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PAOLO CATTIN

PAOLO CATTIN

IL SIGNORE DELLE LANCETTE

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UNO SGUARDO SUL MERCATO DELLA BELLA OROLOGERIA CON L’AUTORE DI INVESTIRE IN OROLOGI DI LUSSO

Di Paolo Gobbi Foto di Luca Garbati

Nato a Vercelli, dopo il diploma di Maestro d’Arte, Paolo Cattin conseguito all’Istituto Benvenuto Cellini di Valenza, ha lavorato come orefice e incassatore presso alcune ditte, tra le quali “Gioielli di Mario Fontana”. Dopo sette anni di laboratorio orafo si è trasferito nel negozio di Vercelli al fianco di suo padre Mario Cattin, esperto orologiaio, dove si è specializzato nel commercio di orologi d’epoca e da collezione, così da completare la propria formazione in campo orafo-orologiero.

Ha lavorato inoltre per alcune case d’asta, tra le quali la “Meeting Art” di Vercelli e “Antiquorum”, e collaborato alla realizzazione del libro “Collezionare Orologi da Polso” edito dalla Mondani editore. Dal 2001 al 2012 si è occupato del negozio di Milano, portando l’azienda ad essere la prima realtà in Italia nell’acquisto di preziosi a livello professionale, per poi replicare la stessa attività in Svizzera a partire dal 2014 con Day Trading. Ora Paolo Cattin è un collezionista di orologi di lusso di fama internazionale ed è proprietario della più grande collezione al mondo di Rolex Daytona nati con il cinturino in pelle. Questa posizione di prestigio gli permette di essere sempre in contatto con i più importanti player a livello internazionale, e lo rende in grado di fare delle offerte di acquisto molto professionali.

“Ambrosiano” per Paolo Cattin è un nuovo progetto dedicato ad un pubblico esigente, che crede nella professionalità e nella qualità del servizio dedicato a chi desidera vendere i propri oggetti preziosi. Infine, per i pochi che ancora non lo sapessero, Paolo Cattin è autore di Investire in orologi di lusso, un vero e proprio best-seller per il mondo dei segnatempo, primo di una seire vi volumi dedicata a chi vive le lancette con passione.

Cosa sta succedendo oggi nel mondo dell’orologeria?

«Tecnicamente la tecnologia a supporto del mondo delle lancette ha raggiunto dei livelli stratosferici. Di conseguenza non è così raro prendere in mano un orologio che costa 10.000 oppure 15.000 euro ed avere la sensazione che valga tre o quattro volte tanto. Questo perché la tecnologia ha fatto dei passi in avanti enormi.»

In Alto, Paolo Cattin, figlio d’arte e commerciante da oltre quarant’anni, autore del libro Investire in orologi di lusso. Oggi è uno dei maggiori esperti nel settore orafo orologiero oltre ad essere collezionista di fama internazionale.

A sinistra, Rolex Daytona ref. 16519 Sodalite otto brillanti 1997. A destra, ref. 16519 grossulaaria 8 brillanti, 1997. Sono gli unici Daytona che montano quadranti in pietra.

Nella pagina accanto, un quadrante prototipo in lapislazzuli, mai commercializzato, montato su Rolex Daytona ref. 16518 del valore di oltre cinque milioni di euro.

In questa pagina quattro Rolex Daytona ref. 16519. Da sinistra, un prototipo quadrante color mela mai commercializzato; un rarissimo, probabilmente unico, quadrante bianco virato panna; un quadrante salmone prototipo realizzato in otto esemplari; un quadrante bianco numeri arabi. Quattro pezzi assolutamente straordinari.

IN QUESTA PAGINA Due Rolex Daytona ref. 16518, in alto per Beyer (comprato direttamente da Beyer, completo di scatola e garanzia, verificato) e in basso per Tiffany (venduto in asta da Phillips, completo di scatola e garanzia, verificato).

NELLA PAGINA ACCANTO Da sinistra, uno dei Daytona oro/pelle più rari del mondo, fino ad oggi inedito: ref. 16559, successivamente prodotto come Leopard con l’arrivo nuova meccanica; ref. 16589 Ruby con quadrante grossularia, l’unico al mondo conosciuto con anche la specifica del quadrante scritta sulla garanzia; ref. 16599, full set, quadrantw pavé, incici e lunetta in zaffiri blu. Un esempio?

«Basta osservare attentamente un Daytona in Oystersteel da 12.800 euro: studiandolo nei minimi particolari si ha un valore percepito di 25.000 euro, non di meno. Dai materiali alla loro lavorazione, la qualità del quadrante, delle lancette, le finiture maniacali. Tutto questo, ritornando ad un discorso generale, non è assolutamente da sottovalutare, perché è uno degli elementi che ha fatto sì che questo mercato avesse lo spazio di crescere com’è cresciuto. Nella sopravalutazione odierna, lo ripeto, c’è anche un motivo che riguarda la tecnologia.»

Ma allora è solo una motivazione tecnologica?

«No. In una società dove grazie all’online si muove tutto ad una velocità incredibile, entra in gioco anche il fattore emotivo. Un esempio, se devi andare ad una cena con un personaggio di un certo tipo, oppure in un ambiente dove devi fare una figura importante, cerchi di adeguarti nel più breve tempo possibile e l’orologio per l’uomo è sempre il massimo segno di distinzione.» La soluzione?

«La mia è futuristica: togliere i prezzi di listino e lasciare che i commercianti vendano al prezzo che desiderano, anzi al prezzo di mercato. Certo, tutto questo con il consenso della Casa madre.»

Quindi alzare comunque i listini?

«Se lo facessero, prima di tutto ci sarebbe un’immediata selezione naturale. Dopo di che la visuale diventerebbe di nuovo nitida.»

Torniamo a Paolo Cattin. Pur vivendo nel mondo dell’orologeria ti consideri un collezionista?

«Assolutamente sì. Lo dimostra il fatto che ho acquisito tanti pezzi senza badare al loro prezzo, ma inseguendone soltanto la qualità o la rarità.»

Consiglieresti di fare lo stesso anche agli appassionati?

«In questo momento nell’orologeria c’è veramente troppa gente che specula. Al vero appassionato consiglio di acquistare seguendo l’istinto, la libidine di possedere uno specifico modello, non l’investimento. Altrimenti

sembra che stiamo acquistando qualcosa dal ferramenta. Il segnatempo occupa una sfera anche culturalmente rilevante, non può essere banalizzato.»

Abbiamo fino ad adesso parlato di modelli contemporanei: cosa pensi del mercato del vintage?

«Qui la situazione è ben diversa, in quanto il mercato del vintage è ben consolidato e in crescita: se l’orologio è di qualità e abbastanza raro, si trova con sostanziale facilità il cliente disposto a pagarlo al suo corretto valore. Inoltre nel caso dei modelli d’epoca, le flessioni che abbiamo osservato sin dagli anni ’90, sono sempre state riprese e il mercato si è sempre risvegliato, naturalmente mettendo al primo posto la qualità.»

Quindi la qualità nel vintage è vincente?

«Sì. Nelle aste internazionali i pezzi più importanti raggiungono aggiudicazioni stratosferiche.»

Mettiamoci dalla parte di chi compra: quale consiglio daresti a chi si approccia al collezionismo delle lancette?

«Consiglio di prendere un orologio di qualità, guardando al prezzo ma neanche troppo e scegliendo qualcosa di insolito, di non visto.»

Non sono cambiati anche i clienti? Ad esempio, oggi sembra che tanti giovani o giovanissimi, spesso asiatici ma non solo, si stiano appassionando all’orologeria.

«Il mercato altissimo oggi viene movimentato proprio da chi, spesso giovane o giovanissimo ma con delle disponibilità economiche importanti, vuole un determinato modello “subito”. In quel momento esatto le quotazioni raggiungono il massimo, ma a quel tipo di cliente interessa poco o nulla quanto spende, vuole solamente indossare immediatamente l’oggetto del desiderio.

C’è però un modello che è al centro dei tuoi interessi.

«Il Daytona con il cinturino in pelle. È diventato l’oggetto dei miei desideri ma anche la mia principale collezione.»

AMBROSIANO

Ambrosiano ha l’obiettivo di essere un punto di riferimento per la clientela di fascia media e alta che sa premiare la qualità del servizio, dell’ambiente e dell’esperienza nel suo complesso.

Milano Via del Bollo, 7 Tel. 02 49 51 92 60 info@ambrosianosrl.it

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