H2o 4 winter 2014

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H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

VIAGGI

> Fær Øer > Alaska Steelhead and Rainbow Trout > Il Passirio a San Martino > Flyfishing in Sudan

CHAT BOX

> Orri Vigfusson > La pesca a mosca attraverso l’obiettivo

COL L E CT OR ’S PAGE S

> S.V.A. > L’a r t e n e lla pesca: Josh D esmit

> I m u l i n e l li Skeleton

€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri


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SOMMARIO

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VIAGGI 8

Fær Øer

26

Alaska Steelhead and Rainbow Trout

52

Il Passirio a San Martino

76

Flyfishing in Sudan

CHATBOX 18

Orri Vigfusson

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La pesca a mosca attraverso l’obiettivo

COLLECTOR’S PAGES F I S H I N G

T R A V E L L I N G

38 S.V.A. 62

L’arte nella pesca: Josh Desmit

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I mulinelli Skeleton


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Anno VII - Numero 4 Inverno 2014

W I N T E R

2014

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri

SOMMARIO

VI AG G I

> Fær Øer > Alaska Steelhead and Rainbow Trout > Il Passirio a San Martin > Flyfishing in Sudan C H ATBO X

> Orri Vigfusson > La pesca a mosca attraverso l’obiettivo C O L L E C TO R ’ S PAG E S

> S.V.A. > L’ a r t e n e lla pe s c a : J os h D e s mit > I mu lin e lli Sk e le t on

In copertina fotografia di Isaias Miciu

Giorgio Cavatorti Direttore Editoriale

Pescare... Viaggiando

H2O anno VII Dicembre 2014 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Vice Direttore Dante Iotti Caporedattore Emilio Arbizzi Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Michele Bianchini, Riccardo De Stabile, Hartmut Kloss, Andy Kriger, Nicola Vitali, Aleksandar Vrtaric Art Director Giuditta Soavi giuditta@edigrafica.net Collaborazione Grafica Omar Gade Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Responsabile viaggi di pesca Stefano Bellei Fotografi di Redazione: Marco Agoletti, Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi, Filippo Manfredi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 7,00 Arretrato € 10,00 Abbonamento annuo € 25,00 Abbonamento estero € 45,00 L’abbonamento si può pagare tramite: Bonifico bancario IBAN IT23Y0760102400000007504417 C/C Postale n° 7504417 Intestato a H2O srl - Via Rodolfo Audinot,4 - 40134 BOLOGNA Gli abbonameni non disdetti un mese prima della loro scadenza,con lettera raccomandata, si intendono automaticamente rinnovati Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione. Per informazioni sugli abbonamenti : +390516641191 - +390510452815

Chiudiamo il 2014 con alcuni resoconti di viaggi di pesca piuttosto alternativi, mentre abbiamo già pianificato le destinazioni per il 2015, che si presenta molto interessante. Con grande soddisfazione arrivano in redazione numerose richieste di informazioni dall’estero da parte di pescatori che desiderano pescare in Italia; se me lo avessero detto qualche anno fa non ci avrei creduto! Anche nelle varie fiere di pesca in giro per il mondo spesso ci chiedono dettagli sulle acque del Trentino, oppure se è vero che catturiamo i tonni a mosca a poche miglia dalla costa… molto bene, la strada è segnata, avanti tutta! Nei primi mesi del 2015 la redazione di h2o magazine sarà presente alle seguenti fiere di pesca con uno stand:

• 23, 24, 25 Gennaio 2015 Fly Show, Somerset, New York (USA) http://www.flyfishingshow.com/Somerset • 6, 7, 8, 9 Febbraio 2015 Vicenza Fishing Show (VI) http://www.huntingshow.it • 27, 28, 29 Marzo 2015 Riva del Garda (Tn) http://www.exporivacacciapescambiente.it • 10, 11, 12 Aprile 2015 Fishing Expo, Shanghai, (Cina) http://www.fishingexpo.com.cn • 18, 19 Aprile EWF 2015 Monaco (Germania) http://www.erlebniswelt-fliegenfischen.de/en vi aspettiamo per scambiare qualche piacevole chiacchiera. Giorgio Cavatorti

We close the year 2014 with some reports of unusual but fascinating fishing trips, and we have already planned 2015 destinations which announce to be very interesting. With great satisfaction we are receiving numerous inquiries from foreign fishermen wishing to fish in Italy- if I had said that a few years ago, I would not have believed it! Even at the various exhibitions abroad fishermen often ask us for details on the waters of Trentino, or if it is true that we flyfish tuna a few miles from the coast ... well, the road is marked, full speed ahead! In the first months of 2015 h2o magazine will be at the following fishing exhibitions with its own stand: • 23, 24, 25 January 2015 Fly Show, Somerset, New York (USA) http://www.flyfishingshow.com/Somerset • 6, 7, 8, 9 February 2015 Fishing Show Vicenza (VI) http://www.huntingshow.it • 27, 28, March 29, 2015 Riva del Garda (TN) http://www.exporivacacciapescambiente.it • 10, 11, April 12, 2015 Fishing Expo, Shanghai (China) http://www.fishingexpo.com.cn • 18 April 19 2015 Munich EWF (Germany) http://www.erlebniswelt-fliegenfischen.de/en we are looking forward to meeting you for a chat. Giorgio Cavatorti

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Fær Øer

di Giorgio Cavatorti

Le isole Faroer sono una nazione costitutiva del Regno Unito di Danimarca e del Folketing, ovvero il Parlamento danese che comprende anche Danimarca e Groenlandia. Sono una regione autonoma del Regno di Danimarca dal 1948 e nel corso degli anni hanno ottenuto il controllo su quasi tutte le questioni di politica interna, ma non la difesa e gli affari esteri. Con l'eccezione di una piccola forza di polizia e guardia costiera, non hanno una difesa militare organizzata, che rimane responsabilità della Danimarca. E’ dato ormai per certo, e comunque largamente accettato, che il nome significhi "isole remote" (dall'antico germanico Far-Før-Fær, ovvero "lontano", presente anche nell'inglese far, e dal norvegese Øy, ovvero "isola"). Storia La storia delle origini dell'arcipelago delle Fær Øer non è ben nota, pare che nel VI secolo San Brendano e i suoi monaci, veleggiando nell'Atlantico settentrionale, avvistarono un paio di isole, da essi chiamate rispettivamente l'Isola delle Pecore e il Paradiso degli Uccelli. Gli storici moderni ritengono possa senz'altro trattarsi di due isole dell'arcipelago delle Faeroer. Il Paradiso degli Uccelli parrebbe corrispondere all'attuale Mykines, che è la più occidentale del gruppo e ospita una colonia di uccelli insolitamente consistente. I primi esseri umani a stabilirsi sulle isole furono i monaci irlandesi, i quali tuttavia non vi misero piede prima della fine del VI secolo, in cerca di anime pagane da salvare o di un luogo in cui poter trascorrere in pace una vita di devozione. La permanenza dei monaci sulle isole non è sufficientemente documentata, ma è probabile che i greggi di pecore trovati sul posto dai norvegesi nel IX secolo derivassero da una razza molto robusta di ovini introdotta dagli irlandesi alcuni secoli prima. Allo stesso modo degli originari coloni islandesi, i primi norvegesi giunti alle Faeroer erano semplici agricoltori e pastori alla ricerca di un luogo tranquillo, lontano dalle scorrerie dei pirati e dalle prepotenze dei despoti che imperversavano sulla terraferma.

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The Faroe Islands form a nation that is part of the United Kingdom of Denmark and Folketing, that is the Danish Parliament, which also includes Denmark and Greenland. They have been an autonomous region of the Kingdom of Denmark since 1948 and, over the years, they have taken control over almost all domestic policies, except for security and foreign affairs. With the exception of a small police force and coast guard, they have no organized military defense, which falls under Denmark’s responsibility. It is now considered to be certain, and anyway widely accepted, that their name stands for "remote islands" (from old Germanic Far-Før-Fær, i.e. "far", the English “far”, and from Norwegian Øy, i.e. "island"). History The early history of the FærØer archipelago is not well-known; it is said that, in the 6th century, Saint Brendan and his monks, while sailing the North Atlantic, sighted a couple of islands, which they called, respectively, Sheep Island and Paradise of Birds. Historians believe that these could be two of the islands belonging to the Faeroer archipelago. The Paradise of Birds could correspond to the current Mykines, which is the most western island of the group and hosts an unusually large colony of birds. The first humans that settled on the islands were Irish monks who, however, didn’t arrive until the end of the 6th century, in search for pagan souls to save or looking for a place where they could spend a life of devotion in peace. The presence of the monks on the islands is not sufficiently documented, but the flocks of sheep found by the Norwegians in the 9th century probably derived from a very strong breed of sheep introduced by the Irish some centuries before. Like the original settlers of Iceland, the first Norwegians who came to the Faroe Islands were simple farmers and shepherds in search for a quiet

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Geografia Le Fær Øer sono un arcipelago formato da 18 isole, al largo delle coste settentrionali dell'Europa, tra il Mare di Norvegia e il nord dell'Oceano Atlantico, a metà strada tra l'Islanda e la Norvegia. La capitale Torshavn conta circa 10.000 abitanti e l’isola in cui sono stato a pescare, Sandoy, appena 1000. La pesca La pesca è ovviamente ottima per il merluzzo, e credo che dedicarvi almeno una giornata di pesca sia d’obbligo, se non altro per mettere in frigorifero questi pesci buonissimi da cucinare in vari modi. Per quanto riguarda la pesca d’acqua dolce ci sono numerosi laghi, alcuni dei quali abbastanza profondi, che offrono splendidi scenari. In questi laghi ho catturato trote fario di 2 ceppi diversi di qualità eccezionale. Nei laghi più profondi non è difficile incappare in qualche trota di buona taglia. Vi sono inoltre alcuni fiumi da salmone che però nel periodo della mia visita, metà giugno, non erano meta di risalita, anche se ne ho scorto qualcuno in qualche buca. Un’altra buona possibilità di pesca è per la trota di mare all’inizio della stagione, probabilmente in aprile - maggio. Costeggiando queste splendide spiagge non mancherà qualche buon incontro. Una nuova meta L’accoglienza di questa popolazione è meravigliosa e sull’isola di Sandoy credo di avere mangiato il pane più buono della mia vita. Sicuramente le Faroer sono una nuova meta da scoprire, una destinazione non ancora battuta, dove pescare tutto il giorno senza incontrare anima viva non è un caso ma la normalità. Per i bambini è sicuramente un luogo perfetto: la quasi assenza di autovetture fa sì che ci si senta sempre tranquilli a lasciare i figli a spasso per il paese.

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place, far from the pirates’ incursions and from the violence brought by the despots who ranted and raved on the mainland. Geography The FærØer Islands is an archipelago made up of 18 islands, off the northern coasts of Europe, between the Norwegian Sea and the north of the Atlantic Ocean, midway between Iceland and Norway. The capital Torshavn has about 10,000 inhabitants and the island where I went fishing, Sandoy, only 1000. Fishing Cod fishing is of course excellent, and I think that spending at least one day of cod fishing is a must, if only for putting these tasty fish into the fridge and then cook them in many different ways. As far as concerns fresh-water fishing, there are several lakes, some of which are pretty deep, offering wonderful views. In these lakes, I caught brown trout of 2 different species, both of excellent quality. In the deepest lakes you can easily find some good-sized trout. There are also some rivers where you can fish for salmon, but at the time of my visit, that is mid-June, there were no runs, even if I saw a few in some holes. Another good option is fishing for sea trout at the beginning of the season, probably in April- May, when you will most likely encounter some while moving along the coasts of these wonderful beaches. A new destination This population gives you a wonderful welcome and I think that, on Sandoy island, I’ve eaten the best bread ever in my life. The Faroe Islands are certainly a new destination to discover, a yet untrodden path, where fishing all day without meeting anybody is just normal, not a rarity. It is definitely a great place for children: there are almost no cars, so you don’t have to worry if they go wandering around.

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ORRI VIGFUSSON di Hartmut Kloss

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A chi appartengono i salmoni atlantici? In passato erano molti coloro che affermavano di avere il diritto allo sfruttamento della risorsa costituita dai salmoni atlantici: proprietari di fiumi, pescatori sportivi che avevano pagato per ottenere le loro licenze, stazioni di pesca con reti sul fiume, persino pescherecci con reti a traina che operavano all’interno di un settore allora legale. Gli stock di salmoni erano abbastanza consistenti e stabili da bastare per tutti i beneficiari, finché non si scoprirono negli anni Settanta i terreni di alimentazione in mare aperto lungo la costa della Groenlandia e le isole Fær Øer. Prima di allora era un mistero dove migrassero i giovani salmoni. Semplicemente sparivano nelle vaste acque dell’Atlantico settentrionale e facevano ritorno ai fiumi dai quali provenivano solo in tempo di fregola, quando erano già pesci adulti, non prima che fossero trascorsi da uno a quattro anni. Dopo la scoperta delle zone di alimentazione ebbe inizio una massiccia carneficina di questa risorsa e persino Paesi privi di propri stock di salmoni presero parte al saccheggio. In breve tempo gli stock di salmoni crollarono ed erano prossimi all’estinzione. Orri Vigfusson, un uomo d’affari islandese, prese l’iniziativa e nel 1989 fondò il NASF (North Atlantic Salmon Fund). Provenendo

da una famiglia che esercitava dal 1880 la pesca commerciale delle aringhe, ma essendo anche un appassionato pescatore a mosca, conosceva gli interessi di ambo le parti. Il suo messaggio era semplice e chiaro – bisogna fermare le reti da pesca. Orri negoziava con i pescatori commerciali della Groenlandia e delle isole Fær Øer e la sua difficoltà consisteva nell’acquistare la quota annuale di salmoni loro consentita. Questa quota incerta è stabilita dietro parere scientifico tramite il CIEM (Consiglio Internazionale per l’Esplorazione del Mare) e predisposta dal NASCO (Organizzazione per la Conservazione del Salmone dell’Atlantico settentrionale). Il NASCO è formato principalmente da Paesi che hanno stock propri di salmoni, ma presentano purtroppo livelli eccessivi di sfruttamento commerciale della pesca. A causa degli stock in diminuzione, potrebbe non essere raggiunta la quota stabilita. Orri raggiunse accordi con i pescatori della Groenlandia e delle isole Fær Øer. Il suo concetto non era basato solo sull’acquisto a lungo termine della quota, ma anche sulla creazione di programmi di lavoro e pesca alternativi per i pescatori del luogo. Questo è un fatto importante per la gente che vive in queste aree rurali. Sono seguite altre campagne, come gli acquisti di reti nel Dorset, nel Devon, nel Galles e sulla


Whom are Atlantic Salmon belonging to? In the past many different parties claimed to have the right in using the resource Atlantic Salmon: river owners, recreational fishermen that paid for their licenses, river netting stations, even drift netters that operated within a legal sector. The stocks of salmon have been strong and stable enough to support all beneficiaries until the high sea feeding grounds along the Greenland coast and the Faroese islands were discovered in the 1970s. Before that time it was a mystery to where the young salmon migrated. They just disappeared in the vast waters of the North Atlantic and it took between one and four years until they returned as massive fish to their native rivers in order to spawn. After the discovery of the feeding grounds a massive slaughter of this resource started and even countries without own salmon stocks took part in the plunder. In a very short time salmon stocks collapsed and were prone to become extinct. Orri Vigfusson, an Icelandic businessman, took action and founded the North Atlantic Salmon Fund back in 1989. Coming from a family that had fished commercially for herring since 1880 but also being a keen fly fisherman, he knew the interests of both sides. His message was simple and clear – stop the commercial netting. Orri negotiated with the commercial fishermen of Greenland and the Faroese islands and his objection was to buy out their allowed annual salmon quota. This doubtful quota is set up by scientific advice through ICES (International Council for the Exploration at Sea) and laid out by NASCO (North Atlantic Salmon Conservation Organization). NASCO is mainly formed by countries that do have own salmon stocks but unfortunately the commercial fishing side is heavily overrepresented. Due to the dwindling stocks the set up quota could not be reached. Orri achieved buyout agreements with the Greenlandic and Faroese fishermen. His concept was not only based on the buyout of the quota on a longterm basis but also on setting up alternative fishing and working programs for the native fishermen. This is an important feature for the people living in these rural areas. Other campaigns followed like net buy-outs in Dorset, Devon, Wales and the west coast of Scotland but a major step was the buy-out of the North East Drift nets back in 2003. In 2006 the ban of the Irish drift nets followed and this enabled many salmon


costa occidentale della Scozia, ma un passo importante fu l’acquisto delle reti da traina del nordest nel 2003. Nel 2006 seguì la messa al bando delle reti da traina irlandesi e questo permise a molti salmoni di migrare liberamente verso le acque continentali di casa. Inoltre il NASF offrì anche il proprio contributo a molti progetti legati al ripristino dei fiumi da salmoni. Orri è una persona intelligente ed è molto bravo a negoziare sia con i governi che con i privati cittadini, e a supportarlo ci sono i 30 membri del comitato e un segretario. In alcune parti dell’Inghilterra e della Scozia, così come lungo la costa della Norvegia, viene tuttora praticata la pesca commerciale e Orri sta lottando instancabilmente per fermarla. Un tempo considerata la soluzione per porre fine alla pesca dei salmoni selvaggi, l’acquacoltura è diventata la principale minaccia proprio per gli stock di salmoni selvaggi. Le zone in cui si trovano le peschiere sono fortemente inquinate, vi pullulano i parassiti e questi stanno uccidendo un grande numero di salmoni che si dirigono verso l’oceano. Per poter alimentare i salmoni di allevamento, le aree costiere vengono depredate di pesci mangime e questo fa sì che i salmoni in partenza muoiano di fame poco dopo aver lasciato i loro fiumi. Attualmente Orri si sta opponendo alla proposta di istituire alcune peschiere di salmoni nei fiordi occidentali della sua natia Islanda. In passato l’Islanda

è stata abbastanza scaltra da non permettere simili operazioni e da fermare inoltre quasi per intero la pesca commerciale al salmone. Ciò ha prodotto degli stock di salmoni molto forti e sani, conferendo dunque un alto valore commerciale ai vivai sportivi islandesi. Orri è membro del comitato del club di pesca del fiume Sela nell’est dell’Islanda e, grazie alle sue attente misure, fra le quali spicca il catch & release per i salmoni con risalita invernale verso il mare, i salmoni pescati sono raddoppiati costantemente. Grazie ai suoi successi e al suo instancabile lavoro di attivista, Orri ha ricevuto parecchi premi ambientali, tra cui il Goldman Environmental Prize, che in questo campo è considerato alla stregua dell’“Oscar”. Tuttavia, la maggior parte dei soldi raccolti da Orri viene da privati e si stima che più di 10 milioni di salmoni siano stati salvati dal finire nelle reti grazie alle iniziative di Orri. Sono di gran lunga troppi i salmoni che tuttora finiscono nelle reti dei pescatori commerciali lungo la costa nordorientale dell’Inghilterra e della Scozia ed è logico che i pescatori commerciali della Groenlandia siano desiderosi di ricominciare a pescare. Di conseguenza Orri sta combattendo una battaglia senza fine e più gente lo supporterà, più avrà successo. Troverete ulteriori informazioni su www.nasfworldwide.com


to migrate freely to their continental home waters. In addition NASF also offered help to many projects which are involved in restoring salmon rivers. Orri is a clever person and he is very good at negotiating both with governments as well as with private citizens and he is supported by 30 board members and one secretary. There is still commercial fishing being carried out in parts of England and Scotland as well as along the coast of Norway and Orri is fighting tirelessly to bring this to an end. Once being regarded as the solution to end the fishing for wild salmon, Aquaculture has become the main threat to the wild salmon stocks. Areas of fish farms are heavily polluted and parasite stocks are exploding in these areas and these parasites are killing vast numbers of salmon smolts on their way out into the ocean. In order to feed the heavy numbers of farm salmon the coastal areas are plundered for forage fish which causes the outgoing wild salmon smolts to starve soon after they have left their rivers. Presently Orri is fighting against some proposed large salmon farms in the West Fjords of his native Iceland. In the past Iceland has been clever enough not to allow such operations and beside that to stop almost all commercial fishing for salmon. This results in very strong and healthy salmon stocks presenting a high commercial value of the Icelandic recreational fisheries. Orri is board member of the Sela river fishing club in the east of Iceland and, thanks to his careful measurements like catch & release for multi sea winter salmon, catches have doubled in the past years. Thanks to his achievements and tireless work as a campaigner, Orri has received several environmental awards like the Goldman Environmental Prize which is regarded as the “Oscar� in this field. Still most of the money that Orri is raising comes from the private sector and it is estimated that through Orri’s achievements more than 10 millions of salmon have been saved from ending in the nets. Far too many salmon still end up in the nets of the commercial fishermen along the north east coast of England and Scotland and it is logical that the commercial fishermen of Greenland are keen on starting to fish again. Consequently Orri is fighting an endless fight and the more people support him the more successful he will be. You will find further information on www.nasfworldwide.com




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Alaska Steelhead and Rainbow Trout by Andy Kriger Fotografie di Jim Klug

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The Alaska steelhead is a rainbow trout that has spent a part of its life in some large body of water like the ocean, sea or a large lake. There are no major physical differences between rainbow and steelhead trout other than the general difference in size and subtle differences in color. Like all trout, the Alaska steelhead differs from the various salmon species by having eight to twelve rays in the anal fin. Like the Alaska rainbow trout, the coloration on the back is basically blue-green shading to olive with black, regularly spaced spots. The dark coloration fades over the lateral line to a silverfish coloration blending more to white on the stomach. Fresh ocean run steelhead are much more silver than their rainbow relatives but this silvery sheen gradually fades in fresh water and steelhead become difficult to differentiate from resident rainbow trout as the spawning period nears. Spawning steelhead and rainbows develop a distinct pinkish or reddish stripe that blends along the side, both above and below the lateral line. On steelhead, this rainbow trout coloration gradually fades following spawning to the more characteristic silvery color that the fish display during their ocean journey. Each spring thousands of 6-inch Alaska steelhead smolt leave the streams to begin their ocean journeys. The juvenile steelhead will usually remain in their birth stream for about three years before heading out to sea. For every 100 smolt that reach the sea, it is estimated that only five to ten will return as a first-spawning adult. Juvenile Alaska steelhead are identical to rainbow trout until the period prior to their ocean migrations when they become very silvery and resemble miniature adults. “Summer steelhead” return to the home stream as early in the year as July but this group is relatively rare in Alaska. “Fall steelhead” are much more common. These fish

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La steelhead dell’Alaska è una trota iridea che ha trascorso una parte della sua vita in un’ampia massa d’acqua come l’oceano, il mare o un grosso lago. Non ci sono differenze fisiche importanti tra una trota iridea e una steelhead, eccetto la generale differenza di taglia e le lievi differenze di colore. Come la trota iridea dell’Alaska, la colorazione della steelhead sul dorso è fondamentalmente di un blu verdastro che sfuma nel verde oliva, con macchioline nere a intervalli regolari. La colorazione scura sbiadisce sulla linea laterale fino a diventare un grigio argento da tarpone atlantico, per sfociare poi nel bianco dell’addome. Le giovani steelhead in risalita dall’oceano sono molto più grigie delle loro parenti iridee, ma questa lucentezza argentea svanisce gradualmente nell’acqua fresca e le steelhead diventano difficili da distinguere dalle locali trote iridee quando si avvicina il periodo della fregola. In concomitanza con la deposizione delle uova, le steelhead e le trote iridee sviluppano una distinta striscia sul rosa o sul rosso sfumata lungo il fianco, sia sopra che sotto la linea laterale. Sulla steelhead questa colorazione della trota iridea dopo la frega sbiadisce gradualmente fino ad acquisire quel caratteristico colore argentato che i pesci mostrano durante il loro viaggio nell’oceano. Ogni primavera migliaia di piccole steelhead dell’Alaska, lunghe 6 pollici ciascuna, lasciano i ruscelli per cominciare il loro viaggio nell’oceano. Le giovani steelhead in genere restano nel ruscello dove sono nate per circa tre anni prima di

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dirigersi verso il mare. Per ogni 100 pesciolini che raggiungono il mare si stima che solo da cinque a dieci faranno ritorno per la loro prima frega. Le giovani steelhead dell’Alaska sono identiche alle trote iridee fino al periodo precedente alle loro migrazioni oceaniche, quando diventano molto argentate e assomigliano ad adulti in miniatura. Le “steelhead estive” fanno ritorno ai ruscelli d’origine fin da luglio, però questo gruppo è relativamente raro in Alaska. Le “steelhead autunnali” sono molto più comuni. Questi pesci entrano da adulti nei bacini idrografici d’acqua dolce, in agosto, settembre, ottobre e fino all’inverno. I fiumi Anchor, Naha, Karluk, Kasilof, Ninilchik e Situk lungo la baia di Deep Creek e alcuni altri fiumi hanno buone risalite di steelhead autunnali. Molti dei fiumi dell’Alaska sudorientale hanno steelhead in risalita primaverile. Questi pesci terminano i loro viaggi oceanici a metà aprile, in maggio e all’inizio di giugno. Le steelhead adulte dell’Alaska amano le acque che scorrono rapide e profonde. Pescate nelle pool più profonde dei ruscelli, pescate nelle veloci acque bianche e dietro le rocce e le ostruzioni dell’alveo! Abbastanza spesso si formano ampie buche davanti a tali ostruzioni e queste zone non dovrebbero mai essere trascurate. Io incoraggio tutti i pescatori con la mosca a praticare il catch-and-release quando vanno a pesca di steelhead, trote iridee dell’Alaska o qualsiasi altra specie di trota. Considerate l’eventuale uso di ami privi di ardiglione (o

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enter the freshwater systems as adults in August, September, October and into the winter. The Anchor, Naha, Karluk, Kasilof, Ninilchik and Situk rivers along with Deep Creek and a few other rivers have good runs of fall run steelhead. Many of the Southeast Alaska rivers have spring run steelhead. These fish end their ocean journeys in mid-April, May, and early June. Adult Alaska steelhead like fast, deep, running water. Fish the deep holes in the stream. Fish the fast, white water areas and behind rocks and log jams. Quite often large holes form in front of log jams and these areas should not be overlooked. I encourage all anglers to practice catch-andrelease when fishing for Alaska steelhead, Alaska rainbow trout or any other trout species. Please consider using barbless hooks (or at least pinching the barb down on a barbed hook). This practice will allow you to release the fish without even taking it from the water. If you’re looking for that photo opportunity, you can still easily net your prize, snap your photo and get it back in the water within 30 seconds and then remove the hook and release it. While it is perfectly legal to harvest steelhead, these fish are limited in numbers and care should be taken to save this beautiful fish. Some tips to keeping the fish healthy once you’ve landed it are: Always wet your hands thoroughly if you must handle the fish. If you must use a net, use a thick rubberized net which is less harmful to the fish’s exterior. Do not play the fish out. Get it in as quickly as possible. Do not keep it out of water longer than 30 seconds. Always keep your fingers away from the gills as they are extremely sensitive areas. Remove hooks gently from the mouth. If the hook has been swallowed, don’t rip out but instead cut your line. Revive the fish by moving it gently back and forth in the water before releasing it.

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perlomeno schiacciate l’ardiglione se l’amo ne è dotato), quest’accortezza vi permetterà di rilasciare il pesce senza neppure tirarlo fuori dall’acqua. Se siete in cerca di uno scoop fotografico, potete semplicemente prendere con il guadino il vostro trofeo, scattare la foto e rimetterlo nell’acqua nel giro di 30 secondi, poi rimuovere l’amo e rilasciarlo. Benché sia perfettamente legale prelevare le steelhead, questi pesci sono presenti in numero limitato, dunque occorre aver cura di preservarli. Ecco alcuni consigli per mantenere i pesci in salute una volta che si sono tratti a riva; inumiditevi sempre per bene le mani prima di maneggiare i pesci. Se dovete usare una rete, usate una rete spessa rivestita di gomma, che è meno dannosa per la parte esterna del pesce; non maneggiate troppo il pesce; rimettetelo in acqua nel più breve tempo possibile; non tenetelo fuori dall’acqua per più di 30 secondi; tenete sempre le vostre dita lontane dalle branchie, che sono zone estremamente sensibili; rimuovete gli ami dalla bocca con delicatezza; se l’amo è stato ingoiato, non tiratelo fuori, ma piuttosto tagliate la lenza; rianimate il pesce muovendolo delicatamente avanti e indietro nell’acqua prima di rilasciarlo.


S.V.A. di Riccardo De Stabile

Era il ‘500 e una “grida” del Duca di Ferrara prescrisse che tutte le acque del Frignano fossero considerate regalie del Principe da assoggettarsi come premio ai soldati che prestavano servizio in quel territorio montuoso. Ma in pratica, per la negligenza dei sorveglianti, tutti catturavano pesce a causa della fame e della miseria, perfino i pescatori provenienti dalla Lucchesia e dal Granducato di Toscana. Allora il Duca con altra grida applicò ai pescatori di frodo una multa di 28 scudi d’oro per ogni trota pescata, ma nemmeno una penalità così esorbitante valse a impedire la pesca abusiva. In seguito gli amministratori ducali decisero di concedere la pesca a privati dietro corresponsione di un canone d’affitto in base ad un contratto di Enfiteusi molto in voga in quei tempi soprattutto per i terreni agricoli. E fu così che il 17 giugno 1719 S.A.S. Rinaldo I D’Este, Duca di Modena e Reggio dal 1695 al 1737, nel mezzo di un’ allegra festa montanara di inizio estate, concesse la prima investitura al suo fedelissimo e valoroso Capitano Attilio Cima di Fanano

Camerlengo di Sestola. Nella cerimonia ufficiale il Capitano Cima venne “investito” mediante la “traditio” di un anello d’oro da parte dei Ducali Fattori alla presenza delle Autorità locali data l’importanza e l’infrequenza dell’investitura. In seguito, con rogito del Notaio Camerale G.B. Ferrari, venne data puntuale esecuzione alla volontà del Duca con atto chirografo di Enfiteusi che riguardava “Il livello perpetuo della Pesca della Trota della Provincia del Frignano”. Il Capitano Cima godette così il monopolio non solo delle acque del Pelago ma di tutto il Frignano per 130 libbre di trote (circa 90 Kg) più 265,88 Lire di allora pari a Lire italiane 101,86 per ogni anno. Il contratto di Enfiteusi, tuttora previsto dal Codice Civile, è stata la formula giuridica che a partire dalla “I rinnovazione d’investitura” avvenuta il 25 giugno 1749, e attraverso quelle che seguirono, permise il trasferimento dei diritti esclusivi di pesca nel Frignano alla S.V.A. dei giorni nostri. In seguito agli sconvolgimenti politici, provocati dalla Rivoluzione francese, la pesca e la caccia nel Frignano


In the sixteenth century, the Duke of Ferrara proclaimed that all waters in the Frignano territory were to be considered gratuities donated as a reward by the Prince to the soldiers who served in that mountainous territory. In practice, however, due to the attendants’ negligence, everybody caught fish because of hunger and misery, including fishermen coming from Lucchesia and the Grand Duchy of Tuscany. The Duke then issued another ban which fined poachers 28 golden ecus for every trout they fished, but even such an exorbitant penalty could not prevent illegal fishing. Afterwards, the ducal administrators decided to allow private citizens to fish after paying a rental fee based on an emphyteusis contract which was much in vogue at that time, particularly for agricultural land. Thus, on June 17, 1719, in the middle of a merry feast in the mountains in early summer, Rinaldo I D’Este, Duke of Modena and Reggio from 1695 to 1737, granted the first investiture to his loyal and valiant Captain Attilio Cima

from Fanano Camerlengo, near Sestola. During an official ceremony, the Ducal Farmers “invested” Captain Cima through the “traditio” of a golden ring in the presence of the local authorities, given the importance and rarity of such investiture. Then, Chamber Notary G.B. Ferrari gave prompt execution to the Duke’s will by an ordinary emphyteusis deed which involved “the perpetual level of Trout Fishing in the Province of Frignano”. Captain Cima thus had the monopoly not only over the Pelago waters, but in all of Frignano for 130 pounds of trout (about 90 Kg), in addition to 265,88 Liras of that time, equal to 101,86 Italian Liras, for every year. The emphyteusis contract, which is still provided for in the Civil Code, has been the legal formula that allowed the transfer of exclusive fishing rights in the Frignano area to the current S.V.A., as of the “first renewal of investiture” on June 25, 1749, and following. Following the political turmoil caused by the French Revolution, fishing and hunting were liberalized in the


vennero liberalizzate. Ma la cuccagna durò poco perché Napoleone poco dopo concesse il diritto di pesca su tutte le acque del Frignano alla sorella Elisa Bonaparte Baciocchi (Principessa di Lucca e Piombino, Contessa di Compignano e Granduchessa di Toscana). Alla sua morte il diritto di pesca passò in eredità a Erina Baciocchi e avvenne così che l’8 maggio del 1936 il Conte e Ing. Lapo Farinati degli Uberti (1880-1948), allora amministratore unico della “Società per la valorizzazione dell’Abetone S.r.l.”, acquistò da questa il “diritto esclusivo di pesca di tutte le acque dell’ex Frignano (atto notaio Paltrinieri di Modena 8 maggio 1936). Degli Uberti era di nobili origini fiorentine e lontano discendente di quel Farinata degli Uberti, così detto per via dei suoi capelli biondo platino, che fu ghibellino, ovvero sostenitore dell’impero, appartenente ad una delle nobili famiglie fiorentine più antiche e importanti e citato da Dante nel VI canto dell’Inferno tra gli “uomini degni del tempo passato” e nel canto X tra gli eretici. Successivamente, in data 9 aprile 1958 la S.V.A., in qualità di nuova titolare del dominio utile di pesca ottenne il rinnovo dell’investitura da parte dell’Intendenza di Finanza di Modena per ulteriori 29 anni, con decorrenza retroattiva dal 17 giugno 1950 impegnandosi al pagamento del canone annuo fisso di Lire 100.000 rimasto invariato nel tempo. La S.V.A. in effetti ebbe origine il 28 novembre1935 e, per volontà del suo amministratore, inizialmente comprò i terreni di buona parte della Valle delle Pozze con l’intenzione di realizzare un grandioso centro turistico che interessasse tutta la vallata. Farinati varò un progetto che prevedeva la costruzione di un grande albergo, con diverse dipendenze, piste e impianti di risalita, un lago per il pattinaggio sul ghiaccio e persino un ippodromo ed un circuito automobilistico. In alto, sul

crinale, doveva sorgere una torre illuminata da un grande faro che avrebbe fatto della Valle delle Pozze quella che diventerà poi la più accattivante Val di Luce attuale. I lavori cominciarono nell’estate del 1935 ma vennero interrotti dal secondo conflitto mondiale e non vennero più ripresi perché Farinati trovò la morte nel 1948. A testimonianza di quegli anni è rimasto l’Albergo Farinati che sorge su uno sperone roccioso a 1.700 mt. di quota ed è la più evidente testimonianza del faraonico progetto dell’Ing. Lapo Farinati. L’imponente edificio, interamente costruito in pietra locale, ha pianta rettangolare e un lato absidato che richiama alla memoria la sagoma di una nave incagliata tra le rocce della montagna. Dopo lunghi anni di totale abbandono l’albergo oggi funziona come ristorante. Nel corso degli anni l’attuale S.V.A. è stata depurata di gran parte delle proprietà e il numero dei soci, anche se si è incrementato rispetto agli inizi, è oggi sempre molto ristretto, tutti appassionati pescatori provenienti dall’Emilia e dalla Toscana. Il ruolo della società è rimasto quello di gestire e valorizzare il patrimonio ittico e fluviale della zona. Alle origini della S.V.A. il bracconaggio era molto diffuso, anche se oggi non è certo scomparso, e così per combattere questo continuo impoverimento illegale delle acque, sorse l’impianto ittiogenico a fianco dell’ ampia e bella casa di pesca che sorge a Ponte S. Anna destinata all’accoglienza e al soggiorno dei soci e dei loro ospiti durante le loro battute di pesca. La S.V.A. in seguito riportò a nuovo splendore il Lago Baccio e mantenne sotto controllo il livello di pescosità nei torrenti Perticara, Rio delle Pozze, Rio Tagliole e loro affluenti e nei laghi di pertinenza, Santo e Baccio. Tuttora la SVA rimane una delle riserve più prestigiose e pescose d’Italia.


Frignano area. The enjoyment didn’t last long, though, as Napoleon, shortly after, bestowed the fishing rights in all Frignano waters on his sister Elisa Bonaparte Baciocchi (Princess of Lucca and Piombino, Countess of Compignano and Grand Duchess of Tuscany). Upon her death, the right to fish was inherited by Erina Baciocchi and on May 8, 1936, Count Lapo Farinati degli Uberti (1880-1948), an engineer who was, at the time, the chief executive of the “Società per la valorizzazione dell’Abetone S.r.l.”(Association for the enhancement of Abetone), purchased the “exclusive fishing right in all waters of the ex Frignano area (deed issued by the notary Paltrinieri in Modena on May 8, 1936). Degli Uberti had noble Florentine origins and was a distant descendant of the very Farinata degli Uberti, who was so called for his platinum blonde hair, a Ghibelline, that is a supporter of the Empire, belonging to one of the oldest and most important noble families in Florence and mentioned by Dante in the 6th canto of Hell among the “worthy men of past times” and in the 10th canto among heretics. Subsequently, on April 9, 1958, the S.V.A., being the new owner of the fishing domain, obtained the renewal of the investiture from the Revenue Office of Modena for another 29 years, with retroactive effect from June 17, 1950, committing to pay a fixed fee of 100.000 liras a year, unchanged over time. In fact, the S.V.A. was created on November 28, 1935, and, upon the will of its director, it initially bought the lands of most of the Pozze Valley, aiming at building a great tourist center involving the whole valley. Farinati launched a project which provided the construction of a big hotel with various dependences, slopes and ski lifts, a lake for

ice skating and even a racecourse and a car circuit. On the ridge at the top, a tower lit by a big lighthouse was to be built, turning the Pozze Valley in today’s more charming Luce valley. The works began in the summer of 1935, but they were interrupted by the second world war and never resumed, as Farinati died in 1948. A testimony of those years is the Farinati hotel, lying on a rocky spur at 1.700 m. above sea level as the remainder of the engineer Lapo Farinati’s enormous project. The imposing building, entirely built in local stone, has a rectangular plan and an apsed side which recalls the shape of a ship stuck among the mountain’s rocks. After long years of total neglect, today the hotel is operating as a restaurant. Over the years, the current S.V.A. has been relieved of most properties and the number of its members, though higher than at the beginning, is still very limited, all of them being passionate fishermen from Emilia and Tuscany. The role of the Association has been limited to the management and enhancement of the river patrimony and fish of the area. When the S.V.A. was created, poaching was very widespread, and today it has certainly not disappeared. Therefore, in order to fight this continuous illegal impoverishment of the waters, an ichtyogenic plant was built next to the large beautiful house which is situated in Ponte S. Anna, intended to host the members of the association and their guests during their fishing trips. The S.V.A. then brought Lake Baccio back to its splendor and kept under control the abundance of fish in the streams Perticara, Rio delle Pozze, Rio Tagliole and their tributaries and relative lakes Santo and Baccio. Nowadays, the SVA reserve is one of the most prestigious and abounding in fish in all of Italy.



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LA PESCA A MOSCA ATTRAVERSO L’OBIETTIVO COME SCEGLIERE QUELLO GIUSTO By Aleksandar Vrtaric

È risaputo che la pesca a mosca e la fotografia vanno a braccetto e che di questi tempi avere con sé una macchina fotografica rappresenta la norma. In effetti, partire per una piccola escursione di pesca a mosca e lasciare la macchina fotografica a casa sarebbe probabilmente tanto devastante quanto dimenticare di portare il mulinello preferito con sopra la coda giusta. I tempi cambiano, ma per il meglio, e con tutti i social network l’intero mondo della pesca a mosca assume un nuovo significato. Invece di essere solo un passatempo individuale o sport, comunque lo si voglia chiamare, quando si lascia il corso d’acqua e si torna a casa, la pesca a mosca si fa a suon di condivisione. Condividere la

propria passione, i momenti di divertimento, i dettagli, tutte quelle cose che gli altri non hanno potuto vedere, tutti quei paesaggi e corsi d’acqua… Ecco qual è il punto. Beh, saper condividere non è sufficiente. Si vuole far bene ciò che si fa, si vuole condividere il meglio di ciò che si vede e sperimenta e si vuole che le proprie foto siano più belle che mai. Alcuni pescatori si accontenteranno di macchinette tascabili completamente automatiche, ma la maggior parte cercherà qualcosa di meglio, un corpo con un sensore migliore e un obiettivo che consenta margini di libertà più ampi, pur offrendo una qualità ineccepibile.


It is widely known that fly fishing and photography belong together and that these days having a camera along is a regular thing. In fact, going for a little fly fishing trip and leaving your camera at home would probably be as devastating as forgetting to take your favorite reel with the right line on it. Times are changing but in a good way and with all the social networks, the whole world of fly fishing gets a new meaning – instead of being only an individual recreation, sport, call it whatever you like, when you leave the water and come back home today, fly fishing is all about sharing. Sharing your passion, the fun moments, the details, all those things others did not get to see, all those landscapes

and waters‌ And this is what it is all about. Well, being able to share is not enough. You want to be good at what you do, you want to share the best of what you see and experience and you want your photographs to be as good as they get to be. Some alnglers will be satisfied with the pocked fully automated camera but most will look for something better, for a body with a better sensor and a lens that will allow more room for playing yet offering top quality.


QUALE MACCHINA FOTOGRAFICA FA AL CASO NOSTRO? Le macchine fotografiche compatte vanno molto bene per divertirsi, perché sono leggere, facili da manovrare e non costose come quelle grosse, però sono anche limitate e prima o poi ci si stanca a non poter dire alla propria macchina fotografica cosa deve fare. La categoria delle prosumer non è oggi popolare com’era anni fa, mentre le macchine fotografiche non reflex si stanno sviluppando velocemente e offrono un’alta qualità. È sempre bene avere la possibilità di cambiare l’obiettivo e col nuovo obiettivo piatto si ha una macchina compatta in grado di produrre immagini molto belle. Queste macchine fotografiche vanno molto bene per i pescatori a mosca, visto che non occupano molto spazio e possono essere facilmente portate con sé quando si va a pescare. Per quanto concerne le fotocamere digitali SLR, difficilmente ce n’è una che non faccia il suo lavoro o che si possa definire non buona. Quella non buona è quella che non avete. Ma quando si tratta di pesca a mosca, è solo una buona idea essere ragionevoli e pragmatici. Detto questo, vedrete spesso la vostra fotocamera raggiunta da schizzi d’acqua, adorna di fango, sporco e sabbia e certamente vi ritroverete ad agguantare la vostra fotocamera con le mani bagnate e viscide. Suona divertente? Oh, sì! Beh, in tal caso tenete a mente che non porterete la fotocamera a fotografare ritratti graziosi in uno studio dotato di aria condizionata! Se siete un po’ matti come sono normalmente i pescatori a mosca, probabilmente vagherete in condizioni atmosferiche abbastanza estreme, dunque la pioggia, la neve e il freddo non colpiranno soltanto voi, ma anche la vostra fotocamera. I corpi impermeabili alle condizioni atmosferiche sono molto più durevoli e resisteranno alla maggior parte delle situazioni in cui vi troverete pescando a mosca, quindi, se potete permettervelo, vi conviene assolutamente scegliere un corpo più solido e resistente. Di che marca? Ce ne sono due „importanti“ e alcune minori. Questo dipende solo da voi, ma sappiate che sarà molto più facile acquistare e vendere obiettivi e corpi delle aziende più grandi e note che delle altre. TROVARE IL GIUSTO OBIETTIVO Tenere 10 obiettivi in borsa sarebbe probabilmente divertente, ma difficilmente troverete un pescatore che lo fa. Non sarebbe più un hobby, ma molto probabilmente un lavoro. Quello che cercano la maggior parte dei pescatori a mosca è un „tuttofare“ da portarsi in giro, buono come ottica ma con un prezzo onesto. Può sembrare una missione impossibile, ma non è davvero così difficile. Ovviamente si possono fare belle foto anche con l'obiettivo che vendono in kit assieme al corpo macchina, ma alla fine ciascuno cercherà qualcosa che renda il tutto più facile e che semplicemente offra una qualità superiore. Nel campo della pesca a mosca c'è l'esigenza di avvicinarsi al soggetto per un primo piano, ma c'è anche quella di immortalare un bel paesaggio o l'amico mentre lancia. Quando sarete in piedi nell'acqua, spesso non avrete il tempo di cambiare obiettivo e, anche se sarebbe perfetto averne alcuni, semplicemente ci vorrebbe troppo tempo. Un teleobiettivo farà al caso vostro e il 18-270 mm è senz'altro divertente, ma solo fintantoché si vede l'inquadratura. Va sempre meglio un obiettivo veloce e, se possibile, cercate quello a focale fissa (la lunghezza focale è la distanza tra l'obiettivo e il sensore di immagine quando il soggetto è a fuoco, dunque cambiare la lunghezza focale significa cambiare l'inquadratura – più la lunghezza focale è corta, più è ampia l'inquadratura), ovvero quello in cui la lunghezza focale rimane costante dall'inizio alla fine dello zoom. Per voi ci vorrà qualcosa che prenda le angolature ampie e che arrivi al campo normale, diciamo


WHAT CAMERA IS A GOOD CAMERA? Compact cameras can be fun as they are very lightweight, they are easy to work with and are not as pricey as those big cameras but they are also limitating and sooner or later it becomes annoying not being able to tell your camera what to do. The prosumer class is not as popular these days as it used to be years ago, while the mirrorless cameras are developing fast and they offer great quality. It is alway good to have the option to change the lenses and with the new pancake lenses you can have a compact camera that takes great images. These cameras are very good for fly anglers as they don't take much space and can be easily carried while fishing. When it comes to DSLR cameras there is hardly a camera that won't do the job or the one you can proclaim as a bad one. The bad one would be the one you don't have. But when it comes to fly fishing it is only a good idea to be reasonable and pragmatic. With that being said, you will often see your camera splashed with water, decorated by some mud, dirt and sand and you will definitely find yourself grabbing your camera with your wet, slimey hands. Sounds fun? Oh, yes! Well, in that case, keep in mind that you are not getting the camera to photograph lovely portraits in an air conditioned studio! If you are a bit as mad as fly fishermen usually are, you will probably wander around in some rather extreme conditions so the rain, the snow and the cold will not only hit you but it will hit your camera too. So, if it is possible, go for a more rugged body. The weather sealed bodies are much more durable and will resist most of the situations you find yourself in while fly fishing, therefore, if your wallet can handle it, you should definitely go for a tougher, better built body. Which brand? There are two „big“ ones and a few other ones. This only depends on your own choice but you should be aware that it will be a lot easier to both buy and sell used lenses or bodies from those bigger and more popular companies than from the other ones. FINDING THE RIGHT LENS Having 10 lenses in your bag could probably be fun but you will hardly find a fly angler doing that. This would no loner be a hobby but most probably a job. What most fly anglers will look for is one killer, „do it all“, walkaround, optically good but fairly priced lens. It may sound like an impossible mission but it is really not that hard. Of course you can make nice photographs with the kit lens that comes along with the body but eventually everyone will look for something that will make things easier and that will simply offer more quality. When it comes to fly fishing, you want to be able to get close to your subjects but you also want to be able to capture a nice landscape or to catch your buddy casting that line. When you are out there standing in the water, you will often have no time to change the lenses and although it would be perfect to have a few of them, it would just take too much time. An extreme zoom lens will do the job and the 18270mm sure sounds fun but only until you see the aperture range. A fast lens is always better and, if possible, look for the one with the fixed aperture throughout the whole focal length (the focal length is the distance between the lens and the image sensor when the subject is in focus, so changing the focal length changes the angle of view - the shorter the focal length the wider the angle of view), meaning the aperture would be the same from the widest to end of the zoom. Something that covers wide angle and stretches to some normal range, say 24-70 for full frame or 17-50 mm for the APS-C cameras should be just about right for you. You can get close enough to photograph details, insects, fish body parts, flies etc. and still you can use the wide angle to capture landcapes, river banks or fellow anglers. There


24-70 per un formato pieno o 17-50 mm per le fotocamere APS-C. Potete avvicinarvi abbastanza per fotografare dettagli, insetti, particolari del corpo del pesce, mosche ecc., però potete sempre usare il grandangolo per immortalare i paesaggi, le sponde dei fiumi o i vostri amici pescatori. Ci sono alcuni obiettivi veloci (f 2.8 o 4) che coprono il campo tra un formato pieno e una zoomata, originali e non. Di nuovo, pensate anzitutto al vostro portafoglio (o a vostra moglie se in casa comanda lei) e, se ve lo potete permettere, prendete il pezzo costruito meglio. Può darsi che spendiate di più ora, ma quel buon pezzo di vetro vi servirà per tutta la vita. Inoltre si può aggiungere un obiettivo veloce di prima qualità a focale fissa, che costituirà una scelta impeccabile nel caso si facciano dei primi piani di pesci oppure si fotografino dei particolari o degli insetti. Con una panoramica ci sarà molto spazio per giocare e sperimentare e voi sarete entusiasti nel vedere quanta nitidezza può produrre un obiettivo di prima qualità. Provate i corpi non reflex e gli obiettivi aggiuntivi: in quel modo il vostro sistema sarà sia compatto che efficace. ANCORA UN PAIO DI COSE… Quando si acquista un sistema si dovrà pensare all’attrezzatura aggiuntiva, poiché, anche se si fanno alcuni begli scatti col flash integrato, si può desiderare un flash esterno che dia risultati ancora migliori. Un treppiede sarà utile di quando in quando, ma in genere sono un po’ ingombranti da portare con sé assieme a tutto il resto. Essendo pescatori a mosca, vorrete qualcosa di leggero e facile da trasportare, dunque cercate un treppiede flessibile. Vi sarà molto utile. Tutte queste cose devono essere trasportate, il che significa che avrete bisogno di una buona borsa. Le borse sono comode, perché potete facilmente tirare fuori la vostra fotocamera e poi riporla, ma a essere sinceri gli zaini sono più pratici e sicuri. In un buon zaino potrete infilare tutta la vostra attrezzatura e ci sarà persino spazio per una scatola o due di mosche. Quando guadate i corsi d’acqua, sarà molto più comodo bilanciare il peso su entrambe le spalle. NON DIMENTICATE DI DIVERTIRVI! Se paragonate fotocamera e obiettivo alla vostra canna da pesca preferita, alla fin fine vi renderete conto che vale lo stesso principio – li comprate per voi stessi e devono andar bene per voi. I suggerimenti di qualcuno che ha esperienza sono sempre utili, ma se avete un budget ridotto, sedetevi, riflettete un attimo e acquistate ciò che di meglio potete ottenere con quei soldi. Cercate un’attrezzatura usata, perché potete avere una qualità migliore a prezzi inferiori e verificatene la maneggevolezza. Questo può suonare stupido, ma provate a immaginare come sarebbe lanciare con una canna da mosca che ha molta azione ma un’impugnatura assai scomoda. Alcuni preferiscono i corpi più grossi, alcuni aggiungono persino un’impugnatura supplementare, mentre altri preferiscono un’impugnatura il più possibile piccola e leggera. E ricordate che la fotografia, proprio come la pesca a mosca, vuol dire divertirsi, imparare, migliorare e crescere. Se non vi divertite a scattare fotografie e condividerle con gli altri, risparmiate i soldi e usateli per qualcos’altro. Sappiate che nessuna fotocamera e nessun obiettivo vi aiuterà a essere più creativi. Dipende tutto da voi: l’attrezzatura migliore potrà solo semplificare molte cose, così com’è più semplice salpare un pesce con una frizione d’alta qualità che con quella mal ridotta che accompagna i mulinelli più economici. E ricordate anche un’altra cosa – economico o costoso, in plastica o magnesio, qualsiasi cosa decidiate di fare, assicuratevi che la tracolla sia ben fissata e non dimenticate di mettervela attorno al collo – impedirà alla vostra fotocamera di cadere in acqua!


are a few fast lenses (f 2.8 or 4) within the range for full frame and for cropped sensor bodies, the genuine ones and the third party ones. Again, talk to your wallet first (or your wife if she is the boss in the house) and if you can afford it, go for the better built piece. You may pay more now but the good piece of glass may serve you for your lifetime. In addition, you may add a fast prime lens with fixed focal length which will be an impeccable choice when it comes to photographing fish portraits, details or insects. With the large aperture there will be lots of room for playing and experimenting and you will be thrilled with the sharpness that a prime lens can provide. Be sure to check those mirrorless bodies and additional lenses, that way you can have your system both compact and effective. A FEW MORE THINGS… When buying a system you will have to count on additional equipment, while you can manage to get some decent shots with your built in flash, you may want to consider an external flash which will give far better results. A tripod will be useful every now and then but they are a bit bulky to carry around with all other things. Being a fly angler, you will want something light and easy to carry around, so look for one of those flexible tripods. They are very useful. All those things need to be carried, which only means you will need a good bag. Bags are handy because you can easily take your camera out and put it back but to be honest, backpacks are more practical and safer. With a good backpack, you'll be able to stuff all your gear in and there will even be more room for a fly box or two. While wandering the waters, it will be a lot more comfortable to have your weight balanced on both of your shoulders. DON'T FORGET TO ENJOY! If you compare your camera and lens to your favorite fly fishing rod, it will come down to the same – you are buying it for yourself and it has to work for you. The guidelines from someone who has experience are always useful but if you are tight with the budget, sit down, think a little and get the best you can for the money. Look for used equipment because you can get more quality for less money and be sure to check how it feels in your hand. This may sound silly but imagine yourself casting with a fly rod which has great action but has a grip that you feel is very uncomfortable. Some prefer larger bodies, some even add a vertical battery grip while some prefer it to be as smaller and as lighter as possible. And remeber that photography, just like fly fishing, should be about having fun, about learning, getting better and growing. If you are not having fun while photographing and sharing your images with others, save the money for something else. Be aware that no camera and no lens will help you be more creative. This is all up to you, the better equipment will just make many things easier just like it is easier to drill a fish with a high quality drag than the shabby one found with those cheapest reels. And another thing cheaper or pricey, plastic or magnesium, whatever you do, make sure the strap is well locked on the camera and do not forget to wear that strap around your neck – it will keep your camera from falling into the water!


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Il Passirio a San Martino di Michele Bianchini



La Val Passiria in Alto Adige si estende dalla conca di Merano per ca. 38 km in direzione nord. La valle è racchiusa a ovest dal Gruppo del Tessa e a est dalle Alpi Sarentinesi, mentre chiudono la valle il Passo Giovo ed il Passo del Rombo. Per la sua apertura verso sud, la Val Passiria è caratterizzata da un clima mite. Il torrente Passirio offre condizioni perfette per praticarvi sport acquatici quali canoa e rafting e ovviamente la pesca. La storia della Val Passiria è vecchia quasi quanto l'umanità stessa, lo testimoniano tra l'altro gli antichissimi luoghi di culto. È certo che la Val Passiria è

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abitata da molto tempo. Ai tempi delle conquiste romane venne costruita una strada di collegamento da Maia (presso Merano) attraverso la Val Passiria e il Passo Giovo (Jugum Jovis) fino a Vipiteno (Vipitenum). Grazie a questa strada la valle ebbe un notevole incremento commerciale. Nel 1200 d.C. circa sul "Monte Neve" (2355 m) venne aperta una miniera per l'estrazione di zinco e di piombo. Verso il 1486 vi lavoravano circa 1000 minatori. Sul Monte Neve si trovava una chiesa, una scuola e un ospedale, dato che i minatori vivevano lì insieme alle loro famiglie, cosa piuttosto insolita


The Passiria Valley in Alto Adige extends from the valley basin of Merano for about 38 km northwards. The valley is surrounded by the Tessa mountain group in the west and by the Sarentino Alps in the east, whereas it is enclosed by the Giovo Pass and by the Rombo Pass. Due to its opening towards the south, the Passiria Valley is characterized by a mild climate. The Passirio stream offers perfect conditions for water sports such as canoeing, rafting and, of course, fishing. The history of the Passiria Valley is almost as old as mankind itself, as is proven by, among other things,

the ancient places of worship. It is certain that the Passiria Valley has been inhabited for a very long time. At the time of the Roman conquests, a road was built going from Maia (near Merano) through the Passiria Valley and the Giovo Pass (JugumJovis) to Vipiteno (Vipitenum). Thanks to this road, trade considerably increased in the valley. Around 1200 AC, a zinc and lead mine was opened on the "Monte Neve" (2355 m). About 1000 miners worked there around 1486. On the Monte Neve, there was a church, a school and a hospital, as the mine workers lived there together

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a quell’ altezza. Dato che zinco e piombo, nel corso dello sviluppo tecnico, persero sempre più importanza, nel 1969 la miniera venne chiusa e trasformata in un museo che oggi attrae un grande numero di visitatori. Anche i "Masi Scudi" risalgono al XIII secolo: i contadini che servivano i conti con cavallo e cavaliere, ricevettero come riconoscimento e ringraziamento i diritti nobiliari (esenzione dalle tasse, diritto di caccia e pesca). Oggi nella valle esistono ancora 11 di questi masi.

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Per la pesca a mosca il Passirio è quasi un’ istituzione, i libri di pesca degli anni ‘60 spesso citano le grandi marmorate del Passirio e descrivono la bellezza di questo fiume. Successivamente alcune piene disastrose hanno compromesso la fauna ittica presente, ma recentemente il Passirio è tornato al vecchio splendore. Ora la pesca è divisa in varie gestioni, tra le quali un tratto a regime NoKill dove peschiamo abitualmente. Questo tratto è in zona San Martino presso l’Hotel Quellenhof, struttura


with their families, which was pretty uncommon at such a height. As zinc and lead gradually lost their importance, following technical developments, the mine was closed in 1969 and transformed into a museum, which, nowadays, attracts a large number of visitors. The farms "Masi Scudi" date back to the 13th century as well: the farmers that served the counts who came with their horses and knights were granted nobility rights (tax exemption, the right to hunting and fishing) as a sign of recognition and gratitude.

To date, there are still 11 of these farms. As for fly-fishing, the Passirio River is a landmark, so much that fishing books of the Sixties often mention its big marble trout and describe the beauty of this river. Afterwards, some disastrous floods jeopardized the local fish fauna, but the Passirio River has recently regained its old glory. Now fishing is categorized into different areas of management, among which a NoKill stretch where we usually go fishing. This stretch is in the St. Martin area, near the Quellenhof Hotel, a wonderful

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meravigliosa da cui si accede direttamente al fiume. L’hotel a 5 stelle è dotato di 7 piscine, un lago balneabile, una vasca di acqua salina all’aperto, un Salounge, 19 saune, un Beauty-Center e un Medical Center. Inoltre gli amanti dello sport possono usufruire di 8 campi da tennis, 60 mountain bike a disposizione degli ospiti, 20 cavalli addestrati e molte altre attrezzature per praticare innumerevoli attività. Sicuramente un punto di riferimento in Sud Tirolo per chi ama lo sport.Questo tratto No-kill del Passirio ha una buona popolazione di fario e di marmorate autoctone, ed

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è ottimo sia per la pesca a mosca secca che a ninfa. La comodità di una passeggiata lungo il fiume rende agevoli gli spostamenti, e la sua potenza, insieme alla buona portata d’acqua sempre presente, lo rende perfetto per chi ama la pesca in ambienti molto naturali. I permessi di pesca sono a disposizione presso l’hotel Quellenhof, sia per gli ospiti dell’hotel che per i pescatori di passaggio, e la vicinissima cittadina di Merano rende questa meta sicuramente interessante anche per una vacanza con la famiglia.


building from which you can directly reach the river. The 5-star hotel features 7 swimming-pools, a bathing lake, a salt water basin outdoors, a Salounge, 19 saunas, a Beauty-Center and a Medical Center. Moreover, sports fans may use the 8 tennis courts, 60 mountain bikes at guests’ disposal, 20 trained horses and a lot of other equipment to practice countless activities. It is for sure a reference in South Tyrol for those who love sports. This No-kill stretch of the Passirio River has a good population of brown and native marble trout, and it is excellent both

for dry fly and nymph fishing. The comfort of walking along the river makes it easy to move around and the swiftness of the river, with its constantly remarkable water capacity, makes it perfect for those who love fishing in very natural environments. Both hotel guests and passing fishermen can get their fishing permits at Quellenhof hotel, and the town of Merano, which is very near, makes this destination also really interesting for a family holiday.

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L’ arte nella pesca

Josh DeSmit Josh DeSmit is an obsessed artist, fly fisher, and fly tier. He is also an avid hunter, outdoorsman, and former professional and collegiate hockey player. Josh grew up and still lives in Minneapolis, MN. He learned to trout fish and read water on the pocket riddled brook trout streams of Michigan's Upper Peninsula where his

family owns a cabin. This combination of city life and wilderness adventure has become the foundation for Josh's artistic style. Josh graduated from Lawrence University (Appleton, WI) in 2011, where he earned his BA in Studio Art. During his time at Lawrence, Josh explored the boundaries of spray paint. Josh has been


interested in graffiti art and street art since his high school days, and though he doesn’t bomb walls at night he uses spray paint in many of his works. “The bold colors, and use of heavy black line has always caught my eye. I try to replicate this aesthetic on a smaller, more accessible scale.” “The goal for my body of work is to illuminate the liminality of the contemporary sporting life, especially that of the fly fisher. I am constantly combining a group of imagery gathered while fly fishing the rural midwest with elements of graffiti and street art

found in urban centers. Through this imagery I aim to express the duality of city life and the weekend getaway. Many young fly fishermen and women are growing up in a stimulating society. The traditionally static artistic portrayals of the sport fail to relate to these up-and-comer's lifestyles and experiences had while juggling everything and fishing. My art accentuates the chaos, and speed of the progressive world and the detailed beauty of the natural world.” www.joshdesmitart.com


Josh DeSmit è un pescatore e costruttore di mosche artificiali, nonché un artista appassionato. Ama la caccia e stare all’aria aperta, ha anche giocato a hockey al college e a livello agonistico. Josh è cresciuto e vive tuttora a Minneapolis, nel Minnesota. Ha imparato a pescare le trote e a scrutare l’acqua dei torrenti a nord della penisola del Michigan, dove la sua famiglia possiede una casetta. Questa combinazione di vita cittadina e avventure in zone selvagge è diventata il fondamento dello stile artistico di Josh. Josh si è laureato alla Lawrence University (Appleton, WI) nel 2011, conseguendo una laurea in arte in Atelier di primo grado. Nel corso dei suoi studi universitari Josh ha esplorato i limiti della pittura a spruzzo. Josh fin dall’università ha cominciato a interessarsi all’arte di strada e ai graffiti e, benché non bombardi i muri di notte, usa la pittura a spruzzo in molte delle sue opere. “I colori audaci, uniti a quella pesante linea nera, mi hanno sempre colpito. Io cerco di imitare questo tipo di estetica in scala minore, più accessibile.” “L’obiettivo del mio lavoro è quello di chiarire la liminalità della vita sportiva contemporanea, specialmente quella del pescatore a mosca. Combino costantemente le immagini raccolte mentre pesco nelle zone rurali del Midwest con elementi attinti dai graffiti e dall’arte di strada dei centri urbani. Attraverso questo repertorio d’immagini cerco di esprimere la dualità della vita cittadina e la fuga del weekend. Molti giovani pescatori e pescatrici a mosca crescono in una società stimolante. I ritratti artistici tradizionalmente statici dello sport non riescono a rappresentare gli stili di vita e le esperienze di questi giovani emergenti che sanno destreggiarsi ovunque, pesca compresa. La mia arte accentua il caos, la velocità di questo mondo progressista e la bellezza piena di dettagli del mondo naturale.” www.joshdesmitart.com



spinning • pesca tradizionale • pesca a mosca • pesca in mare • carp fishing

07 - 09 Febbraio 2015

Fiera di Vicenza in contemporanea con

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I mulinelli Skeleton di Riccardo De Stabile You see them everywhere: antique malls, yard sales, online auctions - even uncle Milt’s old tackle box in the garage. They are skeleton fly reels, “ferris wheel reels” or more precisely, raised -pillar, single-action, stampedframe fly fishing reels. In the late 1800s and first half of the 20th century, fishing tackle manufacturers stamped out countless skeleton style fly reels of brass, copper, tin, aluminium and steel. These fly reels had evolved from the Pettengils and “birdcage”- style Billinghurs reels of the 1850s up through the 1880s. The early American fly reels were often sidemounts, that is, the metal foot that clamped to a fishing rod was attached to the back of the reel. Skeleton fly reels, with their distinctive raised pillars to allow for more line on the spool, and cutouts to speed

line drying, were the next generation of simple fly fishing reels. Depending on the maker and the era, the skeleton fly reels might have been carefully fitted with a tight spring, click and pawl-style drag to keep the reel spool from overrunning when the angler stripped line out, and to give a satisfying “tick, tick, tick” sound when the line was reeled back in. The earliest raised pillar skeleton by makers such as Meisselbach and the Enterprising Manufacturing Co. (better known as Pflueger), were well made with nickel -plated brass frames and spools, finely turned wooden knobs or grasps made from a swirled amber-colored plastic, and well riveted parts that did not loosen up on the first- or even the 100th- fishing trip. In the later years, after World War II, American manufacturers and their Japanese


Si vedono dappertutto, in negozi d’antichità, mercatini dell’usato, aste online – persino nella vecchia cassetta degli attrezzi dello zio in garage. Sono mulinelli da mosca chiamati Skeleton, o più precisamente mulinelli da mosca raised pillar. Alla fine dell’Ottocento e nella prima metà del 20° secolo, i costruttori di attrezzatura da pesca produssero innumerevoli mulinelli da mosca in stile Skeleton fatti di ottone, rame, stagno, alluminio e acciaio. Questi mulinelli da mosca erano il frutto di un’evoluzione avvenuta a partire dai mulinelli Pettengill e Billinghurst in stile “gabbia per uccelli” degli anni Cinquanta fino a quelli degli anni Ottanta del 19° secolo. I primi mulinelli americani da mosca erano spesso sidemount, ovvero il piedino in metallo era attaccato al retro del mulinello. I mulinelli da mosca

Skeleton, coi loro caratteristici ponti esterni per consentire più lenza sulla bobina, e le bobine a casse traforate in mille differenti modi per velocizzare l’asciugatura della lenza, furono la generazione seguente dei mulinelli semplici per la pesca a mosca. A seconda del costruttore e dell’epoca, i mulinelli da mosca Skeleton potevano essere a frizione fissa, regolabile, silenziosi o lievemente rumorosi. I primissimi Skeleton a ponti esterni prodotti da costruttori come Meisselbach e la Enterprising Manufacturing Co. (meglio nota come Pflueger) avevano una buona struttura e bobina in ottone al nickel, pomelli in legno finemente cesellato o impugnature in resina lavorata artigianalmente, e componenti ben rivettati che non si allentavano alla prima – e neppure alla centesima – uscita di pesca. Negli anni



seguenti, dopo la seconda guerra mondiale, i costruttori americani e le loro controparti giapponesi produssero centinaia di migliaia di mulinelli da mosca in stile Skeleton – solitamente di fattura economica in lega di basso livello, con pomelli e molle in plastica e denti d’arresto che si usuravano nel giro di poche settimane dall’acquisto. I primissimi mulinelli Skeleton spesso venivano venduti in scatole da uno – tra questi i mulinelli Meisselbach Featherlight così come i modelli Pflueger Progress, Winchester Trade Mark, i mulinelli della Yale Metal Products (con una sagoma della bobina veramente caratteristica, a forma di tulipano) e i più

comuni Shakespeare Kazoo e South Bend St. Joe. Una cosa importante da ricordare quando si collezionano i mulinelli da mosca Skeleton è che ve ne sono dozzine di varianti, ma un numero sorprendente di mulinelli in cui vi imbatterete avranno stampato il numero di lunghezza in iarde sotto al piede del mulinello (40, 60 or 80) e la maggior parte di quei numeri sarà sottolineato. Quel numero sottolineato significa che il mulinello è stato prodotto da Winchester, anche se non riporta il nome Winchester. Quei mulinelli potrebbero essere anche di produzione Horrocks-Ibottson, che acquistava Winchester. A partire da Allcock, Laight and

Westwood (un rivenditore canadese di articoli sportivi) e scorrendo l’alfabeto passando per Diamond, Queen City, Sterling per finire con Winchester stesso, i numeri sottolineati sotto il piede del mulinello significano che Winchester era il costruttore. Il defunto Dr. Harold G. “Doc” Herr, un grande collezionista di attrezzatura e di mulinelli che si specializzò nei mulinelli Hendryx, pubblicò una ricerca fondamentale su quest’importante elemento d’identificazione nel numero invernale del 1995 del notiziario della ORCA, la Old Reel Collectors Association (Associazione dei Collezionisti di Mulinelli Antichi). In quest’articolo, “Winchester and The Fine Lines” (Winchester e le belle linee), Doc Herr tracciava le mosse compiute dalla Winchester Repeating Arms Co. per acquistare un certo numero di produttori di strumenti

e attrezzatura sportiva dopo la prima guerra mondiale, quando buona parte della forza lavoro di Winchester, addetta alla produzione di armi, era inutilizzata a causa del calo della domanda di armi. Herr scrisse che il reparto di attrezzatura da pesca della Andrew B. Hendryx Co. venne acquistato da Winchester. Quando Hendryx incrementò l’attività per produrre mulinelli per conto di Winchester, l’armatore stabilì alcune regole: tutti i prodotti dovevano essere marcati col nome dell’azienda, avere scritto “Made in U.S.A.”, i numeri e i codici. “Di particolare interesse per i collezionisti è uno di questi codici di produzione, I.D.”, scrisse Herr nel suo articolo del notiziario della ORCA. “Sui loro mulinelli c’era stampata una ‘bella linea’ sotto al numero di iarde, sul lato inferiore del piede del mulinello. Non


counterparts stamped out hundreds of thousands of skeleton-style fly reels-usually of cheap metal, with plastic knobs and springs and clicks that wore out within weeks of purchase. The earliest skeleton reels often came in individual boxes- the Meisselbach Featherlight reels, as well as, the Pflueger Progress, Winchester Trade Mark models, Yale Metal Products reel (with truly distinctive tulip-shaped spool cutouts) and the more common Shakespeare Kazoo and South Bend St. Joe reels, among them. One important thing to remember when collecting skeleton fly reels: there are dozens of varieties but a surprising number of

reels you’ll come across will be stamped with a yardage number under the reel foot (40, 60 or 80) and most of those numbers will be underlined. That underlined number means the reel was made by Winchester, even if it doesn’t carry the Winchester name. Those reels also could have made by Horrocks-Ibottson, wich purchased Winchester. Starting with Allcock, Laight and Westwood (a Canadian sporting goods retailer) and running through the alphabet through Diamond, Queen City, Sterling and ending with Winchester itself, these reels with underlined numbers under their feet mean Winchester was the maker. The late

Dr. Harold G. “Doc” Herr, a major reel and tackle collector who specialized in Hendryx reels, published the definitive research on this important identifier in the Winter 1995 issue of the Old Reel Collectors Association newsletter. In this article “Winchester and The Fine Lines” Doc Herr traced the move by the Winchester Repeating Arms Co. to buy up a number of hardware and sporting goods manufacturers after World War I, when many in Winchester’s gun-making workforce where idled by the drop-off in demand of arms. Herr wrote that the fishing tackle department of the Andrew B. Hendryx Co. was purchased by Winchester. As Hendryx geared up to produce reels for Winchester, the arms maker laid down the rules: All of their product had

to be marked using the company name, “Made in U.S.A.”, numbers and codes. “ Most interesting to collectors is one such code for manufacturing I.D.”, Herr wrote in his ORCA newsletter article. “ On their reels was the imprinting of a ‘fine line’ under the yard number on the under side of the reel foot. Little did they know the significance of this line in the identification of marked or unmarked reels in the future”. Hendryx made reels before the Winchester takeover and those reels could be found with a yardage number under the foot, but no underlining. Yet collectors might find a Hendryx reel with the underlined yardage number, which would signify a reel made during the Winchester period, but marked Hendryx anyway.


immaginavano di certo quale importanza avrebbe assunto questa linea in futuro per distinguere i mulinelli marcati da quelli non marcati�. Hendryx produceva mulinelli prima dell’acquisizione da parte di Winchester e quei mulinelli si potevano trovare col numero di iarde sotto al piede, ma senza sottolineatura. Tuttavia i collezionisti potrebbero imbattersi in un mulinello Hendryx col numero di iarde sottolineato, che starebbe a indicare un mulinello prodotto durante il periodo Winchester, ma marcato ugualmente Hendryx. Di fatto i mulinelli Skeleton hanno significato una tappa fondamentale nell’evoluzione dei mulinelli da mosca

e, visti i prezzi competitivi del periodo, hanno sicuramente aiutato molti giovani americani ad avvicinarsi alla pesca a mosca. Ringraziamo gli amici collezionisti Lorenzo Brancaleoni e Alberto Agnelli per avere messo a disposizione i propri mulinelli.


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by Nicola Vitali

F LY F I S H I N G IN S UD A N


Today, the Sudanese Red Sea represents one of the last remaining blue lungs of the earth, since the anthropogenic and industrial development has basically never existed in this area: the local people just live like a century ago and industrial fishing is fortunately still unknown. Moreover, thanks to little interest for tourism and globalization, the Sudanese sea has remained till now one of the wildest and least known seas of the planet. Most fishermen probably don’t even know that there is a sea in Sudan, nor that the coast is about 600 km long, without counting the hundreds of kilometers of wonderful coral reef, coastal areas with lagoons, mangroves and giant flats, which would take you months to explore. I was lucky enough to be the first human being who seriously fished in Sudan, first with spinning and jigging tackle and then on the fly: each time the results were encouraging, if not exciting. While there are other destinations with similar features for spinning, the same cannot be said for fly fishing: the flats are huge, some of them covering several km2, and there are many, each having its own characteristics. Of course most of the waters which are interesting for flyfishing haven’t been explored yet, which makes you think that Sudan will probably be the next ‘’top destination’’ for fly fishermen-travelers. Why? Of course there are a lot of reasons, but let’s start with the most interesting one: fishing. In some areas we found an incredible amount of Triggerfish, both Titan and Yellowmargin, weighing on average 2-3 kg. I made about twenty good casts on a full immersion day, always on fish in tailing mode, fish that were sometimes incredibly cunning, sometimes particularly aggressive, but

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Il Mar Rosso Sudanese rappresenta oggi uno degli ultimi polmoni blu della Terra, dato che in quest’area lo sviluppo antropico e industriale praticamente non è mai esistito: le popolazioni locali vivono come un secolo fa e la pesca industriale fortunatamente è ancora sconosciuta. Inoltre grazie a uno scarso interesse per il turismo e per la globalizzazione, il mare Sudanese è rimasto fino ad oggi uno dei più selvaggi e meno battuti del pianeta. La maggior parte dei pescatori probabilmente nemmeno sa che in Sudan ci sia il mare, né tanto meno che la costa sia più o meno 600 km, più svariate centinaia di chilometri di barriera corallina stupenda, aree costiere con lagune e mangrovie e flat gigantesche, che richiederebbero mesi solo per essere esplorate. Ho avuto la fortuna di essere stato il primo essere umano a pescare seriamente in Sudan, prima a spinning e jigging e poi a mosca, e ogni volta i risultati sono stati incoraggianti, per non dire entusiasmanti. Se per lo spinning esistono altre destinazioni con caratteristiche analoghe, lo stesso non si può dire per la pesca a mosca, i flat infatti sono enormi, alcuni di svariati km2, e soprattutto tanti, e ognuno con caratteristiche proprie. Ovviamente la maggior parte delle acque

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interessanti per il flyfishing non è ancora stata esplorata, il che fa ben pensare che il Sudan sarà probabilmente la prossima ‘’top destination’’ per il pescatore-viaggiatore a mosca. Perchè? Le ragioni ovviamente sono tante, partiamo dalla più interessante: la pesca. In alcune zone abbiamo trovato quantità incredibili di Triggerfish, sia Titan che Yellowmargin, mediamente sui 2-3 kg, e il sottoscritto in una giornata full immersion ha avuto una ventina di lanci buoni, sempre su pesci in tailing, a volte incredibilmente scaltri, a volte particolarmente aggressivi, ma spesso tecnici ‘’ quanto basta’’. Per quel che mi riguarda, credo di aver visto abbastanza Triggers, ma non avendo mai pescato in altre destinazioni simili, non ho un metro di paragone, che invece hanno i miei amici Sudafricani, rimasti decisamente sconvolti dall’abbondanza di questo pesce, senza paragoni con qualsiasi altro spot. Oltre ad essere un pesce divertentissimo da pescare, il Trigger è anche combattivo e fotogenico nella sua orrenda bellezza, il che non guasta. Oltre ai Triggers, nei flats sono stati avvistati più volte Permit Indo Pacifici e Milkfish, visti ma purtroppo non ancora

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often skillful. As far as I’m concerned, I think I have seen several Triggers in my life, but, having never fished in places alike, I haven’t got a criterion for comparison, unlike my South-African friends, who were decidedly astonished by the abundance of these fish, which could not be compared to any other spot. In addition to being a fun fish to catch, it is also belligerent and photogenic in its tremendous beauty, which doesn’t do any harm. In addition to Triggers, Indo-Pacific Permits and Milkfish have been sighted in the flats several times, sighted but unfortunately not yet snapped. There are Bonefish, some of them were caught and some others, with a supposed weight of 7-8 lbs., swam away without tasting a good Tailers Delight’s. Some good Golden Trevallies have been spotted and some others, more unlucky, have been hooked, mistaken for a Gt. Gts are in fact frequent guests in the flats, we have seen lots of them, some were big, weighing from 20 to 35 kg, but the average size is about 8-12, which, anyway, is not bad. They are constantly on the move, looking for preys; sometimes they are well visible, sometimes they appear out of nowhere like ghosts, and the adrenalin in us reaches very high peaks when we leave in a boat our 8 line for 12 line and cast them, trembling, into the water, hoping that everything will be fine, that the tail will land in the right place without making too much noise, and most of all hoping that we won’t get crazy like in the film “Fast and Furious”. You won’t forget that strike and all that for the rest of your life. In addition to fishing, the beauty of the landscape must be mentioned too: the contrast between the aridity of the desert and islands on the one side and the incredible and multicolored aquatic life on the other, gives you the impression of being a pioneer on a forgotten sea, as well as the sensation of being its latest master.

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fotografati. I Bonefish sono presenti, qualcuno è stato catturato e qualcun altro stimato 7-8 lb se n’è andato prima di poter gustare una bella Tailers Delight’s. Qualche bel Golden Trevally è stato visto e qualche altro più sfortunato è stato bucato, scambiato per un Gt. I Gt per l’appunto sono ospiti fissi nelle flats, ne abbiamo visti tanti, alcuni grossi, dai 20 ai 35 kg, ma la taglia media gira sugli 8-12, che comunque non è male. Questi sono sempre in movimento alla ricerca di prede, a volte visibilissimi, a volte compaiono come fantasmi dal nulla, e la nostra adrenalina sale a livelli altissimi, buttiamo in acqua la canna per coda 8 e lanciamo tremanti con la 12, sperando che vada tutto bene, che la coda vada nel posto giusto, non faccia baccano, e soprattutto di riuscire a strippare alla Fast and Furious. Lo strike e tutto il resto poi ve lo ricorderete a vita. Oltre alla pesca, c’è però anche la bellezza del paesaggio, il contrasto tra l’aridità del deserto e delle isole e la vita incredibile e multicolore dell’acqua, si ha l’impressione di essere dei pionieri in un mare dimenticato, la sensazione di esserne gli ultimi padroni.


PROSSIMI VIAGGI - NEXT TRIPS

www.victravel.it

CILE 2015: METÀ DI MARZO Questa meta è ormai consolidata, essendo molti anni che la organizziamo. Un viaggio in Cile è un’esperienza indimenticabile, un impatto affascinante con una natura trionfante, sontuosa, che si manifesta con mille sfaccettature diverse. Il paese, data la forma stretta e lunga, ha fiumi di corto tragitto e con carattere torrentizio. I tratti di fiume che uniscono i laghi sono angoli di paradiso ai quali merita dedicare intere giornate. Mentre la guida prepara carne e verdure alla griglia, si pesca a risalire in piccoli anfratti, nelle piane, dietro i massi e soprattutto a ridosso dei tronchi sommersi che rappresentano le tane delle trote più grosse. Una splendida avventura è anche scendere con la barca i fiumi più grandi. Le accomodation possono essere diverse, si va dall’hotel dotato di ogni confort, ai lodge in legno molto caratteristici.

MESSICO 2015: SETTIMANA DI PASQUA Roosterfish in Messico. 6 giorni pieni di pesca alla caccia di questi splendidi pesci sia dalla spiaggia che dalla barca. Hotel di ottima categoria tutto compreso con guide a disposizione. Viaggio Indicato anche per famiglia al seguito. Easter week 2015 Roosterfish in Mexico. 6 full fishing days hunting these beautiful fish both from the beach and from a boat. Excellent hotel all inclusive accommodation with guides available. A holiday you can also enjoy with the whole family.

ISLANDA 2015: PRIMA SETTIMANA DI LUGLIO Islanda, fiumi LAXARDALUR e MYVATNSSVEIT. Lodge a pensione completa e guide a disposizione. Questo è uno dei fiumi più famosi dell’Islanda per la pesca di grosse brown. Iceland, LAXARDALUR and MYVATNSSVEIT rivers, first week of July 2015. Lodge with full board and guides available. This is one of the most famous rivers in Iceland for fishing big brown.

KAMCHATKA 2015: DAL 24/08 AL 02/09 Partiremo alla volta di questa meravigliosa destinazione. Trote iridee splendide e grossi salmerini Kundka. Lodge a pensione completa e guide a disposizione. Prezzo 3200 escluso i voli.


Visita i l si t o w w w. l i ke a ri v e r. i t


W I N T E R

2014

Fly Reels Made in Italy

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