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HAMILTON

HAMILTON

AL POLSO TRA DESIGN E TECNOLOGIA

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VIVIAN STAUFFER CEO DELLA MAISON TANTO AMATA DAGLI ITALIANI, RACCONTA LE NUOVE PROPOSTE 2022

Di Paolo Gobbi

CENTOVENTI ANNI DI STORIA, eppure Hamilton è ancora oggi uno dei marchi più giovani e dinamici dell’odierno mercato orologiero. Lo evidenzia anche l’ultimo nato, il Khaki Navy Frogman Automatic, tecnicamente la migliore scelta all’interno della produzione della casa per le avventure in mare. Per raccontarcelo, o meglio per raccontarci Hamilton, siamo andati a trovare a Milano il ceo Vivian Stauffer.

Ci racconti l’orologio che indossa ora al polso!

«Si tratta di una delle novità del 2022, sebbene ci siamo ispirati ad un modello storico degli anni 70 che all’epoca fu creato per la Royal Air Force. Abbiamo lavorato sulla cassa asimmetrica, sul calibro a carica manuale che avevamo già utilizzato l’anno scorso per un’altra collezione, la Intra-matic. Quest’anno abbiamo deciso di introdurlo nella cassa della collezione Aviation. Mentre, l’orologio che regolarmente indosso è il modello X Wind con cassa sabbiata.»

Da quando è il CEO di Hamilton, cosa si aspetta da questo brand?

«Sono diventato il ceo, ma lavoro in Hamilton dal 2007. Nel 2020, il Gruppo ha deciso di fare qualche cambiamento nei vari brand del gruppo e così mi è stata affidata la direzione di Hamilton.»

Un momento storico particolare…

«Direi un momento un po’ rivoluzionario, o meglio interessante. Cosa mi aspetto da Hamilton? Che prosegua il lavoro portato avanti in questi ultimi 15 anni. Ho avuto il privilegio di sostituire di Sylvain Dolla, il quale è passato a Tissot. Sylvain era uno che coinvolgeva le persone nella strategia e nello sviluppo del marchio e dato che facevo parte del management di Hamilton avevo già “il diritto alla parola” e abbiamo deciso insieme di proseguire con la stessa filosofia, perseguita negli ultimi 10 anni. Aggiungerei, con successo.»

Qual è stata la sfida più ardua di quest’anno?

«Non essere in grado di viaggiare liberamente. Soprattutto quando si vive un cambiamento di ruoli. Ora siamo finalmente pronti a condividere di nuovo le emozioni del Brand. Le faccio un esempio: in Korea, dove abbiamo un team che non ho mai incontrato di persona e con cui è stato difficile condividere le emozioni e interagire davvero.»

Hamilton Khaki Pilot Pioneer Mechanical Chrono riporta in vita la forma e la funzionalità dei crono della British Royal Air Force anni ’70. Cassa in acciaio 40 mm, movimento carica manuale H-51-Si. Costa 1.995 euro. Nella pagina accanto, Vivian Stauffer, ceo Hamilton. Al suo polso il Khaki Pilot Pioneer Mechanical Chrono.

Dopo la pandemia il mercato è cambiato. Si parla ora di marketing globale. Per Lei è una realtà o un’utopia?

«Sì, le cose sono cambiate. Non tanto in termini di marketing, quanto di distribuzione. Quando sei un marchio come Hamilton e hai tutti i negozi chiusi, devi essere pronto a presentare i prodotti in modo diverso. Per me “marketing globale” oggi significa avere un contatto diretto con l’utente finale attraverso le piattaforme social, internet. Questo ci consente di continuare a presentare i prodotti che sviluppiamo. Avevamo impostato questa forma di comunicazione già prima della pandemia. Siamo un marchio che aveva introdotto l’e-commerce già nel 2014, quindi di certo non era una novità. Tuttavia, ha di certo accelerato lo sviluppo di questa modalità di “comunicazione” e la nostra presenza nel mondo virtuale. Noi produciamo orologi, ma siamo diventati anche produttori cinematografici. Ogni anno presentiamo un cortometraggio per introdurre i nostri orologi.»

Questi video rappresentano un modo per vendere gli orologi o per raccontare?

«Presentare i nostri modelli e mostrare i dettagli dei nostri prodotti. La vendita si svolge sulle piattaforme e-commerce. Quindi direi che questi video vendono i nostri orologi in modo indiretto, ma non rappresentano lo scopo primario. Ossia, quello di raccontare e presentare.»

In un mondo che viaggia alla velocità della luce, gli orologi con una storia importanti come quelli di Hamilton hanno ancora un senso? In questo mondo in continuo cambiamento, la storia conserva ancora la sua importanza?

«Per me è importante. Certo, non è un “dovere” creare la storia di un prodotto. Ma noi abbiamo la fortuna di avere dei prodotti con una loro storia, e questo è fonte di costante ispirazione per i nostri designer. Tuttavia dobbiamo sfidare noi stessi. Non dobbiamo guardare indietro, osservare quello che già è stato fatto e replicare ciò che è stato creato 20 o 60 anni fa. Dobbiamo invece introdurre e presentare qualcosa di nuovo nel mercato e creare la storia di domani. L’obiettivo è che tra 30 anni si guarderanno indietro e diranno: “Wow! Guarda cos’hanno fatto 30 anni fa!”. Per raggiungere quest’obiettivo lavoriamo sui materiali, sui quadranti, sviluppiamo movimenti nuovi, design nuovi come il Frogman di quest’anno. Non si ispira a nessun modello del passato. Ha una sua storia, ma oggi è un qualcosa di completamente nuovo: ha una nuova cassa, è una collezione nuova, un nuovo volto.»

Le persone lo hanno capito?

«Vedremo! Lo dobbiamo ancora presentare. Lo faremo a giugno e vedremo quale sarà la reazione. Si tratta di un modello con una forte personalità e con una storia più ridimensionata, quindi non si può capitalizzare su qualcosa non è stato prodotto

Sopra e a destra, Hamilton Khaki Navy Frogman Automatic, cassa 46 mm in acciaio, movimento automatico, dotato di una protezione della corona dalla forma unica, e di un cinturino in caucciù ondulato. Costa. 1.175 euro. Disponibile tutto nero, 1.275 euro.

Hamilton American Classic PSR Digital Quartz, con un display digitale ibrido LCD e OLED, i numeri in stile “digit dot” rossi possono essere letti con un solo sguardo durante il giorno e premendo un pulsante di notte. Cassa 40,8mm x 34,7mm. Costa 975 euro. prima. Quindi vedremo! Il modello X Wind ha una storia più recente, circa 10 anni, ma è ormai parte della nostra famiglia.»

Il collezionista italiano ama Hamilton. Si tratta di un amore corrisposto?

«Assolutamente sì! Ed è per questo che stiamo qui! Il mercato italiano è speciale, per il modo in cui percepisce il trend. Quello che sviluppiamo per il mercato italiano, funziona bene ne resto del mondo. Dal mio punto di vista, ci sono solo due mercati che funzionano in questo modo: l’Italia e il Giappone. Condividono lo stesso modo di “sentire” il mercato!»

Abbiamo riscontrato un cambiamento nell’orologeria in questo periodo. Per voi è cambiata la distribuzione o la produzione?

«Nella distribuzione, il cambiamento è stato sancito dal mercato. Quindi è cambiata anche la produzione. Per Hamilton la sfida sta nel continuare ad introdurre sul mercato la qualità, il design e le emozioni. Il tutto ad un giusto prezzo. Per Hamilton l’obiettivo è di rimanere in questo segmento di prezzo offrendo questi elementi.»

Le boutique online rappresentano un valore aggiunto o un problema per la normale distribuzione?

«Oggi abbiamo 9 piattaforme online. Si possono acquistare gli orologi negli USA, in Canada, in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Giappone. Inizialmente, il retail tradizionale non era molto contento perché la vedeva come una competizione. Ma alla fine, non lo è. Infatti, ora sono ben felici perché rappresenta uno strumento che offre informazioni. Rappresenta una finestra sul mercato. Ora i nostri clienti navigano sul sito per raccogliere informazioni sul prodotto che poi andranno ad acquistare in negozio. Quindi, ora è diventato un mezzo di supporto.»

Le boutique Hamilton sono presenti in Giappone e in Cina, ma non in Europa.

«Non è nella strategia del Brand di sviluppare una rete di boutiques Hamilton. Personalmente, credo che si potrebbe pensare ad un punto negli USA. Potenzialmente si potrebbe pensare di aprire un punto in Italia per via di una forte consapevolezza del marchio.»

Hamilton è un orologio molto maschile, molto militare. Tuttavia, offre una collezione per le signore molto interessante.

«Oggi Hamilton ha un pubblico sia maschile che femminile. Consideriamo l’orologio Hamilton come un prodotto maschile, ma viene acquistato anche dalle donne. Abbiamo infatti una linea dedicata a loro, che peraltro riscuote successo. La collezione femminile rappresenta per noi un’opportunità e ci stiamo lavorando.»

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