H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
€ 7 per chi pratica il ”catch & release” € 14 per gli altri
VIAGGI > The Western Trout > Voglia di Silver > L’armonia della natura > Turneffe Island Resort Chatbox > Il nostro futuro > I Maestri della fotografia INTERVISTE > Chris Sandford STORIA & COLLEZIONISMO > Izaak Walton e Charles Cotton > Arte nella pesca: C.D. Clarke
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The Western Trout
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Voglia di Silver Silver Pilgrims
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L’armonia della natura The Harmony of Nature
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Turneffe Island Resort: Salty trophy dreams in Belize
Chatbox 36
Il nostro futuro
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I Maestri della fotografia
SOMMARIO
Interviste 18
Chris Sandford
STORIA & COLLEZIONISMO 42
Izaak Walton, Charles Cotton e “The Compleat Angler”
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Arte nella pesca: C.D. Clarke
SOMMARIO
via Bergognone, 27 - 20144 Milano Tel. 02/89406796 I Fax 02/89406666 info@ilgattoconglistivali.it www.ilgattoconglistivali.it
Anno V - Numero 3 Autunno 2012
A U T U M N
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H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..
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In copertina fotografia di Rasmus Ovensen
H2O anno V Settembre 2012 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Vice Direttore Dante Iotti Caporedattore Emilio Arbizzi Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Rasmus Ovensen, Natalino Costa, Stephan Dombaj, Chris Sandford Servizi esterni Sandro Mediani Art Director Giuditta Soavi giuditta@edigrafica.net Collaborazione Grafica Omar Gade Stampa: “Tipografia Moderna” Bologna (BO) Fotografi di Redazione: Marco Agoletti, Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi, Silvia Rioli Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 7,00 Arretrato € 10,00 Abbonamento annuo € 25,00 Abbonamento estero € 45,00 L’abbonamento si può pagare tramite: Bonifico bancario IBAN IT23Y0760102400000007504417 C/C Postale n° 7504417 Intestato a H2O srl - Via Rodolfo Audinot,4 - 40134 BOLOGNA Gli abbonameni non disdetti un mese prima della loro scadenza,con lettera raccomandata, si intendono automaticamente rinnovati Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione.
Giorgio Cavatorti Direttore Editoriale
Pescare... Viaggiando
Questo numero si apre con un bell’articolo sul Montana di Emilio Arbizzi corredato dalle immagini del grande fotografo Valentine Atkinsons, si prosegue poi, sempre in tema di viaggi, con un pezzo sull’Islanda di Stephan Dombaj. Un nuovo collaboratore di h2o magazine, Rasmus Ovensen, ci parla dello splendido Belize, e per la parte storica introduciamo la figura del grande Charles Cotton e del suo mentore Izaak Walton. Chris Sandford ci presenta il suo ultimo libro (che vi consiglio vivamente), e per quanto riguarda l’arte nella pesca, è la volta di C.D. Clarke. Un articolo sulla riserva dell’Hotel Lisa di Flacau in Austria e le considerazioni di Natalino Costa sul futuro della pesca in Italia chiudono il numero. A volte sembra che ci siano le premesse per migliorare davvero il futuro delle acque italiane, ma poi ci si scontra con un’ ignoranza diffusa e radicata che lascia poco spazio alla voglia di qualche giovane di migliorare le condizioni attuali. Alcune regioni hanno capito che la pesca legata al turismo può dare redditività sul territorio e che, invece di mangiare tutti i pesci che ci sono nei fiumi, ci sarebbero turisti che verrebbero in Italia a pescarli e rilasciarli, ma poi i piccoli interessi locali e la poca lungimiranza frenano inevitabilmente l’entusiasmo. E’ un peccato essere costretti ad andare a pescare oltre confine, dove invece questa cosa l’hanno capita benissimo.... Giorgio Cavatorti
We open this issue with a nice article on Montana by Emilio Arbizzi accompanied by the wonderful pictures of the great photographer Valentine Atkinsons and then we fly to Iceland with Stephan Dombaj. A new h2o collaborator, Rasmus Ovensen, tells us about Belize and in the section dedicated to the history of fly fishing, we introduce the figure of the great Charles Cotton with his mentor Izaak Walton. Chris Sandford presents his latest book (which I will strictly recommend) and in this issue the art section is dedicated to C.D.Clarke. The last two articles include the reserve of the Hotel Lisa in Flachau, Austria and Natalino Costa’s reflections on the future of fishing in Italy. Sometimes we feel there is hope to improve the future of the Italian waters, but then the willingness of some young fishermen collides against the widespread and deep-rooted ignorance towards the safeguard of the environment. Some regions have understood that if fishing is linked to tourism, it can be profitable and if we didn’t eat all the fish living in the rivers, there would be tourists that would come to Italy to catch and release the fish. Unluckily the little local interests and the lack of foresight inevitably slowdown the enthusiasm. It’s a pity that a fisherman is compelled to travel to foreign countries, which, in fact, are more environment-friendly…. Giorgio Cavatorti
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The Western Trout di Emilio Arbizzi, fotografie di Valentine Atkinson
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Il breve viaggio che ti separa dal fiume vorresti non finisse mai! I luoghi che attraversi, gli spazi sconfinati, i colori e l’atmosfera magica che respiri in Nord America fanno di qualsiasi spostamento una piccola avventura e, come in ogni avventura, regalano una nuova scoperta. Placidi fiumi di fondo valle si trasformano in torrenti impetuosi con cascate, salti e massi enormi sotto i quali possenti cutthroat salgono decise su voluminosi terrestrials. La pesca a volte non è molto agevole, occorre arrampicarsi, scendere e salire continuamente da scoscese sponde perché ogni buca ed ogni giro d’acqua ti concedono non più di 2 o 3 tentativi: ad una corretta presentazione segue spesso la cattura di trote di ragguardevoli dimensioni ed estremamente combattive che ti ripagano ampiamente della fatica.
La ricerca delle trote più grosse ti spinge a risalire il fiume senza accorgerti del passare del tempo e vorresti che le giornate non finissero mai. Le strade che conducono alle flat corrono per alcune miglia a fianco dei fiumi e spesso tagliano vallate spettacolari; la valle dei Tatanka (così si chiama il bisonte il lingua Lakota) è forse la più straordinaria del Nord America, dalla sommità della quale puoi scorgere diverse mandrie al pascolo intente ad abbeverarsi sulle sponde del fiume. Al tramonto è impossibile resistere al fascino di questo scenario e fermarsi ad osservare è un piacere irrinunciabile.
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Riprendere poi la strada e poche miglia più avanti incontrare gli orsi che si spostano tranquillamente, incuranti della presenza dell’uomo, intenti a cibarsi di bacche in prossimità dei cespugli, è un'emozione che incanta. Pescare in questi ambienti a volte provoca scariche di adrenalina ben superiori a quanto la fantasia possa immaginare. Foreste fitte e buie, quando il sole fa capolino dietro le montagne, rendono i fiumi ancor più suggestivi, gli occhi seguono la mosca che scende trasportata dalla corrente, l’udito è teso ad ascoltare i suoni dell’ambiente che ti circonda… è in questi momenti che speri di non incontrare mai un black bear!
Qualsiasi spostamento, anche di molte miglia è pur sempre un piacevole viaggio e, mentre la fantasia corre a quel ti aspetta, assapori con tutti i sensi la bellezza che si offre al tuo sguardo. Troverai esperti gillies che, conoscendo le acque a menadito, ti accompagneranno nelle battute di pesca, pescando in wading o in flot trip, ti consiglieranno finali ed esche, ti insegneranno come e dove lanciare, e sii certo che vivrai una nuova avventura che mai potrai dimenticare. Per chi prova questa esperienza tornare ogni anno è quasi una necessità, un fortissimo richiamo al quale resistere è veramente difficile: per chi ama la natura anche nella sua veste più selvaggia e riuscire a farne parte, anche per il solo tempo di una vacanza, permette di scoprire quel che nemmeno si pensava esistesse. D'altra parte il Nord America è “where the legend began”..........vivere e pescare qui è veramente entusiasmante e prima o poi nella vita l'uomo dovrà pur trovare il tempo di seguire il suo “spirito”.
Un ragazzo fortunato! Lucky Guy! INTERVIEW- INTERVISTA Chris Sandford
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Noto presentatore della TV inglese, pescatore e collezionista di attrezzatura d’epoca, Chris Sandford ci parla del suo entusiasmo per l’arte della costruzione delle mosche e di come il caso sia stato determinante nell’ispirargli il suo amore per la pesca a mosca. Sono un ragazzo fortunato...davvero! Quindici anni fa decisi che era ora di lasciare il mio lavoro di attore e direttore pubblicitario e di prendermi un anno di tempo per decidere cosa fare della mia vita. Quando mia moglie Gelly alla fine mi chiese se avevo deciso, le risposi: “Sì, credo che andrò semplicemente a pescare!” Il primo colpo di fortuna accadde non appena ebbi preso questa decisione: mi chiesero subito di presentare una serie TV sulla pesca intorno al mondo per Discovery Channel. Indovinate come lo chiamammo?... semplicemente “Pescare”. La seconda volta che la Fortuna mi sorrise fu qualche anno dopo mentre ero nel negozio di pesca a mosca del mio paese. In un angolo di quell’emporio, c’erano pescatori vocianti che raccontavano di pesci enormi catturati di recente, mentre all’altro capo del negozio, tra i materiali per la costruzione delle mosche, l’atmosfera era ovattata, con costruttori intenti a esaminare peli, piume e uno stupefacente dispiegamento di ami e congegni. Quando il negozio si svuotò, io feci al proprietario, Peter Cockwill,
una domanda che avrebbe cambiato il corso della mia vita. Gli chiesi “Pensa di potermi insegnare a costruire mosche artificiali?” seguì una pausa molto lunga. Infine lui rispose… ”Forse”! Dopo sei intense lezioni serali, mi resi conto che la mia vita era cambiata. Mi guardavo tutti i video, divoravo tutti i libri e bombardavo di centinaia di domande i costruttori famosi. Furono senza dubbio Marc Petitjean e Steve Thornton a influenzarmi maggiormente e desidero ringraziarli per tutto l’aiuto che mi hanno dato. Sebbene io possieda già più materiali per la costruzione delle mosche di quanti ne userò mai, tuttora non so resistere all’ ‘ultimissimo ritrovato’ che promette risultati miracolosi! C’è un detto secondo cui ‘ognuno è artefice della propria fortuna’. Non so se sia vero, ma, per quanto mi riguarda, le cose belle mi capitano quando sono ottimista. Fu una conversazione casuale con un pescatore a mosca mio amico a farmi scrivere il mio primo libro sulla costruzione delle mosche. Mi incontrai con otto costruttori di cui apprezzo molto il lavoro e chiesi loro di dare il proprio contributo sulla procedura per creare le tre mosche di cui non avrebbero mai fatto a meno, indipendentemente dal luogo o dalle condizioni atmosferiche. Lo chiamammo ‘Le mosche del flytier… Le
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Well known, English TV presenter, angler and vintage tackle collector Chris Sandford tells us about his enthusiasm for the art of fly tying and how luck has played such a big part in his love of fly fishing and fly tying. I’m a lucky guy...Really I am! Fifteen years ago, I decided it was time to give up my work as an actor and commercials director and spend a year or so deciding what to do with the rest of my life. When my wife Gelly, eventually asked me if I had made up my mind I said, “Yes I think I’ll just go fishing!” As soon as I had made the decision I got lucky! I was asked to present an around the world TV fishing series for the Discovery Channel. Guess what we called it?... ‘Just Fishin’! The next time Lady Luck smiled on me was some years later when I was visiting my local fly-fishing shop. At one end of this emporium, anglers were loudly demonstrating stories of recently caught monster fish while at the other end of the shop, among the fly tying materials, the atmosphere was hushed, as tyers examined fur, feather and a bewildering display of hooks and gadgets. When the shop cleared I asked the owner, Peter Cockwill, a question that was to change the course of my life. I said “Do you think you could teach me to tie flies?” There was a very long pause. Eventually he said…”Probably”! Six intense evening classes later I realised that my life had changed. I watched all the videos, devoured all the books and bombarded famous fly tyers with hundreds of questions. My greatest influences are without doubt Marc Petitjean and Steve Thornton and I thank them for all the help that they have given me. I now have more fly tying materials than I will ever need, but still can’t resist the ‘latest ingredient’ that promises miraculous results! There is a saying that, ‘we make our own luck’. I don’t know if this is true but I do know that for me, really good things happen if I stay optimistic. A chance conversation with a fly fishing friend resulted in my writing my first fly tying book. I got together with eight tyers whose work I greatly respect, and asked them to contribute the tying steps for the three flies that they would never be without, regardless of the location or weather conditions. We called it ‘Fly Tyer’s Flies… The Flies that Catch Fish’ and I’m delighted to say, the concept has proved to be most successful. Another lucky coincidence is that my home is close to some of the greatest Trout fishing in the world on the English chalk streams! I’m little more than an hour away from The Itchin, The Dever, The Meon, The Avon and of course the wonderful River Test. For the last three years, I have been experimenting with a series of my flies on these rivers and on the lakes that are situated in the same area. I started with about thirty flies and gradually reduced the number to ten of the most successful. They are, if you like, my ‘Top Ten’! I’ve made a DVD and written a booklet explaining how to tie these flies so here is a short resume of each example that I hope you will enjoy. ALDER FLY They say that Trout don’t eat Alder flies. They eat this one! Early in the 2010 season this fly caught fish after fish in the pouring rain when we were obliged to cast into a ferocious head wind. For me the big advantage of this fly is, that because of its iridescent wing material, you can see it up to 40 yards away! NO HACKLE MAY FLY This is a Mayfly version of the American Swisher, Richards and Harrop ‘No Hackle Dun’. Tying the wing can be a bit of a challenge for the novice but once mastered, this low riding item of Trout food will amaze you! THE BULLET I dreamt this fly! A sad fact I know, but I tied it and tried it and it was so successful that I gave six examples to three of my fly fishing friends. Between the 8th August and the 23rd September 2009 we caught between us 130 Trout and Greyling. Please tie this fly! You will not regret it! THE ALL PURPOSE SPINNER This is a simple but devastatingly effective fly. I came across it in New Zealand and it caught me my personal best Brown Trout of 10lb 5oz.
mosche che fanno abboccare i pesci’ e sono lieto di poter dire che l’idea ha riscosso molto successo. Un’altra coincidenza fortunata è che casa mia è vicina a uno dei luoghi più importanti al mondo per la pesca alla trota, i chalk stream inglesi! Sto a poco più di un’ora dall’Itchen, dal Dever, dal Meon, dall’Avon e ovviamente dal meraviglioso fiume Test. Negli scorsi tre anni ho sperimentato una serie di mosche su questi fiumi e sui laghi che si trovano nella stessa area. Ho cominciato con circa trenta mosche e ne ho ridotto gradualmente il numero alle dieci più efficaci. Queste costituiscono, diciamo così, la mia ‘Top Ten’! Ho fatto un DVD e ho scritto un libricino che spiega come fare queste mosche, dunque qui di seguito c’è un riassunto di ogni esempio, che spero vi piacerà. ALDER FLY Si dice che le trote non mangino i megalotteri. Questo lo mangiano, però! All’inizio della stagione 2010 questa mosca prendeva un pesce dopo l’altro sotto la pioggia insistente, quando eravamo obbligati a lanciare verso un terribile vento contrario. Per me il grande vantaggio di questa mosca è che, grazie al materiale iridescente delle ali, la si può vedere fino a 40 iarde di distanza! NO HACKLE MAY FLY Questa è una versione efemera della Swisher americana, quella di colore bigio senza penne di Richards e Harrop. Montare l’ala può essere un po’ un’impresa per un novizio, però, una volta imparato, questo boccone per trote vi sorprenderà!
Vincitori della ‘One Fly’, foto di Guy Cragoe
THE BULLET L’ho sognata, l’ho fatta, l’ho provata ed è stata così efficace che ne ho dati sei esemplari a tre miei amici pescatori. Nel periodo tra l’8 agosto e il 23 settembre 2009 abbiamo preso 130 trote e temoli. Costruite questa mosca! Non ve ne pentirete! THE ALL PURPOSE SPINNER Questa mosca è semplice, ma la sua efficacia è favolosa. Mi ci sono imbattuto in Nuova Zelanda e mi ha fatto prendere una trota fario da 10 libbre e 5 once, mio record personale. C’è bisogno di dire altro? THE FLASH BUGGER Questa è una versione della famosa esca americana ‘Woolly Bugger’, che a sua volta è una versione di Woolly Worm’, una mosca che può essere fatta risalire a Izaac Walton. Io la uso soprattutto sui laghi in inverno, mentre sui fiumi ne utilizzo una versione gigante per i lucci. DADDY LONG LEGS Questo Daddy Long Legs è la prima mosca di cui ho fatto la dimostrazione e con cui ho pescato per lo show di pesca ‘Tight Lines’ su Sky Sports, ed è stata davvero una buona performance per la cinepresa! Ne faccio anche una versione affondante con una perlina in tungsteno dietro l’occhio. Provate e sono sicuro che non rimarrete delusi.
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e1 12 12:06 Pag Need I say more? ut 1 11/04/20 cover_Layo DVD
THE MIGHTY ERIC This is my Sedge Pupa. As soon as we are allowed to use nymphs on the Chalk Streams, usually the 1st June, I tie on The Mighty Eric! When I designed this nymph I was listening to Eric Clapton on my iPlayer so I dedicated this fly to him for all the great music that he has given us. I hope that the next time he picks up his fly rod he’ll give ‘The Mighty Eric’ a try!
rd Chris Sandfo
DVD cove r_Lay
out 1 11 /04/20
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alkstreams ide to the Ch A Flytyers’ Gu
AN D BO OK
FLY TY ER S’
BO OK
THE WING BUD EMERGER This fly will surprise you! It works best on slow moving streams and lakes. Much of the time it will float happily in the surface film, the trick is not to move it. On moving water just ‘stay in touch’. On lakes watch carefully! If it sinks…Stand by, watch the line and be ready for the surprise! As I write it is springtime here in the UK and the fly-fishing season is about to begin. My fly boxes are full, my lines, rods and reels ready to go and the Mayflies are waiting. The only cause for concern is our national economy but as my late father used to say ‘It’s better to be born lucky than rich’!
Il fiume Meon, foto di Peter Lapsley
Mayflie
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Chris Sand ford
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AN D THE SIMPLE SEDGE FLY TY ER S’ This simple little sedge pattern was shown to me by Phil Holding of Fly Tying Boutique. Phil’s company imports all those specialist fly tying materials that one rarely sees on other UK websites. This sedge is so simple to tie. It only requires two materials and when the sedge are ‘on’ it catches more fish than any other sedge pattern in my box.
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DADDY LONG LEGS This Daddy Long Legs or Crane fly is the first fly I demonstrated and fished on Sky Sports fishing show ‘Tight Lines’, and it really performed for the camera! I also tie a sinking version with a tungsten bead behind the eye. Try it I’m sure you won’t be disappointed. ND More Mayflies A THE DUCKING FEADLY rd Chris Sandfo This is the little fly that helped our team win the famous River Test his numerous embered forto explain! rem One Fly competition. It has a strange name risthat difficult is bestis ronation especially Co profession, Ch my An actor by and Seventies, , one of Tom the Sixties Sid in s and If you speak English well simply swap the first letter of each word role ts, TV and film series, ner Walter Pot TV clea ling dow rnational ang inte et’s singing win His ery Stre e. cov the Dis around and you will understand why we itsn on real name! a Sixpencnot print see in Halfcould rd can still be and Steele’s mates
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THE FLASH BUGGER This is a version of the famous American lure the ‘Woolley Bugger’, that in turn is a version of ‘The Woolly Worm’ a fly that can be traced back to Izaac Walton. I use it mostly on the lakes in winter, but on the rivers, I fish a giant version for Pike.
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Chris San dford
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Guide to the Chal kstrea
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The mighty Eric
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THE DUCKING FEADLY Questa è la piccola mosca che ha aiutato la nostra squadra a vincere la famosa gara One Fly sul fiume Test. Ha un nome strano che è difficile da spiegare! Se sapete bene l’inglese, scambiate semplicemente le prime lettere delle due parole e capirete perché non potevamo stampare il suo vero nome!
vedono su altri siti del Regno Unito. Questa mosca è molto semplice da fare. Richiede solo due materiali e con queste si prendono più pesci di qualsiasi altro modello presente nella mia cassetta di esche.
THE MIGHTY ERIC Questa è la mia Sedge. Non appena ci è consentito usare ninfe sui chalk stream, di solito il primo giugno, io lego la Eric! Quando ho inventato questa ninfa, stavo ascoltando Eric Clapton sul mio iPlayer, dunque gli ho dedicato questa mosca per tutta la grande musica che ci ha dato. Spero che la prossima volta che prenderà in mano la canna da pesca, proverà ‘The Mighty Eric’! THE SIMPLE SEDGE Questo semplice modello mi è stato mostrato da Phil Holding della Fly Tying Boutique. La ditta di Phil importa tutti quei materiali per costruttori di mosche esperti che raramente si
THE WING BUD EMERGER Questa mosca vi sorprenderà! Funziona al meglio su ruscelli lenti e laghi. Per la maggior parte del tempo galleggerà allegramente in superficie, il segreto è non muoverla. Su acqua mossa ‘restate in contatto’. Sui laghi osservatela attentamente! Se affonda…state pronti, osservate la lenza e preparatevi alla sorpresa! Mentre scrivo è primavera qui nel Regno Unito e la stagione della pesca a mosca sta per cominciare. Ho le cassette piene di mosche, le lenze, le canne e i mulinelli pronti per la partenza e le efemere sono in attesa. L’unico motivo di preoccupazione è la nostra economia nazionale, ma come diceva mio padre, ora defunto, ‘È meglio essere nati fortunati che ricchi’!
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Voglia di Silver di Stephan Gian Dombaj
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A small splash is enough to capture a fly-fisherman’s glance for an eternity, in particular if such a small splash is produced by a furious salmon trying with all means to attack a tube fly. This key experience marks the beginning of Island’s continuing popularity and also the reason why an ever increasing number of fishermen from all over the world pursue their passion as far as the gates of Europe, challenging the economic crisis and volcanic ashes. Much more than a volcanic eruption is needed to deprive this country, which offers almost exclusively salmonids, of its splendor. And sometimes, these salmonids are of considerable sizes. Thick fog walls in the valleys prevent you from throwing a
glance at the infinite valleys and wild rivers, with their scaly inhabitants. Iceland hesitates to reveal its secrets. From the point of view of fishing too, the island, which is situated in the middle of the northern Atlantic, is a puristic decathlon of salmonids: salmon, sea trout, sea-run Arctic char, brown trout and sporadically even rainbow trout. Year after year, fly-fishermen from all over the world go on a pilgrimage to the wild water courses of the country, which was once an exclusive destination for millionaires following this call. It’s not without a reason that Iceland’s fascination is based on the presence of first class Atlantic salmon. If the Russian peninsulas of Kola or Terranova are not your
Un piccolo splash basta a inchiodare lo sguardo di un pescatore a mosca per un’eternità, soprattutto se questo piccolo splash viene prodotto da un salmone infuriato che cerca con tutti i mezzi di attaccare una tube fly. Quest’esperienza capitale segna l’inizio della grande popolarità dell’Islanda e anche il motivo per cui pescatori di tutto il globo seguono la loro passione spingendosi in crescente numero fino alle porte dell’Europa, sfidando crisi economica e ceneri vulcaniche. C’è bisogno di ben più di un’eruzione vulcanica per privare del suo splendore questo Paese, che ha da offrire quasi esclusivamente dei salmonidi. E questi salmonidi si presentano talvolta in dimensioni considerevoli. Nelle valli vi sono
pareti di nebbia pesanti come il piombo, che impediscono di abbracciare con lo sguardo le infinite valli e i fiumi selvaggi coi loro abitanti squamati. L’Islanda esita a rivelare i suoi segreti. Anche dal punto di vista della pesca l’isola, situata nel mezzo dell’Atlantico settentrionale, equivale a un decathlon puristico di salmonidi: salmoni, trote di mare, salmerini,trote fario e sporadicamente anche trote iridee. I pescatori a mosca di tutto il mondo, anno dopo anno, vanno in pellegrinaggio sulle selvagge venature d’acqua del Paese, un tempo meta esclusiva di milionari, seguendo questo richiamo. Non a torto il fascino dell’Islanda si basa sulla presenza di salmoni atlantici di prim’ordine. Se la penisola russa di Kola o Terranova
favorites, you will be irresistibly enchanted by the possibility of getting several salmon in just one day. The circumstances rather than the size of fish make Iceland one of the top locations for salmon fishermen. Above all, there are small water courses where you can easily find your way and where you need a light one-hand rod (6/7 feet), crystal clear pools offering a breath-taking view of fishing with tube
flies or dry flies, as well as several small and big salmon. Except for the Atlantic salmon, fishing here is in many aspects similar to fishing for trout and char on brook. Especially beginners will appreciate this approach to the 1000-cast fish, as the confused theories, myths and sagas about the catch of salmon fall altogether. Once the fish have been located in the pools, you’ll under-
non fanno al caso vostro, verrete irresistibilmente ammaliati dalla possibilità di prendere diversi salmoni in un giorno. Non è dunque la taglia dei pesci che rende l’Islanda uno degli indirizzi di punta per chi pesca il salmone, sono piuttosto le condizioni. Soprattutto piccoli corsi d’acqua in cui è facile orientarsi, che richiedono una canna leggera a una mano (6/7piedi), pool cristalline che offrono una pesca a vista moz-
zafiato con tube flies o mosche secche, oltre alla presenza di numerosi salmoni piccoli e grossi. Eccezion fatta per il salmone atlantico, la pesca qui assomiglia per molti aspetti alla pesca su ruscello a trote e salmerini. In particolare i principianti sapranno apprezzare quest’avvicinamento al pesce dei 1000 lanci, poiché vengono a cadere le confuse teorie, i miti e le saghe che ruotano attorno alla cattura di un salmone. Una
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stand within the first ten casts if you can lure them and with what. It is not a secret that particularly salmon are very attracted by dry flies. However, this trend seems to achieve a relatively low success on Scandinavian watercourses. The few chances available have to be taken with careful consideration. Dry-fly fishing puts, once more, the crown on an activity without rational motives, since the fish doesn’t have any intention to bite in freshwater. You live, you fish and you are anxious about the catch, according to the saying: The Tug is the Drug. Those that have no fear should prepare for the most extraordinary bites that fishing for salmon has to offer. No matter how exciting the attack is, it is, in any case,
recommended not to react impetuously. Salmon fishing especially means using your head, as your instincts are put to a tough test. The safest way to make the bite successful is, first of all, not to react and wait until the fish pulls, then counterattack. If you maintain your self-control and take full advantage of the following moment, when the fish rushes as quick as lightning on the bait, you experience Iceland in its purest form.
volta localizzati i pesci nelle pool, diventa chiaro nel giro dei primi dieci lanci se li si può adescare e con cosa. Non è un segreto che soprattutto il salmone sia molto attratto dalle mosche secche, tuttavia questa tendenza sembra imporsi solo con esitazione sui corsi d’acqua scandinavi. Le poche chance che si presentano devono essere sfruttate ponderatamente. La pesca con mosca secca incorona ancora una volta la pesca, priva di motivazioni razionali, a un pesce che non ha alcuna intenzione di mangiare in acqua dolce. Si vive, si pesca e si sta in ansia per la cattura secondo il motto:” The Tug is the Drug” – L’abboccata è la droga. Chi ha lasciato da parte il timore dovrebbe prepararsi alle abboccate più
spettacolari che la pesca al salmone ha da offrire. Non importa quanto sia emozionante l’attacco, in ogni caso è sconsigliabile reagire precipitosamente. La pesca al salmone è in buona misura una questione di testa, poiché vengono messi a dura prova i propri istinti. Il modo più sicuro per far sì che l’abboccata abbia anche un seguito è anzitutto non reagire, aspettando prima che il pesce tiri, e a quel punto contrattaccare. Mantenendo il sangue freddo e approfittando appieno del momento seguente, in cui il pesce si avventa fulmineo, a rompicollo, sull’esca, si vive l’esperienza dell’Islanda nella sua forma più pura.
Gold and silver Even the best salmon rivers of the island have got high and
low tides. As a back-up plan for such cases, you can normally turn to watercourses abundantly populated by river trout. The simple fishing of the past rapidly grew till it became a must, and not without any reason. Iceland’s brooks and lakes are constantly populated by wild,
extraordinarily beautiful brown trout. Every single specimen is a work of art that must be preserved and can even reach considerable sizes. This is exemplarily proven by the frequent catches of fish weighing more than seven and a half kilos. It happens here as well that you of-
Oro e argento
dantemente popolati da trote fario. La dimessa pesca di un tempo in breve è avanzata fino a divenire un must, e non a torto. I ruscelli e i laghi d’Islanda sono stabilmente frequentati da selvagge trote fario di una bellezza unica. Ogni singolo esemplare è un’opera d’arte da
Anche i migliori fiumi da salmone dell’isola non sono esenti dalle correnti di alta e bassa marea. Come programma di riserva per questi casi, perlopiù si offrono come ripiego dei corsi d’acqua abbon-
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ten find small brooks among the meadows and mountains where you can fish these giants at sight. Dry-fly fishing requires some tricks, particularly with fish of big sizes. After all, not every brown trout darting in the water weighs more than 4 and a half kilos. Smaller dry flies lure them less than the classical 14”, which means that hooking and landing are two different things. In fact if often happens that a big brown trout leaves the fisherman alone on the shore ... with a wide-open hook. Streamer and night fishing can be the secret to wonderful fishing. Protected by darkness, big specimens of fish go hunting and are then lured more easily by the hook. Nevertheless,
night fishing contains some peculiar traps: the pools should be patrolled very carefully during the day, wading points should be arranged and obstacles signaled. Falling into the water doesn’t only disturb the fish, but it is, apart from the unpleasant sensation, dangerous too, in particular at night. By respecting some rules, your perseverance and prudence might, if you are lucky, be rewarded with the catch of your life. The emotion of giving freedom again to a big size fish which is as old as the hills, after completing the action, exceeds the excitement of fishing as for rarity. Whoever invests his time in going fishing for a while in Iceland’s rivers, will find here and there the record of trout exceeding the incredible
proteggere, che può raggiungere anche dimensioni davvero ragguardevoli. Lo dimostrano le frequenti catture di pesci che superano i sette chili e mezzo. Anche qui capita che si trovino spesso piccoli ruscelli tra i prati e le montagne in cui è possibile pescare questi giganti a vista. La pesca con mosca secca richiede una certa astuzia, soprattutto con pesci di grosse dimensioni. In fondo non ogni trota fario che guizza nell’acqua supera i 4 chili e mezzo. Le mosche secche più piccole le attirano meno dei classici 14”, il che significa che allamare e trarre a riva sono due cose diverse, infatti spesso accade che una grossa trota fario lasci il pescatore da solo sulla riva ... con un amo tutto aperto. Gli streamer e la pe-
sca notturna possono essere il segreto per una pesca fantastica. Protetti dall’oscurità, grossi esemplari di pesci vanno a caccia e si lasciano adescare più facilmente dall’amo. La pesca notturna presenta tuttavia delle insidie peculiari: le pools andrebbero sondate molto attentamente di giorno, si dovrebbero predisporre dei punti di guado e segnalare gli ostacoli. Cadere nell’acqua non solo disturba i pesci, ma anche a prescindere dalla sensazione sgradevole è pericoloso, soprattutto di notte. Se si rispettano un paio di regole, con un po’ di fortuna la propria perseveranza e prudenza verranno premiate con la cattura del pesce di una vita. L’emozione di ridare la libertà a un vecchio matusalemme di grossa ta-
length of 100cm. It is for sure a life’s task, but it is definitely possible. What a wonderful coincidence that the water veins of this enchanted country are often inserted in an incredible scenario. Immense glaciers rise not far from crackling geysers. As has been proven by the impressive volcanic eruption of 2010, which interrupted the entire air traffic of Central Europe, the island has its origins in burning lava. The several
geothermal sources, such as the „Blue Lagoon“ known all over the world, give somehow impressive evidence of these origins and are a tourist attraction at the same time. Whether it is whale-watching, glacier tours or simply trekking, in Iceland ecotourism has a capital letter. Add to the above impressions the good connections with the American and European mainland, you will hardly find anoth-
glia, dopo aver completato l’opera, supera l’eccitazione della pesca in termini di rarità. Chi investe il proprio tempo per confrontarsi un po’ con la pesca nei fiumi d’Islanda, troverà annotate qua e là delle trote che superano l’incredibile lunghezza di 100cm. Si tratta certo di un compito per la vita, ma è assolutamente possibile. Che caso stupendo che le venature d’acqua di questo Paese incantato si inseriscano spesso
in uno scenario incredibile. Immensi ghiacciai si elevano non lontano da strepitanti geyser. Come ha dimostrato l’impressionante eruzione vulcanica del 2010, che ha arrestato tutto il traffico aereo dell’Europa Centrale, l’isola trae origine dalla lava incandescente. Le numerose sorgenti geotermiche, come anche la „Laguna Blu“ nota in tutto il mondo, sono in certo qual modo impressionanti dimostrazioni di quest’origi-
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er country with such varied fly-fishing that can be reached in only 4 hours. Thus, you don’t have to fly to the other end of the world, facing a jetlag and spend more or less a day on travelling in order to pursue your passion. If you are not satisfied with salmon, sea trout and brown trout, you will have a lot of watercourses at your disposal with Searun Arctic Chars. Sometimes it is difficult to find your
way among these wonderful salmonids – then several guides and guide societies offering their services in the windows of almost all specialized shops are there to help you.
ne e al tempo stesso un’attrazione turistica. Che si tratti di caccia fotografica alle balene, tour per i ghiacciai o semplicemente trekking, in Islanda l’ecoturismo si scrive con la lettera maiuscola. Se si sommano queste impressioni con i buoni collegamenti col continente, sia americano sia europeo, un altro Paese difficilmente potrà offrire una pesca a mosca tanto variegata raggiungibile in sole 4 ore. Così non è necessario per esempio volare all’altro capo del mondo e passare più o
meno una giornata in viaggio per seguire la propria passione a prova di jet-lag. Chi non si accontenta di salmoni, trote di mare e trote fario, avrà inoltre a sua disposizione numerosi corsi d’acqua con Searun Arctic Char. Ogni tanto è difficile orientarsi tra questi meravigliosi salmonidi – un aiuto lo offrono le numerose guide e società di guide che offrono i loro servizi nelle vetrine di quasi tutti i negozi specializzati.
SEE YOU AGAIN! AU REVOIR! AUF WIEDERSEHEN! HASTA LA VISTA! Non so che lingua parli, ma so che capisci al volo le mie intenzioni. La nostra sfida è finita, il tuo peccato di gola è perdonato. Arrivederci!
Ph. David Skok
Rispettare il pesce, rilasciandolo, è un segno di civiltà. Prova gli ami e le ancorette Gamakatsu senza ardiglione e ti accorgerai di non essere più lo stesso pescatore di prima!
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Il nostro futuro
di Natalino Costa
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Anche oggi sono qui tra le rocce di questa valle ad assecondare le mie passioni, a sperare che le mie esperienze diano qualche frutto, sono qui a sfidare queste illusioni che si concretizzano in qualche breve soddisfazione che dura pochi attimi: una breve lotta, una cattura, uno sguardo, una breve foto e via. La natura mi ristora corpo e anima; quando la sera qualcuno mi chiede se sono stanco, spesso mi meraviglio perché la gioia di fare ciò che desidero tramuta lo stress fisico in qualche cosa che non lascia traccia nelle mie gambe e nelle mie braccia, ma solo sensazioni piacevoli nella mia
mente dove il ricordo annulla tutto il resto. Risalgo la mia valle, ora i prati mi circondano, accolgono acque più chete, le rive mi accarezzano, mi sento quasi parte di questo incanto, mi sento costretto a fermarmi a pensare, a riflettere, a godere questa mia fortuna. Guardo il cielo, gli alberi, le montagne, i prati, i fiori, l’acqua,… mi specchio, mi vedo, scruto l’aspetto di questo mio viso che ormai contiene i segni del tempo. Sono passati tanti anni dal mio primo giorno di pesca, tante primavere, tante avventure, ma l’acqua mi perseguita ancora come un’ossessione. La mia è terra di molte acque e con
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esse sei costretto a convivere, già da bambino ti abitui a pensare e a farti coinvolgere nei giochi e nelle passioni che prevedono natura, fiumi, acqua,… pesca. Un’ossessione? No, un dono, un regalo, ecco cosa penso di questa passione, un po’ la mia vita, una caratteristica che già dalla mia adolescenza mi ha portato a frequentare e a capire questa natura. “Ci si trovava sulle rive delle rogge, andavamo in bici o a piedi con la nostra cannetta in bambù nostrano, come esche usavamo le lave dei portalegna di cui le nostre acque erano
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ricolme, si pescava anche per mangiare, di pesce ce n’era ed era buono! Aspettavamo le asciutte di primavera e di frodo, facendo delle chiuse di terra nei canali quasi senza acqua, obbligavamo il pesce a raggrupparsi in piccole buche dove lo pescavamo con la pala e con le mani.” Crescendo, cambiarono anche le nostre abitudini e le tecniche, prima la passata, poi lo spinning ed infine, dopo aver osservato una strana pesca, la passione per la mosca. Noi, nati un po’ in campagna, ci siamo arrivati forse un poco più tardi, ma il contagio ha fatto molte vittime. Ora tutto è forse più facile,
più immediato, quasi scontato, questo iter di vita forse non è più necessario, questa passione è a portata di tutti, spesso è facile trovare ragazzi che tentano i primi approcci, bambini che vogliono imitare genitori, giovani a pesca con fratelli più adulti o con i loro padri e vi confesso che mi fa veramente piacere trovare queste nuove generazioni nei luoghi di pesca. Forse è una nostra prerogativa accettare e condividere un fiume, un’acqua con altri, raggiungerli, avvicinarli, esternare con loro pensieri, riflessioni, desideri, in particolare se si incontrano dei ragazzi, dei giovani che spesso ti meravigliano
con le loro attenzioni e con le loro osservazioni. Ho vissuto recentemente con alcuni miei compagni di passione esperienze estremamente positive portando un messaggio di rispetto verso l’ambiente ad adolescenti di scuole elementari e medie e con piacere abbiamo constatato come si stia finalmente radicando nei ragazzi di questa giovane età una naturale educazione nei confronti di tutto ciò che li circonda. L’approccio e l’attenzione verso la natura sono diventati incredibilmente più maturi e questo fa sperare che le nuove generazioni saranno più pronte e decise ad
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affrontare il futuro, preparandosi a quella vita che ormai si evolve forse troppo rapidamente rispetto alle attenzioni attuali. La nostra presenza verso questa loro attitudine a ragionare deve essere improntata al massimo rispetto; è indispensabile coltivare questa loro predisposizione cercando di non perdere mai occasione per esternare la nostra esperienza per accrescere il loro bagaglio personale. Dobbiamo quindi amare queste loro presenze nell’ambiente,
accettando ed incentivando la loro invasione, condividendo con loro ciò che amiamo di più: la nostra cultura, la nostra pesca, i nostri piccoli segreti. Anche oggi sono ancora qui tra le acque e tra le rocce di questa valle, seduto a guardare un gruppo di ragazzi che ho portato nel mio regno,ho rotto il mio incantesimo e non soffro se non pesco, vivo della loro presenza, guardo il futuro,… vedo il nostro futuro!
Izaak Walton
Charles Cotton
Izaak Walton , Charles Cotton e The Compleat Angler� di Giorgio Cavatorti
Un capitolo importante nell’evoluzione della pesca a mosca è stato scritto da Izaak Walton con il suo Compleat Angler del 1653. In realtà non si conosce molto della vita di Walton. Battezzato a Stafford il 21 settembre del 1593, dopo un apprendistato a Londra presso un commerciante di ferramenta, aprì egli stesso un piccolo negozio che ebbe fortuna e nel 1608 venne invitato a far parte della associazione dei commercianti. Nel 1626 sposò Rachel Floud, proveniente da una famiglia benestante del Kent. Cominciò poi a pubblicare libri, tra cui il famoso The Compleat Angler, e la sua attività letteraria gli permise di conoscere vari scrittori dell’epoca, fra cui il vicario della chiesa di St Dunstan, John Donne. La guerra civile fu per Walton un periodo molto difficile ed egli fu costretto ad abbandonare Londra per lo Staffordshire,
in quanto era e rimase sempre un convinto monarchico, anche dopo la vittoria di Cromwell. Sembra, tuttavia, che egli fosse in condizioni economiche discretamente buone, visto che, finita la guerra, abbandonò la sua attività per dedicarsi completamente alla letteratura, ai suoi amici ed alla pesca. George Morley, suo amico e arcivescovo di Winchester, lo invitò a stabilirsi nel suo palazzo, dove visse per il resto dei suoi giorni. Si sposò due volte e sopravvisse a tutte e due le mogli e a tutti i suoi figli tranne uno. Preferiva certamente la pesca con le esche naturali, ma sempre fatta con sportività e rispetto per il pesce, anche se ammetteva la superiorità etica e sportiva della pesca con la mosca artificiale. Walton non scende troppo in particolari nella scelta delle attrezzature specifiche quindi non ci è di grande aiuto nel capire
con quali attrezzature andassero a pescare i nostri antenati. E’ invece molto interessante il metodo di avvicinamento al pesce e lo studio dei cicli di vita degli insetti acquatici. L’esperienza di Walton rimane circoscritta ai placidi fiumi del sud dell’Inghilterra e ad un solo tipo di trota, ma troviamo ottimi consigli anche nella pesca di lucci, carpe e tinche. Walton credeva fermamente che il vero piacere della pesca consistesse nell’abilità del pescatore di ingannare con astuzia la sua preda. Il suo lavoro fu tanto esauriente che per cento anni nessuno provò ad ampliarlo, né a migliorarlo. Sono state contate circa 385 ristampe di questo libro dal 1653 al 1967. Quando Izaac Filius Jervis Walton iniziò la revisione dell’ultima edizione del suo The Compleat Angler era ormai chiaro che si trovava ad avere tra le mani un classico, ed
era altrettanto chiaro che avrebbe dovuto espandere la parte dedicata alla pesca a mosca. Nella quinta edizione del libro, pubblicata nel 1676, Walton incluse per la prima volta il lavoro di Charles Cotton. Anche se preferiva l’esca naturale, Walton conosceva bene l’uso della mosca artificiale e lo dimostrano i suoi commenti su tale tecnica: “Osservate la vita degli insetti”, consigliava,” e siate abili a costruirne artificialmente di simili sul fiume, con materiali preparati allo scopo e opportunamente portati con voi”. Egli era invece scettico sul principio di scegliere a priori i diversi tipi di mosche da usare nei vari mesi dell’anno. Questo, diceva,
perché le stagioni variano troppo facilmente e agli anticipi o ritardi del freddo corrispondono automaticamente i cicli di vita degli insetti. Walton, ad ogni modo, non avrebbe potuto accogliere nel suo libro uno che potesse adattarvisi meglio di Charles Cotton. La passione della pesca aveva strettamente legato queste due persone, sebbene molto diverse tra loro. Apparentemente Walton e Cotton sembrano una strana accoppiata. Da una parte abbiamo Walton, un pilastro della chiesa e della comunità e dall’altra Cotton, tendenzialmente portato alla bella vita e autore di versi alquanto arditi. Nato a Beresford nello Stafforshire il 28 aprile del 1630, Il brillante e versatile Cotton era un ragazzino al tempo della guerra civile ed aveva una educazione liberale che gli aveva dato una certa dimestichezza con i testi classici, ma anche
con la letteratura italiana e francese. Era un membro della nobiltà terriera e ci si aspettava da lui che assumesse la sua posizione di responsabilità sia nel governo locale che nella conduzione degli affari della famiglia. Cotton assolse ai suoi doveri in modo più o meno soddisfacente dopo che la morte del padre nel 1658 lo rese erede delle proprietà di Beresford e Bentley, al confine tra le contee del Derbyshire e della Staffordshire. Nel 1656 sposò sua cugina Isabella Hutchinson, ricca vedova di Ardglass. Divenne un grande amico di Walton e, nonostante quest’ultimo avesse l’età per poter essere suo padre, la loro amicizia fu molto stretta. Andavano spessissimo a pesca insieme, e nel 1674 Cotton costruì un ampio capanno di pesca sulle rive del Dove, forse con l’intenzione di convincere il suo anziano amico a recarvisi più
spesso. Il capanno era una costruzione di una certa importanza, caratterizzata dall’incisione al di sopra della porta del motto “piscatoribus sacrum”. Quando finalmente fu terminato, Walton era molto anziano, aveva ottantatre anni, e non sappiamo nemmeno se egli avesse mai imparato a perfezione le tecniche della pesca a mosca, per cui è possibile che i suoi giorni sul Dove siano stati spesi principalmente a raccogliere esemplari vivi di Mayfly. Non ci è dato sapere di cosa i due parlassero, oltre alla pesca, ma avevano un interesse comune per la letteratura; Cotton era amico di Ben Jonson, Donne, Seldon ed altri letterati la cui conoscenza avrebbe sicuramente molto interessato il vecchio Walton. Cotton non era molto portato per la letteratura, non è quindi sorprendente che non si sia arricchito con le sue
poesie, ma che al contrario, avendo l’abitudine di spendere più di quanto gli permetteva il suo reddito, egli si sia ritrovato alla fine della sua vita in difficoltà economiche, tanto che dovette vendere Beresford Hall e morì sei anni più tardi, senza la cerimonia e le fanfare che avevano accompagnato i funerali del suo anziano amico. Cotton divise il suo sport in due discipline: pesca con mosca naturale e pesca con mosca artificiale. Pescare tenendo l’esca sospesa a fior d’acqua è una metodo antichissimo e probabilmente è da qui che dobbiamo ricercare le origini della pesca a mosca. Cotton suggeriva di pescare utilizzando una o due mosche vive, la green drake (una mayfly) e la stonefly, ed una lenza non più lunga della metà della lunghezza della canna, ma il suo cuore non batteva per questo metodo, ed
egli infatti esaurisce l’argomento abbastanza in fretta. E’ invece immediatamente chiara la sua grande passione per la mosca artificiale: ” …dividerò la pesca della trota da quella del temolo, e le tecniche di pesca in tre categorie: superiore, media e inferiore. Superiore è quella con la mosca artificiale, media quella con il pesciolino e inferiore con le esche naturali”. “ La lunghezza della lenza, per qualcuno che sa come usare la canna da pesca, non costituisce un problema, tranne in caso di rive boscose o per la difficoltà di portare a termine la cattura. (…) La lunghezza della lenza costituisce un enorme vantaggio perché permette di pescare a distanza e pescare lontano e bene
è uno dei principali requisiti della pesca alla trota con la mosca.” A Cotton va il “merito” di essere stato il primo pescatore scrittore a considerare la pesca con la mosca artificiale superiore a qualsiasi altra. Fu probabilmente il “padre” di questa tecnica di pesca: la definì elegante, sportiva e gentile, e con i suoi scritti, diede origine anche ad una certa forma di snobismo che ebbe lungo seguito. Alcune immagini sono state prese dal libro: “Anelli sull’acqua” di Renzo Dionigi. Per ulteriori informazioni sul libro: www.flylinemagazine.com
Abuttmett Pool
L’ arte nella pesca
C.D. Clarke di Giorgio Cavatorti
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HR-Moisie Club in Early June
Jet Boats
C.D. Clarke was born in Rochester, NY and received his BFA in painting at Syracuse University in 1981. His passion has driven him to travel around the world, he visited the Caribbean, Russia, Scotland, England, Hawaii, the Bahamas, Canada, Alaska, Montana and South America. His works have been exhibited in many museums and
exhibitions, including the Airondack National Watercolor Exhibition, the American Museum of Fly fishing, the Gold Room at the Easton Waterfowl Festival,the Leigh Woodson Museum, Holland & Holland London. He has also published his paintings in The Book of the Tarpon and in many fishing magazines.
Just Above the Tunnel
Looking For a Fight
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C.D. Clarke è nato a Rochester, NY e si è diplomato in Belle Arti all’università di Syracuse nel 1981. La passione per la pittura l’ha portato a viaggiare in tutto il mondo, ha visitato i Caraibi, la Russia, la Scozia, l’Inghilterra, le Hawaii, le Bahamas, il Canada, l’Alaska, il Montana e il Sud America. Le sue opere sono state esposte in molti musei e
gallerie, tra cui l’ Airondack National Watercolor Exhibition, l’ American Museum of Fly fishing, la Gold Room all’ Easton Waterfowl Festival, il Leigh Woodson Museum, Holland & Holland a Londra. Ha inoltre pubblicato i suoi dipinti nel “Book of the Tarpon” e su molte riviste di pesca.
March Tarpin
The Only Way In
Wyers Pool Canoes
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by Emilio Arbizzi Fotografie di: Dante Iotti ed ente del turismo Austriaco
L’armonia della natura
The beauty of the city with its Baroque style of the old centre, where important musical events take place every year in memory of W.A.Mozart, who was born here, together with the wonderful landscape around it, make Salzburg a Unesco world heritage. The city centre is surrounded by valleys with high mountains, castles, 18th century manors overlooking streams where time seems to have stopped. Past the long Tauerntunnel under the Hohe Tauern we reach
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Flachau, where we are staying for 3 days. The Lisa Hotel has a typical “alpine” style and it is partly built of stone and huge fir beams near a small but well –equipped ski area. The Tiefenthaler family, owner of the hotel, manages the fishing waters of a large area that includes, among seven reserves, a range of different kinds of rivers. In three days of fishing we have ranged from the mountain stream, where we fished kneeling behind a rock, to the valley bottom river,which forced us to long
La bellezza della città caratterizzata dallo stile barocco che contraddistingue la parte vecchia, all'interno della quale ogni anno si rappresentano importanti manifestazioni musicali in onore di Mozart che qui ebbe i natali, insieme allo straordinario territorio che la circonda, fanno di Salisburgo patrimonio dell’Unesco. Incorniciano il centro cittadino vallate sovrastate da imponenti montagne, castelli e manieri settecenteschi ancora intatti a guardia di torrenti dove il tempo pare si sia fermato. Basta superare il lungo
Tauerntunnel scavato sotto la catena degli Alti Tauri e arriviamo a Flachau, dove soggiorneremo per 3 giorni. L'Hotel Lisa è una tipica costruzione in stile “alpino” eretta parzialmente in pietra e con enormi travi di abete, al limite di un piccolo ma ben attrezzato comprensorio sciistico. La famiglia Tiefenthaler, proprietaria dell'albergo, gestisce le acque di pesca di un' area molto vasta che consente una scelta di fiumi di tipologia molto diversa, tra ben sette riserve. In tre giorni di pesca abbiamo spaziato dal torrente
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casts and mendings to fight the currents. After half an hour’s drive south-east from Flachau, we pass through the town of Tamsweg and then we reach the River Mur, famous for the abundance of its waters. It is quite warm and the level of the river is excellent; we dry fly fish up stream and we fish nymphing downstream and we catch many brown trout of a good size, with good flippers and quite hard-fighting, even if the temperature of
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the water is very cold. The sun goes down very quickly and as soon as it disappears behind the mountains, everything seems to stop; keeping on fishing in these conditions, with such a low temperature, would be useless. The dinner at the hotel is carefully prepared and served in a very cosy and elegant room, the meat and the vegetables are really delicious. After dinner it is a habit to stop at the bar and talk about
alpino, pescando inginocchiati dietro ad un masso, fino al fiume di fondovalle, costretti a lunghi lanci e continui mending per contrastare le correnti. A mezz'ora di auto da Flachau verso sudest, attraversato il paese di Tamsweg, incontriamo la Mur, fiume da sempre famoso per la ricchezza delle sue acque. La giornata è moderatamente calda e il livello del fiume è ottimale; peschiamo sia a secca a risalire, sia a ninfa scendendo e catturiamo diverse fario
di buona taglia, ben pinnate e piuttosto combattive, nonostante la temperatura dell'acqua sia freddissima. Il sole scende presto però e, non appena scompare dietro la montagna, tutto pare fermarsi; insistere in queste condizioni, dove peraltro la temperatura si abbassa di colpo, sarebbe veramente inutile. La cena all'hotel è stata preparata con molto scrupolo, in un ambiente accogliente ed elegantemente arredato in stile, cosÏ come sono curati i gustosi
fish and fishermen, while drinking a typical local liquor similar to “grappa” which makes our sleep peaceful and deep and we don’t realize that the weather is changing and it is starting to snow. The day after a sprinkling of snow on the ground gives our wake a different light. The road to Zell Am See, westward, offers a great view and it is very smooth, near Taxenbach we cross the River Salzach; it is not easy to find this river in good conditions but we are lucky and we can fish with great results. We don’t have to move
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much, but we just need to explore every stone and every turn of water to find out that the trout are there. Yes, they are there! A special mention goes to the Torrener Ache stream, situated in the north, not far from Flachau towards Salzburg; it is a real gem, a reserve in the reserve! Here you can feel, smell, breathe the harmony of nature…the water is so transparent that you can hardly see it, the bottom has white stones, the banks are lined with tall firs, it seems a fairy tale valley: catching trout is our last concern
piatti di carne e verdure. Dopo cena è di rito fermarsi in saletta bar a parlare amabilmente di pesci e pescatori, sorseggiando un tipico liquore locale simile alla grappa che ha il potere di rendere il sonno sereno e profondo, al punto che nemmeno ci accorgiamo che il tempo sta cambiando e sta iniziando a nevicare. Il mattino seguente una leggera imbiancata è sufficiente per dare una luce diversa al nostro risveglio. La strada che porta a Zell Am See, direzione ovest, è panoramica e molto scorrevole e nei
pressi di Taxenbach incrociamo la Salzach; trovare questo fiume in condizioni ideali non è molto facile ma la fortuna ci aiuta e riusciamo a pescare con grandi soddisfazioni. Non occorre fare molti spostamenti, ma piuttosto sondare con metodo ogni sasso ed ogni giro d'acqua per scoprire che le trote ci sono. Eccome se ci sono! Capitolo a parte merita il torrente Torrener Ache, situato a nord poco distante da Flachau in direzione Salisburgo: è un vero gioiello, una riserva nella riserva! L'armonia della natura si respira, si
as we are so fascinated by the environment that surrounds us! We prepare the rods leaning against the railing of a wooden bridge that marks the entrance of a path leading up to the source of the river. In the water there are some trout, among them one is about 45cm.long, that are swimming slowly waiting to challenge us.
The sun is clear but there is still a lot of snow in the shade and it is pretty cold. Small insects flying in the air lead us to use tiny lightcoloured klinkhammer and while we fish near the banks, we have great results. At lunchtime we wind in the lines and, after the last look at this fantastic scenery, we move towards the road home.
palpa, si sente........l'acqua quasi non si vede tanto è trasparente, il fondo di sassi bianchi, le sponde delimitate da abeti altissimi in questa vallata da fiaba: catturare trote diventa l'ultimo dei pensieri tanto si rimane affascinati dall'ambiente! Montiamo le canne appoggiati al parapetto di un ponte di legno che segna l'ingresso di un sentiero che porta fino alla sorgente del fiume, sotto di noi qualche trota, tra le quali una oltre 45 cm, pinneggia lentamente come in attesa della sfida che dovrà affrontare. Il sole è limpido, ma
c'è ancora parecchia neve nelle zone d'ombra e la temperatura dell'aria è piuttosto bassa. Nell'aria piccoli insetti ci inducono a montare minuscole klinkhammer di colore chiaro e pescando in caccia nei sottoriva le soddisfazioni non tardano ad arrivare. Verso ora di pranzo riavvolgiamo le code e, dopo un ultimo sguardo a questo scenario fantastico, ci incamminiamo verso la strada del ritorno.
3° Salone delle attrezzature ed equipaggiamenti per la pesca professionale, sportiva e amatoriale e delle produzioni ittiche nazionali
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Turneffe Island Resort:
Salty trophy dreams in Belize by Rasmus Ovesen - photos by Rasmus Ovesen and Martin Ejler Olsen
Just off the coasts of the Belizian mainland, in the Caribbean Sea, you find Turneffe Islands and the fishing lodge Turneffe Island Resort – and here there are some of the best flats fishing in the world. In the following, Rasmus Ovesen takes you to the waters surrounding Turneffe Island, where fierce bonefish, permit, and tarpon strike and throw themselves into heady and brutal fights. It has taken us two exhausting days with transfers in New York and Houston as well as a boat ride from Belize City to get here. But now that we have just boated our first Turneffe Island permit, all of these hardships are suddenly forgotten. I shoot a series of pictures of the muscular fish, which strikes me a something really special with its silvery flanks, lead grey markings and strong yellow brushstrokes and afterwards, Martin leans over the boat side with the fish in hand, submerges the fish in the warm water, lets it wrench free and then breaks out in an exhausted smile as the fish disappears into the depths. THE GUIDE is quickly on the search for permit again, and I have now taken my place in the front of the boat with the fly rod in a tense iron grip and a mess of loose line at my feet. My vigilant gaze wanders across the distorting film of the ocean trying to pierce through to the shadow world below, and meanwhile the boat zig-zags forward along the reef's pronounced depth curve. Suddenly, a massive school of fish materializes like a compelling and ghostly mass of gloomy flashes, and a hollowing flush of excitement runs through me. In the same instant, the hoarse growl of the boat engine dies away, and in the sudden acoustic vacuum, I hear the guide's agitated voice calling out behind me; '11 o'clock, twenty meters. Cast!' THE SCHOOL is right there along the boat side in about two-three meters of water, but I have understood the guide's eager orders and obey with mechanical punctuality. The heavy epoxy fly whistles forward through the air prompted by the resolute accelerations of the fly rod, and with a powerful double haul, I cast the fly to an assumed 20meters. It lands ahead of me with a hollow splash, and a 30 second long eternity follows where the fly simply sinks freely. Meanwhile, the school of fish moves sedately forward with a collision course directly towards the sinking fly. And as if the voice came from somewhere inside me, I start the lightning quick retrieve just as the guide stammers a quivering; 'Strip!' THE FLY now struggles on- and upwards in the water column at a high speed. When it reaches the boat side, a big permit suddenly turns behind the fly and heads for the deep again - so fast and sudden, that I am completely in shock. I am a trembling mess of nerves as I execute another cast and let the fly sink. This time, I only manage two strips before a massive tug propagates through the line and directly into my soul. The strike is instant and instinctive, and a fraction of a second later, the rod is critically bent and line starts flying off the reel at a shocking pace. As if completely contemptuous
of the frail monofilament, I pull against the fish in an attempt to prevent it from reaching the coral reefs further down. The manoeuvre is successful, and a lengthy brawl ensues in the open water masses. Ten minutes later, I sit in the boat with an incredibly beautiful leadcoloured permit with big twinkly eyes and leathery skin in my arms - a fish which the guide estimates at around 25lbs. We have hardly gotten started and already, we have each caught a trophy permit on the fly. We can hardly
believe our luck! The guide isn't set on letting us rest on our laurels, though. He already has the motor in gear - ready to take us to the next spot. Now, time has come for the bonefish and tarpon. IN THE EVENING, as we sit in the dining hall at the charming and atmospheric Turneffe Island Resort and eat a dinner worthy of royalty, we can look back on a hectic and exciting day of fishing. Everything has happened real quickly, but as the
evening progresses, our experiences slowly settle. We have stealth-fished for bonefish in knee-high water on the immense flats, observed terrifyingly big barracudas hunt destitute schools of prey, caught an enormous sting ray on the fly, and cast at rolling tarpon in the mangrove tidal channels. We couldn't have asked for more, and this is just the start. Ahead of us, we have five days of intense fishing, and even though the weather ends up radically impacting on where we can fish, we have lots of
Le isole Turneffe e il lodge di pesca Turneffe Island Resort si trovano giusto al largo della parte continentale del Belize, nel Mar dei Caraibi – dove ci sono alcuni dei migliori fondali di pesca al mondo. Nell’articolo che segue Rasmus Ovesen vi porterà nelle acque che circondano l’isola Turneffe, dove fieri bonefish, permit e tarpon atlantici entrano in azione e si gettano a capofitto in brutali combattimenti. Ci sono volute due estenuanti giornate di viaggio, fra i trasferimenti a New York e Houston e il viaggio in barca da Belize City a qui. Ora però che abbiamo
nell’improvviso vuoto acustico sento la voce agitata della guida che grida dietro di me: 'Ore 11, venti metri. Lanciare!' Il permit è proprio lì, lungo il fianco della barca, in circa due-tre metri d’acqua e io obbedisco agli zelanti ordini della guida con meccanica puntualità. La pesante mosca epossidica attraversa l’aria sibilando, sospinta dalle decise accelerazioni della canna da mosca ed io, con un’energica doppia virata, lancio la mosca a circa 20 metri. Atterra davanti a me con un tonfo sordo, seguito da un’eternità che dura 30 secondi, durante i quali la mosca semplicemente
appena imbarcato il nostro primo permit dell’isola Turneffe, dimentichiamo improvvisamente tutta la fatica. Scatto una serie di foto al pesce nerboruto, che mi appare davvero speciale coi suoi fianchi argentati, le macchie color grigio piombo e le chiazze color giallo acceso, dopodiché Martin si china sul fianco della barca col pesce in mano, lo immerge nell’acqua tiepida, lascia che si liberi con uno strattone e si illumina di un sorriso esausto quando il pesce sparisce nelle profondità. LA GUIDA è subito di nuovo in cerca di permit e io ora ho preso posto a prua
affonda senza incontrare ostacoli. Nel frattempo il permit avanza quietamente in rotta di collisione direttamente verso la mosca in affondo. E come se la voce venisse da qualche parte dentro di me, comincio il recupero, veloce come un fulmine, proprio quando la guida balbetta un tremolante 'Strappa!' LA MOSCA ora si dimena ad alta velocità verso l’alto e in avanti nella colonna d’acqua. Quando raggiunge il fianco della barca, un grosso permit improvvisamente volteggia dietro alla mosca e poi vira nuovamente verso le profondità – in modo tanto veloce e
tenendo saldamente in mano, ansioso, la mia canna da mosca, con la coda sciolta disordinatamente ai miei piedi. Il mio sguardo fisso, vigilante, si insinua nel sottile strato deformante dell’oceano, cercando di penetrarlo fino a giungere al mondo tenebroso che c’è sotto, e nel frattempo la barca procede zigzagando lungo la pronunciata linea batimetrica della barriera. Improvvisamente si materializza un imponente branco di pesci, un’irresistibile massa spettrale di oscuri bagliori, e un travolgente impeto di eccitazione mi scorre tra le vene. Nello stesso istante si smorza il rauco stridore del motore della barca e
repentino che io sono completamente scioccato. Sono una massa tremante di nervi quando eseguo un altro lancio e lascio sprofondare la mosca. Stavolta riesco a fare solo due strappi prima che un possente strattone si propaghi attraverso la lenza e direttamente dentro alla mia anima. L’incursione è istantanea e istintiva e, dopo una frazione di secondo, la canna si è incurvata pericolosamente e la lenza comincia a srotolarsi dal mulinello a una velocità che rischia di incepparlo. Completamente sprezzante del fragile monofilo, lotto contro il pesce, tirando nel tentativo di impedirgli di raggiungere
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exciting experiences in for us. The darkness densifies and a hoarse whisper can be heard in the palm trees as we walk along the beach back to our incredibly cosy cabana. Tomorrow's fishing will mainly take place on the inside of the protective coral reefs, but we have no clue about this yet. We are busy getting into bed and falling a sleep, because the guide will be waiting for us in the marina at eight o'clock in the morning - ready to fire up the engine and take us out on new fishing adventures. OUR SECOND DAY OF FISHING ARRIVES, and we now learn that the flats fishing is challenging enough to never get trivial. The winds have picked up during the night, but there is still relatively calm water to be found on the inside of the porous coral reefs, that demarcate the flats and the now roaring ocean. The forthcoming days,
i banchi di corallo più sotto. La manovra ha successo e ne segue un lungo strepito che scuote la massa d’acqua. Dieci minuti dopo io me ne sto seduto in barca con in braccio un permit color piombo, incredibilmente bello coi suoi grossi occhi scintillanti e la sua pelle coriacea – un pesce che la guida valuta attorno alle 25 libbre. Abbiamo a malapena cominciato e già abbiamo catturato con la mosca un permit da trofeo ciascuno. Stentiamo a credere a cotanta fortuna! La guida però non ha alcuna intenzione di lasciarci riposare sugli allori. Ha già ingranato la marcia nel motore – pronto a portarci sul punto
di pesca successivo. Ora tocca ai bonefish e ai tarpon.
accoglienti. Domani pescheremo principalmente all’interno delle protettive barriere coralline, ma ancora non lo sappiamo. Siamo tutti intenti a infilarci a letto e ad addormentarci, perché l’indomani la guida ci aspetta alle otto al porticciolo – pronta ad accendere il motore e a portarci verso nuove avventure di pesca.
ancora abbastanza calme all’interno delle porose barriere coralline che segnano la linea di demarcazione tra i fondali e l’oceano ora ruggente. Nei giorni seguenti ci troviamo in mezzo a imponenti branchi di bonefish – branchi di oltre un centinaio di pesci – e noi cerchiamo di concentrarci soprattutto sulla pesca di pochi esemplari grossi. I bonefish, però, non sono né ingenui né imprudenti, e ci vuole un po’ perché noi capiamo che solo la giusta combinazione di sangue freddo, corretta strategia di pesca, mosche realistiche e circospezione porterà a dei risultati. Non siamo molto preparati
ARRIVA IL NOSTRO SECONDO GIORNO DI PESCA, e noi ora apprendiamo che la pesca sui fondali è abbastanza impegnativa per non diventare mai banale. Si è alzato il vento durante la notte, ma le acque sono
LA SERA, seduti nella sala da pranzo dell’incantevole Turneffe Island Resort, davvero pieno di atmosfera, davanti a una cena regale, ripercorriamo la frenetica ed eccitante giornata di pesca. È successo tutto davvero in fretta, ma col progredire della serata le nostre esperienze lentamente si cristallizzano. Abbiamo pescato i bonefish di soppiatto, immersi nell’acqua fino al ginocchio sugli immensi fondali, abbiamo osservato dei barracuda grossi da far paura, a caccia delle
loro prede senza essersi addestrati a nessuna scuola, abbiamo preso con la mosca un’enorme pastinaca e lanciato verso i tarpon che guizzavano nelle correnti di marea tra le mangrovie. Non avremmo potuto chiedere di più, e questo è solo l’inizio. Abbiamo davanti a noi cinque giorni di pesca intensa e, anche se le condizioni atmosferiche mutano radicalmente influendo sulla scelta dei punti in cui poter pescare, ci aspettano un sacco di esperienze emozionanti. L’oscurità si intensifica e si sente un fioco bisbiglio tra le palme mentre passeggiamo sulla spiaggia in direzione delle nostre capanne davvero
davanti a questi branchi di pesci nervosi, ma strada facendo troviamo la calma e lo stoicismo necessari. E nei giorni seguenti prendiamo e rilasciamo un buon numero di pesci in acque molto basse – sono pesci che, presi dal panico, attraversano veloci come fulmini i frastagliati coralli. Non ne prendiamo molti, ma ognuno di loro è qualcosa di davvero speciale. Con la loro compatta sagoma cromata, le loro squame contrastate, le strisce color carbone sui fianchi e i grandi occhi espressivi, questi affascinanti velocisti sono completamente irresistibili.
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we find massive schools of bonefish here - schools consisting of more than a hundred fish, and we now fully concentrate on catching a few weighty individuals. The bonefish, however, aren't gullible or rash, and it isn't until later that we understand that only the right combination of cold-blooded and correct fishing strategy, lively flies, and caution will lead to results. We are nowhere near cold-blooded the first couple of times that we find ourselves in the middle of the massive schools of nervous fish, however, but along the way we find the necessary composure and stoicism. And on the best days, we
each land and release a good handful of fish in very shallow water - fish that deliver lightning quick and panicky runs across the rugged corals. Needless to say, we only land a modest percentage of the fish, but each of them is something really special. With their chrome and compact frames, their contrasted scales, discrete charcoal flank stripes and big, expressive eyes these charming speed racers are completely irresistible. THE MANGROVE TIDAL CHANNELS is our primary hunting preserve the last couple of days, and we fully commit
ourselves to catching one of the staunch silver kings that hold in these waters. Especially at the high tides, the tarpon surge through these lush, deep tidal channels, and even though the season is a bit premature, we see several fish hunting here. Landing one of them proves difficult, however - not least because we have severe difficulties getting used to the radical shift in strike technique which is required to hook one of these bony-mouthed fish. Nonetheless, we manage to hook up with a decent handful of fish, that reply with meter-high jumps and irresistibly powerful runs that expose
LE CORRENTI DI MAREA TRA LE MANGROVIE sono la nostra principale riserva di caccia negli ultimi giorni, e noi ce la mettiamo tutta nel cercare di catturare uno dei possenti re argentei che dominano queste acque. Specialmente quando c’è alta marea, i tarpon risalgono queste profonde correnti ricche di vegetazione e, nonostante la stagione sia un po’ prematura, vediamo parecchi pesci a caccia. Catturarne uno si rivela difficoltoso, però – soprattutto perché abbiamo grosse difficoltà ad abituarci al radicale cambiamento nella tecnica di tiro richiesta per allamare uno di questi pesci dalla bocca ossea. Riusciamo però ad allamarne un discreto numero, e questi reagiscono con balzi di metri e scatti irresistibilmente potenti che in un baleno mettono in bella mostra il backing. Uno di questi tarpon prende risolutamente la mosca quando io la mando controcorrente vicino al limitare delle mangrovie. Metto l’amo sulla lenza con un paio di energici strattoni e nello stesso istante un pesce argenteo di circa 90 libbre fuoriesce con un balzo di un metro e impone il silenzio quando si rituffa nell’acqua con un tonfo assordante. La battaglia ha inizio, e nei dieci minuti successivi io esercito la massima pressione sull’ingranaggio. Il pesce è forte come il diavolo, ma non invincibile, e alla fine riesco a trarre quel pesce nerboruto lungo il fianco della barca, così che la guida afferra il finale di lenza col pesce a portata di mano. Quando il trionfo sembra vicino, improvvisamente questo momento cruciale si trasforma in un incubo. Il pesce si svincola dalla presa bramosa della guida, la mia canna improvvisamente si flette fino al sughero e segue un sonoro schiocco, quando la canna si spezza in due giusto al di sopra del manico. Il pesce mobilita le sue ultime riserve di energia e si spinge più in profondità nell’acqua con grande impeto. Il danno è fatto, e anche se riesco a riportare ancora una volta il pesce verso la barca con la mia canna da mosca così irrimediabilmente amputata, la battaglia si conclude col grosso pesce che lascia andare la mosca. E questo è il massimo che riusciamo a ottenere col tarpon! SICCOME TUTTO DEVE FINIRE, dopo cinque giorni di pesca intensa è tempo di risciacquare un’ultima volta l’ingranaggio macchiato dal sale e di fare i bagagli. Intanto possiamo ripercorrere con la mente un viaggio pieno di intense battaglie, di pescate di soppiatto in cerca di bonefish, barracuda e permit e di qualche occasione persa di catturare un tarpon. Il mare è stato mosso negli ultimi giorni, però è stato al contempo generoso con le sue abbondanti ricchezze. Abbiamo visto giocosi delfini, curiose tartarughe di mare, squali nutrici in cerca di preda e razze grandi come la ruota di un mulino. La pesca è stata di ottimo livello secondo gli standard internazionali, ma quando dal porticciolo del Turneffe Island Resort ci dirigiamo verso Belize City, veniamo da molto più di un viaggio di pesca. Questa splendida esperienza ci ha arricchiti – una di quelle esperienze in cui la pesca, la natura, la compagnia, il servizio e gli scenari naturali,tutti insieme, valgono molto di più delle singole componenti prese da sole.
the backing in a matter of split seconds. One of these tarpon takes the fly resolutely as I fish it cross current close to the edge of the mangrove. I set the hook with a couple of powerful tugs on the line, and in that same instant a silvery fish of about 90lbs erupts in an elegant meter-high jump and shreds the silence as it plunges into the water again with a deafening splash. The fight is on, and during the next ten minutes, I put maximum pressure on the gear. The fish is strong as hell but not invincible, and in the end I have brought the muscular fish up along the
boat side, and the guide grabs a hold of the leader with the fish in reach. The triumph seems within range, but suddenly this crucial moment turns into a nightmare. The fish wrenches free of the guide’s eager grip, my rod suddenly flexes to the cork and a loud snap follows as the rod breaks in two just above the handle. The fish mobilizes its last reserves of power and pushes deeper into the water with great force. The harm is done, and even though I manage to bring the fish to the boat once more with the now hopelessly amputated fly rod, the battle concludes with the big fish casting off the fly. And
...Estate 2012 i nostri temoli non vanno in vacanza...e tu?
that is as close as we get with the tarpon! ALL MUST COME TO AN END, and after five days of intense fishing, it is time to rinse off the salt-stained gear one last time and pack up. Meanwhile, we can look back at a trip with lots of intense fights, exciting stealth fishing for bonefish, big red snappers, garfish, jacks, rainbow runners, barracudas, a supplementary permit, and more than a handful of wasted chances of landing a tarpon. The sea has been rough the last couple of days, but at the same time it has been generous with its
Südtiroler Platz 8 9900 Lienz AUSTRIA www.flyfishing-osttirol.at Tel. 0043-4852-63311 info@hotelsonnelienz.at
Weekend Pesca € 389 70 Km di riserve private di pesca
INFORMAZIONI RELATIVE AL TURNEFFE ISLAND RESORT: Il Turneffe Island Resort è un lodge di lusso nel Belize situato su un idilliaco isolotto nella parte meridionale del più vasto arcipelago di isole coralline di mangrovie chiamate isole Turneffe. L’isola può accogliere circa 30 ospiti, alloggiati in appartamenti e capanne in riva alla spiaggia. Alloggi a parte, il lodge consta di un edificio principale con un accogliente sala da pranzo, una piscina all’aperto con terrazza e bar e un porticciolo. Sia lo scenario, sia il servizio offerto sono fantastici – e il cibo non è da meno – e l’atmosfera è rilassata e cordiale. Circa due terzi dei visitatori che approdano sull’isola sono qui per le immersioni e lo snorkeling, sono luoghi dalla bellezza eccezionale, da togliere il fiato. Gli altri in genere ci vanno per pescare, e sono in buone mani. Al lodge lavorano ben otto guide appassionate e altamente professionali, che conoscono come le loro tasche tutti i fondali, ogni corrente di marea che scorre fra le mangrovie e ogni barriera di quell’arcipelago smisuratamente vasto e geograficamente caotico. Dalla loro hanno 200 anni di esperienza nella guida dei turisti, e per la maggior parte sono nati e cresciuti sulle isole Turneffe, circostanza che li ha dotati di un’enorme perspicacia nel comprendere e apprezzare l’intero ecosistema. Di solito ci si dirige verso le flats alle otto del mattino – subito dopo colazione. Si pesca poi fino alle cinque del pomeriggio – sia a guado che dalle fresche e pratiche imbarcazioni. Ciò significa che si hanno ogni giorno a disposizione circa nove ore di pesca sulle flats e in mare aperto, e questo è più che sufficiente per cimentarsi con diversi luoghi e tipi di pesce. La stagione si estende per tutto l’anno, visto che i permit, bonefish e barracuda si trovano tutto l’anno sui fondali bassi e nelle vicinanze. Tuttavia, se volete andare coraggiosamente incontro a un grande slam, o se avete un debole per i tarpon, il periodo ideale per visitare il lodge va da metà maggio fino alla fine di settembre. Le dimensioni medie dei pesci sono impressionanti e ogni anno si prendono pesci che pesano più di 200 libbre.
abundant riches. We have seen playful dolphins, curious sea turtles, nurse sharks on the prowl, mill wheel-sized rays, and not least grassing manatees. The fishing has been world class, but as we head out of the Turneffe Island Resort marina bound for Belize City, we have been blessed with much more than just the fishing. We have been enriched with a grand overall experience - one of those experiences where the fishing, the nature, the company, the service, and the settings amount to something greater than the value of the individual components. FACTS ABOUT TURNEFFE ISLAND RESORT: Turneffe Island Resort is a Belizian luxury lodge situated on its own little idyllic island in the Southern part of the greater complex of coral and mangrove islands called Turneffe Islands. The island houses around 30 guests who are housed in beachside apartments and cabanas. Aside from the housing facilities, the lodge consists of a main building with a cosy dining hall, an outdoor pool area with its own terrace and bar as well as a marina. Both the setting and the service - and not least the food, is fantastic, and the atmosphere is relaxed and open-hearted. About two-thirds of the visitors on the island are there to dive and snorkel on some of the exceptionally beautiful and fascinating diving sites in the area. The rest are typically there to fish, and they are in good hands. A total of eight passionate and highly professional guides work at the lodge, and they know every single flat, every mangrove tidal current, and every reef in the overwhelmingly big and geographically chaotic island-complex as if it was the back of their laborious hands. Between them, they have in the vicinity of 200years of experience guiding, and most of them are born and raised on Turneffe Islands, which has given them an enormously shrewd understanding and appreciation of the whole eco system. Typically, you'll leave for the flats at eight o'clock in the morning - right after breakfast. And then you'll fish until five o'clock in the afternoon - both wading and from the cool and practical boats. This means that you have about nine hours of flats- and open water fishing every day, and this is more than enough to try out different spots and different fish. The season stretches across the whole year, since permit, bonefish, and barracuda can be found on and near the flats year around. But if you want to go full-hearted for a grand slam, or if you are a sucker for tarpon, the period from mid-May until the end of September is the optimal time to visit the lodge. The average size of the fish is impressive, and every year 200lb + fish are caught.
Women who fly Sabato 16 e domenica 17 giugno si è svolto il secondo corso di pesca per signore “Women Who Fly” nella splendida riserva di pesca del fiume Gail a KotschachMauthen in Austria. Il corso è stato organizzato dalla rivista H2O magazine e dal consorzio alberghiero “Austria per l’Italia “ in collaborazione con l’hotel Kurschner di Kotschach-Mauthen. Anche quest’anno una decina di signore si sono date appuntamento per imparare questa tecnica di pesca “gentile”. Dopo le prime due ore di corso di lancio in uno dei prati antistanti al fiume Gail si è passati ai fatti e le ottime condizioni del fiume hanno aiutato non poco le pescatrici principianti: sono infatti state catturate moltissime trote, anche di buona taglia. Dopo un picnic sul fiume e un tuffo nella piscina dell’hotel Kurschner si è ripartiti per un “coup de soir” che ha regalato altre ottime catture. La cena in tarda ora è stata allietata dal vino, con etichetta personalizzata per l’evento, offerto a tutti i partecipanti. L’indomani la tecnica di lancio era ormai consolidata e le ultime trote sono state salpate nel primo pomeriggio, quando ci si è dati appuntamento al prossimo anno, sempre al Kurshner per la metà di giugno.
Women who fly The second fly fishing course “Women who fly” took place on June 16th and 17th in the wonderful reserve of the river Gail in Kotschach Mauthen, Austria. The course was organized by H2O magazine and by the Hotels Association “Austria per l’Italia” in cooperation with Kurschner Hotel in Kotschach Mauthen. Like last year, about ten women met to learn this “mild” fishing technique. After the casting course in the field in front of the river Gail, the ladies tested their skills in the river and the excellent conditions of the water certainly helped the novice anglers, for they caught a lot of trout, even of a big size. After a picnic on the banks of the river and a swim in the pool of Kurschner Hotel, the ladies left for a “coup de soir” that brought other excellent catches. The late dinner was made even more pleasant by the wine, with personalized label for the event, offered to all participants. The day after the technique was well established and the last trout caught in the first afternoon, when we said goodbye and we agreed to meet next year in mid-June at Kurschner Hotel.
Lucas Carroll
I Maestri della fotografia 84
by Aleksandar Vrtaric
Brian O'Keefe
Lucas Carroll
Not only is fly fishing often associated to art but it is often described as art itself. Whether casting a fly line with an eye catching fly you carefully and skillfully tied by yourself is art or not is quite debatable. But when it comes to capturing a unique moment, a detail, a friend doing what he loves the best or a beautiful scenery, the thing is simple and clear – if fly fishing is not art itself it is sure a part of it. Because of so many subjects, of fun and frustrating situations, of
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amazing moments and landscapes throughout the year, fly fishing photography has a great power and it will easily fascinate an avid fly fisherman or even a person who knows nothing about fly fishing. Today, every angler wants to have lots of memories and we all want them to be technically better, nicer, more interesting and attractive, we want them to be perfect. And while getting the right equipment is the easy part today, knowing the right moment and knowing how
to use the light is a bit harder and takes some time to learn. There are quite a few worldwide known photographers that specialized in fly fishing photography and for this issue we have gathered some of them, masters of fly fishing shots, to share their knowledge and experience to help you get better. These are the first two:
Brian O'Keefe
Non solo la pesca a mosca è spesso associata all'arte, ma a volte è proprio essa stessa arte. Se lanciare una mosca che hai costruito da solo con attenzione e abilità è arte oppure no, può essere discutibile, ma quando si tratta di catturare un momento unico, un dettaglio, un amico che sta facendo quello che ama di più o uno splendido paesaggio, la cosa è semplice e chiara - se la pesca a mosca non è l'arte stessa è sicuramente una parte
di essa. Proprio perché mette in mostra diversi soggetti, situazioni divertenti e frustranti, momenti incredibili e paesaggi in tutte le stagioni, la fotografia sulla pesca a mosca ha il potere di affascinare sia un pescatore appassionato, sia chi è completamente estraneo a questo sport. Ogni pescatore desidera avere delle immagini da ricordare e tutti vogliamo che siano tecnicamente sempre migliori, più belle, interessanti e accattivanti, insomma vorremmo fossero
perfette. La cosa più facile oggi è avere la giusta attrezzatura, quello che è difficile invece è sapere qual è il momento giusto da catturare e saper usare la luce, il che richiede un po' più di tempo e di studio. Ci sono fotografi molto famosi specializzati nella fotografia sulla pesca a mosca, in questo numero ve ne presentiamo due che ci mettono a disposizione la loro conoscenza ed esperienza:
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Brian O’Keefe – „Learn to tell stories with your camera“ If Jimi Hendrix is a king of the electric guitar and rock music, then Brian O’Keefe is the king of fly fishing photography. He has travelled the world several times and keeps doing it to have his dose of challenge and adrenaline and to collect some of the best fly fishing photos on the planet. This is what Brian O’Keefe says about his work and what the recipe for a good photo is: „I go in cycles when it comes to fly fishing photography. For a long time I was shooting mostly anglers and fish. I found that those ‘hero shots’ were harder than they looked. The fish had to held just right, the angler needed to look and dress just right and it helped if there was good light and some color. I used a 100 mm portrait lens and got nice results with a medium f stop, so the fish and angler were in focus, but the background was blurry. I went through a fish eye lens phase and abused the thing. I had all kinds of crazy distorted photos. It was fun and I got some interesting shots, but soon learned a little goes a long ways. I still use a super wide angle lens on my Nikonos V underwater camera. And yes, that is a film camera. It is a hassle, but I like the results. I have always liked the storytelling that photography allows. By that I mean, shooting a collection of photos from a trip or outing and include the mode of transportation, the food, tackle, weather, landscape and the angler and fish. In those photos I like a mix of lenses from wide to 300mm. Throw in a couple underwater shots, macro bugs shots and culture (food, people, buildings, etc) and a ‘slide show’ collection is ready to tell the story, start to finish.“
Brian O'Keefe - "Imparare a raccontare storie con la fotocamera" Se Jimi Hendrix è il re della chitarra elettrica e della musica rock, allora Brian O'Keefe è il re della fotografia sulla pesca a mosca. Ha viaggiato in tutto il mondo e lo continua a fare per sentire nuove scariche di adrenalina, per vivere nuove sfide e per scattare alcune delle migliori foto di pesca a mosca del pianeta. Ecco cosa ci dice Brian O'Keefe sul suo lavoro e ci spiega quella che secondo lui è la ricetta per scattare una buona foto: "Quando si tratta di fare foto di pesca a mosca, vado a cicli. Per molto tempo ho fotografato per lo
più pescatori e pesci. Ho scoperto che quegli scatti erano più difficili di quello che sembravano. Il pesce doveva essere tenuto nel modo giusto, il pescatore doveva essere vestito nel modo giusto ed era ancora meglio se c’era una buona illuminazione e un po'di colore. Di solito usavo un obiettivo da ritratto da 100 mm e ottenevo buoni risultati, in questo modo il pesce e il pescatore erano a fuoco, ma lo sfondo era confuso. Sono passato poi ad un obiettivo fisheye e ne ho “abusato”. Ho fatto tutti i tipi di foto distorte. E 'stato divertente e ho scattato alcune foto interessanti e presto ho capito che con poco si può andare lontano. Io uso ancora un grandangolo sulla mia macchina
fotografica subacquea Nikonos V. Sì, è una videocamera. E 'una seccatura, ma mi piace il risultato. Mi è sempre piaciuta la narrazione attraverso la fotografia, cioè fare una serie di foto di un viaggio o una gita documentando il tipo di trasporto, il cibo, l’attrezzatura, il tempo, il paesaggio, il pescatore e il pesce. In queste foto mi piace usare un mix di obiettivi, da grandi a 300 mm. Un paio di riprese subacquee, alcuni scatti macro agli insetti, un po’ di cultura (cibo, persone, edifici, ecc) ed ecco pronta la presentazione per raccontare la storia, dall'inizio alla fine."
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Lucas Carroll - Take your time and do things differently! As a photographer Lucas Carroll has a unique approach and being unique is what makes those photos attractive and original. He is a contributor to many magazines of great reputation and, according to Lucas, reaching the limits is the key: „Photography has always been a challenge to me. I have tried
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to create images that are different and interesting, and have found this possible if you attempt to reach the limits of your equipment. In other words, if the situation is easy to capture, say a well lit subject in a beautiful backdrop, I immediately think of any other person taking this same picture, and how simple it is for them. My photos, for the most part, are made in difficult situations… poorly lit subjects,
strange points of view, ultra small subjects (macro), bad weather, etc. If you want images that will be original and images you can be proud of, find something that takes time and effort to create. Practice reaching the limits of your camera and lens, and shoot subjects and scenes that other people will not.“
Lucas Carroll il tuo tempo e diversamente!
– fai
Prenditi le cose
Come fotografo Lucas Carroll ha un approccio unico e questo suo essere unico è ciò che rende le sue foto affascinanti ed originali. Collabora a molte riviste famose e, secondo Lucas, l’importante è raggiungere il limite: "La fotografia è sempre stata una sfida per me. Ho cercato di creare immagini che sono diverse e interessanti e ho visto che ciò è possibile se cerchi di raggiungere i limiti della tua attrezzatura tecnica. In altre parole, se la situazione è facile, per esempio un soggetto ben illuminato con dietro un bellissimo sfondo, penso subito che qualsiasi persona sarebbe in grado di scattare la stessa foto. Le mie foto, per la maggior parte, sono fatte in situazioni difficili... soggetti scarsamente illuminati, punti di vista strani, soggetti piccolissimi (macro), maltempo, ecc. Se si desidera ottenere immagini originali di cui essere orgogliosi, trovate qualcosa che richiede tempo e impegno per creare qualcosa di unico. Imparate a conoscere i limiti della vostra fotocamera e dell'obiettivo e riprendete soggetti e scene che gli altri non riprenderebbero."
Oltre 300 persone, tra costruttori di esche (fly tier), pescatori abituali, apprendisti pescatori e semplici curiosi si sono ritrovate a Castel di Sangro nel fine settimana del 23 e del 24 giugno 2012 per il nono S.I.M. Fly Festival, organizzato dall’associazione “Scuola italiana di pesca a mosca” nel 25esimo anniversario della sua fondazione. Due giornate a stretto contatto con natura, arte e prodotti del territorio, minicorsi di apprendimento di lancio, laboratori di costruzione di mosche e di canne in bamboo hanno reso l’Abruzzo scenario di un evento internazionale, che ha goduto della partecipazione di decine di appassionati provenienti anche dall’estero, come l’Australia, la Svizzera, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Spagna, grazie all’intervento degli istruttori S.I.M., G.A.I.A. (Game Angling Instructors Association), e dei costruttori I.B.R.A. (Italian Bamboo Rodmakers Association). Un panorama internazionale confermato dal gemellaggio suggellato il 23 giugno tra il museo “Stanislao Kuckiewicz” di Castel di Sangro e il Catskill Fly Fishing Center and Museum (CFFCM) di Livingston Manor, NY.
The ninth SIM Fly Festival took place on June 23rd and 24th 2012 in Castel di Sangro. It was organized by the “Italian Flyfishing School” Association on the occasion of its 25th anniversary of its foundation. More than 300 people met here for this event: fly tiers, fishermen or simply curious visitors. Two days where nature,art, local products, short casting courses, fly tying and bamboo rod making laboratories made Abruzzo the scenario of an International event. Thanks to SIM and GAIA instructors and IBRA rodmakers dozens of visitors and fishing lovers came from abroad: Australia,U.K., U.S.A. ,Switzerland and Spain. This international meeting has then sealed the twinning between the “Stanislao Kuckiewicz” Museum in Castel di Sangro and the Catskill Fly Fishing Center and Museum (CFFCM) in Livingstone Manor, NY.
Linea Rapture distribuita da: Trabucco Fishing Diffusion
UNA BATTUTA DI PESCA SENZA LA GIUSTA ATTREZZATURA E’ SOLAMENTE UN GIRO IN BARCA
Dove puoi trovare la tua copia: Where you can find your copy: ITALIA Arezzo: Podere Violino, loc. Gricignano 99 - San Sepolcro (AR)
PROSSIMI VIAGGI - NEXT TRIPS by
Bologna: Fisherman Partner, via Oradour 7 San Giorgio di Piano Bologna: Viaggi Centergross, Blocco 3B, p.ta 65 - Funo (BO) Brescia: Il Martin Pescatore, via Calatafimi 6 Darfo - Boario TermeBrescia: Peak and creek, Via Valcamonica 29 Ferrara: Molino F.lli Birati, via S.Antonio, 10/a - Argenta Forlì: Massi Gabriele Pesca Sport, v.le Appennino 456 S.Martino in Strada Milano: Il Gatto con gli Stivali, via Bergognone 27 Milano: La Vallata, via Molino Nuovo - Castelletto di Cuggiono
Argentina del Nord - Corrientes 14 - 23 Ottobre 2012 Costo euro 2.800 Pesca ai dorado. Settimana in uno splendido lodge con guida e barca tutti i giorni, pesca a mosca e a spinning; voli esclusi.
Modena: Pianeta Pesca, v.le Amendola 420 Padova: Code Amiche, via Firenze 5 - Villafranca Padovana Parma: Fishing & Adventure, via Buffolara 90 Reggio Emilia: Casa Del Pescatore, via Canalina 11 Reggio Emilia: Like a River, via Guadiana 10 Reggio Emilia: I Giardini dell’Acqua, S.S 63 - Collagna Treviso: Sport Sile, via Internati 1943/45 - Silea Udine: Errepi Udine, via Santa Caterina 58 Paisan di Prato (UD) Varese: Clan, via Provinciale - Mornago
Argentina - Patagonia Fine Marzo 2013 Parti con noi alla fine di marzo per la Patagonia Argentina a caccia delle trote giganti del Jurassic Lake. Otto giorni di pesca sul Jurassic Lake. Lodge a pensione completa, 1 guida ogni 2 pescatori.
AUSTRIA Kötschach-Mauthen: Hotel Kürschner, Schlanke Gasse 74 Mittersill: Hotel Braurup, Kirchgasse 9 Salzburg: Hurch Fly Fishing, Kugelhofstrasse St.Jakob im Defereggental: Hotel Jesacherhof, Außerrotte 37 St. Primus: Hotel Wutte, Vesielach 1, Turnersee DANIMARCA Odense: Go-Fishing, Dalumvej 67 Slovenia Most na Soči: Hotel Zlata Ribica, Idrija pri Bači 86
Novembre in Messico Verso la metà di novembre andremo nello splendido Grandslamfishing lodge, situato a Punta Allen in Messico. Ottima destinazione anche per famiglia al seguito.
A.D. FabianoFontana.it
Pesca in Acqua salata
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Viaggia in famiglia
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Viaggi dedicati alla pesca in mare, in alcuni degli spot più spettacolari, suggestivi e divertenti: Cuba, Los Roques, Seychelles, Maldive…
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via Bergognone, 27 - 20144 Milano Tel. 02/89406796 I Fax 02/89406666 info@ilgattoconglistivali.it www.ilgattoconglistivali.it