillante paura. NON MENO DI UN’ORA DOPO IL NOSTRO ARRIVO siamo seduti a bordo della nostra spaziosa barca Linder in alluminio, che si fa strada con imponenza sulle acque freddissime e leggermente increspate del Great Bear Lake. La nostra guida, Matt Dick, si dirige verso uno dei numerosi spot di pesca sul Dease Arm – una baia comparabile a un fiordo norvegese di medie dimensioni, che – a noi sconosciuta – consiste in miriadi di baie minori, golfi, barriere coralline, linee batimetriche, faglie e isole svettanti. L’aria, satura di fumo, ha avvolto il lago in una sorta di nebbiolina irreale che il sole non riesce a penetrare. Ed è solo verso la fine della settimana, quando i venti settentrionali spazzano infine tutto il fumo verso sud, che le dimensioni del lago ci diventano almeno vagamente chiare. Fino ad allora, il semplice fatto che occorrono due taniche di benzina per traghettarci attraverso il Dease Arm e fare ritorno all’accampamento dovrà bastare come indicazione della grandezza del lago. Serve anche a provare che c’è spazio in abbondanza per un lodge sovraffollato con 20 barche e circa 40 ospiti desiderosi di pescare. LA BARCA VIENE FATTA FERMARE al di fuori di una serie di barriere coralline che delineano una piccola baia. Qui il fondo si abbassa notevolmente ed è lungo la faglia che la nostra guida – un giovane

35



destinato a diventare nostro amico nei giorni a venire – si aspetta di trovare salmerini di lago da usare come foraggio. Questi pesci aggressivi, che indubbiamente sono gli indiscussi monarchi del reame delle acque artiche, sono predatori selvaggi e ambigui con appetiti insaziabili e fauci sanguinarie fatte per inglobare ignare prede di dimensioni considerevoli. Generalmente si trovano in 25 – 100 metri d’acqua, ma qui in luglio – in piena estate, quando l’instancabile sole di mezzanotte diffonde sulla regione artica una luce chiara e dai colori intensi – i pesci si possono trovare presumibilmente in acque relativamente basse. CON LE NOSTRE CANNE DA MOSCA DALLE SOLIDE IMPUGNATURE ci prepariamo per i primi lanci. Poco dopo i grossi e folti streamer che abbiamo legato sui tippet da 0.40 mm sibilano attraversando l’aria, approdano sull’acqua come uccelli mutilati e si trovano sospinti irresistibilmente verso il basso, nel reame delle acque gelide, dal peso delle nostre lenze che sprofondano. Quando, alcuni secondi dopo, tiriamo su le mosche e le riportiamo verso le barche con lunghi recuperi regolari, i battiti del cuore improvvisamente cominciano ad accelerare incontrollati. Non abbiamo idea di cosa aspettarci, ma abbastanza presto riceviamo un’indicazione in merito. Al suo terzo lancio la canna da mosca da #10 di Klaus improvvisamente si piega e gratta sotto il peso di un possente pesce che si dimena nelle acque cristalline. Dopo pochi ma intensi minuti il pesce si agita nello spazioso guadino della guida. Klaus procede ora a tirare fuori dall’acqua un salmerino immacolato di lago di circa 10 libbre per un veloce scatto fotografico e poi si prepara a rilasciarlo. Immerso nelle acque fredde del lago, il pesce sfugge velocemente dalle mani di Klaus e catapulta verso il fondale il suo corpo opaco color oliva, leggermente marmorato. Sopra, rincuorati, due danesi e una guida canadese fanno rumorosamente il tifo. DOBBIAMO AVER SCOVATO I PESCI, perché meno di 10 minuti dopo che Klaus ha rilasciato il primo pesce del viaggio, un forte strattone sulla mia lenza annuncia che uno dei nostri ingannevoli streamer ha già raggirato un altro salmerino di lago. Anche questo pesce riesce a trasmettere profonde convulsioni sempre più percettibili attraverso le fibre di carbonio della canna. Si muove come una creatura mitologica che emerge dai sette mari – profonda, robusta e pesante – e ogni giro del mulinello da mosca è carico di eccitazione. Un’impennata nel backing seguita da una fase di stizzoso tiro alla fune, ed ecco che nell’acqua appare l’ombra di un pesce. Poco dopo, un altro salmerino si trova irretito suo malgrado. Lo splendido pesce dall’ampia mole e le sue 14 libbre di peso viene debitamente fotografato e al suo rilascio va dritto verso il suo rifugio, le cupe profondità sottostanti. Non è ancora molto lontano, però, quando i nostri infidi streamer bianchi sibilano di nuovo nell’aria. I nostri cuori battono ancora all’impazzata, ma le nostre anime sono improvvisamente soffuse di una calma e tranquillità fino a quel momento sconosciute. NEI GIORNI SEGUENTI perlustriamo bordi, meandri, barriere coralline, isole e faglie – e sorprendentemente ci sono davvero pochi

37


wind-exposed bays with water depths between 15 and 45feet. There are loads of them. They are reckless, aggressive and powerful. And their average size is rather impressive – probably around a solid 10lbs with the occasional 20lb’er thrown in. The thick, clingy smoke, that’s been veiling the lake for the past couple of days, has finally lifted, and with a deep-blue sky and a flickering sun above us, it seems as if the lake has been brought back to life. THE MONSTERS OF GREAT BEAR LAKE also show a bit of interest in our flies during the week. For instance, I still have nightmares about a massive lake trout that almost pulled the line out my hands when striking. It then proceeded to disappear irresistibly into the abysmal depths dragging more than 150feet of fiery-orange backing behind it. It must have stalked an 8lb fish Klaus was in the middle of fighting – probably in order to steal away the prey, because it hit my fly with resolute determination, when – at one point during the fight – my fly ended up right behind Klaus’ fish. In the end, however, the massive fish ended up spitting the fly, and the anticipative link to a hauntingly big dream fish was abruptly disconnected. Luckily for the calm and serenity of my thinly worn soul, I land another Great Bear Lake Monster. It clams its staunch jaws around my streamer outside a big gravel bar, immediately heads for deeper water and quickly proves heavier and more stubborn than the other fish, I have hooked up until this point. I lean back on the fish until the fibres of my 10-weight fly rod creaks, but the fish won’t readily budge. The next 10 minutes is a battle of fairly even will powers. The guide circles around the fish, and I do my very best to keep my nerves calm and utilise all the power reserves in the fly rod’s carbon fibre blank. In the end, the heavy-handed treatment proves too much for the fish. I gain on it little by little, and when it finally appears along the boat side, I can see how massive it actually is. Now my whole focus narrows – I fall back into myself, and all that’s left is the gravity of the task ahead: bringing the fish close to the boat and safely netting it. When that finally happens, I reemerge with a loud and redeeming roar! We quickly drive the boat to the shore, dragging the fish behind us in the net. I then jump in the water, and Klaus shoots a barrage of images with the camera, while I gently lift the 30lb fish briefly out of the water. Afterwards, I take a selfconscious minute to enjoy the sight of this old, broad-shouldered monster from the depths. As it rests in the shallows by my side with its big sail-like fins, soulful eyes and inverted dots like scintillating stars in a dark sky, I suddenly understand and appreciate, why we have travelled all the way to the Northwest Territories and Great Bear Lake. And when the fish liberates itself from my grasp with a couple of defiant fin strokes and catapults itself into deeper water, the feeling intensifies.

38




momenti di noia sulla barca. Regolarmente troviamo pesci dove le temperature dell’acqua sono più alte, solitamente in baie esposte al vento con acqua profonda tra i 15 e i 45 piedi. Ce ne sono un sacco. Questi pesci sono incauti, aggressivi e forti. E le loro dimensioni medie sono alquanto impressionanti – probabilmente sulle 10 libbre buone, con di tanto in tanto un esemplare da 20 libbre. Il fumo spesso e denso che ha velato il lago nei giorni passati si è finalmente alzato e il lago sembra rinato a nuova vita, con questo cielo di un blu intenso e il sole tremolante sopra di noi. I MOSTRI DEL GREAT BEAR LAKE danno prova anche loro di un po’ d’interesse per le nostre mosche nel corso della settimana. Per esempio, ho tuttora gli incubi di una grossa trota di lago che per poco non mi ha strappato la lenza di mano durante lo strike. Alla fine è sparita procedendo irrimediabilmente verso gli abissi, trascinandosi dietro più di 150 piedi di backing di un bell’arancione acceso. Deve avere inseguito un pesce da 8 libbre con cui Klaus stava lottando – probabilmente per rubarsi la preda, perché ha colpito la mia mosca con risoluta determinazione, quando – a un certo punto del combattimento – la mia mosca è finita giusto dietro al pesce di Klaus. Alla fine, comunque, il grosso pesce ha sputato la mosca, così che quel legame di speranza col pesce sognato e cercato in maniera ossessiva è stato bruscamente spezzato. Fortunatamente, per la calma e serenità della mia anima sottilmente lacerata, traggo a riva un altro mostro del lago. Con le sue fervide mascelle stringe il mio streamer al di fuori di una grossa pietraia, si dirige immediatamente verso acque più profonde e ben presto si dimostra più pesante e caparbio degli altri pesci che ho allamato finora. Mi piego all’indietro finché non sento scricchiolare le fibre della mia canna, ma il pesce non cede facilmente. I 10 minuti successivi sono una battaglia tra volontà opposte, ma altrettanto forti. La guida gira attorno al pesce e io faccio del mio meglio per mantenere i nervi saldi e utilizzare tutte le riserve energetiche contenute nella mia canna. Alla fine riesco a far capitolare il pesce. Mi ci avvicino a poco a poco e,quando infine appare lungo il lato della barca, vedo quanto sia davvero grosso. Ora il mio obiettivo si restringe – mi raccolgo in me stesso e tutto ciò che mi resta è la gravità del compito che ho davanti a me: portare il pesce vicino alla barca e metterlo al sicuro nella rete. Quando finalmente succede, riemergo con un forte urlo liberatorio! Rapidamente dirigiamo la barca verso riva trascinandoci dietro il pesce nella rete, poi io salto in acqua e Klaus scatta una raffica di foto con la macchina fotografica, mentre io sollevo dolcemente il pesce da 30 libbre al di fuori dell’acqua. In seguito mi prendo un minuto per me per godermi la vista di questo vecchio mostro possente venuto dagli abissi. Mentre sta al mio fianco nell’acqua poco profonda, con le sue grosse pinne simili a una vela, gli occhi espressivi e i puntini come stelle scintillanti nel cielo buio, improvvisamente capisco e apprezzo il motivo per cui siamo venuti così lontano, nei Northwest Territories e al Great Bear Lake. E quando il pesce si libera dalla mia presa con un paio di colpi di pinna ribelli e si catapulta in acque più profonde, questa sensazione s’intensifica.

41




44


L’ arte nella pesca

Vito DeVito

45


A graduate of Seton Hall University Mr. DeVito studied extensively throughout the US and Europe. Today he is a successful artist and sculptor, as well as a dedicated conservationist. Seasonally, the DeVito family has traveled to their Norway, Maine home where Mr. DeVito painted during the summer months for the

46

past twenty-five years. There are three international groups he is painting for currently, they are: Ducks Unlimited, Safari Club International, and The International Game Fish Association. DU has requested Mr. DeVito to create a new painting every year from 1994-2010. Recently he has completed his twelfth


Laureatosi alla Seton Hall University, Vito DeVito ha studiato negli Stati Uniti e in Europa. Oggi è un artista e scultore di successo, oltre che un attento ambientalista. La famiglia DeVito torna regolarmente a Norway nel Maine, dove da venticinque anni DeVito si dedica alla pittura nei mesi estivi. Attualmente

dipinge per tre gruppi internazionali: Ducks Unlimited, Safari Club International e The International Game Fish Association. Ogni anno, dal 1994 al 2010, DeVito ha prodotto un dipinto per la Ducks Unlimited e di recente completato il suo dodicesimo dipinto per questo gruppo. Le sue opere sono richieste dalle

47


painting for DU and his work is in demand among conservation, fishing and environmental organizations throughout the US. He has collaborated with Master Printmaker, and innovator of the Solarplate method of etching, Dan Welden since 2008. Rounding

out the artists commissions list are requests for hunting and fishing scenes, nature oriented and figurative bronze sculpture, and portrait work in all mediums. His Sagaponack studio is always open.


organizzazioni ambientaliste di pesca e protezione della natura di tutti gli Stati Uniti. Dal 2008 collabora con Dan Welden, esperto tipografo e innovatore del metodo Solarplate per incisioni all’acquaforte. DeVito ha prodotto inoltre, su richiesta,

numerose scene di caccia e pesca, sculture naturaliste e figurative in bronzo e ritratti di tutte le dimensioni. Il suo studio a Sagaponack è sempre aperto.



Intervista ad Alberto Giovanelli

LE MIE PRIME 1000 STEELHEAD A cura della redazione


Molti di noi 1000 steelhead non le hanno neanche mai viste in fotografia, ma c’è chi le ha prese, contate e molte di queste fotografate. È italiano e si chiama Alberto Giovanelli e da una ventina d’anni, con grande costanza e determinazione, passa tutto il mese di ottobre a pescare in British Columbia questi bellissimi pesci. Vediamo se riusciamo a strappargli qualche segreto… Allora Alberto, il numero esatto? > 1346, a voler essere precisi. Da quando hai iniziato a frequentare il BC? > Nel settembre 1990, e poi tutti gli anni per circa un mese, il mese di ottobre. In tutto sono 25 viaggi. Bisogna considerare che fino a qualche anno fa ottobre era un mese pieno, ma adesso, con le ultime variazioni dei regolamenti e le limitazioni, i giorni di pesca sono diminuiti. Per contro va detto che, rispetto a qualche anno fa, ora ci sono più steelhead nei fiumi e quasi tutti praticano il catch and release. Ovviamente vogliamo sapere mosca preferita e tecnica impiegata.

> Per quanto riguarda la mosca, tutti gli anni ne ho una preferita, che puntualmente l’anno seguente non funziona più dopo che ne ho portate due scatole. Credo che alla fine quella con un risultato costante sia l’imitazione di uovo di salmone. Anche le leech viola e nere non sbagliano mai. Io pesco sempre con canne a una mano abbastanza lunghe a 11 piedi per coda 7, 8. Per quanto riguarda le code direi le Teeny 130 e 200 e la Rio 150. Tu che frequenti il Canada da una ventina d’anni, negli ultimi 10 anni la pesca è migliorata o peggiorata? > I pesci sono sicuramente aumentati, il controllo c’è e anche i pescatori sono abbastanza corretti. I pescatori “Indiani” però più numerosi e quasi nessuno pratica il “catch and release”, dove pescano loro rimane poco. 25 anni fa c’era un approccio molto più didattico e rispettoso. I fiumi sono rimasti pressoché invariati strutturalmente, ma negli anni c’è stato un cambiamento radicale nella tecnica di pesca: si pesca più leggero e spesso quasi in superficie. In quest’area ci sono 7 fiumi principali, ogni fiume è molto diverso dall’altro, e anche i pesci sono morfologicamente differenti. Per esempio un pesce di 1 metro nel Kispiox può pesare oltre i 10 kg , mentre nel Copper arriva al massimo




Many of us have never seen 1000 steelhead, not even in photos. There is someone, however, who has caught this many, counted them and even taken a photo of most of them. He is Italian and his name is Alberto Giovanelli. Over the last twenty years, he has spent the month of October fishing in British Columbia. Let’s see if he will reveal some of his secrets… Well then Alberto, what's the exact number? > 1346, to be precise. When did you Columbia?

first

go

to

British

In September 1990, and from then on every year for about one month, in October. That’s 25 travels in total. We must keep in mind that October, until some years ago, used to be a full month. But now, as a result of the latest regulations and limitations, fishing days are fewer. On the other hand, it must be said that, compared to some years ago, there are now more steelhead in the rivers and almost everybody practises catch and release. Of course we would like to know which your favourite fly is and what technique you apply.

> As for the fly, I’ve got a favourite one every year, which promptly won't work the year after, when I have planned to bring two boxes with me. I think that, in the end, the most consistent result is the imitation of a salmon’s egg. The violet and black leeches never fail either. I always fish with one-hand rods that are quite long, 11 feet for 7, 8 tail. As for the tails, I would say the Teeny 130 and 200 and the Rio 150 work well. You have known Canada for about twenty years now. Has fishing got better or worse over the last 10 years? > The fish have increased for sure, there is supervision and fishermen are quite fair too. Nevertheless, there are more poachers and almost nobody follows the “catch and release” rule. Wherever they fish, they leave very little behind. 25 years ago there was a more educational and respectful approach. The rivers have remained more or less unchanged in their structure, but over the years there has been a radical change in the fishing technique: you use lighter equipment and fish close to the surface. In this area there are 7 main rivers, each river is different and the fish are morphologically different as well. For example, a 1 meter fish in the Kispiox river can


a 7,8 kg. Per quanto mi riguarda le steelhead più grosse le ho catturate nel Kispiox e nel Babine, mentre nel Morice ne avrò prese piu di 400 ma mai superiori al metro…e da 90 cm a un metro c’è una bella differenza! Va detto anche che è un pesce molto aggressivo e spesso mi è anche capitato di prendere lo stesso pesce nell’arco della stessa giornata. C’è qualcosa che British Columbia?

non ti piace del

> Fino a poco tempo fa mi piaceva tutto, ora il sabato e la domenica i non residenti non possono pescare se non sono ospiti di un lodge e non hanno una guida, ma i fiumi li conosco meglio io di tante guide residenti! Il BC, comunque, ha un rapporto qualità/ prezzo che è imbattibile, se non si è vincolati a lodge e se si conoscono i fiumi. Raccontaci un aneddoto: Una volta stavo pescando nel fiume Morice al km 4 e, per agevolare il mio amico Luca mi sono spostato di fronte attraversando il fiume a valle, una passeggiata di 2 km. Dopo aver catturato un paio di steelhead, sono arrivati due pescatori, io ho continuato a prendere altri pesci e ad un certo punto questi hanno chiesto al mio amico se pescavo con il verme. Mi sono infuriato e ho attraversato il fiume

dritto in mezzo (“questo é matto” avranno sicuramente pensato). Arrivato sull’altra sponda ho detto a uno dei pescatori di darmi la sua mosca e 50 metri più in là dove loro avevano già pescato, ne ho agganciate 5! A questo punto i due pescatori si sono scusati e se ne sono andati… Che consigli ti senti di dare a chi si avventura in BC per la prima volta? > Innanzitutto trovare qualcuno che gli indichi le pool giuste. I fiumi sono molto lunghi ( 70, 100 KM) e ognuno ha pool buone in ogni zona, i pesci però si spostano continuamente e quello che fa la differenza è sapere dove pescare. Ci sono lunghi tratti di fiumi dove non ci sono pesci in quella settimana, ma che sono buoni la settimana dopo. E’ fondamentale sapere i movimenti delle Steelhead. Avventurarsi da soli si rischia di perdere troppo tempo. Altri luoghi in cui ti piacerebbe pescare? > Nuova Zelanda, per il colore dell’acqua e per come si pescano le trote, e Islanda. Grazie Alberto.


weigh over 10 kg, whereas in the Copper river it reaches 7.8 kg at most. Personally, I have caught the biggest steelhead in the Kispiox and in the Babine rivers, whereas in the Morice I caught over 400, but they were never longer than one meter…and there is a big difference between 90 cm and one meter! Moreover, it must be said that it’s a very aggressive fish and it has often happened to me to catch the same fish twice on the same day. Is there anything you don’t like in British Columbia? > Until recently, I liked everything. Now, nonresidents cannot fish during weekends if they don’t stay in a lodge and don't have a guide, even though I know the rivers better than many resident guides! However BC has a unique price-quality ratio, if you are not bound to a lodge and if you know the rivers. Tell us an anecdote: Once I was fishing in the Morice river at km 4 and, to help my friend Luca, I crossed the river downstream, which was a 2 km walk. After I had caught a couple of steelhead, two fishermen reached us. I went on catching other fish, so at some point they asked my friend if I was fishing with a worm. I furiously crossed the river right through the middle (“he's crazy”, they must have thought).

Once I reached the other bank, I asked one of the fishermen to give me his fly. I moved about 50 meters away, where they had already been fishing, and I hooked 5! At that point the two fishermen apologized and left… What would you recommend to those who venture to British Columbia for the first time? > First of all, find someone who shows you the good pools. The rivers are very long (70, 100 Km) and each one has got good pools in every area, but fish keep moving. What makes the difference, is to know where to fish. There are long stretches of river where there may be no fish one week, but a lot one week after. It is essential to know the movements of the Steelhead. f you venture on your own, you risk losing too much time. Are there any other places you would like to fish? > New Zealand, for the colour of the water and the way trout are fished there, as well as Iceland. Thank you Alberto.


MARCO SANTI PHOTOGRAPHY - www.marcosanti.it

Fishing in Italy Travel ideas for fishing

Rivatour di ExpoRiva Caccia Pesca Ambiente Tel +39 0464 570370 e-mail: info@rivatour.it - www.rivatour.it - www.fishingitaly.it



60


A A PIECE PIECE OF OF CROATIAN CROATIAN HEAVEN HEAVEN di Aleksandar Vrtaric 61


Settled in the mountainous part of Central Croatia, not far from one of the best known and most visited destinations in the country- the beautiful Plitivice Lakes National Park - the little town called Slunj is a true little “World Wonder�. Located above the rivers Slunjcica and Korana in a unique and picturesque area just by the main road that leads from the capital Zagreb, through the town of Karlovac, to Plitvice Lakes, Slunj is really hard to miss. This charming little town will welcome you with the deep canyon of the river Korana that suddenly opens up in front of you,

62

offering a fantastic view and, to be honest, this is the moment that every angler or simply a nature lover will remember for a long time. Although Slunj suffered a lot during the war time (part of the natural heritage has been irreversibly destroyed), it has been slowly but carefully renewed and today it is not only one of the best decorated little places in the country but it totally deserves all the glory it can get. Today Slunj is well known for its amazing cuisine, great service, a whole bunch of positive energy and fresh air. Of course, with the short but fascinating Slunjcica river,


Situata nella parte montagnosa della Croazia Centrale, non lontano da una delle destinazioni più conosciute e visitate del Paese – il bellissimo Parco Nazionale dei Laghi di Plitivice – la cittadina di Slunj è davvero una piccola “meraviglia del mondo”. Affacciata sui fiumi Slunjcica e Korana, in una zona unica e pittoresca proprio sulla strada principale che porta dalla capitale Zagabria, attraverso la città di Karlovac, ai laghi di Plitvice, Slunj è a tutti gli effetti una meta da non perdere. Quest’incantevole cittadina vi accoglierà con il profondo canyon del fiume Korana,

che si apre improvvisamente di fronte a voi offrendovi una vista fantastica che ogni pescatore o semplice amante della natura ricorderà a lungo. Benché Slunj abbia molto sofferto durante la guerra (parte dell’eredità naturale è andata irreversibilmente distrutta), è stata poi lentamente ricostruita con cura e oggi non è solo uno dei luoghi più caratteristici e belli del Paese, ma merita senza dubbio tutta la gloria di cui gode. Oggi Slunj è assai nota per la sua ottima cucina, servizi eccellenti, energia positiva e aria fresca. E, non ultimo, grazie all’affascinante fiume Slunjcica, Slunj

63


Slunj is also known for good fishing. “And a river runs through it…” Only a few kilometers south from Slunj, in a deep canyon, river Slunjcica streams its short way to river Korana. Colored in beautiful eyecatching turquoise, this little river makes home to native brown trout, rainbow trout and the species this river is best known for – grayling. Slunjcica is very small but it has spots

64

where the biggest grayling are hiding. Although the average grayling size measures around 35-40 centimeters, fish well over 50 centimeters are caught quite often. As beautiful as it may be in the eyes of the bystander, when it comes to fly fishing, Slunjcica is not one of those waters where you can catch your fish with no effort. This water will test your knowledge and experience, it will often make you question your abilities as a fly angler, it will challenge you - but if you are patient enough and you are capable of taking a minute or two to “read the water”, you can


è conosciuta anche per le buone occasioni di pesca. “E qui scorre un fiume…” Solo pochi chilometri a sud di Slunj, in una gola profonda, il fiume Slunjcica scorre per un breve tratto per poi confluire nel fiume Korana. Di un bel color turchese vivo, questo piccolo fiume è la patria di autoctone trote fario e arcobaleno e della specie per cui il fiume è maggiormente conosciuto – il temolo. Lo Slunjcica

pazienti e capaci di prendervi un minuto o due per “leggere l’acqua”, potrete avere un grande divertimento e alcune ottime catture. Certo non è facile dare consigli a un pescatore esperto o novizio in poche frasi, ma se venite a pescare in queste acque, dovrete riempire la vostra scatola di ninfe, in modo particolare di Hydropsyche di caddis, ninfe gammarus nelle misure dal 12 alle dimensioni più piccole e una buona fornitura d’imitazioni di efemere. I temoli del Slunjcica amano le piccole mosche e, tra le altre imitazioni, mangiano volentieri una formica secca o bagnata

è molto piccolo, ma ha spot in cui si annidano i più grossi temoli. Sebbene la taglia media dei temoli sia di circa 35-40 centimetri, abbastanza spesso vengono anche catturati pesci che superano i 50 centimetri. Per quanto ciò possa risultare bello agli occhi degli astanti, quando si tratta di pesca a mosca lo Slunjcica non è uno di quei corsi d’acqua dove i pesci vengono presi senza sforzo. Questo fiume metterà alla prova le vostre conoscenze e la vostra esperienza, vi farà spesso mettere in discussione le vostre abilità come pescatore a mosca, vi sfiderà – ma se siete abbastanza

o l’imitazione di un sottilissimo verme e, in alcuni spot, i sottili gammarus sono le sole mosche che fanno al caso vostro. Un piccolo luogo magico di nome Rastoke Ad appena poche centinaia di metri dal centro di Slunj, c’è un piccolo paradiso di nome Rastoke. È il luogo dove il Slunjcica termina il suo viaggio e confluisce nel fiume Korana. Passando su rocce di travertino, il Slunjcica si dissolve in modo pittoresco in

65


expect some great fun and some very nice catches. Of course it is not easy to advise an experienced or a novice angler in a few sentences but if you come to fish this water, you will have to fill your nymph box especially with Rhyacophilla, Hydropsyche and cased caddis larvae imitations, gammarus nymphs varying from size 12 to the smallest size you can tie and a nice ammo of Mayfly imitations. Grayling in Slunjcica like small flies and among other imitations they will happily grab a wet or dry ant, a tiny maggot imitation and, on some spots, tiny gammarus are the only flies

66

that do the job. A little wonderplace called Rastoke Just a few hundred meters from the center of Slunj, there is a true little heaven called Rastoke. This is the place where Slunjcica ends its journey and it merges to river Korana. Over travertine rocks, Slunjcica picturesquely dissolves into more than twenty waterfalls and each of them will take your breath away. This area


più di venti cascatelle e ognuna di esse vi toglierà il fiato. Questa zona è piena di case restaurate, la maggior parte delle quali ha un proprio mulino. La gente del luogo spesso sta davanti alla propria casa per offrirvi mais fresco, segale o farina e alcuni cuociono anche il loro pane tradizionale, che è semplicemente delizioso. A proposito di buon cibo, ci sono in zona alcuni ottimi ristoranti in cui si possono assaggiare specialità locali come trote fresche o agnellini. In uno dei ristoranti è possibile catturare la propria trota dalla pool e farsela cucinare su una griglia a legna o alla vecchia

maniera tradizionale – impanata in farina locale appena macinata e fritta. Vi sembra divertente? Lo è! Prezzi, regolamenti e luoghi dove soggiornare Fortunatamente alloggiare in zona è piuttosto economico ed è possibile prendere in affitto una stanza dotata di aria condizionata e TV satellitare a circa 20 Euro per notte. Alloggiare in una delle case tradizionali costruite sulle rocce di fianco al corso d’acqua è

67


68

is full of authentic renewed houses and most of them have their own mill. Local people are usually standing in front of their houses to offer you some fresh corn, rye or flour and some of them even bake their own traditional bread which is simply delicious. Talking about good food, there are some great restaurants in this area where you can try local dishes like fresh trout or young lamb. In one of the restaurants you can actually catch your own trout from the pool and have it prepared on a wooden grill or the old traditional way – rolled in domestic, freshly grinded corn flour and

fried. Sounds fun? It sure is!

of Slunj which is www.tz-slunj.hr where you can find additional info and check out the places for rent. As for fly fishing, the daily license is 150 HRK which is equal to 20 EUR and fly anglers are allowed to take 2 fish meaning 2 trout or 2 grayling or one of each species both measuring over 30 centimeters. It is allowed to use the lures too so trout can be caught with spin tackle as well. It is forbidden to take fish on the Rastoke location which means that fishing is allowed but the fish need to be quickly released and it is also forbidden to use spin tackle on this area. The daily licenses

are being sold in practically every restaurant and coffee shop. Another important thing to mention is that Slunjcica river is not one of those crowded waters and if you like to be alone on the water, this little river is just the right place. Of course, you can’t miss the Plitvice Lakes National Park!, so check your vacation dates, plan your stay, make some phone calls and come and get your piece of pure heaven!

Prices, regulations and places to stay Luckily, accommodation is pretty cheap in the area and it is possible to rent a room with an air conditioner and a SAT TV for about 20 EUR per night. Staying in one of those traditional houses built on rocks just beside the water is something to talk about. You might want to write down the link to the tourist board


un’esperienza da non perdere. Il link dell’azienda di promozione turistica di Slunj è www.tz-slunj.hr, qui troverete ulteriori informazioni e potrete dare uno sguardo agli affitti disponibili. Per quanto riguarda la pesca a mosca, la licenza giornaliera costa 150 HRK, che equivalgono a 20 Euro, e ai pescatori a mosca è permesso tenere 2 pesci, che significa 2 trote o 2 temoli oppure uno per specie, entrambi oltre i 30 centimetri. È consentito anche l’uso di esche, per cui le trote si possono pescare anche con attrezzatura da spinning. Nell’area di Rastoke invece i pesci devono essere rapidamente rilasciati ed è anche vietato usare

attrezzatura da spinning. Le licenze giornaliere vengono vendute praticamente in tutti i bar e i ristoranti. Altra cosa importante è che il fiume Slunjcica non è un corso d’acqua affollato, dunque perfetto per chi vuole pescare in solitudine sulle sue sponde. Se decidete di pescare in questa zona non potete inoltre mancare di visitare il meraviglioso Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice! Controllate quindi i vostri giorni di ferie, pianificate il vostro soggiorno, fate alcune telefonate e venite a prendervi il vostro pezzo di paradiso!


Stanislao Kuckiewicz Dall’esilio in Siberia all’invenzione del cucchiaino “Martin” di Riccardo De Stabile

Se tutti noi abbiamo un debito di riconoscenza, pescatori a mosca e non, è sicuramente verso il grande Stanislao Kuckiewicz. Nasce il 22 Febbraio 1909 a San Pietroburgo da genitori polacchi e nel 1911 rientra in Polonia, a Lodz, dove il padre lavora come ingegnere. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, mentre il padre è al fronte, Stany, insieme al fratello maggiore e alla madre,

fugge in Russia dietro la spinta delle truppe tedesche. Nel 1919, a soli 10 anni, inizia a pescare e lo fa in modo del tutto particolare: completamente isolato dalle influenze anglosassoni comincia a scoprire e inventare una pesca a mosca e a spinning osservando intensamente la natura e il comportamento dei pesci.



Vedendo i pesci bollare, si fa strada in lui l’idea di poterli catturare imitando gli insetti di cui si cibavano. Il suo più grande desiderio era di poterlo fare senza collegamento con l’esca, quasi per magia. A 15 anni comincia a pescare con la canna da mosca vera e propria, subito con canne in bamboo di provenienza anglosassone e successivamente con canne in fibra di vetro di provenienza tedesca. In questo periodo inizia la sperimentazione di esche costruite con materiali particolari, legno, resine fatte in casa ed altri materiali artigianali, esche sia per la pesca a mosca che da spinning. Dopo il ginnasio frequenta i primi due anni di medicina, si iscrive successivamente a legge ma lo scoppio della seconda guerra mondiale ne interrompe gli studi costringendolo a partecipare alle vicende belliche dell’esercito polacco. Nel primo anno di guerra viene fatto prigioniero dai sovietici con tutta la famiglia, compresa

la prima moglie che morirà poco dopo a Leopoli di parto insieme alla bambina. Appartenente ad una famiglia agiata di proprietari terrieri, Stany, dopo una breve parentesi di libertà, viene nuovamente arrestato e, riconosciuto dal potere stalinista come “nemico del popolo”, viene deportato nella regione siberiana del Kazakistan, dove sopravvive fino all’autunno del 1942 facendo il cacciatore di professione e il medico. In quell’anno riesce avventurosamente a fuggire insieme ad altri cinque compagni di prigionia percorrendo a piedi oltre 3000 km che lo portano dai confini della Mongolia estrema alle rive del Mar Caspio, dove si unisce al II corpo d’armata polacco. In seguito, insieme all’esercito inglese, giunge in Persia, quindi, attraverso numerosi paesi del Medioriente, in Egitto e infine nel Natale del ’43 sbarca in Italia, dove partecipa alla battaglia di Montecorsino e, sempre a fianco dell’esercito inglese, combatte su tutto

il fronte di liberazione adriatico fino a Bologna. Dopo la fine dei conflitti finalmente si dedica alla sua passione ed inizia la creazione di esche artificiali, sperimentazioni che lo porteranno all’invenzione e al deposito del brevetto del Cucchiaino “Martin”, l’esca da spinning più usata di tutti i tempi. Oltre al “Martin” Stany lavora su altri meccanismi (non depositati) che successivamente si vedranno su cataloghi di molte aziende importanti, come le sue famose imitazioni di rane di resina, copiate successivamente da molte aziende americane. Ulteriori studi lo portano alla creazione di code in seta per la pesca a mosca, code leggerissime usate con canne da lui modificate, che sfoceranno più avanti nel moderno TLT. Gli ultimi anni della sua vita, a Fermo nelle Marche, ha vissuto con modestia e in modo schivo, continuando con le sue sperimentazioni, le sue geniali imitazioni, la scuola di lancio e la sua piccola

industria per la produzione di imitazioni di plastica. A lui viene dedicato il Museo Italiano della Pesca a Mosca , inaugurato ufficialmente il 24 settembre 2000 a Castel di Sangro (AQ) all'interno del Convento della Maddalena, una struttura risalente al 1487. Questo progetto nasce da una collaborazione della Scuola Italiana di Pesca a Mosca, il Comune di Castel di Sangro e alla sua realizzazione hanno contribuito l'Associazione Pescasportivi di Castel di Sangro, l'Archeoclub d'Italia sezione di Castel di Sangro e Cavatorti Giorgio, direttore del museo.


If we all owe a debt of gratitude, fly fishermen and not, is definitely toward the great Stanislaus Kuckiewicz. He was born on 22nd February 1909 in Saint Petersburg, but his parents were Polish. After some years spent in Russia, in 1911 he returned to Poland, to Lodz, where his father was working as an engineer. In 1914, when the first World War broke out, while his father was fighting at the front, Stany, together with his elder brother and his mother, escaped to Russia. In 1919, when he was just 10, he started to fish in a very particular way: isolated from the Anglo-Saxon influences he began to discover and invent a new type of fly and spinning fishing technique just by observing nature and fish behaviour. As he saw the fish rising, he thought that he could catch them by imitating the insects they ate. His biggest desire was catching them without the help of a lure, as it was magic. When he was 15, he started to fish

with a real fly rod, at the beginning with bamboo rods which came from England, and then with glass fibre rods from Germany. In that period he started to create lures made from particular materials, both for fly fishing and spinning. After the high school, he attended the first two years of medicine, then he enrolled at Law but the beginning of the Second World War interrupted his studies, forcing him to take part in the war with the Polish army. During that year he was captured by the Russians with all his family, including his first wife who would die some time later in Leopoli while giving birth to their daughter. Stany belonged to a well-off family of landowners and, after a short interval of freedom, he was arrested again because the Stalinist government believed that he was a “people’s enemy”, so he was deported to the Siberian region of Kazakhstan, where he survived until the fall of 1942, working

as a professional hunter and doctor. That year he managed to escape with other five prisoners and he walked for more than 3000 km from the borders of Mongolia to the shores of the Caspian Sea, where he joined the Polish army. Then, together with the English army, he reached Persia, then he crossed many Middle-East countries as far as Egypt and in December 1943, he arrived in Italy where he took part in the Montecorsino battle and, with the English army, he fought at the front as far as Bologna. After the end of the war he finally devoted himself to his passion and he started to create artificial lures, experiments that will lead him to the invention and the patent of the “Martin” spoon, the most used spinning lure in the world. Besides the “Martin”, Stany worked on other experiments (not registered) that then will be seen on the catalogues of many important companies, like his famous imitations of resin frogs, which will be

copied by many American companies. Further studies led him to the creation of silk tails for fly fishing. They are very light tails used with modified rods, a fishing technique that will become the modern TLT. He spent modestly and shyly the last years of his life in Fermo, in the Marche region,in Italy continuing his experiments, his brilliant imitations, his casting school and his small company for the production of plastic imitations. The Italian Fly Fishing Museum, inaugurated on 24th September 2000 in Castel di Sangro and housed inside the Maddalena Convent, is dedicated to him. This project was born from the collaboration of the Italian Fly Fishing School with Castel di Sangro municipality, and it was realized by the Association “Pescasportivi” in Castel di Sangro, the “Archeoclub d’Italia”, section of Castel di Sangro and Cavatorti Giorgio, director of the museum.


www.buff.eu

zione n u 速 f i t ul BUFF fascia m to e sole l a n i n Orig l Buff速 o, ve d d a e n Origi ersi dal fr gg prote

per

Distribuito in Italia: Nov.ita srl info@nov-ita.com www.nov-ita.com




FISHING ADVENTURES

The terrorist of the flats Few fish spread fear and panic on the tropical flats like the barracuda, and a more cynical and calculating opponent on the fly rod is difficult to imagine.

BY RASMUS OVESEN PHOTOS BY RASMUS OVESEN AND MARTIN EJLER OLSEN


IN A LOT OF WAYS, the barracuda is the epitome of the ancient and blind evil that exists in so many different forms and shapes in nature - making us cringe with terror and fear. It is a form of evil that emanates from the abysmal depths of cold and soulless eyes, in cynical and calculating behaviour, and in an eerie ability to appear unsuspectingly. In the case of the barracuda it is an evil embodied by a perfectly camouflaged and streamlined frame, a shadow-like and ghostly presence and grim jaws bursting with razor-sharp teeth. IT IS ACTUALLY RATHER PARADOXICAL that I – an incarnated dry fly fisherman – should end up stalking the flats with trembling nerves, casting at ominous shadows. As a dry fly fisherman, I’m used to seeing fish take my fly in slow motion, and even though this is nothing short of spectacularly nerve-wracking, there is a complacent obviousness to it that – in a way - provides peace of mind. It’s quite the contrary with barracuda fishing on the flats. Here, things happen so fast that your mind simply overloads. In a split second – out of nowhere – your fly disappears; an apocalyptic pull propagates through the fly line; and a big silvery shape thrusts itself meter-high out of the water. Time suddenly stands still. You see the horrifying shape of a ghostly predator hanging in the air – gills flaring, teeth exposed and eyes glistening. Then it takes the water again with its full weight making a big momentary crater in the surface film. Loose line immediately starts flying around your ears as the fish takes off at a 100mph and disappears into the fading flicker of the flat’s monochromatic water. On its way, it breaches the surface again and again frothing with rage – but you don’t even register any of this. In the sudden chaos of disappearing fly line, spindrifts, and violent blank convulsions you find yourself challenged to even hang onto the fly rod and keep your knuckles from being pounded to blood by the frantic back spin of the fly reel’s spool and handle. It isn’t until the fly reel’s tormented dirge suddenly stops, the line slackens and the fly rod’s curve straightens that the state of shock leaves your body – and by now it’s all too late. The barracuda has reached the coral reefs that shelter the big flat, the leader has been torn to pieces, and you’re left with a slightly fossilized countenance. TO A LARGE EXTENT, my barracuda fly fishing expeditions have evolved around the Turneffe Island Resort flats in Belize – in spite of the fact, that these flats are world-renowned for their sublime bonefishand permit fishing. Here, you’ll find the barracuda’s in

78




SOTTO MOLTEPLICI ASPETTI il barracuda è l’epitomo del male cieco e antico che esiste in natura sotto tante forme e che ci fa impietrire di paura e terrore. È un male che si sprigiona dai suoi occhi freddi e senz’anima, dal suo comportamento cinico e calcolatore e dall’inquietante capacità di non destare sospetti. Nel barracuda il male assume le sembianze di un’ossatura perfettamente slanciata e camuffata, una presenza ombrosa e spettrale che si manifesta con un ghigno delle fauci, da cui spuntano denti affilati come di rasoio. È DAVVERO PIUTTOSTO PARADOSSALE che io – che sono un pescatore a mosca fino al midollo – dovessi finire su una flat coi nervi tesi, a lanciare la mia mosca verso ombre infauste. Io sono abituato a vedere pesci che prendono la mia mosca muovendosi lentamente, e anche se ciò è snervante, c’è in tutto questo un’ovvietà in qualche maniera rassicurante. Con la pesca al barracuda sulle flat accade il contrario. Qui le cose succedono così velocemente che l’animo ne viene semplicemente sovraccaricato. In una frazione di secondo la vostra mosca sparisce nel nulla; uno strattone apocalittico si propaga attraverso la lenza e una grande sagoma argentata si spinge di un metro al di fuori dell’acqua. Il tempo improvvisamente si ferma. Voi vedete l’orripilante sagoma di uno spettrale predatore che si libra in aria – branche scintillanti, denti esposti e occhi brillanti. Poi si rituffa in acqua con tutto il suo peso, creando sul momento una grande voragine nella superficie dell’acqua. La lenza allentata immediatamente comincia a volarvi attorno alle orecchie quando il pesce si dilegua a 100 miglia all’ora e sparisce nel tenue tremolio dell’acqua monocromatica della flat. Strada facendo, il pesce infrange ripetutamente la superficie schiumando di rabbia – ma questo voi non lo notate neanche. Nell’improvviso caos della lenza che sparisce, degli spruzzi d’acqua e dei violenti spasmi improduttivi, sentite che rischiate di restare appesi alla vostra canna e temete che le vostre nocche vengano colpite a sangue dalla frenetica roteazione del rocchetto e del manico. Lo stato di shock che pervade il vostro corpo non vi dà tregua fino a quando il tormentato lamento funebre del mulinello non si ferma improvvisamente, la lenza si allenta e la curva della canna si raddrizza – e ora è già troppo tardi. Il barracuda ha raggiunto la barriera corallina che dà riparo alla grande flat, il finale è stato strappato in mille pezzi e voi restate lì basiti. PERLOPIÙ le mie spedizioni di pesca a mosca al barracuda sono avvenute attorno alle flat del Turneffe Island Resort nel Belize – a dispetto del fatto che queste siano in realtà rinomate in tutto il mondo per la pesca al bonefish e al permit. Qui troverete i barracuda sulla scia di enormi banchi di bonefish che, in cerca di cibo, perlustrano il retro della barriera corallina o muovono il fango sulle flat. Anche qui ci sono moltissimi barracuda fra i cinque e i dieci chili e ci si imbatte regolarmente in impressionanti mostri tra i 15 e i 20 chili. SPECIALMENTE QUANDO C’È ALTA MAREA gli affamati barracuda si spostano verso le acque poco profonde per mangiare. Quando c’è l’alta marea hanno un po’ più d’acqua sotto le loro pance e i pesci da preda, che generalmente trovano riparo lungo i bordi posteriori della barriera corallina di protezione, non hanno le stesse opzioni in termini

81


the wake of the massive schools of feeding bonefish that scour the back of the coral reefs or stir the mud on the flats. There are lots of barracuda’s in the five to ten kilo ranges here too, and you regularly come across horrifying monsters between 15 and 20 kilos. ESPECIALLY AT HIGH TIDE the ever-hungry barracudas move into the shallows to feed. At high tide they have a bit more water under their bellies, and the prey fish that usually find cover along the back rims of the sheltering coral reefs suddenly don’t have the same options in terms of hiding. Now, the barracudas can typically be found patrolling back and forth along the depressions behind the coral reefs patiently waiting to come in close proximity of some unsuspecting prey item. Here, they will cynically strike anything that looks edible. The really big barracudas, however, develop a special taste for big silvery prey fish and not least bonefish. Whether it is because they taste particularly good or because they represent a suitable challenge isn’t particularly clear, but barracudas can spend hours patiently stalking bonefish in the hopes of snatching one. As a result it makes perfect sense to look for the barracudas on flats that typically boast great numbers of bonefish – and be there at high tide. Here, you’ll have optimal chances of catching a big barracuda. BARRACUDA FLY FISHING can be approached in two tactically different ways: You can either blindfish for them or you can stalk them. The first alternative usually involves fishing relatively deep water where spotting the fish is impossible or at least extremely difficult. With that said, it should be added, that even for those with trained eyes, the barracuda is quite difficult to see - and even in knee-deep water it has an eerie ability to fully camouflage itself. Because of this, it is not only along the offshore depth curves that blind fishing for barracuda can be practised. Especially on windy days, this technique applies to the flats too. In both instances, however, the key factor is to cover a lot of water as effectively and quickly as possible. The barracuda might very well be constantly on the move, but it is more effective to search for them than waiting for them to suddenly come within casting range. CONTRARY TO BLIND FISHING, stalking barracudas involves a lot of partially inactive waiting time, but nonetheless it might very well be the most exciting way to fly fish for barracudas. When stalking barracudas, a good pair of Polaroid sunglasses, keen eyes and good stealth skills are crucial. Wading along the coral reefs will typically result in barracuda

82




di nascondiglio. I barracuda si possono dunque scovare intenti a pattugliare dietro le barriere coralline, pazientemente in attesa di trovarsi in stretta prossimità di qualche ignara preda. Qui attaccheranno cinicamente qualsiasi cosa che appaia commestibile. I barracuda veramente grossi sviluppano una speciale predilezione per i grossi pesci argentei e, non da ultimo, per i bonefish. Non è del tutto chiaro se sia perché hanno un gusto particolarmente gradevole o perché rappresentano una sfida sostenibile, tuttavia i barracuda possono trascorrere ore ad avvicinare pazientemente i bonefish nella speranza di accalappiarne uno. Di conseguenza, ha assolutamente senso cercare i barracuda sulle flat che tipicamente vantano grandi numeri di bonefish – e recarvisi quando c’è l’alta marea. Qui avrete ottime chance di prenderne uno grosso. LA PESCA A MOSCA DEI BARRACUDA si può affrontare con due diverse tattiche: potete pescarli alla cieca oppure braccarli. La prima alternativa di solito significa pescare in acque relativamente profonde, dove è impossibile o quantomeno estremamente difficile individuare i pesci. Detto questo, andrebbe aggiunto che vedere un barracuda è piuttosto difficoltoso, anche per chi ha occhi allenati a farlo – infatti ha un’inquietante capacità di mimetizzarsi in acque che arrivano solo fino al ginocchio. Specialmente nelle giornate ventose, questo succede anche sulle flat. In entrambi i casi, però, il fattore chiave è coprire ampi specchi d’acqua il più efficacemente e velocemente possibile. I barracuda sono costantemente in movimento, ma è più efficace cercarli che aspettare che d’un tratto si facciano vivi a portata di lancio. CONTRARIAMENTE ALLA PESCA ALLA CIECA, braccare i barracuda comporta un sacco di tempo parzialmente inattivo, tuttavia può essere lo stesso il modo più entusiasmante di pescare i barracuda. Per catturare i barracuda sono fondamentali un buon paio di occhiali Polaroid, occhi perspicaci e buone doti di discrezione. Andare a guado lungo le barriere coralline ve li farà certo avvistare, ma avrete più chance di individuare i pesci dalla poppa di uno skiff sulle flat. Spessissimo i barracuda si manifestano sotto forma di ombre discrete, allungate e sfocate,quindi appena ne individuate uno, dovete subito lanciare 3-4 metri di fronte alla sua traiettoria presunta. Dopo si tratterà di dare uno strappo tirando indietro il più velocemente possibile la mosca, perché, se c’è una cosa di fronte alla quale i barracuda reagiscono violentemente, è trovarsi davanti predatori paurosi, peggio ancora se presi dal panico. Considerate l’uso di entrambe le mani mentre recuperate la mosca mettendovi la canna sotto l’ascella, e accelerate il più possibile la mosca. In tal modo minimizzerete il tempo di reazione dei barracuda e magari innescherete l’attacco. Se il pesce sta mangiando, reagirà con prontezza e intuitivamente seguirà la mosca con sguardo fisso e pinne baluginanti. Non sottovalutatelo, però. Il barracuda è un predatore aggressivo e impavido, ma è tutt’altro che incauto. E poiché ha una vista molto acuta, spesso seguirà semplicemente la mosca con curiosità e poi la ignorerà. Il barracuda è un pesce piuttosto scettico, dunque tenere un basso profilo e usare imitazioni credibili o mosche superficiali come popper o gurgler che inducano il pesce allo strike è spesso la chiave del successo.

85


sightings, but from the vantage point of a flats skiff stern, you have much better chances of spotting the fish. Most often barracudas reveal themselves as discrete, elongated and blurry shadows, and once you spot one of these you’ll want to quickly place a cast 3-4 meters in front of its presumed trajectory. Then it’s all about tearing and ripping the fly back as fast as you can, because if there is one thing barracudas react violently to, it is a fleeing or panicky prey item. Consider using both hands while retrieving the fly by placing the fly rod in your armpit, and accelerate the fly as much as you can. This way, you’ll minimize the reaction time of the barracuda and hopefully trigger it into striking. If the fish is actively feeding it will react promptly and intuitively pursue the fly with flaring fins and a fixed gaze. But don’t underestimate it. The barracuda is an aggressive and fearless predator, but it is far from reckless. And since it has very acute eyesight, it will often just follow the fly inquisitively and then ignore it. The barracuda is a rather sceptical fish, and so keeping a low profile and using credible imitations or surface flies such as poppers or gurglers that provoke the fish into striking is often the key to success. If the barracuda doesn’t launch its attack within the first 2-3 casts, you’ll want to change the fly fast and try a new one. Nothing awakens scepticism in a barracuda like seeing the same fly at close range again and again. Therefore it is a great idea to have several reserve flies mounted on wire traces or use a wire solution that enables quick fly changes. WHEN THE BARRACUDA STRIKES your reaction must be prompt. Immediately set the fly with a solid strip strike, hang on for dear life, and hope for the best. Even smaller barracudas between 3 – 5 kilos take off irresistibly in a panicky first run. Fish between five and tens kilos will expose most of your backing in a matter of seconds, and the big fish between 15 and 20 kilos will fire away with imminent dangers of spooled reels, over-heated brakes, straightened hooks and torn leaders. The barracuda really invests everything it has in terms of brutal ferocity and breakneck speed during the fight, and this alone makes it a desirable target for us fly fishermen. It might very well have a tarnished reputation, but it is definitely among the most exciting and nerve-wracking game fish in the tropics. And it deserves our attention to a much larger extent.

86


Se il barracuda non sferra il suo attacco entro i primi 2-3 lanci, cambiate velocemente la mosca e provatene un’altra. Nulla suscita la diffidenza del barracuda quanto vedere la stessa mosca a breve distanza per più volte consecutive. Per questo è una buona idea avere parecchie mosche di riserva e cambiarle velocemente. QUANDO IL BARRACUDA ABBOCCA, dovete essere pronti. Preparate immediatamente la mosca per uno strike robusto e sperate che vada tutto per il meglio. Persino i barracuda più piccoli, tra i 3 e i 5 chili, sono molto aggressivi. I pesci tra i cinque e i dieci chili sfileranno la maggior parte del vostro backing in pochi secondi, mentre i grossi pesci tra i 15 e i 20 chili partiranno all’attacco, con pericolo di mulinelli sbobinati, freni surriscaldati, ami spianati e finali strappati. Il barracuda investe davvero tutto ciò che ha in termini di brutale ferocia e velocità durante la lotta, e già questo lo rende un obiettivo desiderabile per noi pescatori. Può benissimo avere una brutta reputazione, ma è a tutti gli effetti da annoverare tra i più emozionanti e snervanti pesci da pesca sportiva dei tropici. E merita dunque maggiore attenzione di quanta gliene abbiamo riservata finora.


PROSSIMI VIAGGI - NEXT TRIPS

www.victravel.it

POLONIA 2015: GIUGNO

Fiume San, Polonia. La prima settimana di Giugno partiremo alla volta di questo splendido fiume, popolato da grosse trote e temoli. Prezzo euro 1000 incluso permessi di pesca e hotel a pensione completa, escluso trasferimenti.

ISLANDA 2015: PRIMA SETTIMANA DI LUGLIO Islanda, fiumi LAXARDALUR e MYVATNSSVEIT. Lodge a pensione completa e guide a disposizione. Questo è uno dei fiumi più famosi dell’Islanda per la pesca di grosse brown. Iceland, LAXARDALUR and MYVATNSSVEIT rivers, first week of July 2015. Lodge with full board and guides available. This is one of the most famous rivers in Iceland for fishing big brown.

KAMCHATKA 2015: DAL 24/08 AL 02/09 Partiremo alla volta di questa meravigliosa destinazione. Trote iridee splendide e grossi salmerini Kundka. Lodge a pensione completa e guide a disposizione. Prezzo 3200 escluso i voli.

PENISOLA DI KOLA 2015: SETTEMBRE Terza Settimana di Settembre nella penisola di Kola, fiume Cawanga. Euro 2400 incluso lodge a pensione completa, transfert e guide.



S U M M E R

2015

Fly Reels Made in Italy

www.francovivarelli.com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.