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A. LANGE & SÖHNE

A. LANGE & SÖHNE

L’ELEGANZA DELLA MECCANICA

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IL CONCORSO D’ELEGANZA DI VILLA D’ESTE È UNO DEI PIÙ IMPORTANTI APPUNTAMENTI MONDIALI PER QUANTO RI<GUARDA IL MONDO DELLE AUTO D’EPOCA. IN MEZZO A SPETTACOLRI FUORISERIE, ABBIAMO INCONTRATO ANTHONY DE HAAS, DIRETTORE DEL REPARTO SVILUPPO PRODOTTO DELLA CASA TEDESCA

Di Paolo Gobbi

LO SCORSO MAGGIO, nello splendido scenario di Villa d’Este sul Lago di Como, si è svolto l’omonimo Concorso d’Eleganza, una delle manifestazioni automobilistiche più belle e importanti al mondo. Dal 2012, A. Lange & Söhne è partner di questo evento e anche quest’anno, come d’abitudine, la manifattura sassone ha premiato il vincitore della categoria “Best of Show” con un modello unico, realizzato appositamente per l’occasione. Per la cronaca quest’anno il riconoscimento è andato a Andrew Pisker, che con la sua Bugatti 57 S del 1937 è stato il favorito dalla giuria e dal pubblico. Il vincitore è apparso visibilmente entusiasta nel ricevere l’orologio, un 1815 Chronograph realizzato in oro bianco con il quadrante in oro rosa massiccio e il coperchio del fondello inciso a mano.

A Villa d’Este abbiamo incontrato Anthony de Haas, direttore del reparto Sviluppo Prodotto in A. Lange & Söhne, conosciuto e apprezzato dai tanti estimatori della marca per le sue doti tecniche e di comunicazione.

Villa d’Este: perché questa scelta?

«Siamo in questo evento straordinario dal 2012.

Il mondo dell’orologeria e quello dell’automobilismo sono collegati, c’è una certa sinergia. Le emozioni sono uguali. Rubando le parole al mio ceo Wilhelm Schimd: il Concorso è la celebrazione della bellezza, che non si rispecchia solamente nella splendente carrozzeria delle auto, ma anche sbirciando nel cofano motore. Questa bellezza è paragonabile a quella che caratterizza i nostri segnatempo.»

L’orologio per il vincitore della categoria “Best of Show” del Concorso d’Eleganza Villa d’Este è un esemplare unico, con coperchio fondello inciso e personalizzato. Il modello di serie, il 1815 Chronograph (senza coperchio del fondello) è realizzato in oro bianco o oro rosa e il quadrante nero o argenté ed è disponibile in argento massiccio. Il movimento è un calibro di manifattura Lange L951.5, Carica manuale, 60 ore di riserva di marcia.

Sotto, Anthony de Haas (55 anni), direttore del reparto Sviluppo Prodotto in A. Lange & Söhne. A destra, Andrew Pisker accanto alla sua Bugatti 57 S del 1937 con cui ha vinto il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este.

Se qualcuno le chiedesse un Lange pezzo unico, magari con raffigurata una delle auto che vediamo qui a Villa d’Este?

«No, non realizziamo orologi personalizzati. La nostra produzione è già contenuta, tanto da considerare ogni orologio speciale. Può capitare un cliente che ci chiede un’edizione speciale con qualche diamante. Ma sono veramente pochissimi e poi abbiamo già i nostri problemi con i modelli della produzione normale. Dopo il primo giorno di Watches and Wonders a marzo, il rappresentante mi disse: “Ma perché soltanto 250 esemplari dell’Odysseus? Ne avrei potuti vendere 500!” ed io: certo… ma siamo noi che non saremmo stati in grado di produrne 500!»

Sono ormai 18 anni in Lange & Sohne. Come fa a “rimanere sul pezzo”?

«Credo sia importante mantenere la propria mente “viva”, aperta e vigile, stando attenti a ciò che avviene intorno, sia nella propria industria ma anche al di fuori. Non pensare solamente agli orologi. Come nella vita, ci sono gli alti e i bassi. Ci sono momenti in cui siamo un po’ scarichi, ma poi arrivano quei momenti di adrenalina. Tra i vari ruoli che ho, c’è anche quello di motivatore, stimolare il team. Non sono solo, non è un “One Man Show”, è un lavoro di squadra. Soprattutto con i tedeschi, che sono molto ‘seri’. Lo humour è terapeutico!

Poi ci sono le reazioni dei collezionisti e dei giornalisti, altro forte motore d’ispirazione. Credo che il modo migliore sia di lasciare che tutto fluisca, far sì che ti arrivi l’energia.

Inizialmente, sentivo il peso della pressione. Le idee non sempre mi venivano. Ma è normale! Non si possono avere idee nuove tutti i giorni! Per esempio, il Richard Lange e il Terra Luna sono nati in giorno. Abbiamo iniziato ad avere idee, a discutere, a far fluire le nostre energie creative. Poi abbiamo trasferito il tutto su delle bozze, dei disegni. Ed infine, su questi abbiamo iniziato a lavorarci sul serio. Abbiamo una serie di progetti su disegno che ci terranno impegnati per i prossimi 6/7 anni! Ovviamente non stiamo parlando di variazioni cromatiche oppure metalli diversi. Questo è lo standard. Si chiama gestione del ciclo di vita. Parlo di idee nuove, idee folli.»

Quanto tempo impiegate per arrivare dall’idea all’inizio della produzione in un orologio complicato?

«Per un grande complicato ci sono voluti otto anni. Per una ripetizione minuti cinque anni. Tra i miei compiti non c’è solo quello di creare orologi nuovi, ma se possibile, di creare un ampio know-how in maniera tale da lasciare un patrimonio reale di cultura ed esperienza.»

Facciamo cadere un mito: un orologio tedesco può essere divertente?

«Ma certo! Io sono olandese. I tedeschi hanno la reputazione di essere sempre seri e di base è vero. Ma sanno essere anche divertenti. Io li stimolo, li provoco. A volte sono serissimi, ambiziosi, esigenti. Ed è un bene, perché io stesso voglio arrivare

1815 CHRONOGRAPH che A. Lange & Söhne assegna tradizionalmente al proprietario dell’auto vincitrice della categoria “Best of Show”.

alla perfezione. Ma è bene allentare, lasciarsi andare e guardare altre prospettive da angolazioni diverse. Perché questo vuol dire evolversi. A volte il problema di questa nostra società, è che ci si prende troppo sul serio. Non bisogna cadere nella trappola di sentirsi troppo importanti.

Non lo siamo. Io stesso, sono uno degli ingranaggi di Lange. È una questione di squadra. Dipendiamo gli uni dagli altri. Gli altri ci vedono come seri, in realtà noi ci divertiamo a lavoro!.»

Odysseus ha inaugurato un nuovo capitolo per Lange & Sohne. Ora che sono passati tre anni dalla presentazione è possibile tracciare un primo feedback?

«Il feedback è pazzesco! Abbiamo una lista di attesa lunga tre anni! Ad essere sincero, non mi aspettavo un tale successo. Quando inizia a lavorare in Lange nel 2004, mi ritrovai i progetti lasciati dal fondatore e primo CEO di Lange, Günter Blümlein, il quale aveva già pensato di produrre un modello sportivo in acciaio.

Ad un certo punto, abbiamo deciso che fosse arrivato il momento di lavorarci. Il mondo dell’orologeria aveva già i suoi modelli iconici, come il Nautilus e il Royal Oak.

Noi dovevamo pensare a qualcosa di diverso, un nuovo volto. Quindi il team ricerca e sviluppo ci ha lavorato e il risultato è stato l’Odysseus. Indossare un orologio è un’esperienza emotiva. Non è un qualcosa di necessario, quindi si tratta di emozione. Abbiamo creato prototipi di diverse misure, diversi design. Ma alla fine, siamo riusciti a creare qualcosa di identificativo. Il feedback è stato eccezionale.»

Molti lettori si chiedono: visto che la richiesta è tanta, perché semplicemente non si aumenta la produzione?

«Credo che dobbiamo ancora recuperare l’effetto del lockdown. Per aumentare la produzione dobbiamo parimenti aumentare il numero degli orologiai e ci vuole tempo per questo. Inoltre l’orologiaio che lavora sulla produzione dell’Odysseus è lo stesso che lavora sul Lange 1, con la stessa specializzazione.

Certo, al nostro interno abbiamo una scuola di orologiai e il corso dura circa tre anni, ma si tratta di un corso di orologeria generale e in Lange, lavorano gli orologiai, non gli studenti.»

Il Lange 1 Tourbillon costa oltre duecentomila euro, circa lo stesso prezzo all’incirca di una Ferrari Portofino.

Ci spiega com’è possibile?

«Il Lange 1 Tourbillon è un orologio complesso. Ci vuole tempo per svilupparlo e realizzarlo. Per un Lange 1 con fasi luna ci vogliono circa 2 anni. Per un tourbillon, ci vuole di più. Inoltre, questo orologio richiede il lavoro manuale di un uomo. Ovviamente, è un macchinario a realizzare i componenti. Ma poi ci vuole un uomo per eseguire tutti i procedimenti artigianali. Per realizzare la gabbia di un tourbillon abbiamo 3 o 4 signore che ci lavorano e si tratta di un centinaio di pezzi piccolissimi. Ci vogliono circa 5 giorni solo per la gabbia. Poi, il movimento richiede 12 giorni. Per non parlare poi dei controlli e delle verifiche a cui sono sottoposti questi movimenti. Tutto questo ha un costo altissimo, che si riflette sul ridottissimo numero di esemplari che riusciamo a realizzare ogni anno: questo spiega il prezzo così alto, basato semplicemente su migliaia di ore di studio, sperimentazione e costruzione.»

Auto e orologi, lo stesso pubblico di appassionati e di compratori?

«Questi due mondi hanno molte similitudini. Molti orologiai hanno la passione delle automobili. A volte capita che un collezionista debba revisionare un orologio. Noi consigliamo una revisione ogni 8 anni. La spesa sostenuta per la revisione spesso sorprende il cliente. Ma noi lo spieghiamo con l’esempio della revisione di una macchina. Ogni anno necessita di una revisione. Per quanto la revisione di una macchina richiede la mano dell’uomo, a differenza di quello che accade con un orologio, non richiede uno smontaggio totale dei componenti eseguito a mano. Basti pensare alla complessità dei rubini, del bilanciere.»

Un Lange è un’investimento?

«Certo! Prendiamo come esempio l’Odysseus. Ci sono persone che speculano. Quindi curiamo con attenzione la destinazione di ogni modello. Noi vogliamo sapere dove va e soprattutto a chi va.»

Il Concorso d’Eleganza Villa d’Este, che come da ricorrenza anche quest’anno si è tenuto a maggio, ha ospitato sulle rive del Lago di Como le più affascinanti auto d’epoca provenienti da tutto il mondo e si è celebrato all’insegna della bellezza, dell’eleganza e della più alta raffinatezza meccanica.

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