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HUBLOT

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ANDARE OLTRE IL LIMITE

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«LA MANIFATTURA HUBLOT POSSIEDE TUTTO IL KNOW-HOW E L’INFRASTRUTTURA NECESSARIA PER TRASFORMARE OGGI IN REALTÀ IL FUTURO DELL’OROLOGERIA» A COLLOQUIO CON RICARDO GUADALUPE CEO HUBLOT DELLA CASA DI NYON

Di Paolo Gobbi

HUBLOT HA SCELTO una maniera del tutto originale di interpretare l’alta orologeria. Ce la racconta Ricardo Guadalupe, storico CEO della casa svizzera.

Con il Big Bang Tourbillon Samuel Ross avete rivoluzionato il design della collezione Big Bang. Perché questa scelta?

«Durante lo sviluppo del prodotto lavoriamo su tre pilastri fondamentali: il materiale, come il caucciù, la ceramica e lo zaffiro, il movimento come nei Masterpieces e nel Tourbillon Automatic, e infine, il design attraverso le nostre partnership con il mondo dell’arte: Sang Bleu, Orlinski e Murakami. Troviamo innovativo il design industriale di Samuel Ross e unirlo al nostro DNA Hublot, mantenendo le viti sulla lunetta e l’attacco del bracciale, ha generato un risultato molto interessante e dimostra ciò che sappiamo fare.»

Come è stato accolto dal mercato e dai vostri appassionati?

«L’orologio è stato venduto in edizione limitata in soli 50 pezzi: è dotato di una complicazione tourbillon automatico, con una cassa con struttura a nido d’ape. L’accoglienza è stata molto positiva: ho ricevuto molte richieste e abbiamo venduti tutti i pezzi in un paio di giorni. È stato il primo orologio fatto con Samuel Ross e ne faremo altre versioni in futuro.»

Vedremo questo disegno su modelli di normale produzione?

«Sì, l’idea è di farne uno all’anno ma vogliamo che rimanga un pezzo raro affinché diventi un’icona. Non saranno disegni integrati all’interno di una collezione di grande volume, lo scopo è che si parli del marchio e vogliamo utilizzare questi talking pieces per far sognare le persone.»

Alcuni vostri competitor stanno raddoppiando, se non triplicando, i prezzi di listino per gli orologi più importanti. Anche voi seguirete una politica di questo genere?

«Non siamo ancora ai livelli di marchi come Patek Philippe. Tuttavia, abbiamo prodotti che possono arrivare ad un livello molto alto, ma, almeno per il momento, la nostra intenzione non è raddoppiare

Ricardo Guadalupe, CEO Hublot

i prezzi ma adeguarli secondo la tipologia di orologio.»

La vostra è una produzione in gran parte dedicata ad un pubblico maschile. Quanto conta per voi la clientela femminile?

«Siamo passati da un 22% nel 2018 al 28% del 2022: la crescita è stata importante, soprattutto grazie al modello Big Bang One Click, disponibile in diverse colorazioni a seconda della stagione e con la possibilità di cambiare bracciale. Inoltre, abbiamo puntato su campagne pubblicitarie più al femminile grazie anche alla presenza di Chiara Ferragni, la nostra Brand Ambassador. L’obiettivo per il futuro è arrivare al 40% del pubblico femminile.»

Alcuni vostri modelli, come ad esempio quelli dedicati a Richard Orlinski sono spesso introvabili. Come riuscite a gestire gli ordini? Chi decide a chi vendere o meno l’orologio?

«Il nostro marchio ha una fan-base molto solida, gli hublotisti, che sono registrati nel sito per comprare i nostri orologi. Nelle 125 boutique Hublot nel mondo sono registrati i clienti più fedeli e, sulla base di queste, compiamo delle scelte.

Le persone che non possono essere accontentate subito le inseriamo in delle liste di riserva e creiamo edizioni successive per soddisfarle.

Allo stesso tempo non c’è bisogno di aspettare sei anni per acquistare un orologio: troviamo un equilibrio tra domanda e offerta che sia accettabile per il cliente. Alla fine, una volta ricevuta la lista dei clienti dalle boutique, la decisione finale spetta a me.»

Rimaniamo con Richard Orlinski. Perché Hublot sceglie degli artisti per personalizzare i suoi orologi?

«Siamo un marchio giovane e non possiamo competere con molti marchi tradizionali: per questo dobbiamo reinventare quello che succede nell’orologeria. Per Hublot dobbiamo andare oltre il mondo orologiero e trovare nuove ispirazioni collaborando anche con artisti che apportano sempre nuove idee e proposte innovative di alto livello.»

Hublot e Takashi Murakami hanno realizzato due NFT ispirati all’omonimo Classic Fusion. Ci racconta come è nata questa idea?

«Abbiamo regalato gli NFT (Non-fungible token) a tutti i proprietari degli orologi Murakami e alcuni li abbiamo venduti e il ricavato è stato devoluto in beneficienza. L’idea è venuta a Murakami stesso: un artista moderno e allineato alle nuove tecnologie. Siamo ancora all’inizio con gli NFT ma vogliamo vedere cosa può nascere dal contatto con un universo ancora inesplorato e nuovi potenziali clienti.»

Gli NFT sono il futuro del collezionismo o una mania del momento?

«Ancora non lo possiamo sapere. Dal canto nostro abbiamo fatto una prima esperienza, adesso vediamo cosa succederà: che valore avranno gli NFT e se ne faremo altri in futuro.»

Dall’alto Hublot Integral Ceramic Green, Sky Blue, Beige. Cassa 42 mm e bracciale in ceramica, movimento automatico Unico 2, serie limitata a 250 esemplari per colore, 23.800 euro. In basso a destra, Hublot Big Bang Tourbillon Automatic Purple Sapphire, cassa 44 mm in zaffiro, edizione limitata a 50 esemplari, 198.00 euro.

A proposito di nuove tecnologie, è vero che Hublot accetta i pagamenti anche in bitcoin?

«Sì, abbiamo già venduto ad un signore australiano che ha acquistato un orologio in bitcoin. Una delle precauzioni da prendere riguarda l’origine dei soldi, per questo c’è stato bisogno di un po’ di tempo per verificare la fattibilità dell’operazione.»

Introduciamo ancora un’altra tecnologia. Oggi si parla tanto di Blockchain legandolo al controllo della “storia” di ogni singolo orologio importante realizzato. Pensa che sia uno strumento importante per collezionisti ed appassionati?

«Hublot è già all’interno della Blockchain.

Ad oggi non utilizziamo più una garanzia fisica ma una non cartacea, la e-warranty. Attraverso la Blockchain ogni orologio che esce dalla produzione viene fotografato in alta definizione e identificato con un numero individuale.

Una volta venduto, viene attivata la e-warranty e tutte le informazioni dell’orologio vengono aggiornate all’interno della Blockchain che contiene lo storico di ogni prodotto: da quando esce dalla fabbrica, a quando viene venduto la prima volta, la seconda e via dicendo: ogni passaggio è garantito e certificato. Inoltre, grazie alla Blockchain, possiamo autentificare il prodotto; quindi, affermare se è un pezzo originale o meno.»

Non facciamoci mancare nulla: il Big Bang E ha riscosso, sin dalla sua presentazione, un grande successo. Oggi è regolarmente presente sul vostro catalogo. Amplierete l’offerta di questi smartwatch?

«Al momento vogliamo mantenere un’unica collezione che sarà però rinnovata a settembre con la versione per la coppa del mondo Qatar, sarà la terza variante del Connected. Questo orologio rappresenta la nostra voglia di esplorare tutte le tecnologie a disposizione, avendo contatti con aziende elettroniche che ci aiutano ad avere una visione più ampia del mondo. L’orologio “connesso” è una prova interessante a livello di sviluppo del prodotto, ma è una piccola porzione di Hublot in quanto il nostro business primario rimane l’orologio meccanico.»

Cosa ne pensano i collezionisti di questa vostra deriva tecnologica?

«È chiaro che le reazioni sono diverse: un collezionista di orologi meccanici non comprerà mai un Connected oppure c’è chi si interessa anche a diverse tipologie. Infine, esistono persone che ancora non conoscono il marchio ma che, grazie ad un orologio come questo, avranno modo di entrare in contatto con Hublot.»

L’apertura della vostra boutique a Roma, molti hanno pensato che fosse solo una vetrina; in realtà sta vendendo. Come sta andando?

«Grazie al ritorno del turismo a Roma, nel mese di maggio la nostra boutique ha raggiunto il record storico di vendite. Sono stato sorpreso dal numero di orologi acquistati e siamo sicuri che faremo un eccellente anno.»

Hublot Square Bang Unico Titanium Ceramic cassa 42 mm movimento automatico Unico 2 23.800 euro

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