the lifestyle Ebike magazine
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â—† In copertina Roberto Fabbri in questo 2020 vincitore di tutti i campionati: Italiano Enduro e Cross e Wolrld Cup. Foto di Fabio Principe
FOTO Davide Messora Fabio Principe Marcello Motisi
HANNO COLLABORATO Luca Baccini Davide Mariani Davide Messora Marcello Motisi Fabio Principe Riccardo Tagliabue
PROGETTO GRAFICO Cristina Balestrini CB-studio.eu
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TESTI Davide Messora Riccardo Tagliabue
DIAMO FORMA ALLE TUE IDEE ABBIGLIAMENTO TECNICO DA MOTOCROSS, ENDURO E MTB MADE IN ITALY ABBIGLIAMENTO SPORTIVO PERSONALIZZATO ABBIGLIAMENTO PER TEAM STAMPE GRANDE FORMATO PER TENDE E HOSPITALITY
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E-CROSS ITALIANO ELETTRIZZANTE Redazione E-Inside e F.Principe
E-CROSS MONDIALE UNICO Redazione E-Inside e M.Motisi
L’INTERVISTA NICOLE BALDINI Redazione E-Inside
NEWS VENT & PATRIZI
NEWS PIRELLI
CONSIGLI DEL FISIOTERAPISTA Rientro dall’infortunio di Luca Baccini
CONSIGLI DELL’OSTEOPATA Il mal di schiena è un problema da “adulti”? di Davide Mariani
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contenuti
E-ENDURO FMI - GIANLUCA AVENOSO Redazione E-Inside
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E-ENDURO 2020 I VINCITORI di F.Principe, M. Motisi, R.Tagliabue
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VIVI LA MONTAGNA
UNA MONTAGNA DI SPORT 6
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i conclude il campionato 2020, dopo 6 prove impegnative che hanno visto tanti riders darsi battaglia, ma a vincere sono stati coloro che hanno saputo sfruttare al meglio il proprio mezzo e le capacità tecniche e hanno dimostrato di avere una buona condizione fisica. Una stagione che ha dato alla Federazione Motociclistica Italiana e all’organizzatore Off Road Pro racing tante informazioni utili per i prossimi anni. La prova conclusiva si è tenuta in Toscana, a Bibbiena, gara bella in stile enduro come la prima di Ponte Oglio, con salite e discese impegnative sulle quali ci sono stati tanti colpi di scena. Per tutta la stagione si sono visti tanti nomi importanti darsi battaglia al vertice, piloti che provenivano dall’enduro, alcuni in attività come Thomas Oldrati altri ex come Stefano passeri, ma tanti altri di altissimo livello che hanno sfiorato i gradini più alti del podio. Una prova bellissima voluta dagli organizzatori, spostando la location iniziale per andare più verso il centro Italia. Due speciali molto tecniche, con belle salite e discese, che hanno messo a dura prova la tenuta dei concorrenti e
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2020 i VINCI Testo Riccardo Tagliabue Foto di Fabio Principe e Marcello Motisi
anche dei loro mezzi sui tre giri disputati. Un campionato che è andato in crescendo con 6 eventi su diversi tipi di terreno e con diverse prove: da fettucciati pianeggianti, a salite e discese su terra, ghiaia e sassi, dai pendii nei boschi a terreni collinari. Campionato che si è aperto per la prima prova il 6 agosto a Ponte Oglio e a seguire 6 settembre a Chieve, 27 settembre a Sezzadio, 4 ottobre a Casale Monferrato e il 25 a Salsomaggiore, concludendo il 15 novembre proprio a Bibbiena. Tanti concorrenti si sono alternati sui vari podi, ma quelli da battere si sono visti fin dalle prime gare. Un campionato che ha riscosso un grande successo tra i partecipanti e ha dato tante informazioni utili per il futuro sia alla Federazione che all’organizzatore, soprattutto grazie ai bellissimi rapporti che si sono instaurati con tutti i concorrenti. Diverse le case produttrici che si sono affacciate a queste competizioni, dimostrando quanto interesse ci sia intorno al campionato fortemente voluto dalla Federazione Motociclistica Italiana, tutto adesso è rimandato al 2021! ◆
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Over 35
◆ Nel Campionato il secondo posto di Roberto Fabbri nell’ultima prova di Bibbiena gli ha permesso di aggiudicarsi il campionato assoluto, davanti al tenace Stefano Passeri e a Davide Burini. Fabbri conclude una grande stagione nella E-Bike con la sua Fantic.
Roberto Fabbri
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â—† Nella Over 35 e 50 a Bibbiena ha vinto Stefano Passeri su Fulgur-Polini. Un grande risultato per il forte pilota del MC Lumezzane che nella classe fino a 35 trionfa davanti a Roberto Fabbri, con il quale ha duellato a distanza sul filo dei secondi per tutta la giornata, e al terzo classificato Marco Mazzi. Mentre nella Over 50 Passeri vince davanti a Mauro Secomandi ed Enrico Carnevali.
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Under 35
◆ Nella a vincere il Campionato 2020 è stato Andrea Sassoli su Husqvarna, nonostante nell’ultima gara non abbia brillato concludendo solo al sesto posto, ma che gli è stato sufficiente per aggiudicarsi il titolo Italiano.
Andrea Sassoli
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Thomas oldrati â—† Al secondo posto assoluto nella classifica di campionato Under 35 Thomas Oldrati, che ha alternato la stagione con le moto da enduro, visti i suoi impegni di alto livello internazionale, mentre sul terzo gradino del podio sale Mattia Secomandi.
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nicole baldini tumminello Woman
◆ Nella categoria nell’ultima prova a Bibbiena si è rivista la battaglia tra Nicole Baldini\ Tumminello su Atala e Michela Mazzoni. Nicole ha riscattato la prova precedente dove era rimasta vittima di un guasto tecnico, andando a vincere davanti alla sua amica e avversaria. Con questo risultato la “pilotessa”, già vincitrice della prima prova di Ponte dell’Oglio, si aggiudica il titolo riservato alla categoria femminile, proprio davanti alla Mazzoni.
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romano vicini
Open
◆ La era una categoria in cui il titolo era già stato assegnato con una prova d’anticipo al simpatico e agguerrito Romano Vicini, in sella alla sua veloce Sur Ron. Nell’ultima prova è salito sul terzo gradino del podio e a vincere è stato Paolo Sottosanti, seguito dalla lady Giulia Gheza; quest’ultima ha preso parte a questa categoria e non alla femminile per via delle specifiche tecniche della sua bici. In campionato al secondo posto dietro a Vicini arriva Matteo Bresolin e al terzo Giuseppe Vigani.
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AROLA ALLA “FEDERAZIONE MOTOCICLISTICA ITALIANA”
◆ Gianluca Avenoso, responsabile del settore E-Bike: “Bibbiena è stata la cornice ideale per concludere la stagione E-Bike. Una gara enduro in formato 2021, organizzata perfettamente dal Moto Club Alto Casentino, che ha riscosso l’apprezzamento di tutti i piloti presenti. Una stagione 2020 che, nonostante la pandemia, ha fatto registrare un successo superiore alle aspettative. Un ringraziamento particolare al promotore, la società Off Road Pro Racing, che ha creduto fortemente nel progetto ed è stata fondamentale nella sua realizzazione. Abbiamo gettato le basi per un 2021, che siamo certi, sarà ricco di soddisfazioni”
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Testo della redazione E-Inside Foto di Fabio Principe
iccardo Boschi nella Open, Roberto Fabbri nella Over 35 e Andrea Pignotti nella Under 35 sono
i Campioni Italiani 2020. Per la finalissima di questo primo campionato della E-Bike Cross il circus è arrivato sull’impianto “Bisalta Motor Park” di Boves, nell’area polivalente per lo sport gestita da Claudio Becchis con il MC Drivers di Cuneo. Una pista ben allestita con tratti differenti: una parte tecnica e molto guidata e una veloce e scorrevole. Un campionato partito il 20 giugno a Carpi, per poi proseguire il 4 luglio a Verolanuova, il 18 luglio nuovamente a Carpi, il 29 agosto a Bovolenta e poi questa prova conclusiva il 17 ottobre in Piemonte. A Boves per l’ultima gara dell’anno molti sono stati i colpi di scena che hanno contraddistinto le manche e nulla è stato scontato fino alla fine: rotture meccaniche, alcune cadute e tanti sorpassi soprattutto nella finale della “Under-Over 35”. Alla fine tutti i piloti erano molto stanchi e provati a dimostrazione che anche con le E-Bike bisogna essere ben allenati e disposti a fare fatica. Diverse le marche di bici che si sono presentate in questo campionato a dimostrazione del grande interesse
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da parte delle case. Anche il livello dei concorrenti è cresciuto durante la stagione e soprattutto hanno appreso sempre di più come utilizzare le caratteristiche dei propri mezzi e fare il giusto setting, a secondo delle condizioni del tracciato. La Federazione Motociclistica Italiana, dalle parole del suo Coordinatore di specialità Gianluca Avenoso, ha confermato l’impegno della stessa federazione dopo la bella stagione di quest’anno anche per il 2021 e gli anni a venire. Chiaramente un anno impegnativo non solo dal punto di vista sportivo, ma anche per la pandemia che ha colpito il nostro paese e non solo, che ha in parte condizionato il calendario. Siamo arrivati ad ottobre a chiudere la stagione, ma il tempo ci ha graziato e ha regalato una fresca ma soleggiata giornata. Al podio tutti i protagonisti hanno positivamente giudicato sia la gara odierna che tutto il campionato e quindi ci si saluta certi di ripartire ancora più consapevoli delle possibilità della disciplina ed avendo appreso tante indicazioni utili per l’anno prossimo. ◆
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â—† Ultimum bonorum, quod nunc a me defenceitur; Sed fortuna fortis; Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Hoc loco tenere se Triarius non potuit. Sit hoc ultimum bonorum, quod nunc a me defenceitur; Quae cum magnifice primo dici viderentur, considerata minus probabantur.
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ClaSSE OPEN ◆ La vittoria assoluta del campionato di questa cateogira è andata a Riccardo Boschi, che nell’ultima prova di Boves ha concluso due volte al quarto posto, in una giornata non proprio al top, ma che gli vale comunque la medaglia d’Oro.
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ClaSSE U-35 ◆ A Boves due manche tiratissime nella categoria riservata ai giovani, dove si sono dati battaglia in tanti e non si sono certo risparmiati. A spuntarla nelle classifiche riservate agli Under un grande Andrea Pignotti, che precede sul podio dell’assoluta Cristian Comastri e Luca Caramellino.
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Pignotti nella prima manche è giunto terzo assoluto, mentre nella frazione conclusiva è arrivato secondo, in entrambe le batterie ha sempre dato del filo da torcere hai suoi avversari, dimostrando un gran feeling con il proprio mezzo. Risultati che lo hanno portato a vincere il titolo di Campione Italiano 2020.
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ClaSSE O-35 ◆ Grande prova in questa ultima prova di Roberto Fabbri, fedele alla sua Fantic ha dimostrato un ottimo stato di forma. Due manche in cui ha dovuto lottare con i suoi avversari con tantissimi sorpassi: sia in gara 1 che in gara 2 contro Fabrizio Bartolini e Andrea Pignotti. Bellissime manche che hanno portato Fabbri a salire sul podio grazie a due vittorie, precedendo nella sua categoria Bartolini e Gianni Meschini. Nell’assoluta Fabbri vince la medaglia d’Oro con un grande punteggio, aggiudicandosi ben 4 gare sulle 5 disputate quest’anno.
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◆ Manuel Iacopi su Fantic ha corso perfettamente fino all’ultimo, quando ha avuto un problema e questo ha avvantaggiato i suoi avversari capitanati da Mitja Sorn in sella alla sua Qulbix, che è andato a vincere, precedendo Romano Vicini sempre fedele alla Sur Ron. In gara 2 Mitja Sorn ha condotto una bellissima gara precedendo Iacopi e Vicini, quest’ultimo vincitore della Veteran. La classifica di giornata vede Sorn aggiudicarsi il primo posto del podio, seguito da Vicini e Iacopi.
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mondia unico Testo della redazione E-Inside Foto di Marcello Motisi
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talia Francia 2 a 1
La Wold Cup della E-Bike Cross si è disputata in prova unica sul circuito in provincia di Cuneo a Boves. Dopo la gara del 2019 durante il mondiale MX a Imola, che aveva già riscosso un buon successo, quest’anno si è replicato e la Federazione Motociclistica Internazionale ha consegnato i tre titoli in palio: due agli italiani, con Fabbri e Comastri, rispettivamente nella EX-1 ed EX-2, e uno ai francesi con Soldevila nella EX-PPROTO.
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Anche questo campionato possiamo dire che è stato condizionato dalla pandemia mondiale del Covid, visto che è capitato alle porte del secondo lock down internazionale e sicuramente ha tenuto lontani diversi concorrenti internazionali. Alcuni francesi, diversi italiani e pochi altri piloti giunti da oltre le Alpi, nonostante la scelta della location fosse stata fatta proprio per agevolare l’arrivo da parte di diversi riders provenienti dall’Europa, essendo vicino al confine con la Francia e decisamente al nord. Di certo questo non ha tolto valore ne ai titoli assegnati ne alla qualità delle gare a cui si è assistito, dove il livello si è dimostrato molto alto e nessuno si è certo risparmiato. ◆
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EX-PROTO Gaylord Soldevila ◆ Categoria riservata ai mezzi più performanti, da 500 fino a 5.000 Watt, limitate a 45 Km.h e peso massimo 60 Kg. Soldevila nella prima manche ha saputo sfruttare bene il guasto tecnico di Sorn, andando a vincere dopo aver tenuto il secondo posto per tutta la frazione proprio alle spalle dello sfortunato Sorn. In gara 2 all’abbassarsi del cancelletto Soldevila scatta bene e prende il comando della batteria e andava a vincere davanti a tutti, con qualche bel sorpasso con i suoi avversari, che non gli hanno reso facile fino all’arrivo sotto la bandiera a scacchi in prima posizione. Il podio mondiale vede vincitore assoluto così il francese Soldevila e al secondo posto l’italiano Boschi, mentre terzo lo sfortunato sloveno Sorn.
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â—† Nella prima manche scatta al comando lo sloveno Mitja SORN su Qubis, ma a metĂ gara purtroppo deve abbandonare per guasto meccanico, che lo costringe a rinunciare a gara 2.
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◆ Riccardo Boschi, in leggera difficoltà rispetto ai suoi avversari, è riuscito comunque a portare a termine le due manche e questo gli ha permesso di salire sul secondo gradino del podio.
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EX-1 roberto Fabbri â—† In questa classe riservata a mezzi fino a 250 Watt e limitata a 25Kmh, Roberto FABBRI su Fantic non ha avuto rivali con due vittorie davanti ad un agguerritissimo Andrea Pignotti su Giants. I due hanno dato vita a bellissimi duelli che hanno infiammato il pubblico presente e gli accompagnatori dei vari piloti. Al termine entrambi erano veramente stanchi e provati, dimostrazione che non si sono certo risparmiati.
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Andrea Pignotti
â—† Affaticati i primi due come il terzo classificato, il francese Adrien FRETIGNE (Husqvarna). Il podio del mondiale vede cosĂŹ due italiani al primo e secondo posto, rispettivamente Fabbri e Pignotti, seguiti dal francese Fretigne.
Adrien fretigne
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EX-2 Cristian Comaschi ◆ Cristian COMASCHI sulla sua Svm, vince la categoria riservata ai mezzi fino 500 Watt e limitata a 45 Km.h. Per lui un grande ritmo durane le due manche, addirittura in gara 2 è stato al comando dell’assoluta per diversi giri, davanti anche ai mezzi più performanti della PROTO. Sul podio del mondiale tutti i piloti si sono dichiarati molto soddisfatti della gara e unanimi nei complimenti all’organizzazione.
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manuel iacopi
â—†Alle spalle di Cristian Comaschi in entrambe le frazioni altri due connazionali: Manuel IACOPI su Sem e Giuliano BOSCHI su Fantic.
giuliano boschi
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Intervista di Riccardo Tagliabue - Foto di Davide Messora e Fabio Principe
a E-Bike è una disciplina in grande espansione, uno sport che è una via di mezzo tra il piacere di pedale e la voglia di fare lunghe passeggiate e che si sta trasformando in agonismo. Grazie a queste bici con la pedalata assistita i tragitti che si possono compiere sono più lunghi e forse meno impegnativi, ma a detta di tutti quelli che partecipano al campionato italiano, quando si fa sport la fatica è la stessa, solo che si va più veloce e si fanno più chilometri. Da quest’anno esiste sia un campionato E-Bike Enduro che Cross e noi abbiamo deciso in questo numero di intervistare colei che ha vinto la categoria “Woman” Enduro. L’abbiamo vista molto impegnata fin dalla prima prova a Ponte Oglio, una gara impegnativa tra boschi e mulattiere, condizioni che non hanno certo messo a proprio agio i neofiti. Nicole se l’è cavata molto bene e ha vinto il campionato organizzato e gestito dalla Federazione Motociclistica Italiana con Off Road Pro Racing.
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Ciao Nicole, quest’anno è nato il Campionato Italiano e-bike Enduro della FMI e tu hai deciso di partecipare fin dalla prima gara, cosa ti ha spinto a provare queste competizioni? Allora ad essere sinceri è stata Michela (una delle mie migliori amiche). Ricordo che nella settimana precedente alla gara mi chiamava tutti i giorni per cercare di convincermi a contattare un medico sportivo con cui fare una visita per poter partecipare (mi mandava su WhatsApp i numeri dei vari dottori). Così ho partecipato un po’ per solidarietà per lei, che altrimenti sarebbe stata sola. Poi anche per provare e vedere come sarebbe andata, senza nessuna pretesa, per me l’importante è stato chiudere i tre giri.
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Che tipo di bici usi e come ti trovi con la pedalata assistita?
La mia è una Bergamont, biammortizzata. In generale posso dire di trovarmi molto molto bene, purtroppo ci sono ancora molti pregiudizi a mio avviso sull’e-bike, infondati. Per me, che spesso tra lavoro, studio ho poco tempo per potermi godere i miei boschi, avere una bicicletta elettrica mi consente nello stesso intervallo di
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tempo di poter fare percorsi più lunghi (e per me più discesa). Inoltre amo molto pedalare anche in salita perché, se con la muscolare devi impegnarti nello sforzo, con questa puoi anche guidarla e divertirti, insomma la guidi sia in salita che in discesa. Il lato negativo diciamo che forse è il peso, personalmente un pochino sento che mi penalizza nell’agilità, in particolare dove ci sono percorsi stretti, molto curvati. Attualmente utilizzo entrambe, sia muscolare che elettrica, lo sforzo indubbiamente lo abbiamo in entrambe, differente ma posso assicurare che entrambe sono allenanti.
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Hai una preparazione particolare per questo tipo di gare, che hanno sia percorsi che si sviluppano su fettucciati semplici e altri, come la prima prova a Ponte Oglio, con salite e discese impegnative tra le rocce e i boschi?
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No io non sono una professionista del mestiere e mi seguo da sola, non ho protocolli di allenamento (mi sono sempre allenata, ma non in modo specifico). Diciamo che cerco di fare ogni giorno quello che il mio corpo mi chiede, cerco di ascoltarmi molto e per me attualmente ciò basta. È da puntualizzare che comunque non basta allenarsi in modo blando e sporadicamente, comunque bisogna sempre cercare di dedicare del tempo all’attività motoria, io amo lo sport, per cui ne sento la necessità e amo la sensazione che mi dà sia durante che al termine dell’attività. Non potrei farne a meno.
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Quest’anno ti sei confrontata soprattutto con gli uomini, perché la categoria femminile non ha avuto tante concorrenti, come reputi questa sfida nella sfida? Non saprei onestamente dirti il perché, forse noi donne quando facciamo qualcosa non ci sentiamo mai abbastanza e pensiamo sempre che per poter intraprendere certe scelte si debbano avere chissà quali requisiti, per questo a volte fatichiamo a metterci in gioco, semplicemente per la paura di non essere abbastanza. Sicuramente anche perché vi è la necessità di promuovere maggiormente il settore, appunto semplicemente dimostrando che a partecipare sono donne di tutti i giorni, ciascuna con la sua professione e che non sono professioniste, ovvero il loro mestiere è al di fuori della bicicletta.
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“Amo molto la discesa e quello che ti fa provare, perché in quei momenti sei solo tu e la bici, il bosco e i suoi colori, per me è come una forma di meditazione.” 62
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Forse sarebbe anche carino promuovere dei corsi, magari con maestri dove poter imparare varie tecniche ed avere preziosi consigli.
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Le e-bike stanno diventando sempre più importanti sia per le case costruttrici che per gli organizzatori, come vedi questo futuro?
Mi permetto di poter parlare da neofita del settore, però posso dire che lavorando in una località montana ho visto questa estate che tantissime persone utilizzavano l’e-bike, questo è un segnale positivo perché ciò significa che le persone piano piano, ciascuno a modo proprio, si spinge verso un’attività sportiva anche in vacanza, dove anzi invece le persone tendono a riposarsi. Però è interessante vedere come le persone associno sempre di più il movimento con il riposo.
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Quanto ti alleni?
Se possibile mi alleno tutti i giorni: cerco di utilizzare il più possibile la bicicletta, non amo però la bici sa strada, preferisco stare in mezzo alla natura. Quindi, ti dicevo, bici quando possibile, soprattutto nei weekend dove nelle stagioni invernali devi per forza partire al mattino per avere un bell’intervallo di luce. A volte qualche notturna, ma in genere quando sono a casa dove conosco meglio i posti, altrimenti mi alleno in palestra e piscina (io diciamo che nasco più come sport d’acqua perché ho sempre nuotato e giocato a pallanuoto, nella squadra femminile del Piacenza finché ho iniziato a studiare medicina veterinaria. Dato che gli allenamenti erano numerosi e l’università era molto impegnativa perché con obbligo di frequenza, abitavo a Parma. Così ho continuato a nuotare, giusto per rimanere allenata. Poi ho conosciuto il mio attuale fidanzato, un appassionato di bicicletta. Lui correva in cross country, però poi si è appassionato da bici da dirt ed io ho iniziato subito con il down-hill, infatti la mia prima bicicletta (che uso ancora) è una bicicletta da down-hill. Amo molto la discesa e quello che ti fa provare, perché in quei momenti sei solo tu e la bici, il bosco e i suoi colori, per me è come una forma di meditazione. Lo svantaggio del down-hill è che necessiti sempre di andare in bike park o fare salite furgonate, quindi
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non è possibile uscire di casa e farti una pedalata. Dopo un annetto di stallo, ho ripreso in mano la biciletta giusto per fare qualche giro nei weekend, Michela (una delle mie migliori amiche con cui andiamo sempre a fare gare insieme) in quel periodo aveva già l’e-bike. Così un giorno me l’ha fatta provare, mi ricordo che la sera stessa ho chiamato il nostro meccanico, Davide, che ha un negozio vicino a casa nostra e gli ho chiesto di aiutarmi a trovarne una. Ecco e diciamo che io ho ufficialmente una e-bike da luglio di quest’anno. A tutto ciò associo molta palestra, io la amo e la vivo come un piacere, dopo una giornata di lavoro riesco a rilassarmi completamente nel movimento, mi infilo la musica nelle orecchie e per un’oretta e mezzo stacco con il mondo. Quando inizia la stagione invernale amo sciare, adoro la montagna: estate bici, inverno sci.
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Grazie per il tuo tempo, ci vediamo in pista, ma salutandoci vuoi ringraziare qualcuno?
Certo in primis vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo e soprattutto di mostrare il lato più bello di tutto questo, ovvero far vedere come persone comuni si prestano a questo sport. Ringrazio sempre la mia famiglia per essermi sempre vicina, Elia la mia metà per essere stato capace di farmi riscoprire il piacere delle cose semplici, una persona con cui desidero, oltre invecchiare insieme rimanere sempre bambini, come sappiamo fare quando siamo insieme e naturalmente i miei amici, la mia linfa vitale: Paola, Michela, Clelia, Elena, Saura che cerco di contagiare con il piacere di stare insieme ed andare in bicicletta ed infine i miei animali. ◆
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Hai praticato altri sport, e hai vinto gare?
Nuotato (sempre ma non a livello di agonismo, se non quando ho giocato a pallanuoto, ma non abbiamo mai vinto nulla di particolare).
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aolo Patrizi è il nuovo ambassador Vent per la E-Bike LDV500RR
Un passo importante per VENT che, dopo l’esordio ufficiale nel mondo delle due ruote a pedalata assistita avvenuta un anno fa ad EICMA, affida oggi l’immagine del proprio modello sportivo, al volto e alle performance del Pluricampione Italiano Trials, oggi anche Tecnico Federale e creatore di uno spettacolo dedicato al mondo delle “bici senza sella” Paolo Patrizi. LDV500RR interpreta lo stato dell’arte in termini di prestazioni e innovazione brevettata che la rendono unica, con un telaio monoscocca in carbonio a doppia culla e un sistema di sospensioni che contempla l’innovativo TST. Cotanta tecnologia si combina ad un design superlativo, espresso da componenti in bronzo e arancio che la differenziano dalla gemella Urban.
La RR è dedicata ad un target dinamico e sportivo, specializzato nell’uso più estremo della e-bike. Paolo Patrizi ha conquistato in carriera 6 titoli Italiani Trial Elite, oltre a diversi piazzamenti europei e mondiali. La verve espressa in tanti anni di agonismo, lo ha portato a creare lo spettacolo “Paolo Patrizi Show Time”, a divenire conduttore per BIKE TV e a partecipare a talent di successo come Italia’s Got Talent, Ninja Warriors e BakeOff Italia. La sua passione smisurata per le bici si è trasformata anche in attività federale. Oggi Paolo è Delegato Tecnico FCI e insegna ai più piccoli che approcciano uno sport meraviglioso e decisamente formativo. “Conosco Paolo da tanti anni e lo considero un atleta – oggi anche Tecnico Federale – di valore ed esperto” - dichiara l’Ing. Quirino Tironi, Amministratore VENT. “Quando si è trattato di scegliere un Ambassador che potesse interpretare al meglio le caratteristiche di LDV500RR non ho avuto dubbi, ho pensato subito a lui.” “LDV500RR è una e-bike sportiva, muscolosa e allo stesso tempo raffinata nel suo stile” - aggiunge Tironi. “La RR è eclettica e performante proprio come Paolo, che saprà viverla e raccontarla nel modo giusto”. “Sono davvero orgoglioso di far parte di questo progetto VENT” - dichiara Paolo Patrizi. “Quando ho visto LDV500RR mi ha subito conquistato per il suo look. Ma poi l’ho provata e non è solo bella da vedere, è anche sensazionale da pedalare. Il baricentro è ben studiato, in curva e in appoggio si comporta come una classica MTB muscolare, ma questa ha anche un motore e una batteria. Sembra di guidare la fusione tra una bici da Downhill e una moto da Cross, ma con la praticità e la leggerezza di una Cross Country.” ◆
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AMBIO STAGIONALE DEI PNEUMATICI ANCHE PER BICI E E-BIKE: L’INVERNALE PIRELLI DA’ MAGGIORE ADERENZA SU ASFALTO FREDDO E UMIDO PIRELLI CYCL-E WT, IL PNEUMATICO INVERNALE PER LE BICI Grazie all’esperienza maturata nel settore auto, Pirelli propone un pneumatico specifico per la stagione fredda, adatto a bici ed e e-bike urbane, con soluzioni innovative per affrontare gli spostamenti invernali in citt‡ in tutta sicurezza
Si chiama CYCL-e Winter (WT) ed è il primo pneumatico da bici invernale realizzato da Pirelli per andare incontro alle esigenze di coloro che utilizzano le due ruote tradizionali o elettriche anche in inverno. Una forma di mobilit‡ che in questa fase sta conquistando molti nuovi appassionati che preferiscono il mezzo privato ma in una chiave più attiva e sostenibile. Pirelli CYCL-e Winter presenta, unica nel suo genere, una mescola specifica messa a punto dagli ingegneri Pirelli per affrontare le rigide temperature e i fondi difficili che le bici da città, anche le elettriche più performanti, possono incontrare nella stagione fredda.
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Tradizionalmente impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per la mobilità sostenibile, forte di una solida esperienza quale leader nel settore dei pneumatici invernali auto, Pirelli concentra in CYCL-e WT tecnologie di alto profilo, mescole sostenibili e profili specifici, presentando un prodotto highperformance per e-bike e bici urbane. Normalmente legata all’auto, la gomma invernale oggi è disponibile anche per la bici: Pirelli CYCL-e WT è pensata per l’utilizzo con asfalti cittadini difficili, superfici molto fredde, anche sotto i 0 gradi, oppure leggermente innevate. Il disegno battistrada realizzato dai laboratori R&D Pirelli presenta intagli lamellari diffusi che garantiscono grip ai massimi livelli anche sui primi fiocchi di neve, pur mantenendo il controllo ottimale sui fondi asciutti. Progettata tenendo in considerazione le velocità crescenti delle moderne e-bike e come valore aggiunto prestazionale per qualsiasi tipo di bicicletta cittadina o da turismo fuori porta, Cycl-e WT presenta una mescola che si adatta alle basse temperature, offrendo affidabilità di tenuta anche sottozero e, grazie al minor tempo di warm-up, garantisce la massima trazione su tutti quei fondi tipici dell’inverno in città. PNEUMATICO SICURO E SOSTENIBILE. Il battistrada della gomma CYCL-e Ë formato da due strati di mescola: un compound di “cap”, a contatto con l’asfalto e una “base” con funzione antiforatura. La formulazione del primo garantisce una sicurezza di guida eccellente, anche sulle più moderne e potenti bici elettriche (speed pedelec).
La “base”, con spessori che variano da 3 a 3,5 mm a seconda delle misure, è invece pensata per impedire che detriti e corpi esterni forino la copertura. Oltre a costituire una barriera fisica, grazie al notevole spessore, la base ha una formulazione studiata per inglobare gli oggetti acuminati, evitando la perforazione del pneumatico.
La mescola delle gomme Cycl-e, inoltre, è attenta allíambiente: al suo interno è presente il Polverino, derivato da pneumatici auto a fine vita. Le polveri, selezionate, vengono ri-generate e ri-utilizzate nella matrice polimerica. Una particolare attenzione è poi stata posta nel massimizzare l’utilizzo di gomma naturale, materia prima da fonte rinnovabile. Cycl-e WT Ë disponibile nelle misure 37-622, 42622, 50-622 con pesi che variano dai 780g ai 1110g
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fisioterapia
Il rientro dall’infortu Q
uando un atleta subisce un infortunio la sua preoccupazione principale è
capire in quanto tempo potrà ricominciare ad allenarsi e rientrare in gara. Naturalmente questo
a cura di LUCA BACCINI fisioterapista
dipende da molte variabili: dal tipo di tessuto lesionato, da che tipo di lesione ha subito, con che grado di lesione abbiamo a che fare, da che zona del corpo è interessata direttamente e da quali zone indirettamente e da quanto queste
consigli
componenti influiscono sul gesto tecnico tipico dello specifico sport. Un altro fattore che influenza i tempi di recupero è l’atteggiamento psicologico dell’atleta riguardo alla nuova condizione in cui si viene a trovare, se è un primo infortunio, se ha già esperienze pregresse di altri infortuni, se ha paura, se sopporta il dolore ecc. Come noto ci sono varie fasi comuni a tutti gli infortuni, da quelli più gravi ai semplici sovraccarichi di lavoro nemmeno definibili infortuni, c’è una fase acuta, una subacuta e una di recupero, riatletizzazione.
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unio Dovendo affrontare tutte queste variabili è difficile poter parlare a livello generale di specifiche condizioni, ma possiamo comunque dare un’idea con poche e semplici indicazioni. Molto semplicemente capendo ciò che facciamo normalmente capiremo ciò che dovremo fare in caso di infortunio. L’atleta ha una capacità strutturale e dinamica dei tessuti più alta di una persona che non fa sport, questo è dovuto all’allenamento, che altro non è che un adattamento del corpo a sopportare carichi di lavoro crescenti. Allenandoci stimoliamo un adattamento nei tessuti sollecitati ad aumentare forza, potenza, velocità, capacità di sopportare
La prima cosa da fare quindi è continuare a tenere allenati tutti i tessuti che possono lavorare senza creare ulteriore danno a quello lesionato. Contemporaneamente facciamo tutto quello che serve per superare la fase acuta infiammatoria e subacuta e arriviamo alla fase di recupero. Qui, dove l’atleta comincia a stare meglio e ad avere dolore solo in determinate situazioni, è dove si corre di più il rischio di ri-infortunarsi o di allungare i tempi di recupero. La colpa è sempre della fretta... Torniamo all’allenamento... adattiamo i tessuti a darci sempre più alti livelli di prestazioni.
carichi, tensioni, allungamenti ecc. Lo facciamo limite
con gradualità e costanza e ci accorgiamo nel tempo che queste caratteristiche migliorano. “crollano” nel tessuto infortunato e diminuiscono
soglia
CARICO
Quando abbiamo un infortunio queste capacità
ico
di car
dolore
velocemente nei tessuti circostanti e collegati a quello lesionato per funzionalità e dipendenza.
TEMPO
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Torniamo all’infortunio... adattiamo i tessuti a
rispetto delle capacità adattative dei tessuti che
darci sempre più alti livelli di prestazioni... ma
stiamo allenando. Non possiamo chiedere troppo
partendo da un livello molto più basso.
ne troppo poco, non va bene il sovraccarico
Quindi, guardando il grafico qui sotto:
ma non serve un sottocarico, bisogna riuscire a individuare la giusta quantità di stress a cui sottoporre i tessuti da allenare andando al limite
capacità di carico
delle loro capacità per avere un adattamento in positivo e spostare questo limite sempre più in
CARICO
alto. Se stiamo troppo sotto la soglia invece non sensibilità
otteniamo modifiche ma manteniamo o addirittura decondizioniamo i tessuti all’adattamento. Se però il limite lo superiamo si creano sovraccarichi o
TEMPO
addirittura lesioni, che abbassano questo limite, lo
dovremo recuperare dall’infortunio creando un
portano più in basso del momento dell’infortunio,
adattamento abbastanza intenso da avvicinarci
con un interruzione del processo di allenamento
al limite della capacità di carico del tessuto ma
e ponendo una baseline di ripartenza più bassa,
senza superarla, andremo anche un po’ oltre alla
allungando i tempi di rientro ai normali livelli di
sensibilità al dolore, che vuol dire che potremmo
allenamento programmati. Questa attenzione deve
allenarci anche con la presenza di un dolore minimo
essere ben presente specialmente sotto gara o in
(in una scala da 0 a 10 saremo su un livello 2-4 a
periodi di concentrazioni di gare in poco tempo. Il
seconda di vari fattori), a patto che smetta subito
riposo è una componente essenziale del processo
dopo l’allenamento e che non ritorni alla sera o al
di adattamento dei tessuti, come dobbiamo
mattino dopo. Se oltrepassiamo questa capacità di
valutare il carico dobbiamo valutare anche i
carico avremo una riacutizzazione del dolore con
tempi di recupero. Il superamento della soglia di
relativi aumenti dei tempi di recupero, sia a causa
massimo carico infatti può avvenire sia per un
del dolore sia per un’ulteriore perdita dei risultati
aumento troppo veloce nel tempo dell’intensità
raggiunti e un ritorno a una base di partenza
dell’allenamento e sia per una sua eccessiva
inferiore al livello a cui eravamo giunti. Man mano
durata, ma anche per la mancanza dei giusti
che ci alleniamo, o che ci ricondizioniamo dopo
tempi di recupero indispensabili per permettere
un infortunio, man mano che aggiungiamo carico
l’adattamento progressivo e la possibilità di
al lavoro, anche la soglia della capacità di carico
andare a chiedere di più al nostro corpo.
aumenterà, permettendoci un lavoro più intenso. Dobbiamo
però
rispettarla,
se
acceleriamo
troppo i tempi e la superiamo il risultato sarà un brusco calo nel processo di adattamento e ricondizionamento nel caso di infortunio e un rallentamento nei progressi di allenamento in un atleta sano. Sia nell’allenamento che nel recupero dall’infortunio, la cosa principale da tenere presente è il
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osteopatia
Il mal di schiena è un problema da I
l comune mal di schiena lombare, identificato come “low back pain” nel
mondo scientifico, colpisce circa l’80% della popolazione mondiale.
a cura di DAVIDE MARIANI osteopata
Se interpretiamo questo dato anche in funzione del costo sociale ed economico che ne deriva, capiamo facilmente che il banale mal di schiena, tanto banale non è.
consigli
Non dobbiamo però commettere l’errore di credere che il mal di schiena sia un “privilegio” riservato solamente agli adulti. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che circa il 20-25% degli adolescenti soffre, o ha sofferto in passato, di mal di schiena. La ricerca scientifica ci informa inoltre della pericolosità di questo dato apparentemente trascurabile. La cronicizzazione di un dolore risulta infatti un parametro negativo nella prognosi del paziente: una lombalgia trascurata per anni, diventerà più difficile, se non impossibile, da trattare e da risolvere.
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a “adulti�?
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Quali sono le cause che portano un adolescente
■ SOVRAPPESO: il sovrappeso e l’obesità
a soffrire di mal di schiena?
aumentano il carico sulla colonna vertebrale e predispongono il soggetto a patologie gravi
■ CAUSE PATOLOGICHE QUALI: scoliosi (leggera
nell’età adulta.
prevalenza del sesso femminile), malformazioni
Il mondo scientifico è sempre più concorde nel
congenite, esiti di traumi e fratture, patologie
dichiarare che un adolescente sovrappeso sarà
reumatiche.
quasi sicuramente un adulto sovrappeso. A maggior ragione è fondamentale un controllo
■ CORRELAZIONE TRA MAL DI SCHIENA E
ponderale durante l’età della crescita.
SCORRETTA
Una
Oltre a tenere sotto controllo il numerino sulla
postura scorretta sia durante le ore scolastiche
bilancia è però importantissimo seguire una
che durante lo studio casalingo influenza
corretta
notevolmente l’aumento dell’incidenza del mal
errate, anche in assenza di sovrappeso, portano il
di schiena. E’ importante mantenere corrette
corpo ad un cattivo funzionamento a causa della
abitudini posturali come: evitare di stare seduti
mancanza di vitamine, minerali e macro nutrienti.
con le gambe accavallate o incrociate, studiare
Ricordiamoci che il corpo funzionerà bene se e
sdraiati sul divano o sul letto, guardare la
solo se gli forniamo tutto ciò di cui necessita.
POSTURA
SULLA
SEDIA.
alimentazione.
Abitudini
alimentari
televisione o il tablet per troppo tempo con la testa inclinata sul lato.
In definitiva possiamo affermare che la lombalgia, sia negli adulti che negli adolescenti, riconosce
■ PESO DELLO ZAINO DI SCUOLA: secondo
una eziologia (causa) multifattoriale.
le linee guida mondiali, il peso dello zaino non
minore dovrà essere il peso dello zaino.
Uno stile di vita corretto fatto di buone abitudini posturali e alimentari è una buona base per costruire un futuro sano. In aggiunta a ciò risulta fondamentale la prevenzione e il trattamento precoce dei disturbi.
■ SEDENTARIETÀ: una corretta attività fisica
Non bisogna mai sottovalutare i sintomi in un
è fondamentale nel mantenimento del tono
bambino e, sarebbe buona norma, effettuare
muscolare, il quale è un elemento imprescindibile
delle visite specialistiche al fine di inquadrare
per
quanto prima il problema.
dovrebbe superare il 10% del peso dello studente. Nel caso del trolley, il peso consentito sale al 20%. Questo dato deve tenere inoltre conto del tempo trascorso dal bambino/adolescente con lo zaino sulle spalle. Ad esempio, maggiore sarà il percorso che lo porta a piedi da casa a scuola,
il
buon
funzionamento
della
colonna
vertebrale.
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Non esistono sport “giusti” e sport “sbagliati”.
Il trattamento osteopatico ad esempio risulta,
L’attività fisica fa sempre bene!
secondo numerosi e recenti studi, un ottimo
Numeri alla mano, si definisce un soggetto
strumento di prevenzione e di trattamento dei
sedentario quel soggetto che compie un’attività
disturbi muscolo scheletrici sia nel bambino che
motoria inferiore alle 3 ore settimanali.
nell’adulto.
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OSTEOPATA DAVIDE MARIANI DISPONIBILE SU APPUNTAMENTO LE VISITE OSTEOPATICHE SONO RIVOLTE AI PAZIENTI DI TUTTE LE FASCE D’ETÀ, DAL NEONATO AL PAZIENTE ANZIANO. ATTRAVERSO UN’ATTENTA ANAMNESI ED UN ESAME POSTURALE COMPLETO, L’OSTEOPATA VA ALLA RICERCA DELLA CAUSA DEL PROBLEMA E, ATTRAVERSO IL TRATTAMENTO MANUALE, DELLA SUA RISOLUZIONE. DAVIDE, GRANDE APPASSIONATO DI SPORT, AFFIANCA, IN QUALITÀ DI OSTEOPATA ATLETI DILETTANTI E PROFESSIONISTI. COLLABORA ANCHE CON MEDICI SPECIALISTI QUALI ORTOPEDICI, DENTISTI, GNATOLOGI, PEDIATRI E POSTUROLOGI.
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