the lifestyle Ebike magazine
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◆ Foto di Davide Messora
FOTO Davide Messora Fabio Principe
HANNO COLLABORATO Luca Baccini Andrea Basile Martina Fumagalli Davide Mariani Davide Messora Fabio Principe Riccardo Tagliabue
PROGETTO GRAFICO Cristina Balestrini CB-studio.eu
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TESTI Davide Messora Riccardo Tagliabue
DIAMO FORMA ALLE TUE IDEE ABBIGLIAMENTO TECNICO DA MOTOCROSS, ENDURO E MTB MADE IN ITALY ABBIGLIAMENTO SPORTIVO PERSONALIZZATO ABBIGLIAMENTO PER TEAM STAMPE GRANDE FORMATO PER TENDE E HOSPITALITY
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TEST MUSTACHE Redazione E-Inside e F.Principe
NEWS PIRELLI SCORPION Redazione E-Inside
CONSIGLI DEL FISIOTERAPISTA Il dolore ai tendini di Luca Baccini
CONSIGLI DELL’OSTEOPATA Dieta e mal di schiena? di Davide Mariani
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contenuti
L’INTERVISTA LUCA BURZIO
the lifestyle Ebike magazine
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TEST THOK TK 01 di F.Principe, D.Messora
/ CARBON LOOK BIKE HANDGUARDS
VIVI LA MONTAGNA
UNA MONTAGNA DI SPORT 6
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hok nasce dall’idea di Stefano Migliorini, campioni del mondo di BMX e pilota pro di DH, il progetto parte nel 2017 insieme a Livio Suppo e Giuseppe Bernocco e Sebastiano Astegiano. Per la nostra prova abbiamo avuto il piacere di testare a fondo la TK 01, e-bike per l’enduro con il nuovissimo motore Shimano EP8 da 630 Wh. Molto particolare la parte anteriore del telaio,l’attaccatura arretrata conferisce rigidità al telaio e un’ottimo precisione di guida e questa caratteristica è stata apprezzata dai nostri tester. La sospensione posteriore creata ad hoc da Thok denominato TPS “THOK PROGRESSIVE SYSTEM” offre massima guidabilità e maneggevolezza ma che rigidità. Il design e i colori rendono molto accattivante questa TK 01, i nostri due tester sono rimasti molto soddisfatti di questo modello di Thok.
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ANDREA BASILE: “Intuitiva, questa è la prima impressione che mi ha dato la nuova TK01. Molto leggera all’anteriore grazie alle geometrie usate da Thok per costruire questo progetto. Anche grazie a questa caratteristica l’e-bike è molto maneggevole e ti consente di affrontare anche i sentieri più duri e veloci. Rock garden, radici e salti non fanno paura alla Thok che con la ruota da 29 all’anteriore divora tutto ciò che si trova davanti. La ruota da 27,5 al posteriore invece garantisce alla TK01 un buon grip in salita, grazie anche al nuovo motore Shimano EP8 che con una erogazione molto dolce e la sua ottima pedalabilità consente di effettuare anche i passaggi più tecnici con il massimo del controllo. Già la versione entry level della TK01 quindi ci permette di divertirci al massimo anche nei percorsi più duri. Speriamo solo che prossimamente Thok ci proporrà anche una soluzione tutta con le ruote da 29”.”
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MARTINA FUMAGALLI: “Con questa nuova Thok è stato da subito facile trovare un buon feeling, è una bici che ti dice “osa di più” e tu lo fai perché ti trasmette una sicurezza incredibile nel veloce, mentre nel tecnico è molto stabile grazie alla geometria e alla particolare inclinazione del tubo obliquo del telaio. La buona escursione delle sospensioni unita alla ruota anteriore da 29” (quella posteriore è da 27”) rendono la Thok in grado di superare agevolmente gli ostacoli. Esteticamente è molto particolare, forse perché il mio occhio è abituato a vedere bici montate esclusivamente con ruote da 29”, ma questo è solo un punto di vista soggettivo. Per quanto riguarda il motore ci ho messo un po’ a trovare il giusto equilibrio con l’erogazione di potenza; il nuovo Shimano ha un’erogazione molto dolce, questa caratteristica favorisce anche le persone alle prime armi in quanto lo strappo iniziale è praticamente annullato. Questo comportamento del motore mi ha aiutato molto con il terreno viscido, la ruota non slitta e la trazione è ottimale. Per contro nelle partenze in salita l’aiuto del motore si sente solo dopo la prima pedalata, richiedendo quindi un maggiore sforzo al rider. Per concludere posso dire di essere stata davvero positivamente colpita da Thok, è una bici che consiglierei dal principiante all’esperto che predilige i percorsi misti dell’enduro.”
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Luca Burzio C
Intervista e foto da Ufficio Stampa Thok
ome nasce una e-mtb di successo: “Vi racconto i segreti dell’italiana THOK”. Intervista a Luca Burzio, l’industrial designer delle THOK E-Bikes: “Il protagonista della Coppa del Mondo di DH, il manager di Honda e Ducati e lo stilista che segue Valentino Rossi: cosa c’è dietro a questo progetto”. Come nasce una mountainbike elettrica? Chi decide cosa convincerà gli appassionati? Come si trasforma un’idea in un progetto tecnico? Come costruire biciclette in taglie diverse? Ce lo racconta uno dei produttori più innovativi del panorama europeo: l’italiana THOK E-Bikes. Fondata da Stefano Migliorini, l’ex campione della scena downhill mondiale, e da Livio Suppo, il manager che in MotoGP ha firmato il trionfo di Ducati e poi il ritorno di Honda, THOK conta anche sull’apporto di TCN Group e degli imprenditori Bernocco ed Astegiano, un polo industriale con forti radici piemontesi. Il punto di osservazione di questo racconto è quello di Luca Burzio, il 44enne progettista torinese che collabora alla realizzazione delle THOK.
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Il motto di THOK è “Performance first”. Solo uno slogan o qualcosa di più?
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Il primo passo che viene fatto in THOK è individuare la bici da costruire: si parte da ciò che il mezzo dovrà fare. Le geometrie cambiano in base al tipo di utilizzo della bicicletta, a seconda che sia urban, all mountain o enduro. Il claim dice questo: una bici deve soddisfare le necessità del biker, al di là della moda del momento. Stefano Migliorini, il CEO di THOK, sviluppa il prodotto partendo dalle esigenze dell’utente finale: lui è prima di tutto un biker, uno che usa la bicicletta.
Eppure le THOK non trascurano il design…
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Quando è stato deciso “cosa farà” la nuova THOK, quali caratteristiche tecniche dovranno rappresentarla, si inizia a disegnare “come sarà”. Questo lavoro lo facciamo in tre: Stefano, che sceglie le specifiche che dovrà avere la bicicletta per offrire il massimo della performance; Aldo Drudi, che firma lo stile della bici; ed io, che unisco in un progetto esecutivo i geni “corsaioli” di Stefano a quelli “estetici” di Aldo. Sì, il design è molto importante: Infatti THOK si avvale di uno stilista di eccellenza. Aldo Drudi è la
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persona che da anni realizza i caschi di Valentino Rossi. E quando il progettista ha trovato la soluzione?
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Allora la parola passa al computer e con la tecnica della prototipazione rapida viene creato un primo “sample” in 3D della bicicletta. Per fortuna sono un ciclista a mia volta, questo mi aiuta a “ingegnerizzare” le volontà di Stefano. Ho un’ottima intesa con lui e capisco al volo ciò che vuole; ci conosciamo da tempo, siamo stati per anni compagni di pedalate. Condividiamo la stessa passione per la bicicletta e parliamo la stessa lingua: un grande vantaggio. C’è tanta Italia, in questo progetto. È un limite o un pregio?
L
La sede di THOK è nelle Langhe, un posto dove lavorare significa essere operativi e concreti. Due dei soci (Bernocco ed Astegiano) sono nati
lì. Io, Migliorini e Suppo siamo torinesi, la città della prima capitale d’Italia: siamo tutti cresciuti a vitello tonnato, bagna caoda e gianduiotti, parliamo la stessa lingua. Anche la scelta di Drudi non è stata casuale: vincitore di un Compasso d’Oro, personaggio di fama mondiale, radicato saldamente in Italia pur essendo figura internazionale. L’italianità in THOK è insomma un aspetto fondamentale della filosofia dell’azienda. Questa radice comune rende molto facile il lavorare insieme. Ma nonostante il forte legame col territorio, sono tutte persone che hanno girato il mondo ed hanno visto le loro idee affermarsi ai quattro angoli del pianeta: atleti di fama internazionale, manager celebrati in Giappone, imprenditori del made in Italy… Inoltre, là dentro (e mi ci metto anche io) sono tutti “malati” di bicicletta, una febbre che contagia dal meccanico all’amministratore delegato, al responsabile dei social media. Hai lavorato anche con altri brand della bici. Che differenza c’è tra THOK e i grossi gruppi industriali?
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THOK è una boutique artigianale, ha dei vantaggi rispetto a realtà più grandi e riesce a sfruttarli al meglio. Primo fra tutti la capacità di agire in tempi rapidi grazie alla snellezza della sua
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In THOK ci prendiamo due anni. Siamo da sempre avversi all’idea del “model year”. 24
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organizzazione. Inoltre l’appartenere al gruppo TCN, solido e potente polo industriale italiano, rende possibile prototipare e testare subito i componenti. THOK unisce il vantaggio di essere un’azienda giovane e snella alla capacità tecnica e pratica di una multinazionale, grazie a sua sorella maggiore TCN. E poi, volete mettere un CEO che non solo progetta la bicicletta, ma sale in sella per testarla di persona e sa dirti cosa occorre affinché, per esempio, sia più reattiva in uscita di curva, o abbia la giusta trazione in salita? O lavorare con nomi come Aldo Drudi e Livio Suppo, il team principal italiano di Moto GP più premiato al mondo? …“Tanta roba”, come dicono i giovani! Oggi la tua vita si divide tra Italia e Germania, a 650 km di distanza da Alba. Come riuscite a lavorare insieme?
L
In realtà Stefano ed io sovente lavoriamo in Liguria, dove ho una casa. Finale e Pietra Ligure, con i loro tracciati Enduro World Series e l’orizzonte aperto del mare, sono l’ideale sia per immaginare cose nuove che per testare un prototipo. È capitato spesso con Stefano di trovarci a casa mia, lavorare a computer, uscire in bici per testare un’idea, rientrare e continuare a lavorare su carta per poi, magari, rimetterci in sella in caso di dubbi. Tu vieni dall’aeronautica e sei un appassionato di automobili. Settori ad altissima ingegnerizzazione. Le biciclette sono più facili?
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Al contrario! Ci sono differenze di approccio che rendono alcuni aspetti più difficili. Chi viene dal mondo delle automobili, ad esempio, non si è mai posto il problema delle taglie: nelle auto le taglie non esistono. Ma la bicicletta va pensata in più misure, devi progettare parti del telaio che dovranno adattarsi a persone di altezze diverse. Oggi che le batterie e il motore vengono integrati nel telaio, questo è diventato più difficile, perché alcune parti della bici non possono più essere accorciate. Una batteria non puoi comprimerla, di conseguenza il down tube che la ospita dovrà necessariamente avere una certa lunghezza. Il problema si pone quando bisogna lavorare sulle taglie piccole. La small, da quando usiamo batterie da 630 Wh, è quasi sparita. È difficile da fare. Poi chiaramente una XL sarà più stabile e una S più agile, ma la bicicletta deve rimanere la stessa.
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La promessa di prestazione va garantita in tutte le taglie. Nel caso di THOK, sia la MIG che la TK01 (l’e-enduro appena presentata sul mercato) contengono questo approccio: un blocco downtube e supporto motore che calzino tutte le taglie e che consentano, dalla S all’XL, integrazione di batteria e motore assicurando il claim “Performance First”. Questo, nella TK01, avviene nel punto di congiunzione tra “viper head”, tubo sterzo e attacco del downtube: la sfida è stata far sì che l’inclinazione del tubo obliquo non cambiasse nelle diverse taglie e che la geometria della bici restasse invariata. Quanto tempo ci vuole per progettare una nuova e-mtb?
L
In THOK ci prendiamo due anni. Siamo da sempre avversi all’idea del “model year”: la scelta è ricaduta su un numero limitato di modelli ma vincenti per scelta di soluzioni e destinati a durare nel tempo. I progetti hanno richiesto molti disegni, diversi prototipi e alcuni cambiamenti di rotta in corso di progettazione. Ma le ore di lavoro trascorse seduti allo stesso tavolo hanno garantito alle biciclette una vita lunga. Come costruite i prototipi?
L
Come detto, THOK E-Bikes è parte di un gruppo industriale più ampio ed ha la possibilità di realizzare autonomamente, in caso di emergenza, prototipi di componenti presso le sue consociate. THOK è una piccola azienda, ma lavora come una multinazionale, ed è aperta e propensa alla sperimentazione. Cosa intendi quando dici che THOK lavora come una multinazionale?
L
La sua organizzazione semplice le permette di essere veloce e facilmente adattabile ai mutamenti, i grandi brand sono molto più elefantiaci nei cambiamenti. Allo stesso tempo, avere l’appoggio di una solida realtà come TCN Group, le permette di sopperire ai ritardi dei fornitori, così da lavorare a nuovi progetti senza troppi rallentamenti. Trovare soluzioni tecniche ai problemi che si pongono ogni volta che si progetta una nuova e-mtb non è una cosa banale, a maggior ragione per un’azienda giovane e delle dimensioni di THOK. Non parliamo
Stefano Migliorini CEO Thok di grandi colossi dove esistono centri sviluppo, uffici di progettazione e molto personale coinvolto nell’ideazione. In THOK, nel lavoro di sviluppo sono coinvolte poche persone, ma di grande esperienza e passione. E capaci di idee rivoluzionarie. Pensiamo alla MIG, per esempio, all’idea di posizionare la batteria sotto al down tube che abbassa il baricentro, elemento che caratterizza tutt’ora le THOK. Quattro anni fa, tutte le e-bike avevano la batteria appoggiata sopra al tubo obliquo; THOK è stata la prima a semi-integrarla nel telaio ed a rivestirla con una cover. Ricordo che per testare e studiare il primo modello di MIG, poiché il motore Shimano E8000 tardava ad arrivare, disegnai un adattatore, con pari ingombri, che permettesse a Stefano di pedalare ugualmente la bicicletta. Fu realizzato nel giro di pochissime ore nelle officine TCN. Oppure, altro esempio di idea innovativa, il nuovo top tube “viper head” e l’head set tapered da 1.8” della TK01: quest’ultima è una vera rivoluzione della serie sterzo delle e-bike. È un fatto che THOK sia un’azienda audace e brillante che non ha paura di percorrere strade nuove. In
questi anni è stata capace di lanciare con coraggio soluzione tecniche innovative ed alternative, cosa che non sempre hanno saputo fare aziende più famose. Il prossimo passo?
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Nonostante la domanda del mercato sia molto aumentata, Il Covid ha complicato la vita della bike industry. Sarà difficile per tutti, nel prossimo futuro, progettare idee nuove e fare programmi. Ma da bikers, in THOK sappiamo che per mantenere l’equilibrio bisogna pedalare e non stare mai fermi ◆
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M u s ta c h e S a medi 2 9 t ra il 8 Testi e foto Fabio Principe Davide Messora Tester Martina Fumagalli Andrea Basile Si ringrazia Lario & Bike https://www.lario.bike
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a Mustache Samedi 29 trail 8 grazie al suo telaio in alluminio si dimostra subito una trail leggera e facile da utilizzare. Il design con la batteria integrata e la bellissima livrea fanno della trail 8 non solo una e-bike ottima da utilizzare ma anche molto bella alla vista. Il motore è l’affidabile Bosch Performance Line CX con una coppia di 65 Nm accoppiato alla batteria Bosch PowerTube da 625 Wh. L’escursione della forcella e del mono sono di 150 mm, all’anteriore troviamo la forcella Fox e al mono un dedicato Mustache ad aria Magic Grip Control. Per la prova della Mustache dobbiamo ringraziare Sergio Gianola del il negozio Lario & Bike che ci ha messo a disposizione il mezzo.
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MARTINA FUMAGALLI: “Mi è piaciuta molto questa Moustache, l’ho trovata leggera per essere un e-bike e questo la rende molto agile e maneggevole. Mi è sembrata perfetta nel single track, molto veloce e stabile, quasi paragonabile ad una bici da cross country. L’escursione da 150mm non la rende una bici prettamente da discesa, dove comunque si comporta in maniera eccellente. Mi sono trovata molto a mio agio soprattutto nei tratti veloci, con continui cambi di direzione. Il motore è molto reattivo, ciò nonostante ho trovato un’ottima trazione, la ruota non slitta e tutta la potenza viene sfruttata al meglio. Attenzione al turbo; essendo appunto una bici leggera utilizzando il turbo nelle salite molto ripide questa Moustache si alleggerisce molto sul davanti e la ruota anteriore tende a sollevarsi. La consiglierei a tutte quelle persone che si divertono nel pedalato e che non cercano il difficile o il troppo tecnico.”
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ANDREA BASILE: “Facile, “leggera” e intuitiva,cosi si presenta la Moustache Trail 8 2021. Fin da subito la trail 8 mi ha dato un buon feeling, la e-bike francese è molto maneggevole e questo permette di sfruttarla al meglio anche nei tratti più tecnici in salita dove grazie all’ammortizzatore di casa moustache la bici ottiene sempre il massimo del grip su tutti i tipi di terreno. Tenendo l’ammortizzatore in modalità “lock” la velocità di ritorno cambia, diventa più lenta e la compressione più dura. è cosi che la moustache da il massimo grip anche in salita alle sue e-bike. Ottimo anche in discesa l’ammortizzatore Magic Grip che tiene la bici sempre ben incollata al terreno e fa in modo che anche in discesa la trail 8 dica la sua. In discesa la bici è ben bilanciata e molto divertente nonostante l’escursione da soli 150 mm. Ma dove si distingue davvero questo marchio è nella nuovissima mappatura Magic Tour dove il motore Bosch ti garantisce un’erogazione di potenza controllata che varia tra “eco” e “tour” in modo dinamico permettendoti di usare meno la modalità “e-mtb” che in alcune situazioni diventa troppo aggressiva.”
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SCORPION E -MT B S
Testi e foto Fabio Principe Davide Messora Tester Martina Fumagalli Andrea Basile
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IRELLI HA LANCIATO UN PRODOTTO PENSATO ESPRESSAMENTE PER LE E-BIKE LO SCORPION E-MTB S.
Il battistrada di questo pneumatico è composto da tasselli larghi e distanziati che favoriscono una buona penetrazione nel terreno ed un alto grip. Ottimo lo scarico del fango grazie alla spaziatura del tassello. Il comportamento sia in curva che in frenata è buono e il feeling che il pilota riceve è eccezionale. Pirelli ha studiato due innovativi brevetti che ha unito a questo Scorpion, lo SmartGRIP+ che è una parte del compound fatto di lignina un componente chimico di origine naturale che aumenta le performance dello pneumatico in funzione della velocità e della coppia sprigionata dal motore elettrico. Oltre a questo Pirelli ha brevettato il sitema HyperWALL che migliora la guidabilità ma previene le forature a basse pressioni se poi uniamo la robustezza del tallone della gomme e la stabilità laterale sui fianchi fanno di questo prodotto un must per le e-bike Sentiamo cosa ci ha detto il nostro tester. ANDREA BASILE “La spalla rinforzata che si adatta al terreno, un ottimo grip e un ottima mescola caratterizzano la Pirelli Scorpion S E-Mtb. Una gomma interamente dedicata alle bici a pedalata assistita. Ben sostenuta grazie alla carcassa HyperWall da 60 TPI e la mescola SmartGrip+ Compound la Scorpion S è una gomma davvero di ottimo livello. Nei punti più tecnici e sulle curve più veloci la Scorpion S lascia che sia la spalla a fare la differenza, a sostenere tutto il peso e la pressione della ebike, permettendo alla carcassa di lavorare e adattarsi al meglio al terreno senza mai “spanciare”. Il suo disegno con un tassello dal profilo alto e un disegno decisamente ampio permette a queste gomme di dare sempre il massimo del grip su tutti i tipi di terreni e scaricare a terra tutto lo “sporco” in eccesso sulla copertura per avere sempre le massime prestazioni. Al momento il mercato offre solo due misure per queste gomme: 29x2,6 e 27,5x2.6 e due differenti mescole oltre a quella che abbiamo provato. La Scorpion R E-Mtb: una gomma dedicata per la ruota posteriore e la Scorpion M E-Mtb: una gomma studiata per avere la massima scorrevolezza su tutti i tipi di trail.”
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fisioterapia
Il dolore ai tendini I
l termine tendinite in realtà significa infiammazione del tendine, che
però non ci dà un indicazione esatta di ciò che sta succedendo al tendine, è molto meglio parlare di
a cura di LUCA BACCINI fisioterapista
tendinopatia, che ci indica che c’è una sofferenza al tendine non per forza dovuta a infiammazione. I tendini a loro volta si dividono in due principali categorie e cioè tendini con e senza guaina sinoviale. I primi sono principalmente grossi
consigli
tendini che,oltre che avere la loro funzione di trasmissione della forza muscolare al segmento osseo, hanno anche una funzione di “supporto e sostegno”, ad esempio il tendine rotuleo o il tendine d’Achille. Hanno un rivestimento esterno, il peritenonio,che permette il giusto scorrimento sulle strutture vicine ma non è una vera e propria guaina sinoviale. I tendini con guaina sinoviale sono invece dei tendini che scorrono all’interno di una guaina protettiva, come per esempio, il filo di ferro del freno della bicicletta scorre nel tubo di gomma che lo ricopre. Nella guaina sinoviale è
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presente il liquido sinoviale. I tendini con guaina
dello stesso,sia in resistenza che in forza. Può
sinoviale sono, ad esempio i peronei. A seconda
rimanere asintomatico per molto tempo e quindi
del tipo di problema e dove è localizzato avremo
indebolire notevolmente la struttura tendinea
varie patologie.
fino alla rottura. Spesso nelle tendinopatie le
Le patologie che possono riguardare la parte più
infiammazioni del peritenonio o della guaina e
esterna sono:
la degenerazione del tendine sono entrambe
• PERITENDINITI dove c’è una fase infiammatoria
presenti.
acuta del peritenonio, la membrana che avvolge
Ci sono poi le tendinopatie inserzionali che
il tendine, da dolore, gonfiore ed è una vera e
sono tipiche della zona dove il tendine si attacca
propria infiammazione acuta.
all’osso.
• TENOSINOVITE dove l’infiammazione riguarda
Anche se non anatomicamente riferibili alla
la
e
struttura tendine,ma a diretto contatto con esso
aumentando quindi il suo volume va a restringere
bisogna tener conto delle borse sierose,che
lo spazio di scorrimento del tendine al suo interno,
fungono da cuscinetto e ammortizzatore in
aumentando ancora di più l’infiammazione.
particolari zone di contatto e scorrimento.
membrana
sinoviale,che
gonfiandosi
Quando queste borse si infiammano e aumentano La patologia del tendine vero e proprio e la
di volume provocano dolore e la patologia non è
Tendinosi, che è la degenerazione del corpo
più tendinea ma è una Borsite.
tendineo,non dà dolore ma è pericoloso perché
Nello sportivo la causa principale di questi
riduce la capacità di resistenza alla trazione del
problemi è un sovraccarico funzionale. Questo
tendine e in pratica riduce le capacità meccaniche
sovraccarico può essere dovuto da un aumento
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non graduale dell’allenamento,sia dovuto a un eccessiva ripetizione nel tempo del gesto atletico che da un veloce aumento dei carichi di forza. Questo non permette alla struttura tendinea di modificarsi per rispondere alle nuove sollecitazioni. Ricordiamo che i tempi di “adattamento” di muscoli e tendini sono molto diversi e molto più lunghi quelli tendinei. Non rispettando i tempi biologici del tendine andremo incontro a sovraccarichi, infiammazione e degenerazione. I primi sintomi tendono a scomparire durante l’allenamento, facendo credere all’atleta che il problema sia banale e permettendo quindi la
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prosecuzione degli allenamenti.Poi c’è una fase
produzione di fibre di collagene che vanno a
dove il dolore compare a fine allenamento e dura
riparare la lesione,che però sono disposte in modo
per qualche ora o fino a sera. Anche qui l’atleta
casuale e per questo hanno una bassa resistenza
riesce ad allenarsi e continua a sottovalutare il
meccanica. A livello riabilitativo dal quinto-sesto
problema. Quando poi l’atleta ha dolore anche
giorno si comincia a mobilizzare passivamente e
al mattino appena alzato e durante la giornata il
attivamente-assistito il gruppo muscolo tendineo
problema è cronicizzato e richiede tempi lunghi
lesionato, allo scopo di indirizzare la direzionalità
per la risoluzione.
delle fibre di collagene. Non si cerca in questa
I processi riparativi del tendine richiedono poi
fase la forza muscolare,la massima escursione
un approccio funzionale dove il riposo totale,
articolare (assolutamente no stretching). Si
se va bene a livello di sintomo doloroso, non è
lavora in presenza di dolore leggero o moderato
indicato per il recupero ottimale della riparazione
e si abbina laserterapia ad alta potenza.
tendinea. Nell’atleta quindi bisogna quindi
La cicatrice risulta essere funzionale e resistente
bilanciare bene i carichi di lavoro per permettere
dal quarto-sesto mese (esatto… mese). Resistente
da una parte di risolvere la sintomatologia
però per un livello di attività di una persona
infiammatoria,dall’altra permettere una perfetta
sedentaria. Un atleta dovrà ancora effettuare
tempistica della fase di sintesi del collagene e del
un ricondizionamento per riportare il tendine a
rimodellamento biologico.
sopportare i livelli di carico necessari allo sport
Parliamo adesso delle eventuali lesioni tendinee
che dovrà fare. Ci sarà quindi una progressione di
dovute a sovraccarichi non curati.
allenamento da seguire dove si incrementeranno
Indicativamente e semplificando al massimo,
i carichi di lavoro, le modalità di lavoro e la
in caso di lesioni, le tempistiche sono più o
resistenza, fino ad arrivare ad allenamenti sport-
meno riassumibili cosi: nei primi tre giorni
specifici a seconda dell’attività sportiva svolta.
non c’è produzione di collagene,si interviene
In conclusione, non sottovalutiamo i dolori ai
con crioterapia e laser antinfiammatorio a
tendini,perché sono un campanello d’allarme
controllo termico dal terzo giorno alla sesta-
importante per evitare lunghi stop sportivi, oltre
ottava settimana (si settimane non giorni!) c’è
che danni fisici significativi.
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osteopatia
dieta e mal di schiena? I
a nostra alimentazione può influire negativamente sui dolori muscolari o
articolari? Negli anni sono stati condotti numerosi studi
a cura di DAVIDE MARIANI osteopata
scientifici per rispondere a questo quesito e la risposta generale è abbastanza univoca: lo stile di vita, alimentazione inclusa, influenza in modo diretto l’insorgere e il cronicizzarsi di patologie muscolo-scheletriche.
consigli
In che modo la dieta può influenzare, ad esempio, il mio mal di schiena? Spesso i pazienti sovrappeso o obesi tendono a considerare il proprio peso solo con un numero “sfavorevole” letto sul display della bilancia. Ne
considerano
solo
il
dato
puramente
meccanico: maggiore è il mio peso, maggiore è il carico sulle mie ossa e articolazioni. Il nostro corpo però non è un sistema meccanico. Non è per intenderci un pilastro su cui vi è in appoggio una soletta di cemento armato. Il nostro corpo è un sistema biologico complesso, per cui 2+2 non fa sempre 4. Le reazioni che si
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sviluppano all’interno del nostro corpo non sono
Si
lineari.
direttamente dagli adipociti. Tali sostanze, spesso
Pertanto il nostro peso va contestualizzato
ormoni, regolano il senso di fame, la coagulazione,
all’interno di questo complesso meccanismo di
le risposte immunitarie e infiammatorie del corpo.
reazioni biochimiche.
Quando
Essere sovrappeso è indice di un aumento
particolarmente abbondante, la sua produzione
sostanziale del tessuto adiposo (grasso).
proteica/ormonale
Il corpo accumula trigliceridi all’interno di cellule
infiammatoria che va oltre le fisiologiche
preposte (adipociti) in risposta ad un eccesso di
necessità del corpo, portando il corpo stesso
energia introdotta con l’alimentazione. Pertanto
verso una situazione patologica.
se introduco molta energia (kilo caloria) sotto
È dimostrato infatti che il sovrappeso sia la causa
forma di cibo e non ne consumo a sufficienza
di un silente stato infiammatorio cronico.
(attività sportiva, lavorativa ecc…) il mio corpo
Sembrerebbe inoltre che l’infiammazione cronica
proverà a stoccare il surplus energetico nei
indotta dal tessuto adiposo sia la causa di
tessuti deputati: inizialmente nei muscoli e nel
patologie come Alzheimer, Parkinson, cancro,
fegato e, successivamente, nel tessuto adiposo.
diabete e osteoartrosi.
Le nostre attuali conoscenze in campo scientifico
Per i motivi pocanzi citati, numerosi studi
ci spingono ad affermare che il tessuto adiposo
scientifici hanno messo in diretta correlazione il
dovrebbe essere definito come “organo adiposo”
sovrappeso con la presenza di disturbi muscolo
a causa della sua incredibile capacità di produrre
scheletrici.
specifiche sostanze, meglio conosciute come
Nello specifico, i pazienti sovrappeso sono
adipochine.
più soggetti al manifestarsi di lombalgia e,
conoscono
però
circa
il
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tessuto
sostanze
secrete
adiposo
genera
una
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risulta risposta
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infatti, i loro livelli sanguigni di sostanze
In conclusione possiamo quindi affermare che
pro infiammatorie (sostanze che facilitano
il peso corporeo sia un parametro da tenere
l’infiammazione:
attentamente sotto controllo per salvaguardare
Interleukine
e
proteina
C
reattiva) sono sensibilmente più elevati di quelli
il proprio stato di salute in quanto, una grande
di pazienti normopeso.
moltitudine di patologie sono correlate a
È bene ricordare che artrosi, artrite, tendiniti,
sovrappeso ed obesità, non in ultime quelle
discopatie e patologie a carico delle cartilagini
muscolo scheletriche.
articolari abbiano come fattore comune
Migliorando la propria alimentazione e di
l’infiammazione. Alti livelli di infiammazione
conseguenza il proprio peso sulla bilancia,
à progressione più rapida della patologia e
lo stato infiammatorio tissutale tenderà
cronicizzazione.
a diminuire, permettendo così al corpo di esprimere un miglior stato di salute generale. Va
precisato
inoltre
che,
parlando
di
alimentazione, non va tenuta in considerazione solo la quantità degli alimenti consumati quotidianamente ma, soprattutto, la loro qualità. Bisogna preferire cibi poco raffinati, ricchi di fibre e poveri di grassi saturi,
il
tutto
accompagnato da una corretta idratazione giornaliera. A tal proposito s a r e b b e consigliabile affidarsi ad un dietologo o ad un
nutrizionista,
evitando dannosi fai da te.
“Abbi cura del tuo corpo. È l’unico posto in cui devi vivere.” 48
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