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FOTOGRAFIA 1 / IL MARE
SAIL TIME
testo di Lara Mazza foto di Carlo Borlenghi
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CLASSE 1956, CARLO BORLENGHI RAPPRESENTA IL PIU’ ECCELSO RIFERIMENTO DELLA FOTOGRAFIA DI VELA AL MONDO NONCHE’ IL FOTOGRAFO UFFICIALE DELL’AMERICA’S CUP
LA FOTOGRAFIA è pura emozione, nonostante l’uomo non sia un osservatore oggettivo e neutrale. La vita che ci portiamo dentro diventa un filtro che usiamo per decifrare quello che avviene fuori ma nulla cattura le emozioni legate ai singoli momenti dello sport come la fotografia stessa. I fotografi sono veri e propri maestri di questi momenti che catturano gioia, dolore, dinamismo, performance, abilità, gioco di squadra, cercando di spiegare attraverso una immagine perché le persone amano così tanto lo sport. Carlo Borlenghi ci racconta i suoi esordi e ci spiega quanto sia affascinante immortalare uomini e donne che possono portare il loro corpo e la mente al loro massimo esponenziale. Come è nata la sua passione per la fotografia? «Per me è stato casuale. Ho sempre vissuto sul lago e tutti i miei amici andavano in barca. La fotografia è sempre stata il mio hobby perciò mi invitavano a fare qualche foto mentre navigavano. Ho iniziato così. Avevo la camera oscura, sviluppavo a casa e questo era tutto.»
Qual è stato il punto di svolta? «Tutto è nato da un incarico ufficiale, nel 1979-80. Capitò a un certo punto di avere l’occasione di vendere delle foto a un caporedattore dell’Uomo Vogue il quale, dopo un mese, mi chiamò avvisandomi che la sua casa editrice, la Conde’ Nast, avrebbe lanciato un nuovo mensile dedicato al mare che si chiamava Uomo Mare Vogue, perciò mi chiese se volevo lavorare per loro. Io accettai. L’Uomo Vogue aveva già un inserto dedicato alla moda sportiva ma decisero di trasformarlo in un magazine a sé. E’ stata una vera fortuna.»
Anche il mare e lo sport sono stati casuali? Fra tutti i tipi di fotografia sono stati poi quelli che le hanno dato la possibilità di esprimersi nel modo migliore? «Inizialmente non volevo fare quel tipo di fotografia, il mio riferimento era Gianni Berengo Gardin, un fotoreporter di strada. Mi piaceva il reportage e all’epoca la scusa della vela era la possibilità di girare il mondo, mantenendo però la volontà di dedicare del tempo ad altro. All’inizio è stato così: andavo in Inghilterra per esempio e mi fermavo per fare un servizio di mia creazione. A quell’epoca era ancora facile vendere ai settimanali i reportage. Successivamente, con l’aumento del lavoro, non avevo più spazio e tempo per dedicarmi ad altro se non alla fotografia sportiva.»
E così il mare è diventato il suo focus... «Esatto, poi è diventato veramente il focus.»
Oltre alla volontà di scattare una bella foto che immortala un momento unico, irripetibile, cosa vorrebbe far percepire e far vedere alle persone quando guardano le sue fotografie? «Quando ho iniziato non sapevo cosa volesse dire la fotografia nautica. Allora non esisteva internet, non potevi documentarti in alcun modo se non vedere di persona. Fu grazie ai miei amici navigatori che scoprii che in Inghilterra esisteva una famiglia di fotografi di barche molto nota che si chiamavano Beken. Avevano un negozietto sull’Isola di Wight e facevano tutte le foto di queste barche magnifiche che passavano di lì. Ma non potevo consultare internet e informarmi. Così chiesi ai miei amici alla prima occasione di portarmi un libro, un calendario, qualche cosa che mi facesse capire cosa facevano esattamente. E così è stato. Mi portarono un libro dal quale cercai di evincere come scattassero. Se lo facevano loro che erano tutti bravi pensavo che avrei potuto farlo anche io. Così copia tutte le foto ma non ha funzionato perché guardando le mie foto e le loro, era indubbio che le mie erano brutte e le loro bellissime.»
Perché? «Erano trascorse due generazioni per cui le barche non erano più in legno ma erano estremamente moderne e meno attraenti di quelle d’epoca. Così capii che dovevo cambiare qualcosa per rendere bella anche una barca moderna. Ho iniziato a tagliare, a entrare nella fotografia, cercando di rappresentare la barca con una vela che sfuggiva via,
un’ombra o comunque un dettaglio rilevante. Non dovevo realizzare il ritratto della barca stessa ma era necessario entrare nell’azione della barca. E ho seguito sempre questa idea che poi ha funzionato e che da allora ho sempre sviluppato. Il mio obbiettivo è “portare a casa” un angolo nuovo. Presentare una barca senza farla vedere.»
Dopo tanti anni di attività, per lei la fotografia è ancora solo passione? «Lo è sempre stata e continua ad esserlo. Quando ho tempo libero, per esempio, torno nella mia casa sul lago e vado in giro a fotografare in assoluta libertà. Tutte queste fotografie per esempio sono già diventate un libro e due film per il Lago di Como. Lo faccio per passione anche se il tempo è poco.» Oggi come vede il mondo? E quanto è cambiata secondo lei la fotografia in questi anni? «La fotografia è in evoluzione continua, non finisce mai di stupirci vedere cosa la gente riesce a fare con la fotografia e delle idee che possono nascere. Che poi è il lato più umano che la fotografia ha. Grazie alla tecnologia moderna, che sta avanzando in maniera esplosiva, ci si può permettere di fare cose che quarant’anni fa erano quasi impossibili. Li si poteva considerare dei colpi di fortuna. Oggi abbiamo la possibilità di sviluppare molto di più la nostra fantasia e usare al meglio questa tecnologia per fare delle grandi cose.»
E se non fosse diventato un fotografo cosa avrebbe fatto? Ci ha mai pensato? «La mia fine probabilmente sarebbe stata quella di diventare un mediocre ingegnere triste, esattamente l’opposto.»
Per fortuna così non è stato… «Esatto… (ride)»
Uno dei momenti speciali dell’Italia Yachts Sailing Week è stato il Barbecue party sulla terrazza dello YCCS dove gli armatori hanno cenato ammirando la baia di Porto Cervo al tramonto. Il Segretario Generale dello YCCS, Edoardo Recchi, insieme a Daniele De Tullio, Ceo di Italia Yachts, hanno ringraziato tutti gli armatori e i team presenti a questo primo appuntamento sportivo di Italia Yachts. In alto a sinistra, Susanna Vitulano armatrice di Italia Yachts.