H2O Magazine Spring 2016

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H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

VIAGGI

• Fishing in Trentino • Jungle Tarpon • Semplicemente San • “Come back” adventure • Jungle fishing in Brazil

• Fabio Mauri • Jeff Stine

CHATBOX

COLLECTOR’S PAGES

• Art Merk • Le origini tedesche della pesca a mosca

€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri


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SOMMARIO

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F I S H I N G

T R A V E L L I N G

VIAGGI 6 Fishing in Trentino 20 Jungle Tarpon 40 Jungle fishing in Brazil 56 Semplicemente San 78 "Come back" adventure CHATBOX 52 Fabio Mauri 70 It's not the fish, it's the experience - interview with Jeff Stine COLLECTOR’S PAGES 32 L’arte nella pesca: Art Merck 66 Le origini tedesche della pesca a mosca


€ 7 per chi pratica il ”catch & release” > € 14 per gli altri

SOMMARIO Hardy Shadow

Anno IX - Numero 1 Primavera 2016

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

L’ÉQUILIBRE PARFAIT

VIAGGI

• Fishing in Trentino • Jungle Tarpon • Semplicemente San • “Come back” adventure • Jungle fishing in Brazil CHATBOX

• Fabio Mauri • Jeff Stine COLLECTOR’S PAGES

www.hardyfishing.com

• Art Merk • Le origini tedesche della pesca a mosca

In copertina foto di Rasmus Ovesen

Giorgio Cavatorti Direttore Editoriale

Pescare... Viaggiando H2O anno IX Marzo 2016 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Vice Direttore Dante Iotti Caporedattore Emilio Arbizzi Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Emilio Arbizzi, Stephan Dombay, Riccardo De Stabile, Steffan Jones, Aleksandar Vrtaric Art Director Giuditta Soavi giuditta.soavi@gmail.com Collaborazione Grafica Omar Gade Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Responsabile viaggi di pesca Stefano Bellei Fotografi di Redazione: Marco Agoletti, Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 7,00 Arretrato € 10,00 Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione.

Questo numero esce in concomitanza con la fiera della pesca di Riva del Garda dove siamo presenti con il nostro stand e dove avremo il piacere di vedere molte esibizioni di costruzione di artificiali e personaggi internazionali. Successivamente parteciperemo alla fiera EWF di Monaco in Germania, occasione per salutare vecchi amici e farne di nuovi. Apriamo questa edizione primaverile con un articolo sulla pesca in Italia, dove alcune novità in Trentino ci fanno sperare in un buon 2016. Proseguiamo con un pezzo interessante sulla pesca alle Maldive, destinazione che sta a poco a poco catturando l’attenzione dei pescatori a mosca, e arriviamo in Polonia nel fiume San, una delle migliori mete europee per la pesca al temolo. Continuiamo con due interviste: la prima a Fabio Mauri, probabilmente uno dei migliori costruttori italiani, e la seconda a Jeff Stine, una leggenda nel campo della fotografia legata alla pesca. Un articolo sulla pesca in Costarica di Stephan Dombay e un pezzo di Steffan Jones sulla pesca nella regione del Kendjam in Brasile completano il numero. Si è concluso il primo foto contest della redazione, i vincitori saranno premiati alla fiera di Riva del Garda; nel prossimo numero pubblicheremo le foto migliori tra quelle premiate. Giorgio Cavatorti The spring issue is published in conjunction with the fishing exhibition in Riva del Garda. Here we will be present with our stand and we will be pleased to see many flymakers and well-known fishermen from all over the world. We will then be at the EWF exhibition in Munich, Germany, a great opportunity to greet old friends and make new ones. We open this issue with an article about fishing in Italy, where some news in Trentino make us hope for a good 2016.We continue with an interesting piece about fishing in the Maldives, a destination that is gradually catching the attention of fly fishermen, and then we land in Poland in the River San, one of the best European destinations for grayling fishing. Two interviews will follow: one to Fabio Mauri, probably one of the best Italian flymakers, and the second to Jeff Stine, a legend in the field of photography linked to fishing. An article about fishing in Costa Rica by Stephan Dombay and one by Steffan Jones on fishing in the region of Kendjam in Brazil close this issue. The first photo competition has come to an end, the winners will be awarded at the exhibition in Riva del Garda- in the next issue we will publish the best photos among the awarded ones. Giorgio Cavatorti

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Fishing Trentino in

di Giorgio Cavatorti Fotografie di Alessandro Seletti e Maurizio Corradi


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Nella primavera 2016 avremo qualche importante novità nella pesca a mosca in Trentino, in particolare nella vallata del fiume Sarca. Questa zona ha una gestione delle acque molto attenta e moderna e ha alcune interessanti proposte da offrire ai pescatori.

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Innanzitutto verrà aperta una bellissima riserva per la pesca a mosca nel torrente Arnò. Questo piccolo affluente del fiume Sarca ha una portata discreta ma soprattutto costante per gran parte dell’anno, e la ricchezza delle sue acque fa sì che qui sia presente una

buona popolazione di fario autoctone. Inoltre questo torrente ha un facile accesso e le sue acque sono sempre limpide. L’occasione di scattare qualche fotografia autunnale per la promozione di questo torrente all’estero mi ha dato la possibilità di pescarlo alla fine della


In the spring of 2016 we are going to have some important news about fly fishing in Trentino, particularly in the Sarca River valley. Management of this area has been very attentive and modern, with some interesting offers for

anglers. First of all, a beautiful reserve for fly fishing will be opened on the Arnò stream. This small tributary of the Sarca River has a decent and, above all, constant flow for most of the year, and thanks to the wealth of its water, hosts a

good population of autochthonous brown trout. Moreover, this stream is easily accessible and its water is always clear. The chance of shooting some autumn photos to promote this stream abroad gave me the opportunity to fish it in the

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stagione nel pieno dei colori autunnali. Altra importante novità dell’Alto Sarca sarà una zona no-kill solo mosca nel Sarca della Val di Genova. La Vallata non ha certo bisogno di presentazioni, essendo una delle più belle d’Italia, anche per le famose cascate Nardis, e

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il Sarca di questa riserva potrà regalare qualche bella sorpresa di grossa taglia a chi lo affronta con la dovuta tecnica. Ottime novità anche sul fronte laghi alpini, che con il lago di Nembino riorganizzato sarà sicuramente una bella destinazione per una giornata di pesca:

il rifugio adiacente al lago e la bellezza di questo bacino raggiungibile con una passeggiata di mezz’ora garantiscono una splendida escursione. Altri progetti molto interessanti sono in cantiere, sia per altre tipologie di pesci sia per altre tecniche di pesca, ma non solo, c’è in


late season, when autumn colours were at their peak. Another important change will be a no-kill zone on the Sarca River in Val di Genova. The Valley doesn’t need any presentation for sure, as it is one of the most beautiful in Italy, also due to

the famous Nardis falls, and anglers who fish with appropriate techniques in the stretch of the Sarca River in this reserve, can be surprised with some good-sized fish. There is some good news with regard also to alpine lakes which will be a nice

destination for fishing after the Nembino Lake has been reorganized: the shelter next to the lake and the beauty of this basin, that can be reached by a half-hour walk, guarantee a wonderful excursion. Other very interesting projects are in the

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programma la creazione di una decina di piazzole per dare la possibilità ai disabili di accedere ai fiumi per pescare... sì, stiamo parlando dell’Italia. Un altro strumento a disposizione dei clienti dell’alto Sarca sarà un’ app innovativa con mappatura GPS per

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avere indicazioni di accesso ai vari tratti dei fiumi, oltre alla possibilità di vedere in tempo reale la disponibilità nelle varie riserve, i regolamenti e moltissime altre informazioni utili sulle zone di pesca. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dell’associazione

www.altosarca.it. Ottime novità anche in Val di Sole con l’apertura di un tratto del torrente Rabbies chiuso da molti anni ed alcune zone nokill nuove il val di FiemmeFassa, che con una unificazione del permesso di pesca si avrà la possibilità


pipeline, both for other sorts of fish and fishing techniques, including the creation of about ten emplacements that is being programmed in order to give the disabled the chance to access the rivers for fishing... oh yes, that’s Italy. Another tool which will be

available to the customers on the high Sarca River is an innovative app with GPS mapping, so as to get information about access to the different stretches of the rivers, as well as the chance to check in real time the availability in the various reserves, the regulations, and

many other useful indications about the fishing zones. Further information is available on the web site of the association, www.altosarca.it. There are also a new stretch of Rabbies creek and some new spot in Fassa-Fiemme walley. Others informations on the web

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di avere molti km a disposizione per il nokill. Ulteriori informazioni su sito trentinofishing.it Tutto questo è il frutto di una grande passione e competenza delle associazioni, di una grande sinergia con il comparto turistico di queste vallate e del

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supporto di Trentinofishing, oltre al lavoro di moltissimi volontari. L’amore per il proprio territorio e la volontà di condivisione di una delle migliori zone di pesca d’Italia hanno fatto sì che finalmente ci sia la possibilità di ricevere turisti pescatori anche stranieri con

una competenza e accoglienza senza precedenti. Negli ultimi mesi abbiamo anche partecipato a svariate fiere della pesca per promuovere queste acque: dalla fiera di Somerset negli USA, a quella di Monaco in Germania EWF, alla fiera di Shangai in Cina, a


trentinofishing.it All of this is the result of the local fishing associations great passion and competence, in considerable synergy with the tourist industry of these valleys, the support given by Trentino fishing, and the work of several

volunteers. The love for the territory and the will to share one of the best fishing areas in Italy have made it possible, at last, to offer even foreign tourist anglers a competent service as never before. In the last months we have also

taken part in several fishing exhibitions to promote these watercourses: from the Somerset exhibition in the USA to the EWF in Munich, Germany, and the Shanghai exhibition in China to many other events throughout the world, with

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molte altre manifestazioni in giro per il mondo, con il risultato che i primi stranieri sono già arrivati e sicuramente torneranno, creando un indotto turistico sul territorio. Ultimo progetto in fase finale è una scuola di guide di pesca

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organizzata da Trentinofishing in collaborazione con la nostra redazione e l’Istituto Faunistico della provincia autonoma di Trento. Nato da un’ esigenza del mercato, una ventina di ragazzi ha partecipato a questo corso

svoltosi in Trentino alternando teoria in aula e pratica sui fiumi. Un ulteriore tassello mancante per creare un’ offerta tutta italiana completa e competitiva sul mercato internazionale del turismo della pesca.


the result that the first foreign tourists have already arrived and will return for sure, thus giving rise to tourist satellite activities based in the territory. The last project which is about to be completed is a school of fishing guides organized by

Trentino fishing in cooperation with our editorial staff and the Wildlife Institute of the Autonomous Province of Trento. Out of a market demand, about 20 young people attended this course which took place in Trentino switching between

theoretical lessons in the classroom and practice on the rivers. This further step was still missing in the creation of a wholly complete and competitive Italian offer in the international market of fishing tourism.

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by Stephan Dombay

Jungle Tarpon


Our scouts and media crews have always been extremely fond of Costa Rica. Despite the early stories of Solid Adventures founder Christer Sjรถberg who has fished the ocean side tarpon fisheries at their early high times, the land and people itself are intriguing enough to spend some extra time sightseeing. Bear in mind that Costa Rica just recently fell back to the 2nd rank of the overall well-being list in the world (Gallup-Healthways Global Well-Being Index). Even though the exciting high days of the ocean fisheries both on the Costa Rican & Nicaraguan side are seemingly over, new fisheries have evolved... some of them with a greater potential than ever. Combining both lagoon and river fishing for max 4 anglers and virtually no fishing pressure, this is exactly what brought us to San Jose, once again. Already in April 2015, our local Costa Rica Manager Tom Enderlin, had exciting news about the Jungle Tarpon project. His tireless efforts to scout the area and fisheries to provide the best possible setup with a low-impact sustainable fishing operation had turned out to be ready for a field-test. The countdown clocks were set to November 2015. The group, consisting out of Vadim from Belarus, Marius from Lithuania and the three Solid Adventures reps Rickard, Tom and Stephan finally met in the outskirts of San Jose to discuss the tactics over a solid steak and some bottles of red wine. Partly to cheer the multi national group up because the weather forecast and the water situation had gone from promising to grim in a flash... Tom lowered his expectations during the picturesque early morning ride from San Jose to the Lodge by saying that he had never seen the rivers and lagoons as low as they were right at the moment. Little did we know that his grim predictions would still mean sport beyond our imagination. Even before the last bags were unloaded around noon, the gear was rigged up and the entire group was dying to see the river. The group started the first full day with a little more visibility in the water that resulted in the first pack of landed fish. After changing from black to brighter flies, we would immediately connect to the fish. The mix of river fishing and swinging the fly into the hot areas and pockets whilst maintaining full tension every single second, was an interesting mix that demanded full focus. While Rick and Stephan were very happy to start it considerably slow with some 45-55lb fish, a couple of trout sets and the mandatory bullying


I nostri esploratori e addetti ai media sono sempre stati molto appassionati del Costa Rica. Nonostante le storie del fondatore di Solid Adventures, Christer Sjöberg, che pescò nei vivai di tarponi nell’oceano ai tempi d’oro, anche adesso il territorio e la gente rappresentano un incentivo molto interessante per trascorrere un po’ di tempo extra in questo posto. Consideriamo che recentemente il Costa Rica è indietreggiato al secondo posto nell’elenco dei posti con il più alto tasso di benessere nel mondo (Gallup-Healthways Global Well-Being Index). Anche se i tempi d’oro dei vivai oceanici sembrano ormai passati, sia in Costa Rica che in Nicaragua, ne sono sorti però dei nuovi... alcuni di essi con un potenziale maggiore. La combinazione di pesca in laguna e su fiume per 4 pescatori al massimo e praticamente nessuna pressione di pesca è quello che ci ha portati di nuovo a San José.

Già nell’aprile 2015 il nostro responsabile del Costa Rica Tom Enderlin ci aveva comunicato notizie entusiasmanti sul progetto “Tarpon della Giungla”. I suoi sforzi nel perlustrare la zona in modo da realizzare un’operazione di pesca sostenibile a basso impatto erano pronti per una sperimentazione sul campo. Il conto alla rovescia venne fissato per novembre 2015. Il gruppo, composto dal bielorusso Vadim, dal lituano Marius e dai tre rappresentanti di Solid Adventures Rickard, Tom e Stephan, si diede appuntamento alla periferia di San José per mettere a punto la strategia migliore mangiando una bella bistecca e bevendo alcune bottiglie di vino rosso. Era soprattutto per tenere alto il morale, visto che le previsioni del tempo e la situazione dell’acqua erano peggiorate in un battibaleno.... Durante il pittoresco tragitto da San José al Lodge, Tom abbassò le aspettative dicendo che non aveva mai visto le lagune e i fiumi così bassi come in quel momento. Noi



non pensavamo certo che le sue infauste previsioni avrebbero comunque significato sport al di là di ogni immaginazione. Ancor prima di scaricare gli ultimi bagagli verso mezzogiorno, montammo l’attrezzatura e l’intero gruppo moriva dalla voglia di vedere il fiume. La prima giornata cominciò con un po’ più di visibilità nell’acqua, che ebbe come risultato la prima serie di pesci tratti a riva. Dopo essere passati dalle mosche nere a quelle più vivaci, immediatamente cominciarono i contatti con i pesci. Mentre Rick e Stephan si accontentavano di partire con un basso profilo, cioè pesci da 45-55 libbre, un paio di trote e gli inevitabili predatori che le accompagnano, Vadim non aveva tempo da perdere. Il suo sorriso contagioso mentre risaliva la banchina cantava vittoria, ma furono solo le misure a confermare che il suo primo pesce si attestava sulle 150 libbre. Era indubbiamente un grosso pesce, ma del tutto normale secondo la guida locale, che non aveva mai dubitato un secondo del fatto che avremmo preso pesci malgrado le condizioni atmosferiche. Tarpone a tre cifre (nelle parole di Stephan) ”Avevamo preso il ritmo e il gruppo proseguì così. Il terzo giorno cominciò col botto quando io feci il mio primo vero colpo al largo. Il primo paio di lanci non colpì veramente nel segno. A circa 3 metri da riva però un grosso pesce cominciò a seguire la mosca. Per qualche ragione avevo con me un paio di granchi Fulling Mill 6/0 GT – ami più grossi e più di quanti in genere ne uso per la pesca al tarpone, volevo vedere se mangiavano i granchi. Lanciai una mosca un paio di metri a monte per trascinarla poi verso il punto giusto. Con gli occhi tenevo d’occhio la coda che si muoveva lentamente con la corrente, mentre cercavo di individuare uno scossone o un sobbalzo innaturale che indicasse un’abboccata. Il pesce andò in profondità all’avvicinarsi della mosca. Prima che io vedessi il vortice, la lenza si arrestò e si spostò verso monte. Il pesce l’aveva appena raccolta, proprio come se fosse una caramella. La lenza si fece tesa e un colpo rapido infilzò l’amo nell’angolo giusto della sua bocca; non appena fui vicino il pesce divenne una furia! Dopo il primo tentativo di tenere testa al pesce che fuggiva a monte come un pazzo, solo un salto sulla barca mi impedì di finire arrotolato nella lenza. In due occasioni dovemmo girare intorno ad alberi sommersi per trattenere la lenza con l’ancora, tranciarla e ricongiungerla. Non potevo credere che il pesce fosse ancora attaccato dopo che mi ero tuffato dietro di lui nell’acqua melmosa... Insomma rimase attaccato senza mordere il terminale in fluorocarbon da 80 libbre. Una rapida misurazione collocò questa bestia negli annali con le sue 100-110 libbre di peso...”


that comes with it, Vadim had no time to lose. His contagious smile walking up the landing dock would tell the victorious story, but only the measurements confirmed his first fish to weight in at a whopping 150lb. A big fish by any means, a normal fish according to the local guide who never doubted a second that we would touch fish in-spite of the water conditions. Triple digit tailing tarpon (Stephan’s own words on an unusual tarpon tumble) ”The pace was set and the group kept it that way. Day No.3 started with a bang as I got the first real shot at the tailing fish off the bank. The first couple of casts with an andino diver didn't really hit the nerve. Around 3 meters away from the bank, another big fish started to tail. For some reason, I had a pair of Fulling Mill 6/0 GT crabs with me – way bigger and a lot more hook than I usually fish for tarpon but good enough to see if they eat crabs indeed. I placed the fly a couple of meters upstream to drift it right into the area. My eyes watched the tail gently moving with the current, trying to spot an unnatural twitch or tweak that would indicate a bite. The fish went deep as the fly approached. Before I saw the swirl, the line stopped and moved upstream... That fish had just collected it, like a candy really. The line went tight and a quick jab buried the hook into the right corner of its mouth – I could tell, because as soon as I came tight to the fish, it went ballistic! After the first attempt to keep up with the fish that bolted upstream like crazy, only a jump into the boat would save me from getting spooled. Unlike all the other fish that moved into the deeper part of the river after the first set of violent jumps so one could but the hurting on, this fish swam right through every piece of wood there was on his path approx. 1Km up the river. On two occasions, we had to go around the tree to get the line with the anchor, cut it and splice it back together. I couldn't believe that the fish was still on after my first attempts to dive after him in the muddy floods... Ultimately, it stayed on, never chewed through the Hatch 80lb Fluorocarbon leader. Quick measurement would put this beast at 100-110lb into the books... “



Lagoons During the end of the week, we had the first realistic shots at lagoon tarpon. The push of water had finally risen the river above the lagoon water level and the outflow into the river was reverted. A lot of water was streaming now into the big bodies of stillwater and the tarpon followed to feast on the abundant sardines. Initially quite erratic as single fish would dart from one top end to another to check out what these lagoons look like. After a while they were on the baitfish where they would just hoover through like a vacuum cleaner. Especially in the early mornings, the fish would patrol the weed line for baitfish. On this particular morning Stephan had just presented his fly to a random movement in the water, maybe 5 meters away from our position when this exact thing happened. Out of nowhere this gigantic tarpon head comes flying out of the water, mouth open and shaking like a tuned up tumbler and the whole jungle went silent! No more howler monkeys yelling, no more birds singing, no nothing. Just absolute silence and then this dinosaur shaking its armor sounding like a flushing airplane toilet! Stephan kept his cool though (officially he did), managed to keep on stripping, and even had an attempt at a hook set. Rightfully, the fish jumped away from the boat and spit the fly back at Stephan and Rick. The fly missed Stephan by an inch and found some soft flesh on Rick's butt. Luckily for him Stephan didn’t hook set again even though the adrenaline levels were pretty high at that moment... Although the barb never really made it in all the way, Rick was in for a vendetta. Last day: we arrived before sunrise, fueled by excitement and the first cup of arabica coffee that filled the air with its pleasant aroma. After one fish that followed all the way up to the boat, Rick placed a good cast well ahead of a rolling fish. The camera was rolling and it came tight after a bunch of strips – the music of a strip strike, played on a bass guitar string that is zipping into the horizon. The fish leaped into the rising morning sun and we decided to turn the camera into still photography mode to capture the long shadows and harsh contrast of the warm morning light. A solid 70lb fish was sampled and released that morning. What a perfect beginning of our last day. Two more fish that morning finished the trip and we got an idea of what the river would be like if the conditions were good. Of course we will find it out... next season. We hope you enjoy these short clips and images. See you on the water Solid Adventures


Lagune Alla fine della settimana segnammo i primi veri successi con i tarponi di laguna. La spinta dell’acqua aveva finalmente alzato il livello del fiume al di sopra di quello della laguna e l’acqua ora strabordava dal fiume alla laguna e non più viceversa. Molta ne scorreva nel grande bacino di acqua dolce e i tarponi la seguivano per fare la festa alle abbondanti sardine. Inizialmente lo facevano in modo piuttosto erratico, poiché singoli esemplari sfrecciavano da un’estremità all’altra per testare le lagune. Presto però si avventavano sui pesci esca e li inghiottivano come aspirapolveri. Specialmente la mattina presto i pesci perlustravano la striscia di alghe in cerca di pesci esca. Quel mattino Stephan aveva appena presentato la sua mosca in un punto dove aveva notato un movimento strano nell’acqua, forse a 5 metri dalla nostra posizione, quando accadde proprio questo: schizzò fuori dall’acqua come dal nulla una gigante testa di tarpone, con la bocca aperta e con movimenti coordinati come quelli di un acrobata, e l’intera giungla ammutolì! Le aluatte non strillavano più, gli uccelli non

cantavano più, niente di niente. Giusto un silenzio assoluto e poi questo dinosauro che, scuotendo la sua corazza, faceva un rumore paragonabile allo sciacquone del wc di un aereo! Il pesce balzò lontano dalla barca e risputò la mosca a Stephan e Rick. La mosca mancò Stephan per un pollice e trovò carne fresca nel sedere di Rick. Anche se l’ardiglione non penetrò davvero del tutto, Rick era pronto alla vendetta. Ultimo giorno: arrivammo prima dell’alba, pieni di un entusiasmo alimentato anche dalla prima tazza di caffè che riempiva l’aria del suo piacevole aroma. Rick fece subito un bel lancio davanti a un pesce, che uscì con un balzo verso il sole che stava nascendo, noi pronti con la macchina fotografica per immortalare quella lunga sagoma scura stagliata contro la luce del mattino: così fu catalogato e rilasciato un robusto esemplare da 70 libbre. Che modo perfetto di cominciare il nostro ultimo giorno! Quel mattino altri due pesci segnarono la fine del nostro viaggio e ormai avevamo capito come sarebbe stato il fiume se le condizioni fossero state buone. Di certo lo scopriremo... la prossima stagione. Arrivederci sull’acqua Solid Adventures


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L’ ARTE NELLA PESCA

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HOW I HAVE BECOME AN ARTIST My story, I believe, is quite typical these days. I’m 31 years old and so far I had been striving for a professional career in marketing. I went to University straight after school, graduated as a marketing specialist and I started my career. But, despite the professional success or decent status, some questions and thoughts regarding time, flexibility, freedom and passion to do something you like arose inside my head all the time. FLYFISHING – a life approach Fly fishing is a passion I have discovered more than 10 years ago. Each year, season after season this passion has become stronger. And obviously it was not about fish, but about life in all its essence. I believe fly fishing stimulates questions about your inner self, like who do you want to be, what are the values you stand for. DO WHAT YOU ARE Easy to say, not easy to achieve at all. One of the hardest

things to do, I guess, is to know your real self. I believe this is a continuous constant process within your life journey. When we are young we don’t think about this too much until some disappointment or dissatisfaction happen. I felt that for a while, until I decided to give myself a chance with arts and painting in particular, the thing which I was quite good at in school. WHY LEATHER As a marketing specialist, I have learned one very important rule: each thing, person, event, company, brand has to have its own position in mind, its own perception within the surrounding. Therefore I asked myself what the role of my artworks was, the assets, features or uniqueness of it. And the first thing that came into my mind was that it has to be durable and practically applicable. So I started to explore different materials. And leather seemed to me the most interesting, that’s why: It is a luxury material. Premium quality finest genuine leather is material for the finest premium items and goods. It is durable and long lasting. Ancient cow-boys and natives have used and are still using leather for saddles, knife sheaths and other heavy – duty equipment. I am not even talking about shoes. It is


COME SONO DIVENTATO UN ARTISTA

FAI QUELLO CHE SEI

La mia storia, credo, è abbastanza comune. Ho 31 anni e finora mi sono adoperato per farmi strada nel campo del marketing. Ho frequentato l’università subito dopo la scuola, mi sono laureato in marketing e ho cominciato la mia carriera. Tuttavia, malgrado il successo professionale o lo status soddisfacente che avevo raggiunto, nella mia mente si affollavano di continuo alcune domande e pensieri sul tempo, la flessibilità, la libertà e la passione nel fare le cose che ami.

Facile a dirsi, non a farsi. Credo che conoscere il vero io sia una delle cose più difficili per l’uomo. Penso che questo sia un processo costante che non finisce mai. Quando si è giovani non ci pensa troppo, a meno che non capiti qualche delusione o insoddisfazione. Io ho cominciato a riflettere attraverso l’arte e in particolare la pittura, in cui ero piuttosto bravo a scuola.

LA PESCA A MOSCA – un approccio alla vita La pesca a mosca è una passione che ho scoperto più di 10 anni fa. Ogni anno, stagione dopo stagione, è diventata sempre più forte. E ovviamente non si tratta di pesci, ma della vita in tutta la sua quintessenza. Io credo che la pesca a mosca susciti domande sul proprio io interiore, chi vogliamo essere e quali sono i valori che ci rappresentano.

PERCHÉ IL CUOIO Da esperto di marketing ho imparato una regola molto importante: ogni cosa, persona, evento, azienda, marchio deve avere il proprio posto, la propria percezione all’interno del contesto. Per questo mi sono chiesto qual era il ruolo delle mie opere d’arte, quali caratteristiche dovevano avere e quali erano le particolarità che le differenziavano dalle altre. E la prima cosa che mi è venuta in mente è che devono essere durevoli e avere un’applicazione pratica. Ho così cominciato a esplorare diversi materiali. Il cuoio mi è sembrato il più interessante per i seguenti motivi. E' un materiale di lusso. Il


artistically applicable. There are so many different styles and ways of artistic leather applications. HOW I STARTED‌ The first thing I did was to find a teacher, an experienced person, who was working professionally with leather. I was lucky because she was more into arts than into technique, therefore I was able to familiarize with the art of leather. The second step was having painting private lessons. I hadn’t painted for many years, therefore I needed some professional adjustment in this fields. So after these lessons I was able to work with leather and paintbrush. And then also online forums helped me a lot. Now each artwork is like a new journey. Each trout or salmon I paint is a new, distinct, different object with playful colour combination.

TECHNIQUES All these original artworks are created by using finest genuine leather, professional materials and leather craftsmanship tools. During the process the piece of leather goes through selecting, cutting, tooling, dyeing, painting and stitching all together and finally waterproofing. As a result the fine art and the durable material merge together and create an original and functional long lasting artwork. For the highest performance the ancient traditional recipe based on a mixture of neatsfoot oil and bees wax is applied at the end of the process to make items waterproof and ready to be used outdoors. All items are handmade from beginning to end. No machinery is used.

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vero cuoio di prima qualità è il materiale ideale per articoli e merci di pregio. Ha una lunga durata. I vecchi cow-boy e indigeni hanno usato e tuttora usano il cuoio per selle, fodere di coltelli e altra attrezzatura pesante. Per non parlare poi delle scarpe. Ha un’applicazione artistica. Ci sono vari stili e modi di applicare il cuoio in modo artistico. COME HO COMINCIATO… La prima cosa che ho fatto è stata trovare una persona con esperienza che lavorasse personalmente il cuoio. Sono stato fortunato, perché la mia insegnante era più concentrata sull’arte che sulla tecnica. Il secondo passo è stato prendere lezioni private di pittura. Erano molti anni che non dipingevo, perciò avevo bisogno di qualche dritta professionale. Dopo queste lezioni ero dunque in grado di lavorare con cuoio e pennello. Poi mi hanno aiutato molto anche i forum online. Adesso ogni opera d’arte è come un nuovo viaggio. Ogni

trota o salmone che dipingo è un oggetto nuovo, distinto, diverso con gioiose combinazioni di colori. TECNICHE Tutte queste opere d’arte originali sono create usando vero cuoio di qualità, materiali professionali e strumenti artigianali per la lavorazione del cuoio. Durante tale processo il pezzo di cuoio passa attraverso le fasi di selezione, taglio, lavorazione, tintura, pittura, cucitura di tutti i pezzi e infine impermeabilizzazione. Il risultato è la fusione di arte raffinata e materiale durevole in un’opera d’arte originale, funzionale e duratura. Per una performance ottimale si applica al termine del processo l’antica ricetta tradizionale basata su un mix di olio di piede di bue e cera d’api per impermeabilizzare gli articoli e renderli adatti all’uso all’aperto. Tutti gli articoli sono fatti a mano dall’inizio alla fine. Non vengono usati macchinari.



11a edizione

ra e i F n i g n i p p o Sh

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www.exporivacacciapescambiente.it @RivaFiere #ExpoRivacpa

Orario: Venerdì 1 | 14.00 - 18.30 Sabato 2 e Domenica 3 | 8.30 - 18.30

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11 edizione edizion

MOSTRA MERCATO E DELLA PESCA DELLA CACCIA CA

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Ritagliare e presentare alle Casse compilato e firmato


Jungle

l i z a r B n i g n i h f is

es

by Steffan Jon



È difficile immaginare che sul nostro pianeta esistano ancora regioni inesplorate. Ogni passo che facciamo pare essere stato fatto prima da altri e le esplorazioni vengono presto ridimensionate. Per me questo è ciò che rende il nostro sport speciale: siamo sempre in cerca di quei pochi ultimi baluardi incontaminati. A dire il vero, per un pescatore a mosca che viaggia, è talvolta difficile immaginare o comprendere perché mai un luogo dovrebbe essere visitato o si dovrebbe fare uno sforzo per raggiungerlo, se non fosse per il suo potenziale di pesca. Alle volte non rimane che questo: un potenziale. Comunque, talvolta, e solo talvolta, si scopre per caso qualcosa di davvero speciale, che compensa i fallimenti passati, le ore di viaggio e la ricerca. Kendjam è davvero fuori dai sentieri battuti, a circa tre ore di volo a sud-est di Manaus. A dirla tutta, l’ultimo visitatore prima del nostro viaggio esplorativo in agosto (2015) era stato il National Geographic (cercate ‘Kayapo Courage’ ). La zona in cui siamo diretti si sviluppa intorno al fiume Iriri, che scorre per buona parte sul granito ed è questo che gli conferisce la sua fantastica trasparenza. L’Iriri sfocia nello Xingu, il quale a sua volta si getta nel possente Rio delle Amazzoni. La vegetazione della foresta è così fitta che non si riesce

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a vedere molto durante il tragitto oltre lo strato di roccia sporgente e frastagliata; i fiumi attraversano la giungla coi loro pigri meandri, dopodiché non c’è altro che un tappeto di verde formato da una miriade di alberi autoctoni. L’aria si riempie subito di entusiasmo non appena il pilota annuncia ‘Iriri’, puntando vagamente verso l’orizzonte e, al di sotto di noi, il fiume, un sistema veramente unico rispetto a qualsiasi altra cosa vista durante il tragitto. Le rapide si distinguono chiaramente, così come la trasparenza, assieme alle enormi rocce di granito e di massi che ne formano il letto. Man mano che perdiamo altitudine, la pendenza si fa evidente, così come la topografia di queste colline ragguardevoli poste nel raggio della fitta foresta. Una nuda roccia coglie presto il nostro sguardo, sia per le sue dimensioni che per la mancanza di vegetazione attorno e sopra ad essa. Questo è Kendjam e quello che la gente di Kendjam chiama patria col nome di Kendjam, che tradotto significa ‘la roccia eretta’. Non appena il pulviscolo si deposita, emergono dei volti dal fogliame circostante e, dopo un accogliente benvenuto, le nostre barche vengono riempite di provviste che consistono in prodotti coltivati e raccolti dalla comunità, oltre a quelli portati in aereo. Il tragitto è durato all’incirca cinque ore, ma


It is difficult to imagine that unexplored regions of our planet still exist. Every footstep we take has seemingly been taken before and explorations soon become diluted. To me this is what makes our sport special; we are always searching out those last few bastions. Indeed, for a traveling angler it is sometimes difficult to imagine or comprehend why a place would be visited or the effort made to reach it were it not for its fishing potential. At times it remains just that: potential. However, sometimes, just sometimes, you stumble across something truly special, which makes up for past failures, hours of travel time and research. Kendjam is truly off the beaten track, it is some three hours flying time SouthEast of Manaus. Indeed, the last visitor before our exploratory trip in August (2015) was National Geographic (search ‘Kayapo Courage’ for their insight). It is based around the Iriri River, which is quite unique as it largely flows over granite - this gives it fantastic clarity. The Iriri then flows into the Xingu, which then flows into the mighty Amazon. The forest canopy is dense, so much so that you cannot see very much during the journey beyond the odd rocky outcrop, rivers meandering lethargically through the jungle, then just a carpet of green from a myriad of indigenous trees. An excitement filled the air as the pilot announced ‘Iriri’, pointing loosely at the horizon. Soon the river was seen below, a truly unique system compared to anything else seen during the journey. Rapids are clearly distinguished, as is the clarity, along with huge granite rocks and boulders which form the riverbed. As we lose altitude the gradient becomes apparent, as does the topography with notable hills within the dense forest. One bare rock soon catches our eye, both for its size and for the lack of vegetation around and on it. This is Kendjam and where the people of Kendjam call home with Kendjam translating to mean ‘the standing rock’. As soon as the dust settled, faces emerged from the surrounding foliage. A welcome party formed and gazed on with great intrigue as to what the contraption brought into their home this time.


il tempo è passato molto velocemente, soprattutto se si ama fare birdwatching, visto che il cielo vive di colori e di suoni. Dopo l’ultima serie di rapide, finalmente avvistiamo l’accampamento. Si trova su un’ampia striscia di sabbia dove il fiume scorre dopo le piogge invernali, ma continua a recedere nella stagione secca, scoprendo una bellissima spiaggia sulla quale vale la pena fermarsi. In un simile ambiente è molto facile lasciarsi trasportare e riflettere su molte cose oltre alla pesca. Fondamentalmente la pesca è la ciliegina sulla torta. Il fiume è una perfetta cianografia con struttura, profondità e inclinazione tali da fornire l’habitat ideale per l’abbondanza di pesci che sta sotto. Il fiume è un acquario e si possono vedere pesci di ogni colore e dimensione affrettarsi in cerca di un riparo quando noi passiamo sopra di loro. Ciò che rende la pesca speciale comunque sono le differenze tecniche che ogni specie presenta. Ci sono tre specie di pacu presenti, ognuna con diverse caratteristiche e abitudini alimentari – alcune in cerca di foglie, fiori e frutti, altre di alghe trasportate dal fiume. Un tratto in comune è la loro forza: sono tutti immensamente forti ed è evidente perché siano stati soprannominati i “permit” d’acqua dolce. I pacu sono affascinanti, talvolta esasperanti, ma vale sempre lo sforzo di provare a capirli. C’è poi il peacock bass, un pesce che davvero ottimizza la battuta di pesca. Si tratta di tenaci combattenti, ma è l’attacco alla mosca che li rende speciali. Li si trova in ogni pool e in media pesano 4-8 libbre. Si avventano letteralmente sulla mosca e creano molto subbuglio nel farlo. Se invece preferite il pesce più bullo del fiume, allora il vostro obiettivo è il wolf-fish. Sono pesci imponenti, ma certo non i più brillanti! Sono in cima alla catena alimentare e non hanno niente da temere. Come tali, fanno semplicemente i fatti loro, ben sapendo di essere al sicuro. Sono pigri e letargici. Si potrebbe presentar loro la mosca praticamente a proprio piacimento, e con la minore delicatezza possibile, ottenendo ugualmente una reazione da parte loro: finalmente pesci che si adattano alle mie capacità. Hanno bocche incredibilmente dure e spesso rivoltano l’amo. Sorprendentemente finiscono poi per riprendere la mosca al lancio successivo, anche se hanno appena finito di lottare per trenta secondi o più. Sono presenti anche i matrincha (yatorana), che si possono prendere di mira con mosche secche terrestri e sono eccezionali per la pesca sportiva con canne leggere. Amano stare sotto ad alberi a strapiombo,



attendendo che il cibo cada dall’alto. Possono essere presi con piccoli modelli di imitazioni di pesci, ma risultano ancor più interessanti le mosche lasciate derivare o leggermente trattenute. Sono molto forti per le loro dimensioni e non cedono facilmente. Spesso li si trova in grossi branchi, dove se ne possono prendere un paio prima che diventino diffidenti. I barracuda d’acqua dolce, i bicuda, sono presenti in discrete quantità, ma sono difficili da allamare per la velocità con cui intercettano la mosca, ovvero verso di voi una volta che hanno divorato la mosca stessa. Prima che voi abbiate il tempo di recuperare la lenza allentata, il bicuda ha rivoltato l’amo. Abbiamo avvistato anche un buon numero di payara (pesci vampiro). Un grosso branco viveva vicino all’accampamento ed era particolarmente attivo quando c’era poca luce; i grandi occhi facevano di loro dei perfetti cacciatori in simili condizioni. Si poteva prendere una specie al giorno ed avere così sempre una nuova sfida e occasione di svago. È un vivaio vario e ricco che continuerà a essere tale relativamente al numero

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di pescatori che andrà in queste zone e alla durata della stagione. È un’esperienza senza eguali e io vi suggerisco di intraprenderla se vi piace la prospettiva di qualcosa di un po’ meno raffinato, ma davvero fuori dai sentieri battuti. Per tornare alla civiltà abbiamo avuto bisogno di acclimatarci un po’, ogni cosa sembrava rumorosa e sgradevole. I cellulari suonavano, le e-mail facevano “ping” e i clacson delle macchine strombazzavano. Cosa avrei dato per tornare alla vita semplice di Kendjam! E’ questo che rende così speciale quello che facciamo e lo sport che abbiamo scelto: ci permette di entrare e uscire da diverse esperienze e anche di attaccarci più profondamente ad alcune, che diventano una sorta di pellegrinaggio nel futuro. Aardvark McLeod è il principale agente del Kendjam e può essere contattato per maggiori informazioni e per le disponibilità di questa destinazione unica. Date un’occhiata a www.aardvarkmcleod.com o mandate un’email a mail@aardvarkmcleod.com


Soon the boats were packed with supplies, which included products cultivated and foraged by the community along with those brought in by the plane. The journey was to take some five hours, but time went very quickly given the environment through which we passed. The journey is spectacular, especially if you are a birder, as the sky is alive with colour and sound. With the last set of rapids masterfully navigated the camp was in sight. It was located on a large sand spit where the river flowed following winter rain but continued to recede in the dry season to expose a beautiful beach on which to call home. It is very easy to get carried away in such an environment and reflect on many things beyond the fishing. The fishing, essentially, was the icing on the cake. The river was a perfect blueprint with structure, depth and gradient providing the ideal habitat for the bounty that lay below. The river was an aquarium and you could see fish of all colour and sizes scurrying for cover as we drifted overhead. What made the fishing special, however, were the technical differences each species presented. There were three species of pacu present, each one with different characteristics

and feeding habits – some looking for leaves, flowers and fruit, others looking for dead-drifted weed. A shared trait, however, was their strength – they were all immensely strong and it quickly became apparent why they have been nicknamed the freshwater permit. The pacu were captivating, infuriating at times, but well worth the effort to try and understand. You then have the peacock bass, a fish that really optimises ‘the take’. They are strong fighters, but it is the take that made them special. They would be found in every run and average between 4-8 lbs. They literally explode onto the fly, creating a lot of commotion in doing so.If the bully of the river is more your thing, then you have the wolf-fish to target. An impressive fish, but certainly not the brightest! They are top of the food chain and have nothing to be afraid of. As such, they just go about their business knowing that they are safe. They are lazy and lethargic.You could present your fly virtually as you pleased and with the least amount of delicacy yet still get a reaction – finally a fish matching my capabilities. They had incredibly hard mouths and would often throw the hook. Amazingly they would then take the fly again on

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the next cast, even though they had just been fighting for thirty seconds or more. Also present are matrincha (yatorana), which you can target on terrestrial dryflies and are superb sport on lighter rods. They loved to hug overhanging banks and trees, awaiting food to drop from above. They could be caught on small baitfish patterns, but dead-drifted or slowly twitched dries were far more interesting. They were very strong for their size and would not give up easily. They were often found in big shoals where a couple would be caught before they got wary. The freshwater barracuda, bicuda, were present in decent numbers but were hard to hook given the speed they intercepted the fly, often continuing in the direction of the fly i.e. towards you once they had engulfed the fly. By the time you took up the slack line the bicuda had thrown the hook. Payara (vampire fish) were seen in good numbers. A large shoal lived near camp and were particularly active in low-light conditions; their large eyes made them perfect hunters under such levels. You could pick a species a day and have a fresh challenge and enjoyment by doing so. It is a diverse and rich fishery that will continue to be as such given what is proposed for its future in regards to rod numbers and season length. It is an experience like no other and one that I would urge you to undertake if you enjoy the prospect of something a little more rustic, yet truly off the beaten track. Returning to civilisation took some acclimatisation. Everything seemed noisy and uncomfortable. Mobiles rang, emails pinged and car horns tooted. What I would have given to have returned to the simple life of Kendjam at that point. However, that is what makes what we do and the sport we choose to pursue so special. It also allows us to fleet in and out of experiences, getting attached to some on a deeper level that form somewhat of a pilgrimage in future years. Aardvark McLeod is the main agent for Kendjam and can be contacted for more information and availability on this unique destination. Check out www. aardvarkmcleod.com or email mail@ aardvarkmcleod.com




interview

FABIO MAURI Per cominciare dimmi qualcosa di te: come e quando hai cominciato a costruirti le mosche da solo? _ Avevo circa quattordici anni quando vidi per la prima volta pescare a mosca, subito mi innamorai di questa affascinante tecnica e decisi di apprenderla. Frequentai un corso presso il "CLUB PESCA A MOSCA BRESCIA" e iniziai a pescare. Ma per un ragazzino anche il semplice costo delle mosche era considerevole, così decisi di imparare a costruirmele da solo, acquistai gli strumenti base e un manuale di Piero Lumini e diedi il via a questo gioco senza fine. Cos’è venuto prima, costruire mosche o la pesca? _ Non esiste un giorno preciso in cui iniziai a pescare, ma l'istinto del pescatore mi accompagna dai primissimi anni. Ricordo per esempio un episodio di quando avevo circa quattro anni: durante una gita in campagna mi accorsi di un piccolo ruscello d' acqua limpida che solcava il prato, mi avvicinai ad osservarlo e vidi lucenti pesciolini sfrecciare tra le verdi piantine acquatiche e le pietre colorate del fondo. Ricordo la voglia di poter in qualche modo far parte di quel piccolo mondo e così crebbi con i sandali nelle acque gelide delle risorgive del mio paese, a consumare infiniti pomeriggi con gli amici nell'intento di catturare qualche piccolo pesciolino. Quali sono i tuoi materiali preferiti? _ Amo costruire terrestrial utilizzando foam e piccoli elastici, ma

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fondamentali sono anche il pelo di cervo, la pernice, il pavone, il polipropilene e il cdc, e anche i colli di gallo devono essere sempre presenti durante la costruzione. Sono però sempre disponibile a sperimentare nuovi materiali e nuove tecniche. Hai dei consigli da dare a chi vuole cominciare a costruire mosche? _ A chi inizia a costruire mosche, consiglierei di non demordere, anche se i primi risultati non dovessero essere molto soddisfacenti, non bisogna demoralizzarsi ma cercare di capire i propri errori e porvi rimedio. Ogni bravo costruttore sicuramente ha sbagliato molte volte durante la costruzione delle proprie imitazioni, è normale! Sbagliare fa parte dell'apprendimento. Un ultimo consiglio che mi sentirei di dare è quello di non avere fretta e di non bruciare le tappe: l'apprendimento è una componente della pesca a mosca che ci può dare tante soddisfazioni, cercare di scavalcare questa fase è come passare subito al finale tralasciando il resto del film. Le tue mosche sono molto realistiche, talvolta sono veri pezzi d’arte, tu le usi quando peschi? _ Penso che sia molto importante avere ben chiara la differenza tra le mosche iper-realistiche e le mosche da pesca. Le prime sono solamente delle statuette molto simili agli insetti originali, ma il loro utilizzo è puramente ornamentale, in pratica quello di fare bella mostra in qualche quadretto o nella teca di un collezionista. Molte


How and when did you begin to build flies by yourself? _ I was about 14 when I first saw people fly fishing; I immediately fell in love with this fascinating technique and decided to learn it. I attended a course at the "FLY FISHING CLUB IN BRESCIA" and started fishing. However, for a boy like me even the cost of flies was considerable, so I decided to learn how to make them myself. I bought the basic tools and a manual by Piero Lumini, and then engaged in this unending game. What came first, making flies or fishing? _ There is no precise day when I started fishing, but the angler’s instinct has followed me since my early childhood. I remember an episode when I was about four: during an excursion to the countryside, I noticed a small stream of clear water crossing the meadow. I got nearer to observe it and saw small shining fish darting among the green water plants and colored stones at the bottom. I remember my desire to take part in that world, so I grew up with my sandals immersed in the freezing water of the effluent streams in my village, spending endless afternoons there with my friends with the intention of catching some small fish. What are your favorite materials? _ I love making terrestrials by using foam and small elastics, but the deer’s hair, partridge, peacock, polypropylene and CDC are fundamental, too. Also the cock’s necks must always be present in the

process. Anyway, I’m always willing to experiment on new materials and new techniques. Do you have any advice for those who want to start creating flies? _ I would like to recommend to those who start making flies, that they shouldn’t give up even if the first results are not very satisfying: never lose heart, but try to understand your mistakes and fix them. Every good manufacturer has certainly made several mistakes in the process due to his imitations; it is normal! You learn by your mistakes. The last advice I feel compelled to give you is that you shouldn’t be in a hurry and rush into things: learning is a part of fly fishing which can give you a lot of satisfaction, so trying to skip this phase is like going directly to the end of the film after overlooking all the rest. Your flies are very realistic, sometimes true works of art: do you use them when you fish? _ I think that it is very important to bear in mind the difference between hyper-realistic flies and fishing flies. The first are just small statues, very similar to the original insects, but their use is purely ornamental, i.e. they are exhibited inside a small frame or a collector’s showcase. Many features which are useful for fishing are neglected to make them more similar to real insects. Therefore, these flies are often too heavy and too stiff to correctly simulate the action of a real insect. On the contrary, fishing flies appear more convincing to the fish, even if they are less realistic because their behavior in the water is very similar


caratteristiche utili nella pesca vengono tralasciate a vantaggio della somiglianza all'insetto reale. Quindi spesso queste mosche risultano troppo pesanti e troppo rigide per poter simulare correttamente l'azione di un insetto vero. Di contro, le mosche da pesca, pur non presentando il grado di realismo delle mosche iper- realistiche, agli occhi dei pesci appaiono più vere, in quanto in acqua assumono comportamenti molto simili a quelli dei veri insetti, cioè il loro modo di galleggiare o di affondare deve essere simile agli insetti che stanno imitando. I requisiti comprendono anche l’ adescabilità, la visibilità, l’ etereità che possono essere richieste nelle svariate situazioni di pesca. Anche in queste mosche è possibile apportare modifiche tali da aumentare il loro grado di realismo, ma queste non dovrebbero mai penalizzare quella che è la pescabilità di una mosca. Per esempio, se durante la costruzione di una mosca galleggiante dovessi realizzare delle zampette molto realistiche ma per questo rigide, esse andrebbero a forare l' acqua penalizzando la galleggiabilità, inoltre la loro rigidità non sarebbe gradita dai pesci che preferirebbero esche più mobili. Quanto tempo impieghi per costruire questi capolavori? _ Il tempo necessario per la realizzazione di una mosca iperrealistica è enormemente superiore a quello richiesto per una mosca da pesca, ma può variare in base al modello. Per quanto riguarda imitazioni relativamente semplici come potrebbe essere una " mosca di maggio iper- realistica ", il tempo richiesto non supera le 7/8 ore lavorative, ma per la realizzazione di mosche più complesse, sono necessari dai quindici giorni ad un mese di serate

spese al morsetto. Quale pensi sia il materiale più innovativo degli ultimi tempi? _ Penso che il C.D.C. sia stato il materiale che più abbia rivoluzionato il mondo della costruzione negli ultimi decenni, ma anche materiali sintetici come il foam o il polipropilene ci hanno dato la possibilità di migliorare le nostre imitazioni. Poi ci sono le nuove colle e i pennarelli indelebili che utilizzati con criterio ci possono dare sicuramente una mano per quanto riguarda un maggiore apporto realistico. Qual è la destinazione di pesca che preferisci? _ Come si dice, la destinazione preferita forse è quella che deve ancora venire. La pesca a mosca mi ha dato la possibilità di visitare tanti posti meravigliosi: i lucci irlandesi hanno saputo farmi battere forte il cuore e le trote di mare della Danimarca mi hanno fatto sognare. Ho respirato la magia del Gacka e degli altri fiumi delle regioni della ex Iugoslavia. Ho subito il fascino della Carinzia e il mistero dei canali olandesi, sono stato negli Stati Uniti dove ho conosciuto incredibili pescatori e ho bagnato i miei piedi nelle calde acque caraibiche. Ogni luogo racchiude il suo fascino, è compito nostro riuscire a coglierlo, ma amo pensare che vi siano ancora tanti altri posti incantevoli da esplorare e sono questi luoghi a me sconosciuti che tengono alta la mia voglia di scoperta e d'avventura.


to that of true insects, that is, their way of floating or sinking must be similar to that of the insects they are imitating. Their characteristics also include attractiveness, visibility, and ethereal appearance, which can be required in the various fishing situations. You can also modify the features of these flies so as to make them more realistic, but this should never impair the fishing potential of a fly. For example, if in making a floating fly you give it very realistic but stiff legs, they would pierce the water and reduce the buoyancy. Moreover, their stiffness wouldn’t be appreciated by fish which prefer more movable baits. How long does it take you to create these masterpieces? _ To make a hyper-realistic fly you need much more time than for a fishing fly, but that can vary according to the pattern. As for relatively easy imitations such as a "hyper-realistic Mayfly," the time required doesn’t exceed seven/eight working hours, but to make more complex flies you need from 15 days to one month of evenings spent at the clamp. What do you think is the most innovative material in recent times?

_ I think that CDC is the material that has most revolutionized the flymaking world in the last decades, but also materials such as foam or polypropylene have given us the chance to improve our imitations. Then there are the new glues and indelible markers, which can surely give a more realistic touch if they are used with discernment. What is your favorite fishing destination? _ As they say, the favorite destination is perhaps the one you haven’t seen yet. Fly fishing has given me the chance to visit a lot of wonderful places: the Irish pike made my heart beat fast and the Danish sea trout made me dream. I breathed the magic of Gacka and of the other rivers of the regions which were part of the former Yugoslavia. I was fascinated by Carinthia and the mystery of Dutch canals, and I have been to the United States where I got to know incredible fishermen and immersed my feet in the warm Caribbean waters. Every place has its charm and our task is to seize the moment. But I would like to think that there are still many other wonderful places to explore and these are the places, unknown to me, that nourish my spirit of adventure and new discoveries.

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Semplicemente di Giorgio Cavatorti

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La località in Europa che tutti i pescatori dovrebbero vedere e sperimentare almeno una volta è il fiume San nel sud-est della Polonia. Si tratta fondamentalmente di condividere un’esperienza con anime affini e di diffondere aspetti di salvaguardia del territorio all’interno della comunità europea della pesca a mosca. Stiamo organizzando alcuni gruppi di pescatori per vedere coi propri occhi la diversità delle specie che vivono in quest’area

splendida e incontaminata. Il San è uno dei pochi fiumi in Europa ottimo per la pesca di trote fario selvagge, huco e temoli che vivono in diversi habitat in un fiume di grande portata. Qualche cenno al contesto storico e geografico: la riva orientale del San ha costituito una sezione significativa della famigerata Linea Molotov-Ribbontrop, il fronte orientale del 1942, prima di essere oltrepassata dai Tedeschi nella loro feroce avanzata. Qua e là spesso troviamo ancora

i bunker in cemento e le trappole per carri armati, ora ricoperte dalla vegetazione della foresta. Oggi costituisce la regione di frontiera tra l’Ucraina e la Polonia e quasi l’intero bacino idrico è un parco naturale. In Polonia questo parco è noto come Bieczszady ed è un’enorme area forestale situata tra la collina pedemontana della catena montuosa dei Carpazi e il bacino del fiume San. Ecologicamente parlando, la regione non ha eguali, visto che consiste

in buona parte in un’antica foresta a foglia larga, che nel bacino del fiume lascia spazio in parte a magnifici campi di fieno, in grado di rivaleggiare con quelli delle Alpi slovene. La fauna è stupefacente, include il castoro, gli enormi orsi bruni europei, un grosso numero di lupi che vagabondano per la regione di frontiera e l’ultima mandria di bisonti selvatici sopravvissuta in questo continente. Nello stesso parco ci sono ancora le linci, anche se io non mi sono mai

imbattuto in quest’animale estremamente raro. Il sostrato roccioso del bacino del San è costituito da ardesia, ma ci dev’essere del calcare nel bacino idrico, perché l’acqua è leggermente alcalina (ci sono pochi boschi di conifere in zona) e supporta così una vasta abbondanza e diversità di invertebrati di cui si cibano la trota e il temolo. In particolare le efemeridi e le caddis sono semplicemente straordinarie. Queste ultime sono ciò per cui forse è più noto il San. I tipi di ninfe e

di crostacei sono dunque abbondanti e i gamberetti gammarus formano talvolta coltri arancioni spesse 15cm su vaste aree di sponde durante la loro migrazione a monte all’inizio dell’estate. In questi periodi di eccesso di cibo i pesci possono essere piuttosto difficili! Sono comunque le olearie dalle ali blu dei mesi estivi e autunnali le più spettacolari di tutte, con eccezionali schiuse che assomigliano a bufere di neve, di un’intensità che non si trova in nessun


The one location in Europe that all fly fishers should see and experience at least once is the San River in south-east Poland. It is, largely, a desire to share with like-minded souls and to broadcast aspects of conservation to the European fly fishing community. I am going beyond

this community too, by taking people out here to see the diversity of species for which this fabulous, unspoiled area is home, but that is another story. The San is unique in Europe as a fly fishery for wild brown Trout. Huco and Grayling have a collection of diverse habitats

on such an enormous scale. Let me put it in historical and geographical perspective: the eastern bank of the San formed a significant section of the infamous Ribbontrop-Molotov Line, the eastern front of 1942, before being overrun by the ferocious German attack.

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Here and there we often still find the concrete bunkers and panzer traps, now overgrown by regenerated forest. Today it forms the frontier region between Ukraine and Poland and almost the entire water catchment area is designated as National Park. In Poland itself this park is known as the Bieczszady and is a massive forested area among the foothills of the Carpathian mountain range and the San River basin. Ecologically, the region is without parallel, consisting largely of

ancient broadleaf forest, which in the river basin itself gives way in part to the most glorious hay meadows which rival those of alpine Slovenia. The wildlife is astonishing, including the troublesome Beaver, the huge European brown Bears, increasing numbers of Wolves roaming the frontier region, and the last surviving herd of wild Bison on this continent. In the park itself there are also Lynx, though I have never come across this extremely rare animal, nor seen evidence of them in

the deep forest. The underlying bedrock of the San basin is slate, but there must be some limestone in the catchment because the water is slightly alkaline (there's little coniferos woodland in the area) and thus supports a vast abundance and diversity of all the major orders of invertebrates that are the food of Trout and Grayling. In particular the ephemerids and caddis are nothing short of breathtaking. The latter are what the San is perhaps most famous for, but it is the olives that are

the most impressive from my standpoint, with the hatches developing from May and persisting with one species or another deep into the autumn. Nymph and crustacean food forms are also in abundance and it has to be noted that the gammarus shrimps sometimes form 15cm thick, orange blankets over vast areas of bank side during their early summer, upstream migration. At these times of glut, the fish can be rather testy! It is the Blue Winged Olives of the summer

and autumn months, however, that are the singularly most spectacular of all, with blizzard hatches of an intensity found nowhere else in Europe, and representing a crucial food form for the surface feeding fish. Without a doubt, the BWOs on the San provide the very pinnacle of the single-handed fly rod sport for both Trout and Grayling that exists anywhere. While the San is an outstanding Trout fishery, it is the Grayling for which it is legendary. There really is nowhere in

Europe (or Scandinavia) with Grayling to match those of the San, considering the numbers and the accessibility of truly big specimens. I have heard it said, by people who know, such as the Head Fishery Warden Piotr Konieczny, that there are 10,000 Grayling per kilometre of the tail water section of the San (about 30 kilometres), and there are realistically over a hundred kilometres of good Grayling water on this river. I have seen these fish in certain conditions of light

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altro posto in Europa, e cibo principale per i pesci che si nutrono in superficie. Il San è un vivaio di trote eccezionali, ma è per i temoli che è leggendario. Non c’è davvero nessun posto in Europa (o Scandinavia) con temoli che eguaglino i suoi, considerando i numeri e l’accessibilità di questi esemplari davvero grossi. Si dice che ci siano 10.000

temoli al chilometro nel fiume San (circa 30 chilometri), e ci sono oltre cento chilometri di tratti di fiume ben popolato da queste specie. A ciò si aggiungono le trote, gli huco e anche pesci meno ricercati, in un fiume vario e con numerosi affluenti (molti dei quali contengono temoli), immerso in una bellissima campagna, un paradiso per

la pesca a mosca. Così è il San: si guada nell’immensità del fiume. L’aria è immobile e la superficie è calma, a eccezione delle bolle che formano le trote e i temoli in risalita. Anche se questo è un grande fiume per la pesca con le ninfe, la maggior parte dei pescatori vi giunge per pescare con la mosca secca. I visitatori sono sempre

sorpresi dall’efficacia e dalla delicatezza delle mosche CdC con una singola piuma, presentate su una canna coda 4, con la quale prendiamo la maggioranza dei pesci. L’ agricoltura qui praticata si può considerare sostenibile, ed è questo che consente al paesaggio e alle specie ospitate di sopravvivere. Questa regione ci dimostra

che è possibile praticare un’agricoltura sostenibile, compresa la silvicoltura, e al contempo avere un ambiente sano affinché tutti ne traggano beneficio, comprese le creature selvagge che condividono questo spazio con noi. Vi invito dunque sul fiume San River a sperimentare la miglior pesca alle trote di fiume, agli huco e ai temoli;

venite a vedere un fiume non deturpato dall’agricoltura e a comprendere quanto gli ecosistemi dei fiumi siano sensibili anche ai piccoli cambiamenti. Il lodge di pesca in cui abbiamo soggiornato si trova giusto a ridosso della sponda del fiume. Il fiume San è probabilmente l’ultimo paradiso della pesca a mosca secca in Europa.


and water clarity, when the river has been low, and I know that there are simply huge numbers of fish here, with enormous specimens. All this, along with the Trout, and the predatory huco, and coarse fish, in a river with ever changing features, many tributaries (most of which contain grayling) in a beautiful countryside, and

we perceive the essentials of a fly fishing paradise. And this is the San: you wade out into the river enormity. The air is still and the surface is calm, except for the blisters of Trout and Grayling. Although a great nymph fishing river, most discerning river fishers come here to fish dry fly. Visitors are always surprised by the effectiveness

and the delicacy of the single plume tip CdC flies, presented on the essential four weight, with which we catch the majority of the best fish. I have determined many times now to fish only dry fly, and have never yet found it wanting. Duo (or nymph under dry) is a great compromise, though it is always that, a compromise,

giving you neither the best of dry fly fishing nor nymph fishing; but it will get you by and afford you good catches on this river, as elsewhere. The small amount of agriculture in the region is what might be regarded as sustainable, and it is this that allows the landscape and its species to survive. It shows it is possible

to have sustainable agriculture, including forestry, and a healthy environment. The San River show us that there is, after all, a way that can benefit everyone and the wild creatures that also share this space. So, come to San River and experience the ultimate in river Trout, huco and Grayling fishing; come to see a river unspoilt by

agriculture and understand more about how river ecosystems are sensitive to even small changes. I will be with guests throughout, and accommodation is at the fishing lodge right on the river bank. The river San is probably the last dry fly fishing paradise in Europe.

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FOUR OR SIX-PIECE? THE ONLY DOUBT YOU´LL EVER HAVE

There are loads of reasons to why you won´t regret buying a new Fario CRS rod. Such as the crisp and fast action that will have you cast tight, controlled loops in no time. Or that all the components are Crème de la Crème. Like the carefully sourced Portuguese cork grips, the extremely light and durable Recoil stripper- and single leg guides and the Guideline customised reel seat fittings and wood spacers. Add to this semi-transparent tone in tone rod wrappings, skilfully applied to a blank that is manufactured from the highest-grade Japanese pre-preg and with full carbon scrim (no glass what so ever in these rods). And if this is not enough, the Fario CRS is also one of the lightest trout rods on the planet, packed away in an extremely light rod tube and air-meshed rod bag. The best bit? They come at a price you wouldn´t expect. The only thing left is for you to figure out if the four- or six-piece version is your kind of fishing partner?

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Fishing in Italy Travel ideas for fishing

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Le origini tedesche della pesca a mosca Dalla mosca Vederangel al manoscritto di Tegersee di Riccardo de Stabile

Alcuni testi in tedesco parlano di catture di trote e temoli con un ‘amo piumato’ (vederangel) in epoca molto antica. Il primo riferimento lo troviamo nel Parzival, l’opera scritta verso il 1210 da Wolfram von Eschenbach. Nel Parzival un traditore senza cuore è paragonato ad una mosca nel breve ma efficace epiteto:

”Tu, amo piumato, zanna di vipera!”

un insulto che non lascia ombra di dubbio sul fatto che il pubblico conoscesse tutto della pesca a mosca. È un indizio, ma fortunatamente abbiamo un altro riferimento più dettagliato in un romanzo più recente di von Eschenbach: Tinturel. Qui l’autore descrive l’eroe Schionatulander (che, per coincidenza, è cugino di re Artù) mentre guada un fiume a piedi, intento nella pesca. Schionatulander catturò temoli e trote con un vederangel.. Schionatulander ...catturò pesci con l’amo stando a piedi nudi nel fresco, chiaro ruscello. Mettendo insieme le due citazioni, se la pesca a mosca era abbastanza comune da essere una fonte per allusioni letterarie nel tredicesimo secolo, potremmo presumere con certezza che fosse un’attività diffusa. Dal 1360 in poi altri scritti parlano di pesca a mosca facendo riferimento ad una vasta area di fiumi e laghi, dalla pianura nel nord-est della Svizzera al sud dell’Austria. Questi antichi resoconti della pesca a mosca nell’Europa centrale sono affiancati da almeno una dozzina di manoscritti che descrivono la pesca come sport nel quattordicesimo e quindicesimo secolo. Nessuno di questi scrittori presenta una completa descrizione e la maggior parte dedica alla pesca solamente un riferimento, ma dimostrano che la pesca a mosca non era una pratica sconosciuta. L’argomento è stato trattato in modo più dettagliato in un manoscritto bavarese degli inizi del quindicesimo secolo. Dobbiamo ringraziare il Professor Richard Hoffmann per aver portato quest’opera alla nostra

attenzione; egli include, infatti, una completa traduzione del manoscritto nel suo libro L’arte e la letteratura del pescatore. Renzo Dionigi, nel suo “Anelli sull’acqua”, ha recentemente tradotto completamente il testo in italiano aiutandoci non poco nella ricerca delle origini della pesca a mosca. Dal suo splendido libro abbiamo preso alcune informazioni sulle origini di questo manuale. Questo libro non ha autore né titolo, ma ha una precisa provenienza. Sembra sia stato scritto per conto del sovrintendente dei monaci benedettini sulle rive di un lago ai piedi delle


Some German texts talk about the olden times when trout and grayling were caught with a ”feathered hook” (vederangel). The first reference is found in Parzival, the work written around 1210 by Wolfram von Eschenbach. In Parzival, a heartless traitor is compared to a fly in the following short but incisive epithet: ”You feathered hook, you adder’s fang!” An insult that leaves no doubt that the public knew everything about fly fishing, it is just a clue. Fortunately we have another more detailed quotation in a more recent novel by von Eschenbach: Titurel. Here the author describes the hero, Schionatulander (who is by chance a cousin of King Arthur) who was wading in a river and intent on fishing. Schionatulander caught grayling and trout with a vederangel.. Schionatulander ...caught fish with the hook as he stood barefoot in the cool, clear brook. Putting the two quotations together, if fly fishing was so common as to be a source of literary allusions in the 13th century, we could undoubtedly presume that it was a widespread activity. From 1360 onwards, other texts talk about fly fishing in a vast area of rivers and lakes, extending from the plain in north-eastern Switzerland to southern Austria. These old reports on fly fishing in Central Europe are accompanied by at least a dozen manuscripts describing sport fishing in the 14th and 15th centuries. None of these writers offer a complete description of their subjects; most only mention fishing in an incidental remark, which proves that fly fishing must have been practiced. The topic was treated in a more detailed way in a Bavarian manuscript of the early 15th century. We must thank Professor Richard Hoffmann for bringing this work to our attention, he included a complete translation of the manuscript in his book Fishers’ craft and Lettered Art. In his “Anelli sull’acqua” (Rings on the Water), Renzo Dionigi recently translated the whole text into Italian, and this was a big help in our research on the origins of fly fishing. From his amazing book we picked up some information on the origin of this manual. This book has no author or title, but a precise origin. It seems to have been written on behalf of the conservator of the Benedictine monks on the banks of a lake at the foot of the Alps. The text consulted by Dionigi is kept at the Bayersiche Staatsbibliothek in Munich. The Bavarian manuscript, made up of only 13 pages, lists at least 50 different unnamed fly patterns, including patterns for catching carp, pike, catfish, burbot and salmon as well as trout and grayling. Flies are sophisticated, and various silk colors


Alpi. Il testo consultato da Dionigi è conservato a Monaco nella Bayersiche Staatsbibliothek. Il manoscritto bavarese di sole tredici pagine elenca, senza dirne il nome, almeno cinquanta diversi tipi di artificiali, tra i quali vi sono modelli per la pesca delle carpe, lucci, pescigatto, bottatrici e salmoni, oltre a trote e temoli. Le mosche sono sofisticate, sono utilizzati diversi colori di seta e piume di tinte tenui. Non abbiamo idea della tecnica di costruzione e ignoriamo la traduzione di alcuni termini, ma la varietà di modelli e mosche elencate illustra una lunga storia di pesca a mosca nell’area del Tegernsee. Sfortunatamente non vi è alcuna indicazione di come le mosche venissero utilizzate, ma abbiamo riportato di seguito la descrizione di alcuni modelli, per dare l’idea della loro complessità: Si leghi il primo amo per le carpe, con le piume di colore grigio punteggiato di marrone scuro e con seta nera e gialla. Si leghi il secondo amo per il luccio. Il piumaggio dovrebbe essere di diversi tipi mescolati insieme, con piume color piombo, nero e color cenere e con seta chiara. Si leghi il terzo amo per la piccola mosca per il pesce gatto. Si utilizzino piume di quaglia e seta rossa-marrone mischiata a seta rossa e color piombo. Si leghi il quarto amo per il coleottero detto wengril per il cavedano. Si usino piume nere e marroni e seta verde e nera. Il quinto amo è lo scarafaggio e va bene per il persico. Le piume sono quelle della pernice ed il corpo deve essere di colore verde e marrone. Seguono indicazioni per altre mosche e consigli per l’utilizzo a seconda delle condizioni del tempo e dei fiumi. Un passaggio riguarda la descrizione dei crini: “ Dovresti prepararti alcuni finali fatti di crini di cavallo con quattro o cinque crini per le acque chiare... Vi sono parecchi altri manoscritti tedeschi scritti prima del diciassettesimo secolo che menzionano la pesca a mosca e fanno riferimento al manoscritto di Tegersee. Queste opere sono molto simili, il che ci fa supporre una provenienza comune, probabilmente una tradizione orale. La sopravvivenza di manoscritti antichi è fondamentale per interpretare la storia. Se quello bavarese fosse andato perduto, non saremmo consci dell’esistenza dei pescatori a mosca bavaresi e la loro intera tradizione sarebbe ora sconosciuta.


and tenuously-dyed feathers are used.We have no idea of the manufacturing technique and ignore the translation of some words, but the variety of models and flies listed, indicates that fly fishing has long been a part of the history of the Tegernsee area. Unfortunately there is no hint as to how the flies were used, but below you will find the description of some patterns, just to give you an idea of their complexity: The first hook should be tied after the “carp flies,” and the feathering should be iron gray with dark brown speckles in it,

light blackish and brown with the silk green and black. The fifth hook should be tied after the beetle for the perch. The feathering should be partridge and the body green and brown. Then some indications are given regarding other flies and advice for their use, according to weather conditions and rivers. A passage concerns the description of horsehair: “You should prepare some leaders made up of horsehair with

and with black and yellow silk. The second hook should be tied for the pike. The feathering should be of all different sorts mixed together, with lead colored and light blackish and ash colored and therein a black feather, with the silk pale colored. The third hook should be tied after the little fly for the catfish. The feathering should be quail and of a red-brown silk mixed together with red and lead-colored silk. The fourth hook should be tied after the knutter that is there called the spider for the bream. The feathering should be

four or five hair strands on them for clear water……” There are several other German manuscripts written before the 17th century which mention fly fishing and refer to the Tegernsee manuscript. These works are very similar, and make us suppose they have a common origin, probably oral tradition. The preservation of old manuscripts is fundamental to interpret history. If the Bavarian one had got lost, we wouldn’t know anything about the existence of Bavarian fly fishermen and their entire tradition would now be forgotten.


It's not the fish, it's the experience INTERVIEW WITH JEFF STINE By Aleksandar Vrtaric Not only do fishing and photography go well together, but for many years now, they are simply one world. Anglers wander to well known or to completely remote and unkown locations to catch the fish they are after, most often just to quickly release it back to the water. But, along with the rod, they carry another

tool, a tool that captures memories. Fly fishing is a never ending inspiration to many photographers and Jeff Stine is definitely one of them. A traveller, a photographer, a fly angler, an adventurer who admits that, to him, fly fishing is something spiritual, something much more than just catching fish.


Da un po’ di tempo pesca e fotografia vanno a braccetto: i pescatori a mosca errano verso luoghi rinomati o anche completamente sconosciuti per prendere pesci, perlopiù solo per rilasciarli velocemente in acqua e, nel fare questo, oltre alla canna, portano un altro strumento per catturare i ricordi. La pesca a mosca fornisce un’ispirazione infinita per molti fotografi e Jeff Stine è senz’altro uno di loro. Un viaggiatore, fotografo, pescatore a mosca, avventuriero che sottolinea che per lui la pesca a mosca è qualcosa di spirituale, molto di più del semplice prendere pesci. Jeff, perché hai scelto la pesca come tua ispirazione? Cosa la rende così speciale? La pesca è la passione di una vita. Sono cresciuto pescando in California e nell’Oregon con i miei nonni. Ho fatto la mia prima esperienza con una canna da mosca quando avevo 10 anni. Ero un autodidatta e sapevo molto poco dell’arte della pesca a mosca. A quell’età avevo molta poca pazienza. Presto rinunciai alla canna da mosca a vantaggio delle mie fidate canne da esca e da spinning. Non ho riprovato a pescare a mosca fino alla metà degli anni Ottanta. Non è mai stata mia intenzione dedicarmi alla fotografia di pesca. Ho cominciato a fotografare nel 1996 con i miei primi viaggi. All’inizio portavo con me solo una macchina fotografica e nei primi due o tre anni ho scattato solo istantanee. Quando hai cominciato con la fotografia? Da giovane mi è sempre piaciuto portare con me una macchina fotografica. Nel 1979, all’età di 21 anni, mi feci prestare una 35mm per andare a sciare in Colorado. Dopo quella volta, rimasi presto affascinato dalla fotografia e trascorsi l’anno seguente a scattare istantanee, perlopiù di paesaggi e ritratti di miei amici. Presto cominciai a pensare di avere un talento per la fotografia e cercai un

posto di assistente presso un fotografo della mia città. Vai a pescare tu stesso e, se sì, quali sono i tuoi metodi di pesca preferiti? Pescare per me è un viaggio alla ricerca di se stessi. E’ un’esperienza spirituale, non è solo catturare pesci. Il famoso autore Henry David Therou disse:” Molti uomini vanno a pescare per una vita intera senza sapere che non sono i pesci quello che cercano”. Io ho pescato abbastanza per rendermene conto e per capire che, quando pesco, l’importante non sono veramente i pesci, bensì l’esperienza, la gente e ciò che mi circonda. Il mio metodo preferito è la pesca a mosca, ma in molte occasioni, pescando in acqua salata in località remote in giro per il mondo, ho adottato anche altri metodi con pesci oceanici che non ne volevano sapere di mosche. Hai viaggiato per il mondo in cerca di grossi pesci e belle foto: c’è un giorno in particolare nella tua carriera che ti piace ricordare o qualche destinazione che ricordi con piacere? Le Seychelles mi vengono in mente per prime, probabilmente perché ci sono stato diverse volte. Qui ho visto un Trevally da 2030 libbre ingoiare una mosca in una flat di tarponi e buttarsi nella laguna oltre il margine della flat, ma quello che abbiamo tirato a riva era una semplice cernia... L’unica spiegazione è che la cernia abbia urtato il Trevally di lato e sia finita lei stessa allamata. La lenza non si è mai allentata. In un altro viaggio, mentre galleggiavamo su un gommone Zodiaco nel Gran Canale di Cosmoledo, in circa 30 piedi d’acqua, io mi stavo preparando a trarre a riva un bluefin non molto grosso, forse da 12-15 libbre. Un amico stava giusto entrando in acqua per afferrare il Trevally quando è apparsa una cernia cinese da 100 libbre, che si è presa il mio bluefin e ha cominciato a nuotare verso il fondo. La cernia ha divorato il bluefin e non c’è voluto molto perché facesse un disastro con la mia coda del 12. Non c’erano molte chance con un pesce come quello… e non c’erano


Jeff, why choosing fishing as your inspiration? What is so special about it?

Do you go fishing yourself and if you do, what are favourite fishing methods?

Fishing has always been a lifelong passion of mine. I grew up fishing in California and Oregon with my grandparents. My first fly rod experience was when I was 10 years old. I was self taught and knew very little about the art of fly fishing. At that age, my patience was very short. I soon gave up the fly rod for my trusted bait and spin casting rods and returned to catching fish. I didn't take up fly fishing again until the mid 1980s.

Fishing for me has always been about myself, where I am and who I'm with. It's been a spiritual experience for me, much more than catching fish, it's the experience. The famous author, Henry David Therou said MANY MEN GO FISHING ALL THEIR LIVES NOT KNOWING IT IS NOT FISH THEY ARE AFTER. I've fished enough to realize this and that it's not the actual fish that's important to me when I fish, it's the experience, people and environment. My preferred method is flyfishing but there have been many occasions while fishing remote saltwater locations around the world that I have used other methods for pelagic fish that wouldn't eat a fly.

It was never my intention to pursue fishing photography as fishing has always been a release for getting away from photography. I began shooting fishing in 1996 when I began travelling internationally to fish. I first only took along a camera to grab snapshots of my trip, and that's what I produced for the first 2-3 years of travel... snapshots. When did you start with photography? I had always enjoyed carrying a camera with me when I was young. In 1979 when I was 21, I borrowed a 35mm system for a ski trip to Colorado. After that, I quickly became enthralled with photography and spent the following year shooting pictures, mostly of landscapes and portraits of friends of mine. After that first year, I bagan to think that I may have a talent for photography and started looking for assisting jobs with established photographers in my home town.

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You got to travel around the world in a search of big fish and a good photo. Is there any particular day in your career you like to remember or some destination you rather remember? The Seychelles comes to mind first, probably because I've been there several times. I've seen a 20-30 pound Trevally eat a fly on a bonefish flat, take line and go over the edge of the flat into the lagoon only to reel in a grouper... The only conclusion we came to was the grouper side-swiped the Trevally and got hooked himself. There was never any slack in the line. On another trip, while floating in a Zodiac in the Grand Channel of Cosmoledo in about 30 feet of water, I was preparing to land a smaller Blue Fin Trevally of maybe 12-15 pounds. A friend was just


speranze nemmeno con una canna coda 12… Un fotografo che ho incontrato di recente mi ha detto che i suoi scatti preferiti sono le panoramiche, perché danno molta soddisfazione. Sono statiche ed è facile immortalarle. Qual è la tua opinione a riguardo? Interessante, la mia idea delle panoramiche si limita alle poche che ho postato sul mio sito web. Le mostro perché sono foto che amo profondamente, ma che contengono spazi non necessari e ripetitivi, come il cielo e lo sfondo. Ho perciò deciso di rifilarle e inserirle in un formato panoramico. Sia detto per gli entusiasti delle panoramiche: queste foto non sono state scattate con una macchina fotografica panoramica. Cosa ne pensi delle altre tecniche fotografiche? Ce ne sono alcune che preferisci? Ciò che rende il mio stile unico è che io uso la luce artificiale per la maggioranza delle mie immagini. Ho visto che la maggior parte dei fotografi di pesca si avvale solo della luce disponibile e occasionalmente fa ricorso al flash della macchina fotografica. Io ho messo nella fotografia di pesca la mia esperienza commerciale e uso 2-3 luci stroboscopiche portatili che mi permettono di avere la direzione della luce perpendicolare alla macchina fotografica per creare profondità e contrasto. Cosa rende le tue opere così speciali? La mia abilità nell’illuminazione è ciò che distingue le mie opere dalle altre. Che si usi la luce naturale disponibile o quella artificiale, l’illuminazione è uno degli aspetti più importanti di una bella foto.

Dunque l’acqua ti ispira, offrendoti bei momenti che riesci a immortalare. Cosa fai tu in cambio? L’ispirazione mi viene facilmente dall’ambiente circostante e dalle persone che sono con me. Spero che la mia fotografia fornisca una comprensione e un’idea più chiara del nostro amato sport. Le mie foto sono state usate da varie organizzazioni con lo scopo di contribuire a sensibilizzare il pubblico sulla fragilità dei nostri vivai. Potresti descriverci una giornata ideale sull’acqua? Una giornata ideale sull’acqua significa per me essere con i miei amici più intimi in un ambiente incontaminato, che si tratti di una destinazione in un angolo remoto del mondo o di un giorno trascorso su corsi d’acqua locali, specialmente quando tutti, compresa la mia attrezzatura, tornano a casa asciutti. Parlando di pesci e fotografia, qual è per te la sfida maggiore? La più grande sfida per me è accettare che non posso avere entrambi contemporaneamente. Come ho già accennato, per fare una buona foto ho bisogno di posare la canna da pesca e concentrarmi sullo scatto. In qualche modo è un conflitto d’interessi: quando pesco, posso perdermi molte opportunità di fare belle foto e quando fotografo, viceversa, posso lasciarmi scappare diverse opportunità di pesca. E quale messaggio vuoi dare a tutti quelli che amano la pesca e la fotografia di pesca? Continuate a scattare foto e imparate da queste. Come per la pesca, servono pratica e pazienza.


reaching into the water to grab the Trevally when a 100 pound Chinese Grouper appeared and took my Trevally and began swimming to the bottom. The grouper took a second swallow that devoured the Trevally and then it game on... it didn't last long as the grouper made a shambles of my fly line on a coral head. There wasn't much chance with a fish like that that could run down and not out, even for a 12 weight. A photographer I as recently met said that panoramics are his favourite shots because they are very grateful to capture. They are static and it's easy to capture them. What is your opinion on that? Interesting, my only perspective on panoramics are the few that I currently have posted on my website. I show them because there are several photos that I truly love but they contain unnecessary and repetitive space in the photo, such as sky and foreground. I wanted to show these photos and decided to simply crop them into a panoramic format. So, for the true panoramic enthusiast, they were not shot with a panoramic camera. What about other photographic techniques? Are there any you rather prefer? What makes my style unique is that I use artificial lighting for the majority of my images. I have found that most fishing photographers use only available light and occasionally an on camera flash. I have brought my commercial experience to fishing photography and I use 2-3 strobe lights in a portable fashion that allows me to get the light direction perpendicular to the camera to create depth and contrast. What makes your work so special? My lighting skills are what sets my work apart from others. Whether using available light or artificial light, lighting is one

of the most important aspects of a good photo. So the water gives you inspirations, it offers you beautiful moments you get to capture. What is it that you can do to return that to the water? My inspiration comes easily from the environment and the people I'm with. I hope that my photography gives a clearer understanding and perspective of our beloved sport. My photography has been used by organizations help educate the public on how fragile our fisheries really are. Could you describe an ideal day near the water? An ideal day on the water to me is being with my closest friends in a pristine environment, whether it's a destination in a remote corner of the world or a day out on my local waters, especially when everyone, including my equipment comes home dry. Talking about fishing and photography, what represents the greatest challenge to you? The biggest challenge to me is accepting that I can't do them both at the same time. As I mentioned, in order to make a good photo, I need to put the rod down and concentrate on the task at hand in taking photos. In some ways, it's a conflict of interest to photograph my passion... When I'm fishing, I may miss several photo oppotunities and when I'm shooting, I may miss several fishing opportunities. And what is your message to all those enjoying fishing and fishing photography? Keep taking photos and learn from them. Just like fishing, it takes practice and patience.


UN’INNOVAZIONE ECCEZIONALE ARCTIC SILVER STA ARRIVANDO SUL MERCATO: Le nuove code MD (micro-diametro) Arctic Silver presentano un diametro estremamente piccolo che offre eccellenti proprietà di “windcutting”. Le code sono super-stabili durante il lancio e permettono una posa incredibilmente precisa. Questo vi permette lanci più lunghi e un contatto istantaneo con la vostra mosca. Il rivestimento ad alta densità permette alla coda di massimizzare l’energia dalla canna , in modo da poter ottenere lanci lunghi con meno sforzo. Le code MD sono adatte a qualsiasi canna. Ma la combinazione del Free-Flex con code MD sono un abbinamento perfetto, in quanto le code sono state adattate per qualsiasi canna. Con queste due innovazioni il lancio diventa più efficiente e semplice.

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Di Emilio Arbizzi

"Come back" Adventure

MAL D I VE :



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Il solo fatto di abbandonare il cupo cielo invernale, addormentarsi durante un comodo volo Emirates per svegliarsi di prima mattina al sole e con la brezza del mare è già un bel modo di iniziare un viaggio. Se poi dopo poco meno di un'ora sei in navigazione versi gli atolli Maldiviani del Sud a bordo di un magnifico yacht di 34 metri, allora capisci che probabilmente ti aspetta una vacanza di quelle che non si dimenticano. Sarà cosi. Dedichiamo il minimo tempo necessario alla sistemazione dei bagagli nelle cabine, non si può certo rimanere sotto coperta mentre ci lasciamo Male alle spalle. Seduti a prua sorseggiamo un'abbondante tazza di caffè americano e scattiamo le prime fotografie rapiti dai colori di un mare che pare finto. Le prime ore di vacanza scorrono veloci, fantasticando sulle flat che attraverseremo nei prossimi giorni, sui pesci che vedremo o crederemo di aver visto. Le signore, già opportunamente coperte di crema solare, hanno preso immediatamente possesso dei lettini sul ponte superiore, a poppa, dove un venticello rinfrescante rende piacevole quella che altrimenti sarebbe l'impossibile esposizione al sole dell'Oceano Indiano. Nel tardo pomeriggio, dopo aver navigato poche ore, il Capitano del "duca di York" spegne i motori. Lo scafo scivola accompagnato dallo sciabordio di piccole onde ancora per qualche centinaio di metri prima che l'equipaggio getti l'ancora proprio a ridosso di una lingua di sabbia che la bassa marea ha lasciato completamente scoperta. Le canne sono già pronte, le avevamo montate e già regolato le frizioni dei robusti mulinelli prima ancora di sistemare le nostre cose in cabina. Il nostro bagaglio è composto da pochissimi indumenti, i 20 kg consentiti sui voli intercontinentali sono tutti destinati alle attrezzature, ad infinite scatole di mosche, code, mulinelli, canne 9 piedi per coda 10 e 12 e robusti

tippets. Ben, la nostra espertissima guida, impartisce le ultime necessarie raccomandazioni prima di scendere a terra; per alcuni è la prima esperienza in mare e si rivela da subito tutt'altro che semplice. Occorre lanciare lontano e strippare a due mani con grande rapidità raccogliendo la coda nel basket, poi ricominciare di nuovo. La vera pesca però non è questa, ma quella del giorno dopo e quella dei giorni successivi ancora; diciamo che il primo approccio con il mare è stato una "palestra", un allenamento per le sfide che ci aspettano. Mentre il sole va a dormire risaliamo in barca, ceniamo e, felicemente stanchi, crolliamo tra le braccia di Morfeo. Viene giorno presto, colazione alle 6,30 e pronti alle 7. Ben è sempre il primo e, nonostante conosca le Maldive come le sue tasche, non perde mai il desiderio di pescare e racconta con passione di precedenti battute ai combattivi GT e a velocissimi trigger. Con il suo entusiasmo contagioso ci spiega dove guardare per individuare un pesce, come muoversi nelle flat, come lanciare, strippare, rallentare, fermarsi e ricominciare più veloci. Il riflesso sull'acqua è molto intenso e non è facile riconoscere i pesci, le prime volte un bagliore o una pietra sul fondo traggono in inganno ed occorrono un paio di giorni per avere un minimo di dimestichezza. L'aiuto di una guida è indispensabile, così come è fondamentale conoscere le maree e le fasi della luna che ne determinano gli scostamenti. Camminiamo lentamente disposti a ventaglio su una lingua di sabbia dorata, un' ombra scura fluttua lentamente a 20 metri ed il più veloce di noi rapidamente svolge la coda e lancia perfettamente appena dietro. Basta un attimo per sentire un urlo di gioia e vedere la coda tendersi e tagliare l'acqua: dietro la razza c'è sempre un GT!! La lotta dura una decina di minuti, è incredibile pensare alla forza di questo pesce che, indomito, alterna fughe e

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Just the fact of leaving a dark winter sky behind, falling asleep during a comfortable Emirates flight and waking up in the early morning sun and sea breeze is a good way to start a journey. Furthermore, if less than one hour later you find yourself heading for the Maldivian Southern atolls onboard a wonderful 34-meter yacht, it is then you realize that an unforgettable holiday is about to start. And so it was. We dedicated as little time as possible to arranging our luggage in the cabins, because we didn’t want to stay below deck. We sat at the prow, sipping a brimming cup of American coffee and shot the first photos, enchanted by the colors of a sea which didn’t look real. The first holiday hours went by quickly, as we daydreamed of the flats we would wade in the next days, and the fish we would see or believe we did see. The ladies, already conveniently covered with sun cream, had immediately taken possession of the sunbeds on the upper deck at the stern, where a refreshing wind made sunbathing a pleasure, which would have been impossible otherwise.

with both hands while recovering the tail in the basket, then start again. All this was just a prelude, however, since the real fishing would start the day after and in the following days; let’s say that the first approach to the sea was the training ground for the challenges that were waiting for us. While the sun was setting, we went on board again, had dinner and fell asleep, tired but happy. The following day we had breakfast at 6.30 and were ready at 7.00. Ben was always the first one and, even if he knew the Maldives through and through, he was always willing to fish and passionately recount his previous hunts for combative GTs and very fast triggers. With his contagious enthusiasm he explained where to search to locate a fish, how to move about in the flats, and how to cast, strip, slow down, stop and start again more quickly. The reflection on the water was very intense, it was not easy to identify the fish. In the beginning, the glare or a stone on the bottom was deceiving and it could take you a couple of days to get the knack of it.

In the late afternoon after navigating for a few hours, the Captain of the "Duke of York" turned off the engines. The boat still glided for another hundreds meters to the lapping of small waves, before the crew anchored just before a strip of sand left completely uncovered by the low tide. The rods were ready, as we had already mounted them and adjusted the clutches of the sturdy reels even before we had arranged our stuff in the cabin. Our luggage consisted of a very few garments, so the 20 kg allowed on intercontinental flights contained our equipment and endless boxes of flies, tails, reels, nine-foot rods for 10 and 12 tails as well as solid tippets. Ben, our expert guide, gave us the last necessary advice before going ashore; for some of us it was the first experience at sea, which immediately turned out to be anything but easy. You had to cast far and strip very rapidly

A guide’s help was essential in knowing the tides and moon phases that caused their changes. We walked slowly in a semicircle on a strip of golden sand as a dark shadow fluctuated slowly at 20 meters, and the fastest of us unrolled the tail and cast perfectly just behind it. After only a second we heard a scream of joy and saw the tail stretch and cut the water: behind the ray there is always a GT!! The fight lasted about ten minutes. The strength of this fish was incredible: it was so wild that it alternated trying to escape with abrupt changes in direction, always risking to break the leader. We looked at the scene and waited to shoot the photos that would become the irrefutable proof that the first to catch a fish should offer a round of drinks to the whole company. Every day was the same, but incredibly different: the shape of the flats, micro-islets of sand appearing

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repentini cambiamenti di direzione mettendo sempre a rischio la rottura del finale. Assistiamo in attesa di scattare le foto che saranno la prova inconfutabile che, chi per primo cattura, dovrà offrire da bere a tutta la compagnia. Ogni giornata è uguale ma incredibilmente diversa: la conformazione delle flat, micro isolette di sabbia che compaiono e scompaiono con l'arrivo della marea, la barriera corallina all'orizzonte verso il quale lentamente camminiamo con il radar negli occhi in attesa di intravedere un guizzo, un'ombra , una pinna......... eccola, è là a una ventina di metri sulla tua destra!! Ti blocchi, si ferma il mare, il vento , il cuore, in quel momento non c'è tempo per pensare e hai una sola possibilità, ti giochi tutto in un solo lancio: o sei bravo o ricominci la ricerca e speri nella prossima chance. A ridosso della barriera corallina la musica cambia, qui la calma della flat è un ricordo, il mare da pacato diventa quasi burrascoso e stare in equilibrio di fronte alle onde che si susseguono senza sosta non è semplice. Ben ci indica le postazioni migliori, troviamo un po’ di stabilità su alcuni massi sommersi e, abbandonata la canna 9' # 10 impugniamo la #12, già armata e saldamente fissata allo zaino. Ora dobbiamo scatenare l'istinto predatorio dei GT lanciando sull'onda e, poco prima che che si infranga, strippare molto rapidamente con due mani. Non è facile ma ogni volta è una scarica di adrenalina, il pesce velocissimo compare improvvisamente e, come un surfista Hawaiano, pare farsi spingere dall'onda all'inseguimento dell'artificiale. Immagini da pelle d'oca. La sera, a bordo del Conte Max, è sempre festa. Dopo i tuffi, gli scherzi, gli aperitivi e abbondanti e curate cene prepariamo l'uscita del giorno successivo, controlliamo gli orari delle maree e fissiamo l'uscita. Le nostre graziosissime compagne

di viaggio, spesso mattiniere come noi, aspetteranno qualche ora in più per lo snorkeling e per la passeggiata su un'isola deserta, e anche loro , in una giornata di sole apparentemente come tutte le altre, vivranno momenti incancellabili. Noi, pur continuando a camminare e pescare per molte ore consecutive, non sentiamo la fatica, nonostante il sole e una condizione termica che tentiamo di abbassare, di tanto in tanto, immergendoci fino al cappello. Ogni bel viaggio, purtroppo, finisce troppo presto, rimangono solo poche ore, l'ultimo giorno, gli ultimi lanci. Arriviamo sulla flat dopo circa un'ora di navigazione, la marea è quasi nel suo punto più basso, ci dividiamo qua e là, lo spazio è infinito, diversi km da percorrere in lungo e in largo, fin dove c'è la barriera, quasi all'orizzonte. Cerchiamo i trigger, ma anche i GT, ma anche i Blue Finn trevally.......ci sono anche gli squali, uno spettacolo! Passeggio con l'acqua alle ginocchia, lentamente, come mi hanno insegnato, scruto attentamente l'acqua fissando lo sguardo su ogni piccolo riflesso, ogni ombra, ogni accenno di movimento: davanti a me un GT, grande, forse... Lancio sicuro e in un attimo una botta tremenda mi piega la canna mentre metri di coda si sfilano dalle mani, 5 secondi, forse 7 o 8 non di più, mi pare di aver attaccato un motoscafo tanto è veloce, poi un colpo secco, un rumore sordo, la coda ora è penzoloni, lascio cadere la canna in acqua e lancio un urlo di rabbia o probabilmente in segno di riverenza a chi è stato più bravo, svelto e forte di me e comunque superbo padrone di questo incantevole habitat. Chiamano il Giant trevally il pesce "come back", catturarlo procura emozioni talmente vibranti che ti impongono di tornare, se lo perdi provoca un turbamento tale che non vedi l'ora di riprovarci.

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and disappearing with the tides, the barrier reef at the horizon towards which we slowly walked with the radar in our eyes, waiting to glimpse a jerk, a shadow, a fin.........there it was, at about 20 meters to your right!! You froze then and there, and the sea, wind, and your heart also froze. In that moment there was no time to think and you just had one possibility, so you took the gamble with one cast: you’d better be smart or you will have to start your quest again, hoping for the next chance. Just before the barrier reef things changed and the quietness of the flat belonged to the past. The sea was no longer calm but almost stormy and it was not easy to find a balance in front of the waves that kept rolling unrelentingly. Ben showed us the best positions, and we found some balance on a few submerged rocks. Once we had abandoned the 9' # 10 rod, we held the #12 one, which was already equipped and steadily fixed to our rucksack. Now we had to trigger the predatory instinct of the GTs by casting on the wave and, just a second before it broke with its violence, stripping very rapidly with both hands. It was not easy, but every time it was a discharge of adrenalin. The very fast fish appeared all of a sudden, and like a Hawaiian surfer, seemed to ride the wave chasing the artificial bait. Such a sight gave you gooseflesh. In the evening on board the Conte Max, it was again party time. After the dives, jokes, aperitifs and plentiful and refined dinner, we prepared for the next day’s trip, checked the time of the tides and arranged for the day. Our very nice travel companions, who were often early-risers like us, waited a few more hours for the snorkeling stint and their walks on a desert island; they also lived some unforgettable moments on a sunny day which was apparently like any other.

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Although we walked and fished for several hours in a row, we didn’t feel tired, in spite of the sun and heat, which we tried to cope with by diving now and then into the water up to the level of our hats. Unfortunately, all good trips end too early, and there were just a few hours left on the last day, and the last casts. We reached the flat after about an hour of navigation. The water was almost at the lowest, and as we scattered here and there, the space was endless, with several kilometres to go in each direction, as far as the barrier, and almost at the horizon. We were looking for triggers, but also for GTs and Blue Finn trevallies.......there were sharks too, what a sight! I walked in water as high as my knees, and slowly, as I had been taught, I carefully inspected the water fixing my eyes on every small reflection and every shadow. At every sign of movement I thought there was a big GT in front of me... I cast with confidence and after a while a terrible blow bent my rod, while meters of tail slipped out of my hands. After five seconds, perhaps seven or eight but not more, I thought I had attacked a motorboat. It was so fast, and then came an abrupt blow and a dull noise. The tail was then dangling, and I let my rod fall into the water and screamed in anger or probably in awe of that gorgeous king of this enchanting habitat, who was braver, quicker and stronger than me. The Giant trevally is called the "come back" fish, as it gives you such strong emotions that you must come back, and losing it makes you so distressed that you can’t wait to try again.



PROSSIMI VIAGGI - NEXT TRIPS

PATAGONIA, RIO GALLEGOS, ESTANCIA LAS BUTIERRAS, DAL 15 AL 24 APRILE 2016 6 giorni pesca nelle famose pool del rio Gallegos. Oltre 50 km di fiume privato per pochissimi pescatori accompagnati da guide professioniste. Euro 3650 escluso i voli.

BRITISH COLUMBIA, ZONA TERRACE, ULTIMA SETTIMANA DI SETTEMBRE: Fiumi Copper, Skeena e Kalum. Lodge tutto compreso 9 notti, 8 giorni di pesca con guida e barche a disposizione. Euro 3900 escluso voli e licenze di pesca.

CORRIENTES, ARGENTINA, OTTOBRE 2016 Settimana di pesca al dorado a Corrientes, una delle città piu antiche dell’Argentina, e giornata di visita alle cascate di Iguazu. 8 giorni di lodge a pensione completa, comprensivo di barche e guide. Euro 3400 escluso voli.

CROCIERA DI PESCA ALLE MALDIVE DAL 27-11-2016 AL 04-12-2016. Pesca ai grandi Carangidi e Triggerfish a bordo di una imbarcazione di 30 metri, con guide e cuochi a disposizione. Costo euro 2950 incluso il volo.


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Hardy Shadow L’ÉQUILIBRE PARFAIT

www.hardyfishing.com


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